Is Love just pain?

di Elinor92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Congrats! you'll be a mother ***
Capitolo 2: *** Once Upon A Time ***



Capitolo 1
*** Congrats! you'll be a mother ***


Sono passate due settimane. Due settimane da quando la tua seconda possibilità è andata per sempre perduta. Non ti sei fatta la minima illusione. Lei, è sua moglie. La madre di suo figlio. Tu non puoi minimamente competere con lei, tu non vuoi. Lo ami talmente tanto che preferisci soffrire tu, piuttosto che metterlo davanti una scelta, ami così tanto suo figlio da non voler rovinare la famiglia perfetta che quei tre potrebbero essere.
Li ami entrambi così tanto che hai fatto finta di non esserci, anche quando Robin bussava alla tua porta, minacciando di buttarla giù se tu non gli avessi aperto subito. 
"Basta Regina" imponi alla tua immagine riflessa nello specchio.
"Adesso ti preparerai e uscirai a fare colazione con tuo figlio. Glielo hai promesso, ricordi?" dici sempre rivolta a quella scarna figura. In quelle due settimane non ti sei curata molto di te stessa e il risultato è abbastanza evidente. Lunghe e scure occhiaie attraversano il tuo sguardo, il tuo volto è più smilzo, come l'intera forma. Ogni abito che indossi ti sta largo, evidenziando così il fatto che tu non abbia mangiato molto ultimamente. E come potresti? In pochi istanti hai visto la tua felicità scivolarti dalle dita, scivolare lontano da te, perché i cattivi si sa, non hanno mai un lieto fine. Sei rimasta chiusa in casa per due settimane, non hai parlato con nessuno, non hai visto nessuno. Henry è l'eccezione che conferma la regola.
Sospiri e usando un pizzico di magia, stringi il vestito che indossi. Va meglio nel complesso, anche se chiunque può vedere i segni del tuo dolore.
Cerchi di sistemare il viso, prendi la borsa dei trucchi, cerchi il correttore. Alzi lo sguardo, lo fissi sullo specchio, e capisci di aver fatto un errore. La mente viene invasa dai ricordi.


Sei seduta sulla stessa sedia, davanti lo stesso specchio. L'uomo dietro di te ti abbraccia, deposita un bacio casto nell'incavo del tuo collo. Tu ridente lo allontani.
"Devo sistemarmi! Non posso uscire conciata così!" dici indicando la tua faccia priva di trucco.
L'uomo si riavvicina. Le sue labbra nuovamente a contatto con la tua pelle.
"Sei bellissima così come sei." Un sussurro che ti fa letteralmente venire la pelle d'oca. Ti volti verso di lui e lo baci. Lo spingi contro di te, proprio come la prima volta che vi siete baciati. Lui ti fa alzare, ti abbraccia, passa la mano fra i tuoi capelli, ti vuole più vicina. E tu concordi esattamente con lui.
Vi ritrovate nuovamente sul letto, ancora sfatto. Vi amate di nuovo, come se non vi foste amati poco prima.


Un sospiro di dolore ti esce dalle labbra, le lacrime calde sgorgano dai tuoi occhi per rigarti l'intero viso.  Esci fuori dalla stanza, sarebbe inutile truccarti.
Cerchi di calmarti, anche se i singhiozzi non vogliono cessare. Ti sei fidata di lui e adesso il tuo cuore è a pezzi.
Senti il campanello, Henry è arrivato. Smetti all'istante di piangere, gli occhi sono ancora rossi e gonfi di pianto. Cerchi di non pensarci e apri la porta con il sorriso migliore che riesci a fare.
"No, mamma." Dice Henry stringendoti in un abbraccio. "Non essere triste." Ti supplica la sua voce.
"Adesso che ci sei tu, andrà tutto bene vedrai." Entri a prendere il soprabito. Anche quello ti viene grande, ma Henry ti sta fissando, perciò lo lasci così com'è.
"Andiamo?" chiedi tu chiudendo la porta alle tue spalle. Un sorriso genuino sulle tue labbra. L'amore di tuo figlio è un balsamo sulle ferite del tuo cuore.
Henry annuisce e ti prende sottobraccio. Ti racconta della scuola, ti racconta di Snow, Charming e Neal. Noti che evita di parlarti di Emma e tu lo ami ancora di più per questo. Ci mettete solo pochi minuti. Siete già arrivati da "Granny's". Entrate all'interno del locale, i ricordi di te e Robin, che eri riuscita a tacere per l'intero tragitto, si fanno più forti, più prepotenti, lottano per uscire dalla gabbia in cui tu li hai relegati ma  Tu sei più forte e Con un magone, raggiungi Henry che si è già seduto.
"Cosa volete ordinare?" chiede Ruby col sorriso sulle labbra.
"Uova strapazzate, e poi la cioccolata.."
"Con cannella, proprio come piace a te" conclude Ruby.
"E tu Regina? Chiede la cameriera rivolta a te.
"Io non ho molto appettito" ammetti tu.
"Mamma!" dice Henry,  una nota di preoccupazione nella sua voce.
"Va bene." Sospiri tu alzando gli occhi al cielo. "Prenderò un caffè."
Ruby segna le ordinazioni e così come era arrivata se ne va.
"Mamma devi mangiare! Ma ti sei vista? Sei dimagrita troppo." Inizia a dire Henry, cercando di convincerti.
"Henry non ho fame." torni a ripetere tu ma lo sguardo di tuo figlio è talmente preoccupato che alla fine capitoli.
"Vorrà dire che ruberò parte delle tue uova." Il sorriso sul volto di Henry,  ti dice che hai fatto la cosa giusta.
Qualche nuovo cliente entra. Senti distintamente lo scampanellio che accompagna l'apertura della porta. Dalla tua posizione non riesci a vedere i nuovi avventori ma poco ti importa.
Dei passetti veloci, e poi ti senti tirare per un lembo del vestito. Ti volti pronta a far arretrare chiunque si sia macchiato di tale gesto, quando lo vedi, un piccolo batuffolo umano, con i capelli ricci scompigliati e gli occhi pieni di gioia per l'incontro appena fatto.
"Regina" la voce squillante del bambino riempe l'intero locale. Ti si butta letteralmente in braccio, e tu lo lasci fare, anzi lo cingi con le tue braccia e depositi un dolce bacio sul suo capo.
"Mi sei ancata tanto" continua il bambino,  stringendoti più forte.
"Roland, tesoro, mi sei mancato tanto anche tu" rispondi con voce spezzata.
"Roland, che stai facendo?" chiede una voce di donna. Quella voce l'hai sentita solo un'altra volta in vita tua, ma non potresti mai dimenticarla. Ogni notte ti tormenta nei tuoi incubi.
Roland, da parte sua, si nasconde ancora di più nel tuo abbraccio. Un sorriso spontaneo si affaccia sulle tue labbra.
“Roland, rispondi alla mamma” Il tuo cuore perde un battito. Razionalmente sapevi che Robin era presente, ma in fondo al tuo cuore speravi che così non fosse.
“Volio stare un po’ con Regina. Ti plegooooo… Dadi, posso?” chiede il bambino voltando un po’ il viso.
“No” risponde Marian, mentre senti lo sguardo di Robin su di te. “Siamo venuti qui per fare colazione noi tre insieme, noi da soli, come una famiglia. Non vuoi stare con la tua mamma?” Continua Marian.
“Volio Regina!” piagnucola Roland. “ Io volio bene a lei!”
Sorridi e scompigli i ricci del frugoletto.
“Roland, tesoro, vai con la mamma e il papà per adesso. Poi ti prometto che giocheremo insieme. Va bene?” chiedi con tono materno, il sorriso, quando ti rivolgi a lui, sempre sulle labbra.
“A bene” risponde il bambino, prima di scoccarti un sonoro bacio sulla guancia e correre in direzione dei genitori.
Ti volti nuovamente verso Henry, cercando di riprendere il filo del discorso.
Un tocco sulla spalla. Un brivido lungo la schiena. Robin è dietro di te e ti sta ringraziando per aver convinto Roland.
Ti volti lentamente, una maschera di indifferenza il tuo viso.
“Hai finito, Locksley?” dici con voce atona, fredda. Che differenza con la Regina di pochi attimi prima!
Robin spalanca gli occhi e ritira la mano. Si allontana poco dopo. Probabilmente avrà preso posto accanto a Marian pensi.
“Eccole qua! Uova strapazzate e cioccolata per Henry e Caffè Nero per Regina! Buon Appettito!” dice Ruby poggiando le ordinazioni sul tavolo.
Un senso di nausea ti prende. Fai finta di nulla. Inizi lentamente a sorseggiare il tuo caffè. Sembra tutto procedere per il meglio quando Henry torna all’attacco.
“Me lo avevi promesso, mamma!” e spinge il piatto con le uova verso di te.
L’odore delle uova ti fa arricciare il naso, la nausea diventa insopportabile. Ti alzi e corri in bagno. Riesci a chiudere la porta di uno dei bagni e poi vomiti. Ti senti veramente male.
Quando concludi esci dal bagno e ti sciacqui il viso. Il tuo colorito da pallido è diventato verdognolo.
Quasi quasi somigli alla tua cara sorellina. Sorridi del tuo stesso pensiero. Ti senti ancora debole ma esci dai bagni.  Vedi Henry poco distante, che ti aspetta.
“Scusa, mamma. Pensavo non volessi mangiare. Non pensavo tu stessi realmente male.”
“Non preoccuparti. Solo allontana quelle uova da me.” Replichi e insieme vi dirigete al tavolo. Ciò che vedi ti fa salire un nuovo conato di vomito, ma resisti. Marian è poggiata sulla spalla di Robin. Vorresti urlare e spaccare tutto, ma continui a fare l’indifferente. Sai che è giusto così. In fondo non eri altro che una seconda scelta per lui.
Henry si siede accanto a te stavolta. Le uova sono relegate nell’angolo più distante del tavolo. Ti gira ancora un po’ la testa e ti senti ancora debole. Forse sta per venirti l’influenza. Potrebbe essere.
Henry finalmente finisce la cioccolata. Siete ancora al tavolo, ma già tiri un sospiro di sollievo. 
Ti alzi e fai qualche passo. I capogiri aumentano e la vista inizia a offuscarsi. Capisci. Ma ormai è troppo tardi. Tutto si fa buio.
Ti svegli qualche secondo dopo, lo sguardo di Robin fisso nei tuoi, l’azzurro cielo dei suoi occhi fisso nell’inferno nero dei tuoi.  Le sue braccia ti cingono, il tuo corpo è a completo contatto col suo. Sei letteralmente fra le sue braccia. Il pianto di Roland ti scuote.
“Re… gin…na” dice Roland tra i singhiozzi mentre Marian lo abbraccia e consola. Già Marian. Per un momento ti eri dimenticata di lei.
“Mettiti giù, Locksley” intimi tu, cercando di allontanare le braccia di lui da te.
“Sei appena svenuta. Non stai bene, Regina.” La voce di lui sembra quasi carezzare il tuo nome.
“So badare a me stessa.”replichi tu.
“Non sembrerebbe” ti risponde lui.
“Cosa vorresti insinuare?” sibili tu, gli occhi stretti a fessura, i pugni serrati.
“Io non sto insinuando nulla. Sto solo facendo una constatazione” replica lui avvicinando il viso al tuo.
Qualcuno si schiarisce la voce. Robin si allontana da te e ti poggia a terra. Henry, la fonte del rumore, ti si mette subito accanto e insieme a lui esci finalmente dal locale.
 
Sbuffi. È da un paio d’ore che sei bloccata in ospedale. Aspetti gli esiti degli esami del sangue. Henry è dovuto andare via, ma è stato meglio così. Meno si sta in un ospedale, meglio è. Il dr. Whale ti fa segno di seguirlo. Ti sembra un po’ imbarazzato, e tu non riesci proprio a capire il perché. Entrate nel suo studio, e lui ti fa segno di sederti.
 Che sia così grave? Stai per morire, forse? Non lo sai, e adesso stai realmente iniziando a innervosirti. Stai per chiedere spiegazioni quando Whale, stritolando le proprie mani, dice: “Congratulazioni! Sarai madre!” 


Angolo dell'autrice: Salve, eccomi di nuovo qua, con le mie idee strampalate. Questa volta non è colpa mia però! Ditemi voi, che avrei dovuto fare per quasi due ore su un autobus? U.U 
Comunque sia, si è fatto veramente tardi e ho sonno. 
Perciò Buonanotte e al prossimo capitolo! 

P.s. Il prossimo capitolo, sempre che lo scriva, sarà Robin centrico! :) Bye!

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Capitolo 2
*** Once Upon A Time ***


Osservi il bosco intorno a te. Osservi tuo figlio giocare con Little John, con Fra Tuck. Osservi tua moglie vicino la tenda, la osservi mentre sorride guardando tuo figlio, cioè vostro figlio.
Vorresti scappare ma sai di non poterlo fare. Ti odi per i tuoi stessi pensieri. Vorresti correre da Regina, vorresti abbracciarla, consolarla, baciarla. Vederla in quello stato oggi ti ha fatto male, molto male. Essere respinto ti ha ucciso proprio.
Il pianto di Roland ti distrae da questi pensieri. È caduto e si è sbrucciato il ginocchio. Vedi Marian accorrere e cercare di calmarlo. Ma non riesce. Roland l'ha riconosciuta come madre ma sembra non riuscire a perdonarle di averlo abbandonato. Infatti appena ti avvicini, Roland si stacca dalla madre e ti abbraccia, cercando conforto nelle braccia che lo hanno cresciuto, protetto, amato. Lo prendi in braccio e ti dirigi verso la tenda, facendo segno a Marian di restare fuori. Ci pensi tu a tuo figlio, cioè vostro figlio. Devi sempre ricordartelo.
"Adesso Roland brucerà un pò ma è per il tuo bene." dici intingendo di acqua ossigenata un batuffolo di cotone.
"Va bene, Dadi." ti risponde Roland, chiudendo gli occhietti e tirando su con il naso.
Cerchi di essere il più delicato possibile, ma lo vedi sussultare al contatto della pelle con il cotone.
Lo disinfetti per bene e poi applichi un cerotto. In questo mondo persino un graffio è molto più semplice da curare.
 
"Robin! Non puoi usare erbe e infusi! Siamo a Storybrooke, siamo nel XXI secolo e in questo mondo, i rimedi medici sono molto più efficaci dei nostri." dice Regina alzando gli occhi al cielo. La vedi aprire vari sportelli fin quando non trova quello che cerca: una boccetta bianca da cui fuoriesce un liquido incolore che va a bagnare una garza.
"Adesso brucerà un pò,  ma serve per disinfettare." dice lei premendo la garza lungo il graffio sul braccio. 
La vedi concentrata passare più e più volte la garza sulla ferita, per poi prenderne un'altra e iniziare a fare una fasciatura.
"Per fortuna abbiamo sconfitto Zelena. Sai, non penso che mi sarebbe piaciuta la corte sfacciata di una scimmia volante." ti dice lei ridendo.
"Corte sfacciata?" chiedi tu, fintamente shockato da tale insinuazione.
"Devo ricordarle, Vostra Maestà, che lei è venuta di notte, al mio accampamento nella foresta, mi ha tirato a sè e baciato?" dici tu con un sorriso sghembo sulle labbra.
"Per caso ti stai lamentando, ladro?" ti risponde lei per poi continuare l'offesa.
"Se non ricordo male, non ci conoscevamo che da una decina di minuti e flirtavi spudoratamente con me" continua lei, ghignando apertamente.
"Ci conoscevamo da un paio di giorni e mi hai affidato il tuo cuore."
"Sei scorretto! Era una situazione d'emergenza quella." replica Regina dandoti e spalle.
"Stai scappando forse?" chiedi alla sua schiena.
"Mi stai sfidando, ladro?" chiede lei prima di voltarsi verso di te. "Perché io non scappo mai dalle sfide."
Un sorriso di pura malizia si dipinge sulle sue labbra. Ti si avvicina lentamente e poi ti bacia. Sembrate due adolescenti ma non riuscite a staccarvi l'uno dell'altra.
 
"Dadi, perché sei triste?" ti chiede Roland, distogliendoti così da quel ricordo.
"Non sono triste. Stavo solo pensando." replichi tu, carezzando il volto di tuo figlio. Una lacrima scende lungo il viso del tuo piccolo frugoletto. "Ehi, amore mio, che succede?" chiedi a Roland, spaventato da questo repentino cambio d'umore.
Roland ti si stringe contro, nascondendo il volto nell'incavo del tuo volto.
"Mi anca tando, Regina." sussurra. "Pecchè non mi vuole più bene?" continua il bambino sfogando la sua paura più grande.
"No, piccolino. Regina ti vuole tanto bene." rispondi tu col cuore a pezzi.
"E allora, pecchè non viene più?" continua Roland tra i singhiozzi.
"Perché non si sente molto bene." rispondi stampandoti un falso sorriso sulle labbra.
"È pe questo che oggi l'hai presa in braccio? E pecchè non andiamo a tovalla?" continua imperterrito il tuo bambino.
"Roland, una domanda alla vol.." inizi a dire per prendere tempo.
"Robin, Roland..Tutto bene?" chiede Marian facendo capolino nella tenda.
"Roland, tesoro, perché piangi." chiede lei vedendo il viso del bambino rigato ancora dalle lacrime.
"Dadi, ha bruciato tanto." replica il bambino, alzando il ginocchio medicato, mentendo in parte alla madre.
"Vieni qua, piccolino. " dice Marian allargando le braccia. Roland titubante le si avvicina e Marian prendondolo in braccio lo porta fuori dalla tenda.
 "Ora che c'è la tua mmma, vedrai che non farà più male." è l'ultima cosa che senti, prima che i due si allontanino.
 
È sera. Siete riuniti davanti il fuoco, i resti della vostra cena ancora davanti a voi. Fissi le fiamme, un vortice di chiacchiere gira intorno a te. Marian è appoggiata alla tua spalla. Non riesci a capire cosa provi al riguardo. Dovresti essere felice e in parte lo sei. Ma non come dovresti. Il pensiero di Regina è sempre lì, di giorno, di notte, sempre presente, sempre a tormentarti.  E come se i tuoi sentimenti non bastassero, quelli di Roland ti ricordano cosa hai perso per sempre. Hai perso una donna bellissima, complicata. Hai perso la donna che in pochi attimi è riuscita a entrare nel cuore del tuo frugoletto. Cosa non molto facile, i bambini orfani si aprono con più difficoltà rispetto agli altri.
“Dadi” senti piagnucolare alla tua destra. Roland, col pigiamino messo e stringendo forte forte al petto il peluche della scimmia, ti sta chiedendo di raccontargli una storia, proprio come facevi quando eravate alla foresta incantata, proprio come Regina ha fatto nelle settimane passate.
“Andiamo, su!” e prendendolo in braccio ti dirigi alla sua tenda.
“Che storia vuoi che ti racconti?” chiedi poggiando Roland fra cuscini e coperte.
“No lo so. Pecchè non mi leggi una di cheste?” ti risponde porgendoti un grosso libro di fiabe. Ha una copertina marrone, sembra antico. Il titolo, scritto in lettere dorate, dice soltanto “C’era una volta”. Ti sembra di aver già intravisto quel libro, anche se non ricordi bene dove.
“Roland, dove lo hai preso?” chiedi cercando di ricordare.
“No lo so, dadi. Prima no c’era. È comparso così, Puff dal nulla!” ti dice mentre le sue manine mimano una nuvoletta che compare.
Osservi il libro ancora più attentamente, aggrottando le sopracciglia.
Lo inizi a sfogliare. Sembra realmente un libro di fiabe, così sorridi e, dopo aver dato un bacio a tuo figlio, inizi a leggere la prima storia, la prima che ti sei ritrovato fra le mani.
 
“C’era una volta, tanto tempo fa, in un luogo incantato, una giovane bambina. Era tanto bella e possedeva tutto ciò che una bambina possa desiderare, tutto tranne ciò di cui aveva veramente bisogno: l’affetto di sua madre.
Il padre, da parte sua, l’amava alla follia ma era un uomo debole, non osava mettersi contro la moglie, una donna spietata e potente, molto potente.  Da parte della madre la bambina non riceveva mai una carezza, mai un gesto d’affetto. L’unico modo che aveva per ottenere qualcosa di simile a un sorriso da lei era essere impeccabile. Studiare, disegnare, essere educata. Prepararsi a una vita da regina.
Era una bambina ma il suo destino era già scritto. Avrebbe avuto tutto ciò che la madre voleva: rispetto, potere e ricchezza. Cosa importava se non aveva l’amore?
La bambina crebbe, diventò una bellissima ragazza. Alle lezioni di latino, greco, matematica, fisica, disegno, ricamo, si unirono le lezioni di equitazione. Dimostrò essere molto portata per questa materia, tanto che presto non ebbe nemmeno più bisogno di un maestro. Usciva spesso a cavallo, la aiutava a non pensare. Passava molto tempo anche alle stalle, a strigliare e coccolare “Ronzinante”, il destriero che l’accompagnava ogni giorno nelle sue avventure.
Fu così che conobbe Daniel, lo stalliere. Era un ragazzo buono e semplice. All’inizio si limitavano a stare in silenzio, nelle stalle, ognuno perso nei suoi pensieri, ognuno immerso nelle proprie faccende. A poco poco, iniziarono a parlare, iniziarono a conoscersi e per quanto possa sembrare strano, quella giovane donna, educata per essere una regina, si innamorò. Aveva le farfalle nello stomaco, il sorriso perennemente stampato sul viso. Provava un sentimento mai provato prima. Amore. Primo Amore. Puro e Semplice Amore.”
 
Roland si addormenta abbastanza in fretta, il peluche stretto fra le braccia, un sorriso sul volto, ma tu non smetti di leggere, stranamente vuoi sapere come continua questa storia.
 
Era un pomeriggio come un altro. La giovane strigliava Ronzinante. L’unico rumore era dato dai nitriti dei cavalli.
“Sai. Penso di essere innamorata. Non lo so, è così strano. Non ho mai provato nulla del genere in vita mia” disse la giovane, facendo una lieve carezza sul muso dell’animale.
“Non pensavo che sarebbe stato così, quando Daniel mi guarda vorrei.. uff, non so nemmeno io cosa vorrei.” Continuava la giovane, ignara dell’uomo appena arrivato.
“Signorina” disse una voce strozzata. Il volto della giovane divenne paonazzo al sentire il suono di quella voce, di quella particolare voce.
“Daniel, non mi ero accorta che fossi qui.” Disse iniziando a raccogliere le proprie cose. “Adesso però devo andare.”  E si voltò verso di lui, senza però fissare il suo sguardo in quello del giovane.
“Non andare.” Disse il giovane. “Anch’io sono innamorato di te.”  Disse Daniel bloccando la giovane prima che potesse uscire da quella stalla.
“Sono innamorato di te” ripetè Daniel, osservando il sorriso dipinto sul volto della ragazza.
Entrambi erano imbarazzati, ma pian piano i loro visi si avvicinarono, i loro respiri si mischiarono, le loro labbra si incontrarono.”
 
“Robin. Tutto bene?” ti chiede Marian, entrando nella tenda.
Tu chiudi repentinamente il libro, non vuoi che lei lo legga. Tutto ciò è strano, ma per qualche motivo, non vuoi condividere quella storia con lei.
“Non tornavi più e pensavo ti fossi addormentato anche tu. Vieni?” ti dice prima di notare il libro fra le tue mani. “E quello cos’è?”
“Niente. Un libro di fiabe. Nulla di importante.” Dici tu fissando il suo volto.
“Comunque, fra un po’ vengo.” Dici facendole capire di voler rimanere da solo.
Marian va via e tu tiri un sospiro di sollievo. Riapri il libro continuando a leggere la storia. Il tuo interesse è quasi morboso.
 
“Passano i giorni, passano i mesi, e la relazione segreta fra i due giovani continua. Ogni momento era buono per uscire e andare a cavallo, buono per incontrare Daniel dietro le fronde di un’imponente quercia.
“Aiutoooooooooo! Aiutooooooooo!” gridò una voce interrompendo uno dei loro incontri. Un cavallo imbizzarrito con sopra una bambina stava correndo per la valle. La giovane sorrise al ragazzo e salendo in sella corse a salvare la bambina.
“Shh, shh. Sta tranquilla. Ci sono io con te.” Disse la giovane alla bambina. “qual è il tuo nome?” chiese poi, quando si fu un po’ calmata.
“SnowWhite”
[…]
“Ho cercato in tutto il regno qualcuno che volesse bene alla mia SnowWhite, e finalmente vi ho trovata. Volete diventare mia moglie?” chiese il Re alla giovane.
“Ne saremmo onorati” rispose la madre di questa, accettando per la figlia la proposta del re.
Quando il re fu andato via, la giovane corse alle stalle, era disperata. Daniel cercava di calmarla ma invano. L’unica soluzione era fuggire. Si, sarebbero fuggiti e si sarebbero sposati. Daniel mise un semplice anello al dito della giovane. Quell’anello era il gioiello più prezioso che la giovane possedesse. Con le lacrime agli occhi, la giovane baciò lo stalliere. Furono interrotti da SnowWhite che corse via piangendo. La giovane la raggiunse, spiegandole di non poter sposare il padre, era innamorata di Daniel e non si può scegliere chi amare. L’unica cosa che le chiese fu di non proferire ad anima viva ciò che aveva visto: la madre non avrebbe mai capito, non le avrebbe mai permesso di seguire il suo cuore. SnowWhite promise e la giovane sorridendo rientrò in casa. I preparativi per la fuga dovevano iniziare.
[…]
“Nooooo! Madre! Nooooo!” urlò la giovane, mentre la madre stritolava il cuore dell’uomo che amava davanti i suoi occhi.
“Daniel… Daniel…” calde lacrime rigavano il suo viso.
“Perché? Perché non posso essere felice?” gridò la giovane alla madre.
“Io sono tua madre. So cos’è meglio per te. Dovrai essere una Regina, non sei nata per pulire le stalle.”
[…]
“Cosa ci fate, qui?” gridò SnowWhite, correndo verso la giovane.
“Provo il vestito da sposa.” Fu la laconica risposta.
“Oh, vi sposate con Daniel?”
“No, mi sposo con vostro padre.”
“Non capisco. Voi amavate Daniel.”
“Daniel è scappato da solo. Non gli importava di me. Avevo sbagliato su di lui.”
“Allora sarete la mia nuova madre?” chiese la bambina in un moto di felicità.
“Sapevo che la cosa più giusta da fare era dire a vostra madre che eravate innamorata.”
“Cosa? Cos’hai fatto SnowWhite? Ti avevo detto di non dire nulla!”
“Non volevo che anche voi perdeste vostra madre come io ho perso la mia.” Piagnucolò la bambina. “Potrete perdonarmi?”
“Sarò vostra madre, come potrei non farlo?” disse la giovane col cuore nuovamente frantumato.
[…]
Il matrimonio era ormai cosa fatta. Il re e la nuova regina stavano presenziando al banchetto per essi indetto. Una voce, seguita da tutti gli alti, intonò:
“Lunga vita a re Leopold e alla sua consorte , Regina.”
 
Robin chiuse di scatto il libro. Non era possibile.
 
 
Angolo dell’autrice: Eccomi di nuovo qua, col secondo capitolo di questa fan fiction. Mi scuso per il ritardo, ma tra studio e vita in generale, non sono riuscita a scrivere prima. Spero che la storia continui a piacervi e se così non fosse fatemelo sapere (in realtà anche se la storia incontra il vostro gradimento mi piacerebbe saperlo. XD ).
Insomma, che sia positiva, negativa o neutra, sarebbe bello avere una vostra recensione.
Alla prossima!
Elinor92

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