Stand up for what you believe.

di TrisWeasley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Characters. ***
Capitolo 2: *** Prologo. ***
Capitolo 3: *** Thanks, Black Veil Brides. ***
Capitolo 4: *** My first friends. ***
Capitolo 5: *** I'm trapped. ***
Capitolo 6: *** A new home. ***
Capitolo 7: *** Drunk. ***
Capitolo 8: *** My stupid brother. ***
Capitolo 9: *** My heart is going to brust. ***
Capitolo 10: *** Goodbye new old home! ***
Capitolo 11: *** Alexus and Harmony. ***
Capitolo 12: *** Hi, Josh. ***
Capitolo 13: *** Can I go to the concert, mom? ***
Capitolo 14: *** Ready? ***
Capitolo 15: *** Oh, no! What I did! ***
Capitolo 16: *** New love or just an hobby? ***
Capitolo 17: *** Yes, sorry I was only...tired. ***



Capitolo 1
*** Characters. ***


Robin.

  

Black Veil Brides. - Andy, Jinxx, Ashley, Christian, Jake.



Alexus.



Harmony.



Josh.

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Capitolo 2
*** Prologo. ***


Era un triste giorno di autunno come tutti gli altri. Dalla finestra di camera mia scorgevo la pioggia che scendeva sempre più veloce, sfiorando il suolo. Ero stufa di stare in casa. Sempre in casa. 
Per i miei genitori avere "solo" diciassette anni era troppo presto per uscire da sola. Non che non uscissi mai, qualche volta riuscivo a uscire. Ma le volte in cui uscivo in un mese si contavano sulla dita di una mano. La maggior parte del tempo la passavo a leggere, a scrivere poesie o ad ascoltare musica. 
I miei genitori erano dei perfettini. Mia mamma era professoressa di italiano e mio padre passava la maggior parte del tempo a girare di città in città. Avevo anche due fratelli. Due fratelli pestiferi. Elizabeth era la cocca della mamma, aveva dieci anni. Era molto intelligente e diligente, proprio come sua madre. Ben aveva otto anni e vedevo anche lui meno, dato che restava sempre insieme a mio padre. 
Loro volevano che fossi diligente, educata e studiosa, ma non conoscevano la vera ME. Nascondevo soltanto una maschera. Come facevo a non farmi scoprire? Semplice, mi sfogavo con la musica. L'unica via di uscita in quella vita grigia. Appena ero da sola in casa, mettevo le cuffiette e ascoltavo metal. Metal io? La figlia perfetta della famiglia perfettina? Oh sì. 




Angolo scrittrice: 
Hello people :3 Io sono bea >///< , amo i black veil brides (se non si era capito XD) e la musica metal :) spero che questa storia vi piaccia! Accetto il parere di tutti, anche se non positivo e sopratutto i consigli <3 Questo era soltanto il prologo, ecco perchè è così corto TT-TT prometto di fare i capitoli moolto più lunghi :3  Ci vediamo alla prossima <3

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Capitolo 3
*** Thanks, Black Veil Brides. ***


Quel giorno non avevo voglia di leggere. Mi era stufata. Non potevo nemmeno leggere un horror. Mi bruciavano gli occhi dalla troppa merda di finta poesia che avevo letto fino a quel momento. La poesia dev'essere spontanea, deve esprimere sentimenti veri. Non potevo nemmeno ascoltare della musica, mia mamma era in casa. Tanto valeva provare a chiederle se potevo uscire. 
Uscii dalla mia camera e con aria innocente percorri il corridoio fino alla cucina.

"Mamma..."
"Dimmi, Robin."
"Posso uscire? Ho già fatto tutti i compiti fino alla prossima settimana e ho finito il mio libro. Mi annoio!"
"Va bene dai, per questa volta te lo concedo. Ma alle sei devi essere qua a casa. E già che ci sei, fai un salto a comprarmi la farina, che è finita."
"Okay, farò un salto al supermarket. Vado a cambiarmi."


Entrai in camera mia. Le conversazioni con mia mamma erano sempre così..serie. Mai un 'ti voglio bene', mai un abbraccio o un gesto di affetto. Però ero troppo felice! Finalmente potevo uscire da quella galera di finte poesie e finta diligenza! Niente più regole! Avrei potuto fare quello che volevo! Essere chi ero! Ok, basta Robin. Era il momento di calmarsi. Ero meglio che mi vestissi prima che la professoressa avesse cambiato idea. 
Dall'armadio presi dei jeans skinny e una t-shirt semplice. Pettinai i miei (sempre arruffati) capelli. 
Non avevo mai capito di che colore erano. Erano tipo...castani ma leggermente ramati. Boh. Mi sembrava strano perchè mia mamma e mia sorella erano biondissime, riccissime e con degli occhioni azzurri da cerbiatte. Non avrei potuto nascere come loro? No. Capelli molli come spaghetti di un colore indefinito e occhi verdi - marroni. Bene. Invece il mio corpo non era male, ero abbastanza magra ed ero alta 1.65. Un po' nana, sì. 
Presi la mia borsa a tracolla e ci misi il portafoglio e il cellulare dentro. 
Sicuramente mia mamma mi avrebbe chiamata quattrocento volte. Faceva finta di preoccuparsi per me, ma in realtà era soltanto egoismo. Non voleva avere una brutta reputazione. Piuttosto avrebbe rovinato la mia vita, anzi, lo stava già facendo.
Uscii di casa e andai in centro a piedi. Per fortuna aveva smesso di piovere, avevo dimenticato l'ombrello. Entrai nel supermarket. Presi la farina. Comprai anche delle caramelle e perchè no, anche delle sigarette. Uscii. Aprii il pacchetto. Buttai l'involucro in terra. Mi portai la sigaretta alla bocca, ma non feci in tempo ad accenderla che iniziò a piovere. Sempre più forte. Corsi a ripararmi da qualche parte, solo che non avevo di amici e non sapevo da chi andare. Poi lo vidi. Un bar, finalmente. Entrai senza pensarci due volte, anche se avrei dovuto perchè ero bagnata fradicia e avevo il trucco tutto sbavato. Spinsi la porta. Il bar era triste, non c'era nessuno. Era tutto buio. Mica stava chiudendo?

"Ehilà..è aperto il bar?"

Nessuna risposta. Mi avvicinai. In lontananza vidi un piccolo palco. Vidi movimento. Allora c'era qualcuno. All'improvviso si accese una luce. C'erano dei ragazzi su quel palco. Sembrava una band. Iniziarono a suonare la mia musica. Sembravano tutti giovani e con poca esperienza, ma già bravi. Avevano un loro stile. Finita la canzone, scesero dal palco e finalmente notarono che non erano da soli. E credo mi avessero notata perchè, oltre ad aver fatto il lago sul pavimento (a causa dei vestiti bagnati), iniziavo a tremare dal freddo.

"Hey tu! Chi sei?" 

Chiese il batterista.
Non riuscivo a parlare. Avevo troppo freddo. Di questo passo avrei di certo preso un'influenza. 

"Poverina è bagnata fradicia..prendetele una coperta mentre io le faccio qualcosa di caldo da bere!"

Erano molto gentili. All'apparenza non sembrava. Erano tutti truccati di nero, vestiti di nero, capelli lunghi neri. Una perfettina sarebbe scappata, ma non io. L'apparenza non contava per me. Arrivò il cantante con un tazzone di tè caldo e il resto del gruppo con una coperta. Mi fecero sedere su un divano. Certo che quel posto era davvero tetro. Erano tutto buio e pieno di polvere. Sembrava una casa di una vecchia morta trent'anni fa e usato poi come "bar". Accesero quel piccolo camino che a causa del buio nemmeno notai. Diedi un sorso al mio tè.

"Allora...chi sei?"
"Ash non chiederglielo così bruscamente!"
"...piacere, noi siamo i Black Veil Brides!"
Ingurgitai quel sorso di tè e cercai di dire qualcosa.
"Io...io.. sono Robin...scusate se vi ho disturbato..è che fuori pioveva forte e..."
"E' tutto ok!"


Disse il cantante. Finalmente grazie a quella poca luce del camino riuscii a vedere le loro facce. Il vocalist mi aveva sorriso. Cavolo, aveva un sorriso stupendo. Credetti di essermi incantata da dieci minuti a guardarlo, ma per fortuna era solo la mia immaginazione e l'avevo guardato solo per pochi secondi.

"Io sono Andy. E loro sono Ashley, CC, Jake e Jinxx."
"Oh, cavolo! Sono quasi le sei! Mia mamma mi uccide se arrivo a casa tardi!"
"Aspetta, quanti anni hai? Hai ancora un coprifuoco?"
"17 e sì, la mia famiglia è quella che voi definireste "secchiona", "noiosa" o "perfettina". E lo so perchè lo dico anche io."


Mi squillò il cellulare. Cazzo, era mia mamma.

"Sentite ragazzi, io devo andare. Grazie per l'accoglienza, vi ricambierò, promesso."

Uscii dalla catapecchia correndo come una dannata. Avevo regalato a loro le sigarette e le caramelle perchè i miei mi avrebbero uccisa. Già solo a vedere le caramelle. "Non sono verdura, non sono frutta. Ingrasserei!" Mancava un minuto alle sei e suonai al campanello di casa. Avevo il fiatone, però almeno ero puntuale. 
Mentre entrai in camera pensai. Chissà se li avrei mai rivisti. Chissà se sarei riuscita a ricambiare il favore. Chissà se sarei riuscita a rivedere quel sorriso.


Spazio autrice: 
Heilàà!! E' venuto lungo questo capitolo! Scusate, ho la fantasia a mille :3 Miraccomando, recensitemi dicendo cosa ne pensate! Baci <3

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Capitolo 4
*** My first friends. ***


Erano le dieci e stavo cazzeggiando con il pc di nascosto. Andai su facebook. Mi chiamavo con un nome diverso per non farmi scoprire. Cercai 'Black Veil Brides' nella barra della ricerca. Così, per curiosità. '126 Mi piace'. Non male. Misi 'mi piace'. Chiusi il pc e delicatamente lo posai dietro al letto. Dopo tre secondi mi addormentai.
La sveglia suonò alle 7.00. Ancora addormentata, aprii un'occhio. Pioveva ancora. Mi stiracchiai. Avevo la bava alla bocca, i capelli spettinati e un po' di trucco sbavato. Sembravo uno zombie. Entrai nella doccia. Il tepore dell'acqua calda mi svegliò un po'. Uscii e mi asciugai. Avevo i capelli gocciolanti. Li pettinai con cura e li asciugai cercando di non fare troppo rumore con il phon. Presi dei pantaloni scuri e una felpona per tenermi bene al caldo. Raccolsi la criniera in una coda alta. Andai in cucina e mi preparai due uova strapazzate e un po' di bacon. Quando finii, presi l'ombrello e corsi a scuola. 
La mia scuola faceva schifo. Ero costretta ad essere la secchiona e non potevo essere amica degli altri. Ero sola. In più mi avevano preso di mira. Ero una perfettina per loro. Se solo avessero saputo chi ero veramente.
Percorsi il corridoio. 

"Wee secchiona! Mi fai copiare i compiti?"
"Mhh..sì..."


Le sei ore di scuola passarono velocemente e finalmente potei uscire da quel manicomio. 
Decisi di fare un giro dal negozio di dischi. 
Era vecchio, non ci andava quasi più nessuno. Però a me piaceva, trovavo sempre cd che non avevo o che era difficile trovare. Mi sarebbe piaciuto lavorare là. Magari quando avrei finito la scuola ci avrei fatto un pensierino, anche se i miei avrebbero voluto che facessi la professoressa o la scrittrice di letteratura. 
Entrai dentro. C'era sempre una campanella che segnalava quando una persona entrava o usciva. C'erano molti scaffali pieni di cd. Cercai il mio genere...eccolo. Con gli occhi scorsi ogni cd fino a quando notai l'ultimo album degli Ac/dc. Allungai la mano per prenderlo, ma un'altra mano toccò lo stesso cd a tempo a me. Alzai lo sguardo. Scorsi un gigante dagli occhi azzurri e con un sorriso a trentadue denti. O mio dio, era...Andy! E mi stava sorridendo! E si sarà chiesto perchè lo fissavo imbambolata da un'ora!

"Hey...uhmm...Ro...Rose?"
"E' Robin..."
"Ah, sì giusto, scusa."
"Comunque, sai quando ti ho detto che avrei ricambiato il favore? Te lo regalo io se lo vuoi."
"Davvero? Grazie! Senti, vorresti pranzare con me e il resto della band?"
"Mi piacerebbe, ma non posso...mia mamma mi starà cercando. Anzi, mi sta chiamando adesso."
"Hai 17 anni, cazzo. Fregatene!"


Mi prese il telefono dalla mano e lo lanciò in terra da qualche parte. Il mio istinto diceva di picchiarlo a sangue, ma in fondo sapevo che aveva ragione lui, avrei dovuto fregarmene. Passeggiammo un po', l'imbarazzo prevalse su di me. 

"Ma lo sai che ti credevo più piccola? Dalla statura non si direbbe che hai 17 anni."
"Parla per te, gigante di due metri!"


Scoppiammo a ridere e scherzammo per tutto il tempo. 
Finalmente, credevo di aver trovato il mio primo amico.
Arrivammo in un parco. Il resto del gruppo era già seduto sul prato. Io mi sedetti su una panchina. Andy si sedette vicino a me, si accese una sigaretta.

"Vuoi?"
"N-non posso..."


Mi guardò male e mi porse una sigaretta. 

"Sei giovane, divertiti."
"Hai ragione...sai che si sta così bene qua, senza avere un orario..."
"Dovresti essere te stessa, non quello che i tuoi genitori vorrebbero."
"Qua con voi mi trovo bene...siete anche molto bravi a suonare."


Gli altri del gruppo fecero un salto ed esclamarono a tempo 'Davvero?'.

"Sì, davvero ragazzi. Ieri ho messo 'mi piace' alla vostra pagina!"
"Grazie."


Andy mi fece un sorriso. Risposi al sorriso anch'io.

"Senti..non c'è qualcos'altro che vorresti provare prima di ritornare alla tua vita monotona?"
"Sì...vorrei tanto tingermi i capelli, farmi un piercing e qualche tatuaggio...e poi, vorrei trovare degli amici...e magari anche un ragazzo..."
"Vuoi dire che non hai mai avuto degli amici o un fidanzato?"


La band mi guardò incredula.

"Non ho nemmeno dato il primo bacio. La mia adolescenza è stata rovinata."
"Beh...per iniziare...noi saremo tuoi amici. "
"Grazie ragazzi. Sapete, dall'apparenza sembrate così 'aggressivi', ma in fondo siete delle brave persone."


Il tempo passò e si fece tardi. Non sapevo come fare ad andare a casa e inventare una scusa credibile per mia mamma. Però più il tempo sarebbe passato, più la punitenza sarebbe stata grave. Mentre facevo la strada per tornare a casa, nella mia testa milioni di particelle stavano lavorando per cercare una scusa valida. Arrivai davanti alla porta. Avevo un po' paura. Entrai e trovai mia mamma davanti alla porta ad aspettarmi, alquanto arrabbiata.

"Ciao mamma...scusa se non sono venuta oggi ma hanno dato una riunione a scuola e non ho avuto modo di avvisarti perchè mi hanno rubato il telefono..."
"Ho chiamato la scuola."





Angolo scrittrice:
Hey salve people *u* Scusate se non ho più pubblicato niente TT-TT Stasera mi porterò avanti con un bel po' di capitoli, così da riuscirli a pubblicare almeno ogni due giorni (leggo le fan fiction e odio quando sul più bello non pubblicano più capitoli, anche se avranno tutte le ragione del mondo per non continuare çwç) Comunque...aspettatevi a qualunque cosa, perchè i genitori di Robin sono l'odio in persona >_< Okay, non spoilero più niente XD lo vedrete nel prossimo capitolo!
Alla prossima! *3*
Bea-chan-biersack (okay, ci rinuncio TT-TT XD)

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Capitolo 5
*** I'm trapped. ***


Arrivai davanti alla porta. Avevo un po' paura. Entrai e trovai mia mamma davanti alla porta ad aspettarmi, alquanto arrabbiata.
 
"Ciao mamma...scusa se non sono venuta oggi ma hanno dato una riunione a scuola e non ho avuto modo di avvisarti perchè mi hanno rubato il telefono..."
"Ho chiamato la scuola."
 
Si avvicinò a me. 
 
"Non c'era nessuna riunione Robin. Tu mi stai mentendo."
 
Avrei voluto fare la faccia da cucciolo indifeso in modo da farmi perdonare, ma sapevo che non avrebbe funzionato.
 
"Vieni con me."
 
Mi disse. Mi portò in camera sua.
 
"Ragazzi, andate a giocare in camera vostra su, su. E tu signorina rimani lì dove sei. Come ti permetti di uscire di casa senza chiedermi il permesso?!"
 
Mia mamma era infuriata. Si avvicinò a me, io indetreggiai ma finii contro la parete. Nemmeno me ne accorsi che mia mamma mi stava urlando qualsiasi cosa contro. In meno di un secondo vidi la sua mano sfiorare la mia guancia, tirandomi un ceffone. 
Non arrivò mai a tanto. E faceva pure male. 
 
"Pensa bene a cosa hai fatto!"
 
Mi chiuse a chiave, lasciandomi da sola in quella stanza fredda e buia. Chissà quanto avrei dovuto rimanere così.
 
Erano le sette e mezza. Credetti che mi facesse saltare la cena. Nel frattempo la mia guancia continuava a farmi male. Mi guardai allo specchio. Era violacea. Che cazzo avevo fatto per meritarmi tutto quello? 
Mi stesi sul letto, stavo morendo di fame. 
Non c'era molto in quella camera, era molto all'antica. C'era soltanto il letto matrimoniale, un grande armadio, due comodini e gingilli da tutte le parti. Aspettai per un'ora, ma niente. A digiuno, Robin. Mi accasciai sul letto. Mi feci cullare dai pensieri, immaginando di essere in un mondo diverso.
Io potevo essere chi ero, e i miei genitori mi amavano incondizionatamente. Ero chi ero. Non ero la prima della classe, ero una tipa amichevole e amante della musica. Avevo tanti amici che mi volevano bene. Andavo a fare shopping con le amiche e giocavo ai videogames con gli amici. E poi..avevo anche un fidanzato...un ragazzo ribelle, non il solito moderno. Mi aiutava nei momenti difficili, insieme invece ne passavamo tanti belli e indimenticabili. 
Ma tanto sapevo che quella era la mia immaginazione e quando mi sarei svegliata mi sarei trovata di nuovo nel mio mondo triste e senza speranza. Avrei tanto voluto morire. Anzi, stavo già pensando al suicidio. Tanto non sarei mancata a nessuno. La mia famiglia avrebbe fatto lacrime di coccodrillo. A scuola sapevano a malapena chi ero e che ero la secchiona. I miei primi amici mi conoscevano da poco e non sapevano ciò che provavo. Cioè, lo sapevano, ma non potevano capire le mie emozioni.
Erano le nove e quarantacinque. Avevo tanto freddo. Non c'era nemmeno una coperta, ma mi addormentai comunque.
 
Alle cinque e dieci il cielo iniziò a diventare chiaro. Sentii la chiave nella porta che la stava aprendo. Trovai mia mamma davanti alla porta. Non era arrabbiata come ieri perchè si vedeva chiaramente che si era appena svegliata, anche se non aveva un capello fuori posto ed era perfetta come al solito.
 
"Buongiorno. Alle cinque e mezza ti voglio giù di sotto, già preparata. Ti ho lasciato dei vestiti in camera tua. D'ora in poi indossi solo quello che ti dico io. I tuoi vestiti li ho donati in beneficenza."
 
Che novità. Ero finita in un carcere per caso? Adesso non potevo più nemmeno vestirmi come volevo io. Immaginai che anche i miei trucchi avessero fatto la stessa fine dei miei vestiti, come il resto delle mie cose. 
Meglio ubbidire, ero in galera. Avrebbero potuto aumentare la mia pena, o addirittura uccidermi.
Scesi giù dalle scale e mi diressi in camera mia. Adesso che ci pensavo...ma non sarei dovuta andare a scuola? Buttai un'occhio sui vestiti: Una camicia bianca non troppo scollata, un maglioncino nero, una gonna lunga fin sotto al ginocchio e ballerine classiche. Ma dove eravamo, in un collegio svizzero? 
Mi cambiai velocemente, raccolsi i miei capelli in uno chignon ordinato (non è ordinato, ma meglio del solito). Raggiunsi la cucina.
 
"Bene. Ora vado a lavoro. Stamattina devi portare i ragazzi a scuola perchè non c'è tuo padre, pulire la casa e portare fuori l'immondizia. Quando torno voglio vedere tutto in ordine e con il pranzo sul tavolo. Buon lavoro."
 
Prese la borsa e uscì di casa. 
Mi sbagliai. Non ero in prigione, ero diventata una cameriera.
Il mio stomaco faceva versi strani dalle dieci del giorno prima. Decisi di aprofittarne già che non c'era mia mamma e cercai dalla dispensa qualcosa da mangiare. Aprii lo sportello delle mie merendine e lo trovai vuoto, con un biglietto con scritto 'Solo le brave ragazze si meritano i dolci.'. Aprii il frigo e presi una mela. Iniziai a pulire la casa iniziando dall'ingresso. 
Non so perchè mi avesse fatto riordinare tutto, era già tutto a posto! Passai l'aspirapolvere e lavai il pavimento, dopo passai la cera. 
Alle sette iniziai a svegliare i miei fratelli. Preparai i loro vestiti e anche la colazione. Alle sette e mezza uscimmo di casa. Li accompagnai per tutta la strada mano nella mano. In fondo erano una mia responsabilità, se fosse successo qualcosa sarei andata nel torto io. Arrivati, diedi un bacio sulla guancia a tutti e due e li lasciai andare dai loro amichetti, osservandoli da lontano. Ben faceva la terza elementare mentre Elizabeth la quinta.
Tornai a casa da sola, ne approfittai per pensare. Quanto avrei voluto scappare via. 
Entrai in casa e mi chiusi a chiave. Lavai il bagno e le camere da letto. Alle undici presi la spazzatura ed uscii di nuovo di casa. Era uscito un bel sole. Camminai per un po'. Lungo la strada la gente iniziava a domandarsi perchè ero conciata in quel modo, alcuni ridevano anche di me. Avrei voluto scappare da tutto e da tutti in quel momento. Le ultime persone che avrei voluto non vedere in quel momento stavano appena passando. Chi se non i miei amici? I Black...non mi ricordavo. Ah, i Black Veil Brides. Passarono e videro tutta la gente. Poi mi notarono e mi fecero un cenno di saluto. Risposi, un po' incerta. 
 
"Ciao Robin! Siamo passati di qua perchè hanno detto che c'era una ragazza che si vestiva in modo ridicolo e..."
 
Notarono che sono io.
 
"...oh. Scusa, non sapevamo che eri tu!"
 
Cercarono di trattenersi dalle risate, ma poi scoppiarono in una risata fragorosa.
 
"Sono così divertente? Bene divertitevi. Addio."
 
Me ne andai quando sentii delle mani che mi toccavano la spalla, ma non ci feci caso e iniziai a camminare veloce. Non solo ero in prigione, ero una cameriera e non potevo più uscire e farmi una vita, ma i miei primi amici mi ridevano dietro. Non ce la facevo più. Una lacrima mi scese rigando la mia guancia.
 
"Aspetta, Robin! Stavamo scherzando!"
 
Mi raggiunsero e notarono che stavo piangendo.
 
"Ehi...tutto bene?"
"No, ragazzi. La mia vita è finita. Sono in castigo a vita, non posso più uscire di casa."
 
Scoppiai a piangere mentre cercai di aggiungere qualcosa, ma riuscii solo ad emettere dei singhiozzi. Loro si avvicinarono e mi abbracciarono.
 
"Appena potremo, ti verremo a salvare. Non stiamo scherzando. Non puoi più vivere così. Resisti, non passerà molto tempo."
"Va bene. Grazie. Ma come farete a contattarmi?"
"Semplice. Veniamo a casa tua in giacca e cravatta e diciamo di dover controllare la casa. Poi, appena tua madre si gira, ti 'rapiamo' e ti portiamo via con noi."
"Ehm, non sarebbe più semplice se chiamaste il mio telefono di casa dicendo di essere dei miei compagni di scuola o dei miei amici?"
 
Ridemmo un po', ci mettemmo d'accordo e tornai a casa. Loro riuscivano sempre a tirarmi su il morale in qualche modo. 
Finii di pulire la casa e preparai da mangiare. Dopo un po' mia madre tornò con i miei fratelli.
 
"Bene. Devo dire che hai fatto un buon lavoro. Ah, non andrai più a scuola. Ma ovviamente devi continuare a studiare. Studierai qua a casa."
 
Tanto me lo sarei aspettata. Perfino nel luogo più noioso del mondo non potevo più mettere piede.
Non vedevo l'ora che arrivassero a prendermi.
 
 
Passarono giorni e giorni, quando finalmente...
 
 
 
 
Angolo scrittrice:
Hello pipol(?) 
Come avrete notato la mamma di Robin è diventata una stronzaa (-.-") mentre i BVB sono sempre teneri con lei <3 aww. 
Nel prossimo capitolo...vabbè non spoilero :3 Lo leggerete voi! 
Alla prossima!
Bea Biersack(?) <--------- not normal (èwè)

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Capitolo 6
*** A new home. ***


Passarono giorni e giorni quando finalmente, un giorno come tutti gli altri, qualcosa cambiò.
Mi svegliai come sempre alle cinque e mezza. Avevo i capelli in disordine e la faccia stanca. 
Non vedevo la luce del sole ormai da un mese o più. 
Scesi in cucina e mi preparai una tazzona di caffè fumante. 
Era aprile. Non faceva nemmeno tanto freddo. 
Mi vestii e mi acconciai i capelli, pronta per un'altra dura giornata. 
Alle sette accompagnai i miei fratelli a scuola, come sempre.
Tornai a casa e iniziai a lavare i vestiti e pulire le finestre. Pensavo sempre al motivo per cui io non potevo essere come tutti gli altri, avere una vita normale. 
Poi tutti i ricordi mi sfiorarono la mente. Ricordai di quando ero piccola. In verità non avevo molti ricordi, forse solo due o tre. Mi venne in mente quando libera giocavo in un campo di papaveri. Era luglio e avevo da poco compiuto cinque anni. Giocavo libera, anche se ero da sola. Nel mio ricordo c'ero solo io nel campo, non avevo di amici. 
Alla fine anche i bei ricordi si tramutarono in brutti.
Avrei tanto voluto sfogarmi. 
Presi un coltello dal cassetto. Volevo farla finita.
Addio mondo.
Con il coltello sfiorai il mio braccio, quando il telefono suonò e per fortuna mi risvegliai dall'incubo. 
Posai il coltello sul tavolo, mi ero fatta un piccolo taglietto. 

"Pronto?"
"Salve signora, potremo parlare con sua figlia Robin? E' una nostra compagna di scuola e vorremmo chiederle un'informazione sulla gita..."
"Wei, frenate ragazzi! Sono io, Robin."
"Ehi! Ci sono i tuoi?"
"No, per fortuna sono da sola in casa."
"Bene, oggi è quel giorno. Devi fare quello che ti diciamo."
"Va bene, ditemi."

"Prendi uno zaino e riempilo con la tua roba. Non troppa, lo stretto necessario. Tra poco saremo lì."
"Va bene, ma si può sapere dove andremo, cosa faremo? Sono un po' preoccupata..."
"Fidati di noi, andrà tutto bene."
"Grazie. A dopo."


Chiusi il telefono e iniziai ad esultare nella mia mente. Non vedevo l'ora! 
Salii le scale e andai in camera mia. Presi uno zaino abbastanza capiente. Per prima cosa misi in un sacchetto a parte la biancheria intima. I vestiti li avrei comprati da qualche parte dato che avevo solo gonne e camicie. Presi delle mele e due bottigliette d'acqua, delle scarpe da ginnastica, una giacca impermeabile e dei soldi. I soldi che avevo risparmiato per quel momento.
Ero pronta.
Erano quasi le undici quando dalla porta sul retro sentii bussare. Erano loro.

"Ciao ragazzi!"

Gli saltai direttamente addosso, stringendoli più forte che potevo.

"Wei, quanta felicità! Usciamo prima che arrivi qualcuno."

Uscimmo sempre dalla porta sul retro, guardai bene di non aver dimenticato nulla.
Addio casa, addio famiglia.
Salimmo sull'auto. Una bell'auto sportiva con il tetto che si apre e si chiude, credevo.
Facemmo un'ora di viaggio dove cantammo, ascoltammo musica e ci divertimmo.
Non mi ero mai sentita così libera.

"Robin, dovresti sbarazzarti del tuo telefono oppure tua mamma ti rintraccerà tramite GPS."
"Giusto, hai ragione." 


Aprii il finestrino e gettai via il mio cellulare. Gli altri mi guardarono male, poi scoppiarono a ridere. Ne potevo fare anche a meno. Non ero come le altre teen-agers americane che senza telefono non potevano vivere, io non ne avevo mai avuto bisogno. Anche perchè non avevo di amici.

"Ragazzi, adesso mi potete dire dove andremo?"
"Pensavamo di fare una pausa tra un po', in modo da poter comprare le cose che ci mancano, e poi andremo a stare in Canada per il momento. I cugini di Jake gli hanno regalato una casetta per il suo compleanno."
"Andremo a vivere in una casetta?"


Ero un po' sorpresa, ma sempre meglio che abitare in casa di rompiscatole.

"Sì! Ma stai tranquilla, è abbastanza grande e c'è una camera tutta per te. Poi, il paesaggio è bellissimo, siamo proprio di fianco ad un lago e poi c'è un grande bosco!"
"Okay, va bene, mi fido. Ma voglio un bagno tutto per me!"
"Va bene, te lo cediamo. Noi da veri uomini andremo a urinare in giro per i boschi."


Scoppiai a ridere. Mi stavo davvero divertendo, una volta tanto.
Dopo due ore passate a giocare a "Indovina a che oggetto sto pensando?" o altri giochini spappola cervelli, eravamo arrivati.
Per fortuna durante la pausa ero riuscita a fare un po' di shopping. Avevo preso vestiti comodi e abbastanza sportivi, qualche costume, qualcosa da mangiucchiare durante il viaggio e delle sigarette.
Come arrivammo ci mettemmo a fumare come turchi. In un'ora finii un pacchetto intero. 
Arrivammo dalla casetta, era davvero bellissima.
Era di legno, piccola, su due piani. Dietro c'era un lago enorme e a destra fino in fondo tutto il bosco. Era un posto tranquillo, isolato. C'eravamo soltanto noi.
Entrammo in casa e, dopo aver messo a posto tutta la mia roba, mi feci una doccia fresca per rilassarmi. Non ero molto tranquilla perchè era la prima volta che facevo una doccia con cinque uomini in casa, ma me ne fregai.
Uscii dalla doccia e mi asciugai. Lasciai i capelli bagnati e li raccolsi in uno chignon alto. Dopo entrai in camera mia e mi cambiai. Mi misi dei jeans corti e una t-shirt, sotto avevo delle infradito. 
Nonostante fossimo in Canada, faceva molto caldo. Accendemmo un falò e ci mettemmo intorno a suonare la chitarra, mangiare marshmellows e raccontarci storie di fantasmi.
Il tempo passò e verso le undici rientrammo in casa. Andammo a dormire presto perchè il viaggio ci aveva stancati.
Il mattino dopo mi svegliai alle dieci. I ragazzi erano già in piedi.

"Era ora! Buongiorno dormigliona!"

Mi urlò Andy dal piano di sotto.

"Buongiorno a te spilungone!"

Scesi in cucina. Loro erano seduti al tavolo e stavano trafficando con i telefoni. Non mi feci domande e mi preparai una bella porzione di pancakes.

"Cghe fate?"

Chiesi ancora ingoiando la mia colazione.

"Abbiamo pensato di fare un party per inaugurare la nuova casa. Ci stai?"

Mi chiese CC. 

"Che genere di party?"
"Quelli dove ti diverti e non ti interessa di niente e di nessuno. Dai, verrà un bel po' di gente!"
"Mhm, non mi piacciono le feste."
"Ci sei mai andata?"


Mi chiese Ash con una faccia come se volesse farmi una trappola.

"No, però..."
"E allora non lo puoi sapere!"


Disse Andy ridendo.

"Zitto tu, spilungone!"
"Zitta tu, nanetta!"
"Ehm...allora?"


Ci interrompè Jinxx.

"Allora no, ragazzi. Non me la sento."
"Uffa!"


Sospirarono tutti.

"E pensare che abbiamo fatto tutto questo per te..."
"Va bene, va bene, ci vengo! Ma non fatemi venire i sensi di colpa!"
"Evvai!!"


Preparammo il pranzo. Jake fece un barbecue mentre Christian recuperò la legna. Io me ne stavo con i piedi nell'acqua a guardarli lavorare.
Andy venne dietro di me e mi fece spaventare. Per poco finii in acqua.

"Ma sei scemo?!"
"No, Andy. Piacere!"


Feci un verso di rabbia e lo rincorsi per un po' minacciando di picchiarlo. Poi stanca e arresa, mi risedetti sulla riva del lago. Stranamente si sedette vicino a me senza dire nulla.
 
"Allora, come ti vestirai stasera?"

Mi chiese.

"Jeans e maglietta, perchè me lo chiedi?"
"Ma no! Non è un genere di party dove ti presenti in jeans! Devi farti bella..."

"O jeans, o niente. Non indosso i vestiti, non mi trucco, non mi acconcio i capelli, non indosso scarpe elegante e non metto gioielli. Capito, Biersack?!"
"No, no. Non va bene. Oggi andremo a prenderti un vestito per stasera."
"Non lo voglio! Hai capito?!"

"Invece ci andremo! E te indosserai un bel vestito e sarai la più bella della festa."

Sospirai.

"Non mi interessa essere bella. Non la sono e non la diventerò mai. A volte mi chiedo perchè non ho preso da mia mamma come mia sorella. Vorrei tanto essere bionda, riccissima, con degli occhi da innamorarsi...proprio come..."

Sospirai di nuovo e mi fermai.

"Proprio come?"
"Come cosa? Ehm, niente."


Arrossii.

"No, no! Tu hai detto che vorresti degli occhi da innamorarti come...?"
"...Nessuno!"
"Ahhh, ho capito! Ti sei innamorata! Ehhh, chi è il fortunato?"


Mi chiese con una vocina odiosa e mi diede delle gomitate sul braccio.

"Finiscila! Ti ho detto nessuno!"

Mi alzai e me ne andai, irritata, mentre Andry se la rideva.
Pranzammo e ci preparammo per uscire. Quel giorno andammo in città. Però non volevo un vestito, non ero il tipo. Ero il tipo da rimanere chiusa nel mio felpone senza lasciar vedere le mie insicurezze. Non ero il tipo da mettermi in mostra.
Andammo in centro a Toronto. C'era un po' di vento. Loro mi costrinsero ad entrare in qualche negozio. Provai qualche vestito per accontentarli, ma li bocciai tutti. Finchè entrammo in un negozietto e provai un vestito nero, non corto come gli altri, con un po' di pizzo. Come uscii dal camerino mi sommersero di complimenti.

"Oddio, Robin ti sta benissimo!"
"Sei magnifica!"


Arrossii.

"Finitela! Se proprio devo mettermi un vestito, prendo questo."
"Te lo regaliamo."
"Grazie."


Prima di tornare a casa entrammo in qualche negozio rock. Un negozio faceva tautaggi, piercing e tinte per capelli. Volevo entrare. Decisi sul momento di farmi un tatuaggio con scritto "Be yourself.". Poi, feci un piercing sul naso, il septum. Già che c'ero mi tinsi i capelli neri con delle sfumature violacee.
Mi sentivo me stessa, i ragazzi mi riempirono di complimenti. Dicevano che stavo bene, che ero bella e sicura e che quella sera avrei fatto colpo.
Verso le sette tornammo a casa. Mi feci una doccia. Indossai il vestito nuovo con delle decolté nere con un po' di zeppa e con un cinturino sul davanti. Mi truccai di nero e le labbra di viola. Sistemai i capelli. Ero pronta.
Scesi le scale per farmi vedere. Rimasero a bocca aperta, come se non avessero visto ragazza più bella. La festa stava per iniziare, ma io restai al mio posto preferito. In riva al lago. Scrivevo. Non so bene cosa stavo scrivendo, ma era una forma di sfogo. Ero felice. Sentii Andy che si stava avvicinando, ma prima che mi facesse spaventare, mi girai di scatto e gli urlai 'Biersack!'.

"Ehi!!"
"Stavolta non mi freghi."


Si avvicinò.

"Sai una cosa?"
"Cosa?"

"Sei bellissima."
Mi sussurrò all'orecchio.
Avrei voluto spaccargli la faccia. Mi aveva fatto venire la pelle d'oca. Ed ero tutta rossa.
I primi invitati arrivarono e...





Angolo autrice:
Zalvee :3
Scusate se non mi sono fatta più viva, e scusate se questo capitolo è scritto un po' alla veloce, ma non ho davvero tempo da dedicarci TT-TT 
Anyway, come sempre accetto tutte le recensioni quindi scrivetemi <3 Nel prossimo capitolo ci saranno dei nuovi personaggi...
- Bea basta spoiler! Devi stare zitta! -
Alla prossima!
Bea <3

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Capitolo 7
*** Drunk. ***


I primi invitati arrivarono e l’atmosfera iniziò già a scaldarsi.
Fuori casa avevamo allestito tutto con luci e lanterne per dare un po’ più di atmosfera. Avevamo anche messo delle casse per sentire la musica al massimo.
Ero un po’ agitata, non ero mai stata ad una festa. Di solito nei film americani facevano vedere che si divertivano un mondo, a volte le feste si scaldavano un po’ troppo e finiva che ti trovavi due ragazzi nel letto di camera tua, ma non volevo pensarci. Avevo chiuso a chiave, comunque.
C’erano all’incirca un centinaio di persone, mi sentivo un po’ esclusa. La musica iniziò a partire con dei brani dei Nirvana. Mi scatenai un po’, peccato che avevo i tacchi alti e non potevo pogare in mezzo agli altri.
Sentii qualcuno prendermi per i fianchi, chi se non Andy?
 
“Hey, ti diverti?”
 
Disse ridendo.
 
“Sì, non toccarmi.”
 
Risposi un po’ acida. Non mi facevo toccare da una persona che a malapena conoscevo, anche se in teoria abitavo con lui.
 
“Va bene, Miss Acidità. Ti voglio presentare delle persone. Vieni.”
 
Mi prese per un polso e mi trascinò dentro casa, ignorando il fatto che gli stavo urlando dietro di tutto perché con quelle maledette scarpe rischiavo di slogarmi la caviglia.
Il resto del gruppo ci raggiunse.
 
“Voglio presentarti Paige, Lucy e Holly, sono nostre amiche dai tempi delle elementari.”
Piacere, io sono Robin.”
 
Intanto che stringevo la mano a tutte, notai che erano tutte e tre delle bellissime ragazze.
Paige era una barbie un po’ rivisitata: era molto magra, capelli biondi mossi fino al fondoschiena, truccata, con addosso un mini-dress rosa e nero e dei tacchi altissimi. Aveva qualche tatuaggio e portava due piercing sulle guance e una sfilza di brillantini sull’orecchio.
Lucy aveva i capelli lunghi fino alla schiena castano scuro, grandi occhioni verdi contornati da un po’ di trucco nero, minigonna nera e calze a rete. Aveva molti tatuaggi e il monroe sul lato sinistro del labbro. Era molto alta.
Holly aveva i capelli biondo scuro fino alle spalle e gli occhi azzurri. Indossava un vestitino celeste che metteva in risalto i suoi occhi. Aveva un piercing sulla lingua e dei tatuaggi sulle caviglie. Aveva un decoltè generoso.
In confronto a loro mi sentivo orrenda.
Sentii che si sussurrarono qualcosa all’orecchio e se la risero.
 
“Senti, perché non vieni con noi a divertirci un po’?”
 
Mi chiese Paige.
 
“No..meglio di n-“
“Dai, fidati, sei un buone mani!”
 
Mi disse Jinxx.
 
“Okay, va bene..”
 
Mi presero sottobraccio e mi portarono al piano di sopra, dove c’era il mio bagno. Tirarono fuori delle pasticche e me ne porsero una.
 
“Cos’è?”
 
Chiesi, preoccupata.
 
“Roba buona, fidati!”
 
Scoppiarono a ridere.
Mi sentii quasi costretta, così la misi in bocca e la sciolsi con la saliva.
 
“Com’è? Com’è?”
 
Mi chiesero.
 
“Mi gira la testa..”
“Dai, andiamo di sotto a divertirci!”
“Noo!”
 
Mi trascinarono fino fuori casa e incontrammo i ragazzi.
La pillola iniziò a fare effetto proprio quando misero un brano degli Ac/dc. Mi girava un po’ la testa, ma stavo bene. Anzi, non ero mai stata così in forma!
Iniziai a ballare come una drogata mentre i ragazzi si stavano chiedendo cos’ avevo, dato che non ero mai stata così “aperta”.
 
“Hey Robin, tutto bene?”
“Sììììì!! Wow mi sto divertendo un casino!!”
 
Iniziai a ballare attorno a loro, mentre quelle tre già si piegarono in due dal ridere.
 
“Sicura?”
 
Mi chiese Andy.
 
“Sììììììììììììììììììììììììì!!!!!”
 
Mi prese per il braccio e notò che effettivamente non c’era nessuno in casa.
 
No, non stai bene. Cos’hai fatto?”
“Niente, mi sto solo divertendo e dovresti farlo anche tu!!”
 
Istintivamente mi misi a ballare attorno a lui, strusciandomi contro e facendolo stare al mio gioco.
Se fossi stata bene non l’avrei fatto, logico; ma si vedeva che quelle pasticche erano davvero forti.
Lui non si allontanò, anzi, sembrò quasi gradire. Finita la canzone andammo a prendere una birra.
 
“Sai, Robin, non ti credevo così audace.”
“Evidentemente non mi conosci bene!!”
 
In un minuto scolai la mia bottiglia di birra.
Chissà che ore erano. Guardai alla parete alla ricerca dell’orologio, ma invece di vederne uno ne vidi quattro.
La festa continuò fino alle cinque di mattina, quando mi ritrovai addormentata per terra e con un odore di vomito, sigarette e marijuana in giro per tutta la casa.
Mi alzai dal pavimento. Anche i ragazzi avevano bevuto tanto l’altra sera.
Ero uno straccio. Mi feci forza e salii in camera mia. Quel giorno avrei pulito tutta la casa, visto che gli altri sarebbero stati in grado di lasciare quel letamaio.
Aprii la porta di camera mia quando trovai Paige e Andy dormire nel mio letto.
 
 
 
 
Angolo scrittrice:
Salve a tutti, mi scuso già se è da un po’ che non aggiorno, chiedo umilmente perdono! ç__ç
Inoltre, se trovate tanti errori di grammatica è perché ho la febbre a 39 e sto delirando X’D capitemi, non ho voglia di starlo a ricontrollare XD Comunque baci baci e aspetto le vostre recensioni!! *3*

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Capitolo 8
*** My stupid brother. ***


Aprii la porta di camera mia quando trovai Paige e Andy dormire nel mio letto.
Per qualche secondo non si accorsero della mia presenza, anche perché credetti che stessero ancora dormendo. Decisi allora di svegliarli con tutta la delicatezza possibile.
 
“Andy! Che cazzo ci fate nel mio letto?!”
 
Finalmente si svegliò. Per qualche secondo mi guardò con aria assente, poi notò di trovarsi nel mio letto e non era da solo.
 
“O cavolo!”
 
Disse sobbalzando dal letto.
 
“Cosa cavolo ho fatto ieri sera?!”
 
Si alzò e corse fino al bagno, con aria preoccupata.
Intanto io rimasi lì, a guardare quella poco di buono dormire di gusto nel mio letto. Non avevo voglia di svegliarla e dover litigare con lei per quello che era successo ieri sera, anche se non me lo ricordavo. Ma qualcosa doveva pur essere successo.
Uscii dalla camera e chiusi la porta. Scesi al piano di sotto, dove si trovavano gli altri quattro che sicuramente si sarebbero appena accorti del marasma che c’era in tutta la casa.
 
“Cosa abbiamo fatto? Non ricordiamo nulla.”
“Nemmeno io, ragazzi.”
 
Vedemmo una figura scendere le scale. Sperai con tutto il cuore che non fosse stata Paige.
Per fortuna era Andy. Aveva sempre quell’ aria assente e un po’ infastidita.
 
“Ragazzi, cos’è successo ieri?”
 
Chiese, scompigliandosi i capelli e dando uno sguardo a tutta la stanza sottosopra.
 
“Semplice, ti sei fatto Paige. Nella mia camera.”
“Quella stronza…mi ha dato delle pillole per farlo con lei.”
 
Per fortuna avevamo finito lì il discorso non appena sentimmo dei passi provenire dal piano di sopra.
Andy ed io ci ‘nascondemmo’ in sala, non avevamo voglia di vederla ancora.
Lei tutta tranquilla scese le scale stropicciandosi un occhio, poi guardò i ragazzi e mormorò un “buongiorno” con il sorriso stampato in faccia. Uscì di casa tutta allegra, finalmente.
 
“Anche a me ha dato una pillola, però non è successo niente per fortuna.”
“Come no? Ti strusciavi su di me in una maniera così sexy...”
 
Scoppiò a ridere.
Gli tirai un coppino. Mi comparse un sorriso in faccia anche se sono arrabbiata.
Andy era così, era capace di farti sorridere anche se eri giù di morale. Certo, era irritante e a volte avrei voluto ucciderlo, però ci volevamo bene e il nostro rapporto era fraterno.
Adesso che ci pensavo, chissà se i miei fratelli fossero tristi della mia assenza. Sicuramente no.
Il sorriso scomparve.
 
“Ehi, che hai?”
 
Mi chiese Andy sollevandomi il mento.
 
“Niente…pensavo ai miei fratelli...chissà se gli manco.”
“Sicuramente sì! Noi non sapremmo più stare senza di te! Fai parte della nostra famiglia.”
 
Gli accennai un sorriso, anche se credo avesse capito che era un sorriso finto e dietro c’era soltanto disperazione.
 Verso le 13 passate pranzammo e dopo decisi di ordinare un po’ la casa. Per fortuna finii presto e verso le quattro fui già libera.
Decidemmo di fare un giro per i boschi e di fare campeggio.
Presi anche il costume, faceva caldo e magari avremmo fatto un bagno nel lago. Girammo per un po’ finchè trovammo un posto niente male e decidemmo di accamparci lì. Jake e Andy andarono a prendere la legna mentre Jinxx e CC cercarono di capire come si montava una tenda. Io e Ashley semplicemente stavamo su un tronco a parlare.
 
“Dimmi, ti sei divertita ieri?”
 
Non sapevo cosa rispondere.
 
“Dì la verità, sei gelosa che Andy sia stato con un’altra?”
 
Mi fece un sorriso e scoppiò a ridere. Arrossii e mi alzai di scatto dal tronco.
 
“No certo che no!”
“Se lo dici tu…guarda che si vede che sei cotta di lui!”
“Non mi piace affatto!”
 
Risposi irritata. Incrociai le braccia sul petto e me ne andai come se mi fossi offesa, mentre lui continuò a ridacchiare da solo.
Non avevo una cotta per Andy. Lui per me era un fratello maggiore pidocchioso, pensavo.
Dopo un’ora che Jinxx e Christian stavano cercando di montare la tenda, erano ancora ad un punto morto. Per fortuna Jake ed Andy tornarono a dare una mano. Intanto io riempii tutta la zona di lanterne per illuminare il luogo. Tra poco sarebbe venuto buio.
 
“Ragazzi, io vado a fare un bagno prima che faccia buio!”
“Va bene.”
 
Mi dissero in coro come se ignorassero le mie parole e continuando a trafficare.
Mi tolsi i vestiti e li posai sulla riva del lago.
Provavo sempre ribrezzo a stare in costume, eppure non ero grassa. Avevo la pelle chiara però. Ed ero bassa. Il mio costume era tristissimo; un bikini nero a fascia, niente di attraente. E poi su un pezzo di legno come me nulla era attraente.
Nuotai per un po’, finalmente un momento tranquillo per stare da sola.
Sentii poi uno ‘splash’ e dopo pochi secondi mi ritrovai sott’acqua. Mi dimenai e per fortuna riuscii a risalire a galla. Davanti a me c’ era Andy che rideva come uno stupido.
 
“Andrew Dennis Biersack!!”
“Sì, sono io!”
“Lo sai che sei uno scemo?! Mi hai fatto spaventare!!”
 
Gli schizzai l’acqua in faccia scherzosamente.
 
“Ti stai vendicando per caso?”
 
Chiese Andy, ridendo e coprendosi la faccia con una mano.
Passammo un quarto d’ora a giocare, quando gli altri ci chiamarono per la cena.
Cenai silenziosamente, non avevo voglia di parlare. Mangiammo dei sandwich e bevemmo qualche birra ridendo e scherzando.
Poi prendemmo la chitarra e ci mettemmo a suonare delle canzoni, un po’ ubriachi. Non ero abituata a questa vita, ma la adoravo. Mi sentivo ri-nata. Come se ogni pensiero fosse svanito. Mi sentivo leggera.
Venii interrotta bruscamente dal cellulare di Andy che suonò. Lui lo prese dalla tasca, lesse il nome e sbuffò.
 
“Che vuoi?”
 
Forse avevo capito chi era, credevo fosse Paige. Ma perché lo cercava ancora?
 
 
 
Angolo scrittrice:
Sera a tutti ^^ Mi sembra così strano aggiornare così velocemente O.o comunque quando si ha la febbre a 39 e mezzo e non si sa cosa fare è meglio scrivere un altro capitolo :3 Anyway, baci a tutti e al prossimo capitolo xx 

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Capitolo 9
*** My heart is going to brust. ***


“Che vuoi?”
 
Forse avevo capito chi era, credevo fosse Paige. Ma perché lo cercava ancora?
 
“Ciao amore!”
“Forse non hai capito, noi non stiamo insieme.”
“Ma come? Dopo tutto quello che è successo?”
“Non è successo niente tra noi, mettitelo in testa.”
“Ma io ti amo!”
“Mi hai solo usato e in più amo già un’altra. Non ho più voglia di parlare. Prendi in giro un altro.”
 
Chiuse e si mise a parlare con noi, addentando un pezzo del suo sandwich e facendo finta di nulla.
 
“Cosa voleva?”
 
Chiese CC.
 
“Non lo so e non lo voglio sapere.”
 
Fu la sua risposta.
Improvvisamente diventatò freddo, non aveva più il sorriso di prima.
L’atmosfera cambiò e per pochi minuti ci ritrovammo a bere le nostre lattine di birra silenziosamente. Poi a Jake venne un’idea.
 
“Hey, che ne dite se ci raccontiamo delle storie di paura?”
 
Fece un sorriso agghiacciante e in attesa di conferma. Ormai eravamo tutti ubriachi.
 
“Perché no? Chi inizia?”
 
Chiese Ashley.
 
“Inizio io.”
 
Risposi, un po’ insicura di quello che stavo per raccontare ma soprattutto ubriaca marcia. Avevo capito che non reggevo bene l’ alcol.
 
“Dicono che da qualche parte in giro per i boschi ci sia una ragazza dagli occhi rossi sanguinanti, la pelle cadaverica e con un’ascia in mano e se tu le parlassi o la vedessi, lei si vendicherebbe uccidendoti. Non puoi scappare da lei, ovunque ti trovassi lei ti cercherebbe e ti ucciderebbe.”
 
Speravo che quella storia non fosse vera, perché l’avevo sentita dire e mi ero completamente scordata di trovarmi in un bosco.
 
"Wow."
 
Disse Jinxx con finto entusiasmo.
 
“Dai ragazzi, non vi sarete spaventati per questa storia!”
 
Scoppiai in una risata nervosa, mentre loro continuavano ad avere una faccia seria.
Sentimmo un fruscio di foglie e ci girammo tutti di scatto. Vidi due luci rosse e il rumore di gocce che cadevano. Che fossero gli occhi della ragazza?
 
“Ehm, che ne dite se dormiamo in casa e il campeggio lo facciamo un’altra volta?”
 
Propose Andy.
Senza nemmeno rispondere prendemmo le nostre cose lasciando le tende lì dov’erano e dandocela a gambe levate. Sì, eravamo proprio dei fifoni, ma avrei sfidato chiunque a stare in un bosco al buio sentendo rumori e vedendo occhi che ti fissano.
Entrammo in casa velocemente e accendemmo tutte le luci. Ci sentimmo al sicuro. Mi infilai alla velocità della luce nel letto.
Forse era stato tutto un sogno, in fondo eravamo ubriachi persi.
Il mattino dopo mi svegliai verso le dieci passate e notai che gli altri non si erano ancora alzati. Decisi di preparare la colazione per tutti e di svegliarli più tardi.
Cucinai dei pancakes con lo sciroppo d’acero e delle uova con bacon.
Ripensai a quello che era successo ieri sera e scoppiai a ridere da sola. Eravamo veramente degli idioti.
Salii le scale ed entrai in camera di Jinxx.
 
"Buongiorno..."
 
Stava ancora dormendo. Sembrava un angioletto. Gli toccai un braccio e lo scrollai un po’. Aprì con calma un occhio, mormorando qualcosa di incomprensibile. Decisi di lasciarlo svegliare lentamente, anche se la colazione si sarebbe raffreddata.
Entrai nella stanza di Ashley.
 
“Ashley? Sei sveglio?”
"Mmhhhmmm."
“E’ pronta la colazione, ti aspetto giù.”
"Sì..."
 
Rispose, girandosi dall’altra parte e portandosi il cuscino davanti alla faccia, sperando forse che me ne fossi andata.
Andai poi da Jake.
 
“Jake! Sveglia dormiglione, c’è la colazione pronta!”
“…ancora cinque minuti…”
 
Si tirò il lenzuolo sopra la testa. Lo sentii poi russare.
Decisi di svegliare Christian.
 
“Giorno! Stai dormendo?”
 
Nessuna risposta.
 
Guarda che è pronta la colazione..”
 
Lo scrollai un po’ finchè non si accorse di me. Si stiracchiò per un po’ portando una mano alla bocca mentre sbadigliò. Sembrava quasi un gatto.
 
"Arrivo."
 
Andai a svegliare Andy.
 
“Andy, buongiorno! Ho fatto la colazione.”
 
Dormiva ancora. Sembrava così indifeso quando dormiva…
Mi fermai a guardarlo dormire, quasi imbambolata, finchè lui mi tirò un cuscino in faccia, scompigliandomi tutti i capelli.
 
“La finisci di guardarmi? Mi sento osservato.”
“Ho fatto la colazione, ti muovi a svegliarti?”
 
Dissi arrabbiata.
 
“Da quando fai la colazione?”
“Da quando ne ho voglia! Muoviti, ti aspetto giù!”
“Perché sei così acida con me?”
 
Scoppiò a ridere e si sedette sul letto a gambe incrociate.
 
“Io…non sono acida!”
 
Risposi irritata e un po’ arrosita. Non so perché mi succedeva, forse perché era Andy che mi irritava.
Feci per andarmene, quando mi tirò per i fianchi e mi portò verso di lui, facendomi sedere sopra le sue gambe.
 
“Sì che la sei.”
 
Mi abbracciò da dietro stringendomi forte e lasciandomi quasi senza fiato.
 
“La…lasciami andaree!”
“Se sei arrabbiata con me, puoi dirmelo, lo sai.”
“No, non sono arrabbiata con te ma lasciami stare!”
 
Mi strinse ancora più forte, appoggiando la sua testa sulla mia spalla sinistra. Davvero, non capivo cosa abbia avuto. Mi dimenai.
 
“Perché ti batte forte il cuore?”
“Perché mi stai spaventando! Ora mi lasci in pace?”
“Va bene, se proprio insisti…”
 
Finalmente mollò la presa e decisi di chiudermi in camera, mi era passata la fame. Fu la prima volta che qualcuno mi abbracciò, nessuno mi diede mai una dimostrazione di affetto fino a quel momento, nemmeno i miei genitori. Chissà come sarebbero stati senza di me.
 
Intanto i ragazzi si alzarono e scesero in cucina, quando si accorsero della mia assenza.
 
“Ehy, dov’è Robin?”
“E’ in camera, ma lasciatela stare, vado a parlare io dopo.”
 
Rispose Andy.
 
“Cos’è successo? Vi sentivo urlare prima.”
“Niente…è un po’ strana oggi…”
 
Ashley non si fidò della risposta di Andy. Alzò un sopracciglio.
 
“Cosa le hai fatto?”
 
Si alzò e si diresse verso la mia camera.
 
 
 
Spazio autrice:
Giorno a tutti ^^ Come state? Io un po’ meglio :3 Uhm…non ho niente da dirvi XD Al prossimo capitolo <3
Bea xx

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Capitolo 10
*** Goodbye new old home! ***


Si alzò e si diresse verso camera mia.
Io ero seduta in terra contro la porta, che avevo chiuso a chiave. Portai le ginocchia all’altezza del petto e ci appoggiai la faccia sopra.
 
“Robin, sei lì dentro?”
 
Era la voce di Ashley. Non volevo rispondere comunque.
 
“Dai aprimi, voglio solo aiutarti…”
“Voglio stare da sola!”
“Volevo solo sapere che ti ha fatto Andy.”
“Fattelo dire da lui!”
 
Sentii dei passi che si allontanarono sempre di più. Se n’era andato, finalmente.
 
Ashley scese le scale, un po’ turbato di non potermi aiutare.
 
“Non vuole parlarmi…ha chiuso ha chiave.”
“Adesso vado io, non capisco cos’abbia…”
 
Disse Andy.
 
“Non mi ha detto nemmeno cos’è successo.”
“Niente, lei era acida con me e così l’ho ‘presa’ e l’ho abbracciata, ma ha reagito male.”
 
Salì le scale e io ne sentii il rumore dei passi. Sentii bussare sulla porta.
 
“Robin, sono Andy, volevo parlarti.”
“Vai via…”
“Senti, te l’ho detto, se ce l’hai con me, me ne parli non che fai l’incazzata che ti abbraccio e tu tra un po’ mi tiri un pugno, chiaro?!”
 
Mi scese una lacrima. Non ero abituata a farmi abbracciare, figuriamoci da un ragazzo che avevo conosciuto da poco. Per fortuna non era il tipo, un altro ragazzo avrebbe potuto avermi fatto di peggio.
Mi uscirono dei singhiozzi. Cercai di non farmi sentire, ma uscirono da soli involontariamente.
 
“Stai piangendo? Dai aprimi e parlami, non ha senso continuare a star chiusa lì dentro a piangere.”
 
Mi alzai e girai la chiave. Lui aprì la porta, entrò dentro e mi trovò con tutte le due mani portate appena sotto gli occhi.
 
“Scusa se ti ho fatto preoccupare…”
 
Mi uscirono degli altri singhiozzi.
 
“Hey, calma…”
“…è che era la prima volta che qualcuno mi abbracciava e in più sei anche un ragazzo…”
“Non lo sapevo, hai fatto bene a sfogarti…comunque non essere acida con me, ti voglio sorridente, capito?”
 
Mi sorrise tirandomi giù le mani dalla faccia e pulendomi dalle lacrime.
 
"...Sì."
 
Risposi tirando su con il naso e sforzandomi di sorridere, avendo poi come risultato una smorfia strana. Ci sedemmo in terra ai piedi del letto.
 
"Allora..."
“Sì, dimmi.”
 
Disse Andy.
 
“Ieri, quando hai parlato al telefono con Paige le hai detto che ami già un’altra. Chi è?”
 
Dissi ridendo e tirandogli delle gomitate all’altezza della costola.
 
“Finiscila! Perché te lo dovrei dire?”
 
Rispose ridendo e arrossendo.
 
“Perché a me puoi dire tutto, ricordi?”
 
Sorrisi e continuai a tirargli gomitate per convincerlo.
 
“Ok…è venuta alla festa, era bellissima…avevo occhi solo per lei.”
 
Mi rispose continuando a guardare dritto il muro che aveva davanti e sorridendo. Aveva gli occhi a forma di cuore quando parlava di lei. Mi misi in ginocchio.
 
“Allora, quando ti dichiarerai a lei?”
"Mai."
“E perché?”
 
Feci una faccia delusa.
 
“Perché lei potrebbe reagire in un modo diverso a cui penso, potrei non piacerle.”
 
Non sapevo cosa rispondere.
 
“Beh…io non ci capisco tanto di relazioni amorose…”
“Vabbè, scendiamo?”
 
Andammo al piano di sotto.
 
“Tutto a posto, Robin? Eravamo preoccupati per te…”
“Sì, tutto bene.”
“Ragazzi, stavo pensando una cosa.”
 
Disse Jake.
 
“Dovremmo iniziare a scrivere dei nuovi testi e trovare qualche locale che ci ospiti.”
“Hai ragione, ma dovremmo andarcene di qua e Robin dove starebbe?”
 
Chiese CC.
 
“Se per lei non è un problema, potrebbe venire con noi.”
“No, non è un problema. Basta non ritornare dalla mia ‘famiglia’.”
“Allora è deciso! Domani ci trasferiamo!”
 
Presi dello spumante dal frigo per festeggiare e dire addio alla vecchia casa. Dopodichè, salii le scale fino in camera mia e raccolsi le mie cose. Non potevo credere che avrei cambiato casa di nuovo. Però, adesso che ci pensavo, i ragazzi sarebbero stati a lavorare sui nuovi brani tutto il giorno e io non avrei trovato di sicuro lavoro alla mia età. Mi sarei iscritta di nuovo a scuola, avevo ormai deciso.
 
“Ragazzi! Ho deciso di iscrivermi di nuovo a scuola.”
“Davvero? Ne sei sicura?”
“Sì, meglio che continui a studiare.”
“Eri brava a scuola?”
 
Chiese Jinxx.
 
“La migliore.”
 
Sorrisi. Ovviamente ero sarcastica, però era vero.
 
"Secchiona!!"
 
Mi urlarono in coro. Risi con loro e feci finta di arrabbiarmi rincorrendoli per tutta la casa.
Non vedevo l’ora di trasferirmi.
 
 
 
 
Spazio autrice:
Salve ** Scusate se questo capitolo è un po’ corto çwç Il prossimo sarà più lungo e ci saranno dei nuovi personaggi!
-Basta spoiler Bea- <------ questa è la vocina nella mia mente :3
Alla prossima <3
Bea xx

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Capitolo 11
*** Alexus and Harmony. ***


Mi svegliai alle nove e mezza. Jinxx e Ashley si erano già alzati mentre gli altri ancora dormivano. Mi stiracchiai e mi diressi verso il bagno con le mani davanti alla faccia. Mi scontrai con qualcuno. Oh, era Jake. 
 
"Giorno."
 
Dissi. Anche lui aveva le mani davanti alla faccia, sembrava la mia versione al maschile.
 
"Giorno."
 
Scese di sotto.
Mi lavai la faccia così svegliandomi. Scesi in cucina e trovai la colazione pronta. Strano, avevo sonno e per poco non mi addormentai sulla mia tazza di caffèlatte.
 
"Robin, buongiorno..."
"Oh, buongiorno."
 
Alzai un poco la testa per dare un cenno di vita. Appena finimmo di fare colazione, ci cambiammo e ci preparammo per il viaggio. Mi misi dei pantaloni neri comodi, una canotta a righe nere e rosse e un felpone grigio scuro. Accompagnai quel favoloso (in senso ironico, ovviamente) outfit con delle All star nere un po' rovinate. Presi la mia roba e scesi al piano di sotto.
 
"Siamo pronti? Possiamo partire?"
 
Chiese CC.
 
"Sì, andiamo!"
 
Salimmo in macchina e partimmo. Il viaggio non fu molto lungo, ci divertimmo ad ascoltare della musica e parlare ricordando i "vecchi" tempi passati in Canada. Arrivammo e ci soffermammo a guardare la nuova casa.
Si trovava proprio in centro città, era molto grande e accogliente. Si trovava su due piani; sul primo la sala e la cucina, sul secondo le camere da letto e i bagni. Era davvero spaziosa e luminosa. Sistemai le mie cose nella mia nuova camera. 
Qua il clima era più freddo, ma comunque primaverile.
 
"Hey, andiamo a fare un giro?"
 
Chiese Ash.
 
"Io ci sto."
 
Andammo a girare a vuoto in centro, senza avere qualcosa da fare. Entrammo in un centro commerciale. Comprai anche qualche t-shirt e un paio di jeans. Dopo esserci presi un frozen yogurt verso le cinque e mezza, tornammo a casa per preparare le cose per il giorno seguente. Io sarei andata a scuola e loro avrebbero fatto delle prove tutto il giorno. Tornammo a casa e come entrai preparai la cartella. Andai a dormire presto perchè ero stanca morta.
La sveglia suonò alle sei. Mi alzai quasi subito, i primi giorni era sempre così. Scensi in cucina per fare colazione e trovai Andy ad aspettarmi. Come mi vide mi fece cenno con la testa.
 
"Buongiorno. Ho pensato che volessi un po' di compagnia, in fondo sarai un po' tesa di ritornare a scuola, no?"
 
Mi sorrise piegando leggermente la testa di lato.
 
"Uhm, sì."
 
Risposi. Appoggiai la testa sul tavolo, ignorando la mia pancia brontolare. 
 
"Ehi, che ne dici se andiamo a fare colazione al bar?"
"Sì, va bene."
 
Mi vestii velocemente. Infilai dei jeans grigio scuro, una felpa con un teschio e le mie mitiche All star. Mi pettinai i capelli, li raccolsi in una coda alta e misi un filo di matita sotto l'occhio. Presi la mia tracolla nera e uscimmo di casa. Camminammo silenziosamente. Ogni tanto barcollai dal sonno. Entrammo nel bar e prendemmo una brioche e un cappuccino. Non parlammo tanto, non avevo voglia di parlare e anche lui mi sembrava abbastanza stanco. Verso le sette entrai a scuola. Non l'avevo detto ad Andy per non farlo preoccupare, ma avevo un'ansia incredibile. Passai nel lungo corridoio finchè non trovai la mia classe. Bussai. 
 
"Avanti!"
 
Aprii leggermente la porta e feci sbucare la mia faccia.
 
"Devi essere la nuova alunna. Prego, entra pure."
 
Entrai dentro la classe, che era buia e triste. Le persone davanti erano tutte attente, quelle a metà dormivano mentre quelle in fondo tiravano palline di carta e ridevano. Alla cattedra scorsi una professoressa piccola di statura, con i capelli raccolti all'indietro e gli occhiali rettangolari.
 
"Io sono la professoressa di scienze. Presentati pure alla classe."
 
Pensai a cosa dire, ma non mi venne in mente nulla.
 
"Beh, io sono Robin e ho 17 anni..."
"Puoi sederti là se vuoi."
 
Mi indicò un banco vuoto a metà della classe e di fianco alla finestra. La mia compagna di banco, che era sola forse perché era stata messa in castigo, mi fece un sorriso quando mi vide avanzare.
 
"Hey, io sono Alexus, piacere. Chiamami pure Alex se vuoi."
 
Le strinsi la mano. Era una ragazza dalla carnagione più scura della mia ma non troppo, capelli lunghi, scuri ma non curati e l'aria da maschiaccio. Appoggiò i piedi sul suo banco facendo dondolare la sedia. La prof la guardò male, ma lei continuò fregandosene.
Tre ore passarono in fretta e suonò la campanella dell'intervallo. Io e Alex rimanemmo in classe. Un'altra ragazza si aggiunse a noi.
 
"Ciao, io sono Harmony, piacere."
 
Mi strinse la mano. Aveva i capelli chiari come la pelle, sembrava una ragazza dolce ma allo stesso tempo pazza e vivace. Passammo insieme l’intervallo a chiacchierare e scoprii che Alex era una metallara sfegatata mentre Harmony ascoltava prevalentemente post-hardcore.
 
“Mi dai il tuo numero? Così possiamo messaggiare!”
“Ehm, veramente…non ho il telefono…”
“Eh? Davvero? A 17 anni non hai il cellulare?”
“Ce l’avevo ma, vabbè, è una lunga storia…posso darti quello di casa.”
 
Presto le altre tre ore finirono e io mi diressi a casa. Come entrai trovai i ragazzi seduti al tavolo in cucina e subito mi tempestarono di domande, manco avessi fatto il primo giorno delle elementari.
 
“Allora? Com’è andata?”
 
Chiese Jake appoggiando i gomiti sul tavolo e tenendo la testa tra le mani.
 
“Tutto bene. I prof sono noiosi, ma almeno ho fatto amicizia con due ragazze.”
“Davvero? E sono carine?”
 
Domandò Jinxx.
 
“Sì, molto.”
 
Risposi sorridendo.
Pranzammo insieme, preparai gli spaghetti. Io amavo gli spaghetti. A chi non piacevano? Poi quando ero a pranzo con loro che invece di mangiarli ci giocavano, mi divertivo un mondo. Presto finimmo di mangiare e verso le due mi misi a fare i compiti mentre gli altri andarono già via, forse a scrivere una nuova canzone.
 
“Ah, Robin, noi non ci siamo a cena. Ci hanno invitati in un locale e forse ci faranno suonare là qualche volta, quindi non possiamo mancare.”
“State tranquilli e divertitevi!”
 
Studiai fino alle 3 passate, quando il telefono squillò.
 
“Pronto?”
“Ciao Robin, sono Alex! Mi stavo chiedendo, se ti va, se vuoi venire da me oggi.”
“Va bene, dimmi dove abiti e ti raggiungo!”
“Ok, forse viene anche Harmony. Ci vediamo dopo.”
 
Andai a cambiarmi. Indossai una maglia blu con una spallina giù e dei jeans neri un po’ strappati. Presi una borsa a tracolla ed uscii. Era la prima volta che andavo a casa di un’amica, avevo paura di fare un sacco di figuracce. Camminai per un po’. C’era il sole e la sua casa non era molto distante. Entrai nella sua via e la scorsi in lontananza con una mano alzata che tentava di farsi notare da me. La raggiunsi e la salutai. Entrammo in casa sua. Una bella casa, niente di speciale. Abitava con suo fratello e suo papà.
 
“Piacere, mi chiamo Damon.”
 
Disse suo fratello.
 
“Piacere, Robin.
 
Sfoggiai un sorriso per fare vedere che ero una brava ragazza.
Notai che erano molto gentili con me. Entrammo in camera sua. Aveva una camera stupenda, era piena di poster di gruppi rock, un letto singolo, una scrivania e un armadio. Era piccola ma molto carina. Lei si coricò sul letto e prese una chitarra in mano, iniziando a strimpellare qualcosa.
 
“Hai fatto i compiti?”
 
Mi chiese continuando a posare lo sguardo sullo strumento.
 
“Sì, mi annoiavo.”
“Me li fai copiare vero?”
 
Mi puntò l’indice contro con tono minaccioso, poi scoppiò a ridere e non feci a meno di fare lo stesso. Dopo poco suonò il campanello.
 
“Dev’essere Har.”
 
Si alzò dal letto e mi chiese se mi andava di fare un giro. Accettai e scendemmo. Salutammo Harmony e andammo a fare una passeggiata in un parco.
 
“Allora, da quanto vi conoscete voi due?”
“Da due anni, credo. Prima non ci parlavamo molto, anzi ci odiavamo.”
“Davvero?”
“Sì! Ma adesso siamo migliori amiche e ci sopportiamo a vicenda!”
 
Disse Har ridendo.
Le ore passarono e verso le sette decisi di tornare a casa.
 
“Ragazze, devo andare a casa…”
“Ehi, che ne dite se vi fermate a mangiare da me?”
 
Chiese Harmony con un sorriso a trentadue denti.
 
“Per me va bene, sono da sola a casa.”
 
Dissi.
 
“Chiamo mio padre e glielo dico.”
 
Telefonò chiedendo se poteva cenare con noi e dopo poco esultò e chiuse la chiamata. Camminammo fino a casa sua, che non era tanto distante. Aveva una casa enorme, sembrava quasi una villa. Abitava da sola con i suoi genitori, dato che era figlia unica.
 
“Mamma, abbiamo ospiti!”
“Ciao Alex!”
 
Rispose quest’ultima senza nemmeno posare gli occhi su chi fosse entrato in casa. Si vedeva che era abituata ad ospitare Alex. Si girò e finalmente mi notò.
 
“Oh, noto che abbiamo anche altra compagnia…piacere io sono la mamma di Harmony.”
“Salve, sono Robin, una loro nuova compagna di classe.”
 
Ci sedemmo a tavola e dovetti ammettere che i suoi genitori erano brave persone, però sua mamma mi fece il terzo grado chiedendomi molte cose sulla mia vita privata e facendomi così imbarazzare. Verso le nove tornai a casa, chissà se i ragazzi erano già tornati.
 
 
 
Angolo scrittrice:
Zalve :3 come potete ben notare(?) ci sono due nuovi personaggi ^^ Appena riuscirò a capire come si mettono le foto, posterò le immagini di tutti i personaggi, ma aimè ci vuole pazienza perché non ci capisco nulla TT-TT anyway, al prossimo capitolo <3
Baci xx
Bea :3

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Capitolo 12
*** Hi, Josh. ***


Verso le nove tornai a casa, sfinita ma pur sempre felice. Non pensavo di potermi fare delle amiche in così poco tempo.
Entrai in casa, i ragazzi erano seduti in sala con degli spartiti in mano e aria confusa.
 
“Ciao! Com’è andata oggi?”
 
Chiesi. Loro si girarono e mi osservarono con aria assente per qualche minuto. Mi sarebbe venuto da chiedere cosa ho fatto di male.
 
“Sì, tutto bene…siamo stanchi morti…”
 
Rispose poi Ashley.
 
“Io sono stata fino ad ora con le mie compagne però anche io sono stanca. Quasi quasi vado a dormire.”
 
Mi accasciai sul letto, distrutta. Neanche il tempo di cambiarmi che mi addormentai sul letto.
La sveglia suonò da parecchi minuti ma io la ignorai e continuai a dormire. Dopo un po’ mi accorsi che era tardi e scesi in cucina alla velocità della luce, mi vestii con le prime cose che trovai e mi raccolsi i capelli in una treccia disordinata. Misi un filo di matita e presi una brioche.
Uscii di casa e corsi a scuola senza nemmeno salutare i ragazzi. L’altra sera erano distrutti, non me la sentii di svegliarli.
Per fortuna non arrivai in ritardo ed entrai nella mia classe. Alex non c’era ancora mentre Har era già arrivata da un pezzo. Ci mettemmo a chiaccherare prima dell’inizio della lezione di matematica.
L’altro giorno le avevo raccontato di abitare con dei ragazzi e di essere scappata di casa. Lei era una tipa molto tranquilla che sapeva ascoltare le persone e dare anche consigli utili, mentre Alex per quanto si poteva sforzare dopo un po’ si distraeva e smetteva di ascoltarti.
Nella nostra classe gli altri ragazzi sembravano tutti uguali. Le ragazze parlavano solo di vestiti e ragazzi mentre i ragazzi solo di ragazze e videogiochi o sport. In quanto a gusti musicali, credo che tutti ascoltassero rap solo perchè andava di moda.
La lezione iniziò e finalmente dopo una mezz’oretta Alex spalancò la porta con la sua innotabile delicatezza elefantiaca.
 
“Alexus Dailey! Le sembra l’ora di arrivare questa?!”
 
Chiese la prof quasi urlando.
 
“Scusi prof, non ho sentito la sveglia.”
 
Gettò la tracolla nera per terra e si sedette appoggiando le gambe sul tavolo e dondolandosi con la sedia come sempre.
 
“Hey, che fine avevi fatto?”
 
Chiesi.
“Non avevo voglia di venire a scuola, ma mio papa’ mi ha costretta.”
 
Fece spallucce e annuì alla prof come se avesse ascoltato quello che aveva spiegato, con finto interessamento.
Verso l’una uscimmo da scuola. Nel pomeriggio sarei stata con i BVB, dato che era da un po’ di tempo che non stavamo insieme.
Entrai in casa e mi accorsi con stupore che il pranzo era già pronto e loro mi stanno aspettando da un pezzo. Pranzammo velocemente in modo da potermi fare una doccia e finire i compiti.
Verso le tre uscimmo di casa e andammo a fare un giro in centro.
Girammo un po’ per negozi, fino a quando mi soffermai a guardare una vetrina di una libreria. Per colpa di tutta la gente che c’era, persi di vista i ragazzi. Mi girai per cercarli, feci un paio di volte la strada avanti e indietro senza vedere nessun volto familiare. Il bello era che non avevo un cellulare, e non avevo idea di dove mi trovavo. Iniziai ad agitarmi un po’, forse avrei dovuto comprarmi un telefono.
Mi sedetti sulla scalinata di una farmacia chiusa e aspettai, sicuramente sarebbero venuti a cercarmi. Iniziò a fare buio e non c’era quasi più nessuno in giro, gli ultimi negozi stavano ormai per chiudere. In fondo era colpa mia, non mi sarei dovuta distrarre. Mi alzai dallo scalino e camminai a testa bassa cercando di ricordarmi la strada per tornare a casa, ma niente. Dovevo restare calma. Il brutto era che in questi posti la sera era rischioso per una ragazza girare da sola.
Camminai per un po’, i lampioni si accesero quando ormai era tutto buio. Mi sentii una bambina quando perde la mamma al supermercato, mi sentii infantile. Ma in fondo, io non avevo mai avuto un’infanzia e stavo inziando a vivere adesso, quindi era come se avessi avuto tre anni. La verità però era che ne avevo diciassette ed ero una totale incapace.
Mentre pensai a quanto sia stata sciocca, mi scontrai con qualcosa, o meglio qualcuno.
 
“S-scusi.”
 
Dissi.
 
“Niente. Scusa ma per caso ci conosciamo?”
 
Alzai lo sguardo che avevo tenuto tutto il tempo rivolto verso il marciapiede, scorgendo un ragazzo dai capelli castani e gli occhi nocciola.
 
“Non lo so, io non ti conosco.”
 
Risposi.
 
“Vediamo…ah, sì. Vieni nella mia stessa scuola. Sei la tipa nuova?”
“Sì.”
“Tutti parlano di te.”
“Davvero?”
 
Rimasi scioccata. Ero davvero il nuovo gossip del momento?
Lui mi sorrise, poi riprese a parlare.
 
“Sono Josh, piacere.”
“Robin.”
“Allora, ci si vede a scuola.”
“Aspetta, puoi dirmi come tornare a casa? Mi sono persa…”
“Certo.”
 
Mi accompagnò fino a casa e intanto chiaccherammo. Sembrava un tipo simpatico e socievole. Ci salutammo ed entrai velocemente in casa.
 
“Robin! Dove sei stata? Ti abbiamo cercata ovunque!”
“Mi sono persa, ma per fortuna ho conosciuto un ragazzo che viene a scuola da me.”
“Che fortuna. Vuoi mangiare qualcosa?”
 
Mi chiese CC.
 
“No, grazie. Mi è passata la fame.”
 
Entrai in camera mia e mi sedetti sul letto con le gambe incrociate quando sentii bussare alla porta. Era Andy.
 
“E’ aperto.”
 
Risposi.
Lui aprì la porta, mi fece un cenno e si sedette di fianco a me sul letto.
 
“Che fai?”
 
Mi chiese.
 
“Niente, scarico musica. Non mi avete nemmeno detto come va con le nuove canzoni.”
“Va alla grande, sabato suoniamo in un locale. Se vuoi venire perchè non inviti anche le tua amiche?”
“Grande idea.”
 
Risposi.
 
“Aspetta, non è che vuoi che le porti solo per vedere se sono così carine come dico?”
 
Gli tirai una gomitata all’altezza della costola e tirai fuori un sorriso sfacciato.
 
“No, no!”
 
Rispose ridendo e facendo finta di arrabbiarsi.
 
“Ah, è vero. A te piace già una ragazza!”
 
Risposi.
 
“E, posso sapere chi è?”
 
Gli tirai un pugno sulla spalla ridendo.
 
“Non te lo dico tanto.”
“Ma perchè no? Siamo fratelli, dovresti dirmi tutto!”
“E invece non te lo dico!”
 
Mi fece la linguaccia.
 
“Biersack, dimmelo o ti taglio i capelli mentre dormi!”
“Cresceranno.”
 
Uscì dalla mia stanza e chiuse la porta. Tanto era inutile, non me lo avrebbe detto mai.
Mi addormentai mentre navigavo su internet, con il pc sulle gambe.
 
 
 
Angolo scrittrice:
Salve people! Scusate se non aggiorno da secoli (TT-TT) ho avuto una settimana difficile. Miraccomando, recensitemi sempre :3 Baci xx
 
Bea <3

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Capitolo 13
*** Can I go to the concert, mom? ***


Il giorno dopo mi svegliai appena sentii il telefono suonare. Avevo la schiena a pezzi, mi ero addormentata col pc sulle ginocchia ma notai che non c'era più ed era al suo posto nella custodia. E io ero sotto le coperte. Uno dei ragazzi doveva avermi infilata nel letto e riposto il pc mentre dormivo. Mi alzai e andai in bagno. Mi guardai allo specchio. Avevo un'aria distrutta, avevo delle occhiaie enormi e mi vedevo bruttissima. Mi sciaquai la faccia con l'acqua gelata, faceva caldo e c'era un bel sole anche se erano solo le sei del mattino. Misi una canottiera di pizzo rossa, un caridgan nero e dei jeans grigi sbucciati nelle ginocchia. Indossai le mie all star grigie con le borchie e mi feci una treccia. Intanto sentii dei passi dal piano di sopra, poi il rumore di qualcuno che scese dalla scala. Era Ashley. 
 
"Buongiorno.."
 
Dissi con la tracolla su una mano e quasi pronta per andarmene.
 
"Giorno."
 
Rispose strabuzzando gli occhi e cercando di mettere a fuoco la mia figura.
 
"T-ti ho svegliato?"
"No, non avevo sonno...ma non è presto per andare a scuola?"
"Sì, infatti avevo intenzione di fare un giro prima di andare."
"Ah, posso venire anche io?"
 
Si vestì velocemente e uscimmo subito di casa. Passeggiammo un po', non era abituato a svegliarsi così presto e si vedeva, camminava come uno zombie.
 
"Allora, come va con le canzoni?"
"Tutto bene, sabato terremo un concerto in un locale."
"Me l'ha detto Andy, oggi invito anche le mie amiche."
"Bene, e ce le presenti vero?"
 
Mi chiese come se fosse in astinenza dal conoscere nuove ragazze. Feci finta di sbuffare.
 
"Sì, se proprio devo.."
 
Mi misi a ridere da sola. Invece lui rimase "serio".
 
"Certo che devi. Se sono carine."
"Sono molto carine. Comunque stai tranquillo, appena arrivo a scuola glielo chiedo."
 
Parlammo fino a quando entrai nella mia classe, esausta della camminata. Harmony non era ancora arrivata, mentre Alex stranamente era già seduta al suo posto.
 
"Alex."
 
Dissi posando la cartella e guardandomi in torno.
 
"Sono in ritardo per caso?"
"No, sono arrivata io prima. Har ha la febbre..."
 
Rispose sospirando.
 
"Volevo chiedervi se venivate con me a un concerto, ma se lei è ammalata..."
"Oggi andiamo a trovarla, ci stai?"
 
Annuii e per fortuna mi zittii come vidi la prof entrare in classe, sbattendo rumorosamente la porta.
Le prime ore passarono in fretta e finalmente suonò la campana dell'intervallo. Io e Alex uscimmo dalla classe e decidemmo di fare un giro della scuola, dato che io non l'avevo mai vista e lei non aveva voglia di rimanere in classe. Girammo un po' fino a quando finimmo vicino alle aule di quelli più grandi, dei giganti di due metri in confronto alla mia statura. Con molta delicatezza poi, ci passarono di fianco dandoci delle spallate. Alex per poco non finì in terra, si rialzò e si scrollò la polvere da dosso. Io volai lunga in terra.
 
"Ma dico, un po' di educazione no?!"
 
Urlò, agitando i pugni e sbuffando. 
Nel frattempo io ero ancora distesa, con le persone che per poco non mi spiaccicavano. Vidi una mano tendersi davanti a me, alzai lo sguardo. Scorsi due occhi marroni e un bel sorriso. Era Josh! Allungai la mano e cercai di alzarmi, ancora dolorante. Anche lui, ora che lo notavo, era un gigante.
 
"Siete capitate nel posto sbagliato, qua si spintonano tutti."
 
Disse lui, sorridendomi come se avesse occhi solo per me. Dopo poco si accorse che mi ero alzata da un pezzo e mi lasciò la mano. Alex mi trascinò un po' più in là, in cerca di spiegazioni.
 
"Ehi, conosci Josh?"
"Sì, l'ho conosciuto ieri. E tu come fai a conoscerlo?"
"Gioca a football con il mio ragazzo, ogni volta mi dice che è un grande."
 
La guardai per un po'.
 
"Aspetta, tu hai un ragazzo?"
"Sì, da qualche mese."
"E perchè non me l'hai mai detto?"
 
Dissi, agitando in aria le braccia. Suonò la campana, l'intervallo era finito.
 
"Ci si vede."
 
Dissi a Josh, mentre continuai a parlare con Alex.
 
"Aspetta! Mi dai il tuo numero?"
 
Mi chiese. Non sapevo che dirgli, non avevo un cellulare.
 
"Mi hanno rubato il telefono la scorsa settimana..."
"Ma cos..."
 
Disse Alex. Feci in tempo a fermarla tirandole una gomitata sullo stomaco e fingendo che non avesse detto nulla. Feci una risata, che mi uscì un po' nervosa.
 
"Mi vedi qua a scuola, ciao!"
"Ciao!"
 
Tornammo in classe un po' in ritardo e il prof si arrabbiò con noi. Verso l'una finì la scuola e decidemmo di organizzare il pomeriggio da Harmony. Tornai a casa e trovai Andy e Jinxx col grembiule e il cappello da cuoco. 
 
"Cosa state facendo?! Mi fate spaventare!"
"Niente, cuciniamo!"
 
Scoppiai a ridere perchè a vedere la scena di loro due alla prova con la pasta potevi solo ridere, erano davvero ridicoli. Mezz'ora dopo ci mettemmo a mangiare.
 
"Mhm"
 
Dissi con la pasta in bocca.
 
"Cosha farete offi di bello?"
"Andiamo a vedere il locale e a fare delle prove, vuoi venire?"
"Non posso."
 
Cercai di aggiungere qualcosa, ingoiando il cibo che stavo masticando.
 
"Vado da Harmony, ha la febbre."
 
Finito di mangiare corsi a ripassare le ultime cose per la verifica di geometria e mi cambiai per il pomeriggio. Verso le tre uscii di casa e mi incontrai con Alex davanti a casa sua. Passeggiammo fino a casa di Har, suonammo e sua madre ci invitò dentro.
 
"E' in camera da letto, più tardi vi porto la merenda."
 
La mamma di Har era deliziosa, altro che la mia. Entrammo bussando leggermente. Stava dormendo. Ci sedemmo vicino a lei sul letto e poco dopo si svegliò.
 
"Ehi...che ci fate qua?"
 
Chiese grattandosi la testa.
 
"Ti facciamo compagnia...sempre che tu voglia."
"Certo che voglio!"
 
Sorrise. Credo che sia la persona più positiva che abbia mai visto, sebbene dal suo aspetto non si direbbe. Capelli chiarissimi super scalati, occhioni dolci contornati da uno strato di matita nera e vestiti fucsia e neri. Una tipa strana per gli altri. 
Ci mettemmo a parlare un po'.
 
"Pensa che io volevo invitarti a venire ad un concerto..."
 
Le dissi un po' delusa.
 
"Ma io sto bene! Mi è passata la febbre per fortuna. L'unico problema è che non so se mia mamma mi lascia venire..."
"Proveremo a convincerla noi, dai!"
 
Ci alzammo e andammo in cucina, dove la madre stava preparando dei profumatissimi biscotti al limone. 
 
"Senti mamma..."
 
Disse Har un po' insicura. Poi continuò.
 
"Sabato c'è un concerto e Robin mi ha invitata ad andare..."
"Ma che concerto?"
 
Chiese sua mamma. Vidi Harmony che non sapeva cosa dire, allora decisi di aiutarla.
 
"Un gruppo poco famoso, si chiamano Black veil brides e sono molto bravi."
 
Risposi. Vidi la signora con una faccia un po' scettica.
 
"Abitano con me, sono brave persone."
 
Aggiunsi.
 
"Va bene, per questa volta ti lascio andare...ma solo perchè ci sono Alex e Robin, ok?"
"Grazie mamma, ti voglio bene!"
"Ah, e visto che non sappiamo a che ora finirà il concerto, se vuole Har potrà venire a dormire da me."
 
Disse Alex.
Il gioco era fatto, l'avevamo convinta. 
Tornammo in camera ad ascoltare delle canzoni dei My Chemical Romance, uno dei gruppi preferiti di Harmony. Verso le sette decisi di tornare a casa.
 
Passarono i giorni e non succese niente di speciale, fino al giorno del concerto.
 
 
Angolo scrittrice:
Salve a tutti ^^ Scusate se questo capitolo è abbastanza corto, il prossimo sarà più lungo :3 Baci xx
Bea <3

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Capitolo 14
*** Ready? ***


Finalmente arrivò il giorno del concerto. Dopo una settimana di scuola, mi svegliai comodamente alle undici passate e decisi di farmi una doccia rilassante per svegliarmi. I ragazzi erano partiti presto, avevano detto che avrebbero fatto prove su prove per essere sicuri che andasse tutto per il meglio. Annoiata e sola, scelsi di mettere in ordine la casa e di chiamarli più tardi per sapere se si sarebbero fermati per il pranzo. Accesi la radio su una stazione che metteva sempre musica rock e iniziai a pulire la mia camera a ritmo di musica. 
Tutto questo pulire mi fece ricordare quando abitavo dai miei genitori, tutto quello che avevo sofferto. Tutta quella falsità, quella poca libertà che avevo. Mentre ora mi trovavo ad abitare con cinque ventenni che conoscevo appena. Se lo avesse scoperto mia mamma, mi avrebbe uccisa. Chissà come saranno stati senza di me, chissà se sarei mancata ai miei fratelli, se avranno chiesto ai miei genitori se mai sarei tornata e se loro avranno risposto di no. Loro sapevano che non sarei tornata. 
Riordinai tutte le camere, poi passai al piano di sotto, che per fortuna non era disordinato come le nostre camere dato che la maggior parte del tempo la passavamo o fuori casa o nelle nostre stanze. Verso le due finii e decisi di chiamare Jake.
 
"Hey Jake, sono Robin."
"Ciao, dimmi tutto."
"Venite per il pranzo? Devo preparare da mangiare?"
"No, scusa ma resteremo fuori...abbiamo ancora delle prove da fare e verso le cinque saremo liberi."
"Va bene, ciao."
 
Chiusi il telefono e decisi di pranzare da sola a casa. Fosse stato un altro giorno, magari avrei anche pensato di andare a mangiare fuori anch'io, ma avevo voglia di stare da sola tranquilla.
Mi preparai un toast e intanto decisi di accendere il pc e navigare un po' su internet. Era da un po' che non entravo su facebook. Avevo una decina di richieste di amicizia, tra queste c’erano quelle dei ragazzi, di Harmony, di Alex e sorprendentemente di Josh. Le accettai tutte. Dopo aver pranzato, inviai un messaggio ad Har chiedendole se quel pomeriggio le andava di vederci, di prepararci insieme e di andare dopo al concerto. Dopo pochi minuti mi arrivò la risposta: - Ciao Robin, per me va bene. Avverto anche Alex. Ci troviamo alle tre davanti a casa sua, poi decidiamo cosa fare. -.
Mi cambiai velocemente mettendo le prime cose che trovai nell'armadio. Uscii di casa e andai verso casa sua, dove vidi subito Har aspettarmi. 
 
"Ciao! Alex arriva, ha litigato con suo fratello..."
"Che è successo?"
"Dice di aver trovato la ragazza della sua vita e di voler andare a vivere con lei, ma io conosco Alex, è molto attaccata a suo fratello e non vuole che se ne vada di casa. Stessa cosa per suo padre, lui e Alex gli vogliono troppo bene per dirgli 'addio' così..."
"Ho capito...non è meglio se la lasciamo stare e la veniamo a recuperare più tardi?"
 
Chiesi. Annuì e decidemmo di andare a fare una passeggiata.
Parlammo un po' della nostra vita, dato che non ci conoscevamo da tanto e non avevo mai conosciuto una persona con cui mi sarei potuta aprire così bene...beh, a parte Andy, ma lui era un maschio e non avevamo mai chiaccherato di cose troppo personali. Invece lei mi raccontò tutto, dal primo ragazzo che aveva avuto all'ultima delusione d'amore che aveva sofferto, mentre io non potevo raccontare di tutto ciò perchè non avevo mai avuto un ragazzo e non avevo mai provato dei sentimenti per nessuno purtroppo.
Passarono due ore e decidemmo di tornare indietro a recuperare Alex e andare a casa mia a prepararci. Come la vedemmo uscire dalla porta di casa, capimmo che se non sarebbe stato per noi, non sarebbe venuta al concerto, non con quello stato d'animo. Non l'avevo mai vista stare così giù di morale prima d'ora, ma sembrava che ci tenesse veramente tanto a suo fratello e non volesse staccarsi da lui. Senza dire una parola, ci venì incontro e ci abbracciò. Poi sentimmo dei singhiozzi e capimmo che stava piangendo. La lasciammo sfogare, poi tentammo di calmarla.
 
"Hey...è tutto ok...andrà tutto bene. Ricordi che stasera dobbiamo divertirci? Non pensarci più..."
 
Dissi, togliendole una lacrima dalla guancia.
 
"Sì..."
 
Rispose, tirando su con il naso. Poi mi accennò un sorriso tiratissimo che sembrava quasi una smorfia. Entrammo in casa mia e notai che stranamente i ragazzi erano già arrivati con largo anticipo.
 
"Siete arrivati prima?"
"Sì, abbiamo finito presto per fortuna."
 
Rispose Andy.
 
"Queste sono le mie compagne di cui vi parlavo."
 
Le feci entrare in casa e dopo saluti e presentamenti riuscimmo a svignarcela e filare nella mia stanza. Appena vedevano delle ragazze, subito si comportano in modo diverso. Tutti gentili e simpatici, mi veniva quasi da ridere all'idea. Scegliemmo qualcosa di decente da indossare.
Harmony indossò dei leggins aderenti neri e strappati, una maglia rosa con una sola spallina e un teschio sul davanti e delle vans fucsia e nere.
Alex mise dei jeans cortissimi scuri e borchiati da una gamba e una canottiera lunga e leggera con sopra disegnata una croce e degli anfibi neri.
Io un vestitino scozzese nero e bianco e delle all star nere basse.
Ci truccammo come al solito con uno strato di nero sia sotto che sopra l’occhio e decidemmo di piastrarci i capelli. Eravamo pronte. Uscimmo dalla camera e i ragazzi ci fecero i complimenti, dicendo che stavamo bene vestite così. Anche loro stavano molto bene, erano vestiti e truccati di nero. Odiavo ammetterlo ma così erano davvero fighi. Cenammo insieme, tra ridere e scherzare si fecero già le nove. 
 
 
 
 
Angolo scrittrice:
Hello gente :3 Spero vi sia piaciuto questo capitolo :3 Miraccomando, recensitemi sempre x33 Alla prossima <3 Baci xx
Bea <3

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Capitolo 15
*** Oh, no! What I did! ***


Dopo mezz'oretta di viaggio, arrivammo al locale. Era ancora vuoto. 
Era un bel posto: molto moderno e ovviamente allestito in tema con la musica, aveva dei tavoli bianchi e dei divanetti dello stesso colore. Delle luci colorate spuntavano ovunque, illuminando tutto il palco e i tavoli. 
Ci sedemmo in un posto a destra del palcoscenico e prendemmo una birra pre-concerto. 
Chissà se erano agitati, era il loro primo live in fondo.
 
"Tutto bene?"
 
Chiesi, indossando un bel sorriso e trasmettendo eccitazione.
 
"Sì, sì! Tra poco dobbiamo andare!"
 
Rispose Ashley.
 
"Buona fortuna!"
 
Urlammo noi ragazze.
Loro andarono dietro al palco ad accordare gli strumenti. Intanto noi chiaccherammo un po', non vedevamo l'ora di scatenarci.
Le prime persone iniziarono ad arrivare e, dopo un'ora di prove, alle undici iniziò il concerto.
Iniziarono con una canzone chiamata 'In the end', che avrebbe dovuto essere una delle nuove canzoni che avevano scritto.
Ci alzammo e ballammo, cercando di coinvolgere anche il resto del pubblico.
Dopo un paio di canzoni, si abbassarono le luci e Andy prende un microfono.
 
"Questa canzone la vorrei dedicare a una persona speciale. E' entrata nella nostra vita da qualche mese e per noi è come una sorella. Questa persona è forte, ha subito di tutto e di più; e siamo fieri di averla salvata."
 
In quel momento capii che stavano parlando di me e rimasi sbalordita, non mi aspettavo che mi dedicassero una canzone. Una canzone stupenda. Si chiamava 'Saviour', perchè in effetti loro erano stati i miei salvatori. Mi avevano salvata da quell'orribile vita, e me ne avevano regalata una nuova. E io non potevo mai ringraziarli abbastanza per tutto quello che avevano fatto per me.
Mi stavo per commuovere, ma mi trattenei. Non era serata, c’erano le mie amiche e non volevo far altro che divertirmi. 
Erano ormai le due. In tutta la serata avevamo bevuto qualsiasi cosa, infatti eravamo ubriache fradice.
 
"Se...se mi vedessero i miei in questo stato mi ucciderebbero!"
 
Disse Har, che non riusciva nemmeno a reggersi in piedi e aveva gli occhi che guardavano in direzioni opposte.
 
"Tranquille, venite a casa mia a dormire."
 
Risposi, traballando come una vecchia.
I ragazzi, che erano anche loro ubriachi ma talmente abituati a bere che ormai reggevano benissimo l'alcol, ci accompagnarono fino alle macchine. 
Mettemmo la musica a tutto volume, proprio non riuscivamo a stare fermi.
Ci scatenammo lungo tutto il traggitto in macchina, finchè non arrivammo a casa.
Entrammo dentro, sfiniti e nel frattempo cercammo una sistemazione per le ragazze. 
 
"E...se venissero a dormire tutte e due da me? Ho il letto grande..."
 
Mi chiese Andy sussurrando.
Andy era inutile che parlassi sottovoce per non farti sentire da loro, erano ubriache marce!
 
"Devo proprio darti una risposta?"
 
Risposi con tono seccato.
 
"Va bene..."
 
Disse abbassando la testa come un cane bastonato. Tanto sapevo che stava scherzando, probabilmente anche lui sarà stato ubriaco. E poi, gli piaceva già un’ altra ragazza, perché doveva dormire con due appena conosciute?
Dopo dieci minuti decidemmo di far decidere a loro.
Alex sembrò risvegliarsi dalla dormita da in piedi e disse di non voler dormire con nessuno dei ragazzi. Così cercai di farle spazio nel mio letto; ma Harmony? Lei, che non reggeva per niente gli alcolici, strisciò per terra come un lombrico, guardò in faccia i ragazzi e decise di andare con il primo che capita, dato che erano tutti truccati e quasi irriconoscibili dall’occhio di un’ubriaca.
Alla fine capitò con Ashley.
 
Io e Alex ci infilammo subito nel letto, cercando di starci tutte e due. Dopo dieci minuti passati a trovare la posizione giusta per dormire, ci accasciammo come due sacchi di patate.
 
Anche i ragazzi dopo poco si addormentarono, fino a quando ero sveglia riuscivo perfino a sentire i loro russare.
 
Ashley e Harmony invece erano ancora svegli.
 
“Non riesco a dormire!”
 
Disse Har.
 
“Provaci almeno.”
 
Rispose Ashley girandosi dall’altra parte e mettendosi il cuscino sopra la faccia.
 
“Non ci riesco!”
 
Rispose Harmony urlando ancora più di prima.
Ash si girò e le fece segno di fare silenzio, quando notò che era veramente persa e forse una volta che si sarebbe svegliata l’indomani non avrebbe saputo nemmeno cosa era successo.
Lei lo prese per un braccio e lo avvicinò di più a lui; evidentemente le piaceva guardarlo negli occhi, scrutarlo da più vicino. Ora però erano talmente vicini da poter sentire i loro fiati, il loro battito del cuore accelerare sempre di più fino a quando Har lo avvicinò a sé per poi poggiare le sue labbra sulle sue; un bacio gradito anche da Ash, che rispose subito baciandola con passione. La prese per un fianco e la trascinò fino a posarla sopra di sé, le sfilò delicatamente la maglia e lei fece lo stesso con lui. I pantaloni fecero la stessa fine. Rimasero in intimo, ma dopo poco si tolsero pure quello. Il suo corpo era caldo e lei era la prima volta che faceva un’ esperienza simile, ma non le sembrava interessare. Più che altro era troppo ubriaca per accorgersi di quello che stava per fare. Si baciarono continuamente, esplorando l’uno il corpo dell’altra. Baciando ogni centrimentro di pelle. Poi completandosi a vicenda. Si addormentarono abbracciati.
 
Il mattino dopo mi alzai verso mezzogiorno passato e mi accorsi di non essere più nel mio letto ma in terra, mentre Alex dormiva tranquilla e beata nel mio lettino. Avevo la schiena a pezzi. Uscii dalla mia stanza per andare a vedere se qualcun’ altro era già sveglio.
Nel frattempo Harmony diede i suoi primi cenni di vita e quando si accorse di essere senza vestiti nel letto di Ash e con lui che l’abbracciava, entrò nel panico. Avrebbe voluto urlare, ma non voleva svegliare tutti. Avrebbe voluto svegliare Ashley, ma aveva paura di quello che poteva essere successo. Così rimase nel letto, singhiozzando e piagniucolando silenziosamente fino a quando Ash si svegliò sentendo i suoi lamenti.
 
“Cosa c’è?”
 
Chiese delicatamente.
Lei era troppo scossa per parlare, continuò a piangere a dirotto e si diresse verso il bagno.
 
“Oddio, non sarà mica stata…”
“La mia prima volta…”
 
Completò la frase con un filo di voce. Si pulì dalle lacrime strofinandosi gli occhi, non sapeva cosa fare, come comportarsi. Sebbene il giorno precedente fosse stata così sfacciata con un ragazzo appena conosciuto, ora non sapeva come comportarsi. Al solo pensiero dei suoi genitori che lo venivano a sapere andò in preda al panico, piangendo ancora di più, nevrostericamente.
 
 
 
 
Angolo scrittrice:
Wei bella gente(?) Mi scuso per eventuali errori grammaticali o ortografici, ma avevo fretta di pubblicare questo capitolo. Le persone che seguono questa storia sono aumentate di molto, ne sono felice <3 Tornerò presto con un nuovo capitolo, baci xx
Bea <3

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Capitolo 16
*** New love or just an hobby? ***


AVVISO A TUTTI I LETTORI: Ho cambiato tutta la storia modificando i tempi verbali (come avrete già notato o noterete), ecco perchè ho impiegato molto tempo a scrivere questo capitolo. Potete stare tranquilli che non ho modificato nient'altro riguardante la fanfiction e se non vi fidate andate pure a controllare ^-^ 

“Har…”

Ash cercò di chiamarla, ma la ragazza non smise di piangere. Stava seduta in bagno, senza muoversi o dare cenno di vita, con gli occhi coperti dalle mani. Si vedeva che era distrutta, avrebbe voluto tornare indietro nel tempo per cancellare quel momento. Mille pensieri le attraversavano la testa, talmente tanti che non si preoccupò nemmeno di rispondere ad Ashley, anzi sembrava non averlo nemmeno notato. Lui rimase immobile, allungò una mano verso di lei, forse con l'intento di darle una carezza o toccarle una spalla, ma poi cambiò idea ritraendo quasi subito il braccio.

“Har…mi puoi ascoltare un secondo?”

Le chiese. Lei alzò la testa e annuì tirando su con il naso. Era arrabbiata con se stessa, aveva passato un momento importante della sua vita senza nemmeno ricordarsi cos'era successo. Non ci poteva fare niente, non avrebbe potuto prendersela con se stessa per sempre. Ciò che era capitato era capitato, ora bisognava pensare al futuro, pensare a come sarebbe diventato il loro rapporto.

“Senti…so che quello di ieri sera è stato un errore…”
“Eri ubriaco?”


Lo interrompè. Era curiosa di sapere se fosse stato lucido e fosse andato a letto con lei solo per divertimento. In fondo, aveva sentito dire dagli altri che lui era il più pervertito del gruppo e quel pensiero la stava facendo dannare a tal punto che si iniziò a mordicchiare il labbro inferiore nervosamente.

“Sì, forse un po’…ma non del tutto.”
“E perché non mi hai fermata?!”


Chiese lei urlando e continuando a piangere come una fontana. Era totalmente incapace di fermarsi; un po' se l' era presa con se stessa, per essere stata così debole da ubriacarsi con qualche lattina di birra, un po' si sentiva in cerca di attenzioni, o forse più che attenzioni erano solo un modo per farlo sentire in colpa.

“Beh, sei una bella ragazza ed eri completamente andata. E poi non sapevo che eri vergine!”
“Ho solo diciassette anni!”


Si ricoprì il viso con le mani. Dopo un po', anche lei si accorse di star esagerando ma le stava provando tutte per vedere le sue reazioni. Lui si inginocchiò davanti a lei, forse per riuscire a guardarla negli occhi, per parlare faccia a faccia.

“Senti, io avevo pensato ad un modo per non farti stare male. Perché non proviamo a frequentarci, a conoscerci? Magari non ti pentiresti più di essere stata con me.”
“E’ inutile, ci posso provare ma non credo serva a qualcosa.”
“Bene, tentare non ha mai ucciso nessuno.”


Si alzò e la prese per i polsi. Quel gesto le diede un po' di forza, giusto un poco per riprendersi da quella scenata da bambina di quinta elementare e reagire in modo maturo, anche se dentro stava bruciando dalla rabbia.

“L’importante è che tu non stia così.”

Har annuì, anche se visibilmente poco convinta. Cosa avrebbe detto ai suoi genitori appena sarebbe tornata a casa e l'avrebbero vista ridotta in quello stato?

Nel frattempo che sentii tutto quel trambusto, decisi di salire a vedere cos'era successo. Cercai di salire le scale di legno silenziosamente, non sapendo cosa fosse capitato. Feci uno scalino per volta in punta di piedi, fino a quando, a metà della scala, presi uno scivolone e caddi stesa rischiando di spaccarmi in mille pezzi. 'Maledetta cera!', urlai nella mia mente. Speravo non mi avesse vista nessuno. Mi girai di scatto, sperando di non ritrovarmi qualcuno ridere della mia imbranataggine alle mie spalle. La mia previsione si era appena avverata: Andy, che era passato lì per puro caso, invece di aiutarmi mi prese in giro, rischiando di soffocarsi dalle risate. Lo maledissi e salii di nuovo le scale.
Trovai Har in bagno che piangeva. Dopo un po' notò la mia presenza, così fece finta di nulla e mi sorrise come sempre. Un sorriso finto, spento. Non capivo perchè fingesse, sapeva che poteva dirmi tutto e non doveva nascondermi niente, sopratutto cose così importanti.

"Oh, ciao Robin."
"Ehi...perchè piangevi? Cos'è successo?"
"Non stavo piangendo, avrai visto male!"


Fece per andarsene quando la presi per un braccio fermandola. Era stato l'istinto a dirmi che avrei dovuto fare così per farmi ascoltare da lei.

"Non ho visto male, tu stavi piangendo."

Non mi rispose, così continuai.

"Cos'è successo? Siamo amiche, puoi parlarmene."
"Ieri...io e Ash...io ero ubriaca, non capivo nulla..."


Le scese una lacrima, così decisi di abbracciarla e lasciare che si sfogasse; dopo che si fu calmata mi raccontò precisamente cos'era successo.

"Senti."

Le dissi.

"Se Ash ti ha detto che vuole provare a frequentarti, fidati, è perchè gli dispiace per quello che è successo e si sente in colpa. Vuole rimediare, farti capire che non è stata colpa tua se quello che è successo è successo..."
"Lo so, grazie."


Mi abbracciò. Era la prima volta che la vedevo così, distrutta. Era sempre con il sorriso stampato sulla bocca, ma quella volta sembrava davvero giù.

"Ma come farò ad uscire con lui senza pensare a quello che è successo, senza stare male?"
"Con il tempo passerà, vedrai..." 


Parlammo un po' e quando vidi che le ritornava il sorriso decidemmo di scendere a fare "colazione" insieme agli altri. In realtà era già l'una.
Scendemmo giù di sotto, Harmony arrossì un po' vedendo Ashley, ma per fortuna non si sedette vicino a lui. I ragazzi erano già svegli, mentre Alex ancora dormiva. Decidemmo di andarla a svegliare. Era nel letto, spaparanzata al massimo e con la bocca lagra: ero tentata di farle una foto, ma decisi poi che sarebbe stato un peccato morire così giovane -perchè Alex mi avrebbe uccisa-.

"Alex! Sveglia, è l'una!"

Urlammo ridendo.

"Eh? Cosa? Ancora cinque minuti!"

Le tirammo via le coperte e la prendemmo a cuscinate in faccia, almeno per un po' Har si distraé. Finalmente all'una passata riuscimmo a far alzare Alex dal letto. Mentre Har spiegava tutto anche a lei, decisi di andare a cucinare qualcosa per il pranzo risparmiandomi così il discorso che sapevo già quasi alla nausea. Niente da ridire, solo non ne avrei fatta una tragedia come stava facendo lei. Avrei semplicemente dimenticato tutto e sarei andata avanti, pur sapendo che quella era stata la mia prima volta.
All'improvviso il mio unico neurone fece uno dei suoi ragionamenti contorti che, probabilmente, se qualcuno avesse ascoltato, a quell'ora sarei stata in manicomio: 'Adesso rimani solo tu vergine! Ancora una volta sei un passo indietro rispetto agli altri, Robin.'. Mi maledissi per il pensiero che avevo appena fatto, anche se avevo ragione; le mie amiche erano già delle "esperte" in materia, mentre io non potevo nemmeno vantarmi di aver baciato qualcuno, anche solo a dodici anni giocando a uno stupido gioco con la bottiglia. Mi venne voglia di prendere per il colletto della camicia il primo ragazzo che passasse e baciarlo con foga, capire cosa si provava.

Nel frattempo Ashley spiegò cosa era successo ai ragazzi, chiedendo un consiglio da parte loro.

"Per me hai fatto la cosa giusta."

Disse Andy, facendo un tiro con la sigaretta.

"Ma ti conosco, non riesci a stare per troppo tempo con la stessa ragazza."

Sputò fuori.

"Ci proverò."

Rispose Ash, dando un colpetto sulla spalla dell'amico.

"Ragazzi, è pronto da mangiare!"

Urlai con tutto il fiato che avevo in gola. Dopo pochi secondi arrivarono tutti, così ci mettemmo a tavola a mangiare e chiaccherare. L'aria era fredda, ma io e gli altri cercammo di rompere il ghiaccio. Appena finito di mangiare, noi ragazze andammo in camera mia a pensare a cosa fare nel pomeriggio.

"Io oggi esco con il mio ragazzo perchè poi va in gita con la scuola e per una settimana non lo vedo più."

Disse Alex.

"Ok, io farò un passo a casa o i miei mi daranno per dispersa."
"Sicura di non volere un po' di compagnia? Mi dispiace lasciarti da sola in un momento così."


Le dissi.

"Se vuoi puoi venire da me, non credo che ci siano problemi."

Ci cambiammo e uscimmo dopo poco, lasciando i ragazzi da soli in casa. 
Salutammo Alex e ci dirigemmo a casa di Har. Salutammo i suoi genitori, che ci fecero domande su come fosse andata la serata.

"Tutto bene, è stata una serata tranquilla! Tra l'altro il concerto è finito presto e siamo andate subito a dormire."

Dissi per farli tranquillizzare.

 
"Bene, se è così allora se vorrai andare altre volte da lei noi adesso ci fidiamo!"
 
Disse sua mamma ad Harmony.

"Grazie mamma."

Andammo in camera, dove passammo tutto il pomeriggio a chiaccherare e ad ascoltare musica.

Nel frattempo i ragazzi decisero di andare a fare un giro, anche se Ash sembrava avere la testa tra le nuvole.

"Hey, tutto ok?"

Gli chiese Jinxx.

"Sì, sì."

Rispose.

"Stai pensando ad Harmony?"

Chiese Andy sorridendo.

"Forse."

La sera tornammo ognuno a casa sua e andammo a letto presto, anche se io rimasi col pc a chattare con Har fino a tarda notte. Il giorno dopo fu devastante. La sveglia suonò e io volevo solo morire. Avevo troppo sonno, troppo. Perchè ero rimasta a chattare fino a così tardi? 
Mi alzai con fatica, misi le prime cose che mi capitarono e non mi stetti nemmeno a truccare, legai i capelli in uno chignon disordinato che avrebbe fatto di sicuro invidia al nido sull'albero vicino a casa nostra. Bevvi una tazza di caffèlatte, ripassando la lezione di storia. Avrei preso un brutto voto, lo sapevo già. 
Entrai a scuola abbastanza presto, non c'era ancora nessuno se non i secchioni del primo banco. Dopo poco entrarono pure Har e Alex, chiaccherando tra di loro. Le prime ore passarono velocemente, venni interrogata e fortunatamente presi un bell'otto. Ero sempre stata brava a scuola, anche se dal mio carattere confusionario non si sarebbe detto.
All'intervallo ci dirigemmo verso le macchinette, dove prendemmo degli snack da mangiare. Incontrai Josh e ci mettemmo a parlare.

"Come va? Non ti ho più vista in giro."

Chiese lui.

"Tutto ok."
"Ti andrebbe di uscire un giorno di questi?"


Bevvi velocemente il mio caffè prima che mi andasse di traverso.

"Per me va bene, ti invio un messaggio su facebook."

La campanella suonò e tornammo in classe. Dovetti calmare quelle due pazzoidi che stavano esultando del fatto che abbia avuto finalmente un appuntamento.
Il pomeriggio lo trascorsi con i ragazzi a fare delle prove in un nuovo locale, questa volta più grande e più conosciuto. Se la stavano cavando bene.

Passarono dei giorni di totale noia quando mi ricordai di ciò che mi aveva chiesto Josh, così gli inviai un messaggio su facebook, anche se per dirgli che in quei giorni non potevo proprio uscire perchè avevo troppi compiti da fare.
Chattai con lui sorridendo come un ebete davanti allo schermo e digitando i tasti della tastiera, quando Andy spalancò la porta di camera mia facendomi sobbalzare.

"Che stai facendo?"

Mi chiese guardandomi malissimo. Mi girai per un secondo verso di lui osservandolo e dopo gli risposi continuando a fissare lo schermo.

"Non si bussa più adesso?"
"Perchè sorridevi in quel modo?"
"Ti interessa tanto saperlo? Sorrido perchè ho un appuntamento."


Risposi senza nemmeno guardarlo in faccia e continuando a prestare attenzione al pc.

"Tu? Un appuntamento?"

Mi scoppiò a ridere in faccia, così chiusi il pc e lo spinsi fuori dalla porta, anche se lui continuò a ridere sempre più forte.

"Biersack!"

Gli urlai dalla mia stanza. Che cretino. Faceva così strano che avessi finalmente qualcuno con cui uscire?
Avrei passato il pomeriggio tra i libri, ero già esausta prima ancora di iniziare.

Nel frattempo, Ash decise di farsi coraggio e di invitare Harmony a fare un giretto. 
Non sapeva nemmeno lui come l'avesse presa ma erano passati giorni, se non settimane, da quello che era accaduto e lui era curioso di conoscerla di più, sapere tutto su di lei. Era strano perchè aveva ragione Andy, lui non riusciva a stare per troppo tempo con la stessa ragazza. Un giorno si innamorava, un mese dopo lo trovavi in un locale alle due di notte tra una bottiglia e l'altra per dimenticare. Lui era un tipo da stare una notte con una e la notte successiva con un'altra. 
Prese il cellulare dalla tasca, digita il suo numero e le inviò un messaggio con su scritto: - Ciao, ti va di fare un giro? Ho voglia di parlare e di vederti. -. Dopo pochi attimi gli arrivò la risposta: - Oggi sono libera. Ci vediamo davanti alla scuola tra mezz'ora. -. Entusiasta di non aver avuto un due di picche, si cambiò velocemente e uscì subito di casa. 

Intanto Har mi chiamò e mi chiese qualche consiglio. Le dissi di restare calma e di essere se stessa, tutto sarebbe andato bene.

Davanti alla scuola c'era già Ash ad aspettarla. Dopo poco arrivò anche lei. Non se la ricordava così bella: lunghi capelli chiari, occhi dolci, così azzurri da poterci vedere il mare dentro e le sue labbra, morbide e truccate da un rossetto rosa, pelle candida senza nemmeno un'imperfezione, corpo magro ma con le forme al punto giusto. E i suoi piercing, la rendevano diversa dalle altre. Si avvicinò salutandola.

"Ciao."

Vedeva che era agitata, arrossì tutta.

"Ehi, non devi agitarti. Siamo qua solo per chiaccherare."

Disse cercando di tranquillizzarla e posandole una mano sulla spalla. Lei annuì.
Camminarono per un po' di tempo, il tempo di arrivare in centro città. Era un momento imbarazzante perchè non sapevano di cosa parlare, poi ad Ashley venne l'idea di portarla in un parco, dove avrebbero potuto parlare in tranquillità. Si sedettero su una panchina, mantenendo le distanze.

"Ci conosciamo poco, so a malapena chi sei. Perchè non impariamo a conoscerci meglio?"
"Sì, buona idea. Ho diciassette anni e vado ancora a scuola, sono in classe con Robin. Sono figlia unica, purtroppo, e abito con i miei genitori qua vicino."
"Io abito con gli altri da anni ormai, invece Robin è una novità per noi. E' proprio un'imbranata, distratta e maldestra. Fa sempre dei casini, ma le vogliamo bene."


Disse Ash ridendo, poi rise anche lei.

"Sì, è vero! Pensa che oggi un ragazzo a cui piace le ha chiesto di uscire, e lei è diventata tutta rossa e per poco non faceva cadere la cioccolata che stava bevendo!"
"Aspetta, piace ad un ragazzo? Uh, questo lo devo dire ad Andy! Chissà come diventerà furioso!"


Har lo guardò per qualche secondo.

"Perchè, ad Andy piace Robin?"
"Secondo me sono uno cotto dell'altra, anche se non lo ammetterebbero mai."
"Qualche volta Robin mi parla di Andy, lo definisce un fratello fastidioso. Mi ha pure detto che le piace una ragazza."
"Anche a me l'ha detto."


I due, quando realizzarono di stare parlando di altri e non di loro stessi, cambiarono discorso.
Parlarono per qualche ora, sempre seduti in quella panchina. L'umore di Har sembrava cambiato, non era più agitata ma forse ancora triste di non potersi ricordare nulla, o di non aver provato dei veri sentimenti quella sera. 
Verso le sette passate Harmony ricevette una chiamata, era sua mamma che le chiedeva dove si trovasse. Lei si inventò una scusa. 

"Devo andare."

Disse Har, chiudendo il cellulare.

"Va bene, ci sentiamo."

Rispose Ash, baciandole una guancia e facendola così arrossire. Poi le fece un cenno di saluto e si allontanò con lo sfondo del sole che tramontava davanti ai suoi occhi.



Angolo scrittrice:
Salve a tutti :3 Spero che vi piaccia questo capitolo e che mi recensiate in tanti x33 Mi scuso per questo luungo ritardo, ma ora sono finalmente tornata! <3
ALTRO AVVISO (?) :
Mi sono imposta di non pubblicare un capitolo prima delle 50 visualizzazioni, per organizzarmi.
Comunque fatemi sapere cosa ne pensate, miraccomando!
Baci, bea <3

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Capitolo 17
*** Yes, sorry I was only...tired. ***


Il mattino seguente mi svegliai svogliatamente. Non sapevo perchè mi sentii subito girare la testa come mi alzai dal letto. Attraversai il corridoio in fretta, non potevo fare tardi a scuola. Barcollai e persi l'equilibrio cadendo in terra, ma non persi i sensi. Ero ancora stesa sul pavimento quando sentii dei passi scendere velocemente dalla scala.

"Robin! Stai bene?!"

Disse Jake preoccupato prendendomi da sotto le braccia e sollevandomi facendomi così rialzare in piedi.

"Sì, scusa ero solo...stanca."
Risposi appoggiando un braccio sulla fronte. Jake sospirò.

"Sei proprio un disastro. Mi hai fatto spaventare."

Disse risalendo le scale per tornare probabilmente a dormire.

"Mi dispiace."

Risposi e feci per andare in cucina a fare colazione quando caddi in terra e persi i sensi.
-
"Robin! Robin! Stai bene?"

Jinxx mi schiaffeggiò leggermente la faccia.

"Fermo! Così le fai male!"

Disse Andy sventolando un foglio di carta davanti alla mia faccia. Prese la mia testa tra le sue mani e l'appoggiò sulle sue ginocchia.
Arrivò poi Ash con del ghiaccio da mettermi sulla fronte, ma le cose non migliorarono. 
-
Mi svegliai con un mal di testa fortissimo. Davanti a me trovai i ragazzi e sembravano felici di vedere che finalmente avevo aperto gli occhi. In pochi minuti capii di trovarmi in ospedale. 

"Finalmente Robin! Ci hai fatto spaventare!"

Disse CC avvicinandosi.

"Sì, se non stavi bene stamattina potevi dirmelo."

Aggiunse Jake.

"Scusate se vi ho fatto preoccupare."

Dissi guardandomi intorno.

"Abbiamo chiamato le tue amiche, arriveranno tra pochi minuti."

Ash fece in tempo a finire la frase che entrò un' infermiera con una cartella in mano. La guardammo tutti sperando che ci dicesse qualcosa di positivo.

"Lei è la signorina Robin, giusto?"

Disse avvicinandosi ai piedi del letto. Annuii.

"Dovremo farle delle analisi per controllare che non abbia niente."
"Quando inizierete?"
"Il prima possibile, non si sa ancora se è una cosa grave oppure no. Comunque non devi preoccuparti, oggi verrà il dottore a fare dei controlli."


Appoggiò leggermente la sua mano sulla mia come per rassicurarmi.

"E voi presumo siate suoi amici..."

Disse rivolgendosi ai ragazzi.

"Potreste controllare che stia rilassata e che non svenga di nuovo?"
"Certo, staremo qua tutto il giorno se necessario."


Rispose Andy accennando un sorriso. L' infermiera uscì dalla stanza.

"Ma io...non voglio essere un peso per voi..."

Dissi a bassa voce.

"Tu non sei un peso, ti vogliamo bene."

Disse CC. 
Mi sentivo veramente un peso, non volevo che stessero in ansia e rinunciassero al lavoro e alle uscite per restare a farmi compagnia.
Alla porta bussò qualcuno e Jinxx andò ad aprire. Erano Alex e Har per fortuna, speravo non fosse il dottore. Avevo paura che avessi qualcosa di grave, ma non lo potevo ancora sapere. Le abbracciai e vidi che erano chiaramente preoccupate per me, così feci un sorriso per tranquillizzarle. Salutarono anche i ragazzi e Har abbracciò Ash come se non lo vedesse da una vita. Ero felice per loro, finalmente avevano deciso di frequentarsi.

"Quando Ash mi ha chiamata e mi ha detto quello che era successo mi è venuto un infarto!"

Disse Har ridendo.

"Già, pure a me. Ora stai bene? Sembri un po' pallida."

Chiese Alex. Appoggiai un braccio sulla fronte. Risposi con un filo di voce.

"Sì, sto be-"

Mi alzai di scatto e corsi fino al bagno mentre gli altri mi guardarono con aria preoccupata. Stavo vomitando e mi sentii di nuovo male. Mi sentivo debole e caddi di nuovo in terra.
-
Quando mi rialzai non mi trovavo più in bagno, ma di nuovo nel mio letto. Erano tutti preoccupati per me, lo vedevo dalle loro facce, ma nemmeno io ero tanto tranquilla e volevo assolutamente sapere cosa mi stesse succedendo, ma ero anche spaventata di quello che mi avrebbe potuto dire il dottore. Mi sentivo senza forze, non riuscivo nemmeno ad alzarmi e guardai i ragazzi con gli occhi lucidi, senza riuscire a sputare una parola. Se ne accorsero e mi abbracciarono, mi dissero che sarebbe andato tutto bene e che sarebbero stati al mio fianco.
Verso l'ora di pranzo mi addormentai e non mi saltò nemmeno in mente di toccare cibo. Mi risvegliai alle quattro grazie ad Andy che fece troppo rumore ad entrare in stanza.

"Ti ho portato il pc così non ti annoi tutto il tempo."

Disse appoggiando il pc sulle mie gambe.

"Grazie, dove sono andati tutti?"

Risposi guardandomi intorno ancora un po' addormentata.

"Jinxx, Jake, Alex e CC sono dalla caffetteria, mentre Ash e Har hanno detto che volevano andare a fare due passi."
"Che bello, stanno così bene insieme. Non trovi?"


Dissi sorridendo.

"Sì, ma ho paura che duri poco...conosco Ashley."
"E perchè non sei andato anche tu con gli altri?"


Chiesi curiosa. Non volevo costringerlo a rimanere con me ma non volevo nemmeno cacciarlo via.

"Volevo farti compagnia. Non posso?"
"Sì che puoi è solo che...non voglio essere un peso per nessuno."


Sospirò e si avvicinò sedendosi sul letto.

"Tu non sei un peso e lo sai che ti vogliamo bene."
"Scusa, sono abituata con i miei genitori..."


Dissi. C'era uno strano silenzio, un silenzio di cui non ero abituata da quando vivevo con i ragazzi. Ero contenta che Andy fosse rimasto, così potevamo parlare e non mi sarei sentita sola. 

"Robin...devo dirti una cosa, mi prometti di non agitarti?"

Mi chiese poi, diventando serio improvvisamente. Annuii diventando seria anch' io.

"Ecco...stai ritornando pallida. Rilassati, vado a comprarti una tisana al bar."
"Va bene."


Risposi sottovoce. In effetti avevo mal di testa e speravo di non stare male mentre ero da sola. 
-
Nel frattempo, nel cortile dietro l'ospedale si trovavano Ashley ed Harmony che ridevano e scherzavano cercando di far passare il tempo. Avevano già organizzato di vedersi nel weekend per il loro secondo appuntamento e non stavano più nella pelle.

"Allora, dove si va di bello?"

Disse Ash accendendosi una sigaretta.

"E se andassimo al cinema?"

Rispose Har già entusiasta all'idea. Lui sputò fuori il fumo per poi riprendere a parlare.

"Per me va bene dai."

Andarono nel parco di fianco all'ospedale dove si dondolarono sull'altalena tutto il tempo e intanto discussero sui loro proggetti per il futuro: Ash avrebbe continuato la sua carriera nei Black Veil Brides mentre Harmony non aveva ancora le idee chiare, ma le sarebbe piaciuto studiare medicina.
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Si fecero le cinque quando Andy tornò nella stanza con in mano una tazza gigante e bollente di tisana.

"Scusa se ci ho messo un po', c'era la coda."

Disse porgendomi la tazzona.

"Tranquillo..."

Mi accorsi che la mia voce era tremolante e che avrei dovuto chiedere ad Andy di rimanere a farmi compagnia, avevo troppa paura di stare male sul serio. Bevvi un sorso e mi calmai, lui era di fianco a me e mi sentivo al sicuro. Ritornò quel silenzio inquietante alternato a dei profondi sguardi senza dire nemmeno una parola, che furono poi interrotti dai ragazzi che entrarono rumorosamente in camera.

"Robin! Come stai ora?"
"Un po' meglio, grazie."


Accennai ad un sorriso e decisi di accendere il pc e di navigare un po' sul computer. Entrai sul mio facebook e notai che pure Josh era online. Avrei dovuto dirgli che ero finita in ospedale? 
Nemmeno il tempo di farmi la domanda che mi arrivò un suo messaggio:

 -Ciao, come stai?-
-Non molto bene...in effetti sono in ospedale.-
-Eh? In ospedale? Cos'è successo?-
-Niente di che, sono solo svenuta qualche volta. Non preoccuparti, davvero.-

Alex chiese con chi stessi chattando così la invitai a sedersi di fianco a me e a leggere la conversazione. Nel frattempo mi arrivò un altro messaggio.

-Ti darebbe fastidio se un giorno venissi a trovarti?-

Mi avrebbe dato fastidio? No, solo che ero ridotta in uno stato pietoso e i miei amici mi avrebbero sicuramente messa in imbarazzo più di quanto già avrei potuto fare da sola. Diedi uno sguardo all'espressione di Alex, che mi fece un veloce cenno di sì con la testa.

-No, anzi vieni pure. Ora devo andare, ciaoo!-

All'ora di cena tornarono anche Har e Ash, che erano felicemente mano nella mano e se avessero continuato di questo passo sarei probabilmente morta dalla troppa dolcezza. Alex e Har tornarono a casa, dopo avermi salutata e abbracciata e avermi detto che ci saremmo tenute in contatto tutta la sera. I ragazzi rimasero, anche se mi sentivo in colpa a constringerli a restare.
A cena mangiai qualcosina, che ovviamente subito dopo vomitai. Seguirono giramenti di testa e quando mi calmai i ragazzi mi dissero che sarebbero andati a casa a dormire, ma che per ogni emergenza avrei potuto chiamarli. Però, sinceramente, mi sarebbero mancati, sopratutto Andy, che si era preso cura di me e mi faceva sempre tornare il buonumore.

"Bene, noi andiamo."

Disse Jinxx uscendo dalla porta.

"Aspetta."

Presi per la manica della camicia Andy, fu un gesto impulsivo e parecchio imbarazzante ma non volevo restare sola. Mi guardò con aria interrogativa.

"Resta, ti prego."

Lo implorai, così, vedendomi ridotta in quello stato, non fece altro che accettare.


Angolo scrittrice:
Ciao belle lettrici mie<3 anche lettori ovviamente, ma voi maschi fate schifo<3 Volevo ringraziarvi perchè state aumentando sempre di più e questo mi fa molto piacere, ma ovviamente da brava scrittrice che sono non sono capace di scrivere dei ringraziamente decenti, sappiate solo che vi voglio bene:'3 <3
Per vedere le foto dei personaggi cliccate qua: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2600146
Alla prossima<3
Bea:3

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