Bebè in arrivo...

di Katherine Buffy Pierce
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un mese dopo... ***
Capitolo 2: *** Rivelazioni shock 2.0 ***
Capitolo 3: *** Sentimenti... ***
Capitolo 4: *** Un nuovo-vecchio nemico ***
Capitolo 5: *** Scambio ***
Capitolo 6: *** Addii ***
Capitolo 7: *** Miracolo!!! ***
Capitolo 8: *** Entrata in scena ***
Capitolo 9: *** La fine del frutto del nostro amore ***
Capitolo 10: *** Chi è? ***
Capitolo 11: *** Un nuovo doppelganger ***
Capitolo 12: *** Jesse ***
Capitolo 13: *** Rapimento ***
Capitolo 14: *** Piano B ***
Capitolo 15: *** Dubbi... ***
Capitolo 16: *** Scoperta ***
Capitolo 17: *** Testardo e orgoglioso ***
Capitolo 18: *** Incantesimo ***
Capitolo 19: *** Linea piatta ***



Capitolo 1
*** Un mese dopo... ***


Passò circa un mese da quando io e Katherine scoprimmo di aspettare un bambino.
In quel mese, molte cose cambiarono... Io e Katherine continuammo ad andare a scuola e a comportarci normalmente con gli altri. Nessuno sapeva ancora della gravidanza inaspettata... Io e Kath non sapevamo cosa fare... Da un lato, ci sarebbe piaciuto tenere il bambino, ma dall’altro, non sapevamo se fossimo stati in grado di gestire la cosa.
-Alex, farai tardi! Sbrigati!- mi disse Stefan mentre ero intento a mescolare i miei cereali.
-Ok.- gli dissi, velocizzandomi.
-Katherine, stai bene?- chiese Elena entrando in cucina.
-Mmm si. Perché?- chiese Kath a Elena.
-Mi sembri un po’ gonfia. Hai mal di pancia?- le chiese Elena.
-Ehm... Io... Ho bevuto molta acqua, prima... Sono gonfia per quello.- disse Katherine tra un boccone e l’altro.
-Ah ecco perché, la tua pancia mi sembrava gonfia...- disse Elena andando verso il frigo. Katherine mi guardò impaurita. Oh, no. La pancia stava crescendo... Dovevamo dirglielo. Dopo essere usciti di casa per andare a scuola, parcheggiai la macchina a metà strada tra la scuola e casa nostra.
-Oh, Dio. Stanno per capire... Cosa facciamo? Dobbiamo dirglielo vero?- mi chiese Katherine, agitata.
-Suppongo di si. Non riesco a far finta di niente, ancora per un mese.- le dissi ingranando la retromarcia.
-Facciamolo adesso.- le dissi guardando la strada.
-No! Sei matto? No! Domani!- mi disse lei agitatissima.
-No, Kath. Domani diresti che vuoi farlo un altro giorno. Facciamolo ora. Stefan ed Elena sono a casa da soli, adesso. E’ meglio farlo ora.- le dissi carezzandole il viso.
-Mmm. Ok. Ho paura, Alex.- mi disse spaventata.
-Vedrai che andrà tutto bene. Stai calma, Kath.- le dissi prima di darle un bacio.
Appena rientrammo in casa, Stefan ed Elena erano ancora in cucina. Stavano bevendo il caffè...
-Cosa ci fate qui?- chiese Stefan, vedendoci.
-Noi... Dobbiamo parlarvi.- disse Katherine.
-Di cosa? Dovete andare a scuola. Possiamo farlo dopo?- disse Stefan guardando prima Kath e poi me.
-No.- disse Kath infastidita.
-Ok... Avanti! Parlate.- disse Stefan alzandosi.
-Sono incinta.- disse Katherine, secca.
-Che cosa?!- chiese Stefan, spalancando gli occhi.
-Aspettiamo un bambino.- dissi io guardandolo, spaventato.
-Voi?! Oh.- disse Stefan. Elena era sconvolta, tanto quanto Stefan.
-Quindi quella non era acqua?- disse Elena guardando la pancia di Katherine.
-No.- disse Kath abbassando gli occhi.
-Oh mio Dio. Alex! Non avete un lavoro! Non avete una casa vostra! Andate ancora a scuola! Come pensate di tenerlo?!- disse Stefan, traendo conclusioni affrettate.
-Non sappiamo ancora se tenerlo, o meno.- dissi io guardando la pancia di Kath.
-Oh. Quando è successo?- chiese Elena dopo un po’.
-Circa due mesi fa.- disse Katherine.
-Ma non avete usato delle precauzioni?- chiese Stefan confuso.
-Si... Ma, evidentemente, non hanno funzionato.- disse Katherine.
-Voi non terrete quel bambino.- disse Stefan.
-Cosa? Stefan, non puoi decidere tu!- disse Elena, rimproverandolo.
-Si invece. Hai messo incinta, la ragazza che tutti noi odiamo. Lei ha ucciso milioni di persone! E ne ha tradite delle altre, in egual numero!- disse Stefan arrabbiato.
-Ti si è incantato il disco?! Lo ripeti sempre, Stefan! Ma quello che non capisci, è che Katherine è una brava persona, ora. Non ti chiedo di perdonarla o di diventarci amico. Ti chiedo solo di provare ad andarci d’accordo.- gli urlai contro.
-Oh, l’ho fatto! Ma ora lei è incinta e questo non lo tollero! Se vorrete tenere quel bambino, potete farlo. Ma non qui.- disse arrabbiato.
-Non mi interessa cosa vuoi tu. Mi sono sbagliato su di te. Pensavo che fossi una persona comprensiva e dolce. Invece sei solo un patetico stronzo ancorato al passato!- gli urlai prima di girarmi per andarmene.
-Alex, Katherine! Aspettate!- urlò Elena da dentro.
-Io vi aiuterò. Anche io non riesco ancora a perdonare Katherine, ma voglio provarci.- disse Elena guardandoci negli occhi.
-Grazie Elena. Lo apprezzo.- disse Katherine con le lacrime agli occhi.
-Dove andrete, ora?- chiese Elena prima che chiudessi la portiera dell’auto.
-A Lynchburg... A casa mia... Se avremo bisogno, ti chiameremo! Grazie Elena.- le dissi, dopo essere sceso dalla macchina per abbracciarla.
-Ok. Di niente. Vedrete che anche Stefan vi aiuterà. E’ solo un po’ scosso.- disse Elena guardando verso la porta.
-Non lo so, Elena.- le risposi prima di salutarla.
Arrivammo a Lynchburg in un attimo. Katherine e io, aprimmo la casa per farla arieggiare e andammo a prendere qualcosa al supermercato per poter mangiare.
Dopo essere tornati, dovevamo decidere cosa fare.
-Quindi, resteremo qui?- mi chiese Katherine mentre preparavo da mangiare.
-Si. Per ora si.- le dissi continuando a mescolare la pasta.
-Cosa facciamo con il bambino?- chiesi io girandomi verso di lei.
-Non lo so... Io... Vorrei tenerlo. Però Stefan ha ragione. Come facciamo a mantenerlo?- mi chiese, sedendosi sulla sedia della cucina.
-Non lo so. Andrò dal signor Head per chiedergli se può darmi il mio vecchio lavoro.- le dissi guardandola negli occhi.
-Anche io dovrò cercarmi un lavoro... Il piano sarebbe, quindi, quello di vivere qui?- mi disse guardandosi in giro.
-Beh, non saprei. Questa casa ha dei costi di gestione molto alti. Potremmo venderla e trasferirci in una casa meno costosa.- le dissi, servendole il piatto di pasta.
-Oh, ok.- mi disse iniziando a mangiare. Erano decisioni prese su due piedi. Non sapevamo se avremmo, quello che avevamo programmato... Ma almeno avevamo un piano.

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Capitolo 2
*** Rivelazioni shock 2.0 ***


Dopo qualche ora, il mio cellulare squillò... Era Elena.
-Pronto?-
-Alex, come state?- chiese gentilmente, Elena.
-Bene grazie. Siamo a casa mia, ora.-
-Vi serve qualcosa?-
-No, grazie Elena.- le risposi gentilmente.
-Oh, ok. Posso... Venire li da voi a parlarvi?- chiese Elena.
-Oh. D’accordo.- le dissi stupito.
Cosa voleva dirci? Probabilmente voleva parlarci di Stefan.
-Cosa vuole?- chiese Kath alzandosi dalla sedia.
-Ha detto che vuole venire qui a parlarci...- le dissi iniziando a lavare i piatti.
-Oh, ok.- disse Kath, aiutandomi.
Dopo una ventina di minuti, circa, qualcuno bussò alla porta.
-Ehi- mi disse Elena appena le aprii.
-Entra pure, Elena.- le dissi scostandomi per consenstirle di passare.
-Ho portato qualcuno con me...- disse prima che Stefan sbucò fuori dalla sua destra.
-Oh.- le risposi.
-Entrate.- le dissi girandomi.
-Stefan?- chiese Kath stupita.
-Come va Katherine?- chiese gentilmente Stefan.
-Oh. Beh. Non benissimo.- disse toccandosi la pancia.
-Oh, mi dispiace.- disse Stefan dopo essere entrato.
-Beh, vi abbiamo portato qualcosa da mangiare...- disse Elena mostrando una borsa della spesa.
-Grazie, ma abbiamo fatto la spesa, stamattina.- le dissi gentilmente.
-Non vanno a male queste cose... Tenete!- disse Elena dandomi la borsa.
-Allora, cosa ci fate qui?- chiesi io andando verso la cucina per appoggiare la borsa.
-Vogliamo parlare di ciò che è successo stamattina.- disse Stefan mentre ci dirigevamo in soggiorno.
-Oh, ok.- dissi io sedendomi sul divano.
-Mi dispiace. Ho sbagliato a dire quelle cose. Ho detto a Katherine che volevo perdonarla e, invece, non lo sto facendo. Perciò,ora, farò un gesto un po’ avventato forse...- disse Stefan interrompendosi un attimo.
-... Katherine. Io ti perdono. Voglio che voi facciate parte della nostra famiglia e voglio che tu tenga quel bambino. Purtroppo, io non ho mai visto crescere Alex e mi piacerebbe vedere crescere il mio nipotino. Spero che possiate perdonarmi. Ovviamente, tornerete subito a casa nostra e io manterrò voi e il vostro bambino.- disse Stefan dopo essersi seduto vicino a Katherine.
-Oh, grazie. Lo apprezzo molto Stefan.- disse Katherine abbracciandolo.
-Grazie papà. Però avevi ragione. Non sappiamo gestire un bambino... Andiamo ancora a scuola, non abbiamo un lavoro e non siamo pronti ad essere dei genitori...- risposi io guardando Stefan.
-Ma noi vi aiuteremo, Alex.- disse Elena.
-Grazie Elena, ma tu non hai mai avuto dei figli. Per cui neanche tu saresti molto adatta ad essere un genitore, ora come ora. Scusa se te l’ho detto.- le risposi guardandola negli occhi.
-Lo so, ma possiamo provarci.- disse Elena.
-Alex, io voglio provarci...- disse Katherine prendendomi la mano.
-Come?- le chiesi stupito.
-Ci ho pensato molto e.... Io ho avuto una figlia e sappiamo tutti come è andata. Mi è stata tolta appena ho partorito. E poi chi lo sa... Magari se dovessi diventare di nuovo un vampiro, ipoteticamente, non potrei più averne.- disse Katherine continuando a tenermi la mano.
-Oh. Ma da quando vorresti diventare un vampiro?- le chiesi confuso. Non ne aveva mai parlato!
-E’ solo una ipotesi... Se dovesse succedere, dato che siamo circondati da creature sovrannaturali, voglio avere un bambino.- disse Katherine accarezzandomi il viso.
-Ok. Allora, proviamoci.- le dissi con un sorriso.
-Ok, grazie!- mi disse abbracciandomi.
-Beh, andiamo!- disse Stefan alzandosi dal divano.
-No. Io vorrei... Vorrei vendere questa casa e comprarne una a Mystic Falls per poterci vivere con Katherine e il bambino.- dissi a Stefan, alzandomi a mia volta.
-Oh. Penso che possa essere una buona cosa, ma come fai a mantenerla?- mi chiese Stefan.
-Non saprei. Lascierò la scuola e mi troverò un lavoro.-
-Assolutamente no! Vi manca un anno per il diploma. Voi continuerete ad andare a scuola... Vi manterremo noi.- disse Stefan con tono autoritario.
-Ok, grazie mille- risposi io sorridendogli.
-Ovviamente, Katherine, quando sarai avanti con la gravidanza, potrai stare a casa.- disse Stefan sorridendole.
-Si, ci mancherebbe!- disse sorridendogli a sua volta.
-Grazie mille papà.- gli dissi abbracciandolo.
-Oh, Alex. Mi dispiace così tanto di avervi detto quelle cose. Ti voglio bene. Scusatemi ancora.- disse stringendomi forte.
-Anche io ti voglio bene.- gli risposi prima di sciogliere l’abbraccio.
Dopo una mezz’oretta, arrivammo a Mystic Falls. Zio Damon era in casa.
-Ehi! Damon?- disse Stefan entrando in casa.
-Oh! No. Ehm. Solo un attimo, Stefan!- disse zio Damon agitato.
Sembrava strano, allora utilizzai il mio udito sviluppato.
-Sono qui! Veloce, nasconditi qui!- disse zio Damon.
-Oh, ok! Dammi i miei vestiti, però! Almeno per coprirmi le parti intime.- disse Bonnie bisbigliando.
-Oh, mio Dio!- esclamai io ridendo.
-Cosa?- chiese Katherine confusa.
-Elena, Stefan! Sentite!- dissi io a bassa voce. Elena e Stefan si concentrarono e, dopo un attimo, mostrarono sui loro visi, un’espressione sconvolta.
-Ma volete dirmi che cosa diavolo sta succedendo?!- chiese Katherine incuriosita.
Quando spiegai a Katherine cosa avevo sentito, disse:
-Oh! Voglio proprio vedere che scusa userà Damon... E voglio vedere se Elena gli dirà di Stefan! Oh, non posso proprio perdermelo. Ci vorrebbero dei pop corn.-.
Elena e Stefan la guardarono e le sorrisero con preoccupazione.
-Ehi, che succede? Perché siete li fermi?- disse zio Damon appena ci intravide, in piedi nel corridoio di casa.
-Abbiamo una notizia da darti...- gli dissi io.
-Ah si? E quale?- chiese agitato.
-Sono incinta!- disse Katherine toccandosi la pancia.
-Che cosa?! Come?- chiese zio Damon confuso e incredulo.
-Ma è una cosa impossibile!- disse, ancora, zio Damon.
-Sai cos’altro sembra impossibile a noi? Che tu faccia sesso con Bonnie!- disse Katherine ridendo. Zio Damon spalancò gli occhi e iniziò ad agitarsi.
-Che cosa? No. Ma come fate a dirlo?!- disse ansioso.
-Bonnie, sappiamo che sei qui! Scendi!- disse Elena ridendo.
-Oh, beh... Sorpresa!- disse zio Damon facendo una risata isterica.

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Capitolo 3
*** Sentimenti... ***


-Damon!- disse Bonnie scendendo dalle scale con indosso una camicia da uomo.
Elena rideva con Stefan, mentre Katherine era veramente andata in cucina a prepararsi i pop-corn. Ci sedemmo tutti in soggiorno, dove Bonnie e zio Damon ci raccontarono come mai finirono a letto insieme.
-Beh, in pratica entrambi eravamo soli perché i nostri ex ci avevano mollati e quindi ci siamo ubriacati. Dopo un po’, iniziammo a fissarci e io le saltai addosso. Lei non mi respinse e, così, arrivammo qui e.. Beh, lo sapete.- disse accennando un sorrisetto malizioso, alla fine del discorso.
-Oh, wow. E ora siete...- disse Stefan.
-Beh, ora stiamo provando a frequentarci... E facciamo sesso.- disse Bonnie imbarazzata. Anche zio Damon era imbarazzato.
-Oh, Elena... Spero che non ti dia fastidio. Ho sbagliato a fare tutto di nascosto. Come ho potuto fare questo alla mia migliore amica?- disse Bonnie incolpandosi. Katherine seguiva la scena, mangiando pop-corn.
-Tranquilla Bonnie. Non mi da fastidio... Puoi fare quello che vuoi! Io e Damon non stiamo più insieme.- disse Elena avvicinandosi a mio padre. Katherine spalancò gli occhi e iniziò a mangiare i pop-corn, sempre più appassionatamente. Io le diedi una gomitata e lei mi diede una leggera sberla in testa, prima di tornare a seguire la scena.
-Ehm, in verità...- disse Elena imbarazzata.
-Cosa?- chiese Damon curioso.
-Io e Stefan siamo tornati insieme.- disse Elena ancora più imbarazzata.
-Oh, wow!- disse Bonnie prima di sorridere.
-Già.- disse Stefan guardando il pavimento.
-Beh, sono felice per voi!- disse Bonnie.
-Anche io...- disse zio Damon con un sorriso.
-Oh, non credo.- disse Katherine.
-Katherine!- dicemmo io, Bonnie, Stefan ed Elena contemporaneamente.
-Scusate, ma è la verità!- disse Katherine ridendo.
-No, veramente. Sono felice. E’ vero, io ed Elena ci siamo lasciati dopo alti e bassi e mi sta bene così. Sono contento di non provare più nulla per te, Elena. Ora si che possiamo diventare amici.- disse zio Damon sfoderando un sorriso sincero.
-Uhm, mi sbagliavo. Chi vuole altri pop-corn?- chiese Katherine.
-Altri?! Li hai mangiati tutti tu!- disse Elena sorridendo.
-Beh, io sono incinta Elena! Ho le voglie.- disse Katherine.
-Incinta?!- chiese Bonnie guardando Katherine e me.
-Spiegatemi un attimo questa storia... Perché sei incinta?- chiese Damon stupito.
Dopo aver spiegato a Damon cos’era successo, disse anche lui che ci avrebbe aiutati.
Però io volevo veramente trovarmi un lavoro e comprare una casetta tutta nostra.
-Ho deciso di vendere la mia casa a Lynchburg. Con i soldi che ricaverò dalla vendita, ne comprerò un’altra qui a Mystic Falls... Ovviamente, prima devo finire il liceo e poi devo trovarmi un buon lavoro.- dissi io guardando zio Damon.
-Beh, è una scelta molto coraggiosa e responsabile. Bravo, Alex.- disse zio Damon sorridendomi.
-Anche io farò la stessa cosa... Però, negli ultimi mesi di scuola non potrò andarci perché sarò al termine della gravidanza... Perciò qualcuno dovrà sostituirmi.- disse Katherine girandosi verso Elena, alla fine del discorso.
-Che cosa?! No! Ho già fatto il liceo una volta, non lo rifarò di nuovo.- disse Elena imbronciata.
-Eh dai. Non vorrai che mi si rompano le acque mentre faccio gli esami finali?!- disse Katherine ridendo.
Elena non rispose e si rassegnò. Quando Katherine voleva qualcosa, era difficile dissuaderla. Quella sera, dissi a tutti che andavo a correre in un sentiero che percorrevo quando vivevo a Lynchburg ma, in verità, andai al vecchio locale in cui lavoravo. Il bar Karaoke. Andai li per poter cantare. A casa non potevo farlo, perché non volevo che gli altri mi sentissero. Poteva sembrare strano ma, cantare, mi faceva scaricare la tensione. Appena entrai, mi segnai subito come prossimo volontario per cantare. La canzone che scelsi, fu “We found love”. Dopo aver cantato metà canzone, vidi un viso famigliare all’entrata del locale: Katherine. Mi fissava incuriosita. Io continuai a cantare e, anche se mentalmente, dedicai a lei questa canzone. Una volta finita la mia esibizione, andai verso di lei.
-Questa canzone la dedico a te, Katherine. Ti amo e sei l’unica ragione per cui non ho ancora rinunciato a vivere.- le dissi dopo averle dato un bacio.
-A vivere?- chiese confusa, con le lacrime agli occhi.
-Si. Pensavo che fosse stato troppo, tutto quello che ho scoperto qualche mese fa... Non sapevo se sarei riuscito ad affrontare anche il fatto che mio padre fosse un vampiro. Non ho mai pensato di porre fine alla mia vita, ma di non riuscire a vivere come si deve. Ovvero amando qualcuno che mi ricambia e che ogni giorno riesce a farmi venire la voglia di vivere. Katherine, ti amo e farò tutto quello in mio potere per tenerti sempre con me.- le dissi prima di darle un altro bacio.
-Oh, Alex. Non sai quanto mi fa piacere sentire queste cose, perché anche io le penso... Mi hanno sempre detto che sono troppo stronza per avere un cuore e che non riuscirò mai ad amare qualcuno, sul serio. Ma si sbagliavano. Ho conosciuto l’amore durante la mia lunga vita, ma non è mai stato così profondo come quello che provo per te. Tu dici a me che io sono l’unica ragione per cui riesci a vivere... Beh, anche io penso la stessa cosa. L’unica persona che mi ama veramente e che mi sosterrebbe sempre, ce l’ho davanti. Sei proprio il raggio di sole che scorgo nella tempesta. Alex, ti amo.- disse Katherine, commuovendosi. Io la strinsi a me e le diedi un altro bacio.
-Ti amo anche io. E vedrai che, con il bambino, andrà ancora tutto bene. Se somiglierà alla mamma, sarà perfetto.- le dissi abbracciandola.
-Sei troppo dolce. Speriamo che non somigli a tuo padre. Altrimenti sarà un musone...- disse Katherine ridendo. Io mi risi con lei e, poi, iniziammo a ballare abbracciati, nel locale finché i nostri corpi non iniziarono a cedere alla stanchezza.

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Capitolo 4
*** Un nuovo-vecchio nemico ***


Due mesi dopo, Katherine doveva fare la seconda ecografia. Appena le spalmarono il gel sulla pancia, rabbrividì a causa della temperatura. Una volta che il dottore iniziò l’ecografia vera e propria, riuscimmo a vedere sul monitor, una forma strana. Era il nostro bambino. Siccome era solo al quarto mese, non si poteva notare bene il bambino... O almeno, noi non potevamo farlo.
-Siete fortunati... Potete sapere il sesso del bambino se volete...- disse il dottore girandosi verso di noi, sorridendo.
-Cosa dici?- le chiesi con un sorriso.
-Va bene.- acconsentì sorridendo.
-Congratulazioni! E’ una bambina.- disse sorridente, il dottore.
-Wow!- disse Katherine felice.
-Che bello. Una bambina.- dissi io sorridendo.
Katherine aveva le lacrime agli occhi.
-Avete già deciso che nome dare alla bambina?- chiese il dottore.
-Beh, se era maschio non sapevamo che nome dargli... Ma se era femmina si... Perciò la chiameremo Marissa.- disse Katherine guardandomi.
-Già... E, siccome vogliamo darle anche il suo cognome, riferendomi a Katherine, la chiameremo Marissa Nadia Pierce Fell. Ovviamente, per abbreviare, la chiameremo soltanto Marissa Fell.- dissi io al dottore. All’inizio volevamo mettere Petrova, ma siccome Katherine aveva deciso di farsi registrare come Katherine Pierce, dovevamo utilizzare quello.
-Beh, si. Bei nomi... Marissa e Nadia.- disse il dottore, prima di terminare l’ecografia.
Prima di uscire dallo studio, il dottore diede a Katherine delle vitamine da prendere in questi mesi.
Una volta arrivati a casa, comunicammo il sesso del bambino agli altri.
-Una bambina? Oh, che bello!- disse Elena venendoci incontro.
-Congratulazione a entrambi!- disse abbracciandoci.
Stefan stava fermo davanti a noi... Era in piedi e teso.
-Stefan, tutto bene?- chiese Katherine.
-Si. Sono solo molto felice per voi. Complimenti, ragazzi! Spero di diventare un bravo nonno.- disse Stefan abbracciandoci a sua volta.
Damon, Bonnie e Caroline si complimentarono con noi a loro volta.
-Come la chiamerete?- chiese Elena.
-Marissa Fell. Il nome completo sarà Marissa Nadia Pierce Fell. Volevamo usare il cognome di entrambi.- dissi io sorridendo.
-Oh. E’ bello ricordare Nadia, da parte tua Katherine.- disse Caroline sorridendo.
-Già. Spero solo di diventare una madre migliore, questa volta.- disse Katherine guardando il pavimento. Era normale che non si sentisse all’altezza, ma anche io mi sentivo così...
-Vedrai che andrà tutto bene.- le dissi abbracciandola.
-Beh, mi sta salendo il diabete. Io e Bonnie usciamo! Ancora congratulazioni, nipotino! Anche a te, Katherine...- disse Damon sorridendoci.
-Grazie zio Damon.- gli dissi con un sorriso.
Nel pomeriggio, andammo a prendere un po’ di cose per la nostra bambina, a Richmond. Appena tornammo, notammo qualcosa di strano. Un’auto scura era parcheggiata in parte a quella di zio Damon.
Appena entrammo in salotto, notai un tizio seduto su una delle due poltrone. Aveva i capelli color biondo scuro corti e mossi. Era magro e sembrava abbastanza alto.
Appena Katherine lo vide, si immobilizzò.
-Oh, no.- disse Katherine sconvolta.
-Buonasera, Katerina. Tu devi essere Alex... Il figlio di Stefan.- mi disse il ragazzo, dopo essersi accomodato meglio sulla poltrona.
-Si.- risposi io confuso.
-Io sono Klaus. Piacere di conoscerti!- disse con un sorrisetto.
-Oh. Quindi tu saresti quel Klaus...- dissi io stupito.
-Già.- disse, alzandosi dalla poltrona.
-Come fai a sapere chi sono?- gli chiesi curioso.
-Io so tutto, Alex.- disse sorridendomi.
-Beh, non sai una cosa però...- disse Katherine.
-Cos’è che non so, Katerina?- chiese Klaus incuriosito.
-Alex non è un semplice umano.- disse Katherine.
-Come?- chiese confuso Klaus.
-Beh, tecnicamente sono umano... Però ho i poteri di un vampiro e non ho le debolezze umane e dei vampiri...- dissi io, agitato.
-Oh. Affascinante.- disse Klaus stupito mentre mi girava intorno.
-E voi due state... Insieme?- chiese Klaus maliziosamente.
-Si.- disse Katherine abbassando lo sguardo.
-Klaus?!- chiese zio Damon, dopo essere tornato a casa con Bonnie.
-Si. Come stai Damon?- chiese con un sorriso, Klaus.
-Prima stavo meglio.- disse Damon.
Anche Stefan ed Elena arrivarono...
-Stefan, Elena... Che piacere vedervi.- disse Klaus.
-Che cosa ci fai qui, Klaus?- chiese Stefan.
-Beh, ho scoperto che avete una doppelganger umana attiva e... Beh... Ho bisogno di lei... Katerina, tu dovrai venire con me!- disse Klaus porgendo la mano a Katherine.
-No! Scordatelo!- disse Katherine. Klaus si arrabbiò e la prese con se, stringendola.
-Lasciala andare!- urlai io arrabbiato.
-Oh, ho capito che hai i poteri di un vampiro.. Ma io sono comunque più forte di te!- disse Klaus sorridendomi.
-Non sai ancora il meglio, allora!- gli risposi con un sorriso. Klaus mi guardò confuso, prima che io iniziassi a cantare. Appena cantai una nota, Klaus spalancò gli occhi e cadde a terra. Urlava dal dolore. Dopo un po’, smisi di cantare. Sapevo che se l’avessi ucciso, sarebbero morti anche Stefan, Damon e gli altri.
-Ma che cavolo?!- chiese Klaus confuso mentre cercava di rialzarsi.
-Tu non minaccerai mai più nessuno di noi, Klaus. Oppure riuscirò a trovare un incantesimo in grado di spezzare la tua linea di sangue che ti collega con gli altri vampiri, e ti ucciderò. Non mi conosci, Klaus. Ma divento parecchio cattivo quando qualcuno minaccia me e la mia famiglia. Ti consiglio di sloggiare.- dissi io guardandolo con rabbia, negli occhi.
Klaus emise un ringhio di rabbia e poi scappò via a velocità di vampiro.
-Wow. E’ la prima volta che vedo Klaus così spaventato!- disse Damon stupito.
-Già. Devi avergli fatto molta paura. E per far paura a Klaus, ce ne vuole!- disse Elena.
Katherine mi abbracciò, mentre piangeva. Era, purtroppo, chiaro che Klaus non si sarebbe fermato. Quel mostro stava per dare inizio ad una nuova guerra. E io non potevo starmene con le mani in mano. Non più.

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Capitolo 5
*** Scambio ***


Katherine era spaventata dalla presenza di Klaus a Mystic Falls. Era paranoica... Pensava che potesse essersi impossessato di uno dei nostri corpi per poterle stare più vicino, dato che già in passato l’aveva fatto. Tutti la rassicurammo che non c’era nulla di cui preoccuparsi, riguardo a questa cosa. Lo stress avrebbe fatto male sia a lei che alla bambina. Il giorno dopo decisi di andare a cercare Klaus, da solo.
Mi feci dire da Katherine dove si trovava la villa in cui abitava prima e mi recai li. Ovviamente nessuno sapeva della mia idea malsana di piombare nella tana del lupo.
-Klaus?- chiesi io entrando nella grande e sontuosa abitazione.
-Oh, ma guarda un po’ chi c’è!- disse Klaus, dietro di me. Bingo!
-Cosa vuoi, ragazzino?- mi chiese, chiudendo la porta.
-Voglio parlarti... Perché ti serve il sangue di Katherine? Per creare nuovi ibridi?- chiesi io guardando l’originale, negli occhi.
-Si. Però mi serve proprio lei... La voglio con me in modo da poterla sfruttare per crearne sempre di più...- disse con un sorriso.
-Oh, sei proprio patetico lo sai?- gli dissi io dopo essere scoppiato a ridere.
-Come?- mi chiese arrabbiato.
-Devi crearti degli ibridi per poter avere degli amici? O una famiglia? Beh, probabilmente si dato tutte le cattiverie che hai commesso alla tua vera famiglia.- gli risposi gironzolando in giro per il grande atrio. Ad un certo punto, me lo ritrovai davanti.
-Tu non sai nulla di me, poppante!- disse arrabbiato.
-Beh, invece si! Mi hanno raccontato tutto su di te, Klaus. Hai soggiogato mio padre per farlo diventare tuo amico... O meglio... Il tuo cagnolino! E poi gli hai fatto spegnere le emozioni... Sai che per colpa tua, mio padre ha perso Elena e ha sofferto come un cane? Beh, ora fortunatamente si sono ritrovati... Ma non grazie a te... E invece come stanno i tuoi fratelli? Ti odiano ancora?- gli dissi superandolo. Klaus emise un ringhio e mi colpì con un pugno, che mi stese. Io mi rialzai e lo presi a calci fino a farlo cadere a terra. Lo costrinsi a stare fermo con un piede che gli schiacciava la gola.
-Ascolta bene, lurido bastardo... Sono disposto a fare uno scambio con te... Noi ti diamo una sacca di sangue di Katherine e tu te ne vai per sempre dalle nostre vite. Ok?- gli dissi prima che potesse liberarsi.
-Pensi di essere nella posizione di contrattare? Sei un ragazzino idiota!- disse ridendo.
-E’ qui che ti sbagli. Non sono un ragazzino idiota... Anzi! Sono parecchio stronzo, quando voglio. E so che quando voglio qualcosa, la ottengo sempre. Nessuno ha ancora conosciuto il vecchio Alex. Quello che manipolava tutte le persone che conosceva per poter arrivare al suo obiettivo... Beh, ora potrai conoscerlo.- gli dissi con un sorriso. Klaus non mi parlava, ma mi fissava solamente.
-Ora devo andare, Klaus. Ricordati quello che ti ho detto e stai attento, perché c’è un nuovo stronzo in città. E non si chiama Katherine Pierce.- gli dissi prima di uscire dalla porta.
-Avrai presto mie notizie, ragazzino! E quando tornerò, ti pentirai di avermi detto certe cose!- disse appena prima che potessi chiudere la porta.
Non mi faceva molta paura, ma temevo che avesse potuto fare del male a Katherine e agli altri. Speravo che non tornasse mai più, ma sapevo che era praticamente impossibile. Quel pomeriggio sarei andato da Bonnie per chiederle se nei suoi grimori, e in quelli di mia madre, ci fosse stato un incantesimo in grado di spezzare la linea di sangue dei vampiri. Bonnie era sicura che nei suoi, non ci fosse nulla riguardo a un incantesimo del genere, ma voleva provare ad esaminare i grimori di mia madre.
Rimasi con lei per tutto il pomeriggio quando, ad un certo punto, Bonnie mi disse che non c’era nessun incantesimo del genere nemmeno nei grimori di mia madre.
-Oh... Ok Bonnie! Scusami se ti ho fatto perdere del tempo... Ora devo andare a casa... Grazie mille!- le dissi dirigendomi verso la porta.
-Di niente! Ciao Alex.- mi disse quando aprii la porta.
Appena mi girai, trovai davanti a me zio Damon con un mazzo di rose.
-Alex?!- chiese confuso.
-Oh, quelle rose sono per me, zio Damon? Sei un tenerone!- gli dissi, prendendolo in giro.
-Che nipote simpatico che ho!- disse, con un sorriso.
-Oh, Damon! Grazie!- disse Bonnie a Damon, dandogli ripetutamente dei baci.
-Beh, io vado...- dissi io girandomi.
-Aspetta! Cosa ci fai qui? Ti stanno cercando tutti!- disse zio Damon, rimproverandomi.
-Ho fatto delle cose... Ve le racconterò quando saremo tutti insieme a casa... Non ho voglia di ripetere le stesse cose più volte...- gli dissi andando verso la macchina.
-Veniamo con te!- disse Bonnie prendendo la borsa.
-Che cosa?! Bon-bon dobbiamo andare fuori a cena stasera! Ricordi il nostro primo vero appuntamento?!- chiese zio Damon contrariato all’idea della sua ragazza.
-Damon non fare la ragazzina! Possiamo andarci dopo.- disse dandogli un bacio.
-Ok, Bon-bon...- disse zio Damon, dopo essersi sciolto a causa di quel bacio.
Appena arrivati a casa, Stefan e Katherine mi sgridarono.
-Dove sei stato?! Perché non rispondevi al cellulare?!- disse Stefan arrabbiato.
-Pensavamo che Klaus ti avesse fatto del male! Sei un idiota!- disse Katherine furiosa.
-Ehi, aspettate. Calmatevi! Ora vi spiegherò tutto.- dissi loro, mentre mi sedevo su una sedia. Mentre raccontavo ciò che avevo fatto in quella giornata, mi accorsi che Elena non c’era.
-Sei pazzo?! Potevi farti ammazzare! E ora Klaus si vendicherà!- disse Katherine piangendo.
-No. Noi siamo di più. E, insieme, siamo più forti di lui e di quei patetici ibridi che si porta dietro.- gli dissi io alzandomi.
Dopo un po’ che discutevamo, riuscimmo ad andare d’accordo.
-Dove è Elena?- chiesi io confuso.
-Non lo so. E’ da stamattina che non la vedo... Mi aveva detto che stava venendo a cercarti e quindi ho pensato che potevate essere insieme!- disse Stefan.
-Io non l’ho vista!- dissi confuso. Mentre Stefan andava in panico, accesi il cellulare. Appena si accese, mi arrivarono svariati messaggi tra cui uno di un numero sconosciuto. Lo aprii e il testo diceva: “Se volete rivedere Elena viva, dovete darmi Katherine. Klaus”.
Il mio cuore si fermò, così come quello degli altri quando mostrai loro il messaggio.
-No! No!- disse Stefan furioso.
-Oh, no.- disse Katherine sedendosi.
Io chiamai subito quel numero e, appena dopo 2 squilli, Klaus rispose.
-Alex, dimmi pure.- disse ridendo.
-Brutto ritardato! Se pensi che lasceremo nelle tue viscide mani, Elena o Katherine, ti sbagli di grosso! Riportala subito qui!- dissi io arrabbiato a quell’inglese presuntuoso.
-No. Facciamo uno scambio. Tu mi dai Katherine e io vi do Elena... Semplice. Alle 9 di domattina, all’edificio che si trova al 1630 di Revello Drive. Non mancate!- disse con un ghigno finale. Riagganciò prima che potessi rispondere. Non poteva averla vinta. Dovevamo fermarlo! E sapevo, anche, come!

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Capitolo 6
*** Addii ***


Il piano che avevamo ideato, era piuttosto buono. Saremmo andati da Klaus per fare lo scambio e, una volta che gli avremmo consegnato Katherine e avremmo ripreso Elena con noi, io avrei cantato per fargli del male. Era semplice, ma efficacie. Speravamo che funzionasse così facilmente...
-Sei pronta?- chiesi a Katherine prima di avviare il motore della macchina.
-Si.- disse con uno sguardo determinato.
Appena arrivammo all’indirizzo che ci diede Klaus, parcheggiai la macchina nel vialetto di quella casa. Appena entrammo, vidi subito Elena legata.
-Elena! Stai bene?- le chiesi, entrando nella casa.
-Eccovi.- disse Klaus, uscendo dalla cucina.
-Sono qui per fare lo scambio... Ma a una condizione. Katherine non dovrà soffrire e non morirà.- dissi io per far sembrare credibile lo scambio.
-Ovvio. Non ucciderei mai la fonte a cui posso attingere per creare nuovi ibridi. Vieni Katerina.- disse tendendo la mano a Katherine.
Katherine gli prese la mano e si avvicinò a lui.
-Elena, vai.- disse dopo averla slegata.
-Grazie.- disse Elena mettendosi in parte a me.
-That boy is a monster!- iniziai a cantare io.
Cadde subito a terra urlando dal dolore. Elena prese Katherine e la portò via a velocità sovrumana. Dopo poco, scappai anche io da quella casa. Eravamo riusciti a fregare quell’idiota.
Una volta arrivati a casa, non manco molto prima che arrivasse Klaus. Aveva portato con se una strega che ci fece un incantesimo.
-Bene. Ora farete tutto ciò che vi dico io!- disse Klaus con un sorrisetto.
-Stefan, pugnala tuo fratello al cuore con quel coltello. E tu, Damon, non togliere il coltello.- disse Klaus divertito, soggiogando mio padre.
Stefan eseguì l’ordine, immediatamente.
-Ma perché l’hai fatto, Stefan?!- chiese Damon confuso.
-Non volevo! Mi ha soggiogato, Damon.- disse Stefan confuso.
-Bene! Ora... Elena e Katherine... Dovete prendervi a calci e pugni finché non ve lo dico io! Elena, per il momento non puoi usare i trucchi da vampira perché i tuoi poteri sovrannaturali, adesso come adesso, sono svaniti...- disse Klaus con un sorriso. Io iniziai a cantare ancora, ma il mio dono, non faceva effetto. L’incantesimo annullava i nostri poteri... Sovrannaturali e non...
-Deluso, ragazzino? Ahahah! Ora anche tu farai qualcosa... Mmm fammi pensare... Mmm...- disse Klaus, sempre divertito. Se Caroline fosse stata li con noi, avrebbe potuto distrarlo!
-Oh, si! Prendi il coltello che ha tuo zio nel cuore e pugnalati le gambe, ripetutamente.- disse ridendo. Quello che mi aveva ordinato di fare non mi faceva nessun effetto. Non potevo essere soggiogato, io! Nemmeno da un originale!
Mi pugnalai volutamente, per non rivelare a Klaus che ero immune al controllo mentale. Stefan mi guardava confuso, ma gli diedi un’occhiata che gli fece capire tutto. Ero sanguinante e dolorante. Non riuscivo a guarire purtroppo.
-Damon e Stefan... Fate quello che stanno facendo Katherine ed Elena.- disse Klaus.
Katherine ed Elena si stavano picchiando. Elena la prendeva a calci ovunque, ma non sulla pancia. Quantomeno, questo non avrebbe danneggiato il bambino.
-Bene, l’incantesimo è rotto. Ora potete tornare a fare quello per cui vi ho soggiogato prima...- disse Klaus ridendo.
-Elena, usa pure i tuoi poteri ora...- disse Klaus divertito prima di uscire di casa.
-Elena! Smettila!- urlai io arrabbiato.
-Non riesco!- disse Elena mentre pestava Katherine.
Io lanciai via Elena, ma lei tornò sempre, a picchiare Katherine, in un baleno.
Ripetemmo questa storia per un po’ di volte, finché non iniziai anche a picchiare Elena. Niente. Tornava a pestare Katherine. Provai a portarla via, ma Klaus ci aveva sigillati in casa.
-Elena basta!- urlai di nuovo disperato.
Katherine aveva perso conoscenza e, quando Elena le diede un pugno in pancia, non riflettei più. Presi un paletto e lo conficcai dritto nel cuore di Elena.
-Alex?!- disse Elena con le lacrime agli occhi prima di essiccarsi e morire.
-Alex no!- urlarono Stefan e Damon.
Klaus rientrò quasi subito e, notando il cadavere di Elena, ci tolse il controllo mentale. Io cantai di nuovo e, stavolta, Klaus iniziò a soffrire. Quando smisi, Klaus ci disse che avrebbe rinunciato a Katherine, per il momento, ma che sarebbe tornato.
Appena se ne andò, notai che Damon e Stefan guardavano il corpo di Elena, sconvolti.
-Cosa ho fatto?!- dissi io, rendendomi conto di ciò che avevo fatto a Elena.
-L’hai uccisa!- disse Stefan arrabbiato.
Stefan prese il coltello che stava sul pavimento e si avvicinò a Katherine.
-L’hai uccisa per lei?! Per questa stronza?!- chiese furioso puntando il paletto sul corpo privo di sensi di Katherine. Io diedi un calcio a Stefan e a Damon e presi in braccio Katherine.
-Ti troverò! E quando lo farò, ti pentirai di avermi conosciuto!- disse Stefan furioso, prima che uscissi di casa. Misi Katherine in macchina e scappai via da Mystic Falls. Le altre volte che scappavo da quella cittadina infestata da creature sovrannaturali, me ne andavo a Lynchburg... Ma quella volta, dovevo andarmene via. Lontano da tutto e da tutti... Dove nessuno avesse potuto trovarci.

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Capitolo 7
*** Miracolo!!! ***


Passarono cinque mesi da quando io e Katherine ci eravamo trasferiti a Newport Beach, in California. Katherine aveva appena partorito la nostra piccola Marissa Nadia. Eravamo molto lontani da Mystic Falls, e questo ci rassicurava molto. Non avemmo più notizie di Stefan e gli altri, da un mese prima... Quando Bonnie era riuscita a trovarci... Ovviamente non disse a Stefan dove fossimo, ma ci rassicurò che stavano tutti bene e che avevano trovato un modo per riportare indietro Elena. Ero felicissimo di questo, perché non riuscivo a credere a ciò che le avevo fatto. Se non l’avessi fatto, probabilmente Kath e mia figlia sarebbero morte... Però Elena non si meritava la morte...
-Alex, ci pensi tu a portar fuori la spazzatura?- chiese Katherine mentre cucinava.
-Certo, tesoro.- le risposi abbracciandola da dietro. Diedi un bacio a Marissa e poi uscii. Eravamo diventati una vera famiglia... Io e Kath sembravamo quasi sposati!
Vivevamo in una bellissima casetta sulla spiaggia. Eravamo in affitto, ma con i soldi che prendevo lavorando come cuoco in un ristorante, riuscivamo a mantenerci benissimo. Katherine lavorava come cameriera nel mio stesso ristorante, prima di partorire... Lasciò quel lavoro, perché la pancia era diventata troppo ingombrante, per poterle permettere di servire ai tavoli e così decise di rimanere a casa a fare la casalinga, finché non avrebbe partorito. Sembrava strano vederla così... Quella Katherine Pierce che 2 anni fa era una vampira spietata, era ora una casalinga. Wow. In quei cinque mesi, riuscii ad aumentare ancora di più i miei poteri. Da quel momento, infatti, mentre utilizzavo il mio dono, ero in grado di mostrare ai miei nemici, delle visioni... Visioni che decidevo io...
Dopo aver mangiato, il mio cellulare squillò. Era Bonnie. Il cuore mi si fermò in gola.
-Pronto?- risposi io agitato, dopo aver risposto mettendo il vivavoce in modo che anche Kath potesse sentire.
-Alex, devi tornare qui!- disse Bonnie.
-Cosa? No. Non tornerò a Mystic Falls.- risposi io frustrato.
-Devi farlo! Ora che ho riportato indietro Elena, è umana... E Klaus l’ha rapita per poter creare nuovi ibridi! Potresti anche farti perdonare da Stefan, almeno...- disse Bonnie.
-Elena sta bene? Oh, che sollievo.- le dissi sospirando.
-Si, ma ora è con Klaus e l’unico che può aiutarci a salvarla sei tu!- disse Bonnie insistentemente.
-Devo parlarne con Katherine, prima.- le dissi confuso.
-Andiamo. Io e Marissa dobbiamo rimanere nascoste, ma tu devi aiutarli.- disse Katherine alzandosi dalla sedia.
-Katherine hai partorito, allora?! Wow! Non vedo l’ora di vedere la bimba!- disse Bonnie in un momento di leggerezza.
-Va bene Bonnie! Dicci quando dobbiamo partire!- disse Katherine con un sorriso.
-Perfetto. Io non dirò nulla agli altri... Domani sera Klaus ci aspetta nella palestra della scuola, con Elena quindi, se venite in macchina, vi conviene partire immediatamente! Vi aspetto!- disse Bonnie prima di riagganciare.
-Si torna al liceo.- dissi io guardando Katherine. Eravamo entrambi molto preoccupati di quello che sarebbe successo, ma sapevamo che, una volta arrivati a Mystic Falls, avremmo già escogitato un piano. Io e Marissa salimmo in macchina, mentre Katherine prendeva un po’ di cose, per il viaggio, da casa. Dopo circa una mezz’ora, partimmo... Destinazione Mystic Falls.
Dopo circa 3 ore di macchina, decidemmo di fare una sosta per poter sgranchirci le gambe. Il fast food in cui ci fermammo era deserto, se non per due persone che stavano litigando. Dopo un po’ che andavano avanti, decisi di intevenire.
-Ehi. Smettetela, dai!- dissi io dividendo i due ragazzi.
-Lasciaci in pace!- disse uno dei due, rivelando un volto da vampiro.
-Oh Dio! Vattene!- disse l’altro ragazzo, vedendo il viso del ragazzo che mi scansò via. Il vampiro stava cercando di mordere l’altro, quando lo lanciai via.
-Stai bene?- chiesi al ragazzo caduto a terra.
-Si. Grazie.- disse con le lacrime agli occhi. Appena mi girai, sentii Katherine urlare. Era vicina alla porta con Marissa in braccio... Pronta per scappare... Ma il vampiro la ostacolava. Corsi li, ma aveva già morso Katherine.
-NO!- urlai io prendendo uno spazzettone di legno che trovai vicino a me. Spezzai il manico dello spazzettone e lo conficcai nel cuore del vampiro. Katherine aveva già perso molto sangue e io non sapevo che fare.
-Kath, voglio provare...- dissi avendo un lampo di genio. Forse anche il mio sangue poteva curare. Kath bevve il mio sangue e si addormentò. Speravo che funzionasse... Quando mi girai per controllare l’altro ragazzo, notai che non c’era più. Subito dopo sentii qualcosa che si conficcò nella carne. Mi girai e vidi che il ragazzo aveva appena impalato Katherine, nel cuore.
-No!!! Cosa hai fatto?!- urlai io disperato.
-Oh, pensavo fosse un vampiro anche lei! Scusa!- disse con le lacrime agli occhi. Estrassi il pezzo di legno dal corpo inerme di Katherine e piansi. No. Non potevo perderla. Non poteva lasciarmi! Rimasi li così per circa un’ora... Senza accorgermene... Quando avvenne il miracolo! Katherine si svegliò e tossì.
-Kath!- esclamai io.
-Cosa mi è successo?- chiese confusa.
-Questo ragazzo ti ha impalata, pensando che fossi un vampiro.- le risposi indicando il ragazzo davanti a me.
-Oh. Ma come ho fatto a tornare in vita? Forse il tuo sangue ha poteri curativi... o forse...- disse correndo verso il ragazzo. Wow.
-Oh, penso che tu mi abbia reso come te! Ho ancora battito e non voglio mangiare nessuno quindi credo di essere come te ora! Umana, ma con i poteri di un vampiro!- disse Katherine entusiasta. Io la abbracciai e iniziammo a saltellare felice. Dopo esserci baciati ripetutamente, Kath prese in braccio Marissa, che avevo lasciato nella sua culla su un tavolino, e soggiogò il ragazzo per far si che dimenticasse tutto. Dopo aver seppellito il vampiro morto, raggiunsi Kath e Marissa in auto... Ci attendevano ancora altre ore di viaggio... Dopo altre 3 ore circa, decidemmo di lasciare la macchina a Phoenix e di prendere l’aereo. Eravamo un po’ preoccupati per Marissa... Aveva solo 2 settimane... Questo viaggio l’avrebbe sfiancata... Dopo circa 6 ore di aereo, arrivammo all’aeroporto di Richmond. Noleggiammo un’auto e arrivammo a Mystic Falls in circa un’ora e mezza. Tutti e 3 eravamo esausti... Una volta arrivati a casa di Bonnie, ci fece accomodare nella stanza degli ospiti di casa sua. Dovevamo dormire un po’, se volevamo essere al pieno delle forze, quella sera... Marissa aveva dormito per gran parte del tempo, per cui non era molto stanca. Ma io e Katherine, appena toccammo il letto, crollammo in un sonno profondo.

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Capitolo 8
*** Entrata in scena ***


Questo capitolo l’ho diviso in POV...
 
Pov Alex:
Dopo circa 6 ore di sonno, Bonnie ci svegliò.
-Ehi, ragazzi! Tra meno di un’ora dobbiamo andare da Klaus... Sarebbe meglio se vi svegliaste!- disse gentilmente dopo aver aperto la porta della camera.
-Oh, ok- disse Katherine assonnata.
-Forza Kath... Klaus ci aspetta!- le dissi abbracciandola.
-Ok.- disse lei dopo avermi dato un bacio.
Ci alzammo e ci cambiammo. Dopo aver mangiato qualcosa, io e Katherine ci rilassammo un pochino.
-Alex, io do da mangiare a Marissa!- disse Katherine, alzandosi dal divano.
-Ok, tesoro.- le dissi con un sorriso, prima di tornare a guardare la tv. Bonnie aveva già raggiunto gli altri a casa di Stefan. Appena arrivò la babysitter, che Kath soggiogò per assicurarsi che trattasse bene nostra figlia e che la proteggesse, salimmo in macchina pronti per andare a scuola.
-Sei pronta?- le chiesi appena parcheggiai nel solito parcheggio.
-Si.- disse lei con un sospiro. Aprimmo le portiere ed entrammo nell’edificio. Avevamo pensato ad un’entrata in scena un po’ diversa... Arrivammo alla palestra, in silenzio, e ci nascondemmo in un angolo a spiarli. Elena era con Klaus da un lato della palestra, mentre dall’altro c’erano Damon, Stefan, Caroline, Matt, Jeremy e Bonnie. Katherine mi guardò e, dopo che le annuii, andò negli spogliatoi a cambiarsi. Non avevamo tenuto conto degli ibridi di Klaus, però! Mi accorsi che, sotto agli spalti, c’erano minimo 10 ibridi.
-Non c’è nessuno qui.- disse una voce dietro di me. Mi girai e vidi 2 ibridi. Li uccisi subito, con molto silenzio, impalandoli da dietro.
Katherine doveva sbrigarsi... Ad un certo punto, partì la musica scelta da Katherine. Aveva scelto “Applause” perché pensava che ci fosse l’atmosfera giusta... Le piaceva essere al centro dell’attenzione... Io uscii dalla palestra e trovai degli ibridi che mi attaccarono. Iniziai a cantare per indebolirli e, nel frattempo, li impalai. Un gioco da ragazzi... Quello che non presi in considerazione era che ce ne erano una trentina, sparsi per tutta la scuola! Katherine, nel frattempo, si stava occupando di quelli in palestra, mentre ballava e cantava.
 
Pov Katherine:
Dopo essermi vestita da cheerleader, entrai in palestra sulle note di Applause, con molta disinvoltura. Elena, Klaus, Stefan e gli altri, mi guardarono stupiti e confusi.
Iniziai a cantare... Non avevo il dono di Alex, ma ero abbastanza intonata a cantare e, mentre cercavano di capire cosa stessi facendo, avrei ucciso tutti gli ibridi presenti in palestra.
-Sei una vampira?!- chiese Klaus arrabbiato, dopo che sconfissi 3 dei suoi ibridi.
Mentre ballavo la mia coreografia, gli feci cenno di no e gli sorrisi. Amavo essere al centro dell’attenzione... Damon sibilò un “Wow. E’ geniale”.
Dopo aver ucciso tutti, arrivò Alex... Alex, fu inseguito da circa 12 ibridi... Dopo averli scaraventati sul pavimento della palestra, cantò il ritornello finale e quando pronunciò la frase “Turn the lights on”, fece un movimento con le braccia e tutti gli ibridi presero fuoco. Io intervenni per aiutarlo e, mentre gli ibridi andavano a fuoco, li impalammo più velocemente possibile. L’ultimo ibrido, non mi permise di impalarlo e mi diede un calcio che mi lanciò in aria. Prontamente, Alex, lo impalò e mi prese al volo, appena finì la canzone.
-Wow.- disse Bonnie stupita.
-Una cosa più semplice no, eh?- chiese Matt con un sorriso.
-Beh, io dovevo cantare e a lei sarebbe piaciuto ballare un po’, ora che non è più così fragile.- dissi Alex, sorridendo.
-Hai partorito?!- chiese Caroline entusiasta.
-Si.- le risposi con un sorriso.
-Alt. Cosa succede qui!? Cosa cavolo sei tu?- chiese Klaus sconvolto.
-Sono come Alex, ora. Ha anche lui dei poteri di trasformazione...- dissi io con un sorrisetto.
-Quindi significa che posso usare ancora il tuo sangue per creare ibridi eh?- chiese Klaus con un sorriso.
-Teoricamente si, ma ora posso difendermi e non starò qui come quella fessa di Elena a farmi portar via da te.- dissi io con un sorriso alla mia doppelganger. Corsi verso di lei e la portai vicino a me e Alex.
-Elena, vieni qui subito!- disse Klaus arrabbiatissimo.
-Tieni Elena, bevi.- disse Alex, dando il suo sangue ad Elena. Elena eseguì l’ordine e poi Alex le ruppe il collo. Tutto in un attimo!
-No! Siete tutti condannati!- disse Klaus uccidendo Jeremy.
-Oh, no! Jeremy!- disse Caroline, correndo verso il suo cadavere.
-Brutto figlio di.- disse Alex prima di cantare. Klaus cadde a terra dolorante fino a iniziare a prendere fuoco. Fermai Alex, prima che potesse compiere una stupidaggine. La morte di Jeremy non era prevista nel nostro piano, ma dovevamo concluderlo! Alex abbassò la guardia per un attimo e Klaus lo uccise. Gli ficcò un paletto nel cuore, uccidendolo.
-No!- urlai io piangendo, mentre mi precipitavo verso di lui.
-Alex, no!- urlò Stefan un momento dopo.
-Oh, no!- disse piangendo, suo padre.
Io presi Alex e corsi velocemente fuori dall’edificio. Stefan mi chiamò urlando, ma non tornai indietro... Dovevo portare Alex da qualche parte...
 
Pov Alex:
-Ha funzionato?- dissi io svegliandomi.
-Oh, si! Alex, oh. Mi hai fatto preoccupare!- disse Kath abbracciandomi.
Klaus pensava di avermi ucciso e di essere quindi al sicuro... Ma non sapeva che io ero immortale a tutti gli effetti... Potevo essere ucciso solo per mano mia... Questo fatto lo scoprii a Newport Beach. Un giorno ero dentro a un supermercato e un rapinatore, sparando, mi colpì in pieno. Mi ripresi subito e li, io e Kath capimmo tutto. Se mi infliggevo delle ferite da solo, queste non guarivano velocemente...
-Avvisiamo Stefan e gli altri?- chiese Katherine dopo avermi baciato.
-No. Stiamo qui ancora un po’. Ho in mente un’altra entrata in scena adatta a far prendere il cagotto a Klaus.- le dissi con un sorriso. Passammo la notte nel prato dove avevamo fatto l’amore per la prima volta... Dove avevamo concepito la nostra piccola creatura.

P.S. : Scusate se questo capitolo non è stato molto avvincente... Ma volevo fare una cosa un po' diversa dal solito! :)

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Capitolo 9
*** La fine del frutto del nostro amore ***


Il giorno dopo rimanemmo chiusi in casa di Bonnie per tutto il giorno. Ne lei ne nessun altro, entrò in casa... Marissa stava bene, per fortuna, e io e Katherine ci eravamo ripresi completamente dal lungo viaggio estenuante che avevamo intrapreso due giorni prima. La giornata, passò piuttosto velocemente... La sera, Katherine ed io ci dirigemmo verso il grill... Klaus era seduto in centro al locale con quella babbea di Elena, Stefan e Damon. Bonnie e gli altri erano seduti nel tavolo accanto. Non sapevo cosa stesse succedendo, però erano tutti visibilmente scossi. Mentre io me ne stavo nascosto dietro a una parete, Katherine prese il microfono e disse:
-Buonasera signore e signori! Sono Katherine... Questa sera, Matt Donovan, mi ha chiesto di cantare una canzone perché, purtroppo, l’impianto audio del locale è stato manomesso! Per fortuna le casse e il microfono vanno ancora!-
Quella ragazza riusciva sempre a lasciarmi a bocca aperta.
Attaccò il suo ipod a un cavo e iniziò a cantare e ballare. Klaus e gli altri erano confusi... Non capivano il motivo della esibizione di Katherine. Verso il pezzo finale, Katherine mi guardò e con un sibilo mi disse “Tocca a te”.
Io salii sul palco, presi il microfono e cantai il pezzo finale... Klaus e gli altri, in quel momento, non erano più confusi. Erano solo stupiti.
Il pezzo che cantavo io diceva:
Scommetto che non avete visto noi due in arrivo.
I manipolatori...
La leggendaria signorina Katherine Pierce... E la new entry Alex.
Dovete eliminarci, perché non stiamo andando da nessuna parte.
 
Alla fine, scesi dal palco e mi diressi al bancone con Katherine, solo dopo aver visto l’espressione sul viso di Klaus: era stupito e arrabbiato.
Dopo aver ordinato da bere, Caroline venne da noi.
-Oh, mio Dio! E’ stato... Wow. Però... Sapete che Klaus andrà su tutte le furie vero?- disse Caroline, parlando a raffica.
-Uhm, non lo è già?- chiesi io con un sorrisetto.
-Beh, probabile.- disse Caroline, preoccupata.
-Cosa è successo la?- disse Katherine indicando il tavolo dove, fino a un attimo prima, Elena e gli altri stavano parlando con Klaus.
-Beh, Klaus è andato via infuriato e gli altri l’hanno seguito. Sembrava che Klaus avesse trovato un modo per riportare indietro Jeremy e, beh... Voi l’avete mandato all’aria.-
-Oh. E cosa voleva Klaus in cambio?- chiesi io.
-Elena. L’avrebbe portata con se... Elena farebbe di tutto per riportare indietro Jeremy.- disse Caroline guardando il bancone.
-Beh, chissene frega di Jeremy. Era già morto una volta.- disse Katherine sorseggiando il suo drink.
-Katherine?!- dicemmo io e Caroline, allo stesso tempo.
-Oh, sentite... Quel che ho detto non ha niente a che fare con l’antipatia che provo verso Jertemy... E’ solo che... Beh... Era parecchio inutile e indifeso, qui. Ora non soffrirà più e nessuno dovrà uccidersi per salvargli la vita.- disse finendo di bere anche il mio drink.
-Beh, forse si... Ma non è una cosa carina da dire...- dissi io, rimproverandola.
-Io sono così. Predere o lasciare!- disse con un sorriso, Katherine.
-Caroline, sai dove possano essere?- chiesi io alla bionda preoccupata.
-No. Ma conoscendo Klaus, vorrà vendicarsi...- disse Caroline guardandomi negli occhi. Dopo quella frase, capii. Portai fuori entrambe, con la forza, e le feci salire in macchina il più veloce possibile. Guidavo, più rapidamente possibile, verso la casa di Bonnie... Appena arrivammo, notai che la porta di ingresso era aperta.
-Oh, no!- disse Katherine preoccupata.
Appena varcammo la soglia, trovammo Stefan, Damon ed Elena intorno alla culla di Marissa.
-Wow, è così bella.- disse Elena con un sorriso.
Grazie al cielo, i pensieri negativi che mi erano piombati in testa mentre ero in macchina, erano svaniti. Marissa stava bene.
-Alex, Katherine, complimenti. E’ una bambina bellissima!- disse Elena guardandoci.
-Già. E’ fantastica.- disse zio Damon, facendosi stringere un dito dalla manina di Marissa. Mio padre non mi parlò ma, appena si girò, vidi, sul suo volto, delle lacrime.
-Oh, Alex. Mi dispiace! Mi sei mancato così tanto!- disse abbracciandomi, piangendo.
-Oh, papà anche tu mi sei mancato! Ti voglio bene!- dissi io, piangendo a mia volta.
Dopo un po’ che ci abbracciavamo, ci staccammo e parlammo un po’ di ciò che era successo a me e a Katherine negli ultimi mesi, di ciò che era successo a loro negli ultimi mesi e di Marissa.
-Oh, Elena. Mi dispiace molto per averti... Uccisa. Non volevo.- dissi io, con la voce strozzata.
-Tranquillo! Sono ancora qui! Dovevi farlo... Altrimenti Katherine e Marissa sarebbero morte... Anzi, grazie a te. Ora sono umana ma sono forte come un vampiro!- disse lei con un sorriso.
-Si, ma sei comunque una preda molto ambita!- disse Klaus, sbucando fuori all’improvviso. Come aveva fatto a entrare?!
-Grazie Bonnie.- disse lui, rivolgendosi a Bonnie che era nel corridoio con un coltello conficcato nella pancia.
-Oh, vediamo un po’!- disse guardando la culla di Marissa.
-NO! Non toccarla!- urlai io prima che Klaus mi lanciò via, dandomi un calcio.
-E quindi questa è tua figlia... E di Katerina eh... Molto carina...- disse prendendola in braccio.
-No! Klaus lasciala giù, ti prego!- disse Katherine avvicinandosi a lei.
Tutti noi ci fiondammo verso di lui, ma non facemmo a tempo a fermarlo.
Soggiogò mio padre e gli altri a stare fermi e diede un calcio molto forte a me, Katherine ed Elena.
-Questo cuoricino... Così piccolo e caldo.- disse prima di compiere il gesto più atroce mai visto. Klaus premette il suo dito così forte, che perforò il petto di Marissa.
Si sentì un piccolo urletto iniziale e poi più niente. Solo il rumore del suo cuore spolpato.
-Maledetto bastardo!- disse Katherine fiondandosi contro di lui.
Non avevo parole per dire ciò che sentivo. Marissa era morta.
-Io ti ammazzo!- urlai anche io prima di saltargli addosso. Klaus riuscì a liberarsi di me e Katherine in un secondo.
-Mi avete proprio stufato, voi due!- disse Klaus arrabbiato. Tentò di tagliarmi la testa con un’ascia che si era portato, ma riuscii a sfuggire dalle sue grinfie. Molto probabilmente, una decapitazione sarebbe bastata a mettere fine alla mia vita... Anche se non me la fossi inflitta da solo... Appena Katherine mi affiancò, scappammo via da quella casa. Quella casa dove il frutto del nostro amore, se ne era andato. Per sempre.

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Capitolo 10
*** Chi è? ***


Ci rifugiammo in una casa vicino a quella di Bonnie, per volere di Katherine.
-Perché ci nascondiamo qui, Katherine? Siamo troppo vicini!- le dissi io, agitato.
-Perché dobbiamo tornare a prendere Marissa!- disse lei guardandomi, scossa.
-Come? Penso che il corpo ce lo porteranno Elena e gli altri, Katherine.- le dissi io con la voce piena di angoscia.
-No! Voglio dire... Marissa non è morta!- disse lei, con un sorriso.
-Cosa?!- dissi io, incredulo. L’avevo vista morire! Come era possibile?!
-Beh, oggi pomeriggio quando tu ti sei riposato un po’, ho preso iniziativa... So di aver sbagliato a non averti chiesto nulla ma... Ho reso Marissa come noi...- mi disse lei,con felicità.
-Oh. Oh mio Dio, Katherine! Grazie!- le dissi abbracciandola.
-Non sei arrabbiato vero?- mi chiese lei dopo aver sciolto l’abbraccio.
-No! Certo che no! Se prendi delle decisioni del genere da sola, salvando la vita a uno di noi, mi va benissimo! Ma perché me l’hai tenuto nascosto? E come hai fatto a tacere su una cosa del genere?- le chiesi io, ansioso di conoscere le risposte di Kath.
-Beh, sono una brava attrice... Non te l’ho detto subito perché, altrimenti, la tua reazione quando Klaus l’ha uccisa, non sarebbe stata credibile, molto probabilmente.- disse lei con un sorriso.
-Oh, capisco. Grazie Katherine! Ti amo.- le dissi prima di baciarla.
Continuammo a baciarci fino a quando sentimmo il rumore di una portiera che si chiudeva. Klaus se ne era appena andato via.
Dopo circa 5 minuti, che passammo per sicurezza ancora nascosti, andammo a casa di Bonnie. Erano ancora tutti li a guardare Marissa. Avevano tutti degli sguardi affranti ma, appena spiegammo loro cosa aveva fatto Katherine, si rallegrarono tutti. Io Katherine e Bonnie rimanemmo a casa sua per tutta la notte in attesa del risveglio di Marissa. La nostra piccolina si svegliò il giorno dopo. Marissa stava bene ed era anche di buon umore: non piangeva, giocava tranquillamente e sorrideva a chiunque. Io e Katherine eravamo sollevati. L’unica cosa che non riuscivamo a capire era il motivo per cui Klaus sia arrivato fino al punto di uccidere una povera bambina. Cosa gli avevamo fatto? Ok, Kath ed Elena non volevano farsi sequestrare da lui, ma non mi sembrava una reazione adatta... Il pomeriggio seguente, io e Katherine tornammo a casa. Alla casa di Mystic Falls. Stefan ci accolse a braccia aperte e ci fece sistemare nella nostra vecchia stanza. Tutto era rimasto immutato. Stefan aveva fatto sistemare una delle stanze per gli ospiti, per poter ospitare Marissa. Ero felice di essere tornato a casa. Anche se non sapevamo cosa stava escogitando Klaus.
-Alex, io e Damon andiamo a cercare Klaus. Vogliamo parlargli.- disse Stefan entrando in soggiorno, dove io e Katherine stavamo parlando con Elena e Bonnie.
-Vengo anche io!- dissi alzandomi.
-No, tu stai qui con loro. Non ci metteremo molto.- disse Stefan con tono autoritario.
-Ok, però se avete bisogno, chiamatemi.- dissi a Stefan, prima che uscisse.
Dopo circa mezz’ora, sentimmo la porta d’ingresso che si spalancava e, 2 secondi dopo, Stefan e Damon vennero lanciati dentro con forza.
-Cosa diavolo succede?!- disse Elena, sconvolta.
-Eccomi qui, signori. Quei due mentecatti volevano parlarmi ma io voglio parlare con tutti voi.- disse Klaus con un sorriso, entrando in soggiorno.
Io e Katherine ci guardammo negli occhi con espressioni spaventate.
-Bene, ora che siamo tutti qui, puoi parlare!- disse Stefan, dolorante.
-Ok. Elena e Katerina devono venire con me. Altrimenti io mi vendicherò davvero per quello che ha fatto.- disse Klaus, impassibile.
-Chi ha fatto cosa, Klaus? Non ti seguo.- disse Stefan confuso.
-Oh, non te l’ha detto?! Tuo figlio ha ucciso mio fratello Elijah e mia sorella Rebekah.- disse Klaus, con rabbia.
Cosa?! Ma cosa cavolo stava blaterando?!
-Cosa?! Alex?- chiese Stefan riferendosi a me.
-No, ti sbagli Klaus! Io non ho ucciso nessuno! E poi come avrei fatto a ucciderli se non esistono più armi che possano uccidervi?!- chiesi io, sconvolto.
-Beh, si dia il caso che sei riuscito a trovare l’ultimo paletto di legno di quercia bianca al mondo... E quindi li hai uccisi. Perché mentire ragazzino?! Ne ho le prove!- disse Klaus, sempre arrabbiato.
-Beh, vediamo queste prove perché io non ho fatto un bel niente!- risposi io, incredulo.
-Marcel, una specie di mio amico, mi ha inviato queste immagini e questo video.- disse mostrandoci le immagini dei suoi fratelli morti e un video tratto da delle videocamere di sorveglianza. Il video era stato registrato il giorno che io arrivai a Mystic Falls... Infatti, nella schermata iniziale, c’era scritta la data di registrazione. Appena partì il video vero e proprio, rimasi sotto shock. Quel video ritraeva me. Stavo lottando contro quei due, un attimo prima di ucciderli.
-Oh, mio Dio.- dissi io, ancora più sconvolto di prima.
-Perché fai quella faccia?!- disse Klaus con rabbia.
-Quello non sono io! Lo giuro. Io ero già in città da un giorno, quando quel video è stato registrato!- dissi io, quasi urlando.
-Cosa?- disse Klaus, confuso.
-E’ la verità! Bonnie lo può confermare!- dissi io indicando Bonnie.
-Ma allora... Quello è identico a te...- disse Klaus prima di spalancare gli occhi.
-Credo che ci troviamo davanti a un nuovo doppelganger.- disse Katherine, confermando i pensieri di ognuno di noi.

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Capitolo 11
*** Un nuovo doppelganger ***


POV Alex:
-Doppelganger?!- chiesi io confuso e sconvolto, allo stesso tempo.
-Credo proprio di si... Non potrebbe nemmeno essere tuo fratello gemello...- disse Katherine riguardando il video.
-Dici?- le chiesi io, guardandola.
-Mmm si. Siete troppo simili... I gemelli si distinguono almeno per qualche dettaglio...- disse lei guardandomi negli occhi.
-Beh, suppongo che dovrò andare a cercare il tuo doppelganger, allora... E poi lo ucciderò!- disse Klaus con un sorrisetto malvagio.
-Perché ha ucciso i tuoi fratelli?- chiesi io confuso.
-Non lo so. Forse cercava me... Elijah e Rebekah non erano tipi da farsi notare come me... E comunque erano meno malvagi di me...- disse lui, gironzolando per il soggiorno.
-Beh allora forse ti troverà lui! Magari verrà qui...- dissi io guardandolo.
-Forse... In ogni caso, io me ne starò qui a Mystic Falls con Elena e Katerina... E con i miei nuovi amici lupi mannari che ho rinchiuso in una cella...- disse con un altro sorriso malefico.
-Sei proprio ridicolo sai?- gli dissi io, alzando gli occhi al cielo.
-No. Sono solo. Tu hai una famiglia, io no. Non più.- disse Klaus con un filo di tristezza nella voce.
-Oh. Wow.- disse Katherine.
-Cosa c’è Katerina?- chiese Klaus guardando la mia splendida ragazza.
-Ho finalmente visto il vero Klaus, anche se solo per un secondo...- disse lei guardandolo.
-Come?- chiese lui, un po’ confuso.
-Hai indossato la maschera dello stronzo vendicativo per più di 500 anni... Ora sono riuscita finalmente a vederti per quello che sei in realtà.- disse Katherine con un sorriso.
-Senti da che pulpito. Anche tu, mi pare avessi una maschera da stronza vendicativa...- disse Klaus con un sorriso.
-Si, ma ora non l’ho più. Perché ho finalmente trovato la felicità. Quella che non credevo di poter mai trovare.- disse lei, stringendomi la mano.
-Ho notato. La vecchia Katerina sembra essere solo un ricordo ora...- disse Klaus guardando le nostre mani intrecciate.
-Sono ancora un po’ stronza e vendicativa.- disse lei, protestando.
Klaus si mise a ridere. Wow. Katherine riusciva veramente a tirare fuori il meglio dalle persone.
-Perciò. Perché non mi lasci stare, per favore. Ho passato 500 anni a fuggire da te. Penso di meritarmi un po’ di quiete.- disse Katherine con un sorriso.
-Forse... Eh va bene. Mi accontenterò di Elena.- disse Klaus con un sorriso prima di portare via Elena prima che nessuno potesse reagire.
-Oh, no!- disse Stefan appena si rese conto di ciò che era successo.
Tutti iniziarono a preoccuparsi moltissimo per Elena... Tutti tranne Katherine, ovviamente. Stefan e Damon corsero subito a casa di Klaus senza, però, trovare ne lui ne Elena. Io e Katherine rimanemmo a casa con Marissa mentre Bonnie e Caroline andarono a cercare Klaus ed Elena, in centro. Stefan e Damon, dopo essere tornati dalla loro missione fallita, decisero di andare a cercare Klaus a Richmond.
-Mi raccomando ragazzi. State attenti e se Elena o Klaus si fanno vivi, chiamatemi subito ok?!- disse Stefan prima di salire in auto.
-Va bene. Buon viaggio papà.- gli dissi abbracciandolo.
-Grazie Alex.- mi disse con un sorriso.
-Ciao Alex. Non staremo via molto.- disse zio Damon prima di azionare il motore.
-Ok. Ciao zio Damon.- gli dissi prima di rientrare in casa.
 
POV Bonnie:
Non sapevamo dove cercare, di preciso. Io e Caroline stavamo girando a ufo nel centro di Mystic Falls. Ero preoccupata, stanca e provata emotivamente. Non ce la facevo più ad andare avanti così. Perché la mia vita doveva essere così complicata?! Finalmente avevo trovato qualcuno che mi piacesse veramente e, per colpa di Elena, non potevo mai vederlo. Ovviamente non intendo dire che odio Elena per ciò che è o perché è sempre nei casini... Non è mica colpa sua... Però mi stavo innamorando di Damon e non riuscivo più a stargli lontana per troppo tempo. Era sempre occupato a proteggere Elena con Stefan. Forse è per questo che sono infastidita da questa storia di Elena. Lei ha tutti ai suoi piedi!
-Alex, che ci fai qui?!- chiesi io vedendo Alex che stava per entrare al grill.
-Uhm sto facendo un giro.- disse lui, con aria innocente.
-Dovevi stare a casa con Katherine e Marissa! Se Klaus dovesse trovarle da sole, Katherine potrebbe far fatica a salvare sia Marissa, che lei stessa!- gli dissi con tono di rimprovero.
-Klaus?!- disse lui, stupito.
-Ma cosa ti prende?!- gli disse Caroline, confusa.
-Direi che posso anche smetterla con questa farsa...- disse Alex.
-Come?- chiese Caroline, di nuovo confusa. Alex, o meglio il suo doppelganger, si tirò via la parrucca che aveva in testa.
-Io sono Jesse. Jesse Bishop. Voi dovete essere delle amiche, o conoscenti, di Alex... Il mio doppelganger.- disse il ragazzo, sfoderando un piccolo sorriso.
Erano identici. Se non per alcuni dettagli... Innanzitutto, Jesse era più muscoloso... Alex aveva i capelli castani chiari un po’ lunghetti, mentre Jesse aveva i capelli castani chiari corti e spettinati con il gel. Si vestivano entrambi con vestiti alla moda ma Jesse sembrava più... Adulto?
-Voi sapete dove è Klaus?- chiese il doppelganger di Alex, con un sorriso.
-No. Lo stiamo cercando. Ma perché ti sei spacciato per Alex, indossando quella parrucca?- gli chiesi io, confusa.
-Beh ho scoperto che Klaus era qui e, appena sono arrivato, ho visto uno identico a me insieme a una bellissima ragazza mora... L’unica cosa che ci rendeva diversi l’uno dall’altro erano i capelli, perciò...- disse lui, mostrandoci la parrucca che teneva in mano.
-Oh. Come fai a sapere dei doppelganger? Sai anche dei vampiri e dei lupi mannari?- chiese Caroline con titubanza.
-Beh, io sono un vampiro, biondina.- disse lui con un sorriso.
-Oh.- rispondemmo io e Caroline allo stesso tempo.
-Già. Ho circa 150 anni... 157 se vogliamo essere precisi.- disse lui con un sorriso prima di sfoderare i suoi denti.
-Anche io sono un vampiro!- disse Caroline, mostrandogli a sua volta i suoi denti.
-Lo so, biondina idiota. Ma la tua amica no!- disse lui prima di avvicinarsi a me per mordermi. Provai a provocagli del dolore fisico tramite la magia, ma non funzionò! Scappai via ma dopo qualche metro, riuscì a prendermi. Jesse aveva lanciato via Caroline con un pugno e si avvicinava sempre di più al mio collo. Ero in pericolo e, quella volta, nessuno sarebbe riuscito a salvarmi. O almeno, era quello che credevo!

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Capitolo 12
*** Jesse ***


POV Bonnie:
Avevo gli occhi chiusi per la paura ma, all’improvviso, sentii Jesse che urlava. Riaprii gli occhi per vedere cosa fosse successo e mi accorsi che Jesse fu scaraventato via da qualcuno. Mi girai per vedere chi fosse quel qualcuno e trovai lui: Damon.
-Oh, Bonnie. Scusami. Non ti lascerò mai più sola!- disse lui tirandomi il braccio per aiutarmi ad alzarmi.
Io gli risposi con un bacio che diventò molto appassionato. Dopo esserci staccati, ci scambiammo qualche sguardo dolce e venimmo raggiunti da Caroline.
-Ragazzi! Dove è Jesse?!- chiese Caroline, guardandosi in giro.
-Non lo so... Damon l’ha spinto via.- risposi io lasciando la mano di Damon, controvoglia.
-L’ho spinto verso destra e l’ho visto cadere a terra ma deve essersene già andato.- disse Damon guardando il punto in cui Jesse cadde.
-Cosa facciamo ora?!- chiese Caroline guardandoci.
-Andiamo a casa. Forse sarà li.- disse Damon avvicinandosi all’auto.
 
POV Alex:
Era circa un’ora che io e Kath eravamo rimasti soli... Per svagarci un po’ ci eravamo seduti sul divano a guardare la tv insieme a Marissa che, dopo poco, si addormentò. Dopo aver portato Marissa a letto, sentii il rumore di un’auto che si spegneva, fuori casa. Dovevano essere Damon e Stefan...
-Kath, chi è?- chiesi io appena arrivai in soggiorno.
-Non lo so...- disse lei distogliendo lo sguardo dalla televisione.
Dopo pochi istanti, qualcuno bussò alla porta di ingresso...
Quando aprii per vedere chi fosse, rimasi a bocca aperta.
-Ciao. Tu devi essere Alex. Io sono Jesse.- disse il ragazzo che mi trovai di fronte. Era identico a me... Se non per il taglio di capelli...
-Oh mio Dio!- dissi io con un’espressione scioccata.
-Chi è?- chiese Katherine prima di svoltare l’angolo verso la porta.
-Oh mio Dio!- disse lei portandosi le mani sul viso per lo stupore.
-Vedo che faccio questo effetto a molte persone, oggi...- disse Jesse con un sorriso.
-Posso entrare?- chiese lui con aria innocente.
Stavo per dargli il permesso di varcare la soglia, quando Katherine mi fermò.
-Aspetta!- disse lei, prendendomi un braccio.
-Cosa?- chiesi io, confuso.
-Non pensi che possa essere... Un vampiro?!- chiese lei guardandomi negli occhi.
-Oh.- dissi io prima di girarmi verso di lui.
-Mmm eh va bene... Sono un vampiro. Dai fatemi entrare. Scommetto che vorrai sapere di più su di me...- disse lui con un altro sorriso.
Prima che potessimo rispondergli, arrivarono Damon Bonnie e Caroline che ci raccontarono cosa era successo a loro qualche minuto prima.
-Fallo entrare, Alex.- disse zio Damon, superandomi per entrare.
-Ma è un...- dissi io senza finire la frase.
-Lo so, ma dobbiamo saperne di più su di lui... E se può aiutarci a sconfiggere Klaus, beh... E’ ben accetto...- disse zio Damon versandosi un bicchiere di bourbon.
-Entra.- dissi io freddamente.
-Grazie gemellino.- disse con un sorrisetto.
-Wow, sei veramente una gran bella ragazza! Ti va di uscire con me?- chiese Jesse, rivolgendosi a Katherine.
-Oh, mi spiace! E’ già impegnata con il tuo gemellino!- gli dissi, sarcasticamente.
-Oh. Capisco.- disse lui,sedendosi sul divano.
-Wow, è più strano che vedere Elena e Katherine vicine.- disse Caroline osservando me e Jesse.
-Già, anche per me è strano... Siamo identici.- dissi io, guardando Jesse.
-Se non per il taglio di capelli. Il tuo taglio è fuori moda. Sembri Justin Bieber nel 2010.- disse lui, sfottendomi.
-Oh.- dissi io disgustato dalla sua antipatia, dopo averlo guardato male.
-Beh, posso cominciare... Sono sulle tracce di Klaus da circa 47 anni... Da quando ha ucciso la mia ragazza, Amanda, solo per puro divertimento. Avevo 18 anni quando è successo... Ho passato un anno circa prima di trovare qualcuno che fosse disposto a vampirizzarmi per poter dar la caccia a Klaus senza invecchiare... Pensai che mi ci volevano molti anni per trovarlo...- disse lui interrompendosi per un attimo.
-Ma scusa, tu non avevi i miei stessi poteri?- gli chiesi io, confuso.
-Si, li avevo... Ma indovina un po’? Quando riuscii a trovare Klaus, due mesi dopo che Amanda era morta, capì di essere quasi spacciato perciò mi rubò i poteri. Mi fece un incantesimo che cancellò completamente i poteri soprannaturali presenti nel mio corpo.- disse lui guardando il pavimento.
-Comunque, dopo quel giorno, non lo rividi mai più. E siccome qualche giorno fa, mi era giunta una voce che Klaus poteva essere qui, sono partito immediatamente!- disse lui con indifferenza.
-Lo sai bene che se uccidi Klaus, tu, noi e molti altri moriremo?- disse zio Damon.
-Oh per questo non mi preoccupo molto... Ho trovato un modo per salvare il resto della sua linea di sangue.- disse lui con un sorriso.
-Davvero?! Quale è?!- chiese zio Damon incredulo e eccitato allo stesso tempo.
-Credete che sarò così idiota da venirvelo a dire ora? Io ho il mio piano.- disse Jesse prima di alzarsi dal divano.
-Ma se vuoi che ti aiutiamo, devi dircelo!- dissi io, alzandomi a mia volta.
-Io non voglio il vostro aiuto... Voglio un’altra cosa.- disse Jesse guardando Bonnie.
-Cosa?- chiese lei, confusa.
-Devi fare un incantesimo. Ho già la formula dell’incantesimo che voglio che tu faccia.-
-Ovvero?- chiese Bonnie, curiosa.
-Devi portare indietro Amanda, dall’aldilà- disse lui con un sorrisetto.
-Cosa?! Non sono abbastanza forte. Nessuna strega lo sarebbe!- disse Bonnie, stupita.
-Bene. Allora non vi dirò dove Klaus tiene la vostra doppelganger e cosa le sta facendo.- disse Jesse con un sorriso.
-Prima avevi detto di non sapere dove si trovassero!- disse Caroline.
-Eh va bene. Ho mentito. Però Bonnie deve venire con me. Con le buone o con le cattive.- disse prima di prendere Bonnie e di fuggire verso la porta a velocità sovrannaturale. Fortunatamente avevo dei buoni riflessi e mi precipitai davanti alla porta, impedendogli di uscire.
-Oh, tu.- disse lui guardandomi male.
-Già, io. Se pensi di poter fare quello che vuoi qui, ti sbagli alla grande!- dissi io, tranquillamente.
-Eh va bene. Prima o poi Bonnie dovrà rimanere sola... E quando lo sarà, ci sarò io ad aspettarla.- disse con un sorriso prima di sparire. Era veramente antipatico e arrogante. Ma chi si credeva di essere?! Una cosa era certa: quell’idiota non poteva avvicinarsi a Bonnie. Avremmo dovuto proteggerla 24 ore su 24!

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Capitolo 13
*** Rapimento ***


POV Alex:
Era ormai passata una settimana dall’ultima volta in cui Jesse si era fatto vedere. Elena era ancora sotto sequestro da Klaus e nessuno era ancora riuscita a trovarli. Eravamo in un brutta situazione anche con Bonnie! Dovevamo proteggerla 24 ore su 24 per paura che Jesse potesse rapirla. Quella mattina dovetti andare a fare la spesa, dato che a casa non era rimasto quasi nulla da mangiare. Katherine sarebbe rimasta a casa con Bonnie, mentre io, appunto, sarei andato al supermercato più vicino.
Appena arrivai, parcheggiai la macchina e mi fiondai dentro a prendere ciò che mi serviva. Non volevo impiegarci molto, era meglio essere prudenti e tornare subito a casa. Una volta preso 2 cose che mi servivano, chiesi indicazione a un ragazzo, che lavorava al supermercato, su dove potevo trovare un prodotto.
Appena il ragazzo si girò, capii di essere caduto nella SUA trappola: Jesse.
 
POV Jesse:
Appena mi girai verso di lui, gli sferrai un pugno in faccia, facendogli perdere i sensi. Cavolo, io non ero così debole quando ero nella sua situazione! Probabilmente l’avevo proprio colto di sorpresa... Lo portai nel retro del supermercato e lo legai a un palo, solo dopo aver preso i suoi abiti. Mi dispiaceva lasciarlo in mutande perciò gli feci indossare i miei vestiti. Mentre mi stavo vestendo, Alex si svegliò.
-Jesse! Che cosa fai?!- chiese lui arrabbiato.
-Fingo di essere te, ovvio. Mi serve Bonnie... A tutti i costi!- dissi io mentre mi infilavo la sua felpa. Alex iniziò a cantare, causandomi un dolore indescrivibile che partiva dalla testa e che si diffondeva per tutto il resto del corpo.
C’era una cosa che Alex, però, non sapeva... Avevo imparato un trucco, da un mio conoscente, che mi permetteva di ignorare un dolore causato dalla magia di una strega o da qualunque altra forma di controllo mentale.
-Mi spiace, Alex. Conosco un trucchetto per non soffrire a questo tipo di dolore.- dissi io, inginocchiandomi vicino a lui.
Alex non mi rispose. Rimase a guardarmi schifato e arrabbiato.
-Giuro che se tocchi mia figlia o la mia ragazza o qualsiasi altro membro della mia famiglia, ti faccio a pezzi!- disse lui con voce soffocata dalla rabbia.
-Ok. Come sto?- chiesi io, dopo aver indossato la parrucca che mi rendeva tale e quale a lui.
-Muori.- mi rispose arrabbiato.
-Mmm non essere così drammatico. Non ho nulla contro di te.- dissi io guardandolo.
-Lo spero.- disse lui guardando altrove.
-Mmm ciao, sono Alex e me la tiro perché sono un figo.- dissi io guardandomi allo specchio, come per sfottere il mio doppelganger.
-Io non faccio così. Non ti crederanno mai!- disse lui, infastidito dalla mia perfetta imitazione. Prima di andarmene, lo sedai per farlo rimanere buono. Salii sulla sua macchina e mi avviai verso casa Salvatore per poter prendermi lo strumento che serviva per portare indietro Amanda: Bonnie.
Appena entrai, non vidi nessuno pronto ad accogliermi. Mi addentrai, come se nulla fosse, nel soggiorno, trovando Katherine.
-Dove sei stato?! Ero preoccupata!- disse lei, rimproverandomi.
-Scusa, c’era coda al supermercato. Non è successo niente vero?- le chiesi, tranquillamente.
-No, per fortuna. Tu hai notato nulla di strano?- mi chiese, avvicinandosi a me.
-No. Niente.- le dissi prima che Bonnie entrasse nella stanza.
-Alex? Damon mi ha chiamata... Ha detto che lui e Stefan hanno trovato Elena e la stanno riportando qui.- mi disse Bonnie con un sorriso.
-Oh, bene. E Klaus? Dove è?- chiesi io, forse troppo insistentemente.
-Non sanno dove sia. Hanno preso Elena mentre era sola.- disse Bonnie prima di sedersi sul divano.
-Oh, ma come hanno fatto a non trovarlo! Dovremmo sapere dove si trova se vogliamo... Proteggerci.- dissi io, forse in modo poco convincente. Cavolo, la mia copertura stava per saltare.
-Mmm già. Lo scopriremo, vedrai.- disse Katherine avvicinandosi a me per darmi un bacio. Non volevo darglielo... Era molto bella, forse la ragazza più bella che io abbia mai visto, ma io amavo Amanda e non mi andava di darle un bacio... Però, siccome in quel momento ero io Alex, mi avvicinai a lei e le diedi un bacio.
-Bonnie, devo andare a prendere una cosa in farmacia... Sai, cose da donne... Verresti con me? Portiamo anche Marissa.- disse Katherine, rivolgendosi all’amica.
-Io? Oh. Ma non dovrei stare qui? Sarei più al sicuro qui.- disse lei, guardando Katherine confusa. Forse non erano proprio amiche...
-Beh, fino ad ora siamo state qui e io ti ho protetta... Perciò non rischierai nulla con me. E poi Jesse, se dovesse cercarti, non lo farebbe sicuramente in una farmacia.- disse Katherine guardando entrambi con un sorriso. Io contraccambiai il sorriso, innocentemente.
-Oh ok. Però torniamo subito, ok?- chiese Bonnie, alzandosi.
-Certo! Alex, aspettaci qui! Meno di 10 minuti e siamo qui!- disse Katherine prima di darmi un altro bacio. Cavolo, era proprio brava a baciare. Appena uscirono, mi sorrisero e mi salutarono. Bene, non avevano sospettato nulla... Dopo pochi istanti, mi misi all’opera per escogitare una trappola. Appena sarebbero tornate, avrei sparato a Katherine per indebolirla e, nel frattempo, avrei rapito Bonnie. Non era un piano elaborato, ma poteva essere molto efficace. Mi preparai subito e attesi fino al loro arrivo.
 
POV Katherine:
Aspettai di raggiungere il centro, prima di parlare.
-Bon-Bon, quello era Jesse.- dissi io con agitazione. Dove era Alex?! Il mio vero Alex!
-Come?!- chiese lei confusa e sconvolta allo stesso tempo.
-Già. Appena dopo due frasi, avevo capito che non era Alex. E dopo averlo baciato, beh... Ho capito tutto. Non penso ci abbia seguite... Aspetterà il nostro ritorno per poterti rapire... Chiama Damon e avvisali. Intanto, andiamo a cercare Alex.- dissi con tono autoritario alla streghetta Bon-Bon. Bonnie eseguì immediatamente il mio ordine e iniziò a preoccuparsi per Alex, insieme a me. Dove poteva essere?! L’agitazione mi aveva fatto perdere la testa e non riuscivo a ragionare. Stavo perfino per tamponare una macchina, a causa dell’ansia. Alex stava bene? E se fosse... No...
Accostai sul lato destro della strada e iniziai a riflettere... Dove era andato il MIO Alex quando è uscito di casa? Appena mi domandai questa cosa, guidai a tavoletta fino al supermercato nella speranza di poter trovare degli indizi. Non sapevo cosa aspettarmi ma, una cosa era certa... Se Alex si fosse fatto del male, o se gli fosse successo qualcosa di peggio, per colpa di Jesse, io... Giuro che avrei spedito Jesse a calci nel sedere, dalla sua amata Amanda.

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Capitolo 14
*** Piano B ***


POV Katherine:
Entrai nel supermercato a velocità soprannaturale senza badare agli umani che mi stavano attorno. Non mi interessava nulla di loro o che scoprissero che non ero un’umana qualunque. Dovevo trovarlo. Fortunatamente, appena entrai nel magazzino sul retro lo trovai incatenato a un palo.
-Alex!- esclamai io, fiondandomi su di lui.
-Oh, Katherine! Menomale mi hai trovato prima che tornasse!- disse lui, con un sorriso bellissimo.
Lo slegai e appena lo baciai, sentii che era proprio lui. Le sue labbra, il suo abbraccio e il suo respiro... Erano inconfondibili!
-Presto, prima che torni!- dissi io ad Alex, indicandogli la porta. Io e lui fuggimmo dal supermercato e appena salimmo in auto, ci accorgemmo che Bonnie e Marissa non c’erano più.
-Bonnie! Marissa!- dissi io prima di accendere il motore.
In parte a lui, c’era Jesse. Non eravamo riusciti a vederlo prima, dato che siamo entrati di fretta nell’abitacolo.
-Dove è Bonnie?!- chiesi io arrabbiata.
-Bonnie è scappata purtroppo... E si è portata dietro vostra figlia... Dovrò cercare di riprendermi quella streghetta...- disse lui, annoiato.
-E comunque, non sono così idiota, Katherine. Sapevo che una di voi avrebbe capito... Perciò ora, voi due, verrete con me.- disse Jesse con un sorriso.
-Puoi scordartelo, Jesse. Siamo 2 contro uno. E poi a cosa ti serviamo? - disse Alex, guardando con sguardo rabbioso il suo doppelganger.
-Alex, sai... Non mi dispiaceva l’idea di me e te... Mi sei subito sembrato simpatico, all’inizio. E non ti avrei mai voluto fare del male, ma... Le cose cambiano.- disse Jesse puntando una pistola alla testa ad Alex.
-Sai che non posso morire vero?- lo provocò Alex.
-Alex... Io ero come te prima... E si dia il caso che, siccome sono più vecchio di te, so molte più cose io...- disse Jesse con un altro sorrisino malefico.
-Tipo?- chiesi io, curiosa.
-Beh, con un certo materiale usato come arma, anche Alex può morire per mano di qualcuno che non sia lui.- disse Jesse prima di continuare a parlare.
-E in questa pistola è contenuto quel materiale. Perciò ora farete ciò che vi dico. Verrete con me e mi racconterete tutto ciò che c’è da sapere su di voi. Soprattutto su Alex. Come ti muovi, come mangi, come ti atteggi, cosa ti piace, cosa odi e perfino come respiri!- disse lui, rivolgendosi prima a entrambi e poi solo ad Alex.
-Scordatelo! Non ti permetterò di prendere il mio posto! Non ancora una volta!- disse Alex arrabbiato.
-Allora premerò il grilletto.- disse Jesse prima che io lo fermassi.
-Jesse, fermo. Perché non puoi semplicemente ricattare Bonnie dicendo di scambiare noi per un incantesimo che lei può fare?- chiesi io, confusa.
-Perché alla fine, non lo farà. E poi tutti voi, cercherete di mettermi i bastoni fra le ruote.- disse lui facendomi segno di girare la chiave nel quadro dell’auto.
Io accesi il motore e mi rassegnai alla volontà di Jesse. Alex non parlava. Teneva lo sguardo fisso sulla strada con un’espressione afflitta. Dopo aver seguito le indicazioni di Jesse, arrivammo in una vecchia fabbrica abbandonata. Ci fece entrare e ci legò entrambi con delle catene impossibili da rompere. Dopo che Jesse ci obbligò a raccontargli tutto ciò che c’era da sapere su di noi, iniziò a cercare qualcosa dentro a un vecchio baule. Non ci rivolgeva ne la parola ne lo sguardo, ma continuava a frugare.
-Oh, finalmente.- disse lui dopo aver impugnato uno strano congegno.
-Cosa è?- chiesi io, istintivamente.
-E’ l’oggetto che mi aiuterà mentre prenderò il posto di Alex.- disse lui con un sorriso.
-A cosa serve?- chiese Alex. Jesse non gli rispose e slegò Alex, facendolo alzare.
-Che cosa?- chiese Alex confuso. Di nuovo, Jesse non parlò, ma si sedette vicino a me e si legò al posto di Alex, solo dopo aver preso la mano di Alex. Jesse impugnò di nuovo il congegno e fece fare lo stesso ad Alex, prima di aver pronunciato una formula magica.
-Che cosa sta succedendo?!- chiese Alex, impaurito.
-Jesse, basta!- urlai io, prima che i loro corpi vennero avvolti in una luce bianca ed accecante. Dopo qualche istante, la luce svanì ed entrambi svennero.
-Alex!- urlai io, scuotendo il suo corpo.
Niente. Non mi rispondeva. Anche Jesse era ancora svenuto. Non sapevo cosa stesse succedendo. Cosa gli aveva fatto?!
-Mmm.- disse Alex, muovendosi a fatica.
-Oh, Alex! Grazie a Dio stai bene! Cosa ti ha fatto?- chiesi io confusa e felice di vedere che il mio ragazzo stava bene.
-Ora dimenticherai quellonon sospetterai nulla e ti farai gli affari tuoi.- mi disse, dopo che i suoi occhi diventarono neri e rossi. In quel momento, non mi accorsi nemmeno di essere stata soggiogata. Ma come aveva fatto? E perché, soprattutto? Perché quello non era Alex.
 
POV Jesse:
Il piano aveva funzionato correttamente. Ero nel corpo di Alex. Nessuno avrebbe dubitato di me, data la mia nuova natura. Alex non era un vampiro e, siccome lui si trovava nel mio corpo da vampiro, nessuno avrebbe sospettato nulla. Ero di nuovo umano con dei superpoteri. Inoltre, dato che ero anche uno stregone molto potente quando ero umano, riuscii a riacquisire i miei poteri. Ovviamente, non avrei riportato indietro io, Amanda! Ero forte ma non quanto Bonnie... E non volevo di rischiare di morire per riportare in vita Amanda, perché voleva dire che saremmo rimasti comunque separati... Prima di andarcene via, soggiogai Katherine, tramite la magia, per farle dimenticare ciò che era accaduto in quell’ultima ora e creandole dei falsi ricordi. L’unica cosa che avrebbe ricordato era che lei e Bonnie erano andate al supermercato a cercare Alex e quando Katherine lo trovò, Alex e lei pensarono che Bonnie fosse stata rapita da me, dato che non era più in auto perché mi aveva visto arrivare. Nulla avrebbe potuto fermarmi. Inoltre, pensai che se mi fossi trovato bene al posto di Alex, avrei potuto prendermi la sua vita in modo definitivo. Alex ormai era spacciato. Nessuno l’avrebbe riconosciuto dato che anche io conoscevo ogni suo ricordo. Mentre andavo verso casa Salvatore con Katherine realizzai una cosa: il mio piano era infallibile!

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Capitolo 15
*** Dubbi... ***


Mi svegliai incatenato e con un ago nelle vene. L’ago era attaccato a un tubicino di plastica in cui scorreva del sangue proveniente da una sacca di sangue. Cosa mi stava succedendo? Non capivo cosa mi era successo... Io ero in piedi, mentre Jesse era incatenato al mio posto. Iniziai a guardarmi le mani e non notai nulla di diverso, nemmeno quando mi girai verso lo specchio accanto a me. Mentre mi specchiavo, mi grattai un po’ la testa e sentii qualcosa di strano. I miei capelli si stavano staccando. Quando mi accorsi cosa era successo, inorridii nel vedermi allo specchio senza la parrucca che Jesse indossava per fingersi me. Jesse aveva scambiato i nostri corpi e io non me ne ero nemmeno accorto! Perché mi aveva fatto questo?! Cosa gli avevo fatto di male? Niente. Jesse era solo uno psicopatico malvagio. Mi agitai parecchio e cercai di spezzare le catene ma, ovviamente, Jesse aveva usato delle catene molto resistenti. Solo dopo mezz’ora mi accorsi del lato peggiore di questa storia. Avevo fame! Ma non una fame normale... Ero un vampiro. Sentii che li vicino, c’era qualcuno... Mi ricordai di quel trucchetto che zio Damon usava e ci provai anche io... Chiamai mentalmente quella persona. Non sapevo chi fosse e non volevo fargli del male ma ero così affamato che non riuscivo a pensare ad altro. Dopo qualche minuto ecco che una ragazza entrò nella vecchia fabbrica.
-Oh Dio! Stai bene?!- chiese lei, preoccupata, venendomi in contro.
-Si, aiutami ad alzarmi. Sai se ci sono delle chiavi per queste catene, li in giro?- chiesi io alla ragazza, indicando il tavolo di fianco alla porta d’ingresso.
-Mmm, no! Però aspetta...- disse lei, frugando nel baule di Jesse.
-Ecco delle chiavi!- disse lei, venendo verso di me.
Erano quelle giuste! Mi slegò e, a quel punto, non riuscii più a resistere. La attaccai e iniziai a nutrirmi. Dopo un istante, mi tornò la lucidità e quindi, la lasciai.
-Scusami. Ora dimenticherai tutto e te ne andrai via per sempre da questo postaccio.- dissi io, soggiogandola. La ragazza uscì e se ne andò, come se nulla fosse.
Non sapevo perché, ma ero già affamato. Probabilmente, la sacca di sangue a cui ero attaccato prima, serviva per nutrirmi. Jesse era veramente malvagio e, quindi, andava eliminato.
 
POV Jesse:
Erano passati ormai cinque mesi da quando diventai Alex Fell. La vita mi sorrideva: avevo una bella casa, degli amici, una bella bambina e una ragazza mozzafiato. Mi sentivo un po’ in colpa perché, all’inizio, il mio piano doveva consistere nell’obbligare Bonnie a riportare indietro Amanda... Ma dato che mi trovavo bene in quella situazione, riuscii finalmente a sentire meno dolore emotivo a causa di Amanda. Katherine, con l’amore che provava per me, stava riuscendo a curarmi. Non ero ancora pronto ad amarla, ma mi piaceva molto. Quella mattina dovevo andare a controllare che Alex, quello vero, non si fosse ancora svegliato. Lo stavo nutrendo tramite una sacca di sangue attaccata alle sue vene, in cui era presente molta verbena per farlo rimanere sedato. Quando entrai nella vecchia fabbrica mi accorsi che non c’era più! Oh no, pensai subito. Dopo un attimo, smisi di preoccuparmi. Alex ero io, ormai. Avevo i suoi ricordi, i suoi modi di fare, il suo corpo e i suoi poteri. Non poteva convincere gli altri che era lui il vero Alex. Tornai subito a casa e infatti, dopo poco, ecco che il mio doppelganger arrivò.
 
POV Katherine:
Stavo dando la pappa a Marissa quando qualcuno entrò dalla porta di ingresso.
-Katherine!- disse Jesse, facendomi spaventare.
-Jesse! Vattene!- dissi io, impugnando il paletto che portavo sempre con me.
Alex arrivò subito e diede un pugno a Jesse, che finì disteso sul pavimento.
-Tu! Maledetto! Io ti ammazzo!- disse Jesse, arrabbiatissimo ad Alex.
Jesse saltò addosso ad Alex e lo morse. Io intervenni e tentai di colpire Jesse, senza riuscirci. Si muovevano troppo velocemente e non potevo rischiare di lasciare Marissa in mezzo a quei due, perciò la portai di sopra. Appena tornai di sotto, un secondo dopo, Jesse era in piedi davanti al corpo privo di sensi di Alex.
-Oh mio Dio! Alex! Oh, no!- dissi io, piangendo.
-Katherine.- disse Jesse, toccandomi il braccio.
-Vattene! Non toccarmi!- dissi io prima di saltargli addosso.
Jesse non fece nulla per respingermi, anzi... Mi stringeva a se in una specie di morsa strettissima. Non riuscivo a muovermi. Appena allentò la presa, mi girai per guardarlo in faccia e, inaspettatamente, mi baciò. All’inizio cercai di respingerlo, ma poi mi arresi al suo bacio. Quel bacio era strano. Molto appassionato... Appena mi lasciò andare, lo guardai stranita.
-Katherine, sono Alex.- disse lui, con le lacrime agli occhi.
-Come? Jesse, smettila!- dissi io, arrabbiata.
-Per favore, Katherine! Come puoi farmi questo anche tu?!- chiese lui, piangendo.
-Non.. Non capisco. Dove vuoi arrivare, Jesse.- chiesi io, confusa.
-Katherine, per favore. Non hai notato nulla di strano in lui in questi ultimi mesi?- chiese lui, indicando il corpo di Alex.
-No... Voglio dire... Qualcosa. Non si ricordava l’indirizzo di casa nostra a Newport, ma oltre a questo no...- dissi io, confusa.
-1 Harbor Island, Newport Beach.- disse Jesse, guardandomi dritto negli occhi.
-Come fai a...?- chiesi io, ancora più confusa.
-Te l’ho detto, Katherine. Sono Alex.- disse lui guardandomi, con sguardo implorante.
-Katherine, non ascoltarlo. Jesse vattene! Cosa vuoi da noi?! Perché ti comporti così?- disse Alex, improvvisamente, alzandosi.
-Io?! Sei tu che dovresti andartene! E prima, fammi tornare nel mio corpo!- disse Jesse urlando dalla rabbia.
-Katherine, tu mi credi vero?!- chiese Jesse, implorandomi.
-No. Jesse smettila con questa commedia!- urlai io, dandogli un calcio.
Alex, finalmente, lo prese e lo lanciò fuori casa. Ero ormai al sicuro. Alex arrivò e mi baciò sulla testa.
-Piccola, non permetterò mai a nessuno di farti del male.- disse Alex, dandomi un bacio. All’improvviso sentii una strana sensazione. Alex non mi aveva mai chiamato piccola... E dopo il bacio di Jesse, quello che mi aveva appena dato Alex faceva pena e non si avvicinava nemmeno a quello di Jesse, così dolce e appassionato... Come quelli che Alex era solito darmi, in precedenza. Un’altra cosa strana era: come faceva Jesse a sapere dove vivevamo io ed Alex prima di tornare a Mystic falls? E perché, invece, Alex non si ricordava? Forse c’era veramente stato uno scambio... Jesse, o Alex, aveva parlato di alcuni mesi in cui si sarebbero scambiati... Mi sembrava piuttosto impossibile che Jesse avesse potuto infiltrarsi così facilmente dentro le nostre vite. Sapeva troppe cose. Dovevo essere solo scossa e piuttosto spaventata. Mi accoccolai nelle braccia di Alex, prima che iniziammo a baciarci. Dopo svariati baci, finimmo a letto insieme dove facemmo l’amore. Dopo un’ora di salti nelle lenzuola, ci rilassammo un po’... Mentre eravamo abbracciati a cucchiaio, il dubbio sull’identità di Alex era tornato a tormentarmi... E se quello che avevo cacciato di casa fosse il mio vero Alex? Cosa potevo fare, quindi? Avrei dovuto indagare affondo a questa faccenda. E se Jesse si fosse veramente impossessato del corpo di Alex, prendendosi gioco di me, l’avrebbe pagata molto cara. Nessuno frega Katherine Pierce.

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Capitolo 16
*** Scoperta ***


POV Alex:
Katherine non mi aveva creduto. Come poteva essere stata così stupida e cattiva? Solo una settimana dopo, ci sarebbe stato in nostro primo anniversario... E lei l’avrebbe passato con Jesse. Vedere Jesse nel mio corpo, alle prese con la mia vita, mi aveva fatto infuriare. Ero talmente arrabbiato che presi a calci una vecchia casa abbandonata, appena fuori Mystic Falls. Dopo un po’ che la colpivo, sentii che iniziò a cadere una parte della facciata principale e, allora, scappai via. In quel modo riuscii a sfogarmi, almeno un pochino... Mi fermai a riflettere un pochino e, non sapendo cosa fare per uscire da quella brutta situazione, rubai una macchina e andai a Lynchburg, nella mia vecchia casa. Fortunatamente, non l’avevo ancora venduta e quindi, mi ci rifugiai per isolarmi, almeno parzialmente, dai miei problemi e dalle mie difficoltà. Dopo un po’ di tempo, passato mentre ero raggomitolato sul divano, mi resi conto di una cosa... Alex Fell non era un patetico idiota che si arrendeva! Tantomeno non si sarebbe arreso alla perdita della sua famiglia e della sua fantastica ragazza. Mi alzai in piedi di scatto e decisi cosa dovevo fare. Jesse non poteva più continuare a vivere nel mio corpo. Dovevo ucciderlo.
 
POV Katherine:
Il giorno dopo l’accaduto con Jesse, o Alex, decisi di iniziare a fare delle indagini. Partii subito da Alex, o Jesse...
-Ehi, tesoro.- dissi io, mentre cambiavo il pannolino a Marissa.
-Si?- chiese lui, mentre si asciugava la testa.
-Allora cosa ne dici di vendere la tua vecchia casa?- chiesi io, tranquillamente.
-Uhm, cioè?- chiese lui, confuso. Mmm...
-Si, quella a Richmond.- dissi io, per depistarlo.
-Oh, quella... Sai, non mi interessa molto venderla... Possiamo sempre tenerla per farci un weekend romantico.- disse lui con un sorriso mozzafiato prima di venire verso di me per baciarmi. Io ricambiai il bacio e finii di rivestire Marissa.
-Uhm, che dolce che sei. Ora vado a portare Marissa all’asilo nido e poi vado a comprare qualcosa per il nostro anniversario. Ci vediamo dopo?- chiesi io, con un gran sorriso.
-Perfetto. A dopo, piccola.- disse lui, facendomi l’occhiolino. Eh già... Quello era decisamente Jesse. Appena uscii di casa con Marissa, mi resi conto di non sapere dove cercare Alex... Forse sarebbe potuto essere a Lynchburg nella sua vecchia casa... Non ero convinta della mia ipotesi ma decisi di iniziare da li.
 
POV Alex:
Non sapevo, di preciso, come avrei potuto ucciderlo... Probabilmente, prima avremmo dovuto tornare nei nostri rispettivi corpi... Continuavo a gironzolare, nervosamente, lungo il corridoio di casa mia. Dopo qualche istante, qualcuno aprii la porta con le chiavi. Mi ero chiuso dentro e l’unica copia di chiavi erano rimaste a casa di mio padre. Appena la porta di aprì, vidi lei. Il suo viso era sempre bellissimo ma velato di preoccupazione e stupore.
-Katherine.- dissi io, guardandola stupito di trovarmela davanti.
-Alex!- disse con le lacrime agli occhi.
-Oh, Katherine! Ti amo!- dissi io, correndole incontro. Dopo qualche bacio, ci staccammo e riuscii a rivedere anche la mia bellissima Marissa.
-Come hai fatto a...?- dissi io, mentre tenevo in braccio Marissa.
-Beh, l’ho capito da alcune cose. Innanzitutto, il bacio.- disse lei sorridendomi.
-E poi Jesse non sa recitare molto bene... Non so come ho fatto a non accorgermene in questi mesi...- disse lei, guardando il pavimento.
-Già, nemmeno io.- dissi con un’espressione ferita.
Lei mi guardò confusa.
-Katherine, se Elena avesse recitato la tua parte, me ne sarei accorto subito. E’ vero, Jesse si era fatto dire tutto su di me, o almeno quasi tutto, ma Elena ti conosce molto bene e avrebbe saputo impersonarti meglio di come Jesse ha impersonato me. Perciò... Come hai fatto a non accorgerti? Anche da alcune piccolezze, avresti dovuto sapere che quello non ero io.- dissi io, offeso.
-Lo so, ma era così convincente, all’inizio. Non ho saputo distinguervi, ok? Però non posso farci niente, Alex... Ho sbagliato e ora eccomi qui! Pronta a farti tornare nel tuo corpo!- disse lei, guardandomi in faccia.
-Per caso voi... Avete fatto... Quello?- chiesi io, spaventato dalla possibile risposta.
-Si.- fu la sua risposta secca.
-Si? Si?! Ci hai fatto perfino l’amore insieme e non ti sei accorta che quello non ero io?!- chiesi io, arrabbiato.
-Alex, io.- disse lei prima che la interrompessi.
-Lascia stare, Katherine. Non ho bisogno del tuo aiuto. E nemmeno di quello degli altri!- dissi io, arrabbiato.
-Cosa? Alex, no! Non ti lascerò, ora. Torna a casa con me.- disse lei, piangucolando.
-Tornaci da sola a casa. Sono sicuro che l’altro Alex è alla mia altezza.- dissi, girandomi verso il soggiorno.
Katherine non parlò  più. Iniziò a piangere e se ne andò via, portandosi via anche Marissa. Forse ero stato un po’ troppo duro ma non riuscivo a sopportare l’idea di Katherine avvinghiata a Jesse. No. Quel verme me l’avrebbe pagata!
 
POV Jesse:
-Eccoti. Idiota.- disse qualcuno con la mia stessa voce, dietro di me.
-Jesse, che dispiacere rivederti!- dissi io con un sorriso.
Stefan, Damon, Elena, Bonnie e Katherine erano seduti sul divano e si alzarono tutti appena Alex entrò.
-Jesse, cosa vuoi?- chiese Damon, molto scortesemente.
-Ciao zio Damon.- disse Alex, con un sorriso.
-Smettila, non fingere di essere me... Mi fai pena.- dissi io, annoiato.
-Ah si? Beh a me fa più pena una persona che si scambia di corpo con un’altra per avere una vita migliore... Sei patetico lo sai?- disse Alex, guardandomi male.
-Cosa?- chiese Stefan, confuso.
-Ha ragione. Quello è Alex! Io lo so.- disse Katherine, all’improvviso.
-Cosa?!- chiesi io, sconvolto. Come faceva a saperlo?! Finsi di non aver capito e continuai a smentire tutto.
-Katherine, cosa stai dicendo? Non dovresti scherzare su queste cose.- dissi io, sulla difensiva.
-Katherine, è vero?- chiese Stefan, rivolgendosi alla bella doppelganger.
-Si.- disse lei, abbassando lo sguardo.
-Oh.- disse Stefan, sconvolto.
-Tranquilli. Non voglio il vostro aiuto. Posso farcela da solo.- disse Alex, guardando male i suoi familiari.
-Perché?!- chiese Elena.
-Tutti voi non vi siete accorti che quello non ero io? Beh, sapete... Non è che sia molto felice di vedervi...- disse lui, arrabbiato.
-Ma... Noi...- disse Elena, confusa.
-Oh, falla finita Alex.- sbottai io.
-Come, scusa?- chiese lui.
-Si erano accorti tutti che io non ero te... Meno di una settimana dopo che avevo preso il tuo posto, dovetti soggiogarli tutti con la magia per farli stare zitti. E soggiogai anche Bonnie per fare l’incantesimo ma, a quanto pare, l’unica cosa che mi serve per attuarlo ce l’ha Klaus perciò devo aspettare che si faccia vivo.- dissi io, guardando il mio corpo.
-Oh.- Alex era rimasto di sasso. Così come gli altri. Mentre erano distratti nell’apprendere questa notizia, scappai via a velocità soprannaturale.

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Capitolo 17
*** Testardo e orgoglioso ***


POV Alex:
Rimasi in silenzio mentre gli altri mi guardavano.
-Alex...- disse mio padre, alzandosi.
-Mi dispiace. So che ci ha soggiogati per farci dimenticare tutto ma, mi dispiace.- disse lui, dispiaciuto.
-Oh, fa niente. Non potevate farci niente... Scusate per la reazione che ho avuto prima. Non sapevo che vi avesse soggiogati.- dissi io con un sorriso. Mio padre si avvicinò a me per abbracciarmi ma mi scansai per evitarlo.
-Scusa. Ma non mi sento a mio agio in questo corpo. So che è uguale al mio ma... Non è il mio.- dissi io, in imbarazzo.
-Oh, va bene. Rimanderemo gli abbracci a quando ti avremo tirato fuori di li.- disse lui con un sorriso.
-Alex, possiamo parlare?- chiese Katherine, toccandomi il braccio.
-D’accordo.- dissi io, iniziando ad andare verso il corridoio.
Appena mi girai, non feci tempo a parlare che mi ritrovai avvinghiato a lei.
-No, Katherine. Basta!- dissi io, spingendola via.
-Scusa ma... Mi manchi. E... Mi sento in colpa.- disse lei, abbassando lo sguardo.
-E fai bene dato che ci sei anche andata a letto insieme.- dissi io, arrabbiato.
-Scusami? Io pensavo fossi tu! Quante volte devo dirtelo ancora?! Scusa! So che non ti basteranno delle semplici scuse ma sai bene che se avessi saputo che in quel corpo splendido, c’era Jesse e non tu, non l’avrei mai fatto!- disse lei, scocciata.
-Ok. Però non me la sento ancora di tornare come prima. Per il momento, non ci riesco.- dissi io, guardando verso il soggiorno. Katherine se ne andò con le lacrime agli occhi e io tornai in soggiorno.
Zio Damon mi guardava con un’espressione divertita ma anche curiosa.
-Dannazione. Non dovreste origliare!- dissi io prima di andarmene in camera mia.
Non sentii la loro risposta, ma riuscii solo a sentire la risata di zio Damon.
Appena entrai in camera, trovai Katherine con un borsone pieno di vestiti su un braccio e con l’altro, sorreggeva Marissa.
-Cosa fai?- chiesi io, confuso.
-Me ne vado via per un po’. Tu non mi vuoi qui e io invece ti voglio talmente tanto che vederti tutti i giorni per tutto il giorno, mi ucciderebbe.- disse lei, con un velo di tristezza sul viso.
-Katherine, aspetta.- le dissi, prendendole il braccio, prima che uscisse dalla camera.
-Non andartene, ti prego. Non pensi che anche io voglia stare con te? Più di qualsiasi altra cosa al mondo! Ma sono testardo e orgoglioso e, perciò, fatico un pochino a ignorare certe cose.-dissi io, prima di sorriderle.
Rimase zitta a guardarmi. Dopo un po’, iniziò a guardarsi in giro... Probabilmente non sapeva cosa fare.
-Rimani qui.- dissi io, sorridendole nel modo in cui riuscivo sempre a farla sciogliere.
-Va bene.- disse lei, lasciando giù il borsone. Stava per passarmi in parte quando la afferrai e la baciai appassionatamente.
-Non fraintendere troppo... Non so quando il mio orgoglio si affievolirà, ma ne avevo bisogno.- le dissi con un sorriso. Lei mi guardava intontita ma non si staccava dalle mie braccia.
-Mmm... Ora è meglio se ci stacchiamo. Sai... Ho un po’ fame.- le dissi, imbarazzato.
-Mi dispiace che tu debba affrontare tutto questo.- disse lei con tristezza.
-Anche a me. Quando torno, voglio portare Marissa a fare una passeggiata.- dissi io prima di scendere le scale. Kath non mi rispose. Dopo essermi nutrito, tornai di sopra dove mi aspettava mio papà. Mi guardava con una strana espressione.
-Cosa c’è?- dissi io, in imbarazzo.
-E’ orribile vero?- chiese lui.
-Cosa?- chiesi io, confuso.
-Essere un vampiro...- disse lui, senza cambiare espressione.
-Ti prometto che tornerai ad essere come prima, Alex. Non dovresti essere un vampiro. Non te lo meriti.- disse lui, prima di abbracciarmi.
-Grazie papà. Ti voglio bene.- dissi io prima di scoppiare a piangere.
Mio padre continuò ad abbracciarmi fino a quando riuscii a calmarmi un po’.
-Va tutto bene.- disse lui.
-No. Sono stato chiuso 5 mesi in una fabbrica abbandonata mentre il mio doppelganger mi ha rubato il corpo, la vita, la ragazza e la famiglia. Non va affatto tutto bene.- dissi io, continuando a piangere.
-Lo so. Alex, ti prometto che ti aiuterò a superare questo trauma e poi tornerai nel tuo corpo.- disse lui, stringendomi più forte.
-Grazie ancora.- dissi io, smettendola di piangere.
-Ti voglio bene, Alex.-
 
POV Jesse:
Mi rifugiai nella vecchia fabbrica abbandonata dove stavo prima di prendere il posto del mio doppelganger. Appena entrai, mi accorsi di un piccolo problema. Anzi grosso! Avevo perso il congegno che permetteva lo scambio di corpi. Dove cavolo era?! Ero molto preoccupato ma tanto, senza il mio libro di incantesimi, nessuno avrebbe potuto usarlo. Purtroppo mi accorsi di un altro problema! Il mio vecchio baule era sparito! E in quel baule c’era il mio grimorio. Non sapevo cosa fare. Avevo due alternative: o sarei tornato nel mio corpo, oppure sarei scappato. Non avevo più motivo di continuare ad essere Alex Fell... Anche se il corpo di Alex, essendo umano, poteva utilizzare la magia... Dovevo prendere una decisione... E in fretta!
 
POV Alex:
Quando tornai dalla passeggiata con Marissa, la misi a letto e poi scesi in soggiorno con gli altri.
-Non lo so. Lo butto via.- disse zio Damon mentre parlava con mio padre.
-Cosa butti via?- chiesi io, vedendo uno strano oggetto nel suo pugno sinistro.
-Questo.- mi disse mostrandomi il congegno che Jesse utilizzò per scambiarci di corpo.
-No!- dissi io, correndo a velocità di vampiro verso mio zio.
-Che diavolo ti prende?!- chiese lui, confuso.
-E’ il congegno che Jesse ha utilizzato per scambiarci di corpo!- dissi io, mostrando a tutti l’oggetto.
-Oh!- disse zio Damon.
-Come funziona?- chiese Elena, confusa.
-Sia io che lui dobbiamo tenerlo in mano e toccarci le mani e poi, uno dei due, deve pronunciare una formula magica...- dissi io prima di correre di sopra a prendere il grimorio di Jesse. Dopo un po’ che io e Bonnie lo sfogliavamo, riuscimmo a trovare la formula giusta.
-E’ questa!- disse lei, quasi urlando.
-Bene! Andiamo a cercare Jesse!- disse mio padre prima di aprire la porta.

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Capitolo 18
*** Incantesimo ***


POV Jesse:
Ero intenzionato a rimanere nel corpo di Alex. Non mi consideravo una persona cattiva e infatti mi dispiaceva, un po’, fargli questo... Però avevo bisogno dei miei poteri e non potevo perderli, di nuovo. Appena imboccai la strada principale, mi accorsi di essere già nella merda fino al collo. Alex & co. mi avevano già trovato. Frenai di colpo appena Katherine mi apparve davanti e si fermò in mezzo alla strada. Dietro di me c’era già Damon e ai miei lati Caroline e Stefan. Appena scesi dalla macchina, mi accorsi della presenza di Alex, ma non di quella di Elena... Probabilmente era rimasta a casa con la bambina.
-Forza, vieni qui!- disse Alex, mostrandomi il congegno che ci permetteva di tornare nei nostri rispettivi corpi. Iniziai a cantare, per provocare dolore a tutti quei vampiri. Nessuno soffriva.
-Ma cosa?- chiesi io, confuso.
-Evidentemente quel dono è MIO, non del MIO corpo.- disse Alex, scandendo la parola “mio”.
-Avanti, facciamola finita!- disse Stefan lanciandomi contro Alex. Fu tutto talmente veloce che non mi resi conto di ciò che stava accadendo. Alex impugnò la mia mano, facendomi impugnare anche a me il congegno, e iniziò a pronunciare la formula dell’incantesimo che azionava il congegno. Cavolo, la formula era giusta! Dopo qualche istante, ci fu il buio più totale.
 
POV Alex:
Quando mi risvegliai, ero nel mio corpo, finalmente.
-Oh, finalmente!- dissi io con un sorriso. Mi accorsi che anche Jesse si era svegliato...
-Allora, Jesse... Dimmi un solo motivo per cui io non debba ucciderti ora?- chiesi io, tenendolo a terra con un piede premuto sul suo petto.
-Hai bisogno di me... Io so molte cose che tu non sai! Ad esempio riguardo la nuova natura di tua figlia e di Katherine... Nonché di Elena...- disse lui, con un sorriso soddisfatto.
-Cioè?- chiesi io, confuso.
-Vedi... Tu non sei ne un umano ne un vampiro... Diciamo che sei un mezzosangue... Ecco... Mezzosangue ci si nasce, non si diventa!- disse lui, alzandosi.
-Ma loro, ormai, sono delle mezzosangue!-
-Beh, non per molto. Se un mezzosangue trasforma un umano in un mezzosangue, ci vorrà poco tempo prima che morirà. La magia presente su un mezzosangue trasformato, non è efficace, anzi...- disse Jesse, lasciandoci tutti di sasso.
-Sai Katherine, tu Marissa ed Elena mi avete stupito... Non pensavo che sareste durate così tanto...- disse Jesse, con un sorriso.
-Oh, adesso che ci penso, Elena ha sempre un fortissimo mal di testa in questi giorni.- disse mio padre.
-Io andrei a controllarla...- disse Jesse con un altro sorriso. Cosa sorrideva?! Non c’era nulla di bello in quella situazione! Mio padre corse subito a casa per assicurarsi che Elena fosse stata bene.
-Come fai a saperlo, tu?- chiesi io, curioso.
-L’ho provato io stesso. Avevo trasformato un mio amico in mezzosangue e... Beh... Le sue difese immunitarie, dopo qualche mese, facevano pena... Erano peggiori, perfino di quelle di un essere umano. Riuscii a trovare un modo per salvarlo ma, purtroppo, era troppo tardi.- disse Jesse, immergendosi nei suoi ricordi.
-Come possiamo salvarle?- chiesi io, istintivamente.
-Se promettete di non uccidermi posso aiutarvi... Non sono cattivo... Voglio solo ciò che voglio.- disse, guardando Bonnie.
-Ok, se salverai Katherine, Marissa ed Elena, ti aiuterò con il tuo incantesimo.- disse Bonnie, esasperata.
-Ci sto. Mi serve solo il mio libro.- disse lui, guardandomi.
-Ok, è casa.- dissi io, prima di salire in auto.
 
POV Katherine:
Eravamo in macchina da soli. Alex non mi parlava, ma teneva gli occhi fissi sulla strada.
-A cosa pensi?- chiesi io, rompendo il silenzio.
-Penso che sarà meglio che Jesse riesca a salvare te e Marissa in tempo! Altrimenti giuro che lo uccido. Sul serio questa volta!- disse lui, innervosito.
Fino a quando arrivammo a casa, nessuno parlò più.
Appena imboccammo il vialetto, ci accorgemmo di essere arrivati prima di Jesse e dopo Damon. Damon era appena arrivato e dietro di noi c’era Jesse. Una volta che tutti noi avemmo parcheggiato la macchina, entrammo in casa trovando una piacevole, a mio parere, “sorpresa”: Elena era stesa a terra, priva di vita.
Stefan era in parte a lei e, sembrava che piangesse...
-Cosa è successo?!- chiese Caroline, correndo verso Elena, così come tutti gli altri tranne me.
-Beh, stava male e continuava a urlare dal dolore e allora l’ho trasformata. Non so se possa funzionare su di lei, dato che non era un essere umano a tutti gli effetti... Ma lo spero.- disse lui, guardando Elena.
-Oh no! Avevamo trovato un modo per salvarle tutte, papà!- disse Alex, guardando suo padre.
-Cosa?- chiese Stefan, confuso.
-Io conosco un incantesimo per poter togliere completamente la magia da una persona... E siccome loro sono infettate dalla magia, potevano essere guarite, diciamo... Quest’incantesimo, purtroppo, non funziona con i vampiri...- disse Jesse, annoiato.
-Non potevi dirlo prima?!- disse Stefan, arrabbiatissimo.
-Sei tu che te ne sei andato via, prima che potessi dirlo.- disse Jesse, con lo stesso tono di prima. Stefan ignorò la risposta di Jesse e disse: -Spero solo che torni.-
Tutti erano sconvolti dall’impulsività di Stefan. Cosa cavolo gli era preso?! Aspettammo tutti il ritorno di quella ritardata di Elena, in soggiorno. Dopo qualche ora, finalmente, si svegliò. Elena si nutrì dal polso di Bonnie e iniziò a ristabilirsi. Era un vampiro a tutti gli effetti.
-Bene, ora proviamo a fare questo maledetto incantesimo?- chiese Alex, alzando in alto il grimorio del suo doppelganger che, era appena andato via per nutrirsi.
-Non credo proprio!- disse Klaus, sbucando fuori all’improvviso.
-Klaus! Che cosa ci fai qui?! Ridammi il grimorio!- disse Alex, spaventato.
-No. Ho sentito quel piccolo stronzo, che ha ucciso la mia famiglia, che diceva che se la vostra steghetta qui presente avesse fatto l’incantesimo, la magia sarebbe sparita per sempre dal corpo di Katerina e di Elena. Però, costatando che Elena è già una vampira, non mi resta Katerina e non permetterò che il suo sangue da doppelganger diventi inutile, dopo quell’incantesimo!- disse Klaus, con aria minacciosa.
-Ma così, Katherine, morirà!- disse Alex, protestando.
-Non mi interessa. Intanto che posso sfruttarla, lo faccio...- disse Klaus prima di scappare via.

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Capitolo 19
*** Linea piatta ***


POV Alex:
Rimanemmo tutti fermi per un attimo. Come poteva essere così capriccioso e cattivo, Klaus? Katherine iniziò a sedersi sul divano con gli occhi sbarrati.
-Kath... Io- dissi io prima di essere interrotto da lei.
-Shh- mi disse tenendo gli occhi sbarrati, persi nel vuoto.
-Devo andare da Klaus.- disse lei, alzandosi.
-Come?- chiesi io, confuso.
-Lui verrà qui con me, portandosi il grimorio, e farà fare a Bonnie l’incantesimo su Marissa. Io vi saluterò e andrò con lui e poi... Non mi vedrete più.- disse lei, camminando verso la porta d’ingresso.
-Katherine! Ma... Cosa ti prende?- chiese, innervosito zio Damon.
Katherine non gli rispose e si avvicinò sempre di più alla porta.
-Ferma! Tu non sei una che si arrende Katherine. In 500 anni hai sempre e solo pensato a te stessa e, in questo caso, dovresti fare lo stesso! Vuoi forse morire?- chiese zio Damon, afferrandola per un braccio.
-No, Damon. Non voglio.- disse lei, infastidita.
-E allora perché vuoi suicidarti?!- chiese zio Damon, frustrato.
-Non mi sono mai comportata da vera madre con Nadia e ora... Non posso fare lo stesso con Marissa. Lei merita di vivere e se per garantirle una bella vita umana, io devo morire, beh... Mi sta bene. Damon, hai sempre detto che sono egoista e cattiva, quando io ti dicevo che non lo ero sempre stata. Beh, ora ne hai la prova.- disse Katherine prima di uscire dalla porta.
-Katherine no!- dissi io, urlando. Cercai di raggiungerla correndo, ma era già scappata via.
-Katherine! Katherine!- urlai io, ripetutamente. Niente. Se ne era andata.
Rientrai in casa e, senza dire nulla agli altri, salii le scale per andare di sopra. Marissa stava dormendo e io, mi sedetti in parte a lei. Dopo qualche istante, Marissa iniziò a piangere. Iniziai a coccolarla un po’, tenendola in braccio, ma non la smetteva di piangere. Stefan ed Elena, sentendo il pianto ininterrotto di Marissa, entrarono in camera mia.
-Cosa ha?- chiese Stefan, preoccupato.
-Non lo so. Non la smette di piangere!- dissi io, confuso.
 Quando guardai bene Marissa, mi accorsi di cosa stava succedendo: Marissa stava soffrendo. La vena che aveva sulla testa, continuava ad ingrandirsi sempre di più, provocandole dolore. Decisi di scendere le scale, a velocità sovrannaturale e di andare subito all’ospedale. Marissa non poteva morire. Doveva resistere! Almeno fin quando Katherine sarebbe tornata con Klaus. Mentre mi dirigevo all’ospedale, il sentimento che provai quando capii che Katherine era incinta mi invase di nuovo: la paura assoluta.
 
POV Katherine:
Era circa un’ora che ero uscita di casa. Appena arrivai a casa di Klaus, trovai un bigliettino sulla porta con scritto: “Girami!”. Appena lo girai, vidi tre foto del grimorio di Jesse, indispensabile per salvare Marissa, in vari stadi di distruzione. Nella prima era un po’ annerito, nella seconda era piuttosto bruciacchiato e nella terza si vedeva solo un cumulo di cenere. Sotto alla foto c’era scritto: “Il vostro grimorio non esiste più. Mi farò vivo, Klaus.”. No. No! Non poteva averlo distrutto veramente! Ero talmente arrabbiata che tirai un calcio alla porta, facendo un buco e staccandola dal muro. Ero disperata! Perché Klaus voleva farmi questo?! Non bastava solo volermi uccidere? Non sapeva che Marissa era ancora viva e che avrei potuto salvarla perché altrimenti, forse, non l’avrebbe distrutto. Ma cosa dico? L’avrebbe distrutto lo stesso! Klaus era un mostro. Iniziai a piangere ininterrottamente. Cosa potevo fare?! Dopo qualche istante, la disperazione si trasformò in rabbia. Tornai a casa per parlare con gli altri ma, quando arrivai, trovai solo Caroline.
-Caroline. Dove sono tutti?- chiesi io, confusa nel trovarla sola.
-Oh mio Dio, Katherine.- disse lei, saltandomi addosso per abbracciarmi, mentre piangeva.
-Cosa c’è? Cosa è successo?!- chiesi io, agitata.
-Sono rimasta qui ad aspettarti apposta. Devi venire con me. Marissa non sta bene.- disse lei, facendomi sentire ancora peggio di come mi ero sentita qualche minuto prima. La rabbia tornò ad essere disperazione ma, questa volta, era ancora più forte.
Io e Caroline corremmo velocemente verso l’ospedale e, quando arrivai, trovai tutti in sala d’attesa.
-Alex! Cosa le è successo?!- chiesi io, impaurita.
-Oh, Kath.- disse lui, piangendo e abbracciandomi.
-Marissa... Ha avuto un aneurisma... Ora la stanno operando. Dicono che, molto probabilmente, non supererà la notte.- disse Alex, tra un singhiozzo e l’altro.
-Cosa?!- dissi io, incredula. Io ed Alex rimanemmo vicini per tutta la notte. Stefan e gli altri rimasero con noi fin quando il dottore non uscì dalla sala operatoria.
-Signor Fell? Signorina Pierce?- disse il dottore, rivolgendosi ad Alex e a me.
-Ci dica dottore.- dissi io, alzandomi dalla scomoda sedia della sala d’attesa.
-Mi dispiace comunicarvi che vostra figlia Marissa è deceduta qualche minuto fa. Ha avuto un aneurisma celebrale molto forte e non ce l’ha fatta.- disse lui, fermandosi un attimo per lasciarci elaborare la notizia.
-Dalla tac che abbiamo fatto alla bambina abbiamo visto che aveva un tumore al cervello parecchio sviluppato. Non lo sapevate?- chiese lui.
-Come? Un tumore?- chiese Alex, confuso.
-Si. Sembrerebbe che si sia formato parecchi mesi fa... Quasi dopo un mese dalla sua nascita... La bambina non ha mai avuto dei fastidi o dei problemi prima?- chiese il dottore.
-La bambina ha un nome.- dissi io, arrabbiata.
-Mi scusi, signorina Pierce.- disse il dottore, cercando di comprendere il mio comportamento.
-Comunque no. Non ha mai avuto nulla...- dissi io, guardando il dottore con lo sguardo perso nel vuoto.
-Immagino che si sia sviluppato molto velocemente. Sono veramente dispiaciuto per la vostra perdita. Appena sarete pronti per il sapere cosa dovete fare, chiamatemi.- disse lui, dirigendosi verso il suo ufficio. Dopo qualche istante mi venne un attacco di panico. Iniziò a girarmi la testa e svenni, cadendo a terra sul triste e grigio pavimento ospedaliero.

PS: Questo sarà l'ultimo capitolo della storia "Bebé in arrivo". La serie di cui fa parte questa storia, ovvero "La storia di Alex", continuerà con una nuova storia chiamata "MYSTERY Falls" in cui si vedrà come reagiranno i personaggi dopo la morte di Marissa. Grazie a tutti quelli che mi hanno sempre seguito e che continueranno a seguirmi.

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