Amo solo le guerre

di anteraschan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La ragazza dai Ryuk grigi ***
Capitolo 2: *** Non mi torcerai un capello. ***
Capitolo 3: *** Una moneta d'oro. ***
Capitolo 4: *** Per stasera è già occupata ***
Capitolo 5: *** Siediti ***
Capitolo 6: *** Non vai da nessuna parte. ***
Capitolo 7: *** Brividi lungo la schiena ***
Capitolo 8: *** Non ti conviene ***
Capitolo 9: *** La Mano di Fatima ***
Capitolo 10: *** Ti insegno io. ***
Capitolo 11: *** Problemi. Molti problemi. ***
Capitolo 12: *** Il sogno ***
Capitolo 13: *** Sola ***
Capitolo 14: *** La vendetta ***
Capitolo 15: *** La Rabbia dei Puri ***
Capitolo 16: *** Annah ***
Capitolo 17: *** Vengo con te ***
Capitolo 18: *** Kouen ***
Capitolo 19: *** La Stanza ***
Capitolo 20: *** Judal e Kougyoku ***
Capitolo 21: *** Il duello tra due donne. ***
Capitolo 22: *** Scusami ***



Capitolo 1
*** La ragazza dai Ryuk grigi ***


Mi trovavo a Sindria, per ovvi motivi, ovvero tenere d'occhio Sinbad. Non mi piaceva affatto quell'uomo, anzi, lo odiavo, e morivo dalla voglia di distruggerlo. Comunque, stavo volteggiando qua e là per il cielo, ero anche piuttosto annoiato, perchè Sinbad non faceva niente di così speciale :  mangiava, parlava con i suoi 8 generali, con quell'odioso mocciosetto di Aladdin, che girava beatamente per la reggia insieme a quei suoi altrettanto insignificanti amici, Alibaba e Morgiana, molestava ragazze, e le solite cose che ormai per quell'immondo essere sono diventate quotidianetà. Concentrai la mia attenzione per le vie della città quindi. Mi cadde l'occhio su un quartiere povero, se così lo possiamo definire, e in mezzo alla polvere notai lei, i riccioli biondi mossi dal vento, il sole che le illuminava i grandi occhi azzurri, una ragazza apparentemente fragile, delicata, del tutto normale, l'avrei definita se non fosse che...attorno a lei svolazzavano tranquilli dei Ryuk grigi. Rimasi spaesato. Non avevo mai visto dei Ryuk del genere. Mi avvicinai lentamente , senza farmi vedere, e cercai di capire qualcosa di più. La ragazzina saltellava qua e là, felice, correva per le vie del quartiere con spensieratezza. A un certo punto cadde rotolando per terra, e fermandosi in una buffissima posizione e imprecando sottovoce. Non riuscii a trattenere una ristata,e fu allora che si girò verso di me. Balzò in piedi e si scosse i vestiti strappati imbarazzata. Era davvero impacciata. Poi però assunse un espressione seria, quasi sgomenta e sussurrò flebile - Ma...ma...tu...Vai via!- mi urlò in fine. Ci rimasi di sasso. Sembrava che avesse visto un mostro. - Ehi- risposi sgarbato - che ho che non va?- . - I tuoi Ryuk sono neri.- disse imperterrita. Che cosa? Le vedeva anche lei? Ma chi era questa ragazzina goffa e sudicia?


Continua....

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Capitolo 2
*** Non mi torcerai un capello. ***


Continuava a fissarmi. Mi dava sui nervi. E soprattuto, vedeva i miei ryukh? -Ragazzina, chi sei?-. Non ottenni risposta, i suoi occhi erano fissi sui miei. Persi la pazienza definitivamente. Con un balzo le caddi di fronte, e ebbi modo di squadrarla meglio : era pallidissima, il vento faceva volare le sue ciocche di ricci davanti agli occhi. Portava un vestito liso e sporco, ma notai che al collo aveva una collana, con un pendente di cristallo azzurro. Era più giovane di me, ma l'espressione del suo viso la faceva sembrare più vecchia. I secondi passavano interminabili, finchè lei alzò un braccio, con fare non curante e..mi dette uno schiaffò. Non ebbi il tempo di realizzare quello che aveva appena osato fare, che era già partita di corsa per le vie polverose del quartiere. -Puttana!- le urlai dietro, mi rimisi in volo e la cercai con gli occhi. Eccola! Dannata ragazzina, filava velocissima da un vicolo all'altro seguita dalla scia di ryukh grigi, si guardava dietro per assicurarsi di avermi seminato. Stupida, non è intelligente scherzare con il fuoco. Aspettai che finisse in una strada senza sfondo, e stavolta non me la feci scappare. Mi feci cadere dietro di lei. Davanti aveva un muro : era in trappola. Aveva palesemente capito che ero dietro di lei, irrigidì la schiena, ma continuò comunque a darmi le spalle. Prima che potessi pronunciare qualsiasi parola, disse - E così oggi ho avuto l'onore di conoscere il Magi Nero, Judal. Interessante ahahahah, ho sentito tanto parlare di te.- Rimasi sbigottito. -Fai silenzio. Chi sei brutta schifosa? Dovrei prenderti a calci solo perchè hai osato rivolgermi la parola, considerando che prima mi hai tirato uno schiaffo adesso potresti considerarti morta.- Continuò a ridere e a darmi le spalle. - No, non credo che lo farai, non mi torcerai un capello.-. - Ah si? Cosa te lo fa pensare? Non ho pietà per nessuno, nè tanto meno per un'arrogante pezzente come te.-. Finalmente girò la testa, sulla bocca aveva disegnato un sorrisetto beffardo, e aveva uno sguardo malizioso. -Me lo ho detto il Ryukh. E poi, sarebbe uno spreco di energie perdere tempo con una prostituta, dico bene Magi Nero?-

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Capitolo 3
*** Una moneta d'oro. ***


"Una prostituta?" pensai "Così giovane e già vende il suo corpo per soldi?". Era lì, beffarda, in attesa della mia risposta. Riordinai le idee velocemente. Conosceva il mio nome, sapeva chi ero, ma io di lei sapevo solo che era una ragazza di compagnia e che era seguita da quella nube di Ryukh. -Perdere tempo con te? Ho di meglio da fare. Però mi incuriosisci. Sembra che tu mi conosca, ma è la prima volta che ti vedo.- . Avevo attirato la sua attenzione, fece due passi verso di me. - Una moneta d'oro e potrai vedermi quante volte vorrai . Non mi interessa se sei un Magi, non faccio sconti a nessuno.- Rise. Era ovvio che con "vedersi" non intendeva certo fare una chiacchierata da amici. Ma finchè pago, direi che posso anche solo paarlare, alla fine lei non ci perderebbe niente. -Di sicuro non ho bisogno delle tue prestazioni. Voglio solo sapere chi sei.- -Non m'interessa che cosa vuoi, con una moneta d'oro ti porto anche in braccio fino al Palazzo Reale se lo desideri. Ma, ora come ora, non mi sogno neanche di dirti chi sono, nè tanto meno di portarti rispetto!- Fece una linguaccia, altri due passi verso di me, poi si rigirò di scatto verso il muro e spiccò un salto altissimo sorpassandolo. Questa volta non persi tempo a seguirla. Probabilmente ssarebbe scappata di nuovo, ma ora sapevo dove trovarla. Sarebbe bastato aspettare la notte, momento in cui quelle come lei si trovano per le vie dei quartieri malfamati.

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Capitolo 4
*** Per stasera è già occupata ***


Ripresi il mio volo, continuai annoiato a controllare ogni mossa di Sinbad per almeno 4 ore buone. Ero sopra al Palazzo, come tutte le sere stava per cominciare una festa organizzata dallo stupido Re, quando improvvisamente mi ricordai della ragazzina. Mi era completamente passata di mente. Ormai era quasi notte. Controllai nelle tasche, che erano miseramente vuote, ma ovviamente non fù difficile rubare tre monete a un ricco e grasso ospite di Sinbad. Non era permesso abbandonare la missione, ma non stava succedendo niente di diverso da tutti gli altri giorni, quindi una scappatella potevo anche farmela, tanto nessuno sarebbe mai venuto a saperlo. Oltrepassai il Palazzo e arrivai sopra il quartiere povero : c'erano molto locali aperti, luci e voci provenivano dall'interno, c'erano uomini ubriachi e donne seminude ai lati della strada, ma nessuna traccia della ragazzina bionda. Cercai per un altro po', e finalmente la individuai. Era in un vicolo inondato da luci, seduta su un divano insieme a altre due donne, e davanti a loro c'erano dei ricchi signori che le guardavano discutendo tra loro. Mi avvicinai. Il vesito logoro del nostro incontro era stato rimpiazzato da un reggiseno blu e da un pareo azzurro legato morbidamente in vita. Sul petto pallido risplendeva la collana azzurra, e il ryukh le svolazzava lentamente intorno. Riuscivo a senitire i discorsi tra gli uomini. Stavano contrattando con la donna più vecchia sul prezzo. -Su, bella signora, quanto dobbiamo pagare per avere la vostra compagnia?- La donna rispose annoiata. - Per me e per la mia amica bastano due monete d'argento, per la ragazzina ci vuole una moneta d'oro.-. I signori borbottarono tra loro. -Una moneta d'oro per una minorenne mi sembra un prezzo più che ragionevole. Per stasera vi occupiamo tutte e tre, belle signore.- Le due donne si alzarono compiaciute, segiute dalla ragazzina che però aveva lo sguardo completamente assente. Mi venne la nausea al sol pensiero di quei vecchi ricconi schifosi che abusavano di lei. Non persi tempo e balzai giù. -Fermi tutti, la ragazzina bionda è occupata per stasera.- Si girò sbigottita, la sua espressione faceva contrasto con quella infastidita dei tre signori.- Giovanotto, mettiti in fila, l'avrai tutta per te quando avremo finito noi.-. A questo punto parlò lei - Signori miei, sono terribilimente dispiaciuta, ma mi ero scordata che per stasera avevo già un cliente. Spero vivamente che riusciate a perdonare questa mia grave mancanza, ma quest'oggi non potrò essere in vostra compagnia, vi auguro una buona serata.- Comiciò a camminare verso di me, e notai che era infuriata. Mi prese per un braccio e sibilò a denti stretti -Spero che tu abbia del denaro, Magi Nero, perchè se mi hai fatto perdere un cliente inutilmente potrei spezzarti le braccia.-.

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Capitolo 5
*** Siediti ***


Era particolarmente arrabbiata, e si notava. Camminava, sempre tenendomi per un braccio, svoltò in un vicolo, apri una porta con un calcio e mi fece segno di entrare. -Sali le scale fino in cima, seconda stanza a destra, io arrivo tra un secondo.-. Detto questo tornò indietro a corsa e io cominciai a salire. Era buio, i gradini erano sporchi di terra e faceva anche abbastanza freddo. Poi intravidi una luce, e arrivai in un corridoio. Era illuminato, girai verso destra e entrai nella seconda stanza. Era spaziosa, una candela bruciava debolmente su un comodino, c'era un tappeto rosso in terra e tanti cuscini. L'attenzione mi cadde su un baule appoggiato al muro e mi avvicinai. Sul coperchio si intravedeva un incisione, probabilmente un nome, ormai resa illeggibile dal tempo. Cercai di aprirlo, accorgendomi che c'era un grande lucchetto ricoperto di ruggine; certo, non sarebbe stato un problema romperlo, ma ormai la ragazzina sarebbe arrivata a momenti. Infatti pochi istanti dopo eccotela arrivare, correndo come una furia, entrò nella stanza e chiuse la porta con una tale energia che si sentirono i cardini scricchiolare. Aveva il fiatone, rimase in piedi a fissarmi e ci fu un minuto di silenzio così imbarazzante che sembrava non finire mai. A un certo punto scosse i folti riccioli, si risistemò il pareo, e si schiarì la voce :-Allora, paghi o vuoi solo farmi perdere tempo?- . Sghignazzai. - Per chi mi hai preso, arrogante ragazzina?-. Sembrò tranquillizzarsi, e venne verso di me, tendendo il palmo -Bene. La mia moneta d'oro.-. Quel gesto mi fece veramente innervosire. Le detti uno schiaffo sulla mano. -Con chi credi di parlare? Prima di darti dei soldi voglio stabilire delle condizioni.-. Si portò la mano alla bocca e ridacchiò -Parla, Magi.- -Bene. Non ho intenzione di avere rapporti con te, voglio solo parlare. E stavolta non devi scappare, non devi girare intorno alle domande, devi rispondere e basta.-. Annuì, mi indicò i cuscini e mi fece cenno di sedermi. Le detti la tanto desiderata moneta d'oro, fece un sorrisone a trentadue denti, l'appoggiò sul comodino e si sedette di fronte a me. I Ryukh grigi invadevano una buona metà della stanza, i miei Ryukh Neri occupavano l'altra. Mi fissava interessata. Mi decisi a parlare.- Inanzitutto voglio sapere il tuo nome.- Sembrò scocciata da quella domanda. -Hai pagato per sapere come mi chiamo? Non è importante che tu mi chiami per nome.- -Ragazzina, rispondi e basta, non farmi perdere la pazienza.- sussurrò qualcosa adenti stretti. -Eh?- -Annah. Mi chiamo Annah.- sbuffò. -Nome inusuale da queste parti. Non sei di qui.- -Infatti.-. Stava rispondendo secca, si vedeva che di parlare proprio non ne aveva voglia. Non mi guardava neanche più, era troppo occupata a giocherellare con la cavigliera che aveva al piede. -Da dove vieni?-. Si bloccò, sembrò rimuginare sulla risposta.-Dal Nord.- -Precisamente da dove?- -Non lo so.- Non lo so? Era palese che mi stava prendendo in giro. E a me le prese in giro non sono mai piaciute. Schioccai le dita e feci spengere la candela, unica fonte di luce. Al buio i miei occhi rossi scintillavano, mi avvicinai a lei e le sussurrai -Stai scherzando con il fuoco. Non Farmi troppo arrabbiare, sai, ci metterei meno a farlo che a dirlo, ma nel giro di mezzo secondo potrei tagliarti la testa e appenderla fuori.- Trattenne il fiato. -Non ti sto prendendo in giro, non so veramente da dove provengo. Forse il Ryukh lo sa, ma personalmente non mi interessa e non ci tengo a scoprirlo. Sono sola al mondo, e un posto vale l'altro.-. Il mio interesse si accese ancora di più, parlava come se stesse sputando del veleno, aveva in corpo quella sana rabbia repressa che mi attirava come il miele attira le mosche. -Ahh ragazzina, è rabbia quella che sento? Non immagini quanto possa esserne felice AHAHAH- risi forte - ma ora veniamo alle cose importanti. Come sai chi sono io?-. Ci fu del silenzio - Il Ryukh mi ha detto chi sei.- Il Ryukh? Le parla? DI ME? -E cos'altro ti ha detto il Ryukh, Annah?-. I suoi occhi azzurri scintillarono nel buio. -Mi ha detto che sei un peccatore. E che vivi facendoti sfruttare da persone più potenti di te, mi ha detto che sei cattivo, che ti piace seminare il caos, ma dice anche che sei un debole, un sottomesso. Che mi dici, Judal, se nomino Al Thamen?- . Ormai non sentivo neanche più battere il cuore. Mi fischiavano le orecchie,avevo la nausea. -CHI SEI? MALEDETTA SCHIFOSA DIMMI CHI SEI!- le urlai. In un secondo l'ira ebbe il sopravvento, la presi per i polsi e la buttai contro il muro, facendole sbattere forte la testa. Non si aspettava una reazione del genere, infatti era ammutolita e mi guardava pietrificata. Ma non durò a lungo. -Mi hai fatto male!- si lamentò. Passò una mano dietro la testa, e quando la riportò davanti al viso la luna illuminò una macchia di sangue. Se la portò alla bocca e leccò dalle dita il liquido rosso come se niente fosse. Sul suo viso ora c'era un sorriso inquietante, quasi malato. -Peccato che tu non abbia speso i tuoi soldi in altro modo, sapessi quanto mi piacciono gli uomini violenti.- scoppiò in una grassa risata. Si stava letteralmente contorcendo dal ridere, si lascio cadere a terra e mi indicò il cuscino accanto a lei. -Calma i bollenti spiriti Magi. Nessuno può avere segreti con me, sono seguita da un Ryukh molto speciale...-si fermò-.. riesco a leggere nelle menti delle persone.-

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Capitolo 6
*** Non vai da nessuna parte. ***


Mi lasciò a bocca aperta. Una cosa del genere non era concepibile. Riusciva a vedere passare tutti i miei pensieri? -Magi, ti vedo disorientato.-. Effettivamente lo ero. Eccome se lo ero. -Tranquillo,-mi rassicurò- leggere la mente di una persona richiede uno sforzo fisico enorme, e non ho nessuna intenzione di sapere cosa passa in quella testa vuota al momento. Quello che sò , lo so semplicemente perchè me lo ha riferito il Ryukh.- -Bada a come parli.-. Un altro momento di silenzio. Non sapevo neanche più cosa chiederle, avevo troppe domande e allo stesso tempo non ne avevo neanche una. Mi venne in mente del baule e lo indicai :- Cosa c'è lì dentro?-. -Niente di cui tu ti debba interessare caro mio. Senti, non ho più nessuna voglia di parlare con te, sono anche offesa per come mi hai trattata prima, e visto che il tempo è denaro e questa si prospetta sicuramente una serata lucrosa, avrei da ricevere qualche altro cliente.- Si alzò in piedi, ma mentre stava varcando la porta ricordai di avere altre due monete d'oro in tasca. Gliene lanciai una. Come se avesse previsto quella mossa, si girò di scatto e la afferrò famelica. Non potevo farla andare via, ormai ero così incuriosito da essermi dimenticato dell'esistenza dello Stupido Re Sinbad. -Sentiamo la tua richiesta.- disse ad alta voce. -Portami rispetto e non usare più quel tono da insolente.-. emise una flebile risatina. -Bene, mio signore, se è quello che desidera sarà fatto. Ed ora che ho esaudito la sua richiesta chiedo il permesso di andare.-. Diavolo, se era furba. Avevo perso la mia occasione, ma a quel punto tirai fuori l'ultima moneta, tanto si trattava di denaro rubato. -Annah, tu stasera non andrai da nessuna parte.-. Il mio tono si era notevolmente incupito, e notai insieme al mio cambio di voce anche un cambio nell'atteggiamento di lei. Si fermò di scatto, come se fosse stata spaventata dalle mie parole, e si rigirò verso di me. -Cosa vuoi che faccia?- disse. Sentivo che non era più troppo sicura di se. Le mostrai la mia ultima moneta -La richiesta di prima è sempre valida, in più con questa ne ho un altra a mia scelta, no?-. Si morse il labbro con forza.- Non farmi perdere tempo e parla.-. -Avvicinati e stà zitta.- ringhiai. Si avvicinò, ma era sulla difensiva -Senti, dammi il mio denaro e fa la tua richiesta.-. Sghignazzai compiaciuto. -Certo, inizia a portarmi rispetto come ho richiesto prima, e comincia anche a toglierti i vestiti.-.

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Capitolo 7
*** Brividi lungo la schiena ***


-Volevi solo parlare eh?- sussurrò lei sorridendo. -C'è forse qualche problema?-chiesi con arroganza. -Ma figurati, è il mio lavoro. Nessun problema.-. Certo, disse così, ma nel buio della stanza, illuminata solo dalla luce della luna, notai quanto le tremavano le gambe. Rimasi seduto a guardarla mentre si spogliava : era bianca lattata, si slacciò il reggiseno e i miei occhi scoprirono un petto piccolo, in perfetta sintonia con il resto del corpo, slanciato e apparentemente fragile. Stava per togliere il pareo, ma le feci segno di aspettzre. Mi alzai in piedi e mi misi davanti a lei. I Suoi occhi cercavano disperatamente di non incrociare i miei per nessun motivo, una reazione quasi un po' infantile, guardava per aria, a destra, a sinistra, ma non voleva assolutamente guardarmi in faccia. La osservai meglio. La collana azzurra era l'unico colore su quella pelle lattata apparentemente immacolata, apparentemente perchè guardandola da vicino notai delle piccole cicatrici sul ventre. Mi misi dietro di lei e le osservai la schiena : c'erano due linee rosse, il sangue che gli era colato dalla testa per la botta di poco prima. Era ancora fresco. Mi sentii avvampare. Le appoggiai una mano su un fianco, sussultò : stava tremando ancor più di prima. Una cosa però mi lasciò stupito : era fredda come il ghiaccio. Serate passate in compagnia di prostitute non erano mai state inusuali per me, ma quella si prospettava essere diversa. All'improvviso si girò, mi prese la testa tra le mani e mi avvicinò al suo viso -Dopo stasera non devi cercarmi più, e non farmi pentire di averti incontrato, Magi Nero.- dopo aver sussurrato queste parole si scostò i riccioli dalla faccia e fece incontrare le nostre bocche. Velocemente feci scorrere le mani fino al pareo per scioglierlo, senza smettere di baciarla. Sentivo le sue mani congelate cingermi il collo, e un piacevole brivido mi attraversò la schiena. La presi per i fianchi, mi sedetti a terra, lei mi seguì, mi abbassò i pantaloni e si sedette su di me. Fu una cosa maginifica, un incastro perfetto, tra i gemiti di lei e la sensazione di profondo piacere che provavo, mi sembrava di stare in paradiso. Una moneta d'oro spesa bene. Anzi, mi correggo, in tutto quell'astuta ragazzina aveva guadagnato ben tre monete nel giro di due ore. La curiosità invece di affievolirsi cersceva ogni secondo di più, volevo saperne di più. Annah era senza dubbio la creatura più interessante e misteriosa che avessi mai incontrato, e a dire la verità mi incuteva quasi un po' timore. Sapeva tutto di me ma io di lei non sapevo praticamente niente. Mi convinsi del tutto che non avrei assolutamente dato ascolto alle sue parole, no e no, non mi sarei limitato a vederla quella sera per del sesso a pagamento e due chiacchiere costate un occhio della testa che non mi erano comunque servite a capire qualcosa in più su di lei. Dopo l'ennesimo orgasmo della serata ormai ci lasciammo cadere sdraiati dai lati opposti della stanza, i Ryukh che fino a poco fa erano diventati un'unica nube nera e grigia, andesso erano tornati a svolazzare intorno al legittimo proprietario. Il mio corpo era tutto un brivido, appena mi passò il fiatone mi voltai, e Annah dormiva, ma dormiva di brutto. Era il momento opportuno per aprire quel baule che tanto mi incuriosiva. Senza fare rumore mi avvicinai, ruppi il lucchetto senza produrre neanche un suono e sollevai il coperchio. Mi lascia scappare un "Eh?" di stupore senza volerlo. Era vuoto! Fottutamente vuoto. Sussultai quando una mano gelida mi toccò la spalla. -Stai cercando qualcosa , Judal?-

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Capitolo 8
*** Non ti conviene ***


Non era umana. No,no in quel momento poteva essere tutto, tranne che umana. Trattenni il respiro, era come se tutto intorno a me fosse fermo. Gli occhi poco prima azzurri come l'acqua, erano cerchiati di nero e l'iride era notevolmente più chiara. Aveva perso il poco colore che aveva sulle labbra, e quelle mani...c'era qualcosa che non andava assolutamente bene. La sua presa si stringeva sempre più forte, la spalla cominciava a farmi quasi male, eppure la sua espressione non cambiava : era completamente assente, vuota, ma nel contempo poteva essere arrabbiata, triste, felice, non saprei definirlo bene. Il mio cervello si riaccese, mi alzai di scatto, le scostai la mano violentemente - No, non stò cercando nulla in particolare.-. Silenzio, rimaneva in piedi a schiena dritta, braccia lungo i fianchi, e con la testa piegata di lato. -Non si dicono le bugie, bambino cattivo.- disse. La sua voce era cambiata, era melodica, acuta. Fece un'impercettibile risatina isterica. -Non ti conviene, Judal.- ora era di nuovo seria, piegò la testa in avanti, abbassandola. -Devi stare lontano da me. Non cercare di scoprire più niente. Meno sai...meglio sarà.-. Non riuscivo a capire. Improvvisamente, mi uscì spontaneo porle la prima domanda del nostro incontro -Chi sei?-. -Chi sono? Hai aperto il mio baule e ancora non sei riuscito a capirlo? Certo, tutto si spiega. Non sei riuscito a vedere tutto ciò che c'era dentro. Bene. Ti comunico che grazie alla tua curiosità, ora tutto il prezioso contenuto del mio baule si è sparpagliato in giro. Il problema è che questo contenuto si muove. Non si trova più nella stanza, non riesco a vederlo. Ed è una cosa grave, oh sisisi, è una cosa molto grave.-.Adesso sembrava preoccupata.-Che guaio! Lo sapevo che mi avresti portato solo danni. Vabbè pazienza, non si può stare a piangere sul latte versato.-camminò trascinando le gambe fino ad essermi davanti al viso, prese una delle monete d'oro e chiese -Testa o Croce, Magi Nero?-. ______________________________________________________________________________________________________ Spazio Autrice- Buonasera a tutti. Inanzitutto volevo scusarmi per aver mollato questa FF circa due anni fa. La buona volontà però è tornata, cercherò di essere molto attiva, e di trovare il tempo ,tra la scuola e i vari impegni, di scrivere. Mi sto affezionando molto ai miei personaggi, per Judal nutrivo già uno spiccato interesse, ma anche Annah mi affascina molto, a dir la verità sono molto "fiera di lei", è perfettamente coincidente a come l'avevo immaginata. Spero vivamente che la mia FF vi piaccia, ovviamente se avete da fare critiche costruttive non vi peritate certo a scrivermele sia in privato, sia in recensione. Ci tenevo anche a farvi sapere che sto ricevendo molte visualizzazioni e recensioni positive, il che mi rende felicissima e ancora più motivata! Detto questo vi mando un bacio e Buona lettura! -Anteraschan

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Capitolo 9
*** La Mano di Fatima ***


-Su cosa scommettiamo ragazzina?- chiesi. -Bhe semplice. Se vinci tu non succederà nulla, se vinco io..tu muori.- sorrise felice. Scoppiai in una fragorosa risata -Ahahah, ma lo sai con chi stai parlando? Io muoio? Sei ridicola, stai zitta idiota.- lei non si scosse minimamente e continuò a sorridere tranquilla -Va bene. Allora non ti dispiacerà se lancio la moneta. Scelgo Croce.-,-Direi che a me tocca Testa.- . Annuì e lanciò in aria la moneta, la riprese al volo stringendola in pugno, se la appoggiò sulla mano e la guardò perplessa. -Allora, ragazzina, qual'è il verdetto?-. Avevo appena finito di porre la domanda, quando vidi partire un calcio di una potenza micidiale, abbassai la testa proprio un attimo prima che frantumasse la parete di fianco a me. Ero allibito e, non l'avrei mai detto, avevo il cuore in gola. Non per la paura, non fraintendete eh, ma non me l'aspettavo. Non mi dette neanche un secondo per realizzare l'accaduto che ne partì un altro, che stavolta andò a vuoto. -Bhe, Magi Nero, mi dispiace, ma la fortuna oggi è dalla mia parte. Indovina un po' cosa ha deciso il destino?-. Ormai fuori stava sorgendo il sole, i miei occhi prima in difficoltà per il buio, stavano cominciando a vedere più nitidamente. Misi velocemente la mano nella mia sciarpa bianca... ma dove cazzo era la mia arma?! -Scusami, piccolino, stai forse cercando questa?-. No. Impossibile. La punta rossa scintillava da dietro la sua schiena. -Ridammela subito.- Scosse la testa. -Non credo proprio. Io non utilizzo armi quando combatto, se non per emergenze. Mi ritengo abbastanza forte per farti fuori senza utilizzare niente, fatta eccezione la magia. Che dici, ce la puoi fare senza il tuo prezioso bastoncino?-. Parlava beffarda, e sentivo la rabbia salire ancora di più.- Non è un bastoncino, e sicuramente non mi serve per sbarazzarmi di una puttanella che si fa pagare per essere scopata.-. Lo lanciò a terra, e fece due passi verso di me molto lentamente. Alzò una mano e rivolse il palmo verso di me. Le sue labbra si mossero in un impercettibile sussurro. -Dolore di Fatima-. E nella sua mano di aprì un occhio. Fu questione di secondi, e mi trovai a spaccare un muro con la schiena e successivamente in una pozza di sangue in mezzo alla polvere delle vie povere. Mi alzai immediatamente e stavolta ero più motivato che mai a dare una lezione per sempre a Annah.

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Capitolo 10
*** Ti insegno io. ***


Era sparita. Guardai tra le macerie del muro che avevo appena sfondato con la schiena, che ormai era gonfia, ferita e dolorante, ma di Annah neanche l'ombra. "Merda" pensai "conciato così non posso andare da nessuna parte. E se ora quella pazza torna? E poi la mia arma! L'ha rubata lei!". Ero immerso in questi pensieri, in più mi concentravo per cercare di non sentire dolore, e non mi accorsi che era dietro di me. Mi arrivò una botta fortissima tra la testa e il collo, che mi fece cadere in avanti e sputare sangue. -Eccoti fottuta puttana.- Mi girai con estrema fatica, la testa mi faceva malissimo, e lei era li, ridacchiava compiaciuta del suo lavoro. Stese un braccio , volse il palmo verso di me e ripetè -Dolore di Fatima.- . Ebbi il tempo di rotolare poco più in là, e quando mi voltai vidi un enorme buco nel selciato. "Questa mi ammazza.". La scena si ripetè per almeno altre due volte, sembrava che non avesse fretta di colpirmi, anzi, che si stesse divertendo a torturarmi in quel modo. "Ma che cazzo, io sono Judal, sacerdote dell'impero Kou, il Magi per eccellenza, ora basta.". Mi alzai in piedi ignorando completamente il mio stato fisico. Annah non se lo aspettava, sembrò come appena scossa da un precedente torpore. -Sei tenace, Magi Nero.-. Questa volta non le detti il tempo di fare niente. Il Ryukh Nero cominciò a vorticare intorno a me, sempre più veloce, il cielo si fece scuro e il vento cominciò a soffiare forte. -Ragazzina, hai fatto una cosa molto sbagliata. Ora ti insegno io come si sferra un attacco usando la magia.-. Alzai una mano al cielo ormai grigio, il Ryukh si spanse ovunque, e cominciai a attrarre fulmini verso di me. Mi sollevai in volo, e dall'alto vedevo Annah, in questo momento era pietrificata. Era rimasta ferma, con la bocca semiaperta, come in uno stato di trans. Ormai avevo riunito molti fulmini sopra di me, quando cominciò a tossire forte. Si porto una mano alla gola, quasi come se stesse soffocando, poi la tosse se ne andò, chiuse gli occhi e cadde in ginocchio. Ormai il mio attacco era completo, ma appena lo sferrai lei li riaprì, e erano cambiati. Erano tornati gli occhi della ragazzina che avevo visto camminare seminuda la sera prima, che mi aveva rubato tre monete d'oro e che mi mancava di rispetto in maniera insopportabile. Troppo tardi. Un boato. Il rumore di uno schianto. Una nube di fumo e macerie. Poi il silenzio.

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Capitolo 11
*** Problemi. Molti problemi. ***


"L'ho uccisa. L'ho uccisa senza dubbio!" pensavo disperatamente mentre mi precipitavo tra i cumoli di macerie. La polvere era alta e non si vedeva niente. Non saprei dire perchè, ma un istinto primordiale mi spingeva a sperare che fosse ancora viva, e in mezzo a quel fumo la cercavo senza neanche sbattere gli occhi. A un certo punto sentii un gemito strozzato -Brutto stronzo..ah!- . La individuai. Era stesa a pancia in giù, aveva il corpo interamente rigato di sangue e la pelle annerita, la gamba sinistra era contorta in una posizione del tutto innaturale e la testa era malamente girata verso di me. I riccioli biondi erano diventati un ammasso di polvere e sangue, e le ricadevano sul viso. -Mi hai fatto male, - sussurrò- non me lo meritavo.-. Una sensazione di sollievo mi invase tutto il corpo, ma il dolore tornò a farsi sentire improvvisamente e la vista cominciò a vacillare. Non ero messo molto meglio di lei. Mi riportarono con i piedi per terra delle voci, probabilmente di una folla che si stava avvicinando. "Un esplosione" "Avete sentito?" "C'è una nube di fumo!" "Andate a chiamare i Sette Generali, qui è successo qualcosa di grosso!". Cazzo! Tra pochi minuti saremmo stati in guai seri. Mi avvicinai a lei, vacillando terribilmente, probabilmente stavo per svenire. -Annah, dobbiamo spostarci di qui, tra non molto ci sarà un bel po' di gente. Ce la fai a alzarti?- strascicai queste ultime parole. Pure i muscoli della bocca si stavano irrigidendo. -Cretino, ti pare una domanda intelligente? Secondo te ce la faccio ad alzarmi? Pezzo di idiota.-. No, con quella gamba di certo non si poteva muovere da sola. La presi per un braccio e me lo misi attorno al collo. -Al mio tre ti tiro su. Uno, due e..- la sollevai, tra imprecazioni e grida di dolore da parte sua. Cominciai a zoppicare via di lì, muovevo un passo per volta molto lentamente e con immenso dolore. Annah era un peso morto attaccato al collo, e a ogni mio movimento urlava per il dolore. Avanzavamo troppo piano, sentivo le voci della folla che si stava avvicinando. Merda! Ero veramente nei casini fino al collo. Potevo mollarla lì e andare via. Certo quella era l'idea migliore. Mi ero appena sfilato il suo braccio da intorno al collo, quando sentii una voce, pultroppo molto familiare dietro di me. -Judal. Che cazzo hai combinato questa volta?!- Annah scivolò dalla mia presa e cadde a terra con un tonfo, senza imprecare perchè stavolta aveva perso i sensi del tutto. Mi girai, giusto il tempo per vedere l'espressione furiosa di Sinbad , poi tutto si face nero e caddi a terra insieme a lei.

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Capitolo 12
*** Il sogno ***


Un prato verde, alte montagne all'orizzonte e un piccolo villaggio. Il cielo sereno, e cominciai a camminare per le vie piccole e strette, c'era molta gente in giro. Era tutto molto offuscato, quando vidi una bambina: capelli ricci e biondi, occhioni azzurri, pelle pallida, giocava con due bambole insieme a un altra bambina, si assomigliavano moltissimo, probabilmente erano sorelle. Poi un lampo, e un secondo dopo c'erano soldati nel villaggio, le case avevano preso fuoco, il cielo era diventato nero, e la bambina bionda piangeva, le bambole erano a terra, insieme alla sorellina immobile. Cercai di avvicinarmi, la appena provai a sfiorarla la mano ci passò attraverso, e ci fù un altro lampo. Non ero più nel villaggio di prima, ora mi trovavo in una grande città, e c'era una carovana che stava commerciando schiavi . In una gabbia rividi la bambina, che ormai più tanto bambina non era, avrà avuto dodici anni al massimo. Il commerciante la stava vendendo a un nobile, un giovanotto col turbante, lunghi capelli neri e tanti soldi. Lampo. Adesso ero in una camera da letto, era notte, e il nobile stava stuprando la ragazzina , piena di lividi e con le lacrime che le colavano dal viso. Lampo. Eccotela appoggiata al muro di un giardino, sempre della stessa casa, sta volta era cresciuta, le forme stavano spuntando dal corpo infantile e i tratti del viso cominciavano a diventare da donna e finalmente la riconobbi. Teneva in mano un fiore bianco, e stava guardando la finestra in alto, dove il suo nobile padrone si stava divertendo con un altra ragazza, il suo volto trapelava tristezza dappertutto. Lampo. Un capezzale, qualcuno sul punto di morte, lei in ginocchio accanto al letto e poi.. "Judal svegliati." Aprii gli occhi improvvisamente. Avevo la vista offuscata, facevo fatica a tenere gli occhi aperti, infatti non tardò ad arrivarmi addosso una secchiata d'acqua fredda. Sinbad era in piedi davanti a me con un catino ormai vuoto in mano. Ero sdraiato su un letto, mi tirai su di soprassalto e feci per tirargli un pugno, ma notai con rabbia che le mie mani erano state legate con tre catene diverse. -Buongiorno fiorellino.- sghignazzò divertito. Era sempre sorridente, quello stupido Re. -Sinbad! Che cazzo vuoi tu da me?-.-Dimmelo te Judal. Sei qui da tre giorni, forse è giunto il momento che tu mi spieghi un paio di cose.-. Cominciai a girellare nervosamente per la stanza, quando vidi uno specchio appeso alla parete. Mi guardai : merda com'ero ridotto male. Il mio busto era interamente fasciato, avevo il resto del corpo pieno di graffi e lividi, un occhio gonfio e la mia treccia era tutta spettinata. -Vedo che non mi rispondi neanche, quindi parto con le domande. Inanzitutto, chi è quella biondina che è tanto arrabbiata con te e curiosa ovunque nel mio palazzo?-. -Sta bene?-. -Benissimo direi, anzi, era in condizioni molto peggiori delle tue quando l'ho fatta medicare, si è rotta una gamba, ma la ignora del tutto e cammina zoppicando. è una tipa parecchio tenace mi sembra. Come si chiama?-, -Se si sente così bene puoi chiederlo a lei.-. -Chiedermi cosa, brutto cretino?-. Annah era sul ciglio della porta, aveva una gamba completamente fasciata, anche lei era piena di lividi e graffi, si era raccolta i capelli in una coda, indossava un vestito bianco, e era visibilmente incazzata. -Aspetta che ti metta le mani addosso, schifoso che non sei altro!-. Partì verso di me come una furia , ma Sinbad la prese per un braccio e la trattenne. -Signorina, non ti fa bene agitarti così.-. Ma ormai sapevo a mie spese che l'educazione con Annah non funzionava. Infatti, come avevo previsto, girò la testa verso di lui, lo guardò con uno sguardo che sputava veleno e pronunciò scandendo bene -Levati dal cazzo tu. Chi sei? Non mi toccare.-. Sinbad rimase spiazzato, mentre io scoppiai in una fragorosa risata. -E TU NON RIDERE!- urlò. Era furiosa, ma mi divertivo troppo a vederla così. Sinbad, che si era appena ripreso dallo shock di aver ricevuto una tale risposta da una ragazza, prese la parola. -Signorina, forse non sà chi sono io.-. Annah era sempre più infastidita -No, non lo so, e non mi interessa saperlo.-. Risi di nuovo, era troppo bello vedere come fulminava Sinbad usando una semplice frase. La mia risata però probabilmente non le piacque, perchè in un secondo me la ritrovai addosso e cominciò a tirarmi i capelli. -Togliti puttanella, altrimenti finisco di disintegrarti.-. Annah si fermò improvvisamente. -Ah. Mi hai fatto tu questo quindi?- e si indicò la gamba. Diventò improvvisamente seria. -Non ti ricordi ragazzina?-. -Perchè l'hai fatto?- chiese. Le tremava la voce. Ero senza parole. Che diavolo, aveva sbatuto la testa? Aveva perso la memoria? No, impossibile. -Si, l'ho fatto io. E se non ti togli di dosso ti spezzo l'osso del collo, così mi libero di te una volta per tutte.-. Silenzio, indietreggiò di due passi. E all'improvviso fece una cosa che da lei non mi sarei mai aspettato. Strinse i pugni, abbassò la testa, e cominciò a singhiozzare.

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Capitolo 13
*** Sola ***


Annah si girò dandomi le spalle, e continuando a camminare a testa bassa detto uno spintone a Sinbad e uscì dalla stanza facendo sbattere la porta. Ci fu un minuto di silenzio molto imbarazzante. -Ma cosa diavolo le prende ora? Ma è bipolare?- dissi scocciato. Il re era molto perplesso -Ah, Judal, non solo hai distrutto tre case e una strada del paese, ma hai fatto anche piangere una donna. Dovresti vergognarti.- sospirò sconcertato. Zoppicando ignorai del tutto Sinbad che per l'ennesima volta nell'arco di dieci minuti non veniva preso in considerazione, e uscii dalla stanza a cercare Annah. -Judal dove stai andando?- mi urlò il re dalla stanza. -Non scappo pezzo di idiota, conciato così non ce la farei neanche a uscire dal palazzo.-. Controllai in tutte le stanze del palazzo ma sembrava essersi volatilizzata. Dopo tre ore di ricerche andate a vuoto, urlai arrabbiato - Ah si? Brutta puttanella col cazzo che continuo a cercarti e col cazzo che mi preoccuperò ancora per te, anzi, non mi preoccuperò mai più per niente e nessuno. Stupidi sentimenti umani, stupida ragazzina, stupido Sinbad e stupida Sindria, io domani parto e ritorno nell'impero Kou.-. Ero veramente fuori di me, cosa che non capitava mai, quindi salii su una delle torri a prendere una boccata d'aria. Feci i numerosi scalini imprecando e maledicendo il mondo dal dolore, arrivai incima, scostai le tende e insipirai a pieni polmoni. Dalla terrazza si vedeva tutta Sindria e il mare, dove il sole si stava tuffando per dare spazio alla luna. -Cosa ci fai qui?-. Mi girai, e non mi ero accorto che in un angolo c'era Annah seduta con le gambe strette al petto. -Niente. Ti stavo cercando.-. Nessuna risposta. -Perchè piangi?-. -E me lo chiedi, coglione?- sibilò con cattiveria lei. -Si, te lo sto chiedendo. Perchè o mi stai prendendo in giro, o hai veramente sbattuto la testa. Se eri arrabbiata perchè ci siamo scontrati, e come era scontato, le hai prese, perchè mi hai chiesto se ero stato io a romperti una gamba? Cioè, non ha senso.-. Finalente sollevò la testa, aveva le guancie umide e uno sguardo interrogativo. -Cosa? Ci siamo scontrati? Mi hai picchiata?-. -Ragazzina tu hai davvero qualche problema.-. Rimase in silenzio, poi si mise una mano sulla fronte. -No,non mi ricordo. Ma comunque sia non era per questo che ero arrabbiata.-. Cosa? Ma che problemi aveva? Non se lo ricordava?Effettivamente era spaesata, non sembrava affatto che stesse fingendo di non sapere nulla. -E per cosa eri arrabbiata?-. Rimise la testa tra le ginocchia e borbottò qualcosa che non riuscii a capire. Mi inginocchiai vicino a lei. -Parla più forte cretina, non ti sento.-. -....sola.-. -Mi stai facendo innervosire! Parla più forte perchè ti giuro che ti faccio scomparire dalla faccia della terra.-. Alzò il viso e senza guardarmi negli occhi disse con la voce che tremava -Ero arrabbiata perchè quando mi sono svegliata tu non c'eri. E pensavo che tu mi avessi lasciata sola.- riabbassò la testa e ricominciò a singhiozzare. La mente mi si annebbiò. Troppi pensieri insieme, che volavano veloci da una parte all'altra della mia testa. Poi finalmente realizzai quello che aveva detto,e mi misi a ridere. -Ahahahah, eri arrabbiata perchè pensavi di essere rimasta sola? Ahahahahah!-. Sentii lo spostamento d'aria sotto l'occhio, e subito dopo il sonoro rumore di uno schiaffo. -Non c'è nulla da ridere.- disse alzandosi in piedi - Non mi piace stare sola.-. Non potei trattenermi dal fare una battuta molto cattiva. -Ah, si spiega perchè ti prostituisci allora Ahahahahah, la compagnia degli uomini ti piace Ahahahah.-. Me ne pentii. Improvvisamente un brivido di freddo mi attraversò la schiena, forse perchè i suoi occhi azzurri come il ghiaccio mi fissavano con uno sgardo talmente colmo d'odio che era troppo anche per me. -Mi fai schifo, Judal. Mi fai veramente schifo.-. Si girò e andò via, lasciandomi addosso quella sensazione di freddo, ma anche tanti sensi di colpa. Avevo esagerato.

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Capitolo 14
*** La vendetta ***


Rimasi ancora un po' sulla terrazza, mi sentivo terribilmente in colpa. Eppure avevo fatto cose immaginabilmente peggiori e gravi, ma non saprei dire perchè, questa mi metteva veramente in difficoltà con me stesso. Ormai si era fatto buio, aveva anche una certa fame, tornai dentro il palazzo e andai verso le cucine. Con le mani legate sarebbe stato difficile rubare del cibo, quindi optai per rubare per prima come un enorme coltello, rompere le catene, e dopo ciò andare a prendere qualcosa da mettere sotto i denti. Per soddisfare qualche vizio presi anche del vino. C'era un gran trambusto nei giardini, il Re aveva dato inizio all'ennesimo festino, ma questa volta decisi di non intrufolarmi, mi sedetti su un davanzale e stetti a osservare. C'erano enormi tavoli imbanditi, musica, luci, colori, e anche moltissima gente. Sinbad come al solito era seduto su un tappeto colorato, accerchiato da numerosissima donne che lo riempivano di moine e di complimenti. Distolsi lo sguardo, e l'occhio mi cadde su una nuvola di Ryuck grigi. Sotto una cascata di riccioli biondi vidi il viso di Annah : si era fatta un bagno e si era cambiata d'abito, un vestito azzurro come il cielo che le arrivava sopra le ginocchia e lasciava scoperte le spalle. Però c'era qualcosa che non andava e non ci misi molto a capire di cosa si trattava : non aveva più neanche un graffio, non si intravedeva neanche l'ombra di un livido, e camminava perfettamente. Impossibile. Erano passati solo tre giorni, e io, il Magi più potente dei tutti i tempi ero ancora dolorante. Perchè lei sembrava stare benissimo? All'improvviso alzò la testa e i nostri sguardi si incrociarono. Mi aspettavo un dito medio alzato, o un altro brivido di freddo lungo la schiena. Ma niente di tutto questo. Alzò un sopracciglio, abbozzò un sorrisetto che esplodeva di cattiveria, si leccò le labbra e riprese a camminare, stavolta muovendo il bacino e incrociando leggermente le gambe a ogni passo, e si diresse verso Sinbad. "Figurati, mi ero immaginato che avesse lasciato correre. Spero vivamente di aver frainteso quello che sta per fare" pensai. E invece no, evidentemente non mi sbagliavo affatto. Il Re ci mise meno del previsto ad accorgersi della sua presenza. L'aveva vista tra la folla, e la seguiva con gli occhi. "Puttanella del cazzo!", saltai giù dal davanzale e atterrai dolorosamente vicino a un vaso, poco lontano dalle spalle di Sinbad. Mi misi in modo da non essere visto e continuai a guardare la scena. -Buonasera Re Sinbad.- disse con una voce fin troppo mielosa Annah. -Buonasera a te , signorina. Vedo che hai calmato i tuoi nervi eh?-. Le altre donne, che si sentivano ignorate, erano visibilmente infastidite dalla sua presenza. -Certo, anzi, sono venuta per scusarmi. Ho avuto un comportamento pessimo, volevo chiedere se magari Vostra Maestà..si insomma..potesse passarci sopra.-. Il Re sfoggiò un sorrisone a trentadue denti. -Abbiamo cominciato con il piede sbagliato io e te, Signorina. Vieni,- disse facendo segno alle donne di allontanarsi - siediti accanto a me. E non avere paura, gli uomini non sono tutti come Judal. Anzi, nessun uomo che si rispetti farebbe piangere una donna.- . Mannaggia la miseria, quello stupido avrebbe pagato anche questa. "Me ne ricorderò quando sarà il momento di pareggiare i conti in sospeso.". Intanto lei si era seduta vicino a lui, accavallando le gambe. -Insomma, Signorina, come ti chiami?- Si scostò i capelli dalla faccia, mettendo delicatamente una ciocca dietro all'orecchio, poi fece un sorriso fin troppo falso per i miei gusti. -Mi chiamo Annah, Vostra Maestà.- -Mi fai sentire vecchio, chiamami pure Sinbad. Annah è un nome inusuale da queste parti, lo sono pure i tuoi lineamenti. Perchè sei a Sindiria?-. Annah rimase in silenzio per qualche secondo, probabilmente si stava inventando una scusa sul momento. -Infatti, vengo dal Nord. Mi trovo a Sindria per lavoro, ho bisogno di soldi al momento, quindi mi sono allontanata da casa.-. Sinbad era più interessato alle sue cosce che ai suoi discorsi. -Ah capisco. Bhe, hai già un lavoro?-. Fece una risatina - Si, non so quanto possa essere nobile, ma ce l'ho già, purtroppo in questi tre giorni di pausa non ho potuto dedicarmi al lavoro, quindi devo rimettermi presto in pari.-. Ormai non avevo dubbi, sapevo benissimo dove voleva andare a parare con quella conversazione. Cosa credeva, che io potessi essere geloso? Buhahah, ma figuriamoci. Eppure però avevo una strana sensazione addosso. -Capisco, e dimmi, qual'è la tua professione?-. Annah alzò una gamba e la distese ai piedi di Sinbad. -Sono una prostituta, Vostra Maestà.-. Negli occhi del Re passò una scintilla. -Così giovane? Una tale bellezza sprecata così?- e intanto faceva avanzare la mano sul fianco di lei. Annah però in quel momento si accorse della mia presenza. Mi risuonò improvvisamente la sua voce in testa "Judal. Sono io. Sono nella tua testa vuota. Ci starò per poco, solo il tempo di informarti che per me puoi andare a farti fottere, e che visto che mi hai dato della puttana, ora ti mostrerò realmente cosa sono capace di fare. E con Re Sinbad, sai quante monete d'oro? Ho fatto male a innamorarmi, ma non c'è problema, stasera si aggiusterà tutto. Baci baci, stammi bene Coglione." . Non potevo rispondere, non sò come avesse fatto a entrarmi nella testa. Ma c'era una parola che continuava a rimbombare nella mia mente . "..innamortata". Avevo sicuramente sentito male. O forse no? Comunque sia, restava il fatto che c'era pure un altra parola che spiccava nei miei momentanei pensieri : "Sinbad".

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Capitolo 15
*** La Rabbia dei Puri ***


Sinbad approffittò il momento dei balli di gruppo per prendere per un braccio Annah e trascinarla dentro il palazzo. Mi misi a segurli silenziosamente. -Hai detto che ti mancano i soldi, no? E allora Signorina stasera lavorerai per me.- le sussurrò all'orecchio il Re. Annah fece una risatina e si fece trascinare fino ad una camera da letto. Mi fu chiusa la porta in faccia, quindi dovetti farmi anche un bel giro per arrivare alla finestra, e nel momento che mi misi a sbirciare, Sinbad era già seminudo sul letto, e lei era in piedi davanti a lui intenta a spogliarsi. Il cristallo azzurro risplendeva sul petto bianco. - Aspetti mio Re, voglio assicurarmi che la porta sia chiusa.- disse. Però quando si voltò di spalle fece solo finta di controllare la porta, ma stava armeggiando con qualcosa che si infilò frettolosamente in bocca. Si girò di nuovo, e camminando lentamente e facendo ondeggiare il bacino a ogni passo, fece alzare Sinbad dal letto e gli diede un bacio. Una scarica di adrenalina mi avvolse tutto il corpo. Sinbad intanto ricambiava appassionatamente e faceva passare le mani per tutto il suo corpo. L'impulso di entrare e di prenderli entrambi a calci in culo fu troppo forte, spaccai la finestra con un pugno e piombai dentro come una furia. Il Re sobbalzò, mentre Annah non si scosse minimamente, anzi, continuò a tenergli le braccia intorno al collo, si limitò solo a fissarmi. -Zoccola del cazzo! Mi fai propio schifo! E tu, brutto..-. -Stai zitto idiota.-mi disse freddissima- Zitto e aspetta.-. Sinbad intando stava in silenzio e oscillava tra le braccia di Annah, finchè non chiuse gli occhi e rigirò la testa all'indietro. A quel punto lei lo adagiò sul letto, corse a frugargli tra i vestiti, rubò una quantità stratosferica di monete, si rivestì e solo a qual punto si fermò. e si mise a ridermi in faccia. -Cosa gli hai fatto? L'hai ucciso?-. Continuò a ridere forte, sembrava quasi che avesse le convulsioni. -No, figurati AHAHAH, è solo veleno. "Sin" starà fuori gioco per un po' di tempo. Peccato, è un bellissimo uomo, a differenza tua, mi sarei divertita molto con lui!-. -Tappati la bocca idiota. E pretendo le tue scuse.- -Per che cosa mi dovrei scusare con te, Magi?-. Effettivamente non lo sapevo nemmeno io, ma mi sentivo così offeso da lei che pretendevo delle scuse immediate. -Ehi Judal, dimmi un po', non è che sei geloso di me?- disse sghignazzando. -Fai silenzio sporca ragazzina. Una pezzente come te non si dovrebbe neanche sognare di parlarmi così. E poi sei un po' arrogante e ti sopravvaluti.-. Si passò una mano tra i capelli, pensierosa e mi si avvicinò. -Si? Se sono così pezzente e schifosa non ti dispiacerà tirarmi uno schiaffo, vero? Ma non uno schiaffo normale, uno schiaffo dato con tutta la forza che hai in corpo.-. Si fermò in piedi davanti a me, testa alta e mi fissava, la bocca era tesa. Lo schiaffo partì veloce e forte, e Annah finì contro la parete di fianco a lei, sbattè la testa e cadde a terra, con la pancia rivolta verso il basso. Pochi secondi e si tirò su, aveva un pochino di sangue che le colava da una tempia, tornò davanti a me e disse - Dai, dimostrami che di me non ti interessa niente. Dammene un altro. E per favore, questa volta non trattenerti.- Esitai . Cazzo, se ne aveva di fegato. Partì il secondo schiaffo, Annah rifinì per la seconda volta contro la parete, però picchiandoci molto più forte di prima, tanto che cascarono piccoli pezzi di intonaco, e rifinì in terra con un tonfo. Stette giù per alcuni minuti, poi si inginocchio e si rialzò di nuovo e ritornò davanti a me. - Un altro. Più forte.- No, un altro? Ora il sangue le colava anche dalla bocca e la guancia sinistra cominciava a gonfiarsi visibilmente. -Che c'è, non ce la fai forse? Non sono una sporca ragazzina?- Le detti il terzo schiaffo, la scena si ripetè con un impatto contro il muro ancora più violento, anche stavolta cadde a terra, ma non si rialzò. Dopo dieci minuti che non si muoveva cominciai veramente a avere il cuore in gola e mi avvicinai velocemente. Feci per tirarla su, ma alzò un braccio e mi diede un colpo su una mano. -No!- borbottò. Lentamente e faticosamente si mise in ginocchio, e poi barcollando e appoggiandosi alla parete si mise in piedi. Aveva il fiatone. -Sembra che tu abbia visto un morto, Magi Nero.- si fermò per fare una risatina. -Dai, un altro.- . COSA? Ma era letteralmente impazzita? Era un tentativo di suicidio? Che cazzo le passava per la testa! -Mi pari ridotta un po' male. Non so se sarai in grado di reggerti con le tue gambe se te ne dò un altro.-. -Male? Il dolore fisico è quello che si sopporta meglio. Eppure tu dovresti saperlo, entrambi i tuoi genitori non ci sono più. Li hanno uccisi? Ohh. Dimmi, cosa si prova eh?- e rise. Il quarto schiffò la buttò dall'altra parte della stanza con una potenza assurda. La mano mi tremava. Mille pensieri mi attraversavano la mente, la rabbia si stava insinuando ovunque, quando sentii una voce flebile. -Fa più male il ricordo che ti ho fatto rivivere ora di tutti li schiaffi che ho preso, no? E quello è solo il tuo dolore. Magi Nero, io ho dentro di me tanto dolore, e il mio destino infame ha voluto che io mi dovessi prendere cura anche del dolore altrui. Colpiscimi quante volte vuoi, tanto mi rialzerò sempre, perchè questo non è niente, in confronto alla Rabbia dei Puri.- Si mise in ginocchio, con le braccia che si reggevano la pancia e cominciò a sputare del sangue in terra. A quel punto feci una cosa che mai mi sarei aspettato da me. Le andai in contro, mi misi in ginocchio insieme a lei, le presi la testa e la baciai.

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Capitolo 16
*** Annah ***


Ci fu un attimo di esitazione, ma ricambiò anche lei. Era strano. Molto strano. Infatti passarono pochi secondi e si staccò da me. -Andiamo via di qui. Non vorrei che arrivasse qualcuno.-. Si alzò e si avvicinò alla finestra. -Che fai, Judal, non vieni?-. Detto questo saltò di sotto. La seguii velocemente, era molto rapida e silenziosa, e nel giro di dieci minuti eravamo usciti dal castello e stavamo sfrecciando per le vie del villaggio. Entrammo in un vicolo, si fermò e da dietro la gonna tirò fuori la mia bacchetta. Allungai la mano per prenderla ma la sollevò in aria. -Calma. Devo prima decidere se te la meriti o no.- . -Hai voglia di scherzare spero. Quella è mia, mi aspetta di diritto stupida ragazzina arrogante.-. Mi faceva innervosire più di ogni altra cosa. Ridacchiò. -Non sto scherzando. E vedi di comportarti bene, ormai è notte, non puoi fare confusione, altrimenti sveglierai li abitanti.- disse sussurrando. -Idiota. Ridammela.- . -Dopo.-, aprì una porta e salì la scale fino ad arrivare al tetto piatto della casa, e si sedette in terra. L'aria era tiepida, non c'era vento e il cielo era pieno di stelle. Passarono interminabili minuti in cui rimanemmo in silenzio, l'unico suono era il lontano rumore di voci della festa al palazzo. Poi sentii un rumore metallico, e vide che mi aveva tirato la bacchetta ai piedi. La raccolsi, le detti un occhiata per controllare che fosse tutto apposto, e mi sedetti accanto a lei. Mi fissava. -Annah. Ora voglio saperlo. Chi sei?-. Sospirò, scosse la testa e alzò le spalle sorridendo. -Vuoi saperlo davvero?-. Feci cenno di si. -Bene Judal, allora mettiti comodo, perchè è una storia parecchio lunga.- Mi sdraiai su un fianco, appoggiando un gomito in terra e tenendo in alto la mano per sollevarmi la testa. Era bella per davvero. -Allora, non sò neanche da dove cominciare. Mi chiamo Annah, vengo dal lontano e freddo regno del Nord. Vivevo felice in un paesino con i miei genitori e mia sorella Ruth. Ricordo poco di quei momenti, ero molto piccola, ma in un giorno tutta la felicità e la gioia di vivere che avevo fu spazzata via. Il Nord fu invaso, il villaggio distrutto, le persone uccise, tra queste anche i miei genitori e...mia sorella. Stavamo litigando per una bambola, quando arrivarono i soldati. Era più grande di me e probabilemte si rendeva conto di quello che stava succedendo, mi ricordo che mi spinse verso delle casse e mi abbracciò. Rimanemmo in quella posizione per qualche minuto, finchè non cominciai a sentire un liquido caldo colarmi sulla pancia. Una freccia l'aveva trafitta nella schiena, e Ruth non c'era più. Piangevo forte, urlavo, mentre la bambola di inzuppava di pioggia e di sangue. Poi mi presero e andai a finire nelle mani di un commerciante di schiavi proveniente dal sud. Mi portò con se, e diventai un oggetto molto richiesto. Era raro da quelle parti trovare una bambina con la pelle, gli occhi e i capelli chiarissimi. Ne era consapevole e infatti non si faceva convincere da prezzi bassi, e rimasi con lui fino all'età di dodici anni. In quei tre anni passati nella carovana di schiavi conobbi una ragazza. Si chiamava Fatima. Ah, era bellissima, la invidiavo profondamente. Era più grande di me, non sorrideva mai e cercava di stare da sola, però notai che spesso mi fissava. Quando trovai il coraggio di parlarci diventammo subito amiche, come se ci fossimo conosciute da una vita, strano per due persone che non si sono neanche mai incontrate. Fatima aveva tante farfalline grigie che le svolazzavano intorno, e le vedevamo solo io e lei. Quando le chiesi che cosa fossero i suoi occhi dorati si riempirono di stupore. Non mi dette mai una spiegazione, finchè una notte..Fatima cominciò a non stare bene, tossiva forte e respirava male. Arrivò il commerciante, urlò scocciato che era merce sprecata, una ragazza che moriva così giovane era una seccatura e una perdita di soldi. La mise in una tenda e fermò la carovana per dormire. La notte la passai al suo capezzale, e da lì cominciai a diventare quello che sono ora. Fatima mi dette una grande incombenza : mi disse che per lei era arrivato il momento di passare il compito a me. Conoscevo la sofferenza, la paura, la tristezza, ma soprattutto conoscevo il Dolore. E da quel momento avrei avuto un doloroso compito, che solo in pochissimi possiamo svolgere. Da quel momento mi sarei preso carico della Rabbia dei Puri. In poche parole, la rabbia dei torti mai vendiacati. Mi disse che era essenziale che lo facessi, perchè una Rabbia così grande non avrebbe mai potuto trovarsi libera sulla terra, altrimenti guerre, distruzioni e caos segnerebbero la fine di questo mondo. Fatima morì nella notte, e io cominciai a sentire un dolore lancinante, ma non un dolore fisico. La mia anima faceva male. Pochi giorni dopo fui venduta a un ricco uomo. Era solo un bambino viziato e pieno di soldi e da me non voleva altro che sesso. Mi innamorai perdutamente. Facevo tutto quello che mi chiedeva di fare, ero completamente sottomessa a ogni suo volere, mi sarei uccisa per compiacerlo. Ma poi si stancò di me, scappai, e capii quanto stupido fosse l'amore, quanto stupido e fragile possa essere l'animo umano. Cominciarono ad apparire le farfalline grigie. Parlavano, non mi lasciavano mai sola, mi davano consigli e mi evitavano impicci, e la loro voce era quella di Fatima.- si fermò per sospirare. - Arrivai al punto di non poterne più di tutto quel peso che schiacciava la mia anima. Rinchiusi la mia rabbia nel baule che tu, brutto cretino, hai aperto, riducendo così la mia sofferenza. Adesso sarà da qualche parte a far scatenare una guerra magari, chissà. Da qui ho cominciato a pensare ai soldi e a prostituirmi, per farmi una nuova vita. Ma poi tu hai rovinato tutto. Fatima l'aveva detto che saresti arrivato. Ma ci sono cascata di nuovo.- si girò a guardarmi. -Mi sei piaciuto dal primo attimo che ti ho visto. La tua rabbia era più grande della mia. Molto di più, e non ti pesava affatto, anzi, pare che nemmeno te ne accorga.-. Mi sedetti e le misi una mano davanti alla bocca. -Zitta. Hai parlato fin troppo. Adesso tocca a me. Ti faccio una proposta : vieni con me, nell'impero Kou. Insieme distruggeremo Sindira, devasteremo la terra, prenderemo pieno possesso del mondo.-. -Cazzate.- e la voce non era più la sua.

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Capitolo 17
*** Vengo con te ***


-Fatima presumo.-. Annah roteò gli occhi al cielo, la sua espressione era diversa. -Presumi bene Magi Nero. Comunque, comincia a dimenticarti di portarla nell'impero Kou.-. -Sicuramente non lo deciderai tu.-. Si girò e mi mandò un'occhiataccia che sputava veleno. - Certo che lo deciderò io. Ha un altro compito. Annah è una ragazza molto triste e che ha sofferto tanto, ma è anche cattiva, molto cattiva. Ha ricevuto un enorme incombenza, e non lascerò che dopo sei lunghi anni che ho sprecato per controllarla e per stargli accanto, tu me la porti via. Non perderà la strada della luce.-. Feci una smorfietta divertita, per poi scoppiare in una fragorosa risata -Ahahahah io non te la porto da nessuna parte, mi avrebbe fatto comodo avere appresso una puttanella del genere, sai, per svoltare un po' le serate.-. Stavolta pure lei si mise a ridere. -Quanto sei ottuso. E falso.-e la voce cambiò di nuovo- E aggiungerei idiota, perfido, stupido, inutile essere. E Fatima, per favore, stà zitta.-. Annah era tornata di nuovo. Mi afferrò il fondo della mia lunga treccia e prese a attorcigliarsi i miei capelli neri attorno alle dita. La lasciai fare, era sovrappensiero, poi improvvisamente mi sentii strattonare la testa. Improvvisamente mi ritrovati col la zucca appoggiata sulle sue gambe e si mise a scompigliarmi la frangia. -Smettila. Sei fastidiosa.-. -Mmh. Sentimi bene, Judal, ho un presentimento sempre più forte...-. -Parla.-. Avvicinò la sua faccia alla mia. -Non è che ti sei un po' innamorato di me?- sussurrò. -Pazza,- anche la mia voce era un flebile bisbiglio - io amo solo le guerre.-. Mi dette un bacio. Il secondo della serata, e pensare che il primo era partito da me. La sicurezza della frase pronunciata prima cominiava a vacillare. Ovviamente non era amore, no, ma una certa attrazione per quell'esserino c'era, devo ammetterlo. Percepivo la rabbia dentro di lei, la rabbia e una sana dose di angoscia e malizia. Il tutto mi attirava come una mosca al miele. Senza contare che c'era anche quella immenza tristezza che ci faceva assomigliare così tanto. La notte finì come finì la prima che passai insieme a lei, un intreccio di corpi che si muovevano con una morbida sincronia. -Quando partiamo?- disse a un certo punto lei. -Per dove?-. -Per l'impero Kou. Ho deciso, vengo con te.-

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Capitolo 18
*** Kouen ***


Eravamo partiti prestissimo, alle prime luci dell'alba. Annah dormiva tranquilla sul tappeto volante, che sfrecciava veloce nel cielo. Intanto cercavo di pensare a una scusa logica da rifilare a Hakuryuu per aver abbandonato la missione di osservazione di Sinbad. Però certo, gli stavo portando una pericolosa e feroce arma da guerra umana, poteva ritenersi contento. Istruendo Annah alla battaglia e facendola diventare nostra fedele compagna il nostro progetto di conquista sarebbe senza dubbio stato più veloce e facile. Tre persone sterminano meglio di due. Mi scappò una risata, perchè guardandola ora poteva sembrare tutto tranne che spietata e violenta. Era accasciata su un fianco, aveva tirato le ginocchia verso il petto, aveva le mani sotto la testa e dormiva di brutto, con la bocca socchiusa e parlicchiando nel sonno. Rimase in quella buffa posizione per almeno altre tre ore, finchè non mi accorsi che ormai mancava poco. Mi girai e le tirai un calcio su una coscia. -Ahhhh. Che cazzo vuoi?- biascicò infastidita. -Alzati e cerca di darti una sistemata. Il sole è già alto e siamo quasi arrivati. Non puoi farti vedere in queste condizioni : tralasciando il fatto che sei poco vestita, ma quei capelli arruffati e la bava alla bocca NO.-. Mi fissò in cagnesco, poi si passò una mano tra i capelli e comincò a sistemarsi. -32 monete d'oro. Cazzo, pensavo di averne guadagnate di più durante la mia permanenza.-. Era molto arrabbiata, e continuava a contare i soldi che aveva in tasca con ostinazione. -Non è che contandoli per più volte si moltiplicheranno, quindi mettiti l'animo in pace.-. Li rimise a posto, incrociò le braccia e fece un'espressione seria. -Ascoltami bene,ragazzina -le dissi a un certo punto - , l'impero Kou non è Sindria. Qui dovrai tenere un certo tipo di comportamento, altrimenti avrei presto appuntamento con la morte. Ci sono delle regole, farai bene a seguirle. Kouen è molto intransigente su queste cose, e non sfidare la sua pazienza, non vorrei dover raccogliere le tue ossa. Mi servi intera.- . Scoppiò in una grossa risata. -Come scusa? E chi cazzo è questo? Nessuno getterà mai le mie ossa a terra, al massimo è degno di baciarmi il culo.-. Mi misi una mano alla faccia e chiusi gli occhi scuotendo la testa. Cominciava male e non avevo una bella sensazione. - è il primo principe dell'impero, brutta deficente . Stai al tuo posto. Kouen è la massima autorità qui.-. -Si come no. Divertente.-, sorrise e si sdraiò di nuovo, guardando il cielo. Lo sapevo. Mi avrebbe sicuramente portanto una marea di guai, quella stupida puttanella impertinente. Finalmente arrivammo a destinazione. Il pareo azzurro di Annah era mosso dal vento, così come i suoi riccioli biondi. Sembrava felice di trovarsi lì. -Ehy Judal, secondo te quanto riuscirò a guadagnare in questo posto?-. -Se ti azzardi a prostituirti a palazzo ti strangolo con le mie stesse mani.- Detto questo aprii l'immenso portone rosso delle mura, e entrai, con Annah che mi camminava accanto a testa alta. Le gurdie si inchinavano al mio passaggio, cosa che rese stupita Annah -Cosa? Perchè si inchinano?-. -Dovresti farlo anche tu. Hai accanto il Sacerdote dell'Impero Kou.-. Sghignazzò terribilmente e la guardai malissimo. -Ricomponiti. Stiamo per entrare nella sala dove si trova attualmente Kouen per chiedergli udienza. Non ti azzardare a aprire bocca se non sei interpellata, e soprattutto, comportati bene.-. Mi mandò uno sguaro malizioso e annuì, ma non mi sembrava molto convinta. Arrivammo davanti al portone. -Bene. Da qui tappati la bocca e cammina dietro di me.-. Le guardie aprirono, e camminai lungo la navata che portava direttamente davanti al trono. Arrivato a pochi passi da questo mi fermai, guardai Kouen negli occhi, e mi inginocchiai, come fecero del resto tutti i soldati che occupavano la stanza. Se non fosse che...guardai dietro di me con la coda dell'occhio e Annah era IN PIEDI, oltretutto con le BRACCIA INCROCIATE e guardava con espressione tranquilla e annoiata Kouen. -Sacerdote, vedo che sei tornato e che hai portato qualcuno con te.- disse il principe, -Qualcuno che sicuramente non è stato informato a dovere riguardo a chi sono IO.-. Avvampai. Kouen e Annah si stavano mandando degli sguardi di sfida molto evidenti. Che cazzo combinava quella cretina. Girai leggermente la testa. -Annah. Inchinati. Ora.- bisbigliai a denti stretti. Quella mi ignorò completamente. -Allora Judal, non mi presenti questa impertinente ragazzina che oggi ha deciso di sfidare la sorte?-. Disse incrociando le mani sotto al mento. Mi alzai e dissi scandendo bene le parole - Principe Kouen, questa è una ragazza che ho incontrato durante il mio viaggio di perlustrazione delle zone nemiche. L'ho condotta fin qui perchè ho ritenuto potesse diventare parte integrante del nostro esercito. è una combattente valida.-. Kouen abbozzò un sorrisetto divertito. -Ah si? Così gracilina e delicata? Sicuramente dato il suo comportamento attuale , il coraggio non le manca. Ma, sempre che tu sia d'accordo, Sacerdote, vorrei accertarmi di persona che sia una valida combattente.-. Non feci in tempo a aprire bocca, perchè Annah mi precedette. -Inanzitutto, con tutto il rispetto, non mi chiamo "ragazzina" ma Annah. E poi, se vuole combattere deve chiedere l'autorizzazione a me, e non al bamboccio qui presente. Comunque sia, accetto la vostra richiesta. Cercherò di non farle troppo male, Principe.- . Kouen era basito. -Judal, ti fai parlare così? Molto bene, ragazzina, però non ci andrò piano, le persone impertinenti non mi sono mai piaciute.-

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Capitolo 19
*** La Stanza ***


-Direi che possiamo iniziare subito. Judal, prendi la tua "simpatica" ospite e seguimi.- . Kouen si alzò, fece cenno alle guardie di non seguirlo e si mise a camminare nei corridoi del palazzo . Si fermò davanti a un portone d'acciaio. -Wow Re Kouen, allora fa sul serio. Non avevo idea che volesse veramente..- -Fa silenzio. Ragazzina, questo è il luogo dove tu ed io ci scontreremo. Nessuno avrà modo di vedere o sentire quello che accade qua dentro, quindi saluta ora il tuo compagno e preparati alla battaglia.-. Annah sembrava spaesata. Kouen riteneva opportuno usare quella stanza solo quando si trattava di scegliere persone per le cariche più importanti nell'esercito solitamente, per testare le abilità da combattente. Peccato, mi sarebbe piacuto assistere. -Frena cocco! Perchè io dovrei entrare lì dentro da sola con te? E poi, un duello in una stanza? Vuoi fare una partita a carte per caso? Non prendermi in giro, non ho tempo da perdere.-disse stizzita. Kouen la fulminò con lo sguardo. -Ti avverto che la mia pazienza ha un limite. Comunque, non è una semplice stanza, ma se hai paura, puoi sempre ritirarti. Ho cose più importanti da fare, per me non è un problema se rinunci.-. Annah rise fragorosamente - AHAHAH, figurati se ho paura. Avanti, apri questa dannata porta e preparati a farti tanto ma tanto male, cocco.-. Kouen sospirò scocciato. -Judal, scegli tu se rimanere ad aspettare o no, se hai qualcosa di meglio da fare va pure. Io entro a insegnare l'educazione a questa impertinente ragazzina.-. Detto questo aprì le ante della porta, il corridoio fu invaso da una forte luce bianca che svanì insieme a Annah e a Kouen appena questa si richiuse. Mi sedetti a terra e mi misi a arricciolare il fondo della mia treccia, immerso in pensieri futili. Quando comincia a sentire una vocina acuta in lontananza -Judaaaal!-. Vidi arrivare una massa di capelli rosa e stoffe che correva verso di me. -Ciao, Kougyoku.- dissi annoiato. Aveva il fiatone, si fermò e si inginocchiò vicino a me. -Sei tornato finalmente. Sai, era strano non averti qui a palazzo..- disse arrossendo un po'. - Mmh si? Tu dici?-. Annuì abbassando la testa. -Hai scoperto qualcosa di interessante a Sindria?-. -No nulla di che..-poi mi venne in mente che certo che avevo scoperto qualcosa di interessante, anzi più che interessante dovrei dire scocciante -..Ah si, ho conosciuto una persona, che in questo momento è nella stanza con tuo fratello Kouen.-. Mi guardò perplessa -Con Kouen? Allora dev'essere un soldato! Dimmi, che tipo è?-. -Scocciante, vuole aver sempre ragione, manca di rispetto, non conosce la benchè minima ombra dell'educazione..-. -Ohhh un cattivo ragazzo. è bello?- chiese speranzosa. -Ahahaha , principessina hai frainteso. Non è un uomo, ma è una ragazza.-. Kougyoku si rabbuiò improvvisamente, spinse le spalle al muro e si fece piccola piccola. E poi si mise a borbottare -Ah, mmh, capisco...una ragazza..e l'hai portata qui..mi piacerebbe incontrarla..-. Non fece in tempo a finire la frase che la porta si spalancò con un tonfo, invadendo il corridoio di fumo e di un forte odore di bruciato. Apparse Kouen, con i vestiti strappati, il viso insanguinato ma con un espressione perfettamente impassibile, l'arma in una mano e sotto l'altro braccio penzolava Annah. Rimasi a bocca aperta, così come lo era Kougyoku -Fratello..-sussurrò. Kouen fece cenno di stare zitta e rivolse il suo sguardo a me -L'avevo sottovalutata. Non male, mi ha messo cos' alle strette che ho dovuto utilizzare il Djin. Dopodichè non ci è voluto molto per metterla fuori gioco, solo un po' di forza bruta. Comunque i miei complimenti alla signorina impertinente.-. Annah alzò la testa che penzolava di qui e di là -Ahhh eddai Re Kouen, mi metta giù, ce la faccio a reggermi sulle mie gambe. E poi mi sono già scusata con lei per averle mancato di rispetto.- . -COSA? Si è scusata? Ho sentito bene?- Chiesi sconvolto. -Esattamente, si è scusata. Bene, per oggi abbiamo finito, poi vorrei parlare con te senza dover usare le mani Annah. Ti farò comunicare quando da qualcuno.- la mise a terra e se ne andò. Kougyoku era impietrita. Annah barcollava di qui e di la, era sporca di sangue praticamente ovunque e era piena di lividi. -Te lo avevo detto che Kouen non è come Re Sinbad,razza di idiota. Comunque, Annah, ti presento Kougyoku.- Annah alzò gli occhi e li puntò sulla principessa che rimase intimidita dal suo sguardo. Si dettero la mano, e appena la stretta si chiuse Annah spalancò gli occhi e ridacchiò. -Ah, è così eh? Tranquilla, non c'è il benchè minimo interesse da parte mia.- Kougyoku rimase basita -Ma come..ho pensato a voce alta?-. Continuò a ridere -No, ma ho capito lo stesso. Bene principessa, temo che non ci sarà una grande amicizia fra noi, ma è un piacere averti conosciuta.-. Dopodichè rigirò la testa all'indietro e cadde a terra svenuta.

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Capitolo 20
*** Judal e Kougyoku ***


Avevo portato Annah in una stanza del palazzo, l'avevo messa in un letto, sotto le coperte, e lei si era messa a dormire profondamente. Mi sedetti fuori, davanti alla porta, quando tornò Kogyoku. Sembrava che avesse un morto ai piedi, tanto era triste. -Ehi, principessina, cosa c'è?-. Il mio interessamento le fece illuminare gli occhi. Venne vicino a me e si mise a piagniucolare - Sono molto triste , Judal. Ecco io..lei..insomma, perchè l'hai portata qui?- Era visibilemte turbata da qualcosa, ma non riuscivo assolutamente a capire cosa. -Kougyoku, hai da dirmi qualcosa per caso? Non ti vedo tranquilla.-. Spalancò gli occhioni lucidi e mi guardò preoccupata -Si! Cioè no! è solo che quella Annah non mi piace per niente. è molto strana, maleducata e poi..ha dato troppa confidenza a mio fratello...-e quest'ultima parte la disse sussurrando -..e a te.-. Abbassò lo sguardo e nascose la mani nelle enormi maniche del kimono, portandosele alla bocca. -Ehi, dimmi un po' principessina, non sarai mica gelosa?-. Arrossì terribilmente e nascose la testa senza rispondere. -Wow non sapevo fosse così. Annah comunque è una troietta impertinente, l'ho portata con me solo perchè è forte ed è un buon passatempo per la notte. Non posso certo paragonarla a un fiore come te.- le presi il mento con due dita e le avvicinai la testa alla mia. -Tuo fratello mi ucciderà se lo verrà a sapere.-. La baciai, e lei ricambiò subito, mettendomi le mani tra i capelli. Era divertente assaporare la bocca della principessa, inseperta e inviolata, ma cominciai a divertirmi un po' meno quando sentii una presenza alle spalle. Socchiusi un occhio, che spalancai un attimo dopo quando mi accorsi che la porta era aperta e Annah era in piedi dietro di noi. Bianca. Con la bocca semiaperta. E tremava. Mi staccai subito da Kougyoku, che non capì fino a che non la vide anche lei, e indietreggiò velocemente, portandosi le mani alla bocca e lasciandosi scappare un urletto sommesso di paura. Annah fissava il punto in cui un attimo prima io e la principessa ci stavamo baciando, senza dire o fare nulla, non sbatteva nemmeno le palpebre e pareva non respirare nemmeno. Poi improvvisamente sembrò come risvegliarsi, mi guardò inespressiva per un attimo e poi richiuse la porta con uno schianto che fece tremare la parete. Quello sguardo era come quello che mi dette sulla terrazza a Sindria. Mi fece rabbrividire. Kougyoku era letteralmente nel panico - Oh no! Ci ha visti? E ora? Se va a dirlo a Kouen? Mi uccide, lo so, e poi sembrava arrabbiata, cioè mi faceva tanta paura, te l'avevo detto che è strana. E poi, che faccio io? Passo per una poco di buono! E cosa avrà sentito di quello che avevi detto? Forse ci è rimasta male! E...-. -Stà zitta un attimo!- le urlai. -Zitta. Vado a parlare con quella stupida, voglio vederci chiaro. e sarà bene che non dica nulla a Kouen, mi farebbe passare dei guai.-. Certo che mi farebbe passare dei guai! La sua sorellina inviolabile beccata nelle braccia del sacerdote dell'impero. Mi avrebbe staccato la testa a calci. -Stai buona qua fuori. Anzi, è meglio se ti allontani.-. Bussai ma non ottenni risposta. Riprovai, e nulla. Dopo la decima volta , stufo, aprii la porta lo stesso con una spallata. Annah era seduta sul letto, con gli occhi di un altro colore. -Fatima?-. -Annah non vuole parlare con te mi dispiace. Gliel'avevo detto io. Quando una persona abituata ad essere cattiva e spietata conosce i sentimenti va sempre a finire male. Forse è meglio se ce ne andiamo. Questa qui sta cominciando a fare pensieri strani.-. Parlava scocciata. -Smettila, mi stai facendo perdere tempo. Voglio parlare con Annah, non con te.-. -Come vuoi. Uomo avvisato mezzo salvato. Ci vediamo, testa di cazzo.-. Rigirò la testa all'indietro, fu scossa da un fremito e gli occhi tornarono normali. -Annah?-. Girò la testa di scatto e mi fissò fredda. - No, io sono la troietta impertinente. O sono il passatempo per la notte? Bho non so decidere, scegli tu.-. -Hai sentito?-. - Si?-. -Lo dirai a Kouen?-. Chiuse gli occhi e si morse forte il labbro. -Ah, è di questo che ti preoccupi? Ti preoccupi di salvare il tuo culo? Ovvio, ovvio. Bene, se ti può far sentire meglio no. Non glielo dirò.-. sospirai con sollievo. - Bene, grazie. Ah, scusa eh. Dai, ci vediamo.-. Feci per girarmi quando mi vidi passare a un pelo dalla testa un vaso di coccio che andò a frantumarsi nel muro. -NO!- urlò - NON CI VEDIAMO. NON VOGLIO PIU VEDERE LA TUA FACCIA DI MERDA PER IL RESTO DELLA MIA VITA. LEVATI DAL CAZZO E NON TORNARE.- le ultime parole le urlò singhiozzando. Ero così scioccato da una reazione del genere che andai fuori da quella stanza più veloce della luce. Stetti per i fatti miei tutta la giornata, senza cercare nessuno e rimuginando sul perchè di quella reazione esagerata. La sera , passata l'ora di cena, decisi di riaffrontarla per chiarire. non la trovai nella sua stanza. Cominciai a cercarla per il palazzo. Invano, un'ora buttata al vento. Ma dove si era cacciata? Sennonchè non mi assalì un dubbio atroce, che dovevo confermare in tutti i modi. Arrivai di corsa agli alloggi reali, e i mei sospetti si fondarono dopo aver sbirciato del foro della serratura della stanza di Kouen.

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Capitolo 21
*** Il duello tra due donne. ***


Ero letteralmente disgustato. Non poteva aver veramente fatto una cosa simile! Kouen poi non è neanche un uomo che si perde in simili vizi, ma a questo giro la tentazione doveva aver preso il sopravvento. Solo che quella scena mi era rimasta impressa nella mente, ma così tanto che non ero riuscito a chiudere occhio. La mattina dopo infatti avevo gli occhi gonfi e stavo in piedi per miracolo, dal sonno che avevo. Incrociai Annah che camminava per il porticato del giardino. Sembrava fresca e riposata, doveva aver appena finito di farsi un bagno, e in mano teneva una tazza fumante di tè. Appena mi vide si rabbuiò. -Buongiorno Judal.- disse secca. Senza ricambiare il buongiorno, andai subito al sodo -Dove cazzo eri ieri sera?-. Annah abbozzò un sorrisetto. -Dovevo prendermi una rivincita...sai il duello non è andato molto bene, ma questa volta ho vinto io.- . In quel momento passò Kouen, Annah accavallò le gambe e lo guardò maliziosa, lui ebbe un leggero sussulto, ma non si scosse troppo, fece un cenno col capo e continuò a camminare. -Ascoltami bene, se hai intenzione di farti scopare da tutto l'impero dimmelo subito, perchè ti riporto a Sindria all'istante.-. Mi guardò malissimo e non mi rispose. -Allora, fra poco dovrebbe arrivare Hakuryuu, dobbiamo parlare di un po' di cose.-. -Ah, strano, pensavo che tu dovessi aspettare Kogyoku.- sibilò a denti stretti. E si sà, quando si parla del diavolo...eccotela arrivare di corsa, con un sorrisone stampato in faccia che mi si getta addosso e mi stringe un braccio. Sembrava non essersi minimamente accorta della presenza di Annah. Ma fece presto a farsi notare. Vidi gli occhi azzurri spalancarsi, per poi chiudersi in due fessure un attimo dopo. -Giù. Le. Mani. Puttanella.- disse scandendo ogni parola. Kougyoku si fermò di scatto e si fermò a osservare Annah. -Come mi hai chiamata?- disse poi, con un misto di stupore e rabbia. -PUTTANELLA. Che c'è, non ci senti bene? Staccati subito prima che ti spacchi le braccia.-. La principessa cominciò a tremare e diventò rossa di rabbia. Mi mollò e mise una mano vicino alla testa, pronta ad afferrare lo spillone. -Annah! Scusati con Kougyoku immediatamente. è una principessa, non puoi mancarle di rispetto così. Stai esagerando.- . -Certo. Difendi lei eh? Wow allora è vero amore. Una Principessa puttana e un sacerdote idiota. Non è esattamente una bella immagine, ma chissà, forse potrebbe funzionare.-. Aveva appena innescato una bomba, una bomba con tanti capelli rosa che non tardò a tirare uno schiaffo a Annah. Ecco, ora le bombe erano diventate due, e ero quasi certo di sapere quale sarebbe stata la prima a esplodere. -Oh. Dimmi che non l'hai fatto davvero.- disse Annah ridacchiando e scuotendo la testa. -Si, l'ho fatto per davvero. E se vuoi dare della troia a qualcuno, carina, la prima in lista sei tu. Credi che non lo sappia nessuno che stanotte ti sei scopata mio fratello?- . -Ohh la metti su questo piano eh. Quanto pensi che mi ci voglia a dire a Kouen cosa hai fatto ieri?-. Kougyoku le tirò un altro schiaffo. Era il momento di levarsi di torno, perchè la Principessa sarebbe stata disintegrata in meno di cinque minuti come del resto buona parte del palazzo. -Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ragazzina. Sei morta!- urlando queste parole, Annah le spedì un pugno diretto alla bocca dello stomaco scaraventandola contro una parete, che si crepò. Kougyoku portò la mano allo spillone che in pochi istanti si trasformò in una potente arma, e finì di completare l'equipaggiamento Djin in altrettanto tempo -Vinea!- urlò rialzandosi in piedi. Lo sapevo. Io lo sapevo. Ma si sà, un combattimento tra donne poteva rivelarsi esilarante, non avevo nessuna intenzione di intervenire. -Ah si? Addirittura vuoi utilizzare il tuo Djin? Wowow mi sento onorata, e più motivata a disintegrarti.- . -Vedremo chi disintegrerà chi. Vinea!- alzò l'arma al cielo, e formò un gigantesco vortice d'acqua che non tardò a lanciare dritto addosso a Annah, che fu buttata a terra con violenza. Si rialzò subito, aprì il palmo della mano e lo puntò sulla Principessa. L'occhio di Fatima si aprì. -Dolore di Fatima.-. ci fù un lampo e un attimo dopo Kougyoku era a terra. Annah la prese per i capelli e la alzò di peso. -Combatti stronza. Ora ti insegno io!- e le dette una forte ginocchiata nello stomaco. La ragazza tossì sangue, ma poi riuscì ad afferrare lo spillone ormai diventato spada e cercò di colpire l'altra con la lama. Annah si ritrasse mollando i capelli rosa e saltando poco più indietro. -Annah, ora smettila.- le dissi io. Lei si girò a guardarmi, e Kougyoku sfruttò questo momento di distrazione per spedire Annah contro una colonna, che venne regolarmente sfondata, grazie a un getto d'acqua. Annah finì in una siepe del giardino, e fra i cocci della colonna e le foglie e i rametti che le erano rimaste attaccate ai capelli si rimise in piedi - Basta giocare.- . Aprì il palmo della mano, dopodichè aprì anche l'altro, e li mise uno vicino all'altro. I due occhi aperti sui palmi divennero rossi . -Rabbia dei puri! E con questo, muori puttana!-. Non so spiegare cosa successe, ma tutto fu invaso da una luce così forte che non si riusciva a vedere nulla. Quando l'immagine comincò a tornare vivida, dove un attimo prima si trovava Kougyoku , non era rimasto che qualche brandello di muro. Attraverso quell'enorme buco appena fatto nell'enorme edificio, si riuscivano a vedere le mura del palazzo, anch'esse bucate. Mi voltai a guardare Annah, che si era messa le mani sulle ginocchia e ansiamava, e poco più in là c'era Hakuryuu con in braccio Kougyoku, sana e salva.

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Capitolo 22
*** Scusami ***


-Ehy Judal, è questo il motivo per cui sei rientrato prima?- chiese Hakuryuu. Annuii annoiato, quel duello mi stava divertendo. Ma le mie aspettative tornarono alte quando Annah si rese conto che il principe le aveva levato dalle mani il suo bersaglio. Schizzò per aria come una molla e inferocita si rivolse a Hakuryuu . -Ascolta bene, tu che cazzo c'entri? Metti a terra la puttana che dobbiamo finire un discorsetto.-. Il principe la squadrò dall'alto in basso. -Hakuryuu mollami. Abbiamo un conto in sospeso, io e la sgualdrina bionda.- gracchiò Kougyoku. -Eddai Hakuryuu, pure io mi stavo divertendo.- dissi io ridendo. -Cosa sta succedendo qui, razza di imbecilli?!?-. Kouen era tornato in giardino, probabilmente aveva sentito il boato provocato dal crollo di mezze mura del palazzo. Prevedevo guai. Hakuryuu voltò la testa di scatto e sbiancò, Kougyoku ripose l'equipaggiamento Djin e si coprì la bocca con le maniche del kimono, e Annah si bloccò proprio mentre stava per cominciare a correre verso i due fratelli. Si sentiva la paura alleggiare nell'aria, e per una volta ero tranquillo, consapevole di non aver combinato niente. -CHI CAZZO é STATO?- urlò indicando rabbiosamente il buco nel muro. Le dita dei fratelli entrambi terrorizzati dall'ira di Kouen andarono subito ad indicare Annah, che rispose con un sorrisino nervoso. Fu incenerita con lo sguardo. Era la prima volta che la vedevo intimorita di fronte a un uomo. -Levati quel sorrisetto idiota dalla faccia!- Annah chiuse la bocca di scatto e cominciò impercettibilmente a tremare. -Dai, Kouen, non l'ho fatto intenzionalemte..io..-. -Fa silenzio! E sparisci dalla mia vista.-. Annah si morse forte il labbro, si girò e scappò correndo. -Judal,-disse Kouen rivolto a me - tieni a bada la ragazza perchè se mi capita sotto tiro a breve potrei non rispondere delle mie azioni. Quanto a te, Kougyoku, non pensare di non essere coinvolta in questa storia, ma faremo i conti dopo. Hakuryuu, spero che tu ti sia trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. E ora, fuori dai piedi. Tutti.- La velocità in cui ci volatilizzammo fu impressionante. Cavolo, Kouen faceva paura quando si arrabbiava. Tornai nella mia stanza, mi buttai sul letto e mi addormentai in fretta. Fui svegliato per il bussare lieve sulla porta. Appena la aprii, Annah si precipitò nella stanza e mi si buttò addosso, cingendomi la vita con le braccia e appoggiando la sua testa sul mio petto, e cominciò a piagniucolare. Rimasi spiazzato. -Annah? Stai bene?-. E tra i singhiozzi e le lacrime sentii dire chiaramente -Scusami.-. Ora si che non sapevo cosa fare. Nel dubbio la strinsi anche io, ma ero molto titubante. Poteva essere un qualche tipo di scherzo stupido. Però più rimanevo in quella posizione , meno mi sembrava che stesse scherzando. Annah stava piangendo davvero, era venuta a cercarmi davvero, e cosa ancor più sconvolgente aveva chiesto scusa. Le appoggiai una mano sulla testa. -Oh, Annah, ma cos'è successo? A cosa è dovuta tutta questa disperazione? E scusa per cosa?-. Nessuna risposta, ma altri singhiozzi. -Razza di idiota, mi fai venire il mal di testa se continui così, smetti di piangere e dimmi cosa c'è.-. finalmente si camò un pochino e allentò la presa. La presi per una mano e la feci sedere sul letto. Aveva gli occhi gonfi e lucidi, e sembravano ancora più grandi. -Hai da dirmi qualcosa? Che hai combinato?-. -Troppe ne ho combinate. Devo scusarmi per forza, anche se scusarmi mi fa rivoltare lo stomaco, il che mischiato alla tristezza, alla rabbia e all'imbarazzo mi fa quest'effetto.-. -Ti ascolto.-. Abbassò lo sguardo. - Vediamo,non so da dove cominciare. Ho distrutto mezzo palazzo, ho cercato di uccidere la putt..ehm, la principessa, Kouen è arrabbiato con me, in più mi sento in colpa, perchè con te non mi sono mai comportata bene.- Ero incredulo -Ah, meno male te ne sei resa conto da sola.-. -STAI ZITTO e lasciami finire. Allora, veniamo al dunque. Devo scusarmi con te per averti mancato di rispetto, per averti attaccato, per averti causato un sacco di guai da quando mi hai incontrata e perchè..e perchè si, insomma, hai capito. Accetti le mie scuse?-. E la risposta uscì più che naturale. -No.-. -Cosa? Perchè no?- -Perchè c'è qualcos altro che vuoi dirmi, e finchè non ti uscirà di bocca, non accetto proprio niente.-. Si morse il labbro. -Si effettivamente c'è dell'altro.- -Cosa?- -Ti piace Kougyoku, vero?- disse scandendo ogni parola. -Bhe, me la scoperei volentieri, è belloccia, ma Kouen non avrebbe a piacere che profanassi la sua sorelina.- Non rispose più, chiuse gli occhi e il labbro cominciò a sanguinare dalla forza che metteva nel morderlo. -C'è qualche problema Annha?- -No figurati.- disse fredda. -Ripeto, c'è qualche problema?- -SI! Ci sono molti problemi! Tra cui in primis, il fatto che l'hai baciata, in secondo luogo, il fatto che ti si sia appiccicata addosso, terzo che tu l'abbia difesa. -. Ahi ahi, ora cominciavano a essere chiare un paio di cose,e alcuni dubbi fin ora irrisolti si stavamo confermando alla velocità della luce. Annah improvvisamente si alzò di scatto e si incamminò a lunghi passi verso la porta. La presi per i polsi e la bloccai al muro, stringendo la presa talmente forte che la sollevai da terra. Si dimenava, ma non come sapeva dimenarsi veramente, no, altrimenti sarebbe già stata libera, si dimenava in modo che io potessi trattenerla comunque. Lo trovai molto infantile, ma anche stuzzicante. -Smettila. E sta zitta, brontoli un po' troppo per i miei gusti.-. -Lasciami. Non ho altro tempo da sprecare. Devo andare da Kouen a scusarmi.- -Ti scusi un po' troppo ultimamente, perdi tutto il tuo fascino.-. Arrossì terribilmente e si zittì. Rimanemmo in quella posizione per un altro po', finchè le staccai i polsi dal muro e me li misi intorno al collo. -E ora, ragazzina, vediamo di pareggiarlo noi, il nostro conto in sospeso.-

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