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di laabrigu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** sono sempre la solita combinaguai ***
Capitolo 2: *** Sempre peggio ***
Capitolo 3: *** tutto per il meglio, per fortuna ***
Capitolo 4: *** Non può essere. ***
Capitolo 5: *** E' tutto così bello ***
Capitolo 6: *** Vacanze, siete alle porte! ***



Capitolo 1
*** sono sempre la solita combinaguai ***


Mancano ancora due settimane alla fine della scuola. Non vedo l’ora perché sono veramente esausta, non ce la faccio più a studiare e l’unica cosa che voglio è il mare.
MARE. MARE. MARE.
C’è un piccolo grande problema: se non verrò promossa a pieni voti i miei non mi manderanno in vacanza.
Io devo andare in vacanza, ne ho bisogno. Ne ho tantissimo bisogno, la vacanza è come se fosse per me una cosa vitale. Di vita o di morte.
Comincia la settimana, è lunedì.
Sono le 7.00 e suona la sveglia ma non voglio alzarmi, perciò arriva mia mamma a tirarmi le dita dei piedi.
Che male. Madonna.
Alla fine mi alzo, vado in bagno, mi preparo ed esco di casa chiudendo la porta in faccia a mia mamma che mi urla dietro :”Beatrice, non fai colazione?” e io le rispondo ormai quasi uscita dal cancello :”nah, sono in ritardo per il pullman, ciao mami!” e mi metto a correre verso la fermata del bus.
Arrivo alla fermata, per fortuna sono in tempo.
Prendo cellulare, cuffie e schiaccio il tasto ‘play’ nel lettore musicale.
Musica.
Arriva il pullman, salgo e mi siedo al mio solito posto, in fondo.
Durante il tragitto non parlo con nessuno, voglio solo arrivare a scuola per parlare con la mia migliore amica. Ho bisogno di lei. Lei mi aiuta sempre, per me c’è sempre. Io e Carolina (chiamata dai suoi amici più stretti Roly) ci conosciamo dalle elementari; devo ammettere che anni fa ci odiavamo, seriamente tanto, forse troppo. Poi alle medie era stata vittima di bullismo e io ero stata l’unica delle sue “amiche” a difenderla e così da quel giorno siamo “pappa&ciccia”
Il pullman arriva a scuola e sento una voce abbastanza familiare che mi chiama. È Fabio (meglio conosciuto come Feb), il mio ex. Merda. Era tutto l’anno che mi perseguitava, preso dal rimorso per avermi lasciata PER MESSAGGIO. Che cosa pessima, ma tanto pessima. La nostra “storia” era durata 7 mesi e 18 giorni, ci ero stata molto male perché ero veramente innamorata di lui, mi faceva stare benissimo, era tutto. Era.
Roly odiava Feb, lo voleva morto! Cosa per me un po’ esagerata, ma d’altronde non avrebbe mai cambiato idea.
Se Roly mi avesse vista parlare con lui si sarebbe incazzata e avremmo sicuramente litigato.
Non volevo farmi vedere con lui, perciò lo presi per un braccio e lo portaii dietro l’albero più grande del cortile della scuola.
“Che vuoi da me?” gli chiesi e lui senza rispondere alla mia domanda disse con tono abbastanza strafottente: “Mi hai portato dietro questo albero solo per baciami? Lo so che sei ancora innamorata di me, ammettilo piccola!”.
L’ODIO MI STAVA FACENDO SALIRE.
“Feb, smettila! Ne abbiamo già parlato, non mi interessi più. Basta, è finita!” gli risposi quasi urlando, stando attenta a non farmi sentire da Roly che era a qualche metro da noi ma che, per fortuna mia, non ci aveva ancora notati.
Lui scoppiò a ridere e io gli dissi in tono arrogante: “E’ inutile stare qui con te, perdo solo tempo. Ciao.”
Prima che me ne potessi andare mi fermò per un braccio e mi disse: “Bea, io ti amo.”
Non riuscii a trattenermi e scoppia in una grossa e grassa risata, lui mi zittì e aggiunse: “Non scherzo.” e se ne andò.
Io rimasi lì, impalata. Non sapevo che fare. Gli sarei dovuta correre dietro e dirgli: “anche io” oppure avrei dovuto solo picchiarlo, cosa che avrebbe fatto molto felice Roly.
Non feci in tempo a inseguirlo che arrivò Roly che con la sua voce squillante mi disse: “Amore mio, come stai? Che stavi facendo qui tutta sola? Volevi farmi una sorpresa? Aww, sei così dolce, amica mia. Sai ieri chi ho visto? L’ho vistoo, ho visto Alessio. Madò quanto è bello, io sono innamorata persa. Secondo te mi ricambia? Sai, potrebbe. In effetti l’altro gior…”
“BASTA CAROLINA, BASTA. CHIUDI QUELLA BOCCA!” le urlai contro e me ne andai.
Non riuscivo a pensare a niente, tranne che a Feb.
Quella sua frase.
“Ti amo”
Magari ci sarebbe stato un continuo di “noi”, lo speravo davvero con tutto il mio cuore. Dio.
Entrai in classe, mi sedetti al mio banco (vicino alla finestra, riuscivo a vedere tutto il cortile e il grande albero) e la prof entrò. Fece l’appello e quando arrivò al nome di Roly nessuno disse “presente”. Merda, dove era finita? Guardai attentamente fuori dalla finestra e la vidi appoggiata al cancello mentre si metteva il casco, saliva in sella alla sua vespa rossa e se ne andava. Bene. Avevo rovinato un’amicizia per colpa di una frase detta da un cretino che mi aveva fatta star male. Come avrei fatto senza lei?
Senz’alto il pomeriggio l’avrei chiamata e sarei andata a casa sua.
 
 

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Capitolo 2
*** Sempre peggio ***


Tornai a casa. Erano le 14 e non c’era nessuno. Casa libera. Che bello, mi sentii sollevata. Andai in cucina e vidi che sul tavolo c’era un biglietto: Ciao tesoro, scusami ma sono dovuta correre al lavoro per un’urgenza, è successa una cosa, poi ti racconterò bene questa sera. Ha chiamato la mamma di Carolina dicendomi che non riesce a capire che ha e mi ha chiesto se puoi aiutarla ad uscire da quella campana che si è costruita attorno. Se vuoi vai da lei, anzi VAI E AIUTALA! Tornando a noi, non sono riuscita a cucinare il pranzo perciò fai tu qualcosa anche per Nic che è sempre affamato come un lupo! Mi raccomando conto su di te, non deludermi. Vedi se riesci a fare qualche mestiere però prima studia. Non scordare di andare a prendere a scuola alle 16.30 Edo altrimenti le maestre chiamano i carabinieri e finiremo tutti nei casini! Non voglio altri casini, non ne vogliamo più giusto? Siamo tutti stanchi, tu lo sei molto, me ne sono accorta. Scusami se ti chiedo tanto ma fallo per me, anzi fai quello che riesci. Ciao, buona giornata piccola. Mamma.” Come si fa a non amare una mamma come lei? È così dolce, comprensiva, umile, generosa, simpatica, scherzosa e bellissima. La amo. Io amo la mia mamma. Avrei fatto qualunque cosa per lei, tutto. Perciò anche quello che mi aveva chiesto di fare! Così andai in cucina, preparai la tavola per me e Nic (quel 12enne, un vero furfante mio fratello.) e tentai di cucinare una pasta al sugo. Ovviamente le probabilità di mettere troppo sale o troppa pasta o farla bruciare erano moltissime, ma non mi persi d’animo. Continuavo a ripetermi: “Tutto questo lo faccio solo per lei, solo per mamma!” Mentre la pasta cuoceva suonò il telefono e andai a rispondere. Era Roberta, la mamma di Roly. Stava piangendo e mi chiese dove fosse la mamma e io le risposi che era al lavoro, così lei attaccò senza nemmeno salutarmi. Oddio. Ero seriamente preoccupata. Ovviamente chiamai mia mamma. Segreteria. Merda. Dopo nemmeno dieci minuti suonò il campanello e io andai ad aprire senza nemmeno guardare dalla fessurina della porta (cosa che mia mamma mi raccomandava di fare sempre). Mi trovai davanti Nic tutto sudato e con un livido sulla guancia. Sicuramente quel livido era frutto di una lite avvenuta poco prima a scuola. Sì, Nic era così. Gli piaceva la rissa, voleva sempre fare a botte. Ed era veramente pericoloso! Lui non si faceva mai male, nessuno gli faceva del male ma questa volta sì, si era scontrato con qualcuno più forte di lui. “Mannaggia a te Nic, entra! Che hai combinato questa volta?” gli chiesi quasi urlando ma lui non rispose e andò dritto in cucina tappandosi le orecchie. “Nic..” “QUEL BASTARDO. QUELLO STRONZO. IO LO AMMAZZO.” continuava a ripetere e io non sapevo che fare così mi sedetti accanto a lui e gli dissi: “Ehi fratellino, io sono qui per aiutarti, raccontami pure, se ti va” Lui non rispose subito ma alla fine mi disse: ”Bea, questa volta non è stata una bella ‘lotta’ perché sono stato io a prenderle e non il mio avversario. Era uno di terza. Io sono di prima. Come facevo a batterlo? Ci ho provato e ho sbagliato. Sono uno stupido. Non avrei dovuto ma è sempre lei. Lei mi piace, tantissimo. Sono innamorato di lei, è così bella, dolce e simpatica. Tutte le mie risse diciamo che partono per lei, io mi batto per lei. Finora tutti quelli con cui mi sono picchiato erano miei coetanei anch’essi innamorati di lei. Vincevo sempre io, così lei sceglieva sempre me perché diceva che ero imbattibile, il suo eroe. Oggi all’intervallo ero lì con lei, stavamo parlando e ad un certo punto arriva questo qui di terza, Michele. Mi spinge via da lei e la ‘rapisce’. Mi ha fatto alterare così gli sono andato addosso insultandolo. Lui si è voltato e senza darmi la possibilità di parare il colpo mi ha dato un pugno qui…” si toccò la guancia “e qui…” alzò la maglia e mi fece vedere un altro livido sulla pancia, proprio sullo stomaco. Ero impietrita. Non sapevo che dire o addirittura che fare. Riuscii solo a chiedergli: “Lei chi?” e lui piangendo mi disse: “Rachele…la mia Rachele. Lei era mia e ora è sua, di quel lurido Michele. Si crede grande solo perché è di terza ma si sbaglia, lo posso mandare anche all’ospedale e voglio sentirlo gridare ‘mammina, mammina, mi sono fatto la bua’. Lo odio quel bastardo.” “NIC, PIANO CON LE PAROLE, OK? Non puoi insultarlo in questo modo?” “ah…tu difendi lui?” “no Nic, io non difendo nessuno, né te né lui.” “ma io sono tuo fratello, tu dovresti essere sempre dalla mia parte” “hai detto bene: dovrei. Non sono obbligata a stare dalla tua parte, sai? Se avessi ragione starei anche dalla tua di parte, ma dato che hai colpa non posso darti che torto, fratello.” “e quindi tu ‘tifi’ lui?” disse scostando la testa e cominciando di nuovo a piangere. “suvvia Nic, hai 12 anni! Smettila di piangere e sii grande. Con la violenza non si risolve nulla. Domani vai da lui e parlagli, fagli capire quanto è importante per te Rachele. Basta. Ora vai a lavarti le mani che mangiamo” ma lui prima di andare in bagno mi chiese: “e se lui non capisce?” e chiuse la porta. Benissimo. Avevamo già tanti problemi in famiglia e ora ci si metteva anche Nic, favoloso. Bella merda. Non osavo pensare alle reazioni di mamma e papà a questa meravigliosa notizia: un’ulteriore rissa. Io e Nic mangiammo e poi lui andò a fare i compiti in camere mentre io sistemai la casa, facendo qualche mestiere. A un certo punto guardai l’orologio, segnava le 16.20. Edo. Mi misi le scarpe, salutai Nic e uscii di casa. Per fortuna arrivai in tempo alla scuola elementare. Edo uscì e mi venne incontro baciandomi e abbracciandomi. Nic ed Edo (rispettivamente Nicolò ed Edoardo) sono due persone completamente diverse. Hanno anche età differente ma Edo molte volte sembra più maturo di un bimbo di 6 anni, è molto intelligente. Certo, anche Nic lo è però Edo lo è in modo differente. Nic è più aggressivo (?) infatti cerca sempre la botta, le liti e gli scontri; mentre Edo è più affettuoso: vuole gli abbracci, i baci e vuole essere coccolato. Hanno due caratteri diversi ma sono i miei fratellini e li adoro per quello che sono. Io e Edo ci avviammo verso casa, stavamo camminando belli tranquilli quando ad un certo punto sentii: “Bea!” mi girai e vidi Feb, così dissi a Edo: “amore, dobbiamo camminare più veloci, corri!” Iniziammo a correre e arrivammo a casa con il fiatone, nessuna traccia di Feb. Per fortuna non ci aveva inseguiti. Il mio timore più grande era che ci avrebbe rincorsi fino a casa. Per paura chiusi la porta a chiave e feci fare merenda a quelle due pesti. Dopo aver acceso la TV e avendo fatto sedere sul divano Nic e Edo, salii in camera mia per fare i compiti. Presi il cellulare e vidi 6 chiamate perse. Panico. 2 di mamma, 3 di Feb e una di Roly. Merda. Roly. ROLY. Non volevo ammetterlo ma me ne ero completamente dimenticata. Avevo troppe cose a cui pensare ma dovevo andare da lei. Mi preparai e uscii di casa.

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Capitolo 3
*** tutto per il meglio, per fortuna ***


Corsi il più veloce che potevo.
Ecco casa sua. Non avevo né il coraggio né la forza di suonare al campanello. Ma lo dovevo fare. Non l’avrei lasciata, MAI.
Così suonai e sentii la voce di sua mamma: “chi è?” e io risposi con un tono abbastanza deciso: “Roberta, sono io, Elisa.” “Oh Elisa…meno male, ti apro” e sentii il “click” del cancello. Era aperto.
Feci qualche passo e arrivai davanti alla porta. Stavo per bussare ma sua mamma mi anticipò e mi abbracciò. Non me lo aspettavo.
Roberta era completamente diversa da mia mamma: era severa e protettiva, non che mia mamma non lo fosse però Roberta lo era in un modo esageratamente esagerato, infatti Roly molte volte stava male anche a causa sua.
Con me Roberta era sempre stata accogliente ma non mi aveva mai abbracciata, ci eravamo sempre limitate a dei baci di sfuggita. Ecco perché mi stupì.
Mi fece entrare in casa e mi indicò la stanza di Roly, io le feci un cenno con la testa e mi diressi verso quella porta su cui c’era appeso un foglio con scritto: se non bussi non ti faccio entrare e se bussi non ti faccio entrare ugualmente. Perciò evitate di disturbarmi. Carolina.
Soffocai la mia risatina, certe volte Roly sapeva essere davvero buffa anche volendo fare la seria.
Così, facendo finta di non aver letto quel foglio, bussai. Nessuna risposta. Bussai di nuovo. Ancora silenzio. Bussai per l’ennesima volta e provai a vedere se la porta era chiusa a chiave. No, era aperta. Perfetto.
Entrai dicendo: “È permesso? Roly, posso entrare?” “Ormai sei dentro, è inutile chiederlo” mi rispose.
“Ah scusa, se vuoi esco..”
“Nono, non andartene, stai qui con me, ti prego!” era sul suo letto, sdraiata a pancia in giù con la testa immersa nel cuscino e i capelli tutti scompigliati.
“Roly…mi dispiace…ti ho trattata male questa mattina, scusami.”
“Tutti sbagliamo, è vero. Però potevi anche evitare di gridarmi in faccia in quel modo”
“Hai ragione, ho esagerato è che…”
“Cosa?”
“Eh..un attimo prima che arrivassi tu…stavo parlando con Feb…”
“COSAAA?” si era alzata, seduta sul letto e stava scuotendo la testa.
“Lui è venuto da me, io non volevo che tu ci vedessi insieme perciò l’ho tirato dietro l’albero ma lui ha inteso male, pensava lo volessi baciare e così mi ha provocata…”
“L’HAI BACIATO?”
“No, abbiamo solo parlato”
“DIMMI CHE TI HA DETTO, BEATRICE.” Era furiosa, lo si vedeva benissimo, faceva paura.
“Mah…niente di che…è stupido come sempre su!”
“No Bea, se tu dopo mi hai risposto in quel modo c’è un motivo! Ti avrà sicuramente detto qualcosa che ti ha scossa! Cazzo, PARLA.” E si alzò in piedi venendomi incontro.
“Roly, innanzitutto ti calmi e poi ti spiego”
“Ok, sono calma, ora parla però” e si sedette di nuovo a gambe incrociate sul letto mentre io cercai la sedia a rotelle della scrivania e mi ci sedetti sopra.
“Perfetto! Non ti incazzare di nuovo perché altrimenti me ne vado sul serio, ok? Ok. Allora…” e le spiegai tutto.
“AHAHAHAHHAHAH ti ha detto che ti amaa AHAHAHAHAHAHAH” era finita per terra dalle risate, che nervi.
“Roly, smettila di rideree dai!”
“AHAAHAHHAHHAAHHAHAHHAH ma che presa per il culo, Bea! Non te ne rendi conto?”
“Sì, me ne sono resa conto e infatti non gli parlo più, ascoltami quando parlo, mado. Al posto di ridere potresti fare la seria? CAZZO CAROLINA! FINISCILA!”
“Dai oh, che presa male! Stavo solo ridendo!”
“Appunto per quello! Cazzo ridi a fare?”
“E va bene…scusami…”
 
“Ecco, così va meglio. Comunque sono io quella che deve scusarsi qui, cara. Scusami se ti ho trattata male stamattina ma..capiscimi, ero sotto shock”
“Sì, capisco, tranquilla. Ora ti va un gelato?
“Bella idea! Roly, quando vuoi sei intelligente ahahahha”
“Dai stronzaa” e mi tirò un cuscino addosso.
Uscimmo a prenderci un gelato e andammo in un parchetto non lontano né dalle nostre case né dalla gelateria.
Ad un certo punto vidi Alessio insieme a un’altra ragazza, quella racchia di Valentina e pensai “Se Roly vede Alessio con Valentina qui ora potrebbe anche ammazzare prima lei e poi lui, meglio che non se ne accorga” e così le dissi: “Dai Roly, andiamo da un’altra parte. Sai, qui potrebbe scoprirci Feb e io non voglio che rovini questo pomeriggio tra migliori amiche! Forza, andiamo” e lei annuì seguendomi.
Ce l’avevo fatta. Non aveva visto nulla. Ma comunque il giorno dopo Alessio mi avrebbe sentita, quello stronzo.
La stavo accompagnando a casa quando mi disse: “Chissà Alessio che starà facendo…magari mi sta pensando” le risposi semplicemente con un: “Già, chissà” non potevo dirle dove, quando e con chi era. Non potevo.
Finalmente arrivammo a casa sua e sua mamma mi invitò a restare lì a cena. Mi sarebbe piaciuto molto ma non potevo. In quell’instante mi squillò il telefono. Era mia mamma. Risposi e mi disse che portava fuori a mangiare Edo e Nic perciò mi sarei dovuta arrangiare  ma niente problema, mi sarei fermata da Roly.
Erano le 20.15 quando iniziammo a mangiare. Sua mamma è un’ottima cuoca, cucina divinamente e troppo, decisamente troppo. Mi alzai da tavola quasi con il mal di pancia e non era ancora finita la cena! Ma per fortuna Roly le disse: “Mami, basta! Sto scoppiando, anzi stiamo scoppiando” e mi indicò così sua mamma capì e ci lasciò in pace.
“Minchia Roly, tua mamma vuole farci ingrassare eh?!”
“ahahahahah hai ragione”
Continuammo a ridere e a scherzare finchè non arrivò mia mamma a prendermi.
Salutai e ringraziai Roberta e poi corsi ad abbracciare la mia migliore amica.
“Ti amo” mi disse
“Anche io, Roly” le risposi “Sai, preferisco questi ti amo dalla mia migliore amica che da Feb ahhahhah” e scoppiammo di nuovo a ridere.
Avevo risolto, potevo mettermi il cuore in pace, finalmente.
Domani sarebbe stato un altro giorno, con Roly, la mia migliore amica.
 

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Capitolo 4
*** Non può essere. ***


Mi alzai presto e andai in cucina per fare colazione. Tutti dormivano ancora, tranne papà.
Lui si svegliava ogni mattina prestissimo e andava al lavoro alle 6. Non lo vedevamo quasi mai poiché rientrava a casa alle 22 e a quell’ora Edo e Nic dormivano mentre io ero quasi sempre in camera mia a fantasticare sul letto. Sì, un padre molto assente. Ma comunque adorabile: lavora così tanto per noi, per sfamarci e per mantenerci. D’altronde siamo in cinque in famiglia e non è sempre facile. Molte famiglie non riescono ad andare avanti con un tale carico, mentre la mia sì, ce l’abbiamo sempre fatta e sempre ce la faremo, lo spero.
Ad un certo punto sentii la porta d’ingresso aprirsi e all’inizio di spaventai. Chi poteva mai essere alle 6.15 del mattino?
Mio papà.
Entrò e mi disse: “Ciao cucciola, scusa se ti ho spaventato ma ho dimenticato dei miei documenti qui a casa, perciò sono tornato. Li vado a prendere e poi magari facciamo colazione insieme” “perfetto papi” risposi.
E così fu: dopo nemmeno dieci minuti uscì dal suo studio e venne in cucina da me.
“Eccomi piccola, li ho presi. Che ore sono? Mm, le 6.20. Devo essere al lavoro alle 7.00, ce la facciamo a fare colazione insieme!”
Gli preparai il latte e presi la torta che aveva fatto mamma il giorno prima. Ci sedemmo al tavolo e cominciammo a parlare.
“Allora tesoro, è quasi finita la scuola eh?! Sei felice?” lui adorava chiamarci con tutti i nomignoli più teneri esistenti in questo mondo.
“E mi chiedi anche se sono felice? CERTO!”
“ahaahahaha immaginavo già la tua risposta! Sei pronta per andare in vacanza?” si asciugò la bocca con il tovagliolo poiché ridendo si era sporcato leggermente il labbro.
“Sisiisisisiisisisi, prrrrrrrontissima” risposi bevendo l’ultimo sorso di latte.
Erano le 7.45 e mi disse: “piccola, devo andare ora, il lavoro mi aspetta”
“Sì, tranquillo. Anche la scuola mi aspetta, vado a prepararmi!” gli diedi un bacio e lui uscendo disse: “Avvisa mamma che stasera torno per cena, non lasciatemi perire senza cibo, miraccomando ahahahah” e io ridendo gli risposi: “Ti lasceremo perire, ti voglio bene papi” e lui uscì rispondendo “Anche io, buona giornata!”
Perfetto, la giornata era iniziata nel miglior dei modi. Ero felicissima così mi preparai velocissima per andare alla fermata del pullman in anticipo, dato che ero quasi sempre in ritardo.
Uscii di casa proprio mentre mamma si stava svegliando così le riferii le cose di papà, la salutai e me ne andai.
Stavo camminando verso la fermata del pullman e vidi Alessio.
Eccolo.
Quell’infame.
“ALESSIO” urlai e lui alzò di colpo la testa “Ei Bea!” gli andai incontro.
“Azz che faccia che hai! Che è successo Bea? Ti sei svegliata male stamattina?” in effetti la mia faccia era davvero incattivita, ma fui felice di averlo un po’ spaventato!
“Nono, caro! Mi sono svegliata benissimo questa mattina, poi ti ho visto e…la giornata si è ribaltata.”
“Ah beh, grazie, che onore!”
“Già e ti va bene che sono una donna perché se fossi un uomo ti avrei già menato a sangue, brutto cretino!”
“Wowowooo, piano eh! Che è successo ora?”
“Ti dico solo una parola: ieri.”
“Ieri? Mm, fammi pensare…dove ero ieri? Che ho fatto di sbagliato ieri? Mmm…” e si mise la mano sul mento come per fingere di pensare, quando in realtà mi stava solo sfottendo.
“Chissà con quale delle tante ragazze sei uscito ieri! Non ti ricordi nemmeno perché ne hai troppe, vergognati”
“Io? Troppe ragazze? Minchia, magari ne avessi troppe”
“Smettila e spiegami perché ieri eri con Valentina!”
“Ah ero con lei?!”
“Sì, pezzo di merda. Non fare finta di non ricordarti nulla perché ti strappo un braccio e poi lo do in pasto al cane della mia vicina!” ero veramente tanto incazzata.
Lui indietreggiò toccandosi il braccio e mi disse: “Ieri è venuta Valentina a casa mia. All’inizio stavamo solo parlando però poi alla fine si è chinata su di me e ha iniziato a farmi una pompa…e io ovviamente non ho rifiutato!”
“MA SEI SCEMO? TI DAI COSI’ VIA A VALENTINA? QUELLA STRONZA LI’? E CAROLINA? COME LA METTIAMO CON LEI?”
“Madonnaaa Beatrice, che pressa che sei! Te l’ho già spiegato, Carolina non mi interessa!”
“Come non ti interessa?” risposi con una faccia talmente schifata che se mi avesse vista qualcuno si sarebbe spaventato.
“Sì, hai capito bene, NON.MI.INTERESSA.”
“Ma Alessio…”
“No Beatrice, ormai è finita. Non mi importa più nulla di lei. Ora sto con Valentina. Buona giornata.” E se ne andò.
Lui e Roly erano stati insieme 2 settimane. L’aveva lasciata lui perché “Non provo più quello che provavo prima”. Lei ci era rimasta malissimo ma comunque continuava ad amarlo e sperava di essere ricambiata. Non si rendeva conto che non ne valeva la pena di correre dietro ad un bastardo così. Che pezzo di merda. Gli avrei voluto sputare in un occhio a quello stronzo.
Cosa gli costava dirglielo? Almeno lei si sarebbe messa l’anima in pace, no? Eh no, gliel’avrei dovuto dire io. Eh beh, mi sembra giusto. Sicuramente avremmo litigato ancora. Merda.
Cercai di rincorrere Alessio ma il pullman arrivò e dovetti salire per non andare a scuola a piedi.
Stranamente lui non salì e lo vidi che si dirigeva verso casa di Valentina.
“Coglione” pensai.
Arrivai a scuola e, come tutti i giorni c’era lì, davanti al cancello, Roly che mi aspettava. Aveva un’espressione felice. Non gliel’avrei tolta. Per niente al mondo. Perciò decisi che non le avrei detto di Alessio, almeno non in quel giorno.
Mi corse incontro e mi abbracciò dicendomi: “Amore mio, ieri Alessio mi ha scritto ieri sera, waaa”
“Wooo! E che ti ha detto?” cercai di mantenere un’espressione adeguata senza apparire troppo incazzata perché sì, ero molto incazzata e infatti pensai “Che razza di coglione è quel ragazzo? Ma è scemo? Quali sono le sue intenzioni? Il crimine oh.”
“Bah, niente di che. Abbiamo parlato di scuola, di amici e…di amore”
“Mm..di amore? Dai, racconta” le dissi cercando di apparire incuriosita, non che non lo fossi però volevo nascondere il più possibile la mia incazzatura (?) e lei, quasi piangendo dalla felicità mi rispose: “Mi ha detto che sono una ragazza fantastica, che non smetterà mai di amarmi, che io sono il suo tipo di ragazza ideale, che per lui sono la prima e l’unica, che sono troppo importante, che gli manco e poi mi ha fatto una domanda..”
“CHE DOMANDA?” ok, non riuscivo più a trattenermi. Lo avrei ammazzato.
“Ei Bea, calma. Mi ha solo chiesto di uscire con lui oggi pomeriggio...”
“E tu che gli hai risposto?”
“Secondo te? Cazzo, io lo amo.”
“Oh merda. Roly, io non ti impedirò di uscire con lui ma tieni gli occhi aperti e non illuderti troppo. Sai com’è, no? È uno stronzo.”
“Lo so, lo so. Ma io lo amo e voglio stare con lui. È adorabile, madoo” e fece una giravolta su se stessa sorridendo più che poteva.
Sì, lei era veramente innamorata ma lui la stava solo prendendo in giro.
Volevo dirle tutto ma mi trattenni, gliel’avrei detto il giorno dopo, dopo la loro uscita, perché magari lui l’aveva invitata fuori per parlarle e per spiegarle bene tutta la situazione. Lo speravo con tutta me stessa.
La campanella suonò e le lezioni iniziarono.
Il tempo volò e arrivarono le 14.30. A casa. Perfetto.
Roly venne da me e mi disse all’orecchio: “Io vado, con il mio Ale. Ti scrivo stasera. Dimmi buonafortuna, amore”
“Buonafortuna tesoro, spero vada tutto per il meglio. Non baciarlo. Non fargli niente. Parlate e basta, ok?”
“E chi lo sa? Non ti assicuro nientee…” disse ridendo e andandosene, “amami” concluse.
Pensai: “sì, io ti amo e ti amerò per sempre ma lui no, porcammerda.”
Mi stavo dirigendo verso casa quando il telefono mi squillò.
Feb. Altri problemi. Così non gli risposi ma ad un certo punto sentii: “Perché non rispondi al telefono?”
Merda.
Era lì, dietro di me.
Mi girai e dissi: “Feb, lasciami in pace. Voglio solo andare a casa e riposarmi. Ho già troppe cose a cui pensare.”
“Tranquilla piccola, non ti tratterrò molto, ti accompagno solo a casa”
“Ma no, so anche andarci da sola, so la strada”
“Potrebbero rapirti e io non voglio. Sali su” e mi porse il casco per farmi salire sul suo motorino.
Non so perché ma non rifiutai.
Per tutto il tragitto non parlammo perché io continuavo a pensare: “Ora non dovrei essere qui. Non dovrei essere con lui. Non devo stare con lui.”
Arrivammo davanti  a casa mia e mi disse: “Oggi pomeriggio hai da fare?”
“No” gli risposi
“Benissimo. Alle 16 sono da te”
“Ok, ti aspetto, ciao” e mi diressi verso la porta di casa.
Prima di entrare mi girai per vedere se era ancora lì e sì, era ancora lì.
Così gli corsi incontro e gli diedi un bacio a stampo.
Diomio.
Quelle labbra. Aaaaw.
Lui sorrise e se ne andò.
Io rimasi lì e, dopo essermi resa conto di quello che avevo appena fatto, corsi dentro casa piangendo.

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Capitolo 5
*** E' tutto così bello ***


La casa era silenziosa. Deserta.
Perfetto.
Non andai nemmeno in cucina a vedere che aveva lasciato mamma da mangiare, andai direttamente in camera mia. Volevo stare lì. Da sola.
Non riuscivo a pensare ad altro.
Perché lo avevo baciato?
Perché?
Semplicemente perché sono una stupida. Sì, sono stupida, e anche tanto. Oserei dire rincoglionita.
Una C O G L I O N A.
Però quelle sue labbra… aaaaw.
Diomio.
Sono il paradiso.
Dovetti ammettere che mi erano mancate, eggià.
Erano le 15.00 e alle 16.00 sarei dovuta uscire con Feb. Oddio. In che guaio mi ero cacciata!
Chiamai Roly e mi rispose la segreteria “Buongiorno a te che mi stai chiamando! Sfortunatamente in questo momento sono occupata, sono a fare l’amore con Alessio. Baci”
COSA? MI SI FERMÒ IL RESPIRO PER 10 SECONDI.
Con che coraggio metteva questo messaggio nella segreteria? Avrebbe potuto tranquillamente dire “In questo momento sono occupata” e invece lei era stata proprio papale papale.
Esagerata, secondo me.
Le inviai un messaggio: “Roly, ho bisogno di parlare con te! Non sai in che guaio mi sono cacciata!
Ti prego, appena leggi questo messaggio CHIAMAMI.
HO BISOGNO DI TE.
Piccolo ps. Che cazzo di segreteria hai? Minchia ma non ti vergogni? Ma io non so…
Ero veramente senza parole. Ma che ha in quella fottuta testa?
Guardai l’orologio digitale sul mio comodino e segnava le 15.40.
Merda. Merda. Merda.
Mancavano solo 20 minuti e sarei uscita con Feb, il mio ex che avevo appena baciato.
Presi il telefono, cercai nella rubrica “Feb” e iniziai a scrivere.
Ehi Feb, senti… non me la sento di uscire oggi, con te.  Non mi sento bene e non sono dell’umore giusto. Scusami, spero riuscirai a perdonarmi.
La sua risposta arrivò nemmeno dopo 5 minuti: “Tranquilla Bea, dato che non vuoi uscire vengo io a casa tua, così stiamo un po’ insieme. Ho voglia di stare con te
Oh cazzo. No.
Gli risposi: “Nono, non scomodarti. Ci vedremo un altro giorno
Ma lui continuava: “10 minuti e sono da te.”
E io non abbassai il tiro: “Feb smettila! Voglio solo stare da sola..
Dopo 6 minuti arrivò la sua risposta:
Bea, se è per quello che è successo prima… sono abbastanza scosso anche io.
 Sai, non mi aspettavo di certo una cosa del genere, assolutamente.
Sinceramente pensavo mi avresti preso a schiaffi ahahahah :’)
Ma non mi è dispiaciuto affatto, anzi… è stato molto mlmlml e che dire? Beh, mi è piaciuto da matti!
Detto questo apri la porta, sono qui.
 Solo per te, amore mio
COSA?
FERMI TUTTI.
Lessi il messaggio un’altra volta e mentre andavo ad aprire la porta urlai: “Mannaggia a tee!”
Aprii la porta e sì, lui era veramente lì.
Oww com’è bello, è il sesso che cammina.
Sentivo il sangue scorrermi più velocemente nelle vene e avvertii una voglia incredibile di averlo dentro me. In quel momento avevo quel desiderio irrefrenabile.
Che cazzo mi stava prendendo?
Così, appena lo vidi gli gettai le mie braccia al collo e lui sorrise.
Non potevo restare ancora a lungo staccata da quelle labbra così gli posai le mie sulle sue e lui, dolcemente, fece entrare la sua lingua nella mia bocca, facendomi gemere un pochino.
In quel momento sentii delle mani applaudire. Mi staccai da Feb, guardai verso la strada e vidi Roly che mi urlò: “COMPLIMENTI. FACCIAMOLO VEDERE A TUTTI, NO? MA UN PO’ DI INTIMITA’. FATE A DIR POCO SCHIFO, BRUTTEMMERDE! VERGOGNATEVI!” e poi aggiunse: “Fate un po’ pena, giusto poco poco”
E io non potei evitare di risponderle bruscamente: “MA TI SEI VISTA? Stai zitta che fai più bella figura, scostumata!” e aggiunsi rivolgendomi a Feb: “Entriamo va, che stiamo qui a fare?”
Così entrammo in casa e lo feci accomodare sul divano.
“Vuoi qualcosa da bere?”
“Un bicchiere d’acqua per favore”
“Ok, arrivo subito”
E corsi in cucina a prendere un bicchiere d’acqua. Feci il più veloce possibile perché volevo correre in salotto, da lui. Volevo stargli vicino, tanto vicino!
Non so che mi stava prendendo ma volevo le sue braccia attorno al mio corpo, le sue labbra sulle mie, lo volevo tutto per me.
Al diavolo tutto e tutti, e facciamo anche queste cazzata!
Tornata in salotto lui non era più lì.
“Feeeeeeb! Dove ti sei cacciato?”
“Bea, sono in camera dei tuoi!”
COSA? CHE CAZZO CI FACEVA IN CAMERA DEI MIEI?
Lo raggiunsi immediatamente, alquanto scazzata.
“Ehi Bea calma, stavo solo curiosando. Non ricordavo la tua casa. Sai, non ci entro da un po’”
“Sì ok, ma questo non è un buon motivo per entrare nella stanza dei miei, cazzo”
“Minchia calmati! Stavo solo cercando..”
“COSA?”
Scoppiò a ridere e aggiunse, sempre ridendo: “Dei preservativi”
“Ma sei scemo?” e scoppiai a ridere anche io
“Dai Bea, i tuoi dove li nascondono? Provo in questo cassetto..”
“Tanto non ci sono, mica li usano ahahahah ma è imposs..”
“COSA? È IMPOSSIBILE? E COSA SONO QUESTI?”
Non potevo credere ai miei occhi: Feb avevo due pacchetti di contraccettivi in mano, uno già aperto e con tre preservativi in meno.
Non avevo parole.
Feb continuava a ridere. Forse per la mia faccia a dir poco sconvolta o per avermi smentito.
Ok, ricapitolando:
  1. Feb vuole scoparmi.
  2. I miei scopano.
Diomio.
CHE CAZZO STAVA SUCCEDENDO?
Non ebbi nemmeno il tempo per riprendermi dallo shock che Feb mi prese in braccio e mi portò in camera mia, sul mio letto.
“Apperò, ti ricordi dove si trova la mia stanza!” esclamai ridendo mentre mi appoggiava sul letto
“Come potrei dimenticarmi della tua stanza? Qui c’è stato il primo abbraccio, il primo bacio, il primo “ti amo”… ricordi?” disse guardando fuori dalla finestra
“Sì, ricordo…” e abbassai lo sguardo
“Non abbassare lo sguardo, mi piace guardarti negli occhi, sei così bella” e venne di fianco a me per abbracciarmi
Cercai di dimenarmi nelle sue grandi e muscolose braccia ma fallii.
Così rinunciai a tutto quello che stavo cercando di fare e mi lasciai cullare da lui.
Perché facevo tutto quello? Perché?
Roly mi avrebbe ammazzata se avesse saputo tutto quello che era accaduto in quelle poche ore.
Massì, cosa me ne frega di Roly ora? Lei prima mi ha insultata davanti a tutti e ora sono incazzatissima.
Spengo il cervello. Mi disconnetto da tutto e da tutti.
Ora siamo solo io e Feb.
Nella mia stanza.
Nello stesso letto.
Che faremo? Ci baceremo ancora?
Nemmeno il tempo per pensare che mi trovo nuda con lui sopra che mi sussurra all’orecchio: “Bea, ora sei mia. Non urlare, ti prego. Non ti lascerò scappare.”
Prende un preservativo e se lo mette sul suo membro… e che membro!
Bene, ci siamo, si inizia.
Lui si infila dentro di me e io urlo.

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Capitolo 6
*** Vacanze, siete alle porte! ***


Era ormai passata una settimana da quel pomeriggio, quel tragico ma bel pomeriggio.
Alla fine Feb se ne era andato soddisfatto e dentro di me trionfava un senso di colpa assurdo.
Per fortuna i miei quella sera non erano rientrati a cenare, altrimenti sarebbero stati guai amari!
La mattina dopo quel “caldo” pomeriggio avevo litigato con Feb, il solito stronzo.
Aveva fatto tutto quello per vendicarsi. Ma di cosa?
 
“Non so perché l’ho fatto, volevo solo vendicarmi”
“E di che, scusa? Spiegami perché proprio non capisco..”
“Ma non so..boh, mi sono vendicato di qualcosa”
“Ah buono..”
“Daaai Bea, ora non te la prendere, è stato bello”
“NON TE LA PRENDERE? MA RAGIONI PRIMA DI PARLARE? MI HAI USATA, U-S-A-T-A. E io come una stupida mi sono lasciata usare (?). Ma a che cazzo stavo pensando? Boh, non avevo la mente lucida per ragionare… sai, troppe cose in poche ore. Ma tu… MI FAI SCHIFO. SEI SOLO UN LURIDO E SPORCO COGLIONE E IO TI ODIO. NON FARTI PIU’ SENTIRE, PEZZO DI MERDA. BASTARDO. VAFFANCULO E ADDIO.”
Sì, avevo urlato quelle cose proprio davanti a tutti e ora Feb era odiato da mezza scuola.
Ben gli stava.
Quella era stata la nostra ultima conversazione, molto intrigante devo ammettere.
Ora, da una settimana a questa parte ero veramente felice e mi sentivo più libera.
Aaaaw, che senso di libertà da quando Feb era uscito DEFINITIVAMENTE dalla mia vita!
Ora passavo tutti i pomeriggi con la mia migliore amica Roly che non era ancora riuscita a togliersi dalla testa quel minchione di Alessio.
 
 
Mancavano solo 7 giorni alla fine della scuola! Le vacanze si avvicinavano e io non riuscivo a non pensare alla mia bella Rio!
Ero così tanto distratta da quel pensiero che mi dimenticavo sempre qualcosa da qualche parte.
Pff, che sbadata!
 
 
Stavo andando a scuola quando il cellulare squillò! Era mia mamma: “Bea, torna a casa!”
“Mamma? Ma sto andando a scuola!”
“Tesoro, controlla le tue spalle… non hai dimenticato nulla a casa?”
Non ci potevo credere! AHAHAHAHA avevo dimenticato la cartella a casa.
“Oddio mamma, grazie mille. Arrivo subito che sono quasi in ritardo”
E così feci: andai a casa per recuperare la cartella, diedi un bacio “volante” a mia mamma, a Nic e ad Edo e corsi a scuola.
Arrivai in classe proprio quando la professoressa di matematica disse il mio nome.
Niente ritardo. Fiù, che fortuna!
Finita la scuola Roly mi portò a casa con la sua favolosa vespa rossa perché il servizio dei pullman da giugno ad agosto cessa.
Arrivai a casa e, come al solito, la casa era deserta.
Invitai Roly a stare da me per pranzo e lei mi disse: “Se glielo dici tu a mia mamma resto volentieri. Sai quella come è! Avrà il pranzo già pronto dalle 11 aahahahah”
“Ooooh…e va bene, la chiamo io”
 
“Ciao Roberta! Ehm…volevo chiederti una cosa: Roly potrebbe stare qui a mangiare da me? Sai, sono sola e poi studieremo anche. Giuro solennemente che alle sette di questa sera sarà a casa!”
E lei mi rispose ridendo: “Va bene, va bene. Salutamela e dille di comportarsi bene!”
Dato che sorridevo Roly capì che la risposta di sua madre era stata affermativa e iniziò a saltare per casa.
Io la imitai e dopo 10 minuti ci trovammo per terra a piangere dal ridere, come due sorelle.
Sì, eravamo due sorelle.
Non di sangue ma per scelta.
 
Ovviamente lo studio era l’ultimo dei nostri pensieri, anche perché ormai la scuola stava finendo! Perciò spendemmo tutto il tempo a ridere, a scherzare, a mangiare, a cantare e a ballare!
Oh diomio, quanto lo amo.
Purtroppo le sette arrivarono e, come promesso a Roberta, Roly dovette rincasare.
Ci salutammo e se ne andò.
Verso le 19.30 sentii una macchina entrare nel box, guardai fuori dalla finestra di camera mia e vidi che era mia mamma con Edo, Nic e papà.
Papà? Che ci faceva lui a casa così presto ma soprattutto in macchina di mia mamma?
Entrarono in casa e io scesi immediatamente al primo piano, da loro.
“Tutti insieme?” domandai ridendo
“Sembra proprio di sì, per questa sera va così dato che ho finito di lavorare prima! Non siete felici? Ho più tempo da passare con voi, amori miei” disse papà abbassandosi per abbracciare Edo e Nic.
E così fu: cenammo insieme tra una battuta di papà e un’altra e poi guardammo anche un film tutti assieme. Io non lo guardai tutto fino alla fine perché avevo tanto sonno, così salutai tutti e salii in camera mia.
Mi sdraiai sul letto e iniziai a pensare alle vacanze!
Ohmiodio che bello, non vedevo l’ora!
Presi il cellulare e chiamai Roly.
Rispose.
“Ehi, è successo qualcosa?”
“No, Roly. Volevo solo sentirti perché non riesco a pensare ad altro se non alle vacanze, al mare e al caldo!”
“Oh.. anche io! Ma sai cosa? Mi dispiace perché non ci vedremo per un po’ di tempo...”
“Sì, hai ragione. Ma comunque ci sentiremo via Skype, no? Ti sei registrata, vero?”
“Ehm…”
“MA ROLY!” urlai ridendo “Ti avevo anche fatto vedere come dovevi fare! Vabbe, domani te lo rispiego! Sei un caso perso, punto. Ma ti adoro per questo! Ora vado, notte”
“A domani, notte anche a te, Bea”
E, dopo aver spento il cellulare, mi addormentai.

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