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di saralovetokiohotel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La ragazza un po' diversa ***
Capitolo 2: *** meeting ***
Capitolo 3: *** Una serata speciale ***
Capitolo 4: *** se hai un sogno inseguilo ***



Capitolo 1
*** La ragazza un po' diversa ***


*È mattina, sono sdraiata nel letto ad aspettare che la sveglia suoni, adoro il pensiero di dovermi alzare presto per l’ultima volta. Queste vacanze estive saranno una meraviglia, almeno, spero.*
Alle sette in punto la sveglia suonò e io con molta felicità aprii gli occhi e intravidi da dietro le tende i raggi del sole che cercavano di entrare, mi alzai dal letto e dopo aver spalancato la finestra del balcone mi ci affacciai e continuai a chiedermi come una città potesse essere così bella, ormai vivevo a Los Angeles da tre anni ma non smettevo mai di adorarla.
-Hope, scendi o farai tardi a scuola!- urlò mia mamma dalla cucina, mi vestii, mi tracciai una linea di eyeliner e scesi in cucina, dopo aver mangiato una brioche uscii con le cuffie nelle orecchie e la musica alta.
Passati 20 minuti raggiunsi la mia scuola, la LA National High School; frequentavo una delle scuole più popolari della California, per me era un onore, non ero la tipica ragazza bellissima e popolare dietro la quale i ragazzi sbavavano dietro, no ero semplice a volte pensavo di esserlo fin troppo, anzi la maggior parte delle volte venivo vista come quella strana, quella diversa alla quale piaceva stare con le cuffie nelle orecchie e un libro tra le mani in un angolino.
Mentre camminavo verso l’entrata mi vidi correre in contro la mia migliore amica Jenny che mi abbracciò forte –Hopee, pronta per l’ultimo giorno di scuola? - io risposi all’abbraccio – certo Jenny, è ciò che aspetto da settembre – lei entusiasta mi rispose – mi pare ovvio, comunque hai già visto chi verrà per la festa di fine anno? Non posso ancora crederci -
- chi? Dimmi sono curiosa-
- I Tokio Hotel…!-
-Oddio cosa? Non ci posso credere-
Che dire ero una loro fan da quando ho 9 anni ed è sempre una sensazione stupenda poterli vedere; Con un sorriso stampato in faccia andammo in classe ci aspettavano le ultime 5 ore di scuole e poi addio scuola.
Diciamo che passarono molto in fretta, quasi ovunque c’erano volantini con su scritto:
*Tokio Hotel, stasera ore 21.10. Non mancate all’ultima festa dell’anno, sarà strepitosa, affrettatevi a comprare le Prevendite costa 10 dollari a persona. Vi aspettiamo.*
 
-Hope, Hope ho trovato le prevendite-
-Oh, grazie Jenny, ma non vuoi invitare Jake?-
-No, perché dovrei?-
-La risposta è semplice, ci sbavi dietro da 6 mesi, prenditelo prima che te lo prenda qualcun altro!-
-Ma non mi oso e poi come dovrei chiederglielo scusa?-
-Lo conosci di persona Je, non è che è uno sconosciuto e poi non c’è nulla di male-
-Si forse hai ragione, ci penserò, ma tu non porti nessuno?-
-Scusa, ma chi dovrei portare, chi uscirebbe mai con una come me?-
-Non parlare così, troverai qualcuno anche te e io me ne occuperò, vieni da me più tardi a vestirti?-
-Si certamente, comunque si, devo chiedere a mia mamma ma dovrebbe andare bene, ti chiamo più tardi!-
-Okey, mi raccomando guarda di esserci a dopo Ciao bellissima!-
-Ciao ciao!-

-Ciao mamma sono a casa!- urlai
-Ehi piccola, com’è andata?-
-benissimo, ah mamma stasera posso andare alla festa di fine anno, ci sono i miei idoli ti prego!-
-Si va bene, ma a 12.30 a casa capito?-
-l’una?-
-No-
-Dai mamma ti prego non mi capiterà mai più una cosa del genere!-
-mmh va bene, ma all’una in punto capito?-
-Si mamma, ora vado da Jenny a prepararmi, Ti voglio bene mamma e grazie-
-Prego, divertiti ma non troppo-
-come sempre-

Salii ancora velocemente in stanza a prendere le ultime cose e poi andai da Jenny. Mi aspettava una serata bellissima, almeno, spero.

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Capitolo 2
*** meeting ***


 
Arrivata a casa sua, dopo aver fatto un po’ le pazze lei mi fece provare il vestito che voleva che io indossassi per forza.
-Je, non mi fraintendere, è bellissimo ma più che un vestito è una maglia-
Era un tubino era abbastanza corto, mi arrivava a metà coscia era tutto nero e i fianchi erano di pizzo, in più mi aveva dato degli stivali che arrivavano un po’ sopra il ginocchio, sinceramente non sapevo come avrei camminato con quei taccazzi.
-Non è una maglia è un vestito e ti sta da dio-
-Si se dovessi andare sul bordo della strada-
-Hope, non esagerare okey? Devi provare altre cose, non puoi sempre vestirti come una che sembra che ha qualche cosa da nascondere capito? Adesso vieni qui che ti faccio i capelli-
Mi guardai allo specchio e non mi riconoscevo però lei aveva ragione dovevo provare qualcosa di diverso. Lei indossava dei pantaloni di pelle grigio topo, un top senza spalline bianco e delle zeppe fucsia, stava benissimo.
 
Più ci avvicinavamo e più ero agitata, non vedevo l’ora di vederli. La location era stupenda, era in riva al mare tutta addobbata da luci, era una favola.
-Tutto bene?- mi chiese Jenny preoccupata
-Si dai, sono agitata, poi diciamo che non vado mai in giro così- indicai il vestito
-tranquilla e goditi la serata-
Ma la pace finì presto – oh ma guarda chi si vede Jennifer e la sua amichetta sfigata-
-Lei non è sfigata qui quella sfigata sei soltanto tu Ashley-
Ashley era la tipica ragazza perfetta occhi azzurri e capelli biondi, era la ragazza popolare e tutti le andavano dietro, era proprio antipatica.
-Non so proprio come faremo senza di te, stasera è l’ultima sera e ci dispiace davvero ma davvero tanto- dissi sorridendo
Concluse con -A chi è che non mancherò? – e se ne andò per fortuna.
Entrammo nella discoteca era tutto decorato, luci di vari colori e un palco enorme. Purtroppo i posti davanti erano già tutti occupati cercammo di avvicinarci un po’ ma –Scusata ma questo posto è per noi, quelle come voi possono stare laggiù- mormorò Ashley, alzammo gli occhi al cielo e andammo dietro.
-Ma come si fa a essere così?- chiesi a Je
-Non lo so, so solo che da qui si vede poco nulla e mi dispiace soprattutto per te-
-Non puoi farci nulla è solo che sono i miei idoli e non posso ve…guarda chi c’è? C’è Jake va da lui-
-No non c’è la faccio e poi non voglio lasciarti da sola-
-Lo hai invitato tu e te lo pure detto io, guarda ti sta guardando vai-
-Sicura?-
-Si ora vai- dissi ridendo
Nel mentre i Tokio Hotel arrivarono sul palco, erano più belli che in tv, la vista non era molto bella dato che ero finita al fondo ma qualcosa si vedeva come la cresta di Bill e la testa di Gustav ma gli altri due non li vedevo soprattutto Tom che da bambina lo amavo con tutta me stessa.
Intanto guardavo anche Jenny e Jake che sembrava si stessero avvicinando molto ero felice per lei ma il fatto che con 18 anni non ero mai stata fidanzata mi tormentava un casino.
Finita la performance decisi di andare a prendere una boccata d’aria, mente stavo andando dall’uscita mi scontrai con un ragazzo, alzai il viso e –Ehi scusami non ti ho vista-
-ehm tranqui…ma tu sei Tom-
In quel momento mi sentivo cadere, era stupendo avercelo davanti.
-Si sono io, ti diverti?-
-SI, diciamo-
-Perché diciamo?-
-beh qui c’è gente che si crede superiori agli altri quind…-
Fui interrotta da Ashley che si mise davanti e si aggrappò a Tom –Ehi, siete dei grandi vi adoro, ti va di bere qualcosa?-
Io non volendo ascoltare la loro conversazione decisi di andarmene –Okey io me ne vado-
-No ma non te ne and..-
-falla andare è solo una sfigata-
abbassai il viso e mi diressi verso l’uscita e mi sedetti su una panchina che dava sulla spiaggia, ero stanca di venire offesa da quella stronza e .dalle sue amichette.
Il mio telefono squillò.
*Ehi Hope, Jake mi ha chiesto di andare a casa sua…*
-Eh quindi? Cosa aspetti io trovo casa da sola-
*sei sicura?*
-Si vaai tranquilla-
*divertiti allora, ciao* e mise la chiamata giù.
E ora ero sola davvero, solo io e il mare, c’era l’aria fresca che mi soffiava fra i capelli, da un lato erano belli questi momenti mi lasciavano tempo per pensare.
Dopo alcuni istanti sentii una voce dietro di me -Ehi, cosa ci fai qui da sola?-
Mi voltai e rimasi a bocca aperta –ehm ciao Tom, Ashley si è già stancata di te?-
-Non proprio, io me ne sono andato, non ho bisogno di ragazze di quel tipo!-
-in che senso?-
-beh credo di essermi divertito abbastanza dai 16 ai 18 anni, ora ho 24 credo di essere maturato-
-che strano sentire uscire queste parole dalla bocca di Tom Kaulitz-
-Lo so anche mio fratello me lo dice sempre-
Io gli sorrisi e lui ricambiò –sai passare la propria adolescenza con una reputazione da playboy non è il massimo, ho solo sentito il bisogno di cambiare, di trovare l’amore vero- sentire quelle parole da lui mi fece rabbrividire, era una sensazione strana ma lo ascoltavo volentieri –mi capisci?-
-si, ti capisco eccome, io ho 18 anni e non sono mai stata amata, da nessuno, una ragazza normale dovrebbe vivere la propria vita con mille amici, ma io sono sola è la gente me lo rinfaccia ogni giorno-
-oh non ci credo, come fa una bella ragazza come te a non avere amici?-
Io arrossii, aveva detto bella ragazza, si lo aveva detto.
-succede-
-okey adesso basta essere tristi, vieni con me-
-dove?-
Tempo di finir di parlare mi prese le mani e mi tiro su, mi trascinò fino ad un ponticello illuminato che portava ad un padiglione dove di sottofondo cera una musica dolce e tranquilla. Quel padiglione non l’avevo mai visto prima d’ora era stupendo, era una specie di discoteca esterna, era proprio carina, c’erano più o meno 10 coppiette ed alcune persone erano sedute al bancone del bar a bere qualcosa, naturalmente molti riconobbero Tom ma lui non ci fece caso.
-ti piace?- mi chiese
-si un botto, ma perché mi hai portato qui?-
-zitta- appoggiò una mano sul mio fianco, con una mi prese la mano e iniziammo a ballare, mi sembrava di sognare, io e il mio idolo che ballavamo insieme chi l’avrebbe mai pensato.
-dove hai imparato a ballare così bene?-
-lunga storia-
-dai Tom raccontami-
-promettimi che non riderai!-
-non riderò, giuro-
-all’età di 9 anni mia mamma ha trascinato me e Bill ad un corso di balletto classico-
cercai di trattenere la risata –dai che è tenerissimo-
-No non lo è, non ridere me lo avevi promesso-
-sto facendo del mio meglio…-
suonò il suo cellulare, lo avevano chiamato perché doveva ritornare in hotel con gli altri –scusami, devo andare è stato un piacere, mi ricordi il tuo nome?-
-Io sono Hope, piacere mio-
-spero di poterti rivedere- mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò.
*non mi laverò mai più la guancia questo è poco ma sicuro*.

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Capitolo 3
*** Una serata speciale ***


Quella notte non riuscii a chiudere occhio, continuavo a girarmi e rigirarmi su me stessa, la luce della luna sbirciava dalla mia finestra, i miei pensieri girovagavano tutto il tempo, lo avrei ma rivisto? Se si come e dove, dopo quella sera avevo capito che forse era cambiato ma di sicuro non sarebbe mai uscito con una come me anzi il mio nome lo avrà di sicuro già dimenticato.
Presto la stanza fu avvolta dalla luce del sole e il vento fece ondulare un po’ le tende dato che avevo lasciato la finestra aperta, quando aprii gli occhi mi sembrò di aver fatto soltanto un sogno stupendo ma dopo alcuni sforzi realizzai che era tutto vero. Quando però vidi l’ora dissi solo più * O mio dio sono le 15* mi alzai subito e scesi.
La casa era libera , mamma era a lavorare, papà pure ma andando in cucina e non trovando nulla da mangiare decisi di uscire e andare a fare la spesa.
Era una bellissima domenica mattina, il sole che rifletteva sui miei capelli creando delle sfumature dorate, il mare era piatto diciamo che era la giornata perfetta per farsi un bagno. Il negozio era più o meno a 10 minuti da casa non era il più grande ma aveva tutto.
Dopo alcuni minuti uscii, avevo preso un paio di cose ma i sacchetti sembravano non tenere molto, tra quello e che mi sentivo stordita era proprio la giornata perfetta. D’un tratto senza accorgermene andai addosso a qualcuno e i sacchetti mi caddero –Oh mio dio scusami non ti ho visto- dissi alzando il viso, ci fissammo per cinque minuti.
-tranquilla, aspetta ma tu sei..-
-Tom?- ero stupita.
-Hope?- disse lui accennando un sorriso
Dato che aveva un cappuccio in testa non lo riconobbi subito. Mi aiutò a a mettere a posto e poi ritornammo uno davanti all’altro.
-cosa ci fai qui?-
-Beh abbiamo deciso di rimanere ancora alcune settimane qui-
-fate bene Los Angeles è bellissima-
-Si ho notato, senti ti aiuto a portare le cose a casa?-
-No non è necessario c’è la posso fare!-
-sicura?-
-sicurissima, scusami ancora ma devo andare ora-
Iniziando a proseguire verso casa mi prese per un braccio e mi chiese –ci rivediamo?-
Lo fissai per alcuni istanti, poi gli presi il braccio e dopo aver tirato fuori una penna gli scrissi il numero di cellulare sul braccio.
Mi sorrise –non vedo l’ora-
Io ricambia, voltai la testa per non fargli vedere che ero arrossita e me ne andai.
Avevo appena dato il mio numero di cellulare a Tom, si a Tom Kaulitz, non ci potevo ancora credere, ora bisognava solo aspettare anche se prima di chiamarmi di sicuro sarebbero passate ancora molte ma molte ore.
Con molta sorpresa non dovetti aspetta molto, nel messaggio c’era scritto “Stasera ore 21 ti passo a prendere. Non vedo l’ora.” quando vidi il suo messaggio nella mia testa si mescolarono molti pensieri *come? Oddio stasera esco con Tom Kaulitz. O mio dio cosa metto?.* Erano le 19 voleva dire che tra soltanto un’ora lui sarebbe stato davanti alla mia porta di casa, corsi in bagno e mi feci una doccia fredda per poter realizzare che non era un sogno.
Quando arrivai davanti all’armadio, la solita domanda mi riapparve in testa *Cosa metto?* avevo un casino di vestiti e non sapendo non andavamo non sapevo proprio da che parte girarmi. Arrivai alla conclusione di mettere i miei pantaloncini a vita alta con una camicetta senza maniche verde acqua, un golfino sottile bianco e le mie vans azzurre infine mi truccai un pochetto ma non troppo e lasciai cadere i miei capelli sulla schiena, ero pronta finalmente e mancavano cinque minuti alle 20 allora presi la mia borsa e iniziai a scendere, tempo di scendere suonò il campanello, andai ad aprire.
-Pronta per l’after?- chiese Tom
Era stupendo indossava come al solito jeans un po’ larghi, una maglia bianca stretta e una giacca grigia, era solare come sempre e i suoi occhi brillavano.
Io sorridente gli risposi con un –certo, andiamo-
Mi squadrò da testa a piedi e poi con il sorriso stampato sul viso mi fece il segno di mettermi a braccetto, io mi aggrappai e mi lasciai condurre.
Mi fece salire nella sua limousine, era bellissima si fuori che dentro, e iniziammo a chiacchierare un po’.
-Tom, una curiosità ma dove mi stai portando-
-Sarà una sorpresa! Non ti dirò nulla-
-No, ma come io non riesco ad aspettare-
-devi però, comunque prima non sono riuscito a dirti quanto sei bella stasera-
Da sola mi accorsi che ero diventata rossa, peggio del fuoco difatti lui scoppiò a ridere. –mi devo trattenere se no ancora scoppi-
Ridendo gli dissi –beh sai sentirsi dire “sei bella” dal tuo idolo dell’infanzia non è da tutti i giorni-
-su questo ti do ragione, oh eccoci siamo arrivati- scese lui per primo e poi mi tese la mano per aiutarmi ad uscire. Mi trovai davanti ad un club sulla spiaggia, era bellissimo, era tutto colorato e c’era la musica a tutto volume, sembrava di essere fuori dal mondo attorno non c’era nulla.
Mi condusse verso un posticino che dopo poco tempo capii che lo aveva riservato solo per noi, c’era un dondolo tutto bianco con un tavolo davanti su cui c’era del sushi e della frutta.
-Ti piace?- mi chiese
-se dicessi di no sarei proprio stupida e cieca in più-
-hai visto ti ho ordinato pure il sushi dato che ti piace tanto-
-che dolce grazie, ma come facevi a sapere che mi piaceva?-
-agenti segreti- mi disse facendomi l’occhiolino.
Poi mi fece accomodare e lui si accomodò di fianco a me, iniziammo a stuzzicare il sushi e a chiacchierare, non era affatto come tutti lo descrivevano, era dolce e simpatico, ma non lo conoscevo ancora abbastanza per confermare queste cose. Anche se guardavo il mare davanti a noi notavo che mi stava guardando, allora mi voltai e lo guardai dritto negli occhi e gli accennai un sorrisetto.
-tutto bene?- gli chiesi
-Si tutto bene, ti va di andare a fare due passi sulla spiaggia?-
-certo!-
Mi prese le mani e mi tirò su, mi aggrappai di nuovo a lui e ci avvicinammo al mare.
-Perché hai fatto tutto questo?-
-Cosa intendi?-
-il posto riservato, il sushi, le candele, tutto questo come me lo sono meritata?-
-Volevo fare qualcosa di diverso, te lo già detto la prima sera che ci siamo incontrati, voglio cambiare…-
-Si mi ricordo, se il tuo scopo era quello di stupirmi Tom Kaulitz beh allora congratulazioni, ci sei riuscito-
-posso essere fiero di me allora, non sono da me queste cose come dire, romantiche-
-su questo hai ragione, c’è una prima volta per tutti-
-già! Sai cosa mi rende geloso di voi, persone non famose?-
-cosa?- chiesi incuriosita
-Che potete innamorarvi di chiunque vogliate, io o noi dobbiamo sempre fare attenzione le ragazze starebbero insieme a noi solo perché siamo popolari ma io non ne ho bisogno di una ragazza così-
-Magari ora non è ancora il momento ma arriverà anche per te-
-se non è già arrivato!-
-Cosa intendi?-
-Questo…- mi tirò verso se’, mi prese il viso con le mani e mi baciò delicatamente.
 
 
 

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Capitolo 4
*** se hai un sogno inseguilo ***


Mi staccai dolcemente e rimasi perplessa –wow- sospirai
Lui mi sorrise dolcemente e mi accarezzò il viso con le punta delle dita.
-Tom, ehm non so che dire ma forse è meglio che vada-
-ho fatto qualcosa di sbagliato?-
-No non sei tu il problema sono io, scusami e grazie di tutto ancora- mi voltai e me ne andai. Lui rimase impalato come una candela, non so cosa si aspettava da me, ma ero sicura che dovevo assolutamente parlargli. *cosa faccio vado subito, aspetto, subito, aspetto non so che fare* alla fine decisi di ritornare a casa e pensarci su.
Arrivata a casa truccata e vestita mi buttai sul letto con un paio di cuffie nelle orecchie e la musica a tutto volume, dopo alcuni minuti mi addormentai, il mio risveglio fu causato da mia mamma che urlava –Hope, scendi immediatamente!- urlò.
Che cosa voleva da me alle otto di mattina? Con molta fatica mi alzai dal letto e guardandomi allo specchio mi spaventai di me stessa, sembravo un procione, tutto il trucco sbavato e i miei vestiti stropicciati. Andai a lavarmi la faccia velocemente e poi scesi.
-mamma cosa ce? Perché urli già a quest’ora-
-Mi chiedi perché? Dov’eri ieri sera fino a quell’ora?-
-Sono uscita-
-senza chiedermi? Sei rientrata alle due-
-mamma ormai è passata, tranquilla sono a casa e sto bene-
-Hope non mi rispondere in quel modo-
-perché ti devi arrabbiare così? Sono grande abbastanza!-
-sono tua madre, mi preoccupo e non voglio che cresci troppo in fretta-
-sai mamma mi hai rotto, lasciami un po’ di libertà-
-Hai 18 anni non ne hai 30 e finchè tu abiterai sotto il mio tetto si rispetteranno le mie di regole che sia chiaro!-
-okey allora me ne vado- mi girai e corsi sopra
-dove vuoi andartene?- mi urlò dietro, ma io non le diedi risposta.
Presi la mia borsa e ci infilai dei vestiti, presi il cellulare e scesi di nuovo.
-Mamma io me ne vado, quando ti sarai calmata dimmelo- senza ascoltare la sua risposta me ne andai.
 
Mentre camminavo lungo il lungo mare il mio telefono squillò, di sicuro era mia madre.
-Pronto? Mamma non ritorno a cas…-
-Sono Tom-
-Oh scusa, solo che me ne sono andata e mia madre mi fa incazzare-
-ti va di vederci, credo che dobbiamo parlare-
-Si lo credo anche io, dove?-
-Royal hotel, stanza numero 483-
-arrivo-
Attaccai e mi incamminai verso l’hotel, iniziai a farmi girare in testa le cose che gli avrei detto e spiegato, ma ero troppo agitata, ormai erano un po’ di volte che lo vedevo ma l’agitazione non andava mai via!
Arrivata all’hotel mi accolse un guardiano abbastanza grande e muscoloso che mi disse –Le è la signorina Hope?-
Io perplessa risposi –Si devo andare dal signor..-
-Si lo so me lo ha detto che aspettava una ragazza, mi permette di portarla dalla stanza?-
-Si certo- era molto gentile, non si penserebbe di una guardia del corpo, lo seguii fino alla stanza 483.
-Prego signorina, buona giornata-
-grazie a lei- e se ne andò sorridendo.
Dopo aver fatto un lungo sospiro bussai alla porta, inizialmente non sentii nulla ma poi sentii la serratura muoversi e mi ritrovai davanti a lui a dorso nudo con una maglia in mano, io mi coprii la faccia con le mani ed esclamai –Oddio, scusami-
Ridendo mi disse –tranquilla sono un bello spettacolo-
-sei proprio modesto tu- affermai mentre entrai nella stanza.
Feci la sorpresa, ma in realtà non lo ero manco un po’, me l’aspettavo una suite del genere, con un balcone che dava sul mare, un’area bar ed un letto enorme.
-hai proprio risparmiato eh?-
-mi piace risparmiare- disse prendendomi da dietro e avvolgendo le mani alla mia vita.
-mantenere le distanze dal mio corpo sarebbe una cosa migliore- sospirai staccandomi
-hai ragione scusami, ma dimmi cos’è successo?-
-non credo che vuoi sentire le mie lamentele, sono passata qui solo per scusarmi-
-Non devi scusarti sono andato troppo veloce scusami, ora siediti e racconta-
-non ho bisogno di uno psicologo-
-forse no ma di qualcuno che ascolti si-
Aveva ragione avevo bisogno di qualcuno che mi ascoltasse ma lui era la persona giusta? Arrivai alla conclusione di raccontagli tutto.
-Ieri sera quando sono arrivata a casa tutti erano già a letto, ma mia mamma mi deve aver sentito perché stamattina mi ha urlato contro dicendomi di comportarmi meglio, di non diventare una ragazza che esce troppo, che sono ritornata troppo tardi devo ritornare prima e bla bla bla, ogni giorno esce un’altra discussione non c’è la faccio più, sto impazzendo e ora ho fatto le valige e cerco un posto dove stare-
-ehm…wow naturalmente puoi stare qui se vuoi, ma cosa le hai risposto poi?-
-le ho solo più detto che quando cambierà di farmi uno squillo e fino a quel giorno non ritornerò a casa-
-capisco, mi dispiace ma tranquilla qui ti puoi rilassare, c’è una piscina da sballo, un bar pure da sballo e nel prezzo è pure compre un bel ragazzo con un fisico da paura- disse indicandosi
-Non ti ho manco ancora detto di si scemo- risposi ridendo
-lo deciso io in questo istante.- mi prese le valige e me le posò in camera da letto e poi mi fece accomodare sul divano.
-Vuoi qualcosa da bere? Direi non alcolici dato il tuo stato quindi te, una coca cola, acqua, caffè, cosa desidera signorina?-
-Un bicchiere d’acqua naturale, grazie-
-e che acqua sia-
mi porse il bicchiere e poi si sedette accano a me e mise il suo braccio attorno al mio collo, il modo in cui mi toccava con le sue mani delicate mi fece venire una scia di brividi sulla schiena, stavo vivendo un momento che ogni ragazza voleva vivere ma solo io avevo l’onore di essere li fra le sue braccia, più i giorni passavano e più mi fidavo di lui era un bravo ragazzo, eravamo praticamente diventati migliori amici, volevamo andare con calma non affrettarsi troppo.
I giorni passavano in fretta e lui mi sosteneva in un modo incredibile anche se non era successo nulla di particolare ma mi trattava come la sua piccola sorellina da proteggere non avrei mai potuto immaginare che potesse avere un lato così dolce.
Era sabato sera ma decidemmo di stare sulla terrazza sul tetto dell’hotel dove c’era pure la piscina, dopo che ci servirono due cocktail ci coricammo sullo sdraio a due piazze a vedere il sole che tramontava dietro l’oceano.
-è stupendo- affermò
-già starei qui tutta la notte peccato che fa più freddo di notte-
-hai fretto? Hai i brividi-
-un po’ ma sto bene-
Non mi lasciò manco il tempo di finire la frase che mi ritrovai il suo braccio dietro la mia testa e la sua mano che mi accarezzava la spalla.
-questi giorni sono stati stupendi insieme a te – mi disse lui
-si stupendi, mi hai stupito Tom-
-perché?-
-non pensavo che eri così dolce e simpatico-
-sei tu che mi hai fatto cambiare-
-positivo o negativo?- risposi perplessa
-più che positivo insomma grazie a te ho imparato ad amare davvero, credo di essermi innamorato, quei tuoi bei occhi, quel tuo bellissimo sorriso che mi fa venire i brividi, sei stupenda..-
-ohw Tom..-
-sai sei diventata davvero importante per me, e mi sono reso conto che voglio solo te, Hope credo di ama..-
-sta zitto e baciami-
Mi sorrise e poi mi prese il viso e mi baciò, era una delle sensazioni più belle che avevo mai provato in vita mia.
 -Ti Amo Tom Kaulitz-
-Ti amo anche io Hope-
 
 
 

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