Nessuna punizione dura in eterno

di FedericaGrigori394_12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Occhi verdi ***
Capitolo 2: *** Occhi azzurri ***
Capitolo 3: *** Occhi viola ***
Capitolo 4: *** Non si può aspettare ***
Capitolo 5: *** Ricordi ***
Capitolo 6: *** L'infermeria ***
Capitolo 7: *** Confusioni ***



Capitolo 1
*** Occhi verdi ***



Capitolo 1: Occhi verdi


-Cam!- trillò Arriane vedendolo arrivare. Lui scese in picchiata e guardò il cancello dell’ Emerald College
-Quindi è qui che si trovano?- chiese guardandoli, ritirando le ali. Era da tanto che non vedeva i suoi amici, circa diciassette anni fa. Roland, Arriane, Annabelle non erano cambiati affatto. Ma in fondo come potevano? Invece i due Nephilim sì, erano invecchiati. I loro occhi erano cirrcondate da rughe. Sotto il cappellino da baseball ormai scolorito di Miles, si vedevano i capelli brizzolati. Shelby doveva partorire tra circa tre settimane. Portavano entrambi una fede nuziale
-Sì.- Arriane non stava più nella pelle. La sola idea di rivederli e avere dei contatti con loro, la esaltava!
 -Oddio, non riesco a credere che stiamo per farlo!- anche Annabelle era entusiasta. Roland sembrava timoroso, ma anche lui era felice. Cam cercava di non darlo a vedere, ma era felice. Contento più che mai
-Shelby, Miles. Voi sapete vero…?- incominciò a chiedere Roland
-Sì, sì. Dobbiamo far finta di essere i vostri genitori e iscrivervi a questa scuola. L’avete ripetuto un miliardo di volte!- esclamò Shelby, anche lei felice ma irritata perché non poteva parlare con loro.
-Bene, che aspettiamo?- chiese Miles
-Nessuno! Andiamo.-
Stavamo camminando per i corridoi quando Roland prese Cam per il braccio e si fermarono
-Mi vuoi spiegare dove diamine eri finito?- gli chiese con gli occhi furenti, datosi che Cam non rispondeva continuò –Non ti fai vivo per diciassette anni e poi mandi un messaggio a tutti spiegandoci questo tuo “favoloso piano”?-
-Perché? Non è forse favoloso?- chiese Cam con il suo tono sarcastico. Roland lo fulminò
-Non è questo il punto. Voglio sapere solo dove sei stato.- Cam distolse lo sguardo e si guardò i piedi, dondolando
-Un po’ di là, un po’ di qua. Ho viaggiato per il mondo, Ro.-
-Come se non l’avessi già fatto un milione di volte.- commentò lui prima che Miles si accorgesse della loro assenza e li chiamasse.
                                   ******
Luce stava scendendo a fare colazione in mensa. Quella settimana era stata bellissima. Daniel era bellissimo. La trattava benissimo e sembravano fatti l’uno per l’altra. Nora era già scesa con Jordan e Hailey, mentre lei dormiva ancora. Almeno la potevano avvisare!
Era ancora mezza addormentata. Scese l’ultima rampa di scale e andò a sbattere contro qualcosa. No, contro qualcuno. Alzò lo sguardo pronta a scusarsi con chiunque fosse e rimase a contemplare due smeraldi. Il ragazzo che aveva davanti sembrava in trance quanto lei. Aveva i capelli neri che andavano in contrasto con il pallore del viso, sul collo aveva un sole nero tatuato e sembrava risplendere. E non aveva occhi, no. Quelli erano veri smeraldi! Il ragazzo si ricompose e si allontanò un po’, le sorrise
-Ciao, io sono Cam.- le disse. Lei scosse un po’ il capo e gli sorrise
-Io sono Luce.- era ancora un po’ scossa. C’era qualcosa di strano in quel ragazzo
-Diminutivo di Lucinda, giusto?-
-Sì.- balbettò. Cam le sorrise, ma con amarezza. –Sei nuovo? Non ti avevo mai visto.- non proprio, il ragazzo le era familiare
-Sì. Mi sono iscritto ieri con i mio fratello e le mie due sorelle.- disse.
-Ah. Hem… io allora, vado a fare colazione.- e si congedò imbarazzata. Quel ragazzo le ricordava qualcun altro. Sembrava lo avesse già visto da qualche altra parte. Un po’ com’era accaduto quando aveva visto Daniel.
In poco tempo Cam le fu nuovamente affianco
-Vengo anch’io.- si era limitato a dire, e lei non aveva detto niente. Si era anche accorta che Cam la fissava intensamente, ma non aveva commentato. La fissava assorto nei suoi pensieri, qualunque cosa stesse pensando. Appena entrò, Luce, individuò le Daniel, seduto con Nora, Jordan e Hailey, e corse incontro a loro
-Ti stavamo aspettando, dov'eri finita?- chiese Daniel facendomi posto
-Buongiorno anche a te, Daniel. Sono stata intrattenuta da un ragazzo nuovo che mi ha seguita fino a qui.- con lo sguardo seguì il ragazzo che si era seduto tra altre persone, probabilmente i fratelli. Nora intercettò il mio sguardo
-Stai parlando di Cameron Briel? Lui e i suoi fratelli si sono iscritti stamattina. E’ un gran figo! Dicono che anche i suoi fratellastri sono fighi.-
-Fratellastri?- chiesi, ignorando che Lucas, un amico di Daniel, si era seduto e stavano parlottando di football
-Sì. Sono stati tutti e quattro adottati. Cameron Briel, Roland Sparks, Arriane Alter e Annabelle Clark.- annuì Jordan. A quei nomi sentii come un “Tic” in mente, e mi si rizzarono i peli sulla nuca. Notai che anche Daniel aveva avuto la stessa reazione e ora stava guardando verso il tavolo dove sedevano i fratelli. C’era qualcosa di strano in loro, notò Luce guardandoli bene, sembrava che attorno a loro ci fosse una specie di aura. Che cosa strana, no? Eppure ne era quasi certa, per un momento, di averla proprio vista quell'aura. Ma non poteva essere. Non erano mica angeli.
 

Spazio autrice ***
Salveee!!!! Questa è la prima fanfiction che scrivo, spero che non ci siano errori o roba simile. Che ne dite? Vi piace? Metterò il prossimo capitolo al più presto, io aspetto recensioni per vedere cosa ne pensate! Beh, Ciao!!!!
-FedericaGrigori394_12

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Capitolo 2
*** Occhi azzurri ***


Capitolo 2: Occhi azzurri
Luce era appena uscita dalla sua camera, portava i vestiti in lavanderia. Aveva montagne di indumenti sporchi nella cesta, e le coprivano la vista. Sbuffò scendendo le scale. Non vedeva niente e rischiava di cadere da un momento all’altro. Finalmente scese l’ultimo gradino e, quasi correndo sollevata, andò a sbattere contro qualcuno e cadde. Di nuovo! Pensò esasperata. La cesta le cadde da mano e tutti i vestiti si sparpagliarono sul pavimento. Si alzò sbuffando, non badando alla persona investita, sbattè il piede sul pavimento e si mise a raccogliere tutto.
-Ahio.- borbottò la persona investita massaggiandosi la testa. Luce stava per scusarsi, quando incontrò due occhi di ghiaccio. Trattenne il fiato. Il ragazzo della lavanderia!
-Oh, scusami. Sono mortificata.- si scusò lei –Stai bene?- il ragazzo della lavanderia alzò lo sguardo infuriato, poi si addolcì notando che era lei.
-Sì, sì. Sto bene.- si affrettò a rispondere. Luce lo contemplò, i capelli lunghi d’oro con dei riflessi più scuri, gli occhi di ghiaccio che la scrutavano con un po’ di tristezza, e il fisico da urlo. Sembrava uscito da una rivista. Vide che aveva mosso le labbra, ma lei non lo sentì. Lui fece schiccore le dita due volte e Luce sussultò, come se fosse stata tutto il tempo in trance.
-Eh?- chiese sbattendo le palpebre. Aveva di sicuro fatto la figura della stupida. Ma lui le sorrise, e lei arrossì
-Ti ho chiesto se volevi un aiuto.- le disse
-Oh, sì. Grazie.- gli sorrise. Lui si alzò in un batter d’occhio e allungò una mano
-Io sono Lucius.- Dio,com’era bello!
-Io sono Lucinda.-  strinse la mano. In poco tempo misero i panni sporchi nella cesta e infine in lavatrice.
-Luce?- mi girai verso Lucius, qualcosa lo turbava –Per caso conosci i ragazzi nuovi?- chiese. Lo guardai per qualche secondo prima di rispondere
-Solo uno. Mi pare che si chiami Cam.- rispose ricordando il ragazzo con gli occhi verdi.
-Sai cosa ci fanno qui, vero? Dimmi che ricordi.- il suo tono sembrava implorante, Luce lo guardò stranita
-Certo. Loro sono qui per andare a scuola.- lui sbattè un piede a terra, evidentemente frustato
-Sì, certo. Scusami, io vado…- non finì nemmeno la frase che già si trovava fuori la porta. Mentre era uscito era entrata Nora
-Ti stavo cercando.- mormorò, guardando sempre verso la porta da dove era appena uscito Lucius –E-era lui? Il ragazzo della lavanderia?- chiese
-Sì.- risposi avvicinandomi a lei
-O-oh Dio.- era rimasta imbambolata, così Luce piano la spinse e lei per poco cadde, però si mantenne per l’uscio. Si girò verso di lei e, notando la faccia divertita di  Luce, Nora scoppiò a ridere –Scusami, ma è davvero bello.-
-Ehi Luce!- apparve alla porta Daniel
-Ehi Daniel.- lo salutò lei avvicinandosi. Per un momento dimenticò tutto quello che le stava attorno. Gli occhi viola di Daniel la ipnotizzarono, un’altra volta. Poi ritornò sulla Terra quando incominciò a parlare
-Ti volevo chiedere se, beh, insomma, oggi pomeriggio vuoi venire in biblioteca con me, per fare i compiti?- sembrava imbarazzato, anche perché c’era Nora ad assistere divertita
-Sì!- rispose, forse con troppo entusiasmo. Ma nessuno ci fece caso
-Okay, allora oggi alle cinque?-
-Va benissimo.- e se ne andò salutandoci. Nora si avvicinò
-Ti lascio qui a fare film mentali o andiamo?- mi domandò ridendo. Risi anch’io e ci avviammo in camera.
                                      ******
Lucifero camminava a grandi passi nel giardino, verso un punto ben preciso, dove c’erano quattro persone. Stava chiacchierando
-Cam, sei sicuro che il Trono non abbia da ridire? Ti ricordi, è stato chiaro: niente interferenze!- borbottò Roland
-Oh insomma, Ro! Lui vede sempre tutto e se avesse avuto qualcosa da ridire ci avrebbe già punito. Giusto Grande T?- esclamò Arriane facendo un occhiolino al cielo
-Bene, bene, bene. Guarda chi trovo qui.- i ragazzi si girarono contro l’intruso, poi sussultarono
-Cosa ci fai qui?- gli ringhiò contro Cam
-Potrei chiederti la stessa cosa.-
-Noi siamo qui per stare vicino a Luce e Daniel e, ti prego, dimmi che non vuoi riportare tutto di nuovo al tempo della caduta!- sbottò Arriane, ma sempre un po’ intimorita, visto che si trovava davanti Lucifero
-No, a quello ho rimandato. Ora voglio solo che loro ricordino tutto!-
-Ma non è possibile! Il Trono ha cancellato loro la memoria.- disse Roland scuotendo la testa, i dread che si muovevano
-Non è la stessa cosa che succedeva a Luce ogni diciassette anni?- domandò Lucifero, quasi scocciato
-Lucifero, non penserai davvero…- mormorò Annabelle
-Sì. Io ora vado. E d’ora in poi chiamatemi Lucius.- disse ghignando. Fece dietrofront e s’incamminò verso l’entrata all'edificio a ferro di cavallo. Mentre i due demoni e i due angeli fissavano impotenti la scena che si era appena svolta. Ma, infondo, anche loro nutrivano un piccola speranza che un giorno, Luce e Daniel, ricordassero le loro avventure, la loro profonda amicizia e quando fosse stato profondo e indistruttibile l’amore tra loro due.
Spazio autrice ****
Salveeeee!!!! Allora, che ne pensate del capitolo? Spero solo che non ci siano errori. Voi che ne pensate del nuovo taglio di Addison? Io lo trovo stupendo e così somiglia molto più a Luce. Alla prossima!!!

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Capitolo 3
*** Occhi viola ***


 Capitolo 3: occhi viola

“-Questo non è un addio, è un arrivederci.-”
Luce si alzò di scatto dalla sedia, facendo puntare tutti gli occhi verso di sé
-Lucinda Johnson, vuole dire qualcosa alla classe?- chiese la professoressa di letteratura, scatenando qualche risatina. Luce, in quel momento, la odiò. Vide degli occhi che conosceva che la guardavano: quelli viola di Daniel, quelli color ghiaccio di Lucius e quelli verdi di Cam
-Io… posso andare in bagno?- chiese speranzosa, la prof. le fece cenno di andare. Luce attraversò la classe a grandi passi ed uscì. Fece qualche passo giusto per allontanarsi dalla porta, quando invece di andare in bagno, corse nel giardino e sprofondò in una panchina. Si accorse di aver trattenuto il fiato, così tornò a respirare normalmente. 
In classe si era addormentata, era davvero stanca, e aveva fatto un sogno davvero strano!! Aveva visto Daniel, Cam e i suoi fratelli e sorelle, e Lucius. Più una donna davvero bella. All’inizio si era limitata a fissare tutti, le sorelle di Cam piangevano mentre Cam e suo fratello avevano un’ espressione triste. Mentre Lucius li guardava furente, e lei non aveva capito il perché. Poi Daniel aveva parlato e le aveva detto quelle parole
-Questo non è un addio, è un arrivederci.- mentre si avvicinavano.  E si era svegliata. Luce era sicura che fosse diventata rossissima per l’ultima parte. Forse era solo agitata per l’appuntamento di quel giorno. Ma cosa c’entravano tutta quell’altra gente?? 
Luce non sapeva spiegarselo. 
Sentì la campanella suonare e pochi minuti dopo qualcuno si mise accanto a lei. Si girò e trattene il fiato quando vide che era Daniel. Per un momento provò l’irrefrenabile voglia di stringerlo a sé e baciarlo, ma… cosa diavolo andava a pensare? Divenne tutta rossa e si accorse che anche Daniel lo ero diventato. Luce non seppe mai che anche lui, in quel momento, aveva avuto lo stesso desiderio.
-Ehm… Luce cos’è successo in classe? Ti sei alzata d’improvviso e poi sei corsa fuori.-
-Io…- cosa gli poteva dire “Stavo dormendo e ti ho sognato…”? no, non le sembrava un bella prospettiva –Volevo prendere un boccata d’aria, là dentro stavo scoppiando.- inventò. Lui non sembrava molto convinto, ma le sorrise
-Beh, io vado a lezione.- la salutò e si alzò, prima di girarsi la guardò così intensamente che Luce arrossì.
Luce si stava preparando a tutta velocità. Per poco si era dimenticata l’appuntamento con Daniel!
Si mise una maglia aderente blu delle fantasie a spirali, una collana con un ciondolo ad ali d’angelo che le aveva regalato sua madre,dei jeans attillati e le sue amate converse nere. E si mise anche un po’ di trucco
Prese la borsa con i compiti e uscì dalla stanza Nora che la guardava sbigottita. Mentre correva verso la biblioteca andò a sbattere contro Cam, le cadde la borsa
-Oh, scusami.- disse mentre si piegava a sistemare i suoi libri
-No, scusami tu.- Cam l’aiutò a sistemare la roba
-Grazie.- Luce si spostò a sinistra per continuare la sua corsa, ma Cam si spostò insieme a lei, bloccandole il passaggi –Devo andare.- disse Luce, palesemente stizza
-Dove vai?- chiese sorridendo, Luce stava davvero perdendo la pazienza
-In biblioteca.- rispose spostandosi a destra, verso il muro, ma Cam le bloccò nuovamente il passaggio appoggiandosi con un braccio al muro
-Tutta in ghingheri per andare in biblioteca?- Luce si guardò. Sembrava in… ghingheri? –Allora ho fatto centro.- esclamò 
-Senti, io devo andare.- Luce pensò che ci fosse una vena che le pulsava sulla fronte. Cam staccò la mano dal muro e le fece cenno con la mano di passare. Lei quasi corse via, ma qualcosa la tenne per il pulso. Luce si girò sbuffando verso di lui guardandolo truce, ma lui sembrava serio

-Buona fortuna per l’appuntamento.- le disse lasciando la prese, lei gli sorrise e andò via. 
Daniel la stava aspettando fuori all'ingresso della biblioteca, quando la vide sorrise. La salutò e insieme entrarono in biblioteca e si misero a fare i compiti ad un tavolo.
Lei ogni tanto alzava lo sguardo verso di lui e contemplava i suoi capelli biondi, poi lui alzava lo sguardo e lei l’abbassava, mentre lui contemplava lei. Ad un certo punto i loro sguardi si incrociarono e Luce si sentì arrossire
-Ehiiii!!- una voce interruppe il contatto visivo tra Luce e Daniel, era una voce squillante. Luce alzò lo sguardo e vide Arianne Alter, la sorella di Cam, che sorrideva a loro –Io sono Arianne!- Luce si presentò anche lei e si chiese cosa volesse. Arianne stava per proferir parola quando qualcuno le prese la mano e la allontanava dal loro tavolo. Era stato un ragazzo con i dread. Roland Sparks. Sussurrò qualcosa nervoso ad Arianne e lei annuì alzando gli occhi al cielo. Roland guardò nervoso verso Luce e Daniel e si presentò, poco dopo trascinò Arianne fuori dalla biblioteca.
Luce non capiva. Quei ragazzi sembrava averli già visti, incontrati e conosciuti già. Come personaggi di un sogno ormai dimenticato. Continuò a seguirli con lo sguardo 
-Anche tu hai la stessa sensazione?- le chiese Daniel d’improvviso, lei annuì senza guardarlo
-Io ho finito.- dichiararono all’unisono mezz’ora dopo, Daniel le sorrise
-Ti andrebbe di fare una passeggiata in giardino?- le chiese. Lei accettò la proposta ed uscirono fuori a parlare. 
Si fermarono vicino ad un cespuglio pieno di peonie e Daniel ne prese una e gliela diede
-Grazie. Sai che è il mio fiore preferito in assoluto?- le chiese lei arrossendo. Lui non le rispose, la contemplava e aveva un’altra peonia in mano. 
Lentamente si protese verso di lei e gliela mise tra i capelli. Luce alzò lo sguardo. Erano vicinissimi. 
-Sei bellissima.- le sussurrò ad un soffio dalle labbra. Daniel decise di annullare lo spazio rimanente e la baciò. 
Luce ricambiò e gli strinse le braccia al collo, affondando le mani nei suoi capelli. Daniel mise entrambe le braccia intorno alla sua vita e l’avvicinò di più, mentre il bacio diventava più passionale.
Poco dopo si staccarono e sorrisero
-Grazie.- disse Luce riferendosi al complimento di prima. Si era quasi fatta sera e Daniel l’accompagnò vicino alla porta della sua stanza
- Questo pomeriggio è stato stupendo, Luce.- disse Daniel
-Già.- rispose solo Luce, rapita ancora dai suoi occhi. Lui le si avvicinò e le diede un bacio a stampo, augurandole la buona notte. 
Quando Luce entrò in camera sua si buttò sul letto e si rimise a pensare a quel pomeriggio, a quel bacio. 
Lei non sapeva che quel pomeriggio l’aveva spiato Lucius, e non sapevo che ora il diavolo era su tutte le furie per quel bacio.

Spazio autrice
Ok, scusatemi se ho postato questo capitolo troppo tardi. Sono in ritardo lo so, vi prego perdonatemi…
Cosa ne pensate allora del loro appuntamento?? Vi è piaciuto??

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Capitolo 4
*** Non si può aspettare ***


                                 Non si può aspettare
-Ehi dormigliona! Sveglia!!!- fu questo che sentì Luce, a letto, ancora assonnata, prima che qualcuno le tirasse un cuscino in pieno viso. Si mise a sedere e il cuscino scivolò via dal suo viso, rivelando un’espressione irritata. Guardò Nora piegata dalla risate
-Cosa c’è di tanto divertente?- chiese Luce, con un tono di voce decisamente aspro. Odiava chi la svegliava, figuriamoci chi la svegliava in quel modo
-La tua espressione, Luce, devi credermi, è qualcosa di epico.- rispose continuando a ridere. Luce la ignorò e passò lo sguardo all’orologio elettrico che segnava le 11:30
-Ma è tardissimo!- esclamò alzandosi di scatto. Un piede s’incastrò in un lenzuolo. Luce cercò di toglierlo da vicino al suo piede ma, facendo così, il lenzuolo si strinse di più al piede e Luce cadde con un tonfo sul pavimento freddo. La risata di Nora si fece più intensa
-Luce, ragazza mia, oggi è domenica. Te ne sei dimenticata?- Ma certo! Domenica! Come aveva fatto a dimenticarsene?
Sbuffò e cercò di togliersi il lenzuolo, e quando ci riuscì si alzò da terra per poi rigettarsi sul letto
-Eh, no. Luce, tu ora mi racconti il tuo appuntamento.- pretese Nora sedendosi sul suo letto. Luce fece una specie di ringhio-mugolio. Nora la spinse giù dal letto e Luce, per la secondo volta nell’arco di un minuto, cadde
-Maledizione!- imprecò Luce alzandosi e massaggiandosi il mento dolorante. Guardò torva Nora, che resse lo sguardo con la stessa intensità. Alla fine Luce cedette –E va bene!- Nora le sorrise e con un cenno del capo la invitò a continuare. Luce prese una sedia girevole che stava al centro della camera in disordine e si sedette
-Ehm, cosa dovrei dirti? Siamo andati in biblioteca, abbiamo fatto i compiti per domani, appena finiti siamo andati a fare una passeggiata in giardino, ci siamo fermati sotto un albero e…- Luce si fermò appena in tempo. Tutto le era scivolato via dalla bocca, per fortuna all’ultimo secondo si era fermata!
Aveva vergogna di parlare del bacio che le aveva dato Daniel. Non che fosse stato brutto, anzi! Era stato perfetto, magnifico, bellissimo… non c’erano parole per descriverlo, Luce ne era certa.
-E…?- chiese Nora incitandola a continuare. Luce divenne rossa. La sua amica le sorrise –Ohh, ho capito!! Lui ti ha baciata!- e si mise a canticchiare “Daniel ha baciato Luce” con voce stridula saltellando per tutta la stanza. L’avrebbero sentita anche in Alaska. Luce si alzò di scatto e le coprì la bocca
-Vuoi stare zitta?!- lei annuì –Non dirai niente?- annuì –Sicura?- annuì con più forza e Luce la lasciò andare. Riprese a canticchiare. Una vena pulsò sulla fronte di Luce che prese un cuscino e lo diede in testa all’amica. Poco dopo scoppiarono entrambe a ridere.


Lucius, quel pomeriggio, camminava con i pugni serrati. Intento a cercare Luce. Pensava che il piano l’avrebbe attuato più tardi, non così presto. E per colpa di quei due che si erano baciati… Arghh!! S’innervosiva solo a pensarci e per un pelo non gli uscivano le corna.
Girò di scatto il corridoio e qualcuno andò a sbattere contro il suo petto. Ora quel qualcuno l’avrebbe pagata.
-Oh, scusami Lucius!- sentire quella voce lo fece calmare, abbassò lo sguardo e vide Luce, imbarazzata. Le fece un sorriso smagliante
-Non preoccuparti, ti stavo cercando.- le disse. Luce lo guardò interrogativa, in quella vita non si conoscevano molto. Però a lui non gliene fregava, doveva attivare il suo piano. Adesso.
La prese per un braccio e la trascinò in un corridoio vuoto, dove le ombre dei davanzali delle finestre mostravano inquietanti per lei. Lui allungò un mano verso un’ombra
-Lucius cosa stai facendo?- chiese lei spaventata, iniziando a divincolarsi. Poi si fermò, troppo scioccata per quello che aveva di fronte. Un’ombra grossa, più scura delle altre, si stava avvicinando al braccio teso di Lucius. E lei non sapeva cosa fare –Ti prego lasciami!- ricominciò a divincolarsi –Lasciami, Lucius. Lasciami!- urlò. Lui sembrava non darle ascolto,  con un movimento fluido della mano l’ombra si ingigantì, prendendo la forma perfetta di una porta. Luce non credette ai propri occhi.
Lucius si girò verso di lei e le accarezzò una guancia vellutata. Nei suoi occhi lei vide un luccichio folle. Lo pregò nuovamente di lasciarla
-Lucinda, calmati. Non ti farò del male. Ti sto solo aiutando a ricordare.- si avvicinò a lei e la baciò. Luce non si mosse, era troppo scioccata. Lui l’abbracciò e, di colpo, la prese in braccio e si diresse verso l’annunziatore. Con lei che si dimenava dalla sua presa famelica –Se tu non avessi baciato Daniel Grigori, tutto questo sarebbe successo molto più in seguito.- le disse dolcemente –Ma l’hai baciato, e non tu non mi lasci altra scelta!- ringhiò cambiando tono di voce, mentre una lacrima solcò il viso di Luce, disperata. Tutto intorno divenne buio e l’unica cosa che sentiva era la stretta del diavolo attorno a lei.


Spazio Autrice:
Okayy... questo capitolo non mi convince, diciamo che è una specie di passaggio per il prossimo capitolo...
Ehh, il nostro Lucifero non impara mai, è sempre lo stesso testardo. Secondo voi dove la porterà? Mmh....
Alla prossima con il prossimo capitolo! *Saluta i lettori con la manina* ^ ^

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Capitolo 5
*** Ricordi ***


                                                      Ricordi

Tutto intorno divenne buio e l'unica cosa che sentiva era la stretta del diavolo attorno a lei.

Luce cercò nuovamente di sottrarsi a Lucius, ma non la lasciava andare. A volte sussurrava cose del tipo “Presto ricorderai tutto.” E “Sarai mia per sempre, questa volta!”.
Lei continuava a spingerlo via, senza ottimi risultati, e piangeva.
Non vedeva niente in quel coso. Si sentiva solo un tanfo tremendo
-Calmati, Luce. Tra un po’ arriveremo.- le disse dandole un bacio sul collo
-Dove mi stai portando?- chiese lei singhiozzando. Si vide in lontananza una luce. Emanava un bagliore bianco accecante e diede a Luce un po’ di sicurezza, subito scomparsa quando lui sorrise maligno e le diede un bacio sulla fronte
-Ora vedrai, tesoro.-
Quando attraversarono l’interno della luce bianca, Luce stranamente si sentì a casa. Si guardò intorno e dovette  strizzare un po’ gli occhi per vedere un’infinita radura.
Lucius la prese per mano e le indicò due sagome indistinte
-Guarda.- la intimò.
A Luce quasi le venne un infarto. Quella era lei! Dalle spalle le spuntavano due… ali? Non poteva crederci.
Spostò lo sguardo all’altra figura e vide Lucius
-Che razza di scherzo è questo?- si girò verso Lucius, quello che l’aveva trasportata in quel posto, e notò che aveva gli occhi spenti e velati di una profonda tristezza
-Non è uno scherzo, Lucinda. Quei due siamo noi, tanto tempo fa. Tu eri un angelo e…- Lucifero non finì il racconto che Luce cadde a terra. Lui la faceva rialzare delicatamente e le rivolse uno sguardo preoccupato –Ti senti bene?-
-Io… un forte mal di testa.- Luce vide di fronte a sé Lucius secondo e la sua “vecchia sé” baciarsi. Rimase senza fiato –Che diavolo succede?-
-Luce tu eri un angelo. Stavamo benissimo insieme, finchè Daniel non ti ha portata via dalle mia braccia…-
-Daniel? Lui cosa centra in tutto questo? Cosa centro io?!- Piangeva per il mal di testa. Chiuse gli occhi lentamente e vide Daniel e lei che si baciavano, e poco dopo lei prese fuoco.
Li riaprì di scatto
-Hai visto? Per colpa di Daniel hai ricevuto una maledizione, e diciassette anni fa io e il Trono abbiamo deciso di farvi diventare umani.- spiegò, mentre a lei continuava a far male la testa.
Immagini disordinate le vorticavano d’avanti, lei che curava Daniel ferito, lei che incontrava Daniel fuori ad un grande palazzo e lei prendeva fuoco. Lei con una gargouille dietro un cespuglio. Lei e Daniel in quella distesa bianca che parlavano con una signora molto bella
-N-noi… ci a-amavamo…- balbettò. La stretta di Lucius si strinse
-E’ quello che ti ha fatto credere lui. La maledizione ti faceva dimenticare tutto. Non ricordavi la tua natura angelica, non ricordarvi me! Lui ti voleva a tutti i costi. Ma in quest’ultima vita sono riuscita a salvarti.-
Lei lo guardò nei suoi occhi color ghiaccio
-Tu non sei Lucius.- sussurrò
-Infatti. Io sono Lucifero, l’angelo caduto che ti amerà fino alla fine dei tempi.- sussurrò, per poi poggiare le sue labbra su quelle di lei. Luce ricambiò, incerta, confusa, ma ricambiò.
 La sua memoria era tornata, ma con qualche vuoto e ritocco.


-Cam, ho un brutto presentimento.- le disse Arriane. Lui si fermò di scatto
-Anch’io.-
-Aspetta…- Arriane incominciò ad andare verso un corridoio senza dare una spiegazione, e Cam la seguì.
Arrivarono in un corridoio vuoto
-Non la senti?- chiese Arrianne guardando a destra e a sinistra
-Cos…-
-Lucifero.- sussurrò sbiancando, mentre girava per la stanza. Cam cercò di attivare meglio i sensi e sentì anche lui qualcosa, qualcosa di potente
-Luce?- sobbalzarono entrambi sentendo quella voce, si girarono e videro Daniel che si guardava intorno. Li vide e gli sorrise imbarazzato. Cam gli sorrise
-Scusate, avete visto Luce? Non la trovo da nessuna parte...- questo basto per far crollare Arriane sulla spalla di Cam
-Arriane?- le chiese guardandola preoccupato
-E’ stato lui, non ci sono dubbi. Ha preso Luce… il Trono si arrabbierà, oh…- sussurrò con gli occhi sbarrati e il colorito più chiaro di quello di Cam. Lui la guardò spaventato e Daniel li raggiunse, mentre lei sveniva.

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Capitolo 6
*** L'infermeria ***


                                   L’infermeria
-Arianne? Arianne, mi senti?- Roland scuoteva piano Arianne, che aprì gli occhi piano
-Dove mi trovo?- sussurrò. Si guardò attorno e vide dei lettini bianchi, lenzuola bianche, tutto bianco –Siamo tornati in Paradiso?- chiese di nuovo stordita. Roland le sorrise, triste
-Non ricordi? Luce…- le bastò sentire quel nome per balzare in piedi e scuotere i pugni all’aria
-Dov’è? Dov’è quel codardo di Lucifero?! Giuro che se lo trovo…-
-Se mi trovi, cosa fai?- chiese una voce melliflua.
Arianne e Roland si girarono di scatto verso la porta, dove c’era Lucifero che sorrideva trionfante che abbracciava Luce, che guardava verso di loro
-Arianne… ti senti bene?- nella sua voce trapelava dolcezza e preoccupazione, ma sembrava non volerlo dare a vedere.
Arianne si diresse a grandi passi verso di loro, nonostante le proteste di Roland.
Lanciò un’occhiata piena di odio a Lucifero
-Cosa le hai fatto, mostro senza cuore?!- ringhiò. Lui assottigliò lo sguardo e strinse Luce
-Io? Proprio niente.- rispose. Arianne allora si rivolse verso Luce
-Cosa ti ha fatto, Luce?- lei abbassò lo sguardo e scosse la testa
-Niente.- sussurrò
-Arianne! Come… Luce!- Daniel si bloccò alla vista di quella scena. Luce che veniva abbracciata da… come si chiama quello? Lucius?
Lui le prese la mano. Lei alzò di scatto lo sguardo e tolse la mano dalla sua presa, spaventata
-Luce… ma che…- tutti si zittirono quando videro Cam entrare dalla finestra. Prima aveva assistito a tutta la scena in silenzio, era andato in camera sua a prendere una cosa ed era tornato
-Cam.- Roland deglutì –Cosa vuoi fare, con quella?-
Cam girò in mano una specie di cilindro sottile, facendo attenzione a non toccare la punta piatta. Era una stellasaetta.
Luce ricordò quell’ oggetto e rabbrividì, guardando Cam spaventata
-Luce? Mi sai dire cos’è questa?- le chiese guardandola.
“Lucifero ti ha detto di non dire niente.” Pensò Luce, così scosse la testa, guardando da un’altra parte
-No?- Cam non parve sconsolato, ansi –Vedi è solo un giochino, la punta è piatta, non può fare niente. Ora..- si avvicinò ad Arianne e la prese da dietro, bloccandole il passaggio
-Idiota! Lasciami…- Cam mise la punta della stellasaetta a pochi centimetri dal collo di Arianne
-Cam, non vuoi davvero…- Roland non capiva, guardava sorpreso Cam.
Lucifero guardava incuriosito quella scena, mentre Luce sbarrò gli occhi e sbiancò
-Ora.- riprese Cam –Cara Luce, se infilzo questo giocattolino nel collo di Arianne, non le succederà niente , vero?- Cam guardò Luce, che voleva da una parte stringersi a Lucifero per un po’ di conforto rimanendo zitta e dall’altra urlare tutto e allontanarsi da lui
-Iniziamo il giochino, tre.- Cam avvicinò di più la stellasaetta al collo di Arianne, che tratteneva il fiato –Due, uno…-
-Non farlo!- urlò Luce, indietreggiando –Ti prego, Cam, non farlo.-
Cam la guardò trionfante lasciando Arianne, mentre Daniel non capiva niente
-Mi puoi spiegare perché non posso?-
-Oh, andiamo Cam! La smetti? La stai spaventando, ormai si è capito.- borbottò. Guardò Lucifero
-Il Trono…-
-Il Trono niente.- costatò Lucifero, li guardò tutti, uno a uno –Questa volta, ho vinto io.- disse, mise un braccio attorno alla spalla di Luce e la portò via.
Daniel chiuse la porta alle sue spalle, confuso più che mai guardò quei tre
-Ora mi spiegate cosa diavolo succede.-
-Non sembrava che mi volessero far del male.- sussurrò Luce a Lucifero
-Certo, dovevano far finta no?- rispose lui in tono ovvio
-Già, Lucifero io sono ancora insicura. Penso che ci sia dell’alto.-
-Lucinda, quello che ti ho mostrato è tutto quello che dovevi sapere, è la verità. E ricorda che sono stato io a dirtela, non loro.-
Lei si girò verso di lui e lo guardò dritto negli occhi per un po’.
Lui le sorrise.
Lucinda allora si sentì sicura, le stava dicendo la verità.
Lui le si avvicinò e la baciò, lei ricambiò stringendolo a sé
-Non sai quanto mi sei mancata.- sussurrò lui.

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Capitolo 7
*** Confusioni ***


-Fermi, fermi fermi.- Daniel agitava le braccia indicando l'Annunziatore, appena sparito, e il vuoto davanti a sé. Arianne sospirò e guardò Cam, che guardava Daniel divertito e Roland fissava Arianne che guardava Cam che rideva di Daniel. 
Daniel parve infastidito dalle risate di Cam, ma non si lamentò. Disse solo -Mi state prendendo per il culo?!- 
Questo fece ridere di più Cam, che disse cercando di soffocare le risate -No, caro Daniel.- poi ricominciò a ridere. Daniel alzò un sopracciglio 
-Quello che vogliamo dirti, Daniel...- incominciò Roland -è che Lucifero,  Lucius, ha confuso Luce facendole vedere cose che potevano metterlo in vantaggio.- 
-La cosa che non mi è chiara è...- prima che Daniel potesse finire di parlare, Cam sbuffò e gli mise una mano sulla fronte. Questa si illuminò e,quando Cam tolse la mano, Daniel li guardò con comprensione. Dopodiché svanì.
-CAMERON SEI IL DEMONE PIU IDIOTA, MESCHINO E STUPIDO DI TUTTA LA GERARCHIA DEI DEMONI!!!!!- urlò Arianne
Cam fece un mezzo sorriso -Si risveglierà, non mi andava di raccontare più di un milione di anni a quel rincitrullito...-
-E il vecchio memorizzatore?- Shelby era appoggiata all'anta della porta dell' infermeria. 
Cam rise piano -Come avevo detto l'ultima volta? Ah, sì..- Cam assunse un'espressione finta furiosa -Prova tu a cadere per nove giorni in 
dimensioni multiple e per trilioni di miglia, atterrare di 
faccia, spezzarti le ali, rotolarti traumatizzato per chissà 
quanto tempo, vagare nel deserto per decenni in cerca 
di un qualsiasi indizio che ti dica chi o cosa o dove sei... 
altro che vecchio memorizzatore!- dopo rise.
-Okay, hai dei problemi.- anche Shelby rise, quando finì chiese -Qualcuno mii spiega cosa diavolo sta succedendo?-
-L'hai appena detto..- ironizzò Arianne. Dopo di che spiego a Shelby, in un modo che solo Arianne sa fare. Shelby scosse la testa, chiuse gli occhi e cercò di capire. Dopo un po' spalancò gli occhi, portandosi una mano al pancione.
-Sì, non ti stiamo prendendo per il culo, Shelby.- disse Daniel. Era rinvenuto, gli altri non l'avevano notato. Guardò Cam e sorrise -Fratello.- allungò la mano come per battere il cinque. Cam sorrise e batté il cinque, abbracciandolo -Fratello.-

Luce si teneva stretta a Lucifero, con gli occhi chiusi sperando di non scivolare via. Lucifero la teneva stretta e,  sorridendo le sussurrò dolcemente -Guarda- 
Erano passate dieci ore dalla scena in infermeria. Lucifero l'aveva portata a vedere l'alba. Scese piano e si sedettero su un ramo di un albero. Luce si accoccolò contro Lucifero, lui le cinse le spalle mentre un lieve raggio di luce illuminò il mare. Man mano il sole si innalzò e illuminò il buio, il mare e tutto il mondo... cioè, almeno solo quella parte. 
Luce sorrise e disse -Mi hai svegliata prima dell'alba..- borbottò -Ma ne è valsa la pena...- 
Lui sorrise, le prese il mento tra due dita e la baciò dolcemente.
-E' tutto così bello..- sussurrò Luce
-Lo so.- disse e la baciò di nuovo.

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