Kickin'it...non è solo questione di combattere

di dianarusso98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovo anno...nuovo inizio ***
Capitolo 2: *** un karateka in più... ***
Capitolo 3: *** il dojo migliore della città...o forse no... ***
Capitolo 4: *** Valori sbagliati ***
Capitolo 5: *** quando il sergente ci mette lo zampino! ***
Capitolo 6: *** competizione (parte 1 ) ***
Capitolo 7: *** competizione (parte 2) ***
Capitolo 8: *** missione cintura nera! ***
Capitolo 9: *** Il codice Wasabi ***
Capitolo 10: *** quel maledetto venerdì ***
Capitolo 11: *** Di appuntamenti e tanti guai ***
Capitolo 12: *** Solo sua ***
Capitolo 13: *** Nulla ***
Capitolo 14: *** Scommesse... ***
Capitolo 15: *** La festa del secolo parte 1 ***
Capitolo 16: *** la festa del secolo parte 2 ***
Capitolo 17: *** la festa del secolo parte 3 ***



Capitolo 1
*** Nuovo anno...nuovo inizio ***


Capitolo 1 

Nuovo anno...nuovo inizio. 

 
Kim passeggiava annoiata tra i corridoi tutti uguali della Seaford High School, il pavimento a scacchi blu e giallo, i muri bianchi intervallati da file di armadietti azzurri e l'atrio (nonché cortile di ritrovo per i ragazzi) disseminato di panchine a cui erano collegate le colonne che sorreggevano l'alto soffitto. 
La bionda si passò una mano tra i capelli con un gesto meccanico, molti ragazzi si girarono verso di lei con un’espressione estasiata. 
Non riusciva ancora a capire perché da un anno a questa parte ricevesse tutte quelle attenzioni. 
Si diresse perplessa verso il suo armadietto riservando una faccia stranita a chiunque si girasse a guardarla mentre camminava. 
-Hey Kim! - si sentì chiamare nell'atrio. 
La bionda si voltò giusto in tempo per vedere Frank che salutava un suo amico e si avviava a passo veloce verso di lei. 
Indossava la solita divisa nera e rossa con le maniche bianche dei Black Dragon. 
Questi ultimi venivano chiamati così perché praticavano karate nell'omonimo dojo dove era iscritta anche lei. 
La ragazza gli sorrise in segno di saluto. 
Si passò un'altra volta la mano nel ciuffo lasciato libero dall'acconciatura che teneva il resto dei capelli dietro le spalle. 
-Senti Kim...- iniziò Frank gonfiando il petto come faceva sempre quando era imbarazzato o nervoso. 
La bionda lo guardò curiosa. 
-Stavo pensando... cioè mi chiedevo...se...volessi uscire con me oggi dopo l'allenamento...magari a mangiare una pizza...o quello che vuoi tu- propose Frank portandosi una mano dietro la testa e spazzolando i corti riccioli dorati. 
Kim afferrò il volume di letteratura europea e si prese tutto il tempo di pensare alle parole da dire. 
Quando finalmente tornò negli occhi azzurri di Frank, che la guardavano speranzosi, sapeva cosa dire. 
-Ascolta Frank...sei un amico...e non vorrei mai rovinare tutto questo, quindi credo sia meglio di no...ma ti ringrazio tantissimo per l'offerta- rispose Kim tutto d'un fiato. 
-oh...ma tu hai pensato da soli? - chiese il riccio fingendo che la ragazza avesse capito male. 
Kim lo guardò corrugando la fronte. 
-io intendevo con Samuel...sai da amici! - si riprese Frank cercando di apparire del tutto disinvolto. 
Sul viso di lei comparve una ruga di preoccupazione per il comportamento più che strano del ragazzo. 
-allora...ci sto- disse poi decidendo di passarci sopra...-dopo l'allenamento andremo al centro commerciale, ho saputo che hanno aperto una nuova pizzeria e dicono sia ottima- raccontò la ragazza sorridente. 
-bene...allora a dopo Kim- la salutò Frank accennando un sorriso. 
-Si a dopo- confermò la bionda chiudendo l'armadietto e dirigendosi lungo il corridoio diretta nell'aula A7, destinata allo studio di letteratura europea. 
 
L'aula A7 era l'aula del signor Wilson ormai da tre anni o forse di più, e da quando Kim lo aveva conosciuto non lo aveva mai visto vestito casual. 
Gli piaceva essere elegante, uno di quei professori che a vederli avresti detto che lavoravano solo per non starsene a casa tutto il giorno. 
Era uno degli insegnanti più attraenti del corpo docenti e per questo quando le ragazze sapevano di una sua lezione durante la giornata, tendevano a vestirsi con gonne cortissime e top scollati, quando entravano in aula si appiccicavano subito alla cattedra con qualche scusa banale. 
Ma stranamente quella mattina nessuno degnava minimamente di un’attenzione il professore, nessuno tranne Emy Turner, la secchiona della classe. 
-Hey Emy....Buongiorno professore- salutò Kim entrando in classe e dirigendosi subito nel suo posto in terza fila. 
Grace la notò subito e si diresse nella sedia affianco alla sua, il suo viso esprimeva eccitazione. 
Sembrava che morisse dalla voglia di dire qualcosa ma che stesse aspettando il permesso dell'altra per parlare. 
Kim adorava Grace, era una Cheerleader, ma non era affatto come loro. 
Di solito quest’ultime erano arroganti e vanitose ma Grace era tutto l'opposto. 
Si erano conosciute veramente solo l'anno precedente e tra loro era subito nata una fantastica amicizia. 
Kim guardò le sopracciglia eleganti della sua amica arcuarsi in attesa, le labbra carnose e scure strette a voler mostrare lo sforzo di starsene in silenzio e gli occhi marrone scuro spalancati in una muta richiesta. 
La bionda sbuffò divertita- dai cosa è successo? - chiese poi cercando di trattenere un sorriso. 
-Davvero non lo sai?!- sbottò sbalordita Grace scuotendo la testa e facendo oscillare la coda alta che teneva racchiusi i suoi lunghi capelli neri. 
Kim scosse la testa. 
-è arrivato un nuovo studente del nostro anno! - esclamò Grace come se avesse appena annunciato l'invenzione di una cura per una qualche malattia mortale. 
-quindi? - chiese Kim mentre poggiava la borsa nera di pelle lucida a terra vicino alla propria sedia e si sistemava la maglia a maniche corte fucsia sopra i pantaloni neri. 
-Kimberly Crowford...- la sgridò Grace, la ragazza in questione alzò le sopracciglia- possibile che tu non sia nemmeno un po' curiosa? -  
La bionda ci pensò su. 
-si è possibile- si limitò a rispondere. 
-bè io te lo dico lo stesso- esclamò indispettita la corvina continuando imperterrita, si sistemò il gonnellino azzurro della divisa da cheerleader che le stava d'incanto dato la pelle scura e tornò ad affondare gli occhi in quelli color nocciola della biondina. 
-dicono che suo padre sia una qualche specie di militare e che quindi abbia viaggiato molto...pare anche che il ragazzo stufo di cambiare città ogni sei mesi abbia deciso di rimanere qui stabilmente a vivere da solo e ogni volta che il padre è in congedo lo raggiunge- raccontò Grace fiera di avere tutte quelle informazioni. 
Kim fece per aprire bocca ma proprio in quel momento la campanella suonò e il signor Wilson si alzò dalla scrivania per iniziare la sua lezione. 
-Buongiorno ragazzi...- salutò aggiustandosi il colletto della camicia di ottima fattura- quest'anno...come credo che molti di voi già sappiano, avremo un nuovo studente- iniziò il professor Wilson ma il rumore di qualcuno che bussava alla porta lo costrinse a fermarsi. 
Fece un segno verso la porta che si aprì lentamente rivelando un ragazzo alto, aveva i capelli lunghi marroni la pelle era chiara e indossava una camicia a quadri blu sopra un pantalone grigio fumo. 
-ecco...lui è Jack Brewer e da oggi frequenterà questa lezione con voi- lo presentò il professore firmando un foglio che il ragazzo gli porgeva. 
-va a sederti- disse poi l'uomo indicando l'unico banco rimasto vuoto proprio a sinistra di quello di Kim. 
La bionda finse di fissare il quaderno fino a che il ragazzo non si fu seduto, dopodiché si girò verso di lui e poté notare i particolari che da lontano le erano sfuggiti. 
I capelli non erano solo marroni ma erano un caldo color mogano, erano lunghi fino alla mascella che era molto imponente e virile, aveva due occhi leggermente a mandorla di un colore che pareva cioccolato fuso. 
La camicia stretta mostrava un fisico asciutto e muscoloso, le maniche tirate a tre quarti lasciavano intravedere due braccia muscolose e i pantaloni leggermente stretti fasciavano a perfezione le gambe toniche. 
-Ciao...io sono Kim- si presentò la bionda sorridendo al nuovo arrivato che si voltò verso di lei e la fissò per due secondi senza realmente sapere cosa dire. 
-io sono Jack...Jack Brewer- disse poi risvegliandosi come da un incantesimo. 
-da dove vieni? - chiese Kim educatamente. 
Jack alzò le spalle- direi da un po' tutti gli Stati Uniti ma la mia ultima tappa è stata San Francisco- raccontò lui. 
I due avrebbero volentieri continuato la chiacchierata ma il professore decise che avevano già perso abbastanza tempo e che, quindi era ora di iniziare la lezione. 
 
Kim ascoltava assorta la lezione sulla narrativa del settecento in Europa quando qualcuno le lanciò un foglietto di carta abilmente piegato. 
La ragazza si guardò intorno per capire chi le avesse scritto poi notò Grace che la guardava attendendo che lei leggesse il fogliettino che adesso giaceva sul banco in attesa di essere aperto. 

Non so se hai notato ma il nuovo arrivato è decisamente carino 

 
Kim lesse quelle parole e sorrise tra sé e sé "sempre la solita" pensò divertita. 
Afferrò una matita e iniziò a scrivere stando ben attenta a non farsi vedere dal professore. 

Può essere ma non parla molto.... 

 
fu l'unica risposta che riuscì a scrivere per poi lanciare il bigliettino dritto nelle mani di Grace che teneva aperte dietro lo schienale della sedia nella fila avanti. 
La cheerleader stava per aprire il foglietto quando notò che il professore la fissava mentre spiegava. 
-Lei sa quale tipo di racconto andava per la maggiore in quegli anni signorina Richard? - chiese il professor Wilson a Grace. 
La ragazza si guardò intorno allarmata. 
-la novella- rispose qualcuno e tutti si voltarono verso Jack che teneva lo sguardo dritto davanti a sé senza guardare nessuno. 
-molto bene signor Brewer...- rispose l'insegnante prima di procedere con la sua spiegazione. 
Grace sospirò sollevata ed aprì il fogliettino, si apprestò a scrivere qualcosa e lo rilanciò a Kim che lo afferrò al volo e lesse. 

Sarà anche di poche parole ma ti sta fissando di sottecchi dall'inizio della lezione 

 
Kim girò giusto un po' il viso per testare la teoria di Grace e si sorprese quando incrociò gli occhi di Jack che la guardavano. 
Il ragazzo distolse subito lo sguardo prendendo a giocare con la matita che aveva sul banco e la bionda si mosse a disagio sulla sedia guardando in giro per nascondere l'imbarazzo. 

Avrò qualcosa tra i capelli o gli ricordo qualcuno... 

 
Grace dovette trattenere le risate quando lesse le assurde pensate della sua amica. 
Prese la stylo nera con cui stava scrivendo sul quaderno di letteratura e scrisse velocemente. 

Kim...Kim...Kim...ma cosa gli fai tu ai ragazzi?! Ah...prima mi sono dimenticata di dirti una cosa...mi ha detto Savannah a cui è stato detto da Brady che ha parlato con David che vuole uscire con te e che stasera ti chiamerà per chiedertelo. 

 
Kim lesse con la fronte corrucciata dalla concentrazione cercando di capire tutto il giro di informazioni, stava per scrivere qualcosa ma la campanella suonò decretando la fine dell'ora così Kim prese la sua borsa è mimò un "ne parliamo a pranzo" a Grace e scappò verso la sua prossima lezione. 

 
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ANGOLO DELLA SCRITTRICE 
Salve gente...mi presento...sono Diana ed ho sedici anni. 
Comunque....sono una grande fan della coppia Jack-Kim e....questa è la mia prima FF su di loro quindi spero vi piaccia. 
Niente...volevo avvisare che posterò nuovi capitoli solo se mi recensite. 
Buona lettura! 
A presto. 
Un bacio. 
Diana 

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Capitolo 2
*** un karateka in più... ***


Capitolo 2 

Un karateka in più... 

 
Il resto della mattinata passò veloce e quando fu finalmente ora di pranzo tutti gli studenti si riversarono nella mensa. 
Non che si mangiasse bene ma era un'opportunità per riunirsi con i propri amici di altre classi. 
-Kim! - per la seconda volta in una giornata qualcuno la chiamava, ma questa volta era una voce più sottile. 
-Grace- salutò la bionda di rimando. 
Le due entrarono nella mensa dove buona parte degli studenti aveva già il vassoio rosso pieno di piatti di quello che sembrava pasticcio di carne. 
Kim afferrò una mela e si diresse verso un tavolo vuoto subito seguita dalla corvina. 
-quante volte ti ho detto che non devi fare quei giri di parole quando parli con me...non ci ho capito nulla- si lamentò Kim per poi mordere la mela. 
La sua migliore amica sbuffò divertita. 
-ho detto che David ti inviterà ad uscire- la fece breve la ragazza. 
Kim quasi si strozzò con il morso di mela e spalancò gli occhi dalla sorpresa. 
-Scherzi vero?! è dalla terza media che gli vado dietro e lui non si è mai accorto di me! - fece notare la bionda bevendo da una bottiglietta di acqua che aveva preso al distributore automatico. 
Grace scosse la testa - ma non eri mai stata così popolare- le fece notare indicando con un gesto plateale tutta la mensa. 
Kim si guardò intorno e notò che molti studenti fissavano ogni sua mossa. 
Si strinse nelle spalle a disagio. 
-sarà...- fu l'unica risposta che diede la bionda. 
Proprio in quel momento dalla porta rossa della mensa comparve un disorientato Jack Brewer che con le mani nelle tasche si dirigeva verso il bancone dove erano esposti i cibi e afferrava una ciotola di crocchette di pollo sotto lo sguardo curioso di tutti i presenti. 
Quando si girò incontrò subito gli occhi di Kim, le sorrise. 
Stava per dirigersi verso di lei quando qualcuno lo chiamò. 
-Hey tipo nuovo! - Jack si voltò verso un ragazzo dalla pelle scura un po' più in carne, i capelli erano rasati e indossava una polo viola sopra un jeans scuro, aveva il viso che ricordava quella di un tenero orsacchiotto coccoloso e gli faceva segno di sedersi con lui e altri due ragazzi. 
Uno aveva un maglioncino bianco a rombi gialli e blu, dei bermuda color kaki e dei mocassini marroni.  
I capelli rossi inoltre non aiutavano di certo a nasconderlo, era magrolino e dava l'aspetto del solito cervellone. 
L'altro un ragazzo dalla carnagione chiara quasi trasparente, le folte sopracciglia nere e capelli ricci anch'essi scuri. Indossava un pantalone a vita bassa giallo e una maglia verde un  troppo larga per lui. 
Jack si sedette tra loro. 
-scusa che fai Eddie? quel posto è riservato per le cheerleader, drack queen e super modelle da urlo- disse il ragazzo che sembrava messicano guardando colui che aveva invitato Jack a sedersi e che a quanto pare doveva chiamarsi Eddie. 
Il moro lo guardò un po' scettico. 
-Io mi chiamo Jack- disse poi sedendosi tra Eddie e il ragazzo con i capelli rossi. 
-vi conoscete da molto? - chiese poi ai tre. 
Fu il rosso alla sua destra a rispondere - siamo amici, facciamo karate insieme dopo la scuola-. 
-noi non facciamo solo karate...queste mani sono armi letali...infatti mi hanno già selezionato per entrare a far parte dei marins- disse Jerry volendosi vantare. 
Eddie lo guardò cercando di non ridergli in faccia. 
-tu un marins?!- sbottò divertito- ma se vomiti anche sul pedalò- lo prese in giro. 
Jack sghignazzò divertito. 
Dal tavolo affianco qualcuno lanciò una crocchetta contro la testa del rosso che si portò subito la mano alla parte lesa. 
-ahhh- si lamentò girandosi verso coloro che avevano lanciato la crocchetta incriminata che adesso se la ridevano di gusto. 
-troppo forte ragazzi, un tizio dei Black Dragon ti ha tirato una crocchetta! - sorrise Jerry cercando di assecondare i ragazzi per evitare che succedesse anche a lui. 
Non riuscì nemmeno a finire la frase che un’altra crocchetta gli arrivò sulla fronte stordendolo per qualche secondo. 
-non è giusto però...non è giusto! - si lamentò offeso. 
-scusate ma non reagite? - chiese Jack sbalordito -credevo che foste dei karateka! -  
-certo che lo siamo! - disse il rosso alzandosi in piedi e guardando verso il tavolo dei ragazzi che li avevano importunati- ma loro lo sono di più- mormorò poi risedendosi scoraggiato. 
-d'accordo ci penso io...- cedette quindi Jack alzandosi dal tavolo e dirigendosi verso i ragazzi del tavolo affianco. 
-perché gli abbiamo parlato? - si lamentò il rosso -adesso mi mancherà- aggiunse poi mentre il moro raggiungeva da solo il tavolo. 
C’erano quattro ragazzi seduti, uno con i capelli ricci e dorati e gli occhi azzurri, aveva il viso cattivo e un ghigno perenne sulle labbra, un altro aveva i capelli lunghi e neri e gli occhi verdi, il terzo era l'unico asiatico della banda e aveva corti capelli neri così come gli occhi dal taglio orientale, l'ultimo era un ragazzo dai capelli marroni tagliati cortissimi. Tutti e quattro indossavano quella che sembrava una divisa di una squadra rossa e nera con le maniche bianche, sul petto uno stemma ritraeva un dragone dorato su sfondo nero. 
I ragazzi si voltarono verso Jack appena si avvicinò al tavolo, tutta la sala trattenne il respiro in attesa di ciò che sarebbe successo. 
Kim seduta nell'altro tavolo guardava accigliata quello che succedeva pregando perché Frank non commettesse sciocchezze. 
-hey!- salutò Jack mentre guardava ad uno ad uno i ragazzi dalle tute rosse e nere. 
-carine le vostre divise...cosa siete cheerleader? - li sbeffeggiò sicuro di sé. 
-no- rispose secco il riccio- bè...Brian lo è stato per un po'...- rivelò poi guardando il ragazzo dai capelli neri e gli occhi verdi che si portò una mano sulla fronte per la vergogna. 
-allora? - sbottò poi diretto verso Jack e alzandosi in piedi mostrando tutta la sua statura robusta. - hai qualche problema per caso? - chiese poi minaccioso facendo una sequenza di Karate non troppo difficile ma comunque molto veloce. 
un coro di "oooh" si levò dai ragazzi alle loro spalle. 
Jack alzò le mani. 
-non sono venuto qui per combattere- disse e fece per tornarsene al suo tavolo ma il riccio cercò di colpirlo con un pugno da dietro, Jack percependo lo spostamento di aria fermò lo parò prima che potesse andare a segno. 
-okkey...- disse sorridendo- probabilmente non avresti dovuto farlo- aggiunse facendo diventare la sua voce molto più sicura, prese il braccio del ragazzo e lo storse facendogli fare una piroetta poi gli tirò un calcio sul petto facendolo finire disteso sul tavolo dove stava mangiando poco prima. 
Intanto i tre ragazzi si erano alzati e adesso lo attaccavano tutti insieme. 
Il moro eseguì salti mortali e tirò pugni, ad un certo punto si ritrovò persino in piedi sul tavolo di Kim e Grace, la bionda gli fece un gesto di saluto come se nulla fosse e il moro gli rispose con l'ennesimo sorriso prima di fare un salto mortale e scendere dal tavolo per affrontare i teppisti. 
Dopo averli sistemati si guardò in giro e scappò allarmato di essere ripreso e sospeso dagli insegnanti.  
Jerry, Eddie ed il rosso erano a dir poco allibiti. 
-quel ragazzo ne ha fatti fuori quattro in un minuto e mezzo! - esclamò il primo. 
-ragazzi pensate quello che penso io? - chiese il rosso guardando gli altri due. 
Eddie e Jerry annuirono. 
-dobbiamo convincere Jack a unirsi a noi! - dissero all'unisono il ragazzo dalla pelle scura in sincronia con il rosso. 
-quanto è carina Kim Crowford- disse Jerry sospirando. 
Eddie e il rosso lo guardarono increduli. 
-dobbiamo andare da Jack...dai muoviti! - lo spronò poi quest'ultimo. 
-Milton dai andiamo! - disse Eddie. 
Il rosso annuì, afferrò Jerry per la maglia ed uscirono dalla mensa di gran carriera. 
 
Jack era seduto sugli spalti del campo da football da solo e si girava tra le mani una pallina da tennis. 
-Jack! - gridò Milton contento di averlo finalmente trovato. 
Il ragazzo in questione alzò lo sguardo e si ritrovò accerchiato da Jerry, Milton e Eddie. 
-hey....bel casino vero? - disse con voce abbattuta. 
-Vuoi scherzare?! è stata la cosa più mitica che ho visto dopo le gambe di Savannah Morris - disse Jerry. 
Jack sorrise divertito. 
-Dai Milton digli la nostra idea- disse Eddie dando una pacca sulla spalla al rosso. 
Jack lo guardò con curiosità. 
-ecco...noi pensavamo che magari...potresti unirti al nostro dojo- disse Milton sorridendo incoraggiante. 
Il moro scosse la testa. 
-io sono uno skater! non un karateka! - disse come se la sola idea fosse assurda. 
-ma...dopo quello che abbiamo visto...non credo proprio...- lo incalzò Jerry. 
-bè si...mio nonno era il sensei di Bobby Wasabi e mi ha insegnato tutto ciò che sa- rivelò poi Jack. 
Milton, Eddie e Jerry trasalirono. 
Il moro li guardò con aria interrogativa. 
-il nostro dojo è ispirato a lui! proprio a Bobby Wasabi! devi per forza venire...il nostro Sensei, Rudy, impazzirà appena gli avrai detto tutto questo! - esclamò entusiasta Milton. 
Jack ci pensò un po' su. 
-e va bene...verrò...ma non vi assicuro che mi unirò a voi- disse. 
I tre ragazzi esultarono era come se non avessero neanche udito la seconda parte della frase. 
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ANGOLO DELLA SCRITTRICE 
Salve gente...rieccomi con il secondo capitolo.... 
spero che vi sia piaciuto...ho ricopiato una parte dall'episodio originale perché mi piaceva molto...che ne dite? 
ricordate che continuo solo e quando recensita.  
a presto. 
un bacio. 

 

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Capitolo 3
*** il dojo migliore della città...o forse no... ***


Capitolo 3 

Il dojo migliore della città...o forse no... 

  

Kim arrivò in ritardo al dojo, il respiro affannato, la fronte imperlata di sudore e le gambe affaticate. 

Sarebbe arrivata prima se non fosse stato per sua madre che l'aveva trattenuta a telefono. 

Corse verso lo spogliatoio cercando di non farsi vedere da Ty. 

Peccato che l'uomo sapesse sempre dove lei fosse, dato che o aveva qualcuno che gli raccontava tutto o non la perdeva d'occhio. 

-Kimberly Crowford!- la richiamò il sensei con voce arrabbiata. La ragazza si immobilizzò dalla paura e si voltò. 

Ricordava bene cos'era successo all'ultima persona che era arrivata in ritardo ad una delle lezioni di Ty. 

Il sensei aveva le mani sui fianchi, indossava il suo sgargiante kimono rosso a cui era allacciata la cintura nera. 

-quante volte ti ho detto che non dovete fare tardi?! sono già stato troppo clemente con te...non pranzi con la tua squadra e ti alleni da sola- ricordò l'uomo aggrottando le sopracciglia formando un cipiglio arrabbiato. 

-si, perché sono l'unica cintura nera che hai- gli ricordò Kim sprezzante per poi pentirsi subito delle sue parole. 

- bene principessina cintura nera adesso per punizione ...spaccherai cinquecento file di tavolette di legno spesse due centimetri...ognuna di quelle file avrà tre tavolette...- sentenziò Ty allontanandosi arrabbiato e dirigendosi verso Frank che si stava allenando nella lotta per il torneo che si sarebbe disputato il prossimo sabato. 

Kim sbuffò e corse a mettersi il kimono. 

"in questo posto stanno impazzendo" fu l'unico pensiero mentre si dirigeva a passo veloce verso lo spogliatoio. 

  

  

NEL FRATTEMPO NEL DOJO WASABI 

  

-Rudy...lui è Jack...quello di cui ti parlavamo oggi- disse Milton spingendo Jack verso l'uomo bassino con i capelli biondi e gli occhi color cioccolato. 

-felice di conoscerti Jack...i ragazzi dicono che sei una vera forza...hai mai studiato karate? - chiese l'uomo facendo un gesto di benvenuto per poi farlo sedere sulla panchina davanti al tappeto da combattimento. 

-ehm...come ho già detto a loro io sono uno skeater ma mio nonno era il sensei di Bobby Wasabi...e così mi ha insegnato tutto ciò che sa-raccontò il moro con una scrollata di spalle. 

Rudy saltò in piedi come se avesse una molla sul sedere. 

-tuo nonno era il sensei di Bobby Wasabi?!- ripeté incredulo. 

-tutta la mia vita è stata ispirata da quell'uomo! ho costruito questo dojo solo grazie a lui! - esclamò Rudy felice. 

-allora Jack ti unirai a noi? - chiese poi speranzoso. 

il ragazzo alzò le spalle indeciso- io veramente non saprei...- ammise infine. 

-bè...magari potresti allenarti e provare e se ti piace ti unirai a noi...che ne dici Jack? - propose Rudy mettendo una mano sulla spalla del ragazzo che lo superava di almeno una spanna. 

-d'accordo ci sto- decise infine il moro. 

-Bene! - esultò Milton. 

  

  

UN'ORA DOPO AL DOJO DEI BLACK DRAGON  

 

Kim si preparò a spaccare l'ultima fila di assi, era tremendamente stanca e le mani erano piene di tagli e lividi. 

Si preparò e ruotò il busto per sferrare un calcio alle assi, le mani chiedevano pietà e l'unico modo per riuscire a spezzarle era un calcio rotante dato lo spessore estremo delle tavole. 

Con un sospiro di sollievo decretò finito il suo allenamento. 

Si avvicinò a Ty. 

-Ty io avrei finito...non hai per caso delle bende? - chiese poi mostrandogli le mani ancora sanguinanti. 

Il sensei  rise. 

-no che non le ho e non lamentarti per un po' di sangue- sputò velenoso ritornando a parlare con la ragazza che stava allenando. 

Kim alzò le sopracciglia infastidita e si voltò trovando Frank che la guardava vicinissimo. 

sussultò dallo spavento. 

-Kim noi ci avviamo ci raggiungi al centro commerciale? - le chiese notando le mani e consegnandole un fazzoletto affinché se le pulisse dal sangue. 

La ragazza annuì -certo...andate pure ci vediamo lì- disse per poi correre nello spogliatoio a cambiarsi. 

  

  

-Guardate un po' chi c'è- urlò Frank per poi entrare nel dojo spalancando rumorosamente le porte di vetro. 

Milton, Eddie, Jack e Jerry si voltarono allarmati dal frastuono. 

-Frank...- sibilò Jack quando vide chi aveva fatto quel casino. 

-ciao Jack...ma che bello che ti sei unito ai Wasabi...un perdente tra i perdenti- lo schernì il riccio. 

-si bè siamo così perdenti che adesso ti daremo una bella lezione- si fece travolgere dall'entusiasmo Jerry. 

Frank ghignò e subito si lanciò all'attacco di Jack mentre Samuel si occupava da solo del messicano, Milton ed Eddie con qualche difficoltà. 

Il riccio sferrava pugni e calci ma finiva sempre a terra. 

-tu hai una cintura bianca! - notò Frank- com'è possibile che sia così bravo? - sputò rialzandosi e tornando all'attacco. 

-non ho mai frequentato un vero dojo- ammise Jack dandogli un calcio sul petto e facendolo cadere all'indietro. 

Frank si rialzò ancora più agguerrito. 

-Adesso basta! - si udì la voce di Kim gridare sopra il frastuono e i lamenti di chi veniva colpito. 

La ragazza entrò nel dojo con un’espressione contrariata, i capelli erano lasciati liberi sulle spalle tranne che per il ciuffo intrecciato in una difficile e piccolissima treccina legata dietro, la mano ferita ancora sanguinava leggermente. 

-si può sapere cosa avete in testa Frank?!- sputò la ragazza rivolgendosi al riccio arrabbiata. 

-già...venire qui è stato un grosso sbaglio per voi! - fece il buffone Jerry ritraendosi subito dopo un'occhiataccia della ragazza ancora furibonda. 

-scusaci Kim...non avremmo dovuto- si limitò a dire Samuel impaurito trascinando Frank fuori dal dojo. 

La bionda si voltò verso di loro -andate a casa...prima che decida di farvela pagare- sbottò poi. 

Samuel sgranò gli occhi e trascinò a forza Frank fuori dal centro commerciale. 

Kim si concentrò sui ragazzi Wasabi, erano ancora un po' scombussolati dall'attacco improvviso, si strinse nel maglione grigio lungo. 

-scusate...mi spiace per quello che è accaduto- disse tenendo gli occhi bassi. 

Jerry si avvicinò a lei...-è tutto a posto, basta che la smetti di sanguinare sul tappetino di allenamento- disse come se nulla fosse poi si fermò ripensando alle sue parole. 

-ma tu sanguini! - esclamò Jack che solo in quel momento si accorse delle condizioni in cui riversava la mano della ragazza. 

Le afferrò il braccio e la fece sedere sulla panca. 

-aspetta qui- le disse e corse verso il suo armadietto dove teneva una scorta di disinfettanti e bende. 

Quando ritornò vicino a Kim le alzò la manica del maglione e iniziò a medicarla. Jerry e Eddie continuavano ad allenarsi e Milton guardava un foglio scribacchiato. 

-ehm...grazie- disse Kim imbarazzata arrossendo mentre Jack le tirava nuovamente giù la maglia dopo averla medicata. 

-nessun problema...comunque...come te la sei fatta? - chiese il ragazzo curioso. 

Kim ci pensò un po' su come a voler pesare la scelta di fidarsi di lui. 

Poi decise di raccontargli tutto, del ritardo che aveva fatto, dell'assurda punizione che Ty le aveva affibbiato e della sua risposta quando gli aveva chiesto delle bende. 

A fine racconto i ragazzi erano tutti attorno a lei compreso un uomo dalla cresta bionda, aveva un kimono bianco con i bordi con una strana fantasia viola con i fiori e una cintura nera faceva bella mostra di sé. 

-è una cosa assurda...- si limitò a dire l'uomo agghiacciato. 

-far eseguire un esercizio di tale difficoltà ad una cintura...- disse Rudy e poi guardò Kim aspettando che completasse la frase. 

-nera- disse Kim. 

Rudy e tutti i presenti spalancarono gli occhi. 

- sei una cintura nera? - chiese ammirato Eddie. 

Kim annuì - altrimenti come avrei fatto a spaccare cinquecento file da tre tavolette di legno ognuna doppia due centimetri? - rispose ovvia la ragazza. 

- due centimetri? - questa volta era stato Milton a parlare, sembrava molto impressionato. 

-bè...Kim...se mai volessi abbandonare quella squadra di psicopatici, sappi che qui ci sarà sempre posto per te- sorrise Rudy caloroso. 

Era ovvio che nessuno si aspettasse che da una ragazza così piccola potesse scaturire una forza così grande. 

-vi ringrazio, ma per adesso no...- si limitò a rispondere la ragazza ringraziando ancora una volta Jack e uscendo dal dojo per dirigersi a casa. 

-ragazzi quella ha rotto delle triple tavolette da due centimetri! - ricordò Milton tra l'impressionato e lo scioccato. 

-siamo fritti, ci straccerà al prossimo torneo! - concluse per lui Eddie scoraggiato. 

-no, se ci alleniamo! ci bastano due cinture per riuscire a salvare il dojo! quindi basta giocare. Da oggi fino a sabato prossimo ci alleneremo duramente! - li spronò Rudy- Jack tu sarai dei nostri? - chiese poi al moro. 

Jack congiunse il pugno destro nel palmo sinistro. 

-Sull'occhio del drago io un giorno giurai, di essere forte, onesto, e mai dire mai. Wasabi! - recitò poi sorridendo. 

I ragazzi esultarono felici. 

"forse mi piacerà stare qui" fu il pensiero di Jack mentre abbracciava i suoi nuovi amici. 

___________________________________________________________________________________________________________________________________________ 

ANGOLO DELLA SCRITTRICE 

Salve gente sono ancora qui con questo nuovo capitolo che spero vi sia piaciuto. 

Chiedo scusa se non ho descritto a dovere la scena di lotta ma...ehm...non sono portata per descrivere gli scontri... 

So che vi aspettate una romanticissima storia d'amore e che per adesso siete rimasti delusi ma...non preoccupatevi!  

I nostri due amichetti ci arriveranno piano piano e credetemi...l'attesa varrà la candela...si dice così? bho....comunque grazie per le recensioni che mi avete lasciato.  

Ricordo che continuo solo se recensita quindi... aspetto i vostri pensieri su questo scialbo capitolo. 

Un bacio.  

Diana. 

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Capitolo 4
*** Valori sbagliati ***


Capitolo 4 

Valori sbagliati... 

  

Quel sabato Kim avrebbe dovuto davvero fare le corse per riuscire a conciliare la miriade di impegni che aveva. 

Per prima cosa aveva la scuola, poi avrebbe aiutato Grace con le cheerleader; avrebbe passato tre noiosissime ore a scuola con la professoressa Figgins per aver saltato la lezione insieme a Frank e i Black Dragon, poi avrebbe avuto una dura sessione di allenamenti in vista della competizione contro la Wasabi Martial Arts Academy ed infine lei e Truman erano stati invitati ad una cena di un vecchio amico di suo padre che era tornato per un congedo dall'esercito, o una cosa del genere. 

Si guardò l'ultima volta allo specchio mentre dal piano di sotto giungeva la voce spazientita di Truman. 

-Kimberly sbrigati o farai tardi a scuola! - la chiamò ancora il tutore. 

Kim si aggiustò meglio la maglia azzurra sul pantalone bianco a fiori e si allacciò gli anfibi bianchi, si passò una mano nei capelli biondi e ondulati e afferrò la borsa con i libri. 

-finalmente volpacchiotta- la salutò Truman. 

-ti ho detto di non chiamarmi così! i miei genitori mi chiamavano così quando avevo tre anni! - si lamentò la ragazza. 

Truman era l'uomo di fiducia della famiglia Crowford. 

Era un uomo di venticinque anni con folti capelli neri, occhi azzurri, carnagione pallida e i modi sempre affettuosi e dolci, quasi sempre indossava una delle sue adorate camicie e i pantaloni neri che lo facevano tanto sembrare un cameriere ma a parte questo Truman era anche la persona di cui Kim si fidava di più al mondo. 

Era stato lui a prendersi cura di lei quando all'età di sei anni i suoi genitori avevano deciso di trasferirsi a Londra per dirigere la loro multinazionale e di lasciarla lì per non sconvolgere la sua vita. 

Ormai erano dieci anni che Kim non vedeva più i suoi genitori, non tornavano mai, neanche per le feste e l'unico contatto che avevano era una chiamata ogni tre mesi. 

Loro non sapevano nulla di lei, non sapevano che era una cintura nera di karate, non sapevano che aveva vinto il trofeo di nuoto, calcio ed ogni sport che aveva tentato. 

Loro non sapevano come lei andasse a scuola, non sapevano che musica le piacesse o quale fosse il suo colore preferito... 

Kim si ritrovò a sospirare senza riuscire a fermarsi. 

Truman le si avvicinò notando l'aria triste che aveva assunto nel ricordare il nomignolo che i suoi utilizzavano per lei da piccola. 

-lo sai che manchi anche a loro...- disse abbracciandola stretta come faceva quando era bambina, poi si allontanò un po' per posare un bacio sulla sua fronte. 

-dai andiamo...- disse la bionda fingendo di stare bene e che nulla fosse successo. 

Truman annuì sapendo che se avesse insistito la ragazza si sarebbe solo chiusa ulteriormente in sé stessa. 

-d'accordo- disse afferrando le chiavi della Berlina nera e andando verso la porta seguito dalla ragazza che si ritrovò a far viaggiare gli occhi per il salone in marmo con le imponenti colonne in stile romano, i divani ad isola neri, il tavolino in resina nera, la bacheca con tutti i suoi trofei, la libreria in mogano e il camino che tante volte l'aveva scaldata quando accanto a lei c'era solo il freddo. 

Si chiuse il pesante portone di quercia alle spalle e si avviò verso la fontana, accanto alla quale era parcheggiata l'auto che ogni giorno la portava a scuola. 

  

Kim entrò nell'aula di matematica con molta calma, aveva sempre detestato la materia, tutti quei calcoli, segni, lettere, parentesi e termini la confondevano fino alla pazzia. 

In classe c'erano già Jerry, Grace, Jason, Chase, Samuel e Frank. 

Questi ultimi due appena la videro le corsero incontro e si sedettero nei banchi dietro e avanti a lei. 

-Buongiorno- disse poi una voce ancora impastata dal sonno. 

La voce apparteneva a Jack, Kim l'avrebbe potuta riconoscere tra mille. 

Si passò velocemente lo sguardo alla mano che lui stesso le aveva fasciato qualche giorno prima e sorrise senza sapere davvero il perché. 

- ...abbiamo la punizione oggi...stai con noi vero Kim? - le chiese Frank risvegliandola come da un sogno ad occhi aperti. 

-mm? - rispose la bionda -si...si- disse poi in fretta. 

Jack le passò affianco e le sorrise per poi sedersi nel banco alla sua destra proprio come il primo giorno. 

-buongiorno- le sorrise. 

-giorno Jack- rispose la bionda un po' tesa. 

Frank guardò per un secondo storto Jack prima di alzarsi dalla sedia e dirigersi verso il fondo dell'aula con Samuel. 

-come sta la tua mano? - le chiese il ragazzo passandosi una mano tra i capelli marrone mogano che ricordava il legno della libreria che la ragazza tanto amava. 

-oh...ehm...meglio...il medico dice che tra un paio di giorni sarò come nuova quindi non vi conviene riposarvi sugli allori, cari Wasabi- sorrise la ragazza scherzando. 

Jack sghignazzò. 

-scherzi vero? non potremmo farlo neanche se volessimo, Rudy ci sta mettendo sotto torchio. Dobbiamo salvare il dojo e per farlo ci servono almeno due cinture- rivelò il moro con aria poco convinta. 

-e tu credi che non c'è la farete? - chiese la bionda sorpresa. 

Se c'era una cosa che aveva capito di Jack in quelle due settimane era che per lui nulla era mai impossibile. 

-io...non lo so...- ammise infine guardando la ragazza di sottecchi. 

- credo invece che voi possiate farcela... vi vedo e vi invidio, voi siete una squadra! questo è un concetto che nei Black Dragon ignorano completamente e credimi essere una squadra vale molto di più che essere un'unica cintura nera in mezzo a macchine di sola violenza e zero tecnica- rivelò la ragazza. 

Jack la guardò sorpreso. 

-tu credi che c'è la faremo? - chiese quindi un po' stupito. 

Kim annuì decisa. 

-certo...c'è la farete di sicuro- disse prima di aprire il libro e concentrarsi sulla lettura del teorema di Pitagora imbarazzata per quel suo intervento entusiasta e spavaldo. 

Jack la continuò a fissare in silenzio assimilando ogni piccolo movimento, ogni piccola espressione fino a che la professoressa non entrò dalla porta per iniziare la sua lezione. 

  

Kim ripeté per la decima volta il calcio volante, doveva essere perfetto se voleva vincere la battaglia contro la Wasabi. 

-le gambe più tese Kim! vuoi che vincano? o vuoi portare la tua squadra alla vittoria? - sbottò Ty afferrando con violenza la gamba della ragazza e raddrizzandola con un doloroso movimento. 

La bionda emise un gemito di dolore che Ty, fortunatamente, non notò. 

-Di nuovo! -ordinò severo il tutore fermandosi a pochi metri dall'impalcatura utilizzata per l'allenamento. 

Kim sospirò cercando di concentrarsi ed eseguì come ordinato. 

Le gambe perfettamente tese, il corpo controllato, le braccia perfette e il colpo andò a segno senza alcun problema. 

-bè...è meglio- si limitò a dire il sensei. 

Kim strabuzzò gli occhi ma non disse nulla. 

-ma è stato perfetto! - si lamentò al suo posto una ragazza di diciannove anni che era una delle veterane del dojo- non ho mai visto nessuno farlo così perfetto Ty!- sbottò incredula. 

"mossa sbagliata" fu l'unico pensiero di Kim mentre vedeva Ty avvicinarsi pericolosamente al viso della ragazza che adesso lo fissava spaventata. 

-sarà perfetto solo quando lo dirò io! - sbottò urlando in faccia alla malcapitata ragazza. 

-Sensei sono qui per prendere Kim...- si udì una voce provenire dall'ingresso e tutti si girarono verso Truman che era appena entrato, aveva, come sempre, l'aria di un super manager. 

-come scusa? il mio scorpione si sta allenando- disse lentamente il sensei quasi sibilando ogni parola. 

-si dà il caso che il tuo scorpione avesse dovuto finire l'allenamento tre ore fa- gli fece notare Truman mantenendo la calma che lo caratterizzava da sempre. 

Kim strabuzzò gli occhi, sapeva di aver fatto tardi ma non credeva che fossero già passate tre ore! 

-lei se ne andrà solo quando lo dirò io! - sbottò irato il sensei. 

Truman sbuffò. 

-tu vieni pagato per fare lezione di karate non per sequestrare Kim quindi adesso lei viene via...- sbuffò poi innervosendosi e facendo un gesto alla ragazza che corse a cambiarsi in tutta fretta. 

  

-non riesco a capire perché ti ostini a voler frequentare quello stupido dojo- sbottò Truman una volta usciti dalla palestra, ogni volta era sempre la stessa storia. 

-perché è il migliore- disse Kim spiccia. 

-migliore per gli altri ma non per te- disse l'uomo. 

Kim lo guardò stranita. 

-intanto sono diventata una cintura nera- fece notare. 

Truman sbuffò- e sono grato a Ty per averti portato a questo livello ma da un po' di tempo ci sto pensando...non credo che quel dojo insegni i valori giusti per te- le disse titubante l'uomo. 

La bionda si girò verso il finestrino aperto dove poteva vedere le file delle case e degli alberi scorrerle davanti agli occhi. 

-dov'è la cena? - chiese poi cercando di cambiare argomento. 

-al ristorante italiano tra la course e la shanigton...- disse solamente Truman con tono di disapprovo per il modo in cui si era conclusa la precedente discussione. 

-the Olive? - chiese la ragazza con tono atono. 

Truman annuì mentre con la macchina superava il cancello in ferro battuto della dimora e si avviava per il sentiero ricoperto di ghiaia da dove si poteva ben vedere l'edificio alto quattro piani qual era villa Crowford. 

-ma come hai detto che si chiama la famiglia con cui dobbiamo cenare? - chiese allora Kim mentre scendeva dalla Berlina. 

-non è una famiglia è solo un Marins con suo figlio e sono i Brewer- disse Truman. 

Kim si immobilizzò sulla porta d'ingresso aveva gli occhi spalancati. 

-ah...- fu l'unica risposta intelligente che riuscì a fornire. 

Truman non la guardò neppure mentre la superava e apriva il portone di casa. 

-devi essere pronta tra un'ora Kim- disse solamente entrando e lasciando la porta aperta per la ragazza che adesso si stava riprendendo dallo shock. 

Sarebbe andata a cena con Jack, suo padre e Truman....la serata si prevedeva movimentata.... 

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ANGOLO DELLA SCRITTRICE 

Salve, salve, Salveeee 

eccomi qui con il mio quarto capitolo e anche in anticipo! ...allora che ne pensate? 

ammetto di non essere troppo convinta dell'idea della cena ma non sapevo come fare per rendere il capitolo più passabile comunque...è andata ormai... 

Nel prossimo capitolo scoprirete cosa succederà durante la cena e conoscerete il famigerato padre di Jack di ritorno dai Marins solo per una sera! 

Continuo la storia solo se mi recensite però! 

Ah e colgo l'occasione per ringraziare coloro che mi recensiscono e che seguono o ricordano la mia storia...grazie mille ragazzi anche se siete pochi per me siete importantissimi quindi...mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate.  

un bacio. 

Diana 

 

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Capitolo 5
*** quando il sergente ci mette lo zampino! ***


Capitolo 5 

Quando il sergente ci mette lo zampino! 

 
Il sergente Brewer era un uomo muscoloso, aveva i capelli dello stesso color mogano del figlio, gli occhi verdi e la carnagione olivastra, era alto e l'aria severa che mostrava non andava d'accordo con il suo carattere giocoso e perennemente allegro. 
-Jack! dovremmo già essere lì...sbrigati! - chiamò l'uomo con voce spazientita. 
-arrivo papà! - disse Jack comparendo dal lungo corridoio e digitando qualcosa sul display che controllava ogni oggetto della casa. 
-che eleganza! - notò il padre sorpreso. 
Jack si passò una mano tra i capelli dietro la nuca, gesto che era solito a fare quando era imbarazzato. 
-bè...i Crowford sono una famiglia importante ed influente qui a Seaford- mentì il ragazzo cercando di sembrare convincente. 
Peccato che Peter Brewer conoscesse troppo bene suo figlio per lasciarsi abbindolare. 
-ecco i motivi per cui non ti crederò: motivo numero uno, verrà solo la figlia di Susan e Jimmy e il suo tutore che conosco da quando camminava con i pannolini. Motivo numero due, ti sei toccato la nuca...segno che sei in imbarazzo... Motivo numero tre, Kim è una bella ragazza e tu hai sempre avuto un debole per le belle ragazze - sentenziò l'uomo sorridendo soddisfatto della propria analisi. 
-lei non è solo una bella ragazza papà! -si infervorò il moro avvicinandosi al padre che era in piedi davanti al loro divano di pelle bianca. 
-ah no? -disse Peter Brewer alzando un sopracciglio e cercando di non sorridere. 
-no...lei è intelligente, simpatica...dolce...ha sempre quell'aria da barbie e poi quando la vedi da vicino ti accorgi che è una leonessa...ha quel sorriso che fa svenire decine e decine di ragazzi a scuola che muoiono per lei...- disse il ragazzo guardando il vuoto e sorridendo come un ebete. 
-bé ragazzo mio...se non ne sei innamorato ora...ci sei molto vicino - lo sbeffeggiò l'uomo. 
Jack lo guardò imbarazzato e di nuovo si massaggiò la nuca. 
-credo...sia meglio andare- disse poi cercando di non assottigliare troppo la voce. 
 
Il ristorante che Truman e Peter avevano scelto insieme era molto carino, i tavoli erano quadrati e coperti da tovaglie rosa antico e bianco panna, i muri di un color azzurrino facevano rilassare gli occhi di chi le guardava e ogni tanto erano appesi dei quadri astratti di tutti i colori. Si e no ci dovevano essere una decina di tavoli, non di più. 
Si vedeva che era un posto alla moda e molto lussuoso perché ogni particolare era studiato nei minimi dettagli, dalla divisa rosa per le donne e bianca per gli uomini alla disposizione del menù vicino ad ogni coperto. 
Quando Kim e Truman arrivarono erano in ritardo di una ventina di minuti e davanti alla porta del ristorante incontrarono Jack e suo padre anche loro in ritardo. 
Jack aveva indossato dei pantaloni grigi con una camicia nera ed una cravatta grigio fumo che richiamava il colore dei pantaloni, il signor Brewer indossava invece la sua divisa da ufficiale che non aveva il permesso di togliere nemmeno in libera uscita. 
Kim si era limitata ad indossare una gonna a campana rosa e bianca con una camicetta bianca ed una giacca corta grigia perla e ai piedi, ballerine bianche. 
Truman aveva indossato, invece, il suo abito da cerimonia nero abbinato con una camicia azzurra ed una cravatta nera. 
-Anche voi in ritardo? - chiese divertito il sergente Brewer, i tre risero. 
-Peter! da quanto tempo! - lo salutò Truman abbracciando quello che il ragazzo amava chiamare il suo zio acquisito. 
Truman aveva raccontato a Jack e Kim che suo padre ed il signor Brewer si erano conosciuti in marina e quando Noah, il padre di Truman, era venuto a mancare, il ragazzo era stato aiutato in tutti i modi dal sergente. 
-Jack! - salutò poi il ragazzo che conosceva da quando era nato. 
-Truman! non sapevo che lavorassi per Kim! - rivelò sorpreso il ragazzo abbracciando quello che ormai considerava il suo fratellone. 
-è piccolo il mondo eh? - disse Kim sorridendo, non sapeva che Truman conoscesse così bene Jack, sì sapeva che lui era molto legato al sergente ma non sapeva che fosse così in confidenza anche con il moro... 
-piccola Kim! non ti vedo da quando sgambettavi per casa con i pannolini! - la salutò allora il signor Brewer facendo arrossire Kim fino alla punta dei capelli. 
-ma...bè...- disse la ragazza nel pallone cercando di dire qualcosa che la togliesse dall'imbarazzo. 
-pensa che io da piccolo andavo in giro con la maglia messa a mo' di mantello fingendo di essere superman- le venne in soccorso Jack notando l'imbarazzo della bionda che gli sorrise grata. 
-allora entriamo? - propose Truman indicando con il pollice la porta in vetro scuro del ristorante davanti alla quale si erano fermati. 
Il sergente Brewer annuì e fece strada al gruppo attraverso la sala e verso il direttore della stessa, un uomo sulla sessantina con folti capelli grigi e una divisa bianca impeccabile, aveva un’aria elegante e distinta chi lo avesse visto avrebbe potuto scambiarlo per un principe o una qualche autorità monarchica. 
-prego, seguitemi...per voi abbiamo riservato il tavolo nel privè come richiesto- disse con leggero accento siciliano. 
Accompagnò il gruppo fino ad una stanzetta da cui si entrava da un arco a sesto acuto, era una stanza con un solo tavolo rotondo proprio al centro coperto da un setoso tessuto bianco. 
Jack spostò la sedia a Kim da bravo cavaliere come suo padre gli aveva raccomandato di fare in macchina. 
La ragazza lo guardò sorpresa da quel gesto molto fine e Jack non poté fare a meno di sorridere compiaciuto sotto i baffi mentre si accomodava alla sua destra. 
-sembra una costante vero? - notò la ragazza sorridendo. 
Jack si voltò verso di lei non capendo a cosa si riferisse. 
-il fatto che siedi sempre alla mia destra- spiegò allora la bionda sorridendo sotto lo sguardo malizioso del signor Brewer e di Truman. 
 
-Ragazzi noi andiamo...voi che ne dite di fare un giro? - propose Truman ai due ragazzi guardando con aria complice prima Jack poi il sergente. 
-si...ehm...la accompagni tu a casa figliolo? - disse Peter facendo l'occhiolino al ragazzo che arrossì imbarazzato. 
Kim guardava il signor Brewer con uno sguardo tra il sospettoso e il preoccupato. 
-si...ehm...okkey- si limitò a rispondere Jack massaggiandosi la nuca come ultimamente faceva appena si accennava qualcosa che riguardasse Kim. 
-bene biondina...ci vediamo a casa- salutò Truman dirigendosi verso la Berlina nera. 
-ci rivedremo presto Kimberly- il sergente Brewer, che sarebbe partito l'indomani mattina all'alba, abbracciò la ragazza. 
Poi si diresse con la camminata fiera tipica dei Marins verso la sua Volvo bianca. 
Jack e Kim rimasero sul marciapiede completamente soli. 
-ti va di fare una passeggiata? - Kim si sorprese delle sue stesse parole. 
-certo- accordò Jack cercando di non far trapelare quanto fosse felice di quella richiesta. 
I ragazzi camminarono in silenzio ognuno preso dai propri pensieri fino a che non si accorsero di essere arrivati nel parco della città. 
-ho sempre adorato questo parco- rivelò Kim sussurrando come se potesse spezzare l'armonia che gli alti alberi e i fiori nei prati creavano in quell'oasi di pace e tranquillità. 
Attraverso gli alti pini, salici e vari alberi si poteva vedere la luna piena che nel cielo scuro della notte spiccava come un faro nella nebbia. 
-Sai...mi hai aiutato molto stamattina quando mi hai detto che credevi in noi...sono tornato al dojo e.…mi sono convinto che è vero abbiamo le carte in regola per battervi- disse improvvisamente Jack cercando qualcosa con cui spezzare quell'imbarazzante silenzio che si era di nuovo creato tra loro mentre entravano nel parco. 
C'era una calma quasi innaturale. 
-bé...ne sono felice- si limitò a rispondere la ragazza tenendo lo sguardo basso. 
-Sai Kim...non avrei mai detto che tu fossi così- disse Jack guardando il sentiero dritto davanti a sé tenendo le mani nelle tasche dei suoi pantaloni grigio fumo. 
-cosa intendi? - chiese la ragazza curiosa. 
-intendo dire che vista da fuori sembri una ragazza superficiale a cui non importa niente degli altri, una ragazza irraggiungibile per coloro che desiderano anche solo avvicinarsi e invece...- spiegò Jack lasciando la frase a metà per non dire cose di cui poi si sarebbe potuto pentire. 
-e invece? - insistette la bionda alzando lo sguardo e fermandosi a fissare il profilo del ragazzo. 
Jack sospirò- e invece non lo sei...sei diversa- rispose continuando a guardare davanti a sé invece di girarsi verso la ragazza. 
-diversa in che senso? - chiese allora Kim non volendosi arrendere. 
-dico solo che...sei gentile e disponibile- disse Jack ma sapeva di non aver detto tutta la verità ma se gli avesse raccontato ciò che aveva parlato con suo padre qualche ora prima la ragazza di sicuro gli avrebbe dato un due di picche. 
-ah...bè ehm...sai...l'apparenza inganna- rispose la bionda riuscendo a nascondere la delusione che le aveva stretto lo stomaco. 
I ragazzi continuarono a passeggiare per il parco in silenzio fino a che Kim non decise che era ora di andare a casa. 
Jack l'accompagnò da vero gentiluomo, la salutò con un sorriso che lei ricambiò anche se, negli occhi, aveva una luce strana che nessuno dei due seppe decifrare. 
 
-allora? l'hai baciata? - chiese il sergente che attendeva da ore trepidante sul divano di pelle bianca. 
Jack gli si sedette affianco con aria afflitta, si allentò il nodo della cravatta e passò una mano a scompigliarsi i lisci capelli marroni. 
-è andata così male? - gli chiese quindi suo padre traducendo quei suoi gesti. 
-avrei potuto dirle tutto ma...non c'è l'ho fatta...sono un cretino! - si lamentò. 
Peter agitò la testa in segno di diniego. 
-forse non era il momento giusto ma prima o poi accadrà e quando sarà, avverrà in un modo talmente semplice che neanche te ne renderai conto...non ti abbattere Jack- disse l'uomo afferrando la spalla del figlio con aria incoraggiante.  
- e ricorda vai e conquista! come ogni Brewer prima di te hai il fascino nelle vene...anzi forse ne hai anche di più dato la madre che avevi...era una che conquistava tua madre...secondo te perché tu sei così bello? - sorrise l'uomo. 
Jack nel sentire nominare la madre morta anni prima sorrise teneramente e abbracciò il suo vecchio. 
-grazie papà...anche per aver escogitato con Truman quel piano per lasciarci soli...- disse Jack consapevole di averlo colto sul fatto. 
-ehm...sì bè non sono mai stato bravo a mentirti- si giustificò il sergente abbracciando suo figlio. 

 
ANGOLO DELLA SCRITTRICE 
Salveeee 
Eccomi con il mio intrigante quinto capitolo! 
Come vi sembra? 
Spero vi sia piaciuto...so che non è granché ma...è tutto quello che sono riuscita a fare...sono super- iper concentrata sulla scuola e riesco a scrivere solo un'oretta al giorno... 
Ringrazio tutti coloro che mi recensiscono tra cui un saluto speciale a Nearmike  e vorrei inoltre ringraziare coloro che mi seguono o mi "ricordano". 
Continuo solo se qualcuno recensisce...e ricordo che accetto eventuali suggerimenti nel caso ne abbiate. 
ora vado...ci vediamo al prossimo capitolo. 
Un bacio. 
Diana. 

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Capitolo 6
*** competizione (parte 1 ) ***


Capitolo 6 

Competizione (parte 1) 

 
Da quella sera, Jack e Kim non si erano più parlati molto, entrambi troppo concentrati sulla competizione che avrebbe avuto luogo proprio quel pomeriggio nella palestra dei Black Dragons. 
Kim non era neanche andata a scuola... ordini di Ty che voleva tutti i suoi allievi in palestra alle otto in punto per una sezione di riscaldamento in attesa della gara che si sarebbe svolta nel primo pomeriggio. 
La mattina era trascorsa pesante tra una tavoletta spaccata e un calcio andato a segno in modo impeccabile. 
Ora il sensei aveva radunato tutti i suoi allievi intorno a lui, li aveva fatti sedere comodamente sul tappeto mentre li sovrastava camminando avanti e dietro davanti a loro. 
-Bene...è arrivata la scaletta della competizione e ho assegnato i ruoli che ciascuno di voi avrà- sentenziò l'uomo con voce atona come se stesse annunciando la sua lista della spesa. 
Dei mormorii eccitati si levarono dal piccolo gruppo di ragazzi che ad un'occhiata severa di Ty ammutolirono in attesa che quest'ultimo continuasse. 
-il primo round è uno scontro corpo a corpo- cominciò l'uomo iniziando a leggere un foglio di carta che aveva nella mano destra- e a gareggiare sarà Daniel- sentenziò poi indicando il ragazzo più alto e robusto del gruppo che sorrise compiaciuto sentendo gli sguardi di tutti su di lui. 
-il secondo round è con i nunchaku...- continuò poi Ty cercando qualcuno con lo sguardo- e Samuel eseguirà la sua sequenza- disse poi trovando ciò che cercava ed indicando il ragazzo asiatico. 
-il terzo round è un semplicissimo esercizio...spaccare le tavolette e sono sicuro che nessuno di quei perdenti della Wasabi sarà capace di farlo...quindi Frank sarà il tuo turno- sentenziò poi indicando il riccio che sorrideva anche se un po' offeso dagli insulti velati che Ty gli aveva lanciato. 
-ed infine- terminò il sensei guardando dritto negli occhi color nocciola di Kim - l'ultimo round è il più difficile e consiste in un calcio rotante con altezza di un metro, avrai un solo tentativo per colpire un piolo di legno e perlomeno spezzarlo...Kim sarà allora che umilierai definitivamente quella banda di schiappe- ghignò maligno Ty prima di andarsene nel suo ufficio e di mandare i ragazzi a casa per riposarsi qualche ora prima della competizione. 
 
Quando i ragazzi ritornarono al dojo, alla stanza erano state aggiunte delle gradinate e delle panchine per le squadre ed i loro sostenitori già arrivati in gran numero. 
-Dragoni! - li chiamò Ty severo- a cambiarvi! tra dieci minuti inizieremo! - sentenziò poi allontanandosi per accogliere delle persone che sembravano giornalisti. 
I ragazzi annuirono mesti e si diressero verso gli spogliatoi. 
 
Quando rientrarono nella sala per la competizione, i Wasabi stavano facendo il proprio ingresso con l'aria menefreghista, come se quella fosse casa loro e non la tana dei loro nemici. 
Poi fu il turno dei padroni di casa di esibirsi che, come sempre, fecero sfoggio delle proprie capacità atletiche cercando di intimorire gli avversari che però non sembravano affatto impressionati. 
Le due squadre presero posto alle rispettive panchine. 
Kim sorrise verso Jack che le rispose subito e si fermò a fissarla mentre Rudy cercava di attirare la sua attenzione per un'ultima riunione strategica. 
-Jack! vuoi concentrarti?!- esclamò infastidito il sensei mentre tutti i suoi allievi si radunavano attorno a lui. 
-allora ragazzi...ci servono solo due cinture per salvare il nostro dojo...ce la possiamo fare! - esclamò poi quando anche Jack si fu unito a loro distogliendo a malincuore lo sguardo dalla bionda che adesso stava parlando fitto, fitto con la sua squadra. 
-Wasabi! - urlò Rudy a mo' di incitamento. 
-Wasabi! - ripeterono i suoi allievi di rimando.  
 
Il primo round vedeva come protagonista Daniel che, con passo sicuro, aveva già preso posto sul tappeto indossando il suo casco protettivo in tinta con il kimono della squadra di un acceso color fuoco. 
Quasi rise in faccia ad Eddie che si fece avanti con aria titubante e un po' preoccupata. 
Dalla panchina dei Black Dragon, Kim, lo guardava un po' in pena data la stazza esagerata del suo avversario. 
I due karateka si inchinarono l'uno all'altro e presero le posizioni di difesa mentre l'arbitro dava loro segno di poter iniziare. 
 
 
Daniel continuava a sorridere beffardo in direzione di Eddie che intanto si limitava solo ad attendere la prima mossa dell'avversario. 
Il ragazzo massiccio provò a colpire Eddie con un calcio al fianco che andò a segno anche se l'avversario si rialzò subito. 
-davvero credi di poter avere qualche chance contro di me? - lo sbeffeggiò il biondo mentre tentava nuovi attacchi che però non ebbero mai una conclusione in quanto Eddie li bloccò tutti. 
Daniel continuava a girare in tondo e il piccoletto non dava segno di voler fare alcuna mossa. 
-perché non vai da mammina! - lo schernì allora il primo. 
Eddie corrucciò la fronte arrabbiato. 
-NON.NOMINARE.MIA.MADRE! - urlò inferocito prima di gettarsi, letteralmente, su Daniel e atterrarlo con tutto il suo peso. 
Dai Fan e dalla panchina dei Wasabi si udì un boato di approvazione quando l'arbitro decretò la fine del round e consegnò la cintura gialla ad Eddie. 
Il ragazzo si voltò fiero verso il proprio lato della sala ed alzò la cintura come se fosse la cosa più preziosa al mondo. 
I suoi compagni di squadra corsero ad abbracciarlo sorpresi e felici mentre dall'altra parte i Black Dragon si maledissero per aver sottovalutato quel piccoletto. 
 
Il secondo Round era una gara di sequenza ai nunchaku di cui Samuel era l'assoluto esperto nei Black Dragon. 
Il ragazzo salì sul tappeto con in mano l'arma e fu infastidito dall'arroganza di Jerry quando, salito sul tappeto, il messicano gli sussurrò: 
-faresti meglio ad arrenderti Jackie Chan...sappiamo tutti e due come andrà a finire- 
Jerry era un pallone gonfiato e questo Kim lo sapeva ma non credeva fosse anche talmente stupido da minacciare un karateka di esperienza, anche se cintura bianca, come Samuel. 
I due ragazzi si guardarono con distacco mentre si inchinavano in segno di rispetto e prendevano posizione quando l'arbitro ebbe dato il via. 
A partire fu Samuel che iniziò con una sequenza davvero non male per poi aumentare la difficoltà man mano che l'esercizio andava avanti. 
Kim era davvero sorpresa, non aveva mai visto Samuel destreggiare con tale determinazione ed eleganza quell'arma. 
Dello stesso avviso non era, però, Jerry che guardava l'esercizio come se fosse la foto di sua nonna in bikini. 
-guardate qua- disse poi quando fu il suo turno. 
Jerry era sicuro di sé e anche la presa lo era...peccato che la coordinazione non altrettanto. 
Un'estremità dei nunchaku infatti lo colpì lì dove non batte il sole costringendolo a piegarsi sulle ginocchia per il dolore. 
L'arbitro decretò la fine dell'incontro e mentre Jack si faceva avanti per aiutare Jerry a sedersi sulla panchina, l'uomo consegnò la cintura gialla all'asiatico che la mise in tasca con un viso che non lasciava intravedere alcuna emozione e si sedeva sulla panchina dei Black Dragon. 

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ANGOLO DELLA SCRITTRICE 
okkey lo so...ho tagliato a metà l'episodio ma...bho mi dava più senso di suspance...XD 
So anche che è un po' noioso come capitolo ma era necessario quindi...mi rifarò nei prossimi capitoli...prometto! 
Fatemi sapere come lo avete trovato! 
un saluto speciale come sempre a Nearmike e alla mia amica Elisa che mi corregge tutti gli errori. Un grazie anche a coloro che leggono, seguono o ricordano questa storia. 
Grazie davvero. 
Un bacio. 
Diana. 

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Capitolo 7
*** competizione (parte 2) ***


Capitolo 7 

Competizione (parte 2) 

 
Milton salì piano sul tappetino, era nervoso e lo si poteva vedere benissimo dai muscoli delle braccia tese mentre le teneva strette lungo i fianchi durante il saluto. 
Frank era il secondo allievo migliore della Black Dragon, dopo Kim, era scaltro ma di sicuro non era forte e la cosa poteva portare un barlume di speranza nel rosso a cui serviva spaccare due tavolette per ottenere la cintura e salvare così il dojo. 
-Io ne vorrei un'altra- disse, quindi, Milton mentre tutto il pubblico e la panchina avversaria lo guardava come se avessero paura che avrebbe potuto spezzarsi al solo toccarle. 
Un applauso di incoraggiamento si levò, invece, dai suoi compagni di squadra che gli sorridevano fiduciosi. 
Frank sogghignò come a voler dire "tanto non ce la farai mai" e alzò il braccio per poi colpire l'asse di legno poggiata sopra i due pilastri di cemento davanti a lui. 
la tavoletta cadde a terra e un applauso sgorgò dal lato della sala dei Black Dragon. 
L'arbitro intanto aveva aggiunto una seconda tavoletta al pilastro di Milton che adesso teneva gli occhi chiusi per concentrarsi. 
-Dovrebbe iniziare- gli ricordò leggermente impaziente l'arbitro indicando al rosso le due tavolette ancora intatte sul cemento. 
Milton si avvicinò con passo lento come a voler soppesare l'idea di scappare a gambe levate da quel luogo. 
Tutti gli occhi erano su di lui e pungevano sulla schiena come miliardi di spilli. 
Kim, dalla sua panchina, si alzò iniziando a scaldarsi ma senza mai distogliere gli occhi dal rosso. 
Quest'ultimo prese un lungo respiro ed alzò il braccio pronto ad abbatterlo sulle tavolette. 
Successe tutto in un secondo, Milton colpì le assi che si spezzarono sotto il suo tocco e caddero a terra con un rumore sordo. 
Ci fu qualche secondo di silenzio, derivato dall'incredulità dell'intera sala, e poi un boato di felicità percosse i Wasabi che esultarono felici di aver salvato il proprio dojo. Milton rise felice sollevando la cintura gialla che l'arbitro gli aveva appena consegnato. 
 
 
Kim sorrideva. Era felice che i Wasabi fossero riusciti a salvare il loro dojo. 
Salì sul tappetino per gli ultimi esercizi di riscaldamento mentre anche Jack la raggiungeva. 
-sai...- iniziò subito il ragazzo- credo proprio di piacerti- disse con un sorriso compiaciuto. 
Kim lo guardò allarmata prima di capire dove il ragazzo stava cercando di portarla. 
-si, sei un buon amico- disse fingendo noncuranza mentre si abbassava fino a toccare le punte dei piedi. 
Jack le parlò solo quando si fu rialzata da quella posizione. 
-non intendevo come amico...- disse poi guardando la bionda di sottecchi con uno sguardo a dir poco malizioso. 
Kim si arrischiò a sorridere e scosse la testa -tu vaneggi Brewer- si limitò a dire. 
Jack stava per aggiungere qualcosa quando l'arbitro fece segno ai due di cominciare. 
I ragazzi si inchinarono in segno di saluto e si misero ai lati delle impalcature di cui si sarebbero dovuti servire. 
Kim misurò velocemente a mente la distanza da terra. 
Due metri. 
Sospirò cercando di concentrarsi, sentiva lo sguardo di Jack addosso, come se ci fossero solo loro in quella immensa stanza. 
La ragazza si mise in posizione e saltò, ruotò il busto mentre le gambe erano perfettamente tirate, le braccia in posizione aerodinamica. 
Il piede colpì con successo il bastone di legno che volò a venti metri di distanza, tanto era potente il colpo. 
Kim atterrò perfettamente in piedi e con un sorriso radioso in viso. 
Ty dalla panchina la guardava contrariato. 
Kim sbuffò appena se ne accorse. 
Si chiese cosa avesse sbagliato questa volta per meritarsi quello sguardo così deluso. 
Jack annuì colpito. 
-non mi aspettavo nulla di meno da te Kim...ma adesso non rimanere impalata mentre il ragazzo per cui hai una cotta ti straccia miseramente- disse Jack facendole l'occhiolino. 
La bionda scosse la testa ormai rassegnata. 
Jack si mise in posizione e anche lui eseguì in modo perfetto il salto e, con grande sorpresa dell'intera sala, il suo bastone atterrò proprio accanto a quello di Kim. 
L'arbitro sembrava in difficoltà perché faceva oscillare lo sguardo da Jack a Kim non sapendo bene a chi dare il trofeo. 
-parità- sentenziò infine consegnando la cintura nero secondo dan a Kim e quella gialla a Jack che esultò fortissimo. 
Anche se erano in parità la Wasabi aveva già vinto due round mentre la Black Dragon uno e cosa più importante, la Wasabi Martial Art Academy era salva e aveva anche vinto il torneo! 
Il moro festeggiò con i suoi amici mentre Kim si dirigeva soddisfatta alla sua panchina dove Ty l'attendeva con il viso corrugato dalla rabbia. 
-non ti avevo forse detto di eseguirlo in modo perfetto?!- sbottò irato attirando l'attenzione di tutta la sala, compresi i wasabi che si staccarono dall'abbraccio per osservare meglio la scena. 
Kim lo guardò stupita. 
-lo era- si limitò a rispondere. 
-no! altrimenti avresti vinto! sei un inutile ragazzina viziata Kim Crowford!- sputò Ty irato ancor più di prima. 
Jack non potendo sopportare che la ragazza venisse trattata così si avvicinò ai due. 
-come si permette! Kim è una grande karateka e se lei non lo vede, forse non la merita! - sbottò il moro freddo in direzione del sensei dei suoi avversari. 
La squadra dei Black Dragon, compresa Kim, guardavano preoccupati Ty aspettandosi una reazione che però non arrivò. 
-vattene da qui ragazzino, tu non c'entri affatto- si limitò a dire tagliente l'uomo gettando un'occhiataccia a Jack. 
Kim toccò il braccio del ragazzo per fargli capire che andava tutto bene e che era abituata ad un simile trattamento. 
-tranquillo, me la gestisco io- disse la bionda guardando il viso di Jack teso per la rabbia mentre continuava a fissare in cagnesco Ty. 
-non so perché ti ostini a seguire questo tizio Kim- le disse poi girandosi improvvisamente verso di lei. 
La bionda annuì. 
-hai ragione...per questo io mollo la Black Dragon e il karate- annunciò poi gettando la sua giacca rossa e nera ai piedi del suo ormai ex sensei che la guardava inorridito. 
-non puoi andartene così! - sbottò poi inferocito. 
-oh sì che può! - sbottò poi una voce nota a tutti i protagonisti della conversazione. 
Truman fece il suo ingresso con un fascio di carte in mano, il regolamento del dojo. 
-me l'ero preparato in caso questo giorno sarebbe arrivato- rivelò poi porgendo le carte al sensei che lesse velocemente. 
Alzò poi lo sguardo sul gruppo di persone a dir poco furibondo. 
-bene! - disse poi girando i tacchi ed andandosene. 
-Kim ti aspetto in auto- disse poi il tutore salutando brevemente Jack per poterli lasciare soli. 
Il ragazzo si girò verso Kim con aria preoccupata. 
-stai bene? - chiese poi.  
La bionda annuì. 
-sono così contento che tu venga nel mio dojo adesso- rivelò poi toccandosi la nuca dopo essersi accorto delle sue parole- sai...accrescerai il livello della squadra- mentì poi cercando di salvarsi. 
Kim scosse la testa -io non verrò nel tuo dojo- mormorò piano. 
Jack la guardò interdetto. 
-cosa vuoi dire? - le chiese. 
La ragazza prese un lungo respiro- non stavo scherzando prima, lascio il karate- disse mentre tuffava i suoi occhi nocciola in quelli marrone scuro di Jack che adesso erano spalancati dalla sorpresa. 

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ANGOLO DELLA SCRITTRICE 
tadààààà....ecco il mio settimo capitolo. 
So di aver cambiato molto la versione originale ma se copiassi tutto, la storia sarebbe noiosa. 
Non credete? 
Comunque ringrazio Nearmike e mi scuso se non ho risposto alla recensione che mi ha gentilmente lasciato. 
Grazie anche a te, Elisa se stai leggendo questo capitolo...e grazie a chi la legge, ricorda o segue. 
A presto per l'ottavo capitolo! 
Recensite prego! 
un bacio.  
Diana 

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Capitolo 8
*** missione cintura nera! ***


Capitolo 8 
Missione Cintura Nera!

Il giorno dopo nel dojo Wasabi c'era uno strano fermento derivato dalla vittoria contro i Black Dragons.
Eddie, Milton e Jerry giocavano sul tappeto.
-ragazzi!- li riprese Rudy severo- solo perché abbiamo salvato il dojo non vuol dire che non dobbiate prendere seriamente gli allenamenti! sopratutto tu Jerry che hai perso la tua cintura gialla!- aggiunse poi verso il messicano che arrossì per l'imbarazzo ricordando la sua performance.
-oh dai Rudy!- sbottò poi riprendendo la sua aria sicura di sé e  alzando gli occhi scuri per guardare il suo sensei -avremo anche il diritto di riposarci un pochino, non credi?- 
Rudy guardò con aria critica il gruppo di ragazzi a cui adesso si era unito anche Jack che ascoltava la conversazione appoggiato ad uno dei pilastri dell'arco che collegava la zona riposo da quella da combattimento.
-si ma...ragazzi...anche se abbiamo salvato il dojo questa volta....siamo comunque a rischio! siamo il dojo più scarso della catena Bobby Wasabi e non possiamo permetterci errori o pause- rivelò il sensei addolorato.
-ma adesso abbiamo Jack!- provò a protestare Eddie indicando il moro ancora immobile con le mani nelle tasche e lo sguardo puntato sul sensei.
-si...è vero....ma non ci basta...per questo dovete allenarvi e salire in fretta di livello!- esclamò poi l'uomo spronano i propri allievi ad allenarsi -dopo questo scontro dovremo concorrere a livello regionale e se vogliamo anche solo poter sognare di vincere ci servono karateka forti!- aggiunse poi.
Jack si staccò dal pilastro e si avvicinò ai quattro ragazzi.
-ci occorre qualcuno di forte...- iniziò - qualcuno con una forza incredibile...- aggiunse poi cercando di far capire ai suoi amici dove volesse arrivare.
-qualcuno come una cintura nera...- aggiunse ancora dato le espressioni perplesse sui visi dei ragazzi.
-qualcuno come...Kim!- realizzò poi Milton capendo dove il moro volesse andare a parare.
Jack annuì soddisfatto.
-sarebbe fantastico!- esclamò Rudy iniziando a esaltarsi.
-ma non si era ritirata?- chiese poi Jerry.
I ragazzi si fecero prendere dallo sconforto, si erano dimenticati di quel piccolo particolare.
-bé noi la convinceremo! andiamo da lei subito!- esclamò Jack non volendosi arrendere.
I ragazzi alzarono di nuovo gli sguardi presi da una nuova energia.
-si!- esclamarono all'unisono mentre si sistemavano il kimono bianco che tutti tranne Jack avevano indosso.
-wow...wow...un attimo- li fermò allora Milton smorzando ancora una volta l'eccitazione che aveva preso il gruppo di ragazzi.
-non sappiamo dove abita Kim- ricordò allora con voce delusa.
Jerry si fece avanti.
-io lo so dove abita- disse orgoglioso di se stesso -diciamo che potrei averla seguita un paio di volte per osservarla meglio- spiegò poi dopo un'occhiata curiosa da parte dei suoi amici.
-un paio?- chiese Eddie incalzandolo a dire la verità.
-okkey....dieci...venti...- rivelò Jerry come se nulla fosse.
Rudy scosse la testa.
-andiamo alla mia macchina!- esclamò poi facendo finta di non aver ascoltato l'agghiacciante storia dello stalker di Seaford.
I ragazzi annuirono energici e si diressero verso la porta.
-ehm...ragazzi- li fermò poi Jack ad appena pochi metri dall'uscita.

-non credete sia meglio che vi cambiaste?- chiese poi indicando le loro divise.
I ragazzi sorrisero -si...ehm...giusto- disse Rudy andando nello spogliatoio seguito dai suoi allievi.

Jack aspettò i suoi amici nella sala relax, era seduto sulla sedia da quindici minuti quando Milton uscì dallo spogliatoio e si diresse verso di lui seguito da Jerry ed Eddie.
-ragazzi dov'è Rudy?- chiese poi il moro non vedendo ricomparire il loro sensei.
-non trovava le chiavi- rispose Eddie alzando le spalle.
Non appena ebbe finito di parlare, Rudy uscì dallo spogliatoio con un mazzo di chiavi in mano e, facendo segno ai ragazzi di seguirlo, uscì dal dojo chiudendolo a chiave e si diresse verso la sua Volvo nera.
-credi che riusciremo a convincerla?- chiese poi a Jack quando Jerrie, Eddie e Milton furono entrati in macchina.
-spero di si- fu l'unica risposta che Jack si sentì di dargli in quel momento prima di sedersi sul sedile del passeggero e chiudere la portiera.
Rudy annuì e si sedette al posto di guida.
Cinque minuti dopo i ragazzi viaggiavano verso Villa Crowford appena fuori città.
Il loro intento?
Conquistare una cintura nera.

 

ANGOLO DELLA SCRITTRICE
Salve gente! So che questo capitolo è oltremodo piccolo ma è solo di passaggio al prossimo.
 Spero vi sia piaciuto lo stesso.
Alloooora ...secondo voi i ragazzi convinceranno Kimberly ad unirsi a loro?

Colgo l'occasione per ringraziare ancora una volta tutti coloro che recensiscono, seguono, ricordano, preferiscono o anche solo leggono questa storia.
Mi raccomando, recensite!
Un bacio.
Diana

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Capitolo 9
*** Il codice Wasabi ***


Capitolo 9
Il codice Wasabi

-casa Crowford- si udì una voce proveniente dal citofono.
-salve...noi vorremmo parlare con Kim- disse Rudy cercando di sembrare autoritario anche se con scarso successo.
-prego entrate pure- disse allora la voce.
Il cancello automatico si aprì lentamente lasciando passare i ragazzi che si diressero verso l'ingresso parcheggiando l'auto nell'ampia rotonda, al centro della cui, presenziava una bellissima scultura di una dea greca.
-quella è Afrodite!- disse Milton emozionandosi nel riconoscere la
casa di Kim era un imponente villa in stile moderno racchiusa in alte mura e da cui si entrava da un enorme cancello in ferro battuto.
-Kim abita in questa reggia?!- sbottò Jerry guardandosi intorno stupito.
Rudy si fermò poco distante dal cancello e bussò ; incredulo Eddie da uno dei sedili posteriori della Volvo nera, mentre sbirciava l'ampio giardino che attorniava l'intera casa.
-era dell'amore e della bellezza- continuo Milton.
-si bé...non siamo qui per ammirare le statue...mi raccomando ragazzi...- disse poi Rudy avviandosi verso le scale che portavano ad un enorme portico dove si poteva scorgere la presenza della pesante porta in quercia.
I ragazzi lo seguirono in silenzio e con aria solenne.
Il sensei stava per bussare con il battente a forma di leone, quando la porta si aprì lentamente e con un leggero cigolio.
Un uomo con i capelli neri, gli occhi azzurri, un fisico muscoloso, pantaloni neri, camicia verde e scarpe lucide, fece loro segno di entrare.
-Truman!- esclamò Jack sollevato di vedere una faccia amica.
-Jack ciao!e voi dovete essere i Wasabi worriors- disse l'uomo notando poi il numeroso gruppo di persone che era appena entrato nel grande salone in marmo.
-Si...ed io sono il loro sensei....- si presentò Rudy facendo un passo avanti.
-cosa vi porta qui?- chiese allora Truman stringendo la mano al biondino ma guardando dritto negli occhi di Jack in attesa di una spiegazione.
-ehm...vedi Truman...noi dovremmo parlare con Kim....vorremmo che si unisse alla nostra squadra di karate, visto che ha lasciato i Black Dragons....l'unico problema è che lei ha affermato di voler abbandonare il Karate- fece il riassunto il moro.
Truman annuì- bé...immagino non vi abbia detto il perché...-disse poi soppesando l'idea di rivelare tutto ai nuovi arrivati.
-in effetti...no- ammise Jerry che intanto era fermo davanti alla bacheca dei trofei di Kim.
-credo allora sia meglio che sia lei a parlarvene- sentenziò Truman facendo accomodare i ragazzi sui divani in pelle nera.
-Scusa Truman....- lo chiamò poi Jack -potresti raccontarci qualcosa di Kim?- chiese poi, anche se un po' imbarazzato.
Si era reso conto di non sapere nulla sulla bionda e la cosa lo faceva sentire escluso dalla sua vita.
-si, la prego- lo spalleggiò Milton accomodandosi alla destra del ragazzo.
-bhè...per chi non lo sapesse io sono Truman Welsh, il tutore e autista di Kim. I suoi genitori me l'hanno lasciata in affidamento quando aveva appena sei anni e da allora non sono mai tornati.Chiamano una volta ogni tre mesi ma non si interessano mai davvero a ciò che accade alla figlia, sono troppo impegnati con la loro multinazionale con sede centrale a Londra. Kim è quella che si definisce una vera sportiva, ha provato di tutto e ha vinto di tutto ma so per certo che il suo sport preferito è il Karate...o almeno lo era prima che Ty diventasse così... Ty e che Frank...lo seguisse - raccontò l'uomo.
Truman stava per aggiungere altro ma fu interrotto da passi frettolosi che scendevano dalla scala di marmo posta in un lato della stanza e dalla quale comparve Kim.
La ragazza guardò stupita gli ospiti e scese anche gli ultimi scalini per poi dirigersi verso i ragazzi comodamente seduti sui divani.
-che ci fate qui?- chiese Kim lisciandosi il vestito giallo con gesti nervosi.
-noi...- iniziò Jerry alzandosi dal divano e facendosi avanti -vorremmo che tu facessi parte della nostra squadra- continuò poi a pochi passi dalla biondina.
Truman sorrise non riuscendo a trattenersi e abbandonò il salone diretto al piano di sopra per lasciare soli i ragazzi.
Kim intanto guardava Jerry come se fosse impazzito.
-io ho abbandonato il Karate- disse la bionda lapidaria.
-si...bé...noi vorremmo capire il perché- si intromise poi Jack frapponendosi tra lei e Jerry con fare irritato.
-voi...non capite- fu la brillante risposta di Kim che,arrossita, si sentiva in imbarazzo per la vicinanza con il moro.
-prova a spiegarci allora- disse piano Jack con voce incoraggiante.
-se io mi unissi ad un altro dojo...i Black Dragons non mi darebbero tregua e non la darebbero nemmeno ai miei compagni di squadra...io non voglio che voi siate maltrattati per colpa mia...non voglio che nessuno venga maltrattato per colpa mia...quindi...- ammise infine la bionda.
Jack le mise una mano sulla spalla con fare incoraggiante.
-non so se hai notato- disse poi costringendo Kim a guardarlo negli occhi che, fino a quel momento, aveva evitato accuratamente di guardare.
-ma noi siamo già maltrattati con o senza di te...e se tu ci fossi...sarebbe un motivo in più e un'arma in più per sistemarli- continuò per lui Milton notando che il ragazzo si era incantato nel guardare gli occhi nocciola della bionda.
Kim si allontanò leggermente da Jack per poter tornare lucida e ci pensò un po' su.
-allora...ti unirai a noi Kim?- chiese il sensei speranzoso.
Kim era girata di spalle e sentiva lo sguardo di tutti i presenti addosso.
-da quale cintura dovrei cominciare?- chiese poi. 
In Rudy si accese una scintilla di speranza- dall'ultima che hai conquistato...la cintura nera secondo dan- disse sorridendo.
Kim si girò e sorrise.
-bene perché non ho nessunissima voglia di ritornare agli esercizi da cintura bianca...- disse guardando i suoi ospiti.
-quindi sei dei nostri?- chiese Jerry alzando le sopracciglia.
-domani a che ora ragazzi?- disse allora la bionda sorridendo.
I ragazzi esultarono e corsero subito ad abbracciarla.
Milton, Eddie Rudy Jerry ( che si staccò con riluttanza) e Jack (che imbarazzato si toccò i capelli una volta sciolto l'abbraccio).
-ehm...bene...alle 16:30 fino alle 18:30...poi dopo di solito andiamo da Phalaphel Phil per mangiare qualcosa tutti insieme- spiegò il moro.
Kim annuì d'accordo.
Rudy si avvicinò velocemente alla busta che aveva lasciato sul divano di pelle nera e che nessuno aveva notato.
La prese e la porse a Kim.
La bionda l'aprì perplessa e al suo interno trovò; un kimono bianco, una cintura nera secondo dan e un foglietto di carta con un motto scritto in grassetto.
-quello è il giuramento wasabi e devi recitarlo per far effettivamente parte della squadra- spiegò allora Eddie allo sguardo perplesso e corrucciato della bionda.
Kim annuì e si posizionò come descritto sul foglietto.
Pugno sinistro nel palmo destro e sguardo alto.
-sull'occhio del drago io un giorno giurai, di essere forte onesto, e mai dire mai. Wasabi!- recitò la ragazza solenne per poi sorridere appena finito.
I ragazzi unirono anche loro il pugno sinistro nella mano destra ed esclamarono all'unisono:
-Wasabi!
I ragazzi si abbracciarono ancora una volta felici.


Adesso la Wasabi Martial Art Academy era pronta a sfidare chiunque perché insieme avrebbero superato qualsiasi avversità.


ANGOLO DELLA SCRITTRICE
Salve gente!
Ecco qui come promesso in tempo record anche il mio nono capitolo!
Che ne pensate?
A me è piaciuto molto scriverlo...lo devo ammettere e spero che lo abbiate apprezzato anche voi!
Ringrazio tutti per l'affetto che state dimostrando a questa storia.
A presto.
Un bacio.

Diana

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Capitolo 10
*** quel maledetto venerdì ***


 Capitolo 10
Quel maledetto venerdì
Erano già tre settimane che Kim si allenava nel dojo Wasabi e le cose non potevano andar meglio.
I ragazzi avevano legato molto ed erano diventati inseparabili, ognuno di loro aveva fatto passi da gigante e Jack era riuscito, finalmente, ad ottenere la cintura nera secondo dan che tanto meritava.
I Black Dragons non li avevano infastiditi come avevano temuto, anche se si aspettavano un attacco da un momento all'altro.
Ottobre era a metà del suo corso e il caldo tiepido stava lentamente lasciando spazio ad un pungente freddo.
Peccato però che nulla potesse raffreddare gli ormoni femminili nel momento in cui adocchiavano la loro prossima vittima.
Stacy Wollas non poteva essere più diversa da Kim Crowford di così.
I capelli erano neri e lisci, la carnagione scura, e gli occhi erano tra il verde e il marrone (colore che a molti ricordava il vomito),le gambe erano corte e rotondette, ma il fatto di non essere troppo magra l'aiutava almeno in qualcosa.
Stacy infatti vantava, fin dalla terza media, il decoltè più grande del suo anno.
Era conosciuta per il suo fare civettuolo e per la sua tendenza di cambiare ragazzo come si cambiano i calzini.
Aveva tentato tutta la vita di eguagliare Kim in quanto a popolarità e bellezza ma alla fine si era fatta conoscere nel modo sbagliato.
Da tempo si diceva che Stacy avesse adocchiato il suo prossimo giocattolino ma di sicuro Kim non si sarebbe aspettata che sarebbe stato proprio lui.
La Wollas era seduta su una panchina con indosso la divisa azzurra delle cheerleader e le gambe accavallate nel chiaro intento di far accorciare ancora di più la gonna svolazzante.
Parlava, come sempre, sbattendo a più non posso le ciglia e oscillando le mani con un ragazzo del loro anno.
Kim si avvicinò con un sorriso in faccia, Grace le aveva detto che Stacy la stava cercando per un qualche motivo a lei ignoto.
Intorno a lei tutti i ragazzi si voltavano al suo passaggio e la cosa la rendeva molto imbarazzata.
-ehm...Stacy...mi cercavi?- chiese poi la bionda non prestando attenzione al ragazzo con cui la ragazza stava conversando tra uno sbattere di ciglia e una scossa di capelli.
-oh...Kimberly...si...- ammise Stacy leggermente infastidita dall'essere stata interrotta, ma si alzò per parlare con la ragazza e solo allora l'identità del suo amico fu svelata.
Era Jack!
-Jack...- salutò fredda Kim sentendo un fastidio nascere al di sopra del suo stomaco.
Il moro le sorrise e agitò la mano in segno di saluto.
-Kim...David vuole parlare con te- disse la mora facendo oscillare ancora una volta i lunghi capelli neri.
la bionda alzò le sopracciglia mentre Jack, parlando con Jerry, fingeva di non ascoltare.
-e sai perché?- chiese allora la Kim fingendo indifferenza.
Aspettava quel invito da quando Grace glie lo aveva annunciato tre settimane prima.
-no...mi ha detto solo di dirti che ti aspetterà venerdì da Phalaphel Phil...alle 19:00-disse poi la ragazza con voce annoiata.
-grazie Stacy...puoi andare- disse allora Kim con un finto sorriso mentre la superava e andava a sedersi accanto a Jack e Jerry che continuavano a fingere di non aver ascoltato la conversazione.
-si...è un buon programma...- disse Jack facendo segno a Jerry di tenergli il gioco.
-si...si...- si limitò a rispondere l'altro mentre Kim si sedeva affianco a lui.
-di cosa parlate?- si intromise la bionda curiosa.
Jack si girò piano verso la bionda.
-della festa di Halloween...mi hanno detto che un ragazzo dell'ultimo anno ne tiene una ogni anno- mentì al momento il ragazzo.
Kim annuì.
Jack tirò un sospiro di sollievo quando la ragazza prese a parlare normalmente senza sospettare nulla.
 
La settimana passò in fretta, senza che Jack potesse escogitare un piano, infatti, era già venerdì e i ragazzi si erano dopo scuola per aspettare Kim che con molta calma stava posando i propri libri nell'armadietto.
-oggi che ne dite di mangiare una pizza dopo l'allenamento?-propose all'improvviso Jerry.
Eddie e Milton annuirono d'accordo.
-si...dai....basta che non ordini di nuovo quella con acciughe e ananas- disse Jack guardando male l'amico che sghignazzò in ricordo dell'ultima volta che questo era accaduto.
-io non posso...- si limitò a dire Kim mentre poggiava l'ultimo libro nel armadietto e lo chiudeva lentamente.
Eddie si sistemò la borsa sulla spalla pronto ad avviarsi verso l'uscita.
-come mai?-chiese allora Milton.
Ovviamente lui non aveva passato gli ultimi cinque giorni a pensare a quel maledettissimo giorno come invece aveva fatto Jack.
-oggi è venerdì- fu l'unica risposta che Milton si sentì dare mentre il gruppo usciva dalle porte a vetro dell'ingresso della Seaford High school.
-oh...si...venerdì...giusto. Come ho potuto dimenticarlo?- finse di sapere Milton per poi alzar le sopracciglia.
-cos'è che avrei dimenticato?- chiese poi curioso verso la bionda che si stava sistemando la treccia.
-ho l'appuntamento da Phalaphel Phil con David- mormorò la ragazza tingendosi leggermente di rosso le guance.
-soli, soletti?- chiese con voce maliziosa Jerry alzando le sopracciglia,ovviamente, insinuatore.
-bhè...si...ma si tratta solo di parlare della festa di Halloween...niente di che- disse poi Kim lanciando uno sguardo di sottecchi a Jack come se si aspettasse una reazione che però il moro fu più che abile a contenere.
-dai che facciamo tardi al dojo- disse infatti quest'ultimo cercando di cambiare discorso in fretta.
Kim rimase indietro mentre gli altri avanzavano il passo.
Si fermò delusa, forse dal fatto che Jack non avesse avuto alcun tremito rabbioso nella voce, nessuna scintilla infastidita nello sguardo...
Si riscosse da quei pensieri.
Perché mai, lei, cercava un segno di fastidio in Jack?! Mica le piaceva!
Sorrise inconsciamente mentre capiva che il solo pensiero era assurdo.
naaah, non le piaceva....anche se...doveva ammettere che quel ragazzo aveva il suo fascino.
Kim si riscosse ancora una volta scioccata da ciò che aveva pensato e corse per raggiungere i suoi amici ormai lontani. 



ANGOLO DELLA SCRITTRICE
Salve gente....so che non è granché ma il prossimo sarà meglio. Prometto.
Spero vi sia comunque piaciuto...
Ringrazio tutti...Nearmike...Elisa e tutti coloro che leggono, recensiscono o ricordano questa storia.
Grazie mille.
A presto.
Diana

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Capitolo 11
*** Di appuntamenti e tanti guai ***



A Elisa che aspetta questo capitolo da quando ho cominciato a scrivere questa storia.
 
Capitolo 11
Di appuntamenti e tanti guai...

-Jack non è difficile! devi solo tendere meglio le braccia! è la sesta volta che ci provi ma non ci riesci!- lo richiamò Rudy ormai spazientito dalla mancanza di concentrazione che stava dimostrando il suo miglior allievo.
-hai ragione Rudy....oggi non so cosa mi prende....-si scusò il ragazzo afferrando l'asciugamano gettato su una delle panchine del dojo e asciugandosi il sudore dal viso.
Jerry seduto sulla panchina lì affianco lo guardava con un ghigno sul viso mentre si asciugava le mani con la sua asciugamano.
Jack lo guardò con uno sguardo perplesso ed infastidito insieme.
il messicano si limitò a sorridere e a dire:
-Kim è via già da un po', vero?- 
Jack sorrise in modo tirato ed annuì.
Jerry gli fece segno di raggiungerlo picchiando la mano sul legno al suo fianco invitando l'amico a sedersi.
l'amico eseguì anche se avrebbe preferito non avvicinarsi a quel ghigno.
-io so cos'hai- disse il messicano non appena l'amico si fu accomodato alla sua destra.
-allora illuminami..grande indovino- lo sbeffeggiò Jack scettico.
Jerry sospirò in modo teatrale e si alzò.
-a te...mio caro amico Jack...da fastidio che la nostra cara e affascinante Kim sia uscita per un appuntamento con il quoterback della squadra di football- disse poi con aria soddisfatta.
Jack lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite mentre sentiva di essere stato scoperto.
-perché dovrei essere infastidito?- cercò di sembrare sconvolto il ragazzo senza, però, grande successo.
-perché ti piace Kim- alzò le spalle noncurante Jerry- ma non puoi averla....l'ho vista prima io!- esclamò poi infervorandosi all'improvviso.
Jack scosse la testa rassegnato alla pazzia dell'amico.
-punto primo, a te piacciono tutte....Punto secondo a me non piace Kim...punto terzo non essere ridicolo..e punto quarto a me non da assolutamente fastidio che lei sia uscita con quel concentrato di muscoli e zero cervello-chiarì il moro alzandosi anche lui dalla panchina per dirigersi verso il proprio armadietto.
Jerry scosse la testa divertito e lo segui per poi mettergli una mano intorno al collo con fare complice.
-bé...senza cervello di sicuro...ma con le ragazze ci sa fare...- rivelò poi aspettando la reazione dell'amico che si immobilizzò non appena ebbe recepito il messaggio.
-cosa vuoi dire?- chiese brusco Jack mentre chiudeva l'armadietto in fretta e si dirigeva a passo veloce nello spogliatoio seguito subito dopo da Jerry che gongolava all'impazzata.
-bé...lo sai anche tu che quella della festa di Halloween è solo una scusa- buttò lì Jerry mentre si toglieva la divisa da karate ed indossava il suo pantalone grigio abbinato con una maglia a maniche lunghe blu.
-si più chiaro Jerry- sbottò ancora Jack mentre si sistemava la maglia in lana verde scuro sui pantaloni neri.
-diciamo che...lui l'ha invitata a mangiare qualcosa...sono lì da una mezz'ora....tempo venti minuti e lui la inviterà a fare una passeggiata la cui meta sarà, sorprendentemente, la sua umile dimora dove vive solo.Inviterà Kim a salire con la scusa di scegliere la musica e dopo averle offerto qualcosa da bere inizierà a provarci sempre più insistentemente fino a che non le darà un bacio...all'inizio Kim sarà un po' fredda ma alla fine si lascerà convincere e i due finiranno magicamente tra le lenzuola di seta del letto di David- fece il resoconto Jerry con fare da esperto.
-e tu come fai a saperlo?- chiese Jack tra il sorpreso e l'infastidito.
-perché conosco David...ma se non ti fidi sarà meglio andare a controllare...- disse il messicano guardando di sottecchi Jack che si sistemava i capelli senza prestare in realtà l'attenzione a ciò che faceva.
-si...ma solo per sapere se hai ragione...- mentì poi il moro chiudendo le mani a pugno mentre ricordava il resoconto che Jerry gli aveva appena fatto e che avrebbe evitato con tutte le sue forse.
-ovvio...per quale altro motivo sennò?!- disse Jerry soddisfatto e ghignando all'amico in modo complice.

-eccoli...stanno uscendo- disse all'improvviso Jerry.
Era da mezz'ora che attendevano fuori dal centro commerciale nascosti dietro una siepe del giardino per non farsi vedere.
Kim e David stavano uscendo dall'ingresso e si stavano dirigendo verso Setfull road dove,Jerry, sosteneva abitasse il quoterback.
I due wasabi li seguirono in silenzio e non troppo lontano in modo da captare lo scambio di battute che avveniva tra i due davanti a loro.
-è davvero una bella serata- disse all'improvviso Kim- peccato che faccia così freddo- aggiunse poi stringendosi nel maglione rosa che indossava.
David la guardò malizioso e la strinse a se.
Jack stava per partire all'attacco ma Jerry fece segno che non era ancora il momento, così il moro mogio e deluso ritornò a nascondersi per non essere visto.
-ehm...grazie...- si limitò a dire la bionda evidentemente imbarazzata e a disagio.
La camminata proseguì in silenzio fino a che David si fermò all'ingresso di una casa in legno scuro.
-oh...guarda! siamo finiti fuori casa mia!- disse fintamente sorpreso.
Jack guardò Jerry alzando le sopracciglia colpito.
L'amico alzò le spalle con un espressione del tipo "te l'avevo detto che sarebbe andata così"
-oh...ehm...wow- disse Kim iniziando ad insospettirsi.
-ti va se entriamo...così puoi aiutarmi a scegliere la musica...sai per la festa- propose il ragazzo avvicinandosi pericolosamente a Kim che si impedì di indietreggiare.
Jack emise un ringhiò basso.
-se osa solo toccarla..-sussurrò innervosendosi mentre Jerry gli dava una pacca sulla spalla  a mo di incoraggiamento.
-no ti ringrazio David...credo si sia fatto tardi ed è meglio che io me ne vada- disse fredda Kim mentre il ragazzo si fermava a pochi centimetri dalle sue labbra costringendola ad indietreggiare mentre gli occhi verdi del ragazzo non lasciavano mai le sue labbra.
Più il ragazzo si avvicinava, più Kim indietreggiava.
-dai...non essere timida Kim...so che lo vuoi- disse David coprendo in un unica falcata la distanza fra loro due mentre la ragazza toccava con la schiena il metallo della parete del tettuccio della fermata dell'autobus.
Kim ingoiò la saliva ormai in trappola.
Jack e Jerry intanto si preparavano ad intervenire nel caso ce ne fosse stato bisogno.
-no- fu l'unica cosa che disse Kim mettendo le mani sul petto del biondo che la incastrava contro il ferro e cercando di allontanarlo.
-oh...dai Kim- disse ancora avvicinandosi facendo quasi toccare le labbra.
Jack non ci vide più dalla rabbia.
-giù le mani da lei!- urlò uscendo fuori dal nascondiglio e facendo saltare dalla paura la ragazza.
David si limitò a voltarsi furente.
-fatti gli affaracci tuoi Brewer!- sputò velenoso continuando a schiacciare Kim contro la parete della pensilina.
-Jack- sospirò sollevata lei, mentre sorrideva al moro in quel modo che solo lei aveva.
-lasciala subito- ripeté Jack con veemenza avvicinandosi minaccioso al biondo che adesso si era voltato anche se le sue mani continuavano a tenere Kim rinchiusa in una specie di gabbia.
-perché dovrei?- ribatté acido rivolto verso Jack.
Il moro rise prendendosi gioco del ragazzo che aveva di fronte.
-perché lei non ti vuole, lei non vuole i palloni gonfiati senza un minimo di cervello- fu la sua unica risposata.
"e perché lei è mia" disse poi una voce nella testa di Jack.
David si fece prendere dalla rabbia e ritrasse la mano destra dalla gabbia in cui teneva racchiusa Kim e provò a sferrare un pugno in piena faccia al moro che lo fermò senza sforzo.
Jerry intanto dal suo nascondiglio fece segno alla ragazza di raggiungerlo.
La bionda lo guardò confusa ma decise che le spiegazioni avrebbero potuto attendere.
Jack intanto sorrideva soddisfatto a David, aveva aspettato quel momento per tutta la settimana.
-non avresti dovuto farlo...eppure sono così felice che tu l'abbia fatto- disse con voce gelida ricacciando la mano e dando un calcio sul petto al ragazzo che preso alla sprovvista oscillò per poi cadere all'indietro.
David alzò lo sguardo minaccioso e di nuovo si tuffò su Jack cercando di colpirlo in ogni punto raggiungibile ma ogni suo colpo veniva prontamente fermato.
Il moro afferrò il polso di David e senza sforzo lo sbatté a terra e gli mise un piede sul petto sopra il maglione grigio che indossava.
-sta lontano da lei. Se provi ancora a toccarla ti farò talmente male che avrai paura anche solo a sentire il mio nome-lo minacciò Jack infuriato prima di lasciarlo andare e di vederlo scappare urlandogli che non sarebbe finita lì.
Poi il moro si voltò verso Kim e Jerry, la prima lo fissava con un espressione strana, il secondo lo fissava con orgoglio.
-grande amico!- sbottò Jerry uscendo da dietro il cespuglio in cui era rimasto nascosto e battendo il cinque a Jack.
Kim uscì anch'ella dal nascondiglio e si fermò d fronte a Jack senza dire nulla. Si limitava a fissarlo.
-io...ehm...vado a casa- disse Jerry notando la delicatezza del momento.
Jack e Kim si fissavano e non lo salutarono nemmeno talmente presi a studiarsi.
-grazie- disse la bionda quando i due furono rimasti da soli.
-figurati...- si limitò a sorridere Jack.
-dai ti accompagno...- aggiunse poi avviandosi verso l'altra parte della strada da cui erano venuti.
I due camminarono in silenzio.
Erano vicino casa di Kim quando quest'ultima si voltò e fronteggiò Jack.
-perché lo hai fatto? perché mi hai seguito?- chiese poi aspettandosi una risposta che però pareva non voler arrivare.
Jack infatti aveva portato le mani alla nuca in un gesto nervoso.
-allora?- insistette Kim ancora una volta.
-io...- provò a dire il moro ma le parole non gli uscivano.
-perché...- tentò allora ma ancora una volta le parole parvero non voler uscire.
Non seppe mai cosa gli prese ma all'improvviso capì che anche se cercava le parole da dirgli per tutta una vita, non sarebbe mai riuscito a trovarle.
Guardò il cielo sereno con aria nervosa poi tornò a fissare gli occhi nocciola della ragazza che lo fissava attendendo ancora una risposta.
Quindi, prese il viso di Kim tra le mani e senza che la ragazza potesse dire niente la baciò.
Appena le loro labbra si toccarono una scossa si propagò per il corpo del ragazzo che sapeva che anche la bionda aveva sentito la stessa cosa, anche se non voleva mostrarlo. Era troppo orgogliosa per mostrare i suoi sentimenti.
Jack sentì che la ragazza era immobile sotto il suo tocco, cerco di trasmetterle tutto quello che non riusciva a dire e dopo poco sentì le labbra di Kim schiudersi e rispondere al bacio.
Le loro lingue si incrociarono e fu come se in quel momento al mondo ci fossero solo loro, non esistevano più il dojo, i Black Dragons, David, Frank o altro. 
Erano insieme, tutto il resto del tempo lo avevano scordato.


ANGOLO DELLA SCRITTRICE
Ciao a tutti...
Si, l'ultima frase è una citazione di Walt Whitman...mi piaceva troppo.
Spero che questo capitolo abbia riscattato il precedente in cui devo ammettere, non ho dato il meglio di me.
Che ne dite?

Ringrazio coloro che leggono, recensiscono, seguono, ricordano o preferiscono questa storia.
Un saluto speciale a Elisa e Nearmike che sono le mie pupille *.*

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Capitolo 12
*** Solo sua ***


Capitolo 12

Solo sua...


Nella scuola c'era uno strano fermento, la fine di Ottobre si avvicinava velocemente e questo voleva dire solo una cosa: festa di Halloween.
Ogni anno uno studente dell'ultimo anno dava un festino di Halloween nella propria casa, era una specie di rito che andava avanti da anni nella Seaford High.
Quell'anno sarebbe stato David a tenerla e si prospettava una delle migliori feste in assoluto.
Halloween era la scusa, per molte ragazze, di indossare abiti succinti che non lasciavano spazio all'immaginazione e farli passare come travestimenti, per i nerd di travestirsi da eroi e per i giocatori di football di provarci con tutte le ragazze possibili ed immaginabili.
Per tutti quello era il terzo evento più importante nella tradizione della Seaford High school dopo il ballo d'inverno e quello di fine anno.
Ovviamente, non tutti la pensavano così.
Kim Crowford non era mai stata di umore così nero.
Da quella famosa sera in cui Jack l'aveva baciata, la ragazza era stata in uno stato confusionale che l'aveva portata ad essere nervosa e scontrosa con la maggior parte delle persone.
E andare ad una stupida festa non era certo la cosa che la preoccupava maggiormente.
Peccato che a qualcuno, invece, il party interessasse molto.
-Ragazzi, andiamo alla festa di Halloween insieme?- propose Eddie sorridendo mentre apriva la sua bottiglia di pepsi cola.
I ragazzi erano in mensa, seduti a quello che ormai era diventato il loro tavolo.
-mmm...non saprei...i miei non vogliono che mi ritiri tardi...hanno paura che possano rapirmi mentre torno a casa- rivelò Milton incrociando le braccia al petto come se si sentisse offeso da quell'idea.
-io passo- disse fredda Kim mentre tutti si voltavano verso di lei.
-perché?- chiese Jack guardandola, Se la bionda aveva tentato di evitare di parlargli e di guardarlo, il ragazzo aveva finto che non fosse mai successo nulla.
E questo la rendeva ancora più rabbiosa, dato che non riusciva a capire cosa passasse per la testa dell' amico.
-perché quella festa è solo una cavolata- sbottò Kim acida senza alzare gli occhi dal piatto.
-dai Kim...ti preeeeego- la supplicò allora Eddie guardandola con gli occhi spalancati e il labbro inferiore tirato fuori in una poco realistica riproduzione di una faccia da cucciolo.
Kim cercò di non alzare gli occhi ma Jerry iniziò a farle il solletico e la ragazza dovette alzare gli occhi per chiedergli di smetterla ed incrociò lo sguardo di Eddie e sospirò sonoramente.
-bene...ci verrò- disse infine.
-i miei mi fanno ritirare presto...non vogliono replicare gli avvenimenti dell'ultima volta in cui sono andato ad una festa- disse quindi Jack ricordando quella sera in cui aveva quasi distrutto la macchina dei genitori nel tentativo di guidare per la prima volta.
Jerry sorrise e lo guardò, anche lui ne aveva combinate tante. Forse troppe.
-l'ideale sarebbe non far sapere ai nostri genitori che andiamo ad una festa...ma...come facciamo a non dover dare spiegazioni per i costumi e per l'orario ai nostri genitori?- disse poi portandosi una mano sotto il mento con aria pensierosa.
Kim sospirò ancora, lei un'idea l'aveva.
-uscite presto da casa vostra con l'occorrente in una borsa, poi venite a casa mia e ci prepariamo lì e quando la festa finisce, torniamo a casa mia e dormiamo lì.Va bene?- disse sconsolata guardando ad uno ad uno i suoi amici soffermandosi però su Jack senza neanche accorgersene.
Fortunatamente, il ragazzo, era troppo occupato a rigirare il  polpettone nel piatto che non aveva minimamente toccato.
-davvero possiamo Kim?- chiese eccitato Jerry.
La bionda annuì mesta e mentre Jack alzava gli occhi nei suoi trattenne il respiro perdendosi in quel color cioccolato che oramai conosceva bene.
I due si fissarono in silenzio, era la prima volta che si guardavano da quella sera e sembrava che si vedessero realmente per la prima volta.
-allora è deciso- sentenziò Milton- nei prossimi giorni ci raduniamo da Phalaphel Phil e concordiamo i dettagli- disse poi quando la campanella suonò per ricordare ai ragazzi che la prossima lezione avrebbe avuto inizio tra pochi minuti.
-si...non vedo l'ora di dormire nella mega villa di Kim- sbottò Jerry alzandosi piano dalla sedia ed afferrando il vassoio rosso dal tavolo rotondo.
Anche il resto del gruppo si alzò e piano si diressero verso l'entrata per poggiare i vassoi negli appositi contenitori.
-anche io voglio venire da Kim- disse improvvisamente una voce alle loro spalle che li costrinse a voltarsi.
I ragazzi si voltarono e videro Frank con la sua banda, indossavano le solite divise nere, rosse e bianche e sul viso avevano tutti quello stupidissimo ghigno.
Frank, che era il capogruppo, fece saettare il suo sguardo su Kim e le sorrise sincero.
-però voglio dormire con lei...- provocò il Black dragon sapendo di scatenare la rabbia di Jack.
-così la potrò tenere stretta a me,la riscalderò e coccolerò- ghignò maligno guardando la ragazza spogliandola con gli occhi.
Jack serrò i pugni lungo i fianchi.
La bionda, dietro d lui, storse la bocca indispettita.
-spiacente ma tu non sei invitato- sibilò tra i denti Jack cercando di non perdere il controllo, se lo avesse fatto avrebbe mostrato a Kim che era geloso e che quel bacio gli aveva mosso qualcosa dentro e lui sapeva che lei non voleva parlare di ciò che era successo.
Per questo si era sforzato di trattarla come se nulla fosse successo mentre dentro di lui la tempesta che era scoppiata al contatto con le labbra morbide e carnose di Kim, continuava a farlo impazzire per colei che forse non avrebbe mai potuto avere.
-questo non è, di certo, un problema...il tuo letto è ancora a una piazza e mezza, Kim?- chiese Frank sorridendo e sottolineando la parola Ancora.
Jack assottigliò gli occhi e si voltò di scatto verso la bionda che aveva spalancato la bocca colta di sorpresa.
-ti ricordi la mia camera?- chiese quindi sbalordita.
Frank sorrise -io ricordo tutto di quando giocavamo insieme da bambini...come potrei dimenticarmelo?!- rise sotto i baffi evidentemente ricordando un avvenimento della loro infanzia che trovava particolarmente divertente.
-non riuscirai ad entrare...- sibilò ancora Jack riportando l'attenzione sul riccio.
-questo è ancora da vedere Jack- ribatté allora l'altro superandolo con una spallata.
Solo quando Frank ebbe svoltato l'angolo con tutta la sua cricca, il ragazzo si voltò verso i suoi compagni.
 Cerco di evitare di guardare Kim, con la quale era furibondo per via del fatto che lei e quel...tizio avevano passato così tanto tempo insieme.
-se tenterà di fare qualcosa lo fermeremo- disse all'improvviso Jerry ad una turbata ed allarmata Kim Crowford.
-puoi giurarci- disse allora Jack con voce dura e gelida.
Nessuno avrebbe toccato Kim, lei era solo sua.
Anche se lei ancora non lo sapeva.


 

ANGOLO DELLA SCRITTRICE
si, lo so che è corto e che non ci sono molti contenuti ma è solo di passaggio...spero vi piaccia...
Ringrazio tutti coloro che leggono, seguono, ricordano,preferiscono e recensiscono questa storia.
Un saluto speciale ad Elisa e Nearmike che spero di sentire presto.
A presto.
Un bacio.
Diana.

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Capitolo 13
*** Nulla ***



Premessa: chiedo scusa per le dimensioni ridicole di questo capitolo ma ho avuto problemi di ispirazione e sono ancora bloccata...spero mi possiate perdonare

 

Capitolo 13

Nulla...

-Kim...ti va se ti aiuto io questa volta?- disse Jack avvicinandosi velocemente alla bionda che si stava già preparando a combattere contro Milton al centro del Tatami.
La ragazza alzò lo sguardo pronta a ribattere ma Jack non le diede il tempo di dire nulla che aveva già scacciato via Milton.
-in cosa vuoi allenarti?- chiese quindi con tono atono la ragazza cercando di non far trasparire quanto fosse agitata e felice di quella presa di posizione del ragazzo.
Adorava Milton ma Jack era...Jack!
-nelle sequenze- disse Jack mentre salutava con un gesto i ragazzi che proprio in quel momento stavano uscendo per mangiare qualcosa insieme a Rudy lasciando i due ragazzi da soli.
La ragazza impallidì al pensiero di loro due soli per altre due ore.
Annuì mesta e si mise in posizione.
Jack ghignò soddisfatto.
 
Dopo circa mezz'ora i ragazzi erano riusciti ad eseguire perfettamente tutte le sequenze studiate con Rudy.
Kim si sedette sulla panchina, prese la sua bottiglietta di acqua e bevve.
Aveva un leggero fiatone e il respiro si fece ancora più irregolare quando Jack gli si sedette accanto, talmente vicino da sfiorarle il braccio da cui partivano piccole ma potenti scariche elettriche appena si sfioravano.
La ragazza fece finta di nulla e afferrò l'asciugamano per asciugarsi la fronte leggermente sudata.
-stanca?- chiese Jack sorridendo nel sentire l'imbarazzo di Kim.
La ragazza annuì piano cercando di calmare il respiro.
Jack sospirò teso e alzò le sopracciglia leggermente offeso dal silenzio della ragazza.
Il moro non riusci a trattenere un sospiro frustrato mentre gettava la testa all'indietro con fare pensieroso.
-qualcosa non va?- si costrinse a chiedere Kim anche se temeva la risposta.
ack abbassò di colpo la testa e le mise le mani sulle spalle con aria grave.
-Kim ascolta...so che non ne vuoi parlare ma dovremmo farlo- disse poi quasi in un sussurro.
Kim si alzò dalla panchina come se avesse avuto una scossa e si mise a camminare avanti e indietro sul tatami.
-non so a cosa tu ti riferisca- disse allarmata con la voce sottile che la tradiva ogni volta che mentiva.
Jack sospirò ancora.
-del bacio Kim...io...- iniziò a dire il moro ma la ragazza lo interruppe.
"adesso mi dirà che è stato un errore e che non ha provato niente" pensò triste la bionda.
-facciamo come se non fosse mai successo- concluse quindi lapidaria cercando di non sembrare delusa quanto lo era.
Jack alzò le sopracciglia, era ferito.
Davvero valeva così poco quel bacio...davvero riusciva a dimenticarlo così in fretta?
Eppure per lui quello era stato il miglior bacio mai dato, ma per lei avrebbe ignorato tutto perché voleva vederla felice.
-si...okkey- decise infine con un sorriso tirato.
Kim non si accorse che negli occhi di Jack c'era la sua stessa sofferenza e annuì ritornando ad allenarsi come se tutto fosse normale.
Ma non lo era, stava respingendo i suoi sentimenti e lo sapeva...
Ma non poteva fare altro, Jack era un suo amico e se lo avesse perso per una stupida cottarella...non se lo sarebbe mai perdonato.
 

ANGOLO DELL'AUTRICE
So che non è granché...ma non avevo molta ispirazione e poi è una capitolo di passaggio...
Spero comunque che vi sia piaciuto.
Ho deciso, per comodità, di rispondere alle recensioni qui nel mio angolino...
 
Ringrazio Clase_forever per la sua recensione, benvenuta in famiglia! Comunque non preoccuparti...ci sarà quello che desideri ;) fammi sapere che ne pensi....a presto.
 
Ringrazio Eliswear3 che mi è sempre vicina... so che hai aspettato molto e che questo capitolo...non è come ti aspettavi ma il prossimo sarà meglio. mi aspetto un tuo commento eh ely....:P
 
Ringrazio Nearmike che non ha nulla di cui chiedere scusa...grazie di essere tornata, ammetto che mi è mancata la tua allegria XD
Che dire grazie, mi fa piacere di star migliorando...e si, in effetti Frank sembra un mini Ty XD comunque spero ti sia piaciuto questo capitolo...
 
Ringrazio coloro che leggono, seguono,ricordano e preferiscono questa storia.
 
A presto con il nuovo capitolo..se avete suggerimenti o richieste fate pure...fatemi anche sapere che ne pensate della storia fino a questo punto.
Un bacio a tutti.
Diana

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Capitolo 14
*** Scommesse... ***


Capitolo 14
Scommesse

Il giorno di Halloween, nella Seaford High School,si sentiva aria di evento sin dalla prima ora.
Nei corridoi,infatti, ogni pochi metri c'erano gruppi di ragazze che progettavano costumi e parrucche per assomigliare il più possibile al personaggio che avrebbero interpretato, con chi parlare, con chi ballare...
-wow...non avevo mai visto tante bambole senza cervello in un colpo solo- sbottò Kim infastidita dopo aver superato un gruppo di ragazze del secondo anno che lanciava occhiate maliziose a Jack che le camminava affianco gongolante per tutte quelle attenzioni.
Il ragazzo sorrise.
Anche se avevano deciso di far finta di nulla, a Jack dava sempre una certa soddisfazione vedere Kim arrabbiarsi quando qualcuna gli si avvicinava.
-non essere gelosa Kim...lo sai che voglio solo te- scherzò il moro, anche se non troppo.
la bionda al suo fianco divenne tutta rossa e si bloccò in mezzo al corridoio paralizzata dalle parole del ragazzo.
Ma durò pochi secondi perché Kim riprese in fretta il controllo della sua mente e ricominciò a camminare fiancheggiata dal ragazzo.
-Sogna Brewer- si limitò a rispondere con tono acido anche se sapeva di mentire.
Perché si, lei era gelosa.
Finalmente aveva ammesso che le piaceva Jack e che ne era gelosa anche se questo lui non avrebbe mai dovuto scoprirlo.
Era per il bene della loro amicizia, era questa la scusa che si ripeteva da quel giorno in cui aveva chiesto al ragazzo di dimenticare l'accaduto anche se ogni giorno moriva sempre un po' di più nel constatare che il ragazzo stava dimenticando molto in fretta.
-non devi vergognarti se non riesci a pensare a nessun'altro che non sia il sottoscritto- la punzecchiò ancora Jack sorridendo sornione -questo...- fece una giravolta per fare vedere alla ragazza tutta la sua mercanzia -non passa certo inosservato e posso capire che tu ne sia rimasta abbagliata- aggiunse poi ritrovandosi di fronte alla bionda che lo guardava con un sopracciglio arcuato e le labbra serrate.
-io- iniziò poi Kim ricominciandosi a muovere verso l'aula di inglese che avrebbero dovuto raggiungere entro tre minuti se non avrebbero voluto far tardi -se volessi riuscirei persino a fidanzarmi- aggiunse stizzita.
Jack rise di gusto.
-ma se non riesci neanche a trovare qualcuno con cui uscire!- sbottò colpito dall'affermazione della ragazza che camminava a passo veloce senza degnarlo di uno sguardo.
Erano arrivati all'aula del professor Figgins ed entrarono continuando la loro discussione.
-facciamo una scommessa- propose infine la bionda fermandosi al suo posto in terza fila e girandosi verso il moro alla sua destra con aria combattiva.
Jack alzò un sopracciglio incuriosito.
-se io riesco a trovare qualcuno con cui passare la serata...tu farai quello che vorrò per un intero mese- decise infine la ragazza.
Il moro rise, non aveva alcuna intenzione di accettare.
Kim sorrise perfida -cosa c'è Brewer, paura di perdere?- lo stuzzicò colpendolo là dove sapeva essere più orgoglioso.
Jack strinse gli occhi in due fessure e digrignò i denti.
-ci sto ma se vinco io tu farai ciò che dico io per un mese- sibilò infine con un mezzo sorriso più simile ad un ghigno.
-ah e questa persona dovrà avere occhi solo e unicamente per te- decise infine prima di stringere la mano esile che la bionda gli porgeva.
Così nell'aula di inglese, sotto gli sguardi allibiti di tutti i presenti, Jack e Kim firmarono la condanna di uno o dell'altro.

Quel pomeriggio i ragazzi sarebbero andati da lei verso le sette per prepararsi,Kim aveva passato l'intero pomeriggio a telefono chiamando tutti i numeri di ragazzi che aveva in rubrica cercando qualcuno che potesse ballare con lei e passare con lei la serata.
Era ancora a telefono quando alle sette e quindici, come sempre erano in ritardo, il campanello di casa Crowford suonò.
-okkey...allora ci vediamo lì- sorrideva la ragazza mentre apriva il portone, la sua espressione era soddisfatta quando incrociò quella perplessa di Jack che a tutto stava pensando fuorché la loro scommessa.
-si...anche io non vedo l'ora- alzò gli occhi al cielo la ragazza mentre faceva segno ai ragazzi di accomodarsi un attimo sul divano.
-si...a dopo Chase- sorrise infine ponendo fine alla telefonata.
Si girò velocemente con un sorriso vittorioso sul viso e il telefono stretto in entrambe le mani.
-caro Jack...preparati ad un mese d'inferno- disse alzando un sopracciglio in direzione del moro che la guardava divertito.
-non cantare vittoria Crowford, ricorda i patti...deve guardare solo te...- gli ricordò lui con l'aria di chi la sapeva lunga.
-di cosa parlate?- si intromise confuso Jerry mentre faceva oscillare lo sguardo da Jack a Kim.
-Ho sfidato Jack...lui non credeva che io potessi trovarmi un accompagnatore per stasera...se il mio"accompagnatore" guarderà solo me, lui sarà in mio potere per un mese...se invece ci proverà con le altre io sarò in suo potere per lo stesso lasso di tempo- spiegò in poche parole Kim facendo segno ai ragazzi di seguirla mentre saliva al terzo piano dove c'erano le cinque stanze che i Crowford riservavano ai loro ospiti e che i ragazzi si sarebbero scelti da soli.
Jerry si avvicinò al moro che era poco dietro la ragazza e gli batté una mano sulla spalla con fare dispiaciuto.
-Jack...sei davvero un idiota- sentenziò con aria grave ma bassa in modo che solo il moro e i suoi amici immediatamente dietro di loro potessero sentirlo.
-e perché mai?- chiese allora Milton stranito dalla reazione del messicano.
-non dirmi che non hai notato come i ragazzi guardano Kim?...lei è la ragazza più desiderata dell'intera scuola e il signorino qui presente si è imboscato in una scommessa persa già in partenza- fece il resoconto Jerry mentre si passava una mano nei capelli neri con fare distratto.
-si..ma anche le altre ragazze sono carine....- si limitò a dire Jack con voce atona.
-si...ma lei è Kim Crowford! Bella da far paura, simpatica, popolare, intelligente e da un appuntamento solo a pochi e questo la fa diventare una preda ancora più ambita. Tutti i ragazzi che sono usciti con lei erano playboy ma dopo una serata- Jerry alzò l'indice per rafforzare il concetto di "una serata" -sono diventati cagnolini al suo seguito e le altre non esistevano più...quindi permettimi di dirti, amico mio, che sei spacciato- concluse, mentre il gruppo si fermava nello spiazzo del terzo piano proprio davanti a cinque porte in legno di abete finemente lavorate.
Jack alzò le spalle anche se sapere dell'effetto che la ragazza faceva sui ragazzi non gli piacque per niente.
"se qualcuno prova solo a sfiorarla lo uccido" decise infine mentre la ragazza davanti a loro gli faceva segno di scegliersi una camera per la notte.
-Ragazzi io vado a farmi una doccia, ma fate come se foste a casa vostra, su questo piano ci sono tre bagni se volete rinfrescarvi, al piano di sopra c'è la piscina, la sauna e tre docce. Al quinto piano c'è la sala svago con le macchinette, play station, radio etc. Il secondo piano è quello della mia camera, dei miei genitori e delle cabine armadio.Se avete fame potete andare in cucina al primo piano o cercare nella dispensa affianco alla sala pranzo- fece il punto Kim mentre si legava i lunghi capelli biondi in una coda alta.
-cavoli...casa tua è enorme! Dove abito io ci sono solo due camere...è una di quella è il bagno- si lamentò Eddie eccitato all'idea di visitare l'aria svago.
Kim sorrise mentre i suoi amici si sparpagliavano nelle camere e poi si dirigevano nelle varie aree della casa.
-Scusa Kim...- la fermò poi Jack mentre la ragazza si dirigeva al piano di sotto nel suo bagno privato per una doccia - dov'è Truman?- chiese il moro curioso non notando l'amico da nessuna parte.
-Truman è dovuto partire per Londra urgentemente ma non mi ha saputo dire il motivo della sua convocazione...-disse solamente la bionda perplessa prima di scendere velocemente le scale di marmo.



ANGOLO DELLA SCRITTRICE
Sono tornata...che ne dite di questo capitolo?
Che bella sfida eh? secondo voi chi vincerà?
E perché Truman è stato richiamato da Londra? 
Fatemi sapere le vostre supposizioni e le vostre idee.

RISPOSTE PER LE RECENSIONI.

Odio la Tesina: Ciao, mi fa piacere che la storia ti stia piacendo. Capisco la tua impazienza...devo dirti la verità...non ho la minima idea di quando si metteranno insieme perché ogni volta che comincio la stesura cambio la storia e...non so dove arriverò...spero che tu possa perdonarmi.
Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo.

eliswear3: Hey ely!! si lo so che lo scorso capitolo non era granché ma spero che con questo mi sono fatta perdonare. 
Fammi sapere che ne pensi. 
Se hai suggerimenti o altro dì pure, lo sai che è anche grazie a te che questa storia va avanti così bene.

Kick: o mio dio! sono le parole più belle che una come me si potesse sentir rivolgere! 
Si, ultimamente mi sto rendendo cono che la scrittura è l'unico futuro in cui mi vedo e questo porta ad un evoluzione del mio modo di scrivere e sono felice che qualcuno se ne sia accorto.Grazie, per me è importante ciò che mi hai detto, sono conscia che di ragazzi talentuosi ce ne sono a bizzeffe ma il fatto che io abbia suscitato così tanta impazienza e piacere nel leggere non può che rendermi felice all'inverosimile.
Spero che anche questo capitolo sia di tuo piacimento e spero davvero che non ti deluderò andando avanti in questi prossimi capitoli.

Nearmike: so che è un cambiamento pesante e drastico ma...mi serviva uno scossone e poi...mi serviva per allineare tutti i pezzi che ho....Spero che mi sia rifatta con questo capitolo....
Fammi sapere le tue impressioni.

Clase_Forever: grazie a te! mi fa piacere che il capitolo precedente ti sia piaciuto nonostante fosse corto e anche un po' arronzato...Spero che lo stesso valga per questo...
Lasciami un commento se ti va.

Bene...ora voglio ringraziare anche coloro che leggono, ricordano,seguono e preferiscono questa storia.
Siete fantastici.
Un bacio a tutti.
Alla prossima!

Ricordo che forse i tempi di attesa si allungheranno un po'...ma cercherò di essere veloce.
Ancora un bacio.
Okkey me ne vado...ciaoo!

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Capitolo 15
*** La festa del secolo parte 1 ***


Capitolo 15

La festa del secolo parte 1

 

A volte i ragazzi hanno le capacità intellettive di una noce....era questo a cui pensava Kim mentre sentiva le urla dei suoi amici, provenienti dal piano di sopra, che si riferivano al gioco con cui stavano smanettando da almeno una mezz'ora.

-Ragazzi! Andiamo...è ora di prepararsi....tra un'ora la festa comincia!- urlò quindi portandosi le mani sui fianchi magri coperti solo dall'accappatoio rosa lungo fino a metà coscia.

Il primo a scendere, neanche a dirlo, fu Jerry che spaventato dall'idea di una Kimberly Crowford incavolata si era subito messo in moto.

Kim aveva previsto tutto....tranne la sua faccia dopo averla vista con quell'indumento addosso.

-ehm...Kim?- la chiamò il messicano cercando di tornare in sé il più in fretta possibile -pensi di venire conciata così alla festa?- chiese alzando leggermente un sopracciglio mentre scorreva lo sguardo su tutto il flessuoso corpo della bionda che, ormai a disagio, arrossì.

Proprio in quel momento dalla scala di marmo comparvero anche Eddie, Milton e Jack.

Quest'ultimo appena vide la ragazza si espresse con il suo solito ghigno malizioso.

-no...ehm...ero appena uscita dalla doccia e ho notato che nessuno si stava preparando così....vi ho chiamato senza rifletterci- disse la bionda mentre incrociava i piedi racchiusi nelle pantofole di spugna bianca con fare nervoso.

-Kim....Kim....Kim...sei davvero così disperata che per vincere la scommessa ti fai vedere così da noi sperando che ti invitiamo a ballare?- la prese in giro Jack che, anche se non lo avrebbe mai ammesso, era rimasto scombussolato alla vista dalla ragazza con solo un misero asciugamano a coprirla.

-Brewer non preoccuparti, io un accompagnatore l'ho già trovato....quindi puoi già iniziare a farmi da damerino- rispose quindi a tono la bionda mentre con stizza si dirigeva nella sua stanza per prepararsi.

-Sogna Crowford! Sogna!- le urlò dietro Jack mentre con gli altri si accingeva a scendere al piano inferiore per recuperare le loro cose e prepararsi a loro volta.

* * * * * *

 

I ragazzi erano già pronti da un pezzo, Eddie era stato il primo a scendere nel salone.

Il ragazzo aveva indossato il suo vecchio costume da mascotte delle medie e lo aveva reso spaventoso applicando del sangue finto attorno alla bocca e ai denti del lupo e aveva attaccato degli artigli alle zampe altrimenti adorabili di quello che una volta era stato Willy, il migliore amico degli atleti della St. Gerfferson school.

Ora era comodamente seduto sul divano, la testa da lupo appoggiata in grembo mentre prendeva con le enormi zampe qualche stuzzichino che Kim aveva lasciato loro proprio per situazioni come quella.

Milton nell'angolo destro del salone indossava un antiquato vestito che si vantava rappresentare il presidente Washington con tanto di parrucca grigia.

Era stato inutile dirgli che Halloween era una festa per spaventare e non per annoiare, non c'era stato verso di farlo cambiare.

Jerry invece, proteso verso i vetri della bacheca dei premi della famiglia Crowford continuava ad aggiustarsi con aria nervosa il lungo mantello dorato e l'appariscente maschera viola che avrebbero dovuto farlo assomigliare ad un lottatore di wrestling dal nome impronunciabile.

Di Jack e Kim neanche l'ombra.

-Cavolo ragazzi...posso capire Kim...ma Jack? Ci mette più di una ragazza a prepararsi!- si lamentò Milton mentre con la testa alta e una mano sul panciotto blu avanzava verso il centro del salone rischiando di scivolare sul marmo lucido.

-Calma...calma....ci vuole tempo per ottenere un risultato così- si udì la voce di Jack dalle scale di marmo che proprio in quel momento stava finendo di scendere.

-Cavoli!- esclamò Jerry correndogli incontro e guardando il suo travestimento da ninja.

I pantaloni neri gli fasciavano magnificamente le gambe e la giacca nera lasciata aperta leggermente sul petto faceva notare gli addominali scolpiti del ragazzo.

-si ma mai come quello!- disse allora Eddie indicando qualcosa alle spalle di Jack.

Fu in quel momento che Jack si diede dello stupido, dopo essersi girato verso la fonte di tale stupore si sentì definitivamente spacciato.

Sulla larga scala di marmo torreggiava Kim, bella come mai fasciata da un morbido abito stile greco bianco dalla profonda scollatura sia davanti che dietro, il tessuto sembrava volare intorno alle curve perfette della ragazza e dallo spacco laterale della lunga gonna si intravedeva una delle lunghissime gambe della ragazza, dei sandali romani completavano l'indumento.

Ma ciò che stupì Jack non fu la perfezione del suo corpo, no....con quello aveva imparato a convivere, ciò che veramente lo fece rimanere di stucco fu il viso.

I capelli erano lasciati semi sciolti, solo ai lati erano legati dietro da una complessa treccia che lasciava vedere la meravigliosa forma del viso della ragazza.

Gli occhi erano contornati da un leggerissimo strato di ombretto bianco e una linea di eyeliner rendeva lo sguardo di Kim molto sensuale.

I ragazzi faticarono non poco per riuscire a non sbavare davanti a quella visione celestiale qual'era la loro migliore amica.

-Kim...sei....okkey- si costrinse a dire Jack anche se la sua mente gli urlava tutt'altro.

-no....sei molto più che okkey....cavolo Kim.....dove avevi nascosto tutto....Quello!- esplose allora Jerry passando lo sguardo malizioso dalla scollatura alla gamba che si vedeva mentre la ragazza scendeva le scale.

Jack fulminò con uno sguardo omicida il moro affianco a lui, mentre cercava di sorridere anche se il pensiero di qualcuno che toccava Kim mentre lui era impotente lo faceva ribollire di rabbia.

Solo adesso si rendeva conto di quanto era stato stupido ad accettare quella scommessa...

Una cosa era sicura....non avrebbe mai permesso a qualcun altro di toccare Kim....

Non se avrebbe potuto evitare, al diavolo ciò che lei gli aveva chiesto riguardo a quel bacio, riguardo a loro due...lei sarebbe stata sua o di nessun altro.

 


ANGOLO DELLA SCRITTRICE

 

Lo so...sono mancata per un'infinità di tempo e vi chiedo di perdonarmi...Ho avuto un pesantissimo blocco dello scrittore accompagnato da un “se non recuperi le materie in cui non vai bene sono guai”....

Ma bando alle ciance....so che vi aspettavate chissà cosa da questo capitolo ma sarebbe stato troppo facile XD

Comunque ho deciso di dividere la festa in due capitoli....In questo primo capitolo finalmente Jack prende una decisione...ma dobbiamo vedere se riuscirà a eseguirla....insomma come ha detto Jerry nello scorso capitolo Kim è molto desiderata e lui si è un po' allontanato....

Che ne pensate?

 

Ora risponderò alle vostre recensioni che devo ammettere mi hanno dato la forza di continuare a scrivere... bene allora:

 

Darckprincess_courtney131 : Salve!!! un nome un po' più corto no eh? :P

Si lo so...Jack è un vero deficiente...insomma...buttare nelle braccia di qualcun altro la ragazza che ti piace! Il maggiordomo tornerà a breve e chiarirà tutta questa situazione....Ma nel frattempo...fammi sapere cosa pensi di questo nuovo capitolo!

Un bacione.

A presto

 

Clase_Forever : Ciao!!! allora.....non so...potrebbe essere....comunque chi lo sa chi vincerà! Oddio ho fatto la rima XD

A parte questo...si avevo in mente di movimentare la storia....solo non so ancora quando...XD

Nell'attesa dimmi cosa pensi di questo capitolo. Mi raccomando!

 

Elisawear3: Elyyyyy....hai visto?! Sono tornata XD

comunque eccolo qui il tuo capitolo! Ti prego fammi sapere cosa ne pensi...lo sai che ho bisogno di un parere!

A presto!

 

Nearmike: Ma shiaooooooo! ( si sto impazzendo XD) Mi ha fatto molto piacere ciò che mi hai scritto l'altra volta. Sono al settimo cielo...non credevo la mia storia potesse avere un tale successo e sono strabiliata....si Jack ha molti assi nella manica ma anche Kim ne ha...quindi credo sia una battaglia ad armi pari....

Fammi sapere le tue impressioni su quest'ultimo capitolo.

Un bacio.

 

Nick: hey...grazie per le tue parole e spero davvero che si realizzino....allora eccolo qui il mio capitolo...che te ne pare?

Anche io non vedo l'ora di vedere cosa uscirà fuori da questa situazione e per Truman...ripeto...nei prossimi capitoli si avrà un chiarimento.

Fammi sapere la tua opinione, un abbraccio.

 

 

Ci tengo inoltre a ringraziare tutti coloro che pazientemente seguono, ricordano o leggono la mia storia.

Ringrazio anche coloro che l'hanno inserita tra le preferite e un Bacio grande a chi mi ha inserito tra i suoi scrittori preferiti.

Sono davvero lusingata di avervi come pubblico.

A presto.

Diana.


 


P.S. Continuo solo se recensita.

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Capitolo 16
*** la festa del secolo parte 2 ***


Capitolo 16

La festa del secolo parte 2

 

La musica rimbombava all'interno delle mura della grande casa, corpi appiccicati e entusiasti si strusciavano l'un l'altro in quel movimento che loro chiamavano “ballare”.

Jack non aveva mai visto tante persone in costume tutte nello stesso luogo: c'erano fantasmi, angeli, demoni, vampiri, ragazze con pezzi di stoffa (solo tali si potevano chiamare dato le ridicole dimensioni) travestite da conigliette, gatti o altre cose che dovevano sembrare sexy.

Nulla a che vedere con la sensualità elegante che sembrava seguire Kimberly Crowsord come un ombra, anche adesso mentre a fatica si faceva largo nella folla era elegante in ogni movimento.

Sembrava cercare qualcuno e solo allora il ragazzo si rese conto che Kim aveva concordato proprio quel pomeriggio di incontrarsi con il runner della squadra di football Chase Mettews in quella stessa festa in cui lui aveva deciso di conquistarla.

Per minuti interminabili Jack continuò a seguire Kim come un ombra cercando velocemente di capire cosa fare.

Nel mentre Jerry si era seduto sul divanetto in mezzo a due cheerleder travestite una da lupa con tanto di orecchie grigie e coda attaccata ad un miniabito grigio perla che faceva bella mostra del decoltè tanto grande da sembrare un dirigibile e una ragazza del club di scherma travestita da sposa cadavere con un abito corto fino al ginocchio tanto gonfio da darle l'aria da bomboniera di nozze.

Eddie si era buttato sul buffet di dolci e senza ascoltare Milton che gli elencava i vari tipi di preparazione di ogni cibo si era messo a stuzzicare un pezzo di torta salata.

Kim faticava a camminare nella folla e non si rendeva neanche conto che ovunque andasse parecchi occhi adoranti la seguivano e facevano scorrere vogliosi i loro sguardi su di lei, cosa di cui Jack invece si era più che accorto.

Ad ogni sguardo verso la chiara pelle di Kim, il moro lanciava uno sguardo assassino a colui che si era permesso di guardarla anche se per pochi secondi.

-dai Kim, nel frattempo...ti va di ballare?- le chiese ad un certo punto notando che erano giunti al centro della pista da ballo dove molti sguardi erano, ancora una volta diretti nella loro direzione.

La ragazza parve esitante, si guardò ancora una volta in giro come a voler cercare una via di fuga che a quanto pare non trovò perché riportando gli occhi nocciola verso l'amico annuì impercettibilmente e visibilmente imbarazzata.

Nonostante ciò che gli aveva detto, la bionda non era ancora riuscita a dimenticare ciò che era successo tra loro quindi quando Jack le poggiò delicatamente le mani sui fianchi per poco non trasalì e con aria nervosa si costrinse a cingergli il collo mentre una musica lenta iniziava a suonare dalla console del Dj pochi metri più avanti.

“sembra fatto a posta” si ritrovò a pensare Kim sorridendo amaramente.

Per tutta la durata della canzone Jack la guardò, studiò ogni centimetro del suo viso per imprimerselo nel cervello, si sentiva strano....non gli era mai successo con nessuna di essere così vulnerabile in sua presenza...

Kim invece lo aveva cambiato... era come un uragano che spazza via tutto...e così la ragazza aveva portato via tutta la sua parte peggiore senza neanche rendersene conto.

Perché lei non lo sapeva, non sapeva il bene che gli faceva anche solo con uno sguardo o con un sorriso.

Quell'attimo di idillio durò però poco dato che Chase arrivò, il solito giaccone giallo e azzurro era abbinato ad un paio di Jeans neri ed una maglietta del medesimo colore, i capelli marroni erano sparati in aria da tanto di quel gel che Jack pensò che se qualcuno glie li toccava, la mano sarebbe rimasta appiccicata.

-Ciao Brewer...scusami ma vorrei la mia dama adesso- gli disse freddo mentre allontanava le mani dal fianco della ragazza in modo brusco.

Kim guardò prima Chase e poi Jack con aria preoccupata poi decise di intervenire dato che il suo amico stava per aprire bocca e, sicuramente, non per fare i complimenti al suo cavaliere sul suo travestimento.

-su andiamo....ho sete...- disse quindi poggiando una mano sul braccio muscoloso del runner dinnanzi a lei.

Il ragazzo annuì mentre continuava a guardare fisso Jack che, infastidito dal contatto tra i due, teneva i pugni stretti lungo i fianchi.

“dopotutto te la sei cercata con quella tua stupida scommessa” pensò maledicendosi.

Attese che i due si furono allontanati un pochino per poi seguirli da lontano.

*************************

 

Loro erano lì, a pochi passi da lui ma erano troppo impegnati a civettare per accorgersi della sua presenza nell'ombra, si passò irritato la mano nei riccioli castani mentre guardava lei, la SUA lei ridere alle battute di un altro.

Aveva sempre amato Kim, lo aveva fatto incessantemente e con tutta l'anima ed era sicuro che prima o poi lei si sarebbe accorta di lui...ma da quando era arrivato quel Brewer...tutto era cambiato, Kim aveva lasciato la Black Dragon solo perché quel karateka da strapazzo l'aveva convinta...si era avvicinata sempre di più a lui dimenticandosi di chi l'aveva sempre spalleggiata ma non glie ne faceva una colpa...lei era amichevole con tutti, una parola buona sempre e comunque...no la colpa era di Brewer che gliel'aveva portata via ingannandola con quei sorrisini da santarellino...e ora eccola lì con quell'altro bell'imbusto di Mettews mentre lui cercava in tutti i modi di portarsela a letto.

“Che squallore” si ritrovò a pensare mentre la rabbia fermentava.

Nessuno l'aveva davvero capita, nessuno la conosceva come lui.

Lei non era una ragazza da una notte e via....no....lei era una di quelle che in una notte ti portano via il cuore.

Era una di quelle ragazze come ne escono una ogni mille anni.

Lei era perfetta in ogni suo gesto e lui se ne era innamorato proprio per questo.

Fu in quel momento che vide anche LUI, la causa di tutto ciò.

“che patetico” pensò ghignando, era a pochi metri da loro e li stava fissando con sguardo furente.

Dovette ammettere però che proprio in quel momento mai Jack gli era sembrato più in sintonia con lui.

Fu in quel momento che Frank ebbe l'idea del secolo....quella sarebbe stata una festa che nessuno avrebbe mai dimenticato....volenti o nolenti.

Con il ghigno più cattivo mai visto sul suo viso, il riccio si avviò velocemente verso il ragazzo che gli aveva portato via colei che amava ma che adesso era appena diventato, anche se solo per una notte, il suo miglior amico.

-Hey Jack...ti va di movimentare un po' la serata- gli propose appena fu abbastanza vicino indicando con il mento la coppia davanti a loro che da ormai più di mezz'ora si scambiava sorrisi e risatine.

Jack lo guardò incuriosito e interessato -cos'hai in mente?- gli chiese mentre si portava il bicchiere rosso pieno di birra alla bocca.


 

ANGOLO DELLA SCRITTRICE

 

lo so, vi avevo detto che l'avrei fatta in due parti....bhè....la storia si è un po' allungata quindi verrà in tre parti....e spero che tutta l'attesa varrà il risultato finale....

comunque TADADADANNNNN Il piccolo Frank innamorato di Kim!

Oh avanti non ditemi che voi non ne avevate il sospetto! Insomma....si vedeva nella serie emi è piaciuta la parte coccolosa del Frank innamorato della sua migliore amica fin dall'infanzia....stavo quasi pensando di farlo diventare un buono....ma devo vedere un po' come evolvere.

Vi confesso che non ho la più pallida idea di cosa far combinare a quei due ma sono quasi sicuro che coinvolgerò anche Jerry e qualche Cheerleder di nostra conoscenza...(Stacy)....maaaa come dico sempre.....o almeno penso sempre....bisogna vedere l'evolversi della situazione.

Come promesso ho pubblicato in fretta in modo da non perdere di nuovo l'ispirazione.

Ora il mio obbiettivo è uno solo: la conclusione di suddetta storia e magari vorrei iniziarne un'altra anche se non so su quale argomento.

Sono sicura che sarà un'altra fanfiction e sono indecisa fra The Vampire Diaries o Harry Potter....(amo le rose/Scorpius e le Klaus/Caroline)...sto anche lavorando, in privato, ad una storia sulla saga poco conosciuta di Oksa Pollock ma non ci sono categorie al riguardo...quindi....voi che mi consigliate di scrivere una volta conclusa questa?

A presto.
Diana


P.S. continuo solo se recensita!

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Capitolo 17
*** la festa del secolo parte 3 ***


Ad Antonio....che ci ha lasciato in questa spettrale notte di Halloween....

Sarai il fantasma di cui nessuno avrà paura e che ci guiderà a cavalcioni alla sua amata moto...

Ci mancherai.

 

 

Capitolo 17

La festa del secolo parte 3

 

 

Quando Frank glielo aveva proposto era sembrato un buon piano ma adesso che dovevano metterlo in pratica, i dubbi cominciavano ad assalirlo.

E se non avesse funzionato e Kim li avesse scoperti? Sarebbe stata talmente arrabbiata con loro da troncare ogni rapporto?

D'altronde l'alternativa non era meglio....insomma....avrebbe dovuto lasciare che quel Chase le mettesse le mani addosso e la baciasse? Che baciasse quelle labbra morbide che lui bramava con tutto se stesso?Assolutamente no.

Jack vide proprio in quel momento Jerry che gli alzava il pollice in alto per fargli capire che era tutto pronto.

Dall'altra parte della sala Frank lo guardava con un ghigno sul viso, il moro distolse lo sguardo....era inquietante guardare il ricciolino con la faccia soddisfatta.

Kim e Chase stavano parlando seduti su un divanetto, erano così vicini che la gamba di lei , lasciata scoperta dallo spacco del vestito, continuava a sfiorare quella di lui che le sorrideva malizioso ogni volta che il tessuto si ritirava dal corpo della bionda.

-Scusate ragazzi- richiamò l'attenzione su di sé Jack con un sorriso finto sulle labbra e cercando di non dare un pugno in faccia a quel cretino rovinando l'intero piano.

-cosa c'è Jack?- chiese infastidita Kim, evidentemente credeva che il moro si fosse avvicinato solo per infastidirli.

-scusami Kim ma io volevo parlare con il tuo....accompagnatore- rispose Jack sputando fuori l'ultima parola con non pochi sforzi.

Chase sembrò irrigidirsi.

-Dimmi Brewer....-disse solamente voltandosi verso il suo interlocutore.

-Sai, Mettews....c'è una persona che ti aspetta....- buttò lì Jack come se fosse una cosa da nulla.

Il runner alzò le sopracciglia sorpreso.

-e chi sarebbe?- chiese quindi sull'attenti.

-oh....io non so chi sia....mi è stato solo detto di comunicartelo....sembra sia una cosa importante....- rispose il moro con aria innocente e lisciandosi la tuta nera da ninja.

Chase assottigliò gli occhi e guardò Kim e poi Jack e ancora Kim.

Sembrava preoccupato di lasciare la bionda da sola infatti disse...

-posso far venire Kim?- chiese anche se non sembrava voler chiedere il permesso ma piuttosto marcare il fatto che nessuno l'avrebbe toccata a parte lui.

Jack scosse il capo fingendosi dispiaciuto.

-purtoppo LEI non vuole....dice che dovete chiarire la situazione....INCRESCIOSA che si è venuta a creare appena prima del nostro arrivo- disse Jack godendosi l'effetto che le sue parole avevano provocato.

Chase era sbiancato terribilmente e Kim lo guardava perplesso.

-ehm...si...dove....dove mi aspetta?- chiese quindi il runner con voce tesa.

Jack sorrise soddisfatto.

“tutto secondo i piani!” esultò mentalmente.

-al piano di sopra....prima porta a sinistra- si limitò a dire mentre il ragazzo si alzava dal divanetto rifilando un -ci metto un secondo- a Kim che ancora lo guardava perplesso.

Jack finse di voltarsi per andarsene e contò in mente.

“5....4...3...2....1...”

-Jack!- Kim lo chiamò.

Il moro con un sorriso a trentadue denti che si costrinse a nascondere si voltò verso la ragazza.

-dimmi Kimberly- disse cercando di rimanere serio dinnanzi alla faccia indispettita della ragazza.

-chi lo vuole vedere?- chiese la bionda avvicinandosi di poco al ragazzo.

Jack si guardò intorno cercando con gli occhi Frank che appena notò il suo gesto si avviò verso il piano di sopra per adempiere alla sua parte del piano.

-non lo so....ma io non sarei così sicura di un suo ritorno- disse poi il moro verso Kim che si era alzata in piedi e lo fissava.

-cosa intendi dire?- chiese allora insospettita.

-niente....solo che ci vorrà un po' di tempo....- disse vago.

Kim annuì impercettibilmente e si guardò intorno imbarazzata mentre una folata di vento proveniente dalla finestra aperta accanto a loro le muoveva delicatamente i capelli e il vestito.

-se vuoi ballare però....posso ballare io con te- propose il moro quasi speranzoso.

Kim si girò di scatto verso di lui i suoi occhi sembravano studiarlo, entrargli nella testa per cercare qualche pensiero che la portasse a dire di no.

Poi lentamente come se volesse che qualcuno la fermasse annuì.

Jack sorrise e porse la mano alla bionda davanti a lei.

Si mossero piano come se volessero che quel momento durasse per sempre, intorno a loro le persone sembravano non esistere neanche mentre si muovevano lenti.

Le mani di lui sui suoi fianchi, le braccia di lei allacciate al suo collo.

E sarebbe stato bello se fosse durato per sempre ma Jack lo sapeva che era ora di agire.

Stavano ballando ormai da quindici minuti senza neanche accorgersene quando Frank passando dietro la coppia toccò piano Jack per fargli capire che era ora di passare alla terza fase del piano.

-Senti Kim... io voglio solo chiederti di stare attenta....insomma Chase è un donnaiolo e non credo cambierà mai...- attaccò quindi a parlare Jack affondando nelle iridi nocciola di Kim.

La ragazza sorrise appena.

-non sapevo ti preoccupassi per me o per quello che sento- disse la bionda tagliente.

Sapeva che quello che era successo tra loro era solo colpa sua ma aveva bisogno di credere che il problema fosse lui.

Jack abbassò gli occhi...forse avrebbe dovuto lottare di più per lei.

-io mi sono sempre preoccupato di te- disse infine riuscendo a rialzare gli occhi.

Non si erano neppure accorti che avevano smesso di ballare.

-no, non lo hai fatto...altrimenti mi avresti fermato....mi avresti impedito di ballare con te...mi avresti detto che no, quel bacio non volevi dimenticarlo!- sputò la ragazza con voce rotta.

Jack spalancò gli occhi.

Lui era stato così stupido....lei aspettava solo un suo gesto....una sua parola...e lui era stato così assurdamente preso dal suo orgoglio da non accorgersene neanche.

-io....credevo che tu non lo volessi...- sussurrò appena.

Kim si separò di colpo da lui.

-io ero spaventata! Ma adesso non ha più importanza....adesso....adesso voglio solo continuare a frequentare Chase e se mi vuoi scusare, lo vado a cercare!- Kim era ferita.

Forse non era destino, forse lui non la conosceva davvero bene come lei si era illusa che fosse.

Forse loro erano come due rette parallele che vanno nella stessa direzione senza incontrarsi mai.

Ecco cos'erano, due rette parallele.

-no Kim aspetta!- sentì Jack urlarle dietro mentre saliva le scale con passo sicuro e determinato.

Avrebbe trovato Chase e gli avrebbe detto che si, voleva uscire con lui.

Aveva bisogno di dimenticarlo, di dimenticare Jack.

Sapeva che non era giusto usare il suo accompagnatore per quello scopo ma era l'unico modo che conosceva.

Kim era giunta al piano di sopra, lungo il corridoio erano ammassate qua e la coppie ubriache che si baciavano, a stento si riusciva a passare.

Dei bassi pesanti risuonarono sulle scalinate e Kim seppe che Jack la stava seguendo così entro nella prima porta che vide, la prima porta a sinistra.

L'ambiente era buio e si sentivano degli ansimi leggeri.

Kim ringraziò dio che chiunque fosse in quella stanza non si era accorta di lei, ma evidentemente aveva cantato vittoria troppo in fretta perché ad un certo punto la luce si accese e la scena che si proponeva davanti agli occhi della bionda aveva dell'incredibile.

Chase era completamente nudo a centro di un grande materasso matrimoniale rivestito con lenzuola nere, affianco a lui, anch'esse nude, c'erano tre ragazze della squadra delle cheerleader che si strusciavano su di lui, prima tra di esse Stacy.

Non seppe spiegarsi come fece ma Kim in quel momento si avvicinò a Chase e senza neanche dargli il tempo di parlare gli diede un sonoro schiaffo mentre le ragazze al suo fianco spalancavano gli occhi sorprese di essere state beccate.

Il runner si portò una mano sulla guancia e stava per parlare quando nella stanza eruppe Jack, trafilato e con i capelli in disordine.

-andiamocene di qui- disse Kim non appena lo vide sulla porta della stanza e sorpassandolo senza neanche guardarlo.

Troppa era l'umiliazione che le premeva addosso, non avrebbe mai voluto che proprio lui vedesse tutto ciò.

Jack sbatté forte la porta e la seguì nel corridoio.

-Kim devo dirt...- iniziò ma Kim lo interruppe.

-Hai vinto la scommessa, ora per favore raduna gli altri e falli venire in macchina- disse prima di scendere.

Jack annuì e si guardò intorno, poi lo notò.

Frank era appoggiato alla parete con il solito ghigno soddisfatto sul volto.

-bel lavoro Brewer.....ho sottovalutato la tua dote di attore....- disse quasi fiero del moro.

-non provare a mettermi in mezzo! Il piano non era questo! Dovevi solo portarlo via in modo che non sarebbe più venuto a cercarla!Hai idea di ciò che le hai fatto?- sputò il moro severo.

-non sarebbe mai bastato...lei doveva credere che lui non fosse degno....e non lo è....io sono l'unico che può stare con lei!- sibilò il riccio malevolo.

Jack scosse la testa inorridito.

-tu sei un pazzo- furono le sue ultime parole prima di scomparire al piano di sotto alla ricerca dei suoi tre amici.


 

 

ANGOLO DELLA SCRITTRICE

 

voilà, ammetto che è un po' banale come piano ma non mi veniva in mente altro XD

Fatemi sapere cosa ne pensate....

In quanto alla storia che scriverò dopo....pensavo ad una Dramione....molti di voi me l'hanno richiesta....ma è ancora tutto da decidere.

 

Ora rispondo alle vostre recensioni:

 

Kick: allora....si lo so sono mancata per un sacco di tempo, scusami!

Spero che il piano di sti due deficienti (solo così li possiamo chiamare) ti sia piaciuto....per quanto riguarda il kick kiss....non preoccuparti prima o poi arriverà.

Frank invece...lo so...ma era necessario...neanche io avrei voluto metterlo in mezzo...

Spero che tu voglia lasciarmi un commento su questo capitolo per farmi sapere come lo hai trovato!

Un bacio!

 

Nearmike: eccolo qui! Spero ti sia piaciuto...

avevo in mente un piano più “distruttivo” ma poi sarebbe stato esagerato....ti dico solo che coinvolgeva un cammello....(non me lo chiedere....una lunga storia)

Fammi sapere cosa ne pensi!

A presto.

 

Darckprincess_Courtney131: si lo so....infatti è per quello che sono titubante nello scrivere una Dramione....non saprei cosa inventarmi ma ho deciso di provare lo stesso in privato e se ne sarò soddisfatta allora la pubblicherò.

Riguardo al capitolo, volevo farlo uscire divertente ma non ci sono riuscita XD non è la giornata giusta...

fammi sapere che ne pensi!

ah...Fammi sapere come va il karaté!

 

Staystrong5: grazieee! Spero che a lungo andare (non so ancora quanti capitoli avrà) non ti deluda!

Fammi sapere cosa ne pensi!

Un bacio.

 

 

 

 

P.S. Continuo solo se recensita!

 

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