Rimedi alla Weasley

di TittiGranger
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9, parte prima ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9, parte seconda ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Domenica mattina

Domenica mattina.

Harry adorava la domenica mattina, per tanti motivi. Trascorreva tutta la settimana nella sua attesa.

 

Gli piaceva perché non doveva andare a lavorare; perché poteva dormire di più, e soprattutto perché poteva passare più tempo con Ginny.

 

Si svegliò di buon ora quella mattina. Aveva deciso di sorprenderla, portandole la colazione al letto. In realtà non sapeva da dove fosse uscita tutta quella galanteria; ma a quel punto, tanto valeva approfittarne.

 

Così, si trascinò lentamente in cucina, attraversando la stanza semibuia, dove Ginny dormiva ancora serenamente.

Mise su il caffè, tirò fuori il succo di zucca dal frigo, preparò delle frittelle (impiastrando tutta la cucina, aggiungerei. A Ginny sarebbe preso un colpo. Ma sono dettagli), sistemò tutto su un vassoio e prima di salirgliela in camera, passò a prendere il giornale fuori la porta.

 

Ginny leggeva il giornale tutte le mattine, e quando non faceva in tempo a casa, se lo portava al lavoro, e gli dava un’occhiata nel primo buco libero.

Dunque, posizionato anche quello sul vassoio, Harry si decise a raggiungere la stanza da letto.

 

Ginny dormiva ancora. Harry, dopo aver posato il vassoio sul comò, si avvicinò alla finestra e scostò leggermente le tende rosa, lasciando che un po’ di luce illuminasse la stanza.

 

Infastidita da quella luce improvvisa, Ginny infilò la testa sotto il cuscino, mugugnando qualcosa di incomprensibile.

-         Dormigliona? Ma lo sai che ore sono? – le disse Harry, sedendosi su letto con il vassoio sulle gambe.

 

Ginny riemerse lentamente, gli occhi ancora assonnati.

-         Buongiorno, guastafeste… stavo facendo un sogno bellissimo… e tu mi hai svegliato! – gli disse, sbadigliando.

-         Sul serio? Sono terribilmente dispiaciuto… - la prese in giro lui, accarezzandole una guancia – E cosa stavi sognando, se posso saperlo?

-         Non te lo posso dire, altrimenti non si avvera! – disse Ginny, facendogli l’occhiolino.

 

Harry rise.

-         E… pensi che posso farmi perdonare con questa? – disse poi, indicandole il vassoio con la colazione.

-         Direi proprio di si! – fece lei, afferrando un biscotto e baciandolo sulle labbra.

 

Rimasero a coccolarsi per un po’, poi fecero colazione insieme.

-         Cosa abbiamo in programma per oggi? – disse Harry ad un certo punto, sorseggiando il suo caffè.

-         I miei ci hanno invitato per pranzo. – rispose Ginny, afferrando la Gazzetta del profeta.

-         Ah, già! Me lo aveva accennato ieri Ron…

-         Si, infatti vengono anche lui ed Hermione. Mia madre non si è raccomandata altro… Dice che Hermione lavora troppo e che deve assolutamente prendersi un giorno di riposo.

-         Sicuramente Ron non ha di questi problemi! Di solito è l’ultimo ad arrivare e il primo ad andarsene…

 

Ginny sbuffò; non c’era pericolo che suo fratello lavorasse troppo. Lui ed Hermione erano l’esatto opposto: l’una grande lavoratrice, l’altro uno scansafatiche. Ma alla fine, gli opposti si attraggono; e non poteva certo negare che tra quei due ci fosse una certa attrazione. Sorrise a questo pensiero.

-         Non ne dubito guarda… - disse Ginny, aprendo il giornale.

 

Sfogliò distrattamente le prime pagine. Niente di interessante. Era da un po’ di giorni che nel mondo magico non accadeva nulla su cui valesse la pena scrivere un articolo, a quanto sembrava.

 

Un articolo su un evento di beneficenza a Diagon Alley… uno su un torneo giovanile di Quiddich… una pubblicità su un nuovo negozio di scope… Erano questi gli articoli nelle prime pagine. Di sicuro quindi, nelle altre non ci sarebbe stato niente di interessante.

 

Fu un articolo in quarta pagina che attirò la sua attenzione.

Lo iniziò a leggere e per poco non le andò di traverso il succo di zucca che stava bevendo.

 

Tossendo e sputacchiando il succo un po’ dappertutto, tentò di riprendersi.

-         Ginny! Fai attenzione! – le disse Harry dandole dei colpetti sulla schiena – Respira, respira…

Ginny seguì il suo consiglio, ma subito riprese in mano il giornale per continuare a leggere l’articolo.

 

No, no, no. Non poteva essere.

Merlino, ti prego! Fai in modo che non è come penso!”

 

Harry rimase un secondo stupito di fronte a tutta quella agitazione della sua ragazza.

-         Gin, si può sapere che succede?

 

Ginny lo guardò un attimo. Poi guardò di nuovo il giornale.

Infine, senza degnarlo neanche di una risposta, corse verso la scrivania, prese un foglio di pergamena e iniziò a scrivere.

 

Sperava tanto di sbagliarsi. Ma in realtà, temeva di sapere chi fosse il responsabile di ciò che aveva appena letto…

 

Allora?? Come vi sembra come inizio? Vi assicuro che ne accadranno di tutti i colori… considerando poi che ci stanno di mezzo Hermione e Ron… è tutto dire! Aspetto di sapere cosa ne pensate! Baciotti!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Quando Hermione aprì gli occhi, erano da poco passate le sette

Quando Hermione aprì gli occhi, erano da poco passate le sette.

Come una sonnambula si alzò dal letto e aprì l’armadio.

 

-         Ron… - biascicò, la voce ancora impastata dal sonno – Ron! Svegliati, sono le sette e dieci… Ron!

-         Ecco, ecco… sono sveglio! – rispose lui. Aveva ancora gli occhi chiusi e stava tentando di trovare le ciabatte, invano.

 

Quando finalmente, riuscì a mettersi in piedi, con uno sbuffo ricadde di peso sul letto.

-         Mione, ma oggi è domenica! – piagnucolò – Mi butti giù dal letto anche quando posso dormire!

 

Lei, che stava ancora in trance davanti all’armadio, sembrò riscuotersi. Si avvicinò al letto e ci si inginocchiò sopra, chinandosi verso di lui.

-         Amore, hai ragione! Scusami… - disse, baciandolo più volte sulle guance – Rimettiti a dormire! Dormi, dormi…

 

Tentò di alzarsi, ma Ron l’afferrò ad un braccio.

-         Eh, no bella mia! – le disse, bloccandola – Dove credi di andare? Prima mi svegli e mi fai passare il sonno, e dopo pensi di svignartela così?

Lei rise, gettando la testa all’indietro.

-         Adesso devi farti perdonare! –aggiunse, tirandola verso di se.

 

-         Ah, si? – fece lei – E sentiamo, cosa dovrei fare?

-         Questo è un tuo problema! – rispose Ron, passandole una mano tra i capelli.

-         Uhmmm, vediamo… - disse Hermione, fingendo di pensare – Che ne dici di una porzione maxi di frittelle di zucca?

 

Anche Ron si mise in ginocchi o sul letto e, avvicinandosi di più a lei, le bisbigliò in un orecchio:

-         Preferirei una maxi porzione… di te!

 

Lei rise ancora e si lasciò trasportare dal bacio travolgente che Ron le stava regalando…

 

 

***

 

Fu uno strano ticchettio, che dopo un po’ di tempo, li riportò nel mondo reale.

-         Lo senti anche tu? – disse Ron, guardandosi intorno, senza togliere le mani dalla vita di Hermione.

-         Si… che diavolo…? – fece lei.

 

Poi lo vide. Anzi, la vide.

Fuori la finestra, appollaiata sul davanzale, c’era la civetta di Harry e Ginny.

Hermione andò velocemente ad aprire, lasciando entrare il volatile.

Poi slegò il biglietto sulla zampetta e lasciò che se ne andasse via.

 

-         E’ per me. – disse leggendo il foglio – Lo manda Ginny.

Ron sbuffò, alzandosi dal letto – Mia sorella riesce a rompere le scatole anche a distanza!

 

Lei gli tirò un cuscino, ma lui riuscì a prenderlo al volo.

-         Tanti anni di portiere saranno serviti a qualcosa, no? – disse Ron, sogghignando – Vado a farmi la doccia…

 

Hermione gli sorrise e si sedette sul letto.

Aprì il biglietto e si stupì nel leggere solo:

 

Vai a pagina 4 della Gazzetta del Profeta.

Ci vediamo alla Tana.

Ginny

 

Ok, ok. Ginny era sempre stata un tipo… originale.

Ormai Hermione ci si era abituata.

 

Comunque, incuriosita da quello strano biglietto, andò in fretta sulla terrazza in cucina, dove ogni giorno un gufo marrone e nero lasciava il giornale e rientrò.

 

Accompagnata dallo scrosciare dell’acqua nella doccia, stese il giornale sul tavolo e febbrilmente sfogliò la rivista fino a pagina 4.

 

Lo sguardo le cadde subito sulla foto; fu solo in un secondo momento che si dedicò al titolo.

 

Victor Krum: aggredito all’uscita dello stadio

 

Victor Krum, celeberrimo cercatore della Nazionale Bulgara, è stato aggredito ieri nei pressi dello stadio di Quiddich londinese. Secondo un testimone anonimo, il giocatore è stato coinvolto in una rissa…

 

Un Medimago del San Mungo, assicura che le condizioni del giocatore non sono gravi: alcune voci affermano si tratti solo di un lieve ematoma dovuto alla colluttazione. 

 

Victor Krum ha categoricamente rifiutato di parlare dell’accaduto, ma un suo portavoce accerta che si è trattato solo di un banale incidente.

 

Tutta le redazione porge i migliori auguri per una pronta guarigione…

 

Al centro della pagina, campeggiava la foto di Krum con un occhio nero e un’aria un po’ sbattuta.

Stava giusto per rileggere l’articolo, quando sentì dei passi avvicinarsi.

 

Velocemente, fece sparire il giornale.

Ron diventava sempre parecchio nervoso nel sentir parlare di Krum; tanto che tutti cercavano accuratamente di evitare l’argomento.

 

Così con un agile scatto, Hermione riuscì ad infilare la Gazzetta sotto una pila di riviste su un ripiano lì in cucina, poco prima che Ron entrasse.

 

-         Allora… cosa voleva Ginny? – le chiese, versando del succo di zucca.

-         Come? No… niente! – improvvisò lei – Mi chiedeva se potevo prestarle la mia pochette dorata… ha una cena di lavoro…

-         E non poteva chiedertelo oggi a pranzo? – chiese ancora Ron, porgendole un bicchiere.

-          

Ma da quando era diventato così curioso?

-         No, perché… perché… mi ha chiesto di portargliela proprio alla Tana! – rispose esultante Hermione, orgogliosa della sua scusa.

-         Ah. – fece Ron senza sollevare altre obiezioni.

 

Fecero colazione normalmente. Ron si offrì anche di preparare dei biscotti. Sicuramente era meglio di lei in cucina. Lui e Ginny avevano ereditato il talento da mamma Molly.

Hermione e Harry di solito si limitavano a mangiare. E questo gli andava più che bene.

 

Anzi… magari Harry, di tanto in tanto dava anche un aiuto a cucinare. Hermione invece era praticamente bandita dalla cucina.

 

Mentre Ron si dava da fare con l’impasto dei biscotti, lei continuava a pensare all’articolo.

Perché Ginny voleva tanto che lei lo leggesse?

Proprio non riusciva a capirlo.

Già… non lo capiva

 

Salve a tutti!

Innanzitutto, GRAZIE MILLE a tutti coloro che hanno recensito il primo chap!

Spero che questo sia di vostro gradimento! Diciamo che il secondo capitolo spiega un po’ di cose…ma non tutte! Vi aspetto al prossimo! Titti

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


-

-         Ciao, cari! Entrate, entrate! – li accolse Molly.

Era ormai una specie di tradizione pranzare alla Tana, la domenica.

Tradizione che negli ultimi tempi era stata un po’ trascurata per via dei loro impegni.

 

Harry e Ginny non se lo fecero ripetere due volte. Entrarono in casa e notarono subito che il tavolo era già apparecchiato.

Dalla cucina provenivano delle voci indistinte, probabilmente gli altri erano già arrivati.

 

-         Ron ed Hermione sono già qui? – chiese Ginny.

-         No… Sono sicura che è colpa di Ron – fece Molly, convinta – E’ sempre stato l’ultimo ad essere pronto!

 

“Oppure è in atto una delle loro folli litigate” pensò Ginny.

Seguirono la signora Weasley in cucina, dove c’erano anche gli altri: Bill e Fleur, George e Percy.

 

Mentre Harry chiacchierava con gli altri, Ginny attendeva impaziente l’arrivo di Hermione e Ron.

-         Ginny, cos’hai? – le chiese il Signor Weasley, avvicinandosi – Ti vedo piuttosto tesa…

-         Nulla, papà… - rispose lei, cercando di sorridere – Ho soltanto un po’ di pensieri, tutto qui…

 

Aveva appena finito di pronunciare questa frase, quando sentirono degli strani rumori provenire dal camino. Infatti, poco dopo ne uscì Hermione, seguita a ruota da Ron.

-         Papà, dovreste far pulire questo camino! Stavo rischiando di rimanere soffocato dalla fuliggine! – disse subito Ron, spolverandosi la maglia.

 

-         Hermione, tesoro! – cinguettò Molly – Vieni qui, fatti abbracciare!

Non c’erano dubbi che Hermione fosse la nuora preferita di Molly, nonostante lei e Ron non fossero ancora sposati. Anche se il rapporto con Fleur andava migliorando, non era certo paragonabile a quello che la signora Weasley aveva con Hermione.

 

Quando gli ultimi arrivati ebbero salutato tutti i presenti, Molly ordinò di prendere posto in sala, annunciando che il primo era quasi pronto.

Ginny approfittò di quell’occasione per prendere in disparte Hermione.

 

-         Allora? – bisbigliò, cercando di non farsi sentire dagli altri – Hai letto l’articolo?

-         Si, Gin… - rispose Hermione, mettendosi una ciocca dietro l’orecchio – Ma proprio non capisco…

-         Ma cosa ho sentito! – disse una voce alle loro spalle. Entrambe sobbalzarono  - Sarebbe la prima volta che Hermione Granger non capisce qualcosa!

 

Ron era appena apparso dietro di loro dal nulla.

-         E cos’è che non avresti capito? – chiese curioso.

 

Hermione e Ginny si scambiarono uno sguardo.

-         Non ho capito… - improvvisò Hermione, tentando di sorridere – Come tua sorella pretendeva di abbinare una borsa blu su un abito nero!

 

Wow. Hermione si stupì di se stessa. Da quando era diventata così abile a sparare balle?

-         Infatti… - riprese  - Le ho portato la mia pochette…

Porse la borsa a Ginny, che rimase imbambolata a fissarla.

-         Che cosa…? – chiese la rossa.

-         La pochette dorata che mi hai chiesto stamattina, GINNY! – disse Hermione, fulminandola con lo sguardo.

-         Ah! La pochette! Hai ragione… che sbadata! – disse Ginny, dandosi un colpetto sulla fronte.

 

Fortunatamente aveva percepito il messaggio. Le occhiatacce di Hermione funzionavano sempre.

-         A tavola! – urlò la signora Weasley; e i tre furono costretti ad obbedire.

 

Fu un pranzo tranquillo. Hermione li adorava. Fico a quando…

-         Ron, perché non mangi? – disse premurosa la Signora Weasley – Sei dimagrito nell’ultimo periodo… mangi poco?

-         No, mamma. Tranquilla…

-         E’ tutto sport, mamma… - disse George ridacchiando. Ginny gli tirò una gomitata nelle costole. Harry per poco non si strozzò per il ridere. Percy era diventato viola. Il signor Weasley abbassò lo sguardo, tossicchiando.

L’unica che sembrava non aver capito era Molly. Grazie al cielo.

 

A fine pranzo, ognuno aiutò a sparecchiare.

Quando ogni cosa fu sistemata, con molta nochalance, Ginny trascinò Hermione fuori in giardino, mentre gli altri prendevano il caffè sulla veranda.

-         Ginny, ma si può sapere che succede? – chiese Hermione, che si stava sinceramente preoccupando.

-         Andiamo Hermione! – disse l’altra impaziente – Non Hai letto l’articolo?

-         Certo! Ma che cosa c’entro io? – disse Hermione.

 

Ginny sbuffò alzando gli occhi al cielo.

Quando lei e Ron si erano messi insieme, Ginny sperava che Ron ereditasse un po’ dell’intelligenza di Hermione. Di certo non immaginava che sarebbe stata Hermione a raccogliere un po’ della stupidità del fratello.

 

-         Allora – riprese Ginny, con un tono da maestrina – cominciamo dal principio: cosa diceva l’articolo?

-         Che qualcuno ha aggredito Victor all’uscita dallo stadio – rispose Hermione.

-         Bravissima! E adesso non dobbiamo fare che due più due, no? – fece Ginny, come se la cosa fosse scontata.

 

Hermione rimase un po’ a pensare. Poi trovò la soluzione: no, non c’era nessun due più due. Lei proprio non capiva.

Ginny allora riprese in mano la situazione. Si avvicinò a Hermione e le pose le mani sulle spalle.

 

-         Allora… proviamo con un’altra domanda. – disse pazientemente – Hermione, chi è la persona che desidera spaccare la faccia a Krum più di tutti al mondo?

 

L’altra indugiò un attimo a riflettere. Poi il suo sguardo si illuminò.

-         Per la barba di Merlino…

 

 

 Eccomi di nuovo qui! Lo so… ormai non ce la fate più a sopportarmi!

Comunque… spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo! Che risolve dei dubbi… e ne solleva altri!

Allora…. GRAZIE MILLE a chi ha recensito il chap secondo! I vostri commenti mi fanno tantissimo piacere! E di questo che mi dite???

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Hermione rimase un attimo a bocca aperta

Hermione rimase un attimo a bocca aperta. Ma si riprese subito.

-         Ginny, no! Ma che sciocchezza! Non lo farebbe mai…

 

Ginny la fissò, alzando le sopracciglia.

-         Ne sei sicura al cento per cento?

 

L’altra fece per ribattere, ma chiuse subito la bocca. Miseriaccia! Miseriaccia, miseriaccia, miseriaccia….

Girò sui tacchi e si diresse velocemente verso la Tana.

 

Ron era ancora sulla veranda a chiacchierare con Bill, George ed Harry.

-         Ron… - disse in tono adorabile – Puoi venire un secondo con me? Dobbiamo parlare.

Lo disse con una voce dolcissima; male, molto male.  A Ron vennero i brividi. Guardò gli altri con un’espressione nervosa. Anche i suoi compari sembravano piuttosto preoccupati.

 

Si limitò a seguirla in cucina senza dire una parola. Anche perché se si fosse rifiutato di obbedirle, lei non avrebbe esitato a farlo lievitare fin dove voleva.

La situazione non migliorò quando, arrivati in cucina, Hermione si chiuse la porta alle spalle.

 

Sorrise a Ron; lui ricambiò con una strana smorfia.

-         Allora… - iniziò lei, frugando nella cesta dei giornali.

Estrasse una rivista e l’aprì sul tavolo. Sfogliò qualche pagina. A Ron sembrò che stesse cercando qualcosa di preciso.

 

Infatti…

-         Guarda un po’ qua… - fece lei, passandogli il giornale.

Ron scorse velocemente l’intera pagina. Il suo volto si contrasse quando vide la faccia di Krum; ma si rilassò velocemente quando capì cosa gli era successo.

 

-         E allora? – le chiese, alzando le spalle.

-         Tu non ne sai niente? – fece lei.

 

Oh, no. No, no, no. Stava usando il suo sguardo indagatore.

Ron deglutì a fatica. Hermione lo stava fissando come se pretendesse di leggergli nella mente.

 

-         No… - rispose Ron, arrossendo.

-         Proprio niente? – insistette Hermione.

-         Mione, ma cosa…

 

Lei fece il giro del tavolo e gli andò vicino, sorridendo.

-         Ron, non ti sto accusando. Ma ho bisogno di sapere se sai qualcosa di questa faccenda – disse lentamente, non era arrabbiata – Quindi, ora devi guardarmi negli occhi e dirmi che non tu non c’entri niente!

 

Sembrava molto disponibile e comprensiva. Alla fine voleva solo una conferma…

Ron deglutì di nuovo.

-         Deve essere la sincera verità? – balbettò.

 

Bene. Ricordate il tono dolce, i sorrisi, l’atteggiamento comprensivo? Perfetto. Dimenticateli.

Il volto di Hermione sembrò subire una metamorfosi. Ron non sapeva cosa la trattenesse dall’urlargli addosso… Per un attimo temette che prendesse le pentole posate sulla mensola e gliele lanciasse.

 

-         Scherzi? Dimmi che stai scherzando! – disse, tentando di non urlare.

-         Hermione, senti… non è come dice l’articolo – tentò di scusarsi Ron, stando il più possibile lontano da lei.

-         Ah, si? E di grazia, come sarebbe?

-         Io e un paio di miei colleghi Auror, un paio di giorni fa siamo stati mandati a fare un controllo allo stadio… e lì c’era Krum. Abbiamo iniziato a discutere e… alla fine siamo finiti alle mani! Mi ha provocato lui!

 

Hermione lo fissò sbalordita – E ti sembra una giustificazione questa?

-         No, no… hai ragione, non avrei dovuto! Ma non mi sono riuscito a controllare! – disse Ron – Lui continuava a dire che tu sei speciale… che con la tua intelligenza potevi fare grandi cose… che io ti stavo solo limitando e che quando te ne saresti accorta… mi avresti lasciato. Ma a quel punto sarebbe stato troppo tardi…

 

Lei tornò del suo colorito normale, il suo viso sembrò rilassarsi.

-         Ron, sono tutte sciocchezze, lo sai benissimo! Sai che lo dice solo per provocarti!

-         Mione – disse Ron – Stiamo parlando di Victor Krum! La metà delle ragazze del Mondo Magico farebbe di tutto per stare con lui! Ma lui vuole te! E in un modo o nell’altro avrebbe raggiunto il suo scopo!

 

Hermione lo fissò.

Era semplicemente furiosa.

-         E così il mio parere non conta niente, Ron? Adesso è Victor che prende le decisioni al posto mio? – gli urlò contro – Non significa niente ciò che voglio io?

-         Hermione, non è questo il punto! – se questa fosse stata una normale discussione, a questo punto avrebbe chiesto una tregua e gliel’avrebbe data vinta. Ma non stavolta – Lui farebbe carte false per averti, ma tu non te ne rendi conto!

-         Questo dimostra che tu non ti fidi di me, Ron! – gli rinfacciò lei.

-         Io non mi fido di lui, Mione! – rispose Ron, addolcendo il tono – E non sono pentito per quel che ho fatto… se potessi tornare indietro farei la stessa cosa!

 

Lei non rispose, si limitò a guardarlo. Pareva essersi calmata, per fortuna. Ron le si avvicinò, tendendo un braccio verso di lei…

-         Dai, piccola… - le disse, accarezzandole il viso.

 

Hermione si scostò bruscamente.

-         Non provare ad avvicinarti perché in questo momento ti potrei cruciare! – gli disse, inviperita.

Per lo meno non stava urlando.

 

-         Spero che il divano sia comodo, Ronald – disse lei, aprendo la porta – Perché è li che dormirai, fin quando non avrai imparato a fidarti di me!

 

Uscendo, si scontrò con George, che sicuramente aveva sentito almeno l’ultima parte del discorso. Per questo, Ron non si meravigliò quando il fratello, dopo esserglisi avvicinato e avergli dato dei colpetti sulla spalla, disse sogghignando:

-         Prendila dal lato positivo, fratello: la mamma sarà contenta vedendoti riprendere qualche chilo…

 

 

Ma ciao!!!! Allora, l’avreste mai detto? Penso di si…

Vi chiedo umilmente scusa, ma proprio non riesco a non farli litigare questi due! Sono troppo divertenti… e poi non sarebbero Ron e Hermione se non litigassero, no? A voi i giudizi!! Titti

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Tornati a casa, non si rivolsero la parola per tutta la sera

Tornati a casa, non si rivolsero la parola per tutta la sera.

O meglio, lei non gli rivolse la parola per tutta la sera; lui da parte sua cercava ogni occasione per comunicare.

 

All’inizio, Ron non era tanto preoccupato per il silenzio di lei, era già successo altre volte.

Ma stavolta Hermione non era disposta a collaborare ai suoi tentativi di riappacificazione; non voleva proprio mollare.

 

Basta pensare che era ancora decisa a farlo dormire sul divano.

Quindi, a mali estremi… estremi rimedi…

 

TOC TOC.

Alcuni minuti dopo che Hermione si era chiusa in quella che, fino alla mattina, era stata la loro stanza, Ron andò a bussare. Attese alcuni secondi; sicuramente non si stupì di non ricevere una risposta. Per questo, poco dopo aprì.

 

La trovò sul letto, appoggiata allo schienale, con un grande libro in grembo. Era pronta per andare a dormire: indossava già la camicia da notte. Perfetto.

 

-         Mione… - disse gentilmente – Posso usare questo bagno? Non mi ci trovo nell’altro…

Lei lo guardò. Acconsentì con un gesto della mano. Ancora non voleva parlargli.

 

Ron entrò nel bagno della camera da letto  e si prese tutto il tempo che gli occorreva per farsi la doccia. Anche del tempo in più, diciamo.

 

Hermione si stava giusto chiedendo cosa stesse combinando Ron in quel bagno, visto che per farsi una doccia ci stava mettendo un’eternità, quando la porta si aprì e per poco ad Hermione non venne un colpo.

 

Un Ron, tutto bagnato e gocciolante, stava uscendo dal bagno soltanto con un piccolo asciugamano legato intorno alla vita. Hermione si ricordò giusto in tempo di chiudere la bocca.

 

Era troppo impegnata ad osservare le gocce d’acqua che scivolavano sui pettorali scolpiti di Ron per sentire quello che lui le stava dicendo.

-         Mione? – chiamò lui.

-         Eh? – si riprese lei.

Mentalmente maledisse l’istruttore Auror. Era tutta colpa sua se adesso lei non riusciva a togliere gli occhi di dosso a Ron. Con quei capelli bagnati poi… perché si desideravano sempre le cose proibite?

 

-         Ti chiedevo se sai che fine ha fatto il mio accappatoio… - continuò lui.

-         L’ac-accappatoio… già… - Chiuse il libro di scatto e lo posò sul comodino. Si alzò dal letto e andò verso il bagno, camminando scalza.

Stava giusto per chiedergli a cosa gli servisse l’accappatoio, ma riuscì a trattenersi.

 

-         Dovrebbe essere qui in bagno, se non mi sbaglio… perché io non l’ho toccato… - disse ancora lei entrando nel bagno.

Ma niente, non c’era.

-         No, qui non c’è. Ho già controllato – disse Ron, apparendole da dietro – Vabbè, non importa… prenderò un altro asciugamano…

 

Fece per uscire, ma lei lo trattenne per un braccio.

-         Pensavo… - disse lei – Magari potremmo fare una tregua per stasera… e potresti rimanere a dormire con me questa notte…

Ron sorrise e la tirò verso di se.

-         Non chiedo di meglio, amore…

 

Da quel momento, l’asciugamano divenne l’ultimo dei loro pensieri…

 

 

 

L’indomani, Hermione raggiunse Ginny in una tavola calda vicino il Ministero. Facevano sempre colazione insieme il lunedì mattina.

 

-         A proposito… la mamma si sta ancora chiedendo perché tu e Ron avete discusso ieri alla Tana – disse Ginny, tentando di fare un cenno al cameriere per prendere le ordinazioni – E quel geniaccio di Harry sai che scusa ha inventato? Le ha detto che tu e Ron  eravate in disaccordo sul luogo in cui trascorrere le vacanze estive!

-         Ma stiamo a novembre! – disse Hermione, confusa.

-         Appunto! – rispose Ginny, riuscendo finalmente ad avere l’attenzione del cameriere che le raggiunse subito – Almeno la mamma ha fatto finta di crederci. Ma se fossi in te, mi preparerei ad un possibile interrogatorio…

 

Finalmente, riuscirono ad ordinare la colazione. Il cameriere si fece perdonare per la lunga attesa, portandogliela subito. Almeno quello.

 

-         Allora? – disse Ginny, aggiungendo dello zucchero al cappuccino – Mio fratello sta ancora tentando di farsi perdonare?

-         Emh…

 

Ginny la fissò sorpresa.

-         Non dirmi che gliel’hai data vinta così facilmente! – disse ad Hermione, fermandosi con il cucchiaino a mezz’aria – Non è da te! Pensavo che, dopo la faccenda di Krum, come minimo l’avresti tenuto in punizione per una settimana!

 

Hermione sorrise – Se devo essere sincera, all’inizio la mia intenzione era quella, ma poi…diciamo che c’è stato un piccolo disguido…

 

Ginny gli mandò uno sguardo inquisitorio. Poi sorrise a sua volta.

-         Fammi indovinare – fece – Mio fratello non avrà per caso usato il trucchetto dell’asciugamano, vero?

 

Hermione la fissò sbalordita.

-         Trucchetto? Ma tu come fai a…?

 

Ginny rise. Afferrò un cornetto e lo aprì a metà per spalmarci dentro la cioccolata.

-         Ginny, scusa! Ti dispiacerebbe spiegarmi? – la richiamò Hermione.

 

La rossa prese una salvietta e si pulì le mani. Infine, afferrò la sua tazza e guardandola divertita, disse:

-         Hermione, credo sia giunto il momento che tu sappia un paio di cosette…

 

 

Lo so… sono diabolica! Però mi piace troppo tenervi sulle spine… comunque tranquilli… il prossimo capitolo l’ho già scritto, quindi non tarderà ad arrivare! Di questo cosa ne pensate?? Troppo assurdo??

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


-

-         Vedi, Herm… - cominciò Ginny – Un po’ di tempo fa, Charlie…

-         Charlie? Tuo fratello? – sbottò Hermione – Cosa c’entra adesso?

-         Fammi spiegare! – la rimproverò Ginny.

 

Hermione annuì e si mise più comoda sulla sedia, afferrando un biscotto. Aveva un’aria seria, segno che già stava progettando una possibile punizione per Ron.

 

-         Dicevo… - riprese Ginny – Un po’ di tempo fa, quando Charlie era ancora un adolescente, i miei genitori decisero di mandarlo in un campeggio estivo per maghi. Qui, si prese una cotta per una ragazza ma questa non se lo filava di pezza. Non lo guardava nemmeno…

Aveva tentato tutti i modi possibili per attirare la sua attenzione, ma niente. Tra l’altro non poteva neanche usare la magia perché era ancora minorenne…

Fatto sta che un giorno, nelle docce, i suoi amici decisero di fargli uno scherzetto… portarono via tutti gli accappatoi e lui fu costretto ad uscire con un solo, striminzito asciugamano intorno alle gambe.

Inutile dirti chi è stata la prima persona che ha incontrato una volta uscito dalle docce… Dai racconti di Charlie, gonfiati a puntino, la ragazza era rimasta praticamente ammaliata dalla sua presenza… e non stento a crederlo, visto che i miei fratelli sembrano compensare la loro stupidità con dei fisichetti niente male!

 

Hermione pendeva dalle sue labbra. Aveva ascoltato senza dire una parola e adesso nella sua mente vorticavano una marea di domande.

Ma Ginny riprese:

-         Naturalmente, una volta tornato a casa, non fece che pavoneggiarsi per tutta l’estate… e si può dire che questa storia sia passata negli annali della nostra famiglia con il titolo di “Rimedio Weasley”…

-         Rimedio Weasley? – ripetè Hermione.

 

-         Già. – fece Ginny – Ogni volta che i miei fratelli dovevano attirare l’attenzione delle ragazze usavano questo trucchetto! Pensavo ne avessi sentito parlare, è una legenda nella nostra famiglia…

-         No, in effetti questa mi mancava… - rispose Hermione appoggiandosi allo schienale con aria meditabonda.

 

-         Sinceramente non pensavo che funzionasse davvero… - disse Ginny, maliziosamente.

-         Fidati, funziona! – fu la risposta seria di Hermione.

A Ginny venne da ridere… quel trucchetto durava almeno da quindici anni. Sentirne di nuovo parlare la faceva tornare indietro nel tempo, a quando ascoltava i fratelli vantarsi delle loro “conquiste”…

 

A quanto le avevano raccontato, Fred e George, durante il loro quinto anno ad Hogwarts, avevano messo in pratica questo piano diabolico nei bagni degli spogliatoi della palestra per far colpo su Angelina e Katie.

 

Per loro sfortuna però, invece delle belle donzelle, una volta usciti dallo spogliatoio mezzi nudi e gocciolanti, si erano trovati faccia a faccia con la Mc Grannit.

 

Così, al posto di due appuntamenti romantici, si erano guadagnati due settimane di punizione con Gazza. Dovettero lucidare targhe e coppe per ore ed ore… Fortunatamente, Katie e Angelina non vennero mai a sapere di questa storia. O almeno così si spera.

Da quel giorno, comunque,  Fred e George avevano accuratamente evitato di tirar fuori l’argomento “ Rimedio Weasley”…

Ginny continuò a ridere da sola. Ripensare al pasticcio in cui si erano cacciati i gemelli a causa di questo giochino la divertiva troppo…

 

Hermione sicuramente non sembrava dello stesso parere. Se avesse avuto Ron tra le mani, probabilmente ce lo avrebbe strangolato con quell’asciugamano.

-         Non ne dubito…- disse Ginny – Anche perché se ha funzionato con Charlie… voglio dire, Ron fisicamente è molto più attraente di lui. Più alto, più muscoloso…

-         Ginny, mi faresti il sacrosanto favore di smetterla? – sbottò Hermione - Sto cercando di concentrarmi!

 

La rossa ridacchiò. Era troppo divertente vedere l’amica in piena crisi isterica. Sicuramente ora non voleva trovarsi nei panni del fratello. Povero Ron, non sapeva in che guaio si era cacciato…

Decise di scagliare una lancia in suo favore…

 

-         Dai Herm! Alla fine voleva solo fare pace! – tentò Ginny.

Capì subito che il suo tentativo era miseramente fallito quando Hermione le scoccò un’occhiata fulminante.

 

-         Che fai, lo difendi ora? – disse Hermione, con voce stridula, guardandosi intorno -  Vorrei vedere se una cosa del genere l’avesse fatta Harry! Poi scusa… doveva ricorrere a questi trucchetti subdoli per farsi perdonare? Stupida io, che ci sono cascata con tutte le scarpe!

 

Hermione continuò a sbraitare per un po’ di tempo, ma ormai Ginny non la stava seguendo più.

Una particolare frase l’aveva colpita… Vorrei vedere se una cosa del genere l’avesse fatta Harry…

Hermione aveva ragione. Ron questa volta aveva superato il limite.

 

Doveva avere una punizione che fosse d’esempio. A tutti

Perché nessuno può prendere in giro le donne di casa Weasley!

 

-         Hai ragione! – disse Ginny all’improvviso, interrompendo l’invettiva dell’amica.

-         Ah, si? – rispose l’altra stupita.

-         Già.

 

Sul viso di Hermione si aprì un sorrisetto maligno.

-         Meglio così… perché, se Ron vuole iniziare una battaglia con questi giochetti, io ne conosco un paio che lo metteranno sicuramente k.o…

 

Salve a tutti!

Ho cercato di postare il prima possibile…

E così, ecco svelato il mistero sul “Rimedio Weasley”… delusi??

A voi i giudizi!!! A prestissimo! Titti

 

Ps: naturalmente, ringrazio di cuore tutti coloro che hanno recensito o inserito la storia tra i preferiti!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Quando Ginny tornò a casa quella sera, Harry era già tornato

Quando Ginny tornò a casa quella sera, Harry era già tornato.

Lo trovò in cucina, intento a preparare la cena.

 

-         Ma che profumino! – disse entrando. Harry le sorrise di rimando.

Ginny gli si avvicinò e gli posò un bacio sulle labbra per salutarlo.

-         Allora? Che cucini? – gli chiese, sollevando i coperchi di un paio di pentole.

-         Risotto alla marinara!

 

-         Wow… fantastico! – disse Ginny – E a cosa lo devo? Devi farti perdonare qualcosa?

Harry rise – Penso di lasciarti nel dubbio! – le rispose, continuando a girare il condimento per il riso. Ginny gli tirò uno schiaffetto sulla spalla.

 

-         Come è andata al lavoro? – gli chiese.

-         Tutto ok… abbiamo avuto otto chiamate oggi. Un inferno. Per fortuna domani è sabato… a proposito… ho chiesto a Ron se volevamo fare qualcosa insieme domani sera. Ha detto che chiedeva ad Hermione e ci faceva sapere.

 

Ginny si riscosse.

-         Dubito che verranno. Hanno altri impegni – rispose drastica.

Harry sembrò stupito – Strano… Ron mi era sembrato d’accordo…

 

-         Peccato che non sia Ron a decidere! – fu la risposta di Ginny.

Harry la fissò di sottecchi – Gin, cosa c’è?

-         Niente, niente… - rispose lei sbrigativamente.

 

Harry allora, adottò un’altra strategia.

-         Non sarà mica per la storia di Krum?

Bingo! Gli occhi di Ginny furono attraversati da un guizzo.

 

-         E tu come lo sai? – chiese Ginny, con falso disinteresse.

-         Me ne ha parlato Ron un paio di giorni fa…

-         Un paio di giorni fa? – disse lei con voce stridula – Quindi tu lo sapevi!

-         Certo.

-         Bravo! E non mi hai detto niente! – rispose lei, indignata.

 

Harry posò il mestolo. La situazione stava prendendo una piega pericolosa.

-         Ginny, era una confidenza di Ron – le spiegò – Tu non vieni certo a raccontare a me le confidenze che ti fa Hermione!

-         Ma questo cosa c’entra? Hermione non se ne va mica in giro a picchiare le ex di mio fratello!

 

-         Guarda che è stato Krum a provocarlo!

-         Bene! Questo giustifica tutto! -  disse Ginny, in tono sarcastico – Harry, è una vita che quei due si mandano frecciatine!

-         Appunto! – rispose Harry – Questa volta Ron non ha resistito!

 

-         Mi pare proprio un buon motivo per spaccargli la faccia! – continuò lei con il suo tono ironico.

-         Ginny, tu non puoi capire – disse Harry arrabbiandosi – Stavolta non si è trattato delle solite frecciatine! Se ne sono urlate addosso di tutti i colori!

-         E con questo? Due persone mature dovrebbero riuscire a controllarsi!

 

Harry scosse la testa.

-         Io non biasimo Ron, Ginny. Al suo posto avrei fatto lo stesso.

 

Ginny lo guardò confusa.

-         Lo avresti fatto, sapendo che mi sarei arrabbiata? – continuando a fissarlo gli pose questa domanda.

-         Si.

-         E poi avresti fatto qualsiasi cosa per riconquistarmi? – chiese ancora. I suoi occhi erano ridotti a fessure.

-         Si…

-         Qualsiasi? – Ginny calcò questa parola in modo particolare, senza abbandonare il suo sguardo inquisitorio.

-         Io… penso di si… -  Harry stava iniziando a sudare a freddo.

-         Qualsiasi mezzo o trucchetto che avresti a disposizione? – la sua voce era talmente acuta da non essere quasi percepibile.

-         Ginny, ma cosa…

-         Rispondi!

-         Io… s-si…

 

Ginny lo guardò torva.

Harry non capiva cosa avesse sbagliato. E sicuramente quello non era il momento più adatto per chiederglielo.

-         Bene! – sbottò lei, imbronciata – Tutti uguali voi!

 

Si diresse verso la porta della cucina, ma prima di uscire si voltò di scatto. Harry pensò che volesse lanciargli qualcosa.

-         E se fossi in te, toglierei il pesce dal fuoco! – gli disse bruscamente – Non ho nessuna intenzione di mangiare un risotto bruciato stasera.

 

Harry fece un respiro di sollievo e sorridendo, fece ciò che la sua adorabile ragazza gli aveva ordinato…

 

Nel frattempo, in un altro appartamento…

 

Ron aprì piano la porta di casa. C’erano alcune luci accese, segno che Hermione era già rientrata.

Senza fare il minimo rumore entrò e in punta di piedi si diresse verso il soggiorno, per farle uno scherzo.

 

Per sua sfortuna, Hermione si trovava in salotto, accucciata per terra nel tentativo di far uscire Grattastinchi da sotto la libreria, e aveva visto tutto.

Avendo compreso le intenzioni di Ron, sorrise divertita e lo seguì senza farsi vedere.

 

Naturalmente quando Ron arrivò in cucina non trovò nessuno, ma…

-         BUUUU!

Ron sobbalzò. Hermione scoppiò a ridere di cuore.

-         L’allieva ha superato il maestro a quanto pare!

-         Piccola strega malefica…

-         Malefica io? – disse lei, continuando a ridere – Non è che le tue intenzioni fossero tanto diverse!

 

Passarono una serata tranquilla, finché Ron disse:

-         Ah, dimenticavo… Harry mi ha chiesto se ci andava di fare qualcosa insieme a loro domani sera…

Lo sguardo di Hermione si illuminò.

 

-         No, domani non possiamo – fece lei, convinta.

-         Oh. E perché? – rispose lui confuso.

 

-         Hai ragione, che sciocca! – rispose Hermione – Mi sono dimenticata di dirtelo. Domani abbiamo ospiti a cena…

 

 

E vi lascio con questo piccolo interrogativo!

Innanzitutto, grazie, grazie, grazie a tutti voi che avete recensito o inserito la storia nei preferiti!

Per quanto riguarda questo capitolo… no comment! Lascio a voi l’onore!

 

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


-

-         Ospiti? – il tono di Ron era tra l’incredulo e il preoccupato.

-         Già! -  rispose allegramente lei, togliendo i piatti da tavola.

-         E… chi sarebbero questi ospiti?

 

Hermione continuò tranquillamente a sparecchiare, finché:

-         In effetti, è un solo ospite – disse, evitando accuratamente di guardarlo.

 

Senza riuscire a spiegarsi il perché, Ron venne invaso da una serie di brividi  bollenti.

-         Sai – rispese Hermione, ancora senza fermarsi – Ho pensato che magari volessi chiarire con Victor. Faccia a faccia. O sbaglio, Ronald?

 

Fu in quel momento che alzò lo sguardo verso di lui.

E Ron vi lesse principalmente una cosa: Sfida.

La cosa peggiore che avrebbe potuto fare in quel momento, era contraddirla. E questo Ron lo sapeva bene.

 

Così, tentò di cancellarsi quell’espressione sconvolta dalla faccia e ingoiò il vuoto.

-         No, no… hai fatto benissimo, amore…

Hermione sorrise soddisfatta.

-         Non ne avevo dubbi!

 

Ron sospirò mentre lei iniziava a lavare i piatti.

E così era quella la sua punizione. Doveva immaginarselo che Hermione non avrebbe lasciato correre la cosa così facilmente…

Che idiota.

 

Vabbè, alla fine non doveva far altro che fingersi gentile con Krum per una serata e lei sarebbe stata contenta.

Ma era… facile. Troppo facile.

 

Cioè… poteva mostrarsi cordiale per poche ore, tanto poi non avrebbe rivisto Krum per almeno una decina d’anni.

O almeno così sperava.

Altrimenti la prossima volta quello zoticone bulgaro si sarebbe ritrovato tre o quattro costole in meno. Altro che un occhio nero…

 

-         A che pensi? – Hermione interruppe il suo monologo interiore quasi bruscamente.

-         Niente… - se le avesse detto cosa stava pensando, come minimo si sarebbe ritrovato a dormire nella cuccia di Grattastinchi.

 

-         Mi sembri pensieroso… - disse lei con fare noncurante.

-         E che – tentò Ron – Mi sembra strano dover trovare Krum nel salotto di casa mai domani sera!

 

Hermione rise, seguendolo in sala da pranzo.

-         Dai… alla fine è come se fosse una serata da amici, no? Voglio dire… a tutti e due piace il Quiddich, no? Vedi? Avete già in argomento in comune! Sarà come se parlassi con Harry, no?

 

Certo. Come no. Proprio uguale. Assolutissimamente identico.

C’era solo un piccolissimo particolare: Harry non aveva l’abitudine di sbavare dietro a Hermione, al contrario di un altro bulgaro di sua conoscenza.

 

Anche perché se l’avesse fatto, Ron gli avrebbe fatto spuntare un altro paio di cicatrici.

Fortunatamente, Ron ebbe l’accortezza di tenersi per se questa osservazione.

 

-         Certo. – mentendo nel modo più spudorato possibile.

Ma Hermione non sembrò soddisfatta da quella risposta.

Si alzò, e quasi stizzita aprì un grande libro dalla copertina scura, iniziando a leggere.

 

Ron si limitò ad osservarla mentre. Era una delle cose che lo rilassavano di più al mondo.

E intanto il suo cervelletto lavorava, lavorava, lavorava…

 

Magari c’era un modo per saltare quella cena.

Era un mago, per la miseria, no?

E sicuramente avrebbe trovato qualcosa nel negozio del fratello.

 

Pasticche vomitose?

No… a Hermione sarebbe venuto un colpo se l’avesse visto vomitare per tutta casa.

 

Torrone sanguinolento?

Peggio… il sangue macchia pure.

 

No, no. Queste cose con Hermione non avrebbero funzionato. Lei lo avrebbe scoperto in un nano secondo e gliel’avrebbe fatta pagare di santa ragione.

 

Ma per Merlino!

Dopo tutto quello che aveva passato, adesso doveva impanicarsi per una stupidissima cena?

Certo che no.

Se Hermione voleva la cena, lui sarebbe andato alla cena.

 

Hermione alzò lo sguardo dal suo enorme tono, giusto in tempo per cogliere lo sguardo perso di Ron che fissava un punto vicino alla sua spalla.

 

Benissimo. A quanto sembrava, il suo annuncio iniziava a fare effetto.

Si era quasi stupita che Ron avesse accettato la notizia con tanta rassegnazione.

Evidentemente non aveva ancora metabolizzato la cosa.

Non poté fare a meno di sorridere.

 

-         Cos’è che ti fa ridere? – le disse improvvisamente Ron.

-         No, niente… un passo del libro. – fece lei, tornando a leggere.

 

Una persona più attenta, a quel punto le avrebbe chiesto cosa ci fosse di tanto divertente in un libro intitolato “ L’arte della Trasfigurazione moderna”.

Ma Ron si limitò ad annuire.

 

Rimasero così per un’altra mezz’ora.

Il buon umore di Ron era misteriosamente svanito. Chissà perché.

Dunque decise che era inutile proseguire quella penosa serata.

 

-         Io vado a letto… tu vieni? – disse ad Hermione alzandosi dal divano.

-         Sto ancora un po’… - fece lei.

-         Come vuoi. – disse Ron. Si chinò per darle un bacio in fronte e uscì dalla stanza.

 

Hermione attese che la luce in camera si spegnesse per mettere via il libro e afferrare una piuma. Si sedette sul tavolo e su un piccolo foglio di pergamena scribacchiò un paio di frasi:

 

Gliel’ho detto… finge di averla presa bene,

ma è stato di pessimo umore

per tutta la sera…

mi è quasi dispiaciuto vederlo così!

Domani passo da te per prendere quella cosa.

Baci, Hermione

 

Hermione legò il foglietto alla zampetta della loro civetta.

La osservò mentre prendeva il volo…

E non riuscì a fare a meno di trattenere un sorriso.

 

Eccomi di ritorno!! (Che stress, penserete voi!)

Mi dispiace non aver aggiornato prima ma sono stata fuori qualche giorno e non ne ho avuto la possibilità!

 

Comunque… grazie mille a coloro che hanno letto e recensito il capitolo precedente!

 

Spero che questo sia stato di vostro gradimento!! Fatemi sapere! Titti

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Capitolo 9
*** Capitolo 9, parte prima ***


-

-         Cosa? Non credo di aver capito bene… cosa? – Harry sembrava sinceramente sotto shock.

-         Te l’ho detto. – rispose Ron in tono lugubre – Hermione ha invitato Krum a cena. Stasera. A casa mia.

 

Harry si prese qualche secondo per pensare.

Avrebbe voluto dire qualche frase consolatoria al suo amico, ma la notizia gli aveva mandato in tilt il cervello.

 

Aveva immaginato che ci fosse qualcosa che non andava, dal momento che aveva visto Ron entrare nel suo ufficio con un muso che gli strisciava sul pavimento.

 

-         Wow. – fu l’unica cosa che uscì dalla sua bocca.

-         Già – risposta laconica di Ron.

 

Rimasero così, l’uno di fronte l’altro, nell’ufficio di Harry a fissarsi come due scemi.

 

-         Vabbè… - tentò Harry ad un certo punto – Alla fine si tratta di poche ore.

-         Si, infatti… non devo far altro che essere cortese con lui per un paio d’ore. Alla fine mi è anche andata bene – disse Ron, pensoso – Avresti dovuto vedere come era arrabbiata Hermione quando le ho detto dell’articolo. Alla fine me la sta facendo pagare con poco…

 

Harry si appoggiò meglio allo schienale della sua poltrona, pensoso. C’era qualcosa che non andava… il problema era che non riusciva a capire cosa fosse. Incrociò le braccia; lo faceva sempre quando era al massimo della concentrazione.

Finalmente capì…

 

-         Ron, - disse lentamente – Non ti pare che Hermione te la stia facendo pagare troppo poco?

Ron lo fissò. Non sembrava affatto stupito da quella affermazione.

-         L’hai notato anche tu, vero? – chiese Ron, mettendosi le mani tra i capelli – Tutta quella sfuriata e poi… una stupida cena…

 

-         Già. – disse Harry, sempre pensoso – Troppo, troppo poco… E sai questo che vuol dire?

Ron annuì – Che devo aspettarmi qualche colpo basso… A meno che, Hermione non pensi che una cena con Krum sia abbastanza per i poveri nervi!

-         Può anche darsi! – acconsentì Harry – Ma dovresti essere molto, molto fortunato, amico…

 

 

 

-         Allora? Sei proprio sicura di volerlo fare? – Ginny era entrata nella stanza di Hermione senza neanche salutare.

-         Certo, anche perché non posso tirarmi indietro  adesso! – disse Hermione, alzando appena lo sguardo dal documento che le avevano portato per fargli firmare.

 

-         A Ron sarà venuto un colpo quando ha saputo di Krum… - sogghignò Ginny.

-         Neanche tanto, sai… - confessò Hermione – Sembrava che non gliene importasse più di tanto…

-         Ma figurati! Se conosco almeno un po’ mio fratello, posso dirti con sicurezza che avrà rosicato tutta la mattina!

 

Hermione rise.

-         Povero amore… - disse, ancora sorridendo -  Mi sento in quasi in colpa. Quasi.

Ginny annuì – Alla fine lo stai facendo per lui. Per fargli capire che certi giochetti è meglio non utilizzarli…

 

Scoppiarono nuovamente a ridere entrambe.

-         A proposito… ecco, tieni!

Ginny passò ad Hermione una bustina di cartone.

Hermione l’afferrò e sbirciò dentro, senza tirar fuori il contenuto.

 

-         Arancione? – disse dubbiosa, volgendo lo sguardo verso Ginny.

-         Non arancione, albicocca! – la corresse subito Ginny – Fidati, è il migliore!

-         Sarà… mi fido, dai!

 

-         Fai bene! – disse Ginny alzandosi – Io vado, e se fossi in te me ne andrei prima dall’ufficio visto che hai una cena da organizzare….

 

Hermione guardò l’orologio.

-         Scherzi? Devo ancora leggere due relazioni e dare le disposizioni per la conferenza per i diritti degli elfi di domani… non posso andarmene ora.

 

Ginny la salutò con la mano, uscendo dall’ufficio dell’amica, contenta che nonostante tutto, Hermione fosse sempre Hermione.

 

Capitolo cortissimo, lo so. Il fatto è che ho dovuto dividerlo perché mi sembrava che altrimenti fosse troppo lungo e non rendeva bene…

Cmq posterò il seguito in un paio di giorni al massimo!

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9, parte seconda ***


Aveva promesso a Hermione che quella sera sarebbe tornato a casa in orario

Aveva promesso a Hermione che quella sera sarebbe tornato a casa in orario.

E stavolta aveva due buoni motivi per farlo:

Primo, sapeva che se avesse fatto arrabbiare Hermione quella sera, magari Krum non sarebbe stato con loro solo per la cena, ma anche per la colazione, il pranzo e la cena del giorno successivo;

 

Secondo, non aveva nessuna intenzione di arrivare in ritardo, rischiando di lasciare Hermione in casa da sola con Krum. Fosse pazzo.

 

Così, alle sei e mezza spaccate, fu in casa.

Hermione tornò dopo una decina di minuti.

 

-         Hei, sei già qui… - gli disse sorridendo.

Ron le andò incontro e la aiutò a portare in cucina un paio di sacchetti per la spesa.

Hermione iniziò subito ad armeggiare con scatole e scatolette, preparando le pentole sui fornelli.

Non aveva neanche messo a bollire la pasta e già sembrava in crisi.

 

-         Ti do una mani io – disse Ron avvicinandosi.

-         Come farei senza di te? – Hermione lo disse più a se stessa che a lui.

-         In effetti, me lo chiedo sempre anche io… - disse Ron prendendola per i fianchi e facendola fermare un secondo – Allora ti sono mancato in queste nove ore che non ci siamo visti?

-         Certo. Assolutamente. – disse distrattamente, sciogliendosi dalla sua presa  - dai che è tardissimo. Aiutami con… questa roba!

 

Quando disse “questa roba” indicò con un gesto le pentole sul fornello.

Ron sorrise – E va bene… allora portami la pasta, il formaggio e… un po’ di cianuro ce l’hai?

-         Ron! – lo rimproverò lei, ma non riuscì a trattenere un sorriso.

-         E va bene, va bene. Scusa.

 

Passò così il quarto d’ora successivo. Riuscirono a mettere a cuocere tutte le pietanze e a preparare un antipasto decente, grazie all’intervento delle loro adorate bacchette. Nello stesso modo, ben presto, si apparecchiò anche il tavolo.

 

A quel punto decisero che era il momento opportuno per andarsi a preparare.

Mentre Hermione era in bagno a lavarsi, Ron tentava di prepararsi psicologicamente ad accogliere il loro ospite. Il loro dannatissimo ospite.

 

Ma su due piedi, i pensieri di Ron furono interrotti dall’apparizione di Hermione vestita e pettinata. In un’altra occasione, Ron sarebbe rimasto piacevolmente sorpreso dall’abbigliamento della ragazza. M a non quella sera.

 

Notando la sua espressione, Hermione si fermò al centro della stanza e disse:

-         Ti ricordi di questo vestito?

 

Ron annuì. Eccome se si ricordava di quel vestito.

Hermione quella sera aveva deciso di indossare un abito blu, non molto scollato ma corto fino a metà coscia.

La ragazza lo aveva comprato l’anno prima, in occasione del matrimonio di un cugino di Ron.

 

Era stato proprio Ron ad insistere affinché lo comprasse; in effetti le stava una meraviglia. Lui diceva sempre che Hermione aveva delle gambe bellissime, ed era un peccato non mostrarle, ogni tanto.

 

Così lei aveva accettato ad acquistarlo. Il problema è che poi non lo aveva più indossato al matrimonio, in quanto la mattina stessa della cerimonia si era fissata che l’abito fosse troppo corto e scandaloso per un evento simile. Quindi erano dovuti correre in fretta e furia alla ricerca di un altro abito, con tutta la famiglia che li aspettava.

 

-         Certo che me lo ricordo  - rispose lui. Notò che aveva raccolto i capelli in uno chignon basso, anche se alcune ciocche erano sfuggite.

-         Non ti piace?

-         Sei… bellissima… - in realtà era vero. Il fatto era che Ron avrebbe preferito se lei avesse scelto un'altra occasione per indossare quel maledetto abito. Naturalmente, non glielo disse.

 

Hermione sorrise. Indossò la collana di perle che le aveva lasciato sua nonna e disse che andava a controllare l’arrosto in cucina.

 

Ron rimase a vagare per la stanza. Un mal di testa atroce lo stava iniziando a tormentare. E poi… caldo. Vere e proprie vampate di caldo. Si sbottonò alcuni bottoni della sua camicia nera, ma niente.

Dai Ron… respira, respira…

 

Ecco, si stava riprendendo.

Finché un suono atroce lo riportò nell’agitazione più nera: il campanello.

 

Et voilà! Lo so che questo capitolo non è molto ricco di avvenimenti, ma era inevitabile….!!!

 

Spero che il nono capitolo vi sia piaciuto almeno un pochino – ino!!

 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Con suo gran rammarico raggiunse l’ingresso

Con suo gran rammarico raggiunse l’ingresso. Hermione stava aspettando lui per aprire la porta, e quando arrivò, gli lanciò un’ultima occhiata di raccomandazione.

 

Ron sospirò rassegnato, mentre Hermione abbassava la maniglia…

-         Ciao, Victor! – disse sorridendo, abbracciando il suo ospite.

 

Ron fu seriamente tentato di Materializzarsi da qualche altra parte. Gli sarebbe andata bene anche la tana di un leone.

Ma questo avrebbe significato lasciare Hermione in balia di quel tipaccio bulgaro.

Quindi…

 

-         Ciao… - disse, tendendogli la mano. Ron fu ben felice di notare una lieve macchia scura sotto l’occhio destro del bulgaro, ricordo del pugno che gli aveva dato qualche giorno prima.

Il bulgaro lo osservò per un attimo, poi gliela strinse.

-         Salfe, Ron – gli disse gentilmente.

 

Hermione lo fece accomodare in salotto e Ron per la prima volta fece mente locale della situazione: Victor Krum seduto nel divano del suo salotto. Un incubo che si avverava.

 

Non potendo fare altrimenti, si unì a loro.

Hermione tirava fuori valanghe di argomenti futili…

“Forse cerca qualcosa di semplice che la mente di Vicky riesca a comprendere…” pensava Ron.

 

E così finirono per parlare della nuova stagione di Quiddich, di vacanze, del tempo e per un po’ anche di politica.

O per lo meno, Victor ed Hermione parlavano, mentre Ron si limitava ad annuire o a qualche verso indecifrabile.

 

Finchè non si passò ad un argomento delicatissimo… i ricordi del passato.

Precisamente del loro quarto anno a scuola, dunque del Torneo Tremagli, dunque del ballo del Ceppo… Bingo!

 

Ti pareva che proprio quello doveva venir fuori!

Ron in effetti, non ne aveva calcolato l’eventualità. Pensò di ritirarsi momentaneamente in cucina, mentre gli altri due riportavano alla luce quella triste situazione, ma alla fine rinunciò.

 

-         Eri dafero pellissima, Hermionni – le disse Victor, pulendosi la bocca con il tovagliolo.

-         Niente di che! – rispose lei, distogliendo lo sguardo – Tutto merito di tante ore di trucco…

-         Ma che dici? – riprese lui convinto – Tu sei pella dal primo momento che ti ho fista… fino ad occi!

 

Ron decise che era quello il momento giusto per intervenire, per evitare di fare la figura del perfetto idiota.

-         Concordo! – disse guardando Hermione, che gli sorrise arrossendo.

 

Krum si voltò a guardarlo, come se si fosse appena accorto della sua presenza.

-         Tu eri fenuto al pallo, Ron? – gli disse, curioso.

-         Si… - rispose Ron secco, bevendo un lungo sorso di vino dal suo bicchiere.

-         Ah… - disse il bulgaro, dubbioso – Però io sono stato più feloce io ad infitare Hermionni!

 

Ron annuì, arrossendo. Evitò accuratamente di incrociare lo sguardo di Hermione, che poco dopo si alzò e sparì in cucina dicendo che doveva prendere il dolce.

 

In sua assenza, Victor e Ron rimasero in silenzio, senza guardarsi.

-         Ron – disse d’improvviso Krum, guardando in direzione della cucina. Forse sperava che Hermione non arrivasse – Folefo dirti che mi dispiace per quello che è successo la settimana scorsa. Siamo stati tue incoscienti…

 

Sembrava  sincero. Ron tentò di dire qualcosa, anche se in realtà non sapeva cosa, ma Victor continuò.

-         Folefo che tu sapessi che io non c’entro nulla con la stampa. Avevo tetto al mio assistente che la cosa tofefa rimanere prifata, ma efitentemente… qualcuno ha parlato…

 

-         Non c’è problema Victor, mettiamoci una pietra sopra – Ron era alquanto rigido, ma comunque compiaciuto nell’aver ricevuto le scuse di Krum.

Anche se in realtà, ci pensò su Ron, Krum non si era scusato proprio per ciò che aveva detto; più che altro per le botte che si erano dati a vicenda. Ma era comunque un passo avanti.

 

La loro amichevole conversazione fu interrotta dall’arrivo di Hermione che depose al centro del tavolo il dessert: una magnifica torta alla panna montata.

Entrami gli uomini non sapevano se al momento fosse più invitante la vista di Hermione o del dolce.

 

Ron non aveva dubbi su quale preferisse.

Si voltò verso Victor e notò che anche lui la osservava con sguardo adorante.

D’altra parte non poteva dargli torto. Quella sera Hermione era  splendida.

Certo che poteva scegliere un altro giorno per indossare quel vestito… sembrava quasi che l’avesse fatto apposta…

 

Continuarono a chiacchierare. Ron, dopo le scuse di Krum, si era un po’ sciolto, anche se continuava a lanciare occhiate di sbieco a Hermione.

Verso le dieci e mezza, Krum disse che doveva andar via; la mattina dopo aveva degli allenamenti importanti e l’allenatore non avrebbe accettato ritardi.

 

-         Torna a trovarci presto, Victor! – gli disse Hermione abbracciandolo, sulla porta.

-         La prossima folta dofete fenire foi! Grazie di tutto, Hermionni! – disse Krum, rispondendo all’abbraccio.

 

Ron ebbe l’impulso di afferare Hermione per un braccio e tirarla indietro, ma non lo fece.

Quando si staccarono, Victor si rivolse a Ron e gli porse la mano.

-         Arrivederci, Ron – disse sorridendo – E complimenti per tuo destro! – Aggiunse alludendo al cazzotto che Ron gli aveva mollato l’ultima volta.

-         Grazie, anche il tuo non è male! – gli rispose Ron sorridendo, toccandosi una spalla.

 

Anche lui infatti si era beccato un bel pugno; aveva la spalla ancora indolenzita.

Quando Krum se ne fu andato, Hermione si appoggiò alla porta e incrociò le braccia.

-         A cosa è dovuta la tua aria gongolante? – chiese a Ron.

-         Mah… - fece con finto disinteresse – Niente… Krum mi ha chiesto scusa per l’altro giorno…

-         Davvero? – fece lei sorpresa – E tu? Cosa gli hai detto?

-         Che non doveva preoccuparsi!

-         Ah… - rispose Hermione. Non sembrava affatto contenta. Rimase a fissarlo un momento in quella posizione, che a lui sembrava estremamente sexy.

 Ron si avvicinò a lei con sguardo sornione, ma lei si scansò velocemente.

 

Hermione girò sui tacchi e andò in cucina.

“ E così si è limitato ad accettare le scuse di Victor, come se fosse solo colpa sua.” Pensò Hermione indispettita.

 

Ron la seguì e la trovò in cucina che faceva degli incantesimi per lavare le pentole.

Si avvicinò e la abbracciò da dietro, baciandole una tempia.

-         Cosa c’è? – chiese lui.

-         Niente. – rispose lei, standosi leggermente – Sono solo un po’ stanca… e le scarpe iniziano a farmi male!

 

Ron sorrise – Perché non vai a cambiarti? Continuo io qui…

Hermione non disse nulla; lo guardò con sguardo grato e gli diede un bacio sulla guancia prima di lasciare la cucina. Ron rimase a fissarla fino a che non sparì alla vista.

 

Continuò ad armeggiare con la bacchetta e le pentole; aveva finito di sistemare tutto, quando Hermione tornò in cucina. Quando la vide, Ron rimase senza aria…

 

La ragazza indossava una camicia da notte arancione, che Ron non aveva mai visto.

In realtà Hermione non aveva mai indossato quel tipo di indumenti. Le arrivava fin sopra al ginocchio e la scollatura anche era molto…generosa.

 

-         Wow… - fu l’unico suono che lui riuscì ad emettere.

Evidentemente lei non lo aveva sentito. Si avvicinò al lavandino, apparentemente senza accorgersi delle occhiate estasiate che Ron le stava lanciando, e aprì il lavello per prendere un bicchiere d’acqua.

 

-         Non pensavo ti piacesse l’arancione… - disse Ron riprendendo a respirare.

-         Infatti non è arancione… - disse lei lentamente – E’ albicocca! – aggiunse come se la cosa fosse scontata.

 

Hermione si era sciolta i capelli, notò Ron. Adesso le ricadevano liberi sulla schiena, come piacevano a Ron.

-         Qualunque colore sia… lo adoro! – le disse, e prima che lei potesse reagire, l’afferrò per un braccio e la baciò.

 

Fu contento di sentire le labbra di Hermione distendersi in un sorriso.

Poco dopo lei si allontanò un po’, lasciandolo ancora stordito. Lei si sedette su una sedia, incrociando le gambe. Inevitabilmente lo striminzito indumento che indossava si alzò ancora di più.

Anche Ron dovette sedersi, più che altro per evitare di cadere.

 

-         Allora… come ti è sembrata la serata? – chiese lei, dondolando una gamba.

Ron osservava quel movimento con la bocca aperta…. Su, giù… su, giù…

Quando il suo cervello riprese a funzionare, riuscì a formulare una frase decente. O quasi.

-         Si… è stata… positiva…

-         Positiva? – ripeté lei, arricciandosi una ciocca di capelli intorno ad un dito.

 

Per un attimo, Ron si chiese se Hermione stesse tentando di sedurlo. Se era così, ci stava riuscendo.

-         Già…

Hermione si alzò e gli passò accanto.

-         Visto che è tutto in ordine io vado a letto… - gli disse, inclinando la testa in modo adorabile.

Ron cedette una seconda volta, con uno scatto la fece sedere sulle sue ginocchia e prese a baciarle il collo.

 

Hermione rise – Così mi fai il solletico…

Detto questo si alzò, lasciando Ron, per l’ennesima volta, come un pesce lesso.

-         Ti aspetto di la… - gli disse. Detto ciò si chinò verso di lui per dargli un caloroso, seducente e passionale bacio… sulla fronte.

 

Ron era praticamente sbalordito.

Era tutta la sera che Hermione gli lanciava degli strani segnali… poi però, quando lui si avvicinava, lei fuggiva…

 

C’era decisamente qualcosa che non andava…

Pi un’idea gli attraversò la mente… che lei sapesse?

No, no… come avrebbe potuto?

Solo la sua famiglia era a conoscenza del rimedio Weasley.

Nessun altro.

 

E poi… terrore.

Ginny. Era stata lei.

 

Ron in quel momento capì tutto.

Hermione voleva vendicarsi. Il suo scopo era sedurlo per poi lasciarlo a bocca asciutta.

Prese a sudare. Si mise le mani tra i capelli, nella speranza di trovare una soluzione.

 

Doveva solo cercare di resistere. Già, ecco tutto.

Decise che quello era il momento di andare in camera. Era nel terrore. Non ci sarebbe mai riuscito.

 

Arrivò vicino la camera, consapevole di ciò che lo aspettava dentro.

La devi ignorare, Ron. Ignorala, ignorala…si ripeteva.

 

Prima di aprire la porta Ron pensò che dopotutto partiva avvantaggiato: adesso sapeva che lei sapeva.

Gia… ma questo quanto l’avrebbe aiutato???

 

 

Eccomi di nuovo da voi!

Scusate per il ritardo, ma sono appena tornata… spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo!

 

Grazie 1000 a tutti coloro che hanno letto e recensito i chap precedenti! Besitos, Titti!

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Quando Ron entrò in camera, Hermione era sul letto, appoggiata a dei cuscini, a leggere un libro

Quando Ron entrò in camera, Hermione era sul letto, appoggiata a dei cuscini, a leggere un libro.

Con suo gran sollievo, non si voltò per guardarlo; così Ron, cercando di mantenere la calma, entrò nel bagno a lavarsi i denti.

 

Al suo ritorno, Hermione era nella stessa posizione e lo stava ignorando. Grazie, Merlino.

Ron andò dalla propria parte del letto e, timoroso, si appoggiò allo schienale con una rivista in mano.

 

Attese per qualche minuto, fingendo di leggere.

Hermione né lo stava guardando, né tanto meno gli stava parlando. Meglio così.

 

Un po’ più tranquillo, Ron prese a sfogliare la sua rivista, pensando di essersi sbagliato sull’ipotetico piano diabolico della ragazza. Si diede persino dello stupido per aver pensato una cosa del genere.

 

Finché…

 

-         Ron? – lo chiamò lei.

-         Dimmi…

-         Cos’era quella storia della spalla?

-         Oh, niente… - cercò di deviare Ron – Il tuo amico ha cercato di darmi un pugno in faccia, ma sono riuscito a deviare il colpo.

 

Hermione lo guardò seria. Poi sorrise.

Ron iniziò seriamente a preoccuparsi quando lei chiuse il grande libro che stava leggendo e lo depose sul comodino.

 

-         Povero, il mio amore… - disse lei mettendosi in ginocchio sul letto – Ti fa ancora male? Vieni qui, ti faccio un massaggio…

A Ron per poco non venne un colpo. Ingoiò più volte. No, il massaggio no…

Era sicuramente uno dei punti deboli di Ron; poi se la massaggiatrice in questione era Hermione vestita con quel cosino arancione… aveva già perso in partenza.

 

-         Non ti preoccupare, Mione… è tutto a posto – tentò invano. Sapeva già che Hermione non avrebbe mollato. Infatti…

-         Dai! Vedrai che starai ancora meglio! – insistette lei – Voltati, adesso!

 

Era più o meno un ordine a cui Ron non poté sottrarsi. Rassegnato, dunque, si sedette sul letto  dandole le spalle, pronto a subire quella piacevole tortura.

 

Hermione prese a massaggiargli la schiena, mentre Ron sudava a freddo.

Le sue mani andavano sopra e sotto sulla schiena irrigidita di Ron. Fu proprio quando stava iniziando a rilassarsi sotto quel tocco, che Hermione lo riportò alla realtà…

 

-         Togliti la maglietta, Ron!

-         C-cosa? – disse Ron arrossendo.

-         Ho detto di levarti la maglia – ripeté lei lentamente.

 

No, no, no. Questo proprio non ci voleva.

-         Ma Mione… - tentò di protestare Ron.

-         Ron, perché tante storie! Non sarebbe mica la prima volta che ti vedo senza maglia, no?

 

A questo punto lui fu costretto a cedere. Non riuscì a trovare una scusa credibile.

Si sfilò la maglia, rivelando i suoi addominali scolpiti.

Hermione riprese il suo massaggio. Le sue mani lasciavano dei brividi bollenti sulla schiena di Ron, il quale tentava di resistere in silenzio.

 

Però, quando le mani di Hermione arrivarono fin sul collo, Ron le afferrò di scattò e si voltò verso di lei.

No, no… così cado nella sua trappola. Se ora mi avvicinassi, lei si tirerebbe indietro…” pensò Ron tra sé.

 

Hermione sembrò stupita da quello scatto improvviso, ma non disse nulla. Sui limitò ad osservarlo in silenzio, mentre lui le stringeva ancora le mani.

 

Quando si riscosse, Ron le prese una mano e gliela baciò.

-         Grazie, Mione… adesso va molto meglio – e prima che lei potesse dire o fare qualsiasi altra cosa, Ron si infilò sotto al lenzuolo, tentando di coprirsi e riprese la sua rivista, cercando di sembrare naturale.

 

Hermione lo guardò a bocca aperta.

Possibile che la tecnica del massaggio non avesse funzionato?

Fortuna che lei fosse così previdente e si era preparata un piano di riserva.

 

-         Ron? – lo chiamò ancora, poco dopo.

Ron si voltò verso di lei senza parlare.

-         Ti dispiacerebbe aiutarmi con questa? Non vorrei rischiare di rovinare il libro con le mani unte…

 

Hermione gli stava passando un flacone di crema idratante per il corpo. La usava ogni sera, sulle gambe.

Ron sospirò… “Anche questo no, ti prego…”

 

Rassegnato afferrò la crema e se ne verso un po’ su una mano.

Stai al suo gioco… tra un po’ dovrà pur stancarsi…”

Hermione stese la gamba destra verso di lui. Ron con mano tremante la afferrò e iniziò a spalmare la crema, stando ben attento a non andare oltre il ginocchio, perché a quel punto non sarebbe stato più responsabile delle sue azioni.

Non riuscirei a sopportare un suo rifiuto… devo resistere e basta.”

 

Quando ebbe finito anche con la seconda gamba, Ron le posò un bacio all’altezza della caviglia, soddisfatto del suo autocontrollo.

Un po’ contrariata, Hermione lo ringraziò e ritirò le gambe.

 

Tutto contento, Ron afferrò nuovamente il giornale.

Ma Hermione parlò di nuovo.

-         Ron?

 

Stavolta Ron ebbe seriamente paura di girarsi.

-         Un’ultima cosa… mi aiuti a metterla qui? – disse lei, dolcemente.

Si era seduta sul letto e aveva spostato i capelli da un lato, indicandogli la schiena.

Ron si mise in ginocchio e prese in mano il tubetto di crema.

 

Stava proprio per versarsene una piccola dose sulla mano, quando Hermione, per fargli più spazio, si spostò leggermente la bretellina della sua nuova camicia da notte.

 

Ron ebbe l’impulso di prendere il flacone di crema e tirarlo contro il muro.

Per quanto sarebbe continuata questa storia?

Conoscendo Hermione, non si sarebbe arresa mai.

Conoscendo Ron, prima o poi sarebbe capitolato.

 

Ron pensò che fosse inutile continuare a torturasi in quella maniera.

-         E va bene, Hermione – disse Ron, lasciando cadere il flacone sul letto – Hai vinto tu. Mi arrendo.

 

Hermione si voltò verso di lui. Con aria compiaciuta si sistemò la bretellina e lasciò andare i capelli.

-         E’ stata Ginny a dirtelo, vero? – chiese Ron.

-         Dirmi cosa? – fece lei, fingendo di non aver capito. Ron capì che voleva metterlo in difficoltà.

-         Del rimedio Weasley.

-         E cosa sarebbe? – insistette lei.

 

Ron sbuffò.

-         Andiamo, Mione…lo sai benissimo! E’ tutta la sera che mi torturi! – disse alzandosi dal letto – Quindi va bene, ho sbagliato. Ma adesso basta, ti prego. Tu non sai quanto sia stato difficile per me resistere a tutto questo! – disse indicando lei con un gesto delle braccia.

 

-         Come è stato difficile per te? – disse lei, inginocchiandosi sul letto. Era visibilmente arrabbiata – Perché, Ron, credi che per me sia stato facile fare… l’oca, per tutta la sera?  Fare la smorfiosa… vestirmi in questo modo? – disse indicando la sua camicia da notte – Che ti serva di lezione, Ron! Vedi a cosa portano questi giochetti?- aggiunse alludendo al rimedio Weasley.

 

-         Mione, ma io l’ho fatto solo perché tu non volevi parlarmi… e io non riesco a stare senza di te!

Ron aveva tentato la via della romanticheria. Ma Hermione non abboccò.

-         E credevi che, con questo giochetto avresti risolto tutto?

-         Ci sarei riuscito se quella bocca larga di mia sorella si fosse fatta gli affari suoi!

 

Hermione trattenne un sorriso. Incrociò le braccia e chiese:

-         Quando hai capito che sapevo del rimedio Weasley?

-         Diciamo che ho immaginato che avessi qualcosa in mente, perché ogni volta che mi avvicinavo… tu mi evitavi. Così mi sono imposto di resistere – spiegò Ron, continuando a stare in piedi – E credimi… neanche combattere contro Voldemort è stato difficile come questo!

 

Hermione rise.

-         Ben ti sta!

 

-         Sei ancora più bella quando ridi… - le disse Ron.

-         Puoi avvicinarti, sai?

 

Ron, timoroso, si avvicinò al letto.

-         Guarda che non ti mangio mica! – aggiunse lei divertita, vedendolo così incerto.

-         Ho paura che se mi avvicinassi, tu ti allontaneresti…

-         No, dai… basta con questi giochini.

 

Sollevato, Ron tese una mano per toccarle il viso…

-         Ah-ah! – fece lei di scatto.

Ron tirò velocemente la mano indietro, impaurito.

 

Hermione rise.

-         Piccola strega malefica… - disse lui, ridendo a sua volta.

-         Dai che scherzavo, scemo!

 

Detto questo, si slanciò verso di lui, gettandogli le braccia al collo…

 

-         Sai… - disse Ron – Potrei anche abituarmi a questi completini…

-         E’ un acquisto di tua sorella!

-         Ah! In questo caso… ricordami di ringraziarla…

 

The end!

E anche questa ff si conclude!!

Penso di tornare presto a rompervi le scatole con un’altra storia!!!

Di questa che ne pensate?? Alla prossima! Titti

 

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