Conto alla rovescia di i1976 (/viewuser.php?uid=53158)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 24 ore prima ***
Capitolo 3: *** 20 ore prima ***
Capitolo 4: *** 16 ore prima ***
Capitolo 5: *** Notte ***
Capitolo 6: *** E' la fine? ***
Capitolo 7: *** Bianche pareti e bianche lenzuola ***
Capitolo 8: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
storia
Questa storia avviene due mesi dopo la fine della serie………………………
PROLOGO
Enos giaceva al suolo.
Sentiva come se, dopo lo sparo, la sua spalla sinistra stesse bruciando; non
poteva muovere il braccio, che adesso era coperto di sangue.
L’uomo stava in piedi di fronte a lui, guardandolo dall’alto in basso, con il
suo sguardo glaciale.
Puntò la sua pistola verso la testa di Enos, "Muori, agente Strate".
Enos chiuse gli occhi; era tutto finito.
Sentì Daisy gridare, "ENOS"….
Poi… BANG.
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Capitolo 2 *** 24 ore prima ***
storia
24 ORE PRIMA (8 di mattina)
Nella sua auto di pattuglia Enos stava sbadigliando nell’attesa di qualcuno
da inseguire e da multare. Aspettare così, senza far niente, era stancante, e
normalmente cercava di distrarsi leggendo, pensando… o dormendo (sperando che
Rosco non lo scoprisse dormire durante il turno di lavoro).
Quel giorno guardò il cielo, pensando a Daisy.
Daisy era sempre in cima ai suoi pensieri, specialmente dopo che avevano
rimandato il matrimonio. Avevano annunciato che il matrimonio era rimandato a
causa dell’attacco di orticaria che aveva colpito Enos (causato dall’emozione di
sposare finalmente Daisy), ma ormai erano passati due mesi, e loro due non erano
ancora sposati. Da allora nessuno aveva più accennato a quelle nozze
mancate.
In realtà, l’attacco di orticaria non era la sola ragione per cui le nozze
erano state rimandate; nel profondo del suo cuore Enos temeva che Daisy non
l’amasse e che avesse deciso di sposarlo solo per salvarlo dalla galera (per un
crimine che non aveva commesso e di cui era stato accusato ingiustamente) e per
una sorta di "pietà". Così aveva deciso di usare l’orticaria come scusa per
fermare il matrimonio.
Scosse la testa cercando di non lasciarsi prendere da quei tristi
pensieri.
Guardò ancora la lettera che aveva in mano, e il pensiero di quanto contenuto
in quella lettera lo fece rabbrividire.
Finalmente vide il Generale Lee correre per la strada sollevando una nuvola
di polvere. Enos sorrise, "Bene", pensò "finalmente ho qualcosa con cui
distrarmi", e partì all’inseguimento dei suoi amici, forse per l’ultima
volta.
Nel frattempo, alla fattoria dei Duke……..
Daisy stava parlando con zio Jesse e Lulu Hogg (moglie di Boss e sorella di
Rosco, e nonostante tutto amica dei Duke). Zio Jesse ascoltava ridendo quelle
discussioni (discussioni da donne), "Hey Lulu, sai veramente tutto quello che
succede ad Hazzard, vero?"
Per tutta risposta Lulu gli fece l’occhiolino, "E’ una vera arte, Jesse. Io
guardo e ascolto tutto. Sono una sorta di spia" A queste parole tutti e tre
scoppiarono a ridere.
Poi Lulu guardò Daisy, tornando a farsi seria, "Daisy, come va tra te e
Enos?". Lulu avrebbe voluto vedere sposati quei due; quando avevano annunciato
le loro nozze era stata veramente contenta, e quando tutto era stato rimandato
ne era rimasta veramente delusa. Ormai erano passati due mesi, ma lei voleva
finalmente assistere a quel matrimonio.
Alle parole di Lulu, Daisy si rattristò, "Enos è sempre così gentile con me,
ma a volte penso che si stia allontanando da me. E’ stata una sua scelta quella
di rimandare le nozze, per cui non so perché….", Daisy scosse la testa.
Lulu guardò lo zio Jesse. Entrambi sapevano che Enos e Daisy erano
innamorati; a volte zio Jesse si chiedeva quanto Daisy amasse Enos, ma
ultimamente pensava che i sentimenti di Daisy verso Enos fossero più profondi di
quanto lei stessa immaginasse.
Ma adesso, in qualche modo, sia zio Jesse che Lulu temevano che l’amicizia
fra Enos e Daisy fosse in pericolo.
L’uomo stava arrivando ad Hazzard, pronto a uccidere Enos Strate.
Questa era la sua vendetta.
Nota dell’autore: il matrimonio a cui mi riferisco è quello su cui è
incentrata la penultima puntata della settima stagione (quindi la penultima
puntata del telefilm). Il titolo inglese è "Enos and Daisy’s wedding" mentre il
titolo italiano è "Assoluzione ai fiori d’arancio". Spero di non avervi confuso
dando dei cenni così sparsi della puntata in questione.
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Capitolo 3 *** 20 ore prima ***
storia
20 ORE PRIMA (12 DI MATTINA)
Enos riuscì a fermare il Generale Lee con un’abile manovra, arrestando la sua
macchina davanti a quella arancione dei cugini Duke.
Bo e Luke sapevano che Enos era un bravo guidatore, anche se normalmente
riuscivano a sfuggirgli (a volte si chiedevano se Enos cercasse realmente di
fermarli o fingesse solamente). Questa volta, comunque, Enos non se li lasciò
sfuggire.
Il vicesceriffo scese dalla sua auto e si avvicinò al Generale, sorridendo,
"Hey Bo, hey Luke, come va?".
Luke gli sorrise, "Enos, ci hai fermato solo per salutarci? Bene, ciao Enos,
arrivederci, adesso dobbiamo andare perché siamo di fretta".
Enos scosse il capo, continuando a sorridere, "Dai Luke, non prendermi in
giro. Devo farvi la multa, lo sai", e così allungò a Luke la multa, "Ciao Bo,
ciao Luke", e se andò.
Luke guardò il cugino, seduto di fianco, che stava ridacchiando. "Non c’è
niente di divertente, Bo. Enos ci ha fermato a causa della tua guida. Forse stai
ancora pensando a quella ragazza che hai conosciuto ieri sera. Tu pensi sempre a
qualche ragazza".
Bo scoppiò a ridere, "Sei solo geloso, cugino, perchè le ragazze preferiscono
me a te. Ammettilo. Enos è un bravo guidatore, quindi non incolpare me".
Luke sospirò, "Sei solo fortunato con le ragazze. Anzi, sei così fortunato
che sarai tu a pagare la multa".
Bo scoppiò nuovamente a ridere, " Già, sei proprio geloso. Andiamo, zio Jesse
e Daisy ci stanno aspettando".
Quando Bo e Luke arrivarono alla fattoria, zio Jesse li stava aspettando.
"Siete in ritardo. Cos’è successo?"
Luke puntò il dito verso Bo, "E’ tutta colpa sua. Enos ci ha fermato e ci ha
dato la multa perchè Bo non è capace di guidare quando sta pensando a qualche
ragazza"
Bo ridacchiò, "E’ tutta colpa di Enos, non mia. Oggi quel ragazzo è veramente
fortunato", e così dicendo Bo guardò Daisy in maniera maliziosa.
Daisy distolse lo sguardo; pensava che per Bo e Luke fosse tutto uno scherzo,
anche le sue nozze mancate, ma lei non era dell’umore migliore per scherzare,
così ignorò il cugino e si rivolse a Lulu, "Andiamo Lulu. Siamo in ritardo".
Lulu sorrise, "OK Daisy, andiamo a fare compere", ma la donna notò che Daisy
non era affatto contenta di sentire parlare di Enos.
Poco dopo, Lulu e Daisy stavano camminando per le strade di Hazzard.
Lulu provò a indirizzare ancora la discussione verso Enos. Prese la mano di
Daisy e la guardò negli occhi, "Daisy, cara, qual è il problema? Cosa sta
succedendo tra te e Enos?"
Daisy sospirò, "Bo e Luke non capiscono quello che sento, e si comportano
come se fosse tutto un gioco….. il matrimonio, i miei sentimenti, quelli di
Enos. Ma a volte ….. anche io …… anche io mi domando cosa sento esattamente per
Enos. Quando ho preso la decisione di sposarlo, mi sono sentita felice,
veramente felice. All’inizio pensavo di volerlo sposare solo perché gli sono
molto affezionata, e non avrei sopportato di vederlo in prigione, di vederlo
soffrire. Ma, in qualche modo, mi sentivo felice pensando a me e lui insieme. Ho
nascosto questa felicità e questi sentimenti non solo alla mia famiglia, ma
anche a me stessa. Quando Enos ha deciso di posticipare le nozze, mi sono
sentita delusa. Ormai sono passati due mesi, e penso che non ci sposeremo più.
Ma la cosa ancora peggiore è che ho la sensazione che si stia allontanando da
me, e non so perché".
Lulu ascoltò silenziosamente le parole di Daisy, poi disse, "Daisy, lo sai
che Enos è un ragazzo molto premuroso; è molto gentile, e si sacrifica per gli
altri. Io penso che Enos abbia pensato che tu non lo amassi quando gli chiedesti
di sposarti, così ha deciso di fermarti. Non avrebbe permesso che ti
sacrificassi per lui. L’attacco di orticaria è stato solo un pretesto per
fermare le nozze"
Daisy fissò sconvolta Lulu, "Cosa? Ma io non mi stavo sacrificando. Ero
veramente felice di diventare sua moglie".
Lulu sorrise, "Si, Daisy, ma…. Enos questo non lo sa; gli hai mai detto cosa
provi realmente per lui?"
Daisy scosse desolata la testa, "Oh mio Dio, no. Non gli ho mai detto le
uniche parole che lui aspettava da me. Deve aver pensato che lo stessi sposando
solo per una sorta di pietà. Oh no….. Come e quando potrò spiegargli……"
Lulu fermò Daisy con un gesto della mano, e indicò Enos che stava camminando
dall’altra parte della strada. La donna lo chiamò, "Hey Enos. Sei in pausa
pranzo?".
Enos si voltò verso di loro e quindi si avvicinò un po’ intimidito, con il
suo solito sorriso sulle labbra, "Salve Daisy. Salve signora Hogg".
Lulu sorrise allegramente, cinguettando, "Scusa Daisy, ma ho dimenticato che
dovevo fare una cosa importante, così non posso pranzare con te, ma tu ed Enos
potreste andare a pranzo insieme. Buona giornata", e così dicendo Lulu si
allontanò, cogliendo l’occasione per lasciare Daisy e Enos da soli.
Dal giorno del mancato matrimonio non avevano più avuto l’occasione di
trovarsi da soli, così si sentivano un po’ imbarazzati dalla presenza l’uno
dell’altra. Ultimamente non parlavano più come prima, e, oltretutto, Enos
sembrava strano, pensieroso.
Daisy provò a rilassarsi, "Hey dolcezza, sei affamato?".
Enos annuì, sorridendo.
Un’ora dopo si trovavano seduti ad un tavolo, mangiando silenziosamente.
Daisy voleva parlargli, ma lui sembrava perso nei suoi pensieri. Finalmente
riuscì a parlare, lottando con il suo cuore che sembrava esploderle in petto,
"Enos, dobbiamo parlare"
"Hmmmmm…", lui non la guardò nemmeno.
"Enos ti prego. Guardami. Cosa ci sta succedento? Siamo sempre stati amici.
Parlavamo. Scherzavamo. E adesso quasi non ci rivolgiamo più nemmeno la parola.
Ci conosciamo fin da quando eravamo due bambini. Ci siamo aiutati a vicenda in
diverse situazioni. Ricordi quando Scanlon.."
Enos sussultò, "Scanlon? Perchè stai parlando di Scanlon?"
Daisy scosse la testa, sorpresa dalla reazione di Enos, "Non so perché mi sia
venuto in mente Scanlon proprio ora. Quello che sto cercando di dire è che tu
quella volta mi hai aiutato mettendo a rischio la tua stessa vita, e…"
Enos si alzò dal tavolo, "Scusa Daisy, ma adesso devo proprio andare. La mia
pausa pranzo è terminata. Parleremo un’altra volta, OK? Ci vediamo".
Daisy lo guardò andare via sentendosi come sul punto di piangere. "Ci vediamo
Enos"
Nel frattempo, l’uomo stava caricando la sua pistola.
Nota dell’autore: anche in questo caso, ho citato un altro
episodio della serie. Il titolo è "Tempi duri per i vicesceriffi". Per
intenderci, è l’episodio in cui Scanlon, un delinquente che Enos aveva arrestato
nel suo periodo trascorso nella polizia di Los Angeles, dopo esser fuggito
di prigione arriva ad Hazzard per vendicarsi di Enos.
OK, questo è l’ultimo episodio della serie citato nella mia fic,
prometto.
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Capitolo 4 *** 16 ore prima ***
storia
16 ORE PRIMA (4 del pomeriggio)
Quando daisy arrivò alla fattoria, zio Jesse e i cugini notarono che c’era
qualcosa che non andava.
Zio Jesse provò a distrarla, "Tu e Lulu vi siete divertite?"
Daisy non sapeva cosa rispondere, ma dopo una breve pausa rispose a suo zio,
"Non molto. Lulu si è ricordata che aveva un impegno, così ho pranzato con Enos
che era in pausa pranzo". Daisy non disse che probabilmente l’impegno di Lulu
era solo una scusa per lasciare lei ed Enos da soli; sapeva di dover essere
grata per averle dato l’opportunità di parlare con Enos, ma sfortunatamente
aveva rovinato quell’opportunità.
Dopo le sue parole si aspettava qualche commento malizioso o il ridacchiare
da parte di Bo e Luke, ma i due cugini rimasero in silenzio, guardandosi intorno
senza posare lo sguardo su di lei. Anche se Bo e Luke spesso prendevano in giro
Enos e Daisy, conoscevano la loro cugina abbastanza bene da capire quando
volesse scherzare o meno; e dopo che, poco prima, Daisy aveva lasciato la
fattoria con Lulu ignorando le loro parole scherzose su Enos, adesso sapevano
che in quella giornata non aveva alcuna voglia di scherzare. Non sapevano
perché, ma potevano percepire che c’era qualcosa che non andava tra la loro
cugina e il loro migliore amico.
Bo guardò Luke; Luke era più grande di Bo, più serio e maturo, così era
lasciato sempre a lui il compito di affrontare le situazioni delicate. Ma lo
stesso Luke non sapeva come affrontare i problemi sentimentali di Daisy, così
fece cenno a Bo di uscire e lasciare da soli zio Jesse e la cugina. Solo zio
Jesse era in grado di affrontare la questione.
Daisy si sedette sul divano del soggiorno, vicino a zio Jesse. Lui non chiese
niente e aspettò che Daisy fosse pronta a parlare.
Il soggiorno dei Duke rimase immerso nel silenzio per diversi minuti, quando
finalmente Daisy decise di parlare. "Enos è strano. Non parla con me come prima.
Mi evita. Ho provato a parlargli, ma non ci sono riuscita. Durante il pranzo non
mi ascoltava, non mi parlava, e dopo se ne è andato. Quando ha incontrato me e
Lulu ci ha sorriso, e ha accettato di pranzare con me, ma quando poi ci siamo
trovati da soli….. Non siamo più capaci di stare insieme da soli. Non so
esattamente quando il suo atteggiamento sia cambiato, dopo le nozze mancate…. O
forse più recentemente. Pensavo di conoscere Enos meglio di chiunque altro qui
ad Hazzard, e so per certo che c’è qualcosa che non va. Normalmente, quando
sentivo che c’era qualcosa che non andava, ero capace di capire quale fosse il
problema perché lui si confidava con me. Forse questa volta non riesco ad
essergli d’aiuto perché il suo problema sono io. Cosa sta succedendo, zio Jesse?
Volevo dirgli che lo amo….", Daisy si interruppe, sorpresa dalle sue stesse
parole. Non l’aveva mai detto così esplicitamente a nessuno, in particolare alla
propria famiglia, e forse nemmeno a se stessa.
"Lo ami?" le chiese con un sussurro zio Jesse, guardandola negli occhi. Daisy
annuì lentamente, "Sì, lo amo", e dopo queste parole si sentì più leggera,
felice, così continuò a ripetere, "Sì, lo amo", a voce sempre più alta, finche
Bo e Luke entrarono in soggiorno, guardando confusi Daisy e zio Jesse (il quale
stava ridendo).
Dopo che Daisy si calmò, cenarono tutti insieme come d’abitudine.
Quella sera Daisy era impaziente di parlare ancora con Enos. Aspettava
ardentemente il giorno successivo.
Nel suo appartamento Enos stava provando a mangiare qualcosa, ma era troppo
preoccupato.
Stava aspettando il giorno successivo, leggendo e rileggendo quella lettera,
cercando di controllare il suo respiro e di pensare ad un piano d’azione per
sopravvivere.
Era completamente da solo, ricattato, senza la possibilità di chiedere aiuto.
E comunque non voleva mettere in pericolo nessuno, soprattutto Daisy e i
Duke. Se avesse chiesto aiuto ai suoi amici, li avrebbe messi in grave
pericolo.
L’uomo era impaziente per il giorno successivo.
Aveva un appuntamento con la persona che odiava di più al mondo.
Questa volta Enos Strate avrebbe dovuto morire e nessuno doveva aiutarlo.
Quell’uomo lo conosceva, e in particolare conosceva il suo punto debole:
Daisy Duke e la sua famiglia.
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Capitolo 5 *** Notte ***
storia
NOTTE
Daisy guardava Enos steso al suolo e l’uomo che lo stava fissando con una
pistola in pugno.
Conosceva quell’uomo, ma per quanto si sforzasse non ricordava il suo nome né
dove l’avesse visto prima.
Enos era ferito; non poteva muovere il braccio sinistro, coperto di sangue
dopo che il primo sparo l’aveva colpito alla spalla, facendolo cadere terra.
Daisy cercò di muoversi, ma era bloccata dalla paura. Urlò "ENOS".
Era seduta a terra; sentiva la sua guancia destra bruciare dopo che l’uomo
l’aveva schiaffeggiata, e un fischio le rimbombava in testa. Ricordò la pistola
puntata verso di lei dopo lo schiaffo, lo sparo e Enos cadere al suolo dopo
averle fatto da scudo con il suo corpo.
L’uomo disse "Muori, agente Strate", e puntò la pistola alla testa di
Enos.
Daisy chiuse gli occhi aspettando lo sparo.
Udì il rumore assordante della pistola, poi tutto divenne confuso. Voci…
sirene di ambulanza....
Quando aprì gli occhi vide un lenzuolo bianco che ricopriva un corpo esanime.
Daisy si svegliò di soprassalto; il cuore le batteva come un martello in
petto e un sudore freddo le colava lungo la schiena. Provò a tranquillizzarsi,
"E’ stato solo un incubo, Daisy. Solo un incubo. Enos sta bene e sta dormendo
nel suo appartamento. Hai solo paura di perderlo e di confessargli i tuoi
sentimenti, ecco perchè hai avuto un incubo così strano".
Andò in cucina, si sedette al tavolo bevendo un bicchiere di acqua fresca, ma
non riuscì a rallentare il battito del suo cuore e la velocità del suo respiro,
così si vestì e uscì dalla fattoria.
Voleva vedere Enos, e non poteva aspettare fino al mattino.
Erano le tre di notte quando Enos sentì bussare alla sua porta.
Quando aprì la porta Daisy lo abbracciò, nascondendo la faccia sul suo petto,
appena sotto la clavicola sinistra. Lo abbracciò stretto, stringendo le braccia
attorno al suo torace.
Enos era sorpreso e al tempo stesso spaventato; si stava domandando se
qualcuno fosse rimasto ferito a causa sua. La sua voce tremò, "Daisy…. Cos’è
successo?".
Daisy piangeva, continuando a tenere la faccia premuta contro il suo petto,
"Oh Enos. Ho avuto un terribile incubo". Dopo le sue parole, Daisy realizzò
quanto ridicola fosse quella situazione: era corsa a casa di Enos nel cuore
della notte per un incubo. Si sentì imbarazzata come mai prima di allora.
"Un incubo?", sussurrò Enos.
"Sì, tu eri morto. Ucciso da… Scanlon" improvvisamente Daisy si ricordò il
nome dell’uomo che aveva visto nel suo incubo, e si ricordò anche chi fosse
Scanlon. Enos l’aveva arrestato quando lavorava a Los Angeles, e quando Scanlon
era scappato di prigione era arrivato ad Hazzard in cerca di vendetta. Ma
fortunatamente Scanlon era ancora in prigione, e non poteva più fare del male a
nessuno.
Daisy si sentiva sempre più imbarazzata pensando al suo strano incubo e a
come fosse corsa a casa di Enos ad un’ora del genere. Si aspettava che da un
momento all’altro Enos si mettesse a ridere, ma invece sentì che lui stava
tremando, "Scanlon?."
Daisy sollevò la testa e lo guardò, "Scusa Enos. Sono stata una sciocca a
precipitarmi qui a quest’ora a causa di un incubo. Scusami". Lo sguardo di Enos
era serio, e Daisy si chiese se fosse arrabbiato con lei o semplicemente stanco
e mezzo addormentato.
Enos aspirò il profumo dei suoi capelli, cercando di calmarsi, ma l’incubo di
Daisy lo aveva terrorizzato.
Daisy percepì la sua ansia. "Enos, cosa c’è?"
"Se dovessi morire… Daisy….."
Daisy si spaventò a quelle parole, "Cosa stai dicendo, Enos? Sei così strano
ultimamente. Cosa ti sta succedendo?". Daisy nascose ancora la faccia contro la
sua spalla, "Se tu morissi, Enos, non potrei vivere senza di te, perché…", prese
un lungo respiro, "perché ti amo".
Enos si sentì gli occhi riempire di lacrime ; stava aspettando quelle parole
dal giorno delle nozze (che aveva deciso di posticipare in attesa proprio di
quelle parole) e anche da molto prima. E adesso… perché proprio adesso?
Daisy infilò le mani sotto la sua maglietta, accarezzandogli il torace.
Lui non la fermò; voleva fermarla, ma quella notte poteva essere la loro
prima e ultima notte insieme.
Daisy gli sfilò la maglietta, baciandogli prima il torace e poi le
labbra.
Si abbracciarono e si scambiarono un lungo bacio, poi si lasciarono cadere
sul suo letto.
Più tardi Daisy giaceva al fianco di Enos, con la testa appoggiata al suo
petto, ascoltando il suo respiro e il battito del suo cuore. Era al tempo stesso
felice e spaventata; quella notte la loro relazione aveva subito un importante
cambiamento: non erano più soltanto amici.
Ma Daisy sentiva che c’era qualcosa che non andava; i gesti di Enos, i suoi
baci, il suo tocco, era tutto pieno di disperazione; lui era lì vicino eppure al
tempo stesso così distante. Era stato come un lungo addio.
"Enos, stai dormendo?" gli sussurrò.
"Mhhhh" gemette lui. Stava dormendo, e così anche Daisy scivolò nel
sonno.
La mattina successiva Enos si svegliò presto (in realtà, quella notte, non
aveva dormito affatto ma aveva solo finto di dormire).
Non svegliò Daisy e indossò la sua uniforme.
Chiudendosi la porta alle spalle guardò Daisy forse per l’ultima volta,
"Addio Daisy".
Quando Daisy si svegliò, Enos non era più accanto a lei.
Si sentì delusa; voleva ancora sentire il suo corpo vicino, il suo tocco e le
sue labbra. Arrossì ritrovandosi a pensare a lui in quella nuova maniera;
abbracciò il cuscino aspirando il suo profumo, "Oh Enos. E adesso? Cosa faremo?
OK Daisy. Svegliati. E’ tardi per starsene a poltrire a letto. Devi trovarlo e
parlargli"
Prima di lasciare l’appartamento di Enos, Daisy vide una lettera sul
tavolo.
All’inizio pensò che fosse una lettera che Enos aveva scritto per lei prima
di uscire quella mattina, e così cominciò a leggere. Capì immediatamente che non
era una lettera da parte di Enos (conosceva perfettamente la sua calligrafia) ma
che era una lettera per Enos. Continuò a leggere anche se era qualcosa che
riguardava solo Enos; il suo respirò cominciò a farsi pesante e iniziò a
tremare.
Cercando di non mettersi a urlare, prese il telefono e compose il numero
della fattoria.
Pochi minuti dopo stava guidando la sua jeep verso il luogo dove Enos doveva
incontrare Scanlon
Ricordò il suo incubo, "Oh mio Dio, Enos, non morire. Per favore, non
morire".
Erano le 7,30 del mattino, e Enos doveva incontrarsi con Scanlon alle ore
8.
Doveva fermarlo.
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Capitolo 6 *** E' la fine? ***
storia
E’ LA FINE?
Scanlon stava aspettando Enos Strate nella stessa radura in cui Enos lo aveva
arrestato l’ultima volta.
In quella occasione Scanlon aveva utilizzato Daisy come esca, ma Enos era
riuscito ad arrestarlo grazie ai suoi amici e grazie a quello stupido trucco che
l’aveva distratto; ancora adesso Scanlon si domandava come avesse fatto a
lasciarsi ingannare da quel travestimento di gruppo, proprio lui, il mago dei
travestimenti. Ma adesso non avrebbe fallito; aveva inviato una lettera a Enos
intimandogli di presentarsi da solo, altrimenti i suoi amici sarebbero
morti.
Enos stava raggiungendo il luogo dell’appuntamento con Scanlon.
Era terrorizzato. L’ultima volta Scanlon era quasi riuscito a ucciderlo in
ben tre occasioni (e anche Daisy era stata coinvolta). Quando aveva appreso
dalla polizia di Los Angeles che Scanlon era scappato nuovamente di prigione,
aveva immediatamente capito che quel killer senza pietà avrebbe cercato
vendetta.
E infatti, poco tempo tempo, Enos aveva ricevuto una lettera: Scanlon lo
voleva incontrare da solo, in quel posto, alle 8 di mattina di quel giorno.
Da solo. Non poteva chiedere aiuto perché Scanlon lo aveva minacciato di
uccidere i suoi amici; Scanlon gli aveva scritto che non sarebbe stato solo ma
che avrebbe avuto dei complici pronti a uccidere gli amici di Enos se non avesse
rispettato il patto. Enos non sapeva se Scanlon avesse realmente dei complici o
se fosse solo un trucco, ma non poteva mettere a rischio la vita dei suoi
amici.
Prima di raggiungere il luogo dell’appuntamento, Enos si fermò per qualche
tempo sulla riva del laghetto dove Daisy gli aveva chiesto di sposarla, cercando
di calmarsi e di trovare la forza di affrontare Scanlon.
Nel frattempo Daisy stava guidando la sua jeep verso il luogo
dell’appuntamento fra Enos e Scanlon, quando Luke la chiamò via radio, "Fermati
Daisy. Stiamo arrivando. Abbiamo informato anche Cooter e Rosco di quanto sta
accadendo".
Daisy non si fermò, "Luke, Enos è in pericolo. Potrebbe essere troppo tardi.
Non posso fermarmi"
Luke guardò Bo, preoccupato, "Sbrigati Bo. Daisy è fuori di sé. Non si rende
conto di che pericolo stia correndo. Che diavolo crede di poter fare da
sola?"
Bo accelerò ancora di più e il Generale Lee schizzò sulle strade polverose
della contea.
Quando Daisy arrivò al luogo dell’appuntamento vide Scanlon; quell’uomo era
da solo e Enos non era ancora arrivato.
Si sentì sollevata di essere arrivata prima di Enos, ma quando Scanlon la
fissò con i suoi occhi di ghiaccio, Daisy si rese conto di essere in pericolo, e
si pentì di non avere ascoltato le parole di Luke.
"Signorina Daisy Duke, giusto?", disse Scanlon con un sorriso diabolico,
"Dov’è il tuo caro amico Enos Strate? E non provare a mentirmi, bella".
Daisy trattenne il respiro, poi rispose con voce tremante "Io… io non so dove
sia"
Scanlon le si avvicinò, dandole uno schiaffo talmente violento da farla
cadere a terra. "Questo te lo avrei dovuto dare già l’altra volta. Non prendermi
in giro. Tu e i tuoi amici mi avete ingannato l’ultima volta, ma adesso non mi
fermerete. Ho detto a Enos Strate che vi avrei ucciso se avesse tentato un
qualsiasi sotterfugio".
Scanlon si guardò intorno alla ricerca di qualche traccia di Enos. Non
vedendo nessuno, si rivolse nuovamente a Daisy, "Sei pronta a morire?"
Daisy guardò terrorizzata la pistola puntata verso di lei, come nel suo
incubo.
Quando Enos arrivò alla radura, vide Daisy a terra e la pistola puntata verso
di lei.
Si sentì gelare dal terrore. "Oh mio Dio, no. Oh mio Dio, no" iniziò a
pregare mentalmente, correndo verso Daisy e verso Scanlon, "Oh mio Dio, no".
Gridò "Fermati Scanlon, sono qui. Era me che volevi, giusto? Eccomi, ma
lascia andare lei"
Enos si fermò tra Scanlon e Daisy, in modo da farle da scudo, e alzò le mani
sopra la testa.
Senza una sola parola Scanlon sparò. Daisy vide la fiamma apparire per pochi
secondi dalla bocca della pistola, e Enos cadere a terra. Lo vide posare la mano
destra sulla spalla sinistra, gemendo di dolore; il blu della sua divisa stava
virando in rosso scuro a livello della spalla sinistra e lungo il braccio.
Daisy era sconvolta: tutto stava accadendo come nel suo incubo. Urlò il nome
di Enos, con le lacrime agli occhi. Poi sentì le parole di Scanlon, "Muori,
agente Strate".
Daisy chiuse gli occhi, pregando, "Oh mio Dio, no", poi sentì uno sparo.
BANG. O forse due?
Perse i sensi.
Quando Daisy si risvegliò, vide le luci delle ambulanze e diverse persone
intorno a lei (Bo, Luke, zio Jesse, Cooter, Rosco). Vedeva la tensione e il
dolore sui loro volti, ma non riusciva a capire cosa le stessero dicendo a causa
di un fastidioso ronzio nella sua testa.
Si guardò intorno cercando Enos, ma vide solo un lenzuolo bianco che
ricopriva completamente un corpo senza vita.
Tutto divenne nero, e perse nuovamente i sensi.
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Capitolo 7 *** Bianche pareti e bianche lenzuola ***
storia
BIANCHE PARETI E BIANCHE LENZUOLA
Daisy si risvegliò in ospedale, in una piccola camera dalle pareti dipinte di
bianco e dal mobilio bianco; tutto intorno a lei era bianco, compreso il
lenzuolo del suo letto, e guardandolo le venne quasi da vomitare al ricordo di
un altro lenzuolo bianco.
Scosse la testa cercando di non pensarci. Voleva svegliarsi da quell’incubo,
correre ancora a casa di Enos nel bel mezzo della notte, abbracciarlo e
raccontargli il suo incubo. Voleva ridere con lui di quello strano sogno,
bevendo insieme una tazza di cioccolata calda.
"Andiamo Daisy. Svegliati. E’ solo un incubo. Enos è sano e salvo e sta
dormendo nel suo letto, e tu stai solo sognando. Svegliati, svegliati". Chiuse
gli occhi cercando di addormentarsi, sperando poi di svegliarsi alla fattoria,
ma non funzionava. Non riusciva a risvegliarsi dall’incubo, e ogni volta che
apriva gli occhi era ancora in quella stanza bianca invece che nel suo caldo
letto alla fattoria.
Daisy scoppiò a piangere, singhiozzando.
La porta della sua camera si aprì, e Bo, Luke e zio Jesse entrarono. Zio
Jesse si sedette sul suo letto, prendendole le mani, "Tesoro, calmati. Sei
ancora sotto shock ma vedrai che tra qualche tempo starai meglio. Adesso devi
solo riposare un po’ e prendere qualche tranquillante. Non vuoi dormire un po’?
Domani tornerai a casa".
Daisy abbracciò lo zio, "Non voglio niente. Non voglio tornare a casa. Non
voglio stare qui. Sarebbe stato meglio se fossi morta"
Bo e Luke si avvicinarono alla cugina. Luke le poggiò delicatamente le mani
sulle spalle, e Bo la baciò sulla fronte. Daisy era completamente circondata dal
calore della sua famiglia, ma ciò non la faceva stare meglio. Continuò a
piangere con la testa appoggiata sul torace di zio Jesse, "Oh zio Jesse, perché?
PERCHE’? Non posso vivere senza di lui. Non posso vivere senza Enos. Perchè è
morto?"
Zio Jesse le prese delicatamente il volto tra le mani, asciugandole le
lacrime, "Daisy, cosa stai dicendo? Enos non è morto. E’ ferito gravemente e si
trova nel reparto di terapia intensiva di questo Ospedale. I medici hanno detto
che si riprenderà"
Daisy scosse la testa e allontanò con violenza le mani di suo zio, "Non
mentirmi, zio Jesse. Ho visto il suo corpo ricoperto dal lenzuolo bianco", e
scoppiò nuovamente in singhiozzi.
Luke le prese la mano, "Daisy, era Scanlon, non Enos. Quando hai visto il
corpo di Scanlon sotto quel lenzuolo, Enos era già sull’ambulanza. E’ vivo,
Daisy. Fidati di noi", le sussurrò dolcemente.
Daisy fissò i loro volti, "E’ vivo? Veramente?", provò a sorridere, e la sua
famiglia rispose al sorriso. Si abbracciarono e finalmente Daisy sentì il loro
calore.
Dopo essersi riscossa, Daisy domandò cosa fosse successo. "Cos’è successo? Io
ricordo che Enos era ferito, e Scanlon puntava ancora la pistola contro di lui;
poi ho chiuso gli occhi e ho sentito un altro sparo. Cos’è successo?"
Bo e Luke si sedettero sul letto della cugina. "Bene", cominciò Luke, "ti
diremo tutto" e così cominciò a raccontare uno dei momenti più terribili che la
sua famiglia avesse mai affrontato.
Quando Bo e Luke arrivarono sul luogo dell’appuntamento, videro che sia Daisy
che Enos erano a terra. Daisy era seduta, e guardava terrorizzata Enos che
giaceva davanti a lei tenendo la mano destra premuta contro la spalla sinistra,
sanguinante. Scanlon era in piedi davanti a loro, e teneva la pistola puntata
verso Enos.
I due cugini capirono subito che era troppo tardi; come potevano aiutare Enos
e Daisy? Non avevano armi, e Rosco (con la sua pistola) e zio Jesse (con il suo
fucile) non erano ancora arrivati.
Bo e Luke corsero verso Scanlon, urlando il nome del loro migliore amico e
della cugina. Non sapevano cosa volevano ottenere con la loro azione; Scanlon
era troppo distante da raggiungere e da fermare e, inoltre, aveva una pistola in
mano, ma loro si lanciarono in quella corsa inutile automaticamente.
Solo pochi secondi.
Scanolo udì le loro voci e voltò la testa verso di loro.
Solo pochi secondi. Ma tutto sembrava scorrere come al rallentatore.
Sia Scanlon che i Duke sapevano che la loro corsa era inutile; prima di
essere raggiunto, Scanlon poteva uccidere Enos, Daisy, e gli stessi Bo e
Luke.
Ma Enos era ancora cosciente. Vide Scanlon voltarsi; in quei pochi secondi
estrasse la pistola, puntandola verso il suo nemico.
Pochi secondi.
Scanlon si voltò nuovamente verso Enos e vide che il poliziotto gli stava
puntando contro la sua pistola.
Spararono. Entrambi.
Scanlon crollò a terra, con uno sprizzo di sangue dalla testa.
Bo e Luke si fermarono, sotto shock. Guardarono Scanlon cadere a terra, e
videro un fiotto di sangue fuoriuscire dal torace di Enos, sul lato destro.
I due cugini si guardarono e ripresero la corsa verso il loro amico, gli si
inginocchiarono di lato, chiamando il suo nome e cercando di fermare
l’emorragia. Enos era pallido e non rispondeva.
Sentirono le sirene dell’ambulanza, e videro spuntare l’auto di pattuglia di
Rosco seguita dalle ambulanze (fortunatamente Rosco, avvertito dai ragazzi di
quanto stava accadendo, aveva già allertato i mezzi di soccorso temendo che Enos
o qualche altro rimanesse ferito).
Dopo che i paramedici si presero cura di Enos e lo caricarono sull’ambulanza,
Bo e Luke rivolsero la loro attenzione a Daisy e la presero tra le braccia.
Arrivarono anche Cooter e zio Jesse.
Quando Daisy riaprì gli occhi, si guardò attorno, poi svenne nuovamente e
venne condotta all’Ospedale.
Dopo che Bo e Luke finirono il loro racconto, Daisy rimase in silenzio
pensando a Enos. L’aveva salvata da Scanlon rischiando la sua stessa vita.
Sorrise, contenta che fosse vivo.
A quel punto Bo espresse la domanda che tutti avevano trattenuto fino a quel
momento. "Hey Daisy, come facevi a sapere di Scanlon?"
Adesso era il turno di Daisy, così raccontò alla famiglia il suo incubo, la
corsa nella notte a casa di Enos, e di come aveva trovato la lettera di
Scanlon
Tutti si domandarono se, in qualche modo, l’incubo di Daisy avesse
contribuito alla salvezza di Enos, e che cosa avesse generato un incubo del
genere, ma non c’era risposta. Era un mistero.
Una forza misteriosa legava il destino di Enos e Daisy?
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Capitolo 8 *** Epilogo ***
storia
EPILOGO: ABITO BIANCO
Daisy tornò a casa il giorno successivo allo scontro con Scanlon.
Tutti i giorni la famiglia Duke si recava però all’Ospedale dove si trovava
ancora Enos; i dottori non gli permettevano di entrare nel reparto di terapia
intensiva, ma comunque li tenevano informati sulle condizioni del giovane.
Tutti i giorni il pensiero di Daisy era rivolto a Enos, e pregava per la sua
guarigione. Ogni giorno era sempre più ansiosa di poterlo rivedere, toccarlo,
accarezzargli la guancia come al solito, aspettando il suo sorriso.
Ogni giorno trascorreva lento e sembrava durare un mese.
Daisy era silenziosa, e la sua famiglia rispettava il suo silenzio, anche se
tutti erano ansiosi di domandarle molte cose, e soprattutto di saperne ancora di
più su quel sogno e della notte che aveva trascorso da Enos: era finalmente
riuscita a confessargli i suoi sentimenti?
In particolare Bo, vista la sua natura impetuosa, era ansioso di sapere
tutto.
Quando la famiglia si riuniva a tavola per cena, tutte le sere, Bo ricacciava
indietro la sua curiosità, finchè non ce la fece più. "Hey Daisy. Cos’è accaduto
esattamente a casa di Enos quella notte? Gli hai detto di essere innamorata di
lui? Voi due state ufficialmente insieme?".
A quella domanda Daisy arrossì e si alzò da tavola, uscendo dalla cucina.
Zio Jesse e Luke guardarono Bo, scuotendo la testa. Luke apostrofò il cugino,
"A volte ti comporti come un bambino, Bo. Enos è ancora in Ospedale e Daisy non
si è ancora ripresa dallo shock di quanto accaduto. E’ così difficile per te
stare zitto?"
Zio Jesse fissò serio i due nipoti, "Zitti, tutti e due. Bo, sappiamo che
Daisy non ci ha raccontato tutto, ma sarà lei parlare quando sarà pronta per
farlo".
Bo e Luke annuirono alle parole dello zio. "Hai ragione, zio Jesse.
Scusa"
Nel frattempo, nella sua camera, Daisy si stava chiedendo se la sua famiglia
avesse effettivamente realizzato quanto fosse profondo il suo legame con Enos.
Passò una settimana, e finalmente Enos venne trasferito dalla terapia
intensiva a una piccolo stanza, così i dottori diedero ai Duke il permesso di
fargli visita.
Quando aprirono la porta, Enos era seduto nel letto, con la schiena
appoggiata a due cuscini, e stava parlando con due uomini. Quando i Duke
entrarono nella stanza, quegli uomini se ne andarono, "Arrivederci, agente
Strate". Quelle due parole, "agente Strate", scossero Daisy ricordandole le
parole di Scanlon e la sua voce glaciale.
Enos sorrise ai suoi amici in maniera stanca, "Sono poliziotti di Los
Angeles", disse, rispondendo automaticamente allo sguardo curioso dei Duke.
Luke gli si avvicinò e gli diede qualche pacca gentile sulla spalla non
fasciata, "Hey amico. Come va? Ci hai spaventato, lo sai?"
Enos sorrise, "Anche io ero spaventato, Luke"
Bo si sedette sul letto, "Ma adesso è tutto OK. Come ti senti?"
Enos sollevò le spalle nel modo che ormai i suoi amici conoscevano bene, "Mi
fa male la spalla sinistra e non riesco a muoverla bene, e quando faccio dei
respiri profondi sento un bruciore a livello del torace. Ma sono vivo e i
dottori mi stanno dando degli antidolorifici e dei tranquillanti per
dormire".
Finalmente Enos sorrise come il suo solito.
Zio Jesse notò che Daisy se ne stava silenziosa vicino alla porta, guardando
per terra; non si era avvicinata ad Enos a differenza dei cugini, così la prese
per mano. "Vieni tesoro, Enos sta bene".
Daisy annuì, ma sentiva le gambe tremare. Felicità? Imbarazzo?
Bo e Luke fissarono la cugina. Si rendevano perfettamente conto che il suo
comportamento era strano; normalmente Daisy era dolce con Enos, lo abbracciava,
gli accarezzava la guancia, e a volte lo baciava delicatamente, mentre Enos
solitamente era così intimidito che di irrigidiva quando Daisy gli si
avvicinava.
Bo e Luke si voltarono verso Enos, e videro che stava arrossendo.
Bo aprì la bocca per chiedere qualcosa, ma zio Jesse lo fermò, "Andiamo
ragazzi. Lasciamo Enos e Daisy parlare un po’ da soli".
Zio Jesse era così saggio, e Daisy lo ringraziò dal profondo del suo
cuore.
Fuori dalla camera Bo era confuso, "Daisy era così… strana. Sembrava quasi
imbarazzata, e non so perché. Forse si è pentita di aver detto a Enos che lo
ama?"
Luke scosse la testa, sospirando, "Sei proprio un bambino, Bo. In quella
stanza si percepiva un feeling speciale tra quei due. Io penso che quei due
siano legati molto più intimamente di quanto crediamo"
Bo spalancò gli occhi, "E se quella notte…. A casa di Enos…." E scoppiò a
ridere, "forse Enos non è più il verginello più vecchio di Hazzard"
"Smettetela voi due", li interruppe zio Jesse con un falso tono di
rimprovero.
Dopo tutto, nel loro intimo, gli uomini della famiglia Duke era contenti
dell’unione tra Enos e Daisy. Enos era un uomo di cui si potevano fidare, e
anche se poco tempo prima non erano stati contenti del loro matrimonio (non
essendo convinti dei sentimenti di Daisy), adesso stavano accettando la
cosa.
Daisy si avvicinò a Enos, prendendolo per mano. "Così siamo da soli", e
finalmente lo guardò, sorridendo. Sentiva gli occhi pieni di lacrime, ma questa
volta erano lacrime di felicità.
Gli appoggiò la testa sul petto, "Oh Enos. Ero così spaventata. Pensavo che
fossi morto".
Enos le accarezzò i capelli, "Sto bene, Daisy. Non piangere, ti prego. Non
voglio vederti piangere".
Daisy annuì, abbracciandolo, "Ti amo, Enos".
"Anch’io Daisy. Ti amo".
Daisy sollevò la testa per baciarlo, ma lui si girò dall’altra parte
fermandola.
Daisy notò che si era fatto serio, "Perché, Enos?"
"Scusa Daisy, ma….."
"Enos, cosa c’è adesso?"
"Ho ucciso un uomo, e mi sento in colpa. Sono un assassino".
"Oh Enos. Non avevi scelta. Ti sei difeso, e hai difeso anche me. Mi hai
salvata. Non è colpa tua, ma di Scanlon. Sei l’uomo più dolce che abbia mai
conosciuto, quindi non incolparti. Hai fatto solo il tuo dovere"
Daisy conosceva Enos meglio di chiunque altro ad Hazzard, per cui capì che
c’era ancora qualcosa che lo assillava. "Cosa c’è d’altro? A cosa stai
pensando?", Daisy temeva che Enos si fosse pentito di quella notte.
Enos sospirò,"L’altra notte…, vedi…..", arrossì, "tu eri sconvolta…. e
fragile. Mi sento come se mi fossi approfittato di te. Dovevo fermarti.
Scusa"
Daisy sorrise, "Enos, dolcezza, lo volevo. Quella notte desideravo veramente
che succedesse. E lo voglio ancora….. e ancora".
Enos ridacchiò imbarazzato, "Oh Daisy. Non è una buona idea. Sono sotto
sedativi, e non so se… non so se riuscirei a…… E se zio Jesse e i ragazzi
dovessero entrare?"
Daisy scoppiò a ridere, "Enos, non sto dicendo che lo voglia…. adesso"
Enos arrossì ancora di più, diventando quasi rosso come un pomodoro, "Oh, non
adesso? Peccato", poi scoppiò anche lui a ridere.
Continuarono a ridere come facevano un tempo, e Daisy capì finalmente che
erano ancora amici; anche se la loro relazione era cambiata, salendo a un altro
livello, la loro amicizia era ancora lì, profonda e tranquillizzante come
sempre.
Quando smisero di ridere, Enos ridivenne serio, "Daisy, mi vuoi sposare? Ci
sono delle nozze posticipate che tutti stanno aspettando di vedere"
Daisy lo abbracciò forte, "Certo Enos. Non mi piace lasciare le cose a metà.
E la tua orticaria?"
"Oh, non ti preoccupare, chiederò ai dottori qualcosa che possa essermi
d’aiuto. Sono sopravvissuto a due pallottole, quindi posso anche sopportare un
altro attacco di orticaria".
Finalmente Daisy indossò il suo abito bianco.
Tutta Hazzard stava aspettando quel matrimonio sin da quando quei due erano
ancora dei bambini.
Erano tutti lì. Lulu piangeva, zio Jesse aveva gli occhi umidi, Cooter era
nel suo abito migliore, Rosco era anch’esso commosso. I ragazzi erano contenti
di vedere la cugina sposare il loro migliore amico, e Bo non era più curioso di
sapere cosa fosse accaduto nell’appartamento di Enos quella notte perché Daisy
aveva raccontato tutto (a grandi linee, naturalmente).
Daisy era splendida e radiosa nel suo abito bianco, e Enos, nonostante
l’orticaria, era anche lui bellissimo.
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