O.o{...Eric...}o.O di Kalsifer (/viewuser.php?uid=53266)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** *Prologo* ***
Capitolo 2: *** *beautiful events and ugly memories* ***
Capitolo 3: *** *Remember me* ***
Capitolo 4: *** *Tomorrow Is A New Day* ***
Capitolo 1 *** *Prologo* ***
O.o{...Eric...}o.O
[...Una Piccola Persona Che Ti Sconvolge La Vita...]
*Prologo*
Una sera buia di dicembre,
la pioggia scricchiola sull'asfalto e rimbomba sulle grondaie di una
casa. le luci sono accese e flebili voci si sentono accompagnate dal
rumore di un televisore.
Una figura ammantata di nero si muove furtivamente per quella via ormai
isolata a causa della tarda ora. Un cappotto l'avvolge completamente,
un cappuccio calato sugli occhi appannati sia dalla pioggia che dalle
lacrime. Stringe un fagotto tra le braccia di un colore cristallino in
contrasto col nero intenso del cappotto. si avvicina alla casa senza
far rumore, posa delicatamente il fagotto di fronte la casa con una
pezzo di carta stropicciato adagiato sopra, un piccolo braccino sbuca
fuori dalla copertina, la figura la ripone dentro, dona un ultimo bacio
al piccolo, suona il campanello della casa e corre via nella notte,
piangendo come non mai, non badando alle pozze d'acqua che le bagnano
tutti gli abiti consunti che ha addosso.
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Capitolo 2 *** *beautiful events and ugly memories* ***
*Beautiful Events And Ugly
Memories*
...........:::::Intanto all'interno della casa:::::.................
T:" hanno suonato?"
B:" jaja!"
T:" ma chi sarà a questo'ora?"
B:" se non apri non lo scoprirai mai"
Tom si alza forzatamente dalla poltrona in cui stava accucciato sotto
una coperta, sente i brividi percorrergli il corpo mentre poggia il
piede nudo a terra, si dirige verso la porta ed apre, non vede nessuno,
sta per chiudere la porta quando sente piangere un bambino, si sporge
fuori, abbassa lo sguardo e vede quella piccola creatura poggiata ai
suoi piedi, lo raccoglie delicatamente e chiude la porta di casa dietro
di se, prende il bigliettino e rimane sbigottito da ciò che
c'è scritto, tantissimi ricordi gli affollano la mente ma la
voce del gemello lo riporta alla realtà
B:" chi era?"
Tom si dirige nella stanza con il bambino ancora in braccio, porge il
biglietto a Bill senza proferire parola, lui inizia a leggere ad voce
alta:
Tieni tu questo bambino, voglio che cresca con un padre che possa
dargli tutto e non con una madre che non gli darà mai
niente,,, si chiama Eric...è nato l'1 Novembre...
Andy
poche parole all'apparenza insignificanti, parole senza senso viste
così, ma in realtà sono parole che sconvolgono
gli animi di quei due giovani, uno più di un'altro, portano
ricordi di un'amicizia, di un amore, entrambi stroncati presto, forse
anche troppo.
Tom scosta delicatamente un lembo del lenzuolo che copre il volto del
bimbo e lo osserva, osserva quei grandi occhioni identici ai suoi, il
fratello gli si avvicina scrutando anche lui la piccola creatura, una
lacrima scende dal volto del biondo e si poggia delicatamente sulle sue
labbra aperte in un sorriso. un sorriso felice ed una lacrima triste
mischiati insieme, nascono nello stesso momento, perchè in
quel momento l'animo dei ragazzi è diviso in due.... Il
piccolo sbadiglia vistosamente, si muove piano nelle braccia del
ragazzo e lentamente si addormenta, senza pensieri, non consapevole di
tutto quello che lui ha portato, non sapendo cosa gli accade intorno.
Bill inizia a parlare sotto voce al fratello che si è seduto
sul divano con ancora la creatura tra le mani
B:” ma… Andy sarebbe Andrea?
Quell’Andrea?”
T:” non ne conosco altre… deve essere
lei…”
B:” oddio… guarda che tenero!”
Tom guarda il figlio tra le sue braccia a sorride nuovamente a quella
vista
T:” mi aiuterai con lui?”
B:” lo vuoi tenere?” dice apprensivo
T:” già… è mio
figlio… e lei vuole che sia così… lo
sai che farei tutto per riaverla”
B:” tranquillo fratellino lo sai che io ci sono
sempre!”
T:” grazie… ora vado di sopra… notte
Bill”
B:” notte Tom”
Grazie mille
a SiSi per aver commentato!! visto?? ho subito messo il continuo!!!
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Capitolo 3 *** *Remember me* ***
*Remember me*
Tom sale le scale, va
infondo al corridoio ed entra nella sua camera, il caos regna nella
grande stanza, vestiti sparpagliati qua e là, mutande sopra
il lampadario e letto disfatto, evidente segno di un’altra
notte di sesso passata dal ragazzo per dimenticare, con un braccio fa
cadere a terra tutto ciò che è presente sulla
scrivania e poggia il piccolo Eric su di essa… “e
ora dove ti metto?” pensa, apre un cassetto della
cassettiera, lo sgombera dai vestiti e poggia dentro il bambino
dormiente “ per stasera dovrebbe andare, domani compriamo la
culla”, gli dona un bacio, si spoglia e si corica.
Il sonno tarda ad arrivare, la ferita è ancora aperta nel
suo cuore, quella ferita che riporta quel nome, ANDY marchiato a fuoco,
solo pochi mesi che non la vede, senza sentire la sua voce, le sue
carezze, i suoi baci…
Gli ritorna in mente il giorno in cui la incontrò…
Tom camminava senza una meta per la città, guardava il
paesaggio, gli mancava stare un po’ da solo a godersi la
natura, era in un parco, si stava avvicinando ad un ponte per passarci
sotto quando una ragazza gli sbatte contro, in pieno petto, la guarda
in volto, le lacrime scendono copiose dal suo volto, si attacca alla
sua felpa grigia e sussurra in tono disperato “ ti prego
aiutami”. Guarda verso il ponte e vede due uomini di cui non
si era accorto che gridano “ehy bella troia vieni
qui!”
T:” non ti preoccupare vieni con me” le sussurra,
la prende per mano e si allontanano da quei due che continuano a
gridare… vanno al centro del parco e si siedono in una
panchina sotto i raggi caldi del sole.
Si ricorda di come iniziarono a parlare, della sua timidezza, le sue
gote chiare che spesso diventavano rosse per l’imbarazzo, dei
suoi occhi neri quasi quanto la pece che roteavano frenetici scappando
dai suoi, di quei capelli anchessi neri che si muovevano ribelli sulle
sue spalle, di quei ciuffi che le tormentavano la faccia coprendole
quasi un occhio.
Ricorda di come gli parlava presa quando qualcosa le piaceva oppure di
come il suo tono si incupiva quando parlava di cose che le facevano
male o ancora di come ascoltava attenta ogni parola che lui pronunciava.
Ricorda di come, su quella stessa panchina, gli raccontò la
sua storia, una storia dolorosa. Con le lacrime sul viso, le mani
tremanti quanto la voce gli disse dell’incendio di casa sua
il giorno dopo il suo sedicesimo compleanno quando lei era da
un’amica a dormire. Incendio in cui i suoi genitori persero
la vita.
Gli raccontò della polizia che si avvicinò a lei
e, senza un minimo di pietà, le fecero le condoglianze e le
dissero che ora doveva andare in orfanotrofio.
Gli raccontò di come scappò da quella casa che
tanto l’aveva fatta soffrire, da quei poliziotti che volevano
rinchiuderla con solo uno zaino con dentro quelle poche cose che aveva
dall’amica il giorno prima e 30 euro nel portafogli.
Gli raccontò di come le sue amiche non vollero
più vederla perché era scappata ed era andata
contro la legge. Gli raccontò di come si sentì
tradita da quelle persone che credeva amiche.
Gli raccontò di come viveva ormai da un anno, nascondendosi
per non farsi riconoscere, di come elemosinava per comprarsi un pezzo
di pane, di come cercava disperatamente qualche lavoretto per un
po’ di soldi e di come li spendesse per comprare delle
batterie per il suo mp3 unico e fedele amico che
l’accompagnava nel dolore.
Gli raccontò di come dormiva sotto i ponti, durante le
giornate di pioggia con solo una leggere coperta, di come si lavava nei
bagni pubblici, di come ogni tanto rubacchiava in qualche supermercato
per non morire di fame e di come si scontrava con gente come quella di
prima finendo puntualmente violentata.
Gli raccontò tutto questo piangendo, confidandosi con lui,
lui che nemmeno conosceva ma che la faceva stare bene,
lui che le sembrava l’unica persona buona sulla terra
perché l’aveva salvata da un’altra
violenza,
lui che l’aveva accolta tra le sue braccia quando ne aveva
bisogno,
lui che aveva ascoltato ogni singola parola che aveva pronunciato e
sempre lui che era rimasto lì con lei nonostante la crudele
verità.
Tom continua a ricordare di come, dopo aver ascoltato quella storia,
l’abbia abbracciata, l’abbia stretta forte a se
sussurrandole dolci e leggeri “non preoccuparti ora ci sono
io” nelle orecchio mentre le accarezzava i capelli.
Ricorda di come lei si aggrappò nuovamente alla sua felpa
stringendolo forte e continuando a piangere.
Ricorda di come lei lo guardò negli occhi con un
po’ di speranza, speranza che lei aveva perduto ma che forse
stava ritrovando in una persona sconosciuta, non perché la
conoscesse ma semplicemente perché lui
c’era…
Ricorda di come la prese per mano e la portò a casa sua, le
fece fare una doccia e la face coricare nel suo letto per farla
riposare, senza parlare, solamente guardandosi e capendosi.
Ricorda di come, prima di addormentarsi, lei le sussurrò
“remember me” come se quello dovesse essere
l’ultimo loro incontro…
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Capitolo 4 *** *Tomorrow Is A New Day* ***
*Tomorrow Is A New Day*
Continuando a pensare a
quella giornata Tom si addormenta, cullato dai dolci respiri del figlio
che gli dorme accanto.
La mattina dopo timidi raggi solari sbucano incerti dalla finestra, si
prospetta una bella giornata nonostante sia il 20 di dicembre, i raggi
si poggiano leggeri sul viso delicato di Tom che si sveglia
stropicciando gli occhi, vaghi ricordi della sera precedente si fanno
più chiari, guarda verso il cassetto e il sorriso che aveva
prima scompare, il bambino non c’è più!!
Infila una tuta e scende immediatamente di sotto, trova Bill seduto in
cucina con Eric in braccio che gli da il latte da un biberon
T:”cazzo Bill mi è preso un infarto!!”
B:” buon giorno anche a te”
T:” perché l’hai preso?”
B:” perché piangeva, aveva fame, e tu come tuo
solito non hai sentito niente quindi visto che ero sveglio ho pensato
bene di farlo mangiare!”
T:” hai ragione... grazie”
B:” di niente bru”
T:” ma il biberon?? Dove l’hai preso?”
B:” è il tuo di quando eravamo piccoli
l’ho trovato per caso ieri”
T:” capito..”
B:” dovremmo comprare un po’ di cose se lo vuoi
tenere qui”
T:” certo che lo voglio tenere, più tardi usciamo
e andiamo al centro commerciale”
B:” ma sei impazzito? È il 20 di dicembre e
miliardi di fan vanno al centro commerciale per i regali di
natale”
T:” giusto... Vabbè ci camufferemo per
bene”
B:” e va bene... cosa non farei per te bru!”
T:” lo sai che sei il mio gemello preferito!”
B:” ci mancherebbe! Sono l’unico!”
Si mettono a ridere
T:” lui lo dobbiamo portare con noi”
B:” mi sa proprio di si!”
T: “bene io vado a prepararmi poi ti do il cambio”
B:” ok sbrigati però!”
Un’ora dopo sono entrambi pronti ad andare, cappuccio in
testa, sciarpa al collo, capelli nascosti, occhiali da sole e abiti
più o meno normali. Il piccolo Eric riposa nuovamente tra le
braccia di Bill riscaldato bene da una coperta di lana. Salgono in
macchina e Tom si mette alla guida, dopo poco si ritrovano
nell’affollato e caotico centro, iniziano a curiosare in
tutti i negozi per bambini cercando le cose adatte, comprano la culla,
alcuni ciucci, tanti vestitini e tantissimi giochi! Tom si diverte nel
comprare con suo fratello che molto spesso rimane imbambolato davanti a
qualche cosa dicendo “ma guarda che sono
piccoliiiiiiiiiiiiiiiiii”.
Si sforza di ricordare cosa sarebbe piaciuto a lei, a Andy, cosa
avrebbe comprato per il piccolo Eric. Lei con quei gusti strani, forse
anche troppo.
Guarda di nuovo il suo bambino mentre Bill è scappato in un
camerino della disel a provarsi una maglietta non avendo resistito alla
tentazione, lo guarda e sorride di nuovo. Quelle manine così
piccole che ora stringono delicatamente il suo dito affusolato, quegli
occhi così grandi e profondi, quella bocca ancora sdentata
che tenta di mordergli il dito. Quei piedini che si muovono lenti sotto
la coperta. Lui lo guarda e continua a sorridere, è felice,
felice di stringere suo figlio tra le braccia, quel figlio che ha avuto
da lei, lei unico suo amore. Sono stati insieme per 10 mesi e poi lei
è andata via senza un perché. Dieci mesi che
possono sembrare pochi per far scaturire un sentimento grande come
quello del ragazzo, ma tra loro c’era intesa,
c’erano sguardi, c’era complicità,
c’era tutto e quel tutto è stato fin da subito
semplicemente una cosa : AMORE.
Continua a guardare il figlio e gli sussurra poche parole ma che
contengono un significato intenso che è sicuro che lui
capirà, anche se è piccolo lui le
capirà.“non preoccuparti, la ritroveremo,
perché domani è un nuovo giorno”. Eric
si muove un poco e poi accenna un sorriso, uno di quei sorrisi da
bambini, uno di quei sorrisi che ti fanno sciogliere il cuore, uno di
quei sorrisi che ti fanno capire che lui ha capito realmente.
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