My life would suck without you

di rebelle_fleur123
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Epilogo ***
Capitolo 30: *** Cast and Special Thanks ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


"Andiamo Viv, non c'è alcun modo di convincerlo?"
La voce squillante di Allison parlò dall’altro capo del telefono.
"Lo sai Ally, quando mio padre si mette in testa una cosa non c'è verso di fargli cambiare idea!"
Rispose Viv stendendosi sul letto di camera sua tenendo bloccato il cellulare tra un orecchio e il materasso.
"Ma è assurdo!Avevamo programmato tutto per questa vacanza e solo perché non vuoi andare al college devi rinunciarci?"
Obiettò ancora la voce, più che arrabbiata, della sua migliore amica;
"Ho tentato di tutto ma è stato irremovibile!"
Le disse con tono dispiaciuto.
Allison a quel punto si rassegnò e smise di lagnarsi:
"D'accordo, ho capito e mi dispiace per te...non sarà facile andare d'accordo con tuo padre e quei cinque mocciosi."
Constatò, poi.
"Già…"
 Si limitò a dire la ragazza, per poi salutarla e riprendere a fare i bagagli.
Viv, o precisamente Raviva Davis era figlia di Ray Davis, un uomo amabile, rispettabile ed, il più delle volte, tranquillo.
Del resto, anche Raviva aveva sempre pensato quelle cose di suo padre, o almeno fino a quell’estate.
La ragazza, pur avendo diciotto anni e facoltà mentali che le permettessero di decidere da sola, si era vista imporre da suo padre di passare le vacanze estive con lui.
Ora, non sarebbe stata una tragedia se non avesse già organizzato un viaggio on the road in Italia con i suoi migliori amici e se suo padre non fosse stato il manager di cinque ragazzini, a suo avviso, viziati e stupidi, famosi col nome di One Direction.
Lui li aveva seguiti fin dalle origini, quei cinque.
Era spesso in viaggio con loro e li aveva portati al successo così come le loro carriere avevano aiutato suo padre a fare soldi a palate.
Le discussioni erano iniziate quando, una volta terminato il liceo , al momento di mandare la richiesta per quello che secondo Ray sarebbe stato il miglior college per sua figlia, Viv si era opposta asserendo che avrebbe aspettato ancora un po’ prima di prendere una decisione così importate per il suo futuro.
In realtà, non sapeva se davvero avrebbe voluto passare i migliori anni della sua gioventù in un college, a studiare, lontano dalla sua adorata città, dai suoi vecchi amici e dalle feste a cui erano soliti partecipare. Fatto sta, che quella decisione le costò una favolosa vacanza.
Le parole del signor Davis erano state esattamente queste: ‘Visto che hai deciso di essere una sconsiderata e non pensare al tuo futuro lavorativo, verrai con me e con i ragazzi nel loro mini tour estivo e tenterai di fare qualcosa di buono per te, imparerai il mio mestiere.’
La ragazza ancora ricordava il tono austero di suo padre nel dire quella frase, cosa che di certo non lo rappresentava data la sua indole giocosa. Suo malgrado, dovette accettare, per il semplice motivo che non le aveva dato scelta, le aveva tagliato tutti i fondi.
 Aveva cercato di non abbattersi, di tirarsi su cercando di trovare un lato positivo a quella cosa, ma non ne trovò.
Niente di tutto ciò sarebbe stato divertente, positivo o rilassante per lei.
Doveva solamente rassegnarsi ed accettare la triste e crudele realtà.
Ormai, era vestita e con la valigia pronta.  
Guardò un'ultima volta dalla finestra di camera sua prima di spegnere la sigaretta nel posacenere e tirare un respiro profondo.
Londra era magnifica da quella visuale, le sarebbe sicuramente mancata.
Viv si guardò un’ultima volta allo specchio, contornò i suoi occhi scuri con una linea sottile di matita nera e poi spazzolò i lunghi capelli color miele.
Tirò un sospiro.
Prese le valige e si avviò alla porta d'ingresso per poi salire sul taxi dove suo padre l’aspettava già con impazienza guardando senza sosta l'orologio.
"Finalmente!Sei la solita ritardataria, i ragazzi saranno già in aeroporto."
La rimbeccò l’uomo che era seduto sui sedili posteriori dei passeggeri.
Senza rispondergli, la ragazza roteò gli occhi al cielo e mentre l’auto si accingeva a partire pensò:
Sarà un'estate molto lunga.







 
CIAO A TUTTI!
Probabilmente a qualcuno non sarà del tutto nuova questa ff, 
questo perché avevo già pubblicato qualche capitolo mesi fà ma poi 
fui costretta ad eliminarli per mancanza di tempo.
Ebbene, la storia è terminata. 
Se anche questa volta mi darete fiducia e avrò riscontri positivi
la pubblicherò tutta in modo graduale!
Questo è solo il prologo, appositamente breve.
Vi assicuro che più la storia andrà avanti e più diventerà
profonda e carina, a mio avviso!
Ciao a tutte... vi lascio col primo capitolo!

RebelleFleur

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


“Viv, sveglia!Siamo arrivati.“
La ragazza sentì la voce di suo padre e la sua mano picchiettarle la spalla più volte.
Aprì lentamente gli occhi per poi mettere a fuoco i cinque ragazzi intenti a scendere in fila dal loro aereo privato e suo padre che, da buon manager qual’era, gli dava delle raccomandazioni.
Aveva conosciuto Harry, Liam, Louis, Niall e Zayn poche ore prima, all’aeroporto di Londra. Poche parole, nulla di più, poi era salita in aereo e si era addormentata con l’ipod nelle orecchie fino a quel momento.
Una volta alzatasi dal suo sediolino, vide suo padre farle cenno con la mano di muoversi ed obbedì con una smorfia contrariata sul volto.
Prese i  suoi bagagli senza voglia e si avviò verso il taxi.
“Andiamo, non puoi avercela con me per tutta l’estate, vedrai che ti divertirai e poi i ragazzi staranno in un altro hotel, anche se a pochi passi da noi, così non sarai costretta a vederli sempre.”
Disse suo padre, insieme al quale condivideva il taxi, quasi giustificandosi.
“Oh che sollievo papà!”
Rispose sua figlia con tono ironico ponendo fine a quella conversazione che la stava innervosendo non poco; infilò le cuffiette nelle orecchie e prese a fissare il vuoto oltre il finestrino dell’auto che camminava da mezz’ora ormai.
 
 

Domani ci saranno le prove, mi farebbe piacere se assistessi!”
Gridò il signor Davis dalla sua camera d’albergo posizionata proprio di fronte a quella di sua figlia, entrambe ancora con le porte aperte.
La camera che il padre della ragazza aveva prenotato per lei non era poi tanto male, sarebbe stata la sua tana per quei giorni che, già sapeva, sarebbero stati interminabili. C’era un letto matrimoniale, un tv al plasma enorme, un armadio, una cassettiera e un bagno con tutto il necessario ma il pezzo forte era la terrazzina che dava su un viale molto carino di Parigi, posto perfetto per leggere un buon libro in compagnia dell’unica amica che le era rimasta in quel frangente:la sigaretta.
“Verrò, ma non assisterò a un bel niente!Mi limiterò ad aspettarti fuori, visto che qui non conosco nulla e nessuno!”
Viv gli rispose inacidendo un po’ il suo tono di voce.
Buonanotte.”
Si limitò a dire suo padre e poi chiuse la sua porta così come la ragazza.
 
 


 
“Ehi signorina, lo sa che qui è proibito fumare?”
Una voce alle spalle di Raviva interruppe la sua pausa mentale e la costrinse ad avere una conversazione di primo mattino con un essere vivente.
“E lei perché non si fa gli affari suoi?”
Rispose girandosi bruscamente e ritrovandosi di fronte un ridente Zayn.
“Non è divertente!”
Disse ritornando alla sua posizione iniziale con fare annoiato.
“Oh,sì che lo è!”
Il moro la prese ancora in giro accendendo anche lui una sigaretta e posizionandosi al fianco della ragazza.
“Wow!Il moccioso fuma!Non me lo sarei mai aspettata!”
Viv rise leggermente ricambiando con la stessa moneta.
“Nemmeno tu sei divertente …”
Le rispose Zayn inspirando e poi espirando il fumo della sua sigaretta.
“Cosa vuoi?”
Chiese la bionda già stufa di quella conversazione senza capo né coda.
“Tuo padre ti cerca, vuole che entri dentro.”
“Digli che sono qui e ti ammazzo.”
Zayn sorrise:
Mmm, vediamo, mi tratti male e poi mi chiedi un favore, facciamo così:non dirò a tuo padre che  sei dietro la porta d’emergenza a fumare se tu stasera accetti di fare un giro per Parigi con me.”
La faccia di Zayn  era soddisfatta e compiaciuta per l’idea che aveva appena avuto.
“Questo è un ricatto bello e buono!Non uscirò con te Zayn, ho una reputazione da mantenere!”
Raviva gli rispose a tono com’era solita fare con chiunque.
“Oh, d’accordo, allora vado ad avvisarlo, ciao ciao Viv!”
Le fece un occhiolino e si avviò verso la porta d’emergenza ma fu bloccato dalla ragazza:
“Hei Hei aspetta… ok, uscirò con te stasera se proprio ci tieni ma tu lo sai,vero, che dovrai passare prima sul corpo di mio padre?”
“Consideralo già fatto, ci vediamo alle 11!”
Zayn la salutò mostrandole un sorriso quasi perfetto e si dileguò dietro la porta.

Suo padre, da quando aveva divorziato da sua madre, era più protettivo nei suoi confronti, forse perché Viv era la sua unica figlia e due anni fa prese la decisione di restare a vivere con lui anziché con la madre suscitando in lui un senso di protezione spropositato. Fatto sta che non avrebbe mai lasciato che Zayn Malik uscisse con la sua “unica”, “pura” e “dolce” figliola … o almeno credeva, visto che poco dopo venne sconvolta dal sapere il contrario.
La ragazza era furiosa, adesso era costretta a vestirsi e pettinarsi in modo carino per un tizio che nemmeno sopportava.
Dannato Zayn, pensò!
Decise comunque di tenere sciolti i capelli miele e contornare con poco trucco gli occhi scuri, inoltre decise che le sue gambe abbronzate meritavano di restare scoperte.
Erano le 11 in punto quando Zayn bussò alla sua stanza d’albergo. Quando aprì e se lo ritrovò davanti non poté fare a meno di pensare che fosse davvero carino. E lo stesso pensò il moro nel vedere quella ragazza fasciata da quel vestitino che metteva in mostra le sue curve proporzionate.
Dai, muoviti, andiamo!”
Lui fu il primo a parlare interrompendo il loro fissarsi a vicenda.
“Ma che maniere Malik!”
Si lamentò Viv.
“Andiamo, non te ne pentirai.”
Le ribadì con tono deciso.
“E va bene.”
 Alzò le spalle, arrendendosi.
Camminarono per circa una ventina di minuti durante i quali riuscirono a conoscersi meglio.
Raviva si accorse che il carattere di Zayn forse non era poi tanto male e lo stesso valeva per quest’ultimo che trovava la compagnia della ragazza davvero piacevole.
Si fermarono in un buco, più che un bar, gremito di gente. E, una parola tira l’altra, i due iniziarono a fare a gara a chi avrebbe bevuto per primo 3 bicchierini di vodka tutti d’un fiato.
Vinse Zayn, mandando su tutte le furie Raviva che odiava perdere in qualsiasi tipo di sfida. Non avendo intenzione di ubriacarsi, decisero comunque di uscire da quel locale.
Erano un po’ alticci e ridevano per un motivo sconosciuto ad entrambi.
Mentre Viv si accendeva una sigaretta, vide gli occhi del ragazzo che le camminava accanto illuminarsi, poi prenderle il polso ed iniziare a correre trascinandosela dietro.
“Svelta, mi sono ricordato di una cosa!”
Urlò con il fiato corto il moro.
In pochi minuti arrivarono di fronte all’imponente Torre Eiffel, rimanendo entrambi a bocca aperta.
“Wow, è davvero alta!”
Constatò Zayn.
“Ce l’hai il coraggio di salire fino all’ultimo piano?”
gli disse a mo’ di sfida Viv.
Zayn, che mai si sarebbe tirato indietro ad una sfida, non se lo fece ripetere due volte e si avviò verso l’ascensore.
Una volta arrivati all’ultimo piano i due si accorsero di essere soli.
Entrambi furono attirati ed incantati dal magnifico intreccio di luci e colori che si riusciva a vedere da quell’altezza.
E’ stupendo, non è vero?”
Il ragazzo dalla pelle ambrata le sussurrò d’un tratto spostando lo sguardo su di lei.
“Già”
Riuscì a rispondere solamente, mentre lui fece un passo verso di lei.
“E poi tu non sei così acida come vuoi dimostrare.”
Le sorrise.
“E tu non sei così stupido come può sembrare!”
Erano a pochi centimetri l’uno dall’altra e Raviva avrebbe scommesso che si sarebbero baciati se non fosse stato per quella voce che li interruppe:
”Ragazzi, l’edificio sta per chiudere al pubblico, vi prego di uscire.”
La guardia li invitò ad uscire dall’edificio e per un attimo lei ne fu felice. Che figura ci avrebbe fatto a baciare Zayn Malik? Beh, la figura della stupida, dell’ennesima conquista del cantante, di una ragazzina qualunque.
No. A lei Zayn non piaceva e ne sarebbe stata più che convinta se non fosse stato per il fatto che, una volta tornata in stanza, non fece altro che ripercorrere con la mente tutta la serata trascorsa insieme.
 






 
Ed eccomi qui col primo capitolo della storia!
Giuro che più andrete avanti e più sono sicura che vi appassionerete
ed affezionerete alla storia come ho fatto io!
('Beh, sei l'autrice', qualcuno potrebbe pensare!)
Fatemi sapere la vostra!
Good Niiight!

RebelleFleur

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Quella mattina, così come quella precedente, Raviva accompagnò suo padre allo studio dove i ragazzi avrebbero dovuto fare il sound-check. Quella volta però, restò fuori decisa a filarsela non appena suo padre fosse entrato.
“Stasera c’è il concerto, lo sai, no?”
Proprio mentre stava per scappare, quella voce alle sue spalle la bloccò facendola sobbalzare.
“Allora è un vizio quello di starmi sempre tra i piedi, ragazzino!”
Parlò senza nemmeno voltarsi avendo ormai imparato a riconoscere la voce  di Zayn.
“Ma allora hai una doppia personalità?Sono sconvolto!”
Il moro la prese in giro per poi sfilarle la sigaretta dalle dita e rubare un paio di tiri. Viv l’avrebbe rimproverato, ma proprio mentre stava aprendo bocca lui si volatilizzò oltre la porta.

Quella sera, la ragazza, avrebbe mangiato fino a farsi venire i mal di pancia e avrebbe guardato tre o quattro film nella sua camera d’albergo.
Così, decise di andare a prendere qualcosa da mangiare in una pasticceria lì vicino e chiamare quell’ingrata della sua migliore amica che ormai era in viaggio da due giorni con il resto del gruppo.
“Viiiiiiiv!!!”
Gridò Allison dall’altro capo del cellulare.
“Hey Ally come va?Che succede?”
“Nulla!Ci manchi Viv, non puoi immaginare quanto!Ci manca la nostra anima della festa!E poi Matt non fa altro che nominarti, non so ma credo che si sia preso una cotta per te!”
“Cooosa?Io piaccio a Matt?Perché proprio ora che non ci sono?Oddio che tristezza!!”
Piagnucolò sedendosi sui gradini all’ingresso della pasticceria.
Le due amiche parlarono ancora per un po’, poi, dopo aver fatto il pieno di stronzate varie, riagganciarono per permettere alla bionda di fare la scorta  di gelato e DVD.
Ormai erano le 19.00, così decise di avviarsi verso la sua camera.
Da due giorni si domandava dove fosse finita tutta la sua vitalità. Poi arrivò alla conclusione che gliel’aveva rubata suo padre insieme a quei cinque spilungoni che seguiva in capo al mondo ormai da due anni. Non che le dispiacesse, anzi … spesso restava sola a casa per la maggior parte del tempo visto che suo padre, devoto al suo lavoro, quando i ragazzi erano a riposo, seguiva vari gruppi emergenti in giro per l’Inghilterra.
Una volta rientrata in camera, tenne fede al suo programma per la serata.
Di andare a vedere il concerto non se ne parlava nemmeno e suo padre aveva rinunciato anche a convincerla.
Quando riguardò l’orologio era mezzanotte passata e pensò che il concerto ormai fosse finito.
Poco dopo, sentì due colpi alla porta ed immaginò fosse suo padre che volesse darle la buonanotte, così, controvoglia, si alzò per andare ad aprirlo ed inaspettatamente si ritrovò immersa in due occhi color nocciola ormai a lei familiari.
“E tu che ci fai qui a quest’ora?”
Viv domandò fingendosi infastidita.
Volevo passare a  salutarti, nulla di che!”
Le rispose Zayn con nonchalance.
“Bene, allora ciao!”
La ragazza fece per chiudere la porta ma Zayn la bloccò con un piede.
Dai Viv, per quanto vuoi continuare ancora questa farsa?So che ti piace passare del tempo con me!”
Disse il moro con tono altezzoso e pieno di sé che non fece altro che innervosire la bionda.
“E’ la convinzione che fotte la gente, Malik…”
Facciamo così,”
un sorrisetto furbo si formò all’angolo della sua bocca carnosa,
“adesso tu vieni con me ed a fine serata sono sicuro che vorrai baciarmi.”
Il ragazzo le lanciò l’ennesima sfida.
Tu sei fuori, sul serio!E’l’una di notte ed io sono in pigiama ed ho le infradito ai piedi e non verrò da nessuna parte!”
Rispose Viv con tono deciso.
“Oh, allora vedi che la mocciosa sei tu, Davis?
Zayn sorrise sapendo di aver colto nel segno con la sua ultima frase. Ormai aveva capito che la ragazza non avrebbe mai accettato di sentirsi dire quelle cose ed infatti la vide uscire e chiudersi la porta alle spalle.
“Allora?Andiamo, stupiscimi moccioso!”
“Lo farò!”.
I due, nonostante l’ora, presero un taxi, visto l’ abbigliamento poco consono di Viv.
Zayn fece fermare l’autista in un luogo che apparentemente non aveva nulla di speciale. Di fronte a loro incombeva solo l’altezza di un cancello antico.
“Avanti rammollita!Arrampicati!”
La voce di Zayn la risvegliò dal suo dormi-veglia portandola ad alzare la testa nel punto in cui lui si stava già arrampicando.
Tu sei impazzito”
La bionda farfugliò tra sé e sé posizionando un piede dopo l’altro lungo l’altezza del cancello in maniera alquanto goffa.
“Zayn, ti giuro che se non ne vale la pena tutta questa mia fatica ti becchi un pugno!”
Urlò, poi, isterica una volta arrivata all’altro lato del cancello.
“Shhh!”
Zayn la zittì con una mano davanti alla bocca e continuò a camminare lungo un sentiero facendole cenno con la mano di seguirlo.
Raviva si posizionò al suo fianco mentre lui iniziò a spiegarle sottovoce che quello era un parco pubblico che di notte restava chiuso e che probabilmente ci sarebbero stati dei guardiani.
Ecco, lo sapevo io che eri stupido!Adesso ci beccheranno. Non potevamo venirci domani mattina?Sarebbe stato uguale e non avremmo rischiato di passare una notte in caserma!”
“Di notte è tutt’altra cosa, guarda stesso tu…”
Le indicò con un dito alla sua destra. Quando la ragazza si voltò, vide una miriade di lucciole che sembravano danzare tra loro facendo riflesso nel  lago sul quale svolazzavano.
Rimase sconcertata dinanzi a quello spettacolo luccicante, era davvero fantastico.
Lui si sedette su una panchina lì vicino incitandola a fare lo stesso accanto a lui.
“Allora?Ti ho stupita vero?”
Zayn interruppe quel magico silenzio.
“Devo ammettere che te la sei cavata bene.”
Rispose lei, ricomponendosi.
Passarono altri minuti in silenzio beandosi di quello spettacolo al quale, sicuramente pochi, avevano avuto la fortuna di partecipare.
“Tanto lo so…”
Questa volta fui Viv ad interrompere il silenzio.
“Sai cosa?”
Domandò lui aggrottando la fronte.
“So perché mi chiedi di uscire sempre la sera tardi o addirittura di notte.”
Zayn rimase in silenzio attendendo che continuasse.
Tu sei fidanzato Zayn e non vuoi che qualcuno ci fotografi insieme.”
Disse la ragazza in una maniera assolutamente calma, abbassando un po’ il tono di voce.
Ma che diavolo stava combinando?Perché avrebbe dovuto interessarle una cosa del genere?E perché doveva sempre parlare a sproposito? Tanto lui non le piaceva, non era nulla per lei, quindi dov’era il problema?
Alzò gli occhi e vide la faccia di Zayn confusa che dischiuse la bocca per dire qualcosa:
“Viv, non è come sembra, io…”
“HEY!CHI VA LA'?”
Una voce roca da lontano lo interruppe.
“Muoviti Viv!Corri, è la guardia!”
Iniziarono a correre attraversando il parco fino a raggiungere il cancello d’ingresso. Raviva, intanto , aveva perso le infradito ritrovandosi scalza. Una volta superato il cancello, lei e Zayn si guardarono intensamente negli occhi per poi sfociare in una fragorosa risata.
Da quanto non rideva così tanto e così di gusto non lo ricordava nemmeno lei.
 
“Vieni, andiamo, ti porto in braccio fino all’hotel.”
Mentre si asciugava le lacrime per la risata, Zayn si accovacciò permettendole di salire a cavalcioni sulla sua schiena. Quello fu uno dei contatti più intensi che i due avessero mai avuto.
Comunque, riguardo a prima, dicevo..”
No, Zayn...”
Questa volta fu Viv ad interromperlo,
 “…non mi devi alcuna spiegazione. Non preoccuparti.”
Troncò così l’argomento, cercando di tenersi stretto quel briciolo di dignità che le era rimasto.
Restarono in silenzio per tutto il tragitto fino all’albergo. Era un silenzio strano, ma non imbarazzante anzi, ci stavano bene in quella situazione, si erano divertiti ed erano tranquilli.
Viv Aveva smesso di badare alle sue preoccupazioni di sempre, alle sue paranoie. Zayn aveva smesso di pensare al lavoro ed al fatto di essere una star, riuscendo ad essere se stesso con una persona che conosceva a malapena.
Quando la rimise giù, oramai erano vicino alla porta della stanza della bionda.
“Beh, è stato divertente, no?”
Le chiese ad un tratto.
“Sì, sono stata bene.”
Gli sorrise leggermente.
“Allora buonanotte Viv.”
“Buonanotte Zayn”.
Lui s’incamminò verso il lungo corridoio dell’albergo per raggiungere le scale ma ad un tratto il suono della voce della ragazza lo bloccò:
“Ah, a proposito Zayn, avevi ragione!”
Lui aggrottò la fronte, segno che non stava capendo quello che voleva dirgli, quindi Raviva continuò:
”Stasera ho avuto voglia di baciarti!”
Così, dopo aver detto la cosa più imbarazzante e umiliante della sua vita, chiuse la porta senza aspettare  una sua risposta o reazione.
Fece una doccia fredda e si rimise a letto cercando di pensare solo al fatto che l’indomani sarebbero atterrati nella mitica Madrid.
 




 
Alla fine non ho resistito ed ho messo anche quest'altro capitolo! :D
Fatemi sapere cosa ne pensate e se ne vale la pena pubblicare altro.
xoxo

RebelleFleur
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Raviva si ritrovava nella sua nuova camera d’albergo a Madrid.
Quest’ultima, così come l’hotel, era spettacolare. Sul retro aveva notato una piscina enorme nella quale avrebbe sicuramente fatto qualche bagno per occupare un po’ del suo tempo durante quell’indesiderata permanenza.
Il viaggio in aereo non era stato male, le aveva dato modo di conoscere meglio anche Louis, Niall, Harry e Liam. Doveva ammettere che si era sbagliata sul loro conto, erano dei ragazzi davvero simpatici e disponibili e non i soliti montati che aveva pensato fossero. Al contrario, invece, lei e Zayn non si erano scambiati molte parole dopo la sera precedente ma non aveva capito bene il perché. Pensò che forse era dovuto all’imbarazzo provocato dalla sua frase la sera prima o forse perché lui era semplicemente stupido e non si faceva molti scrupoli a non considerare più una ragazza dopo esserci uscito.
Infondo, lui era fidanzato e lei non poteva aspettarsi nulla. O meglio: non VOLEVA aspettarsi nulla.
Ormai, Viv non faceva più affidamento sui ragazzi e su ciò che cercavano di farle credere dopo la sua precedente esperienza amorosa finita nel modo più catastrofico possibile. Anche se l’aveva superata grazie al suo carattere orgoglioso, quell’esperienza l’aveva messa in guardia su ogni essere vivente di sesso maschile che si avvicinasse a lei.
Per due sere consecutive però Zayn era riuscito a farle abbassare la guardia, e lei non riusciva a capire come, visto che si conoscevano appena, ma l’aveva fatto ed ora si ritrovava a pensare al perché fosse così scostante.
Infondo, non c’era stato nulla di che, solo l’incipit di una possibile amicizia.
Quel ragazzo era un enigma e le stava facendo arrovellare il cervello dopo solo 4 giorni che lo conosceva.
Perciò, dopo essersi sfogata al telefono con Allison ed averle raccontato nei minimi dettagli i giorni precedenti, Viv decise che, in fondo, non ne valeva la pena pensarci troppo così si stese sul letto ad una piazza e mezzo della sua stanza e accese una sigaretta, rilassando i muscoli tesi del suo corpo.
Per la sua gioia, suo padre l’aveva avvisata che, dopo la tappa spagnola, le ultime cinque performance si sarebbero tenute in Inghilterra e ciò per lei era sinonimo di: casa, amici, feste, relax.
In realtà, non si aspettava che il tour sarebbe finito così presto ma Ray le spiegò che quello era un mini tour tenutosi per sondare il territorio al di fuori dell’Inghilterra per capire poi come organizzare il vero e proprio tour della band.
Pur non interessandole molto quelle spiegazioni, ne fu davvero felice.
Le mancava la sua migliore amica e non vedeva l’ora di passare qualche serata con lei ed il loro gruppo di amici all’insegna del cazzeggio totale. In quel modo, avrebbe dovuto sopravvivere a Zayn Malik solo per altri tre giorni.
Ce la poteva fare!Bastava solo evitare lui e il suo sorrisetto arrogante e tutto sarebbe filato liscio.
Proprio per questo, quella sera, s’impose di uscire da sola a fare un giro per la città.
Conosceva Madrid, ci era già stata l’anno prima con Allison e quindi non si sarebbe sentita del tutto disorientata come era capitato per Parigi.
Inoltre, si  ricordava di un bel locale dove servivano ‘chupitos’ tipici della zona e dove, chissà, avrebbe potuto fare qualche incontro interessante che avrebbe dato vitalità a quella giornata.
 
Erano le 6 del pomeriggio ormai e suo padre si era anche rassegnato a cercare di convincerla ad andare ad assistere alle prove dei suoi pupilli. Così, decise di indossare un vestito carino, scarpe basse e tenere fede al piccolo programma mentale che si era fatta poco prima.
Madrid era davvero fantastica, più di sera che di giorno. Le strade erano sempre stracolme di persone che si riversavano in bar, ristoranti e discoteche.
Viv prese la metro che la portò, a distanza di un anno, in Plaza Major, la pizza più movimentata del posto.
Prese a camminare ritrovandosi in quel bar che ricordava perfettamente. Ed ecco che dopo il secondo, il terzo e il quarto chupito, si ritrovò a ballare petto a petto con un ragazzo davvero carino. Quest’ultimo, davvero molto gentile, dopo un paio d’ore in cui avevano fatto conversazione e bevuto un altro po’, si offrì di riaccompagnarla in albergo, cosa che la ragazza accettò di buon grado vista l’ora.
Marcos, aveva un gran bel macchinone e Viv vi saltò su con un po’ di difficoltà visto il suo essere brilla.
“Bhe, bella macchina!”
Constatò per rompere il ghiaccio.
“Grazie, ci faccio salire solo le belle ragazze come te!”
Rispose, ammiccando, il biondino seduto alla sua sinistra.
Viv odiava i tipi come quello. Non sopportava quelle battutine così stolte e di basso livello per tentare di fare il brillante. In una situazione normale non avrebbe continuato a stare in macchina con lui per un altro minuto. Ma, viste le circostanze, l’imponente quantità di alcool presente nelle sue vene ed il fatto che non avrebbe camminato a piedi nemmeno a pagarla oro, sforzò un sorriso in sua direzione.
“Allora, Viv giusto?Il diminutivo di quale nome sarebbe?”
“Raviva.”
Rispose senza pensarci più di tanto, sapeva che le persone non potevano capire quel nome che sua madre aveva scelto per un motivo ben preciso. Così, per non subire sempre le solite domande, qualche anno prima Allison aveva deciso di iniziare a chiamarla Viv e lei ne era stata felice.
“Bel nome.”
Si limitò a dire Marcos, senza fare ulteriori domande visto che oramai erano arrivati fuori al cancello d’ingresso dell’albergo.
Il ragazzo scese dalla macchina e con un gesto di galanteria le andò ad aprire la portiera per permetterle di scendere. Così, dopo essersi assicurato che si fossero scambiati i numeri, se ne andò lasciandole un bacio a fior di labbra davvero molto casto. Viv, che a stento si reggeva in piedi, lo lasciò fare convinta del fatto che non l’avrebbe più chiamato né tantomeno rivisto.
Prima di salire in camera, la ragazza, decise di passare dalla piscina, azione forse dettata dall’alcool visto che poi tolse il vestitino che indossava e si tuffò in acqua in intimo senza nemmeno pensarci troppo.
La piscina era in assoluta penombra ma il suo cuore perse un battito quando si accorse che non era sola.
“Hey…”
Disse la figura all’altro lato della piscina che la bionda riconobbe solo dopo che parlò.
“Oh, ciao.”
Salutò Zayn tentando di non apparire brilla ma con scarsi risultati visto che lui le domandò:
”Quanto hai bevuto?”
Con un sorrisetto sul viso quasi a volerla prendere in giro.
Un po’…
Gli rispose,
“…ma non sono affari tuoi!”
Continuò con tono stizzito.
Non c’è bisogno che ti scaldi tanto!”
Disse il moro staccandosi dal bordo al quale era appoggiato ed iniziando a nuotare verso la ragazza.
“Bel completino di pizzo!”
La stuzzicò lasciandosi scappare una risata,
L’ha visto anche il tuo amichetto che ti ha riaccompagnata qui?”
“Per caso sei geloso, Malik?”
Viv rispose con un sorrisetto beffardo sulla faccia.
“Oh, no Davis, pura e semplice curiosità. Sai, sembravate molto intimi quando vi siete salutati perciò ho pensato che anche lui si fosse beato dello spettacolo del tuo corpo come me in questo momento.”
“Geloso ed anche maniaco…mi sto iniziando a preoccupare!”
Rispose Raviva prima di buttarsi con la testa sott’acqua quasi come per volersi rinfrescare il cervello per tutte quelle cose che Zayn le stava dicendo solo per farla innervosire.
Quando risalì a galla, se lo ritrovò a pochi centimetri dal suo corpo e quasi non le venne un colpo nel ritrovarsi immersa nei suoi occhi nocciola e in quelle labbra carnose curvate verso l’alto.
Non avrebbe mai pensato che un ragazzo potesse farle quell’effetto. Ed invece eccola lì, imbambolata di fronte a quel ragazzo.
Stava per distogliere lo sguardo da lui quando le chiese, sussurrando:
” Hei Viv, posso fare una cosa?”
Cosa?”
Chiese di rimando la ragazza guardandolo dritto negli occhi.
Zayn si avvicinò a Viv oltre il limite stabilito mentre lei si pietrificava, poi, le loro labbra si toccarono.
In un primo momento, la ragazza osservò ad occhi spalancati il volto del moro fin quando non si ritrovò a ricambiare quel bacio, lingua contro lingua.
Quello sì che era un bacio, pensò Viv, non come quello avuto pochi minuti prima da quel Carlos, Pablos o come diamine si chiamava.
Il bacio si stava facendo ancora più intenso, le mani di Zayn chiedevano di più ed anche lei voleva di più ma iniziò a sentirsi strana:la testa le girava così come lo stomaco. Aveva bevuto troppi chupitos!
Così, si staccò da quel bacio e, senza dire una parola, uscì dalla piscina raccogliendo i suoi vestiti di corsa e salendo in stanza ancora incredula.
Aprì l’acqua fredda della doccia con la speranza di risvegliarsi da quello che pensava fosse un incubo, ma non accadde. I suoi pensieri erano ancora lì che andavano a sbattere contro le pareti del suo cervello causandole un forte mal di testa.
Aveva ceduto, non doveva succedere.



 

RebelleFleur

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Il mattino dopo Viv si svegliò con un assurdo mal di testa.
Aveva vari flashback davanti agli occhi: lei al locale, lei in macchina con quel Marcos, lei in piscina e lei che baciava Zayn.
Cosa? I suoi pensieri si bloccarono all’ultimo ricordo:lei e Zayn che si baciavano. Era incredula.
Si domandò perché non avesse fatto nulla per impedirglielo e soprattutto per quale assurdo motivo lui avesse pensato di baciarla dopo averla evitata per tutto il giorno.
Viv si sentiva presa in giro. Non viveva in un altro mondo, sapeva che lui era fidanzato con una cantante di cui poco le interessava il nome. Allora perché fare un gesto così avventato?Così fuori luogo …
Mentre il suo cervello si poneva tutte quelle domande, qualcuno bussò alla porta interrompendo il suo soliloquio.
“Viv, finalmente ti sei svegliata!Pensavo fossi svenuta quando stamane ti sono venuto a svegliare e tu non hai dato alcun segno di vita!”
Disse l’uomo brizzolato sulla soglia della porta, aggrottando di poco la fronte.
“Buongiorno a te, padre!”
Rispose la ragazza con la voce di chi è ancora in fase di  risveglio.
Buongiorno un cavolo, figlia!Sono le tre del pomeriggio. Non so a che ora sei rientrata in stanza e non voglio nemmeno saperlo ma ti ricordo che ti ho proibito di andare in vacanza con i tuoi amici per una ragione precisa e tu, come al solito, fai di testa tua.”
Suo padre le fece quella ramanzina senza alzare la voce, era raro che lo facesse, soprattutto con sua figlia. Ma, conoscendolo, riusciva a distinguere i momenti in cui poteva rispondergli a tono e i momenti in cui doveva solo annuire per impedire che andasse avanti in eterno.
Quella volta, si limitò semplicemente ad annuire.
“Stasera i ragazzi sono in concerto, domani mattina potrai ritornare a casa. Ti lascio un pass nel caso in cui tu impazzisca e decida di venire ad assistere allo spettacolo. A più tardi.”
Così, porgendole il cartellino rosso, se ne andò.
Viv si rigirò quel pass tra le mani più e più volte, pensando con quale faccia si sarebbe  presentata dietro le quinte del concerto dopo quel bacio. Quindi, era già più che assodato che non ci sarebbe andata.
Decise di fare una doccia ed andare da Starbucks per un doppio frappuccino e uno di quei biscotti al cioccolato e caramello che hanno solo loro:quello sarebbe stato il suo pranzo.
Il fato volle che, seduto ad uno dei tavoli, c’era un ragazzo dalla testa riccioluta meglio conosciuto col nome di Harry Styles.
Non ritenendosi una ragazza dai discutibili costumi, si avvicinò al tavolo per salutarlo.
“Hey Harry, ciao!”
Il ragazzo si girò in direzione della ragazza.
“Viv!Anche tu qui?Sei sola?Siediti con me!”
La incitò il biondo con un sorriso che andava da un lato all’altro del viso.
“Oh, ok.”
La bionda accettò l’invito di buon grado ricambiando il sorriso.
Allora, come mai a quest’ora non stai provando?”
La ragazza tentò di fare conversazione.
“Vedi, a dispetto di ciò che pensano le fan di noi e cioè che siamo degli Dei e cose simili, siamo umani ed anche noi abbiamo bisogno di una pausa e di un caffè!”
Viv sorrise a quell’affermazione pensando a quanto fosse faticoso il loro lavoro anche se in realtà non sembrava affatto.
Siete pronti per il concerto di stasera?”
Domandò poi, chiedendosi se invece da un momento all’altro sarebbero sbucati fuori anche gli altri –Zayn compreso- e lei non avrebbe saputo come comportarsi.
“Sì, siamo carichissimi come sempre. Dopo il concerto diamo anche una piccola festa nella nostra suite, nulla di particolare o di formale. Se ti va puoi unirti a noi, ci farebbe piacere.”
Harry sfoggiò un altro dei sui sorrisi smaglianti nel farle quell’invito.
Diciamo che se proprio alla tv non daranno nessun film che mi appassiona, verrò!”
Gli fece un occhiolino nel momento stesso in cui si alzava dalla sedia per scappare da quel luogo.
Oltre ai suoi amici, nessuno era abituato alle rispostine acide e scomode ma al contempo giocose di Raviva, ma Harry capì che scherzava e le sorrise salutandola.
Ovviamente, non le andava di dare conferma immediata al suo invito; prima di decidere, ci avrebbe dovuto pensare bene, valutare delle cose… ad esempio come comportarsi con Zayn, se fare finta di non ricordare nulla, se scherzarci sopra magari anche con qualche battutina oppure fare finta che non fosse proprio accaduto. C’era anche da dire che il suo programma per la serata non era molto allettante, non avrebbe fatto nulla tranne leggere un libro e fumare sigarette rinchiusa in quella stanza d’albergo.
 
 
Dopo un pomeriggio passato tra le strade ed i negozi di Madrid ed il caldo infernale visto che era il tredici di agosto, la ragazza decise di andarsi a rintanare nella sua stanza con l’aria condizionata a palla.
Purtroppo, anche dopo la sua lunga passeggiata che sperava le avrebbe portato consiglio, i suoi dubbi riguardo al da farsi su quella sera non erano ancora spariti, così fece un errore madornale: chiamò Allison per spiegarle la situazione.
“Tu stai scherzando vero, Viv?Non vai a quella festa solamente perché quel bellissimo ,ma stupido ,ragazzo di Malik ti ha baciata?Sei da ricovero!Dov’è andato a finire tutto il carattere della mia migliore amica?Avanti sono le 11, vestiti al volo, anzi no, mettiti il vestito più corto e sexy che hai e vai in quella cazzo di stanza a quella fottuta festa!”
Allison aveva iniziato a parlare come una macchinetta, senza sosta e senza aspettare nemmeno che la sua amica le rispondesse. In effetti, aveva ragione, Viv non si era mai posta tutti quei problemi per i ragazzi. Anche se Zayn, doveva ammetterlo, era tra i più strani con cui aveva avuto a che fare.
Le parole di Ally l’avevano gasata, e non poco, così decise di seguire il suo consiglio. Sicuramente i ragazzi già avevano dato il via alla festa ma non le importava, prese a prepararsi con calma, indossò un vestitino nero attillato e un paio di tronchetti di pelle neri ai piedi con un tacco nella norma. Uscì dalla sua stanza e si diresse all’ultimo piano dell’albergo, dove alloggiavano i ragazzi: la suite.
Bussò alla porta e dopo appena 5 secondi qualcuno le aprì e senza nemmeno darle il tempo di riconoscerlo le si fiondò addosso abbracciandola. Una volta riuscita a distaccarsi da quella ventosa umana che emanava un odore di alcool allucinante, poté constatare che era Liam.
Aveva sempre pensato che fosse il più affettuoso e coccolone del gruppo ma non fino a quei livelli.
“Viiiiv!Sei qui!Non ci speravamo più ormai!”
Gridò, dall’altro lato della stanza, Harry sporgendosi col corpo verso sinistra,
“Beh , sai Harry, i programmi alla tv di questi tempi sono una vera e propria schifezza!”
Gli rispose la ragazza ironicamente, ricordando la conversazione avuta quel pomeriggio.
 “Entra, avanti!”
Un po’ in imbarazzo si addentrò in quella suite grande quanto una casa e sfarzosa quasi quanto una reggia.
Li osservò ad uno ad uno:Harry, Liam, Niall, Louis, ragazza sconosciuta numero 1, ragazza sconosciuta numero 2, ragazzo sconosciuto numero 3.Lui mancava, tirò un sospiro, un misto tra dispiacere e sollievo.
Si inoltrò nella stanza ed Harry si raccomandò di presentarle tutte le persone presenti che non conosceva, anche più di una volta, visto il suo stato non del tutto lucido.
Era mezzanotte e lei era ancora sobria ed era ad una festa, doveva assolutamente rimediare!
“Louis, versami da bere!”
Chiese, anzi ordinò a Louis che, poverino, si ritrovava vicino a lei accanto al tavolo degli alcolici.
Lui obbedì, porgendole il bicchiere.
E’ buono!Ci sai fare!”
Constatò Viv, iniziando a sorseggiare il suo drink.
Non voleva esagerare per quella sera, non voleva fare brutta figura con persone che conosceva a malapena. Infatti, prese il secondo drink solo dopo mezz’ora.
Quegli ultimi trenta minuti li aveva passati a divertirsi con le battute squallide di Niall e le facce buffe che facevano gli altri tre per assecondarlo.
Verso la fine della serata era seduta su una sedia posta vicino ad un tavolino, fumava una sigaretta, mentre con la mano sinistra girava e rigirava la cannuccia nel bicchiere pieno per tre quarti di vodka.
Di Zayn nemmeno l’ombra.
“Hey Viv, che c’è?Ti è morto l’uccellino?”
Un’altra battutaccia di Niall interruppe la sua ricerca del senso della vita in quel liquido trasparente.
Prima che potesse rispondere, la porta della stanza si aprì facendole intravedere uno Zayn mano nella mano con una ragazza dai capelli gialli e il mascherone di trucco sul viso.
A primo impatto, Raviva pensò fosse un’animatrice ingaggiata per movimentare la festa, di quelle che si vestono e truccano come i pagliacci con lo scopo di farti ridere. Ma si dovette ricredere quando la ragazza le porse la mano e le venne presentata come:Perrie, la ragazza di Zayn.
Prima di ricambiare il gesto con la mano, Viv bevve in un solo fiato tutto il drink, dopodiché si alzò dalla sedia e le disse:
“Ah Perrie, la fidanzata di Zayn, certo. Allora ti ci vorrà un in bocca al lupo davvero grosso.”
Così, dopo aver lanciato un’occhiata bruta al diretto interessato, si avviò verso la porta.
“Beh, bella festa ragazzi, ma a questo punto io vado. Ci vediamo.”
Si congedò in quel modo vedendo Liam fare un passo in avanti per cercare di fermarla ed Harry che lo bloccava per il polso scuotendo la testa.
Arrivò nell’ascensore con il sangue che ancora le ribolliva nelle vene tanto che al chiudersi delle porte si ritrovò seduta per terra a cercare di fermare il cuore che quasi esplodeva per l’adrenalina.
Se ne ritornò in stanza, appuntandosi mentalmente che non avrebbe dovuto mai più seguire i consigli di Allison in futuro.
Fortuna che l’indomani l’aereo l’avrebbe riportata a casa e non sarebbe stata più costretta a stare in quella gabbia di matti.




 
Ta Daaaan!
Ho aggiunto due capitoli nel giro di pochi minuti, tutto ciò grazie
a: Lostinchoco_light che ha recensito tutti i capitoli precedenti e
a tutte le centinaia di persone che sono passate a leggere questa ff!
Vi ringrazio!
A presto... molto presto! ;)
xoxo
RebelleFleur
 
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


 
“Signori e Signore l’atterraggio è avvenuto con successo. Grazie per aver scelto di volare con la nostra compagnia.”
La voce metallica proveniva dall’altoparlante dell’aereo che Viv aveva preso per ritornare a Londra.
Nessun jet privato, nessuna classe privilegiata. Aveva scelto di viaggiare come tutte le persone normali con una compagnia aerea normale, in economy.
Non era pronta, né fisicamente né mentalmente, a sorbirsi due interminabili ore di raccomandazioni da parte di suo padre, visto che per circa due settimane lui sarebbe stato in giro per l’Inghilterra per ultimare il mini-tour dei One Direction. Ma soprattutto non era pronta per condividere un intero volo con Zayn e la sua biondissima fidanzata.
Meglio così, pensò la ragazza. Si sarebbe goduta almeno quei giorni di solitudine sostituendoli alla mitica vacanza che le era stata negata.
Erano stati dei giorni così strani e confusi. Non poteva credere soprattutto agli avvenimenti degli ultimi due giorni.
Durante quel volo di circa due ore aveva constatato che l’unica cosa più plausibile da fare era dimenticare tutto e ritornare alla vecchia e solita vita e agli amici di sempre. Quello non era un mondo che le apparteneva, non era un ambiente adatto ad una persona così impulsiva e lunatica come lei. Insomma, si sentiva il tipico pesce  fuor d’acqua.
Finalmente, tra un pensiero e l’altro, riuscì a recuperare anche il suo bagaglio. Passò attraverso la porta automatica dell’aeroporto e finalmente riuscì a rilassarsi, a prendere aria.
Pochi giorni fuori eppure Londra le era mancata.
In lontananza un clacson bussava ripetutamente emettendo un suono davvero fastidioso, quando finalmente il suo cervello lo associò alla macchina di Allison.
Le sue labbra si allargarono nel sorriso più sincero di quegl’ultimi giorni.
Allison!Brutta pazza!Sei venuta a prendermi fino all’aeroporto!?”
Urlò entusiasta Viv, avvicinandosi alla macchina rosso fuoco dell’amica.
“Raviva! brutta stronza!Non mi avevi nemmeno avvisata che ritornavi!Ho dovuto saperlo da tuo padre!”
Dopo aver sistemato il bagaglio sul posto dei passeggeri posteriore, la bionda strinse la sua migliore amica in un abbraccio.
“Avanti!Sgommiamo verso casa, stasera ti rivogliono tutti in pista Viv.Ci sei mancata troppo in vacanza e stanotte è l’occasione per te di recuperare. Si va in uno dei locali più esclusivi ed affollati di Londra:Il Pure.”
Ally era così contenta di avere di nuovo accanto la sua socia, la sua compagna di avventure nonché la sua migliore amica.
All’udire delle parole della rossa tinta che le sedeva accanto, a Viv si illuminarono gli occhi.
Il Pure, milioni di ragazzi per anni tentavano di avere un pass ma per alcuni rimaneva un sogno. E loro, invece, grazie al fratello di Ally, Josh, che faceva il pr da anni con una cerchia di clienti ormai esclusiva, potevano avere libero accesso a quel paradiso.
“Cavolo Allison, corri più che puoi!Ci vorrà un lungo ed estenuante restauro!”
Rispose, giocosamente, alla sua amica.
“Sì, sì, certo. Non pensare di scampartela. Devi raccontarmi com’è andato il piccolo party privato a cui hai partecipato ieri sera, mia piccola directioner!”
Allison era curiosa di conoscere tutti i minimi dettagli di quel breve viaggio della sua amica e glielo si leggeva in faccia.
“Ok, uno: non chiamarmi mai, e dico MAI, più in quel modo. Due:la festa è andata uno schifo. Punto.”
Ally aveva una lunga esperienza alle spalle come migliore amica di Viv. Proprio per questo sapeva che, quando riceveva quel tipo di risposte, c’era qualcosa sotto ma, in quel preciso istante, era meglio tacere per poi tornare a formulare la domanda in seguito ed ottenere più informazioni.
“Cosa indosserai stasera?Ti ricordo che a mezzanotte si festeggia il ferragosto.”
Le chiese, poi, per cambiare argomento.
“Qualcosa di estremamente sexy. Ci sarà anche Matt, no?Vediamo di recuperare il tempo perso mentre voi eravate in vacanza ed io ad annoiarmi!”
“Beh, mi sembra che non ti sei poi annoiata così tanto, Davis!”
“Zitta e guida, Mayer!”
La bionda azzittì la sua amica in modo brusco ma a cui lei era abituata da anni.



Raviva, Allison, Matt, Dave e Jack arrivarono fuori al locale verso le 23,00. Alla fine lei aveva scelto di indossare una minigonna di pelle nera, una camicetta velata nera avente una fascia di pelle che ricopriva solo la parte del seno, decolleté con plateau e un tacco abbastanza comodo; Allison invece aveva un semplice vestitino a fantasia che le scendeva morbido e dei sandali.
Nel rivederli scherzare tra loro, Viv pensò che le erano mancati tanto quei quattro. Erano tutti amici fin dall’infanzia, tranne Matt che avevano conosciuto all’inizio del liceo ma che si era inserito perfettamente.
Una volta entrati nel locale, il Pure, si ritrovarono davanti una sala gremita di gente e luci colorate. Si avviarono verso dei gradini che portavano ai divanetti riservati a loro.
I cinque iniziarono a bere e festeggiare la riunione del loro gruppo fino ad arrivare a fare brindisi per motivi del tutto futili.
Proprio per questo, un paio d’ore dopo, erano tutti molto allegri e ballavano come degli stupidi.
“Vado fuori l’uscita sul retro per una sigaretta”,
esordì Viv avendo bisogno di prendere una boccata d’aria.
“Vengo con te!”
Disse Matt che la seguì a ruota.
 
La ragazza si appoggiò ad una transenna che si trovava lì fuori, accendendo la sua Marlboro.
“Stai veramente benissimo stasera..”
Matt le fece un complimento e si posizionò di fronte a lei, con lo sguardo basso.
“Grazie Matt, sei davvero dolce!”
Con un gesto veloce che la lasciò senza parole, il suo vecchio amico poggiò le labbra sulle sue. Dopo pochissimi secondi però si distaccò accortosi che, in realtà, quel bacio non era stato ricambiato.
“Viv…io…scusami.Io entro.”
Matt cercò di giustificarsi ma non ci riuscì colmo di imbarazzo ed entrò dentro senza che la sua amica provasse a fermarlo.
Prima delle vacanze estive, in effetti, lei credeva che Matt le piacesse, era dolce, carino e simpatico, ma in quel momento qualcosa in lei era cambiato. La sua testa era altrove e forse sapeva anche dove.
I suoi pensieri vennero interrotti da un battito di mani.
“Bella scenetta, Davis.Mi hai fatto davvero divertire, complimenti!La cosa più divertente è stata la faccia di lui quando si è sentito rifiutato!”
Zayn apparve alla sua destra come un fantasma con il suo solito ghigno divertito sulla sua bellissima faccia da schiaffi.
E tu che diamine ci fai qui?”
Viv domandò incredula ma allo stesso tempo infastidita.
Zayn si avvicinò di poco a lei:
In realtà te la dovrei fare io questa domanda visto che questo è un locale esclusivo. E poi è ferragosto anche per me, volevo divertirmi un po’!”
“E il tuo cagnolino biondo?Gli hai tolto il guinzaglio?”
Lo punzecchiò lei.
“Perrie è dentro, con gli altri!”
Nel dare quell’informazione, il moro, ridusse di molto le distanze tra loro due.
“Bene, allora và da lei prima che le venga un attacco isterico nel vederti così vicino ad un’altra ragazza!”
Sputò quella frase con rabbia, guardandolo dritto negli occhi e poi lo spostò con una mano per rientrare nel locale.
“Ah, Davis, non hai idea di quanto mi piaci  quando fai la gelosa!”
Zayn la provocò divertito, seguendola all’interno.
La ragazza raggiunse i suoi amici che ormai si erano buttati tra la folla ballando come pazzi. Nel frattempo aveva rivisto con piacere Harry, Liam, Louis e Niall, salutandoli e giustificandosi per non averli nemmeno avvisati del suo rientro a Londra. Anche i ragazzi erano stati davvero felici di rivederla, trovandola una ragazza molto spontanea e simpatica a modo suo. Dopo essersi fatta strapazzare per un po’, Viv spostò lo sguardo alla sua destra:
la finta bionda era avvinghiata a Zayn in modo imbarazzante improvvisando un ballo simile a quello delle tribù indiane. Nel vedere quella scena, a Raviva si abbagliò la vista. Prese Matt per il polso e con un gesto secco lo attirò contro il suo petto incitandolo a ballare con lei. Sapeva di avere gli occhi del moro addosso, sentiva il suo sguardo bruciare sulla pelle e non poteva farsi scappare quell’occasione per  dimostrargli che in realtà a lei non importava nulla di lui: appoggiò le sue mani dietro la nuca di Matt ed allungandosi verso il suo viso lo baciò. Matt, che in un primo momento sbarrò gli occhi, si lasciò trasportare da quel bacio.
Non appena si staccò dalle labbra di Matt si rese conto di ciò che aveva fatto ed iniziò a farsi largo tra la gente per raggiungere l’uscita. Vide Allison ballare con un tizio ma la prese lo stesso per il polso:
”Vieni, andiamo a casa!”
“Ma, Viv..”
La rossa stava per obbiettare ma la faccia della sua amica, arrabbiata ai massimi livelli, le fece capire che non era il caso.
Manderemo un messaggio agli altri per avvisarli!”
Disse Viv, salendo in macchina.

“Viv, fermati!Ferma questa cazzo di macchina adesso e dimmi che succede!”
Allison era preoccupata e lo poté percepire dal tono di voce che utilizzò.
Raggiunsero lo Starbucks e fermarono l’auto. Entrambe scesero e si sedettero ad un tavolino posto all’esterno ordinando due caffè doppi.
“Ally, voglio dare una svolta alla mia vita"
Prese una pausa, poi continuò:
 "Ci ho pensato e vado a vivere da sola, prenderò un monolocale in centro .Mio padre mi aiuterà ed in più ho il fondo fiduciario che mia nonna aprì per me. Non avrò problemi e nel caso dovessi averli andrò a lavorare!”
La bionda iniziò a dar voce ai suoi pensieri.
“Viv, se tu fai questa scelta io sono con te. Il lavoro al ristorante mi permette di guadagnare abbastanza per condividere le spese di un appartamento.”
In tutti i suoi diciott’anni di vita, Raviva non era mai stata sola nel prendere le decisioni. C’era sempre stata Allison a sostenerla e ad assecondare le sue follie del momento. Ma quella volta era una cosa seria. Aveva bisogno di essere indipendente, di dare una svolta, ed il fatto che la sua migliore amica fosse d’accordo con lei anche in quella cosa non faceva altro che fomentarla.
“Adesso devi dirmi una cosa: perché sei scappata via dal locale in quel modo?Erano anni che non ti vedevo così infuriata.”
Allison era seriamente preoccupata per l’espressione che aveva assunto mezz’ora prima nel trascinarla fuori dal locale.
“Ally, lui era lì, capisci?Con la sua pseudo-fidanzata e mi ha fatta infuriare. Così, per vendicarmi ho baciato Matt davanti a lui e sono corsa via.”
Viv vide l’espressione della ragazza seduta di fronte a lei mutare improvvisamente forse nell’assorbire tutte quelle informazioni assieme, poi la vide ancora tirare un lungo respiro e sfilare dal pacchetto due sigarette: una per lei e una per sé. Accese la sua e lei fece lo stesso.
Poi iniziò a parlare:
“Per “lui” intendi Zayn, vero?Non sapevo fosse fidanzato. Se ti fa infuriare così tanto non ti è indifferente come vuoi far credere, e lo sai pure tu. Inoltre, hai illuso il povero Matt ma vedrai che riuscirai a chiarire con lui. Io mi preoccuperei più della reazione che hai avuto tu con Malik. Perché, mi chiedo, hai voluto farlo ingelosire?”
Raviva assunse un’espressione seria:
“Me lo chiedo anch’io, Allison…”







 
What's up girls!
Sono tornata con un capitolo nuovo.
Spero sia di vostro gradimento e 
spero che me lo facciate sapere!
Ovviamente sono ben aperta anche
a critiche costruttive! :)
Detto ciò, spero che stiate iniziando a 
conoscere meglio il personaggio di Raviva,
è un po' complicata, lo so... ma anche 
Zayn lo è! Più andrete avanti e più li capirete!
A breve metterò anche il capitolo successivo!
xoxo 

RebelleFleur

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Erano più o meno dieci giorni che Raviva ed Allison si erano sistemate nel loro nuovo mini appartamento. Nulla di particolarmente bello, giusto il minimo indispensabile:una piccola cucina con terrazzino posizionata nello stesso ambiente col divanetto e la tv, due camere da letto e un bagno.
Loro due si sentivano le donne più felici del mondo da quando erano andate  a vivere insieme, nonostante le lamentele iniziali dei loro genitori. Alla fine ce l’avevano fatta.
Viv, personalmente, aveva sistemato anche la faccenda con Matt, spiegandogli con assoluta sincerità com’erano andate le cose e da quali motivi erano state dettate le sue azioni. Entrambi, in nome della loro buona amicizia, avevano deciso di dimenticare l’accaduto e passare oltre.
Inoltre aveva anche deciso di fare pace col suo cervello e di dimenticare anche ciò che era accaduto con Zayn, quello che adesso veniva chiamato da tutti ‘l’innominato’ per paura che lei potesse esplodere da un momento all’altro.
In realtà, i suoi amici non avevano capito che non c’era nessuna bomba innescata e che quindi non sarebbe esplosa.


Era uno dei soliti pomeriggi afosi di fine agosto.
Ally aveva fatto la granita al limone, e Viv ringraziò il cielo perché fosse sua amica quando gliene porse un bicchiere pieno fino al bordo.
La rossa si sedette accanto a lei sul divano e iniziò a parlare:
“Viv, devo dirti una cosa però mi devi giurare che non ti arrabbi!”
Ally sapeva che quando diceva quella frase era inevitabile farla arrabbiare, ma cercò comunque di mantenere la calma. Tirò un respiro profondo e la incitò a continuare:
“Allora, beh, ricordi quando sei andata a cena con tuo padre ed io ti dissi che sarei uscita con i ragazzi?”
La ragazza parlava torturandosi le mani dal nervosismo.
“Si, Al, quindi?”
Rispose Viv, scocciata.
“Vedi, ho incontrato delle persone che conosci anche tu e le ho invitate qui domani sera…”
“E queste persone sarebbero?”
La bionda lanciò un’occhiataccia alla sua amica intuendo cosa le stesse per dire.
Allison, prima di risponderle, si alzò e si diresse verso il bagno, e prima di chiudere la porta a chiave le urlò:
“I One Direction!”
“C..cosa?”
Restò pietrificata su quel divano con la bocca leggermente dischiusa.
”ALLISON MARIE MAYER, come diavolo ti è venuta in mente una cosa simile?Un giorno di questi giuro che ti ammazzo!”
La reazione di Viv ci mise un po’ ad arrivare.
Ci furono alcuni attimi di silenzio, momenti di cui Allison approfittò per uscire dalla sua tana sicura – il bagno- e ritornare in salotto.
“Ti spiego, Viv. Siamo andati al The Club venerdì e loro si trovavano nel privè, così ricordai che tu non me li avevi presentati e lo feci da sola presentandomi come tua amica.Al sentire il tuo nome s’illuminarono gli occhi a tutti e cinque, io lo notai e così li invitai a casa nostra.Tutti, e dico tutti, hanno dato conferma fin da subito che sarebbero venuti.”
“Dovevi dirmelo prima e non con un solo giorno di preavviso!E poi io non li volevo più nella mia vita Ally, lo sapevi!”
La rimproverò alzando il suo tono di voce.
“Avanti, lo sappiamo tutti che non vedi l’ora di rincontrarli, soprattutto un moretto di mia conoscenza!”
Disse Allison cercando di sdrammatizzare la situazione.
“Mayer, uno di questi giorni ti do lo sfratto, giuro!Adesso vado a fare la spesa e mi ci vorrà un capitale per tutto il cibo che sono capaci di ingurgitare quei cinque!”
Poi uscì e si chiuse la porta alle spalle tirando un sospiro.
Forse era vero che aveva voglia di rivederli, in fondo li aveva conosciuti e le sarebbe piaciuto avere degli amici come loro, sempre allegri e festaioli. Ed aveva avuto un’ulteriore prova che Allison la conosceva meglio di quanto lei conoscesse se stessa.
 
Ventiquattro ore dopo la situazione era questa:
Raviva ed Allison trasformate in casalinghe disperate che cercavano di armeggiare con fornelli e padelle per dare una cena, almeno decente, ai cinque ospiti che di lì a poco sarebbero arrivati.
“Ok Ally, inforniamo le lasagne e lasciamole cuocere, intanto noi corriamo a toglierci questi vestiti e tentiamo di assumere un aspetto umano!”
Trenta minuti esatti dopo, il timer del forno suonò in contemporanea al campanello della porta. La rossa andò ad aprire:
Hey ragazzi!Tempismo perfetto!”
Allison li accolse col sorriso più grande che potesse fare, poi sbucò anche Viv sorridendo.
Niall e Louis le schiacciarono il cinque gridando il suo nome, Liam ed Harry l’abbracciarono e Zayn, beh il suo saluto fu un semplice e distaccato:”Raviva.” Alzando il mento verso l’alto.
“Zayn.”
Ricambiò la ragazza nello stesso modo.
Notando che la situazione era gelida tra quei due, Niall domandò:
“Allora?Che ci fate mangiare di buono?”
“Lasagne”
Gli rispose la bionda riacquistando il sorriso, poi continuò:
 “Fate come se foste a casa vostra, le birre sono in frigo.”
Aggiunse, assumendo il ruolo di padrona di casa mentre la sua coinquilina divideva le lasagne in porzioni.

Dopo un’abbuffata degna di nota, sprofondarono sul divano e sulle poltrone mentre Louis e Niall insistevano per fare una partita ai videogiochi. Erano sbalorditi che in casa di due donne potesse trovarsi una consolle, in realtà gliel’avevano regalata Jack, Matt e Dave per le volte in cui rimanevano a casa loro fino a tardi. Le due ragazze  non sapevano nemmeno come si accendesse quell’aggeggio.
I due iniziarono a giocare, mentre Allison avvisò che usciva a buttare la spazzatura.

“Viv, questo mi sembra il momento adatto per dirti perché abbiamo accettato di venire a trovarti…”
Esordì Harry tutto ad un tratto azzittendo gli schiamazzi degli altri quattro presenti nella stanza.
“Già Harry, sono curiosa..”
Vedi, noi ti troviamo una persona interessante, di carattere..ma soprattutto ti vediamo come una nostra possibile amica. Sei la figlia di Ray, quindi ci ispiri fiducia. Sei nostra coetanea e ci piacerebbe essere tuoi amici…se solo tu ce lo permettessi.”
Harry pronunciò quelle parole di getto lasciando la ragazza interdetta, poi Liam continuò:
“Sappiamo che questo è un modo insolito per fare amicizia e che queste cose non si programmano ma per noi è diverso. Per noi è più difficile trovare persone di cui potersi fidare nel nostro ambiente, ma tu fin dal primo momento ci hai dato quest’impressione, nonostante il tuo caratterino.
Ci siamo anche accorti che hai posto dei paletti e vorremmo che li togliessi per dare vita ad un’amicizia.”
“E poi Allison ci sta simpatica!”
Se ne uscì Niall ancora con la bocca piena di noccioline.
Viv rimase esterrefatta per le cose che i ragazzi le avevano appena detto, anche se Zayn non aveva aperto bocca, sapeva che era d’accordo altrimenti si sarebbe opposto fin dal principio.
“Beh, se Allison vi sta simpatica allora va bene.Si può fare!”
Disse quasi imbarazzata da quella specie di proposta d’amicizia.
In fondo, non c’era nulla di male nel provarci.
Poco dopo, vide Allison rientrare dalla porta, poi Zayn andarsi ad accendere una sigaretta sul terrazzino, Harry colse al balzo quell’occasione per avvicinarsi al suo orecchio e dirle:
“Lui è il più complicato di tutti noi, vuole fare il duro ma infondo si affeziona e non si è opposto minimamente quando abbiamo discusso di questa cosa.”
Disse quella frase indicando Zayn che in quel momento era appoggiato alla ringhiera in modo molto sexy e continuava a fumare ignaro di tutto.
 
Raviva aveva preso la giusta decisione?
 



 
Ok, perdonatemi per questo capitolo 
di passaggio che non convince molto
neanche me! Ma in qualche modo dovevo
pur collegare le cose!
In compenso, come promesso,
ho aggiornato subitissimo! 
xoxo
RebelleFleur
 
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


A volte la vita ti mette di fronte situazioni che non credevi fossero possibili.
Se qualcuno avesse chiesto a Viv, fino a qualche settimana fa, chi fossero gli amici su cui poteva sempre contare, lei, senza esitare un attimo, avrebbe risposto: Allison, Dave, Jack e Matt.
Ma, nel giro di pochi giorni, si era ritrovata con cinque persone che affollavano casa sua e che poteva considerare…amici.
Quei cinque, avevano deciso di affollare anche la sua vita, di insinuarsi pian piano nella sua quotidianità senza che lei potesse opporsi.Ed, in realtà, lei non voleva opporsi perché era così  piacevole averli intorno.
Ogni giorno, da due settimane, scopriva qualcosa in più di Liam, Harry, Niall, Louis e Zayn.
Aveva capito che Liam era il più maturo di tutti, quello a cui puoi andare a chiedere un consiglio serio; Harry era un farfallone ma in realtà stava solo aspettando la persona giusta a cui dedicarsi anima e corpo; Niall era il ragazzo più mangione e coccolone che lei avesse mai conosciuto;
Louis era la vitalità fatta persona, con lui non ci si annoiava mai; e poi c’era Zayn…in realtà, aveva conosciuto solo aspetti insopportabili di quel ragazzo che le avrebbe fatto cadere tutti i capelli per il nervoso che le faceva venire, continuavano a battibeccare e si stuzzicavano a vicenda, e  avrebbero potuto farlo per ore se qualcuno non li divideva.Il resto del gruppo affermava che, in realtà, quei due, non è che non si sopportavano, si piacevano ma erano troppo orgogliosi per ammetterlo!Entrambi, ovviamente, facevano orecchie da mercante a quegli sfottò incentrati su loro due che i loro amici si divertivano a fare, Allison compresa.
Oltre al fatto che i cinque si presentavano a tutte le ore a casa delle due malcapitate, avevano preso l’abitudine di dare una piccola festa ogni venerdì sera con una cerchia di invitati limitata a loro sette e, se fossero stati liberi dagli impegni, anche Dave, Matt e Jack.
Quel venerdì però, sarebbero stati solo loro sette.
Le ragazze, ormai, non si preoccupavano nemmeno più di prepararsi a festa, spesso e volentieri si facevano trovare anche in tuta e capelli raccolti alla bene e meglio.I ragazzi, anche loro sempre molto casual, si preoccupavano di fare rifornimento di alcolici e sfiziosità varie per le loro serate al chiuso, cosa che, alle due amiche, stava più che bene.

Erano le 21.00, ed i ragazzi suonarono al campanello precisi come un orologio svizzero.Entrarono in casa accolti dalle due ragazze e iniziarono a fare come fossero a casa loro.
Niall e Louis fecero la solita partita ai videogiochi sorseggiando di tanto in tanto una birra, Liam ed Harry si accomodarono sul divanetto chiacchierando come adolescenti collegiali insieme ad Allison, e Zayn raggiunse Viv in terrazzo per fumare una sigaretta.
“E’ una bella serata, si riescono a vedere quasi tutte le costellazioni.
Constatò il moro appoggiandosi alla ringhiera.
“Che c’è Zayn, vuoi fare il romantico?
Rispose Viv alzando un sopracciglio.
Oh, andiamo Viv, con te non c’è un momento in cui posso parlare seriamente che stai sempre lì a punzecchiarmi!
Escalmò Zayn innervosendosi.
“Hey, hey, non venirmi a fare la morale visto che hai dato tu il via alle nostre frecciatine..”
Si difese la bionda.
I ragazzi rimasero in silenzio per un po’, uno accanto all’altro, aspirando ed espirando fumo dalle rispettive sigarette.
Viv fu la prima ad interrompere quel momento di pace:
”Che c’è Zayn, forse le cose con la tua bambolina gonfiabile non vanno bene?”
“Smettila di affibbiargli ogni soprannome che ti passa per la testa, Viv, e poi sì, è così.”
Il ragazzo affermò quella cosa in modo molto calmo, quasi come se non gli toccasse affatto.Ma Viv sapeva che Zayn, in realtà, non era così freddo e distaccato come voleva far credere agli altri.Di questa cosa se n’era accorta già la prima sera che uscì con lui, a Parigi e se n’era accertata la seconda sera quando la portò a guardare le lucciole. Ma, la cosa che non riusciva a capire del moro era il perché avesse alzato quella barriera con lei fatta di battutine ironiche e frecciatine da quando lei aveva ammesso, suo malgrado, di avere voglia di baciarlo.Davvero avrebbe voluto che entrambi dimenticassero quella sua frase in quel preciso istante, ed anche il bacio che ci fu in seguito così da poter essergli amica ed aiutarlo, qualsiasi problema stesse avendo.
Dopo una pausa in cui Viv si era fermata a riflettere parlò:
“Beh, non ne so molto sulle storie d’amore, ne ho avuta una che nemmeno è andata a finire bene…ma posso provare a darti un consiglio sui rapporti tra le persone in generale.La sincerità, Zayn.La sincerità è alla base di ogni cosa, viene prima dell’amore, prima della fiducia, prima del sesso…anzi, è proprio da essa che derivano le cose che ti ho appena elencato. Se hai qualche dubbio, parlale, sii sincero con lei. Ma ti dico una cosa, prima di tutto sii sincero con te stesso.”
Raviva Davis non era mai stata un asso nel dispensare consigli, ma quando teneva ad una persona faceva di tutto per aiutarla ed in quel momento si accorse di tenere a Zayn, non importava sotto quale categoria lo classificasse, se come un amico o come un ragazzo che le piaceva. Aveva capito che voleva aiutarlo a risolvere qualsiasi cosa gli facesse venire quell’espressione corrucciata del viso.
Ciò che non aveva messo in conto era che la causa del tormento di Zayn era proprio lei.
“Grazie..”
Il moro la ringraziò e si voltò per entrare a raggiungere gli altri.
Lei fece lo stesso.
“Allora, avete finito di isolarvi e venite ad ubriacarvi un po’ con noi?”
Domandò Louis divertito.
“Andiamo Louis, ma non ti stanchi mai?Trovati un passatempo!Domani ti compro una bambola gonfiabile!”
Eclamò Viv, facendo ridere tutti, compreso Zayn.
La serata proseguì tra le  risate generali, e cadute di stile di tutti, comprese le ragazze.
Poi, Liam, anche lui un po’ brillo ma comunque il più lucido di tutti, annunciò:
“A Gennaio partiamo per il tour, staremo via per 6 mesi.”
Quella frase rimbombò nella testa di tutti, mettendo in stand-by i pensieri di tutti i presenti.
“Beh, è bello no?...cioè intendo dire per la vostra carriera, è una buona cosa.”
Viv cercò di dire quella frase nel modo più incoraggiante possibile cercando di non lasciar trasparire dalla sua voce quel dispiacere che si era insinuato in lei all’apprendere quella notizia.
6 mesi erano tanti, e se adesso era affezionata a quei ragazzi, figuriamoci a febbraio, quando sarebbero dovuti partire.
Di comune accordo decisero di ripensarci a tempo debito, visto che era fin troppo presto per i vari piagnistei.
Mancavano ancora 5 mesi e se li sarebbero goduti a pieno. 




 
RebelleFleur

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Nei giorni successivi la notizia del loro tuor, i ragazzi, comprese Viv ed Ally, continuarono ad incontrarsi un giorno sì e l’altro pure.
I cinque si presentavano a casa delle due ragazze appena potevano sdebitandosi dell’ospitalità portando regalini, cose da mangiare e da bere alle due.
Viv, da attenta osservatrice, aveva notato che Zayn, dalla loro chiacchierata fuori al terrazzino, non era più lo stesso, era sempre sovrappensiero e parlava spesso al cellulare.
La bionda sapeva che le cose con la sua fidanzata non andavano bene ma non riusciva a capire quanto fosse grave la cosa, e nemmeno parlandone con Liam, Louis, Harry e Niall era riuscita a comprendere qualcosa in più.Col diretto interessato non se ne parlava proprio di aprire il discorso, lei era sicura che il moro ci avrebbe visto qualcosa di malizioso nel suo interessamento e quindi aveva preferito tacere.
In realtà, Raviva, fremeva dal desiderio di sapere qualcosa in più sulla relazione di Malik, infondo quel ragazzo le piaceva e aveva dovuto ammetterlo a se stessa con grande fatica senza però rivelarlo a nessun’altro. Appena Allison toccava l’argomento lei parlava d’altro, pur sapendo che ormai la sua migliore amica la conosceva come le sue tasche e che quindi aveva già capito.
Era una settimana che le due amiche non riuscivano a vedere i ragazzi i quali erano stati molto impegnati tra interviste e servizi fotografici, ma loro sapevano che appena avrebbero potuto sarebbero corsi a rifugiarsi a casa loro lontano da fans e fotografi accaniti.
Allison, quella mattina era a lavoro e Viv sorseggiava del caffè seduta sul divano pensando che forse anche lei avrebbe dovuto trovarsi un lavoro o per lo meno avrebbe dovuto iniziare a pensare al suo futuro
.Il suono insistente del campanello la fece sobbalzare, controvoglia si alzò ed andò ad aprire ritrovandosi davanti una ragazza bruna, dai tratti particolari che forse aveva già visto da qualche parte.
“Ciao, posso aiutarti?”
“Sei Raviva, giusto?”
Parlò la ragazza.
“Già..”
“Bene, ti ho trovata.Io sono Donya, la sorella di Zayn e beh vedi è una settimana che non torna a casa e siamo tutti preoccupati, i suoi amici mi hanno detto che potevo provare a vedere qui da te…è qui, vero?”
La sorella di Zayn aveva un’espressione preoccupata sul volto e pronunciò quelle parole tutte d’un fiato lasciando la sua interlocutrice perplessa.
Donya, giusto?Non ero al corrente di questa cosa e comunque lui non è qui, anche perché non avrebbe nessun motivo di venire qui per un’intera settimana…”
Spiegò Viv, incredula che quella ragazza volesse suo fratello proprio da lei.
Oh, mi dispiace..”
Pronunciò la ragazza, abbassando lo sguardo, poi continuò:
i ragazzi mi hanno detto che sono molto legati a te per questo sono corsa fin qui. Adesso vado..”
“Hei, Donya…vedrai che si farà vivo.Ha alcune cose da sistemare, credo. E poi sai come sono fatte le star, no?Devono sempre far uscire di matto chi gli sta intorno!”
Viv cercò di consolare la ragazza, strappandole un bellissimo sorriso che le ricordò Zayn, provocandole una fitta allo stomaco. Salutò la ragazza e ritornò al suo divano, accendendo una sigaretta.
Digitò il numero di Harry sul suo cellulare e attese.
Pronto, Viv!”
La voce briosa del ragazzo all’altro capo del telefono rispose.
“Harry, perché diamine non mi avete detto che Zayn non si fa vivo da una settimana?E’ venuta sua sorella a cercarlo qui, era preoccupata!Dov’è andato quello stupido?”
Raviva gli fece quella ramanzina lasciando trapelare una nota di preoccupazione.
“Viv, non preoccuparti, Zayn è grande abbastanza da cavarsela da solo, lo sai che il tuo bad boy non si fa mettere nell’ angolo da nessuno, è per questo che ti piace, no?E poi ci ha detto che doveva sistemare delle cose.”
“Sei uno stupido Harry.”

Così Viv concluse la conversazione staccando il telefono. Sapeva che Harry non se la sarebbe presa.
Subito dopo le arrivò un messaggio di Harry:
-Stasera Tu ed Ally fatevi belle, si va al Loud.-
 
 
Quando Allison tornò a casa, l’amica le raccontò tutto, poi corsero a prepararsi per la serata al Loud, in cui Viv aveva intenzione di bere e  dimenticare tutti i suoi pensieri.
Erano le 23.00 e loro erano stupende.I ragazzi passarono a prenderle dopo qualche minuto, ovviamente lui non c’era.
 
Erano passate due ore dal loro arrivo al locale, e Viv aveva riso così tanto che le si era scambiato il trucco tanto da sembrare un panda. Era così felice di aver trovato amici come loro che la facessero stare bene.
Si avviò al bagno per rifarsi il trucco e controllò il cellulare. Inaspettatamente, trovò un messaggio non letto da parte di Zayn:
-Sono all’Hotel Paradise, raggiungimi.-
Viv rimase shoccata da quel messaggio. Perché mai avrebbe dovuto raggiungerlo?Non si faceva sentire, né vedere per un’intera settimana e lei come una stupida doveva stare alle sue condizioni?
Bloccò lo schermo del suo cellulare e ritornò in pista dai suoi amici senza degnare Zayn di una risposta.
Cercò di divertirsi, ma la sua testa era altrove. Improvvisamente, si rese conto che non aveva scelta, doveva andare da lui e capire perché avesse detto solo a lei dove alloggiasse e per quale motivo la voleva lì.
Salutò gli amici in modo vago, tanto erano ubriachi e chiamò un taxi fuori al locale.
“Mi porti al Paradise Hotel il più presto possibile!”
Quasi gridò all’autista.
Durante tutto il tragitto, Viv continuava a torturarsi le mani e a mordicchiarsi il labbro inferiore. Non era più convinta che la cosa migliore da fare fosse raggiungerlo ma ormai il danno era fatto.

Si ritrovava davanti alla stanza d’albergo, immobile.
Senza che lei bussasse, la porta si aprì presentando uno Zayn in tuta davvero molto sexy. Anche quest’ultimo rimase stupito dalla bellezza della ragazza che si ritrovava di fronte.
Allora, sono venuta fin qui…mi fai entrare oppure no?”
Domandò con tono stizzito Viv.
Zayn si spostò di lato, lasciando libero il passaggio, poi si richiuse la porta alle spalle.
Quella stanza d’albergo era davvero bella pur non esendo una suite. Zayn l’aveva tenuta in ordine e odorava del suo profumo e di sigarette.
Viv prese posto sul bordo del letto, accavallò le gambe ed accese una sigaretta. Nelle movenze, la ragazza, era molto sicura di sé, ma sapeva che davanti a quel ragazzo le sue barriere crollavano.
Zayn prese posto accanto a lei, appoggiandosi con i gomiti sulle gambe e la faccia tra le mani.
“Che cos’hai Zayn?”
Raviva gli porse quella domanda dolcemente, quasi sussurrando. Il ragazzo alzò la testa dalla posizione precedente e la guardò dritto negli occhi.
“Fai l’amore con me Viv.”
Quelle parole suonarono quasi come una supplica alle orecchie della ragazza. In quel momento in lei era nata una vera e propria guerra interiore.Non aveva nemmeno voglia di chiedergli il perché, pensando che forse sarebbe stato troppo doloroso poi sapere la risposta.
Il ragazzo non le diede nemmeno il tempo di rispondere che la prese ai lati delle braccia e l’attirò a sé, dandole un bacio di quelli che non si sarebbe mai sognata di ricevere. Di quelli che ti fanno girare la testa.
E lei glielo lasciò fare, gli lasciò fare ogni piccola cosa, osservando la sua pelle e i suoi occhi che brillavano nella penombra di quella stanza d’albergo.
Ad uno ad uno, lui le toglieva gli indumenti e lei faceva lo stesso con lui sentendosi impacciata per la prima volta con un ragazzo.
Con molta dolcezza ma allo stesso tempo con voglia lui le baciava il collo mandandola in estasi. Piano piano scendeva giù, prima sul suo seno, poi sul suo ventre fino ad assaporare ogni centimentro della sua pelle morbida. La guardava godere sotto il suo tocco e ciò lo faceva impazzire.
Per un attimo si bloccò e la guardò negli occhi per cercare il suo consenso ad andare oltre, lei lo capì e così gli cinse le gambe alla vita e poi lo baciò.
Zayn con un gesto veloce ma delicato le sfilò le mutandine.
Quando entrò in lei, per poco Viv non si sentì male per tutte quelle sensazioni. Nessuno le aveva mai fatto quell’effetto, e non voleva che qualcuno glielo facesse perché significava abbattere del tutto le sue barriere …e lei non era pronta.
Le spinte, a poco a poco, diventavano più veloci e più forti così come i gemiti dei due ragazzi. Guardò Zayn negli occhi al culmine del loro piacere, e per la prima volta lo vide rilassato, anche lui non era più sulla difensiva e gli trasmetteva calma.
Zayn la baciò, poi si addormentarono uno accanto all’altro, stringendosi tra le braccia.
 
Viv aprì gli occhi e con uno scatto guardò alla sua sinistra. La luce del mattino che penetrava dalla finestra illuminava quel Dio della bellezza che era lì, accanto a lei che dormiva, e con cui, poche ore prima, ci aveva fatto l’amore. Così l’aveva chiamato lui:’fare l’amore’ e non del semplice sesso. Era sconvolta da questa cosa, non era pronta. Aveva provato delle cose più grandi di lei, delle sensazioni nuove ma al contempo belle, e le avrebbe volute provare per altre mille volte, ma non era possibile.
Non avrebbe distrutto i suoi muri per qualcuno che l’avrebbe delusa sicuramente, per qualcuno che cambiava idea in continuazione, per qualcuno che probabilmente anche lei avrebbe deluso. Così, in linea con i suoi pensieri, raccolse i suoi vestiti, li indossò e scappò da quella stanza d’albergo come una ladra.
Scappò da quella notte che le aveva aperto gli occhi sui suoi sentimenti per quel ragazzo che non avrebbe voluto più vedere.






 
Ed eccomi qui! :D
Buona Pasqua a tutti voi!
Questo è uno dei miei capitoli preferiti, 
nonché il capitolo clou della prima parte
di questa storia! Spero che non abbia deluso le
aspettative di nessuno, io ho fatto del mio
meglio comunque!
Fatemi sapere cosa ne pensate.
xoxo

RebelleFleur


 
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


“Non lo so Liam, forse è giusto così…”
“Viv, ascoltami: scappare non è il modo giusto di affrontare la cosa.”
Liam era a casa di Raviva.La ragazza lo aveva chiamato perché aveva bisogno di un consiglio in merito alla sera prima e lui era l’unico, oltre ad Allison, ad aver saputo ciò che era successo.
Visto che la sua migliore amica quel pomeriggio lavorava, lei aveva optato per Liam, a parer suo, il più saggio dei cinque.
Viv aveva espresso la sua volontà di non rivedere più Zayn per non discutere con lui di ciò che era successo e rimanere ferita dalle parole del ragazzo che sicuramente le avrebbe detto che per lui non aveva significato niente.
Liam, invece, insisteva sul fatto che lei non poteva sapere tutte quelle cose se prima non parlava con lui.
Lei, a detta dell’amico, non doveva fuggire  da quella cosa.
La ragazza non era mai stata codarda e in tutta la sua vita aveva sempre affrontato le situazioni che le si presentavano davanti. Ma quella volta era diverso, il ragazzo in questione era diverso. Era famoso, fidanzato e provava qualcosa per lui.
“Senti, Liam, nessuno qui mette in dubbio che io non sbagli a non affrontarlo. Ho solo preso la mia decisione per il bene di tutti e due .Lo lascio in pace, lo lascio mettere a posto la sua relazione senza interferire o andare a spifferare ai quattro venti che siamo stati insieme. Io non sono la persona giusta per lui e nemmeno voglio esserlo, come credo che lui non voglia essere la persona adatta a me.”
La ragazza parlò con assoluta calma, con la risolutezza di una persona fin troppo adulta per la sua età, ma gli occhi la tradivano e Liam che la conosceva abbastanza, se ne accorse.
Bene, allora mi spieghi come mai l’unica persona a cui ha detto dov’era eri tu?Mi spieghi perché è voluto venire a letto con te nonostante avesse una fidanzata?Ti dico una cosa Viv, Zayn non è come credi che sia, Zayn se va a letto con una persona è perché c’è un motivo serio, soprattutto se sta tradendo la sua fidanzata e se la persona in questione sei proprio tu che sei amica di tutti noi.Forse sì, in passato non si faceva scrupoli ad adescare una sconosciuta, ma ora è cresciuto, è più maturo e non si approfitterebbe mai di te soprattutto perché sa che il primo a spaccargli la faccia sarei io!”
Raviva ascoltò con attenzione le parole dell’amico, rimanendo colpita dallo Zayn che le aveva descritto Liam. Così, non trovando le parole adatte, si alzò, prese una tazza di caffè e gliela porse.
“Non lo so Liam, non lo so…”
Liam sorseggiò dalla tazza un po’ di caffe, poi parlò:
“Ti dico una cosa,Viv, se solo tu ti azzardi ad allontanare noi altri per colpa di questa cosa tra te e lui, io ti giuro che ti vengo a prendere fino in capo al mondo!”
Detto ciò si alzò, diede un bacio sulla guancia alla sua amica e se ne andò lasciandola da sola con i suoi pensieri.
La ragazza doveva ammettere che ci aveva pensato ad allontanare i suoi amici per non rivedere più lui, ma capì che non era fattibile come cosa visto che provava un affetto davvero profondo per loro.
Si prese la testa tra le mani, in cerca di un ordine a quel groviglio di pensieri. Ma niente. Era tutto sparpagliato, in disordine, in quella sua testolina.
Ad un tratto, Allison aprì la porta di casa e si buttò sul divano con la delicatezza di un elefante.
“Hey Viv!”
“mh.”
Mugugnò la ragazza ancora con la testa tra le mani.
Tu mi preoccupi mia cara amica!Quel ragazzo ti ha fatto diventare una menomata!”
“Pensa a te e a quello stupido di Greg che stai ‘conoscendo’!”
Mimò le virgolette all’ultima parola.
“Vado a fare una doccia che è meglio.Ma quando esco voglio trovarti pronta. Si va a fare shopping per il tuo compleanno!”
“Il mio compleanno?”
Chiese stordita la ragazza.
“Sì, Viv, quello che ti ricorda che invecchi e che ti usciranno le rughe e i capelli bianchi!Lo dico io che quel ragazzo ti ha mandato in tilt!”
Scherzò Allison, dirigendosi verso il bagno.
“Ma Ally, è tra un mese!Perché devo iniziare a comprare vestiti già da adesso?”
“Terapia d’urto, tesoro!Ne hai mai sentito parlare?”
E con questo chiuse la porta del bagno.
Già, pensò Viv, la sua amica era esperta in quelle cose.L’avevano lasciata così tanti ragazzi che ormai lei non teneva più il conto anche se Viv non aveva mai creduto che lei fosse stata davvero innamorata di qualcuno.
Tirò un sospiro e si andò ad aggiustare il trucco in attesa che la sua amica fosse pronta.
Un solo mese e lei avrebbe compiuto 19 anni. Precisamente il 25 Settembre. Già aveva in mente come festeggiare: avrebbe ballato tutta la sera con i suoi amici in qualche locale a Piccadilly, bevendo fiumi di alcool.
 
Dopo aver passato l’intero pomeriggio in giro per la città che quasi si preoccuparono di essere diventate delle trottole, Raviva ed Allison, rientrarono a casa distrutte e con una decina di buste tra le mani la maggioranza delle quali avrebbero riportato indietro perché troppo care.
Misurarono vestiti, abbinandoci scarpe, borse ed accessori buffi, giusto per il gusto di ridere un po’ di se stesse. Allison ovviamente lo faceva per la sua amica, voleva che si distraesse, odiava vederla troppo pensierosa.
Per la sera era già tutto organizzato, o meglio, Allison aveva organizzato una piccola festicciola con il gruppo di sempre: Jack, Dave e Matt.Era da tempo che non si vedevano tutti insieme, un po’ per gli impegni di lavoro di Dave, un po’ per gli studi di Matt e un po’ perché la fidanzata di Jack era super-gelosa delle due ragazze. Ma quella sera era d’obbligo che si riunissero tutti per tirare un po’ su il morale a Viv.Quest’ultima, invece, non voleva affatto che gli altri la vedessero triste, per questo avrebbe preferito di gran lunga restare da sola, ma ormai il danno era fatto e, in fin dei conti, anche a Viv mancavano i suoi vecchi amici.
Così, decise di stamparsi un bel sorriso sulla faccia e passare una bella serata.


I tre ragazzi suonarono il campanello con mezz’ora d’anticipo. Rumorosamente entrarono in casa delle due salutandole affettuosamente.
“Ragazzi che ne dite di una bella partita a twister?”
Propose con molta euforia Jack, il  più giovane di tutti.
“Sì, sì, sì!”
Allison acconsentì a quella follia saltellando come una bambina.
Ti va, vero, Viv?”
L
e propose poi con gli occhioni languidi a cui l’amica non sapeva resistere.
“E va bene”
Tirò un sospiro la bionda andando a prendere il tappeto per giocare.
Ora immaginatevi cinque ragazzi con età compresa tra i 18 e i 21 anni, ubriachi, che tentano di contorcersi su un tappeto colorato.Il delirio.
Ovviamente dopo un’ora, non ci fu un vincitore ma solo tante risate e a tutti andò bene, compresa Viv a cui non piaceva perdere per niente.
Quando, finalmente, la ragazza ebbe un attimo per rilassarsi fuori al balcone ed accendere una sigaretta immersa nei suoi pensieri, iniziò, ovviamente, a pensare a Zayn.A cosa avesse fatto dopo essersi svegliato in quel letto e non averla trovata lì accanto a lui.A cosa pensasse di lei dopo che aveva acconsentito ad andare a letto con lui.Ma soprattutto se aveva lasciato un segno in lui come lui aveva fatto dentro di lei.
Nel pensare a tutte quelle cose non si accorse che Matt, la fissava ormai da due minuti, così si girò di scatto verso di lui.
“Bentornata nel mondo dei vivi!”
Matt si lasciò andare ad una risatina con la speranza di strapparne una anche all’amica, che però non arrivò.
“Scusami Matt, è che ultimamente sono sempre sovrappensiero…”
Si giustificò Viv.
Già, lo so.E so anche chi ne è la causa. Tutti lo sappiamo, anzi mi domando come mai quello non si è accorto che ha spento il sorriso che amo di più al mondo senza nemmeno sentirsi un po’ in colpa!”
Matt strinse i pugni nel dire quella frase ed ammettere anche alla sua migliore amica quella cosa. Viv, invece, lo guardò in modo dolce, sorridendo leggermente.
“Grazie, Matt.Sei un vero amico.”
Raviva guardò il biondino che si ritrovava di fronte dritto negli occhi e poggiò la sua mano su quella del ragazzo in segno di affetto e di gratitudine.
“Non devi ringraziarmi, piccola .Lo sai, ci tengo davvero tanto a te e ti conosco da una vita. Avevo giurato che avrei ammazzato di botte chiunque ti avesse fatto del male perché infondo lo sai anche tu che ci ho sempre tenuto a te più del dovuto .Ma sapevo che ti avrei ferita se avessi fatto qualche gesto sconsiderato, così mi sono allontanato per un po’ da te, da Allison, da questa casa…e mi sono sentito…meglio.Ecco perché non mi hai visto per un po’.”
Il ragazzo esternò i suoi sentimenti con molta tristezza negli occhi, sapendo di non essere ricambiato dalla ragazza che era in piedi accanto a lui.
Matt, io…”
Raviva sospirò, non sapeva cosa dire.Lui era uno dei suoi migliori amici e non voleva ferirlo e poi quello che le aveva confessato era meraviglioso, le aveva riempito il cuore ma non nel modo che voleva lei.
“No Viv.Non devi dire niente.Io dovevo dirtele prima o poi queste cose. Anzi, avrei dovuto farlo anche prima ma non fa niente. Mi sta bene così, a me interessava solo che tu lo sapessi, non mi aspetto che tu dica o faccia niente.”
Prese una piccola pausa, poi continuò sempre con un tono assolutamente calmo:
”Domani parto. Devo allontanarmi per un po’ da qui, da questa città, dalla normalità ed anche da ciò che provo per te .Jack e Dave verranno con me, hanno voglia anche loro di cambiare aria ma torneranno.”

Raviva rimase ancora più sconvolta. Lui partiva per allontanarsi da lei. Avrebbe dovuto separarsi anche dai suoi amici di sempre. E tutto quello stava succedendo per colpa sua, del suo egoismo, delle sue scelte sbagliate. Come sempre era lei a combinare casini e quella volta aveva allontanato una persona che per lei c’era sempre stata. Ma non gliel’avrebbe impedito, quella volta non poteva essere egoista per paura di rimanere sola. Voleva bene a quei tre e proprio per questo doveva lasciarli liberi.
“Mi dispiace, Matt.Io sono un completo casino. A volte non mi capisco nemmeno io e ho un caratteraccio. E’ per questo che allontano le persone a cui voglio più bene ma con te…anzi, con voi, non doveva andare così.Sappi solo che io ti voglio un bene dell’anima e mi dispiace se ti ho ferito in qualche modo.”
Disse, con voce spezzata, la ragazza.
E’ proprio di quelli che tu chiami difetti che la persona che un giorno ti starà accanto si dovrà innamorare, così come ho fatto io. Tu non mi hai ferito, Viv, mi ferisce solo il fatto che tu mi voglia bene e basta. Ma lo accetto.Solo che devo allontanarmi per un po’!”
Dopo essersi detti quelle cose così delicate, i due si persero in un forte abbraccio che rivelava tutto l’affetto di due amici di sempre, poi rientrarono in cucina ritrovando gli altri tre con facce da funerale, prova che anche loro avevano parlato della cosa. Tutti e cinque si strinsero forte, facendosi delle raccomandazioni come un fratello lo fa ad una sorella e viceversa. E poi le solite promesse.
Le due ragazze salutarono i loro migliori amici, li videro andarsene e si sentirono impotenti.
Ma l’amicizia è anche questo, no?Lasciare libera di decidere la persona a cui vuoi bene per vederla felice. E le due ragazze lo sapevano. Così, li lasciarono andare…
 





 
Buonaseraaa!
Ed eccomi col nono capitolo!
Forse è un po' malinconico ma 
a me piace... però
ci tengo a sapere anche la
vostra opinione! 
Ringrazio di cuore tutte le persone
che, oltre a seguire, recensiscono anche,
mi danno stimoli per continuare a pubblicare!
A presto.
xoxo

RebelleFleur

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Erano giorni che Zayn meditava facendo lunghe passeggiate per le strade di Londra.
Lui amava quella città che l’aveva accolto e gli aveva donato il successo, la fama, i soldi. Lui, in quel posto, aveva realizzato il suo sogno e adorava camminare e gustarsi ogni angolo di quella città che l’aveva reso felice.
Ma in quel momento era tutt’altro che felice.
Era in guerra con se stesso, era deluso da se stesso, era lontano da se stesso.
Come aveva potuto tradire la sua fidanzata?
Come aveva potuto abbandonarsi a sensazioni e sentimenti che non conosceva e che addirittura lo spaventavano?
Come poteva essere diventato schiavo di quelle stesse emozioni tanto da voler annullare tutto l’amore che c’era prima nella sua vita e che la sua fidanzata gli dava trasmettendogli così tanta stabilità?
La testa gli stava per esplodere, non riusciva a credere che Raviva l’avesse lasciato da solo, in quel letto con tutte le sue preoccupazioni e le sue paure. Lei era sua amica, no?E allora perché non era rimasta?
Zayn non riusciva a spiegarselo. Ma, d’altro canto, sapeva che non poteva aspettarsi nulla da quella ragazza, infondo lui le aveva chiesto di farci l’amore per provare a capire ciò che provava e sapeva che lei l’aveva capito. Ma ciò che il ragazzo non riusciva a spiegarsi era il perché non fosse rimasta per conoscere la risposta, per capire la verità.
Forse lei l’aveva fatto solo per puro piacere fisico, senza sentire le sue stesse emozioni. Era per questo che non aveva provato nemmeno a chiamarla, o ad incontrarla. Conosceva i posti che frequentava Viv, e li evitava di proposito. Lui non voleva affrontarla, e a quanto pareva, nemmeno lei.
A destarlo dai suoi pensieri fu la voce di Perrie che, da lontano, gridava il suo nome. Le aveva dato appuntamento al Green Park, per passare un po’ di tempo con lei e provare a ritrovare la sicurezza che un tempo le trasmetteva quella ragazza.
“Ciao, amore!”
Perrie abbracciò il suo ragazzo in modo quasi asfissiante e lui tentò di ricambiare.
“Ciao, tesoro..allora com’è andato il viaggio fin qui?”
Zayn cercò di far finta che i suoi pensieri non esistessero e tentò di intraprendere una conversazione normale pur non trovando del tutto giusto mentire a quella ragazza.
“Bene, Zay..sono un po’ stanca ma se è questo il prezzo da pagare per la fama, mi sta bene!”
La ragazza sorrise e Zayn si sforzò di fare lo stesso.
“Dai, vieni..andiamo a casa.”
Il ragazzo prese per mano la bionda platino e si avviarono verso il suo appartamento.
In quel preciso istante si rese conto che Raviva non era mai stata a casa sua mentre lui conosceva a memoria il suo appartamento, ogni angolo della sua stanza l’aveva scrutato da cima a fondo tentando disperatamente di raccattare informazioni personali di quella ragazza che spesso per lui era indecifrabile. Viv era a conoscenza del motivo per cui non era mai stata invitata lì, semplicemente era sempre pieno di paparazzi che non aspettavano altro che sorprenderlo con un'altra ragazza e spiattellare la notizia in prima pagina.
Una volta arrivato alla porta dell’appartamento che condivideva con gli altri quattro, se la richiuse alle spalle tentando di ritrovare l’amore per la sua attuale fidanzata.
 
 
Raviva ed Allison erano sedute al tavolino di casa loro, da dieci minuti le aveva raggiunte Louis, il quale era sempre favorevole a passare un pomeriggio a spettegolare con loro due.
Non che Louis avesse tendenze omosessuali, e non che questo fosse sbagliato, ma il ragazzetto dagli occhi blu non si faceva problemi ad ostentare la sua mascolinità appena poteva!
Comunque, i tre erano seduti e, sigaretta dopo sigaretta, tentavano di venire a capo di una questione che li affliggeva da giorni:dove festeggiare il compleanno di Viv. O meglio, Ally e Lou discutevano animatamente su quale locale sarebbe stato il più adatto, e Viv faceva finta di ascoltarli, assecondandoli qualche volta, ma con la testa a pensare ad altro.
“Allora Lady Vì, il Pachà sarebbe di tuo gradimento?”
Louis la interpellò.
“Sì, Lou..per me è uguale, te l’ho già spiegato!.”
Beh, il Pachà ha dei privè molto carini, molto accoglienti e poi voi siete i One Direction, ci darebbero il migliore che hanno, forse anche gratis!”
Ally era così euforica a quel pensiero tanto che le brillavano gli occhi e gesticolava come una pazza.
Louis, alla reazione dell’amica, iniziò a ridere contagiando anche la bionda e alla fine il Pachà ne uscì vincitore.
La festa di compleanno di Viv era quel venerdì, e tutti i suoi amici non stavano più nella pelle. Avevano intenzione di coccolarla per tutto il tempo e farla divertire il più possibile e, se non ci fossero riusciti, l’avrebbero fatta ubriacare!Lei, invece, avrebbe preferito non arrivasse mai quel giorno, visto che non era dell’umore adatto per festeggiare.
E va bene, sì, erano passate settimane ormai, e si era sfogata in tutti i modi possibili: parlandone con i suoi amici, andando a correre al parco e frequentando anche qualche corso di boxe femminile .E certo, stava meglio, non ci pensava più tutti i giorni per tutto il giorno ma l’idea che avrebbe dovuto festeggiare con tutti i suoi amici tranne che con Zayn le metteva una tristezza addosso assurda.
 

Quella sera avrebbero cenato tutti a casa loro.
Così, alle 20.00, arrivarono anche Niall, Liam ed Harry.La serata passò meravigliosamente fino al punto in cui Viv, nel lavare i piatti, sentì i ragazzi bisbigliare tra loro convinti che lei non li stesse ascoltando.
“Non lo so, Liam, perché sta ancora con lei, sono settimane che se ne sta per conto suo oppure insieme a Perrie…”
Bisbigliò Niall;
“Già, anche stasera mi ha mandato un messaggio avvisandomi che non sarebbe rientrato a casa..”
Sussurò Harry.
“Sì, ha avvisato anche me, mi ha detto che restava da Perrie.”
Disse Liam.
A quell’ultima frase Viv si lasciò scappare un piatto da mano che infrangendosi sul pavimento fece sobbalzare tutti i presenti, compresa Allison che si trovava accanto a lei e che in quel momento la guardava preoccupata. Quando Ally tentò di consolarla poggiandole una mano sulla spalla lei le disse:
“Non preoccuparti, Al, va tutto bene.”
 Posò lo strofinaccio sul bancone della cucina e sotto lo sguardo di tutti se ne andò in camera sua senza che nessuno potesse dire o fare qualcosa per consolarla.
Velocemente, Viv, indossò la canotta e il pantaloncino del pigiama e si infilò sotto le lenzuola cercando di addormentarsi per non pensarci troppo.
Dopo circa trenta minuti sentì il calore di un corpo che l’abbracciava, era Harry.
L’amico cercò di consolarla per tutta la notte, parlando con lei e tentando di farla ridere con battute davvero ridicole ma senza mai sciogliere quell’abbraccio che faceva sentire la ragazza al sicuro, protetta.
Anche in futuro, non si sarebbe mai dimenticata di ciò che il suo amico aveva fatto per lei quella notte.
  


 
Per la gioia di qualcuno, o forse di nessuno =_=
aggiungo un ulteriore capitolo!
Anche se qui non ci sono interazioni dirette tra
i due protagonisti, fatemi sapere comunque 
se è di vostro gradimento questo capitolo...
VI PREGO! ahah
Se anche avete dei suggerimenti, ditemeli
senza alcun timore!
Ci si becca al capitolo 11!
xoxo

RebelleFleur

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


“Buongiorno dormiglionaaa!”
La voce squillante di Allison risvegliò Viv dal suo profondo sonno, costringendola ad aprire gli occhi ridotti comunque a delle fessure ed arrossati ancora dal sonno.
“Auguri diciannovenne!”
 Ally si buttò sul letto della sua amica e le intrecciò le braccia al collo. La festeggiata, che ancora non aveva realizzato nulla, continuava a strofinarsi un occhio con la mano tentando invano di restare cosciente. Quando finalmente la rossa le porse il caffè che, per l’occasione, le aveva portato a letto e lei lo bevve, le sue labbra si allargarono in un sorriso.
“Grazie Al.”
“Avanti alzati dormigliona!Oggi dovrà essere una giornata meravigliosa per te!Perciò, scaccia tutti i brutti pensieri e cerca di essere serena.”
Raviva annuì e con un balzo saltò giù dal letto.
 
Verso tarda mattinata, le ragazze erano in cucina che chiacchieravano, quando suonò il campanello.
Viv aprì la porta:
“Buon compleanno alla mia diciannovenne preferita!”
Il sorriso di Louis e degli altri tre la invasero, ad uno ad uno la abbracciarono e la coccolarono, poi dalla busta che Liam aveva tra le mani cacciarono una scatola enorme della pasticceria, nella quale era contenuta una torta stupenda che sembrava anche deliziosa.
Viv non potè fare altro che ringraziare i ragazzi per quel pensiero carinissimo, non poteva credere che anche loro, nonostante tutti gli impegni, avessero avuto il tempo di passare a casa sua per farle quella piccola sorpresa che in quel momento per lei era il più grande dei regali.
“Hey, hey, gente…i regali non sono finiti qui!”
Annunciò Harry. Poi si mise la mano nella tasca dei pantaloni ed estrasse un cartoncino dorato.
“Questo, è il pass per il locale di stasera dove tu avrai il miglior compleanno di tutti i tempi: l’Universe!”
All’udire quelle parole, alle due ragazze prese un colpo. Con uno scatto corsero ad abbracciare i ragazzi ed iniziarono a saltare dalla gioia come due adolescenti che non erano mai state in un locale prestigioso, anche se per loro non era così. Solo che l’Universe era diverso, avere un privè lì costava una fortuna e neanche Josh, il fratello di Allison, era mai riuscito a procurarlo alle due ragazze. Ma si sa, la fama dei ragazzi arrivava ovunque, soprattutto lì a Londra.
Dopo poco, il telefono di Viv prese a squillare senza sosta, parenti e amici lontani che chiamavano per gli auguri e suo padre che l’aveva già chiamata una decina di volte scusandosi di non poter essere a Londra in quel momento a causa del suo lavoro.
 
Quando finalmente, verso il pomeriggio, la casa si svuotò e prese a regnare il silenzio, ebbe un attimo per pensare. E quando iniziava a pensare non era una cosa positiva perché la sua mente la riportava sempre da un’unica persona. Zayn.
Quel ragazzo l’avrebbe fatta impazzire prima o poi. Non le aveva dato gli auguri, ma lei sapeva che era a conoscenza del suo compleanno visto che i suoi amici avevano organizzato tutto per quella giornata: dalla torta alla discoteca.
Non riusciva proprio a capire e più si sforzava e più arrivava alla conclusione che lui l’avesse solo usata solo per il gusto di fare sesso.
Anche se non poteva essere una certezza e se inizialmente non aveva proprio voluto pensare a quella cosa viste tutte le attenzioni che il ragazzo le aveva rivolto quella sera, alla fine non poté fare altro che rassegnarsi.
Fortunatamente, la sua amica la destò dai suoi pensieri, ricordandole che avevano molto a cui pensare per quella serata, ad esempio come fare i capelli, che smalto mettere e altre cose che Viv avrebbe odiato in altri momenti ma che in quell’istante, pur di non tornare ai suoi pensieri, avrebbe fatto volentieri.
 
 
La serata iniziò alle 23.00, ora in cui i ragazzi le passarono a prendere con un macchinone poco vistoso, il meno vistoso a detta di Harry: un mercedes lungo quanto una barca.
Raviva aveva un tubino bianco che fasciava le sue curve come fosse una seconda pelle, decolleté e borsa neri e i capelli color miele ondulati; Allison, invece, aveva indossato una minigonna nera alta in vita e top e sandali fucsia.
“Ragazze, lasciatevelo dire, ma stasera siete stupende!”
Niall si complimentò con le due amiche appena salirono in macchina.
“Solo stasera, Niall?Così mi offendi!”
Viv rispose al biondino che le sedeva accanto con un sorrisetto giocoso sul volto, poi gli scoccò un bacio sulla guancia.
Aveva deciso che quella sera nulla l’avrebbe fatta arrabbiare. Voleva godersela in ogni modo possibile e bere quanti più alcolici possibili per non pensare a niente.
Finalmente arrivarono in quel paradiso terrestre che era l’Universe. Il loro privè era già addobbato a festa, con festoni originali e varie bevande posizionate in fila sul tavolino.

Non appena la serata cominciò, Viv prese lo champagne e lo stappò:
“Mi sono appena accorta che non abbiamo fatto nemmeno un brindisi, perciò, visto che è mio dovere proporne uno, lo faccio!”
Tutti presero i bicchieri e lei cominciò a versare l’alcolico in ognuno di essi, poi parlò:
“Questo brindisi va a tutti coloro che ci hanno abbandonati durante la vita, a tutti quelli che ci hanno fatto versare fiumi di lacrime, che ci hanno fatto soffrire, a quelli che ci hanno mandato a fare in culo senza motivo e a quelli che ci hanno fregato… questo brindisi va a loro perché ci hanno fatto crescere e diventare forti, ma soprattutto questo brindisi va a chi c’è sempre stato e a chi c’è in questo momento perché semplicemente vuole esserci, va all’amicizia vera che io ho ritrovato in tutti voi. Grazie, cin cin!”
Tutti accostarono il proprio bicchiere a quello degli altri urlando ‘auguri’ a Viv che intanto sorrideva guardando quella piccola famiglia artificiale che aveva attorno e che le calzava a pennello.
Dopodiché i brindisi diventarono motivo di ubriacatura, ognuno a turno urlava il proprio motivo e poi brindava assieme agli altri fino a quando non riuscivano nemmeno più a parlare per il troppo ridere e per il troppo alcool nelle vene.
Ballavano e ballavano ancora, Viv aveva anche intravisto qualcuno dei suoi amici, probabilmente Harry –ma non ne era proprio sicura- baciare qualche sconosciuta a caso, ma non diede peso alla cosa.
Lei ballava e rideva come una matta senza alcun motivo, era spensierata, Zayn non le avrebbe fatto più del male, o almeno lo credeva perché, persa nella sua bolla, si ritrovò a pensarlo.
Perché, cazzo, non le aveva dato segni di vita nemmeno in quel giorno?
Perché si ostinava a non chiamarla, a non chiedergli spiegazioni, a non andare sotto al suo portone per spiegarle come stavano le cose o anche per dirle ‘ciao’?
E mentre pensava a tutto quello, senza accorgersene, aveva scavalcato la folla, era passata oltre la porta d’uscita e si ritrovava sotto la pioggia estiva e leggera di Londra.
Le goccioline le bagnavano il viso, così come tutto il suo corpo, nessuno poteva accorgersi che piangeva, a meno ché quel qualcuno non la conoscesse così bene da leggerle l’anima, come solo Zayn era riuscito a fare in quella notte d’amore.
E camminava, camminava senza sosta per le strade di Londra illuminate dai lampioni, aveva una direzione precisa che il suo subconscio stava ordinando alle sue gambe di intraprendere, ma lei aveva la mente troppo offuscata dall’alcool per rendersi conto di ciò che stava facendo e quindi fermarsi prima di fare qualche danno.
Purtroppo, non ci fu nessuno dei suoi amici accanto a lei a farla ragionare, così lei bussò a quella porta che non aveva mai toccato realmente, ci era solo passata accanto qualche volta senza mai sfiorarla nemmeno con un dito perché una volta attraversata avrebbe dovuto fare i conti con la verità. E Viv non sapeva se voleva la verità perché spesso è scomoda, spesso sconvolge la vita delle persone e lei non sapeva se era pronta a farsi stravolgere il mondo.
Bussò. A stento si reggeva in piedi.
“Viv, ma che diavolo…”
Zayn era lì, impalato, di fronte alla ragazza che non vedeva da un mese ma che aveva desiderato si presentasse dietro quella porta ogni santo giorno.
“Devo sapere perché..”
La ragazza dai vestiti bagnati parlò con la voce spezzata.
“Sei ubriaca, e bagnata. Muoviti, entra.”
 Il moro le ordinò.
“NO!Dimmi perché cazzo non te n’è fregato nulla di darmi gli auguri!Me lo devi dire Zayn!”
 Raviva era furiosa, la bomba innescata dentro di lei stava esplodendo ed insieme a lei anche  tutto ciò che provava in quell’istante.
Io…Viv, entra per favore.”
Il tono del ragazzo era cambiato, ora sembrava quasi una supplica.
“No.”
La rgazza pronunciò quella negazione ormai esausta, gettandosi lentamente con le ginocchia a terra e tenendo il viso nascosto dietro le sue mani.
Zayn si accovacciò di fronte a lei, tirò un sospiro. Per tutto quel tempo aveva immaginato una Raviva alla sua porta col solito sorriso strafottente che gli diceva che per lei non aveva significato nulla quella notte insieme e che poteva andarsene al diavolo. Ed invece, tutto quello che aveva davanti era una ragazza a pezzi, ubriaca che veniva a chiedere la verità perché aveva trattenuto troppo a lungo i suoi sentimenti. E a lui faceva male vederla così, era davvero una pugnalata al cuore ma allo stesso tempo era così felice che lei fosse lì e che le importasse qualcosa.
La vide appoggiare la testa allo stipite della porta e chiudere gli occhi.
La prese in braccio e le sembrò così tenera appoggiata col viso ad una sua spalla, con quegli occhi che ricordava sempre vispi e che adesso erano chiusi, stava dormendo. Sorrise al pensiero di lei ubriaca che sbraitava contro di lui, poi la sistemò sul suo letto, le tolse le scarpe e la coprì con una coperta leggera. Restò per un attimo a guardala, poi si andò a sistemare sul divano dove avrebbe dormito quella notte.
Non sapeva davvero cosa aspettarsi per il giorno seguente.
In fondo, con lei era sempre così, non potevi prevedere nulla di quella ragazza, ti faceva uscire di testa e non smettevi mai di conoscere lati del suo carattere che prima credevi inesistenti.
E Zayn adorava quella ragazza dall’armatura di vetro.
L’adorava e non voleva perderla.




 
Ok, premetto che io adoro questo capitolo!
Forse è uno dei migliori che abbia scritto,
più che altro sarà per il fatto che i due non si 
vedevano da un po' di tempo e che ora, finalmente,
hanno deciso di affrontarsi. Ma non andrà tutto liscio...
Fatemi sapere come la pensate voi, perché
per me il vostro parere è quello più importante!
Non finirò mai di ringraziare le persone che
hanno recensito questa storia. Forse, alla 
fine, farò un elenco!
Adesso vi lascio, augurandovi la buonanotte!
xoxo

RebelleFleur

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Doveva essere mattino presto, Viv se ne rese conto dal silenzio che si percepiva da quella casa e dalla strada. Si era svegliata in quel letto, spaesata. Inizialmente non si era resa conto di dove si trovasse, di chi fosse quel letto o quella stanza anche se aveva un non so che di familiare.
Poi, vide delle foto appese alla parete di fianco al letto che l’aveva ospitata per quella notte.
Erano foto stupende che ritraevano Zayn con i suoi familiari, i suoi amici ed anche con la sua fidanzatina.
Doveva essere felice quando scattò quelle foto, pensò Viv.
Così, si rese conto che quella stanza aveva qualcosa di familiare perché profumava di lui.
In un primo momento fu felice di trovarsi lì, di aver visto finalmente la sua camera, di aver conosciuto un'altra parte di lui. Ma si rese conto solo dopo che non avrebbe dovuto trovarsi in quel letto.
Il mal di testa che l’aveva risvegliata le fece ricordare l’assurda sbornia che si era presa la sera prima. Non avrebbe dovuto bere in quel modo, anche perché adesso aveva dei ricordi confusi su come si fosse svolta la serata e su cosa avesse detto a Zayn una volta arrivata fuori casa sua.
Si concentrò per un po’, poi ricordò i pochi minuti in cui aveva sbraitato contro il ragazzo fuori la sua porta, incurante di chi avrebbe potuto vederli.
Poco dopo, riuscì a ricordare anche con precisione le parole che aveva usato.
Si maledisse più volte perché aveva incentrato la discussione sugli auguri non ricevuti dal moro, quando il problema era ben più serio.
Non sarebbe dovuta andare fino a lì, e se avesse trovato i fotografi pronti a sorprenderli?
O peggio, se ci fosse stata Perrie in casa?
Si girò sul fianco destro, immersa nei suoi pensieri, quando si accorse che il letto, da quel lato, era completamente intatto, segno che Zayn non aveva dormito accanto a lei. Infondo, era giusto così.
Sarebbe sgattaiolata fuori da quella casa tra pochi minuti approfittando del fatto che stessero dormendo anche gli altri amici, visto il silenzio della casa.
Doveva ammettere che sarebbe rimasta volentieri lì, a curiosare in giro, a guardare anche nelle stanze degli altri suoi amici e magari vedere se almeno loro avevano appese al muro le foto che avevano fatto insieme nelle loro serate. Ma non poteva, doveva andarsene e alla svelta.
Si alzò dal letto, ancora con i vestiti della sera prima e raccolse le scarpe dal pavimento.
Sorrise, Zayn gliele aveva tolte quando l’aveva messa a letto, con premura. Scosse la testa per cacciare via quel pensiero carino che aveva fatto su di lui, ricordando i motivi per i quali era realmente arrabbiata con quel ragazzo.
Uscì dalla stanza ed arrivò in cucina, sfortunatamente per lei, vide il moro seduto al bancone della cucina che sorseggiava del caffè da una tazza enorme. Era sveglio pure lui, anche se la sua espressione lasciava intendere il contrario. Aveva gli occhi assonnati e i capelli scombinati, e poi quei tatuaggi che uscivano dalle mezze maniche della sua maglia.
“Buongiorno Raviva.”
Il moro aveva assunto un’espressione indecifrabile sul volto nel rivolgere quel saluto alla bionda che intanto si bloccò, in piedi, di fronte a lui che ancora restava calmo e seduto al suo posto.
“Non direi che sia buono dato che la prima cosa che ho visto è stata la tua faccia, Malik.”
La ragazza sapeva che non doveva comportarsi in quel modo, dare quelle rispostine acide o ironiche, sapeva che, ormai, dopo ieri sera, non era più credibile quella maschera, ma era troppo orgogliosa per iniziare per prima un qualsiasi discorso riguardante i loro problemi.
“Ieri sera non eri dello stesso parere di stamattina, mi pare.”
“Ti sbagli mio caro, cercavo solo una persona da prendere in giro!”
Viv era stizzita, non sapeva come giustificare il suo comportamento della sera precedente e la sua faccia diceva tutto.
Pensavo che lo sapessi, solo i bambini e gli ubriachi dicono la verità e di certo tu non sei una bambina.”
Zayn aveva colto nel segno, la stava ripagando con la stessa moneta dandole quelle risposte e poteva percepire la rabbia della ragazza aumentare a poco a poco. Voleva farla esplodere, sapeva che solo in quel modo gli avrebbe detto tutto ciò che pensava e, a quanto pareva, ci stava riuscendo.
“Sì, ero ubriaca, Zayn. Non hai mai visto una persona bere e poi delirare?”
Il rossore del viso di Viv, dovuto alla rabbia, si faceva sempre più evidente.
Il moro si alzò finalmente da quella sedia e raggiunse la ragazza dall’altro lato del tavolo, restando in piedi di fronte a lei.
“Andiamo, Viv, non prendiamoci in giro. Sappiamo entrambi che non deliravi. Il tuo orgoglio ti sta divorando.”
“E va bene, cosa vuoi sentirti dire?”  
La ragazza con un gesto secco buttò le scarpe, che ancora aveva in mano, sul pavimento. Stava per esplodere.
“Vuoi sentirti dire che ogni giorno mi sono chiesta per quale cazzo di motivo tu non avessi fatto nemmeno una chiamata?O perché diamine non hai messo le  cose in chiaro fin dall’inizio? Eccomi, Zayn, guardami: è la seconda volta in meno di 8 ore che sto uscendo di me per colpa tua, e lo sai. Lo sai bene. Che io odio sentirmi in questo modo, così debole, senza barriere e tu mi ci fai sentire spesso. La mia vita sarebbe stata migliore se tu non ci fossi entrato e non avessi sconvolto tutto quello che avevo nei miei piani.”
La bionda si sentiva impotente dopo quello sfogo, aveva le braccia lungo i fianchi  e i pungi chiusi e tremanti.
Il moro, invece, la guardava incredulo. Non riusciva a capire perché gli aveva appena detto che la sua vita sarebbe stata migliore senza di lui. Quella frase l’aveva colpito, come un pugno, dritto allo stomaco. Faceva male. Così parlò di conseguenza:
Cosa vuoi che ti dica io, eh?”
Si avvicinò di un passo alla ragazza, il tono di voce alto.
“Sì, Raviva, ti ho usata solo per il sesso. Nel momento in cui hai messo piede fuori da quella stanza d’albergo, io ho dimenticato tutto e ti ho mandata al diavolo. Ecco, è questo che vuoi sentirti dire? Ed io te lo dico!”
Il braccio destro di Viv si alzò, e con una velocità pazzesca, il palmo della sua mano aderì alla guancia del malcapitato che però non si scompose nemmeno un attimo. Lui le afferrò il polso con gli occhi colmi di rabbia, l’attirò a sé e poi la baciò.
La baciò con prepotenza, infilò la lingua nella sua bocca con desiderio, continuando comunque a tenere salda la presa sul suo polso microscopico, quasi per paura che potesse scappare.
E lei era incredula, dopo quello che le aveva detto, la stava baciando. Quasi come a farle capire che, in realtà, non le pensava tutte quelle cose ma che gliele aveva dette solo perché era stata lei a chiederglielo, anche se indirettamente.
Ed era esattamente così, Zayn provava esattamente tutto ciò che provava Viv, ma non gliel’aveva detto perché sapeva che la ragazza sarebbe scappata comunque. Perché lei era fatta così, non voleva che qualcuno potesse arrivare a provare qualcosa per lei perché, di conseguenza, avrebbe dovuto abbattere i suoi muri e provare anche lei dei sentimenti per quel qualcuno.
 A Viv non è che non piaceva sentirsi amata, a chi non sarebbe piaciuto?
Aveva semplicemente paura dell’ennesima delusione, dell’ennesima fregatura che aveva in serbo per lei la vita. 
Aveva visto tante persone andarsene senza più tornare, a partire da sua madre. E non voleva che capitasse di nuovo, non avrebbe preso l’ennesima decisione sbagliata. Forse se ne sarebbe pentita ma non avrebbe sofferto ancora per qualcuno.
Così, l’unica cosa che le rimase da fare, con le lacrime agli occhi che tentava di non far scendere lungo le sue guance, fu sciogliersi dalla presa di Zayn e scappare da quell’enorme casa che in quel momento a lei sembrava così piccola tanto da farle mancare l’aria.
Corse a piedi nudi lungo la strada che la riportava a casa.
Zayn era rimasto lì, immobile, che guardava le scarpe della ragazza che aveva appena baciato, sul pavimento. Stringeva i pugni, non doveva andare così. Aveva sbagliato le parole, aveva sbagliato i modi, aveva sbagliato i tempi, aveva sbagliato praticamente tutto. Era furioso con quella ragazza che per l’ennesima volta era scappata via da lui, ma, più di ogni altra cosa, era incazzato con se stesso per tutti quegli errori commessi.
Sentì dei passi che dal corridoio di casa si avvicinavano a lui, in cucina. Riconobbe la mano di Liam che si posò sulla sua spalla in segno di conforto.
“Si risolverà tutto, amico. Tu trovi sempre la soluzione.”
“Lo spero, Liam. Lo spero.”




 
Buonasera fanciulle!
Ok, sapete come si dice?
Breve ma intenso!
E' così che definisco questo capitolo...
come vi avevo anticipato le cose non sono
andate a migliorare, anzi, sembra che 
non ci sia un punto d'incontro tra questi
due sciagurati (?)!
Va beh, bando alle ciance!
Questo è il capitolo 12, fatemi sapere come la 
pensate e magari provate a prendere una 
parte del capitolo ( o di quelli precedenti) che vi è
piaciuta di più e riportatela nella recensione,
così vi conosco un po' meglio... sempre se vi va!
Un bacio enorme!Grazie a tutte!
A presto!
xoxo

RebelleFleur

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


48 ore di silenzio.
48 ore in cui la bionda dalla pelle dorata si era chiusa in camera sua azzerando la realtà.
48 ore durante le quali il moro dalla pelle ambrata si era rinchiuso in se stesso.
Due persone con gli stessi pensieri, gli stessi dubbi, le stesse domande.
‘Perché mi ha lasciato solo?’ / ‘Perché sono scappata?’
Perché è venuta fino a casa mia nel bel mezzo della notte?’ / ‘Perché sono andata a casa sua nel cuore della notte?’
‘Cosa prova per me?’
 
Liam, Niall, Louis ed Harry non prendevano le parti di nessuno e non sapevano mai come fare a risollevare il morale di uno o dell’altra.
Conoscevano bene quei due e sapevano che la situazione si sarebbe risolta solo nel momento in cui sarebbero stati pronti entrambi ad esternare i loro sentimenti, ma fino a quel momento sarebbe stato inutile forzare le cose in qualsiasi modo. Quindi, si limitavano a starne fuori e a consolare i due appena ce ne fosse stato bisogno.
Non era una situazione semplice, anzi era tra le più complicate.
C’erano delle cose irrisolte tra loro delle quali non avevano ancora parlato.
Viv si portava ancora dietro l’arrabbiatura che si era presa durante le vacanze estive quando Zayn le aveva fatto capire che gli piaceva, l’aveva baciata e poi si era presentato alla festa con la sua fidanzata trattandola freddamente.
Zayn, anche lui, era arrabbiato per alcune cose successe mesi fa, come il fatto che lei fosse scappata via da Madrid senza nemmeno salutarlo, con l’intenzione di non rivederlo mai più.
Inoltre, c’era l’aggravante dell’essere stati a letto insieme e dopo non essersi più cercati.
Avrebbero dovuto chiarire, ma i loro discorsi erano sempre spezzati, finivano sempre con l’arrabbiarsi troppo e non arrivare a chiarirsi mai.
 
Zayn era disteso sul suo letto a pancia in su, con le braccia incrociate dietro la nuca, osservava intensamente il soffitto. Sembrava tranquillo ma in realtà la testa gli stava per scoppiare per una frase che gli rimbombava nella mente: ‘la mia vita sarebbe stata migliore senza di te!'
Come aveva potuto quella ragazza colpirlo in quel modo con delle semplici parole?
Perché aveva quell’effetto devastante su di lui?
Nemmeno Perrie gli aveva provocato mai quelle reazioni, come mai?
Perrie...già, avrebbe dovuto risolvere la situazione anche con lei ma stava prendendo tempo approfittando del fatto che fosse fuori nazione con il suo gruppo. Aveva sempre trovato stabilità nella relazione con quest’ultima, la sua vita era già troppo complicata per complicarsela ancora di più con un rapporto instabile.
Purtroppo per lui, però, non poteva scegliere per chi provare dei sentimenti e così si era trovato implicato in un rapporto d’amore-odio con Viv, la più instabile e complessa delle ragazze.
 

Raviva era sul divano di casa sua e aveva deciso di iniziare a leggere un libro nuovo per distaccarsi dalla realtà che ultimamente le stava creando troppi problemi.
Purtroppo, anche la sua lettura fu interrotta da Allison che rientrava in casa e si metteva seduta accanto a lei.
L’amica la scrutava attentamente senza dire una parola, cosa che la faceva innervosire non poco.
D’un tratto, Viv abbassò il libro sulle sue gambe incrociate e si girò di scatto verso l’amica:
“Ok.Cosa vuoi?”
“Stavo pensando…”
“No, Allison tu non devi pensare. Ok?”
La risposta fu acida, ma l’amica non se ne curò continuando lo stesso ad esternare la sua idea.
“Dicevo… stavo pensando: Greg ha un amico. Un amico molto carino che vorrebbe conoscerti, che ne dici?”
Ally metteva enfasi in ciò che diceva sperando che in quel modo avrebbe convinto l’amica ad acconsentire.
“Io non parteciperò ad un uscita a quattro con l’amico del tipo con cui tu stai uscendo per il semplice motivo che vorrei spaccargli quella faccia che si ritrova.”
Viv si era inacidita alla proposta dell’amica. Sapeva che Greg non le era mai piaciuto perché voleva fare troppo lo spaccone e spesso aveva fatto soffrire Allison.
“Viv, Greg è cambiato dall’ultima volta che l’hai visto. Ha messo la testa a posto e come io gli ho dato una seconda possibilità, dovresti farlo anche tu.Anzi, devi per forza visto che gli ho già detto di sì e tra un’ora passeranno a prenderci.”
Allison, non prenderò parte a questa tua follia solo perché credi che così mi risolleverai il morale. Sto bene così come sto.”
“Ti stai comportando da vittima. Sono due giorni che non esci di casa, che ti rinchiudi in te stessa e butti pomeriggi a rimuginare su ciò che è successo. Non puoi non uscire più di casa per non rivederlo più, Viv.”
Ally, finalmente, era riuscita a dire a Raviva cosa pensava realmente senza temere che potesse avere una reazione spropositata alle sue parole. Non le importava più, voleva vedere solo la sua amica alzarsi da quel divano e uscire di casa.
“Hai ragione. Uscirò.”
Gli occhi di Allison si spalancarono leggermente, la reazione della sua migliore amica era stata completamente l’opposto di ciò che si aspettava. Ma ne fu felice, perciò sporse il corpo verso di lei e l’abbracciò.
“Ok, ok. Adesso basta smancerie, devo farmi una doccia di due ore e poi indossare qualcosa di sexy, perciò fammi largo!”
A quella frase sorrisero entrambe, intenzionate a passare una bella serata al di là dei ragazzi con cui sarebbero uscite.
In perfetto orario per l’appuntamento, Viv era pronta: tacchi alti, leggins neri e camicetta velata. Era magnifica e avrebbe fatto girare la testa a chiunque.

 
Erano seduti al tavolo posizionato all'esterno del ristorante ed aspettavano da mangiare: alla destra della bionda sedeva Allison, di fronte invece c’erano Greg e il suo amico James.
A primo impatto non le era sembrato male quel James, forse un po’ troppo muscoloso per i suoi gusti ma tutto sommato era carino e non era un galletto come l’amico che gli sedeva accanto.
Fino a quel momento si era comportato bene, avevano chiacchierato e si erano fatti anche qualche risata tutti insieme.
Nell’attesa Viv si accese una sigaretta. Vide James avvicinarsi a lei con la sedia e poi parlarle sottovoce:
“Dopo la cena ti va se facciamo una passeggiata e ti riaccompagno a casa da solo?”
“D’accordo.”
Raviva aveva acconsentito alla proposta del ragazzo senza nemmeno pensarci troppo. Forse era stato il suo inconscio desiderio di dimenticare ciò che le era capitato negli ultimi giorni e svagarsi un po’. Infondo, cosa c’era di male? Lei non aveva legami con Zayn e poteva uscire con chi voleva, così come faceva lui con quella sua fidanzatina alias bambola gonfiabile.
Poco dopo la cena, lei e James furono i primi ad alzarsi dal tavolo lasciando Ally e Greg lì seduti che continuavano a chiacchierare e a coccolarsi come due stupidi.
“Bene, noi andiamo ragazzi, abbiamo deciso di fare due passi.”
James avvisò i due che sembrarono anche felici di rimanere un po’ da soli, e dopo i saluti si avviarono verso il marciapiede intraprendendo la strada verso casa della ragazza.
 
“Ho mangiato così tanto che forse dovrai portarmi in braccio!”
Disse il ragazzo tentando di rompere il ghiaccio con una battuta.
“Certo, stanne certo che se non ce la fai io ti lascerò qui a poltrire e me ne tornerò a casa mia!”
Raviva scherzò anche lei.
“Wow, Greg mi aveva avvisato!Non fidarti di quel bel faccino perché dietro si cela una stronza coi fiocchi!”
“Lo so cosa pensa lui di me e mi sta bene. Sono stronza con chi voglio esserlo non con tutti. Chi non mi conosce pensa che io sia cattiva non capendo che per i miei amici e la mia famiglia darei la vita.”
Viv tentò di spiegare un po’ del suo carattere a quello sconosciuto che le camminava accanto. Era stufa che chiunque non la conoscesse la considerasse una stronza patentata solo perché diceva ciò che pensava.
Non aveva filtri e ne era consapevole, ma sapeva voler bene e sapeva amare e quando lo faceva, lo faceva fino in fondo.
“Si vede, Viv. Sei una di quelle poche persone che si fa amare prima per i lati brutti del suo carattere e poi per quelli belli. Sei interessante.”
Il ragazzo le poggiò un braccio sulla spalla, il venticello leggero di inizio ottobre aveva provocato dei brividi di freddo alla ragazza facendole venire la pelle d’oca.
Quando James, nell’accarezzarle il braccio se ne accorse, si tolse la giacca e gliela poggiò sulle spalle.
“Non credevo che un amico di Greg potesse essere un tale gentiluomo!”
I due sorrisero.
“Già, nemmeno io credevo di poterlo essere comunque. Ritieniti fortunata.”
“Oh, certo!Che fortuna!”
 L’ironia della bionda fece di nuovo sorridere i due che intanto erano arrivati fuori il viale di casa sua.
Viv fece per togliersi  la giacca, ma lui la fermò:
“Tienila, così avrò una scusa per rivederti.”
 Poi si avvicinò e tentò di baciarla ma fu bloccato dalle mani della ragazza che, con delicatezza, lo spinsero poco più lontano da lei.
“No, James. Scusami ma non posso.”
“Allora avevo ragione a pensare che il tuo cuore fosse già impegnato. Beh, spero solo che questa persona non sia così stupida da lasciarti scappare.”
Il ragazzo parlò con sincerità, era realmente interessato a Raviva ed era strano per lui che una ragazza non ricambiasse ma capì dallo sguardo della bionda che era già immischiata fino al collo in qualcosa di troppo complicato da poter includere anche lui. Così, le diede un bacio sulla guancia e si allontanò.
“La giacca tienila lo stesso, nel caso dovessi liberarti lei ti farà ricordare di chiamare me.”
Le fece l’occhiolino e se ne andò.
Ciao James.”
Estrasse le chiavi di casa dalla borsa ed arrivò sotto il porticato, infilò le chiavi nella serratura e le girò ma quasi non le venne un colpo nel vedere un’ ombra appoggiata al muro di fianco la sua porta, sul pianerottolo.
Era lui.
Nella penombra aveva riconosciuto la cresta di Zayn, la sua posa da bello e impossibile con un piede appoggiato al muro, una mano nella tasca e la sigaretta nell’altra. Aveva una maglia bianca coperta da una giacca di jeans chiara e dei pantaloni neri, era bellissimo.
Ed anche lui nel rivedere le curve della ragazza fasciate dai suoi vestiti ne era rimasto estasiato.
“Che vuoi da me Zayn?”
“Ti sei divertita con quel tipo?”
 Il tono del moro era fin troppo calmo.
“Non ti riguarda.”
Rispose lei con la stessa calma.
“Togliti questa stupida giacca da dosso!”
Zayn si riferiva alla giacca che il ragazzo aveva lasciato sulle spalle di Viv. Innervosito da quella cosa fu stesso lui a togliergliela e gettarla a terra. Sembrava impazzito, era accecato dalla gelosia.
“Tu non hai nessun diritto di venire qua a farmi la scenata di gelosia. Io e te non siamo nulla e mai lo siamo stati perciò, come ti permetti?”
Raviva aveva iniziato a perdere le staffe, non capiva i comportamenti del ragazzo che aveva di fronte. Diceva una cosa e poi faceva l’esatto opposto e lei stava impazzendo.
“Nemmeno tu avevi il diritto di presentarti alla mia porta quella notte e sconvolgere di nuovo i miei piani, eppure l’hai fatto.”
Anche Zayn stava iniziando a perdere la calma e a scaldarsi.
Si staccò dal muro, buttando a terra la sigaretta che aveva appena terminato. Si ritrovò a pochi centimetri da Viv ed entrambi si guardarono negli occhi con rabbia, quasi come a volersi sfidare.
“Tu devi smetterla, Viv. Devi smetterla.”
Senza spiegare  bene quella frase la baciò. La spinse contro la porta che era socchiusa ed entrarono in casa. La spinse contro il muro di casa ed iniziò a spogliarla.
Raviva gli toccava i capelli con voglia, e gli accarezzava il petto con bramosità, gli tolse la maglietta e poco dopo vide i suoi leggins essere sfilati dalle sue gambe con velocità.
Zayn assaggiava il suo corpo come un assetato in un’oasi nel deserto.
Lei gli sbottonò il pantalone e con agilità strinse le gambe attorno al suo bacino. Le loro lingue si scontravano e le mani andavano nei punti giusti conoscendo già il corpo l’uno dell’altra.
Sempre in quella posizione, Zayn camminò verso la stanza di Viv e la buttò sul letto posizionandosi sopra di lei.
Dopo poco erano entrambi nudi e facevano l’amore nel modo più bello che entrambi avessero mai provato.

Alla fine, entrambi stremati, si distesero l’uno accanto all’altro.
“Non addormentarti, Zayn. Rivestiti.”
Sussurrò Raviva.
“Perché?”
“Perché se resterai qui a dormire, domani non avrò più il coraggio di mandarti via.”
Ammise la ragazza.
“Non devi per forza.”
Zayn poggiò la sua mano sulla guancia di Viv, ma lei, con delicatezza, gliel’allontanò ed abbassò lo sguardo.
“Invece sì.”
Ribattè lei.
Zayn si avvicinò a lei e le lasciò un piccolo bacio all’angolo della bocca.
“Non lascerò che tu decida sempre tutto, Viv.”
L’abbracciò ed entrambi si addormentarono.




 
Ciao belle ragazze!
Ecco a voi un capitolo bello nuovo!
Per la gioia di qualcuno, i pezzi del puzzle
iniziano a ricomporsi. I due, alla fine, sembrano essersi
calmati un pochino.
Sarà calma apparente?
Sarà la quiete prima della tempesta?
O sarà una  situazione definitiva?
Non vi voglio anticipare nulla! *risata malefica*
Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi è piaciuto
o anche no! Insomma, qualsiasi cosa, ditemela!
Vi ringrazio, come sempre, per seguire la mia
storia scombinata e rendermi felice con le vostre
recensioni!
P.s. Non so se nel week-end riuscirò ad aggiornare.
A presto girls!
xoxo

RebelleFleur

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Il mattino dopo Raviva si svegliò con una strana morsa allo stomaco.
Il calore che emanava il corpo che dormiva beato di fianco  a lei la faceva sentire al sicuro, ma sapeva che era solo una sensazione.
Non c’era nessuna sicurezza, nessuna stabilità in ciò che era successo tra loro due. Erano stati solo due stupidi incoscienti che avevano scherzato col fuoco e si erano bruciati, ancora.
Ma ne era valsa la pena, pensò Viv.
Quella notte era stata fantastica … lui era stato fantastico, ogni singolo gesto del ragazzo le aveva fatto capire quanto lui la desiderasse e lei aveva fatto di tutto per fargli comprendere che era completamente ricambiato.
Solo che si sentiva una stupida per aver assecondato quella follia del moro. Non avrebbe dovuto lasciarsi trasportare dal momento. Avrebbe dovuto bloccarlo e mettere le cose in chiaro una volta per tutte. Ma non aveva resistito.
E il peggio era che sarebbe voluta morire sulle sue labbra e rinascere sotto il suo tocco per altre  mille volte se solo avesse potuto.
Tirò un sospiro, poi finalmente si girò verso il volto del ragazzo che, sorprendentemente, era già sveglio.
Si ritrovò immersa in quegli occhi color nocciola che al mattino presto avevano delle sfumature più chiare che Viv pensava fossero stupende:gli davano un’aria serena, appagata.
“Buongiorno … ”
Zayn disse sussurrando, incurvando le labbra in un sorriso appena accennato.
“Buongiorno a te.”
Raviva ricambiò il sorriso continuando a perdersi nei suoi occhi.
“Dormito bene?”
Si ritrovò a chiedere la ragazza, senza nemmeno rifletterci tanto.
Di solito, non amava fare conversazione di primo mattino ma quella volta era diverso. Stava così bene in quel letto che avrebbe voluto rimanerci per tutto il giorno, se solo avesse potuto. Ma sapeva che, prima o poi, la realtà sarebbe tornata a bussare alla loro porta e le loro discussioni sarebbero ricominciate come tutte le volte.
“Divinamente. Il tuo seno è comodo, lo sai?”
Zayn scherzò, rilasciando il rumore della sua stupenda risata nell’aria.
“Quanto sei stupido, Malik!”
 Viv si finse offesa ed incrociò le braccia sotto al petto,  poi, come un generale ordina ai suoi soldati, disse:
 “Avanti, alzati! Ho bisogno di caffè per tornare lucida e ricominciare a litigare con te!”
Zayn, a quella frase, assunse un’espressione divertita sul volto, poi punzecchiò la ragazza:
“Quindi, fin quando non prendi il caffè, io posso ancora approfittare di questa momentanea tregua per fare altro!Interessante…”
“Certo. Tu provaci e vediamo dove va a finire la tregua!”
I due risero insieme a quello scambio di battute. Era capitato davvero raramente che regnasse la pace tra di loro, ma quando succedeva era fantastico. Quando non si scambiavano battutine, c’era un’aurea particolare attorno a loro che notavano anche le persone esterne.
I loro amici sapevano che quei momenti non duravano mai molto, proprio per quello, se li godevano finché potevano.

Una volta vestiti, i due si recarono in cucina.
Zayn si mise seduto sul divano attendendo che Raviva finisse di fare il caffè e gliene porgesse una tazza.
“Che poi stavo pensando…che cavolo di nome è Raviva?”
“Beh scusami se non ho un nome comune come la maggioranza della popolazione, Javaad!”
Zayn sorrise.
Ormai, su internet, solo cliccando il suo nome, tutti potevano sapere delle informazioni personali sul suo conto. Il problema era che, pur essendo una star, non si sarebbe mai abituato a tutta quella popolarità.
Viv versò del caffè in due tazze, poi una la tenne per sé e l’altra la porse al ragazzo sedendosi accanto a lui sul divano.
“Colei che da vitalità. E’ questo il significato. E’ di origini indiane.”
La ragazza sorseggiò del caffè  dalla sua tazza e assunse un’espressione seria nel ricordare il momento in cui sua madre le spiegò il significato del suo nome.
“Già, ma perché proprio indiano? Insomma non hai nulla di indiano tu, o mi sbaglio?”
 Zayn stava iniziando ad incuriosirsi, voleva conoscere meglio la ragazza che gli sedeva accanto, aveva fame di informazioni riguardanti lei.
“In realtà, è una storia un po’ bizzarra. Mia madre e mio padre, 19 anni fa fecero un viaggio in India. Il mio nome deriva da ‘Ravivaar’, che, in indiano, significa domenica e tutto ciò perché decisero di concepirmi proprio lì e proprio di domenica.”
“Beh, ci vuole una bella fantasia!”
“Già…mia madre è sempre stata un’appassionata della cultura indiana, direi fin troppo visto che è scappata con un indiano!”
Viv fece una battutina infelice su sua madre che ormai non vedeva da qualche anno e che, per uno strano motivo, non sentiva il bisogno di rivedere; forse perché era raro che lei perdonasse errori così grandi, anche se la persona in questione era sua madre.
“Oh…non lo sapevo. Tuo padre, pur essendo il nostro manager e quindi la nostra seconda famiglia, non ci ha mai parlato di questa cosa e noi non abbiamo mai domandato.”
Zayn faceva oscillare il caffè nella tazza attendendo che si freddasse per poterlo bere con più piacere.
“Già…”
Si limitò a rispondere la bionda che ormai aveva terminato il caffè e si era appena accesa una sigaretta.
Per la prima volta si era aperta con Zayn parlando delle sue cose più personali, senza il timore che lui potesse giudicarla o scappare via. E lui se n’era accorto e ne era così felice.
Avevano parlato tranquillamente, senza urlarsi contro maledicendosi a vicenda.
Il moro sfilò una sigaretta dal pacchetto della ragazza, ricevendo un’occhiataccia da quest’ultima, e se l’accese rilassando i muscoli del suo corpo su quel divano su cui non sedeva da più o meno un mese.
“Louis venerdì sera vuole dare una festa.”
 Se ne uscì d’un tratto il ragazzo.
“Quando mai Louis non vuole dare una festa, Zayn? Per lui ogni motivo è valido per festeggiare!”
“Sì, è vero. Ma dice che sarà una cosa tra di noi, comprenderà noi cinque, te ed Allison… è da un po’ che non facciamo questo tipo di riunioni, parliamoci chiaro, per colpa di noi due.”
Zayn parlò con tranquillità, felice di non essere arrivati ancora all’argomento cruciale per il quale avrebbero litigato seriamente, e si stava godendo quegli attimi di calma prima che la tempesta scoppiasse.
Ed era ciò che stava facendo anche Viv.
“Sì, è vero. Ma tu lo sai, vero, che finiremo per litigare ancora? Lo sai che questo è solo un frangente e che quindi da un momento all’altro noi, per forza di cose, torneremo a discutere?”
Raviva gli parlò riportandolo alla realtà.
“Lo so che dobbiamo parlarne, ma non possiamo aspettare ancora un po’, Viv? Cerchiamo di non rovinare la festa a nessuno, infondo non può farci altro che bene avere questa piccola tregua. Che ne dici?”
Zayn porse la mano a Raviva, attendendo una sua risposta.
Lei sospirò:
“E va bene. Ma solo fino a venerdì!”
Così anche lei allungò la mano verso quella del ragazzo, e stringendola sigillarono quel patto di cui erano a conoscenza soltanto loro due.
“Adesso tornatene a casa Zayn, non sopporto più di vedere la tua brutta faccia!”
Scherzò lei.
Il ragazzo si alzò e si diresse alla porta.
“Me ne vado, Viv… ma solo perché anch’io non sopporto più di vedere il tuo brutto culone!”
I due sorrisero e poi Zayn si chiuse la porta alle spalle con un sorriso da ebete stampato ancora sulla faccia.

Quale strano incantesimo gli aveva fatto quella ragazza?
 


 
Ciao a tutte! :D
Con mia grande sorpresa, ho 
trovato un buco per aggiornare!
Mi dispiaceva lasciarvi così!
Ecco il capitolo 14,
io lo chiamo il capitolo della tregua...
secondo voi quanto durerà?!
Lo so, è un po' breve...
ma mi è uscito così xD
Fatemi sapere come la pensate,
rendetemi partecipe dei vostri
pensieri!
A presto. <3
xoxo

RebelleFleur

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Il venerdì arrivò in fretta.
Ormai, Viv era stanca di vedere Allison saltellare per tutta la casa felice di partecipare finalmente a quella piccola festa a casa dei ragazzi in cui ci sarebbero stati anche lei e Zayn.
Anzi, tutti le avevano fatto capire che erano euforici per quella serata.
In effetti, i cinque ragazzi ed Allison si erano stancati di stare  sempre in ansia quando Zayn e Raviva mettevano piede nella stessa stanza. Ed, essendo rompiscatole ed impiccioni, erano venuti a conoscenza del patto ‘segreto’ tra i due e ne erano stati più che sollevati. Quella serata, senza i loro litigi, sarebbe stata più che perfetta…o almeno ci speravano con tutto il cuore.
D’altro canto, Viv aveva avuto qualche giorno per riflettere sull’accaduto e non era più tanto serena come aveva promesso di essere. La rabbia iniziava a ribollirle nelle vene. Non capiva come si fosse fatta raggirare in quel modo da quello stupido di Malik. Lui aveva ottenuto ancora quello che  voleva portandosela a letto e lei, come una decerebrata, ci era caduta per la seconda volta.
Certo, era arrabbiata, ma si ricordò perché in quel momento aveva accettato di fare quel patto con Zayn: l’aveva fatto per i suoi amici. Voleva vederli rilassati, e voleva che smettessero di preoccuparsi per lei.
Quella serata se ne sarebbe stata tranquilla e avrebbe permesso ai suoi amici di divertirsi senza creare un’atmosfera pesante a causa delle frecciatine tra lei e Zayn. Per quanto riguardava quest’ultimo, poi, avrebbe cercato di evitare qualsiasi tipo di contatto in modo da non combinare guai ed aggravare maggiormente la loro situazione. Poi, una volta conclusa la festa, sarebbe andata da lui a dirgliene quattro.
Non poteva prendersi gioco di lei in quel modo e passarla liscia.
Nel pensare  a tutte quelle cose di cui nemmeno aveva la certezza, Viv si arrabbiò come una belva ma tentò di calmarsi accendendosi una sigaretta e socchiudendo gli occhi.

Lei era pronta da circa una ventina di minuti, e sentiva Ally ancora armeggiare con phon e spazzola davanti allo specchio del bagno.
La sua pazienza stava per terminare, e mentre aprì la bocca per emettere un urlo che avrebbe raggiunto gli ultrasuoni, la sua amica apparve sulla porta del balcone.
“Eccomi. Sono pronta!”
Allison le rivolse un sorriso abbagliante e finalmente riuscirono a scendere di casa, non prima di essere risalite per ben due volte: una volta per aver dimenticato il mazzo di chiavi secondario e l’altra per prendere una giacca visto che Allison si era accorta di aver freddo.
“Dio santo, Ally! Andiamo a questa maledetta festa prima che cambi idea?”
Raviva aveva iniziato ad innervosirsi.
Mise in moto la macchina che le due condividevano ma che non usavano spesso preferendo di gran lunga i mezzi pubblici.
“Sì, sì, andiamo parti!”
Rispose Allison senza perdere l’euforia.
“Non capisco che bisogno avevi di prepararti in questo modo, visto che ci saremo solo noi e visto che ti hanno visto tremila volte in tenuta da casa!”
Viv parlava continuando a prestare attenzione alla strada.
Allison abbassò lo sguardo senza rispondere.
La bionda frenò la macchina bruscamente al semaforo rosso facendo sporgere in avanti il corpo di Ally e costringerla poi a guardarla negli occhi.
“Non dirmelo, Al. Ti prego. No! Non voglio sapere nemmeno chi ti piace di loro.”
“Ma…Viv! Io sono la tua migliore amica e loro sono i tuoi migliori amici, dovresti essere felice!”
Allison tentava di restare calma e spiegare la situazione dal suo punto di vista.
Il verde del semaforo scattò e la ragazza iniziò di nuovo a camminare.
“Appunto!Prova ad immaginare te che ti fidanzi con uno di loro, poi un giorno litigate e vi lasciate. Io non potrò più invitarlo a casa nostra e non potrò più passare del tempo con lui senza che tu ti innervosisca!E non dire che non è così perché lo sai tu e lo so bene anch’io come sei fatta quando si parla di ex!E poi Greg, eh? Era così carino!”
Viv tentò di risultare credibile nel dire l’ultima frase.
“Ma se non ti è mai piaciuto!”
La rimbeccò la rossa.
Intanto erano arrivate vicino casa dei ragazzi. Avevano già avuto le coordinate precise su dove parcheggiare la macchina e da quale porta sul retro entrare per non imbattersi in fan impazzite e fotografi impiccioni.
Fecero tutto alla lettera, ed entrarono dalla porta della cucina dove i ragazzi le attendevano già da un po’ bevendo birra e chiacchierando.
Nel rientrare in quella cucina, a Viv venne un fastidio allo stomaco. La prima ed anche l’ultima volta che ci era stata risaliva alla mattina dopo il suo compleanno quando ebbe quella discussione con Zayn e dopo lui la baciò. Strinse i pugni nel ricordare quella cosa ma si rilassò non appena vide i volti dei suoi migliori amici sorridenti che le andavano in contro per salutarla. Mai era stata più felice di vedere tanti uomini tutti assieme, visto che di solito li considerava tutti stolti e incapaci di ragionare col cervello.
Ma con i suoi amici era diverso e li avrebbe difesi a spada tratta da chiunque avesse pensato quelle cose anche di loro…tranne che per Zayn. Per lui valeva il discorso di ragionare solo con il proprio organo genitale e, il più delle volte, faceva anche delle cose stupide e senza senso.
Ok, avrebbe comunque spaccato la faccia a chi l’avesse detto ma lei poteva pensarle quelle cose.
Ancora un po’ scossa per la rivelazione della sua amica di pochi minuti prima, Raviva iniziò a bere una birra che finì in pochi sorsi rischiando di gettare all’aria tutta la sua femminilità e sembrare un camionista.
Ma non se ne curò poi così tanto, infondo, i suoi amici l’avevano vista in moltissime occasioni bere fiumi di alcool, constatando che la ragazza lo reggesse più di Liam!
Tra una battutina e l’altra su quell’ultima cosa, i sette amici si spostarono in salotto. Un enorme salotto, grande quanto tutta la casa delle due ragazze, stracolmo di ogni tipo di gioco e passatempo esistente al mondo, con enormi divani e un tv al plasma che faceva concorrenza allo schermo del cinema alla fine della strada.
Niall decise di mettere un po’ di musica per fare da sottofondo a quella serata, partendo da ‘Justin Timberlake-Take back the night’.
Raviva, appoggiata al muro di quella stanza, sorseggiava un drink che Louis le aveva fatto miscelando vari alcolici presenti in casa.
Li osservava ad uno ad uno:
Niall canticchiava la canzone che aveva messo dall’ipod, Zayn era seduto sul divano scambiando di tanto in tanto qualche parolina con quest’ultimo, Harry parlava animatamente con Louis che veniva attentamente scrutato da Allison e Liam che faceva arbitro tra i due.
Raviva avrebbe ammazzato la sua migliore amica una volta tornate a casa. Non poteva piacerle Louis! Le avrebbe fatto cambiare idea, visto che Ally non era il tipo da relazione stabile mentre Louis sì!
Dopo aver finito il suo drink, si avviò verso il giardino sul retro della casa per restare da sola e rilassarsi con una sigaretta. Si sedette su un divanetto e si beò di quel venticello fresco d’inizio autunno che caratterizzava Londra.
Continuava a pensare a come risolvere la questione con Zayn. Se erano successe tutte quelle cose tra loro due un motivo ci doveva pur essere.
E’ bello qui, vero?”
Parlò una voce alle sue spalle che Raviva riconobbe subito, senza aver bisogno di voltarsi.
Zayn, avanzò lungo il giardino per arrivare poi a sedersi accanto alla ragazza dalla quale non aveva ancora ricevuto risposta.
“Trasmette pace, ci vengo tutte le volte che qualche dubbio mi assale e non riesco a venirne a capo.”
Continuò il ragazzo senza nemmeno essere certo che Viv lo stesse ascoltando visto che era lì, inerme.
Ad un tratto lei cacciò il suo pacchetto di sigarette dalla tasca e se ne accese una, poi i suoi muscoli, tesi fino a quell’istante per la presenza di Zayn, si rilassarono.
“Già. Quindi vuol dire che adesso hai un dubbio, no? Sei qui…”
A quella domanda, il moro rimase interdetto. Era vero che aveva dei dubbi, dubbi che riguardavano soprattutto lei.
“Milioni di dubbi.”
 Rispose Zayn.
“Sai, penso una cosa: forse a volte è colpa nostra se abbiamo dei dubbi. Tendiamo sempre ad affibbiare colpe a chiunque per la nostra sofferenza, non capendo che il nostro male siamo noi stessi e sai perché? Perché non facciamo le domande giuste, Zayn.Ci complichiamo noi la vita quando potrebbe essere così semplice. Sono settimane che quella domanda ci sta logorando dall’interno, quella domanda che non abbiamo mai il coraggio di farci ma che metterebbe le cose in chiaro una volta e per tutte tra me e te.”
Raviva prese una pausa.
Zayn ascoltava attentamente le parole di Raviva che in quel momento sembrava persa nel suo discorso che non sembrava avere un filo logico ben preciso, si vedeva che non era stato preparato in precedenza ma lui sapeva che la ragazza andava sempre a parare da qualche parte, non parlava mai per il gusto di farlo.
Poi ricominciò:
“La domanda in questione è:”
lo guardò dritto negli occhi,
"che cosa provi per me, Zayn?”

Eccola lì, finalmente ce l’aveva fatta a pronunciare quelle parole. Anche se arrancando, facendo un discorso tutto suo, e con il cuore in gola, aveva posto quella domanda che forse le sarebbe costata la sua amicizia con Zayn e con tutti gli altri.
Vedeva quest’ultimo ricambiare il suo sguardo dritto nelle sue pupille scure, poi lo vide dischiudere la bocca così ridusse i suoi occhi a due fessure come chi si prepara ad incassare un colpo dritto nello stomaco ma l’unica cosa che sentì fu la voce stridula di Allison che dalla porta-finestra gridava con entusiasmo:
“Ragazzi, abbiamo iniziato il gioco del drago, avanti!Venite!”
Viv, ancora una volta, scappò da quella risposta, alzandosi e raggiungendo il soggiorno della casa dei suoi migliori amici.
Lasciò Zayn e la sua risposta a mezz’aria, forse ancora incompleta per avere il potere di appianare le divergenze tra loro due.




 
Saaalve! :3
Ed eccomi qui col capitolo 15,
c'era chi sperava in un riavvicinamento 
che sarebbe durato fino alla fine e chi 
invece già sapeva che sarebbero tornati
a litigare!
A me personalemente piacciono di più
quando litigano! :P
Allora, prima di chiudere, vorrei ringraziare
le persone che seguono la storia capitolo
per capitolo e vorrei dirgli: non abbiate paura,
RECENSITE! 
E poi un grazie enorme alle persone che 
già recensiscono, senza di loro questa storia
non avrebbe avuto un senso!
A presto!
Passo e chiudo!
p.s. prima o poi deciderò i volti dei 
miei protagonisti!
xoxo

RebelleFleur 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Dopo una notte insonne, passata a rimuginare sull’avvenimento della sera precedente, Raviva arrivò ad una conclusione: forse lei non voleva conoscere la risposta a quella sua domanda, forse la risposta le avrebbe causato più infelicità di quella che aveva in quel momento vivendo nel dubbio. Qualunque fosse stata la risposta di Zayn, lei non voleva conoscerla.

Si alzò dal letto con quella convinzione, ricordandosi che avrebbe dovuto fare un discorsetto con la sua coinquilina barra migliore amica riguardo al ragazzo che le piaceva. Così, raggiunse la sua camera e con prepotenza spalancò la porta ritrovandosi davanti un quadretto a dir poco imbarazzante: Allison e Louis a letto dopo aver passato la notte insieme.
Oh mio dio.”
Fu l’unica cosa che Viv seppe dire, senza nemmeno alzare la voce, richiudendosi la porta alle spalle.
Allison e Louis sobbalzarono al sentire il rumore della porta richiudersi e subito capirono la situazione, si vestirono in fretta e corsero in cucina sentendo entrambi il bisogno di giustificarsi con la loro migliore amica.
Viv era seduta sul divano e sorseggiava del caffè da un’enorme tazza.
I due, come due bambini che hanno combinato qualche disastro e non sanno come dirlo ai loro genitori, si misero in piedi davanti a lei, iniziando a balbettare e ad assumere pose imbarazzate.
Viv…vedi…noi…è successo per caso. Non ce lo aspettavamo, ieri sera Louis è venuto a casa per riportarmi la borsa e tu già dormivi…e noi…”
Allison tentò di spiegare, ma con scarsi risultati viste le sue frasi sconnesse.
“Allison. Louis. Venite, sedetevi.”
I due fecero come gli venne detto.
Allora, voi siete grandi abbastanza da andare a letto con chi vi pare senza dovervi giustificare con me. Ma vi avviso: se compromettete il vostro e il nostro rapporto all’interno del gruppo, vi ammazzo.”
Raviva fu molto seria nel dire quelle cose. Già il suo rapporto con Zayn metteva a dura prova la tranquillità del rapporto che aveva con gli altri quattro, figuriamoci un’altra coppia stramba cosa avrebbe provocato.
I due ragazzi capirono subito le parole della loro amica e si limitarono ad annuire sperando di non combinare casini.
Poi, Louis si alzò dal divano e si affrettò a salutare le due e a tornarsene a casa lasciandogli il tempo di parlare in privato.

Allison scrutava la sua migliore amica, sapendo che da un momento all’altro avrebbe dato voce ai fiumi di pensieri che affollavano la sua mente. E non dovette aspettare molto prima che accadesse visto che, dopo pochi secondi, Raviva, con una spaventosa calma, si accese una sigaretta e iniziò a parlare:
Ieri ho chiesto a Zayn cosa prova per me ma non ha avuto il tempo di rispondermi, o forse io sono scappata prima di avere la risposta.”
Poi continuò con più enfasi:
“Magari è giusto che non la sappia mai, che lasci questa cosa in sospeso e tenti di ricreare un rapporto di amicizia con lui. Probabilmente mi avrà presa per una pazza isterica: quale persona al mondo ti fa una domanda e poi va via prima di avere una risposta? Solo i pazzi…credo. E poi la sua pseudo-fidanzata pseudo-famosa? Secondo te si è degnato di dirmi che fine ha fatto? Se devo considerarlo un ragazzo che ha tradito la sua fidanzata con me e poi si è pentito o solo una star che voleva portarsi una a caso a letto? Una a caso, ecco cosa sono per lui, una delle tante… forse la gelosia, le scenate, il suo star male, forse lo fa con tutte, è così che le attira nella sua trappola. Già, dev’essere senz’altro così, altrimenti non si spiegherebbe il fatto che non si degna di alzare quel cazzo di telefono a cui sta sempre appiccicato e dirmi ‘Raviva, voglio stare con te.”
Raviva diceva queste cose gesticolando, camminando per la cucina e assumendo un tono di voce che andava dall’isterico all’ironico.
Allison sapeva che l’intento della sua amica era quello di dare libero sfogo ai suoi pensieri più complessi, più nascosti, ai suoi timori, così la lasciava fare, ascoltandola. Quando capì che aveva finito, assunse un’espressione seria ed iniziò a parlare con tono pacato e al contempo fermo:
“Viv, amica mia, lasciami dire che non ti vedevo così da una vita e da una parte mi fa piacere tornare a vedere questo tuo lato…come dire…umano.
Lui ti ha resa vulnerabile, Viv, ed è questo che tu proprio non riesci a sopportare. Lui ha distrutto le tue barriere ma lo sai anche tu che non sei una qualunque per lui. Anzi, tu sei quella che lo conosce meglio di tutti perché anche lui è più vulnerabile quand’è con te. Il timore di restare feriti da questa storia vi sta impedendo di vivervela. Forse state camminando in direzioni diverse al momento ma ciò non significa che ad un certo punto non possiate incontrarvi.”
Allison parlava col cuore in mano a quell’amica per la quale avrebbe dato qualsiasi cosa pur di vederla di nuovo spensierata.
Viv, esterrefatta da quelle parole, non potè fare altro che sorridere ed abbracciarla consapevole del fatto che avrebbe risolto quella storia una volta e per tutte, a modo suo, perché non stava facendo soffrire solo lei, ma anche chi le stava intorno.
“Grazie.”
Le sussurrò all’orecchio e poi andò a farsi una doccia.
 
 
“Zayn, dov’è la mayonese?”
“Nel solito frigorifero sul solito ripiano accanto al solito ketchup, Niall.”
Rispose il moro, seduto allo snack della cucina guardando annoiato un programma alla tv.
“Vedo che siamo di buon umore oggi!”
Niall tentò di scherzare ma con scarsi risultati, così Harry decise di intervenire:
“Hey Zay, tutto bene con Perrie?”
“No, Hazza. Credo che ci siamo lasciati.”
Il moro diede quella risposta senza staccare lo sguardo dallo schermo della tv.
“Ah. E con Viv? So che la tregua è finita, che pensate di fare?
Con quella domanda Harry riuscì a distogliere l’amico dal suo stato di trance, facendosi guardare negli occhi. Ma la risposta non fu per niente soddisfacente:
“Niente, praticamente niente.”
Harry scrollò le spalle, poi con uno scatto quasi felino rubò a Niall un pezzo di panino che stava addentando e iniziò a correre in giardino consapevole del fatto che lui l’avrebbe rincorso inveendogli contro.
 
Il pomeriggio passò all’insegna del cazzeggio totale per Zayn.
Verso le 7 di sera ormai era già buio ad ottobre inoltrato. Così, dopo aver indossato una felpa, si tirò il cappuccio sulla testa e avvisò gli amici che usciva. Si diresse verso il negozio di dischi poco lontano da lì. Quel luogo era il suo secondo santuario, ci andava per rilassarsi ed ascoltare un po’ di buona e vecchia musica da cuffiotti collegati a dischi in vinile o cd vecchio stampo. E lui era capace di isolarsi dal mondo per ore intere senza che nessuno lo disturbasse. Sapeva che le fan lì non avrebbero messo piede e i fotografi a stento lo riconoscevano di sera e col viso coperto dal cappuccio.
Entrò, salutò il ragazzo dietro la cassa e andò nel suo reparto preferito. Lettera B.
Beatles - Let it be.
Posizionò le cuffie:
“When I find myself in times of trouble
Mother Mary comes to me
Speaking words of wisdom, let it be…”
Zayn si perdeva tra quelle note così delicate di quella canzone scritta più di quarant’anni prima.
A destarlo, la vibrazione del suo cellulare:
-Devo parlarti. Starbucks Tower bridge. Adesso.-
Non ci pensò nemmeno un secondo, se Viv voleva parlargli lui sarebbe corso anche in capo al mondo per ascoltarla.
Il taxi, in 10 minuti, lo portò da lei che lo aspettava seduta al suo solito tavolino all’esterno con la visuale migliore verso il Tower Bridge.
“Hai fatto presto.”
Disse la bionda con un mezzo sorriso.
“Ero nei paraggi.”
Tentò il moro di dissimulare il suo nervosismo scrollando le spalle.
“Meglio.”
“Allora? Ci giriamo intorno o mi dici il motivo per il quale sono qui?”
Zayn fremeva dal desiderio di sapere cosa avesse da dire la ragazza che gli sedeva di fronte e sapeva che nasconderlo non sarebbe servito a nulla.
“Ho pensato a ieri.”
Viv intraprese il suo discorso tentando di apparire la donna risoluta che avrebbe desiderato essere.
Ho pensato alla domanda che ti ho fatto, e ho pensato a tutte le possibili risposte che tu avresti potuto darmi. Non ci crederai, Zayn, ma me le sono addirittura scritte su un foglio. Erano 20. Ho esaminato i pro e i contro e alla fine ho capito una cosa: qualsiasi risposta tu mi darai mi farà male.”
Il ragazzo cercava di seguire il ragionamento di Viv, ma con scarsi risultati. Come avrebbe potuto farle del male una risposta positiva?
La continuò ad ascoltare senza mai interromperla.
“Vedi, sia nel caso in cui tu mi avessi detto di voler stare con me che nel caso contrario, io e te avremmo litigato e sofferto, e  inoltre avremmo danneggiato anche chi ci sta intorno. Perciò, ho deciso che non voglio sapere la risposta. Ho deciso di volerti essere amica comunque vada, di sostenerti, di darti consigli, di conoscerti ancora più a fondo come faccio ogni giorno con gli altri. Anzi, con te sarà ancora meglio, ho conosciuto parti di te che credevo inesistenti, ti ho visto in momenti di debolezza e tu hai fatto lo stesso con me. E’ l’unico modo per non perderti.”
Zayn era incredulo. Perché Viv gli stava facendo una cosa simile? Voleva davvero esserle amico per sempre? Solo un amico? E lei le pensava davvero tutte quelle cose o lo faceva solamente per se stessa, per non lasciarsi andare e soffrire. Sapeva che quando quella ragazza si metteva in testa una cosa non c’era verso di farle cambiare idea, era inutile obiettare e lui non ne aveva più le forze. Forse aveva ragione lei, era meglio così.
Mentre pensava a tutte quelle cose in silenzio, la sua faccia assunse un’espressione corrucciata tanto che Viv appoggiò la sua piccola mano sulla sua, lo guardò fisso negli occhi e gli rivolse il sorriso più dolce che avesse mai visto.
“D’accordo Viv, se per te questa è la cosa più giusta da fare la faremo. Ma non dare la colpa a me se poi manderemo lo stesso tutto a puttane.”
“Non succederà, Zayn. Non lo permetterò.”

 
Buona domenica mie care lettrici!
In questo uggioso e noioso pomeriggio
ho deciso di aggiornare la storia, 
spero di avervi fatte felici almeno un po'!
Ecco, come vedete, i due adesso
entreranno in una nuova fase del 
loro rapporto.
Il loro momento non è ancora arrivato,
vi sto facendo attendere troppo?!
Comunque, vi ringrazio, come sempre,
per le recensioni e per seguire questa ff!
WE <3 ZAVIVA!

xoxo
RebelleFleur

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


“Ok, ragazzi, come sto?”
Raviva uscì dal bagno con un mini abito nero che evidenziava le sue curve, tacchi vertiginosi e una capigliatura voluminosa.
“Sei una favola!”
Si affrettò a dire Louis.
“Viv, ti giuro che se quel Tyler non ti avesse già invitata, ti inviterei ad uscire io!”
Commentò Harry dopo averla guardata dalla testa ai piedi ed essersi preso una pacca dietro la nuca da Zayn.
Quest’ultimo si limitò a sorriderle.
“Siete troppo buoni con me, ragazzi!
Scherzò Viv.

Erano passate due settimane da quando lei e Zayn avevano parlato da Starbucks, da allora avevano impostato il loro rapporto d’amicizia in modo bizzarro. Erano diventati molto uniti ma continuavano a buttarsi frecciatine di tanto in tanto ed inoltre Zayn era diventato molto protettivo nei confronti di Viv, cosa che non aveva mai fatto con nessuno, nemmeno con la sua ex, Perrie.
Già, la sua ex. Dopo varie chiacchierate con Viv, il moro aveva deciso che non era il caso di portare avanti una relazione fondata su cose superficiali e quindi l’aveva lasciata. Era single e per il momento gli stava bene.
Entrambi avevano capito che per non ferirsi a vicenda la cosa migliore era concentrarsi sulla loro amicizia e nulla di più. Certo, non era facile vista la tensione sessuale evidente tra i due che non sarebbe di certo sparita magicamente, ma fino a quel momento avevano saputo tenerla a bada.
Anche Louis ed Allison avevano messo fine ai loro incontri clandestini dopo appena 5 giorni, affermando di essere compatibili solo caratterialmente e non a letto e che quindi una relazione non era per niente fattibile a meno ché non si trattasse di semplice amicizia.

Zayn si alzò dal divano della casa delle due amiche e si avvicino a Viv appoggiandole una mano sul braccio.
“Chiamami se hai bisogno di un passaggio, lo sai, staremo qui tutta la sera.”
Disse con tono quasi paterno che fece sorridere la ragazza.
“D’accordo papà, lo farò!”
Gli diede un bacio sulla guancia e poi si chiuse la porta alle spalle gridando un ciao.
A vederli dall’esterno non sembravano nemmeno più loro. Le liti erano rare e ognuno si preoccupava dell’altro in modo quasi ossessivo. Certo, che si fossero sempre voluti bene era più che evidente ma nessuno mai avrebbe immaginato di vederli così affiatati, senza nemmeno andare a letto poi!
Allison, che conosceva bene la sua amica, sapeva che non era tutto liscio come stava facendo credere Viv. C’era qualcosa che non quadrava, un pezzo mancante, una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all’altro, o, in quel caso, due. Ed anche Liam le dava ragione. Gli altri, invece, si cullavano in quella tranquillità che trasmettevano raramente quei due.

Raviva e Tyler erano al loro quinto appuntamento pur conoscendosi solo da una settimana.
Lui l’aveva adocchiata in un locale a Piccadilly e non l’aveva lasciata libera un attimo da allora.
Viv, che cercava distrazioni, ne aveva trovata una in quel bel moro dagli occhi verdi davvero interessante. Le piaceva sicuramente quel ragazzo, lo trovava anche divertente ma non pensava nemmeno lontanamente ad una relazione seria e sperava con tutta se stessa che per lui fosse lo stesso.
I due si recarono in un ristorante nei paraggi e poi fecero una passeggiata a Piccadilly, chiacchierando.
“C’è qualcosa in te che mi affascina.”
Disse Tyler, continuando a camminare accanto a Viv.
“Tipo?”
Gli domandò perplessa.
“Tipo… il tuo modo di guardare le persone. Ognuna la guardi in modo diverso, si vede subito per chi stravedi e per chi nutri poco interesse.”
“Bene psicologo dei miei stivali,”
Viv lo prese in giro aggrappandosi al suo braccio:
“Allora dimmi: per chi ti è sembrato che io straveda?”
“Quando mi hai presentato i tuoi amici ho subito capito che gli sei molto legata, sono la tua famiglia. Poi, osservandoti con più attenzione, ho capito che ce n’è uno che guardi e a cui sorridi in modo diverso.”
Improvvisamente il volto della bionda divenne serio, poi parlò:
“So a cosa ti riferisci e non posso negare il contrario, io e lui siamo particolarmente legati perché ne abbiamo passate un po’ insieme, tutto qua. E poi la parte di quello geloso non ti si addice proprio!”
Viv sdrammatizzò la situazione spingendo Tyler con un braccio e sorridendogli. Sapeva che il moro dagli occhi verdi non poteva resisterle e così si baciarono.
Dopo poco lui la riaccompagnò a casa e sgommò via col suo macchinone nero.
Era mezzanotte e quando rientrò in casa erano tutti intenti a guardare un film sul divanetto, appiccicati l’uno all’altro per starci tutti.
“Hey Cenerentola vieni a sederti con noi!”
Niall invitò la sua amica appena si accorse della sua presenza.
“No Niall, sai che non amo i film di paura.”
Pronunciò quelle parole togliendosi le scarpe e camminando fino alla sua camera a piedi nudi.
Si chiuse la porta alle spalle e iniziò a sbottonarsi il vestito ma non appena vide Zayn sulla porta sobbalzò e si ricoprì.
“Nulla che non abbia già visto!”
Rise il moro sedendosi sul letto. Lei gli fece una linguaccia.
“Avanti voltati, devo mettermi il pigiama!”
Gli ordinò.
“E va bene e va bene, quanto la fai lunga!”
Zayn si girò contro il muro attendendo che la ragazza si cambiasse.
Raviva indossò il suo pigiama, poi si mise sotto le sue calde coperte, lui si stese accanto a lei sopra le coperte e iniziò a giocherellare con una sua ciocca di capelli.
“Allora? Com’è andato l’appuntamento?”
“Bene.”
Lo rivedrai?”
“No.”

A quella risposta secca, Zayn sorrise:
“Sei la solita. Come mai non lo rivedrai?”
“Gli manca qualcosa, Zay. Non so dirtelo bene, ma ho questa sensazione.”
“Già, lo so Viv. Gli manca la mia bellezza, è normale!”
Il moro fece quella battuta attendendo la risposta della sua amica che però non arrivò. Quando abbassò lo sguardo, la vide dormire beatamente tra le sue braccia e ne fu felice. Delicatamente tolse il braccio dalla sua nuca e sgattaiolò fuori dalla stanza non prima di averle dato un’ultima occhiata. Pur essendo amici, non poteva negare a se stesso di non aver mai visto una ragazza più bella di quella.
Così, tirò un sospiro e andò via.
 

Holaaa!
Ecco a voi questo capitolo abbastanza di 
passaggio! Non c'è nessun risvolto
interessante, mi sono limitata a 
raccontare un po' di quotidianità!
Allora, volevo dirvi che il ragazzo
dell'appuntamento con Viv l'ho
immaginato come il bellissimo
Tyler Hoeclin. Ma tanto, alla fine, 
farò una lista del cast contanto di
foto! Vi piace l'idea?
Adesso vado fanciulle, a presto!
E, come sempre, grazie per farmi
capire che ci siete!
xoxo
RebelleFleur

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


“Buongiorno dormigliona!”
Allison, già sveglia da qualche ora, seduta sul divano, accolse a gran voce la sua migliore amica appena sveglia.
“Ally perché urli di primo mattino?”
Chiese la voce di Viv ancora impastata dal sonno.
“Sono le 11.00, mia cara!Prendi un litro di caffè e parlami di Tyler!”
Raviva prese una tazza di caffè, una merendina al cioccolato e andò a sedersi accanto alla sua amica.
“Niente da dire Ally. Non lo rivedrò più.”
La faccia della rossa lasciava intendere tutto ciò che in quel momento si tratteneva dal dire.
“E va bene, e va bene.E’ inutile che mi guardi così! Certo, è bello, intelligente, simpatico e guadagna anche bene. Quindi, no, non lo so qual è il problema, Ally.”
“Beh, mi sembra strano che tu non lo sappia mia ingenua e dolce amica.”
La rossa parlò ironicamente.
Ovviamente, si riferiva al fatto che la sua amica trovava difetti in ogni ragazzo che conoscevano quando uscivano. Uno era troppo basso, uno troppo stupido, uno troppo appiccicoso, insomma, lei non ci provava nemmeno, li scartava a priori. Poi, la sera in cui Tyler si avvicinò a loro, nemmeno Viv riuscì a trovargli un difetto così decise di provare ad uscirci sotto pressione, ovviamente, di Allison. Ma anche quella volta, lei aveva deciso di troncare tutto sul nascere.
Allison dopo un po’ aveva capito che il problema ne era solamente uno: un ragazzo moro, con i tatuaggi e gli occhi scuri.
“So a cosa ti riferisci ma non è così. Ti posso assicurare che ormai io e Zayn ci siamo messi l’anima in pace e ci stiamo concentrando solo sul nostro rapporto di amicizia. E poi non ci penso minimamente a stare con una star che tra pochi mesi andrà in girò per il mondo. Lo dimostra il fatto che anch’io ho deciso di pensare un po’ a me stessa: ho spedito una domanda alla International Academy of Journalism, se mi accettano seguirò dei corsi ad Oxford e dopodiché potrò lavorare per qualche giornale e fare carriera!”
Allison fu felice di sentire quelle parole che uscivano dalla bocca della sua amica. Sapeva che a Viv era sempre piaciuto quel campo: la scrittura, le interviste. Ne era sempre stata capace, e sapeva che al termine di quel corso qualche grande giornale o rivista l’avrebbe subito notata e assunta. Inoltre, il fatto di impegnarsi in qualcosa l’avrebbe sicuramente distratta dal fatto che i suoi 5 amici sarebbero partiti per il tour e lei non li avrebbe visti per mesi e mesi.
“Ne sono davvero felice, Viv! E mi sto commuovendo, stiamo crescendo!”
Viv scoppiò in una fragorosa risata:
“Già, stiamo crescendo ma sai che rimarremo sempre delle festaiole incallite anche quando saremo vecchie decrepite!”
“Certo che lo so, amica mia!”
Così, brindarono con le due tazze di caffè che avevano tra le mani.
-Stasera Ministry of Sound. Vi voglio al top. Louis.-
 
 
“Hey, Zayn, sai che Perrie è in città? L’ho incontrata stamattina, mi ha detto che era appena tornata da Tokyo e poi mi ha chiesto di te.”
Chiese Liam all’amico tanto per fare conversazione.
“Liam, sai che ciò che dice Perrie non mi riguarda più.”
“Lo so, amico, ma tu ti devi distrarre, è da un po’ che non ti vedo con qualche ragazza.”
Zayn iniziò ad innervosirsi alle parole del suo amico.
“So a cosa vi riferite tutti quanti, ma sto bene e ve lo dimostrerò stasera!”
 
Ebbene, la sera arrivò in fretta. Le ragazze erano euforiche, volevano essere  impeccabili.
Viv indossò un abitino verde acqua accollato davanti ma scollato lungo la schiena, decolleté e capelli ondulati; Allison, invece, più appariscente della sua amica, indossò un tubino del colore dei suo capelli e decolleté neri.
Ovviamente, quando i ragazzi passarono a prenderle, non fecero altro che fargli complimenti di ogni tipo, compreso Zayn, il quale non era solito esprimersi, non appena Viv gli fu vicino le sussurrò all’orecchio un ‘sei bellissima’ ricevendo in cambio un sorriso enorme.
Finalmente, i sette riuscirono a raggiungere il loro spazio privato all’interno dell’immenso club già gremito di gente che ballava in ogni angolo. I primi a buttarsi in pista furono Harry e Viv, seguiti a ruota da Liam, Louis ed Allison. Niall e Zayn invece, preferirono bere prima qualche bicchierino, fin quando Raviva non andò da loro e li prese per un braccio trascinandoli in pista. Tutti si divertivano e tutti ballavano con tutti. Anche Viv e Zayn ballarono qualche minuto vicini ma tutti si resero conto dell’elettricità che emanavano, così si tennero a debita distanza l’uno dall’altro.
Dopo poco, mentre Raviva ballava insieme ai suoi amici, si sentì prendere da dietro e in un attimo si ritrovò a baciare quello che riconobbe dopo pochi secondi come Tyler.
Viv lo allontanò subito, sapeva che tutti la stavano guardando.
“Sei impazzito?”
Gli urlò.
“Esatto. Sono giorni che non ti fai sentire e appena ti ho vista da lontano ho subito pensato che dovevo baciarti.”
Viv si rese conto che quello non era il luogo adatto per parlarne così lo prese per il polso:
“Andiamo fuori, è meglio.”
Mentre i due parlavano fuori al locale di come Viv fosse sparita dalla circolazione e di come Tyler avesse provato a contattarla in ogni modo possibile; all’interno del locale Zayn aveva bevuto troppo e andava in giro adescando ogni tipo di ragazza e poi la baciava, sotto lo sguardo sbalordito dei suoi amici.
“Oggi ha detto che avrebbe dimostrato a tutti noi che tra lui e Viv c’è solo amicizia e penso che il fatto che lei e Tyler si siano baciati davanti a lui, gli abbia fatto scattare una molla…o qualcosa del genere!”
“Probabilmente è così, Liam.”
Harry diede ragione al suo migliore amico.
Dopo poco, videro Zayn uscire dal locale con una ragazza che gli stava appiccicata e continuava a baciarlo.
 
Dopo aver chiarito con Tyler ed avergli spiegato che per lei non valeva la pena andare oltre, Viv rientrò nel locale e raggiunse i suoi amici ancora in pista. Ovviamente, subito si accorse dell’assenza di Zayn ma non parlò e nessuno osò dirglielo. I ragazzi, ormai rimasti in sei, lasciarono il locale alle cinque del mattino. Le ragazze furono riaccompagnate al loro appartamento e i ragazzi tornarono nella loro villa.
 
“Ok, dai, chiedimelo!”
Allison incitò Viv, mentre preparava del caffè.
“Cosa dovrei chiederti?Mi pare nulla.”
Viv rispose all’amica improvvisando un’espressione distaccata che però non risultò credibile agl’occhi di Allison.
“So che muori dalla voglia di sapere dov’era Zayn quando sei rientrata.”
Le porse una tazza di caffè, Viv l’afferrò e la bevve. Poi, avviandosi verso la sua stanza disse:
“Ti sbagli. Non m’importa.”
Dopo cinque secondi, ritornò in cucina dove Ally l’aspettava, la conosceva fin troppo bene e sapeva che sarebbe tornata indietro.
“Ok. Dimmelo.”
“Non so se sia a causa del bacio tra te e Tyler, ma lui, poco dopo che siete usciti a parlare, ha iniziato a baciare ragazze a caso, era mezzo ubriaco e l’abbiamo visto uscire dal locale con una ragazza e non ritornare. Il resto te lo puoi immaginare da sola.”
“Ok. D’accordo. Fa bene, no? Intendo ad andare anche lui avanti con la sua vita. Io sono sua amica e devo essere felice per lui. Anzi, io sono felice per lui.”
“Farò finta di crederti, Viv. Buonanotte.”
Allison schioccò un bacio sulla guancia a Raviva e poi se ne andò nella sua stanza, lasciandola sola con i suoi pensieri.



 
Eccomi qui!
No, non mi sono dimenticata di voi,
sono solo in leggero ritardo,
spero che qualcuno non mi ammazzi! :D
Ed ecco qui  il capitoletto,
spero che vi piaccia!
Grazie per seguire e recensire la mia
storia, vi adoro!
E voglio fare un appello a coloro che
non hanno ancora recensito: 
RECENSITEEEEE!Ho davvero bisogno
dei vostri pareri! <3
A presto!
xoxo

RebelleFleur

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Zayn si strofinò gli occhi con una mano, si era risvegliato in quel letto con un mal di testa incredibile. Quando riuscì a mettere a fuoco i dettagli di quella casa, capì che non gli era per niente familiare. Non ci era mai stato lì, prima di allora. In bocca sentiva un sapore amaro segno che quella notte aveva bevuto e fumato troppo. Pensò che era parecchio tempo che non faceva i conti con i postumi della sbornia.
La sua attenzione fu attirata poi dal muoversi del corpo disteso accanto a lui: una ragazza seminuda dai capelli ricci e mori. Anche lei non la conosceva affatto eppure, a quanto pareva, ci era andato a letto.
Perché l’aveva fatto?
Si chiese più volte, poi, improvvisamente, si ricordò del bacio tra Viv e Tyler e strinse i pugni. Anche lui voleva dimostrare di essere andato avanti e di essere in grado di frequentare altre ragazze che non c’entrassero nulla con Viv. Ma soprattutto doveva distrarsi, doveva dimenticare.
Prese i suoi vestiti e prima che la ragazza si svegliasse, andò via da quella casa.
Camminò per le strade fredde di Londra, nascondendo il volto con il cappuccio e gli occhiali da sole fino a casa. Nessuno lo riconobbe, le ragazzine erano tutte a scuola e gli adulti erano troppo distratti da altro per notarlo. Ma forse la ragazza di ieri sera lo aveva riconosciuto, era per questo che non aveva dovuto faticare nemmeno un po’ per portarsela a letto…o semplicemente era una facile.
Gli venne un brivido nel ripensare a 3 anni prima quando quasi tutte le sere usciva ad ubriacarsi e andava a letto con delle sconosciute.
Zero implicazioni, zero sentimenti, zero problemi.
A lungo andare però si sentì vuoto e decise di smettere. Adesso, quella sensazione stava ricominciando, ma non gli importava, l’unica cosa che voleva era dimenticare e reprimere tutto ciò che aveva nel cuore.
Avrebbe continuato ad essere amico di Raviva, come aveva fatto fino ad allora standole vicino e preoccupandosi per lei ma intanto avrebbe continuato per la sua strada e prima o poi sarebbe guarito.
 
Raviva non aveva chiuso occhio.
Aveva tentato in tutti i modi di distogliere il pensiero da Zayn che stava con un’altra ragazza. Insomma, l’aveva già visto con la sua ex, ma non era la stessa cosa. Lei era subentrata dopo Perrie e, allora, non aveva nessun diritto su di lui, ora invece ce li aveva eccome i diritti su di lui e non poteva sopportare che una sgualdrinella qualunque se lo fosse portato a  casa.
Ok, Raviva  sapeva benissimo che la colpa era soprattutto di Zayn se era andato con una sconosciuta. In più, non credeva alla storia di Allison sul fatto che la colpa fosse del bacio tra lei e Tyler. Non poteva essere così perché quello voleva dire nuovi problemi, altri dubbi e altre domande senza risposta. Forse non era nemmeno giusto che le desse fastidio quella faccenda, forse la cosa giusta da fare era cercare di dimenticarla.
“Raviiiiva!Muovi quel tuo culetto e vieni in cucina? Louis è qui ed ha portato la colazione!”
La voce di Allison rimbombò nella casa.
Viv si alzò dal letto e raggiunse i ragazzi che intanto già stavano addentando due malcapitati cornetti al cioccolato.
“Ciao Lou, grazie per il pieno di zuccheri alle 3 del pomeriggio!”
“Di nulla piccola!”
L’abbracciò.
Allora mio piccolo Lou, come mai sono tutti a provare tranne te?”
Chiese Allison pimpante come sempre.
“Ho smesso solamente mezz’ora prima, ogni tanto ce lo concedono. Piuttosto, Viv parliamo di ieri?”
Louis si girò verso la diretta interessata.
“Sì, di cosa vuoi parlare Louis? Di come Zayn si sia portato a letto una sconosciuta?Beh, sì è successo ed io sono ancora viva, sono ancora sua amica e sono rimasta calma.”
Viv rispose alla domanda del ragazzo con un velo di fastidio.
“Già, è per questo che hai le occhiaie di chi non ha dormito nemmeno un’ora e parli e gesticoli in modo nervoso!”
Raviva inspirò ed espirò in modo profondo, poi si accese una sigaretta.
“Ok, mi ha un po’ innervosita la cosa ma solo perché non mi aspettavo che lo facesse in mia presenza, tutto qua.”
Raviva mentì spudoratamente ad uno dei suoi migliori amici, quella non era l’unica cosa che le aveva dato fastidio.
“Sai, Viv, per un periodo Zayn era così. Non gli importava di nessuno, andava a letto con le sconosciute e spesso non ne ricordava nemmeno il nome, era come svuotato dai sentimenti; certo, è stato molto tempo fa, ma non vogliamo che ci ricada.”
Louis parlò guardo un punto fisso nel vuoto.
“Zayn è adulto e può fare ciò che vuole, non saranno di certo le mie parole ad impedirgli di andare con le ragazze.”
“Lo so, Viv, ma lui da quando ti conosce è diverso. Ha più energie, più voglia di fare e soprattutto si vede che prova delle cose per te, che sia affetto, amore, odio o quant’altro non l’ho ancora capito ma si vede che non è vuoto. Continua a stargli vicino.”
“Certo che gli starò vicino Lou, come sempre.”

“Ragazzi, oggi preparo una ricetta che ho imparato al ristorante, sapete mi hanno promossa come aiuto cuoca e dobbiamo festeggiare!E poi tra un po’ arriveranno gli altri e saranno sicuramente affamati!”
Allison s’intromise, rallegrando l’atmosfera.
“Ma è fantastico!”
Si congratulò Viv che subito corse ad abbracciarla insieme a Louis.
Poco dopo arrivarono anche gli altri quattro, mettendo in croce Louis perché li aveva abbandonati mezz’ora prima delle prove senza un valido motivo.
Dopo l’ottima pietanza cucinata da Allison, Zayn e Raviva si ritrovarono fuori al terrazzino per fumare una sigaretta.
Erano solo le 6 del pomeriggio ma già era buio e la leggera pioggia di Londra la rendeva ancora più caratteristica di quanto già non fosse.
“Non so come farò tutti quei mesi lontano da Londra, non c’è città più bella e misteriosa di questa.”
Zayn parlava con un tono di voce molto basso.
“Vi è già capitato di stare molto tempo via per i tour, no?Non è la prima volta…”
“Sì, ma questa volta c’è qualcosa di diverso, c’è qualcosa che mi lega ancora di più a questa città.”
Si guardarono intensamente negli occhi. Poi, il cellulare di Zayn vibrò.
“Scusami, devo andare.”
Disse Zayn, evasivo.
Salutò gli altri di corsa e uscì. Andò verso casa di una ragazza che conosceva appena. Era il suo modo di distrarsi da tutte le sensazioni che provava quando era con Viv, con quella a cui aveva promesso di essergli amico, perché era vero: era l’unico modo per non perdersi mai. E allora, lui si perdeva negli sguardi e nelle lenzuola di altre fingendo che fossero le stesse emozioni provate quelle poche volte che era stato con lei ma che per lui valevano più di mille notti passate con mille ragazze diverse.
Doveva trovare il modo di dimenticarla ma non era possibile perché quando baciava le altre, o le sfiorava o le spogliava non era nemmeno minimamente uguale a quando lo faceva con lei. Non era possibile dimenticare ogni cosa e si arrabbiava come un matto, cosa che piaceva alle ragazze con cui stava.
Una…
Due…
Cinque…
Dieci ragazze diverse in due settimane. Adesso che era famoso era facile conquistarle, spesso non diceva più di dieci parole che loro già l’avevano invitato a casa.
Viv era a conoscenza di ogni singola ragazza, non perché lui ne parlasse con lei questo è ovvio, ma perché a turno Liam, Niall, Harry e Louis andavano a dirglielo. Lei era impotente davanti a ciò che Zayn stava facendo, ma sentiva un grosso peso di cui doveva liberarsi.

Ne trovò l’occasione proprio un sabato sera di inizio Dicembre, questa volta in un Longe Bar e non una delle tante discoteche. Musica più soft, ci si poteva sedere ad un tavolo e chiacchierare senza doversi sgolare per farsi sentire.
I’ve never seen a diamond in the flesh
I cut my teeth on wedding rings in the movies,
And I’m not proud of my address.
In the torn up town, no post code envy…
[Lorde-Royals]
I soliti sette amici seduti su divanetti bianchi di pelle, ognuno con un drink.
Il primo ad allontanarsi fu Zayn. Aveva sicuramente adocchiato qualche ragazza. Viv se ne accorse subito.
Il moro, con una camminata sicura e lo sguardo da predatore, si avvicinò alla sua vittima ed iniziò a parlarle muovendo le labbra nel modo più sensuale possibile, cosa che a Viv fece andare in panne il cervello. Infatti senza ragionare nemmeno per un secondo, andò verso Zayn:
“Perché non vieni con me, Zayn?”
Viv non aveva pensato a cosa dirgli, anzi non aveva pensato e basta. Ma ne aveva abbastanza di vederlo insieme a ragazze senza un minimo di cervello, lui non era così e lei lo sapeva bene.
Zayn alla richiesta della bionda rimase stupito ma la seguì comunque all’esterno del locale.
“Ok, Zayn, dimmi che diavolo stai facendo? Perché davvero non lo capisco, tenti di portarti a letto ogni essere di sesso femminile che abbia delle tette grandi ed un vestito corto.”
Erano in piedi uno di fronte all’altro, ed erano entrambi tesi.
“Beh, direi che ti sei risposta da sola, Viv.”
Fece per tornare dentro ma la mano di Raviva lo bloccò.
“Che cosa credi di dimostrare, eh?”
“NO!Tu che credi di fare? Ci provo con te e tu ci stai, poi mi dici restiamo amici e restiamo amici, vediamo altre persone e tu lo fai, poi quando lo faccio io ne fai un affare di stato. Che cosa faccio di male?Vedo altre ragazze, non mi sembra che giustificarmi con te faccia parte del nostro stupido patto d’amicizia, o mi sbaglio, Viv?”

Zayn era furioso, lei lo poteva capire dal suo sguardo. Forse lui aveva ragione, era stata lei a dettare le regole e adesso le stavano persino strette.
“Bene, se vuoi rovinarti in questo modo, sei libero di farlo, non hai bisogno dei consigli di nessuno, giusto?Tu sei perfetto, sei il grande uomo…”
Mentre Viv sbraitava contro di lui in modo quasi divertente per chi la vedeva dall’esterno, Malik la prese per la faccia e la avvicinò alla sua, poi la baciò. Solo in quell’istante la ragazza terminò il fiato e smise di parlare a macchinetta.
“Era l’unico modo per farti stare zitta…”
Le sussurrò lui, una volta lontano dalle sue labbra.
“Non dovevi farlo, Zayn.”
Gli disse in un sussurro rabbioso.
Così, girò i tacchi e andò a chiamare un taxi che la riportò a casa.
Quelle sensazioni che ormai non provavano da molto tempo, erano mancate a Viv così come a Zayn.
Come si fa a fermare un uragano quando è già partito?
To be continued…

 
Et voilà!
Finalmente un po' d'azione tra questi due!
Il capitolo mi era uscito fuori troppo lungo,
così, l'ho suddiviso in due parti accentuando
un po' di suspance. :D
Spero che vi sia piaciuto!
La fine è vicina, ma io ho un dubbio
amletico: Chi potrebbe essere il prestavolto di Raviva?
Non ne ho la minima idea!Perciò, se avete
qualche nome da suggerirmi, fatelo pure!
Grazie, come sempre, a tutte voi!
xoxo

RebelleFleur
 

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


...Part II

‘bum bum’
Due colpi vicino alla porta.
‘bum bum’
Altri due colpi alla porta.
Viv, assonnata, si alzò dal letto, guardò l’orologio sul suo comodino:
le 2.00 di notte. Ovviamente Allison e gli altri non erano ancora ritornati a casa, lei, invece, aveva preso un taxi fuori a quel bar.
Passò per la cucina e andò ad aprire la porta.
“Zayn…”
Zayn si reggeva con un braccio allo stipite della porta, non era del tutto lucido ma tentò lo stesso di fare un discorso sensato:
“Com’è strana la vita, vero Viv? Due mesi fa tu eri fuori la mia porta, ubriaca e bagnata fradicia e mi chiedevi il perché io non fossi venuto al tuo compleanno, adesso invece eccomi qua. Ci sono io fuori la porta di casa tua, a chiedermi perché dannazione sei andata via dopo che ti ho baciata.”
Aveva un sorriso malinconico sul suo volto.
“Non mi sembra sia il caso di parlarne adesso, Zayn. Penso che tu abbia bevuto un po’ troppo.”
Viv era shockata, non poteva crederci che la storia si stava ripetendo.
“Già, per te non è mai il caso, Viv. Per te si può anche evitare l’argomento per sempre. Ma vedi, io non sono bravo a fingere come te, non sono bravo a nascondere che provo qualcosa quando solamente mi sfiori e che portarmi a letto tutte quelle ragazze non mi è servito a nulla perché non sono riuscito a dimenticarti ma mi ha solo ricordato di quanto tu sia mille volte meglio rispetto alle altre.
Il moro parlava velocemente, in modo nervoso, senza rendersi conto che quelle parole pesavano sul cuore fragile di Viv che intanto lo guardava incredula, senza riuscire a dire una parola.
Zayn avanzò verso di lei, poi, con una mano le alzò il mento costringendola a guardarlo negli occhi.
“Tu mi desideri, Raviva Davis, e non provare a negarlo.”
“No, Zayn, ti sbagli di grosso.”

Distolse losguardo.
“Certo, è per questo che ti è venuta la pelle d’oca appena ti ho sfiorato il volto.”
Raviva si innervosì a quelle parole perché erano vere.Così, tentò di allontanarlo ma non ci riuscì perché lui la prese per i fianchi e l’attirò a sé baciandola nel modo più passionale possibile.
Raviva si lasciò avvolgere da quella pelle ambrata incisa dai tatuaggi scuri, si lasciò annegare in quegli occhi color cioccolato e si lasciò morire al tocco di quelle labbra così sensuali.
Tutta la notte si amarono follemente, come mai avevano fatto prima. Tutto era più intenso dopo mesi in cui si erano desiderati e avevano represso ogni cosa. Assaggiarono ogni singola parte dei loro corpi senza averne mai abbastanza. Poi, si addormentarono l’uno tra le braccia dell’altra.

Si risvegliarono circa alle 4 del pomeriggio.
“Hey.”
“Hey…”
Le labbra di Viv si allargarono in un dolce sorriso.
“Non dormivo così bene da mesi.”
Affermò Zayn, ricevendo poi un bacio dalla bionda che ancora stringeva tra le braccia.
“Avanti, alziamoci da questo letto, sento un po’ di casino in cucina, staranno tutti lì.”
I due ragazzi si rivestirono e riassunsero sembianze umane per presentarsi davanti ai loro amici che di sicuro già erano a conoscenza di ciò che era successo tra loro due.
Non appena misero piede in cucina, tutte le risate e le chiacchiere si fermarono. Nessuno osò domandare nulla, tanto che per rompere il ghiaccio Niall chiese:
“A che gusto la volete la ciambella?”
“Cioccolato!”
Risposero i due all’unisono.
Entrambi afferrarono la propria ciambella e poi la addentarono.
“Ah ma  quanto la fate lunga!State insieme o no?”
Harry, stanco di quell’imbarazzo, fece quella domanda beccandosi una gomitata nel fianco da Allison.
A Zayn andò un pezzetto storto ed iniziò a tossire, Viv invece rispose con la sua solita schiettezza:
“No, Harry!Da quando fare sesso significa fidanzarsi?Mi stupisco di te!”
Zayn, sorridendo, scosse il capo, non si sarebbe mai abituato a quelle risposte anche se lo divertivano tanto.
Nessuno osò più domandare altro. Inoltre, i due non volevano pensare a qualche etichetta da dare al loro rapporto, volevano viversela così, alla giornata. Non volevano farsi promesse per non doverle infrangere, e non volevano fare progetti per non deludersi a vicenda. Se ci pensavano bene, mancava poco più di un mese alla partenza per il tour, ed impegnarsi troppo in una relazione avrebbe significato soffrire. Inoltre, anche Raviva aveva progetti per il suo futuro, voleva frequentare quell’accademia e poi trovare un bel lavoro, e una relazione con Zayn l’avrebbe distratta dai suoi obiettivi, lei lo sapeva.
 
 
Vorrei tanto sapere in quella testa che cos’hai, mia cara amica?”
Allison domandò in modo ironico alla sua migliore amica, una volta rimaste sole nel loro appartamento.
“Beh, a questo punto, non ne ho la minima idea.”
La bionda si avvolse in un plaid e uscì in terrazza per fumare una sigaretta.
“Bene, mettiamo che tu e Zayn vi confessiate l’amore che provate l’uno per l’altra –perché lo provate-, quando lui starà via per mesi e mesi e verrà fotografato con milioni di altre ragazze in giro per il mondo, tu che cosa diavolo farai?”
Ally aveva raggiunto l’amica fuori.
“Allison, ti spiego una cosa: io e Zayn non ci confesseremo mai l’amore che proviamo l’uno per l’altra semplicemente perché lui non prova niente ed io sono troppo orgogliosa per ammetterlo!Quindi, passeremo queste feste tutti insieme facendo ciò che ci va di fare e non pensando al momento in cui dovremo separarci. Fine.”
“Come fai a dire che non prova niente? O sei pazza o sei cieca.”
Detto questo, La rossa rientrò in casa lasciando la sua amica da sola a riflettere.


 
Hey giiirls!
Beccatevi questo ventesimo capitolo!
O meglio, la seconda parte del capitolo 19!
Che carini i nostri ZAVIVA, vero?
Finalmente molte di voi saranno felici,
 e anch'io lo sono!
Grazie di tutto, a presto. <3
xoxo

RebelleFleur

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Ok, vai così. Un po’ più a destra, un po’ più giù. No, no!”
“Quest’albero è troppo grande, l’avevo detto io!”
Natale era ormai alle porte. I cinque amici si erano messi all’opera per procurare il più bell’albero di Natale alle loro due amiche ma, a quanto pareva, avevano esagerato visto  che non riuscivano a farlo passare dalla porta!
“Harry, invece di dare indicazioni inutili perché non vieni a darci una cavolo di mano!”
Urlò Zayn contro l’amico che fino a quel momento era stato a guardarli mentre tentavano di far passare l’albero dalla porta dell’appartamento.
Intanto, Allison preparava della cioccolata calda per tutti e Viv se la rideva allegramente guardando i suoi  amici girare e rigirare quel povero albero.
Dopo vari tentativi, finalmente l’albero ci passò. Viv diede indicazioni su come posizionarlo nell’angolo vicino alla finestra e i ragazzi obbedirono.
Allison distribuì una tazza fumante di cioccolato ad ognuno e creando un semicerchio si fermarono tutti ad osservare quell’albero tanto folto e bello.
“Confesso, anche se ero un po’ scettica sull’acquistare un albero vero, questo mi sembra perfetto. L’adoro.”
Viv pronunciò quelle parole con sincerità. Poi, mentre sorseggiava dalla tazza, si ritrovò un braccio di Zayn sulla sua spalla, anche lui beveva la cioccolata impugnando la tazza con l’altra mano. Tutti ridevano, facevano battute e presero in giro Niall quando si ritrovò il naso e la bocca sporchi di quella panna che aveva aggiunto alla cioccolata in modo esagerato.
Per la prima volta, Viv sentì il calore di una famiglia. Adesso sapeva cosa si provava, era una sensazione di pace, di appagamento e di felicità nell’avere delle persone vicino a cui vuoi un gran bene e che, pur non avendo legami di sangue con loro, sai che non ti abbandoneranno mai.
Da quando sua madre era andata via di casa, lei e suo padre non facevano grandi festeggiamenti per il Natale, tantomeno un albero. Erano solo loro due e festeggiare in grande non gli sembrava il caso. Ma quell’anno sarebbe stato diverso.
“Domani andiamo in centro a comprare qualche addobbo.”
Le disse Zayn.
“D’accordo.”
Gli rispose con un dolce sorriso.
 
 
“Ally, allora io esco!Mi raccomando fai venire i ragazzi a farti compagnia e approfitta di loro per mettere qualche addobbo in più!”
Le urlò Raviva, intenta ad indossare il giubbotto, la sciarpa ed il cappello.
“Va bene!E tu mi raccomando, oltre a fare la piccioncina pensa a comprare qualche addobbo per il nostro albero!”
Ovviamente, dall’accaduto tra Raviva e Zayn, i loro amici non facevano altro che fare battutine e lanciargli frecciatine ironiche, com’erano soliti fare.
Al:non costringermi a strangolarti proprio il 10 Dicembre!”
Detto questo, si chiuse la porta alle spalle. Scese le scale di casa e si ritrovò davanti il sorriso più bello del mondo.
“Buongiorno.”
Le disse Zayn, ancora col viso un po’ assonnato. Probabilmente la sera prima avevano fatto tardi nel fare qualche prova o nello scrivere qualche nuova canzone, pensò Viv.
“Buongiorno a te!”
Gli ricambiò il sorriso.
“Allora, dove si va?”
“Conosco un posticino a Camden che sicuramente ti piacerà!”
I due raggiunsero il luogo suggerito da Zayn spostandosi in metro.
Lui, quella mattina, indossava occhiali scuri, un cappello di lana dal quale si intravedeva solo il ciuffo scuro e un giubbotto di un blu elettrico; si confondeva molto bene tra la folla talmente intenta a comprare oggetti e decorazioni Natalizie che non l’avrebbe notato nemmeno se avesse intonato qualche canzone proprio lì.
Raviva era raggiante, glielo si leggeva nello sguardo e nel sorriso sempre acceso sul suo viso da quando si era messa a camminare accanto a lui.
E si sentiva stupida, anche. Sapeva che quella era una situazione passeggera, che sarebbe finita e che probabilmente lui stava bene con lei ma non provava niente di più, diversamente da lei.
“In questo posto, da bambino, ci venivo con i miei genitori e le mie sorelle. Non sai come io e Doniya ci divertivamo a far impazzire mia mamma nascondendoci dappertutto. Oppure prendevamo gli addobbi che più ci piacevano e, di nascosto, glieli mettevamo nel cesto pur sapendo che non li avrebbe mai comprati.”
Zayn aveva un sorriso malinconico mentre raccontava a Viv quell’episodio della sua infanzia, e lei, quasi come fosse la cosa più naturale al mondo, gli prese la mano e la incrociò alla sua.
“Beh, ti do una notizia mio caro Zay, oggi puoi mettere nella cesta tutti gli addobbi che  vuoi e, se lo desideri, puoi anche comprarli.”
Si guardarono con sguardo complice, poi, all’entrata del negozio presero una cesta di vimini dove ci avrebbero appoggiato tutte le palline di natale che poi avrebbero pagato alla cassa. Ci fu qualche battibecco sul colore predominante dell’albero, o sui gusti dell’altro e alla fine a spuntarla era sempre Raviva.
Uscirono dal negozio stremati ma vincitori. Ognuno aveva in mano tre buste piene di addobbi.
“Avevi ragione, questo negozio mi è piaciuto molto!Bravo Malik!”
“Quando mi chiami così mi vengono in mente le prime volte in cui passavamo del tempo insieme. Era divertente litigare con te!”

“Già, ma poi le liti, ad un tratto sono diventate meno divertenti, e le parole hanno iniziato a pesare.”
Intanto, si sedettero su una panchina lì vicino.
“Forse perché qualcosa dentro di noi stava già cambiando. Non possiamo di certo dire che siamo gli stessi di 5 mesi fa.”
Zayn parlava con molta tranquillità scrutando Viv da dietro gli occhiali scuri.
Raviva non parlò. Tacque per qualche secondo.
“Ho inviato una domanda all’Academy of Journalism di Oxford. A Gennaio partirò anch’io. Mi hanno accettata.”
Gli fece quella confessione improvvisamente, liberandosi di un peso enorme.
L’espressione rilassata di Zayn iniziò a cambiare, lasciando spazio alle rughe sulla fronte.
“Beh. Complimenti. E’ un bene, no? Per te è una bella cosa.”
Poi, con uno scatto si alzò dalla panchina ma venne bloccato dalla mano di Viv:
“Resta.”
Così, i pugni chiusi di Zayn, si rilassarono e lui ritornò al suo posto. Era bastata una sola parola a calmarlo pur non sapendo le ragioni della reazione che aveva avuto.
Dopo qualche minuto passato in silenzio, Zayn parlò:
“Tu sai da mesi che io e i ragazzi saremmo dovuti partire. Te l’abbiamo detto per darti il tempo di metabolizzare, ma tu? Tu quando me l’avresti detto? Stupido io a pensare che la nostra relazione si basasse almeno sulla sincerità.”
Era amareggiato, glielosi leggeva in volto.
“Ok, Zayn, parliamone. Io e te in una relazione siamo già assurdi, figuriamoci in una relazione a distanza. E lo so, ho sbagliato a non dirtelo prima ma stavo solo trovando il coraggio. Dopo il nostro riavvicinamento è stato ancora più complicato dirtelo. Ma alla fine, se ci pensi, non cambia nulla: tra un mese saremo sempre in due parti diverse del mondo a continuare le nostre vite.”
Tentò di spiegare le proprie ragioni la ragazza.
“Con la differenza che io starò via per sei mesi e tu per un anno. Perché dura almeno un anno il corso, giusto?”
Zayn non urlava, ma era arrabbiato. Cercava di contenere la sua rabbia perché infondo sapeva che Viv aveva ragione: si sarebbero comunque dovuti separare e discuterne non serviva a nulla.
Giusto. Senti Zayn. E’ quasi Natale, io e te andiamo d’accordo, i nostri amici sono tutti felici, non roviniamo niente a nessuno, tantomeno a noi stessi. Lo ammetto, io quando sono con te sono felice, sto bene, perciò secondo me vale la pena continuare questa relazione-o quello che è- fin quando è possibile, fin quando vogliamo.”
Raviva provava dei sentimenti per quel ragazzo e di certo non voleva perderlo, anzi, voleva passare con lui tutto il tempo che le era rimasto a disposizione prima che avrebbero dovuto separarsi. Ecco perché sperava che Zayn fosse d’accordo con lei. Certo, dopo sarebbe stata ancora più dura stargli lontano ma intanto non avrebbe avuto nessun rimpianto.
“Oggi è stata una delle mie giornate migliori non so dopo quanto tempo. Sono tornato bambino, mi sono divertito e ho dimenticato di essere famoso e tutto questo è successo grazie a te. Tu mi ci fai sentire spesso così è per questo che non voglio perderti, che non voglio perdere ciò che siamo, qualsiasi cosa siamo io e te. Non volevo arrabbiarmi, capisco che devi pensare  anche tu al tuo futuro ed è giusto che intraprenda la tua strada. Vediamo come và, finché và.”
Lentamente, Zayn avvicinò il suo viso a quello di Raviva, timoroso che lei potesse rifiutarlo, cosa che non avvenne perché in un attimo si ritrovarono a baciarsi dolcemente, come mai era successo prima.
Poi, s’incamminarono verso casa, in silenzio. Non erano a disagio, avevano semplicemente trovato un po’ di pace.
 
Al loro rientro in casa, vennero accolti da cinque sorrisi smaglianti. I loro amici quel pomeriggio si erano impegnati a rendere quel piccolo appartamento un vero ritrovo per Babbo Natale. Luci, ghirlande, stelle di natale per tutta casa.
“Aspettavamo solo voi per decorare l’albero!”
Annunciò Harry.
“Però, ce ne avete messo di tempo!”
Disse Allison, allusivamente generando qualche risatina.
I due poi svuotarono tutte le buste sul pavimento e tutti insieme come dei bambini iniziarono a riempire, a poco a poco, l’albero delle due amiche.
Quello sarebbe stato il Natale più bello ma al contempo più triste delle loro vite.

 
Ciao bellissime!
Vi presento il nuovo capitolo!
So che Natale è passato da un pezzo
e che state già pensando tutte alle
vacanze estive,
ma ho scritto la storia precedentemente
e quindi siete costrette a beccarvi un po'
di freddo! Anche se, secondo me, crea la 
giusta atmosfera, no? :D
Fatemi sapere cosa ne pensate,
vorrei leggere i pareri di tutte voi!
Vi ringrazio come sempre!
( Poi i ringraziamenti buoni si faranno alla fine!)
xoxo

RebelleFleur

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Quella mattina Raviva si svegliò a causa di un forte profumo che le aveva disturbato il sonno.
Strofinandosi gli occhi raggiunse la cucina e vide un’esilarante Allison alle prese con i fornelli, intenta a cucinare l’impossibile per quella sera: la cena della vigilia di Natale. Ecco da dove proveniva quell’odore.
La cosa che divertì di più Viv, però, fu la playlist scelta da Allison: Best of Christmas songs.
“Buongiorno amica mia!”
Le disse Allison pimpante quando si accorse della sua presenza.
“Buongiorno a te!”
Le sorrise, poi continuò :
”Vedo che ti stai dando da fare. Ha tutto un ottimo aspetto, i ragazzi ne saranno felicissimi!”
“Sì…soprattutto Niall!”

Risero.
 
 
 
 
 
“Buongiorno ragazzi, che cosa ci fate già tutti in tiro?”
Un Zayn assonnato uscì dalla sua camera e vide i suoi quattro amici vestiti e tirati a lucido.
“Zayn, è la vigilia, prima di andare a cena dalle ragazze passiamo a dare gli auguri alla nostra famiglia. Dovresti farlo anche tu!”
Lo rimproverò Liam.
Già, la vigilia di Natale. Zayn l’aveva completamente rimosso.
“Sì, hai ragione. Andrò a vestirmi dopo aver fatto colazione.”
“Ok. Allora noi andiamo. CI vediamo alle 7 dalle ragazze.”

Gli gridò Harry uscendo di casa seguito dagli altri tre.
Zayn potè fare colazione in assoluto silenzio quella mattina e restare solo con i suoi pensieri.
Non capitava spesso che in quella casa ci fosse pace e tranquillità come in quel momento. I ragazzi facevano sempre qualcosa di rumoroso per passare il tempo.
Mentre beveva del succo d’arancia si ritrovò a pensare ad una cosa che aveva fatto ma che non aveva confessato a nessuno: aveva comprato un regalo di Natale a Raviva.
Sapeva bene che si erano ripromessi di non farsi regali: i ragazzi avevano comprato l’albero e pagato gli addobbi e le ragazze si sarebbero sdebitate con la cena e gli alcolici.
Ma era stato più forte di lui. L’aveva visto e aveva pensato a lei, non poteva non comprarlo. Adesso però era un po’ preoccupato, non sapeva come darglielo e quali parole usare esattamente. Lui non era bravo in quelle cose, si ritrovò a pensare. Non gli veniva bene fare il sentimentale con le ragazze. Ma con Viv era diverso, era sempre stato tutto diverso e solo il pensiero di dover lasciare il paese tra un mese e non rivederla chissà per quanto tempo, gli faceva venire una fitta allo stomaco. Era per questo che non poteva non dargli il braccialetto che le aveva comperato.
Mai per nessuno aveva fatto una cosa del genere. Nemmeno per la sua ex, Perrie. Inoltre, Viv non poteva considerarla nemmeno come la sua ragazza visto che il loro rapporto si basava sul ‘chi vivrà vedrà.’
Probabilmente se né lui né lei sarebbero dovuti partire, lui le avrebbe gridato in faccia tutto ciò che pensava e cioè che non gli stava bene un rapporto a metà, un rapporto non ben definito, che non gli stavano bene i suoi discorsi insensati sull’amore e probabilmente dopo l’avrebbe baciata e le avrebbe detto ciò che lui provava.
Già… ma cosa provava in realtà Zayn Malik?
Evitava quella domanda tutti i giorni. Non poteva pensare all’amore, sarebbe stato un errore troppo grande innamorarsi di qualcuno da cui già sai per  certo che ti dovrai separare. Eppure non era amicizia, non si limitava all’attrazione fisica e non era del semplice affetto.
Era passione ardente quando si toccavano, era attrazione mentale quando parlavano, era odio quando litigavano. Era tutto portato all’eccesso con lei, e probabilmente quando facevano l’amore era amore.
Scosse la testa nel pensare all’ultima cosa e addentò l’ultimo biscotto.
Entrò sotto la doccia e scacciò via quei pensieri.
‘Sarà bello finché durerà.’
Cercò di convincere se stesso.
 
 
 
“Signore e signori, un po’ d’attenzione prego!Il nostro chef sta portando la prima pietanza a tavola!”
La tavola imbandita a festa, i cinque ragazzi seduti al tavolo che già si leccavano i baffi da mezz’ora nel sentire quell’odore di cibo.
Raviva annunciò l’arrivo della prima portata cucinata dalla sua migliore amica in modo regale con una punta d’ironia.
Ed ecco che al centro del tavolo, Allison posizionò un pentolone enorme contenente spaghetti a vongole e frutti di mare di ogni genere, tutto con un odore incredibilmente invitante.
La cena passò in allegria ed armonia, i ragazzi addirittura intonarono qualche canzone di natale sotto l’effetto del vino, facendo ridere a crepapelle le ragazze.
Qualche ora dopo, Allison e Liam sparecchiarono la tavola, Louis e Niall lavarono i piatti mentre Harry li asciugava. Raviva andò fuori al balcone a fumarsi la sua solita sigaretta post-pasto e Zayn approfittò di quel frangente per raggiungerla ed accendersene una anche lui.
“Hey.”
Raviva lo accolse con un sorriso.
“Hey.”
Zayn ricambiò.
Restarono in silenzio per un po’. Zayn prese coraggio e alla fine parlò:
“Raviva, io… beh, vedi…”
Zayn era imbarazzatissimo e lo si notava da come si accarezzava la nuca.
Viv era sorpresa da quel suo imbarazzo, era raro che qualcosa potesse intimidire Zayn. La sua espressione preoccupata ma al contempo curiosa fece sorridere il moro che prese un gran respiro e poi continuò:
“Quello che cerco di dirti è che io ti ho preso un regalo.”
Raviva lo guardò negli occhi, poi le sue labbra si allargarono in un sorriso sincero.
“Zayn, ci eravamo detti niente regali, mi cogli impreparata.”
“Lo so, ma non c’è bisogno che ricambi, davvero. L’ho visto e ti ho pensata così te l’ho comprato indipendentemente dal Natale.”
Disse frugando nella tasca dei suoi jeans.
Poi, dopo pochi secondi ricacciò la mano stretta in un pugno che conteneva il braccialetto.
“Dammi il tuo polso.”
Raviva obbedì porgendogli il suo piccolo polso.
Quando vide Zayn allacciarle quel braccialetto d’oro, le brillarono gli occhi. Era fantastico.
“Zayn… è stupendo. Ti ringrazio.”
Lo guardò dritto negli occhi. Mentre lui manteneva il suo sguardo, Raviva si sentì di fare un passo avventato, così, si sporse in avanti e lo baciò.
Ovviamente, Zayn ricambiò il suo bacio facendo intrecciare la sua lingua a quella di lei.
Sperava tanto che Raviva non si dimenticasse di lui, e sperava che quel braccialetto e quell’incisione che lei non aveva ancora notato, l’avessero aiutata a non dimenticare.
Anche Viv, d’altronde, sperava di aver scalfito almeno un po’ la corazza di Zayn e quindi di non essere stata una delle tante nella sua vita. Dopo quella dimostrazione, pensò che, almeno un po’, fosse riuscita nel suo intento.
Non sapeva quella storia dove l’avrebbe portata ma di una cosa era certa: la sua vita avrebbe fatto schifo senza di lui.
Ovunque le loro vite li avrebbero portati, lei era certa che non sarebbe stata dimenticata e, in ogni caso, non avrebbe dimenticato.
“Buon Natale Zayn.”
“Buon Natale anche a te, Viv.”

 

 
Ragazzeee!Buonasera!
Scusate per il ritardo, 
ma non ho avuto per niente tempo!
Comunque, alla fine, ce l'ho fatta!
La fine è vicina, e penso che si noti!
Ma non sarà noiosa, ve lo giuro!
O almeno credo...!
Comunque, adesso vi tocca sorbirvi 
questo capitolo assolutamente
romantico!
Fatemi sapere, confido in voi!
Un bacio enorme a tutte le 1000
che hanno visitato la storia e
a chi recensisce ogni volta!
xoxo

RebelleFleur

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Raviva uscì dal bagno dopo essersi fatta una lunga doccia durata più di mezz’ora.
30 minuti in cui aveva ripercorso mentalmente gli avvenimenti degli ultimi 6 mesi…
Aveva scelto di non andare al college, aveva conosciuto i suoi attuali migliori amici nonché popstar, aveva scoperto che il suo vecchio amico Matt era innamorato di lei, aveva cambiato casa e aveva permesso a qualcuno di abbattere il suo muro.
Ed era proprio quel qualcuno in particolare che la preoccupava più di ogni altra cosa.
Ormai le feste natalizie e il capodanno erano passati. In quelle feste era diventato ancora più palese il fatto che lei e Zayn provavano qualcosa che andava oltre l’attrazione fisica. Forse era amore o forse no.
Di una cosa era certa, quel qualcosa non potevano permettersi di provarlo.
Anche Gennaio, il tanto temuto Gennaio, era arrivato. La data della partenza ormai era stata stabilita: Giovedì 26, i ragazzi avrebbero preso un aereo che li avrebbe portati chissà dove e lei avrebbe dovuto partecipare ad una delle cose che più odiava al mondo: gli addii.
Anche lei, giusto una settimana dopo, avrebbe preso un treno che l’avrebbe indirizzata verso il suo futuro.
Niente la rendeva più  triste del pensare a quelle cose. Zayn sarebbe diventato, col tempo, solo un piacevole ricordo e lo sapeva bene.
Una relazione a distanza non era per niente fattibile, anche perché la loro non poteva definirsi nemmeno una relazione.
Scosse la testa come per scacciare via quei pensieri, ma niente. Loro erano ancora lì.
Indossò velocemente una tuta e poi uscì dal bagno per andare in camera sua quando venne attirata da un vociferare proveniente dalla cucina, così cambiò direzione.
Quando apparve sulla soglia della porta, Louis ed Allison, seduti al tavolo, smisero improvvisamente di parlare ed assunsero un’espressione come di chi è stato colto in flagrante.
“Di cosa stavate parlando brutti bastardi?”
Raviva incrociò le braccia sotto al petto assumendo un’espressione seria.
“Raviva, amica mia!”
Louis si alzò dalla sedia ed andò ad abbracciarla quasi come a volerla distrarre da quella situazione.
“Louis, ci siamo visti ieri e mai mi hai dimostrato così tanto affetto! Se pensi che così possa sviare il discorso, mi offendi!”
Lo rimproverò Viv, muovendo l’indice come chi la sa lunga.
“E va bene e va bene. Louis non ce n’è bisogno, torna a sederti.”
Lo richiamò Allison che poi continuò a parlare rivolgendosi alla sua migliore amica:
“Parlavamo di te e Zayn.”
Vedendo il sopracciglio destro di Raviva alzarsi, l’amica continuò:
“Mi correggo: del regalo che Zayn ti ha fatto e del quale tu non ci hai assolutamente detto nulla!”
“Perché non c’è nulla da dire, mi sembra ovvio!”

Le rispose Viv alzando le spalle.
“Ma almeno ti sei accorta dell’incisione sotto la targhetta?”
Domandò Louis con un finto tono di disperazione.
Raviva prese posto accanto a Louis e rispose:
“Sì, anche se me ne sono accorta qualche giorno dopo.”
Abbassò lo sguardo sul suo polso e guardò il braccialetto. ‘Remember me’, era quella la frase che Zayn aveva fatto incidere apposta su quel bracciale. Raviva ci rimase di sasso non appena si accorse dell’incisione.
“E’ stato un gesto così romantico!”
Urlò quasi Allison che aveva gli occhi sognanti.
“Già… così romantico che tra qualche settimana partirà e se ne porterà a letto almeno una per ogni paese in cui andrà!”
Raviva smontò subito i castelli in aria che l’amica stava costruendo per lei. Era risaputo che non era una sognatrice e che non s’illudeva facilmente. Mai una volta aveva creduto che la storia tra lei e Zayn sarebbe andata oltre quel fatidico 26 Gennaio.
Poi guardò Louis, e dalla rabbia passò alla tristezza pensando che si sarebbe dovuta separare dai suoi migliori amici chissà per quanto tempo. Louis se ne accorse, così l’abbracciò cercando di darle e darsi conforto, poi le parlò:
“Ah mia piccola Raviva… a parte che farò finta di non aver colto la tua gelosia nell’ultima frase che hai detto a proposito di Zayn, ma ti voglio dire un'altra cosa: se pensi solo per un attimo che noi cinque potremmo rimpiazzarti con la prima che capita allora sei una stupida! Io ti voglio bene, vi voglio bene (guardò Allison), ed anche per gli altri è così, e penso che qualcuno ti voglia anche più che bene. La nostra amicizia è forte e non vederci per qualche mese, o magari per un anno, non cambierà tutto ciò, ne sono certo.”
Gli occhi delle due ragazze divennero languidi, così come quelli di Louis. Poi si strinsero in un abbraccio tutti e tre e Raviva potè fare finalmente un respiro di sollievo.
 
 
 
Zayn era intento a fare l’ennesima partita ai videogiochi. Quando voleva interrompere il flusso dei suoi pensieri o voleva pensare ad altro, prendeva la consolle e ci giocava per un paio d’ore.
Quella mattina, Zayn era stato incollato davanti allo schermo al plasma per ben due ore, fin quando il suono del campanello non lo destò.
Ci mise un po’ prima di alzarsi svogliatamente dal suo comodo divano in pelle. Quella mattina si sentiva così svogliato da non voler indossare nemmeno le pantofole ed una maglia, andando ad aprire alla porta di casa sua a dorso nudo incurante di chi gli si potesse presentare davanti.
“E tu che cazzo ci fai qui?”
Zayn, nell’aprire la porta, aveva trovato qualcuno di inaspettato dall’altro lato ed improvvisamente iniziò ad innervosirsi.
“Oh, Buongiorno anche a te Zayn!
Quella voce sottile che il moro conosceva fin troppo bene gli parlò.
“Non ha nulla di buono questo giorno, Perrie. Ti ho fatto una domanda.”
Zayn strinse la mascella, era nervoso. Non voleva che qualche ficcanaso lo beccasse a parlare con lei.
“Wow!Che maniere! Non m’inviti nemmeno ad entrare, allora è vero ciò che si dice in giro: qualcuno ti ha fatto rammollire, Zayn!”
Perrie aveva assunto un tono ironico, quasi come se lo stesso prendendo in giro e al contempo stesse insinuando qualcosa.
“Non farmi diventare un mostro. Te lo chiedrò solo un'altra volta: che cosa ci fai qui?”
Zayn aveva fretta di terminare quella conversazione e chiudere quella porta. Se qualcuno li avesse fotografati insieme a lui non sarebbe proprio andata giù come cosa.
“Niente, sono passata a trovarti. Allora, ti è passata la cotta per quella biondina? Dai, non dirmi che le cose che ho letto sono vere!”
La bionda platino si avvicinò di qualche centimetro al moro che intanto la guardava con espressione crucciata. Non sapeva dove la ragazza voleva andare a parare ma aveva l’impressione che l’avrebbe scoperto a breve.
“Non c’è nessuna cotta. E poi, non so quello che leggi, non sono affari miei così come non dovrebbero essere affari tuoi ciò che succede nella mia vita.”
Zayn fu diretto, conciso.
Perrie gli allungò delicatamente una mano sulla guancia sinistra, e poi gli fece una carezza improvvisando uno sguardo tenero.
La tua vita è sempre stata affar mio, Zayn. A me importa davvero di ciò che ti succede, a differenza di tutte le puttanelle che ti girano intorno.”
Mentre Zayn era intento ad ascoltare quelle parole insensate della ragazza che si ritrovava di fronte, Perrie, con uno scatto abile e veloce, si lanciò sulle sue labbra tentando, con un gesto disperato, di essere ricambiata. Zayn rimase per un secondo impassibile, ad occhi spalancati, ma appena si rese conto della situazione, spinse Perrie lontano da lui.
“NO PERRIE, TI SBAGLI!”
Le gridò con rabbia. Poi continuò:
“A te interessava e t’interessa tutt’ora solo la mia fama e non ti va giù che un’altra ragazza mi abbia interessato. Tu sei piccola, Perrie, e tale rimarrai per il resto della tua vita. Ti saluto.”
Sputò quelle parole quasi fossero veleno, o un’arma da utilizzare contro di lei. Sapeva che le avrebbe fatto del male in quel modo, ma così non sarebbe più tornata ad infastidirlo. Poi, per un attimo, si rese conto di una cosa: il bacio che gli aveva dato Perrie. Come diavolo si era permessa?
Chi le aveva dato il consenso di presentarsi fuori casa sua senza preavviso ed insinuare quelle cose?
Era vero che in realtà  si sentiva solo spodestata dal ruolo di sua fidanzata ufficiale.
Non aveva il diritto di dirgli quelle cose, Viv non era come tutte le altre. Lei non pensava ai suoi soldi, alla sua fama anzi, di quelle cose non parlavano mai tutti e due. Lei era quel genere di ragazza che lo faceva sentire se stesso, e non Zayn Malik dei One Direction.
Non gli era mai capitato, nemmeno quando stava insieme a Perrie, e quella era la cosa che più gli piaceva di Viv, della sua Viv.
Viv non era Perrie. Con lei Zayn poteva fare e dire ciò che voleva e non doveva cercare di essere perfetto in ogni momento. Sapeva che a lei non piaceva essere fotografata con lui, per questo indossava le cose più assurde per non farsi riconoscere per strada.
Con Perrie invece, doveva essere sempre in tiro. Sempre con i capelli gelatinati e i vestiti  a posto, in modo tale che, se qualcuno li avesse fotografati, sarebbero venuti bene. Ricordava ancora il tono di voce che lei utilizzava per dirgli quelle cose. Gli venne un brivido. Era stato un anno con quella ragazza e per un intero anno aveva dovuto sopportare quelle cose. Certo, lui era affezionato a Perrie, per un po’ crebbe anche di esserne innamorato, ma sapeva come si sarebbe conclusa la loro relazione.
Quando lasciò Perrie, pensava già tutte queste cose e di certo, a distanza di mesi, non erano cambiate.
 Con Raviva era tutto diverso, addirittura le cose semplici gli risultavano più belle, come addobbare un albero di Natale. Lui, con lei, diventava bambino con tutte le risate e i dispetti compresi.
 
Guardò l’orologio, erano le 13.00, così decise di indossare una tuta e scendere per fermarsi a mangiare un hot dog in un chioschetto specializzato solo in ciò che per Zayn era una prelibatezza.
Indossava il solito  cappuccio e gli occhiali da sole per non farsi riconoscere e spesso le persone non si accorgevano di chi fosse,  per sua fortuna.
 “Un hot dog ketchup e mayonese, per favore.”
Ordinò al tizio dietro il chiosco.
“Due, per favore!”
Una voce cristallina gridò al suo fianco. Era una delle voci che adorava di più, quella di sua sorella.
“Doniya!”
Urlò Zayn e poi la strinse in un abbraccio che la sorella ricambiò prontamente.
“Ciao Zayn!Mi sei mancato.”
Gli sussurrò sua sorella che non vedeva da mesi ormai.
“Che cosa ci fai qui?”
Le domandò poi il ragazzo.
“Veramente ero venuta a vedere il mio fratellone come sta, stavo per raggiungere casa  tua ma poi ti ho visto qui al chiosco ed eccomi qui.”
Doniya Malik era raggiante, aveva un sorriso sul volto sincero e un’espressione pacata, i suoi occhi però mostravano un velo di preoccupazione per quel ragazzo che aveva di fronte e che aveva i suoi stessi tratti orientaleggianti.
“Sai che prima di partire sarei passato a salutarvi, vero?”
“Certo che lo so, Zayn.”

Intanto, dopo che Zayn ebbe pagato i due hot dog, s’incamminarono verso una panchina non poco distante da lì.
Quando ebbero finito ognuno il proprio pasto, Zayn parlò:
“Ti conosco Don, dimmi cosa ti preoccupa.”
Donya si girò e guardò suo fratello negli occhi, poi rispose:
“Beh, sapevo che l’avresti capito da solo. Ebbene sì, c’è qualcosa che mi preoccupa: TU!”
Il sopracciglio destro di Zayn si alzò di più rispetto a quello sinistro.
Quando però si accorse che la sorella non aveva ancora terminato di parlare, riassunse un’espressione normale.
Ho letto sui giornali che hai lasciato Perrie. E poi che hai in corso un flirt, così l’hanno chiamato, con Raviva Davis che ho avuto il piacere di conoscere già qualche mese fa. So che lei è stupenda e quando sento i tuoi amici parlare di lei sembra che ne siano tutti ammaliati, ma io voglio sapere un’altra cosa, Zay: tu che cosa provi?”
Quell’ultima domanda colse Zayn impreparato. Da quanto qualcuno non gli rivolgeva quella domanda così direttamente? Forse l’ultima volta gliela fece proprio Raviva a quella festa organizzata da Louis a casa loro. Mai aveva risposto a quella domanda a  voce alta, forse perché quando le dici le cose sembrano diventare reali.
Sospirò.
“Io non lo so, è tutto così complicato, Doniya. So che lei prova delle cose per me e so per certo che io la ricambio. Non so dirti se sia amore, affetto, amicizia…so dirti solo che io adoro passare del tempo con lei, adoro ascoltare la sua risata soprattutto se sono stato io a provocarla, adoro punzecchiarla, farla arrabbiare e poi appianare tutto con un bacio. Odio quando qualcuno le si avvicina più del dovuto o la guarda come fosse un oggetto. Non so cosa sia, so solo che dovrò smettere di provare tutte queste cose tra esattamente una settimana.”
Lo sguardo di Donya si intenerì. La ragazza poggiò delicatamente una mano sul suo viso e poi con una voce molto pacata gli rispose:
“Ormai è palese, fratellino. Tu sei innamorato. E sai qual è la miglior cura all’amore? Confessarlo. Tu devi dirglielo, Zayn. Anche se partirai, anche se non la rivedrai. Tu glielo devi dire perché ti farà sentire meglio e perché forse farà sentire meglio anche lei avere una persona che la ama nel modo in cui fai tu. Non importa ciò che farete dopo.”
Doniya era una persona stupenda e per Zayn era la miglior sorella del mondo perché era sua amica, sua complice e sua coscienza.
Sapeva che quelle parole erano la pura e semplice realtà, era innamorato di Raviva e gliel’avrebbe detto, fosse cascato il mondo. Il suo orgoglio poteva andare a farsi fottere. Non gli importava della risposta che avrebbe ricevuto. Lui non voleva avere nessun rimpianto.

 
Mie care lettrici,
so che il capitolo è un po'
più lungo del solito, ma 
non mi andava di divirlo perché mi piace così com'è!
Personalmente, adoro l'entrata in scena di Doniya
perché è come se fosse la coscienza di Zayn.
Finalmente lui ha aperto gli occhi! Ma la nostra
Viv che ne penserà?! 
E voi, cosa ne pensate?
Ci becchiamo presto! :D

Comunicazione di servizio: 
i capitoli della storia ne sono 29!

Ciao splendoriii!
xoxo

RebelleFleur

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


“Hey amico, ti senti bene?”
Harry domandò a Zayn vedendolo in un angolo del divano completamente immobile da almeno cinque minuti e cioè il tempo in cui lui era andato in cucina, aveva sgranocchiato delle patatine al posto della cena e si era seduto sul divano accanto a lui per iniziare una partita ai videogames.
“Sì Hazza, tutto ok.”
Zayn sembrò rinsavire dal suo stato di trans nel rispondere a quella domanda.
In realtà, lui era lì non da cinque minuti, bensì da 15 minuti. Ovvero da quando era rientrato in casa dopo il pomeriggio passato con sua sorella. Già, proprio la stessa sorella che gli aveva dato consigli d’amore e a causa dei quali, il ragazzo, adesso, aveva lo stomaco in subbuglio.
Ciò che Harry non aveva notato era che Zayn stringeva il suo cellulare tra le mani. E ciò che non sapeva era il fatto che Zayn aveva composto il numero di Raviva per ben dieci volte e che l’aveva ricancellato tutte e dieci, in quel quarto d’ora infernale.
Le parole di Donya gli rimbombavano nella mente: ‘Tu devi dirglielo.’
Sua sorella aveva ragione, doveva dire a Raviva ciò che provava e doveva farlo domani stesso, altrimenti sarebbe stato troppo tardi. Tra pochi giorni avrebbero intrapreso due strade diverse.
Niall si buttò sul divano molto poco finemente:
“Ragazzi avete saputo la prima tappa del concerto?”
Prese il secondo joystick tra le mani e selezionò l’opzione sullo schermo –sfida giocatore 1-.
“No, qual è?”
Chiese Harry curioso che intanto aveva accettato la sfida del biondo.
“Manchester, quindi per un’altra settimana respireremo aria inglese, anche se lontani da casa.”
Zayn scrollò le spalle. Non gli importava delle tappe che avrebbero fatto. Tanto, era sicuro che, dopo la confessione che aveva in mente di fare a Raviva, sarebbe voluto scappare il più lontano possibile per il due di picche che lei gli avrebbe dato sicuramente.
Sapeva come la pensava lei: non voleva impegnarsi seriamente con qualcuno per non dover soffrire, ma soprattutto non voleva impegnarsi con qualcuno a centinaia di kilometri di distanza da lei.
Ma ormai aveva deciso. Sua sorella gli aveva aperto gli occhi sulla faccenda, doveva liberare quel sentimento che ormai per lui era un fardello da portare ogni volta che camminava accanto a quella ragazza.
Si alzò dal divano, compose il numero di Raviva e sentì il cuore esplodergli.
Quando mai per chiedere un appuntamento ad una ragazza era stato così nervoso.
“Ciao Malik!”
La ragazza gli rispose pimpante, quasi gli sembrò che fosse felice di sentirlo.
“Hey Viv, ciao, disturbo?”
Chiese Zayn cercando di essere educato.
No, non preoccuparti, stavo solo assaggiando le prelibatezze che ha cucinato Allison per la cena, sai, sono la sua cavia!”
Raviva aveva percepito il nervosismo del moro dall’altro capo del telefono e così cercò di strappargli un sorriso che non tardò ad arrivare, poi gli chiese:
“Allora?Cosa volevi dirmi?”
“Mi chiedevo se domani sera fossi libera e se ti andrebbe di uscire a mangiare qualcosa insieme.”

Zayn prese a torturarsi il labbro inferiore per il nervosismo.
Raviva, sorpresa dall’invito appena ricevuto, prese una piccola pausa.
“Oh. Certo che mi va, cosa devo mettermi?”
“Qualsiasi cosa andrà bene. Passo a prenderti alle 9.”

“No, ti raggiungo io, mandami l’indirizzo in un messaggio.”
Raviva odiava essere inseguita dai ficcanaso, così preferì raggiungerlo sul luogo dell’appuntamento senza dare troppo nell’occhio.
Dopo essersi dati appuntamento, i due agganciarono.
Già, gli avrebbe confessato il suo amore l’indomani sera, a cena. Era una buona idea.
A quel punto, tornò sul divano, accanto ai suoi amici che avevano assunto un’espressione strana come chi si sta trattenendo dallo scoppiare a ridere.
“Avete sentito tutto, vero?”
Domandò ai due, con un misto di disperazione e rassegnazione.
A quel punto, Niall ed Harry scoppiarono in una fragorosa risata che contagiò anche il moro, alla fine.
I suoi due migliori amici, dopo averlo preso in giro per 10 minuti abbondanti imitandolo in tutto e per tutto nel chiedere quell’appuntamento, si fecero improvvisamente seri.
Harry gli diede una pacca sulla spalla:
“Hai preso la giusta decisione, fratello.”
“Già”

Continuò Niall:
“Comunque vada, non avrai nessun rimpianto, è questo ciò che conta.”
 
 
 
 
“Ally."
" Ally."
" ALLISON!”

Allison sobbalzò e raggiunse la sua amica nella sua stanza di corsa.
“Cos’è successo Viv?”
Domandò preoccupata appoggiandosi una mano sul petto.
“Cosa diamine mi metto?”
Raviva era nervosa.
La sera dell’appuntamento era arrivata.
Certo, lei non stava più nella pelle, ma si sentiva sotto pressione. Conosceva da mesi Zayn e quello era il loro primo appuntamento serio, e forse anche l’ultimo.
Non sapeva cosa aspettarsi da quella serata, non sapeva nemmeno dove l’avrebbe portata così era entrata in crisi. Non riusciva a decidere cosa indossare, le sembrava di star male con qualsiasi cosa.
Allison si sedette sul letto tra quel groviglio di vestiti creato dalla sua amica.
“Ok. Calmati e respira.”
Le mimò il gesto di ispirazione ed espirazione incitandola a fare lo stesso, poi continuò:
“Tu sei Raviva Davis. Tu eri la bambina che riceveva più lettere d’amore alle elementari, la ragazzina più corteggiata alle medie, la ragazza più ambita al liceo e adesso sei una delle donne più belle che io abbia mai conosciuto. Non devi preoccuparti, puoi andare anche in questo modo all’appuntamento: con vestaglia e ciabatte, Zayn ti troverà stupenda comunque!”
Raviva, a quelle parole della sua migliore amica, fece gli occhi lucidi. Poi corse ad abbracciarla, anzi le si scaraventò letteralmente addosso.
“Ti voglio bene Allison.”
Due colpi alla porta.
“Chi è che disturba a quest’ora, saranno quei quattro ficcanaso!”
Raviva borbottava tra sé e sé mentre si accingeva ad aprire la porta pronta a dirgliene quattro a quelli che pensava fossero i suoi migliori amici. Ed invece, con sua sorpresa, non vi trovò nessuno oltre la porta… ma solo qualcosa, poggiato lì, per terra.
Quasi non venne meno nel vedere quelle riviste, poggiate lì per terra, di varie tipologie, tutte datate 23 Gennaio -data corrente-, con la stessa copertina: Perrie e Zayn che si scambiano un bacio sul ciglio della porta di casa One Direction.
Subito le raccolse e le portò sul tavolo di casa sua per mostrarle alla sua amica che intanto aveva assunto un’espressione arrabbiata e compassionevole.
Raviva era accecata dalla rabbia e distrutta dalla delusione. Come aveva fatto Zayn a lasciarsi sfuggire quel ‘piccolo’ particolare?
Perché non gliel’aveva detto di essere tornato con lei?
Se ne sarebbe fatta una ragione, prima o poi – più poi che prima- ma, almeno, non si sarebbe sentita tradita come in quel momento.
Si maledisse più volte per aver  creduto in lui, per essersi fidata, per avergli dato una possibilità accettando quell’appuntamento.
Non ci sarebbe andata a quell’appuntamento, né in quel momento, né in futuro.
Era nauseata, e voleva restare da sola.
Così, senza che la sua amica potesse fare qualcosa per aiutarla, si chiuse in camera sua ed azzerò la realtà.
 


 
Ciao a tutte belle fanciulle!
Non so a quest'ora chi avrà 
la forza di leggere le mie
cazzate qui giù, ma spero 
che ne abbiate un po' per leggere
almeno il capitolo e cercare di recensire!
Spero che vi piaccia, 
nonostante qualcuno sia andato a
mettere i bastoni tra le ruote ai nostri
ZAVIVA.
Riusciranno a superare le difficoltà?!
La risposta nel prossimo capitolo!
P.s. Mi arrivate a 5 recensioni per
spronarmi a mettere i capitoli finali?

Dai ragazze, fatevi sentire
se vi piace la storia!
Come sempre ringrazio tutte quelle che
con una santa pazienza recensiscono
ogni volta! G.R.A.Z.I.E.
xoxo

RebelleFleur

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Steso sul suo letto a due piazze, Zayn aveva lo sguardo fisso sulla parete alla sua destra.
Da qualche settimana ci aveva aggiunto delle foto nuove che ritraevano lui e Raviva a Natale. Avevano il sorriso più dolce e sincero del mondo, indossavano i cappellini di Babbo Natale ed erano abbracciati: adorava quella foto in particolare.
Con uno scatto si alzò dal letto e stracciò con rabbia quella stessa foto che pochi secondi prima l’aveva reso sognante. La fece in mille pezzi, quasi come a sfogare la rabbia che aveva represso dalla sera precedente. Sera in cui lei non si era presentata all’appuntamento.
Zayn l’aveva aspettata per due ore seduto al tavolo del ristorante sperando invano che lei arrivasse e gli buttasse lì una scusa assurda che spiegasse il suo ritardo, ma non accadde. Così, allo scoccare della seconda ora di attesa, Zayn si era dovuto arrendere alla realtà: lei non sarebbe andata. Era arrabbiato ancor di più perché non l’aveva chiamato per avvisarlo o magari per scusarsi. E, ancor più grave, non aveva risposto né ai suoi messaggi né tantomeno alle chiamate.
Così, adesso, si ritrovava sveglio alle 6.30 del mattino con il morale a pezzi, tutto per una sola ragazza.
 
Raviva non era riuscita a chiudere occhio quella notte e lo si poteva constatare dalla sua cera. Ma non le importava. Centinaia di volte le erano ricomparse davanti agli occhi quelle immagini di quelle riviste. Non le importava chi le avesse messe fuori la sua porta, sapeva solo che era stato meglio scoprirlo prima di andare a quel maledetto appuntamento.
Aveva chiuso i contatti col mondo dalla sera precedente, il suo cellulare era nascosto in qualche angolo remoto della casa e nemmeno voleva recuperarlo. Se Zayn le avesse lasciato qualche messaggio probabilmente ci  sarebbe stata ancora peggio.
Il fatto era che lei ci aveva creduto davvero che poteva funzionare, anche con lui in giro per il mondo e lei ad Oxford. E adesso si sentiva una vera stupida.
Aveva voglia di prendere tutte quelle riviste che erano ancora nella sua cucina e andargliele a sbattere in faccia, a casa sua.
Un momento, forse doveva fare proprio così.
Da quando deprimersi nella sua stanza era una soluzione?
Doveva sfogare tutta la sua collera e quale modo migliore di farlo col diretto interessato?
Forse si sarebbe liberata di quel groppo alla gola. E poi tra due giorni non l’avrebbe rivisto più, nemmeno per caso in qualche locale a Londra.
Quindi, perché non farlo?
Non finì nemmeno di pensare quelle cose che in un attimo già aveva indossato una tuta, delle scarpe da ginnastica e aveva raccolto i capelli in una coda. Era ugualmente bella in quella tenuta sportiva e lei sapeva di esserlo, nonostante gli occhi arrossati.
Recuperò il suo iphone, prese le riviste e di corsa si recò a casa di Zayn e dei suoi amici.
Durante il tragitto controllò i messaggi in segreteria e i messaggi di testo che Zayn le aveva lasciato, più o meno in tutti si domandava il perché lei non l’avesse raggiunto. Poi, da quella mattina, non l’aveva più cercata.
 
Raggiunse la porta d’ingresso e iniziò a bussare con impazienza.
Le aprì la porta Louis, ma lei, senza neanche degnarlo di uno sguardo visto che aveva già puntato la sua preda seduta al tavolo a fare colazione, entrò con prepotenza in casa. Si piazzò davanti al moro il quale aveva un’espressione accigliata.
Vuoi sapere perché non mi sono presentata ieri sera? Ecco perché…”
Con un gesto secco lanciò le riviste sul tavolo e Zayn dovette mantenere il bicchiere con la spremuta per non farlo rotolare a terra.
Intanto, quella scena avveniva sotto gli occhi dei loro quattro migliori amici che non avevano intenzione di immischiarsi in quella faccenda per non schierarsi con nessuno.
Zayn, iniziò a perdere le staffe, si alzò dalla sedia e strinse i pugni. Nessuno mai gli aveva lanciato qualcosa in quel modo, ma dovette calmarsi non appena guardò con attenzione quelle riviste. C’erano lui e Perrie che si baciavano proprio in copertina.
Spalancò la bocca, poi guardò negli occhi la ragazza che amava e che stava per piangere a causa sua.
Le si avvicinò con velocità e prese le sue piccole spalle tra le sue mani.
“Posso spiegarti tutto, Viv. Lasciami spiegare.”
Le gridò Zayn, pur avendola a pochi centimetri di distanza.
“No, Zayn. Non voglio che mi spieghi. Non voglio nulla da te.”
La ragazza parlò con un tono più pacato, quasi con rassegnazione ma sempre tenendo lo sguardo fisso nel suo.
“Per favore.”
Le supplicò Zayn per l’ennesima volta, ma lei scosse il capo con decisione.
A quel punto, la presa salda di lui si fece più delicata, fin quando lei non gli voltò le spalle, camminò verso la porta e se la chiuse alle spalle.
Una lacrima le scese lungo il viso mentre imboccava la strada di casa sua.
Aveva chiuso con Zayn Malik.
Aveva chiuso per sempre.

 
Ciao a tutte!
Aggiornamento notturno,
spero riusciate a leggerlo!
Beh, prima di tutto voglio 
ringraziarvi perché per lo scorso capitolo
vi avevo chiesto 5 recensioni e voi
me ne avete fatte trovare 6!
(Lo so, basta poco per rendermi  felice!)
E poi voglio scusarmi per il capitolo breve di
stasera! Ma è un capitolo descrittivo in cui
si capiscono i sentimenti dei due!
Comunque, non disperate per i nostri
ZAVIVA!
Fatemi sapere come la pensate!
xoxo

RebelleFleur

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


“Vi prego ragazzi, toglietevi quelle facce da funerale che avete e fatemi un bel sorriso!”
Disse Raviva ai suoi amici, tentando di apparire forte.
Erano le 10 di sera, Niall, Louis, Harry e Liam si trovavano a casa di Raviva ed Allison. Esattamente 8 ore più tardi sarebbero dovuti partire per Manchester per dare il via al loro attesissimo tour mondiale.
Mesi e mesi lontani dalla propria città, dalla propria casa, dalle persone a cui volevano più bene.
Era esattamente per quello che, in quel momento, avevano quelle espressioni tristi sul volto. Era arrivato il momento dei saluti, e come fai ad essere felice quando devi salutare delle persone che per 6 mesi hai visto tutti i giorni, con cui hai condiviso le cose più assurde, più divertenti, più belle e più tristi.
“Viv, Ally, per i prossimi sette giorni saremo ancora in Inghilterra, se avete qualche problema non esitate a chiamarci!”
Il tono di Liam era sempre paterno, protettivo, preoccupato.
Raviva si avvicinò al ragazzo e con un sorriso dolcissimo gli rispose:
“No Liam. Io non vi chiamerò quando avrò un problema, io vi chiamerò sempre perché mi mancherete da morire.”
A quelle parole della ragazza, la quale raramente si lasciava andare a frasi sdolcinate, i quattro ragazzi ed Allison si strinsero in un abbraccio di gruppo. Quest’ultima iniziò a piangere a singhiozzi, contagiando anche Niall, ad Harry vennero gli occhi lucidi, Liam e Louis avevano un’espressione malinconica e Viv… beh, la sua faccia era tutto un programma.
C’erano milioni di cose dietro quegli occhi lucidi e quel finto sorriso che si era ripromessa di avere quella sera. Voleva essere forte, voleva incoraggiare i suoi amici e, soprattutto, convincere se stessa che i rapporti tra di loro non sarebbero mai cambiati. Aveva un groppo alla gola da quella mattina perché già sapeva a cosa sarebbe andata in contro. Lei detestava con tutta se stessa gli addii, odiava gli ultimi abbracci, gli ultimi baci, gli ultimi saluti e via dicendo. Ciò che però quella giornata l’aveva resa ancora più insopportabile era la consapevolezza che Zayn non ci sarebbe stato. A lui aveva detto già addio proprio il giorno prima. Il loro addio era stato colmo di parole non dette, di rabbia, di risentimento. Era stato ancora più  triste litigare con lui e sapere di non poterlo rivedere per chissà quanto. Ma gli errori si pagano, e purtroppo, secondo Raviva, Zayn aveva fatto un imperdonabile errore.
“Ragazzi, basta con questi piagnistei!”
Louis si sciolse dall’abbraccio collettivo, e si avviò verso il frigo, poi continuò:
Abbiamo portato lo champagne, no? Allora che stiamo aspettando, apriamolo!”
Louis prese la bottiglia dal frigo mentre Allison distribuiva i bicchieri a tutti. Il tappo di sughero saltò in aria e lo champagne fu riversato nei bicchieri di tutti i presenti.
“Ragazzi vorrei fare un brindisi.”
Propose Raviva e tutti annuirono.
“Questo brindisi va a voi cinque – sottolineò la parola cinque-, che avete avuto successo solo grazie alle vostre forze, che non avete mai rinunciato al vostro sogno nemmeno di fronte alle avversità. A voi che avete sempre lottato per raggiungere i vostri scopi e che mai vi siete lasciati cambiare dal successo. Siete rimaste delle persone straordinarie, che mi hanno fatto ricominciare a credere nei miei di sogni e che, nel bene e nel male, mi hanno fatta sentire viva. Vi ringrazio e brindo alla vostra!”
Raviva parlò col cuore in mano, sapendo che quella era l’occasione più giusta per dire ai suoi migliori amici ciò che pensava di loro, di tutti loro, compreso Zayn. Già, l’avevano fatta sentire viva perché le avevano fatto provare delle emozioni, dei sentimenti positivi e talvolta anche negativi.
Subito dopo Viv, Louis volle aggiungere qualcosa:
“E io brindo al nostra amicizia invece. Come queste se ne vedono poche, sono molto rare e sono convinto di una cosa: un rapporto come il nostro non sarà piegato né dal tempo né dalla distanza. Auguro il meglio anche a voi due, ragazze!”
Dopo aver bevuto dai loro bicchieri, i ragazzi si salutarono per l’ennesima volta, ma quella fu l’ultima.
Le ragazze, ad uno ad uno, li videro uscire dal loro appartamento attendendo con ansia il giorno in cui vi avrebbero rimesso piede invadendole con la loro allegria.
Quando la porta si chiuse, le due ragazze si abbracciarono forte.
“Tra una settimana parti anche tu!”
Disse Allison ancora con la voce spezzata dal pianto.
“Sì, ma sarò ad Oxford, potrai venire da me quando vuoi  e per tutto il tempo che vuoi ed io verrò qui nelle feste!”
Le rispose Raviva tentando di consolare la sua migliore amica e forse anche un po’ se stessa.
Le faceva male il solo pensiero di stare lontana da Allison, ormai vivevano in simbiosi da quando condividevano l’appartamento. E Poi non si era mai separata da lei per lunghi periodi. Ma la rincuorava il fatto che bastavano poche ore di treno per rivederla e che, almeno per quanto riguardava la loro storica amicizia, non sarebbe cambiato mai nulla tra di loro. Erano amiche da bambine, dall’asilo. Era stato amore a prima vista.
Ad Allison avevano rubato il cestino della merenda, e Viv la vide starsene tutta sola e triste al tavolo della mensa, quando le andò vicino e le chiese il motivo del suo broncio lei le spiegò che quell’antipatico di Chuck Riddle le aveva rubato la merenda, così Raviva gliene andò a dire quattro a quel bambino prepotente e recuperò il cestino di Allison.
Viv ricordava ancora il suo sorriso dolce e amichevole nel ringraziarla e, da allora, divennero amiche del cuore.
Le uscì una lacrima nel ripensare a quelle cose.
Ormai era adulta e doveva imboccare la strada per il suo futuro.
Ma sapeva anche che, chi voleva esserci nella sua vita ci sarebbe semplicemente stato, senza che lei facesse i salti mortali per farlo rimanere.
Ed Allison, era sicura, che ci sarebbe sempre stata, perché per lei era esattamente così.
“Su, andiamo a dormire, amica mia.”
“Buonanotte Allison
“Buonanotte Viv.”



 
Ciao a tutte gioie!
Eccolo qui, uno dei capitoli finali!
Gli addii, le lacrime, la tristezza...
Che brutta cosa! :(
Ma Viv e Zayn?
Secondo voi questa sarà una storia
con l'happy ending?
Scusatemi per gli orari assurdi
in cui trovo tempo per aggiornare,
spero comunque che siate partecipi!
Prima di terminare la storia vorrei
ricevere 100 recensioni, manca poco e
voi siete in tantissime... spero che mi
facciate questo regalo! :D
A presto mie care!
xoxo

RebelleFleur

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


“Pigiama?”
“Preso.”
“Spazzolino?”
“Preso.”
“Biancheria intima?”
“Presa anche quella.”

Era arrivato anche il giorno della partenza di Raviva.
Le due ragazze, in quel momento, si ritrovavano nella sua stanza, davanti ad una valigia stracolma di cose.
Allison aveva una lista tra le mani e, ad uno a uno, elencava le cose da prendere a Viv e poi le spuntava sul foglio.
“Bene, mi sembra che  non manchi niente di necessario.”
Annunciò Allison una volta arrivata alla fine della lista.
Già. Così pare.”
Le rispose Viv con tono piatto.
Allison si accorse dell’espressione triste della sua amica, così si avvicinò a lei e le appoggiò una mano sulla spalla, poi le disse:
“Andrà tutto bene, ti troverai bene.”
Raviva la guardò negli occhi, poi le accennò un sorriso.
“Questo lo so, Al, mi rattrista solo il fatto che tu non ci sarai.”
“E’ solo un anno, Viv. Un anno passa in fretta.”

Ricambiò il suo sorriso.
La suoneria del cellulare di Raviva si fece spazio nel silenzio.
“Hey, Lou! Aspettavo una tua chiamata dopo le prove, cos’è, ti manco troppo, vero?”
Raviva rispose al cellulare euforica di sentire il suo migliore  amico, come ogni giorno da quand’erano partiti. Lui la chiamava, e a turno parlava con tutti gli altri, escluso Zayn, ovviamente.
I ragazzi erano a Mancher, quindi, per il momento il fuso orario non era un problema.
“Sì, in effetti è vero che mi manchi, ma ti chiamo per parlarti di una cosa e ne posso approfittare solamente ora.”
La  voce di Louis divenne seria, così come l’espressione di Viv all’altro capo del telefono.
“Dimmi tutto.”
Lo incitò, poi si sedette sul suo letto. Allison la imitò.
“Vedi, è da giorni che non riconosco Zayn, è sempre arrabbiato o giù di morale, abbiamo provato a chiedergli cos’ha…”
“No, Louis, aspetta.”

Raviva interruppe il discorso del suo amico.
Ciò che fa Zayn non mi riguarda più!”
Disse con fermezza.
“Viv, anche io se sapessi le cose come le sai tu, agirei in  questo modo. Ma le cose non sono andate come credi, non voglio difendere Zayn ma almeno lasciami finire, poi sarai tu a decidere.”
“D’accordo, ma solo perché sei tu Louis.”

Il tono di voce di Viv s’indurì, ma era pronta ad ascoltare ciò che aveva da dirgli il suo amico.
“Bene. Quando sono andato da lui a chiedergli il perché si stava comportando in quel modo, visto che alla fine voleva tornare con Perrie, per poco non mi beccavo un pugno. E’ stata tutta una trovata pubblicitaria che si è inventata Perrie, il bacio non è stato reale, lei l’ha ingannato!”
Louis parlava velocemente quasi per paura di essere interrotto dalla sua interlocutrice, o forse per paura che Zayn potesse venire a sapere cosa stava facendo.
Ma lui, da quando aveva saputo quella cosa, non dormiva più bene. Non poteva permettere ad una persona così subdola come Perrie di rovinare il rapporto tra i suoi due migliori amici.
“Ok, Louis. Mettiamo il caso che io creda che il bacio non sia stato reale, sai, invece, cos’è stato reale? Il fatto che Zayn non abbia provato nemmeno mezza volta di più a scusarsi o a spiegare; è stato reale quando tutti voi siete venuti a casa per salutare me ed Allison e lui non ci abbia degnato della sua presenza, o di una chiamata. Questo è stato reale, amico mio. Perciò, lui non vuole che sistemiamo le cose, gli va bene così. E pensare che avevo anche creduto che poteva funzionare.”
Raviva parlò con la voce colma di collera, non verso Zayn. Credeva alle parole di Louis, non le avrebbe mai mentito su una cosa del genere, così come credeva che Zayn non avrebbe mai mentito a Louis. Ma ciò che l’aveva fatta incazzare realmente era stato il suo comportamento conseguente a quell’accaduto.
“Sai com’è fatto, no? Hai ferito il suo orgoglio mandandolo a fare in culo davanti a tutti noi, parlandogli in quel modo e poi andandotene via senza ascoltarlo. Lui è fatto così, lo sai meglio di me. Adesso devo andare, piccola. Fa buon viaggio. Ti chiamo dopo con gli altri.”
Louis riagganciò dopo che Raviva l’ebbe salutato.
Adesso si sentiva ancora più a pezzi. Quel ragazzo la faceva sentire così confusa.
Allison la guardava preoccupata. Sapeva che se Louis fosse stato lì, l’avrebbe guardata allo stesso modo.
Quando la sua migliore amica fece per dirle qualcosa, lei la bloccò alzando la mano.
“Sto bene. Alle 18.30, e cioè esattamente tra tre ore, ho un treno che mi porterà ad Oxford, non posso permettermi distrazioni.”
 
 
 
Manchester, ore 15.00.
“Zayn, dove diavolo stai andando? Dobbiamo finire il sound-check!”
Gli gridò il supervisore.
“Farò in tempo per le prove generali, non preoccuparti!”
“Avanti, voi, fermatelo!”

Gridò l’uomo sull’orlo di una crisi di nervi.
Niall, Harry, Louis e Liam non mossero un muscolo. I quattro avevano un sorriso compiaciuto sul volto e sapevano perfettamente dove il loro amico era diretto.
Dopo la telefonata che Louis aveva fatto a Raviva, il ragazzo si era confidato con Liam, Harry e Niall, e tutti insieme avevano deciso di dire a Zayn ciò che era successo. Dopodiché, il loro amico, senza proferire parola, aveva preso cellulare e portafogli e adesso stava lasciando il sound-check.

“Salve, vorrei acquistare un biglietto per Londra Stansted.”
Zayn era arrivato all’aeroporto di Manchester dopo aver preso un taxi.
“Quando desidera partire?”
Le chiese l’hostess seduta dietro la sua postazione senza mai distogliere lo sguardo dal suo pc.
“Anche adesso.”
Le rispose Zayn frettolosamente.
“Il prossimo volo per Londra parte tra quindici minuti, i suoi dati prego.”
“Zain Javaad Malik.”

La ragazza all’udire il suo nome alzò di scatto lo sguardo e arrossì alla vista del bel moro.
Dopo aver stampato il biglietto, Zayn corse a prendere l’aereo.
Alle 17.00 in punto, Zayn toccò di nuovo terra.
Di corsa, si precipitò fuori dall’aeroporto ed attese un altro taxi che l’avrebbe portato alla stazione.
Non poteva  cedere proprio in quel momento.
Aveva quasi raggiunto Raviva, doveva farcela. Ma la domanda che gli rimbombava nella mente era: e se non fosse riuscito a dirle tutto?
Scosse il capo, non doveva avere pensieri negativi, ma solo positivi.
Doveva dirle dei suoi sentimenti, ricambiati o meno, perché non poteva vivere più con quel peso enorme sul cuore.
Intanto, vide un taxi fermarsi vicino a lui, vi salì.
Paddington Station, per favore.”
L’autista partì. Purtroppo il traffico rallentò il viaggio, era un orario di punta e c’erano macchine che sbucavano dappertutto.
Dopo varie imprecazioni di Zayn e occhiatacce da parte del tassista, il ragazzo decise di starsene buono ad aspettare nel veicolo.
Erano solo le 17.40, e ce l’avrebbe sicuramente fatta.
Ebbe modo, così, di pensare a tutta la situazione. Oltre a dirle ciò che provava, forse Viv si aspettava anche delle spiegazioni riguardo a quegli articoli di giornale, e forse anche delle scuse. O forse, gli avrebbe voltato le spalle e  se ne sarebbe andata. Purtroppo, quella ragazza era imprevedibile, e Zayn non sapeva mai quale reazione aspettarsi da lei.
Tirò un sospiro.
Infondo era proprio quello che le piaceva di lei.
 
 
Paddington Station. Ore 18.15.
Raviva era seduta sul suo enorme bagaglio, mentre nella mano destra stringeva una sigaretta.
Allison continuava a camminare nervosamente davanti a lei, senza però dire una parola.
“Allison. Smettila.”
Disse Raviva, seccata.
Ad un tratto la sua amica si fermò. I suoi occhi si spalancarono, poi con la mano se li strofinò come a non voler credere a ciò che stava vedendo.
Viv, vedendo la faccia sbalordita della sua amica, si alzò ed andò verso di lei, le passò una mano davanti agli occhi senza però smuoverla di un millimetro, poi decise di guardare nella sua stessa direzione:
Zayn in lontananza correva verso il suo binario, spesso si guardava intorno come a cercare qualcuno. Come a cercare lei.
Era stupendo, il suo solito ciuffo che adesso ondeggiava nell’aria per via della corsa, quel filo di barba che lo faceva sembrare più grande, la giacca di pelle da duro . Quando si accorse di lei, la sua corsa divenne più lenta, una camminata veloce, quasi.
Più si avvicinava a lei e più la sua espressione diventava seria e più Raviva si sentiva pietrificata.
Il cuore in gola.
“Viv.”
Finalmente era a pochi centimetri da lei.
Zayn, che diavolo ci fai qui?”
Si finse arrabbiata, con le mani sui fianchi.
“Viv, ho preso due taxi e un’aereo per arrivare in tempo, devi ascoltarmi.”
La guardò negli occhi e poi prese le sue piccole spalle tra le mani.
Lei non si mosse.
“Io e Perrie non stiamo insieme, non l’ho baciata, lei mi ha baciato e io mi sono scansato. Mi ha ingannato. Non avrei mai tradito la tua fiducia. Non avrei mai tradito te.”
Sottolineò quell’ultima frase.
“Lo so Zayn, gli altri me l’hanno detto ed io gli credo. Ti credo. Ma non mi spiego perché sei venuto fin qua per dirmelo, potevamo chiarire per telefono, il mio treno a momenti partirà.”
Si finse distaccata.
“Lo so. Ma prima che tu salga su quel dannato treno, io devo dirti tutta la verità.”
Lasciò la presa dalle spalle della ragazza e strinse i pugni lungo i fianchi. Aveva il respiro pesante, gli sembrava così difficile ammetterlo.
“Allora dimmi questa fottuta verità, Zayn. Prima che sia troppo tardi!”
Raviva gli urlò contro. Aveva capito ciò che il moro era andato a dirle, ma il fatto che non avesse il coraggio la faceva arrabbiare più di ogni altra cosa.
Zayn non parlò.
“Il treno delle ore 18.30 per Oxford è in partenza al binario 16.”
La voce metallica rimbombò nelle loro teste.
Raviva, con uno sforzo, sollevò la sua valigia da terra, diede un bacio ad Allison che era ancora inerme, e poi si avviò lentamente verso il treno dando le spalle a Zayn.
Gli occhi le si riempirono di lacrime, per l’ennesima volta ci aveva sperato e lui l’aveva delusa.
“TI AMO RAVIVA DAVIS. MI HAI SENTITO?!”
Era la voce di Zayn che gridava.
Di scatto si girò ma rimase paralizzata, non poteva crederci, forse l’aveva immaginato solamente.
“ALLORA, MI HAI SENTITO?VUOI CHE LO RIPETA? IO TI AMO!”
Zayn non provò mai sensazione più bella di quella.
Raviva gli corse incontro, poi gli diede un leggero schiaffo sulla guancia.
“Questo era per aver aspettato così tanto e sì, ti amo anch’io Zayn Malik.”
I loro visi erano vicinissimi, i loro nasi si sfioravano.
“Ricordati di me, Raviva.”
Le sussurrò dolcemente.
“Farò di più, io ti aspetterò.”
E sigillarono quel patto con un bacio.
“Attenzione, ultima chiamata per il binario 16 in partenza per Oxford.”
La vide prendere quel treno e, piano piano, diventare piccola. Anche lui l’avrebbe aspettata, un anno era tanto tempo, certo, ma l’avrebbe aspettata anche una vita intera se ce ne fosse stato bisogno. Questo perché non aveva scelta, il suo sorriso non gli aveva dato scelta, dal primo momento che l’aveva visto accendersi sul suo volto aveva sentito la sua anima incatenarsi a quella di Raviva e aveva capito che l’unico modo per sentirsi libero era stare accanto  a lei.



 
3
2
1
BOOOM!
Ultimo capitolo di 
'My life would suck  without you'.
Oh mio dio, mi viene da piangere,
quasi non ci credo di essere riuscita ad arrivare alla 
fine di questa storia e di essere riuscita a
farla conoscere a così tante persone!
E' come la fine di una parte di me
perché l'ho scritta col cuore e spero
di avervi trasmesso qualcosa.
Spero che vi piaccia quest'ultimo capitolo,
è stato quello più difficile da partorire così
come l'epilogo che seguirà!
I nostri ZAVIVA hanno trionfato, visto?
Così nessuna di voi mi ucciderà!
Vi ringrazio davvero tanto perché senza
di voi non avrei mai avuto il coraggio di
continuare a pubblicare questa storia!
Ci becchiamo all'epilogo e per gli
Special Thanks finali!
xoxo

RebelleFleur


 

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Capitolo 29
*** Epilogo ***


Erano le 19.00 e Niall, Louis, Liam ed Harry se ne stavano seduti al tavolo del ristorante dove ormai cenavano tutti i giorni da circa quattro mesi.
Aspettavano ansiosi che arrivassero gli altri ad occupare quei posti vuoti per poter finalmente ordinare la cena.
Intanto, per far passare il tempo, chiacchieravano.
“Ti ricordi a Berlino, Tommo?”
Harry richiamò l’attenzione dell’amico il quale lo guardò.
“Lo scherzo che facemmo a Zayn!”
Risate generali.
“Gli passammo così tanta schiuma da barba dappertutto che dopo non riusciva più nemmeno a camminare dal bruciore!”
Louis ricordò quella cosa divertito insieme agli altri commensali.
“Ragazzi, vogliamo parlare di New York? Per poco Niall non ci rimaneva secco!”
Liam esclamò poi, ripercorrendo con la mente quella serata.
“Già, me la pagherete prima o poi!L’acqua di quella piscina era gelida, non si  sveglia una persona buttandola direttamente in piscina, così la si ammazza!”
Niall disse con un’espressione mista tra allegria e malinconia di quei bellissimi giorni passati in giro per il mondo.
Tutti e cinque i ragazzi, la ricordavano come l’esperienza più bella della loro vita, nonché un’occasione unica che pochi avevano la fortuna di provare. Quel tour non aveva fatto altro che rafforzare il loro rapporto d’amicizia, l’aveva reso solido più di una roccia, più di qualsiasi altra cosa al mondo e non l’avrebbero mai dimenticato. Quel viaggio li aveva fatti crescere e vedere cose che mai avevano pensato potessero esistere.
Ma, nonostante questo, mai avevano dimenticato le persone vere, le persone che gli erano state accanto, quelle che quel 26 Gennaio avevano lasciato dietro quella porta. Proprio per questo, a distanza di un anno, erano seduti proprio a quel tavolo, proprio in quel ristornante.
“Ma quale onore? La padrona di casa ci dedica un po’ del suo tempo!”
Esclamò Liam prendendo in giro una delle sue migliori amiche: Allison.
“Oh, allora è il caso di ordinare dello champagne!”
Continuò Harry, poi si rivolse giocosamente al cameriere:
“Cameriere!Champagne per favore!”
“Idioti!Fatevi salutare! E, Luke, porta davvero una bottiglia di Cristal, ma di certo non la useremo per festeggiare me!”

Allison Smith, che qualche mese prima era solo un aiuto cuoca, adesso era la proprietaria di un lussuoso ristorante a Londra. Un giorno, aveva deciso che era assolutamente capace di potercela fare con le sue forze, così, si era messa in proprio e quella fu l’idea più geniale che le fosse mai venuta in mente. Il ristorante, da quando aveva aperto, gli aveva portato tanti risultati e le aveva permesso di condurre una vita molto più agiata rispetto all’anno precedente. Inoltre, non sgobbava più come una matta, adesso se ne stava in tailleur, nel suo locale, a dare ordini. Insomma, la cosa più bella del mondo, a parte per il tailleur!
Da quando aveva aperto, i suoi cinque amici famosi erano andati a trovarla tutti i giorni, definendo le pietanze davvero gustose.
Ed ogni giorno, allietavano il suo lavoro con qualche aneddoto, spesso chiamavano Raviva e la rendevano partecipe di quegli incontri.
Quel giorno, così come gli altri, erano tutti seduti al tavolo più grande ma c’era qualcosa di diverso nei loro volti. Tutti continuavano a guardare l’ingresso e poi l’orologio.
Louis batteva incessantemente il piede a terra, Harry tamburellava le dita sul tavolo, Allison era sull’orlo di una crisi di nervi.
“Ormai Zayn dovrebbe essere qui a momenti.”
Disse Niall quasi per smorzare la tensione, provocando invece l’effetto contrario.
Improvvisamente, Allison si alzò dalla sua sedia, spalancò la bocca ed emise un urlo che fece girare tutti i presenti in sala verso di lei, poi, con uno scatto corse in contro alla sua migliore amica, la quale lasciò la presa del suo accompagnatore per ricambiare l’abbraccio.
Dopo Allison, anche gli altri quattro si catapultarono letteralmente su di lei.
“Viv, sei così bella!”
Si complimentò Louis.
“E’ solo perché non mi vedi da un anno, Lou!”
Replicò lei.
“Già, ti  sono cresciute le tette!”
Esclamò Harry beccandosi uno schiaffo in contemporanea sia da lei che da Zayn.
Tutti l’abbracciarono più volte non potendo credere di riaverla vicina dopo così tanto tempo.
Era passato esattamente un anno da quando Raviva era partita per Oxford. Lì aveva frequentato l’accademia ed era diventata una giornalista di cronaca giudiziaria davvero in gamba, tant’è che il direttore del Times aveva notato qualche suo articolo per caso su un giornaletto di provincia e l’aveva subito assunta reputando il suo talento sprecato per un giornale così poco popolare.
Si sedettero al tavolo. I mitici sette. Di nuovo tutti insieme, di nuovo uniti. La loro amicizia era ancora viva, era ancora genuina, era ancora forte anche dopo mesi di mancanze.
“Allora, Viv, com’è andato il viaggio, dall’orario deduco che l’aereo abbia fatto ritardo.”
Chiese Niall.
Intanto, sotto al tavolo, Zayn teneva stretta la mano di Raviva. Non la vedeva da moltissimo tempo anche lui, certo, una volta terminato il tour qualche volta aveva avuto il tempo di andarla a trovare ad Oxford, ma mai per più di due giorni. Erano, però, comunque riusciti a coltivare il loro rapporto nel modo giusto. Si amavano un anno prima e si amavano anche in quell’istante, forse ancora di più.
“Beh, visto che hai tirato in ballo l’argomento, Zayn ed io volevamo dirvi una cosa…”
Raviva iniziò a mordersi il labbro inferiore per il nervosismo nel fare quell’annuncio ai suoi migliori amici.
Tutti la fissavano attendendo che continuasse.
“Vedete, abbiamo fatto tardi perché in aeroporto è successa una cosa…”
Fece un profondo respiro.
“Oh mio Dio, hanno cercato di derubarti, vero? L’aeroporto di sera è davvero un brutto posto, sapevo che dovevamo venire tutti quanti a prenderti e non mandare Zayn da solo, lui è troppo mingherlino!”
Allison iniziò a parlare in fretta, alzando il tono di voce preoccupato, ma si interruppe quando vide la sua amica ridere di gusto.
“Ma che hai capito, Ally!Sei la solita! La verità è che Zayn mi ha chiesto di sposarlo ed io gli ho detto di sì!”
Le bocche dei presenti seduti a quel tavolo si spalancarono, poi divennero tutte ancora più grandi quando Raviva mostrò l’anello di fidanzamento che portava al dito.
Il primo a balzare dalla sedia fu Harry che andò incontro al suo amico prossimo al matrimonio per abbracciarlo, lo stesso fece Allison con la sua migliore amica iniziando a piangere e a congratularsi con lei.
E così fecero anche tutti gli altri.
“Adesso è proprio il momento di stappare questa bottiglia!”
Disse Zayn che, prima di aprire lo champagne, diede un bacio alla sua futura sposa.
Poi, fece saltare il tappo di sughero e versò da bere a tutti.
“Questa volta voglio essere io a fare un discorso.”
Annunciò poi:
“Volevo dirvi che questa non è la fine di ogni cosa, amici miei. Questa è solo la fine di un capitolo della nostra storia, abbiamo ancora tante cose da fare insieme, tante cose da dirci, tante cose per cui ridere e per cui piangere. Ho solo 21 anni, ma nonostante questo, so che le persone che in questo momento mi sono accanto sono le persone che io vorrò per sempre al mio fianco. E’ per questo che ho chiesto a Raviva di sposarmi ed è per questo che chiedo a tutti voi di continuare a far parte della nostra famiglia artificiale. Sono sempre stato un buono a nulla, uno spaccone, un presuntuoso, un egoista e quant’altro – lanciò uno sguardo a Viv che se la rideva mentre annuiva, contagiandolo. – ma, grazie a voi, sono cambiato e sono la persona di cui oggi vado fiero. Ultima cosa, ma non perché sia meno importante: Viv – la guardò negli occhi.- tu sei la ragione per la quale ogni giorno mi alzo dal letto e combatto per i miei ideali, combatto per essere migliore e tutto ciò lo faccio perché me l’hai insegnato tu. Tu sei la mia conquista più grande. La mia vita avrebbe fatto schifo senza di te, volevo che lo sapessi.”
Una lacrima rigò il viso di Raviva. Era completa, era felice.
Tutti applaudirono e brindarono.
Il lieto fine esiste per chi si alza e combatte e non per chi sta fermo ad aspettare.
L’uomo ha la facoltà di scegliere. Sta a lui decidere da che parte stare. E ognuno, alla fine, ha sempre ciò che merita.


 
Ok, possiamo dare il via alle lacrime adesso!
A me ne è uscita qualcuna e a voi?
Mi mancherà così tanto questa storia, i miei personaggi,
i miei ZAVIVA (Che alla fine sono diventati anche vostri!),
ma soprattutto mi mancherete voi mie care lettrici!
Tutte voi che mi avete dato la forza e l'autostima che mi
serviva per pubblicare e terminare questa storia!
Non voglio fare un discorso da oscar, voglio solo 
dirvi grazie perché ve lo meritate!
Spero non sia un addio questo, ma un arrivederci.
Continuate a stare sintonizzate (?) 
perché ci sarà un ulteriore capitolo
dedicato ai personaggi della storia ed anche a voi!
G.R.A.Z.I.E.
xoxo

RebelleFleur

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Capitolo 30
*** Cast and Special Thanks ***


 CAST:


- Raviva Davis interpreted by Jessica Alba.

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- Zayn Malik interpreted by Zayn Malik. 

 
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- Allison Smith interpreted by Ariana Grande.

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-Louis Tomlison interpreted by Louis Tomlison.

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- Liam Payne interpreted by Liam Payne.

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- Harry Styles interpreted by Harry Styles.

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- Niall Horan interpreted by Niall Horan.

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- Ray Davis interpreted by Peter Gallager.

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- Matt, Jack and Dave interpreted by Chace Crawford, Ed Westwick and Penn Badgley. (Da sinistra verso destra).


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- Doniya Malik interpreted by Doniya Malik.

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- Perrie Edwards interpreted by Perrie Edwards.

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- Marcos interpreted by Diego Boneta. (Comparsa  capitolo 3.)

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- James interpreted by Taylor Lauthner. (Comparsa capitolo 13)

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- Greg interpreted by Colton Haynes. (Comparsa capitolo 13).

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- Tyler interpreted by Tyler Hoeclin. (Comparsa capitoli 17,18.)

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SPECIAL THANKS:

Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno letto con passione questa storia, che hanno lasciato che un pezzo di me diventasse loro, che hanno contribuito alla crescita di questa mia passione. Ringrazio soprattutto coloro che hanno partecipato attivamente a questa storia esprimendo il loro parere e spesso raccontandomi qualcosa di loro tramite una cosa così semplice come la recensione.
Grazie:
Love00 : per le sue recensioni speciali che mai mi hanno deluso.
niallsj_laugh per avermi  raccontato sempre qualcosa di lei.
Simonetta99: per non aver mai saltato un 'appuntamento'.
eliana12
SvevaLG
Lostinchoco_light
scritteanonime
Lol9393
xLu
Mydreamofthestory
Lara_lw
1Debby_
e53

 
Spero che ognuna di voi abbia il lieto fine che spera e per cui combatte.
Per l'ultima volta:
xoxo
RebelleFleur.
 


 



 
 
 

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