al mare e alle ombre

di gigiua
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** affido questa lettera al mare - from Percy to Annabeth ***
Capitolo 2: *** affido questa lettera alle ombre - from Percy to Anabeth ***



Capitolo 1
*** affido questa lettera al mare - from Percy to Annabeth ***


ANGOLINO AUTRICE: prima di iniziare voglio ringraziare una mia amica ( non dirò mai chi ) per avermi convinta a riprovare a scrivere e pubblicare fan fiction.

 

Cara Annabeth,

 

mi sento stupido a scriverti, non so chi sei, ne dove ti trovi.

In realtà non so neanche chi sono io.

È strano, ma ricordo solo che mi chiamo Percy Jackson, che sono un semidio, e che dei e mostri esistono.

Non ho altra memoria della mia vita prima di svegliarmi in questa strana casa – dove ora mi trovo – tranne che una cosa: il tuo nome.

Lo sento che mi sfugge dalle labbra quando cerco di ricordare, di vedere oltre il buio che mi blocca la mente.

Se provo a chiudere gli occhi l'unica immagine che si presenta sulle mie palpebre buie è il tuo viso: i ricci biondi legati una coda alta – mi piacciono di più quando sono sciolti – , i tuoi occhi grigi e tempestosi, e il tuo sorriso.

Sento la tua risata risuonare nelle mie orecchie, portata dal vento, e poche parole che escono dalla tua bocca:

non ti renderò mai le cose facili, Testa d'Alghe”

e poi mi baci.

Posso ancora sentire il sapore delle tue labbra sulle mie.

Devi avermi baciato molto. Non è così?

Ora, qui, da solo, in questa enorme casa vuota, ti sto scrivendo perché... perché il tuo ricordo, per quanto dolce sia, mi fa male al cuore; perché sento il bisogno di averti qui con me.

Il tuo ricordo mi spinge ad andare avanti, a continuare a combattere nella speranza di poterti riabbracciare.

Non ho idea di quanto tempo sia passato dall'ultima volta che ti ho davvero vista.

Un mese? Un anno?

Comunque troppo tempo

A volte credo che probabilmente non penserai più a me, forse ormai avrai un altro ragazzo – si, ora ricordo, stiamo insieme – forse ti sei dimenticata di me.

Certe notti, quando tutto si fa più confuso, mi domando se tu esisti davvero o se sei solo un sogno tramutato in ricordo per colmare il vuoto nella mia mente.

Ma, per quanto tutta questa situazione mi faccia impazzire, e il dubbio che tu non esista o mi abbia dimenticato bussi forte nei miei pensieri, so che non può essere vero.

Perché quello che provo pensandoti è come una scarica infinita di adrenalina nelle vene, perché il tuo ricordo è l'unico che mi è rimasto, è quello a cui mi aggrappo nei momenti peggiori e che mi fa andare avanti.

So che tu esisti, che sei viva e che mi stai aspettando. No. Mi stai cercando.

Non so dove sei, quando cerco di pensarci il mio unico pensiero è “a casa”.

Ma qual'è casa? Dove si trova? Non riesco a ricordare.

Affido questa lettera al mare.

Perché il mare è parte di me, mi rende più forte, e quando sono in acqua il tuo volto nei miei ricordi appare più vivo.

Affido questa lettera al mare perché è lì che ti ricordo: vicino al mare, vicino a me.

Non so se, e quando, questa lettera ti arriverà, ma voglio solo dirti che tornerò.

Dovesse volermici tutta la vita.

Tornerò da te e resteremo insieme, per sempre.

Te lo prometto.

 

Percy

 

* * *

 

Strinse la lettera fra le mani – facendo attenzione a non romperla – e cadde in ginocchio sulla sabbia, appoggiando la testa sulle gambe.

Il mare le bagnava i riccioli biondi facendole sbattere contro la bottiglia in cui era custodita la lettera, mentre calde lacrime le rigavano il viso per poi cadere sulla carta, facendo sbiadire l'inchiostro.

Le sembrava tutto così finto, uno stupido scherzo.

Perché proprio in quel momento doveva trovare la lettera?

Perché gli dei ce l'avevano con lei?

Lei che aveva solo 17 anni, ma aveva già perso la voglia di vivere.

Perché non potevano lasciarle in pace?

Si stese sulla sabbia, incurante delle onde che ormai le bagnavano anche i vestiti, e rilesse la lettera.

Alle sue spalle il fumo si alzava dalla casa grande, mentre il drappo di Percy continuava a bruciare.

E Annabeth piangeva.


ANGOLINO AUTRICE: inanzitutto chiedo scusa per la schifezza (?) gli errori di scrittura di cui potrei non essermi accorta e spero non sembro troppo OOC
ringrazio chiunque la legga e la recensisca ( sia con recenzioni negative che positive) e chiedo solo di evitare le recenzioni stronze *occhi a cucciolo*
che altro dire? ho già tutti i capitoli pronti ( saranno 4, 5 massimo) ma per pubblicarli aspetto qualche recenzione nel caso ci sia qualcosa da cambiare.p.
e... boh.... grazie a chi la leggerà, spero tanto che a qualcuno piaccia.
p.s. Percy è morto ma non preoccupatevi, è in buna compagnia u.u *coccola Percy*
Gigiua



 

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Capitolo 2
*** affido questa lettera alle ombre - from Percy to Anabeth ***


cara Annabeth,

mi dispiace. Non ci sono riuscito. Non ho mantenuto la promessa.

Ti avevo promesso che saremo rimasti insieme, e invece siamo stato separati, di nuovo.

Ti scrivo dall'Elisio per chiederti di smetterla di cercarmi.

Smettila di chiedere a Nico di invocarmi, smettila di chiamare il mio nome, smettila di piangere.

Non verrò, non voglio vederti, non ancora.

Perché so che se ti vedessi di nuovo, anche solo per un istante, non riuscirei più a dire queste parole.

Vivi.

Non piangere più davanti alle nostre foto insieme.

Vivi.

Trova qualcuno da amare e sii felice con lui.

Vivi, ma senza dimenticarmi.

Cosicché quando guarderai le nostre foto, sorriderai ai bei ricordi.

Realizza il tuo grande sogno, diventa un architetto, so che puoi farcela, sei pur sempre la mia Sapientona.

So che costruirai opere talmente grandi e magnifiche che resteranno nella storia.

Innamorati, fa un figlio e portalo al mare, dove potrai raccontargli di me, della nostra storia, non con rimpianto ma con gioia.

E quando le Parche lo vorranno, ci ritroveremo qui, nell'Elisio.

Potrai raccontarmi della tua vita, della tua felicità, delle tue passioni e della famiglia che ti sarai costruita. E io sarò felice di ascoltarti.

Affido questa lettera alle ombre stavolta, non al mare, perché il mare non lo vedrò mai più.

L'affido alle tenebre perché ormai faccio parte di esse: sono un ombra fra le ombre.

Ti scrivo per dirti che ti aspetto.

Anche se dovessi aspettare per mille anni.

Non rinascerò, non voglio dimenticarti.

Ti aspetterò qui, alle porte dell'Elisio, dove finalmente potremo stare insieme. Per sempre.

Buon natale sapientona.

Ti amo.

 

Percy

 

* * *

Sigillò la busta e osservò lo spettro di Percy svanire.

Si strinse il più possibile nella sua giacca da aviatore, senza mai staccare gli occhi dalla fossa, che aveva già cominciato a riempirsi di neve.

Era la vigilia di natale, quell'anno avevano deciso in molti di restare al campo, anche se la guerra era finita nessuno si sentiva più davvero al sicuro.

Per cercare di rallegrare gli animi Chirone aveva organizzato un grande falò quella sera, e aveva lasciato che una morbida coltre bianca ricoprisse tutto.

Era rimasto ore sotto la neve a scrivere quello che Percy gli dettava, ma non aveva freddo.

Erano anni che non lo sentiva più, il freddo.

Aveva scritto tutta, restando impassibile ad ogni parola.

Finché, conclusa la lettera, Percy non si era rivolto direttamente a lui.

<< Nico... >>

Il figlio di Ade alzò lo sguardo verso l'immagine dello spettro che si faceva sempre meno nitida

<< prenditi cura di lei >>

erano state le ultime parole di Percy prima che la sua immagine sparisse.

Nico annuì nel buio.

Fermo, davanti alla fossa vuota, ripensando a quegli istanti, sentì gli occhi pizzicare e le lacrime premere per uscire.

Una lacrima per ogni persona che aveva perso.

La prima lacrima cadde sulla busta,rilucendo per un attimo alla luce della luna. “mamma”.

Finalmente si volto, per andare a cercare il destinatario di quella lettera.

Non la cercò a lungo, sapeva già dove trovarla.

Era sempre lì, sulla spiaggia, a guardare il mare.

A volte restava ore davanti alla distesa d'acqua chiamando il nome i Percy, o pregando gli dei affinché la uccidessero per farli essere di nuovo insieme, oppure rimaneva semplicemente a piangere.

Non era più la stessa Annabeth che aveva conosciuto anni prima, qualcosa in lei si era rotto definitivamente, e in questo il Tartaro c'entrava solo in minima parte.

Si avvicinò alla ragazza senza far rumore e le si sedette accanto senza però avere il coraggio di richiamare la sua attenzione.

<< è il primo natale senza di lui >>

Era solo un debole sussurro ma abbastanza perché Nico riuscisse a sentire.

Anche il natale precedente la figlia di Atena aveva detto le stesse identiche parole, ma allora la situazione era diversa: Percy era solo disperso, tutti erano sicuri che presto l'avrebbero rivisto.

Adesso invece era morto, e non sarebbe più tornato.

<< si sono tutti dimenticati di lui, come se non fosse mai esistito >>

La sua voce era dura – come se credesse davvero a quello che aveva appena detto – e formata da singhiozzi impossibili da trattenere.

Annabeth si voltò verso Nico che, per la prima volta, vide quanta fragilità c'era davvero in quegli occhi grigi.

<< allora lo ricorderemo noi >>

ribatté il figlio di Ade porgendo alla ragazza la busta.

Prendendola in mano il corpo di Annabeth iniziò a tremare.

Quando Annabeth lesse sulla busta chi l'aveva mandata per poco non la ruppe, tanto forti erano diventati i tremiti.

Con delicatezza Nico le tolse la busta dalle mani e le posò sulle spalle il suo vecchio giubbotto da aviatore nella speranza che smettesse di tremare.

<< lascia, ci penso io >>

Le lesse la lettera, cercando di imitare lo stesso tono di voce che aveva usato Percy.

La seconda lacrima cadde sul foglio, facendo sbiadire l'inchiostro. “Bianca”.

Quando ebbe finito di leggere si voltò verso Annabeth, che lo fissava come se fosse un estraneo.

La ragazza ricominciò a piangere, ma i tremiti erano cessati.

Si sporse verso Nico in cerca di conforto, che il figlio di Ade non le negò: stringendola in un abbraccio.

Annabeth strinse la maglietta di Nico mentre lui le accarezzava piano la testa.

La terza lacrima gli scivolò lungo il viso, cadendo tre i ricci biondi. “Percy”

Soli, sulla spiaggia, mentre al falò gli altri festeggiavano, loro stavano al buio, con una lettera in mano.

Annabeth piangeva. Nico piangeva.

Piangevano insieme.

 

 

ANGOLINO AUTRICE:

comincio subito con lo scusarmi per il ritardo nel pubblicare questo secondo capitolo ma, ahimè, sono stata rimandata ç_ç

comunque, tralasciando i dettagli che sicuramente non vi interessano vi comunico subito che il terzo capitolo sarà più lungo di questo e che aspetterò un po' a pubblicarlo perché rileggendolo dopo quasi un mese che l'ho scritto non mi convince più molto e prima di decidere se cambiarlo o no vorrei sentire intanto i vostri pareri su questo :3

Gigiua

p.s. Spero che i personaggi non siano troppo OOC.

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