City Of Darkness

di SivvHerondale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


Nota sull’autrice: Ciao a tutti! È la prima storia che scrivo, quindi siate buoni! (Non troppo, sentitevi liberi di scrivermi tutto ciò che non va!) Spero vi piaccia ☺ Per qualsiasi chiarimento sulla storia o problema (tipo strafalcioni grammaticali) non esitate a scrivermi ☺

La storia è ambientata circa 9 anni dopo CoLS, senza CoHF, ma qui c’è un prologo per introdurre poi il primo capitolo. Enjoy reading!


 

Prologo:

Esattamente nove anni prima, dopo City of Lost Soul…

Erano le undici e mezza di una notte d’autunno e Isabelle stava tranquilla in camera sua, durante una settimana in cui i suoi genitori erano stati chiamati a Idris per svolgere alcune importanti questioni riguardanti Sebastian, e lei era all’istituto sola con Alec.

“DING DONG” il campanello.

-Ma chi diavolo suona a quest’ora della notte a un istituto invisibile ai mondani a Brooklyn? E in più non ho nemmeno ordinato cinese!- Isabelle era decisamente scocciata, ma si alzò lo stesso per andare a vedere. Passando in uno dei corridoi, a lei si accostò Alec. –Che succede?-

  - Non lo so Alec, sto andando a vedere.- 

 - Vengo anch’io.-.

S’incamminarono insieme all’ascensore. Quando furono all’ingresso, Alec disse:  –Non sarà mica…-  -Non essere stupido, mica si presenta così, alla porta! Il fatto che abbia scritto che stia arrivando non significa che semplicemente suona al campanello e dice: Ehi buongiorno, sono qua per sterminarvi tutti!-  disse Isabelle. Alec fece finta di non sentire. In realtà non stava pensando a Sebastian, alias fratello mezzo demone di Clary, ma a Magnus. Erano due mesi che lo stregone non gli scriveva, non un messaggio, una telefonata… Alec stava sempre peggio.

-Allora, apri o no?- Le parole di Izzy lo risvegliarono dai suoi pensieri. Aprì la porta, ma quello che si trovò davanti fu una cosa che lo sconvolse più di vedere Magnus nudo senza glitter: si ritrovò una specie di cesto, con dentro un bambino, un neonato. –Oh mio Dio! Portalo dentro Alec, svelto!- Alec prese il fagotto e lo diede alla sorella. Si guardò intorno, per capire come chiunque avesse potuto lasciare un neonato davanti a un edificio che nessuno poteva vedere. –Alec! Dammi una mano!- Isabelle era già di sopra. Alec si affrettò a salire per aiutare la sorella. Arrivato su, esclamò: -Izzy, Izzy guarda! C’è un biglietto!- 

 Il biglietto diceva:

 

Chiedo scusa se questa bambina darà fastidio

Il suo nome, per ora, è Adele Smith

È nata il 21 marzo di quest’anno

Come un fiore a primavera

Per il momento deve stare qui, al sicuro

Prendetevi cura di lei.

                                                                                                  -C.A.H.

 

-Aspetta un attimo. Mi stai dicendo che abbiamo appena preso una bambina di cui sappiamo il nome e la nascita (e non ha più di sei mesi), ma la dobbiamo tenere con noi anche se non deve stare qui, e non si sa bene dove debba stare, e…- Isabelle continuava a parlare, ma Alec la interruppe:- Izzy, calmati. Per il momento pensiamo a lei, guarda, si è svegliata e sembra che abbia fame! Fai scaldare del latte. Qua ci penso io.- E prese in braccio la bambina. Isabelle però aveva gli occhi lucidi – Izzy, ehi, che succede? -  -Niente, niente, vado- Si asciugò le lacrime e corse in cucina. Aveva subito pensato a Max, alla prima volta che lo aveva visto in braccio ad Alec, e a come le mancasse adesso, dopo che quel bastardo nel fratello di Clary gliel’aveva portato via. C’era un lato di Isabelle che solo Max conosceva: quello materno. Izzy, anche senza sapere nulla di quella bambina, si ripromise di trattarla come una sorellina, anzi no! Come fosse sua figlia. Tutti questi pensieri li fece dal corridoio alla cucina, e quando fu lì prese al volo un cartone di latte e ne versò il contenuto dentro a un vecchio biberon di Max, che ancora stava dove l’avevano posato l’ultima volta che lui aveva bevuto da lì. Quindi lo mise in microonde, e neanche un minuto dopo era di nuovo dalla bambina e da Alec.  –Alec, dai qua.- Alec le porse il fagotto, che Izzy prese con cautela, quasi avendo paura di romperla, e comiciò a darle da mangiare. Adele rispose con un “Gu” decisamente soddisfatto. –Alec io… penso che dovremmo chiamare almeno Jace e Clary… Non pensi?-  -Sì, ma se stasera Jace è da Clary ci sarà un motivo no?-  -Alec, che diavolo stai dicendo? Abbiamo una bambina sconosciuta posata qua davanti all’istituto da chissà chi e tu ti preoccupi di disturbare Jace e Clary mentre fanno sesso? -  -Izzy, lo so, ma possiamo chiamarli domani mattina. Ora, vado a comprare dei pannolini… mi sa che ne avremo bisogno, e come so che tu non mi diresti mai quello che invece sto per dirti io ma lo stai pensando da quando abbiamo capito che era una bambina, so per certo che non lascerai mai andare via questa piccolina, o meglio, Adele. Quindi , vado. A dopo!- E semplicemente Alec s’incamminò, come se fosse la cosa più normale del mondo. Izzy rimase esterrefatta dal comportamento del fratello, ma era anche felicissima di passare del tempo con Adele. Per prima cosa quindi, andò in camera sua e la posò sul letto. Le tolse quell’enorme coperta bianca tutta sporca e tirò fuori la bimba; era bellissima, con i capelli del colore del grano maturo e con gli occhi blu, di un blu intenso come l’oceano. Aveva una tutina tutta sporca che una volta era probabilmente stata rosa. Quindi, l’appoggiò sul letto, e aprì l’armadio in cerca di qualcosa di pulito per la bimba. Trovò abiti troppo grossi, quindi afferrò il cellulare e fece il numero di Alec.

Alec stava camminando per la città, in cerca di un supermercato aperto anche a quell’ora, quando gli squillò il cellulare: -Pronto?-  dall’altro capo rispose sua sorella –Ciao, sono io, senti, già che ci sei non è che compri anche una tutina o qualcosa del genere?  Non trovo niente da metterle addosso per cambiarla!-  -Izzy, non è necessario che tu le rifaccia il guard..- Isabelle non lo lasciò finire di parlare – Prima che tu aggiunga qualsiasi cosa, è tutta sporca e la devo cambiare, quindi trovale qualcosa e torna a casa!-  Detto questo gli riagganciò in faccia. Alec ci era abituato, quindi ripose semplicemente il cellulare. Era una bella notte, e il cielo scintillava (anche se non si vedeva un gran che, piena com’era di lampioni la città); il suo pensiero vagò subito fino a Magnus senza un motivo, ma semplicemente perché tutto quello che aveva pensato in quegli ultimi due mesi aveva subito ricondotto al sexy-stregone. Era così preso dai suoi pensieri che a momenti non si accorse di quattro demoni Shax, proprio dietro all’edificio dove era lui. Non ci pensò un attimo ed estrasse la spada angelica. Disse: -Muriel- E la spada si illuminò di una luce bianca, purissima. Sfruttò l’effetto sorpresa (e anche qualche coltello angelico, una nuova invenzione utilissima per gli shadowhunters!) e li fece fuori tutti. Fu lì che, finito di ripulirsi dal sangue nero, si accorse di nuovo di un’ombra dietro di lui. Qualcuno lo stava seguendo da quando era uscito. Ma chi poteva essere?  -So che mi hai visto, Lightworm- disse la voce misteriosa. Alec sussultò impercettibilmente, e ribattè:- Chi sei? ... E un attimo, Lightcosa?- Ma l’ombra era già sparita. –Ma guarda che gente…- Pensò Alec, mentre s’incamminava al supermercato.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


NOTA DELL’AUTRICE: Eccomi qua con il secondo capitolo! Devo ammettere che non ho ancora le idee ben chiare, quindi spero di non fare troppa confusione nella storia. Da questo capitolo ci saranno dei piccoli crossover sulla serie tv “ The Vampire Diaries ”, che io personalmente adoro.  Come al solito, per dubbi o problemi non esitate a contattarmi!
-Sivv
 
CAPITOLO 2
Erano passati nove anni da quando Adele era stata trovata davanti all’Istituto, ed era sempre rimasta chiusa lì dentro (non che fosse noioso! Era pieno di stanze e stanzine  dentro cui giocare e scoprire vecchi oggetti!). Da quando Maryse aveva saputo della bambina, aveva deciso di adottarla, forse anche per colmare il dolore. Adele, però, era completamente diversa da Max. Era una bambina molto intelligente e saggia per i suoi nove anni, e adorava fare i dispetti; inoltre aveva lunghi capelli biondi a boccoli e un paio di grandi occhi blu oceano, molto simili alla tonalità di quelli di Alec.

In un giorno di quasi primavera come tanti altri, scese per fare colazione di buon’ora, prese un po’ di latte e lo mise a scaldare dentro la sua tazza preferita, che le aveva regalato Isabelle. Proprio mentre mandava giù l’ultimo sorso di latte, suonò il campanello. –Probabilmente è mamma…- Pensò. Una delle tante regole che le erano state imposte era di non andare mai ad aprire alla porta da sola, e questa era una delle due o tre che Adele davvero seguiva. Quindi, andò alla porta di Isabelle:- Izzy, ehi, hanno suonato, vieni con me per favore?- Chiese la bambina, con un tono di voce molto dolce, come suo solito. –Arrivo subito piccola!- Rispose Izzy.
Due minuti dopo stavano scendendo per andare ad aprire. Sull’ascensore Adele chiese: Secondo te chi è?  -Mamma mi ha parlato di una sua vecchia amica che ha perso la casa in un incendio e che probabilmente sarebbe venuta con la sua famiglia, ma non pensavo così presto!- Arrivate alla porta, Isabelle aprì, e una donna sui quarant’anni le disse:-Ciao, tu sei Isabelle vero? Sei proprio uguale a Maryse! Io sono Elena Salvatore, tua mamma ti ha parlato di me?-  Isabelle rispose:- Sì, mi ha detto che avete perso la casa, mi dispiace molto. Prego, entrate pure.- E detto questo lasciò che Elena, suo marito e i suoi due figli (un maschio e una femmina) entrassero. Li guidò fino di sopra e li fece accomodare in libreria. Isabelle si accomodò e prese la parola:- Mia madre arriverà fra poco.. Oh che stupida, non mi sono presentata! Io sono Isabelle e lei è Adele.- Disse Izzy, indicando la bambina. Elena prese la parola e disse:- Loro invece sono Stefan, mio marito, ed Elise e Dave, i miei figli. Ely ha 15 anni, Davey ne ha 17.-Elise aveva lunghi capelli biondi dritti come spaghetti e occhi quasi neri, mentre Dave aveva i capelli castani col ciuffo, mossi e occhi verde brillante; era uguale a suo padre. Stefan salutò cordiale, mentre Elise e Dave mormorarono un “ciao” molto strascicato, guardando altrove. La madre li fulminò con lo sguardo, ma entrambi fecero finta di niente. Per smorzare la tensione, Isabelle disse loro:- Ragazzi, che ne dite, volete allenarvi un po’? Abbiamo una grande palestra e molte armi che potete utilizzare.-  A quel punto a Elise si accesero gli occhi:- Avete anche dei coltelli?- Izzy rispose:- Ovviamente sì, dai più leggeri ai più lavorati. Adele, tesoro, li accompagneresti in armeria? E fai attenzione a non farti male, mi raccomando!- Le disse Isabelle. Adele si alzò e uscì, seguita da Davey ed Ely. Isabelle aspettò che si fossero allontanati, e disse: So benissimo che la vostra casa non è bruciata così per caso. Che cosa è successo? È stato Sebastian?-  Ma non fece in tempo a chiedere altro che Maryse entrò in biblioteca. –Elena! Stefan! Come sono felice di rivedervi! Maryse ed Elena si strinsero in un lungo abbraccio, mentre con Stefan ci furono solo due baci sulle guance. Maryse disse:-Mentre entravo non ho potuto fare a meno di ascoltare un pezzo della vostra conversazione a proposito della vostra casa. Oh, a proposito, mi dispiace molto. Ma vi prego, diteci, è stato Sebastian?-  Stefan cominciò:- In realtà non è stato lui, sembra che in questi anni abbia raccolto molti seguaci.-  -Come al tempo del circolo?- Chiese Maryse.  -No, anche peggio. Sono shadowhunters oscuri, più forti e veloci di noi che non conoscono pietà o altri sentimenti all’infuori dell’odio, e si sentono in debito con Sebastian che li ha resi “migliori” di come erano prima, in gergo, sono assoggettati a lui, e faranno tutto quello che lui dirà di fare, anche contro la loro volontà. Si mormora persino che Sebastian abbia trovato moglie, una figlia di due stregoni.-   -Ma è impossibile! Gli stregoni sono sterili!- Disse Isabelle, con molto stupore. –Non questi due. Si dice che abbiano fatto un patto con Lilith, che attraverso complicati rituali (tra i quali anche dei sacrifici umani e non umani) abbiano permesso loro di avere una figlia, che oltre ad essere una strega molto potente è in grado di passare attraverso la barriera che separa il nostro mondo con quello dei demoni, e con l’aiuto di Lilith, persino di controllarli. Si dice che questo sia successo nei tempi antichi, verso il 1000 a.C. , quindi se davvero questa strega esiste, deve avere sui 3000 anni, e sicuramente non sarà una novellina. Queste sono voci, ma se fosse davvero così, dubito che ne usciremo vivi, sia noi shadowhunters che tutta la Terra e, preghiamo Raziel di no, persino il Cielo. Siamo sull’orlo di una grande guerra.- Isabelle ascoltò con attenzione, e rimase molto scossa da queste rivelazioni. Qualche anno prima, non avrebbe creduto a una sola parola, ma negli ultimi anni erano successe talmente tante cose da farle dubitare persino delle cose più ovvie. Isabelle era davvero scossa, così biascicò una scusa e uscì dalla stanza, per andare nell’unico posto dove gli shadowhunters andavano per calmare i nervi: la palestra.
Armata di arco e frecce, entrò in palestra, dove c’erano Ely e Davey. Ely era molto brava con i coltelli, faceva quasi sempre centro, anche da lontano. Davey si stava allenando a massacrare un manichino con una spada, ed effettivamente c’era molta imbottitura sparsa per la stanza. Izzy si fermò qualche attimo a guardare Ely, che se ne accorse e si fermò. –Cosa c’è? – Disse Ely. –Perché mi guardi?-  -Sei molto brava con i coltelli- si complimentò Izzy – Penso che tu sia la più brava che io abbia mai visto, all’infuori di Jace ovviamente.- Vide la faccia interrogativa di Elise e aggiunse:- … mio fratello adottivo. Scusa, mi dimentico sempre di spiegare alla gente nuova, sono abituata a parlare a ruota libera.-  -Oh, beh, grazie, suppongo. E tu in cosa sei brava?- chiese Elly. –La mia arma preferita è la frusta elettrica, un regalo di mio padre. – Detto questo, Izzy si rabbuiò. –Scusa Ely, vado ad allenarmi un po’- E si allontanò per prendere un bersaglio, facendo finta che fosse la testa di suo padre.

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


Angolo dell’autrice: Ciao a tutti! Eccomi di nuovo qua! Scusate l’assenza, ma ultimamente ho avuto molto da fare a scuola (gli ultimi giorni, gli esami, sapete no?) e quindi non ho potuto stare molto sulla storia, inoltre stavo leggendo la Trilogia delle Gemme, che consiglio vivamente!
Un’ultima cosa: questo capitolo è in effetti un po’ corto, perdonatemi, mi rifarò con i prossimi!
Ora la smetto ahaha, un bacio!
Enjoy reading!
-Sivv
 
CAPITOLO TRE
Al centesimo centro di fila, Isabelle smise di tirare frecce e si avviò verso camera sua, perché era stanca, spaesata e aveva assolutamente bisogno di una doccia. Ely e Davey erano stati chiamati da Elena già da un paio d’ore, e ormai dovevano essere le undici passate. Arrivata in camera, si fece l’adorata doccia, e proprio mentre usciva qualcuno bussò alla porta:-Izzy, sono io…- Era Alec – Izzy senti.. posso parlarti un attimo?- Isabelle si asciugò in fretta e furia, si vestì con le prime due cose capitate in mano e fece entrare il fratello, che aveva un’aria distrutta. –Alec, ehi, cos’è successo?- Alec rispose quasi sull’orlo delle lacrime, cosa che fece molto preoccupare Izzy:- Io… ho visto Magnus, oggi. Stavo andando da Stiles e passando vicino all’ Hotel Dumort l’ho visto uscire con uno dei vampiri di Raphael e..- E scoppiò a piangere. Era la prima volta che scoppiava così a piangere da anni. Otto anni prima, dopo un anno di indecisione, finalmente aveva dimenticato Magnus, e aveva cominciato a frequentarsi con altri ragazzi. Certo, raramente Magnus veniva a fare qualche lavoro per gli shadowhunters, ma Isabelle, Maryse e gli altri cercavano sempre di non farli incontrare. Era successo una sola volta, sette anni prima, e Alec non si era mosso da camera sua per una settimana, lasciando entrare solo un paio di volte Izzy.
Isabelle gli accarezzò la testa, e stette così finchè lui non si fu calmato. –Ehi, stai tranquillo, passerà, passerà- Glielo ripeteva sempre, passerà, è solo un brutto periodo…
 
–Clary? Jace? Finalmente! Come state?- Isabelle li abbracciò a lungo, a tutti e due. Erano due settimane che non si facevano sentire, perché erano andati ad Alicante. Sembrava che ci fossero nuovi sviluppi su Sebastian, ma la storia di Izzy sulla ‘strega più potente dell’universo’ rimaneva la cosa più strana di tutto.
 –Abbiamo sentito anche noi questa storia, ma io penso che siano solo fantasie. Certo, da quel perverso di mio fratello ci si può aspettare di tutto, ma questo è davvero troppo, è impossibile.- disse Clary. Parlarono ancora un po’ di Sebastian, poi Isabelle li mise al corrente dello stato di Alec:- è tornato ieri sera ed era molto provato, probabilmente tutto quello che era riuscito a reprimere in questi anni è tornato a galla di colpo, e ho timore che possa andare in depressione o cose del genere… sono molto preoccupata.- Immediatamente Jace scattò verso la camera del suo parabatai. Borbottò tra sé:-Sapevo che c’era qualcosa che non andava, lo sapevo, lo sentivo…- A questo punto Clary disse:- E cosa mi dici dei Salvatore? Mia madre mi ha detto che sono qua perché la loro casa è bruciata… è vero?-   -Sì, è così, sono stati loro a informarci della strega e di Sebastian. Sono qui con i loro figli, due adolescenti, la ragazza, la più piccola, è un talento nato a lanciare quei coltelli, forse è persino meglio di Jace!- Esclamò Izzy.
 
Jace si avvicinò ad Alec, che aveva la faccia sepolta nel cuscino. –Ehi Alec, sono..-  -Ciao Jace- La voce di Alec era triste ma ferma. Si girò, e Jace vide che il suo parabatai era pallido, e con due enormi strisce blu sotto gli occhi: sicuramente non aveva dormito niente. –Ciao Alec, Izzy mi ha spiegato cos’è successo… Mi dispiace.-
-Izzy ha detto anche che passerà, e sono già stato in questa situazione una volta, non ricapiterà più.  Lo vedo una volta e scoppio in lacrime come uno stupido mondano? Mi faccio pena. Magnus? Chi è Magnus? L’ho già dimenticato. –
-Beh, allora… Sono felice per te.- Disse Jace, anche se sapeva benissimo che non era così.
 
Isabelle era appena scesa in cucina, quando Clary corse da lei con il cellulare in mano e la faccia preoccupata: era un messaggio di Simon.
 
Chiama Isabelle e Maia e correte all’appartamento, abbiamo problemi con la sorella di Jordan.
-La sorella di Jordan? E chi diavolo è?- Disse Izzy, mentre con Clary andavano da Simon in macchina.
-Non lo so, non l’ho mai sentita nominare, ma se mi ha scritto vuol dire che hanno davvero dei problemi.. Beh, guarda il lato positivo, ne conosceremo una nuova!-
-Molto divertente. Ah ah ah. No davvero Fray, non fa ridere.
-Ahahahahah era per sdrammatizzare, Lightwood.
Negli ultimi anni Isabelle e Clary avevano davvero legato, tanto che a volte Izzy si era chiesta come fosse avere una parabatai come lei, anche se non le aveva mai parlato di queste cose.
Arrivate a casa di Jordan e Simon, trovarono quest’ultimo ad aspettarle di sotto. –Forza ragazze, è davvero importante, correte di sopra!- Simon gettò ancora qualche occhiata furtiva e poi risalì per le scale.
 
-Ciao Iz, ciao Clary, scusate se vi ho fatto chiamare così in fretta ma nessuno lo deve sapere.. vedete..-
-Jordan, chi è?- Una voce femminile e stanca proveniva dalla stanza di Simon. Si avvicinarono alla camera e per primo entrò Jordan. –Ciao sorellina, loro sono Clary e Isabelle, le ragazze di cui ti ho parlato.- La ragazza non aveva più di sedici anni, ed era uguale al fratello: capelli castani ed occhi nocciola. Jordan poi si rivolse alle Shadowhunters- Ecco.. mia sorella Lexi ha un piccolo problema..- Si avvicinò a Lexi e le scostò la maglietta per mostrare la pancia, dove aveva un profondo morso. –Vedete, c’è questa mia vecchia conoscenza (o meglio, decisamente un vecchio contrasto), si chiama Chris May e...
Quel bastardo ha morso mia sorella.-

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***


Angolo dell’autrice: Buonasera a tutti! Chiedo scusa per l’enorme ritardo, ma purtroppo ero nella fase-esami, e dopo quella una piccola vacanza ci stava :)
Inoltre ho cominciato una nuova serie TV, Supernatural, che consiglio!
NOTA: Piccolo spoiler dei prossimi capitoli: ci saranno dei nuovi parabatai. A causa degli “anni nel futuro” le persone in questione hanno già superato i 18, per questo in questo “universo parallelo” la regola dell’età non esiste.
Ci si può trovare un parabatai a 13 anni come a 54, senza differenze.
Inoltre, c’è uno spoiler abbastanza grosso sulle Origini!
Ecco a voi il quarto capitolo.
Enjoy reading!
-Sivv
 
CAPITOLO QUATTRO
-Sei sicuro che sia stato lui intenzionalmente?- Chiese Izzy, alquanto sbalordita. –Non potrebbe essersi trasformato e che poi semplicemente abbia perso il controllo?-
-No, è stato proprio lui. È un lupo da sempre, entrambi i suoi genitori erano lupi a loro volta, ha molta padronanza nella trasformazione, infatti è praticamente imbattibile. È l’alfa di un branco di Washington, ma si muovono molto spesso; ha molti nemici, come me del resto, anche se in questo caso è diverso, perché sì, ci detestiamo, ma io ho sempre cercato di ingnorarlo, mentre lui durante le sue rade visite al Praetor  continuava a provocarmi. Un giorno l’ho spuntata io, e lui mi ha giurato vendetta. Ma non pensavo arrivasse a tanto… Lexi ha solo quindici anni!-
 -E mezzo! – lo rimproverò la sorella. – Anzi, quasi sedici! – La voce della ragazza voleva essere scherzosa, ma nel parlare diede un colpo di tosse e sputò un po’ di sangue. –Jordie.. mi dai un fazzoletto?-  Jordan sembrava molto preoccupato, Lexi non stava prendendo bene la Trasformazione.
-Ragazze io.. .vi devo chiedere un favore. Dite che sarebbe possibile farla trasferire all’Istituto? Qui all’appartamento non penso di riuscire a proteggerla come si deve, e penso che Michael (il lupo) la voglia rivendicare nel suo branco per farle Dio solo sa che cosa. Non è famoso per la sua “castità”. – Spiegò Jordan.
-Penso di poter chiedere a mia madre, dopotutto il Conclave sa che tu e Maia ci avete aiutato molto in questi anni… Sì, si può fare. Torniamo all’ Istituto ed entro domani se riesco ti dico qualcosa.- Disse Izzy
-Grazie, è molto importante per me. Spero solo che a quella testa di cazzo non venga in mente nulla di più idiota e irresposabile di questo da fare per farmi stare male! Oh Lexi,mi dispiace così tanto..-
-Tranquillo! Dopotutto diventerò forte e veloce come te e Maia no? Sarà uno spasso!- Disse Lexi, sforzandosi di avere un tono allegro. In realtà tutti in quella stanza avevano il timore che non ce l’avrebbe fatta.
 
 
Clary e Izzy salirono in macchina. Questa volta guidava Clary. Sulla strada verso l’Istituto, Izzy diede finalmente voce ai suoi pensieri. –Fray, senti, tu cosa de pensi di questa storia dei parabatai? Cioè, ormai sai molto del mondo in cui viviamo, però di questo non hai mai parlato.-  Clary fu presa alla sprovvista. –Io…in realtà non lo so, ma se tutti i parabatai sono come Jace e Alec deve esserci qualcosa di bellissimo, sono più che fratelli.- La parola fratelli la fece stare male, al ricordo di Sebastian e del ragazzo che non sarebbe mai stato. Guardò Isabelle, che sembrò irrigidirsi appena. –Clary, a proprosito di questo… Ascolta, è da tempo ormai che sei diventata (diciamocelo) praticamente una sorella per me, e appunto volevo chiederti se… Se ti andrebbe di diventare la mia parabatai.
Clary sobbalzò e quasi inchiodò con la macchina per la sorpresa. Aveva sentito bene? Isabelle che le chiedeva di diventare parabatai? La fiera Isabelle che non aveva bisogno di nessuno e che ammazzava demoni indossando tacchi 18 come se niente fosse? Sul serio? Ma d’altra parte era vero che si era molto avvicinata a lei. L’aveva consolata quando aveva litigato con Simon, quando sembrava che lei avesse chiuso e che non le importasse, e invece si era infilata in camera di Clary e l’aveva abbracciata mettendosi a piangere. Uscita dalla stanza però, era ritornata fredda e sorridente, come se non fosse successo nulla. –Clary? Clary di’ qualcosa!- Izzy che la chiamava la riscosse dai suoi pensieri. –Uh? … ah.. beh io… ci devo pensare un po’. Non posso darti una risposta così, su due piedi.- Disse Clary, anche se sapeva già la risposta da darle.
 
Adele era rimasta in camera sua, dopo aver preso un pugnale dall’armeria senza farsi vedere. Aveva attirato da un po’ la sua attenzione perché era bellissimo: il manico era tutto intagliato con  motivi a forma di uccelli in volo con due lettere: L.H. Sicuramente lo stemma di qualche casata, ma quale? E poi quelle lettere? Adele, per quanto si sapesse, era una mondana, ma aveva ricevuto comunque un’educazione da Shadowhunters, con il minimo indispensabile per riuscire a difendersi. Corse in  biblioteca, sapeva che doveva esserci un libro con tutte (o quasi) le casate. Cercò, e quando lo trovò si accorse che era troppo in alto. Si sporse più che poteva, ma proprio non ci arrivava. –Serve aiuto?- Chiese una voce alle sue spalle. –Ciao Jace!- Strillò la bambina, e corse ad abbracciare il “fratellone” –Ciao piccolina.- disse Jace, e le scompigliò i capelli. – Cosa cercavi?- Chiese. –Mi servirebbe quel libro lassù- Gli indicò Adele. –Quello delle casate? E come mai?-  -Curiosità su un simbolo.- Disse Adele, sul vago. –Jace la guardò per qualche secondo, sicuro che stesse nascondendo qualcosa, ma lei lo guardava con le manine incrociate dietro la schiena e gli occhioni. Jace sbuffò e le prese il libro. –Ecco qua. Se hai bisogno chiedi però!- -Beh ecco… a quale casata appartengono degli uccelli in volo?- chiese Adele. –Vuoi dire tipo questi?- Jace le porse un anello con una H al centro e degli uccelli identici a quelli sul pugnale. –Si! Proprio quelli!- Jace si incupì un poco. – Sono della mia casata, gli Herondale.- Disse Jace, e Adele spalancò gli occhi. - Dove c’è questo simbolo? – Chiese ancora Jace. Adele si illuminò. Aveva capito cosa significassero quelle lettere, ma non sapendo cosa rispondere a Jace evitò l’argomento chiedendo:- Ah, Herondale. Abbiamo un albero genealogico?-
-Si può sapere che diavolo stai cercando?- chiese Jace, sinceramente stupito. Adele era sempre stata curiosa, ma fino a cercare una discendenza, la sua discendenza.. era strano. Adele odiava mentire a Jace, così tirò fuori il pugnale. - è per questo… Vedi? Sul manico ci sono gli uccelli e qua dietro queste lettere, L.H. Penso siano iniziali, e sicuramente H sta per Herondale. Voglio sapere a chi apparteneva. – Jace rimase ancora più stupito. Da quando Adele non dava ascolto a Izzy, entrava in armeria da sola e prendeva addirittura un pugnale? Sembrava proprio lui da piccolo.
Comunque era anche lui curioso di scoprirlo, ora che sapeva tutta la storia. Cercò nella sezione “alberi genealogici” e trovò finalmente il libro sugli Herondale. Mentre lo prendeva, cadde una copia de “Racconto di due città” di Dickens. Sembrava quasi la prima edizione, o comunque molto vecchio –Adele, è qui!- Diede il libro con l’albero ad Adele, che andò a sedersi sul grande tavolo. Jace invece aprì il vecchio libro, e fu sorpreso di trovarci una dedica sopra, una vecchia dedica scritta con lettere svolazzanti e leggermente frettolose, come se fosse talmente emozionato nello scrivere quelle parole che avesse dovuto per forza fare in fretta per non dimenticare ciò che voleva scrivere:
 
Tess, Tess, Tessa.
È mai esistito un suono più bello del tuo nome? Pronunciarlo a voce alta mi fa tintinnare il cuore come un campanello d’argento. Strano vero? Un cuore che tintinna… Ma quando mi tocchi è così che succede: ho la sensazione che il cuore mi si metta a suonare nel petto e che il tintinnio scorra fremendo nelle vene e vada a infrangersi gioiosamente contro le ossa.
Perché ho scritto queste parole qui, in questo libro? Per te… Grazie a te. Mi hai insegnato ad amarlo quando lo disprezzavo. L’ho letto una seconda volta con la mente e il cuore aperti, e sono sprofondato nella disperazione e nell’invidia per Sidney Carton. Certo, Sidney, perché nonostante non avesse la minima speranza che la donna amata potesse ricambiarlo, alla fine riuscì a parlarle del proprio amore. E poté fare qualcosa per dimostrarle la passione che nutriva, benché questo qualcosa sia stato morire.
Anch’io avrei scelto la morte in cambio di confessarti la verità, Tessa, se avessi avuto la certezza che si sarebbe trattato solo della mia morte. Ed è questo il motivo dell’invidia per Sidney: lui almeno era libero.
Ora finalmente sono libero anch’io e posso dirti, senza il timore di metterti in pericolo, tutto ciò che sento nel cuore.
Non sei l’ultimo sogno della mia anima.
Sei il mio sogno più bello, il primo, l’unico. Non sono mai stato capace di smettere di sognare. Sei il sogno più bello della mia anima, e da questo ne nasceranno altri, spero. Sogni lunghi una vita.
Con tanta speranza, finalmente
Will Herondale
Era una lettera stupenda. Quando finì di leggere, capì che il ragazzo che l’aveva scritta doveva amare davvero molto questa Tessa. Poi si accorse de cognome, Herondale. Will Herondale.
Un attimo, quel Will Herondale?
-Jace! Forse l’ho trovato!- Il richiamo di Adele lo riscosse dai suoi pensieri. Si avvicinò al tavolo e Adele disse:- C’è questa Lucie Herondale, L.H. , figlia di William Herondale e Tessa Gray. Penso che sia lei.-
Ecco chi sono allora, pensò Jace, sono i miei… trisnonni!
 

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque ***


Angolo dell’ autrice: Eccoci col nuovo capitolo! Spero vi piaccia :)
Come al solito, recensite e recensite!
Enjoy Reading!!
-Sivv
 
CAPITOLO CINQUE:
 
-Mamma? Posso parlarti un attimo?-
Isabelle era appena entrata in biblioteca, dove Maryse, Elena e Stefan stavano bevendo un the. –Per favore, è importante-
-Certo tesoro. Vogliate scusarmi..-.
 
Uscirono dalla stanza, e Isabelle andò dritta al punto – Questa mattina con Clary sono andata a casa di Jordan e Simon a causa di un problema abbastanza grosso:  la sorella di Jordan, Lexi o qualosa di simile, è stata morsa da un rivale del fratello, ma purtroppo sta prendendo molto male la trasformazione… Jordan mi ha chiesto se potesse far trasferire la sorella qui, poiché ha paura che questo lupo la possa rivendicare nel suo branco, cosa che ovviamente lui non vuole. Gli avrei detto subito di sì se fosse stato per me, però volevo chiederti… Se lei venisse, qualcuno potrebbe venire e tormentare la poveretta? Perché suppongo che non abbia bisogno di ulteriori casini, non trovi?-
-Capisco, qualcuno ha avvisato il Praetor?-
-Mamma! Lo sai benissimo che ora è Maia a capo del Praetor!- Eh già, Maia era diventato il capo del Praetor Lupus, dopo che il suo vecchio capo aveva tirato le cuoia in uno scontro con un gruppo di vampiri.
-Oh, è vero, scusa. Allora se Maia è d’accordo per me va bene, ma la cosa deve restare segreta. Manderò a chiamare i Fratelli Silenti. Ora scusa Isabelle, devo tornare di là- Detto questo, si precipitò di nuovo in biblioteca. Isabelle si stupì, ma dopotutto Sebastian era tornato ad attaccare, quindi…
Mandò un messaggio a Jordan: Ciao, quando vuoi puoi portarla, ma non dire niente a nessuno tranne che a Maia.
Subito Jordan rispose: Grazie, ti devo un favore. La porto subito, puoi venire con il furgone?
Arrivo.
 
Izzy passò dalla porta di Clary, ma sentendo dei rumori alquanto “equivoci”, insieme alla voce di Jace e a quella di Clary leggermente “spezzata”, decise che non era quello il momento per disturbarli e, sogghignando, si diresse a casa di Jordan.
 
-Eccomi! Ciao a tutti, Dov’è?-
-Di qua!- Era Simon, in camera da letto, che stava portando Lexi in braccio, addormentata. –Fate silenzio, dorme-
-Ehi succhiasangue, non ci provare con mia sorella!- Scherzò Jordan, ma con una sfumatura seria nella voce, che intimava proprio di NON provarci.
- Una lupa e un vampiro? Scherzi? Puah.- Disse con lo stesso tono Simon, e scoppiarono a ridere.
-Su ragazzi, andiamo, siamo di fretta. Mia madre ha fatto anche chiamare i Fratelli Silenti.-
-Isabelle? Puoi venire un attimo?-
Si allontanarono mentre Jordan caricava Lexi.
-Isabelle, senti, io all’Istituto non posso venire, lo sai, e inoltre mia sorella mi ha chiamato, ieri sera e… Il fatto è che vuole che vada con lei nella nostra vecchia casetta in montagna per passare un po’ di tempo insieme, dice che ha superato la cosa del vampiro e vuole saperne di più e… Le ho detto di sì. Staremo via una settimana e-
-Simon, e se fosse una trappola?- Lo interruppe Isabelle -So che vuoi bene a tua sorella, ma questa è la scusa perfetta per farti cadere in trappola. -
-Lo so, lo so, farò molta attenzione, te lo prometto - Detto questo, la baciò, un lungo bacio che sembrava uscito direttamente da un film.
-E questo per che cos’era?- Chiese Izzy, quando si staccarono.
-Ragazzi dai! Andiamo!- Era Jordan.
-Vai Iz, ti chiamo domani.- Simon la salutò, con una strana sfumatura nella voce.
Quando si allontanarono, Simon si calò il cappuccio in testa e sussurrò:- Era nel caso in cui non dovessi tornare. Scusami, Isabelle Lightwood, lo faccio perchè ti amo.- E, con una solitaria lacrima che scivolava giù per una guancia, risalì a casa.
 
 
Arrivati all’Istituto, Isabelle e Jordan salirono fino all’ infermeria, dove misero Lexi, che intanto si era svegliata, su di un letto.
-Ciao Lexi, sei all’Istituto ora.-
-Io… ho un forte mal di testa. Avete un’aspirina?- Jordan s’incupì.
-Mi dispiace, purtroppo no. Ma fra poco arrivano i Fratelli Silenti, e ti passerà tutto.- Isabelle cercava di rassicurare più Jordan che Lexi. Come a confermare le sue parole, due figure incappucciate si presentarono con Maryse a capo.
-Buongiorno a tutti. Questi sono Fratello Enoch e Fratello Zaccaria. Jordan, ti va una tazza di the?- Jordan non era affatto contento di lasciare la sorella, però aveva a bocca molto asciutta, aveva bisogno di bere qualcosa. Si diresse con Izzy e Maryse in cucina. I Fratelli Silenti, già conoscenti dei fatti, si misero al lavoro.
 
Nel corridoio, Jordan sussurrò:- Non va bene, non va proprio bene.-
-Stai tranquillo, ti puoi fidare dei Silenti, sono degli ottimi medici- Maryse cercò di rassicurarlo.
-Non è per quello, è che lei non ha mai sofferto di mal di testa, e anche se ha male da qualche parte non chiede mai niente. Ci ho messo due giorni a scoprire che era stata morsa, cioè fin quando non è svenuta di colpo sul pavimento. E in più un lupo, anche durante la Trasformazione, non soffre di banali mal di testa.
-Jordan. È chiaro che c’è qualcosa che non va, ma qualunque cosa sia i Fratelli la troveranno e la risolveranno. E in più stare qui a rimuginarci sopra non serve a niente.- Isabelle lo disse con il tono un po’ più duro di quanto si aspettasse. Allora addolcì i toni: –Capisco che è tua sorella, ma te lo ripeto, andrà tutto bene.- 

 
Diverse tazze di camomilla dopo, Fratello Zaccaria si presentò in biblioteca. La ragazza dorme, ma sappiamo cosa fare. Per il momento non fatele fare sforzi o peggiorerà. Io vado alla Città di Ossa a prendere alcuni utensili, e a reperire una strega di mia conoscenza. Inoltre ho bisogno che contattiate Magnus Bane. Sarò di ritorno fra poco. E se fece per andarsene.
-Aspetta! Che cos’ha mia sorella di così importante da necessitare due stregoni?-
Tua sorella è stata avvelenata, ora devo andare perché se non ci sbrighiamo nel giro di due ore morirà.

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