Baby don't hurt me, no more

di SivvHerondale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


Angolo dell'autrice: Ciao a tutti! Questa è la mia prima storia originale. Il primo capitolo è corto, ma è un'introduzione per la storia (quindi sarebbe meglio chiamarlo 'semi-prologo')
Enjoy reading :)
-Sivv


Capitolo uno
Fabio camminava sotto la pioggia, con il cappuccio in testa, la cartella in spalle e le cuffie nelle orecchie. Pensava e ripensava sempre al quel momento della sua vita, a come quell’attimo fatale gli avesse rovinato completamente gli anni a seguire.
Aveva 10 anni, e durante una bella giornata di sole, stava giocando a calcio nel cortile della sua scuola con il suo fratellino Marco, di 8. A un certo puto Fabio tira un po’ troppo forte, e la palla finisce in strada. Marco corre a prenderla, senza però guardare prima di attraversare, e un signore in auto lo investe. Fabio ricorda solo di aver urlato, ricorda il sangue schizzato ovunque, ricorda la maestra, che uscita per vedere cosa stesse succendendo urla anche lei, ricorda la faccia del signore che scende dall’auto, e poi ricorda l’ambulanza, che porta Marco in ospedale, e i medici che dicono a mamma e papà che è molto difficile che Marco ce la faccia. Dopo, ricorda la telefonata della mamma al papà, rimasta in ospedale accanto a Marco, e ricorda il papà, che lo prende in braccio e gli dice:- Tesoro, mi dispiace ma.. Marco non c’è più.-. Dopo ricorda solo il funerale,  con tutta quella gente che:-Mi dispiace così tanto! Oh, era proprio un bravo bambino-. Tutti falsi, pensa Fabio. È tutta colpa mia, pensa Fabio, se non avessi tirato quel pallone non sarebbe mai successo niente.
Fabio adesso ha 17 anni, è un bellissimo ragazzo con gli occhi verdi e i capelli biondo scuro, e un sorriso così bello da far invidia al sole, che ormai nessuno vede più da sette lunghissimi anni. Fabio pensa che la sua vita sia un completo disastro e pensa che non riuscirà mai a combinare nulla di buono, se non provocare dolore.
Ma Fabio non sa che sta per cambiare radicalmente, che finalmente qualcuno lo tirerà fuori dall’abisso in cui è caduto con la droga e l’autolesionismo.
Fabio sta per incontrare qualcuno quella mattina, a scuola, il posto che, da più odiato, diventerà un posto piacevole. Specialmente il cortile.
 

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Capitolo 2
*** capitolo due ***


ANGOLO DELL’AUTRICE: Salve a tutti! Eccomi qua con il secondo capitolo, che vede l’incontro “magnetico” fra Fabio e Celeste! Ricordo che Celeste ha 16 anni, quindi fa seconda superiore, mentre Fabio ne ha 17, ma è stato bocciato.
Ma non vi anticipo nulla!
Mi raccomando, per problemi o critiche scrivetemi! Beh anche se volete recensire per complimenti eh! J
Enjoy reading!
-Sivv
 
 
CAPITOLO DUE
 
Era una brutta giornata di pioggia, e Celeste non ce la faceva proprio ad alzarsi per il primo giorno di scuola. L’unica cosa esaltante della giornata era che tramite una sua amica aveva saputo che ci sarebbe stato un ragazzo nuovo quell’anno. Si alzò al quinto richiamo della mamma e cominciò a prepararsi. Per prima cosa andò in bagno, dove si lavò la faccia e tentò di legarsi i capelli, ma quei lunghi capelli “rosso Weasley” , come amava definirli, non ne volevano proprio sapere. A discapito del suo nome, Celeste non aveva nulla di azzurro, anche se ogni tanto i suoi occhi grigio “nuvole di temporale” (come li definiva la sua migliore amica Stefania) tendevano lievemente al celeste. Alla fine, dopo almeno dieci tentativi, cedette e pettinò i capelli lisci che cadevano sulle spalle. Non era brutta, anzi, tutti le dicevano che era molto carina, ma lei continuava a dire di no, che non era vero, altrimenti qualcuno l’avrebbe guardata in quei sedici anni no? Ma le sue amiche non mollavano, e le riempivano le orecchie di tutte quelle frottole.
Celeste uscì dal bagno e si diresse in camera sua per vestirsi. Le piaceva vestirsi bene, ma niente cose firmate o troppo striminzite! Semplicemente scelse un paio di jeans blu scuro e una maglietta a maniche corte, la sua preferita. Abbinò la collana che Stefania le aveva regalato quell’estate per il suo compleanno poi corse in bagno a truccarsi; solo due linee di matita, nulla di esagerato.  Prese la cartella, la giacca e l’ombrello, salutò la mamma e uscì per andare a chiamare a casa Stefania, che come al solito era in ritardo. Alla seconda volta che suonava il campanello, Stefania uscì. –Finalmente, dormigliona! Ce ne hai messo di tempo eh? Dai muoviti, siamo in ritardo!- Disse Celeste. Stefania borbottò assonnata un “arrivo” e insieme s’incamminarono verso scuola, sotto l’ombrello.
Sulla strada di scuola si comprarono due brioches calde calde, per colazione. Quando arrivarono a scuola si diressero verso il loro gruppetto di amiche. Dopo i saluti, cominciarono tutte a “civettare” su chi fosse il nuovo arrivo, si guardarono intorno per vedere se ci fosse qualche faccia nuova. Celeste chiacchierava, però non era molto in vena di tutto quello spettegolare. Si girò un attimo e si allontanò giusto di un paio di metri e lo vide, quasi di fianco a lei mentre passava: quel ragazzo era bellissimo, con quei capelli castani che a quel piccolissimo spiraglio di luce sembravano quasi biondi, e quegli occhi verde smeraldo, profondi come due enormi pozzi. Sempre quegli occhi, avevano una strana scintilla, come di profondo dolore, ma Celeste pensò di esserselo immaginato. Quando le passò affianco, una ventata di fresco profumo di sapone di Marsiglia la investì. Si accorse di essersi imbambolata a fissarlo, si ricompose e tornò dalle sue amiche. Intanto ovviamente si erano accorte tutte del nuovo arrivo, e stavano tutte spettegolando. Stefania le tirò una gomitata e le disse:- Oh, ma hai visto quanto è sexy? Scommetto che riesco a baciarlo nel giro di una settimana! E non vedo l’ora!-. Stefania era fatta così, appena c’era qualche individuo di sesso maschile (non troppo sfigato, come ripeteva sempre lei) lì vicino, lei era sempre la prima che ci provava; Non era una ragazza facile, semplicemente le piaceva stare al centro dell’attenzione e fare un po’ l’oca del gruppo. Nonostante questo, era davvero una buona amica, e c’era sempre nel momento del bisogno. A quel punto suonò la campanella, e Celeste e le sue amiche entrarono in classe. Quando furono tutti ai loro posti, la professoressa di matematica li salutò:- Buongiorno ragazzi e bentornati a scuola. Quest’anno c’è un nuovo allievo, Fabio. Vieni pure in classe!- Disse a voce un po’ più alta l’ultima frase, rivolta alla porta. Dalla porta entrò il ragazzo di quella mattina, e in classe ci furono risatine “ochesche” dappertutto. –Facciamoci subito riconoscere eh?- pensò Celeste. Da tutta la classe arrivavano sussurri della serie:- Oh dio, il figo è da noi! Devo troppo mandare un messaggio a Daniela!- oppure –Guarda, guarda quanto è bello, scommetto che lo è ancora di più senza maglia!-. Fabio sembrava un pochino infastidito. –O forse è solo una mia impressione- pensò di nuovo Celeste. Proprio mentre stava pensando a quanto fosse stupida con quelle impressioni, Fabio la guardò, anzi la fissò proprio.
E in quell’attimo, nulla esisteva tranne loro due. Celeste aveva piantato i suoi occhi in quegli occhi verde smeraldo, e Fabio sembrava completamente rapito da quel paio di occhi grigi. O forse era di nuovo la sua immaginazione, cosa che accadeva decisamente troppo spesso. Passarono minuti, ore, anni (Chi può dirlo? A lei era sembrata un’eternità!), e una gomitata di Stefania la riportò alla realtà:- Ehi! Vi stavate fissando, eh?-  Celeste rimase ancora un attimo a guardarlo negli occhi, poi li distolse, e Fabio tornò a fissare il pavimento. –Ma va, mica guardava me, sicuramente guardava Sonia!-  Stefania obiettò:- Il fatto che Sonia sia considerata la più carina della classe (e che sia obbiettivamente dietro di te), non significa che tu non stesse guardando te! Anzi, sai cosa? Lo lascerò stare, solo per te!- Celeste fissò Stefania allibita. –Cosa? Ti lasci scappare un così bella preda? Sei davvero malata stamattina Ste’! Sicura di non voler tornare a casa?- continuò scherzosamente Celeste. Intanto la prof continuava a parlare, ma chi la ascoltava più ormai. Alla fine del suo discorso, la prof disse:- … e per il momento, Fabio, puoi sederti laggiù, tra Alessandro e Celeste, in terza fila. Fabio non disse una parola, prese lo zaino e prese posto, sempre in rigoroso silenzio e col cappuccio calato sulla testa. Celeste stava per esplodere quando sentì di nuovo il suo profumo, e non riusciva a capire perché, considerando che anche sua madre lo usava per lavare i panni, e fino a quel giorno on c’era stato mai nulla di interessante in quell’odore. Si sentiva lo stomaco sottosopra e il cuore a mille nel momento esatto in cui Fabio, passando, le toccò di striscio un braccio, e poi si sedette. Lei provò a guardarlo, ma lui niente, fissava ancora il dannato pavimento. La giornata trascorse lenta, e anche se era il primo giorno di scuola due dei sei professori fecero comunque lezione. Maledetti professori, avete già tutto l’anno a seguire e ci sfruttate pure il primo giorno? Sadici.
Celeste però, non seguì nessuna delle lezioni, perché pensava continuamente a Fabio, che però non la degnava di uno sguardo.
Fabio continuò ad avere la felpa con il cappuccio in testa tutto il tempo, e quando suonò la campanella, riprese lo zaino e semplicemente se ne andò. Mentre tutti si preparavano, lui si voltò una volta sola, e incrociò di nuovo gli occhi di Celeste. Restarono così qualche secondo, poi Fabio si voltò e se ne andò sempre a passo più spedito, finchè uscito da scuola, cominciò a correre verso casa. Lui non avrebbe mai potuto avere una vita felice, era colpa sua. Era tutta colpa sua. Glielo ripeteva sempre il padre. Certo, mentre lo faceva era ubriaco, ma si sa, il vino veritas.

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


ANGOLO DELL’AUTRICE: Buonsalve a tutti :)  Dopo settimane di inattività ( ma la scusa ce l’ho! Sono in periodo di esami, purtroppo.) eccomi qua con il nuovo capitolo.
In questo capitolo ci sarà un piccola parte riguardante la passione di Celeste,che poi è anche mia, i Green Day, e anche piccole parti dei testi.
Colgo l’occasione per dirvi che non so quando potrò aggiornare di nuovo, sempre per il motivo sopra.
Enjoy reading!
-Sivv
 

CAPITOLO TRE

Erano le tre del pomeriggio, Celeste era tornata a casa e di lì a poco avrebbe dovuto uscire con Stefania. Finalmente aveva smesso di piovere, un pallido sole sbucava da dietro le ultime nuvole e c’era l’arcobaleno. Si infilò un paio di scarpe a caso e un maglione, uscì e prese il bus che l’avrebbe portata al parco, con Ste’ e le sue amiche.
Appena salita sull’autobus trovò un posto e si sedette. Si infilò le cuffie con la sua band preferita (Green Day!) e si godette il tragitto. Appena scesa al parco, si incamminò verso il posto dell’appuntamento quando..:-Ehi! Ehi Celeste!- una voce maschile la stava chiamando. Celeste si girò:-Ciao Lorenzo! Come va?- Lorenzo era il migliore amico di Celeste, il classico ‘’amico di sempre’’. Si erano conosciuti all’asilo e in prima elementare lui si era trasferito nella casa di fianco alla sua. In quarta si erano fidanzati, e un giorno lui le aveva portato un anello di caramella rosa. Poi si erano lasciati in quinta, perché Celeste aveva conosciuto Stefania, e soprattutto il fratello di Stefania, che aveva tre anni in più. Stefania diceva sempre che Lorenzo era continuamente innamorato di Celeste, perché non aveva avuto nessun’altra ragazza anche essendo un bel ragazzo con i capelli nero corvino e gli occhi azzurri/blu. Celeste rideva, e diceva che magari era gay, chi lo sa! -Però in effetti sarebbe figo avere un amico gay! Pensa, potresti parlaci a proposito dei perfetti fondoschiena di alcuni ragazzi o potreste andare a fare shopping!- Aveva detto una volta Stefania, e poi erano scoppiate di nuovo a ridere.

-Tutto okay, Stefania mi ha detto che tu e le ragazze vi incontravate qui così sono venuto anch’io. Andiamo?-
Celeste e Lorenzo si incamminarono. Mentre passavano, Celeste vide Fabio su una panchina. –Lorè, senti, loro sono là, cominci ad andare? Io arrivo-  -D’accordo, a dopo-
Celeste si avvicinò e vide che Fabio stava facendo matematica con le cuffie nelle orecchie e presumibilmente la musica a palla. Allora si sedette di fianco a lui. Di nuovo quel profumo, che la fece andare su di giri, di nuovo. Ma insomma, cosa c’era di così speciale nel classico sapone di Marsiglia? Mentre si faceva tutti sti viaggioni mentali, Fabio si era tolto le cuffie, e la guardava con fare interrogativo. –Si?- Chiese, con un pizzico di strafottenza. Celeste si riscosse, e si rese conto di non avere un valido motivo con cui attaccare bottone. –Io…ehm.. io…ecco…volevo presentarmi! Sai, oggi ti hanno messo di fianco a me ma ero troppo impegnata a parlare con la mia migliore amica per presentarmi, e quindi volevo scusare il mio stupido comportamento e..- Stava parlando a ruota libera, ed era diventata del colore dei suoi capelli. Fabio le fece una smorfia divertita, aspettando che continuasse a parlare. :-…e quindi piacere, Celeste.- Si presentò e gli porse la mano. –Fabio- le strinse la mano –Ora se vuoi scusarmi, devo studiare, ciao.-  E di nuovo con aria strafottente si girò sui suoi libri e si rimise le cuffie, ma non prima che Celeste vedesse la sua playlist: era completamente PIENA di canzoni dei Green Day. Oddio, lo amo. Pensò subito Celeste. La canzone in riproduzione era “Stray Heart”. Ehi, abbiamo un sentimentale! Celeste d’impulso gli strappò le cuffie dal buco dell’auricolare, così la canzone si sentì a tutto volume nel parco.

 
…We’re not alone
Oh oh I’ll hold your heart
And never let go.
Everything that I want
I want from you
But I just can’t have you.
Everything that I need
I need from you
But I just can’t have you.

 
-Ma che cazzo fai?- Le urlò contro Fabio. Celeste sembrava in un altro mondo:- Questa.. Questa è la mia canzone preferita..- Fabio da tutto arrabbiato sembrò spegnersi di colpo. Una ragazza che ascolta rock? Che ascolta i Green Day? Sarà la solita bimbaminchia. Però ha la sua stessa canzone preferita… no, non poteva essere. Complimenti ragazza, bella battuta. Eppure sembrava proprio così. –Tu.. io.. Ciao.- Si alzò, prese il suo zaino e se ne andò. Celeste si accorse di quello che aveva fatto e gli corse dietro.- Fabio, Fabio aspetta!- Fabio era al limite, ma si fermò e si girò. –Cosa vuoi?- le chiese, in modo anche abbastanza aggressivo. –Io.. non so cosa mi sia preso.. Mi dispiace.. il fatto è che..- non fece in tempo a finire la frase che successe qualcosa di completamente inaspettato: Sentì le labbra di Fabio sulle sue. E da lì cominciò una danza di lingue, un vero e proprio bacio, come Celeste non ne aveva mai dati. Celeste gli infilò le mani nei capelli, e poté sentire la morbidezza di questi ultimi, mentre Fabio faceva scivolare le sue mani sui suoi fianchi e la teneva stretta, quasi per paura che scappasse. Poi, d’un colpo, tutto finì. Fabio si staccò, la guardò con una faccia tra il dispiaciuto e l’arrabbiato, si girò e corse via. Per Celeste era accaduto tutto così in fretta che non ci capiva niente. Innanzitutto: ma se era arrabbiato nero (con tutte le ragioni per esserlo) perché l’aveva baciata? Secondo: perché era scappato così di colpo? Era stata colpa sua? No cavolo, aveva fatto tutto lui. A parte la figuraccia sulla “presentazione”. E l’altra figuraccia sulla canzone. Ma era così bello aver trovato qualcuno con cui condividere le proprie passioni musicali! Lorenzo ascoltava rap e Stefania era fissata con le boy band. Insomma, un incubo per una ragazza come lei.
Si riscosse dai suoi pensieri e si incamminò verso le sue amiche, e verso Lorenzo, che probabilmente aveva visto tutto e aveva una faccia davvero poco felice.
 

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