Il diario al contrario

di LonelyWriter
(/viewuser.php?uid=143062)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Giorno ***
Capitolo 2: *** Secondo Giorno ***
Capitolo 3: *** Terzo Giorno ***
Capitolo 4: *** Quarto Giorno ***
Capitolo 5: *** Quinto Giorno ***
Capitolo 6: *** Sesto (o Settimo?) Giorno ***



Capitolo 1
*** Primo Giorno ***


C’era una volta un diario al contrario.

 

-“Da quanto tempo una storia non inizia con questa classica introduzione?”-

 

Invece di essere scritto, il diario scriveva. Invece di essere vissuto, il diario viveva.

Quando il diario scriveva, si formava una persona nuova, che entrava a far parte del sistema. Ogni persona dipendeva dalle esperienze che il diario viveva. 

 

-“Facile fin qui no? A proposito, chi vi parla sono proprio io, il diario. Vi sembra strano che scriva un diario?
Scusate le ripetizioni ma non posso farne a meno, sono egocentrico. Oppure era eccentrico? Devo smetterla con le rime...lasciamo spazio alla narrazione.”-

 

Il suo primo giorno di vita, il diario non conosceva nulla. Non aveva visto ancora nulla del mondo, non aveva letto alcun libro e nemmeno
conosceva i propri interessi. Così la prima pagina è bianca. Siccome il diario è il primo libro mai scritto, questa tradizione della pagina bianca
si mantiene da secoli. 

 

E fu così, che il primo giorno, nacque un ignorante.


-
~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-
La tradizione che mantengo io invece è di scrivere il primo capitolo minuscolo. Chiedo venia. Divertitevi! ;)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Secondo Giorno ***


Il secondo giorno il diario osservò ciò che lo circondava. Tutto era luminoso e splendente, ogni oggetto era nuovo per lui e suscitava la sua curiosità.
Con fare titubante cominciò ad esplorare ciò che lo circondava. In lontananza vedeva una persona, tutta sola, che si guardava intorno spaesata. 

 

-“Non perdetevi il dettaglio importante, quell’uomo, è l’ignorante!”-

 

Il diario si trovava su una grande piana di legno, di forma rotonda. Osservò con interesse le linee sinuose che formavano tante piccole strade, le venature del legno.

Intorno a lui, vi erano tanti alberi verdeggianti, proprio come doveva essere quello che ora mancava, e sul cui ceppo lui camminava. 

 

-“Il narratore vuole rubarmi le rime, ma del parlato, qui sono io il capo incontrastato!”-

 

Chiedo scusa. 

Il diario non poteva fare a meno di correre ad esplorare quel mondo nuovo! Sulle sue pagine scrisse le emozioni che provava, man mano che avanz...

 

-“Siii?”-

 

Ehm...man mano che procedeva, dentro la foresta.

Davanti a lui si manifestava con vigore la bellezza della natura, frutti rossi e viola, dai profumi ammalianti ed i gusti raffinati ed intensi. Ogni oggetto,
ogni pianta aveva un fascino particolare, davano un esperienza nuova. A volte scorgeva degli animali, che spaventati dall’incognito visitatore,
zampettavano al riparo nei loro nidi. A stento si tratteneva dal correre, per vedere di più, per raggiungere gli animali, i piccoli scoiattoli ed i maestosi cervi.
Alla fine, giunse al limitare della foresta. In lontananza vedeva le montagne e le colline, ma per raggiungerle sarebbe dovuto passare per una pianura blanda
e stepposa. Decise quindi, che quella notte, si sarebbe fermato lì, per riposare.

 

Dalle magiche pagine chiuse, scaturì, il curioso.

 

-“Il narratore ha oggi imparato, che per le rime, non è dotato. Si lasci a me, dunque, il compito di salutare i lettori, con inchini ed onori. ”-

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Terzo Giorno ***


Ed ecco la pianura! La steppa piana e tranquilla, si distendeva come un tappeto dorato di fronte al diario. Corse veloce lanciandosi a capofitto nell’erba giallognola. 
Dietro di lui due persone chaicchieravano animatamente. L’una riempiva di domande la seconda, che poverina, non sapeva rispondere ad alcuna.

 

-“Ripeterlo è morboso, ma il secondo è l’ignorante ed il primo è il curioso!”-

 

Mentre il diario diceva questo, vide un fiume in mezzo alla steppa. Alcuni animali vi nuotavano dentro. Quale frescura doveva dare, rispetto al sole cocente! 
Senza pensarci, il diario si tuffò di corsa dell’acqua cristallina.

 

-“Un vero rinfresco, per chi come me, dei tuffi è il maestro!”-

 

Aveva appena finito di vantarsi, che una bocca dentata rischiò di strappargli la copertina. In fretta e furia il diario saltò fuori dall’acqua, inseguito dai coccodrilli.

 

-“Quale spavento! Per fortuna anche nella corsa, sono un portento!”-

 

Gridava il diario, proseguendo verso le colline e scrivendo su di sè le proprie esperienze. Mentre correva, perse una pagina, da cui si formò l’incosciente.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Quarto Giorno ***


Ormai aveva raggiunto le colline, lasciandosi alle spalle la pianura, la cui quiete veniva ancora disturbata da tre persone misteriose.

 

-“Il tuo mistrero è chiaro come la luce di un faro.”-

 

Disse presuntuoso, il diario.

 

-“Il mio intelletto non è presunto! Il tuo argomento non ha alcun punto.”-

 

Dunque, il diario vedeva di fronte a sè le sinuose colline verdeggianti. Una vera meraviglia naturale,
con zone boscose e un venticello che “spettinava” le pagine del diario. Un ruscello che scendeva dalle montagne formava
qualche specchio d’acqua alla base delle colline. In quella pace e quell’armonia, mancava solo la compagn...

 

-“Ehm! Cosa ti dissi sulle rime? Lascia a me il compito sublime.”-

 

Il diario non potè fare a meno di commentare. Ma presto la pace che regnava sull’ambiente intorno a lui lo fece
sedere a meditare. Era davvero un posto magnifico. Tanto che ci rimase fino ad addormentarsi.

 

E mentre si lasciava sfuggire l’ultimo sbadiglio, scapparono due pagine, veloci come un coniglio: il presuntuoso ed il mite.
Ma che ho fatto la rima, non glielo dite!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Quinto Giorno ***


I primi raggi del sole colpirono gli occhi chius del diario, svegliandolo dolcemente.

La strada proseguiva a lungo, ancora ed ancora sempre più in alto, verso i picchi appuntiti delle bianche montagne.

 

-“Quale giorno glorioso! Terminata è, l’ora del riposo.”-

 

Con fare pomposo il diario si incamminò così verso le vette, lasciandosi alle spalle un gruppetto animoso di cinque individui, che lo seguivano senza 
apparenti motivi.

 

-“Prima della fine, ti farò mangiare le tue rime!”-

 

Il diario era così alterato che non riuscì nemmeno a comporre. Per l’ultima volta chiedo venia, farò più attenzione.

 

La strada divenne sempre più ripida, fino a divenire una vera e propria scalata. Il diario si fermò a rimuginare, su come avrebbe potuto superare tale ostacolo,
per raggiungere le invitanti punte bianche degli altipiani. Dopo lungo pensare, aggirò una parete per evitare i rami spinosi, poi con impeto si inerpicò nella
parete verticale, e superò lo strapiombo. Quale impresa! Raggiunta la fresca neve, fu costretto a riposare. Ed ecco che le folate di vento gelido,
portarono via altri due fogli: il saggio ed il coraggioso.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Sesto (o Settimo?) Giorno ***


Fu il freddo a costringere il diario a rialzarsi. Non ne poteva più della neve. Ci aveva  giocato a lungo ma il vento era gelido e lo spinse ad andarsene.
Insieme a lui sette ombre spensero il misero fuocherello che parevano adorare, per seguirlo. 

 

-“Per mille capitoli, questo freddo bestiale, perfin le ossa mi assale!”-

 

Il diario discese velocemente il versante opposto, gettandosi a slitta, per raggiungere il caldo il più velocemente possibile. Una distesa blu, lo accolse infine.
Dietro di lui svettavano i monti che aveva appena lasciato, da cui un rivolo d’acqua aveva preso a seguire la sua scia. Il fiume sfociò nel mare cristallino,
contornato dalla splendida sabbia bianca. Il diario raggiunse la riva, affondando i piedi nei granelli bollenti.

 

Ogni dove attorno a lui camminavano creature che gli parvero nuove. Perfino nell’immenso blu di fronte a lui, qualcosa nuotava allegro.

 

Era stanco, molto stanco, e non capiva perchè. Più proseguiva, più era felice, e più scriveva, ma gli rimaneva sempre meno tempo, sempre meno pagine.

 

-“Sull’orlo del mondo, scrivo il mio verso più profondo.”-

 

Fu così, nell’ultima pagina bianca, che il diario decise di congedarsi, nemmeno lo spazio per la firma vi rimase. 

 

Dunque il diario era finito. Una fine inutile forse?

Eppure si era lasciato dietro qualcosa. Insieme alle verdi foreste, le gialle pianure e le candide montagne, dalle sue pagine non erano uscite solo rime.
Un idea aveva preso forma. Qualcosa di più grande del semplice libro, qualcosa che non poteva morire, non poteva finire. 

 

Le pagine ingiallite di un libro giacevano sulla sabbia, mentre un gruppo di sette persone radunava del legno sulla riva del fiume. Il primo pareva perduto,
ed alcuni ridevano di lui. Un altro osservava allegro come due pietre, battendo tra loro, creassero colori sgargianti,  ma per troppo poco.
Un terzo entrava ed usciva dal fiume come una saetta, cercando di pescare evitando gli alligatori. Altri due raccoglievano la legna, il primo pacato e sorridente,
il secondo sparlava con fare importante. Uno, in lontananza, esplorava armato di lancia le caverne marine, cercando di sventare ogni pericolo.
L’ultimo dava ordini destra e a manca, fermo al centro della radura. Egli sì, sapeva cosa fare. 

 

Era la fine del sesto giorno, ed il diario, finalmente, riposava.

 

Vi ho lasciato qualcosa, o ve l’ho portato via? 

Gli onori di casa, al lettore. 

 

Applausi.

 

Sipario.

 

Luci.

-
~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~
Eccoci alla fine di un altra delle mie divagazioni, un viaggio breve come sempre, ma (spero) piacevole.
Grazie a tutti i lettori! :3

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2594858