Una chiesa di speranza

di telesette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima Parte ***
Capitolo 2: *** Seconda Parte ***
Capitolo 3: *** Terza Parte ***
Capitolo 4: *** Quarta Parte ***
Capitolo 5: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prima Parte ***


Fiocchi di cotone per Jeanie ( 風の中の少女 金髪のジェニー Kaze no naka no shōjo kinpatsu no Jenī, letteralmente "Jeanie la ragazza bionda nel vento" ), serie animata del 1992 prodotta dallo studio Nippon Animation, è ispirata fortemente ad una canzone del 1854 di Stephen Foster dal titolo "Jeannie With the Light Brown Hair" nonché in parte ad un romanzo di Shiro Ishinomori.
La storia ha inizio nel 1838, nella graziosa cittadina di Lawrenceville in Pennsylvania, e narra le vicende di una graziosa ragazza dai capelli castano chiaro ( benché, nell'anime, appaiano completamente biondi ) di nome Jeanie McDowell. Jeanie adora suonare il pianoforte e, assieme agli amici Stephen e Bill, mette su una piccola banda musicale. A seguito della dolorosa perdita di sua madre, morta di malattia, Jeanie decide di superare il proprio dolore dedicando la propria vita ad aiutare e a sostenere chi soffre. Già due anni dopo l'inizio, facendo fronte ai vari e rispettivi problemi, i tre ragazzi cominceranno ad operare le scelte più importanti per il futuro, facendo dei propri desideri e dei sogni reciproci lo scopo di tutta la loro vita.
Attraverso un ritratto pressoché abbastanza fedele dal punto di vista storico, specie per quanto riguarda il clima di odio e fortissima discriminazione tipica degli Stati del Sud, la serie ripercorre appunto le più importanti tematiche sul diritto e sull'uguaglianza nonché il fortissimo messaggio anti-razzista di cui tutto l'anime è fortemente impregnato. 

clicca qui per vedere la sigla italiana:
http://www.youtube.com/watch?v=9IUpC48lNYk

 

Una chiesa di speranza
( immagini tratte da internet )

 

- La Chiesa di Dio è nata per accogliere gli uomini puri, coloro che nascono nel candore dell'innocenza, e non tollera gli uomini nati e destinati a vivere col colore dei propri peccati...

Lo strano cupo sermone del nuovo pastore di Lawrenceville, uomo assai sgradevole ed intollerante, aveva gettato da subito parte della comunità in un profondo disagio.
Il Reverendo Mallory, questo era il suo nome, negava infatti categoricamente ai negri il permesso di assistere alle sue funzioni.
Già in passato, costretti a sedere o a stare in piedi in prossimità dell'ingresso, alle persone di colore non venivano risparmiati soprusi ed ingiustizie neppure davanti a Dio.
Ora era loro negato persino il diritto di entrare in chiesa, di accostarsi all'altare, o anche solo di "pregare" nello stesso luogo con gli uomini bianchi.
Molta gente rideva soddisfatta, compiacendosi del proprio cinismo, facendo grandi commenti di lode nei confronti del Reverendo Mallory e della sua idea di una "Chiesa Pulita"...

- Finalmente un prete con le idee chiare - esclamò un grasso e pomposo banchiere. - Non ha senso permettere ai negri di pregare assieme ai bianchi, la trovo una decisione esemplare!
- Sono d'accordo - fece eco una elegante signora. - Penso che il Reverendo Mallory sia un ottimo prete, se tiene lontano quegli sporchi negri dalla chiesa di Nostro Signore... mai scelta fu più opportuna di questa!
- La loro anima dev'essere nera quasi quanto loro - rise un altro, suscitando l'ilarità generale. - Probabilmente è con quella che tengono accese le fiamme, giù all'inferno!

Tutti scoppiarono a ridere.
La notizia del "prete razzista" di Lawrenceville, pure se appoggiata dalla società benestante e dal quotidiano locale, suscitò grande stupore e meraviglia tra la minoranza dei benpensanti.
Anche il dottor McDowell, padre di Jeanie, era semplicemente allibìto del fatto che un Ministro di Dio potesse tenere un simile ed inqualificabile comportamento.
Stava appunto parlando con alcuni amici, discutendo sulla vergognosa quanto ingiusta condotta del Reverendo Mallory, quando il giovane Stephen e il suo amichetto Billy bussarono alla porta di casa del medico supplicandogli di intervenire.

- Dottor McDowell - esclamarono trafelàti i due ragazzi. - E' terribile: il Reverendo Mallory ha spinto via l'anziana signora Cobb, urlandole che non aveva il diritto di entrare in chiesa, e la signora Cobb ha perso i sensi sulla strada ai piedi del sagràto!
- Oh, mio Dio - mormorò Jeanie.
- Vengo immediatamente - disse il medico, afferrando tosto la borsa, senza neppure mettere la giacca.

Salendo a bordo del calesse, Jeanie, suo padre e i due ragazzi si affrettarono a portare i necessari soccorsi all'anziana donna svenuta.
La signora Cobb aveva perso in modo orribile il figlio trentenne, ucciso a colpi di pietre da un gruppetto di ignoti, e da oltre diciassette anni andava regolarmente in chiesa a pregare per l'anima del suo dolce e sfortunato Tom. Tuttavia quel giorno, come solo provò a mettere piede in chiesa, trovò il Reverendo Mallory ad accoglierla.
L'uomo la afferrò brutalmente per il polso, trascinandola fuori e insultandola pesantemente, ostentando un comportamento indegno dell'abito che indossava. La donna protestò, gridandogli che non poteva impedirle di pregare per l'anima del figlio, ma costui rimase sordo alle sue parole e la lasciò cadere a terra con un violento strattone.

- Tuo figlio non ha bisogno di alcuna preghiera - ruggì Mallory. - Voi negri siete nati in peccato e morirete in peccato, tra le fiamme infernali da cui venite!

Quando il dottor McDowell giunse sul posto, benché in condizioni gravissime a causa dello shock, l'anziana donna era ancora viva e respirava con evidente difficoltà. La folla si radunò attorno, spinta dalla curiosità più che altro, e alcuni presero a domandarsi se i modi del Reverendo Mallory fossero effettivamente quelli di un prete.
Mallory era fermo e in piedi davanti al sagràto, gli occhi dalle pupille color grigio-ferro e i corti capelli scuri screziàti che incorniciavano il volto severo e dai tratti spigolosi. Mentre il dottore era chino a prestare le prime cure alla paziente, facendo ampia mostra di insensibilità, costui lamentò che la donna dovesse essere allontanata e subito per non intralciare i bianchi dall'entrare in chiesa.

- Ma come può parlare così ?!?

Jeanie non riusciva a credere che un uomo di Dio, un pastore di anime, potesse essere così freddo e spietato verso i suoi simili... considerandoli alla stregua di impuri, solo per il colore diverso della loro pelle.
Mallory strinse gli occhi, nei quali brillava una forte luce di fanatismo, e ciò che disse esprimeva quanto il suo concetto religioso fosse "distorto" dalla sua mente malata e dall'arroganza del suo modo di essere.

- L'immagine di Dio è nella Luce - esclamò. - Una Luce pura e splendente, come le anime e come gli angeli, e solo chi nasce puro e candido come Luce può accedere al Paradiso... Chi nasce nel peccato, senza la benché minima traccia di Luce, porta visibilmente quel marchio impresso sul nero colore della propria pelle!

L'uomo vomitò con rabbia quell'ultima frase, facendo rabbrividire tutti solo col solo tono raccapricciante della voce, allorché Jeanie si discostò da lui inorridita trovando rifugio nelle braccia protettive di Stephen.
La signora Cobb, intanto, cominciò a rinvenire.
Il dottor McDowell si rivolse garbatamente a due neri nelle immediate vicinanze, per aiutarla a salire sul calesse, rivolgendo invece un'aspra occhiata colma di disapprovazione all'indirizzo del Reverendo Mallory.

- Ho troppo rispetto dell'abito che portate, per potervi dire in faccia cosa penso del vostro modo di fare - disse il medico, costringendosi a non sporcarsi le mani con un pugno sacrìlego. - Ma ci tengo a sottolineare che Dio è lontanissimo dalla "vostra" chiesa: il giorno che comparirete dinanzi a Lui, semmai vi sarà possibile, sarà Lui a scacciarvi... con lo stesso disprezzo con cui voi, oggi, allontanate queste persone dalla Sua casa!

Ciò detto, McDowell fece salire Jeanie e i ragazzi con la paziente e si allontanò dalla chiesa di Lawrenceville, deciso a non mettervi mai più piede.

***

Il giorno dopo, parlandone tra di loro, i tre ragazzi discutevano tristemente sulla questione.
Nessuno in paese poteva permettersi di contestare apertamente le convinzioni fanatico/religiose del Reverendo Mallory e, dal momento che la stampa locale lo dipingeva benignamente come un "Tutore dell'Ordine della Chiesa", dalla capitale non avrebbero mosso un dito per sollevarlo dal suo incarico di sacerdote.
Malgrado la debolezza, dovuta più che altro allo svenimento improvviso, secondo il padre di Jeanie l'anziana signora Cobb sarebbe guarita in fretta.
Tuttavia il problema più grave era un altro: finché il Reverendo Mallory presiedeva la chiesa locale, i negri di Lawrenceville non avrebbero avuto più un posto dove raccogliersi insieme per pregare.

- Ma secondo voi, se denunciassimo il caso alle autorità ecclesiàstiche della Pennsylvania, potremmo riavere il permesso di entrare in chiesa? - domandò Bill ingenuamente.
- Non è così semplice - osservò Stephen dubbioso. - I giornali locali parlano molto bene di Mallory, e appoggiano la sua idea di riservare la chiesa ai bianchi: se la faccenda destasse troppo scalpòre, le autorità ecclesiàstiche rischiano un fortissimo scandalo che porterebbe ad uno "scontro" vero e proprio, con conseguenze gravissime!
- Pazzesco...

Malgrado la sua giovane età, Stephen aveva già una conoscenza piuttosto buona del mondo degli adulti.
Erano troppo preoccupati dal peso degli scandali, dalle polemiche, e dalle gravi ed eventuali ripercussioni dell'opinione pubblica...
Gente come Mallory, purtroppo, non era sola!
Quella del razzìsmo, in quell'epoca attuale, era una vera e propria scuola di pensiero: molti bianchi erano addirittura peggio di lui, in molti sensi, e nella società erano i numeri a fare la differenza tra "torto" e "ragione"; se la condizione sociale dei negri era quella di sopportare e inghiottire ogni genere di soprusi, e la maggioranza riteneva giusto così, costoro erano destinati purtroppo a chinarsi senza alcuna possibilità di appello.
La comunità americana, costituita perlopiù da persone "marce" nel cervello, era solita sfornare molti cosiddetti predicatori come Mallory.
Oltretutto, vivendo perlopiù in condizioni di scarsa cultura se non di totale ignoranza, molti negri erano convinti che parole come "libertà" e "democrazìa" fossero vuote e prive di senso... o peggio che, nel caso più grave, non avessero neppure il diritto a pensare di sentirsi uguali agli uomini bianchi.

- Certo che, se fosse possibile avere un'altra chiesa...

Sentendo quelle parole, il volto di Jeanie si illuminò di colpo.

- Come hai detto ?!?
- Niente, dicevo così...
- Ma non capisci - strillò lei raggiante, prendendo le mani di Stephen in preda ad un forte entusiasmo. - E' proprio quello che ci serve: una nuova chiesa, dove tutti siano liberi di pregare come e quando vogliono!

Stephen e Bill si guardarono l'un l'altro perplessi.

- Jeanie, ti... Ti rendi conto di quello che stai dicendo, vero?
- Ma certo - rispose la ragazza, quasi offesa dal loro scetticìsmo. - Ascoltatemi, piuttosto, così vi spiego la mia idea!

( continua )

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Capitolo 2
*** Seconda Parte ***


Non appena Jeanie ebbe finito di esporre la sua idea, Stephen e Bill dovettero convenire con lei che non suonava poi così assurda.
La vecchia chiesa abbandonata di Angel Word, ora utilizzata come fienile da un gruppo di contadini della provincia, poteva essere risistemata e riconsacrata con un permesso speciale. Jeanie era convinta che, unendo forze e risorse dalla generosità degli abitanti del paese, l'anziano Pastore Wormood del paese vicino non avrebbe avuto niente in contrario ad appoggiare l'iniziativa presso le autorità ecclesiàstiche.

- Però, come idea, non è male - osservò Bill con un sorriso fiducioso.
- Sì, ma ci vorrebbe comunque un bel mucchio di lavoro, perché quella catapecchia torni anche solo ad "assomigliare" ad una chiesa - rifletté subito Stephen.
- Pessimista - lo rimproverò Jeanie. - Niente che un po' di impegno e di volontà non possano aggiustare, invece!

Stephen tacque un attimo, prima di rispondere.

- Jeanie - mormorò. - Lo sai che sono sempre d'accordo con te, e che puoi contare certamente sul mio aiuto o in quello di Bill, ma devi renderti conto anche tu che non si tratta di una cosa semplice come credi: il tetto della vecchia cappella di Angel Word è crollato almeno da una quindicina d'anni, la pioggia e le intempèrie hanno contribuito ad indebolire quello che resta della struttura; e ammettendo che vi sia ancora qualche asse in buono stato, dopo tutti questi anni che è stata usata come fienile, le travi interne saranno tutte marcite e impossibili da sostituire!
- Io penso che dovremmo almeno vederla, prima di scoraggiarci - insistette lei.
- Accidenti, certo che sei proprio testarda - sospirò il ragazzo bonariamente, massaggiandosi la nuca.

Jeanie sorrise.

- Coraggio, andiamo - fece, afferrando Stephen per i polsi e trascinandolo via con entusiasmo. - Non ci costa nulla dare un'occhiata!
- Sì ma... Aspetta, non...
- Oooh, quante storie - tagliò corto la ragazza stizzìta. - Almeno accompagnami, solo per farmi contenta!

Stephen arrossì, incurante del fatto che Bill si era messo a sghignazzare dietro le sue spalle, e subito smise di protestare seguendo Jeanie docilmente lungo la strada. Angel Word era a circa un quarto d'ora di passeggiata dall'estrema periferia di Lawrenceville, subito costeggiato il campo di meli e la fattoria di Peter McThompson, ciononostante i tre ragazzi faticarono non poco per trovarla. Anche se occasionalmente veniva usata per immagazzinarvi il fieno, nessuno infatti vi si recava spesso, poiché tutti erano sempre preoccupati che potesse crollare solo a guardarla.
Quando Jeanie e i suoi amici la videro, quasi interamente coperta di muschio e fogliame vario, perfino l'entusiasmo della fanciulla ebbe una battuta d'arresto.
A rimettere in sesto quel tugurio, anche disponendo di dieci o venti robusti carpentieri, ci sarebbero voluti degli anni.
La prima cosa che saltava all'occhio infatti, oltre all'enorme squarcio nel tetto e le travi sporgenti, era lo stato di totale abbandono cui l'intero edificio versava ormai da parecchi anni: mucchi di vecchia paglia ingiallita e maleodorante sbucavano qua e là, laddòve il tempo e il susseguirsi delle stagioni aveva aperto diversi buchi nelle pareti; metà della porta era caduta e l'altra metà reggeva a malapena, cigolando su dei càrdini arrugginiti; la torre del campanile sembrava reggere ancora, pressoché intatta nonostante tutto, ma nel prato in mezzo alle erbacce vi erano i miseri resti di una campana rotta che affioràvano parzialmente dal suolo...
Solamente gli uccelli migratori e gli animaletti del bosco vicino, a giudicare dalle tracce e dai segni evidenti del loro passaggio, parevano usufruìre ancora di Angel Word come una specie di comodo alloggio.

- Non credevo che fosse in condizioni così penose - mormorò Jeanie.
- Te lo avevo detto - fece Stephen triste. - All'epoca, la nostra comunità non aveva i soldi, per riparare il buco nel tetto; per un certo periodo, il Pastore fu costretto a celebrare le funzioni all'aperto... Poi però vennero stanziati dei fondi, dalla diòcesi della capitale, e circa tre anni dopo l'incidente fu inaugurata la nuova chiesa!
- Ma si potrà pure fare qualcosa - gemette la fanciulla. - Non posso credere che un luogo così importante cessi di esistere, solo per una questione di denaro...
- In teoria, non dovrebbe - ne convenne anche Stephen, vedendo sbriciolarsi tra le proprie mani un pezzo di legno ormai completamente marcio. - In pratica, invece, sono i soldi a muovere le persone, più della fede in Nostro Signore!

Jeanie si fece subito dura in volto.

- Voglio vedere anche l'interno - esclamò.
- Jeanie - gridò Stephen, cercando di fermarla. - Non entrare, è pericoloso!

Tuttavia la ragazza, decisa e determinata come sempre, rifiutava di rassegnarsi alla prima difficoltà.
In questo, senza dubbio, aveva preso molto dalla sua defunta madre.
Bill e Stephen entrarono con lei nella cappella, cercando di stare attenti a non toccare nulla, e fu così che si ritrovarono davanti ad uno spettacolo un po' meno deprimente rispetto all'esterno. Contrariamente a quanto avevano appena visto da fuori, la struttura portante non presentava alcun deterioramento; fatta eccezione per il buco nel tetto, le travi rimaste erano ancora in ottimo stato; la paglia aveva fatto in qualche modo da isolante tra un'asse e l'altra, sia con il caldo sole primaverile che con le impietose piogge autunnali, cosicché non era poi così strano che quanto restava dell'edificio stesse ancora in piedi.

- Incredibile - esclamò Stephen sollevato. - Malgrado l'odore di muffa, qua dentro, sembra tutto in uno stato ancora abbastanza buono!
- Forse si potrebbe provare a rimettere in ordine - azzardò Bill.
- Oh, vi prego - fece Jeanie, supplicandoli entrambi. - Sono certa che, con l'aiuto di tutti, questa chiesa tornerà certamente a splendere come in passato!
- Mmm - rimuginò Stephen dubbioso.
- Andiamo, Stephen - lo riscosse Bill, dandogli delle forti manate sulla spalla. - Non ti spaventerà mica, di fare qualche lavoretto extra?

Stephen aggrottò il sopracciglio.

- Di' un po', si può sapere per chi mi hai preso ?!?
- Non lo so - rispose Bill con una smorfia. - Però, per un attimo, mi hai dato l'impressione di uno che vuole scansare il lavoro perché troppo difficile...
- Un accidente - ribatté Stephen secco. - Tu, piuttosto, te la senti di aiutarmi con questo macello?

Bill si sputò nel palmo, subito imitato da Stephen, ed entrambi si strinsero la mano come a voler suggellàre il patto in modo più che solenne.
Gli occhi di Jeanie si brillarono di gioia, nel constatare quanto fosse forte e saldo il legame di amicizia con entrambi, e anche lei pose le proprie mani su quelle dei ragazzi.

- Rimetteremo in piedi la chiesa di Angel Word - promise Stephen. - Anche a costo di spezzarci la schiena noi tre da soli... che ne dite?
- Io dico che ci sto - fece Bill annuendo col capo.
- Grazie, amici - singhiozzò Jeanie commossa. - Sono certa che ce la faremo, è troppo importante!
- Sì ma dobbiamo anche provare a chiedere aiuto in giro - osservò allora Stephen. - Avremo bisogno di assi, chiodi, arnesi da falegname... Tutto quello che occorre, insomma!
- Già - fece eco Bill in un soffio. - E ci vorranno anche parecchi soldi...
- Allora, che aspettiamo? - tagliò corto Jeanie. - Corriamo a spargere la voce in giro: nessuno dei nostri amici ci negherà il proprio aiuto, se glielo chiediamo apertamente!

Bill sembrava d'accordo, mentre Stephen non era altrettanto fiducioso.

- Jeanie...
- Sì, Stephen, che c'è?

Il giovane ammutolì.
Ogni volta che la guardava sorridere, così piena di luminoso entuisiasmo, Stephen sentiva quasi che il respiro gli si mozzava in petto.
Jeanie era così bella.
Così dolce e raggiante, nel lieve bagliore intenso dei lunghi capelli dorati che le incorniciavano il volto, tanto da riuscire a contagiare chiunque gli stesse intorno.
Per quanto dure si prospettàssero le difficoltà, nulla pareva in grado di cancellarle dal volto il suo bel sorriso... lo stesso sorriso che Stephen sentiva di amare teneramente, assieme a tutto ciò che amava di lei.

- Io... Beh, ecco... - balbettò. - Non... Non sarà facile convincere la gente a darci una mano, temo!
- Oh, non preoccuparti - replicò l'altra. - Sono certa che molti ci aiuteranno, invece: a Lawrenceville, non tutti sono come il Reverendo Mallory!
- Per fortuna - commentò Bill tra sé.
- Mah, speriamo che tu abbia ragione!

 

( continua )

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Capitolo 3
*** Terza Parte ***


Fortunatamente, una volta sparsa la voce tra amici e conoscenti, Jeanie riuscì a trovare un primo numero di sostenitori alla sua nobile causa.

- Conti pure su di me, signorina Jeanie - sorrise Joe, il padre di Bill, non appena la bionda fanciulla prese a spiegargli per filo e per segno la situazione. - Io e i miei amici saremo più che lieti di dare una mano!
- Ti ringrazio Joe - sorrise la fanciulla riconoscente. - Se la vecchia chiesa di Angel Word tornerà ad essere quella di prima, tutti potranno andare a pregare senza quell'odioso di Padre Mallory!

Sentendo il suo nome, Nelle e Bill si rabbuiarono in volto.
Il ricordo di ciò che aveva urlato loro contro quell'uomo, assieme a tutti gli altri neri del paese, era ancora dolorosamente fresco nelle loro menti. Lo stesso Joe, per quanto grande e grosso, rabbrividiva al pensiero della povera signora Cobb picchiata e maltrattata da quell'immondo prete razzista.
E purtroppo, da quando Mallory si era messo a tenere i suoi sermoni nella parrocchia di Lawrenceville, la situazione di intolleranza razziàle andava sempre peggio.
Da circa una settimana infatti, probabilmente istigati dalle parole di quel prete fanatico, un gruppo di bambini era solito lanciare pietre e sassi contro i neri che raccoglievano il cotone nei campi. L'ambulatorio del papà di Jeanie, nel mentre che questi curava le loro ferite, cominciava ad assomigliare ad un pronto soccorso per invalidi di guerra. Circa due suoi pazienti su tre, infatti, presentavano delle ferite tuttaltro che accidentali...
E cosa ancora peggiore, sempre su istigazione del deleterio Padre Mallory, cominciarono a verificarsi veri e propri atti di criminalità e vandalismo.
Il primo a farne le spese fu proprio il fratello di Joe quando, con l'intento di bruciare vivi lui e la sua famiglia nel sonno, un gruppo di ignoti appiccò il fuoco alla sua casa durante la notte.
Nessuno era rimasto ucciso, essendo scampati tutti miracolosamente all'incendio, grazie all'efficienza e alla perizia dei soccorsi.
Tuttavia, non potendo risalire ai misteriosi piròmani, le autorità si videro costrette ad archiviare semplicemente il caso.

- Ah, sicuramente avranno buttato per sbaglio qualche fiammifero - ipotizzò scherzosamente Robert, nel commentare la gravità dell'accaduto con Jeanie e gli altri.
- Non dire sciocchezze, Robert - ribatté dunque Stephen. - Qui si tratta di un incendio doloso, non di un fatto accidentale!
- E sentiamo, CHI avrebbe interesse nel dare fuoco alle case, qui a Lawrenceville?
- Beh, ecco...

Il ghigno beffardo di Robert, sul suo volto paffuto ed incorniciato da capelli rossicci, si fece ancora più largo ed insopportabile.

- Visto - esclamò. - Non sai quello che dici, Stephen, dammi retta: faresti meglio ad evitare simili insinuazioni, soprattutto senza prove concrete; per quanto ne so, mio padre, il sindaco ha assicurato tutti che si è trattato di una tragica fatalità!
- "Combustione spontanea", l'ho sentito anch'io - ripeté Stephen stizzìto. - Ma tuo padre come può spiegare che una casa prenda improvvisamente fuoco, nel cuore della notte, con tutte le fonti di calore spente?

Robert sbuffò.

- Uffa, quanto sei noioso... Beh, io me ne vado a casa, ciao!
- Robert, aspetta - esclamò Jeanie. - Non mi hai ancora risposto, ci aiuterai a rimettere in piedi la vecchia cappella?
- Sì, beh... Ti prometto che ne parlerò con mio padre, così da radunare un gruppo di volontari, dammi solo qualche giorno!

In genere, Robert non avrebbe esitato nel rispondere di "sì" a Jeanie.
Purtroppo però, proprio come Stephen aveva tristemente previsto, non tutti vedevano di buon occhio l'idea di una seconda chiesa.
Padre Mallory aveva dei sostenitori in paese, tra cui senza dubbio anche i responsabili di quegli atti così violenti e delle aggressioni; cosicché molti preferivano farsi gli affari propri, piuttosto che rimanere coinvolti in qualche vendetta o pericolosa ritorsione.
Ufficialmente, non vi era infatti alcun denuncia, riguardo il ferimento colposo e i danni occorsi a numerose persone di colore.
La polizia aveva le mani legate.
Nessuno diceva di aver visto o udito nulla, e le vittime non avevano modo di accusare o puntare il dito contro chicchessìa, di conseguenza gli ultimi avvenimenti stavano seriamente minacciando di "spaccare" la pacifica cittadina di Lawrenceville in una sanguinosa guerra all'odio e alla discriminazione razziàle.
Anche rimettendo in sesto quella piccola chiesetta abbandonata, difficilmente si sarebbe potuta sanare le vena di follìa e di indifferenza che andava contagiando l'intero paese.

 

( continua )

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Capitolo 4
*** Quarta Parte ***


Malgrado l'indifferenza e i segni di intolleranza sempre più forti in paese, Jeanie e i suoi amici si diedero molto da fare, per rimettere in piedi quel tugùrio.
Con l'aiuto di Joe e di un gruppo di raccoglitori di cotone, già meno di una settimana dopo, il terreno incolto nei pressi della vecchia cappella era stato liberato dalle erbacce. Avvezzo com'era nello svolgere lavori manuali, a Joe bastò una mezza giornata, per stabilire correttamente l'entità del lavoro e il tipo di materiali necessari alla ricostruzione.
Il proprietario dell'emporio di Lawrenceville, sentendosi tuttora in debito verso Jeanie e la sua famiglia per la generosità che gli avevano mostrato in passato, si offrì di fornire legno e arnesi vari ad un prezzo estremamente ragionevole. Sua figlia Paula infatti, si era detta disposta a rinunciare a tutte le sue cose, pur di aiutare la sua amica Jeanie... E dunque i genitori, commossi dall'altruismo della loro figliola, decisero di comune accordo di regalare gran parte dell'occorrente per il progetto della chiesa di Angel Word.

- Mi raccomando, figliolo, stringi bene quelle funi - raccomandò Joe al piccolo Bill, nel mentre che diedero il via al lavoro vero e proprio.
- Non preoccuparti, papà - rispose Bill entusiasta. - Ho capito come devo fare, stai tranquillo!

Joe sorrise, guardando suo figlio con occhi pieni di soddisfazione.
Al momento, si trattava di assicurare lo scheletro della struttura, in modo da impedire che l'edificio potesse venire giù come un castello di carte. Una volta predisposto il cantiere, stando bene attenti ad isolare il legno ancora buono da quello ormai da buttare, avrebbero potuto richiudere il buco nel tetto e sostituire le assi marce delle pareti con quelle nuove e solide.
Per quindici lunghi giorni, impiegando tutto il tempo della giornata che non dovevano lavorare nei campi, praticamente tutti i neri di Lawrenceville si adoperarono per condividere il sogno della piccola Jeanie.
Alcuni di loro, in passato, avevano lavorato per stendere le rotaie e i binari della ferrovia. L'esperienza aveva insegnato loro molto, sul modo corretto di segare ed inchiodare le assi uniformemente, pur non essendo falegnami di professione.
Meno di un mese dopo, infatti, la chiesa cominciava già a riprendere la sua forma di un tempo.
Il buco nel tetto era stato quasi completamente richiuso.
Le pareti necessitavano solo di essere ridipinte e verniciate di fresco.
E tutti avevano sottoscritto una forte colletta, per mettere insieme i soldi atti a comprare una nuova campana.
Il lavoro procedeva così speditamente che, malgrado l'entità delle spese da coprire, nessuno intendeva perdersi d'animo. Bastava vedere con quanto impegno e determinazione, nonostante fosse ancora poco più che una bambina, la stessa Jeanie si impegnava assai seriamente, per essere d'aiuto a quegli uomini alti e robusti con le mani rese callose ed indurite dall'età e dal pesante lavoro manuale.
Il suo entusiasmo era come un raggio di sole, nel cuore e nell'animo di tutti.
Bastava vederla sorridere, per tergersi via il sudore dalla fronte assieme alla stanchezza e proseguire di buona lena.
Solo Stephen continuava ad essere preoccupato, malgrado si fosse ripromesso di nascondere le proprie ansie con Jeanie e gli altri.

- Padre Wormood ha inoltrato richiesta alla capitale, in modo che i suoi superiori accettino di riconsacrare Angel Word - pensò. - Ma ancora non ha ricevuto risposta e, secondo lui, questo non è affatto un buon segno... Ho come un brutto presentimento!

Purtroppo il "presentimento" di Stephen era più che fondato.
In quegli anni, la comunità protestante degli Stati Uniti si stava avviando verso un fortissimo squilìbrio, a causa delle teorie spesso discordanti e delirànti sulla lettura ed interpretazione dei Testi Sacri e, in particolar modo, per via del fanatismo religioso che andava condizionando sempre più il cuore della società americana (*).
Alla sede centrale dell'arcidiòcesi infatti, assieme alle richieste ed esortazioni da parte del buon parroco Wormood, erano pervenute anche le inoppugnàbili ragioni di Padre Mallory, riguardo alla decisione di estromettere i "negri immondi e peccaminosi" dal più sacro luogo di culto riservato a Dio.
Nulla di strano dunque che, mettendo a confronto le due versioni sul medesimo fatto, le autorità ecclesiàstiche della Pennsylvania fossero più propense nel dare ascolto a Mallory piuttosto che a Wormood.
Per circa un mese, si erano detti incerti sulla decisione da prendere, anche per non dare adito ad uno scandalo che avrebbe senza dubbio messo in cattiva luce il protestantesimo. Approvando con eccessiva leggerezza la riconsacrazione della vecchia chiesa di Angel Word, infatti, vi era il rischio che Mallory provocasse uno scìsma e forse anche una rivolta teologico/popolare con conseguenze che non osavano neanche immaginare.
E mentre venivano prese le relative decisioni in merito, chilometri e chilometri più lontano, i lavori per la ricostruzione della cappella proseguivano ininterrotti.
Mancavano pochi giorni alla realizzazione di quel sogno senonché, in risposta alle continue ed incessanti richieste del povero Wormood, il telegramma che giunse a Lawrenceville avrebbe ben presto disilluso le felici speranze di Jeanie e degli altri.
Una volta ricevuta la notizia, per non costringere il marito a lasciare l'ambulatorio, Diana si disse in dovere di comunicarla a Jeanie personalmente.
Stephen intuì, dallo sguardo della giovane donna, che doveva essere successo qualcosa di grave.

- Jeanie - mormorò Diana, tremando tristemente per il peso di ciò che aveva da dirle.
- Che cosa c'è, Diana... E' successo qualcosa in ambulatorio?

Diana scosse debolmente il capo.

- Non si tratta di questo - spiegò. - Padre Wormood è venuto ad informarci delle ultime novità: è arrivata la risposta dai suoi superiori, circa la mozione per riconsacrare la cappella di Angel Word...

Gli occhi di Jeanie si illuminarono per un istante ma, prima ancora che Diana proseguisse il discorso, anche lei si rese conto di ciò che Stephen e gli altri avevano intuito dall'espressione sconsolata ed infelice sul volto della donna.

- Mi dispiace - singhiozzò Diana, buttando le braccia attorno alle spalle di Jeanie. - Purtroppo non c'è stato niente da fare... Angel Word non verrà riconsacrata, il consiglio è stato irremovibile!

Jeanie sbarrò gli occhi.
Anche Stephen e Bill, sebbene reagendo in maniera più composta, erano chiaramente sconvolti ed amareggiati.
Non appena la notizia giunse alle orecchie di Joe e degli altri, gettandoli nel più profondo sconforto, i martelli smisero di suonare tutti assieme lasciando il posto ad un silenzio come di funerale.

- Non può essere, no...

La povera Jeanie rifiutava di crederlo.
Tutto il loro lavoro.
I loro sogni...
Era stato tutto inutile, prima ancora di cominciare, e non era possibile fare più niente ormai.
Incapace di accettare la realtà, Jeanie si scostò dalle braccia di Diana e prese a correre disperatamente nel bosco.

- Jeanie - urlò Stephen, lanciandosi subito alle sue calcagna. - Jeanie, per favore, aspetta!

Quando finalmente l'ebbe raggiunta, la trovò che era inciampata all'ombra di un grande albero e delle sue radici. Non avendo la forza di rialzarsi in piedi, la poverina si era a malapena messa in ginocchio, appoggiandosi al tronco nodoso come unico sostegno per il suo fragile corpo scosso dal pianto.

- Jeanie - fece Stephen in poco più che un sussurro.

Dal momento che gli occhi della fanciulla erano nascosti dai capelli, l'unica cosa che Stephen riuscì a vedere fu il sottile rivolo luccicante lungo la guancia di lei.
Vederla piangere, era una doppia sofferenza.
Tutti erano tristi, al pensiero di aver lavorato tanto duramente per nulla, ma soprattutto erano addolorati dal fatto di essere del tutto impotenti di fronte ai soprusi che Padre Mallory poteva continuare a compiere indisturbato.
Con quella risposta negativa, in un attimo erano andate distrutte anche le ultime speranze.

- Perché - mormorò Jeanie. - Perché, al mondo, debbono esistere così tante ingiustizie e crudelta? Perché le persone innocenti devono soffrire così, senza alcuna colpa... Perché ?!?

Stephen tacque.
Non era facile rispondere, dato che neanche lui lo sapeva, ma il bisogno di confortare Jeanie era più forte in quel momento.

- Non posso rispondere alla tua domanda, Jeanie - disse. - Credimi, farei qualunque cosa, per non vedere soffrire né te né altri; purtroppo la giustizia di Nostro Signore non vive in tutti, non so dirti perché; è una realtà che sfugge alla nostra capacità di comprensione, forse perché una vera risposta... non esiste!
- Oh, Stephen... Stephen!

Correndogli incontro, con le ultime forze rimastele in corpo, Jeanie affondò il volto in lacrime sul petto dell'amico e compagno.
Stephen non poté fare altro che abbracciarla, maledicendo altresì la propria impotenza per ogni lacrima da lei versata, e di conseguenza le lacrime presero a sgorgare anche dai suoi occhi.

 

( continua )

(*) = il fatto è storico:
A partire dal 1865, circa trent'anni dopo il periodo in cui è ambientata questa fanfiction, uomini come Padre Mallory avrebbero preso parte al movimento presieduto dall'ex-generale della cavalleria confederata Nathan Bedford Forrest, il primo Gran Maestro a capo del famigerato Ku Klux Klan.
Idolatràndo agli estremi le varie forme di: razzismo, antisemitismo, anticattolicesimo, e via discorrendo... costoro avrebbero definito sé stessi come movimento armato, indipendente dall'umana condizione, chiamato a compiere la cosiddetta "purificazione del mondo" da ogni razza, culto o religione da ritenersi "inferiore"... ovviamente, secondo quella visione distorta e delirante.
In seguito, gran parte delle teorie e dei concetti relativi alla loro setta di origine, sarebbero stati ripresi anche dal movimento tedesco nazionalsocialista e da Adolf Hitler; trovando dunque fortissima applicazione in Europa e sopravvivendo in piccola parte, tramite gli ultimi gruppi estremisti che esistono ancora oggi.

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Capitolo 5
*** Epilogo ***


Ci volle diverso tempo, perché Jeanie riuscisse a smettere di piangere.
Non potendo fare o dire nulla per confortarla, pur desiderandolo con tutto il cuore, Stephen si limitò ad abbracciarla in silenzio.
Le braccia del ragazzo, facendosi nido per accogliere colei che gli era più cara della vita stessa, erano calde e morbide. Jeanie poteva sentirvi un affetto più o meno identico a quello di suo padre o della sua dolce mamma che non c'era più: la stessa sensazione di tepore, nella quale abbandonarsi quando tutto sembra ormai perduto, dove si ha quantomeno la certezza della comprensione al proprio dolore.

- Fatti forza, Jeanie - le sussurrò Stephen all'orecchio.

La fanciulla sollevò appena il capo, guardando l'amico con occhi ancora lucidi di pianto, allorché lui le passò dolcemente un dito sotto le palpebre arrossate, nel tentativo di asciugare quelle gocce assieme alla sua tristezza.

- Vedrai, troveremo una soluzione - esclamò serio il giovane. - Abbiamo lavorato tanto, troppo per rinunciare adesso; se anche tutti i preti del mondo non fossero d'accordo, Dio benedirà la nostra chiesa ugualmente... e le campane suoneranno, Jeanie, suoneranno fino a raggiungere in cielo Nostro Signore con l'eco delle nostre preghiere!
- Stephen - fece Jeanie, tirando su col naso. - Tu credi veramente che sia possibile?
- Jeanie, guardami negli occhi - proseguì l'altro con maggiore veemenza. - Una volta, una persona a me molto cara mi disse: "Se si desidera veramente qualcosa, e si è disposti a lottare per averla, solo chi la desidera più intensamente potrà sperare di ottenerla"... Sono parole tue, ricordi ?

Jeanie annuì.
Quelle parole erano le stesse che la povera signora Angela, sua madre, le aveva detto alcuni giorni prima di spegnersi tragicamente davanti ai suoi familiari. Jeanie aveva sempre fatto tesoro degli insegnamenti di sua madre, perché erano l'unico modo di tenerla viva nel suo cuore, e fino a quel momento si era sempre ripetuta di crederci con tutte le sue forze...
Stephen aveva ragione.
Non potevano rinunciare adesso, non senza lottare, e dovevano anzi far sì che la loro chiesa si facesse simbolo di libertà e giustizia per riconoscere tutti uguali davanti a Dio.
Facendosi nuovamente coraggio, Jeanie ricacciò via quelle lacrime ribelli che ancora le rigavano il volto e si sforzò di sorridere.
Stephen ricambiò il suo sorriso, chiaramente sollevato, e subito si offrì di accompagnarla a casa.

- AAAAAAAHHHHHHHH !!!

Un urlo improvviso, proveniente dal fiume lì vicino, fece drizzare in piedi i due ragazzi di scatto.
A giudicare dalla voce, sembrava quasi un urlo familiare. Subito Stephen e Jeanie presero a correre in quella direzione, sperando vivamente che non fosse nulla di grave, e poco dopo si imbatterono nel loro compagno Bill che osservava attònito il fiume davanti a lui.

- Che cosa è successo, Bill ?!?

Neanche il tempo di aspettare che l'altro rispondesse, a Jeanie e Stephen bastò un'occhiata, per rendersi conto dell'accaduto.
Urlando e annaspando furiosamente con le braccia, nel tentativo di mantenersi a galla, il giovane Robert stava rischiando seriamente di affogare trascinato via dalla corrente. Per fortuna, essendo ancora nelle vicinanze, Joe e Bill avevano udito il suo grido nel mentre che era appena caduto in acqua ed erano accorsi immediatamente sulla riva per aiutarlo.
Joe aveva raccomandato al figlio di non muoversi, tuffandosi senza esitazione nell'acqua profonda, ed era riuscito in qualche modo a trascinarsi sulla sponda opposta del fiume con Robert sano e salvo. Fortuna che il ragazzino non aveva bevuto molta acqua, anche se lo shock dovuto alla paura gli aveva fatto perdere i sensi, cosicché Joe lo prese in braccio per portarlo subito dal dottor McDowell.
Il padre di Jeanie, una volta che lei e i suoi amici giunsero in ambulatorio con Robert ancora svenuto, non perse tempo e si attenne scrupolosamente al suo dovere di medico.

- Ha corso un gran brutto rischio - osservò il dottor Freddie, assicurandosi che il battito del ragazzo fosse normale.
- Mio Dio, papà - esalò Jeanie sconvolta. - Non morirà mica, vero?

L'uomo scosse la testa.

- Tranquilla, figliola - esclamò. - A conti fatti, dev'essere stato più lo spavento del danno... Si riprenderà, non preoccuparti, ha solo bisogno di riposo!

In quella, piombando dentro l'ambulatorio come una furia, il sindaco si mise a gridare disperato.

- Dov'è mio figlio - urlò. - Il mio Robert... Sta bene, non è vero?
- La prego di calmarsi, signor sindaco - brontolò il dottore severo. - Suo figlio sta bene ma ha bisogno di riprendersi, dopo questa brutta esperienza!
- Oh, dottore, la ringrazio...
- E' Joe che dovrebbe ringraziare - puntualizzò McDowell, accennando al suo robusto domestico fermo e immobile nella stanza con i vestiti ancora tutti bagnati. - Se non si fosse tuffato subito a salvarlo, a quest'ora Robert sarebbe stato trascinato chissà dove dalla corrente!
- Ma no, signore - provò a dire Joe. - Ho fatto solo quello che avrebbe fatto chiunque, non c'è alcun bisogno di ringraziarmi...

Il sindaco chinò lo sguardo mortificato, pieno di vergogna verso sé stesso.
Pur non abbracciando assolutamente le idee razziste di Padre Mallory, ma rifiutandosi egoisticamente di prendere posizione contro quel prete fanatico, non aveva fatto nulla per aiutare degli onesti lavoratori discriminati a causa del colore della pelle... E ora, invece, veniva ad apprendere che proprio ad uno di loro doveva la vita di suo figlio.
Per quanto ottuso e spesso insopportabile, il sindaco di Lawrenceville non era affatto un ingrato.
Messo di fronte alla realtà dei fatti, non poteva che fare ammenda per i propri errori, scusandosi con la comunità e dimostrando la più sincera gratitudine verso Joe e il suo coraggio. Tuttavia il grosso giardiniere non riteneva giusto alcun tipo di ringraziamento: secondo il suo punto di vista, si era semplicemente limitato a fare il proprio dovere, nel salvare la vita del giovane Robert; di conseguenza, checché ne pensasse il padre del ragazzo, non riteneva affatto necessario ricevere alcun tipo di ringraziamento.

- Andiamo, Bill - disse Joe al figlio, considerando chiusa la questione. - Siamo rimasti indietro con il lavoro, qui in giardino!
- Joe, la prego, aspetti... - provò a dire il sindaco. - Lei... Lei ha salvato mio figlio!
- E' un dovere umano, aiutare i propri simili - osservò Joe impassibile. - Se non sbaglio, è proprio uno dei comandamenti di Nostro Signore, che ci insegna ad amarci e ad aiutarci come fratelli... Davvero, lei non mi deve nulla, glielo assicuro!

Sentendo quelle parole, così limpide e sincere, persino quella testa dura del sindaco parve comprendere finalmente ciò che si era sempre rifiutato di intendere.
Non appena Joe e suo figlio uscirono dalla stanza, e McDowell invitò Jeanie e Stephen a fare altrettanto, il sindaco si disse che vi era un unico modo per poter fare ammenda dei propri errori.

- Dottor Frederick - esclamò. - Mi rendo conto di non avere alcuna giustificazione, per essermi distaccato tanto dalla vostra iniziativa... Credo... Vorrei poter fare qualcosa, per rimediare!

Il dottor McDowell strinse gli occhi.

- Qui non si tratta di un favore personale - sottolineò severo. - Joe non ha salvato tuo figlio per farti sentire in debito, né vuole qualcosa in cambio, lo hai sentito anche tu!
- Lo so, lo capisco - gemette il sindaco. - Te lo giuro, Frederick, mi dispiace...
- E' un po' tardi, per dispiacersi - tagliò corto l'altro. - Se la chiesa di Angel Word non verrà riconsacrata, molta brava gente non avrà un posto dove pregare; il fatto che tu sia pentito, non cambia la situazione!
- Però sono ancora il sindaco di questo paese... Ti prego, Frederick, permettimi di rimediare!
- Un modo ci sarebbe - osservò il medico. - Se tu ti impegnassi seriamente, questa volta!
- Contaci - annuì il sindaco sincero. - Tu dimmi solo di che si tratta!

***

Circa alcuni giorni dopo, da che il cantiere attorno alla chiesetta di Angel Word era ormai fermo e semiabbandonato, Jeanie e i suoi amici videro improvvisamente giungere un grosso numero di carri e di persone a bordo.
Vi era praticamente quasi tutto il paese.
Jeanie e Stephen riconobbero diversi volti: il giudice Thompson, l'addetto al telegrafo Wilkins, il direttore della banca Growering... e molti altri ancora.
Primo fra tutti, sventolando il grosso cappello nella mano, il sindaco si accinse a salutare i ragazzi con voce piena di allegria ed entusiasmo.

- Che diavolo gli sarà preso? - si domandò Stephen perplesso.
- Ehilà, ragazzi - esclamò il corpulento primo cittadino, smontando dal carro. - Siamo venuti a darvi una mano, per ultimare questo lavoro!
- Ma, signor sindaco... Ci è stato comunicato che, anche se finiamo di ricostruirla, Angel Word non verrà comunque riconsacrata come parrocchia...
- Ti sbagli, giovanotto - sorrise il sindaco, con una strizzatina d'occhio all'indirizzo del giovane incrèdulo. - Tornando più attentamente sulla questione, a seguito di importanti elementi che ho fatto pervenire personalmente a chi di dovere, le autorità religiose della Pennsylvania hanno cambiato il loro verdetto: Angel Word tornerà ad essere suolo consacrato, per volontà di Dio e della nazione, e vi si potranno celebrare le funzioni regolarmente!
- Oh, grazie, signor sindaco - strillò Jeanie, buttando le braccia al collo dell'uomo.

Il sindaco arrossì vistosamente, tossendo per non darlo troppo a vedere, e subito tornò a concentrarsi sulle direttive da dare ai volontari al suo seguito.

- Il comune si è impegnato ad acquistare anche la nuova campana - spiegò, indicando ai ragazzi l'enorme contenuto di un carro coperto da un telo altrettanto grande.

Come il telo fu scoperto, tutti rimasero a bocca aperta, nel vedere la meravigliosa campana di bronzo che esso nascondeva. Grande più o meno quanto due o tre uomini robusti, e risplendente ai raggi del sole mattutino, era certamente più bella di quanto osassero anche solo sperare.

- Ti piace, Jeanie? - squittì la voce di Robert, come questi balzò giù dal carro per correrle incontro. - Ho aiutato a sceglierla personalmente!

Jeanie cambiò espressione, riducendo gli occhi a due sottili fessure, guardando Robert di traverso e incrociando le braccia.

- Ah, chissà che sforzo avrai fatto - commentò acida.
- Beh, avevo promesso che vi avrei aiutato... non te lo ricordi ?!?
- Già, peccato che non ti abbia visto impugnare neppure un martello!
- Gh... ecco io, veramente...

Stephen e Bill dovettero fare un grosso sforzo, per trattenere le risate.
Malgrado quel divertente momento, infatti, c'era ancora un ultimo importante lavoro da fare. Unendo le forze tutti assieme, indipendentemente dall'età e dal colore della pelle, la gente di Lawrenceville si accinse ad assicurare la campana alle funi e ad issàrla fino alla cima della torre campanaria. Qui un altro piccolo gruppo di persone, assicurando sapientemente i ganci di sostegno, concluse l'opera fissandola in modo che non potesse cadere.
Da lassù, il suono della campana era allegro ed argentino, riecheggiàndo festosamente nel cielo con la sua armonìa.
Padre Wormood fu ben lieto di assolvere gli impegni presi, ripromettendosi di celebrare regolarmente le funzioni settimanali e durante le festività, invitando i fedeli ad entrare lieti nella piccola ma accogliente Casa di Dio.
Attualmente, Mallory era ancora il responsabile religioso di Lawrenceville... Almeno, fino a quando i suoi stessi sostenitori in paese non si fossero poi decisi a denunciare il suo comportamento presso i suoi superiori.
Una volta scongiurato il pericolo di uno scìsma, infatti, le autorità ecclesiàstiche della Pennsylvania non esitarono un istante nel rimuovere Mallory dal suo incarico ed avvalorare quindi la sua scomunica.
Ma anche quando Mallory lasciò il paese tempo dopo, portando con sé tutte le ombre relative alla sua immonda presenza, la piccola chiesina riconsacrata continuava ad infondere una luce ed una radiosità che nessuna altra chiesa più grande poteva assolutamente vantare... E Jeanie e i suoi amici sapevano benissimo il perché.
Quella luce era davvero la chiesa della speranza!

 

FINE

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