Neve

di i1976
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


storia

PROLOGO

Daisy stava dormendo profondamente.

Sentì il calore e un dolce profumo avvolgerla. Si rannicchiò sotto le coperte, aspirando quel profumo, ma quando si girò sentì che vicino a lei c’era un altro corpo.

C’era veramente qualcuno accanto a lei nel letto o era un sogno?

Allungò una gamba, sfiorandone un’altra (più lunga e muscolosa della sua). Allungò le mani toccando una maglietta; senza aprire gli occhi fece scivolare le mani su quella maglietta; c’era decisamente un uomo accanto a lei, ed era lui che emanava quel calore e quel profumo.

Si girò di nuovo, spaventata. Fece un respiro profondo e aprì gli occhi, domandandosi dove fosse, e soprattutto con chi fosse.

Capì immediatamente di non trovarsi alla fattoria, ma quel luogo non le erasconosciuto. Riconobbe la carta da parati e tutto ciò che si trovava in quella piccola stanza: il tavolo, il divano, larmadio con la specchiera.

Guardando quella stanza, dunque, realizzò anche che stava dormendo vicino a lei. Poteva sentirne il respiro sul retro del suo collo.

Si sedette sul letto e si voltò a osservare Enos, addormentato in posizione fetale.

Sorrise, poi cercò di ricordare perché fosse lì e perché indossava una delle camicie di Enos. E perché lui avesse un cerotto sulla guancia sinistra.

Guardando fuori dalla finestra vide uno spessa coltre di neve.

E ricordò.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


storia

Capitolo 1

Guardando fuori dalla finestra, Daisy prese a ricordare………………………………….

 

Quella mattina Daisy uscì dalla fattoria per recarsi al Boar’s Nest. Sentì immediatamente che il vento era freddo, e fu felice di aver indossato un maglione e una sciarpa.

Mentre guidava verso il Boar’s Nest guardò le nuvole basse e grigie domandandosi se avrebbe piovuto, quando incontrò Enos.

Il vicesceriffo fermò la sua auto di pattuglia davanti la jeep di Daisy. "Ciao Dais", le disse uscendo dalla sua macchina e sorridendo come al suo solito.

"Ciao dolcezza. Vuoi arrestarmi perché ho superato il limite di velocità? Ma sappi che se mi arresti, Boss Hogg mi licenzierà perchè sono arrivata in ritardo al lavoro. Quindi, dolcezza, lasciami andare e ti prometto che farò tutto quello che vorrai. Vuoi qualcosa in particolare da me?". A Daisy piaceva giocare con Enos, usando il suo charme per confonderlo e imbarazzarlo.

Enos arrossì come sempre, e Daisy rise.

"Non voglio arrestarti, Daisy. Voglio solo avvisarti che è prevista neve, forse una tormenta, quindi fai attenzione e non correre troppo"

"Una tormenta?", si stupì Daisy, "in effetti oggi fa terribilmente freddo"

Enos annuì alle parole di Daisy, e la ragazza notò che indossava una giacca nera (la giacca dell’uniforme che lui e Rosco indossavano durante i pochi mesi freddi di Hazzard). "Adesso devo andare, ciao Dais. E sii prudente".

"Anche tu dolcezza. Grazie. A dopo"

"Una tormenta" pensò Daisy, poi una folata di vento la fece rabbrividire, "adesso è meglio andare, o farò veramente tardi al lavoro"

 

Quando la neve iniziò a cadere Daisy si trovava al Boar’s Nest.

Ogni volta che qualcuno apriva la porta del locale, una folata di vento la faceva tremare.

"Fa dannatamente freddo oggi". Quando guardò fuori vide un candido manto ricoprire ogni cosa, ma la neve non era molto fitta. "Una tormenta", scosse la testa, "figuriamoci, è solo un po’ di neve".

A Daisy piaceva la neve perché tutto appariva così silenzioso e pacifico; sembrava che il mondo stesse dormendo. Pensando a ciò sospirò; avrebbe preferito trovarsi a casa e guardare la neve cadere attraverso i vetri della sua camera, ma sfortunatamente doveva lavorare.

Le folate di vento provenienti dall’esterno erano sempre più fredde e fastidiose, così Daisy invidiò i due cugini che se ne stavano alla fattoria godendosi il calore del caminetto acceso. Ma quando Daisy pensò a Enos che se ne stava da qualche parte là fuori, l’invidia per i cugini scomparve e iniziò a preoccuparsi per l’amico; non poteva fare a meno di preoccuparsi per quel ragazzo.

Il lavoro frenetico al Boar’s Nest la distrasse dai suoi pensieri e al tempo stesso la riscaldò, così non fece più caso al paesaggio all’esterno e non avvertì più il freddo.

Quando l’ultimo cliente se ne andò, finalmente Daisy si sedette, esausta. Sentiva un fischio nelle orecchie. "Oh mio Dio, sono talmente stanca che mi fischiano le orecchie. Ho bisogno di andarmene a casa, farmi un bel bagno caldo e dormire fino a domattina".

Ma quando provò a uscire dal Boar’s Nest capì cos’era quel fischio che sentiva, e non erano le sue orecchie.

Rientrò terrorizzata nel locale. Prese il telefono ma non c’era linea, così utilizzò la radio, "Qui è Daisy Duke. Sono bloccata al Boar’s Nest. C’è qualcuno all’ascolto?"

La radio ronzò un po’. Poi sentì la voce di Enos, "Daisy?. Sto arrivando. Sono lì in zona. Non provare ad uscire ed aspettami lì"

Daisy sospirò, sollevata, "Oh grazie Enos. Ti aspetto".

 

Finalmente Enos entrò nel Boar’s Nest e Daisy lo abbracciò, "Oh Enos, ero così spaventata".

Enos la guardò, preoccupato, "Perché sei ancora qui, Daisy? Dovevi andartene quando hai visto che la nevicata diventava sempre più fitta. Boss Hogg ti avrebbe permesso di andare a casa e di chiudere il Boar’s Nest in anticipo a causa della tormenta, se solo lo avessi chiamato e glielo avessi chiesto"

Daisy annuì, "Hai ragione Enos. Ma non mi ero resa conto di quanto stava accadendo fuori. Accompagnami a casa, la mia jeep è sepolta dalla neve".

Enos scosse la testa. "E’ meglio star qui finchè non cessa la tempesta. Fuori è pericoloso".

Daisy gli prese la mano, dicendogli con voce suadente come solo lei sapeva fare, "Ma tu prima eri fuori, e sei riuscito ad arrivare qui. Quindi non è poi così pericoloso".

Enos le sorrise dolcemente, "Non importa se è pericoloso per me o meno perché è il mio lavoro, ma non posso mettere a rischio la vita degli altri".

Daisy gli strinse la mano, "Ti prego, Enos, accompagnami a casa". L’unica cosa che Daisy desiderava in quel momento era raggiungere la sua amata fattoria, così Enos cedette anche se non credeva fosse una buona idea, "OK, Daisy. Andiamo". Non era proprio in grado di dire no a Daisy.

 

Alla fattoria, zio Jesse, Bo e Luke erano preoccupati per Daisy. Il telefono non funzionava, e Daisy non aveva risposto quando avevano provato a contattarla via radio.

Luke stava indossando la giacca, "Esco a cercarla, zio Jesse. Forse è bloccata nella tormenta".

Ma zio Jesse lo fermò, "E’ pericoloso uscire adesso. Tua cugina è abbastanza intelligente da rimanere al Boar’s Nest finchè la tempesta non cessa".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


storia

Capitolo 2

Daisy ed Enos si avventurarono fuori nella tormenta.

Il vento era freddo e potente, e la neve così fitta che era difficile guardarsi attorno.

Avvicinandosi all’auto di pattuglia di Enos, Daisy scivolò sulla neve, aggrappandosi a Enos per non cadere. Enos le camminava davanti, e sorpreso dall’improvviso peso di lei che lo afferrava da dietro, perse l’equilibrio e cadde, urtando l’auto con faccia.

"Scusa Enos" disse Daisy, rialzandosi e guardando il giovane che se ne stava inginocchiato a terra tenendo una mano sulla faccia. "Enos?", lo chiamò, "tutto bene?". Gli si inginocchiò di fianco, "Enos, tutto OK?". Lui annuì, "Sì, non preoccuparti, solo un piccolo taglio".

Le gli prese la mano e la spostò, "Fammi vedere". Aveva un piccolo taglio sulla guancia sinistra, ma stava sanguinando. Lo aiutò a rialzarsi, "Vieni. Nel Boar’s Nest c’è la cassetta di pronto Soccorso".

Rientrarono nel Boar’s Nest, e Daisy si rese conto che Enos stava zoppicando.

Il ragazzo notò il suo sguardo e anticipò la sua domanda, sorridendo, "Solo una storta. Niente di cui preoccuparsi", poi rise, "Lo sai che sono imbranato. Il mio personaggio preferito dei fumetti è Will il coyote". Daisy rise; Enos sapeva sempre come farla ridere.

"Siediti Enos", gli disse, prendendo la cassetta di primo soccorso; disinfettò il taglio e poi lo coprì con un cerotto.

"Grazie Daisy", disse Enos, arrosendo quando lei gli accarezzò la guancia.

Daisy sospirò, "Avevi ragione Enos. E’ meglio fermarsi qui finchè non smette di nevicare. Non siamo neanche riusciti a raggiungere la tua auto di pattuglia e tu ti sei fatto male per causa mia. Scusa"

Sedettero in silenzio guardando fuori dalla finestra, mentre il vento continuava a fischiare.

Daisy si alzò, "Hey Enos, hai pranzato oggi?".

Lui scosse le spalle, "No, non ho avuto tempo, ma adesso effettivamente ho fame".

Daisy gli sorrise, "Bene, allora è ora di mettere qualcosa sotto i denti. Preparerò dei sandwiches".

Enos annuì, "Ti posso aiutare, Dais?", ma quando provò ad alzarsi Daisy lo fermò, "No, grazie. Stai lì seduto e riposa un po’"

Stavano mangiando il loro pranzo e bevendo una cioccolata calda quando udirono la voce di Rosco provenire dalla radio. "Enos Strate. Qui è lo sceriffo Rosco Piiiiiiiiiii Coltrane".

Enos si alzò raggiungendo la radio, "Qui è il vicesceriffo Enos Strate. Sono al Boar’s nest, sceriffo". "Perché diavolo sei al Boar’s Nest, idiota. Io sono a casa di Boss, con Boss e Lulu, e siamo bloccati dalla neve. Devi andare alla fattoria di Silas. Silas ha chiesto aiuto. La sua fattoria non è molto distante dal Boar’s Nest, quindi muoviti".

Enos annuì, "Sissignore. Vado", e indossò giacca e cappello, pronto a uscire.

"Hey Enos. Hai intenzione di lasciarmi qui da sola? Voglio venire con te e darti una mano".

Enos scosse la testa, "Ma Daisy, è pericoloso. Hai appena visto cosa c’è là fuori, e tu stessa hai detto che era meglio aspettare qui. Quindi ti prego, aspettami qui. Verrò a prenderti più tardi".

Daisy lo fermò afferrandolo per la manica della giacca, "Enos, è colpa mia se zoppichi. Lascia che ti dia una mano. Inoltre, la fattoria di Silas non è lontana dalla mia".

Enos sospirò, "Sei proprio una testona, Daisy"

La ragazza sorrise, "Lo dice sempre anche zio Jesse"

 

Dopo che la porta del Boar’s Nest si richiuse alle loro spalle, la radio gracchiò ancora.

"Qui è Luke Duke che chiama Daisy Duke. Daisy, sei ancora al Boar’s Nest? Mi stai ascoltando? Non uscire. Là fuori è l’inferno".

Poi la comunicazione si interruppe di nuovo.

 

Nell’auto di pattuglia, Enos e Daisy guardavano con attenzione la strada.

"Si fa fatica a distinguere le cose", sospirò Enos, guidando lentamente.

Improvvisamente sentirono un rumore sordo, e un ramo spezzato dal peso della neve si abbattè sul cofano dell’auto. La macchina si fermò. "Oh, no", la voce di Enos suonò preoccupata. Non era un buon segno.

Il giovane uscì dalla macchina e provò a spostare il ramo, ma era troppo pesante per lui.

Quando rientrò nell’auto era coperto di neve e stava tremando. Accese la radio, "Qui è Enos Strate che chiede aiuto", aspettò un po’, poi ripetè, "Qui è Enos Strate che chiede aiuto", ma non ci fu nessuna risposta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


storia

Capitolo 3

Enos era in attesa di una risposta, ma dalla radio non proveniva alcun segno di vita. Stava cercando di capire come salvare Daisy dalla tormenta; si chiedeva perché la ragazza fosse lì invece che al Boar’s Nest e si sentiva in colpa per quanto stava accadendo.

Daisy lo guardò preoccupata. Enos era silenzioso e continuava a guardare quel ramo caduto sulla macchina. Daisy cercò di rassicurarlo (e di rassicurare anche se stessa), "Non ti preoccupare Enos. Qualcuno avrà sentito la tua chiamata e verrà a darci una mano"; ma nonostante gli sforzi per tranquillizzarsi, Daisy stessa era preoccupata per la piega che stavano prendendo gli eventi; non sapeva nemmeno dove fossero esattamente. Quanto distava la fattoria?

Enos non rispose alle parole di Daisy e continuò a fissare il paesaggio fuori come se fosse alla ricerca di qualcosa che Daisy non sapeva. Per qualche istante la neve si fece meno fitta, così Enos riuscì a individuare ciò che stava cercando; sapeva dove si trovavano nonostante la neve avesse confuso tutti i punti di riferimento.

Nelle vicinanze si trovava un fienile, e sicuramente era un luogo più riparato che la macchina.

La neve riprese a cadere fitta, ma ormai Enos aveva individuato la costruzione.

Il ragazzo guardò Daisy, "Non possiamo stare qui. Fa troppo freddo, il motore non funziona e rischieremo di congelare. Qua vicino c’è un fienile, e dobbiamo raggiungerlo".

Daisy scosse la testa, "Ma Enos… e se qualcuno ci venisse a cercare? Non ci troverebbero e…..", ma questa volta Enos la interruppe e non si lasciò convincere dalle sue parole, "Se aspettiamo qui, ci ritroveranno congelati. Andiamo".

Uscirono così dall’auto.

Una folata gelida li investì, e la neve che entrava nei loro occhi non era certo d’aiuto, ma Enos sapeva esattamente dove dirigersi. Prese Daisy per mano, camminando di fronte a lei e guidandola, "Andiamo Daisy. Non ti preoccupare".

Daisy sentì che la mano di Enos era molto più calda di quanto potesse immaginare visto la temperature esterna, e si sentì protetta, anche se l’unica cosa che poteva sentire era il calore della sua mano; a causa della neve non riusciva nemmeno a vedere la schiena di Enos, che procedeva poco più avanti di lei.

Chiuse gli occhi e si lasciò condurre verso il fienile.

Improvvisamente si ricordò di quando erano bambini. Si ricordò di quante volte Enos l’aveva riaccompagnata a casa tenendola per mano perché zio Jesse non voleva che se ne andasse in giro da sola; i suoi cugini non l’aspettavano all’uscita da scuola, e correvano a casa talmente velocemente che lei, ancora una bambina, non riusciva a stargli dietro. Ma Enos era sempre lì ad aspettarla. Da allora raramente avevano camminato tenendosi per mano, e aveva quasi dimenticato come ci si sentisse a tenergli la mano.

Daisy scivolò sulla neve, aggrappandosi a Enos per evitare di cadere, ma questa volta Enos non si fece sorprendere e non perse l’equilibrio. L’aiutò a mantenersi in piedi, e quando lei scivolò di nuovo la fece salire sulle sue spalle. "Normalmente sono io a cadere, Dais, non tu", le disse ridendo.

Daisy ricordò nuovamente la loro infanzia; quante volte l’aveva portata in spalla? Quante volte lei gli aveva chiesto di farla salire sulle sue spalle perché non voleva sporcarsi le scarpe dopo la pioggia? E ogni volta Enos esaudiva il suo desiderio.

Daisy si strinse a lui, "Grazie Enos".

 

Finalmente raggiunsero il fienile.

All’interno era asciutto, più caldo che all’esterno, e, cosa ancora più importante, pieno di paglia.

Enos si sedette, massaggiandosi la caviglia.

Daisy gli si inginocchiò di fianco, "Ti fa male? Perché mi hai portato in spalla se ti fa male?"

Enos le sorrise, "Non ti preoccupare. La cosa importante è che siamo arrivati, e non siamo più all’esterno", poi si guardò intorno, "il fieno ci riscalderà".

 

Nel frattempo, alla fattoria, zio Jesse, Bo e Luke stavano cercando di contattare nuovamente Daisy via radio.

Avevano saputo da Rosco che poco prima Enos e Daisy si trovavano insieme al Boar’s Nest, ma adesso Enos si stava dirigendo verso la fattoria di Silas.

Dopo questa comunicazione i Duke avevano guardato all’esterno, sempre più preoccupati. La fattoria di Silas non era molto distante dalla loro, ma la strada che dal Boar’s Nest portava a quella fattoria era insidiosa.

I Duke ormai erano certi che Daisy non era più al Boar’s Nest ma aveva seguito Enos.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


storia

Capitolo 4

All’interno del fienile c’era molta paglia.

Enos e Daisy sedevano fianco a fianco, con la schiena appoggiata al cumulo di paglia.

Daisy si girò verso di lui, "La caviglia ti fa ancora male?"

Enos scosse la testa, "Solo un po’"

Daisy sorrise, "Sai Enos, poco fa mi sono ricordata di quando eravamo bambini"

Enos la fissò sorpreso, "Bambini? Perché?"

Daisy si strinse nelle spalle, "Non lo so. Solo un ricordo", si mise a ridere, "Ti ricordi quando tu mi portavi sulla schiena perchè non volevo sporcarmi le scarpe?", poi Daisy sospirò, "Ero una bambina egoista, e anche adesso sono una donna egoista".

Enos sorrise, "Non lo penso affatto. Non eri affatto egoista, e non lo sei nemmeno adesso"

Daisy scosse la testa, "Oh Enos. Sei sempre così gentile, ma a volte non merito la tua gentilezza"

Enos scosse la testa, "Perchè dici cose così strane?"

Daisy fece un lungo respiro, "Perché so che tu sei sempre stato innamorato di me, e io…", poi si fermò, imbarazzata. Perché stava dicendo qualcosa del genere?

Enos arrossì, "Ah, lo sai. Fin da quando ti ho vista la prima volta. Io avevo 8 anni e tu 5. Avevi i codini e indossavi un vestito giallo e delle scarpe rosse, le tue preferite. Ti preoccupavi sempre quando c’erano delle pozzanghere nelle strade perché non volevi sporcare quelle scarpe, ma non ti facevi problemi a prendere a calci i tuoi cugini con quelle stesse scarpe quando cercavano di inzaccherarti…. E di inzaccherare anche me".

Scoppiarono entrambi a ridere.

"Oh mio Dio. Ero proprio un maschiaccio" continuò Daisy ridendo.

"E a volte sei un maschiaccio anche adesso. Guidi come un uomo, sai lottare… e…. hai cercato di colpire Bo e Luke con una pentola per friggere?"

Daisy si coprì la faccia con le mani, ridendo, "Oh no. Bo e Luke ti hanno raccontato una cosa del genere? Spero che non ti raccontino tutto quello che avviene alla fattoria".

Continuarono a ridere.

"Hey Dais, ti ricordi quando ti tagliasti i capelli corti per assomigliare a Bo e Luke? Avevi dieci anni. Ricordi?"

Daisy arrossì, "Oh Enos, non me lo ricordare. I miei capelli erano così belli, e io li tagliai con le mie stesse mani, in bagno, di nascosto. Sembravo un mostro…. Con quella specie di disastro in testa. E oltretutto, all’epoca, avevo l’apparecchio per i denti. Ero… orribile"

Enos sorrise, sussurrando, "Non sei mai stata orribile Daisy. Anche allora eri stupenda"

Daisy lo guardò dolcemente, "Sei così carino Enos. Sei sempre stato così dolce. A quel tempo mi prendevo sempre delle cotte per dei ragazzi che non mi prendevano nemmeno in considerazione. Quante volte ho pianto per quei ragazzi…….. Ma tu riuscivi sempre a tirarmi su il morale. Io ti raccontavo tutto perché sapevo che mi stavi ad ascoltare, mentre Bo e Luke mi avrebbero preso in giro. A quel tempo desideravo solo diventare bellissima"

Enos annuì, "E infatti lo sei diventata. Quando ho lasciato Hazzard per andare all’accademia di Polizia tu eri ancora una ragazzina, ma quando sono tornato……. quasi non ti riconoscevo più".

"Quando sei ritornato", Daisy si fece seria, "la nostra relazione è cambiata. Tu sembravi sempre spaventato ogni volta che mi avvicinavo. E anche io, in effetti, non ero più la Daisy Duke che conoscevi. Ormai sapevo che tutti gli uomini mi guardavano, guardavano me, quel maschiaccio che prima nessuno considerava, così mi sono presa qualche rivincita. Mi piaceva prendermi gioco degli uomini con il mio charme, e anche adesso ogni tanto lo faccio ancora. Mi vergogno quando mi comporto così con te, perché tu sei sempre stato l’unico ad accettarmi per quello che ero, indipendentemente dal mio corpo".

Daisy rabbrividì per il freddo, e Enos si tolse la giacca mettendogliela sulle spalle. "Cerchiamo di riscaldarci; il fienile è sempre meglio che fuori ma comunque fa freddo anche qui".

Enos si alzò e iniziò a scavare una specie di nicchia nella paglia. Daisy lo guardò, "Enos, cosa stai facendo?". Lui le sorrise, "Sto cercando di costruire un letto in cui possiamo metterci comodi"

Daisy lo fissò, "Tutti e due?"

Il ragazzo annuì, "Almeno ci riscalderemo a vicenda".

Daisy si sdraiò in quella nicchia e Enos le si coricò di fianco. Fortunatamente aveva portato con sé una coperta che aveva in macchina, e si coprirono con quella, mettendo poi un altro strato di paglia sulla coperta. In questo modo erano completamente avvolti dalla paglia e dalla coperta.

Daisy sussurrò, "Hey Enos, non è che rischiamo di soffocare, vero?"

Sotto la coperta era buio, e Daisy quasi non lo vedeva, ma sentiva le sue braccia intorno a lei.

Enos rispose, "Non ti preoccupare. La paglia non ci soffocherà ma ci terrà al caldo… ma… perché parli sottovoce?"

Daisy ridacchiò, "Scusa, ma mi stavo ricordando di quando eravamo piccoli e ci nascondevamo nel fienile della fattoria, un po’ come adesso, e parlavamo piano per non farci trovare"

Scoppiarono nuovamente a ridere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


storia

Capitolo 5

Nel loro rifugio di paglia, Enos e Daisy continuarono a parlare della loro infanzia.

"Ti ricordi Enos? Tuo nonna era sempre preoccupata per te. Quando tu ritardavi veniva sempre a cercarti alla fattoria; mi ricordo che diceva sempre a zio Jesse e a zia Martha: ‘qualche volta lo troverò in fondo a un dirupo, o ai piedi di un albero con il collo rotto, o annegato in uno stagno’. E mentre lei parlava tu spuntavi sempre zoppicando per un taglio sul ginocchio…. o con il naso sanguinante….."

Enos arrossì, "Sono sempre stato imbranato".

"Sì, imbranato ma dolce", gli disse Daisy, accarezzandogli la guancia.

Enos rispose imbarazzato, "Grazie Daisy. Mia nonna mi manca. Me la ricordo piangere quando decisi di arruolarmi in Polizia; con il suo solito ottimismo continuava a dire a zio Jesse e a zia Martha : ‘Un poliziotto? Con una pistola addosso? Sicuramente si ammazzerà’"

Risero ancora, poi Daisy lo sentì tremare e si rese conto di avere ancora indosso la sua giacca mentre lui indossava solo la camicia della sua uniforme. "Enos, rimettiti la giacca per favore, non ne ho più bisogno", ma Daisy stessa tremava per il freddo.

"Non ti preoccupare Daisy. Dopotutto qua sotto non fa poi così freddo"

Daisy lo abbracciò, "Sei sicuro dolcezza?".

Enos annuì, le mise la testa sulla spalla e l’abbracciò, quasi coprendola con il suo corpo.

Nell’oscurità del loro rifugio Daisy arrossì. Era la prima volta che erano così vicini.

"Enos…..", "cosa stai facendo?" pensò.

"Sono troppo pesante? Non voglio farti male, sto solo cercando di scaldarti un po’".

"Ah… va bene. Non ti preoccupare, non mi stai facendo male".

"Solo proteggermi dal freddo?", pensò nuovamente Daisy, sospirando e cercando di non pensare a quando Enos le fosse vicino, e, in particolare, cercando di smettere di pensare a quanto le piacesse la cosa.

Continuarono a parlare di Hazzard, di Rosco, Cooter, e così via, ma le loro parole diventavano sempre più farfugliate.

Daisy provò a chiamare Enos, "Enos, non addormentarti. Continua a parlare".

Pochi minuti dopo stavano entrambi dormendo.

 

Nell’appartamento di Enos, Daisy guardava fuori dalla finestra, mentre Enos continuava a dormire rannicchiato nel suo letto.

La neve stava pian piano smettendo di cadere. La città era rivestita da un candido manto bianco, e su tutto regnava un silenzio surreale; si sentiva solo il suono sordo dei cumuli di neve cadere dai rami degli alberi. Il cielo era terso, e la luce del sole, riflettendosi sulla neve, faceva sembrare tutto più luminoso.

Daisy si sforzava di ricordare come avessero fatto ad arrivare a casa di Enos da quel fienile.

Enos si stiracchiò e aprì gli occhi lentamente.

"Hey Enos, finalmente ti sei svegliato"

.Lui annuì, sbadigliando.

 

Finalmente la tormenta si interruppe, così Bo, Luke e zio Jesse uscirono per andare alla ricerca di Enos e Daisy.

Trovarono lungo la strada l’auto di pattuglia di Enos. Quando si avvicinarono si accorsero che era vuota. Un ramo d’albero si trovava sul cofano, e un altro sul parabrezza.

Luke guardò dentro la macchina. "Per fortuna non si trovano all’interno; il ramo ha frantumato il parabrezza"

Bo e zio Jesse si avvicinarono a Luke. Bo guardò il parabrezza rotto e il ramo che era parzialmente entrato nella macchina, poi guardò Luke, preoccupato, "Pensi che siano rimasti feriti?"

Luke scosse la testa, "Non ci sono tracce si sangue; penso che abbiano abbandonato la macchina prima che questo ramo rompesse il parabrezza".

Zio Jesse si guardò intorno, "Bene, non sono rimasti feriti… ma… dove sono?"

Luke puntò il dito verso il fienile lì vicino, "Laggiù. E’ l’unico posto in cui potevano rifugiarsi".

 

Nell’appartamento di Enos, Daisy stava ancora cercando di ricordare, ancora e ancora. Ma l’ultimo suo ricordo risaliva a quando si era addormentata nel fienile.

"Enos, cosa è successo dopo che ci siamo addormentati nel fienile?"

Lui non rispose, le si avvicinò e la baciò delicatamente.

Improvvisamente la finestra si aprì e una folata di vento la colpì.

Quando riaprì gli occhi la stanza era vuota. "Enos?", chiamò, ma non ricevette risposta. "ENOS?"

 

Colpita da un’improvvisa sensazione di freddo, Daisy aprì gli occhi e vide che zio Jesse le era accanto; "Daisy, svegliati tesoro"

La ragazza lo guardò, confusa, e realizzò di essere ancora nel fienile. "Zio Jesse, cosa è successo? Dov’è Enos?"

Si guardò intorno e vide i cugini che cercavano di svegliare Enos e lo avvolgevano in una coperta.

 

Tutto quello che era accaduto nell’appartamento di Enos… era stato dunque un sogno?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


storia

Capitolo 6

Zio Jesse prese Daisy tra le braccia, "Andiamo tesoro. Hai bisogno del calore del caminetto".

Daisy annuì, ma non poteva fare a meno di continuare a guardare Bo e Luke mentre sollevavano Enos, cercando di individuare anche solo un suo piccolo movimento, ma lui era immobile.

All’interno del Generale Lee lo abbracciò, chiamandolo e scuotendolo, anche se si sentiva molto debole. Ogni tanto lo sentiva tremare tra le sue braccia, lo vedeva aprire gli occhi, ma non le rispondeva.

"Fai in fretta, Bo. E’ freddo e ha le labbra blu".

Finalmente arrivarono alla fattoria.

Bo e Luke distesero Enos vicino al caminetto, mentre zio Jesse si occupava di Daisy.

"Zio Jesse, lasciami aiutare Enos, per favore".

Zio Jesse scosse lentamente il capo, accarezzandole la guancia, "Daisy, si stanno occupando di lui Bo e Luke. Anche tu hai bisogno di cure, quindi, per favore, fatti un bel bagno caldo e bevi qualcosa, poi potrai essere utile".

"Ma…", Daisy provò a ribattere, ma zio Jesse prevenne le sue proteste, "Daisy, a volte sei proprio una testona". Daisy ricordò le parole di Enos al Boar’s Nest, "Sei proprio una testona", e le venne da piangere.

"Daisy, stai ascoltando quello che sto dicendo?" le chiese zio Jesse, e Daisy annuì e entrò in bagno, chiudendosi la porta alle spalle.

Lasciò cadere la coperta dalle spalle e vide che stava ancora indossando la giacca di Enos. Mentre la vasca si riempiva di acqua ben calda, si sedette sul pavimento, spogliando la giacca e osservandola come ipnotizzata: le spalline, lo stemma, la bandiera americana, il distintivo e i bottoni. Aspirò il profumo di Enos.

Zio Jesse bussò alla porta. "Tutto a posto Daisy?"

Daisy si riscosse da quel torpore. "Sì, sto entrando nella vasca". "Come sta Enos?", provò a chiedere, ma la voce non le uscì.

Si svestì ed entrò nella vasca; quando la sua pelle toccò l’acqua calda per la prima volta, si sentì rabbrividire, poi iniziò a sentire il calore che si diffondeva nel suo corpo e si rilassò. Come al solito zio Jesse aveva avuto ragione, aveva proprio bisogno di riscaldarsi.

Guardò il soffitto e il vapore acqueo che saliva, riempiendo la stanza. Ebbe un ultimo brivido e poi si sentì meglio, così si alzò, si avvolse in un ampio asciugamano e si diresse verso la sua camera.

In camera si vestì con un paio di jeans e un comodo maglione.

Qualcuno bussò alla porta e quando aprì zio Jesse entrò con una tazza di cioccolata bollente in mano, e si mise a sedere sul letto della nipote. Daisy lo guardò, sorridendo; era sempre così premuroso.

Sedette vicino allo zio, prese la tazza di cioccolata e la bevve tutta, grata per il suo aiuto.

Zio Jesse l’abbracciò, "Ti senti meglio, Daisy?".

Daisy annuì, "Come sta Enos?", ma nemmeno questa volta riuscì a dire niente.

Zio Jesse la fissò, leggendole nella mente, "Enos sta bene. Bo e Luke hanno telefonato al Dott. Appleby, raccontandogli tutto. Non può venire a causa della neve alta, ma ci ha spiegato cosa fare in queste situazioni. Verrà il prima possibile; nel frattempo ci stiamo prendendo cura di Enos. Vuoi darci una mano?".

Quando Daisy entrò in soggiorno seguita da zio Jesse, vide Enos disteso vicino al caminetto, avvolto in una coperta. Il giovane stava dormendo, così Daisy gli si sedette accanto e gli accarezzò i capelli. Notò che non era più freddo come prima, e le sue labbra non erano più blu. Emise un sospiro di sollievo.

"Cosa dobbiamo fare adesso?", chiese ai cugini.

Bo le si inginocchiò di fianco, mettendole un braccio intorno alle spalle. "Dobbiamo solo aspettare che si svegli. Il caminetto lo scalderà pian piano. Il dott. Appleby ci ha detto che è pericolo riscaldarlo troppo velocemente. Adesso raccontaci come è andata".

Daisy annuì e raccontò alla sua famiglia tutto quello che era successo; successivamente Bo, Luke e zio Jesse le dissero come li avevano trovati. Poi cadde il silenzio; ognuno stava riflettendo su quanto avessero rischiato quel giorno, ringraziando Dio di essere infine tutti alla fattoria, sani e salvi.

Daisy si rannicchiò sotto la coperta, vicino ad Enos, e si addormentò.

Quando poco dopo zio Jesse e i cugini li osservarono, ricordando come li avevano trovati abbracciati nel fienile, si resero conto che quei due appartenevano l’uno all’altra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Epilogo ***


storia

Epilogo

"Andiamo ragazzi. Aiutatemi a cucinare qualcosa per Enos e Daisy. Quando si sveglieranno saranno affamati". Così zio Jesse, Bo e Luke lasciarono da soli Enos e Daisy. Prima di uscire, zio Jesse guardò Daisy che dormiva abbracciata a Enos, "Prenditi cura di lui, Daisy, come lui si è preso cura di te nel fienile".

 

Enos stava camminando su un candido tappeto bianco fatto di neve. Tutto intorno a lui era silenzioso, e lui poteva udire lo scricchiolio della neve sotto i suoi passi e quelli di Daisy.

Lui aveva 16 anni e Daisy 13, e stavano camminando tenendosi per mano.

Come al solito stava riaccompagnando Daisy a casa.

Era sera, ma non stava più nevicando e il chiarore della luna illuminava la strada.

La settimana successiva sarebbe dovuto partire per l’Accademia di Polizia.

"Enos", Daisy si fermò.

Enos smise di camminare e si voltò verso di lei.

Daisy guardava per terra, "Ti mancherò quando sarai via?".

Enos le sorrise, arrossendo un pò, "Certo che mi mancherai".

Daisy continuava a guardare a terra.

"Hey, Dais", Enos la chiamò dolcemente.

Vide le lacrime di Daisy cadere a terra.

"Hey Dais", le disse dolcemente, "ti scriverò, così non ti mancherò troppo".

Lei annuì, sorridendo. Alzò la testa e lo baciò.

Era il primo bacio per entrambi.

In quel momento Enos capì che voleva sempre starle vicino.

Dopo il bacio si abbracciarono.

"Ti scriverò…. Lo prometto…. E ti chiamerò quando sarò via. Te lo prometto, Dais", le disse, pensando che tutto ciò che voleva in quel momento era la forza di proteggerla.

Lei lo guardò, sorridendo e arrossendo, "Quando tornerai, diventerò tua moglie".

Lui annuì, arrossendo.

 

Quando Daisy si svegliò, guardò Enos che dormiva ancora. Era normale che stesse ancora dormendo? Lo toccò e sentì che era caldo, quindi si rilassò.

Poco dopo Enos si stiracchiò, mormorando ancora nel sonno, "Mi mancherai, Dais".

Aprì lentamente gli occhi, domandandosi dove fosse. Non era né nel suo appartamento né nel fienile; a poco a poco riconobbe la fattoria dei Duke.

"Enos", lo chiamò Daisy, "finalmente ti sei svegliato"; si alzò correndo in cucina, "Bo, Luke, zio Jesse, si è svegliato".

In un attimo tutti erano in soggiorno intorno a lui, sorridenti. Bo e Luke gli diedero delle pacche sulle spalle, "Hey amico, come va? Ci hai messo paura".

Enos sorrise, "Penso di stare bene. Muovo e sento tutto, per cui penso sia un buon segno".

"E adesso, Enos, il mio cibo ti sveglierà di sicuro", disse zio Jesse sorridendo, "Andiamo ragazzi".

Zio Jesse, Bo e Luke tornarono in cucina, lasciando Enos solo con Daisy.

Daisy lo guardò, "Grazie. Mi hai salvato dal congelamento".

Enos scosse la testa, sorridendo timidamente, "Oh Dais. Sono vivo perché tu eri con me in quel fienile", poi guardò il fuoco, e Daisy non capì se era diventato rosso per il fuoco o per lei.

Daisy sorrise, sedendosi sul divano, e guardando verso di lui.

Stava pensando agli strani sogni che aveva fatto quel giorno, in particolare all’ultimo.

"Ho fatto un sogno", pensò.

Lui continuava a fissare il caminetto, pensieroso, "Io avevo 16 anni e lei 13…"

Lei distolse lo sguardo e fissò il tappeto, "Stavamo camminando su una strada rivestita completamente dalla neve".

Lui sospirò, "La luce della luna… una visione così luminosa… come lei".

Lei alzò nuovamente lo sguardo verso di lui, "Camminavamo su un tappeto di neve, sentendo solo lo scricchiolio sotto le nostre scarpe"

Lui si girò a guardarla, sorridendo, "Mi chiese di sposarla"

Lei rispose al sorriso, "gli chiesi di sposarmi".

Sentirono la voce di zio Jesse chiamarli dalla cucina, "Enos, Daisy, è pronto da mangiare"

Si alzarono entrambi, "Arriviamo".

Lui la guardò nuovamente, "Mi vorresti sposare anche adesso che sei una donna così bella, Dais?"

Lei gli prese la mano, e, sorridendo, entrarono in cucina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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