Some Things Never Change

di Black Apple
(/viewuser.php?uid=577081)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

 


“ Ma! Vieni qui, non è il tuo weekend questa settimana. E’ della mamma. Dopo 5 anni di avanti e indietro ancora non te lo ricordi? “
Emma osservò Henry, imponente sopra il tavolo della cucina, che stava tenendo saldamente il suo cellulare in una mano, e la tazza di cereali vuota nell’altra. La sua voce era bassa, i suoi occhi sorridevano, ma era chiaramente irritato per poca memoria di sua madre.
“ Scusami, l’avevo dimenticato”, disse scrollando le spalle, con un timido sorriso in viso.
“ Solo che non vedevo l’ora di uscire, dato che Killian è fuori città. Di nuovo.”
“ Lo so, “ disse Henry, prima di sprofondare nel divano del soggiorno. “ Dov’è adesso?”
“ Da qualche parte sulla costa della Groenlandia. Penso. Veramente non lo so.”
Il loro appartamento a Storybrook era più grande di quello di Mary Margaret e David, ma era comunque abbastanza piccolo. Apparentemente, il salario di un pescatore pirata non era tanto redditizio quanto Killian  l’aveva fatto sembrare. Emma vide Henry alzarsi nervosamente dal divano raggiungendo con un balzo il tavolo da cucina. Apparentemente più comodo del divano. Stava scrivendo un messaggio molto velocemente, e osservando il sorriso seguente al drin del telefono, capì che probabilmente si trattava della sua ragazza, Alice.
Emma scosse la testa, guardando in basso verso il giornale appoggiato sul tavolo, prendendo un respiro profondo. “ Partirai per il college fra meno di 10 mesi. Lo sai, vero?”
Henry rise. “ Oh, quindi sai come si guarda un calendario?”
“Molto divertente,” rispose Emma alzando gli occhi al cielo. “ Volevo solo dire che presto non dovrai fare più la cosa dell’avanti e indietro.”
“Ma, “ disse Henry sospirando, “ Non è la cosa dell’avanti e indietro che mi preoccupa. Te l’ho già detto.”
Già, Emma lo sapeva. Ma era comunque strano parlarne, e onestamente, le cose non sono andate come lei si era aspettata, quindi era ancora peggio.“Lo so.” Rispose.
“Stavo solo pensando a...” la voce di Henry si affievolì e si girò verso sua madre. Lei voltò la testa per guardarlo negli occhi, i suoi occhi luccicanti, e Henry sapeva che non avrebbe dovuto finire la frase. Lei sapeva cosa stava per dire. Le cose sarebbero potute andare diversamente, ma non era successo, e qualche volta l’unica cosa che lo rendeva felice era sapere che avrebbe presto impacchettato le sue cose e sarebbe andato via da quella città.
“Anche io, ragazzino,” Emma disse, con un soffice sorriso aleggiato in viso, “Anch’io.”
 
 


 
“Mamma?”
“Sono qui, Henry.”
Henry girò l’angolo dello studio e vide sua madre seduta sul divano, con i piedi sotto di lei, un libro rilegato in pelle fra le mani, e un piccolo bicchiere di Whiskey davanti a lei sul tavolo. Lui sapeva cosa stava a significare, e di certo succedeva sempre nei weekend in cui erano assieme. Non era un gran appassionato di Robin Hood, e onestamente non sapeva se lo sarebbe mai stato. Sembrava troppo intraprendente e chiassoso , e tutto ciò che sua madre odiava. Ma dopo 5 anni erano ancora assieme.
Si ricordava di averle chiesto una volta il perché, e la sua unica risposta fu solo che la polvere magica è potente. Comunque non ha molto senso, perché la magia è potente, ma non nel caso di sua madre. “ E’ tutto okay? “
Il corpo di Regina si irrigidì leggermente prima che gli rispondesse , “ Certo tesoro,va tutto bene.”
“ Sai che ho 18 anni , vero? Del tipo, posso capire quando menti.”
“ Solo perché sei il figlio di tua madre, non significa che tu abbia ereditato il suo da-lei–chiamato superpotere”.
“Veramente, “ cominciò Henry, con il suo sorrisino alla Swan, “ penso proprio di si.”
“ Bene, mi hai beccato,” disse finalmente Regina. Si tolse gli occhiali da lettura e batte la mano sul divano accanto a lei, invitandolo a sedersi. Henry fece un passo, con il suo corpo alto e magro, e raggiunse immediatamente il divano. Quando si sedette, il profumo di spezie e di lavanda colpì in pieno Regina, e non poté fare a meno di pensare ad Emma e all’autunno.
“Che succede , mamma?” Chiese Henry, guardando oltre la sua spalla in direzione di Regina. Era cambiata, invecchiata da quando la maledizione si era spezzata, ma non in peggio. Appariva comunque come sua madre, e più regale di sempre, ma con gli occhi tristi e scuri. “ Sai che puoi dirmi tutto.”
“ Lo so, “ disse Regina. Sorrise , si inclinò in avanti e mise la sua mano su quella di Henry. “ Non riesco ancora a credere che tu stia partendo per il college. Non so se sono pronta.”
Henry rise. “ E’ questo che ti turba? E’ per questo che sei preoccupata?” Non appena lo chiese, la porta principale si aprì sbattendo, e il rumore di piccoli passi risuonò nella casa, seguito da un pesante rumore di stivali e un roco colpo di tosse. Henry guardò la reazione di sua madre, i suoi occhi, la sua bocca , la sua mascella. Stava diventando sempre più chiaro per lui, che evidentemente non tutto filava liscio in quella casa.
“Henry,  giovanotto, come va?”
“Bene,” rispose Henry, senza togliere lo sguardo dal viso di sua madre. Lei lo guardò negli occhi, increspò le labbra e scosse leggermente la testa. Solo abbastanza da far capire ad Henry che avrebbero continuato la loro conversazione più tardi. Dopo un respiro profondo, Henry si girò verso Robin. “ Come sta andando la caccia?”
“Sta andando bene. Ancora nessuna preda presa, ma ce la faremo.”
Roland  arrivò scattante nello studio, portandosi appresso il controller di un videogame e un sorriso stampato in faccia. “ Henry,vieni a vedere. Ho quasi finito il gioco. Aiutami con questo livello!” Disse, con il suo adorabile accento, e le sue fossette forse lo erano ancora di più. Henry rise. Persino lui non riusciva a dire di no al non-più-così-piccolo Roland Hood.
“ Okay, okay.” Henry si alzò e si sporse per dare un bacio a sua mamma sulla guancia. “ Ti voglio bene,” disse contro la sua pelle , sentendo la sua guancia che sorrideva.
“ Ti voglio bene anch’io “ rispose lei.
 


 
“Pensi davvero che dovremmo prenderglielo?”
Emma guardò Regina dall’altra parte del tavolo della sala da pranzo , nel suo appartamento. Erano uscite molte altre volte per cercarlo, ma quella sera Regina ebbe un idea geniale,l’Idea. Ed Emma si sentiva su di giri come una scolaretta. Sorrise alla mora. “ Stai scherzando? Lo adorerà. Sta aspettando quel MacBook Pro computer da anni. Se cominciamo a salvare adesso, ce la faremo.”
“Emma, potrei comprarlo adesso, attaccarci un etichetta e dire che è da parte delle sue mamme, ma non è un po’ troppo per un ragazzo di 18 anni?”
“Non è quello il punto, Regina,” disse Emma dolcemente. “ So che te lo puoi permettere. Ma voglio dare una mano. Voglio che abbia qualcosa da parte di entrambe.
Regina alzò lo sguardo dal laptop verso Emma, gli occhi verdi supplichevoli. “Okay,” disse dolcemente. Il cuore le arrivò in gola quando Emma la abbagliò con il suo splendente sorriso, e per la milionesima volta, Regina si prese a calci per non essere stata in grado di aver estinto la scintilla nel suo cuore, che si accendeva ogni volta che la bionda la guardava in quel modo.
Pensò a quando Robin e Roland si trasferirono da lei, e di come guardò Emma ed Uncino ( no, Killian – No Uncino– sarà sempre Uncino per lei) cominciare il “ corteggiamento “ e trasferirsi per vivere assieme.
“ Sono contenta che tu sia uscita oggi  “ disse Emma sovrastando la musica che aleggiava di sottofondo. “ Nel senso, so che ne abbiamo passate tante e tutto il resto... “ Regina sorrise e sollevò leggermente il sopracciglio. “ Quello è poco ma sicuro “, disse con quella confidenza che riservava solo per Emma Swan. “ Dico sul serio”, affermò la bionda sorridendo.
Una dolorosa fitta al cuore pervase Regina, e sapeva che necessitava di rispondere, ma magari l’avrebbe fatto più tardi. Stare così vicino ad Emma era talmente difficile che a volte erano talmente tante le emozioni che provava, che non capiva più nulla.
Tutto ciò che le veniva in mente era polvere magica verde e tatuaggi di leone, e catene, e Leopold. Ciò le fece male al cuore , e le mani le dolevano.
“ Hey, “ la voce di Emma ruppe il flusso dei suoi pensieri . “ Stai bene?” chiese.
Regina alzò gli occhi verso Emma, dannazione al suo sguardo traditore. Erano avvolti da un sottile velo di lacrime , e di certo il tremolio del suo labbro non aiutava.
“ Sto bene, Emma.” Disse regina tranquillamente. “ Solo che mi mancherà Henry quando se ne sarà andato”. Una buona scusa, certo, ma una parte di lei si sentì colpevole per continuare ad usare la partenza di Henry come scusa per mascherare il suo dolore.
Emma allora si alzò immediatamente raggiungendo la parte del tavolo di Regina. Si inginocchiò accanto alla bruna, diamine,  il profumo di mele – sempre così maledettamente forte – che lei emanava. “ Regina, hey, guardami, “ disse Emma, appoggiando un dito sotto il mento di Regina e trascinandole il suo viso fino all’altezza del proprio.
Quando i loro occhi si incontrarono, Emma sentì quella familiare agitazione all’altezza del petto e dello stomaco, che si manifestò da sola tutti quegli anni prima. Quegli occhi scuri, e quelle labbra rosse erano lì.  
Pensò al fatto che non avrebbe mai capito come il funzioni il vero amore, perché magia, sentimenti e l’essere una mamma non l’avrebbero mai guidata verso Killian in passato.
“ Starai bene quando partirà, “ disse finalmente Emma. “ Hai Robin e Roland. Starai bene. “ Era una bugia, che Emma si diceva da sempre. Fortunatamente Regina ci credeva.
“Lo so,” disse Regina, le lacrime che percorrevano coraggiose le sue guance. “ Ho solo paura.”
“ Beh dai, “ esordì la bionda con un sorriso smagliante, “ abbiamo l’un l’altra, no?”
Regina sentì il cuore gonfiarsi in petto a quelle parole. “ Davvero?” chiese, piano, gentilmente, quasi inudibile.
“Certo,” disse Emma sospirando. Percepiva quella strana forza che sentiva ogni volta che Regina le era accanto. L’aveva sempre considerata come la forza prodotta dalla loro magia, l’attrazione della luce e dell’oscurità , ma andando avanti, stava diventando sempre più difficile da ignorare. “ Non andrò da nessuna parte, “ concluse Emma. “ Mai. “
La mano di Regina parve muoversi da sola, e avvolse la guancia di Emma. Mosse la parte morbida del suo pollice lungo lo zigomo di lei, sentendo la bionda premere piano contro il suo tocco.
Spostò poi il dito delicatamente verso la mascella . “ Farai meglio a non lasciarmi “ , disse Regina, con la voce rauca e piena di emozioni.
La pelle di Emma stava bruciando sotto il tocco di Regina, quel tipo di bruciore piacevole, che te ne fa desiderare di più. Aprì la bocca per dire qualcosa, proprio nel momento in cui si spalancò la porta, sbattendo.
 
” Gesù,” Emma inspirò bruscamente non appena sentì il familiare rantolo di Killian, adagiato pesantemente contro il suo migliore amico Spugna, poco oltre l’ingresso. “Ma che diavolo..?”
“ Il nostro viaggio di pesca non è stato un successo, Emma”, disse Spugna, “ Capitan Uncino qui presente ha deciso di annegare i suoi dispiaceri.”
Emma aiutò Killian a dirigersi verso il divano, e poi lo accasciò su di esso. Lui gemette, poi urlò,
“ Attenti voi due! Non ho consumato la mia miglior annata di Rum perché voi due mi rompiate un osso.”
“Perdonatemi, capitano”, disse Spugna quasi strisciando.
Emma si passò le dita fra i capelli. “ Sei fortunato che Henry non sia qui.” Disse sibilando.
Camminò con passi pesanti verso la cucina, versò dell’acqua in un bicchiere e prese 4 aspirine. Tornò verso Killian, afferrando la sua unica mano, e disse, “prendi queste. E bevi questo. E dopo vai a buttarti.”
Lui oppose un po’ di resistenza, ma alla fine si accasciò sul divano, con l’uncino adagiato sul petto e gli stivali appoggiati ai piedi del divano. “ Spugna, ringrazia Swan da parte tua. E anche da parte mia,” farfugliò prima di addormentarsi profondamente.
“ Spugna, puoi andare,” lo istruì Emma. Puntò alla porta, ed era molto evidente che non avrebbe accettato obbiezioni. “ Ora.”
“Si.” Disse Spugna prima di uscire di corsa dall’appartamento.
 
Emma stava fissando il pavimento, ferma immobile, quando sentì la mano di Regina appoggiarsi sulla sua schiena. Guardò oltre la sua spalla verso la donna dietro di lei. I suoi occhi scuri erano tristi, supplichevoli e comunque pieni di comprensione. “ La vita della moglie di un pirata fa proprio per me,” disse Emma con un tono che raramente Regina aveva sentito.
Sentì le dita di Regina intrecciarsi alle sue, e poi una gentile stretta prima che parlasse.” Ci vediamo domani, okay?”
Emma si mosse velocemente, senza pensarci, e appoggiò le sue labbra direttamente su quelle piene, rosse di Regina. Il bacio fù veloce, casto ma pieno di emozione, e quando Emma si tirò indietro, vide quegli occhi scuri illuminarsi un pochino. “ A domani,” disse Emma tranquillamente.
Regina sorrise e si girò per andarsene, ma strattonò leggermente la mano di Emma prima di lasciarla andare.

 


NdA : Salve!! Sono qui con una bellissima fiction che ho trovato sulla coppia di Once che secondo me possiede più chimica. :) Spero che questa storia vi piaccia come è piaciuta a me, spero di riuscire a pubblicare un capitolo ogni domenica... Saluti"!
BlackApple
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2



 
 
Quando Regina entrò in casa, sentì odore di toast bruciato proveniente dalla cucina.
Attraversò l’ingresso, lasciando la sua borsetta ed il suo cappotto sul tavolo da pranzo. “ Henry? ” chiese, lo vide armeggiare con il tostapane, messo sottosopra,  ed un coltello da burro infilato dentro. Indossava un paio di pantaloni del pijama e delle ciabatte con una coda di coniglio bianca sulla punta. Regina si sforzò di non scuotere la testa verso di lui pensando a quanto assomigliasse così tanto ad Emma. “ Si può sapere cosa stai facendo? ”
“ Questo stupido tostapane ha bruciato il mio toast e dopo non l’ha sputato fuori, quindi sto cercando di aggiustarlo. ” Disse con stizza. Sbuffò rumorosamente, poi gli uscì un lamento, prima di diventare ancora più frustrato, ed infine sbattè il pugno sul ripiano di granito. “ Volevo solo un pezzo di toast. Perché non riesco a cucinare un fottuto toast in questa casa? ”
Regina mise la sua mano sopra il pugno di Henry, che era ancora serrato sul bancone, spostò il coltello da burro : “ Che succede, tesoro?” chiese dolcemente, cercando di guardarlo negli occhi. I suoi capelli stavano diventando lunghi di nuovo. Così lunghi che si stavano arricciando sotto la nuca, e la frangetta stava cadendo ai lati del viso.
“ Questo non centra con il toast, e tu lo sai. Tu e tua madre siete fatti della stessa pasta. Ve la prendete con gli oggetti quando siete arrabbiati o angosciati. ”
Lui era arrabbiato, e lei aveva ragione, come sempre, quindi Henry sorrise un pochino prima di protestare, ” Mamma, mi ha bruciato il toast. ”
“ Henry. ”
Si ritrovò infine a guardare in basso, verso gli occhi di sua madre. Erano così scuri, e così pieni di amore e gentilezza che qualche volta dimenticava quanto l’aveva odiata un tempo. “ Solo non capisco tutto questo, mamma, ” disse cacciando via le lacrime. “ Non capisco. ”
“ Capire cosa, Henry? ” chiese Regina. ” Cosa intendi dire? ”
“ Te e Robin. Ma e Killian. Non capisco. ” Disse passandosi le mani tra i capelli. Con i muscoli contratti, i suoi occhi  iniziarono a riempirsi di lacrime,  e si lamentò di nuovo. ” Solo che... non mi piace. Ci ho provato, mamma. Ci ho provato tanto. C’è solo qualcosa riguardo a lui... non riesco a passarci sopra. ”
“ Tesoro, ” iniziò Regina , guidandolo a sedersi nello sgabello vicino all’isola della cucina. Lei si posizionò su uno sgabello proprio di fronte a lui. “ Devi lasciar perdere. ”
“ Non posso, ” disse lievemente. “ Penso ancora che sarebbe dovuta finire diversamente. Credo che sarebbe dovuta finire diversamente. ”
“ Henry, “ sospirò Regina. Sapeva ciò che voleva dirle. Non era la prima volta che le diceva che sarebbe stata meglio con Emma. Ricorda ancora la prima volta che glielo disse. Finì in lacrime di rabbia ed Henry che scappava nei boschi a 14 anni, rischiando di morire di freddo.  “ Sfortunatamente non era in quel modo che doveva finire. ”
“ Non puoi crederlo veramente,” disse Henry. Si guardò le mani , pensando se avrebbe mai scoperto di avere la magia dentro, proprio come le sue mamme. Lo desiderava qualche volta. Voleva sentirsi speciale, importante. Se solo fosse così, avrebbe potuto creare un futuro più piacevole , non l’inferno che stava attualmente vivendo. “ Voi siete destinate l’una all’altra. ”
Regina aveva udito quelle parole uscire dalla sua bocca in più di un occasione, ed ogni volta diventavano sempre più difficili da sentire. “ Ci credi ancora? ”
Henry girò la testa e guardò sua madre. Scrollò le spalle, alzò un sopracciglio , “ Non puoi dirmi che tu non ci credi
“ Si tesoro, posso, ” mentì Regina. “ Perché non siamo destinate l’una all’altra. Io sto assieme alla persona a cui ero destinata. ”
“ Quella cosa della polvere magica è una merda. ”
“ Henry!” sibilò Regina. “ Attento a come parli! ”
“ Beh! Lo è! ” urlò Henry. Aveva veramente urlato contro sua madre. E se ne pentì all’istante non appena vide le sue narici dilatarsi. “ Scusami. “ Sussurrò guardando le sue mani, verso il basso.
Regina prese un respiro profondo, e spostò lo sguardo altrove. Guardò il tostapane, il pezzo di toast bruciato, il coltello da burro,e non riuscì a non pensare alla volta in cui trovò Emma smantellare una macchina del caffè dopo il primo litigio tra lei e Killian, o alla volta in cui Emma pensò che l’apriscatole elettrico fosse una fantastica vittima per quando trovò le bottiglie vuote di Rum, di Killian, nella rimessa del loro appartamento. I ricordi la ferirono in un modo che solo quelli riguardanti Emma erano in grado di fare. “ Ti farebbe sentire meglio se ti dicessi che ho desiderato personalmente l’uso di quella polvere magica? “
Le orecchie gli si spalancarono, e si sporse con il collo per guardare meglio sua madre. “ Seriamente? ”
“ Si, Henry, sono seria.” Regina sospirò, poi si alzò in direzione del tostapane. Prese lo strumento e cominciò a mettere insieme i pezzi,  senza usare il coltello da burro.  Quando ebbe finito di rimettere insieme i pezzi, inserì due fette di pane negli spazi, abbassò la leva, e guardò negli occhi suo figlio. ” Zucchero e cannella? ” chiese.
“ Si, per favore, ” rispose, con un piccolo sorriso in viso. ” E latte...per piacere? ”
Regina alzò le sopracciglia, con un sorrisino all’angolo della bocca, “ Tutto per il mio piccolo principe.”
 


Quando Killian si alzò dal divano nel bel mezzo della notte, e cominciò ad imprecare a pieni polmoni, Emma non era sicura se doveva ridere di lui o urlargli contro.  Arrivò leggera in salotto, pronta per prestargli assistenza, ma notò che il capitano era già in piedi, lottando per stare in equilibrio. “ Torna a sederti, sciocco, “ disse Emma con calma, guidandolo verso il divano.
“ Riesco a raggiungere da solo il divano, milady ” borbottò lui, accettando comunque il suo aiuto.
“ Cosa è successo oggi, Killian? ” chiese Emma sprofondando accanto a lui. Sapeva di acqua di mare e rum stantio, e di colonia,  e in più puzzava di sudore. Aveva seriamente bisogno di una doccia, ma non era una cosa che lei aveva intenzione di aiutarlo a fare in quel momento.
“ Siamo andati incontro al mare agitato. Più una burrasca, anzi. “ Disse Killian buttandosi sul divano, sfregandosi la testa con la mano buona. “ Non c’era nulla che potessi fare. La ciurma era... beh, inutile. Correvano avanti ed indietro come polli. ”
“ Hai perso la barca? ”
“ No, l’ho salvata. ” Disse Killian guardando Emma negli occhi. “ Salvo sempre le ragazze. Lo sai. “
Se c’era una cosa che Emma aveva sempre amato di Killian, era l’abilità di affascinare le donne. Ma per lo stesso motivo, era una delle cose che odiava di lui. “ Si, si , lo so. ”
“ Dov’è andata Regina? ” Chiese Killian, con la voce che si abbassò al nominarla, e la gelosia che riempiva le sue parole. Era sempre stato geloso dell’amicizia tra Emma e Regina, ma recentemente, sembrava fosse la forza motrice dietro alle sue giornate di malumore e le nottate d’alcol.
“ E’ andata a casa,” rispose Emma con un sospiro, “ non voleva vedere questo spettacolo di merda.”
“ Dai, amore. Questo? Questo è un allegro spettacolo. Un potente pirata abbattuto da piccole onde.”
“ Killian, basta. “ Disse Emma dolcemente. “ Non era un viaggio importante. Ci ritornerai. Ripescherai ciò che non se riuscito a pescare. “
“ Di cosa stavate parlando quando sono entrato con maleducazione a casa, da mia moglie? “ Chiese, togliendo gli occhi da quelli di Emma.
Emma lasciò uscire una risata mentre cercava di alzarsi, ma la mano di lui sulla sua gamba la tenne ferma. Lei si rabbuiò, guardò prima la sua mano, poi il suo viso. La sua mascella era serrata, e lei sapeva questo cosa stava a significare. Stava per attaccare briga, ed Emma l’avrebbe trattenuto con la magia, e la mattina seguente, tutto sarebbe tornato a posto. Come sempre. “ Vuoi veramente giocare a questo gioco con me? “ Disse Emma infine. Con un movimento della mano aveva magicamente tolto l’uncino dell’uomo e l’aveva messo sopra il tavolo da cucina. “ Questi sono pessimi modi di giocare con l’uncino di un uomo, ricordi? “ Killian disse impassibile.
“ Emma, “ aggiunse a denti serrati,” rivorrei il mio uncino indietro.”
“ Allora smettila con la cazzata di Regina.” Disse Emma con calma.
“ Allora tu smettila di provare qualcosa per lei.”
Se l’aria si potesse fermare, se il suono si potesse bloccare, se i muri si potessero chiudere in se stessi, sarebbe utile. Emma si prese il labbro di sotto tra i denti, e lo morse gentilmente. Un movimento alla testa, un semplice sbuffo  e si alzò. Si girò verso il basso a guardarlo, i suoi occhi erano veramente tristi, lei voleva urlargli contro, ma semplicemente non poteva. Si cristallizzò quando realizzò la brutale verità. “ Smetterò di provare qualcosa per Regina quando tu smetterai di paragonarmi a Milah. ”
Gli occhi di Killian si spalancarono, ed Emma sapeva di aver vinto quel round. Lei sapeva che lui avrebbe sempre amato solamente Milah, e quello era okay. Perché. Sinceramente? Era così forte il sentimento che lei provava per Regina, che solo fisicamente le faceva tremare le mani e gonfiare la gola.
“ E’ giusto, cara. ” Disse Killian, alzando la mano per farsi aiutare da Emma a mettersi in piedi. Quando lei lo fece e lui si alzò, Emma ondeggiò la mano e fece tornare l’uncino al suo posto. “ Ti ringrazio, “ disse lui dolcemente.
“ Killian? “ Emma lo chiamò talmente piano che era a malapena udibile. I suoi occhi si spostarono verso quelli di Emma, e lei alzò le spalle, “ ti amo. “ Sussurrò.
“ Ma non sei innamorata di me, “ le rispose lui,  con gli occhi incatenati ai suoi. “ E’ una maledetta vergogna. Un uomo con questi occhi non dovrebbe mai essere messo all’uncino.”
“ Messo all’uncino? ” Chiese Emma ridendo.
Lui ridacchiò quando lei gli prese la mano e lo guidò verso il bagno. “ Lo sai che prendersi gioco di se stessi è una delle numerose buone maniere di cui io sono a conoscenza. “ Disse mentre la stava seguendo, i suoi stivali venivano strascinati sul pavimento in legno.
“ Oh si, come ho fatto a dimenticarlo. Avanti. Fatti una doccia. Sai di marinaio sporco. “ Lo spinse dentro il bagno, prima di chiudere la porta alle sue spalle. Quando si appoggiò dietro la porta, sperò silenziosamente che non si sarebbe ricordato niente il mattino seguente. Non era la prima volta che la metteva all’angolo riguardo a Regina. E non sarebbe stata l’ultima.
 


Regina tirò verso di se le coperte del letto e prese in mano il libro. Era tardi, ma non riusciva a dormire, così si mise a leggere. Leggere per scappare da tutto. Guardò verso Robin , che le stava russando affianco, e ringraziò Dio per quel piccolo favore. L’ultima cosa che voleva era che lui si svegliasse con la voglia di essere intimo con lei. Specialmente dopo la notte che aveva appena passato.
I suoi occhi si posarono sul cellulare appoggiato al comodino. Lo schermo si era illuminato, il che poteva significare due cose.
Henry le stava scrivendo per augurarle la buona notte, perché era ancora felicissimo del fatto che lei lo lasciasse tenere il cellulare in camera durante la notte.
O...
Emma.
Si alzò per recuperare il telefono, e fece scorrere il dito per sbloccare lo schermo. Emma Swan apparì sullo schermo. Non avrebbe mai cambiato il contatto scrivendo Emma Jones. Mai.
Toccò l’icona del messaggio e lesse : Mi dispiace per prima.
Regina notò che stava trattenendo il respiro, quindi lo rilasciò lentamente. Scrisse : Non importa. Uncino si è già svegliato?
E’ svenuto di nuovo. Mari tempestosi a quanto pare. Abbastanza da portare un uomo a bere, immagino.
Non c’era molto che Regina poteva dire per risponderle, perché conosceva Emma e sapeva quanto era imbarazzata. E ferita. E, onestamente? Probabilmente spaventata, ma comunque troppo orgogliosa per ammetterlo. Quindi Regina scrisse:  Probabilmente dovremmo parlare riguardo a quello che è successo.
Quando premette invia, si ritrovò a trattenere il fiato di nuovo. Quando arrivò la risposta di Emma, la lesse due volte per essere sicura di aver letto giusto.
Mi ha detto di sapere che provo qualcosa per te. Non è la prima volta che me lo dice. E ha ragione, ovviamente. Ma mi ha ferito di più questa volta rispetto alle altre.
Nei momenti seguenti quel messaggio, Regina non fu molto sicura di ciò che stava facendo.
Ci possiamo incontrare al castello di Henry adesso? Regina scrisse così freneticamente che realizzò che non stava più ragionando. O magari, era così abituata a tenere a bada il suo cuore e la sua anima da questo apparente lieto fine che dimenticò come ci si sentisse ad agire d’impulso.
Regina vide un :  Si.  illuminare il suo schermo , rilasciò un profondo respiro, sentendosi come se l’avesse trattenuto per 10 minuti. Ci mise tutta se stessa per non volare fuori dal letto e materializzarsi al vecchio castello di Henry , con solo il pijama addosso.
 Si sistemò , più o meno,  si infilò un paio jeans avvizziti, una maglietta nera e un paio di infradito che Emma le aveva fatto comprare. Erano orribili e odiava il modo in cui le stavano, ma erano veloci da mettere e molto più comode rispetto ad un paio di tacchi all’una del mattino. Controllò che Robin stesse effettivamente dormendo prima di catapultarsi fuori dalla porta e materializzarsi.
Si ritrovò nel bel mezzo della città, seduta sul ponte di legno del castello, con le gambe a penzoloni che dondolavano per rilassare i nervi.
Aspettò. E aspettò. E aspettò. Erano passati 20 minuti buoni prima di vedere un paio di fanali illuminare l’orizzonte. Un piccolo sorriso si stanziò sulle sue labbra quando riconobbe il maggiolino, e un sorriso ancora più grande quando realizzò che Emma avrebbe benissimo potuto materializzarsi li, ma non l’aveva fatto. Perché? Quella donna era un mistero costante.
Quando la macchina parcheggiò ed il motore si spense, regina si domandò se sarebbe andata a finire come aveva immaginato per migliaia di volte. E quando Emma uscì dal suo maggiolino, indossando larghi pantaloni della tuta, una felpa con cappuccio e un cappello da baseball, Regina seppe che non importava per niente come sarebbe andata a finire.
“ Perché non ti sei semplicemente- “
“ Materializzata qui? ” Chiese Emma con un ghigno mentre arrivò al castello. “Avevo nostalgia dei vecchi tempi. ”
Regina scosse la testa e piazzò entrambe le mani ai lati delle gambe, sporgendosi un pochino. “ Come ti è sembrato? ”
“ Devo ammetterlo, è molto più facile quando non devo guidare. ” Emma approvò ridendo. Fece un paio di passi avvicinandosi a Regina, guardando la mora negli occhi. “ Stavi aspettando da molto? ”
“ Non molto, ” mentì Regina. “ Mi piace il tuo cappello. ” Le guance di Emma si arrossarono violentemente e Regina disse un silenzioso grazie alla città che aveva votato per accendere le luci del parco giochi. “ Ti sta bene.”
Emma si toccò nervosamente il frontino del cappello, poi guardò verso Regina.” Avevo anche la mascherina da notte.”
“ Anche quella ti sarebbe stata bene, ” disse Regina tranquillamente, con un piccolo sorriso che giocava sulle sue labbra. Guardò Emma sorridere , e scorrere lo sguardo lungo il castello. Aveva le mani dentro le tasche della felpa, e se non fosse stata una notte calda, avrebbe pensato che Emma avesse freddo. “ Parliamo? ”
Emma prese un respiro profondo a quella domanda, e guardò giu. Notò le ciabatte di Regina e un sorrisone le allargò il viso prima che potesse sopprimerlo. “ Mi piacciono le tue scarpe, “ disse ridendo, “ ti stanno molto bene.”
Regina alzò un piede e lo avvicinò ad Emma. ” Sapevo ti sarebbero piaciute.”
“ Mi piacciono. ” Sospirò Emma, “ mi piacciono davvero.”
“ Emma? ”
Alzò lo sguardo verso Regina e fece un altro passo verso la donna. Era quasi fra le sue gambe, ed era talmente surreale che non era sicura di non star sognando. Dopo tutto, era tardi, e sarebbe una bugia cercare di negare di aver bevuto un bicchierino di Whiskey mentre Killian era in doccia. Emma guardò come Regina si mosse, sedendosi più dritta, le sue dita vagarono sul frontino del cappello, raddrizzandolo. Il respiro di Emma  si bloccò in gola quando le dita di Regina si mossero , leggere come piume , sfiorandole la mascella , e dirigendosi verso il collo. La mano di Regina era proprio sopra il cuore di Emma, che inghiottì. “ Si? ” Disse infine Emma, la sua bocca asciutta.
“ Cosa sta succedendo? ”
“ Non ne sono sicura, ” rispose Emma. “ Solo...”
Lo so. ”
“ Lo sai ? ”
Regina sorrise e tentò di raggiungere la mano di Emma. La bionda gliela porse e Regina la guidò proprio sopra il proprio cuore. “ Questo... questo è stato tuo dal momento che hai sconfitto Zelena. Dal momento che l’hai rimesso nel mio petto. ” Regina lo disse con una tale emozione che causò la pelle d’oca ad Emma.
“ Sono sposata... con Killian. ”
“ Lo so.”
“ E tu lo sei con Robin. E hai Roland.”
“ Lo so.”
“ Cosa facciamo? ”
Gli occhi di Regina si erano riempiti di lacrime e ci mise tutta se stessa per trattenerle. Scosse la testa, facendo capire che non lo sapeva, a bocca chiusa.
“ Henry aveva ragione, no? ” Chiese Emma anche se conosceva già la risposta.
“ Ci conosce, Miss Swan.” Disse Regina con un sorriso, con le lacrime che le rigavano le guance. “ L’abbiamo cresciuto troppo bene.”
“ Perché non l’abbiamo ascoltato? Perché abbiamo pensato che questa sensazione sarebbe andata via da sola? ” chiese lievemente. Sapeva la risposta, e non si aspettava che Regina le rispondesse. Era stato stupido da parte di entrambe pensare che il Vero Amore non fosse nient’altro oltre alla magia. Emma si avvicinò. Girò la testa e la appoggiò al petto di Regina. Poteva sentire il suo cuore battere, quel soffice battere che le faceva indebolire le ginocchia. “ Dobbiamo trovare una soluzione, Regina.” Commentò Emma prima che si togliesse per tornare a guardare gli occhi della mora.
“ Si, dobbiamo.”
“ Cambierà tutto.”
Regina sorrise. Piegò leggermente la testa dicendo, “ pensavo ti piacessero le avventure. ”
Emma rise, una grossa risata, cosa che non faceva da tempo. “ Mi piacciono, hai ragione.”
“ Quindi? ”
“ Dobbiamo ancora trovare una soluzione... okay? ”
“ Okay, ma prima...” Regina scivolò giù dal ponte piazzandosi davanti ad Emma. I loro corpi erano così vicini che il calore che irradiavano era quasi ridicolo. Regina raggiunse con una mano il cappello di Emma, glielo sfilò dal capo e lo poggiò sul ruvido legno. Prima che Emma riuscisse a dire qualcosa, Regina si allungò e appoggiò le sue labbra su quelle di Emma. Non si mosse, rimase solo li appoggiata qualche secondo. Ogni millimetro delle labbra che percepiva la presenza dell’altra, inebriante, dolce. La more mise la mano sul suo viso, passando le dita sulle guance della bionda ,e respirando il suo tipico profumo di spezia e lavanda, prima di allontanarsi dalla sua bocca. “ Avevo solo bisogno di sentire cosa si prova. ”
Gli occhi di Emma erano ancora chiusi, e c’era un sorriso sul suo viso. “ E? ” Chiese, continuando a non aprire gli occhi e cercando di continuare a sentirsi i piedi.
“ Bello come avevo immaginato.”
Emma aprì lentamente gli occhi, prese un profondo respiro, e sorrise lentamente. Lasciò uscire una piccola risata. “ Sono d’accordo. Completamente d’accordo. “ disse prima di riavvicinarsi per catturare quelle labbra piene di nuovo tra le sue.
 





 

NdA : Ciao a tutti!! Come preannunciato, ecco il secondo capitolo. La storia si è rivelata più corta di quanto pensassi, ma non temete, è veramente stupenda :) 
Spero che stia piacendo a voi tanto quanto a me, le recensioni sono molto apprezzate. 
Ci rivedremo domenica prossima con un nuovo capitolo, Baci
BlackApple

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3




 
 
“ Ho bisogno del tuo aiuto. ”
Regina era in piedi davanti alla porta, ancora vestita con le sue decolté nere e la camicetta bianca, indossati in precedenza per uscire. Aveva ancora la mano sulla maniglia della porta, un sorriso dava forma alle sue labbra. “ Penso che non mi abituerò mai a sentire queste parole uscire dalla tua bocca, “ disse ghignando.
Snowhite si lasciò sfuggire una risata. Suonò quasi maniacale, ed era chiaramente stressata per qualcosa. Dopo tutto, dove sarebbero loro se non ci fosse qualcosa che doveva essere salvato? La mano sinistra di Snow albergava sopra suo figlio, Jack, e la sua mano libera tra i propri capelli. “ Non so cosa fare riguardo a questa f-e-s-t-a per –  “ inclinò la testa verso Jack. “ Ho bisogno della tua esperienza.”
“ Se la metti in questo modo... sicuramente. “ Rispose Regina, aprendo la porta maggiormente per permettere a Snow e a Jack di entrare. Allungò la mano verso Jack , che incapsulò tra le dita il pollice e l’indice di Regina. ” Come sta il mio figlioccio? ”
Jack sorrise, con le sue fossette così evidenti. I suoi occhi uguali erano a quelli di Snow, Emma e Henry. “ Ciao ” disse dolcemente, quando si aggrappò alle dita di Regina. Le sue guance si arrossarono, qualche volta assomigliava così tanto a suo figlio che le si fermava il cuore. Si inchinò per baciarlo sulla guancia. Profumava di inverno e primavera allo stesso tempo, a parte il fatto che era estate, quasi autunno.  Regina era felicemente sorpresa dall’amore che sentiva per un bambino che non avrebbe mai pensato le fosse permesso di conoscere. Quando lui ridacchiò, prima di ricambiare il gesto, Regina si domandò se tutti gli eventi passati furono parte del percorso per giungere a questo ridicolo lieto fine.
“ Proprio come un principe.” Regina sussurrò al suo orecchio. Il bimbo allungò le sue braccia contro la donna avvolgendo una delle sue cosce, e se non fosse stato qualcosa che sentiva così intensamente, piangere di fronte a Snow , probabilmente Regina avrebbe versato qualche lacrima. Quando alzò lo sguardo verso la donna in piedi di fronte a lei, sorrise dentro, perché Snow aveva lacrimato e non stava cercando di nasconderlo, ed era una cosa così tanto alla Mary Margaret, che il cuore di Regina crebbe di familiarità. “ Snow, ricomponiti.” Commentò Regina con gli occhi lucenti. “ Andiamo in cucina a parlare. Che ne dici? E , Jack? ” Il bambino guardò in alto, con il mento appoggiato sulla sua coscia. ” Roland è di sopra, perché non vai a trovarlo? ”
Rispose con un, “ Okay, Vegina ”, e scorrazzò su per le scale, tenendosi stretto al corrimano. Il suo linguaggio impacciato da bimbo di 5 anni non solo lo rendeva adorabile, ma andava solo ad aumentare l’amore che aveva già ricevuto da tutti nel corso della sua giovane vita. Entrambe le donne sorrisero quando sentirono un minuscolo , “ Vooooland! ” E un bussare alla sua camera da letto.
“ Sei così brava con lui, ” sospirò Snow, le sue parole bloccate in gola. “ Io solo non riesco...”
“ Basta.” Regina scosse la testa e mise una mano sul braccio di Snow. ” Parliamo”. Guidò Snow verso la cucina e si sedette sul bancone. “ Adesso, cosa sta succedendo? ”
“ E’ questa festa a sorpresa per Jack. David pensa che non è grande abbastanza e che non abbia possibilità di fare tante cose. Io personalmente non riesco proprio ad immaginare che i bambini vogliano fare molto altro oltre a giocare nel gonfiabile con le palline. Non ha nessun senso per me. Perché David pensa che più divertimento sia sempre la strada giusta? ”
“ Perché,” cominciò Regina con un ghigno, “ Sta attorno a quel pirata da troppo tempo. “ La fine della sua frase risultava asciutta, come pane lasciato sul bancone scoperto per tutta la notte. Finì di riempire il bollitore del the e lo mise sul fornello. “ Dove lo troverà mai il fascino in lui ? ”
Snow rise ,asciugandosi gli occhi, e sospirò. “ Onestamente non ne ho idea. Penso sia una cosa da uomini.”
“ Beh, è sicuramente una cosa da uomini. Nessuna donna sana di mente- “ Regina si congelò , fermandosi prima di dire qualcosa di troppo pericoloso. Si sistemò e sorrise prima di continuare, “ Quello che hai programmato va bene, Snow . Devi smetterla di preoccuparti per questo. Sarà sorpreso, a prescindere...” Si voltò vedendo le spalle di Snow rilassarsi visibilmente.
“ Oh, grazie a Dio. ”
Regina guardava Snow. Osservò la rigidità delle labbra, e la preoccupazione nei suoi occhi, e anche sapendo che Snow era famosa per gesticolare molto, notò che quel giorno era molto lontana dal suo solito comportamento. Regina prese un respiro profondo, chiedendo, ” cos’altro sta succedendo?” Era appoggiata sul bancone dell’isola centrale, i gomiti sul granito. “ Sembri molto più stressata di quello che necessita la situazione.”
Snow respirò a fondo, ed incatenò gli occhi di Regina ai suoi. “ Okay, bene. Riguarda Emma. Cosa sta succedendo con lei? ”
Regina sentì il cuore salirle in gola a sentire il nome di Emma. Non aveva mai parlato di Emma con nessuno. A malapena parlava di Emma con Emma stessa. Inghiottì, ed inghiottì di nuovo prima chiedere con più nonchalance possibile, “ Cosa intendi? ”
“ Sai cosa le sta succedendo, Regina. Voi due parlate. Il che va bene, se non si considera che è un po’ strano. Me ne sono fatta una ragione. Ma qualcosa sta succedendo,e qualsiasi cosa sia... non so... Non è sincera con me ultimamente. E io sono sua madre. ”
“ Non so niente, cara. ” Regina si voltò quando il bollitore fischiò, silenziosamente ringraziando Dio per l’interruzione nel momento giusto.
“ Sei sempre stata una terribile bugiarda. ”
Regina rise. “ Sembra proprio una cosa che mi direbbe Emma. ” Versò l’acqua nelle tazze che aveva sempre tenuto pulite in caso di compagnia, e poi guardò Snow negli occhi. “ Non te lo dirò, puoi smettere di incitarmi a farlo. ” Disse alla fine, collassando sotto la pressione degli occhi di Snow, totalmente identici a quelli di Emma. ” Devi parlarle da sola. ”
“ Lo so, ” si zittì Snow.
“ Lei hai parlato? ”
“ Si, certo! Ma mi ha soltanto detto che sto diventando troppo mamma  e che devo smetterla di tormentarla. ”
“ Beh, come puoi biasimarla? ”
Snow boccheggiò prima di continuare con, “ E poi ha avuto il coraggio di dirmi che non avrei capito neanche se qualcosa fosse sbagliato! Cosa significa poi?! ”
“ Significa che non ne vuole parlare, ” rispose Regina prima di bere un sorso del suo the.
“ Perché l’ha detto a te? ”
Un sorriso tirato comparve sulle labbra di Regina. “ Snow, io ed Emma parliamo spesso. E’ tutto. Lo sai questo. ”
Gli occhi di Snow si restrinsero. “ Mmmmh. ” La sua risposta era stata corta. Brusca. Snow è sempre stata un po’ gelosa dell’ amicizia in erba che Emma e Regina avevano cominciato a condividere. Snow, dopo tutto, aveva seguito la loro relazione fin dall’inizio. L’odio, le bugie, i complotti. Ma era lì quando Regina piazzò il suo lieto fine nelle mani di Emma, e lei stessa aiutò Regina a tenersi dentro al petto il suo cuore, spezzato. Vide le occhiate che si lanciavano e sentì le parole, dette o non dette, e sentì il profumo che emanavano le loro magie, abbastanza simile l’un l’altro. E vide l’amore e la magia di Emma rimettere il cuore di Regina al suo posto. C’era sempre stato qualcosa tra le due donne, e non era mai stato veramente odio.
“ Oh, smettila. ”
“ Mmmmh, “ mugolò di nuovo Snow, questa volta con un tono un po’ più accusatorio.
Regina piazzò entrambi i palmi delle mani sulla fredda superficie di granito e rilasciò un profondo sospiro. “ Hai notato che ho una relazione con Robin? ” guardò gli occhi di Snow, senza muoversi, sempre contestando. “ E’ solo un amicizia. Dovresti solo essere contenta che non sto più cercando di ucciderla. O uccidere te, per quello che conta. Continua a contestarmi e potresti cambiare la mia armonia. “
Le sopracciglia di Snow si alzarono improvvisamente, e i suoi occhi si spalancarono. “ Ohhhh...E’ così quindi? Sembra che tu abbia ancora un po’ dell’atteggiamento da regina in te. ”
“ Hai dannatamente ragione, Snow White. Ora, programmiamo questa festa. ” Disse Regina, con tono ironico e un sorriso sulle labbra.
 


Henry entrò da Granny’s, con lo zaino appoggiato in spalla e un sorriso in faccia. Non era li per vedere sua mamma, anche se lei era fermamente convinta del contrario. Infatti quest’ultima saltò giù dalla sedia e sorrise. Era un sorriso che le vedeva usare solo occasionalmente..... ed onestamente? Solo quando c’era l’altra sua mamma nei dintorni. Ma lei non c’era in quel momento. Rise leggermente quando le si avvicinò e lei gli mise una mano sulla spalla. “ Hey, ma, ” disse quando lei si allungò per scompigliargli i capelli. “ Cosa succede? ”
Emma si lasciò ricadere sulla sedia con il piede appoggiato sul poggia-piedi della sedia di fianco. “ Sto aspettando tua madre. Ci vediamo per un caffè.”
“ Ahh, ” disse Henry, l’angolo della bocca sollevato verso l’alto.
“ Cosa stai facendo? Compiti? ”
“ Si. Mi vedo con Alice, quindi... non posso farti compagnia. Se per te va bene.”
Emma sentì un piccolo morso di tristezza mentre realizzava che il suo bambino era quasi un uomo ormai, ma sparì quando vide Alice , con i suoi capelli biondi , la sua felpa di Jurassic Park e con leggings neri oltrepassare la porta. “ E’ qui, ragazzino, ” disse Emma sorridendo, “ Ti vedrò a casa più tardi? ”
“ Si, grazie ma.” Si sporse e le diede un bacio sulla guancia , il che rese Emma genuinamente felice. Vide come lui si avvicinò ad Alice, mentre lei stava dondolando su e giù con i piedi , prima che lui le prese la mano  accompagnandola al tavolo. Si sedettero dalla stessa parte, e ciò era disgustoso, e dolce, e era qualcosa che Emma non avrebbe mai capito. Lui alzò lo sguardo incontrando quello di sua madre, e subito arrossì. Emma rise dentro, perché fra tutte le cose che gli aveva trasmesso geneticamente, l’arrossamento delle guance era la cosa più tortuosa agli appuntamenti.
 
La porta si aprì e gli occhi di Emma saettarono verso Regina che stava entrando, nei suoi tacchi neri, calze trasparenti, le sue gambe che la guidavano, con la sua gonna a tubino e la giacca nera. Era troppo e non abbastanza allo stesso tempo. Emma non riuscì a ricordare come si respirava,  oltre al fatto che aveva stampata addosso una faccia da scema e aveva quasi la bava alla bocca. Voleva colpirsi da sola, ma ricompose con un sorriso non appena Regina si avvicinò alla sedia accanto alla sua. “ Scusa, sono in ritardo. C’è stato un cambio d’agenda all’ultimo minuto per l’incontro del consiglio comunale di domani. “
“ Oh? Qualcosa di importante? ”
“ No, per niente.  Solo normali cose d’affari. “ Regina sorrise prima di alzare lo sguardo per vedere Ruby di fronte al loro tavolo. ” Miss Lucas, buongiorno.”
“ Ciao Regina. Come te la passi? E come sta Robin? E quel piccolo amore di Roland? “
Regina sentì come il petto si contrasse per cercare di togliere la pressione dal suo cuore. ” Stanno bene, grazie per l’interessamento. ”
Ruby inarcò un sopracciglio. Non pareva contare quanto tempo fosse passato, per lei era comunque una sorpresa quando Regina non era più la Evil Queen, ma semplicemente Regina. Ed era ancora più Regina quando era assieme ad Emma. Ruby si chiese se entrambe si fossero reso conto che il resto della città aveva già fatto strane congetture su di loro. Era solo questione di tempo, certo. “ Caffè? ” Chiese Ruby, un mano poggiata sul fianco.
“ Si, grazie. ”
“ E cioccolata calda con la cannella. Arrivano subito. ” Finì Ruby con fare esperto.
Regina guardò come Ruby camminava via impettita, le sue lunghe gambe fasciate da i suoi stretti shorts rossi e i suoi tacchi vertiginosi. Quando riportò il suo sguardo verso Emma, c’era qualcosa nel modo in cui si stava guardando le mani che le fece tremare le mani di Regina. Era un sentimento estraneo, qualcosa che aveva provato solo con Emma. Non sapeva come spiegarlo, e si domandò se magari era il modo con cui la magia di Emma comunicava con la sua.  Non l’aveva mai chiesto ad Emma – se sentisse la stessa cosa – e probabilmente non l’avrebbe mai fatto.
“ Allora, ” cominciò Emma, con i suoi occhi che continuavano imperterriti a fissare le proprie mani. “ Hai... uhm.. pensato ancora riguardo a.. si , lo sai. ” Tergiversò Emma, i suoi occhi saettarono verso l’alto e la sua mano sinistra si mosse verso quelle di Regina, “ questo? ”
Regina si prese il labbro inferiore fra i denti. Aveva la sensazione che quello era ciò di cui Emma voleva parlare. Fece un cenno con il capo, e non disse nulla quando Ruby arrivò, portando il caffè e la cioccolata con la panna. Entrambe le donne ringraziarono la ragazza, e dopo presero immediatamente un sorso della loro colazione. Quando Regina appoggiò la tazza, il suono contro il tavolo era quasi assordante. “ Non ho pensato ad altro, Miss Swan.”
Emma alzò le sopracciglia, il suo cuore non sapeva se sprofondare o galleggiare. “ E ? ” Disse appoggiandosi al tavolo, i capelli biondi che cadevano sulle spalle.
“ Non ne ho idea, ” sospirò Regina. Le sue spalle caddero, e i suoi occhi fecero lo stesso. “ Io non... “ iniziò, poi si fermò , con il dito che girava pigramente sul bordo della sua tazza, “ non sono sicura che possiamo farlo, Emma.”
“ Regina, “ disse Emma inspirando. Il suo cuore era sicuro adesso: sprofondare era la cosa migliore. “ Tu.. tu mi hai baciato.”
“ Tu mi hai baciato per prima.”
Emma tolse lo sguardo dalla mora, le sue mani serrate a pugno sul tavolo. “ Quindi, è così? ” Rivolse di nuovo lo sguardo a quegli occhi così scuri. Voleva ridere , perché, l’amore è debolezza? No, quei dannati occhi erano la sua fottuta debolezza.
“ Sei sposata, ” disse piano Regina sporgendosi. “ Questo non è così facile come partire. .. E’ un divorzio, lo farà trasferire, è Robin e Roland.. è una cosa più grande di noi.”
Gli occhi di Emma si riempirono immediatamente di lacrime. Questa era stata la sua peggior paura da quando era iniziato tutto. Sentire troppe cose. Non riusciva a gestire quegli occhi neri puntati su di lei in quel momento. Si spostò  bruscamente dalla sedia e si alzò velocemente in piedi. Guardò verso il pavimento, e poi verso Regina. “ Niente è mai stato più grande di noi. ” Disse, la sua voce rotta dall’emozione. Poteva letteralmente vedere il respiro di Regina lasciarle i polmoni. Emma fece un piccolo passo, poi abbassò la testa, precipitandosi fuori dalla locanda, con la maggior parte della clientela rivolta a guardarla.
Regina vide gli occhi di tutti spostarsi verso di lei, alcuni sguardi più accusatori di altri. “ Non c’è niente da vedere qui. ” Disse Regina, con la voce austera, in modalità regina. Dopo che tutti avevano riportato l’attenzione al loro cibo, abbassò la testa e guardò la sua tazza di caffè, Il vapore roteava e si dissipava nell’aria, e si dimenticò di aver maledetto e assassinato centinaia di persone. Forse il suo peggior errore era stato lasciare che Emma Swan corresse fuori dalla locanda. Quando Henry scivolò nella sedia accanto alla sua. “ Henry, mi hai spaventato. “ La sua mano si appoggiò gentilmente sulla coscia della madre, proprio sopra il ginocchio, e prima che proferisse parola, lei seppe senza ombra di dubbio che Emma aveva ragione. Nulla era più grande della loro famiglia.
“ Stai bene? “ Chiese lievemente, con la voce profonda.
Regina sorrise e guardò verso suo figlio. “ Starò bene.”
“ La mamma sta bene? ”
Lo guardò negli occhi, il verde, la piccola fessura sul suo mento, il modo in cui risultava immancabilmente un membro della famiglia Charming. “ Starà bene, ” sospirò lei, “ Non dovresti preoccuparti per noi. ”
Henry sorrise, e quando lo fece, lo fece guardando dritto negli occhi scuri e profondi di sua madre, quegli occhi che una volta lo spaventavano, e disse, “ Smetterò di preoccuparmi quando vi deciderete a capirlo. ”
“ Capire cosa, caro? ” Regina chiese sospirando.
“ Che il vero amore è magia, ” rispose lui, sporgendosi e baciandole la guancia. “ Ti vedrò a cena Mercoledì. ” Lasciò sua madre seduta sulla sedia, con un’espressione scioccata in volto e un calda sensazione sulle mani.
 


“ Sai una cosa? Non sei mio padre. Quindi, perché non ti concentri sull’essere un pirata e smetti di cercare di diventare importante per me? ”
Emma aprì la porta dell’appartamento e si precipitò dentro. Vide Killian in piedi in cucina, con un aria frustrata , ed Henry seduto al tavolo, i compiti sparpagliati di fronte a lui. “ Che diavolo succede? ” entrambi i ragazzi si voltarono verso di lei, - perché , quando Killian si comportava così, sembrava ancora un ragazzo,- e nessuno dei due si degnò di risponderle. “ Non parlate tutti insieme.”
“ Non succede niente, “ disse Henry con i denti serrati.
“ Si, sembra proprio così, “ sbuffò Emma. “ Killian? Mi dirai la stessa cosa? ”
Abbassò lo sguardo verso il suo uncino, e prese un respiro profondo. “ Si, cara, la stessa cosa. ”
Emma vide Henry alzare gli occhi al cielo, prima che continuasse con i compiti. Camminò verso di lui, e mise le mani sulle sue spalle. Erano tese, certo, ma si abbassò e lo baciò in cima alla testa. “ Hey, “ disse contro i suoi capelli, profumavano di colonia e dell’aria della locanda.
“ Sto bene, ma. ”
“ Sei un terribile bugiardo. ”
“ Si,  beh, come te. ” Scattò subito Henry, lanciando la matita contro il libro.
Emma sospirò. Sapeva che questo era per ciò che era successo prima, senza bisogno di chiedere. Sapeva che lui aveva bisogno di parlare, quindi disse, “ Parleremo di questo alla fine, “ disse prima di togliere le mani dalle sue spalle. Lo sentì sospirare, sapendo che quello era il suo modo per dire okay, senza aprire bocca. Si fece strada verso Killian, e si fermò in piedi davanti a lui. L’odore di alcol era schiacciante, e a meno che non volesse festeggiare allo stesso modo, avrebbe dovuto passarci sopra. “ Dov’è il mio? ” Chiese, con un falso sorriso sulle labbra.  Lui si voltò e avvolse le dita attorno ad un bicchierino con rum e ghiaccio. Quando si trovò faccia  a faccia con lei, alzò il sopracciglio e fece un ghigno con l’angolo della bocca. “ Deve essere il mio giorno fortunato.”
Emma rilasciò uno sbuffo d’aria, l’ironia delle sue parole la colpì in pieno. “ Veramente, oggi è sul serio il tuo giorno fortunato. ” Lei prese il bicchiere, e se lo portò alle labbra. ” Magari sarà anche la tua notte fortunata. ”
Il ghigno sul suo viso era così difficile da sopportare che per un secondo dimenticò che quello non era ciò che avrebbe voluto. Non è mai stato ciò che avrebbe voluto.
Ma era ciò che avrebbe avuto.
 



 

NdA :  Buonasera cari lettori! Avrei dovuto pubblicare ieri, ma lo studio me lo ha impedito :) Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.. La storia si fa interessante... *-*   
Non manca molto alla fine della storia ( con mio sommo dispiacere ) ma ne verranno pubblicate altre ;) 
Ci vediamo domenica prossima :) 

Black Apple
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4
 
 





Regina prese un respiro profondo, incrociò le braccia al petto e si sedette in una delle sedie nere del portico sul retro.
Vagò lo sguardo per il giardino, ai nuovi fiori appena sviluppati e all’erba verde perfettamente curata. Lungo lo steccato , i semi di melo che Henry e Emma le avevano comprato assomigliavano finalmente a degli alberelli, invece che a dei bastoncini striminziti. Quel compleanno, due anni prima, fu indimenticabile. Pieno di risate e di amore. Ed Emma era stata fantastica, premurosa nell’aver scelto il suo regalo. E’ stato molto “ alla Emma”.
Sentì un morso di tristezza al cuore quando pensò alla loro ultima conversazione. Ed era solo quello. La loro ultima conversazione. Non si erano dette un parola da allora.
Non una chiamata.
Non un messaggio.
Neanche un email.
E stava cominciando a pesare a Regina in una maniera che non si sarebbe mai aspettata. Perché ogni giorno che passava, la sua folle paura di essersi fidata di Tinkerbell e della polvere magica per scegliere la sua anima gemella continuava a fare capolino ad ogni singolo pensiero. E dannazione, non era in grado di far uscire il suono della voce di Emma dalla sua testa.
Niente è mai stato più grande di noi.
E quegli occhi verdi, così tristi.
E quelle labbra rosa.
Regina sentì la porta del portico aprirsi e richiudersi. Chiuse gli occhi quando il suono di stivali da lavoro risuonò sul legno. I suoi movimenti erano lenti, deliberatamente. Si sedette per terra, lasciando uscire un sospiro veramente pesante. “ Si?” disse lei lievemente, aprendo con fatica le palpebre prima di stiracchiarsi i muscoli, togliendo le braccia dai braccioli della sedia di legno. Lui era seduto sui gradini del portico, con icapelli in disordine egli abiti sporchi.
“ Bella giornata. ” Disse, con voce brusca.
“ Lo è, già. ” Lo guardò passarsi nervosamente la mano fra i capelli. Non era sorpresa del fatto che l’avesse raggiunta lì fuori, perché si era preparata per quella conversazione - qualsiasi cosa comporti- da un po’ di tempo.
Robin stava leggendo il suo diario. E anche se era stato devastante agli inizi, aveva velocemente, e tristemente, capito che non le era mai stato concesso avere dei pensieri privati.
La privacy era semplicemente un lusso che non sembrava potersi permettere.
Era stata la stessa cosa con Leopold, e adesso lo era con Robin... Aveva già avuto prova della sua inabilità di donarle un po’ di privacy ( una macchia su una pagina, l’orlo increspato, la penna incastrata  non nello stesso punto, il segnalibro mosso...) Beh, diciamo solo che una persona penserebbe che un ladro sarebbe più attento a non lasciare prove.
Dopo l’accaduto del giorno prima Regina sapeva che gli aveva, indirettamente, dato tempo per assimilare le nuove informazioni. Chi l’avrebbe mai detto che scriverlo sarebbe stata la via più semplice per dirglielo?
Regina arrossi quando lui girò la testa verso di lei. La mora alzò le sopracciglia, indicando che lui doveva parlare adesso, o tenerselo per sempre.
“ Quando avevi pianificato di dirmi che hai sentimenti per Emma Swan?”
Anche se era completamente preparata per questo, Regina sentì dissiparsi l’aria dai polmoni. Aveva imparato tempo addietro che non è mai facile ammettere ad alta voce la propria infedeltà. Stette ferma, eccetto che per le dita, che si arricciarono sul bracciolo della sedia. “ Mi dispiace, non so cosa tu stia dicendo”
Lui sospirò. Strofinò il palmo della mano sui baffi e poi guardò fuori verso il giardino. Sbuffò un paio di volte. “ Non sei stupida, Regina. E’ da un bel po’ di tempo che hai smesso di agire come tale.”
All’evidente offesa, le dita di Regina si strinsero ancora di più contro il legno. “ Bene. Quindi penso sia tempo per me di dirti la stessa cosa”
“ Aye ” disse Robin ridacchiando.
“ Hai capito vero, che so che leggi il mio diario da anni? “ Regina allentò la presa sul bracciolo, poi disse con la voce che non usava da quando era la Evil Queen. “ E tu, Robin Hood, devi ricordarti il tuo posto qui. ”
“ Non farlo, Regina. Non usare quel tono con me “ Robin fece un pausa e guardò verso di lei. Non era minimamente intimorito da lei, e probabilmente non lo era mai stato. “ C’’è una ragione?
“ Per cosa, Robin? ” Chiese Regina sospirando. L’irritazione era evidentemente presente .
“ Per lei? Per i tuoi sentimenti? E perché stai con me quando ti ricordo così tanto lui, Il Re? ”
Si, la domanda riguardante Emma era dura, ma erano le altre parole che le spezzarono il cuore. Il Re. Leopold. Perché si, c’erano delle cose che le ricordavano cosa passato grazie a quell’orribile matrimonio. Ma più di tutto, Robin le ricordava cosa non aveva.
Emma.
E lui lo sapeva.
“ Robin, ” Regina inalò un bel respiro e si alzò in piedi. In due piccoli passi era di fianco a Robin, seduta sui gradini,  lo guardò. La sua nuca, i suoi occhi, il suo taglio di capelli. C’era una grande parte di lei che veramente lo amava. E sentire la sconfitta nelle sue parole era più di quello che aveva immaginato quando scrisse Emma Swan ha riempito la mia testa, la mia vita, il mio cuore e la mia anima e non posso lasciarla andare nel suo diario, come una donna impazzita. “ Non è quello. Devi credermi. ” Si sporse in avanti, prese le sue rozze mani nelle sue e istantaneamente ricordò il tenere delle mani più lisce, più piccole.
“ E quindi cos’è? ”
E’ un milione di cose ,vorrebbe dire.
E’ che tu sei un cacciatore, e  sei sporco, ed indossi degli enormi stivali da lavoro, e un tatuaggio- che non mi è mai piaciuto – e io amo Roland, ma non è Henry e non sarà mai...
E’ il ricordo di quella dannata polvere magica.
E’ il provare a credere che la magia può sbagliare a volte.
E’ sapere che ogni volta che tocco Emma c’è una sensazione dentro alle mie vene che non avevo mai sentito prima.
Non... Non sei tu, sono io.” Disse infine Regina, decidendo che la completa verità non era il miglior modo per lasciare qualcuno gentilmente. “ Sono soltanto inchiodata in un punto. ”
Robin alzò gli occhi per incontrare i suoi. “ Un punto? Emma Swan non è un punto. Ammettilo Regina. Ammetti che questo, tu, io, Roland, non funziona per colpa sua.”
In primis, Regina avrebbe voluto mentire, e controbattere dicendogli che si stava sbagliando. Era una regina, dopo tutto , e anche se il male si era avvizzito, la corona sarebbe sempre rimasta. Ma più guardava verso di lui, più ricordava, e più ricordava... beh... ci vollero solo un paio di respiri profondi prima di acquistare il coraggio di lasciargli vincere questo round. “ Okay. ” Concedette . Lui sembrò scioccato all’inizio, Ma lo era veramente? Probabilmente no. Sapeva, e si era fortunatamente preparato, della possibilità che Regina gli dicesse davvero la verità. Diceva quasi sempre la verità quando l’argomento riguardava Emma Swan. “ Non funziona per colpa sua.” Sospirò lei. “Noi condividiamo Henry, e...e sono molto dispiaciuta. Lo sono davvero.” E lo era davvero. Lo guardò rimuginare sulle parole da lei pronunciate.
Ci furono pochi momenti di totale e assoluto silenzio, prima che lui aprisse la bocca per parlare. “ Tu vuoi questo... con me... con Roland? “ chiese lui, stringendole leggermente la mano.
Sentì una dolorosissima fitta al cuore, perché no. Lei non voleva quello. Non lo aveva mai voluto veramente! Era stata forzata in questo da ragioni che non aveva mai capito, e ciò la fece sentire d’un tratto molto arrabbiata, ma allo stesso tempo molto triste, e non aveva intenzione di vivere così un minuto di più. Tristezza e rabbia erano due emozioni che non voleva associare alla sua vita, non di nuovo. “ Non lo so. “ Disse lei così lievemente che a malapena si era sentita da sola. La presa di lui sulla sua mano si attenuò un po’ prima che tirasse su con il naso, indicando che stava trattenendo le lacrime. “ Mi dispiace, Robin. ”
“ Cosa facciamo? ”
Regina prese un respiro molto profondo e lo fece uscire così lentamente che sembrò passato un intero giorno fino al momento in cui aprì la bocca per parlare. “ Penso sia giunto il tempo per noi, di prendere due strade diverse. “
“ E Roland? ” Chiese Robin. Guardò Regina, dritta negli occhi “ Pensi che gli starà bene questa cosa? ”
“ No. “ Sospirò Regina tristemente. “ Ma non si merita di essere cresciuto in una casa senza amore.”
Robin appoggiò le mani su entrambe le ginocchia, con fare rassegnato. Prese un respiro profondo , poi si alzò in piedi. Si schiarì la gola, voltò la testa all’indietro verso i semi di melo. “ Lei è sposata, lo sai. E dubito che Capitan Uncino sia disposto ad andarsene tanto quanto lo sono stato io. ” Si girò, dirigendosi verso il portico. Fece un paio di passi, poi si fermò. “ Sai che sto facendo questo solo perché voglio che tu sia felice , vero? ”
Regina non riuscì a guardarlo. Annui con la testa, piazzò la sua mano sopra la propria bocca e poi sentì i suoi stivali che lo portavano verso la porta, verso l’interno.
 


“ Tu e Regina siete incaricate della torta e delle crostate. ”
“ Um, no. Non lo siamo. Killian e io porteremo la torta e le crostate. Non ci serve l’aiuto di Regina. “
Snow sollevò la testa dalla lista delle cose da fare per il compleanno, e aggrottò le sopracciglia . La sua matita si bloccò sulla carta, inclinò la testa e sbuffò. “ Cosa intendi? Tu e Regina avete sempre avuto il compito di fare le torte da quando abbiamo cominciato a festeggiare i compleanni assieme. Funziona meglio così. E Regina sa veramente come si fa una torta, cosa che non posso dire per te. “ Emma lanciò un’occhiataccia a Snow dall’altra parte della stanza .” Senza offesa, Emma.”
“ Si, nessun offesa. ” Disse Emma roteando gli occhi. “ Solo togli l’impiego di Regina dalla lista. Toglila dalla lista degli ospiti, già che ci sei.”
“ Sei assolutamente fuori di testa se pensi che non la inviterò al compleanno di Jack. Ti hanno mai raccontato cosa è successo l’ultima volta che non abbiamo invitato Regina ad una celebrazione? ”
“ Si, si,  ha maledetto il tuo primogenito e l’intero regno. Comunque. Siamo sopravvissuti. Solo cancellala dalla lista. Jack non ha bisogno di lei qui. “
“ E’ la sua madrina, Emma! ”
“ Cazzate. Cancella solo il suo nome. E non c’è bisogno di invitare neanche Robin o Roland.”
Snow rilasciò un sospiro molto pesante, spinse indietro la sedia dalla tavola e si alzò. Fece un paio di passi attraverso l’appartamento e si adagiò sull’isola centrale della cucina. “ Ti dispiace dirmi cosa sta succedendo? ”
“ Si, mi dispiace. “ Emma continuò a sorseggiare dalla sua tazza mentre era appoggiata al bancone. “ Non verrà a festeggiare con noi questa volta. Okay? ”
“ No, non è okay, Emma. Siamo molto distanti ormai dalla Regina che temevamo un volta. Non rovinerò la festa solo perché tu stai litigando con lei. “
“ Cosa? Perché pensi che io stia litigando con lei? ” Chiese Emma, la sua voce era così aspra che i suoi stessi capelli del collo si rizzarono. “ Solo non la voglio li.”
“ Bene. ” Snow incrociò le braccia e sollevò il mento verso l’alto. “ Regina verrà alla festa e tu lavorerai con lei alla torta e alle crostate. Sono già abbastanza nervosa di mio nel radunare tutte queste persone, e non reputerò la tua incapacità di lavorare con lei una ragione per non invitare alla festa la persona che a Jack piace di più nel pianeta – a parte te, certo.”
Emma guardò sua madre negli occhi e notò il suo linguaggio del corpo. Era seria. “ Non voglio.” Disse Emma piano.” Per favore, non farmelo fare. “
“Emma , tesoro, cosa è successo? “ Chiese dolcemente Snow, le spalle si rilassarono leggermente e assunse immediatamente la posizione da madre- di- supporto.
“ Niente.”
“ Non ti credo, Emma.”
Emma prese un respiro profondo. Voleva dirglielo. Voleva veramente. Ma sapeva che avrebbe portato Snow dritta verso la tomba. “ Abbiamo solo avuto delle incomprensioni. Tutto qui.”
“ Per favore. Sistema e aiutala con la torta e le crostate. Per favore.”
“ Okay, bene. Lo farò solo... solo questa volta. “ Emma guardò in basso verso i propri stivali neri e disse piano.” Per te.”
“ Grazie tesoro.” Disse Snow , appoggiando la mano sul braccio di Emma e stringendolo amorevolmente. “ Adesso,  ho bisogno di una torta mezza cioccolato e mezza vaniglia. E tre torte alle mele. “ Emma sbuffò e rise a quelle parole. “ Cosa trovi di così divertente?” Chiese Snow a sua figlia.
“ Torta di mele? Da Regina? Stai scherzando? ”
Snow sorrise. “ Lei fa delle torte di mele molto.... significative.”
Emma scosse la testa, sorridendo. “ Si, hai ragione. “
 


Emma era in piedi davanti al 108 di Mifflin Street, le era iniziato un mal di testa molto irritante , e aveva un nodo allo stomaco. Non aveva ancora parlato con Regina , ed era una cosa che nessuna delle due sapeva come gestire. I piccoli messaggi inviati e ricevuti per confermare l’incontro per fare le torte assieme erano state le uniche parole che si erano dette in giorni.
Quindi, quando Emma sentì il tintinnare dei tacchi dall’altra parte della porta, e il rumore della porta che si apriva, c’era una parte di lei che avrebbe voluto scappare via. Girandosi, scattando lungo il marciapiede e sperando che quando si sarebbe materializzata, non si sarebbe ritrovata sempre dove il suo cuore era solito portarla.
“ Miss Swan.” Disse regina piano, attaccata ancora alla porta per supporto. “ Hai portato le tue doti culinarie oggi, cara?  ”
Emma sorrise, sentendosi già più sollevata nel vedere che Regina non era impazzita. “ Si. Beh, almeno ho portato le mie capacità da aiutante, perché sappiamo entrambe che non sono ancora capace a fare una dannata torta. ” Entrò in casa, la sua mano si sporse e raggiunse il polso minuto di Regina. I suoi occhi si incatenarono immediatamente con quelli scuri di fronte a lei, che le facevano letteralmente male al cuore. “E’ apposto fra di noi? ”
Regina sentì il buco dello stomaco riempirsi di farfalle e vide la tristezza negli occhi di Emma. E’ stato sempre difficile andarsene dall’altra, ma adesso, era diventato veramente impossibile. “ Lo sarà. ” Sospirò regina. “ Posso sempre farti fare marcia indietro se i tuoi piani consistono nel continuare ad ignorarmi.”
“ Oh, che premuroso da parte tua.” Disse Emma con una risata. Lasciò andare il polso di Regina, con la sensazione della sua pelle soffice che persisteva. Fece un paio di passi verso la cucina, poi si fermò di colpo. “ Dov’è Roland? “ Il ragazzino di solito le sarebbe già saltato in braccio a quell’ora.  Sentì la mano di Regina appoggiarsi delicatamente sulla sua schiena, quindi si girò per guardare la mora.
“Robin e Roland si sono trasferiti. ” Disse regina. Sorrise. Un piccolo sorriso, ma non irrispettoso. Fece strada ad Emma verso la cucina. Aveva già tirato fuori il materiale per cucinare e gli ingredienti per le torte. “ Penso potremmo iniziare con le torte di mele. ” Disse dall’altra stanza. Si infilò un grembiule dalla testa, e legò gli spaghetti saldamente sul retro.
Emma si catapultò in cucina. La sua testa stava correndo un milione di kilometri al minuto. Aveva appena finito di dire a Hook che non aveva nulla di cui preoccuparsi. Aveva appena finito di dirgli che Regina non è qualcuno di cui preoccuparsi.  Aveva appena finito di fare cose con lui che non faceva da mesi... per quello che Regina aveva detto. “ Di cosa stai parlando ? “
“ Torte. Sono rotonde. Le riempi con la frutta. Beh, in questo caso, mele. Pensavo avessi capito cosa stiamo facendo qui, Emma. “
“ Finiscila. “ Sibilò Emma puntando il dito verso il petto della donna. “ Di cosa stai parlando? “
Regina prese un respiro profondo e trascinò il barattolo della farina lungo il bancone. Svitò il coperchio , prese un quarto di tazza di farina e lo mise sul bancone, per fare l’impasto..
Quando la tazza di metallo  tintinnò , dopo aver sbattuto sul granito, Regina alzò gli occhi per guardare Emma. Stava ancora ferma in piedi, il suo dito un po’ più incerto, ma sempre la stessa espressione che faceva quando era in procinto di andarsene. “ Ho chiesto a Robin di andarsene. L’ha fatto. Fine. “
“ Fine? “
“ Si, Emma. Fine. Non so cos’altro vuoi che ti dica. “ Regina cominciò a spianare l’impasto sul bancone, la sua mente correva adesso, e ciò le faceva tremare le mani e battere forte il cuore. “ Semplicemente non riuscivo più a gestire la cosa. “ Disse con un sospiro. I suoi occhi erano pieni di lacrime, e quello non era ciò di cui necessitava in quel momento. Non aveva bisogno di piangere proprio di fronte a Emma Swan.
“ Regina. “ La chiamò Emma con tono soffocato. Non era mai riuscita a gestire qualcuno che piangeva, ma quando piangeva Regina ? Merda. Avrebbe dovuto farsi controllare in un ospedale psichiatrico perché la sola vista la faceva diventare pazza. Non riusciva a gestirlo. Per niente. Fece un paio di passi avvicinandosi alla mora , e appoggio una mano esitante sul braccio di Regina. Riuscì a sentirlo muoversi mentre la mora continuava imperterrita ad impastare. “ Regina? “ Questa volta la chiamò a voce più alta. Il movimento si fermò, e le spalle di Regina si rilassarono. Emma avvolse le sue dita attorno all’avambraccio di Regina, poi tirò la donna fra le sue braccia.
Regina la lasciò fare. Lasciò che le braccia forti di Emma la avvolgessero. Lasciò che le labbra di Emma si appoggiassero sulla piega del suo collo. Lasciò che quelle mani si muovessero verso l’alto e poi scendessero di nuovo, lungo la sua schiena. Lasciò che tutto questo accadesse, e per la prima volta dopo tempo, iniziò a sentirsi completa. “ Non so perché ho detto ciò che ho detto. Non lo so. “ sospirò Regina, i capelli biondi premevano sul suo viso, il profumo di spezie e lavanda l’avvolgeva. “ So che tu sei sposata. Lo so. Ma non m’importa, Emma. Non m’importa. “
“ Regina “ Disse piano Emma. “ Ho dormito con lui la notte scorsa... Non lo facevo da mesi e mesi... Ma tu avevi detto... E io non... Non lo so. “ Sentì la bruna inspirare l’ aria bruscamente, poi un boccheggio, un singulto, e dopo ancora più lacrime. “ Mi dispiace. Mi dispiace così tanto. Pensavo non volessi questo. ”
“ Lo so, lo so. “ Disse Regina tra le lacrime, e tra un respiro e l’altro.
Emma si spostò da Regina e si inclinò piano per guardare la mora negli occhi. “ Guardami. “ disse, le mani sulle braccia di Regina. “ Sistemerò tutto. Promesso. “
“ Come, Emma? Come? Sei sposata! Ho chiesto a Robin di andarsene perché pensavo avessi lasciato Uncino per me! “
Gli occhi di Emma si riempirono di lacrime quando spostò le mani verso il viso di Regina.  “ L’hai fatto perché sei stanca di essere triste. “ Sospirò lei prima di togliere delicatamente le lacrime da quelle bellissime guance, con i polpastrelli. “ L’ho capito, a mie spese. Non capisci? Non voglio più essere triste neanche io, Regina. “ No, decisamente non voleva.
“ Quindi lascialo! “ La voce di Regina fece crepitare il bicchiere nel mobiletto. “ Smetti di fingere e lascialo, Emma. “
Emma era in piedi davanti a Regina. Senza respiro. Lei sapeva che era onestamente ciò di cui aveva bisogno, ma farlo veramente? Non è mai così facile. “ E fare cosa poi? Trasferirmi qui? Con te? E Henry? “
Regina usò la parte sopra delle sue mani, l’unica non sporca di farina, per togliersi le lacrime dagli occhi. “ Ed è sbagliato? Noi? Assieme? Come una famiglia? Finalmente? “
L’angolo della bocca di Emma si alzò e scrollò le spalle. “ No, non sarebbe così sbagliato. “ Rispose con un tono così soffice che fece quasi sciogliere Regina.
“ Quindi? “ chiese Regina guardando direttamente negli occhi verdi di Emma. “ Diciamo- “
“ – fanculo a tutti e diventiamo una famiglia? “ La interruppe Emma.
Regina sorrise, rise un po’ , tirò su con il naso e poi disse. “ Si, è esattamente quello che stavo per dire.”
Emma si sporse e avvolse le braccia attorno alla vita di Regina, si avvicinò e disse dolcemente. “ Sai che è la migliore idea che tu abbia mai avuto. “ Poi appoggiò le sue labbra su quelle piene, morbide e rosse di lei,
“ Onestamente, penso che tu abbia torto. “ Regina si allontanò e prese una manciata di farina dal bancone. “ E’ questa! “ Urlò lanciando una nuvola bianca addosso ad Emma e cominciò a ridere quando la bionda aprì gli occhi, sputando un po’ di farina che le era finita in bocca. “ Sembri un po’ pallida, Miss Swan. “ Disse Regina tra le risate. “ Ti senti bene? “
Emma si passò il retro della mano sulla bocca, poi fece una piccola risata, prima di incatenare gli occhi a quelli di Regina. Si mosse così velocemente che a malapena Regina ebbe il tempo di reagire per scappare. Emma premette le sue labbra su quelle della mora, che immediatamente si abbandonò al bacio. Sentì le mani di lei sul bordo della giacca, tirandola giù verso le braccia.
“ Penso che questa fosse la mia migliore idea. “
“ Sono d’accordo, Emma. “ Disse Regina senza fiato, inspirò di nuovo staccandosi un momento dalle labbra della bionda, poi disse. ” Adesso baciami di nuovo. “
Ed Emma assecondò la richiesta.
Ancora, e ancora, e ancora.
 





 


NdA :  Buona Domenica a tutti!! Come state? Vi è piaciuto il capitolo? Le recensioni sono bene accolte, vi raccomando continuate a leggere... :) 
Alla settimana prossima ;)
BlackApple

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Mi duole, con tutto il cuore, dirvi che questo è l’ultimo capitolo di questa fantastica, e a modo suo commovente, storia.
Spero che vi sia piaciuta tanto quanto a me.. J
Buon happy – ending...
VIVA LA SWANQUEEN!

 
 
CAPITOLO 5





 
 
“ Raccontami di Daniel. “
Regina si bloccò, il bicchiere di vino aveva quasi raggiunto le sue labbra, e prese un respiro profondo. Diede un occhiata ad Emma, aveva ancora la maglietta nera di Star Wars coperta di farina, i suoi jeans erano tirati su alle caviglie, e le sue infradito erano buttate li di fianco a casaccio. Emma era seduta sulle scale del portico, vicino a Regina, agitando le dita dei piedi alla piacevole brezza estiva. Non stava guardando verso Regina, anzi, aveva la testa fra le mani, i gomiti appoggiati alle ginocchia, e aveva gli occhi chiusi. La bruna, vedendola, alzò il sopracciglio , poi distolse lo sguardo, bevendo un lungo sorso del suo vino rosso.
“ Intendo, se vuoi, certo. Non devi per forza. “ Disse Emma, tenendo chiusi gli occhi, lasciando che i rumori estivi la rilassassero.
“ Non mi dispiace parlare di lui. “ Rispose Regina. Strofinò la mano sulle maniche della sua magliettina azzurra, poi si schiarì la gola. “ E’ che è passato un po’ ti tempo da quando qualcuno mi ha chiesto di lui. “
“ Probabilmente Robin, giusto? “
Regina sbuffò, e poi fece roteare il vino nel suo bicchiere. “ No, Robin non mi ha mai chiesto di lui. “ Disse con un sorriso triste. Vide Emma sollevare leggermente la testa, guardandola con la coda dell’occhio. “ Il che è un bene. Non mi sarei sentita a mio agio a parlare di lui con Robin. “
“ No? “
Regina scrollò la testa, lanciò uno sguardo ad Emma, poi le sorrise. “ No, “ confermò. “ Parlare di lui è come lasciare che qualcuno venga ad abitare nella mia anima. E’ troppo personale. Troppo reale. Troppo. “ Notò che Emma si irrigidì leggermente, poi vide i suoi capelli biondi , che erano prima raccolti in una coda, caderle pigramente lungo la spalla.
“ Non devi dirmelo, Regina. “
“ Emma, “ sospirò Regina. “ Io voglio dirtelo. “ Disse dolcemente, muovendo la sua mano in direzione di quella di Emma, che era ancora sospesa dietro l’orecchio. “ Sai che è stato lui ad insegnarmi a cavalcare? “ Ritrasse la mano quando vide Emma sorridere, e la riportò al suo calice di vino. Volse lo sguardo al giardino, vide le lucciole cominciare ad accendersi, e a parlare l’une con le altre, e sorrise. Da quando la maledizione si era spezzata, la Foresta Incantata si era diffusa per tutta Storybrook, sempre di più , e le lucciole che si accendevano nei cieli estivi erano la sua parte preferita. “ Sapevo già come si faceva, ma lui mi insegnò veramente come essere un tutt’uno con il cavallo. Mi ascoltava, Emma. Capiva cosa non volevo, e gli andava bene così. Voleva che io fossi libera... a lui piacevo io. E quello era tutto ciò che avevo sempre voluto, qualcuno a cui piacessi solo io. Era così gentile, e così carino, e a volte...” Regina si fermò, il suo respiro era debole. “ A volte mi guardava e...” Guardò Emma, perché lo sguardo di Emma era lo stesso sguardo di Daniel, e cercò di rimanere lucida, pensando alla voce di Daniel che diceva allora ama di nuovo, ma non riuscì a dire molto. “ E’ tanto da lasciarsi alle spalle. “ Concluse Regina lievemente. Inspirò profondamente, e quando rilasciò, l’instabilità di quel gesto tradì la sua apparente maschera di coraggio. “ Daniel era il mio tutto. “
Emma si sporse verso Regina, dando un colpetto all’altra donna con la spalla, prima di dire, “ ti rendi conto che io non ho nessuna intenzione di rimpiazzarlo. “
Regina rise un pochino, poi guardò verso la bionda. “ Ma che gentile da parte tua. “ Disse con voce profonda. “ Non sarebbe stato facile. “
“ Lo so. “ Sospirò Emma. Si spostò e baciò la spalla di Regina, prima di rimettersi a posto. “ Dovrei andare. Domani è un gran giorno. Un grande compleanno e tutto il resto. Mi domando se Jack sappia della sorpresa. “ Cominciò a dire alzandosi in piedi, ma la voce di Regina la fermò.
“ Emma? “
“ Si? “ Chiese, abbassando lo sguardo verso la mora.
Regina si sporse verso Emma, avvolse la sua mano attorno a quella della bionda e la strinse piano. “ Non devi affrettarti con Hook. “ I suoi occhi si alzarono e si incatenarono a quelli verdi che le stavano davanti. “ So quanto difficile sarà. Non ti darò la colpa se deciderai di rimanere. “
“ Regina. “ Cominciò Emma, con la voce rotta dall’emozione.
“ No. “ Disse dando una stretta alla mano di Emma. “ Sei sposata. E io lo so. L’ho capito. “ Guardò Emma voltarsi girandosi verso di lei, e abbassarsi alla sua altezza. La bionda appoggiò gentilmente due dita sotto il suo mento. Regina sentì il cuore uscirle dalla cassa toracica, e tentò di inspirare profondamente.
“ Smettila. “ Sospirò Emma, strisciando con le dita verso la mascella di Regina, scendendo poi verso il collo. “ Non ho passato tutto questo per non fermarmi di fronte al mio vero amore. “ Si sporse, appoggiando le sue labbra su quelle di Regina, per poi spostarsi, sorridendo. “ E poi, perché mai dovrei rinunciare a queste labbra? “ Chiese, strofinando il dito contro il rosso labbro inferiore della mora.
“ Mi chiedevo la stessa cosa, cara. “ Disse Regina, tentando di non sembrare una frivola scolaretta, ma non era in grado di formulare pensieri coerenti. “ Buona fortuna. “
“ Ci vediamo domani alla festa. “ Disse Emma alzandosi in piedi, cominciando a dirigersi verso il cancello sul retro. “ Scrivimi. “
“ Lo farò. “ Rispose Regina prima di sollevare il proprio bicchiere.
 


“ Abbiamo veramente bisogno di parlare. “ Disse Killian, neanche aspettando due secondi dopo l’entrata di Emma nel loro appartamento.
Guardò attraverso la stanza verso di lui, che stava li in piedi, in blu jeans e camicia a quadri blu, con le maniche arrotolate fino ai gomiti. Sembrava stanco e... pulito? Cosa che non era da lui. Qualcosa andava chiaramente storto, e lei non era proprio sicura di cosa rispondergli, avevano effettivamente bisogno di parlare. “ Okay. “ Disse, rispondendo alla richiesta con un’alzata al cielo degli occhi.” Di cosa? “
“ Te. Me. Noi.
Ma che appropriato. “ Okay. “ Rispose Emma, allungando la O come un bambino sarcastico.
“ Siediti. “ Killian indicò la sedia nel soggiorno con l’uncino, mentre lui si buttava sul divano.
I suoi occhi erano su di Emma per tutto il tempo, e quando lei si lasciò cadere sul cuscino della sedia, era quasi tentata di materializzarsi altrove. Non era mai stata in grado di gestire bene i confronti, men che meno in quella situazione. “ Che succede? “
“ Non lo so! “ Disse Killian quasi urlando.
Il suo alito colpì Emma con un onda, e puzzava di alcol. Era al 99% sicura che fosse ubriaco, ma c’era uno sguardo parecchio sobrio sul suo viso. “ Quindi, che succede? “
“ Ero fuori. Stanotte. Perché tu non eri a casa quando sono arrivato. “ Si fermò e si guardò intorno. “ Robin era fuori. Eravamo al Rabbit Hole. Bevendo. “
Emma deglutì. “ E? “
“ Ti spiace illuminarmi sul perché Regina abbia chiesto a Robin di trasferirsi? “
Il cuore le affondò nel petto. Sapeva su cosa sarebbe stata quella conversazione, ma al dire il vero, sperava di sbagliarsi. “ Uhm. “ Cominciò lei, balbettando, non sapendo effettivamente come rispondergli. “ Intendo dire, penso che quello che sia succ- “
“ E non mentirmi, Swan. “ Disse lui a denti stretti, interrompendo le sue parole. “ Ti conosco. Ti conosco da anni. Non sederti li a comportarti come se non ti conoscessi, dannazione. “
“ E questo cosa diavolo starebbe a significare? “ Ora era Emma ad urlare, anche se era a conoscenza della sua indiscrezione, non era esattamente quel tipo di litigio alla quale era disposta a soccombere.
Killian lasciò uscire una risata, grattandosi la nuca, poi sorrise. “ Pensi veramente che io sia stupido? Pensi che solo perché io sia uno sciocco pirata, un marinaio, sia stupido? Sembra che tu abbia dimenticato che di solito sono io quello che si perde. Quindi ti dico questo : Chi si assomiglia si piglia, Swan. “
“ Smettila di chiamarmi ‘ Swan ‘! Lo fai solo quando sei incazzato con me. “
“ Ma io sono incazzato con te, dannazione! “ Urlò Killian, ridendo un po’, ma con una vena di rabbia. L’orecchino tintinnò quando mosse la testa. “ Hai provato qualcosa per quella donna ancora prima che per me. “
Quella donna? “ Chiese Emma.
“ Regina ! “
Emma scosse la testa. Sembrava che il suo stomaco volesse svuotarsi da solo sul tavolino da caffè. La bottiglia di vino che si era scolata poco prima stava cominciando a farsi sentire. “ Bene! “
Killian inspirò rumorosamente, come se stesse per controbattere prima che realizzasse che la bionda aveva confermato. Chiuse la bocca e si fermò a guardarla, sbattendo i suoi occhi blu.
“ Sei felice adesso? “ Urlò Emma, con gli occhi pieni di lacrime. “ Era questo quello che volevi sapere? Se sono innamorata di Regina? Perché lo sono! E lo sono stata da molto prima che arrivasse il tuo culo da pirata. E ti ho sposato perché volevo lasciarla andare, e perché tu mi amavi, e questo andava bene! Ma non riesco più a fingere, Killian. Non ci riesco. “ Il viso di Emma era coperto di lacrime. Le tolse dalla guancia con la mano, e poi si alzò, ma prima si fermò , e guardò verso Killian. “ Non posso farne a meno, e tu lo sai dannatamente bene! “
“ Emma, “ sospirò lui, raggiungendo la sua mano. “ Non credi che io lo sapessi già? “
“ Cosa? “ Chiese lei con voce acuta, con il viso rosso e senza respirare. “ E perché cazzo mi hai messo alle strette in questo modo? “
“ Perche, “ cominciò lui. “ Tu mi dici la verità solo quando ti metto alle strette. “ La sua bocca si incurvò verso l’alto, formando una sorta di piccolo sorriso. “ Volevo solo che tu fossi onesta con me. “
“ Fanculo. “ Sospirò Emma. Decise di non alzarsi e si risedette sulla sedia, coprendosi il viso con la mano. “ Cosa cazzo facciamo adesso? “
“ Beh, è sempre stato detto, in ogni regno in cui io abbia mai viaggiato, che il vero amore non può essere fermato. “ Si sporse, appoggiando si gomiti sulle ginocchia, con la mano accarezzava gentilmente l’uncino. “ Suppongo che ci separeremo. “
Emma chiuse gli occhi, e poi scosse la testa avanti e indietro lentamente. “ Non so nemmeno come questo sia successo. “
“ E’ successo nel momento in cui l’hai incontrata, Emma. “ Rispose Killian, anche se entrambi sapevano che non era una domanda che necessitava di risposta. “ Ho sentito la storia una volta o due. Il modo in cui litigavate, le invasioni dello spazio personale, il passaggio graduale ad un amicizia. Ho provato a dirtelo prima che ci sposassimo che non ero il tuo vero amore, ma tu eri troppo cocciuta per fidarti di me. “
Emma rise, poi si sporse, mimando la posizione di Killian. “ Non stavo pensando. “
“ Non pensi mai, Swan. “ Killian continuò a guardare in basso, verso il suo uncino, poi disse prima di alzarsi, con gli occhi incollati ai suoi. “ Mi trasferirò sulla barca. Spugna sarà felice di avere un compagno di stanza. “ Fece per alzarsi, ma venne fermato dalla mano di Emma.
“ Mi dispiace, “ sospirò lei. “ Mi dispiace tanto. “
“ Anche a me. Ma non sarebbe molto cavalleresco da parte mia mettermi in mezzo al vero amore, non pensi? “ Disse, con le lacrime agli occhi. Le girò attorno, appoggiandole una mano sulla spalla, premendo un po’, poi se ne andò.
 E per la prima volta in 5 anni, Emma sentì un peso sollevarsi dalle spalle, che non aveva neanche immaginato di portare.
 


Quando Emma svoltò l’angolo del parco, portando tre regali che erano troppo grandi per un bambino di 5 anni, vide subito Jack, vestito con dei piccoli jeans ed una maglia bianca con un t-rex sopra, la sua piccola manina aggrappata alle dita di Regina. Un sorriso comparve sul volto di Emma, perché neanche dopo un secondo vide Regina fermarsi e guardare dietro di lei, come se sentisse la presenza di Emma.
Qualche volta la loro connessione era talmente grande, da incasinarle il cervello.
Henry arrivò correndo verso Emma, ridendo. “ Ma, sei diventata pazza per comprare regali, eh? Che cosa gli hai preso, poi? “
“ I lego. Il Millennium Falcon, ovviamente. E Hogwarts. “
Hogwarts? Tipo l’intero lego di Hogwarts? E pure Millenium Falcon? “ Sibilò Henry. “ E che cavolo, mamma! Non mi hai mai trattato così. “ Scosse la testa e sorrise. “ E’ da pazzi. “
“ Oh, e un t-rex gonfiabile gigante. “ Disse Emma sorridendo. “ E , comunque, sei stato disgustosamente viziato anche tu, quindi smettila. “
Henry iniziò a ridere, e poi prese in mano i regali. “ Vero, vero. Penso se lo meriti. “
“ Se lo merita. E’ tuo zio. Se lo merita assolutamente. “
“ E’ ancora strano sentirlo dire. “
“ Oh, lo so. Immagina avere un fratello o una sorella 30 anni più giovane di te, ragazzino. “ Disse Emma dolcemente.
Henry rise poi guardò verso sua madre. “ Sentiti libera di darmi un fratellino o una sorellina in qualsiasi momento. “ Disse ridendo, portando i regali sul largo tavolo da picnic. C’erano molti più regali impacchettati di quanti fosse legalmente possibile, ma era ovviamente così perche sia Snow, Regina ed Emma erano diventate pazze per comprargli dei regali. Per non contare il regalo di Henry per Jack. E del resto di Storybrook.
“ Emma, tesoro. “ Disse Snow correndo verso di lei. “ Sono così contenta che tu sia arrivata. “ Le baciò la guancia. “ Stai... bene? “
Emma si fermò, prese la mano di Snow e se la portò alla spalla. “ Si, sto bene. Solo non dire niente vicino ad Henry. E’ stato a casa di un suo amico l’altra notte, e non sa nulla. “
“ Non lo farò. “ Disse Snow. Emma la scrutò, e Snow alzò entrambe le mani. “ Prometto. Terrò il segreto. “
“ E’ meglio per te. “
Emma si guardò intorno e sentì la voce e la risata di Henry. Era dentro al castello gonfiabile con i bambini. Riuscì a riconoscere la testa di Roland, e per un paio di secondi, la sua testa si fermò. Ma dopo si accorse che era tutto a posto. Robin non era nei paraggi. C’era un gruppo di bambini e ovviamente Henry era il loro idolo. Un 18enne che adora comportarsi come un bambino? E’ il loro migliore amico!
“ Emma, Emma, Emma ! “ Una piccola vocina arrivò al suo orecchio, e subito sentì delle piccole braccia avvolgerle le gambe. Guardò verso il basso e sorrise.
“ Jack! “ Gridò Emma e si accucciò per prenderlo in braccio. Lo acchiappò con le braccia e lo curvò, dandogli un sacco di baci sulle guance. Lui stava ridendo incontrollatamente, ed era seriamente uno dei più bei suoni che lei avesse mai sentito. “ Buon compleanno! “
“ Grassieee! “ Disse quando venne raddrizzato. Gettò le braccia verso il suo collo e l’abbracciò. “ Mi fai felice, Emma! “
Emma si sentì sciogliere a quella voce così carina, e lo guardò allontanarsi leggermente. “ Dammi un bacio! “ Disse lei arricciando le labbra. Lui la baciò prima che lei lo mettesse giù, guardandolo correre verso il castello gonfiabile. Guardò verso Regina e si avvicinò. La mora stava indossando una gonna nera, lunga fino alle caviglie, con dei sandali, e una maglietta bianca con lo scollo a v. Anche se Emma adorava i tailleur e i tacchi, lo stile casual che aveva adottato Regina negli ultimi anni le stava proprio bene. “ Ciao. “ Disse piano Emma tamponando piano la spalla di Regina.
“ Ciao. “ Le fece l’eco Regina, guardandola negli occhi. “ Stai bene? “ Chiese con la voce un po’ rotta.
“ Adesso si. “ Rispose Emma, sospirando con voce a malapena udibile. “ Sei veramente bella. “
Regina sentì le guance arrossarsi violentemente. Per moltissimo tempo, si era allenata a non far capire alle persone il suo stato d’animo. Doveva sempre apparire regale. Al di sopra di tutti, di tutto. Ma adesso? Adesso era praticamente impossibile quando si trattava di Emma Swan, quel sorriso, quella voce, quelle labbra. Quando Regina si portò la mano ai capelli scuri, alzando gli occhi verso quelli di Emma, sentì quell’ondata di magia che ormai le era diventata familiare. “ Anche tu. “ Disse, giocherellando con le mani.
“ Hey. “ Disse raggiungendo con una mano quella di Regina. “ Rilassati. “
Regina sprofondò in un lungo respiro e si guardò intorno. Abigail e Frederick, Ruby, granny, Tinkerbell e Blue, i nani, Whale. Snow e David. Henry. I suoi occhi si spostarono verso quelli verdi di Emma, e rilasciò il respiro che stava trattenendo. “ Okay, mi rilasserò. “
“ Non sono ancora divorziata, sai. “
Regina iniziò a ridere, ed entrambe le loro teste si spostarono verso il castello gonfiabile. “ Vero Emma, proprio vero. “
Emma guardò verso Regina e le sorrise. “ Sono così felice. “
Regina si fermò di colpo, rassicurando Emma appoggiando una mano sul suo braccio. “ Anche io. Lo sono davvero. Non avrei mai pensato... “ Si interruppe, spostò lo sguardo da quegli occhi verdi e sentì un’ondata di tristezza attraversarla. “ Non avrei mai pensato ti arrivare fino a questo punto. “
“ Lo so. “ Sospirò Emma, la sua mano si spostò dal grembo e si diresse verso il viso di Regina, spostandole gentilmente delle ciocche, dei suoi bellissimi capelli scuri, dietro l’orecchio. “ Guardami. “ Guardò Regina negli occhi, quegli occhi scuri si mossero verso di lei, e prima di dire qualcosa, sorrise. “ Lo sei per me. “
“ Porca vacca! “
Regina ed Emma girarono di scatto la testa verso quella voce. Henry arrivò camminando verso di loro, con un hotdog in una mano e una Coca Cola nell’altra. “ Siete serie? “
Emma iniziò a ridere. “ Troppo per tenerlo nascosto al ragazzino. “ Disse guardando Regina.
Regina sorrise ed incrociò le braccia, cercando di apparire evasiva. “ Henry. Che intendi? “
“State insieme, non è vero? “ Chiese Henry con un sorrisone stampato in faccia, gioendo felice. Si lanciò verso di loro, cercando di non perdere l’hotdog nel mentre. Mise le sue lunghe braccia attorno al collo di entrambe, ridendo. “ Oh Dio, mamme, sono così felice! “ Disse ridendo.
Emma rise di nuovo assieme ad Henry. “ Ragazzino, tieni basso il volume. Non abbiamo detto una parola a nessuno. “ Disse Emma seria.
“ Okay, okay. “ Assecondò lui, si allontanò e prese un grande morso del suo hotdog. Masticò. Continuò a masticare, poi deglutì, ed infine sospirò. “ Quindi, niente Hood? Niente Hook? “
Sia Emma che Regina scossero le teste.
“ E per quanto riguarda Roland? “ Chiese Henry. E per un piccolissimo istante gli sembrò non fosse stata la cosa migliore da dire. “ Intendo, verrà comunque da noi e cose simili? “
Regina vide la testa di Emma voltarsi, guardandola con sguardo inquisitore. “ Robin ed Io ne abbiamo discusso l’altra sera. “ Raggiunse la mano della bionda, e disse dolcemente. “ Roland è una parte delle nostre vite adesso, Henry. Quindi si, verrà ancora da noi. “
“ Fantastico. “ Disse con altra risatina. “ Le mie labbra sono sigillate, lo giuro. “
“ E’ meglio per te, Henry. “ Borbottò Regina. “ Va. Mangia il tuo hotdog e gioca con i bambini. “
Emma guardò Henry saltellare via, poi si girò verso Regina. “ Ne sono contenta. “ Disse.
“ Di cosa? “
“ Che Roland continuerà ad essere parte della tua vita. “ Emma appoggiò la mano sull’avambraccio di Regina, le dita lo avvolsero dolcemente. “ Vuole bene sia a te che a Henry. “
Regina sorrise, il vento le scompigliava i capelli. Si inumidì le labbra. “ Ti rendi conto che in questo modo sarebbe stato tutto più semplice. “ Commentò. “ Tu, Hook. Io, Robin. Sarebbe stato molto più semplice. “
Emma rise, poi scosse la testa. “ Beh, presumo tu possa dirlo forte. Ma se 8 anni, due maledizioni, essere separati da un portale per la foresta incantata due volte, litigare continuamente, imparare a condividere un figlio, viaggi all’Isola che non c’e, combattere una Strega Malvagia siano semplici cose da lasciarsi alle spalle, sicuramente odierei sapere qual è la tua idea per difficile. “
“ Emma. “ Disse Regina, prima ridendo, poi tornando seria. “ Sai cosa intendo. “
“ Lo so. “ Rispose Emma. “ Ma questo? “ Si spostò verso di lei e incatenò gli occhi ai suoi. “ Abbiamo combattuto una battaglia per questo, e abbiamo vinto. Non è stato facile. “ Emma si guardò intorno, verso il parco, prese un bel respiro, e guardò in alto verso il cielo. “ E’ la cosa giusta. E questo è tutto ciò che conta. “
Regina sorrise guardando Emma, il suo sorriso, le sue guance, i suoi occhi. Lei è quella giusta. Lo è sempre stata. Dal momento in cui arrivò con Henry e le disse ciao.
Dopo tutto, certe cose non cambiano mai.
  



 

Ok! Eccoci alla fine di questa fanfiction. Spero vi sia piaciuta, ogn genere di commento o recensione è sempre gradito :) 

Grazie, e alla prossima ;)

BlackApple

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2593695