Serata da Vincent's

di Aelliexy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Messaggio ***
Capitolo 2: *** Baci ***
Capitolo 3: *** Incomoda ***
Capitolo 4: *** nemmeno l'una ***



Capitolo 1
*** Messaggio ***


Serata da Vincent's
Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di ChiNoMiko; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


Buona lettura!




Serata da Vincent's:
Messaggio





Quel che si sta apprestando per fare è un lavoro difficile e solo una ragazza bella ed abile come lei ha le capacità necessarie. Non è mancina e, quindi, usare la mano sinistra è di per sé complicato, se poi si tratta di un compito che richiede una precisione rarissima, beh, allora, lei è un genio. Checché i suoi compagni e, sopratutto, le compagne -che sono solamente invidiose- la ritengano una stupida oca nera vanitosa.
Vorrebbe vedere loro al suo posto: di certo sbaverebbero con lo smalto, macchiando le dita!
Arriccia le labbra, disgustata dalla loro idiozia.
All'improvviso la scrivania comincia a tremare.
Cosa... ?!
Terremoto?
, pensa. No, è lo smartphone.
Manda a quel paese, mentalmente, chiunque le abbia inviato un messaggio alle -controlla l'ora- otto e ventitré di sera; proprio mentre si sta preparando per un'attività importantissima.
Accende l'iPhone 5 -regalo dell'amata zia, i suoi non le avrebbero mai preso uno smartphone così costoso e, a loro dire, rimaneva sempre un cellulare come gli altri, solo con la mela come logo, una mela morsicata, tra l'altro.
... Seh, come no.
Sblocca lo schermo e legge il messaggio: la mittente è Charlotte, ma sta facendo da tramite.

Ha chiamato Ambra: da Vincent's, appena puoi.
C.

Geme. Sbuffa.
Non ha voglia di uscire.

Ok!


Ma Ambra è Ambra: meglio non contraddirla quando è di cattivo umore, e deve esserlo per voler andare da Vincent's, uno dei locali meno conosciuti della città -e da evitare. Loro tre frequentano solo le discoteche più in e più chic, di certo non un bar anonimo come Vincent's. Bleah.
Anonimo... quello è un termine che dovrebbe esser cancellato dal dizionario, di qualunque lingua esso sia.
Perché lei, anonima, lo è.
È asiatica, cinese nello specifico; se vivesse in Cina, sarebbe una ragazza come tante altre. Indistinguibile nella massa con quei capelli neri e lisci e con quelle iridi nere che non la rendono unica, ma accentuano il nero della sua figura.
S'alza.
Meglio iniziare a prepararsi: Ambra può farsi aspettare, lei -o chiunque altro- deve arrivare in anticipo. Le unghie possono aspettare, in fondo per uscire lo smalto dorato è meglio di quello rosa.
E poi...
Scalza, si dirige all'armadio, e aprendone le ante.
Odia, detesta non essere vista. Non a caso predilige abiti ed accessori dai toni più vivaci, variopinti quasi; ma il rosso è quello che porta ed apprezza maggiormente.
Il rosso è il colore che adora: impossibile non notarlo nella folla, impossibile non esserne attratti, positivamente o negativamente che sia.
Cosa indosserà stasera?
Mini-abito o top? Gonna o shorts? Sandali o stivali? Appariscente o sensuale?
Morde piano il labbro inferiore, seguendo le istruzioni lette su un blog; è un metodo per renderle più rosse e, ci spera, più carnose. È l'unica opzione che ha nell'attesa dell'intervento chirurgico che si farà al compimento dei diciotto anni -non è riuscita ad ottenere il permesso dei suoi genitori per adesso che è ancora minorenne. Li detesta per questo, ma deve solo aspettare per ottenere quel che vuole. E lo farà.
Conta i giorni, non manca molto. I soldi li ha messi da parte da tempo; c'è abbastanza per la labioplastica, e forse anche per qualcosa d'altro -sogna.
Ha deciso: se Vincent's è anonimo, lei si farà notare, e invidiare -fantastica. Quindi: rosso; indosserà il rosso.
Quel top rosso rubino con il laccio dietro che lascia la schiena scoperta, quella minigonna nera che termina a metà coscia, quella collana dorata con il ciondolo a forma di chiave che attira lo sguardo sul petto, quegli stivali grigio nebbia di pelle che avvolgono i polpacci e il rossetto rosso mela-del-peccato che cela i minuscoli occhi, evidenziando le labbra, piene -il rosa, si dice, è per il liceo, perché luccica e si intona alle pareti dell'edificio.
Un'ultima passata di mascara ed è pronta.
E poi... arrivare per prima ha i suoi vantaggi: avrò le attenzioni tutte per me -almeno fino all'apparizione di Ambra.
Un ultimo ritocco di mascara ed è pronta.


Non è me-ra-vi-glio-sa?





°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°
Ah già: ma possibile che tra i personaggi non ci siano Li e Charlotte? °-°
Bah.

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Capitolo 2
*** Baci ***



/! \ Chi è sensibile/suscettibile/contro alla volgarità e parolacce o non prosegua o si prepari un camion di sopportazione. <3



Serata da Vincent's
- Baci -



Bella, senz'altro lei è bella.
Con un corpo perfetto come il suo, come fa a non esserlo?
Si muove al ritmo della musica, dondolandosi per mettersi in mostra. La canzone le sembra familiare, ma dopo quattro - o forse cinque? - cocktail a base di alcolici vari e angostura, liquido amaro che ben si adatta al suo umore attuale, non riesce a ricordare il titolo. Ma, del resto, a cosa serve saperlo? Cosa ci guadagna? Niente, ecco, per l'appunto.
Scosta i capelli dalla fronte e scuote la chioma, cosicché  le ciocche più lunghe vanno ad accarezzare il suo sedere perfettamente sodo e fasciato da una minigonna di jeans nero con il pizzo sul bordo.
Posa le mani sul collo, uno per lato; e scende. Scende sfiorando e disegnando ghirigori sui seni, sui fianchi, sulle natiche, sulle cosce; e sale. Sale tracciando altri ghirigori all'interno delle cosce, sul pube, sull'ombelico scoperto, nell'incavo tra i seni; e tocca. Tocca le labbra, abbozzando il contorno; tocca i due cuoricini verdi sul petto, titillando le due protuberanze che li riempiono. Tocca le tempie e scosta i capelli dalla fronte; e ripete. Ripete i gesti di poco fa.
Sexy, senz'altro è sexy. Come si fa a non rimanere ammaliati da lei?
Sorride sentendo qualcuno poggiare le mani sulle sue e seguirne il percorso; arrestandosi poi ai cuoricini, allargando le dita e stringendo i seni e stuzzicando i capezzoli coi pollici. Ghigna quasi mentre gli restituisce il favore strusciando il proprio sedere contro il suo bacino, e ricevendo una risposta.
"Nome?"
"Jean-Marc" sussurra tra i suoi capelli. Non male, pensa. La voce è piacevole da ascoltare, non troppo bassa e nemmeno nella media.
"E tu?" domanda spostando le mani, dal seno alle natiche, e intrufolandosi nella minigonna coi pollici, massaggiando circolarmente la carne. Non male proprio, pensa ancora. Alza le braccia e gli circonda il collo, godendosi le carezze.
"Allora?" chiede baciandole il lobo destro.
"Allora cosa?"
"Allora il tuo nome, come ti chiami?" domanda nuovamente mentre lascia una serie di baci sul collo.
È insistente. Ma le piace. Avere questo potere su di lui le piace. Sfugge alla sua presa e alle sue moine, scuotendo la chioma e posando una mano sul fianco e l'altra tra i capelli; inclina la testa e lo guarda.
Oh, sì. Le cose iniziano a mettersi bene. Molto bene, pensa compiaciuta.
Jean-Marc è un ragazzo di quelli che classificherebbe nella categoria A, quella riservata a uomini come Brad Pitt o Leonardo di Caprio. Le ciglia lunghe e folte, scure come i capelli e le sopracciglia, e come il resto dei peli che ha, suppone maliziosamente. Gli occhi, se siano azzurri, verdi o grigi non lo saprebbe dire con certezza, colpa dell'illuminazione praticamente inesistente del locale; ma sicuramente sono chiari. Le labbra sono sottili, proprio come piace a lei; e sulla mascella dai tratti delicati c'è una corta peluria che gli dona un'aria da ribelle. E da quanto ha potuto verificare poco fa, è soddisfacente - e ben dotato - anche nella metà inferiore del fisico. Ma sì, perché no?
Avanza di un passo, finendo col petto contro le sue costole, afferra la cravatta slacciata e tira, obbligandolo ad abbassare la testa. Lo bacia.
Sa di fumo, alcol e fumo, alcol e sigarette, sigarette e deodorante - ma se l'è spruzzato anche sul viso? Però, a parte quest'ultimo particolare, bacia bene, constata mentre intreccia la propria lingua con la sua.
... chissà come bacia Castiel... Li ha visti la sera prima: lui che la accompagnava a casa, che le dava la sua giacca, che la teneva per mano; lei che sorrideva, che arrossiva, che seguiva. E stamattina si sono baciati, no, quella troia si è permessa di baciare Castiel - il suo Castiel! Una mosca, era una mosca fastidiosa, da ammazzare per essersi permessa a ronzare attorno a quel che è di sua proprietà, di lei, Ambra. Anzi, peggio, è una zanzara stronza, perfida e immorale. Una zanzara che succhia i sentimenti positivi che Castiel prova nei confronti suoi e che sostituisce con un veleno che induce Castiel a detestarla, proprio lei, Ambra, la ragazza dal seno tanto prosperoso da fare invidia a qualunque donna e da rizzare il pene a qualunque uomo. Lei che è come un miracolo, lei è un dono della natura e se non è stata la prima scelta di Castiel - non ancora - è perché quelle puttane hanno cancellato l'amore e il desiderio che Castiel ha per lei. Sono delle parassite! Puttane della peggior specie. Tutte. Prima Elle, poi Debrah, ed ora Chantal.
Come può Castiel voler stare con quelle? Cosa hanno che lei non abbia?
Termina il bacio all'improvviso. Non ne ha più voglia.
"Wow... !" esclama Jean-Marc, fissandola con sguardo languido e meravigliato. Ed eccitato, incredibilmente duro. Più che carne e stoffa, sente del ferro avvolto nella stoffa che le preme sull'addome.
Sorride. Ecco, loro non hanno niente che lei non abbia. Dubita che loro possano scatenare quella reazione in un ragazzo semplicemente baciandolo.
"E non hai visto cos'altro so fare con la bocca" bisbiglia poco prima di chinarsi e soffiare sul rigonfiamento dei jeans.
Poveretto, chissà come gli stanno stretti ora.
"... Vieni" dice, ordina, Jean-Marc mentre le afferra il polso e la trascina lontano dalla pista, verso i bagni.
Ridacchia. È stato facile, forse fin troppo, ma almeno il soggetto è da categoria A.
Si divertirà. Molto.
Anche Jean-Marc si divertirà. Lei lo farà godere. Molto. Molto più di Castiel. Ma è colpa sua, se sceglieva lei adesso al posto di Jean-Marc ci sarebbe stato lui. E quella stronzetta non potrebbe umiliarla davanti all'intera classe, vantandosi della conquista compiutasi nel giro di pochi mesi, lei che in dieci anni non ha fatto nessun passo in avanti nel suo legame con Castiel e che, anzi, ha dovuto indietreggiare molte volte.
Ghigna.


Oh, ma lei si vendicherà.







°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°
Alt! Prima che chiudiate la pagina mi fareste un piccolo favore? Please?
Tranquilli/e, non mi riferisco a lasciare una recensione.
Potreste dare il vostro voto a "Charlotte" e "Li" per poterli inserire nella lista dei personaggi di questa sezione?
Se lo fate ve ne sarò immensamente grata <3
Per dare il vostro voto dovete collegarmi ad EFP (solo gli utenti registrati possono votare) da un computer. In altro a destra della sezione di "Dolce Flirt" troverete uma scritta "aggiungi personaggi", cliccateci su e vi si aprirà una pagina in cui c'è una tabella con tre colonne e una serie di righe.
Bene, dovete cliccare su "approva" accanto ai nomi di LI e CHARLOTTE (su questo sono in dubbio: ma nel gioco italiano la chiamiamo Charlotte o Carlotta? Io ho sempre utilizzato quello francese, quindi... vedete voi? ).
~ Grazie ~ ^-^

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Capitolo 3
*** Incomoda ***


Serata da Vincent's
Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di ChiNoMiko; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


Buona lettura!




Serata da Vincent's:
Incomoda





Li An è la ragazza più stupida che conosce. E' dotata di una superficialità immensa, oltre che di una forza di volontà e determinazione che non ci si aspetterebbe da una come lei. An è incapace di cogliere lo sarcasmo e le occhiate di scherno le scambia per ammirazione. Tuttavia è capace di alzarsi alle prime luci dell'alba pur di avere tutto il tempo necessario per truccarsi, perché, come dice spesso, "è un'operazione difficilissima che richiede tempo ed esperienza".
Ambra è simile ma con qualche differenza. Un po' più veloce a capire quando la stanno denigrando, più abile a valutare i pro e i contro - forse solamente i pro - delle sue azioni. Ambra ha una mente più contorta. An quel che pensa lo dice, Ambra quel che pensa di buono lo riformula e lo trasforma in qualcosa di cattivo; poi, soddisfatta della frase ottenuta, lo dice.
Ambra ultimamente sta compiendo azioni sciocche che la ridicolizzano. Ambra pensa di essere sensuale quando balla e, per carità, lo è. E non c'è niente di male se ballando si mette in mostra e arriva un bel ragazzo con l'intento di flirtare. Ma un conto è un ballo con strusciamenti e occhiate maliziose, un conto è un bacio intenso e la volontà di entrare più in intimità; tutt'altro conto è un ballo, un bacio, qualche carezza, qualche sottinteso e il rapporto sessuale consumato nella toilette di un locale. Tutto nell'ordine che segue. Tutto nell'arco di una serata. Nauseante. Quando Ambra si allontana con un ragazzo, percepisce i muscoli dell'addome contrarsi e la pancia appiattirsi. Piano piano in bocca inizia a diffondersi un sapore aspro e sente un reflusso che si fa largo per l'esofago. Nel tentativo di non vomitare di fronte a tutti, preme le mani sulla bocca.
Prima Ambra non era così. An invece è sempre la solita.
Quando Ambra e il bel ragazzo di turno si sono dileguati, An si è catapultata subito nella mischia. Appena Ambra sparisce di scena, An ci entra, pretendendo di esserne la nuova protagonista, ignara che, per quanto tenti, il suo ruolo sarà sempre quello di personaggio secondario.
Di recente, più spesso del dovuto, si chiede come abbia fatto ad instaurare un legame di amicizia con loro due. Del resto i loro caratteri - il suo e il loro - sono piuttosto differenti, e anche le priorità. Il trucco pesante lo evita e il trucco leggero lo scorda, l'unica costante del suo viso è il lucidalabbra all'aroma di cioccolato. Non è una di quelle ragazze che sognano il grande amore per darla: altrimenti sarebbe ancora vergine, ma non è nemmeno una di quelle che cedono facilmente al fascino dei ragazzi. A parere di Ambra e An per la bellezza del volto di un ragazzo o per la prestanza del suo corpo dovrebbe andarci a letto, solamente per potersi vantare. Ridicole.
In serate come quella, lei è quella che si annoia di più tra loro tre. Ed è lei quella che deve faticare, perché è suo compito recuperare le altre due e assicurarsi che arrivino alla porta di casa - casa sua tra l'altro. In serate come quella, non appena entrano nel locale Ambra va dove ha più probabilità di essere vista e inizia a ballare, An nel frattempo si ubriaca e aspetta il suo momento di gloria. Lei, invece, è quella che resta al tavolo col suo drink e col suo cellulare, guardando l'ora e contando i minuti e battendo i piedi al ritmo dei secondi.
A scuola è conosciuta come una delle due tirapiedi di Ambra: la tirapiedi che fa abbinamenti strani, la ragazza silenziosa dallo sguardo freddo col piercing al sopracciglio, la studentessa con i voti nella media che spesso salta le lezioni, quella che ha la cartellina rosa, la giraffa con le ballerine. Solamente la sua famiglia e Ambra e An la conoscono come Charlotte. È strano.
Solleva il calice e beve un sorso. L'alcool viene diluito un poco dalla saliva, si diffonde nella bocca, le brucia l'esofago e si deposita nello stomaco, provocando un'esplosione di calore. Non è male pensa mentre aspetta l'attenuarsi del calore.
Ambra e An si assomigliano per molti aspetti e lei si sente spesso come la terza incomoda, quella che si intromette tra due fidanzatini interrompendo il loro amoreggiamento, ma non ha senso prendersela con loro. E' lei quella che si è preclusa dai divertimenti. Lei è quella che prende le decisioni, nessuno la sta obbligando, è libera di decidere ed ha deciso di stare da sola, facendo la preziosa e ritenendo di essere migliore fra loro.
Oddio, si sente patetica. Ormai si sta auto insultando.
Beve un altro sorso sperando che l'alcool bruci anche la sua malinconia.
Sente una pressione estranea sull'avambraccio sinistro: qualcuno l'ha afferrata cercando di attirare la sua attenzione. Qualcuno che è un ragazzo dai capelli neri - tinti probabilmente, la tonalità è troppo nera per essere naturale - e una girella viola e verde fluo al lobo sinistro, forse di un centimetro e qualcosa di diametro.
"Ciao!" sorride " Sono Matteo, sei sola o in compagnia?"
"Scusa ma sono in compagnia".
"Uh, quel che è. Sei amica di quella ragazza bionda che al momento si trova nei bagni appiccicata a un tizio?"
"... perché?"
"Le dici di staccarsi da Marco? Voglio dire, è vero che io e lui ogni tanto litighiamo e pensiamo di lasciarci, ma non mi sembra proprio il caso da parte della tua amica di saltargli addosso. E io so che a meno che una ragazza - o un ragazzo e questo capita raramente perché non sono molti i ragazzi che ci provano perché, per fortuna, appunto, non ci sono molti ragazzi che ci provano - non faccia qualcosa che lo induca ad avvicinarsi. Insomma, a meno che qualcuno non stia cercando di sedurlo e, in questo caso, lui cede, perché lui è fatto così ed è normale. Altrimenti non mi sarei mai messo con uno che non attrae le persone. Cioè, anche io sono un bel ragazzo – ma proprio bello – e sprecherei me stesso se mi mettessi con uno che non vale nulla, che non ha una caratteristica che susciti invidia. Non lo pensi anche tu? Voglio dire... "
"Scusami ma non è affar mio" dice interrompendolo e spera che se ne vada.
"Come non è affar tuo?!" domanda stupito "È o non è amica tua? Se lo è dovresti comportarti da amica e fermarla, no? Voglio dire, se non lo fai tu lo farei anche io ma... vedi, come dicevo prima, io e Marco abbiamo avuto un piccolo litigio, ma proprio piccolo piccolo. Ne facciamo tanti ed è il nostro modo di volerci bene. Questa volta lui ha un po' esagerato però. E non voglio perdonarlo finché non viene da me e si scusa. Mi sono stufato ad essere sempre io quello che cerca di fare la pace. Questa volta tocca a lui. Non lo pensi anche tu? " domanda. Evidentemente non si aspetta nessuna risposta visto che continua il suo discorso. "E sai la cosa buffa? Buffa o strana, dipende dal punto di vista comunque. Beh, insomma. L'altro ieri era San Valentino no? Ecco, io e Marco avevamo un appuntamento perché, sai, è il giorno degli innamorati e quindi avevamo organizzato qualcosina assieme... " ridacchia " forse anche più di qualcosina. Io per prepararmi ero andato in un sexy shop e... a parte il fatto che ci ho passato un'intera mattinata, sapessi quanti bei giocattolini c'erano! Per esempio c'era una pallina tutta forata con due cordicelle da ambo i lati che... "
Basta, non crede che sarebbe riuscita a sopportare oltre il logorroico ragazzo. Un conto è se il suo monologo ha senso, tutt'altro è se borbotta, alza la voce e se è il chiaro e palese discorso di una persona totalmente ossessionata da un'altra, di cui entrambi le sono sconosciuti. Sopratutto, a lei cosa frega della vita sentimentale sua?
"Cazzo! Ma vuoi tacere un momento?!" scoppia scattando in piedi.
Il ragazzo si interrompe e la fissa. Sbatte qualche volta le palpebre e poi distoglie lo sguardo. "... scusa" borbotta a capo chino. Poi lo alza, "non l'ho fatto apposta, ma vedi, sai", incomincia a spiegare "quando inizio a parlare è come se le parole uscissero fuori senza freno, però normalmente riesco anche a regolarmi, solo che quando bevo un pochino troppo - per esempio due o tre bicchieri di vino, di quelli piccoli sai, quelli che si utilizza per l'acqua, o anche due, forse, bottiglie di birra e a questo proposito, non pensi che il sapore della Heiken sia abbastanza strano? E' leggermente amaro, anche per essere una birra e... dicevo? A sì, quando sono leggermente ubriaco e questo capita raramente visto che... "
Charlotte afferra la sua tracolla, prende la borsa di Ambra e si guarda attorno cercando quella di An, trovandola buttata sotto alla sedia e la raccoglie. Senza un saluto si allontana dal ragazzo che continua ancora e borbotta frasi con una logica comprensibili a lui solo.





°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°
In realtà la parte di Charlotte non termina qui, c'è mooolto di più. Circa sei pagine di word, mentre il testo sopra ne occupa tre, neanche. Ho preferito tagliare qui perchè il resto della storia coinvolge altre cose che al momento non mi sembra il caso di trattare. Non so se così facendo Charlotte risulti 'incompleta', se sono riuscita o meno a presentare un pezzo della Charlotte che sento io, così come ho fatto per le sue amiche.
Bah.

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Capitolo 4
*** nemmeno l'una ***



Alla fine ho deciso di terminare qui questa luuunga storia (lunga più che altro perché ho impiegato tre anni a terminarla -u-'').
Buona lettura e grazie per essere arrivate fino a qui. <3


Serata da Vincent's
- nemmeno l'una -



Ambra è Ambra, e non potrebbe mai cambiare con la testardaggine che si ritrova. Tuttavia, riflettendo, Ambra non ha dalla sua la testardaggine come scusa, semplicemente è troppo piena di sé.
"Ambra dobbiamo andare" dice. Bussa nuovamente cercando di farsi sentire da sopra la musica di sottofondo - che comunque è assordante - e cercando di non ascoltare i rumori di lingue che si intrecciano e si sfiorano e di saliva che viene scambiata.
"Ambra!" grida e batte più forte la porta. Sente un mormorio e una risata maschile. Poi niente. Non proviene più alcun suono. L'avranno sentita?
"Ambra, ci sei?" domanda sussurrando. Spera in una risposta affermativa, spera che l'amica apra la porta e assieme si allontanino da quella stanza angusta e opprimente.
Un gemito. Il tono è basso, profondo, inconfondibilmente maschile. Sembra che stia godendo intensamente, l'intervallo di tempo tra un gemito e l'altro diventa via via più breve e il respiro è più pesante. Lo si sente chiaramente inspirare ed espirare con la bocca. Presto, ancora qualche attimo, forse solo un secondo, o un millesimo di esso e...
No. Non rimarrà ad ascoltare Ambra mentre pratica sesso orale a un ragazzo in un bagno fetido. E non desidera sentire Ambra che porta all'apice un altro. Solamente sapere cosa stanno facendo le provoca nausea e una sensazione che ci sia qualcosa di tremendamente sbagliato in questo.
"Per favore... " sussurra. Da qualche parte della sua testa c'è una vocina che le ordina di urlare, gridare per far sapere della sua presenza; ma non riesce. Il cuore inizia a pompare più velocemente per l'agitazione, la pancia comincia a farsi via via più piatta e il livello di ossigeno nel corpo diminuire, sicché - inconsciamente - ha arrestato la respirazione per non dover più annusare il disgustoso odore che impregna il bagno "basta".
Aria, necessita di un soffio di vento e di aria non viziata. Si gira e cammina, volta a destra e si ritrova nel locale.
Aria, con assoluta certezza avverte che ne ha bisogno. Accellera il passo guardando fissa l'uscita, non sente la musica e nemmeno le proteste delle persone quando li sfiora o li spintona. Ha le orecchie tappate e la vista focalizzata sulla porta.
Aria, presto.
Presto, aria. Anche se è solo per un secondo, le va bene lo stesso. Va bene perché può non trattenere più il fiato in quanto non riesce a sopportare l'idea di stare respirando la stessa aria che respira Ambra mentre fa non l'amore e nemmeno il sesso, semplicemente mentre fa la troia e viene scopata. Perché di sicuro ora sono andati oltre, o andranno oltre.
Attraversa il locale, scansa qualche ragazzo, si introfula in uno spazio tra due ragazze, raggiunge la porta e sorpassa le due guardie accanto. Esce.
"Ehi! Ma ce ne andiamo? È così presto! Non è nemmeno l'una!"
Aria.
Non c'è vento. E fuori fa più caldo che all'interno dove c'è il climatizzatore. L'afa delle ore serali è scomparso, molto probabilmente ritornerà l'indomani, ma almeno per il momento si sta bene. Compie profonde inspirazioni ed espira lentamente con la bocca, come se fino a pochi minuti fa stesse correndo ed ora ha appena smesso.
"Si può sapere perché mi hai disturbata?" domanda qualcuno dietro di lei. La voce sembra familiare e anche il tono irritato e altezzoso utilizzato. Però non vuole riconoscerla, non ancora. Se riuscisse a rimandare tutto quanto anche solo di un minuto, forse il tempo sarebbe abbastanza affinché lei si calmi. "Mi ascolti quando ti parlo?!" grida Ambra comparendo ai suoi occhi.
I capelli sono raccolti in una coda malfatta e sulle labbra il rossetto è sparito – cancellato. Le guance sono più rosse del solito e il merito non è del fard. Nemmeno gli occhi sono privi di cambiamento, anche quelli sono mutati: leggermente appannati nello stesso modo di quando ha appena finito di piangere, ma lei non può aver pianto in una situazione del genere. È più probabile che siano appannati dal piacere.
"Certo che siete proprio delle gran belle teste di ... quel che è! Per avermi lasciata indietro. E si può sapere perché non hai recuperato tu le nostre borse, Ambra, visto che uscivi proprio dal bagno? Ma no, era meglio se - quasi dall'altra parte del locale, tra l'altro – mi urlavi di andarli a prendere in quel bagno puzzolente di merda. E di chi è stata la gran bella idea di portarli in bagno!? Giuro che se domani noto anche un solo graffio o una macchia alla mia MK io... "
Ambra rotea gli occhi e rivolge a An un'occhiataccia. "Io non ho detto niente della mia Chanel che stai quasi trascinando, vuoi che inizi?" minaccia " e alza quel braccio molle!" conclude liquidando la questione. "Charlotte, stai bene?" domanda riportando l'attenzione su di lei.
"Charlotte, Charlotte, sempre lei o tu. E io? Non conto niente?"
"An, finiscila. Quanto hai bevuto?"
"Finiscila tu! Ci chiami e noi dobbiamo venire. Veniamo e tu ti allontani con un ragazzo che nemmeno conoscevi un secondo fa. Ci prendi per il culo?!"
"An Li!"
"Stronza! Perché mi hai chiamata in quel modo!? Lo sai benissimo che lo odio. Lo fai apposta?"
"Se è l'unico modo che ho per farti tacere sì! E ora vuoi stare zitta per un secondo? Non vedi che Lotte sembra avere uno dei suoi attacchi?"
"No! Non sto zitta. Sono stufa di essere quella che sta zitta."
"An. So che sei ubriaca ma se continui ancora ti prometto che te ne pentirai!"
"E perché dovrei pentirmi? Mi farai qualcosa? Cosa? Eh?"
"Basta!" grida spazientita "Smettetela tutte e due. An, ho lasciato io le borse in bagno. Io... " spiega Charlotte " ero in bagno quando non mi sono sentita bene e le ho dimenticate lì. Colpa mia". Poi, prosegue "Ambra, lo hai detto tu che è ubriaca, quindi lasciala stare; quando si accorgerà che nessuno le sta badando, smetterà. E domani ritornerà come prima" poi, in un tono più conciliante "An, dammi la mia borsa. Forza, andiamo a casa."
"No!" protesta An.
Sospira. "Dai, dammele. Ti porto a casa mia e... "
"Col cazzo che ti do le chiavi. Tu non guidi questa sera. Guarda che ho capito, sai?!"
"Come... ?" domanda confusa.
"An, ora basta. Mi hai stufata. Dai quelle maledette chiavi a Charlotte ed andiamocene a casa. Ridammi anche la mia Chanel." dice e, quasi strappandolo dalle mani di An, si riprende la borsa.
Lanciando sguardi di fuoco, se così si possono definire le occhiate di una ragazza che sta – forse – delirando per colpa del troppo alcool ingerito, An consegna a Charlotte la sua borsa. ''Charl, faresti meglio a trovarti un ragazzo. Ti aiuterebbe con i tuoi attacchi'' dice prima di allontanarsi verso la macchina sostata di fronte, nel parcheggio che il locale condivideva con il supermercato ora chiuso.
"Certo che delle volte è proprio una rompi-palle" commenta Ambra con un tono basso, leggero -forse anche leggermente affettuoso.
"E tu sei una stronza, sai?" ribatte ignorando completamente l'ultima sentenza di An. Che vorrà dire?
"Certo che lo so! Altrimenti non sarei io, ti pare?" afferma seria. Poi sorride.
Charlotte la guarda, la scruta. "Già, non saresti tu." Poche volte Ambra sorride in questo modo, e quando lo fa, sembra che siano ritornate ai loro giochi da bambine. Un sorriso birichino prima di compiere qualche azione cattiva per il proprio tornaconto o divertimento. Ma questa sera c'è qualcosa di stonato. Fissa attentamente il volto di Ambra. Avanza di un passo, allunga la mano e le tocca i capelli. Sono soffici e sa, semplicemente lo sa pur non sentendo niente dalla distanza dov'è, che i capelli profumano di vaniglia. Ambra ogni mattina si spruzza qualche goccia di profumo tra i capelli. Le piace odorare la vaniglia quando li muove. Sa, pur non vedendolo a causa della scarsa luce dei lampioni, che i capelli di Ambra sono più dorati del grano e più brillanti dell'oro. E sapere che ora sono stretti in una comunissima coda di cavallo, fatta male e con ciocche che cadono sulla nuca suscita inquietudine e qualcosa di simile al disgusto. Con quell'aspetto trasandato e quel trucco sbavato Ambra non è altro che una squallida puttana. Ma l'apparenza non inganna più di tanto, in fondo Ambra puttana lo è; negli ultimi tempi in particolar modo, solo, non è squallida. Questo mai. Ambra deve essere Ambra, deve esserlo in ogni momento. Sempre rivolgerà a tutti quel suo sguardo sprezzante e sorriderà con quel sorriso che più pare un ghigno di soddisfazione. Ambra ora è rivoltante.
"... Lotte?" sussurra Ambra. Le parole si formano sulle sue labbra ora troppo opache e bianche, prive di rossetto. Rivoltante. "Ti senti bene? Sicura di riuscire a guidare?" domanda con quel tono così tipicamente da Ambra. Sembra che domandi, mentre in realtà chiede più una conferma, appare preoccupata, ma in realtà è più un tono di sfida come se non la ritenesse capace di far ciò.
"Che aspetto orribile che hai!"
Ambra assottiglia gli occhi e scosta la sua mano con un colpetto. Irritata dal commento sul suo aspetto. "E chi vuoi che veda?" risponde.
"Se ci fosse qui Castiel ti comporteresti diversamente" pensa con rabbia Charlotte, accorgendosi che, forse per colpa dell'alcool ancora in corpo, non è riuscita a tenerlo per sè il pensiero.
"Fottiti Charlote. Fottiti." sussurra Ambra. Arrabbiata, si gira battendo forte i tacchi sul cemento e producendo due tonfi acuti uno dopo l'altro; successivamente giungono quasi immediatamente altri due tonfi e quando sembra che il quinto tonfo sia prossimo, arriva un nuovo suono, non fa più ton, ma tin. È un tinfo che scatta improvvisamente e imprigiona il tonfo in un suo arto.
Charlotte ha la guancia sinistra che sfiora quella destra di Ambra e il petto premuto contro la schiena. I tacchi di Ambra sono vicinissimi ai sandali di Charlotte. Il braccio sinistro di Charlotte è rimasto incastrato tra i loro corpi ed impedisce che essi aderiscano completamente. Le due ragazze sono alla stessa altezza e se si girassero sarebbero perfettamente allineate in ogni parte del loro corpo.
Rimangono così per qualche secondo. Ambra si sente confusa, Charlotte questa sera deve aver esagerato anche lei con l'alcool e se così è, forse è meglio che chiamino tutte un taxi. Lei non ha la patente, An è ubriaca e Charlotte non è in sè; almeno in questo modo evitano un incidente e lei non desidera morire per una precauzione non presa. Sì, forse faranno così. Prima però deve cercare di capire cos'abbia Lotte. E' la prima volta che reagisce in questo modo. Qualche problema a casa? A scuola sicuramente no; con lei come sua amica, nessuno potrebbe pensare di prenderla di mira. Prima dovrebbero affrontare lei e lei non si fa battere tanto facilmente. Ma se è un problema di famiglia, perché non le ha detto niente quando si erano incontrate all'inizio serata? Da quando non dice subito quel che le passa per la testa? E' strano! Charlotte non tace mai su niente e non le risparmia nessuna critica o rimprovero. Detesta ammetterlo ma la Charlotte di questa sera la teme. Si comporta troppo diversamente dal suo solito che lei non riesce a capire come debba comportarsi con lei o come debba reagire. Anche ora, o poco fa, che l'ha bloccata con un braccio e stretta al suo corpo. Ed ora non accenna a fare nessuna mossa a parte fare profonde inspirazioni ed espirazioni, come se stia cercando di calmarsi.
"Sicura di guidare? Chiamiamo un taxi per farci portare a casa tua e riprendiamo la tua macchina domani."
Charlotte pensa che la soluzione proposta da Ambra sia perfetta. Infatti, pur non sentendo molto gli effetti degli alcolici, non sente di avere la testa abbastanza lucida per poter guidare. Le sembra, ogni tanto, di sentir la testa girare. Alle volte sembra che stia dondolando. E avverte delle fitte intense che dall'estremità del capezzolo attraversano l'epidermide del seno generando un dolore che le fa stringere i denti e aggrottare la fronte, poi le fitte si disperdono in una qualche cavità del torace e forse è per questo che ha il ritmo cardiaco accelerato. Colpa delle fitte. Che stia sviluppando una qualche forma di tumore? No, non vuole pensarci. Non ha senso! Lei è giovane, deve essere qualcos'altro o forse è solo la sua immaginazione. Anche se, e ne è sicurissima, le fitte sono reali. Così come è reale la fastidiosissima coda di Ambra. Lei sta meglio con i capelli sciolti. Ambra è Ambra se ha una massa morbida e profumata alla vaniglia di capelli che le incorniciano il viso e che mettono in risalto gli occhi di quella tonalità imprecisa tra il verde delle foglie degli alberi in primavera, quando stanno germogliando e l'azzurro-verde di quelle acque oceaniche dove si intravede il fondale marino. Fondatamente Ambra ha gli occhi verdi, ma definirli solo verdi sembra sciocco. Così spesso, tra di sé, li ha denominati gli occhi di Ambra, perché solo Ambra ha degli occhi di questo colore. E Ambra deve avere anche le labbra perennemente lucide di rossetto.
"Resta ferma, devo fare una cosa" dice mentre lascia il polso dell'altra ragazza "Dammi la tua borsa" ordina.
"A che ti serve?" chiede perplessa.
Charlotte prende la Chanel bianca e vi fruga dentro alla ricerca del pacchetto di salviettine struccanti. Ne prende una.
"Chiudi gli occhi" dopodiché inizia a passare la salviettina sulle labbra di Ambra, piano e leggera, ma tante e tante volte per cancellare le tracce di baci appassionati e forse qualcos'altro di più. Quando crede che il risultato sia soddisfacente, fruga nuovamente nella borsa e ne trae un rossetto. Toglie il tappo.
"Apri la bocca" delicatamente preme il rossetto sulle labbra e segue la linea delle labbra inferiori. Quando arriva alla fine, riporta il rossetto al centro e da qualche colpetto, rendendo il colore più vivido lì. Sulle labbra superiori passa velocemente il rossetto e non si sofferma ulteriolmente. Cerca nella borsa e trova la matita per labbra. E' tentata a utilizzarla, ma teme di fare un brutto lavoro, così lascia perdere e si mette alla ricerca del gloss.
Ecco, ora Ambra è un po' più Ambra. Pensa osservando il suo volto. Manca ancora una cosa, però.
"Tieni, prendi" dice restituendo la borsa.
Allunga la mano e scioglie i capelli liberandoli. Immediatamente qualche ciocca va ad incorniciare il suo viso. Completamente immerge le mani nella chioma. E si vergogna di sè stessa e delle sue mani. Sente la morbidezza dei capelli di Ambra in netto contrasto con i palmi e i polpastrelli ruvidi e secchi suoi. Si fa fretta e sistema la chioma al meglio delle sue capacità.
Si conoscono dalle scuole elementari e in tanti anni di amicizia, questa è la prima volta che ha di fronte una Charlotte così. Ma pur non capendo il perché di questo suo atteggiamento, Ambra non accenna a fermarla. E comunque, sta solo aiutandola a truccarsi. Certo, la scoccia non poco perché lei di certo non ha bisogno di aiuto in questo. E poi a quell'ora di notte non ne vede il motivo, presto ritorneranno a casa e andranno a letto. Ovviamente, sarebbe cosa ben diversa se per strada incontrasse Castiel o qualche bel ragazzo, in questo caso ringrazierebbe Charlotte. Comunque, non è che la cosa la disturbi più di tanto e se aiuta Charlotte a ritornare in sè... tanto vale lasciarla fare. Ma poi si sarebbe vendicata un po' per questo suo tono autoritario e questi ordini che continua a darle. Lei non si fa mettere i piedi in testa da nessuno!
"Dai, vieni, raggiungiamo An che ormai starà sbuffando di rabbia." dice Charlotte alla fine '' e forse dovrei ascoltare An... ''
Sul serio, l'indomani si sarebbe vendicata un poco.
Lei è Ambra e non accetta ordini!






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