Istinto Irrefrenabile

di FannyScarlet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** mostro ***
Capitolo 2: *** Alice ***
Capitolo 3: *** Obiettivo Mancato ***
Capitolo 4: *** Sete ***
Capitolo 5: *** Oblio ***
Capitolo 6: *** premonizione ***



Capitolo 1
*** mostro ***


“Corro

“Corro. Corro a perdifiato, lo sento, sento l’odore del sangue! Sangue umano! Che buon profumo! Un profumo davvero inebriante…ma devo resistere, devo! Io non voglio essere un mostro! Non voglio divorare gli esseri umani, ma non ci riesco, è più forte di me! Devo fermarmi, devo correre lontano!”

All’improvviso Jasper si fermò, ma non perché la sua mente aveva avuto il sopravvento sui suoi istinti, no. Si era fermato perché davanti a lui c’era una ragazza seduta sotto un albero nei pressi di un fiume. Era una ragazza molto graziosa: dei lunghi, lucenti e lisci capelli castano chiaro, degli splendidi occhi verde scuro, un nasino sottile, delle carnose labbra rosse, la pelle rosea e le guance erano di una tonalità di rosa lievemente più scura rispetto al resto del viso. Davvero graziosa. Poi una ventata fece arrivare sotto il naso del vampiro l’odore del sangue di quella ragazza…davvero buono. Un sangue davvero dolce…chissà com’era buono, aveva già l’acquolina alla bocca! Ormai era il crepuscolo, poteva benissimo uscire allo scoperto senza rischiare di rivelare il proprio segreto. Jasper ghignò e scostò i rami che lo tenevano nascosto dalla visuale della ragazza.

-Buonasera signorina…

-Oh! Buonasera a lei!

Il cuore della ragazza cominciò a battere più velocemente alla vista del ragazzo. Era proprio un bel giovane: splendidi capelli biondo miele e profondi occhi neri, neri come la pece.

Grazie al suo fine udito sentì il cuore della ragazza accelerare, il suo respiro farsi più affannoso, notò le sue guance imporporarsi.

Eccitamento.

Si, sentire il cuore che pompava sangue sempre più rapidamente lo eccitava.

Sete.

Voleva bere quel sangue. A tutti i costi.

NO! O SARAI UN MOSTRO!

Eccola di ritorno: la sua ragione. Quella che gli intimava sempre di non bere il sangue degli umani.

Ma come fare?

La ragazza si alzò con un movimento rapido e si avvicinò ulteriormente a lui. Il vento spostò i capelli della ragazza permettendo a Jasper di vedere il suo collo, la sua giugulare…e l’arteria principale che pompava sangue. Jasper inspirò profondamente il suo profumo.

Non ucciderla! Non farlo…

La voce della sua ragione era sempre più flebile.

Chiuse gli occhi come per scacciare quella voce fastidiosa nella sua mente, scosse leggermente la testa.

Quando li riaprì incrociò il suo sguardo smeraldino, poi le sussurrò di chiudere gli occhi. Lei obbedì. Jasper, sempre più eccitato, si trattenne dal saltare addosso alla ragazza e morderla.

“Fare le cose più lentamente rende il tutto più…allettante.”

Accarezzò con due dita il collo e le spalle nude della ragazza. A tale contatto ella fremette leggermente. Jasper sorrise, afferrò saldamente, ma comunque con gentilezza, le spalle della ragazza e accostò il proprio naso al collo roseo della fanciulla, la quale per non cedere si aggrappò al petto di Jasper. Egli inspirò molte volte il suo profumo, poi, dopo un tempo che parve infinito, scostò i suoi capelli sull’altra spalle a affondò i denti nel collo. La ragazza spalancò gli occhi e cercò di urlare, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono. Copiose lacrime cominciarono a scendere dai suoi occhi verdi che stavano pian piano perdendo la loro lucentezza. Cercò senza successo di sciogliersi dalla presa del suo assalitore, cercò di dimenarsi, ma la presa ferrea che la teneva imprigionata le impediva qualunque movimento.

Dal suo canto Jasper non poteva che sentirsi felice. Da quant’era che non beveva sangue umano? Troppo, troppo tempo. La sua preda si stava ribellando, oh, si! Gli piaceva quando la sua vittima cercava di liberarsi senza successo. Quando ebbe finito di bere il suo sangue lasciò che la sua vittima cadesse al suolo con un tonfo. Sulle sue labbra un sorriso pieno di soddisfazione. Si, era sazio! Guardò la ragazza stesa a terra, guardò il suo volto, su di esso vi era un’espressione di puro terrore e angoscia: gli occhi vitrei, tracce di lacrime lungo le sue guance non più rosee, ma bianche, la bocca spalancata. Il ritratto del terrore. Subito in lui si fece strada qualcosa, sentì all’altezza del cuore come un masso, un masso enorme…eccolo! Come ogni volta era arrivato il senso di colpa. Continuò a contemplare il cadavere ai suoi piedi finchè in lontananza non sentì delle voci:

-Christine! Christine! Sorella mia, dove sei?

“Una bambina! A quanto pare tua sorella è venuta a cercarti.”

Si allontanò lentamente. Dietro di lui solo la voce preoccupata della bambina che urlava il nome della sorella. Poi il silenzio. Jasper si arrestò. Ancora silenzio, poi un urlo. La bambina aveva appena visto il cadavere della sorella.

Jasper strinse i pugni e cominciò a ringhiare sommessamente.

“Devo imparare a controllarmi! Maledizione! Questa cosa non dovrà ripetersi mai più!!”

Purtroppo questa cosa la ripeteva già da molto tempo, eppure alla fine era sempre la stessa storia.

 

 

Vi prego ragazze (e ragazzi se ce ne sono ^^), dato che siete riuscite ad arrivare sin qui lasciatemi un commentino! Così mi direte se sia il caso di continuarla oppure no ^^

Gaccie!!! =D

 

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Capitolo 2
*** Alice ***


-Dottore, la nuova paziente è nella stanza numero 9

-Dottore, la nuova paziente è nella stanza numero 9.

-Va bene, grazie infermiera.

L’uomo si diresse lentamente verso la stanza nominatagli dalla donna.

Una nuova paziente! Chissà qual era il suo “problema”.

Giunto a destinazione vide due uomini che cercavano di bloccare una giovane ragazza piuttosto minuta la quale si dimenava con una forza che non pareva sua.

-Fermi! Dannazione, fate piano!

I due energumeni si fermarono e lasciarono andare la ragazza che arretrò finché non si ritrovò con le spalle al muro. Si lasciò scivolare lentamente a terra, si coprì il volto con le mani, in lei solo un grandissimo desiderio di urlare.

L’uomo si avvicinò lentamente alla ragazza dopo aver intimato agli altri di uscire. Si accucciò accanto a lei e le posò una mano sulla testa; la ragazza sussultò e alzò velocemente gli occhi sull’unica persona che dopo tanto tempo non l’aveva afferrata brutalmente, ma l’aveva toccata delicatamente, con dolcezza. Rimase a guardarlo con occhi sgranati mentre lui la guardava serio.

-Va meglio adesso??

Lei annuì.

-Come ti chiami?

Una voce rispose al posto della ragazza.

-Si chiama Mary Alice Brandon, dottore.

I due alzarono gli occhi sull’uomo che aveva parlato: alto, molto magro, quasi completamente calvo, profonde rughe che solcavano la sua fronte.

-Oh, bene.

Il dottore si alzò aiutando Alice a fare lo stesso.

-Bene Alice, adesso devo lasciarti un secondo.

La ragazza sgranò gli occhi e si guardò spaventata attorno.

-Torno subito.

Alice lo guardò e annuì piano, per poi sedersi sul letto alla sua sinistra.

L’anziano uomo che aveva interrotto i due uscì dalla stanza e cominciò a parlare col suo collega.

-Dottor Wilson la ragazza è stata portata qui poiché sostiene di poter avere delle..ehm…premonizioni.

-È capace di vedere nel futuro?

-Crede di poter vedere nel futuro.

-La madre ci ha raccomandato di usare su di lei le migliori cure per guarirla da questa sua follia.

-Certamente.

 

I mesi passarono e durante tutti quei giorni Alice subiva regolarmente l’elettroshock, sotto gli occhi dei “dottori”, del dottor Wilson compreso.

Pian piano il dottore capì che c’era qualcosa in Alice, qualcosa che la rendeva diversa da tutti gli uomini presenti in quel posto. Qualcosa che la rendeva speciale.

Ormai passava molto del suo tempo insieme a lei. L’elettroshock aveva inesorabilmente rovinato la sua mente, ormai non proferiva più alcuna parole anche se ogni tanto sembrava dire cose sconnesse e senza senso. Continuava a predire la morte di tutti gli altri “pazienti” e più continuava e più aumentavano le dosi di elettroshock.

Ogni pomeriggio il dottor Wilson portava Alice a fare due passi, si era affezionato molto alla ragazza e cercava di passare con lei molto tempo. Un giorno però il dottor Wilson sentì che qualcuno li stava osservando, qualcuno che era nascosto tra gli alberi. Aguzzò le vista e vide un ragazzo dalla pelle pallida, capelli castani e lineamenti regolari, i suoi occhi color vinaccia erano puntati famelici sulla ragazza.

“È un segugio! E a quanto pare ha messo gli occhi su Alice!”

-Alice, cara, torniamo dentro.

Alice annuì e guidata dal dottore fece ritorno nella sua stanza.

 

Era seduto alla sua scrivania e leggeva un libro quando un lieve rumore attirò la sua attenzione. Si alzò e mise la testa fuori dalla porta.

Nessun rumore.

Fece per tornare al suo libro finchè il rumore di poco fa non si fece risentire. Ormai certo di non esserselo immaginato cercò di capire da dove provenisse quel rumore.

 

Nella sua stanza Alice non riusciva a dormire. Stava spettando. Erano giorni che aspettava, l’aveva visto.

Poi un rumore. Qualcuno aveva aperto la finestra. Si girò per vedere chi fosse. Non poteva vederlo bene a causa della luce lunare, ma sapeva che era lui. L’aveva già visto.

-Sono giorni che ti seguo, lo sai piccolina?

Alice continuò a guardarlo senza alcun timore né spavalderia. Semplicemente lo guardava.

Il misterioso ragazzo le accarezzò dolcemente i capelli, poi si avvicinò al suo volto e l’annusò.

-Il tuo odore è molto dolce. Chissà che buono il tuo sapore.

Negli occhi di Alice un barlume di terrore.

-Hai paura adesso, vero?

Alice cominciò ad avere il fiatone.

Il ragazzo salì a cavalcioni sopra di lei cominciando ad annusarle il collo.

Alice cominciava seriamente ad aver paura, cominciò a tremare e a singhiozzare.

Il ragazzo non poté fare altro che sorridere. Adorava il dolce profumo della ragazza sotto di lui. Le leccò avidamente il collo ed Alice cercò di gridare, ma dalla sua bocca uscì un urlo soffocato. Cominciò a piangere, invocando aiuto, ma la sua voce era bloccata dalla paura.

Il ragazzo aprì la bocca e lentamente accostò i denti al collo della ragazza.

 

Il dottor Wilson sentì i gemiti di Alice e le parole di quel ragazzino. Così corse il più rapidamente possibile verso la stanza numero 9.

“Devo arrivare in tempo! Alice, ti prego resisti!!”

 

 

lo so, non è che questo capitolo sia venuto così bene…mi rendo conto di non aver sviluppato in maniera esauriente la parte in cui il dottore si innamora di Alice…di questo vi chiedo perdono, ma non avevo la minima idea di come fare T_T spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto lo stesso.

Passiamo ai ringraziamenti:

_Lunetta_: grazie mille per avermi lasciato un commentino!!! ^^

gypsy_rose90: evvivaaaaa…un’altra fan della coppia Alice/Jasper *_* che gioia che la mia ff ti abbia incuriosita!!!

squ1ddy: pure io adoro Jasper anche se uccide XDXD

Vesuvium: mi sento onorata di averti come lettrice *_*…la aggiungi davvero ai preferiti??? *_* ma shei miticaaaa *_*

Sybelle: tanto talento e nemmeno un po’ di autostima? Oh dimmi se ho ancora talento dopo questo capitolo! Voglio dire…uffi! Non sono per niente soddisfatta della parte in cui il dottore si innamora…ma non avevo la minima idea di come fare T_T

La1803: oddio…spero tu non abbia immaginato di essere Christine XD

Kiakkina: thanks a lot!!!!

Lady of Lorien: jessy ammmmoraaaaaa *_* eccuti il secondo capittulo!!!…spero ti sia piaciuto..acnhe se a me, come detto prima e prima e prima ancora, no V_V

 

 

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Capitolo 3
*** Obiettivo Mancato ***


-Scommetto che sei buonissima, lo sento…

-Scommetto che sei buonissima, lo sento…

La porta fu aperta violentemente. Sia il ragazzo che Alice si voltarono per vedere chi fosse. Sulla soglia si ergeva la figura del dottor Wilson, il quale, alla vista di quel ragazzo sopra la sua Alice e in procinto di morderla, fu colto dal terrore, tuttavia mantenne la calma.

-Non è permesso ai visitatori di entrare al di fuori dell’orario di visita…la pregherei cortesemente di scendere dal letto della paziente e andarsene immediatamente.- lo sguardo fisso sul segugio, attento ad ogni minimo movimento.

-Oh, che peccato dottore, non lo sapevo.- rispose il giovane con un sorriso strafottente stampato in faccia. Scese lentamente dal letto con una calma a dir poco irritante. Nello stesso istante il dottor Wilson si avvicinò al letto.

-Spero tuttavia che mi permetterà di dare il bacio della buonanotte alla mia piccolina.

Il dottor Wilson inarcò il sopracciglio.

-Se proprio non può farne a meno…- sussurrò ringhiando sommessamente.

Il ragazzo avvicinò nuovamente il volto a quello di Alice, erano occhi negli occhi vinaccia nell____

-Buonanotte mia cara.- le scocco un bacio leggero sulla guancia –Il tuo James verrà presto a trovarti. Non ti devi preoccupare…

Il ringhio del dottor Wilson si fece più forte così James alzò lo sguardo e sorridendogli beffardamente lo salutò educatamente, per poi uscirsene dalla porta. Non appena James chiuse la porta, il dottor Wilson abbracciò stretto a sé la piccola Alice.

-Alice, mio dio! Che spavento che ho avuto! Ma dimmi, tu stai bene? Hai avuto paura vero? Mi dispiace tanto!

Alice si aggrappò al suo salvatore e pianse, pianse tante lacrime. Non era finita, lui sarebbe tornato, l’aveva visto!

-Lui tornerà.- sussurrò sulla spalla del dottore.

-Come?

-Lui tornerà dottore, io lo so.

-Non preoccuparti Alice, non ti toccherà più.

-No, io…- Alice si bloccò, se avesse detto la verità molto probabilmente le avrebbero dato un’altra dose di elettroshock all’istante.

-Tu cosa Alice? Parlami.

Alice serrò gli occhi e scosse il capo in segno di diniego.

-Alice? Ma che ti prende?

La ragazza conciò a dimenarsi per sciogliersi dal freddo abbraccio del dottore. Voleva allontanarlo. Voleva starsene da sola. Nessuno le credeva. Tutti la ritenevano pazza. Tutti. Anche lui. Perché dunque rivelare la verità, sapendo che non sarebbe stata creduta??

-Alice? Ma che fai?- chiese spaventato lui. La guardò: si stava tenendo saldamente la testa con entrambe le mani, continuava a piangere e a ripetere sommessamente “tanto non mi crede nessuno, pensate tutti che sono pazza, ma non è vero”. Wilson intuì. Il suo sguardo si fece serio, si avvicinò ad Alice, si sedette sul letto e delicatamente avvolse le proprie mani fredde come il marmo attorno ai polsi sottili di Alice, la quale docilmente lasciò che Wilson  le scostasse e mani dalla testa. Lei alzò lentamente lo sguardo portandolo su di lui, le guance arrossate solcate da lacrime. Cercava di comunicargli qualcosa con gli occhi, si guardarono a lungo poi lui le pose una domanda.

-Alice, tu avevi visto che lui sarebbe venuto da te?

La ragazza sgranò gli occhi, non sapendo se dire o no la verità.

-Dimmi la verità Alice, ti prometto che non ti succederà niente.

Alice nonostante l’indecisione annuì piano. Si aspettava di sentire il dottore chiamare gli assistenti perché adoperassero su di lei i soliti “trattamenti”, ma non successe. Il dottor Wilson invece la strinse forte a sé sussurrandole parole di conforto.

-Devo portarti al sicuro Alice. James tornerà molto probabilmente.

La ragazza annuì, si lasciò prendere in braccio dal dottore e mise le braccia attorno al suo collo. Il dottore aprì la porta e molto rapidamente, come solo lui e i suoi simili, corse fuori dal manicomio.

Corse fino ad addentrarsi nel bosco per poi rallentare la corsa e annusando attentamente l’aria ben attento a non avvicinarsi casualmente a James.

Durante il tragitto Alice sentì le proprio palpebre farsi più pesanti, così, in preda alla stanchezza si abbandonò sulla spalla del suo salvatore.

“Com’è freddo. In tutto questo tempo che abbiamo passato insieme avevo notato che era più freddo rispetto a me e a tutti gli altri. Il suo corpo non trasmette calore, ma è freddo, freddo come il ghiaccio, no, freddo e duro come il marmo…come quel James.” Questa consapevolezza le fece spalancare gli occhi. “Come James! E se anche il dottore…no, lui no, non mi farebbe del male. Ha detto che mi avrebbe salvato…lui non mi farà del male.” La paura si impossessò nuovamente di Alice che cominciò a dimenarsi e a gridare.

-Alice, ma che fai? Stai ferma!

-NO!…Lasciami! Tu! Sei come quel James!

-Ma che dici Alice? Io ti sto salvando!

-Tu sei freddo come lui! Tutti e due siete freddi come il marmo, perché?

Alice finì per cadere dalle braccia di Wilson, adesso tutti e due si trovavano in ginocchio: il dottore le stringeva i polsi nel tentativo di tenerla ferma.

-Non dire sciocchezza ragazzina! Io non ti farei mai del male!

-Si invece!

-Come fai a dirlo?

Alice si fermò, la frangetta disordinata.

-Mi hai per caso visto mentre ti facevo del male Alice? Eh? Rispondimi!

Alice non rispose.

-E allora perché sostieni che sono in combutta con James?

Gli occhi di Alice si riempirono di lacrime.

-Ho paura.

Quelle parole furono in grado di addolcire un po’ il dottore, che sospirò per poi volgere alla ragazza un caloroso sorriso.

“Devo farlo. Se voglio tenerla lontana da lui devo morderla. Diventerà come me e poi vivremo insieme, lontano si, ma insieme.

-Alice…- sussurrò. –Chiudi gi occhi.

Alice arrossì leggermente, ma obbedì e attese. Ciò che sentì però, fu un dolore al collo, come un morso. Poi un dolore ancora più forte: sentì dentro di sé un fuoco. Dal punto esatto in cui lui la stava mordendo sentì come delle fiamme che stavano dilaniando il suo corpo. Si aggrappò alla giacca del dottore, cercò di urlare, ma la paura la bloccò nuovamente.

Poi Wilson sentì alle sue spalle un rumore, un ringhio sommesso. James.

Il dottore si staccò dal collo di Alice, l’adagiò dolcemente sul prato, si alzò con una lentezza infinita per poi voltarsi verso James.

-Tu, maledetto vecchio. Come hai osato?!- ringhiò in preda a furia cieca. –Lei, la mia preda, come hai potuto?

-Non l’avrai mai James. Rassegnati, lei è mia adesso.

Un altro ringhio uscì dalla bocca di James, che senza più esitazione si scagliò contro Wilson. I due cominciarono una lotta violenta e senza eguali. Purtroppo Wilson partì svantaggiato, James sembrava essere molto più esperto in battaglia. I suoi calci, i suoi graffi, i suoi pugni erano molto più efficaci di quelli del dottore il quale però riusciva a difendersi alla bene e meglio; ma egli era stanco, non era più abituato a combattere e in breve fu sopraffatto dal suo avversario che compiaciuto per il proprio lavoro completò l’opera coprendo il corpo dell’avversario con foglie e rami secchi per poi estrarre da una tasca dei fiammiferi e dare fuoco a tutto.

“Portarsi sempre dei fiammiferi dietro, non si sa mai che capiti l’occasione di dover eliminare definitivamente qualcuno di molto fastidioso.

Con un ghigno contro quel corpo che bruciava si diresse verso Alice.

“Che strano, non sembra nemmeno sentirlo il dolore, forse perché è rimasta troppo tempo in quel postaccio. Be’, ormai non ho più niente da fare qui. Lei sarà presto una vampira. Che peccato, aveva proprio un buon odore, non l’ho neanche assaggiata.” E con questi pensieri, James corse lontano alla ricerca di una nuova preda.

 

Eccomi di ritorno!!!!! Chiedo umilmente perdono per la mia sparizione dovuta a problemi tecnici di questa stupida compagnia telefonica cretina.

Dunque, prima di passare ai ringraziamenti penso sia doveroso precisare alcune cose sull’altra FF che sto scrivendo “” StillA live”. Allora…in teoria io avrei finito di scrivere l’ultimo capitolo, il 16° ma non sono molto convinta quindi credo che ci metterò ancora un po’ per decidere cosa fare. Se pubblicherò il 16° probabilmente sarà l’ultimo, se avrò un’illuminazione non lo sarà (ovvio XD se non è uno è l’altro -.-, perdonatemi ma la scuola mi sta fondendo il cervello -.-)

Per quanto riguarda “Istinto Irrefrenabile” non dovete preoccuparvi…cioè…fino ad un certo punto! Perché fino all’8° ho già scritto tutto…ma purtroppo ho un blocco e non so come andare avanti…si vedrà…^^

Ed ora passiamo ai ringraziamenti!!!!

Vesuvium: tessoraaaa!!! Sono tornata!!!! Che bello! Mi fa mucho piacere che hai aggiunto la mia storia ai tuoi preferiti *_* mi sento onorata!!!!...capitoli corti? Eh si XD altrimenti li farei troppo lunghi quindi li faccio piccoli XDXD

Sybelle: dunque, il dottore capisce che James è un segugio perché ha avvertito il suo profondo desiderio, quasi ossessivo, di mordere Alice…ora è un po’ più chiaro? ^^…comunque grazie davvero per l’incoraggiamento…fa piacere sapere che c’è gente che ti sostiene =D.

Gypsy_rose: chiedo perdono per il ritardo! Ecco il terzo! Spero ti sia piaciuto…continua a recensire!!!!

Lady of Lorien: la mia jessy adorataaaa!!!!! Cavoli che complimentoni! Grazie infinite cara!

Roo cullen: no no, non mene sono scordata XD è che ho avuto problemi! Ma adesso sono tornata!!!!!! Grazie mille!

 

Spero che chi non ha recensito prima lo faccia adesso XD

Tantissimi bacioni,

Ashley!!!!!

 

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Capitolo 4
*** Sete ***


“Non riesco a muovermi. Cos’è questa strana sensazione di bruciore? Fuoco! Il mio corpo va a fuoco! Aiuto! Qualcuno lo spenga, presto! È così insopportabile! Ma perché non riesco ad aprire gli occhi? Non riesco neppure a muovermi! No, no! Brucio, brucio, BRUCIO!!!!”

“Le fiamme pian piano cominciarono a placarsi. Forse qualcuno la stava salvando? Eppure non sento acqua scendere sul mio corpo. Ehi! Ora il calore sembra essersi estinto…però è tutto…buio…nessuna…luce…”

-Ehi! Guarda! Secondo te è…morta?
-Non lo so. Forse dorme soltanto!
Due bambini si avvicinarono cauti al corpo sdraiato a terra: si trattava di una splendida ragazza, di corporatura minuta, la pelle chiarissima, quasi bianca, i capelli corvini corti. Sembrava addormentata. Uno dei due bambini cominciò piano a punzecchiare la spalla della ragazza.
-Caspita, è freddissima!! Senti anche tu!
L’altro bambino si accinse ad imitare il fratello finché una voce di donna non li fece sussultare.
-Voi due! Sono ore che io e vostro padre vi stiamo cercando!
-Mamma!- gridarono i due all’unisono.
-Che cosa stavate facendo?- chiese lei avvicinandosi ai figli.
-Oh, santo cielo!- gridò alla vista della ragazza. –Chi è quella donna?- domandò spaventata.
-Non lo sappiamo mamma!
-Be’, allontanatevi immediatamente!
-Ma mamma è immobile, guarda!
Dopo un attimo di esitazione la donna si avvicinò ai figli.

“Sento delle voci…chi è?”
Alice aprì piano gli occhi. Vide chiaramente due bambini ed una donna accanto a loro. Si tirò su a sedere continuando a fissare i tre sconosciuti.
-Signorina, si sente bene?- chiese la donna.
-L’abbiamo trovata noi!- esclamò allegro uno dei bambini.
Alice fissò attentamente la donna dai corti capelli biondo scuro; chissà come il suo collo era diventato estremamente interessante. Si riscosse non appena realizzò cosa aveva pensato, così prese un respiro profondo. L’odore dei bambini e la madre le inebriò i sensi. Mai odore fu più dolce. Senti crescere dentro di sé una nuova sensazione.
Sete.
Sentì la propria bocca cominciare a seccarsi, seguita dalla gola. Un’improvvisa voglia di saltare su quelle persone e mordere i loro colli si impossessò di lei. Deglutì a fatica. Le mani tremarono.
Accadde in un attimo.
Spinse i due bambini da parte, si gettò sulla donna afferrandola per le spalle e affondando senza esitazione i denti nella carne. Non appena sentì il sapore del sangue nella propria bocca, la sua sete aumentò.
Nemmeno le urla dei due bambini riuscirono a distrarla. Con lo sguardo cercò di individuare i due bambini, ma erano fuori dalla sua visuale, poi un rumore, un ramo che veniva spezzato seguito da singhiozzi: erano alle sue spalle, immobili.
“Bene. A loro penserò dopo.”
E si dedicò interamente al sangue che stava bevendo.
I due bambini erano a diversi metri da Alice, si tenevano abbracciati, stretti stretti, copiose lacrime lungo le loro guanciotte piene e arrossate, gli occhi sbarrati dal terrore alla vista della loro madre tra le grinfie di quella strana ragazza.
Le braccia tenute bloccate da quelle di Alice, la testa inclinata verso sinistra, la bocca piegata in una smorfia di dolore, gli occhi due specchi azzurri ma vuoti, sulle sue guance tracce di lacrime.
Non appena Alice si sentì sazia, lasciò la presa sulla sua vittima, si alzò lentamente, la testa volta verso il basso, le labbra un ghigno di malignità, si portò lentamente una mano alla bocca per pulirsi un rivolo di sangue, ovviamente non suo.
Dopodiché si girò lentamente verso i due bambini, sul volto persisteva il suo ghigno. Alzò gli occhi puntandoli su di loro.
I bambini sussultarono alla vista di quegli occhi del colore del sangue, come il sangue appartenuto alla loro madre che ora giaceva inerme sull’erba, gli occhi chiusi. Non avrebbero rivisto mai più quegli splendidi occhi azzurri brillare, quelle labbra sottili curvate in un sorriso, quella voce sgridarli per poi dirgli dolcemente quanto bene gli volesse. Mai. Mai più l’avrebbero sentita.
Il più piccolo dei due si nascose tra le braccia del fratello il quale urlò con rabbia contro Alice.
-Perché hai ucciso la nostra mamma? Io rivoglio la mia mamma!!
Alice li guardò, le sue orecchie avevano udito le sue parole, ma la sua menta, la sua ragione, non le compresero. E come accadde con la madre, Alice diede sfogo ai propri istinti sulle quelle piccole creature innocenti.
Una volta terminato Alice fece per andarsene finchè non sentì dei passi alle sue spalle e una voce che gridava. La vampira corse in quella direzione e trovò un uomo che urlava qualcosa, non riusciva a capire cosa, sapeva solo che aveva ancora sete, così si avventò su quel uomo e bevve. Bevve finchè non ne potè più. Poi se ne andò velocemente per una meta ancora sconosciuta.



Ringraziamenti:
Schiacci: amore mioooooooo che bello! Finalmente hai letto la mia FF sulla mia coppia preferita! Gaccie *_*
Gyspy_rose90: ciau bella! Ma certo che non mi sono dimenticata di te! Eccoti il quarto!!! Spero ti piaccia!
Vesuvium: ho aggiornato di nuovo, spero non troppo tardi…XD oddeu! Scusatemi tutti XD mica mi ero accorta che l’avevo lasciato! Il fatto è che non mi veniva l’espressione giusta in mente e allora ho lasciato un segno sperando di ricordarmene e correggerlo…purtroppo invece me ne sono dimenticata ^//^ mamma che figura! Chiedo venia!
ROo cullen: hola!!! Ecco qua il quarto capitolo!!! Piaciuto?
RECENSITE mi raccomando!!!!! ^^ ci sentiamo al prossimo capitolo!!!
Bacioni grossi,
Ashley

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Capitolo 5
*** Oblio ***


Oblio.
Nient’altro attorno a lui. Si sentiva vuoto. Gli mancava qualcosa…qualcosa…ma cosa? Non lo sapeva. Ma dove si trovava? Da quanto tempo era lì? Non sapeva nemmeno questo. Tante domande ma nessuna risposta. Cosa poteva fare? Cercò di aprire gli occhi ma invano. Ma cosa stava succedendo? Perché non riusciva ad aprire gli occhi?! Provò a muovere un braccio…niente. Una mano…niente. Un dito, dannazione!…niente.
“Non riesco a fare niente, non riesco a muovermi. Che faccio adesso? Logico. Nulla. Me ne starò fermo dove sono visto che non posso muovermi” se avesse potuto muoversi sicuramente sul suo volto si sarebbe dipinto un sorriso pieno di amarezza, ma non poteva, poi, un pensiero che lo scosse balenò nella sua mente. “Sto forse morendo?…Può darsi, eppure credevo che i vampiri non potessero morire o almeno non in questo modo…ma poi in che modo sto morendo, se è cioè che mi sta succedendo?” ‘stai morendo mio caro’
“Chi sei? Ah sei tu! E io che credevo di essere diventato pazzo.”
‘….’
“Mi sento solo.”
‘e allora?’
“parliamo, dai!”
‘no, tanto non mi ascolti mai, perché dovresti proprio adesso?’
“Ma ora ti sto ascoltando.”
‘solo perché ti fa comodo, non mi hai mai ascoltato nei momenti giusti, mi hai sempre messo da parte e ti sei lasciato trasportare dal tuo istinto.’
“Me ne rendo conto. Mi dispiace, ma io ho provato ad ascoltarti, davvero.”
‘bugiardo! Se ci avessi provato davvero non avresti mai fatto quello che hai fatto…non avresti mai ucciso persone innocenti solo per riempirti lo stomaco!’
“SEMTTILA!”
‘…’
“SO BENISSIMO COS’HO FATTO! Non c’è bisogno che tu me lo rinfacci, sai? So perfettamente di essere un mostro!”
‘meno male che lo sai. Almeno morirai dopo aver riconosciuto le tue colpe.’
“allora sto morendo davvero.”
‘perché secondo te scherzavo?’
“…morirò solo.”
‘capita a molti sai?’
“dannazione, ma tu dovresti confortarmi!!”
‘e chi l’ha deciso? Tu?’
“si! Non voglio morire da solo e con la mia testa che è contro di me!”
‘potresti avere un’altra possibilità sai?’
“che…che vuoi dire?”
‘che se vuoi potrai vivere, ma dovrai fare attenzione e stavolta veramente.’
“voglio provarci ma se sarò solo…”
‘non sarai solo…avrai qualcuno che ti aiuterà, dovrai ascoltarli, intesi?’
“Si…ma io non sto per morire?”
‘sei proprio un cocciuto lo sai? Ho detto che potrai avere un’altra possibilità, ovvio che non stai per morire! Ma dico io! Roba da matti!’
All’improvviso Jasper udì una voce sconosciuta e lontana. Pian piano la sentiva avvicinarsi. Si sentì scuotere finchè non riaprì gli occhi e cioè che vide furono due occhi rossi e degli splendidi capelli corvini.

Una fitta alla testa, dolore, talmente forte da costringerla a sedersi, poi…il buio.
Camminava in un luogo oscuro, i suoi passi rimbombavano su un pavimento irregolare fatto di pietra, la mano destra appoggiata alla parete anch’essa irregolare e in pietra: una caverna dunque! Continuò a camminare finchè non udì un lamento. Accelerò il passo finchè davanti ai sé non vide una figura seduta con la testa nascosta tra le braccia appoggiate sulle ginocchia raccolte sul petto, la pelle marmorea e dei morbidi capelli biondo miele e dall’odore non era umano.
Aprì gli occhi di scatto.
Una visione!
Ma perché aveva visto quel ragazzo?
Non sapeva come spiegarselo eppure quando l’aveva visto sentì come una fitta all’altezza del cuore, quel cuore che ormai non batteva più. Si spaventò ma cercò di non badarci, sapeva di essere diventata molto forte e sapeva di essere pronta a combattere per difendersi…o meglio, credeva di essere pronta. Si alzò troppo velocemente tanto che le venne un capogiro e dovette risedersi.
“Ahi! Queste maledette visioni! Un giorno o l’altro mi si aprirà la testa in due!!…Quel ragazzo. Aveva qualcosa di strano, chissà. Tanto secondo la mia visione dovrò incontrarlo, spero solo di non doverlo affrontare.”
E con questi pensieri cominciò a correre senza meta, non avrebbe di certo potuto cercare il ragazzo, non sapeva nemmeno da dove cominciare! Ma la curiosità era troppa, così decise di setacciare tutte le caverne del bosco nel quale si trovava…magari era lì a due passi da lui!

Pioggia.
Sapeva che non avrebbe di certo contratto l’influenza stando sotto la pioggia, ma decise comunque di cercarsi un riparo, le dava fastidio avere tutti i vestiti appiccicati al proprio corpo. Durante la ricerca scorse un’apertura tra le rocce, vi si infilò e scoprì che si trattava di una caverna.
“Oh, è perfetto!…Forse qui c’è pure lui!”
Eh, si. Da quando aveva avuto la visione del ragazzo dai capelli color del miele Alice non poteva che eccitarsi nel trovarsi in una caverna, c’era qualcosa di quel ragazzo che l’attirava. Perciò si addentrò nella caverna e come sempre le tenebre l’avvolsero nel loro abbraccio oscuro e misterioso. Procedette con cautela, poggiando la mano destra sulla parete. Poi un lamento.
Sussultò arrestandosi.
Poi cominciò a correre.
Era lui! Si! Ne era sicura certa al cento per cento. Non avrebbe mai dimenticato quel lamento.
Guidata da un eccesso di gioia non si accorse di cosa avesse davanti a sé e rovinò a terra.
-Ahia! Ma che cosa…?
Si girò e vide ciò che cercava, l’oggetto dei suoi pensieri già da qualche settimana. Gli occhi umani non sarebbero riusciti a vederlo per via dell’oscurità ma lei non era umana, lo sapeva.
Sembrava una statua. Immobile, imponente nonostante la posizione raccolta.
Rimase ad ammirarlo finchè non si riscosse e poggiò lentamente una mano dove sapeva esserci quella adorabile testa dai crini dorati. Nessuno dei due si mosse, poi Alice cominciò a scuoterlo. Poi il ragazzo alzò la testa. I loro occhi si incontrarono, i loro sguardi si incatenarono per un tempo che parve infinito. Occhi negli occhi. Nessuno dei due sembrava intenzionato a distogliere lo sguardo.
Fu Alice a rompere il silenzio domandandogli con voce roca:
-Va tutto bene?
-Sì- rispose Jasper senza smettere di guardarla. Poi qualcosa attirò la sua attenzione. L’odore della ragazza. Non era umana, era una vampira, era come lui. Eppure rimase in silenzio, non voleva rovinare quel momento di pura pace.
Anche stavolta Alice ruppe il silenzio.
-Ma che sbadata! Devi perdonare la mia maleducazione, non mi sono ancora presentata =P. Mi chiamo Alice! Molto piacere.- disse mostrando un sorriso a trentadue denti e porgendogli la mano.
Jasper rimase un po’ spiazzato, ma strinse lo stesso quella manina piccola e sottile e con un accenno di sorriso si presentò.
-Piacere Alice, io sono Jasper Whitlock.



Vedo che molti leggono la mia FF..me molto proud of herself…si ok, basta, passiamo ai ringraziamenti XD
-ROo cullen: spero ti sia piaciuto anche questo capitolo…perdono per il ritardo ma la verità è che..ehm…mi ero dimenticata di aggiornare XD…shcushate…
-Schiacci: la mia amorina preferita che mi sostiene pure sul web oltre che nella vita XD…senti però…sarà che ti sono sembrata crudele…ma che altro potevo fare?! Povera Alice XD dai che con questo capitolo spero di…boh che ne so XD spero solo che ti piaccia XDXD
-Vesuvium: ma tu mi vizi XD mi elogi troppo lol
-BonniefrankJoplin: e qui mi è cascata veramente la mascella…mi hai addirittura paragonata alla meyer O.O cioè…è un vero onore sentirselo dire, davvero…^//^ wow…anche se forse non mi merito un paragone del genere XDXD insomma…maestra meyer è molto più superiore XD comunque ti ringrazio molto, mi fa davvero molto piacere che la mia versione dei fatti ti piaccia ^^ e spero che l’incontro tra i due sia di tuo gradimento lol ...”vabbè alla fine è morta tutta la famiglia e Alice è sazia XD” - impara da lei schiacci V_V

Ci vediamo al prossimo capitolo…mi raccomando…RECENSITEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 6
*** premonizione ***


premonizione

-Jasper…mi piace come nome!- esclamò con allegria.
Jasper rimase nuovamente spaziato dalla ragazza, sprizzava allegria da tutti i pori!!
-Senti, Jasper, che ne dici di uscire da questo posto? Non è molto allegro…
-Si, certo. Usciamo.
Durante il tragitto Alice canticchiava gioiosa, mentre Jasper, poco dietro di lei, rifletteva silenziosamente.

Mi è stata data una seconda possibilità…stavolta non commetterò gli stessi errori, riuscirò a controllarmi!”
Poi il suo sguardo si posò sulla ragazza, ormai erano vicini all’uscita e poteva guardare meglio la sua salvatrice.
Era piuttosto bassa rispetto a lui, molto minuta, sembrava potesse essere trasportata via dal più leggero dei venti, i suoi capelli corvini erano corti e un po’ scompigliati, la sua camminata era leggiadra, sembrava danzare invece che camminare, per non parlare del suo profumo…sapeva di pesca…lui adorava quell’odore. Immerso com’era nei suoi pensieri non si accorse che Alice si era fermata e finì con lo sbatterle addosso.
-Ehi, Jasper! Fa’ attenzione o mi farai cadere!- lo ammonì sorridendo.
Lui sorrise piano per poi risponderle:
-Scusa.
Se avesse potuto arrossire l’avrebbe fatto, che imbarazzo. Tuttavia esso scomparve alla vista di quel sorriso.

Ha un bel sorriso, non c’è che dire.”
-Jasper?
Lui la guardò negli occhi.
-Dimmi.
-Che cosa facciamo adesso?
-Non saprei…
-Dai! Camminiamo un po’ e chiacchieriamo! Così ci conosceremo meglio, ti va?
Egli acconsentì non riuscendo a non farsi coinvolgere dall’allegria della ragazza.
La pioggia era terminata da un pezzo ormai e il sole era tornato a risplendere. Adesso stavano passeggiando nel bosco dove facevano capolino dei timidi raggi solari, gli uccellini in volo cinguettavano donando all’ambiente un’atmosfera quasi fiabesca.

Oh, be’. Il principe c’è!” pensò Alice.
Si voltò a guardarlo: era davvero alto, circa un metro e novanta, il suo fisico era abbastanza muscoloso, ma non eccessivamente. Il suo viso era bellissimo, straordinario, ma ciò che la colpirono maggiormente furono i suoi occhi. Non per le sue iridi rosse che presentavano delle sfumature violacee, segno che non mangiava da molto tempo, ma per la profonda tristezza che vi aveva visto, seppur per una frazione di secondo, non appena i loro sguardi si erano incontrati per la primissima volta. Vi lesse un dolore che si portava appresso da tempo, non riuscì a capire quale fosse il motivo, ma era sicura che quello stesso motivo l’aveva spinto a chiudersi in se stesso in quella caverna e lei l’avrebbe scoperto, avrebbe cercato di curare la ferita del suo animo in ogni modo possibile.

Sento che tra noi ci sarà qualcosa di speciale…si,ne sono convinta”
Fu Alice a rompere il silenzio che era calato tra loro.
-E dunque Jasper…tu…da dove vieni?
Il ragazzo si riscosse alla domanda della mora.
-Io…io fino a qualche tempo fa vivevo con due miei amici…
In quelle parole Alice avvertì tanto dolore e istintivamente si fece più vicina a lui; Jasper se ne accorse e sorrise.
-Tu invece Alice? Da dove vieni.
La ragazza si arrestò e chinò il capo. Jasper la guardò confuso.

Ho detto qualcosa che non va?”
Rimasero immobili, poi Alice alzò la testa e gli rispose con una voce piena di malinconia:
-A dir la verità io non ricordo niente di quando ero un essere umano…- il vento soffiò e Alice fece un respiro profondo –la prima cosa che ricordo è di essermi svegliata in un bosco…nient’altro.
Jasper rimase in silenzio mentre lo sguardo di Alice si perdeva oltre. Il dolore e la sofferenza di lei lo colpirono come l’onda di un mare in tempesta che si infrangeva sugli scogli, poteva percepire ogni suo sentimento: dolore, rabbia, rassegnazione, frustrazione. E tutto questo perché non sapeva da dove proveniva, non sapeva che cosa aveva fatto per finire col diventare quello che era, non sapeva chi l’aveva creata né per quale motivo, non sapeva cosa stava cercando, non sapeva cosa stava facendo. C’era così tanta disperazione in lei che Jasper non poté fare a meno di cercare di confortarla, di farla sentire un po’ a suo agio, di farle dimenticare anche solo per un attimo tutte le sue preoccupazioni. Sentì che non poteva semplicemente manipolare le sue emozioni, sentì il bisogno di un contatto fisico, così, lasciandosi guidare dall’istinto le si avvicinò e circondo con le proprie braccia forti quel piccolo fragile corpo. Alice sorpresa ma allo stesso tempo compiaciuta da tale reazione non esitò a circondare la vita del ragazzo e affondare ulteriormente il proprio volto nel suo ampio petto. Abbracciati. Uniti. Insieme.

È davvero così piccola…non mi piace vederla triste…tranquilla Alice, io ti starò vicino, non permetterò che il dolore e la sofferenza oscurino il tuo dolcissimo e allegro sorriso.”
Dopo aver fatto quella muta promessa a se stesso, Jasper aumentò la stretta attorno alla ragazza.

Che bella sensazione. Mi sento così leggera…il peso che sentivo sul petto fino a pochi secondi fa è scomparso. È scomparso subito dopo che lui mi ha abbracciata. Se lui è in grado di farmi sentire così bene allora non voglio separarmi da lui.”
Alice strofinò leggermente il proprio volto sul petto di Jasper stringendosi maggiormente a lui.
Poi Alice allentò la presa su di lui quanto bastava per alzare lo sguardo per incrociare il suo.
-Grazie Jasper.- disse con un sorriso pieno di dolcezza e riconoscenza.
-Prego.- rispose con altrettanta dolcezza.
-Ma come hai fatto? Un secondo fa ero…e poi mi sono sentita…leggera…che cosa è successo?
Jasper sciolse del tutto l’abbraccio e si allontanò leggermente da lei; Alice ne rimase un po’ delusa.
-La verità è che io riesco a percepire i sentimenti delle persone che mi stanno intorno e riesco manipolare le loro emozioni. Non so perché ci riesco.
Lei continuò a guardarlo negli occhi.
-È una bella cosa quella che hai fatto per me. Ti ringrazio.
-Figurati…mi piacerebbe però poter usare questo potere anche su di me.- aggiunse malinconico
-Mi dispiace.- sussurrò Alice accarezzandogli piano una guancia.
Lui la guardò di nuovo negli occhi: dispiacere. Era davvero dispiaciuta per lui. Le sorrise.
-Ma dimmi di te piuttosto. Tu hai qualche potere?
-Io riesco a vedere il futuro.
-Davvero?
-Si….è così che ti ho trovato.- notando lo sguardo interrogativo di Jasper riprese a parlare –mentre stavo correndo ho avuto una visione e ti ho visto in quella grotta, così ho cominciato a cercarti.
Ripresero silenziosamente a camminare.
-Come mai sei venuta a cercarmi? Magari il fatto che tu mi abbia visto significa che devi starmi alla larga.
-Ad essere sincera all’inizio l’ho pensato ma mi sono fatta forza e ho deciso di cercarti. E poi…appena ti ho visto come potevo anche solo pensare che tu potessi costituire un pericolo per la mia vita.
-Che vuoi dire? Cosa di me ti ha fatto cambiare idea?
-I tuoi occhi. Vi ho visto tanto dolore e quando mi hai detto del tuo potere e del fatto che non puoi usarlo su di te…be’, in quel momento ho capito che mi sarebbe stato davvero difficile lasciarti. I tuoi occhi mi sarebbero rimasti impressi nella mente.
Poi un’altra fitta di dolore attraversò la testa di Alice.
-Jasper…- sussurrò arrestandosi.
-Che c’è?…Che hai Alice?- chiese preoccupato vedendo il suo sguardo perso nel vuoto.
Le gambe vennero a mancarle ma per fortuna Jasper la sorresse e la aiutò a sedersi mettendosi in ginocchio di fronte a lei.
-Alice? Cosa ti succede??
La voce di Jasper si fece sempre più lontana…mentre un’altra voce si fece sempre più forte.
Si vide insieme a Jasper davanti ad una porta di legno scuro, bussò e ad aprirle la porta fu una donna dalla pelle di granito, capelli color caramello e dei bellissimi occhi castano chiarissimo, quasi dorati, anzi, erano proprio dorati!
La scena mutò.
Adesso erano dentro la casa e insieme a loro due adesso non solo c’era la donna che aveva aperto loro la porta ma anche un’altra ragazza: bellissima, alta, slanciata, bionda e dagli occhi dorati, il suo sopracciglio inarcato e la sua espressione mostravano quanto fosse altezzosa. Inoltre c’era un altro uomo: capelli di un biondo meraviglioso, un sorriso pieno di calore che irradiava serenità e anche lui aveva occhi dorati. Poi l’uomo aprì la bocca e parlò.
Aprì gli occhi di scatto.
-Alice!- gridò Jasper con sollievo.
-Jasper!-rispose lei.
-Alice, ma cosa è successo? Stavi parlando e poi improvvisamente sei come entrata in trance! Che è successo?- nella sua voce c’era un’evidente nota di preoccupazione.
-Nulla, ho solo avuto una visione. Mi spiace averti fatto preoccupare, ma succede sempre così.- spiegò con un timido sorriso e facendo spallucce.
-Oh, capisco.
-Ma ho una bella notizia per te!
-Come?
-Ho visto che incontreremo una famiglia di vampiri e che entreremo a far parte della loro famiglia!
-Ne sei sicura?
-Certo! Ho sentito chiaramente Carlisle dirci: “benvenuti nella vostra nuova famiglia Alice e Jasper!”.
-Carlisle? E chi sarebbe?
-Oh boh? Però da quel che ho visto sembra gentile! E anche Esme…l’altra però non mi piace! Rosalie è troppo altezzosa e arrogante per i miei gusti.- esclamò facendo una smorfia.
-Esme? Rosalie?…ma sei sicura?
-Ti ho detto di si Jasper! Uffi! Fidati!- gli disse alzandosi in piedi e guardandolo dall’alto in basso.
Lui la guardò un po’ perplesso, poi sorrise beffardo e si alzò torreggiando su di lei. Poi le accarezzò teneramente la guancia con l’indice.
-Va bene, mi fido piccolina.
Lei rispose con una smorfia alla parola piccolina.

CHIEDO PERDONOOOOOOOO!!! lo so, lo so di essere in un ritardo mostruoso..anzi..a dir poco mostruoso..ç___ç ma mi manca decisamente l'ispirazione ç__ç adesso posto il sesto capitolo..per i prossimi però temo che dovremo aspettare l'uscita di breaking dawn...infatti eclipse mi ha ispirato l'inizio di questa FF..chi lo sa che il seguito non mi venga ispirato da breaking dawn hihi..spero nel vostro perdono...e nei vostri COMMENTIIIIII!!!! X3 e ora.....ringraziamenti!!!!!!

ringraziamenti:
Vesuvium: ecco...rileggere il tuo commento dopo mesi mi fa sentire demente XD ma ti ringrazio per le tue parole hihi
Schiacci: ma lo so che con me sei sincererrimaaa XD cpntinua a leggermi eh XD
BonniefrankJoplin: oh grazie tante *.* quello che mi dici mi commuove ç____ç gaccie..ma non penso di meritarmi tanto ç__ç
jine92: sono contenta che tu abbia deciso di leggere la mia FF XD

bacioni enormi!
AshleyRiddle ^^

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