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Harry
adorava la domenica mattina, per tanti motivi. Trascorreva tutta la settimana
nella sua attesa.
Gli
piaceva perché non doveva andare a lavorare; perché poteva dormire di più, e
soprattutto perché poteva passare più tempo con Ginny.
Si
svegliò di buon ora quella mattina. Aveva deciso di sorprenderla, portandole la
colazione al letto. In realtà non sapeva da dove fosse uscita tutta quella
galanteria; ma a quel punto, tanto valeva approfittarne.
Così,
si trascinò lentamente in cucina, attraversando la stanza semibuia, dove Ginny
dormiva ancora serenamente.
Mise
su il caffè, tirò fuori il succo di zucca dal frigo, preparò delle frittelle
(impiastrando tutta la cucina, aggiungerei. A Ginny sarebbe preso un colpo. Ma
sono dettagli), sistemò tutto su un vassoio e prima di salirgliela in camera,
passò a prendere il giornale fuori la porta.
Ginny
leggeva il giornale tutte le mattine, e quando non faceva in tempo a casa, se
lo portava al lavoro, e gli dava un’occhiata nel primo buco libero.
Dunque,
posizionato anche quello sul vassoio, Harry si decise a raggiungere la stanza
da letto.
Ginny
dormiva ancora. Harry, dopo aver posato il vassoio sul comò, si avvicinò alla
finestra e scostò leggermente le tende rosa, lasciando che un po’ di luce illuminasse
la stanza.
Infastidita
da quella luce improvvisa, Ginny infilò la testa sotto il cuscino, mugugnando
qualcosa di incomprensibile.
-Dormigliona? Ma lo
sai che ore sono? – le disse Harry, sedendosi su letto con il vassoio sulle
gambe.
Ginny
riemerse lentamente, gli occhi ancora assonnati.
-Buongiorno,
guastafeste… stavo facendo un sogno bellissimo… e tu mi hai svegliato! – gli
disse, sbadigliando.
-Sul serio? Sono
terribilmente dispiaciuto… - la prese in giro lui, accarezzandole una guancia –
E cosa stavi sognando, se posso saperlo?
-Non te lo posso
dire, altrimenti non si avvera! – disse Ginny, facendogli l’occhiolino.
Harry rise.
-E… pensi che posso
farmi perdonare con questa? – disse poi, indicandole il vassoio con la
colazione.
-Direi proprio di si!
– fece lei, afferrando un biscotto e baciandolo sulle labbra.
Rimasero
a coccolarsi per un po’, poi fecero colazione insieme.
-Cosa abbiamo in
programma per oggi? – disse Harry ad un certo punto, sorseggiando il suo caffè.
-I miei ci hanno
invitato per pranzo. – rispose Ginny, afferrando la Gazzetta del profeta.
-Ah, già! Me lo
aveva accennato ieri Ron…
-Si, infatti vengono
anche lui ed Hermione. Mia madre non si è raccomandata altro… Dice che Hermione
lavora troppo e che deve assolutamente prendersi un giorno di riposo.
-Sicuramente Ron non
ha di questi problemi! Di solito è l’ultimo ad arrivare e il primo ad
andarsene…
Ginny
sbuffò; non c’era pericolo che suo fratello lavorasse troppo. Lui ed Hermione
erano l’esatto opposto: l’una grande lavoratrice, l’altro uno scansafatiche. Ma
alla fine, gli opposti si attraggono; e non poteva certo negare che tra quei
due ci fosse una certa attrazione. Sorrise a questo pensiero.
-Non ne dubito
guarda… - disse Ginny, aprendo il giornale.
Sfogliò
distrattamente le prime pagine. Niente di interessante. Era da un po’ di giorni
che nel mondo magico non accadeva nulla su cui valesse la pena scrivere un
articolo, a quanto sembrava.
Un
articolo su un evento di beneficenza a Diagon Alley… uno su un torneo giovanile
di Quiddich… una pubblicità su un nuovo negozio di scope… Erano questi gli
articoli nelle prime pagine. Di sicuro quindi, nelle altre non ci sarebbe stato
niente di interessante.
Fu
un articolo in quarta pagina che attirò la sua attenzione.
Lo iniziò a leggere e per poco non le andò di traverso il
succo di zucca che stava bevendo.
Tossendo
e sputacchiando il succo un po’ dappertutto, tentò di riprendersi.
-Ginny! Fai
attenzione! – le disse Harry dandole dei colpetti sulla schiena – Respira,
respira…
Ginny
seguì il suo consiglio, ma subito riprese in mano il giornale per continuare a
leggere l’articolo.
No,
no, no. Non poteva essere.
“Merlino,
ti prego! Fai in modo che non è come penso!”
Harry
rimase un secondo stupito di fronte a tutta quella agitazione della sua
ragazza.
-Gin, si può sapere
che succede?
Ginny
lo guardò un attimo. Poi guardò di nuovo il giornale.
Infine,
senza degnarlo neanche di una risposta, corse verso la scrivania, prese un
foglio di pergamena e iniziò a scrivere.
Sperava
tanto di sbagliarsi. Ma in realtà, temeva di sapere chi fosse il responsabile
di ciò che aveva appena letto…
Allora?? Come vi sembra come inizio? Vi assicuro che ne
accadranno di tutti i colori… considerando poi che ci stanno di mezzo Hermione
e Ron… è tutto dire! Aspetto di sapere cosa ne pensate! Baciotti!
Quando Hermione aprì gli occhi, erano da poco passate le sette
Quando Hermione aprì gli occhi, erano da poco
passate le sette.
Come una sonnambula si alzò dal letto e aprì
l’armadio.
-Ron…
- biascicò, la voce ancora impastata dal sonno – Ron! Svegliati, sono le sette
e dieci… Ron!
-Ecco,
ecco… sono sveglio! – rispose lui. Aveva ancora gli occhi chiusi e stava
tentando di trovare le ciabatte, invano.
Quando finalmente, riuscì a mettersi in piedi, con
uno sbuffo ricadde di peso sul letto.
-Mione,
ma oggi è domenica! – piagnucolò – Mi butti giù dal letto anche quando posso
dormire!
Lei, che stava ancora in trance davanti
all’armadio, sembrò riscuotersi. Si avvicinò al letto e ci si inginocchiò
sopra, chinandosi verso di lui.
-Amore,
hai ragione! Scusami… - disse, baciandolo più volte sulle guance – Rimettiti a
dormire! Dormi, dormi…
Tentò di alzarsi, ma Ron l’afferrò ad un braccio.
-Eh,
no bella mia! – le disse, bloccandola – Dove credi di andare? Prima mi svegli e
mi fai passare il sonno, e dopo pensi di svignartela così?
Lei rise, gettando la testa all’indietro.
-Adesso
devi farti perdonare! –aggiunse, tirandola verso di se.
-Ah,
si? – fece lei – E sentiamo, cosa dovrei fare?
-Questo
è un tuo problema! – rispose Ron, passandole una mano tra i capelli.
-Uhmmm,
vediamo… - disse Hermione, fingendo di pensare – Che ne dici di una porzione
maxi di frittelle di zucca?
Anche Ron si mise in ginocchi o sul letto e,
avvicinandosi di più a lei, le bisbigliò in un orecchio:
-Preferirei
una maxi porzione… di te!
Lei rise ancora e si lasciò trasportare dal bacio
travolgente che Ron le stava regalando…
***
Fu uno strano ticchettio, che dopo un po’ di tempo,
li riportò nel mondo reale.
-Lo
senti anche tu? – disse Ron, guardandosi intorno, senza togliere le mani dalla
vita di Hermione.
-Si…
che diavolo…? – fece lei.
Poi lo vide. Anzi, la vide.
Fuori la finestra, appollaiata sul davanzale, c’era
la civetta di Harry e Ginny.
Hermione andò velocemente ad aprire, lasciando
entrare il volatile.
Poi slegò il biglietto sulla zampetta e lasciò che
se ne andasse via.
-E’
per me. – disse leggendo il foglio – Lo manda Ginny.
Ron sbuffò, alzandosi dal letto – Mia sorella
riesce a rompere le scatole anche a distanza!
Lei gli tirò un cuscino, ma lui riuscì a prenderlo
al volo.
-Tanti
anni di portiere saranno serviti a qualcosa, no? – disse Ron, sogghignando –
Vado a farmi la doccia…
Hermione gli sorrise e si sedette sul letto.
Aprì il biglietto e si stupì nel leggere solo:
Vai a pagina 4 della
Gazzetta del Profeta.
Ci vediamo alla Tana.
Ginny
Ok, ok. Ginny era sempre stata un tipo… originale.
Ormai Hermione ci si era abituata.
Comunque, incuriosita da quello strano biglietto,
andò in fretta sulla terrazza in cucina, dove ogni giorno un gufo marrone e
nero lasciava il giornale e rientrò.
Accompagnata dallo scrosciare dell’acqua nella
doccia, stese il giornale sul tavolo e febbrilmente sfogliò la rivista fino a
pagina 4.
Lo sguardo le cadde subito sulla foto; fu solo in
un secondo momento che si dedicò al titolo.
Victor Krum: aggredito all’uscita dello stadio
Victor Krum, celeberrimo cercatore della Nazionale
Bulgara, è stato aggredito ieri nei pressi dello stadio di Quiddich londinese.
Secondo un testimone anonimo, il giocatore è stato coinvolto in una rissa…
Un Medimago del San Mungo, assicura che le
condizioni del giocatore non sono gravi: alcune voci affermano si tratti solo
di un lieve ematoma dovuto alla colluttazione.
Victor Krum ha categoricamente rifiutato di parlare
dell’accaduto, ma un suo portavoce accerta che si è trattato solo di un banale
incidente.
Tutta le redazione porge i migliori auguri per una pronta guarigione…
Al centro della pagina, campeggiava la foto di Krum
con un occhio nero e un’aria un po’ sbattuta.
Stava giusto per rileggere l’articolo, quando sentì
dei passi avvicinarsi.
Velocemente, fece sparire il giornale.
Ron diventava sempre parecchio nervoso nel sentir
parlare di Krum; tanto che tutti cercavano accuratamente di evitare
l’argomento.
Così con un agile scatto, Hermione riuscì ad
infilare la Gazzetta sotto una pila di riviste su un ripiano lì in cucina, poco
prima che Ron entrasse.
-Allora…
cosa voleva Ginny? – le chiese, versando del succo di zucca.
-Come?
No… niente! – improvvisò lei – Mi chiedeva se potevo prestarle la mia pochette
dorata… ha una cena di lavoro…
-E
non poteva chiedertelo oggi a pranzo? – chiese ancora Ron, porgendole un
bicchiere.
-
Ma da quando era diventato così curioso?
-No,
perché… perché… mi ha chiesto di portargliela proprio alla Tana! – rispose
esultante Hermione, orgogliosa della sua scusa.
-Ah.
– fece Ron senza sollevare altre obiezioni.
Fecero colazione normalmente. Ron si offrì anche di
preparare dei biscotti. Sicuramente era meglio di lei in cucina. Lui e Ginny
avevano ereditato il talento da mamma Molly.
Hermione e Harry di solito si limitavano a
mangiare. E questo gli andava più che bene.
Anzi… magari Harry, di tanto in tanto dava anche un
aiuto a cucinare. Hermione invece era praticamente bandita dalla cucina.
Mentre Ron si dava da fare con l’impasto dei
biscotti, lei continuava a pensare all’articolo.
Perché Ginny voleva tanto che lei lo leggesse?
Proprio non riusciva a capirlo.
Già… non lo capiva…
Salve a tutti!
Innanzitutto, GRAZIE MILLE a tutti
coloro che hanno recensito il primo chap!
Spero che questo sia di vostro
gradimento! Diciamo che il secondo capitolo spiega un po’ di cose…ma non tutte!
Vi aspetto al prossimo! Titti
-Ciao, cari! Entrate, entrate!
– li accolse Molly.
Era
ormai una specie di tradizione pranzare alla Tana, la domenica.
Tradizione
che negli ultimi tempi era stata un po’ trascurata per via dei loro impegni.
Harry
e Ginny non se lo fecero ripetere due volte. Entrarono in casa e notarono
subito che il tavolo era già apparecchiato.
Dalla
cucina provenivano delle voci indistinte, probabilmente gli altri erano già
arrivati.
-Ron ed Hermione sono già qui?
– chiese Ginny.
-No… Sono sicura che è colpa
di Ron – fece Molly, convinta – E’ sempre stato l’ultimo ad essere pronto!
“Oppure
è in atto una delle loro folli litigate” pensò Ginny.
Seguirono
la signora Weasley in cucina, dove c’erano anche gli altri: Bill e Fleur,
George e Percy.
Mentre
Harry chiacchierava con gli altri, Ginny attendeva impaziente l’arrivo di
Hermione e Ron.
-Ginny, cos’hai? – le chiese
il Signor Weasley, avvicinandosi – Ti vedo piuttosto tesa…
-Nulla, papà… - rispose lei,
cercando di sorridere – Ho soltanto un po’ di pensieri, tutto qui…
Aveva
appena finito di pronunciare questa frase, quando sentirono degli strani rumori
provenire dal camino. Infatti, poco dopo ne uscì Hermione, seguita a ruota da
Ron.
-Papà, dovreste far pulire
questo camino! Stavo rischiando di rimanere soffocato dalla fuliggine! – disse
subito Ron, spolverandosi la maglia.
-Hermione, tesoro! – cinguettò
Molly – Vieni qui, fatti abbracciare!
Non
c’erano dubbi che Hermione fosse la nuora preferita di Molly, nonostante lei e
Ron non fossero ancora sposati. Anche se il rapporto con Fleur andava
migliorando, non era certo paragonabile a quello che la signora Weasley aveva
con Hermione.
Quando
gli ultimi arrivati ebbero salutato tutti i presenti, Molly ordinò di prendere
posto in sala, annunciando che il primo era quasi pronto.
Ginny
approfittò di quell’occasione per prendere in disparte Hermione.
-Allora? – bisbigliò, cercando
di non farsi sentire dagli altri – Hai letto l’articolo?
-Si, Gin… - rispose Hermione,
mettendosi una ciocca dietro l’orecchio – Ma proprio non capisco…
-Ma cosa ho sentito! – disse
una voce alle loro spalle. Entrambe sobbalzarono- Sarebbe la prima volta che Hermione Granger non capisce
qualcosa!
Ron
era appena apparso dietro di loro dal nulla.
-E cos’è che non avresti
capito? – chiese curioso.
Hermione
e Ginny si scambiarono uno sguardo.
-Non ho capito… - improvvisò
Hermione, tentando di sorridere – Come tua sorella pretendeva di abbinare una
borsa blu su un abito nero!
Wow.
Hermione si stupì di se stessa. Da quando era diventata così abile a sparare
balle?
-Infatti… - riprese- Le ho portato la mia pochette…
Porse
la borsa a Ginny, che rimase imbambolata a fissarla.
-Che cosa…? – chiese la rossa.
-La pochette dorata che mi hai
chiesto stamattina, GINNY! – disse Hermione, fulminandola con lo sguardo.
-Ah! La pochette! Hai ragione…
che sbadata! – disse Ginny, dandosi un colpetto sulla fronte.
Fortunatamente
aveva percepito il messaggio. Le occhiatacce di Hermione funzionavano sempre.
-A tavola! – urlò la signora
Weasley; e i tre furono costretti ad obbedire.
Fu
un pranzo tranquillo. Hermione li adorava. Fico a quando…
-Ron, perché non mangi? –
disse premurosa la Signora Weasley – Sei dimagrito nell’ultimo periodo… mangi
poco?
-No, mamma. Tranquilla…
-E’ tutto sport, mamma… -
disse George ridacchiando. Ginny gli tirò una gomitata nelle costole. Harry per
poco non si strozzò per il ridere. Percy era diventato viola. Il signor Weasley
abbassò lo sguardo, tossicchiando.
L’unica
che sembrava non aver capito era Molly. Grazie al cielo.
A
fine pranzo, ognuno aiutò a sparecchiare.
Quando
ogni cosa fu sistemata, con molta nochalance, Ginny trascinò Hermione fuori in
giardino, mentre gli altri prendevano il caffè sulla veranda.
-Ginny, ma si può sapere che
succede? – chiese Hermione, che si stava sinceramente preoccupando.
-Andiamo Hermione! – disse
l’altra impaziente – Non Hai letto l’articolo?
-Certo! Ma che cosa c’entro
io? – disse Hermione.
Ginny
sbuffò alzando gli occhi al cielo.
Quando
lei e Ron si erano messi insieme, Ginny sperava che Ron ereditasse un po’
dell’intelligenza di Hermione. Di certo non immaginava che sarebbe stata
Hermione a raccogliere un po’ della stupidità del fratello.
-Allora – riprese Ginny, con
un tono da maestrina – cominciamo dal principio: cosa diceva l’articolo?
-Che qualcuno ha aggredito
Victor all’uscita dallo stadio – rispose Hermione.
-Bravissima! E adesso non
dobbiamo fare che due più due, no? – fece Ginny, come se la cosa fosse
scontata.
Hermione
rimase un po’ a pensare. Poi trovò la soluzione: no, non c’era nessun due più
due. Lei proprio non capiva.
Ginny
allora riprese in mano la situazione. Si avvicinò a Hermione e le pose le mani
sulle spalle.
-Allora… proviamo con un’altra
domanda. – disse pazientemente – Hermione, chi è la persona che desidera
spaccare la faccia a Krum più di tutti al mondo?
L’altra
indugiò un attimo a riflettere. Poi il suo sguardo si illuminò.
-Per la barba di Merlino…
Eccomi di nuovo qui! Lo
so… ormai non ce la fate più a sopportarmi!
Comunque… spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo!
Che risolve dei dubbi… e ne solleva altri!
Allora…. GRAZIE MILLE a chi ha recensito il chap secondo! I
vostri commenti mi fanno tantissimo piacere! E di questo che mi dite???
Hermione
rimase un attimo a bocca aperta. Ma si riprese subito.
-Ginny, no! Ma che
sciocchezza! Non lo farebbe mai…
Ginny
la fissò, alzando le sopracciglia.
-Ne sei sicura al cento per
cento?
L’altra
fece per ribattere, ma chiuse subito la bocca. Miseriaccia! Miseriaccia,
miseriaccia, miseriaccia….
Girò
sui tacchi e si diresse velocemente verso la Tana.
Ron
era ancora sulla veranda a chiacchierare con Bill, George ed Harry.
-Ron… - disse in tono
adorabile – Puoi venire un secondo con me? Dobbiamo parlare.
Lo
disse con una voce dolcissima; male, molto male.A Ron vennero i brividi. Guardò gli altri con un’espressione
nervosa. Anche i suoi compari sembravano piuttosto preoccupati.
Si
limitò a seguirla in cucina senza dire una parola. Anche perché se si fosse
rifiutato di obbedirle, lei non avrebbe esitato a farlo lievitare fin dove
voleva.
La
situazione non migliorò quando, arrivati in cucina, Hermione si chiuse la porta
alle spalle.
Sorrise
a Ron; lui ricambiò con una strana smorfia.
-Allora… - iniziò lei, frugando
nella cesta dei giornali.
Estrasse
una rivista e l’aprì sul tavolo. Sfogliò qualche pagina. A Ron sembrò che
stesse cercando qualcosa di preciso.
Infatti…
-Guarda un po’ qua… - fece
lei, passandogli il giornale.
Ron
scorse velocemente l’intera pagina. Il suo volto si contrasse quando vide la
faccia di Krum; ma si rilassò velocemente quando capì cosa gli era successo.
-E allora? – le chiese,
alzando le spalle.
-Tu non ne sai niente? – fece
lei.
Oh,
no. No, no, no. Stava usando il suo sguardo indagatore.
Ron
deglutì a fatica. Hermione lo stava fissando come se pretendesse di leggergli
nella mente.
-No… - rispose Ron,
arrossendo.
-Proprio niente? – insistette
Hermione.
-Mione, ma cosa…
Lei
fece il giro del tavolo e gli andò vicino, sorridendo.
-Ron, non ti sto accusando. Ma
ho bisogno di sapere se sai qualcosa di questa faccenda – disse lentamente, non
era arrabbiata – Quindi, ora devi guardarmi negli occhi e dirmi che non tu non
c’entri niente!
Sembrava
molto disponibile e comprensiva. Alla fine voleva solo una conferma…
Ron
deglutì di nuovo.
-Deve essere la sincera
verità? – balbettò.
Bene.
Ricordate il tono dolce, i sorrisi, l’atteggiamento comprensivo? Perfetto.
Dimenticateli.
Il
volto di Hermione sembrò subire una metamorfosi. Ron non sapeva cosa la trattenesse
dall’urlargli addosso… Per un attimo temette che prendesse le pentole posate
sulla mensola e gliele lanciasse.
-Scherzi? Dimmi che stai
scherzando! – disse, tentando di non urlare.
-Hermione, senti… non è come
dice l’articolo – tentò di scusarsi Ron, stando il più possibile lontano da
lei.
-Ah, si? E di grazia, come
sarebbe?
-Io e un paio di miei colleghi
Auror, un paio di giorni fa siamo stati mandati a fare un controllo allo
stadio… e lì c’era Krum. Abbiamo iniziato a discutere e… alla fine siamo finiti
alle mani! Mi ha provocato lui!
Hermione
lo fissò sbalordita – E ti sembra una giustificazione questa?
-No, no… hai ragione, non
avrei dovuto! Ma non mi sono riuscito a controllare! – disse Ron – Lui
continuava a dire che tu sei speciale… che con la tua intelligenza potevi fare
grandi cose… che io ti stavo solo limitando e che quando te ne saresti accorta…
mi avresti lasciato. Ma a quel punto sarebbe stato troppo tardi…
Lei
tornò del suo colorito normale, il suo viso sembrò rilassarsi.
-Ron, sono tutte sciocchezze,
lo sai benissimo! Sai che lo dice solo per provocarti!
-Mione – disse Ron – Stiamo
parlando di Victor Krum! La metà delle ragazze del Mondo Magico farebbe di
tutto per stare con lui! Ma lui vuole te! E in un modo o nell’altro
avrebbe raggiunto il suo scopo!
Hermione
lo fissò.
Era
semplicemente furiosa.
-E così il mio parere non
conta niente, Ron? Adesso è Victor che prende le decisioni al posto mio? – gli
urlò contro – Non significa niente ciò che voglio io?
-Hermione, non è questo il
punto! – se questa fosse stata una normale discussione, a questo punto avrebbe
chiesto una tregua e gliel’avrebbe data vinta. Ma non stavolta – Lui farebbe
carte false per averti, ma tu non te ne rendi conto!
-Questo dimostra che tu non ti
fidi di me, Ron! – gli rinfacciò lei.
-Io non mi fido di lui, Mione!
– rispose Ron, addolcendo il tono – E non sono pentito per quel che ho fatto…
se potessi tornare indietro farei la stessa cosa!
Lei
non rispose, si limitò a guardarlo. Pareva essersi calmata, per fortuna. Ron le
si avvicinò, tendendo un braccio verso di lei…
-Dai, piccola… - le disse,
accarezzandole il viso.
Hermione
si scostò bruscamente.
-Non provare ad avvicinarti
perché in questo momento ti potrei cruciare! – gli disse, inviperita.
Per
lo meno non stava urlando.
-Spero che il divano sia
comodo, Ronald – disse lei, aprendo la porta – Perché è li che dormirai, fin
quando non avrai imparato a fidarti di me!
Uscendo,
si scontrò con George, che sicuramente aveva sentito almeno l’ultima parte del
discorso. Per questo, Ron non si meravigliò quando il fratello, dopo esserglisi
avvicinato e avergli dato dei colpetti sulla spalla, disse sogghignando:
-Prendila dal lato positivo,
fratello: la mamma sarà contenta vedendoti riprendere qualche chilo…
Ma ciao!!!!
Allora, l’avreste mai detto? Penso di si…
Vi chiedo umilmente
scusa, ma proprio non riesco a non farli litigare questi due! Sono troppo
divertenti… e poi non sarebbero Ron e Hermione se non litigassero, no? A voi i
giudizi!! Titti
Tornati a casa, non si rivolsero la parola per tutta la sera
Tornati
a casa, non si rivolsero la parola per tutta la sera.
O
meglio, lei non gli rivolse la parola per tutta la sera; lui da parte sua
cercava ogni occasione per comunicare.
All’inizio,
Ron non era tanto preoccupato per il silenzio di lei, era già successo altre
volte.
Ma
stavolta Hermione non era disposta a collaborare ai suoi tentativi di
riappacificazione; non voleva proprio mollare.
Basta
pensare che era ancora decisa a farlo dormire sul divano.
Quindi,
a mali estremi… estremi rimedi…
TOC
TOC.
Alcuni
minuti dopo che Hermione si era chiusa in quella che, fino alla mattina, era
stata la loro stanza, Ron andò a bussare. Attese alcuni secondi; sicuramente
non si stupì di non ricevere una risposta. Per questo, poco dopo aprì.
La
trovò sul letto, appoggiata allo schienale, con un grande libro in grembo. Era
pronta per andare a dormire: indossava già la camicia da notte. Perfetto.
-Mione… - disse gentilmente –
Posso usare questo bagno? Non mi ci trovo nell’altro…
Lei
lo guardò. Acconsentì con un gesto della mano. Ancora non voleva parlargli.
Ron
entrò nel bagno della camera da lettoe
si prese tutto il tempo che gli occorreva per farsi la doccia. Anche del tempo
in più, diciamo.
Hermione
si stava giusto chiedendo cosa stesse combinando Ron in quel bagno, visto che
per farsi una doccia ci stava mettendo un’eternità, quando la porta si aprì e
per poco ad Hermione non venne un colpo.
Un
Ron, tutto bagnato e gocciolante, stava uscendo dal bagno soltanto con un
piccolo asciugamano legato intorno alla vita. Hermione si ricordò giusto in
tempo di chiudere la bocca.
Era
troppo impegnata ad osservare le gocce d’acqua che scivolavano sui pettorali
scolpiti di Ron per sentire quello che lui le stava dicendo.
-Mione? – chiamò lui.
-Eh? – si riprese lei.
Mentalmente
maledisse l’istruttore Auror. Era tutta colpa sua se adesso lei non riusciva a
togliere gli occhi di dosso a Ron. Con quei capelli bagnati poi… perché si
desideravano sempre le cose proibite?
-Ti chiedevo se sai che fine
ha fatto il mio accappatoio… - continuò lui.
-L’ac-accappatoio… già… -
Chiuse il libro di scatto e lo posò sul comodino. Si alzò dal letto e andò
verso il bagno, camminando scalza.
Stava
giusto per chiedergli a cosa gli servisse l’accappatoio, ma riuscì a
trattenersi.
-Dovrebbe essere qui in bagno,
se non mi sbaglio… perché io non l’ho toccato… - disse ancora lei entrando nel
bagno.
Ma
niente, non c’era.
-No, qui non c’è. Ho già
controllato – disse Ron, apparendole da dietro – Vabbè, non importa… prenderò
un altro asciugamano…
Fece
per uscire, ma lei lo trattenne per un braccio.
-Pensavo… - disse lei – Magari
potremmo fare una tregua per stasera… e potresti rimanere a dormire con me
questa notte…
Ron
sorrise e la tirò verso di se.
-Non chiedo di meglio, amore…
Da
quel momento, l’asciugamano divenne l’ultimo dei loro pensieri…
L’indomani,
Hermione raggiunse Ginny in una tavola calda vicino il Ministero. Facevano
sempre colazione insieme il lunedì mattina.
-A proposito… la mamma si sta
ancora chiedendo perché tu e Ron avete discusso ieri alla Tana – disse Ginny,
tentando di fare un cenno al cameriere per prendere le ordinazioni – E quel
geniaccio di Harry sai che scusa ha inventato? Le ha detto che tu e Roneravate in disaccordo sul luogo in cui trascorrere
le vacanze estive!
-Ma stiamo a novembre! – disse
Hermione, confusa.
-Appunto! – rispose Ginny,
riuscendo finalmente ad avere l’attenzione del cameriere che le raggiunse
subito – Almeno la mamma ha fatto finta di crederci. Ma se fossi in te, mi
preparerei ad un possibile interrogatorio…
Finalmente,
riuscirono ad ordinare la colazione. Il cameriere si fece perdonare per la
lunga attesa, portandogliela subito. Almeno quello.
-Allora? – disse Ginny,
aggiungendo dello zucchero al cappuccino – Mio fratello sta ancora tentando di
farsi perdonare?
-Emh…
Ginny
la fissò sorpresa.
-Non dirmi che gliel’hai data
vinta così facilmente! – disse ad Hermione, fermandosi con il cucchiaino a
mezz’aria – Non è da te! Pensavo che, dopo la faccenda di Krum, come minimo
l’avresti tenuto in punizione per una settimana!
Hermione
sorrise – Se devo essere sincera, all’inizio la mia intenzione era quella, ma
poi…diciamo che c’è stato un piccolo disguido…
Ginny
gli mandò uno sguardo inquisitorio. Poi sorrise a sua volta.
-Fammi indovinare – fece – Mio
fratello non avrà per caso usato il trucchetto dell’asciugamano, vero?
Hermione
la fissò sbalordita.
-Trucchetto? Ma tu come fai
a…?
Ginny
rise. Afferrò un cornetto e lo aprì a metà per spalmarci dentro la cioccolata.
-Ginny, scusa! Ti
dispiacerebbe spiegarmi? – la richiamò Hermione.
La
rossa prese una salvietta e si pulì le mani. Infine, afferrò la sua tazza e
guardandola divertita, disse:
-Hermione, credo sia giunto il
momento che tu sappia un paio di cosette…
Lo so… sono diabolica! Però mi piace troppo tenervi sulle
spine… comunque tranquilli… il prossimo capitolo l’ho già scritto, quindi non
tarderà ad arrivare! Di questo cosa ne pensate?? Troppo assurdo??
-Vedi,
Herm… - cominciò Ginny – Un po’ di tempo fa, Charlie…
-Charlie?
Tuo fratello? – sbottò Hermione – Cosa c’entra adesso?
-Fammi
spiegare! – la rimproverò Ginny.
Hermione annuì e si mise più comoda sulla sedia,
afferrando un biscotto. Aveva un’aria seria, segno che già stava progettando
una possibile punizione per Ron.
-Dicevo…
- riprese Ginny – Un po’ di tempo fa, quando Charlie era ancora un adolescente,
i miei genitori decisero di mandarlo in un campeggio estivo per maghi. Qui, si
prese una cotta per una ragazza ma questa non se lo filava di pezza. Non lo
guardava nemmeno…
Aveva tentato tutti i
modi possibili per attirare la sua attenzione, ma niente. Tra l’altro non
poteva neanche usare la magia perché era ancora minorenne…
Fatto sta che un giorno,
nelle docce, i suoi amici decisero di fargli uno scherzetto… portarono via
tutti gli accappatoi e lui fu costretto ad uscire con un solo, striminzito
asciugamano intorno alle gambe.
Inutile dirti chi è stata
la prima persona che ha incontrato una volta uscito dalle docce… Dai racconti
di Charlie, gonfiati a puntino, la ragazza era rimasta praticamente ammaliata
dalla sua presenza… e non stento a crederlo, visto che i miei fratelli sembrano
compensare la loro stupidità con dei fisichetti niente male!
Hermione pendeva dalle sue labbra. Aveva ascoltato
senza dire una parola e adesso nella sua mente vorticavano una marea di
domande.
Ma Ginny riprese:
-Naturalmente,
una volta tornato a casa, non fece che pavoneggiarsi per tutta l’estate… e si
può dire che questa storia sia passata negli annali della nostra famiglia con
il titolo di “Rimedio Weasley”…
-Rimedio
Weasley? – ripetè Hermione.
-Già.
– fece Ginny – Ogni volta che i miei fratelli dovevano attirare l’attenzione
delle ragazze usavano questo trucchetto! Pensavo ne avessi sentito parlare, è
una legenda nella nostra famiglia…
-No,
in effetti questa mi mancava… - rispose Hermione appoggiandosi allo schienale
con aria meditabonda.
-Sinceramente
non pensavo che funzionasse davvero… - disse Ginny, maliziosamente.
-Fidati,
funziona! – fu la risposta seria di Hermione.
A Ginny venne da ridere… quel trucchetto durava
almeno da quindici anni. Sentirne di nuovo parlare la faceva tornare indietro
nel tempo, a quando ascoltava i fratelli vantarsi delle loro “conquiste”…
A quanto le avevano raccontato, Fred e George,
durante il loro quinto anno ad Hogwarts, avevano messo in pratica questo piano
diabolico nei bagni degli spogliatoi della palestra per far colpo su Angelina e
Katie.
Per loro sfortuna però, invece delle belle donzelle,
una volta usciti dallo spogliatoio mezzi nudi e gocciolanti, si erano trovati
faccia a faccia con la Mc Grannit.
Così, al posto di due appuntamenti romantici, si
erano guadagnati due settimane di punizione con Gazza. Dovettero lucidare
targhe e coppe per ore ed ore… Fortunatamente, Katie e Angelina non vennero mai
a sapere di questa storia. O almeno così si spera.
Da quel giorno, comunque,Fred e George avevano accuratamente evitato di tirar fuori
l’argomento “ Rimedio Weasley”…
Ginny continuò a ridere da sola. Ripensare al
pasticcio in cui si erano cacciati i gemelli a causa di questo giochino la
divertiva troppo…
Hermione sicuramente non sembrava dello stesso
parere. Se avesse avuto Ron tra le mani, probabilmente ce lo avrebbe
strangolato con quell’asciugamano.
-Non
ne dubito…- disse Ginny – Anche perché se ha funzionato con Charlie… voglio
dire, Ron fisicamente è molto più attraente di lui. Più alto, più muscoloso…
-Ginny,
mi faresti il sacrosanto favore di smetterla? – sbottò Hermione - Sto cercando
di concentrarmi!
La rossa ridacchiò. Era troppo divertente vedere
l’amica in piena crisi isterica. Sicuramente ora non voleva trovarsi nei panni
del fratello. Povero Ron, non sapeva in che guaio si era cacciato…
Decise di scagliare una lancia in suo favore…
-Dai
Herm! Alla fine voleva solo fare pace! – tentò Ginny.
Capì subito che il suo tentativo era miseramente
fallito quando Hermione le scoccò un’occhiata fulminante.
-Che
fai, lo difendi ora? – disse Hermione, con voce stridula, guardandosi intorno
-Vorrei vedere se una cosa del genere
l’avesse fatta Harry! Poi scusa… doveva ricorrere a questi trucchetti subdoli
per farsi perdonare? Stupida io, che ci sono cascata con tutte le scarpe!
Hermione continuò a sbraitare per un po’ di tempo,
ma ormai Ginny non la stava seguendo più.
Una particolare frase l’aveva colpita… Vorrei
vedere se una cosa del genere l’avesse fatta Harry…
Hermione aveva ragione. Ron questa volta aveva
superato il limite.
Doveva avere una punizione che fosse d’esempio. A tutti…
Perché nessuno può prendere in giro le donne di
casa Weasley!
-Hai
ragione! – disse Ginny all’improvviso, interrompendo l’invettiva dell’amica.
-Ah,
si? – rispose l’altra stupita.
-Già.
Sul viso di Hermione si aprì un sorrisetto maligno.
-Meglio
così… perché, se Ron vuole iniziare una battaglia con questi giochetti, io ne
conosco un paio che lo metteranno sicuramente k.o…
Salve a tutti!
Ho cercato di postare il prima
possibile…
E così, ecco svelato il mistero sul
“Rimedio Weasley”… delusi??
A voi i giudizi!!! A prestissimo!
Titti
Ps: naturalmente, ringrazio di cuore
tutti coloro che hanno recensito o inserito la storia tra i preferiti!
Quando Ginny tornò a casa quella sera, Harry era già tornato
Quando Ginny tornò a casa
quella sera, Harry era già tornato.
Lo trovò in cucina, intento
a preparare la cena.
-Ma che profumino! – disse
entrando. Harry le sorrise di rimando.
Ginny gli si avvicinò e gli
posò un bacio sulle labbra per salutarlo.
-Allora? Che cucini? – gli
chiese, sollevando i coperchi di un paio di pentole.
-Risotto alla marinara!
-Wow… fantastico! – disse
Ginny – E a cosa lo devo? Devi farti perdonare qualcosa?
Harry rise – Penso di
lasciarti nel dubbio! – le rispose, continuando a girare il condimento per il
riso. Ginny gli tirò uno schiaffetto sulla spalla.
-Come è andata al lavoro? –
gli chiese.
-Tutto ok… abbiamo avuto otto
chiamate oggi. Un inferno. Per fortuna domani è sabato… a proposito… ho chiesto
a Ron se volevamo fare qualcosa insieme domani sera. Ha detto che chiedeva ad
Hermione e ci faceva sapere.
Ginny si riscosse.
-Dubito che verranno. Hanno
altri impegni – rispose drastica.
Harry sembrò stupito –
Strano… Ron mi era sembrato d’accordo…
-Peccato che non sia Ron a
decidere! – fu la risposta di Ginny.
Harry la fissò di sottecchi
– Gin, cosa c’è?
-Niente, niente… - rispose lei
sbrigativamente.
Harry allora, adottò
un’altra strategia.
-Non sarà mica per la storia
di Krum?
Bingo! Gli occhi di Ginny
furono attraversati da un guizzo.
-E tu come lo sai? – chiese
Ginny, con falso disinteresse.
-Me ne ha parlato Ron un paio
di giorni fa…
-Un paio di giorni fa? – disse
lei con voce stridula – Quindi tu lo sapevi!
-Certo.
-Bravo! E non mi hai detto
niente! – rispose lei, indignata.
Harry posò il mestolo. La
situazione stava prendendo una piega pericolosa.
-Ginny, era una confidenza di
Ron – le spiegò – Tu non vieni certo a raccontare a me le confidenze che ti fa
Hermione!
-Ma questo cosa c’entra?
Hermione non se ne va mica in giro a picchiare le ex di mio fratello!
-Guarda che è stato Krum a
provocarlo!
-Bene! Questo giustifica
tutto! -disse Ginny, in tono
sarcastico – Harry, è una vita che quei due si mandano frecciatine!
-Appunto! – rispose Harry –
Questa volta Ron non ha resistito!
-Mi pare proprio un buon
motivo per spaccargli la faccia! – continuò lei con il suo tono ironico.
-Ginny, tu non puoi capire –
disse Harry arrabbiandosi – Stavolta non si è trattato delle solite
frecciatine! Se ne sono urlate addosso di tutti i colori!
-E con questo? Due persone
mature dovrebbero riuscire a controllarsi!
Harry scosse la testa.
-Io non biasimo Ron, Ginny. Al
suo posto avrei fatto lo stesso.
Ginny lo guardò confusa.
-Lo avresti fatto, sapendo che
mi sarei arrabbiata? – continuando a fissarlo gli pose questa domanda.
-Si.
-E poi avresti fatto qualsiasi
cosa per riconquistarmi? – chiese ancora. I suoi occhi erano ridotti a fessure.
-Si…
-Qualsiasi? – Ginny calcò questa parola in modo particolare,
senza abbandonare il suo sguardo inquisitorio.
-Io… penso di si… -Harry stava iniziando a sudare a freddo.
-Qualsiasi mezzo o trucchetto
che avresti a disposizione? – la sua voce era talmente acuta da non essere
quasi percepibile.
-Ginny, ma cosa…
-Rispondi!
-Io… s-si…
Ginny lo guardò torva.
Harry non capiva cosa
avesse sbagliato. E sicuramente quello non era il momento più adatto per
chiederglielo.
-Bene! – sbottò lei,
imbronciata – Tutti uguali voi!
Si diresse verso la porta
della cucina, ma prima di uscire si voltò di scatto. Harry pensò che volesse
lanciargli qualcosa.
-E se fossi in te, toglierei
il pesce dal fuoco! – gli disse bruscamente – Non ho nessuna intenzione di
mangiare un risotto bruciato stasera.
Harry fece un respiro di
sollievo e sorridendo, fece ciò che la sua adorabile ragazza gli aveva
ordinato…
Nel frattempo, in un altro
appartamento…
Ron aprì piano la porta di
casa. C’erano alcune luci accese, segno che Hermione era già rientrata.
Senza fare il minimo rumore
entrò e in punta di piedi si diresse verso il soggiorno, per farle uno scherzo.
Per sua sfortuna, Hermione
si trovava in salotto, accucciata per terra nel tentativo di far uscire
Grattastinchi da sotto la libreria, e aveva visto tutto.
Avendo compreso le
intenzioni di Ron, sorrise divertita e lo seguì senza farsi vedere.
Naturalmente quando Ron
arrivò in cucina non trovò nessuno, ma…
-BUUUU!
Ron sobbalzò. Hermione scoppiò a
ridere di cuore.
-L’allieva ha superato il
maestro a quanto pare!
-Piccola strega malefica…
-Malefica io? – disse lei,
continuando a ridere – Non è che le tue intenzioni fossero tanto diverse!
Passarono una serata
tranquilla, finché Ron disse:
-Ah, dimenticavo… Harry mi ha
chiesto se ci andava di fare qualcosa insieme a loro domani sera…
Lo sguardo di Hermione si
illuminò.
-No, domani non possiamo –
fece lei, convinta.
-Oh. E perché? – rispose lui
confuso.
-Hai ragione, che sciocca! –
rispose Hermione – Mi sono dimenticata di dirtelo. Domani abbiamo ospiti a
cena…
E vi
lascio con questo piccolo interrogativo!
Innanzitutto,
grazie, grazie, grazie a tutti voi che avete recensito o inserito la storia nei
preferiti!
Per quanto
riguarda questo capitolo… no comment! Lascio a voi l’onore!
-Ospiti? – il tono di Ron era
tra l’incredulo e il preoccupato.
-Già! -rispose allegramente lei, togliendo i piatti
da tavola.
-E… chi sarebbero questi
ospiti?
Hermione
continuò tranquillamente a sparecchiare, finché:
-In effetti, è un solo ospite
– disse, evitando accuratamente di guardarlo.
Senza
riuscire a spiegarsi il perché, Ron venne invaso da una serie di brividibollenti.
-Sai – rispese Hermione,
ancora senza fermarsi – Ho pensato che magari volessi chiarire con Victor.
Faccia a faccia. O sbaglio, Ronald?
Fu
in quel momento che alzò lo sguardo verso di lui.
E
Ron vi lesse principalmente una cosa: Sfida.
La
cosa peggiore che avrebbe potuto fare in quel momento, era contraddirla. E
questo Ron lo sapeva bene.
Così,
tentò di cancellarsi quell’espressione sconvolta dalla faccia e ingoiò il
vuoto.
-No, no… hai fatto benissimo,
amore…
Hermione
sorrise soddisfatta.
-Non ne avevo dubbi!
Ron
sospirò mentre lei iniziava a lavare i piatti.
E
così era quella la sua punizione. Doveva immaginarselo che Hermione non avrebbe
lasciato correre la cosa così facilmente…
Che
idiota.
Vabbè,
alla fine non doveva far altro che fingersi gentile con Krum per una serata e
lei sarebbe stata contenta.
Ma
era… facile. Troppo facile.
Cioè…
poteva mostrarsi cordiale per poche ore, tanto poi non avrebbe rivisto Krum per
almeno una decina d’anni.
O
almeno così sperava.
Altrimenti
la prossima volta quello zoticone bulgaro si sarebbe ritrovato tre o quattro
costole in meno. Altro che un occhio nero…
-A che pensi? – Hermione
interruppe il suo monologo interiore quasi bruscamente.
-Niente… - se le avesse detto
cosa stava pensando, come minimo si sarebbe ritrovato a dormire nella cuccia di
Grattastinchi.
-Mi sembri pensieroso… - disse
lei con fare noncurante.
-E che – tentò Ron – Mi sembra
strano dover trovare Krum nel salotto di casa mai domani sera!
Hermione
rise, seguendolo in sala da pranzo.
-Dai… alla fine è come se
fosse una serata da amici, no? Voglio dire… a tutti e due piace il Quiddich,
no? Vedi? Avete già in argomento in comune! Sarà come se parlassi con Harry,
no?
Certo.
Come no. Proprio uguale. Assolutissimamente identico.
C’era
solo un piccolissimo particolare: Harry non aveva l’abitudine di sbavare dietro
a Hermione, al contrario di un altro bulgaro di sua conoscenza.
Anche
perché se l’avesse fatto, Ron gli avrebbe fatto spuntare un altro paio di
cicatrici.
Fortunatamente,
Ron ebbe l’accortezza di tenersi per se questa osservazione.
-Certo. – mentendo nel modo
più spudorato possibile.
Ma
Hermione non sembrò soddisfatta da quella risposta.
Si
alzò, e quasi stizzita aprì un grande libro dalla copertina scura, iniziando a
leggere.
Ron
si limitò ad osservarla mentre. Era una delle cose che lo rilassavano di più al
mondo.
E
intanto il suo cervelletto lavorava, lavorava, lavorava…
Magari
c’era un modo per saltare quella cena.
Era
un mago, per la miseria, no?
E
sicuramente avrebbe trovato qualcosa nel negozio del fratello.
Pasticche
vomitose?
No…
a Hermione sarebbe venuto un colpo se l’avesse visto vomitare per tutta casa.
Torrone
sanguinolento?
Peggio…
il sangue macchia pure.
No,
no. Queste cose con Hermione non avrebbero funzionato. Lei lo avrebbe scoperto
in un nano secondo e gliel’avrebbe fatta pagare di santa ragione.
Ma
per Merlino!
Dopo
tutto quello che aveva passato, adesso doveva impanicarsi per una stupidissima
cena?
Certo
che no.
Se
Hermione voleva la cena, lui sarebbe andato alla cena.
Hermione
alzò lo sguardo dal suo enorme tono, giusto in tempo per cogliere lo sguardo
perso di Ron che fissava un punto vicino alla sua spalla.
Benissimo.
A quanto sembrava, il suo annuncio iniziava a fare effetto.
Si
era quasi stupita che Ron avesse accettato la notizia con tanta rassegnazione.
Evidentemente
non aveva ancora metabolizzato la cosa.
Non
poté fare a meno di sorridere.
-Cos’è che ti fa ridere? – le
disse improvvisamente Ron.
-No, niente… un passo del
libro. – fece lei, tornando a leggere.
Una
persona più attenta, a quel punto le avrebbe chiesto cosa ci fosse di tanto
divertente in un libro intitolato “ L’arte della Trasfigurazione moderna”.
Ma
Ron si limitò ad annuire.
Rimasero
così per un’altra mezz’ora.
Il
buon umore di Ron era misteriosamente svanito. Chissà perché.
Dunque
decise che era inutile proseguire quella penosa serata.
-Io vado a letto… tu vieni? –
disse ad Hermione alzandosi dal divano.
-Sto ancora un po’… - fece
lei.
-Come vuoi. – disse Ron. Si
chinò per darle un bacio in fronte e uscì dalla stanza.
Hermione
attese che la luce in camera si spegnesse per mettere via il libro e afferrare
una piuma. Si sedette sul tavolo e su un piccolo foglio di pergamena
scribacchiò un paio di frasi:
Gliel’ho detto… finge di averla presa bene,
ma è stato di pessimo umore
per tutta la sera…
mi è quasi dispiaciuto vederlo così!
Domani passo da te per prendere quella cosa.
Baci, Hermione
Hermione
legò il foglietto alla zampetta della loro civetta.
La
osservò mentre prendeva il volo…
E
non riuscì a fare a meno di trattenere un sorriso.
Eccomi di ritorno!! (Che stress, penserete voi!)
Mi dispiace non aver aggiornato prima ma sono stata fuori
qualche giorno e non ne ho avuto la possibilità!
Comunque… grazie mille a coloro che hanno letto e recensito il
capitolo precedente!
Spero che questo sia stato di vostro gradimento!! Fatemi sapere!
Titti
-Cosa? Non credo di aver
capito bene… cosa? – Harry sembrava sinceramente sotto shock.
-Te l’ho detto. – rispose Ron
in tono lugubre – Hermione ha invitato Krum a cena. Stasera. Acasa mia.
Harry si prese qualche
secondo per pensare.
Avrebbe voluto dire qualche
frase consolatoria al suo amico, ma la notizia gli aveva mandato in tilt il
cervello.
Aveva immaginato che ci
fosse qualcosa che non andava, dal momento che aveva visto Ron entrare nel suo
ufficio con un muso che gli strisciava sul pavimento.
-Wow. – fu l’unica cosa che
uscì dalla sua bocca.
-Già – risposta laconica di
Ron.
Rimasero così, l’uno di
fronte l’altro, nell’ufficio di Harry a fissarsi come due scemi.
-Vabbè… - tentò Harry ad un
certo punto – Alla fine si tratta di poche ore.
-Si, infatti… non devo far
altro che essere cortese con lui per un paio d’ore. Alla fine mi è anche andata
bene – disse Ron, pensoso – Avresti dovuto vedere come era arrabbiata Hermione
quando le ho detto dell’articolo. Alla fine me la sta facendo pagare con poco…
Harry si appoggiò meglio
allo schienale della sua poltrona, pensoso. C’era qualcosa che non andava… il
problema era che non riusciva a capire cosa fosse. Incrociò le braccia; lo
faceva sempre quando era al massimo della concentrazione.
Finalmente capì…
-Ron, - disse lentamente – Non
ti pare che Hermione te la stia facendo pagare troppo poco?
Ron lo fissò. Non sembrava
affatto stupito da quella affermazione.
-L’hai notato anche tu, vero?
– chiese Ron, mettendosi le mani tra i capelli – Tutta quella sfuriata e poi…
una stupida cena…
-Già. – disse Harry, sempre
pensoso – Troppo, troppo poco… E sai questo che vuol dire?
Ron annuì – Che devo
aspettarmi qualche colpo basso… A meno che, Hermione non pensi che una cena con
Krum sia abbastanza per i poveri nervi!
-Può anche darsi! – acconsentì
Harry – Ma dovresti essere molto, molto fortunato, amico…
-Allora? Sei proprio sicura di
volerlo fare? – Ginny era entrata nella stanza di Hermione senza neanche
salutare.
-Certo, anche perché non posso
tirarmi indietroadesso! – disse
Hermione, alzando appena lo sguardo dal documento che le avevano portato per
fargli firmare.
-A Ron sarà venuto un colpo
quando ha saputo di Krum… - sogghignò Ginny.
-Neanche tanto, sai… -
confessò Hermione – Sembrava che non gliene importasse più di tanto…
-Ma figurati! Se conosco
almeno un po’ mio fratello, posso dirti con sicurezza che avrà rosicato tutta
la mattina!
Hermione rise.
-Povero amore… - disse, ancora
sorridendo -Mi sento in quasi in
colpa. Quasi.
Ginny annuì – Alla fine lo
stai facendo per lui. Per fargli capire che certi giochetti è meglio non
utilizzarli…
Scoppiarono nuovamente a
ridere entrambe.
-A proposito… ecco, tieni!
Ginny passò ad Hermione una
bustina di cartone.
Hermione l’afferrò e
sbirciò dentro, senza tirar fuori il contenuto.
-Arancione? – disse dubbiosa,
volgendo lo sguardo verso Ginny.
-Non arancione, albicocca! –
la corresse subito Ginny – Fidati, è il migliore!
-Sarà… mi fido, dai!
-Fai bene! – disse Ginny
alzandosi – Io vado, e se fossi in te me ne andrei prima dall’ufficio visto che
hai una cena da organizzare….
Hermione guardò l’orologio.
-Scherzi? Devo ancora leggere
due relazioni e dare le disposizioni per la conferenza per i diritti degli elfi
di domani… non posso andarmene ora.
Ginny la salutò con la
mano, uscendo dall’ufficio dell’amica, contenta che nonostante tutto, Hermione
fosse sempre Hermione.
Capitolo cortissimo, lo so. Il fatto è che ho dovuto
dividerlo perché mi sembrava che altrimenti fosse troppo lungo e non rendeva
bene…
Cmq posterò il seguito in un paio di giorni al massimo!
Aveva promesso a Hermione che quella sera sarebbe tornato a casa in
orario
Aveva promesso a Hermione
che quella sera sarebbe tornato a casa in orario.
E stavolta aveva due buoni
motivi per farlo:
Primo, sapeva che se avesse
fatto arrabbiare Hermione quella sera, magari Krum non sarebbe stato con loro
solo per la cena, ma anche per la colazione, il pranzo e la cena del giorno
successivo;
Secondo, non aveva nessuna
intenzione di arrivare in ritardo, rischiando di lasciare Hermione in casa da
sola con Krum. Fosse pazzo.
Così, alle sei e mezza
spaccate, fu in casa.
Hermione tornò dopo una
decina di minuti.
-Hei, sei già qui… - gli disse
sorridendo.
Ron le andò incontro e la
aiutò a portare in cucina un paio di sacchetti per la spesa.
Hermione iniziò subito ad
armeggiare con scatole e scatolette, preparando le pentole sui fornelli.
Non aveva neanche messo a
bollire la pasta e già sembrava in crisi.
-Ti do una mani io – disse Ron
avvicinandosi.
-Come farei senza di te? –
Hermione lo disse più a se stessa che a lui.
-In effetti, me lo chiedo
sempre anche io… - disse Ron prendendola per i fianchi e facendola fermare un
secondo – Allora ti sono mancato in queste nove ore che non ci siamo visti?
-Certo. Assolutamente. – disse
distrattamente, sciogliendosi dalla sua presa- dai che è tardissimo. Aiutami con… questa roba!
Quando disse “questa roba”
indicò con un gesto le pentole sul fornello.
Ron sorrise – E va bene…
allora portami la pasta, il formaggio e… un po’ di cianuro ce l’hai?
-Ron! – lo rimproverò lei, ma
non riuscì a trattenere un sorriso.
-E va bene, va bene. Scusa.
Passò così il quarto d’ora
successivo. Riuscirono a mettere a cuocere tutte le pietanze e a preparare un
antipasto decente, grazie all’intervento delle loro adorate bacchette. Nello
stesso modo, ben presto, si apparecchiò anche il tavolo.
A quel punto decisero che
era il momento opportuno per andarsi a preparare.
Mentre Hermione era in
bagno a lavarsi, Ron tentava di prepararsi psicologicamente ad accogliere il
loro ospite. Il loro dannatissimo ospite.
Ma su due piedi, i pensieri
di Ron furono interrotti dall’apparizione di Hermione vestita e pettinata. In
un’altra occasione, Ron sarebbe rimasto piacevolmente sorpreso
dall’abbigliamento della ragazza. M a non quella sera.
Notando la sua espressione,
Hermione si fermò al centro della stanza e disse:
-Ti ricordi di questo vestito?
Ron annuì. Eccome se si
ricordava di quel vestito.
Hermione quella sera aveva
deciso di indossare un abito blu, non molto scollato ma corto fino a metà
coscia.
La ragazza lo aveva
comprato l’anno prima, in occasione del matrimonio di un cugino di Ron.
Era stato proprio Ron ad
insistere affinché lo comprasse; in effetti le stava una meraviglia. Lui diceva
sempre che Hermione aveva delle gambe bellissime, ed era un peccato non
mostrarle, ogni tanto.
Così lei aveva accettato ad
acquistarlo. Il problema è che poi non lo aveva più indossato al matrimonio, in
quanto la mattina stessa della cerimonia si era fissata che l’abito fosse
troppo corto e scandaloso per un evento simile. Quindi erano dovuti correre in
fretta e furia alla ricerca di un altro abito, con tutta la famiglia che li
aspettava.
-Certo che me lo ricordo- rispose lui. Notò che aveva raccolto i
capelli in uno chignon basso, anche se alcune ciocche erano sfuggite.
-Non ti piace?
-Sei… bellissima… - in realtà
era vero. Il fatto era che Ron avrebbe preferito se lei avesse scelto un'altra
occasione per indossare quel maledetto abito. Naturalmente, non glielo disse.
Hermione sorrise. Indossò
la collana di perle che le aveva lasciato sua nonna e disse che andava a
controllare l’arrosto in cucina.
Ron rimase a vagare per la
stanza. Un mal di testa atroce lo stava iniziando a tormentare. E poi… caldo.
Vere e proprie vampate di caldo. Si sbottonò alcuni bottoni della sua camicia
nera, ma niente.
Dai Ron… respira, respira…
Ecco, si stava riprendendo.
Finché un suono atroce lo
riportò nell’agitazione più nera: il campanello.
Et
voilà! Lo so che questo capitolo non è molto ricco di avvenimenti, ma era
inevitabile….!!!
Spero
che il nono capitolo vi sia piaciuto almeno un pochino – ino!!
Con
suo gran rammarico raggiunse l’ingresso. Hermione stava aspettando lui per
aprire la porta, e quando arrivò, gli lanciò un’ultima occhiata di
raccomandazione.
Ron
sospirò rassegnato, mentre Hermione abbassava la maniglia…
-Ciao, Victor! – disse sorridendo,
abbracciando il suo ospite.
Ron
fu seriamente tentato di Materializzarsi da qualche altra parte. Gli sarebbe
andata bene anche la tana di un leone.
Ma
questo avrebbe significato lasciare Hermione in balia di quel tipaccio bulgaro.
Quindi…
-Ciao… - disse, tendendogli la
mano. Ron fu ben felice di notare una lieve macchia scura sotto l’occhio destro
del bulgaro, ricordo del pugno che gli aveva dato qualche giorno prima.
Il
bulgaro lo osservò per un attimo, poi gliela strinse.
-Salfe, Ron – gli disse gentilmente.
Hermione
lo fece accomodare in salotto e Ron per la prima volta fece mente locale della
situazione: Victor Krum seduto nel divano del suo salotto. Un incubo che si
avverava.
Non
potendo fare altrimenti, si unì a loro.
Hermione
tirava fuori valanghe di argomenti futili…
“Forse cerca
qualcosa di semplice che la mente di Vicky riesca a comprendere…” pensava Ron.
E
così finirono per parlare della nuova stagione di Quiddich, di vacanze, del
tempo e per un po’ anche di politica.
O
per lo meno, Victor ed Hermione parlavano, mentre Ron si limitava ad annuire o
a qualche verso indecifrabile.
Finchè
non si passò ad un argomento delicatissimo… i ricordi del passato.
Precisamente
del loro quarto anno a scuola, dunque del Torneo Tremagli, dunque del ballo del
Ceppo… Bingo!
Ti
pareva che proprio quello doveva venir fuori!
Ron
in effetti, non ne aveva calcolato l’eventualità. Pensò di ritirarsi
momentaneamente in cucina, mentre gli altri due riportavano alla luce quella
triste situazione, ma alla fine rinunciò.
-Eri dafero pellissima,
Hermionni – le disse Victor, pulendosi la bocca con il tovagliolo.
-Niente di che! – rispose lei,
distogliendo lo sguardo – Tutto merito di tante ore di trucco…
-Ma che dici? – riprese lui
convinto – Tu sei pella dal primo momento che ti ho fista… fino ad occi!
Ron
decise che era quello il momento giusto per intervenire, per evitare di fare la
figura del perfetto idiota.
-Concordo! – disse guardando
Hermione, che gli sorrise arrossendo.
Krum
si voltò a guardarlo, come se si fosse appena accorto della sua presenza.
-Tu eri fenuto al pallo, Ron?
– gli disse, curioso.
-Si… - rispose Ron secco,
bevendo un lungo sorso di vino dal suo bicchiere.
-Ah… - disse il bulgaro,
dubbioso – Però io sono stato più feloce io ad infitare Hermionni!
Ron
annuì, arrossendo. Evitò accuratamente di incrociare lo sguardo di Hermione,
che poco dopo si alzò e sparì in cucina dicendo che doveva prendere il dolce.
In
sua assenza, Victor e Ron rimasero in silenzio, senza guardarsi.
-Ron – disse d’improvviso
Krum, guardando in direzione della cucina. Forse sperava che Hermione non
arrivasse – Folefo dirti che mi dispiace per quello che è successo la settimana
scorsa. Siamo stati tue incoscienti…
Sembravasincero. Ron tentò di dire qualcosa, anche
se in realtà non sapeva cosa, ma Victor continuò.
-Folefo che tu sapessi che io
non c’entro nulla con la stampa. Avevo tetto al mio assistente che la cosa
tofefa rimanere prifata, ma efitentemente… qualcuno ha parlato…
-Non c’è problema Victor,
mettiamoci una pietra sopra – Ron era alquanto rigido, ma comunque compiaciuto
nell’aver ricevuto le scuse di Krum.
Anche
se in realtà, ci pensò su Ron, Krum non si era scusato proprio per ciò che
aveva detto; più che altro per le botte che si erano dati a vicenda. Ma era
comunque un passo avanti.
La
loro amichevole conversazione fu interrotta dall’arrivo di Hermione che depose
al centro del tavolo il dessert: una magnifica torta alla panna montata.
Entrami
gli uomini non sapevano se al momento fosse più invitante la vista di Hermione
o del dolce.
Ron
non aveva dubbi su quale preferisse.
Si
voltò verso Victor e notò che anche lui la osservava con sguardo adorante.
D’altra
parte non poteva dargli torto. Quella sera Hermione erasplendida.
Certo
che poteva scegliere un altro giorno per indossare quel vestito… sembrava quasi
che l’avesse fatto apposta…
Continuarono
a chiacchierare. Ron, dopo le scuse di Krum, si era un po’ sciolto, anche se
continuava a lanciare occhiate di sbieco a Hermione.
Verso
le dieci e mezza, Krum disse che doveva andar via; la mattina dopo aveva degli
allenamenti importanti e l’allenatore non avrebbe accettato ritardi.
-Torna a trovarci presto,
Victor! – gli disse Hermione abbracciandolo, sulla porta.
-La prossima folta dofete
fenire foi! Grazie di tutto, Hermionni! – disse Krum, rispondendo
all’abbraccio.
Ron
ebbe l’impulso di afferare Hermione per un braccio e tirarla indietro, ma non
lo fece.
Quando
si staccarono, Victor si rivolse a Ron e gli porse la mano.
-Arrivederci, Ron – disse
sorridendo – E complimenti per tuo destro! – Aggiunse alludendo al cazzotto che
Ron gli aveva mollato l’ultima volta.
-Grazie, anche il tuo non è
male! – gli rispose Ron sorridendo, toccandosi una spalla.
Anche
lui infatti si era beccato un bel pugno; aveva la spalla ancora indolenzita.
Quando
Krum se ne fu andato, Hermione si appoggiò alla porta e incrociò le braccia.
-A cosa è dovuta la tua aria
gongolante? – chiese a Ron.
-Mah… - fece con finto
disinteresse – Niente… Krum mi ha chiesto scusa per l’altro giorno…
-Davvero? – fece lei sorpresa
– E tu? Cosa gli hai detto?
-Che non doveva preoccuparsi!
-Ah… - rispose Hermione. Non
sembrava affatto contenta. Rimase a fissarlo un momento in quella posizione,
che a lui sembrava estremamente sexy.
Ron si avvicinò a lei con sguardo sornione,
ma lei si scansò velocemente.
Hermione
girò sui tacchi e andò in cucina.
“
E così si è limitato ad accettare le scuse di Victor, come se fosse solo colpa
sua.” Pensò Hermione indispettita.
Ron
la seguì e la trovò in cucina che faceva degli incantesimi per lavare le
pentole.
Si
avvicinò e la abbracciò da dietro, baciandole una tempia.
-Cosa c’è? – chiese lui.
-Niente. – rispose lei,
standosi leggermente – Sono solo un po’ stanca… e le scarpe iniziano a farmi
male!
Ron
sorrise – Perché non vai a cambiarti? Continuo io qui…
Hermione
non disse nulla; lo guardò con sguardo grato e gli diede un bacio sulla guancia
prima di lasciare la cucina. Ron rimase a fissarla fino a che non sparì alla
vista.
Continuò
ad armeggiare con la bacchetta e le pentole; aveva finito di sistemare tutto,
quando Hermione tornò in cucina. Quando la vide, Ron rimase senza aria…
La
ragazza indossava una camicia da notte arancione, che Ron non aveva mai visto.
In
realtà Hermione non aveva mai indossato quel tipo di indumenti. Le
arrivava fin sopra al ginocchio e la scollatura anche era molto…generosa.
-Wow… - fu l’unico suono che
lui riuscì ad emettere.
Evidentemente
lei non lo aveva sentito. Si avvicinò al lavandino, apparentemente senza
accorgersi delle occhiate estasiate che Ron le stava lanciando, e aprì il
lavello per prendere un bicchiere d’acqua.
-Non pensavo ti piacesse
l’arancione… - disse Ron riprendendo a respirare.
-Infatti non è arancione… -
disse lei lentamente – E’ albicocca! – aggiunse come se la cosa fosse scontata.
Hermione
si era sciolta i capelli, notò Ron. Adesso le ricadevano liberi sulla schiena,
come piacevano a Ron.
-Qualunque colore sia… lo
adoro! – le disse, e prima che lei potesse reagire, l’afferrò per un braccio e
la baciò.
Fu
contento di sentire le labbra di Hermione distendersi in un sorriso.
Poco
dopo lei si allontanò un po’, lasciandolo ancora stordito. Lei si sedette su
una sedia, incrociando le gambe. Inevitabilmente lo striminzito indumento che
indossava si alzò ancora di più.
Anche
Ron dovette sedersi, più che altro per evitare di cadere.
-Allora… come ti è sembrata la
serata? – chiese lei, dondolando una gamba.
Ron
osservava quel movimento con la bocca aperta…. Su, giù… su, giù…
Quando
il suo cervello riprese a funzionare, riuscì a formulare una frase decente. O
quasi.
-Si… è stata… positiva…
-Positiva? – ripeté lei,
arricciandosi una ciocca di capelli intorno ad un dito.
Per
un attimo, Ron si chiese se Hermione stesse tentando di sedurlo. Se era così,
ci stava riuscendo.
-Già…
Hermione
si alzò e gli passò accanto.
-Visto che è tutto in ordine
io vado a letto… - gli disse, inclinando la testa in modo adorabile.
Ron
cedette una seconda volta, con uno scatto la fece sedere sulle sue ginocchia e
prese a baciarle il collo.
Hermione
rise – Così mi fai il solletico…
Detto
questo si alzò, lasciando Ron, per l’ennesima volta, come un pesce lesso.
-Ti aspetto di la… - gli
disse. Detto ciò si chinò verso di lui per dargli un caloroso, seducente e
passionale bacio… sulla fronte.
Ron
era praticamente sbalordito.
Era
tutta la sera che Hermione gli lanciava degli strani segnali… poi però, quando
lui si avvicinava, lei fuggiva…
C’era
decisamente qualcosa che non andava…
Pi
un’idea gli attraversò la mente… che lei sapesse?
No,
no… come avrebbe potuto?
Solo
la sua famiglia era a conoscenza del rimedio Weasley.
Nessun
altro.
E
poi… terrore.
Ginny.
Era stata lei.
Ron
in quel momento capì tutto.
Hermione
voleva vendicarsi. Il suo scopo era sedurlo per poi lasciarlo a bocca asciutta.
Prese
a sudare. Si mise le mani tra i capelli, nella speranza di trovare una
soluzione.
Doveva
solo cercare di resistere. Già, ecco tutto.
Decise
che quello era il momento di andare in camera. Era nel terrore. Non ci sarebbe
mai riuscito.
Arrivò
vicino la camera, consapevole di ciò che lo aspettava dentro.
La
devi ignorare, Ron. Ignorala, ignorala…si ripeteva.
Prima
di aprire la porta Ron pensò che dopotutto partiva avvantaggiato: adesso sapeva
che lei sapeva.
Gia…
ma questo quanto l’avrebbe aiutato???
Eccomi di nuovo da voi!
Scusate per il ritardo, ma sono appena tornata… spero di essermi
fatta perdonare con questo capitolo!
Grazie 1000 a tutti coloro che hanno letto e recensito i chap
precedenti! Besitos, Titti!
Quando Ron entrò in camera, Hermione era sul letto, appoggiata a dei
cuscini, a leggere un libro
Quando Ron entrò in camera,
Hermione era sul letto, appoggiata a dei cuscini, a leggere un libro.
Con suo gran sollievo, non
si voltò per guardarlo; così Ron, cercando di mantenere la calma, entrò nel
bagno a lavarsi i denti.
Al suo ritorno, Hermione
era nella stessa posizione e lo stava ignorando. Grazie, Merlino.
Ron andò dalla propria
parte del letto e, timoroso, si appoggiò allo schienale con una rivista in
mano.
Attese per qualche minuto,
fingendo di leggere.
Hermione né lo stava
guardando, né tanto meno gli stava parlando. Meglio così.
Un po’ più tranquillo, Ron
prese a sfogliare la sua rivista, pensando di essersi sbagliato sull’ipotetico
piano diabolico della ragazza. Si diede persino dello stupido per aver pensato
una cosa del genere.
Finché…
-Ron? – lo chiamò lei.
-Dimmi…
-Cos’era quella storia della
spalla?
-Oh, niente… - cercò di
deviare Ron – Il tuo amico ha cercato di darmi un pugno in faccia, ma sono
riuscito a deviare il colpo.
Hermione lo guardò seria.
Poi sorrise.
Ron iniziò seriamente a preoccuparsi
quando lei chiuse il grande libro che stava leggendo e lo depose sul comodino.
-Povero, il mio amore… - disse
lei mettendosi in ginocchio sul letto – Ti fa ancora male? Vieni qui, ti faccio
un massaggio…
A Ron per poco non venne un
colpo. Ingoiò più volte. No, il massaggio no…
Era sicuramente uno dei
punti deboli di Ron; poi se la massaggiatrice in questione era Hermione vestita
con quel cosino arancione… aveva già perso in partenza.
-Non ti preoccupare, Mione… è
tutto a posto – tentò invano. Sapeva già che Hermione non avrebbe mollato.
Infatti…
-Dai! Vedrai che starai ancora
meglio! – insistette lei – Voltati, adesso!
Era più o meno un ordine a
cui Ron non poté sottrarsi. Rassegnato, dunque, si sedette sul lettodandole le spalle, pronto a subire quella
piacevole tortura.
Hermione prese a
massaggiargli la schiena, mentre Ron sudava a freddo.
Le sue mani andavano sopra
e sotto sulla schiena irrigidita di Ron. Fu proprio quando stava iniziando a
rilassarsi sotto quel tocco, che Hermione lo riportò alla realtà…
-Togliti la maglietta, Ron!
-C-cosa? – disse Ron
arrossendo.
-Ho detto di levarti la maglia
– ripeté lei lentamente.
No, no, no. Questo proprio
non ci voleva.
-Ma Mione… - tentò di
protestare Ron.
-Ron, perché tante storie! Non
sarebbe mica la prima volta che ti vedo senza maglia, no?
A questo punto lui fu
costretto a cedere. Non riuscì a trovare una scusa credibile.
Si sfilò la maglia,
rivelando i suoi addominali scolpiti.
Hermione riprese il suo
massaggio. Le sue mani lasciavano dei brividi bollenti sulla schiena di Ron, il
quale tentava di resistere in silenzio.
Però, quando le mani di
Hermione arrivarono fin sul collo, Ron le afferrò di scattò e si voltò verso di
lei.
“ No, no… così cado
nella sua trappola. Se ora mi avvicinassi, lei si tirerebbe indietro…”
pensò Ron tra sé.
Hermione sembrò stupita da
quello scatto improvviso, ma non disse nulla. Sui limitò ad osservarlo in
silenzio, mentre lui le stringeva ancora le mani.
Quando si riscosse, Ron le
prese una mano e gliela baciò.
-Grazie, Mione… adesso va
molto meglio – e prima che lei potesse dire o fare qualsiasi altra cosa, Ron si
infilò sotto al lenzuolo, tentando di coprirsi e riprese la sua rivista,
cercando di sembrare naturale.
Hermione lo guardò a bocca
aperta.
Possibile che la tecnica
del massaggio non avesse funzionato?
Fortuna che lei fosse così
previdente e si era preparata un piano di riserva.
-Ron? – lo chiamò ancora, poco
dopo.
Ron si voltò verso di lei
senza parlare.
-Ti dispiacerebbe aiutarmi con
questa? Non vorrei rischiare di rovinare il libro con le mani unte…
Hermione gli stava passando
un flacone di crema idratante per il corpo. La usava ogni sera, sulle gambe.
Ron sospirò… “Anche
questo no, ti prego…”
Rassegnato afferrò la crema
e se ne verso un po’ su una mano.
“Stai al suo gioco… tra
un po’ dovrà pur stancarsi…”
Hermione stese la gamba
destra verso di lui. Ron con mano tremante la afferrò e iniziò a spalmare la
crema, stando ben attento a non andare oltre il ginocchio, perché a quel punto
non sarebbe stato più responsabile delle sue azioni.
“ Non riuscirei a
sopportare un suo rifiuto… devo resistere e basta.”
Quando ebbe finito anche
con la seconda gamba, Ron le posò un bacio all’altezza della caviglia,
soddisfatto del suo autocontrollo.
Un po’ contrariata, Hermione
lo ringraziò e ritirò le gambe.
Tutto contento, Ron afferrò
nuovamente il giornale.
Ma Hermione parlò di nuovo.
-Ron?
Stavolta Ron ebbe
seriamente paura di girarsi.
-Un’ultima cosa… mi aiuti a
metterla qui? – disse lei, dolcemente.
Si era seduta sul letto e
aveva spostato i capelli da un lato, indicandogli la schiena.
Ron si mise in ginocchio e
prese in mano il tubetto di crema.
Stava proprio per
versarsene una piccola dose sulla mano, quando Hermione, per fargli più spazio,
si spostò leggermente la bretellina della sua nuova camicia da notte.
Ron ebbe l’impulso di
prendere il flacone di crema e tirarlo contro il muro.
Per quanto sarebbe
continuata questa storia?
Conoscendo Hermione, non si
sarebbe arresa mai.
Conoscendo Ron, prima o poi
sarebbe capitolato.
Ron pensò che fosse inutile
continuare a torturasi in quella maniera.
-E va bene, Hermione – disse
Ron, lasciando cadere il flacone sul letto – Hai vinto tu. Mi arrendo.
Hermione si voltò verso di
lui. Con aria compiaciuta si sistemò la bretellina e lasciò andare i capelli.
-E’ stata Ginny a dirtelo,
vero? – chiese Ron.
-Dirmi cosa? – fece lei,
fingendo di non aver capito. Ron capì che voleva metterlo in difficoltà.
-Del rimedio Weasley.
-E cosa sarebbe? – insistette
lei.
Ron sbuffò.
-Andiamo, Mione…lo sai
benissimo! E’ tutta la sera che mi torturi! – disse alzandosi dal letto –
Quindi va bene, ho sbagliato. Ma adesso basta, ti prego. Tu non sai quanto sia
stato difficile per me resistere a tutto questo! – disse indicando lei con un
gesto delle braccia.
-Come è stato difficile per
te? – disse lei, inginocchiandosi sul letto. Era visibilmente arrabbiata –
Perché, Ron, credi che per me sia stato facile fare… l’oca, per tutta la
sera?Fare la smorfiosa… vestirmi in
questo modo? – disse indicando la sua camicia da notte – Che ti serva di
lezione, Ron! Vedi a cosa portano questi giochetti?- aggiunse alludendo al
rimedio Weasley.
-Mione, ma io l’ho fatto solo
perché tu non volevi parlarmi… e io non riesco a stare senza di te!
Ron aveva tentato la via
della romanticheria. Ma Hermione non abboccò.
-E credevi che, con questo
giochetto avresti risolto tutto?
-Ci sarei riuscito se quella
bocca larga di mia sorella si fosse fatta gli affari suoi!
Hermione trattenne un
sorriso. Incrociò le braccia e chiese:
-Quando hai capito che sapevo
del rimedio Weasley?
-Diciamo che ho immaginato che
avessi qualcosa in mente, perché ogni volta che mi avvicinavo… tu mi evitavi.
Così mi sono imposto di resistere – spiegò Ron, continuando a stare in piedi –
E credimi… neanche combattere contro Voldemort è stato difficile come questo!
Hermione rise.
-Ben ti sta!
-Sei ancora più bella quando
ridi… - le disse Ron.
-Puoi avvicinarti, sai?
Ron, timoroso, si avvicinò
al letto.
-Guarda che non ti mangio
mica! – aggiunse lei divertita, vedendolo così incerto.
-Ho paura che se mi
avvicinassi, tu ti allontaneresti…
-No, dai… basta con questi
giochini.
Sollevato, Ron tese una
mano per toccarle il viso…
-Ah-ah! – fece lei di scatto.
Ron tirò velocemente la
mano indietro, impaurito.
Hermione rise.
-Piccola strega malefica… -
disse lui, ridendo a sua volta.
-Dai che scherzavo, scemo!
Detto questo, si slanciò
verso di lui, gettandogli le braccia al collo…
-Sai… - disse Ron – Potrei
anche abituarmi a questi completini…
-E’ un acquisto di tua
sorella!
-Ah! In questo caso… ricordami
di ringraziarla…
The end!
E anche
questa ff si conclude!!
Penso di
tornare presto a rompervi le scatole con un’altra storia!!!