Do you believe me?

di Despicable Meggs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Era ormai passato un mese da quando Tony e Ziva avevano lasciato Zoe all'orfanotrofio.
Si erano dati molto da fare in quel periodo, avevano parlato con l'avvocato e con gli assistenti sociali. Ma l'adozione sembrava più difficile del previsto.

Come promesso a Zoe, andavano a trovarla una volta alla settimana. Al sabato o alla domenica e passavano l'intero pomeriggio con lei.

Quella settimana avevano avvertito Suor Agnese che sarebbero andati la domenica pomeriggio perché al sabato avevano appuntamento con l'avvocato.
Doveva parlargli riguardo a quello che aveva appreso parlando con l'assistente sociale.

"Salve" disse l'avvocato Shore facendoli entrare nel suo studio.
"Ho parlato con l'assistente sociale e mi ha detto che sono sorti dei problemi" aggiunse.
"Che generi di problemi? Aveva detto che non ci sarebbe voluto molto, e invece è già passato un mese" chiese Ziva un po' alterata.
"Il fatto è che non siete sposati, praticamente non avete parenti in vita e svolgete un lavoro pericoloso" spiegò.
"Ma c'è mio padre" intervenì Tony.
"Si certo. Ma vive a New York e questo è un'altro problema" rispose l'avvocato.
"Allora ci dica cosa possiamo fare, perché io rivoglio Zoe. Al più presto" disse Ziva.

Tony le afferrò la mano, era agitata. Da un mese a quella parte si arrabbiava molto in fretta e non tollerava più dei no come risposta.
Questa faccenda la stava facendo davvero innervosire.

"Per ora l'unica cosa che possiamo fare è presentare documenti e testimonianze a vostro favore. Ma vi avverto che potrebbero non essere sufficienti. Quindi, magari, iniziate a prendere in considerazione l'idea di sposarvi" disse lui.

Loro si guardarono. Vivevano già assieme quindi sposarsi non avrebbe cambiato molto le cose. Ma era una decisione importante e non volevano affrettare le cose.

Tony ringraziò l'avvocato e uscì insieme a Ziva.
"Ora puoi respirare" le disse Tony.
"Ho visto che sei un po' agitata, sai?" aggiunse.
"Scusa. È che sta diventando davvero stressante" rispose lei.
"Tranquilla, ti capisco" la rincuorò lui.

Quella sera, dopo cena, Gibbs passò a casa loro per sapere come era andata.

"L'avvocato dice che ci sono dei problemi, come al solito. Possibile che sia così difficile?" disse Ziva piuttosto alterata.
"Starà cercando di fare tutto al meglio perché non abbiate problemi in futuro" ipotizzò Gibbs.
"Magari ci sono alcuni ostacoli da superare prima di riuscire ad ottenere l'adozione" aggiunse.
"Ma quali ostacoli! Non capisco. Lei non ha i genitori e noi vogliamo adottarla! Non vedo il problema, siamo persone a posto!" gridò arrabbiata.

Nella furia del momento fece cadere alcuni bicchieri che stava asciugando.
"Per la miseria!" gridò chinandosi per raccogliere i vetri.

Ma i suoi occhi si erano già riempiti di lacrime, iniziò a singhiozzare.
Appena Tony se ne accorse si precipitò da lei. Anche Gibbs andò verso Ziva, aveva notato che si era tagliata la mano con un vetro.

"Amore, calma. Sono qui" disse dandole un bacio sulla testa, mentre Gibbs avvolgeva la mano di Ziva in uno straccio.
"Vieni, tirati su e andiamo sul divano. Qui vengo a pulire dopo" aggiunse aiutandola ad alzarsi.

Non appena in piedi Ziva abbracciò Tony, piangendo.
"Coraggio amore, sei solo stressata" le disse cercando di tranquillizzarla.

Lentamente riuscì a farla sedere sul divano e a staccarla da lui mentre Gibbs era andato a prendere del disinfettante e qualche cerotto.
"Avanti, Ziva... Fammi vedere la mano" le disse. Sanguinava abbastanza, ma Ziva non si lamentava e Tony voleva capire se era un taglio profondo.
"Ti fa male, tesoro?" aggiunse dopo aver tolto alcuni frammenti di vetro.
"No... Scusa" rispose lei.
"Per cosa?" le chiese mentre le medicava la mano.
"Oggi sono molto nervosa... Mi comporto da stupida" disse lei.
"Non ti comporti da stupida, tranquilla. Vieni qui, Ziva" le rispose abbracciandola.

Rimasero in quella posizione sul divano finché Gibbs non tornò in salotto dalla cucina, dopo aver raccolto i vetri dal pavimento.
Si sedette sulla poltrona davanti a loro e li osservò. Erano davvero belli insieme e pensò che meritassero davvero di ottenere l'adozione.

"Domani chiamerò l'avvocato, gli chiederò se posso fare qualcosa per aiutarvi" disse.
"Grazie, capo. Ha detto che avrà bisogno di testimonianze a nostro favore" spiegò Tony.
"Io e gli altri faremo tutto ciò che serve. Andate a riposarvi, domani andrete a trovare Zoe e dovete essere riposati" disse Gibbs prima di salutarli e andare via.

Tornando a casa pensò a cosa poter fare per aiutarli, non poteva vedere Ziva in quelle condizioni e Tony fingere di star bene per lei.

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"Ziva, Dino!" gridò Zoe correndogli in contro.

Tony la prese al volo e la sollevò.
"Il mio pasticcino preferito, come stai?" le chiese Tony dandole un bacio sulla guancia.
"Bene..." disse Zoe poco convinta.

Lo sapevano anche loro che non stava bene, aveva problemi a dormire e faticava a fare amicizia con le altre bambine.
Suor Agnese aveva detto loro che, per le prime due settimane, si era rifiutata di parlare e giocare con le sue compagne.

Proprio in quel momento arrivò anche la suora.
"Salve" disse.
"Vedo che Zoe vi ha già trovati. È da quando si è alzata stamattina che vi aspetta. È stata tutto il tempo davanti alla finestra per vedere quando arrivavate" aggiunse.
"E non hai giocato stamattina?" chiese Ziva rivolgendosi a Zoe.

Zoe non rispose ma allungò le braccia verso Ziva per farsi prendere.
Non appena in braccio a lei la strinse forte e le chiese "Torno a casa con voi oggi?".
"Ancora no, amore. Ci stiamo lavorando" le disse.
"Però ora possiamo stare un po' insieme, cosa vuoi fare?" le chiese Tony.
"Possiamo andare a mangiare il gelato?" domandò Zoe.
"Tu non puoi uscire con noi... Però posso andare a prenderlo io e poi lo mangiamo in giardino" le propose Tony.
"Va bene" rispose Zoe sorridendo.

Mentre Tony andava a comprare il gelato Ziva rimase con Zoe a disegnare.
"Perché non vuoi giocare con le altre bambine, piccola?" le domandò Ziva.
"Io ci gioco, ma non sempre" rispose.
"Dovresti invece, devi divertirti Zoe" le disse.
"Io non mi diverto, non mi piace stare qui" si lamentò la bambina.
"Ma questo è un bel posto e mi sembra che sia le suore che le bambine siano simpatiche" disse Ziva.
"Si... Ma non è come stare con voi. Nessuno mi legge una storia o mi fa vedere un film prima di dormire. E nessuno mi abbraccia quando faccio brutti sogni" rispose Zoe smettendo di disegnare e salendo in braccio a Ziva.
"Ziva... Tu e Dino mi mancate tanto..." le disse.
"Anche tu ci manchi tanto, piccolina. Devi resistere solo un altro po' ok?" spiegò Ziva.

Sentì Zoe annuire mentre la stringeva.
Poco dopo arrivò Tony con il gelato e andarono tutti e tre in giardino a mangiarlo.
Passarono il pomeriggio insieme giocando in giardino.
Notarono tutti che nel giro di pochi minuti l'umore di Zoe era cambiato, quando stava con Tony e Ziva era tutta un'altra persona.

Poco prima dell'ora di cena arrivò il momento per Tony e Ziva di andare via.

"Hey Zoe, ora devi andare a mangiare e noi dobbiamo andare a casa" le disse Tony.
"Di già?" chiese triste.
"Si amore. Avrai fame, no?" rispose Tony.
"Si... Ma volevo stare ancora un po' con voi..." spiegò Zoe.
"Lo so... Ma torniamo la settimana prossima, vedrai che passa in fretta" le disse Ziva facendole il solletico.

Tutte le volte che dovevano andare via cercavano di renderlo il meno traumatico possibile, cercavano di stare allegri e di rassicurare Zoe.
Era già un mese che lei era lì, quindi erano già stati a trovarla due volte. Orami Zoe non faceva più tragedie quando loro la salutavano, ma qualche lacrima le scendeva sempre.

"Zoe forza, non piangere" le disse Ziva dandole un bacio sulla guancia e asciugandole le lacrime che aveva sul volto.
Le diede una bacio anche Tony.
"Ora corri a cena, guarda ci sono anche due tue amichette che ti aspettano" disse Tony indicando due bambine di qualche anno più grandi di Zoe che l'aspettavano davanti alla porta del refettorio.

Zoe li guardò e fece un debole sorriso.
Guardò il disegno che aveva in mano e lo porse a Ziva.
"Questo è per te, così ti ricordi di me anche se non ci vediamo" le disse.

Ziva la ringraziò e le diede un altro bacio.
Poi Zoe si asciugò le lacrime, li saluto e andò con le altre bambine a mangiare.

"Stanotte riuscirà a dormire tranquilla" gli disse la suora.
"Ha molti incubi?" chiese Ziva.
"Spesso, ma mai dopo che ha passato il pomeriggio con voi. Spero che presto possa tornare a casa" rispose.
"Lo speriamo anche noi" disse Tony.

Quella sera, Zoe, prima di addormentarsi pregò che tutto andasse bene e che presto Tony e Ziva lo potessero portare a casa.
Tuttavia, grazie al bel pomeriggio riuscì a passare una notte tranquilla, lontana dagli incubi che la perseguitavano.

Dopo cena, Tony e Ziva, andarono a dormire.
Ziva continuava a fissare il disegno che Zoe le aveva fatto. C'erano lei, Tony e Zoe al mare come la volta che c'erano stati insieme.
"Presto andremo di nuovo tutti al mare assieme" la rassicurò Tony.

Ziva appoggiò il disegno sul comodino, si girò verso Tony e dopo averlo baciato si addormentò tra le sue braccia sperando che quello che aveva detto Tony si avverasse presto.

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Nel pomeriggio Gibbs aveva chiamato l'avvocato. Sentiva che qualcosa non andava e aveva bisogno di sapere quale fosse il problema.

"Pronto" rispose l'avvocato Shore.
"Sono l'agente Gibbs, ho bisogno di sapere come procede l'adozione di Zoe" disse lui diretto.
"Agente Gibbs, salve. Al momento abbiamo qualche problema" affermò l'avvocato.
"Che genere di problema? Superabile?" domandò.
"Venga domani nel mio ufficio, penso che lei possa essere d'aiuto" disse l'avvocato.

Gibbs riagganciò pensando alle parole dell'avvocato.
Sperò che non fosse qualcosa di troppo grave, in quel momento non erano necessari nuovi problemi.












Note dell'autrice:

*Piccolo riassunto: nella FF precedente la squadra dell'NCIS ritrova su una scena del crimine una bambina di nome Zoe. Lei ha perso la memoria e non ricorda cosa è successo... Tony e Ziva si occupano di lei, piano piano le ritorna la memoria. Ma gli agenti fanno una terribile scoperta: l'unico parente di Zoe, sua madre, è morta e le persone che l'hanno uccisa ora cercano anche la bambina. Dopo varie avventure riescono a salvare Zoe e adesso, Tony e Ziva vogliono adottarla.* 

Sono tornataaaaaaaaa!!!!
Siete felici?! Voi direte... Ma, una cosa relativa...

In ogni caso eccomi qui! XD
Allora partiamo con il dire che questo è il sequel di "Do You Remember". E questo lo avevate capito.
Diciamo anche che qui parleremo dell'adozione di Zoe. È avevate capito pure questo.

Vi chiederete... Se sappiamo già tutto perché leggere? Beh perché cercherò di stupirvi!
Sapete che mi piace l'angst, no?! Ecco... Tenetevi pronti...
I primi capitoli saranno un po' introduttivi, ma poi qualcosa succederà... Questi poveri agenti avranno un caso da risolvere giusto? Altrimenti che senso avrebbe mettere Rating Arancione?! Potevo mettere verde...

Ora la smetto di parlare e vi lascio... Spero che vi sia piaciuto questo primo capitolo, fatemi sapere. Lo so che del caso non si parla ancora... Abbiate pazienza... :)

Un'ultima cosa: salvo imprevisti aggiornerò una volta a settimana, cioè tutti i mercoledì!

Grazie a tutti!
Baci, Meggie.



P.s.: una di voi fedeli lettrici mi aveva detto che nell'altra ff mancava un po' di TIVA... Qui ne metterò di più, perciò fatemi sapere se la cosa vi piace o se sto esagerando... Sapete che quando mi parte il TIVA non mi fermò più! XD

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

"Suor Agnese, c'è un uomo che ci guarda" disse Zoe.
"Un uomo che vi guarda?" domandò la suora confusa.
"Si, nel giardino. L'ho visto, era vicino all'albero grande" affermò la bambina indicando l'albero attraverso la finestra della stanza.

Era sera tardi ed era già buio. Suor Agnese non riuscì a vedere nessuno e dubitò che Zoe avesse visto bene.

"Tesoro, è molto buio fuori. Io non vedo nessuno" le disse portandola verso il letto.
"Ma non era lì adesso, l'ho visto prima" rispose Zoe.
"Lo hai visto oggi pomeriggio?" chiese.
"Si..." disse lei sdraiandosi.
"Oh, allora ho capito chi era, amore. Era il giardiniere, è stato qui tutto il giorno per potare le siepi" le spiegò.
"Lui ci vuole fare male?" chiese un po' spaventata. Da quando era morta sua madre aveva paura delle figure maschili che non conosceva.
"Certo che no! Anzi, le mele che abbiamo mangiato stasera ce le ha portate lui. Non ti preoccupare, si occupa solo delle piante e non parla nemmeno con voi. Ora devi dormire Zoe, o domani mattina sarai stanca" le disse Suor Agnese.

Zoe annuì sorridente, felice di aver ottenuto una spiegazione.
La suora diede la buonanotte a tutte le bambine e spense la luce. Andando verso la sua stanza pensò a Zoe. Era preoccupata per lei, non era la prima volta che diceva cose del genere. Aveva paura che il trauma che aveva subito nei mesi precedenti le stesse causando dei problemi.
Si spaventava molto facilmente ed era molto diffidente. Si fece un appunto mentale di parlarne con Tony e Ziva non appena fossero tornati a trovare Zoe.

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La sera seguente Gibbs, dopo essere tornato dal lavoro, si recò nell'ufficio dell'avvocato di Tony e Ziva.
Voleva sapere quali fossero questi problemi per i quali Zoe ancora non poteva andare a vivere con loro.

"Ho delle buone notizie e delle cattive notizie" disse l'avvocato a Gibbs.
"Voglio prima le buone notizie, devo farmi un'idea di cosa sta succedendo" disse lui.
"Ok, allora. Non è più necessario che si sposino per avere Zoe. Vivono insieme e per ora questo è più che sufficiente. Certo se loro vorranno sposarsi non potrà che essere una buona notizia. Inoltre i servizi sociali hanno valutato la loro situazione ed è stato deciso che nonostante non abbiano parenti vicino questo non ha importanza. Hanno molti amici, come voi all'NCIS, che potranno dargli una mano" spiegò l'avvocato.

Gibbs tirò un sospiro di sollievo, queste erano davvero buone notizie.

"Sembra che stia andando bene. Qual'è la cattiva notizia?" chiese.
"Il passato dell'agente David. Dal suo addestramento nel Mossad fino alla sua prigionia in Somalia" disse l'avvocato.

Gibbs si arrabbiò, non capiva come i servizi sociali fossero venuti a conoscenza di informazioni riservate.

"Come sono venuti a conoscenza di certi fatti?" chiese Gibbs alterato.
"Prima di affidare una bambina a due sconosciuti indagano molto a fondo, e sono riusciti ad ottenere la documentazione" rispose l'avvocato.
"Questo è scorretto. Tra l'altro lei non lavora più per il Mossad, ha preso la cittadinanza americana e ora fa parte dell'NCIS!" gridò Gibbs.
"E poi cosa c'entra il suo passato, devono valutare quella che è adesso!" aggiunse.
"Infatti è quello per cui ho discusso con loro. Voleva delle valutazioni psicologiche ma sono arrivato al compromesso per il quale si faranno bastare le valutazioni che avete fatto all'NCIS. Ma voi dovrete fornire testimonianze a loro favore e riceverete visite degli assistenti sociali a sorpresa, anche sul posto di lavoro. E la parte più brutta di tutto questo è che si prenderanno almeno un mese per valutare la situazione" spiegò l'avvocato.

Gibbs capì. Era una buona notizia ma non del tutto. Ancora almeno un mese e molto stress. Sicuramente gli assistenti sociali si sarebbero attaccati ad ogni cavillo.

"Va bene" disse Gibbs.
"Quando pensa di dirlo a Tony e Ziva?" aggiunse.
"Sono stati qui poco fa, gli ho già spiegato tutto" rispose.
"E io come potrei essere d'aiuto? Ieri mi ha detto che potevo aiutare" domandò Gibbs.
"Beh, non si offenda... Ma lei ha la fama di essere uno che se ne frega delle regole. Da avvocato non dovrei dire queste cose, quindi faccia finta di averle pensate lei. Quando gli assistenti sociali arriveranno lei saprà sicuramente come convincerli che va tutto bene, giusto? Voglio dire, lei convince i criminali a confessare crimini... Penso che sarà in grado di convincere loro" disse l'avvocato.

Stava velatamente dicendo a Gibbs di violare ogni regola e affrettare le cose. E a Gibbs questo piaceva, per una volta gli era simpatico un avvocato.
Non disse nulla, ma sorrise. Strinse la mano all'avvocato e uscì dallo studio. Sapeva che tutto sarebbe andato bene perché sapeva esattamente cosa fare.

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"Ziva, è pronta la cena" disse Tony entrando in camera da letto.

Erano appena tornati a casa dopo essere stati dall'avvocato e Ziva era andata a farsi una doccia.
La trovò seduta sul letto mentre fissava il disegno che le aveva fatto Zoe.
Si sedette di fianco a lei e l'abbracciò.

"Hey, tutto bene?" le chiese.
"Non lo so... Perché ci vuole così tanto... Perché hanno dovuto scoprire tutte quelle cose su di me? È colpa mia se lei ancora non è con noi, Tony" rispose lei stringendolo.
"La verità è che non ce la vogliono dare perché sanno che sono un'assassina" aggiunse.
"No, non lo sei. E non pensare nemmeno lontanamente che sia colpa tua... Ce la faremo, amore" la rassicurò Tony.

Lui sapeva che si sarebbe incolpata per questa faccenda ed era l'ultima cosa che voleva.

"Ma per colpa mia ci vorrà più tempo del previsto. Tempo che lei dovrà passare lontano da noi" rispose lei.
"Non è detto, magari si risolve tutto in fretta. Non pensiamo al peggio ora... Cerchiamo di essere positivi. Puoi farlo per me? Puoi pensare positivo?" le disse lui sollevandole il volto.

Ziva sorrise, poi baciò Tony.

"Credo di si. Grazie, sai sempre come tirarmi su di morale" rispose Ziva.
"Non ringraziarmi. Piuttosto, sei pronta per andare a mangiare? Ti ho fatto il tuo piatto preferito, lasagne! Non vorrai mica che si raffreddino?" le disse Tony.
"Assolutamente no! Andiamo" rispose Ziva appoggiando il disegno sul comodino e alzandosi.

Prese la mano di Tony e insieme andarono in cucina a cenare. Anche se era ancora triste per quello che l'avvocato aveva detto loro, era felice di avere Tony accanto. Senza di lui non avrebbe sopportato tutto questo.

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Il giorno dopo si alzarono e andarono al lavoro.
Per loro non era un periodo facile, soprattutto per Ziva. Ma quando andavano al lavoro cercavano di lasciare tutto fuori e di concentrarsi su quello che dovevano fare.

"McTecnico, perché la mia mail non funziona oggi?" chiese Tony dopo la decima volta che provava a fare l'accesso.
"Te l'ho già detto quindici volte Tony... Devi togliere il maiuscolo prima di digitare" disse McGee quasi scocciato.

In quel momento entrò Gibbs. Con lo sguardo serio, come al solito, si sedette alla sua scrivania, senza salutare nessuno.

"Tutto bene, capo?" chiese Tony.
"Si, certo. Ora prendete la vostra roba. Abbiamo un caso" sviò il discorso Gibbs. Stava ancora pensando alle parole dell'avvocato ma non voleva far preoccupare Tony e Ziva.

"Tu no, Ziva" aggiunse fermando la sua agente che stava già prendendo lo zaino.
"Perché no, capo?" domandò confusa.
"Stanno portando qui una donna che era sulla scena del crimine, non vuole parlare. Ma sappiamo tutti che tu sei in grado di farle dire quello che vuoi. Fai quello che sai fare" le spiegò.

Ziva annuì lasciando che gli altri andassero via.
Quando tre ore dopo tutti rientrarono Ziva era seduta alla sua scrivania, sulla faccia un sorriso compiaciuto.
Prese un fascicolo e lo diede a Gibbs.

"Tredici minuti e solo perché sono stata buona. Avrei potuto ottenere un confessione in meno di cinque minuti se avessi usato il coltello. Ma certe cose qui non sono ammesse" commentò lei.

Era davvero soddisfatta del suo lavoro e sia Gibbs che Tony lo notarono.
Tony capì immediatamente quello che Gibbs aveva fatto. Sapendo che Ziva stava attraversando un brutto momento aveva cercato di risollevare il morale. Lo guardò e lo ringraziò con un cenno della testa.

Rimasero in ufficio per il resto della giornata, dopo che Ziva aveva ottenuto la confessione dovevano occuparsi di compilare tutti i rapporti.
Erano tutti impegnati quando all'improvviso il telefono di Ziva suonò. In quel momento alle scrivanie c'erano solo lei e Tim. Gibbs era a prendersi un caffè e Tony era da Abby.

"Agente David" rispose Ziva.
"Cosa? E perché non avete chiamato prima!" disse alzando la voce.
"D'accordo, arrivo subito!" gridò avvicinandosi alla scrivania di Tony e prendendo le chiavi della macchina.

McGee la guardò e si spaventò. Era agitata e a giudicare dall'espressione sul suo volto anche molto preoccupata.

"Ziva, va tutto bene?" chiese Tim vedendola in quello stato.
"No, devo andare da Zoe. Per favore chiama Tony e digli che ho preso la sua macchina e che lo chiamo appena posso" rispose prendendo la giacca.
"Ok, ma cosa è successo?" disse alzandosi in piedi e andando verso Ziva.
"Ora non ho tempo di spiegarti, Tim. Devo andare all'orfanotrofio di corsa" rispose lei.
"Va bene, ma ti prego guida con prudenza" le urlò mentre lei saliva in ascensore.

Sapeva benissimo come guidava Ziva e non voleva che si facesse male.
Ziva corse nel parcheggio, mise in moto l'auto e partì a tutta velocità. Voleva arrivare là il prima possibile.






Note dell'autrice:

Eccomiiiiiiii
È mercoledì e come promesso aggiorno questa FF! :D

Lo so, ora vorrete tipo picchiarmi per come ho concluso il capitolo... Ma che cosa posso farci se mi piacciono i CLIFFI?! Ahahah
Poi volevo lasciare un po' di suspance così potete immaginarvi cosa è successo e al prossimo capitolo vedete se avete indovinato! LOL

Comunque vedere che in fondo in fondo sono buona? Cioè il problema di cui parlava l'avvocato nel capitolo scorso non è poi una cosa inaffrontabile, no?! Soprattutto se ad aiutare c'è Gibbs! :D

Intanto volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto, recensito e aggiunto la storia tra preferiti/seguite!
Mi fa piacere che vi interessi! :):)

Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Alla prossima settimana!!

Baci, Meggie.






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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

"McGee! Spiegami, ora!" gridò Tony arrivando di corsa alle scrivanie.
"Hanno chiamato Ziva dall'orfanotrofio e lei si è precipitata là. Ha preso la tua macchina e mi ha detto di avvertirti" disse Tim.
"Questo l'avevo capito McInformazioni, ma perché l'hanno chiamata?!" disse Tony prendendo fuori il cellulare.
"Non me lo ha detto, aveva molta fretta. Però ha detto che appena può ti chiama" spiegò Tim.
"La chiamo io, adesso" disse Tony componendo il numero.
"No aspetta..." iniziò McGee.
"Aspetta cosa? Voglio sapere che succede!" gridò Tony.
"Volevo dire, aspetta cinque minuti. Dalle il tempo di arrivare là. Starà guidando come una pazza e non vorrai che si distragga parlando al cellulare" spiegò McGee.
"Oh... Forse hai ragione..." rispose Tony.

Si era fatto prendere dal panico e non stava pensando correttamente. Tim aveva ragione, chiamandola rischiava di metterla in pericolo più di quanto non fosse già a causa della sua guida.
In quel momento arrivò anche Gibbs.

"Chi sta guidando come una pazza?" chiese.
"Ziva, l'hanno chiamata per Zoe e si è precipitata lì" disse Tony.

Gibbs si fermò e si rese conto della situazione. Avevano molto a cuore quella bambina e di sicuro, ora, Tony era nel panico perché voleva sapere cosa stesse succedendo.

"Raggiungila" ordinò lui.
"Ecco prendi la mia macchina. Ah, e Tony... Non guidare anche tu come un pazzo" aggiunsero dandogli le chiavi.
"Grazie capo" rispose Tony mentre correva all'ascensore.

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Ziva guidò il più velocemente possibile, aveva fretta di raggiungere l'orfanotrofio. Si rese conto che in dieci minuti di guida aveva infranto talmente tante regole della strada che probabilmente le avrebbero tolto la patente a vita.

Quando entrò vide Suor Agnese insieme ad altre tre bambine che cercavano di far calmare Zoe.
Lei era seduta in un angolo, le gambe raccolte al petto. Piangeva e urlava contro chiunque cercasse di avvicinarsi o toccarla.

"Che succede?" chiese Ziva preoccupata.
"Agente David, per fortuna è già qui. Credo che abbia un attacco di panico ora. Cerchi di farla calmare e poi le spiego" disse la suora facendo spazio affinché Ziva potesse avvicinarsi a Zoe.

"Hey, amore. Sono Ziva... Mi riconosci?" le chiese mettendosi in ginocchio di fronte a lei.

Vide gli occhi della bambina pieni di terrore, come se stesse guardando qualcuno o qualcosa che la spaventava.

"Zoe... Guardami, sono qui davanti a te" aggiunse toccandole il braccio.
"Non mi toccare! Vai via!" gridò.

Ziva rimase pietrificata, non aveva l'aveva mai vista in quelle condizioni.

"Zoe, ascolta la mia voce. Non è successo nulla, quello che vedi non è vero... Sono Ziva, non ti voglio fare male" continuò a ripetere lei.

Dovette insistere un paio di volte prima che Zoe finalmente la guardasse e si rendesse conto di chi c'era davanti a lei.

"Ziva..." disse alzandosi e buttandosi tra le sue braccia.
"Calmati, amore. Non è successo nulla" le disse prendendola in braccio e camminando verso Suor Agnese.

"Sta tremando da tanto è spaventata... Ora mi può dire cosa è accaduto?" domandò Ziva.
"Certo... Mary, per favore vai a prendere un bicchiere d'acqua per Zoe. E voi bambine tornate a giocare" disse la suora alle bambine che erano rimaste con lei.

Si sedette sul divano insieme a Ziva e proprio in quel momento arrivò anche Tony.

"Ziva, McGee mi ha detto che stavi correndo qui... Cosa è successo?" chiese vedendola tenere in braccio Zoe, che stava ancora piangendo.
Andò a sedersi di fianco a loro e iniziò ad accarezzare la schiena della bambina.

"Dino... Ho paura" disse Zoe.
"Perché hai paura, pasticcino?" le chiese asciugandole le lacrime dalla faccia.

Lei non rispose e tornò a nascondere la testa nella spalla di Ziva.

"Suor Agnese stava per spiegarci cosa è successo" disse lei.
"Stava giocando con le altre bambine, quando all'improvviso si è messa ad urlare. Continuava a ripetere che c'era un uomo che la stava guardando, fuori dalla finestra" spiegò la suora.
"Un uomo? Che genere di uomo?" domandò Tony preoccupato.
"Sinceramente non ne ho idea. Non è la prima volta che lo dice, ma nessuno è mai riuscito a vederlo... Io dubito che sia vero, credo solo che sia ancora molto provata dai recenti eventi" disse.

Intanto Mary, dopo aver preso un bicchiere d'acqua per Zoe, era tornata e aveva ascoltato la conversazione.

"Io ho guardato fuori dalla finestra... Ma non ho visto nessuno. Le altre bambine sono andate anche in giardino a vedere, ma non c'era nessun uomo" disse la bambina.
"Ok" rispose Ziva sorridendo a Mary. Poi rivolgendosi a Zoe aggiunse "Piccola, potresti dirmi com'era quest'uomo?".

Zoe la guardò, era ancora terrorizzata.

"Alto? Aveva i capelli scuri o chiari?" le chiese.
"Scuri credo... Non lo so Ziva, era un uomo e faceva paura" rispose stringendola forte.
"Ok, tranquilla non fa nulla" la calmò Ziva dandole un bacio sulla testa.
"Ma come è passata da essere spaventata ad avere un attacco di panico?" aggiunse.
"Cercavamo di calmarla. Ma più le dicevamo che era tutto a posto, più si agitava" spiegò la suora.
"E poi si è anche messa a gridare che quell'uomo ci ucciderà... Perché?" chiese Mary.

Nessuna delle bambine sapeva cosa era successo a Zoe e Suor Agnese non intendeva certo spiegarglielo.

"Probabilmente perché era molto spaventata. Ora torna a giocare anche tu" le disse la suora.
Mary annuì, salutò e andò in giardino.

Tony e Ziva rimasero finché Zoe non si calmò completamente.

"Zoe, stai bene ora?" le chiese Ziva.
"Si..." rispose lei.
"È quasi ora della nanna per te e noi dobbiamo andare" disse Tony.
"Ma poi tornate sabato? Anche se siete venuti oggi?" chiese Zoe. Aveva paura che non sarebbero tornati.
"Ma certo, amore. Sabato pomeriggio saremo qui di nuovo, non preoccuparti" le disse Ziva.
"Dino... Mi porterai il gelato come l'altra volta?" domandò.
"Certo Zoe, al cioccolato come piace a te" rispose.
"Cosa ne dici se ora vai a mangiare qualcosa e poi a nanna?" le propose Ziva.
"Non ho fame" rispose Zoe.
"Non puoi andare a letto senza cena" le disse Tony.
"Non voglio mangiare!" rispose quasi sul punto di mettersi a piangere di nuovo.

Tony e Ziva si guardarono e capirono che era inutile insistere.

"Allora ti porto a dormire, va bene amore?" le propose Ziva.

Salì in camera con Zoe e la tenne in braccio fino a farla addormentare. La mise nel letto e la coprì bene.
"Nessuno mi crede..." bisbigliò Zoe più addormentata che sveglia.
"Dormi piccola, andrà tutto bene" le disse Ziva accarezzandole la testa e dandole un bacio.

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"Tony, sento che dovremmo fare di più. Non mi interessa cosa. Ma la voglio in casa nostra entro la fine del mese" disse Ziva mentre si preparavano per andare a dormire.
"Ziva, stiamo facendo tutto il possibile. Hai sentito l'avvocato, dobbiamo aspettare che gli assistenti sociali parlino con tutti" le rispose Tony.

Ziva sbuffò.

"A me non piace aspettare, Tony. E comunque abbiamo già aspettato abbastanza. Ho finito la pazienza. Se entro fine mese non è a casa nostra... La vado a prendere e la porto qui" disse Ziva mettendosi sotto le coperte.
"Amore, non fare mosse avventate ti prego. Potrebbe peggiorare la situazione" le disse Tony sdraiandosi accanto a lei.

La strinse e lei si lasciò abbracciare.

"Mosse avventate..." ripetè lei.
"Si... Sono sicura che saresti capace di torturare un assistente sociale. Fosse per me te lo lascerei fare, ma è un tantino contro la legge" scherzò Tony.
"Peccato... Fossi ancora nel Mossad sarebbe routine" rispose lei.

Tony la baciò e lei si accoccolò sul suo petto.

"Dormi, mia bella e forte Ninja. Domani sarà un'altra dura giornata di lavoro" le disse.

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Come ogni mattina Gibbs fu il primo ad arrivare al lavoro. In ufficio non c'era ancora nessuno, così si sedette alla sua scrivania e iniziò a bere il suo caffè.
Quando sentì l'ascensore aprirsi pensò di vedere arrivare i suoi agenti, invece poco dopo comparì davanti a lui una donna che non aveva mai visto.

"Salve, gli agenti DiNozzo e David lavorano qui?" chiese.
"Si" rispose Gibbs capendo immediatamente chi fosse quella donna.
"E dove sono?" domandò.
"Ancora non sono arrivati, è presto" disse Gibbs.
"Di cosa aveva bisogno?" chiese facendo finta di non capire.
"Penso che l'avvocato Shore vi abbia avvertiti. Sono l'assistente sociale incaricato di valutare se gli agenti DiNozzo e David sono idonei ad adottare Zoe" rispose.
"Certo che sono idonei" disse Gibbs ridacchiando.
"Questo lo lasci decidere a me agente...?" rispose la donna.
"Gibbs. Agente speciale Leroy Jethro Gibbs. Comunque non saranno qui prima di mezz'ora. Ma so che lei dovrà parlare con tutti noi... Perché non comincia da me?" propose Gibbs.

La donna accettò di buon grado, meravigliandosi della disponibilità dell'agente. Di solito le persone tendevano a darsi alla fuga quando la vedevano.

"Per me va bene, le farò domande sul lavoro, sugli agenti DiNozzo e David e su altre questioni personali" spiegò la donna.
"Comunque mi chiamo Karen Green" aggiunse.
"Bene, Karen. Mi segua... Andiamo a parlare in un posto più tranquillo, dove potremo avere più privacy..." disse Gibbs alzandosi in piedi e facendo strada.

Ma di certo la sua destinazione non era un posto accogliente come la sala conferenze o il punto ristoro.








Note dell'autrice:

Ta-da!
Ok, magari vi aspettavate che a Zoe fosse successo qualcosa di peggiore di questo... Ma hey, è solo il capitolo 3... Non sono così cattiva! XD
Zoe parla ancora di un uomo, ma nessuno lo ha visto... Esiste? Non esiste?
Nel caso esistesse... Farà del male a Zoe? Oppure non le interessa la bambina?
Chi lo sa... Magari Zoe ha avuto delle allucinazioni...

E Ziva?! Farà qualcosa di avventato oppure Tony riuscirà a tenerla a bada?

Ma la cosa più divertente sarà: cosa farà Gibbs alla povera Karen?! Ahahaha
Inizia la battaglia con gli assistenti sociali... Potrebbe essere divertente! XD

Spero che il capitolo vi sia piaciuto... Nel prossimo vedremo sicuramente Gibbs parlare con Karen! Stay Tuned! :D

Grazie a tutti!
Baci, Meggie.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

"Prego, Karen. Entri pure" disse Gibbs aprendo la porta della sala interrogatori.

Lei lo guardò confusa, non capiva perché aveva scelto quel luogo.

"Mi scuso per il luogo, ma la sala conferenze è occupata... Purtroppo" spiegò Gibbs mentendo. Aveva scelto la sala interrogatori per metterla a disagio.
"Non si preoccupi, un posto vale l'altro per parlare" rispose lei cercando di non dare a vedere il suo disappunto.

Si sedettero entrambi al tavolo e Karen prese fuori un fascicolo e un block notes dalla borsa.

"Dunque cosa vuole sapere?" domandò Gibbs.
"Per prima cosa vorrei sapere qual'è il ruolo degli agenti DiNozzo e David qui all'NCIS" disse Karen.
"Sono agenti speciali, come tutti noi. Indaghiamo su omicidi che riguardano la marina, mi sembra ovvio" rispose McGee.
"E per loro, ogni giorno, c'è la possibilità di morire?" chiese.
"Si. Come per lei. Anche lei ogni giorno ha la possibilità di morire" rispose Gibbs.
"Ma è diverso, io non vado in giro a sparare alla gente" disse Karen un po' infastidita dalla risposta di Gibbs.
"Oh, ma cambia solo il modo di morire. Noi possiamo rimanere uccisi in uno scontro a fuoco, lei guidando la macchina per andare a fare fastidiose domande alla gente" replicò Gibbs affermando chiaramente il suo fastidio per le domande della donna.

Passarono altra mezz'ora su domande che Gibbs riteneva inutili, prima che la donna facesse la domanda che lui aspettava dall'inizio.

"Cosa le fa pensare che l'agente David sarà una buona madre, soprattutto alla luce del suo tutt'altro che tranquillo passato?" chiese Karen.
"Perché è una persona fantastica, leale e che sacrifica tutto per aiutare le persone che ama. Ha salvato la vita a Zoe, rischiando di morire" disse Gibbs.
"Ma l'agente David è stata cresciuta per essere un'assassina. E gli assassini non sono bravi genitori" rispose Karen.

Gibbs si alzò in piedi, lentamente si portò alle spalle di Karen.

"Le risulta per caso che all'NCIS si assumano assassini?" domandò lui.
"No, però..." iniziò Karen, ma Gibbs non la lasciò finire.
"Esatto. Noi assumiamo agenti speciali. E io in particolare, nella mia squadra, voglio solo gente di cui mi fido. Affiderei la mia vita nelle mani di Ziva. Anzi a dire il vero lei mi ha salvato un paio di volte" disse Gibbs.
"Ok. Presumendo che tutto questo sia vero, e lo verificherò, come mettiamo i risvolti psicologici che la prigionia in Somalia ha avuto sugli agenti DiNozzo e David? Perché mi pare di ricordare che l'agente speciale Anthony DiNozzo si imbracò in una missione suicida per vendicare la morte della collega" aggiunse Karen.

Stava cercando di trovare il pelo nell'uovo e lui lo aveva capito.

"Hanno fatto tutte le valutazioni del caso. E mi creda, se non fossero a posto psicologicamente, non lavorerebbero qui. All'NCIS ci sono regole severe da rispettare" rispose Gibbs sicuro.
"E cosa ci assicura che l'agente DiNozzo non si lancerà in un'altra missione suicida?" domandò Karen.
"Il fatto che ha la donna che ama accanto e presto avrà anche una bambina. Perché loro avranno Zoe" affermò sicuro.
"Inoltre ci sono io per questo. Mi creda non faranno nulla di stupido" aggiunse.
"Certo, perché lei è il capo" disse in modo sarcastico Karen.

A quel punto Gibbs non riuscì più a trattenersi, aveva cercato di stare calmo ma quella donna lo stava davvero infastidendo.
Si avvicinò di scatto a lei, cogliendola di sorpresa, e le bisbigliò all'orecchio.

"Karen, lei non ha nemmeno una vaga idea dell'autorità che esercito sulla mia squadra. Inoltre le consiglio di andarci piano sia con l'agente David che con l'agente DiNozzo, sono come figli per me. Li faccia soffrire o arrabbiare e se la dovrà vedere con me" disse.

Karen non rispose nulla, era rimasta un po' scossa dall'atteggiamento dell'agente speciale Gibbs. Si ritrovò a pensare che quando voleva sapeva essere davvero agghiacciante.

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Lei lo seguì di nuovo in ufficio, dove nel frattempo erano arrivati tutti gli altri.

"Lei è Karen, l'assistente sociale. È qui per fare un po' di domande a tutti. Ziva inizia tu" ordinò Gibbs.
"Andate nella sala interrogatori, come sai la sala conferenze è occupata" aggiunse.

Ziva capì subito che Gibbs aveva mentito a Karen, gli sorrise e si diresse nella sala insieme alla donna.
Non appena furono uscite dalla stanza, Tony, che era piuttosto preoccupato chiese "Capo hai scoperto qualcosa da quella donna?".
"Si. Che odio gli assistenti sociali più degli avvocati" affermò.
"McGee trova tutto quello che puoi su Karen" aggiunse.
"Credi che nasconda qualcosa?" gli chiese Tim.
"No. Ma voglio sapere tutto sull'avversario, voglio essere preparato" concluse.

Tony sorrise pensando a quello che Gibbs stava facendo per loro e in cuor suo sapeva che sarebbe andato tutto bene finché lui era con loro.

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Karen aveva passato i primi dieci minuti della conversazione a chiedere a Ziva cose sul suo lavoro.
Lei rispondeva cercando di sembrare il più gentile possibile anche se in realtà avrebbe voluto pugnalarla, o meglio conficcarle una graffetta in un occhio.
Riuscì a malapena a trattenersi dal picchiarla quando le domande si spostarono sulla sua infanzia e sulla Somalia. Sapeva che glielo avrebbe chiesto e quindi si era preparata psicologicamente.
Ma quando Karen toccò l'argomento Ari, Ziva esplose.

"Lei è senza dubbio un ottimo killer, ha ucciso suo fratello senza battere ciglio. Come può pensare che un giudice le affidi una bambina?" disse Karen. Probabilmente non aveva ascoltato con cura le parole di Gibbs.
"Cosa c'entra mio fratello? Ho dovuto ucciderlo. E si lo rifarei. Aveva perso il controllo, uccideva persone innocenti. Ho dovuto fermarlo o avrebbe ucciso Gibbs. Mi è piaciuto? Direi proprio di no, era mio fratello" rispose Ziva con un nodo alla gola.
"Ma il passato conta, agente David. E anche se lo ha fatto per buoni motivi ha sempre ucciso un membro della sua famiglia, una persona di cui si fidava fino a poche ore prima di ucciderlo" disse.
"Non uccido perché mi piace, ma perché devo. E comunque non sono più quella persona, l'agente del Mossad. Lavoro per l'NCIS e qui non addestrano assassini, ma agenti" rispose alzandosi e andando verso la porta.
"Gli assassini non possono essere genitori, lei non sarà mai una madre..." bisbigliò Karen.

Ziva tornò indietro, la fissò negli occhi e disse "So che sarei un'ottima madre, ho un cuore anche io sa? Ce la sto mettendo tutta per farle capire che sono cambiata, ma lei non prova nemmeno ad ascoltare".

Poi uscì dalla porta e tornò in ufficio.

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Quando Ziva arrivò alla sua scrivania, Tony capì immediatamente dal suo sguardo che qualcosa non andava.
Non la fece nemmeno sedere, la tirò a sé e l'abbraccio. Giusto il tempo per lei di appoggiare la testa sulla spalla di Tony che iniziò a piangere.

"Ziva, che è successo?" le chiese preoccupato.

Gibbs e Tim andarono subito verso di loro, volevano capire che cosa aveva detto o fatto Karen per ridurre Ziva in quello stato.

"Ha detto che sono un killer senza scrupoli perché ho ucciso mio fratello. Che questo fa di me un persona orribile che non potrà mai fare la mamma... Ma non è vero Tony, io sarei in grado..." spiegò lei.
"Non piangere, amore. E non darle retta, saresti una mamma fantastica. Ora parlo io con quella testa di..." inizò Tony.
"DiNozzo!" lo riprese Gibbs prima che concludesse la frase.
"Ora ci parla McGee con Karen, tu sei troppo nervoso... Finiresti con lo spararle" commentò Gibbs guardando Tim.

Lui annuì e diede un paio di fogli a Gibbs. Era quello che aveva trovato su Karen.

"Ziva stai tranquilla, ora ci parlo io e la faccio pentire di quello che ha detto. Per non parlare di quello che farà Abby, sappiamo che sa essere molto persuasiva" disse Tim.

Ziva sorrise, apprezzava davvero quello che tutti stavano facendo.

"Grazie McAmico. Vai e spaccale il c..." disse Tony.
"DiNozzo! Che hai oggi? Hai mangiato un vocabolario di maleducazione?" lo rimproverò Gibbs.
"Scusa capo. Karen fa star male la mia Ninja e io mi arrabbio" rispose lui ancora intento a consolare Ziva.

Gibbs la guardò e vide che anche se si era un po' calmata, le lacrime continuavano a scenderle sulle guance.

"Ziver, vuoi andare a casa?" gli chiese.
"No... Sto bene" rispose lei.
"Ok, allora... Tony portala un attimo e in bagno e poi rimettetevi al lavoro" disse Gibbs.

Poi mentre Tony portava in bagno Ziva, lui si sedette a leggere i fogli che McGee gli aveva dato, e notò un paio di cose che sicuramente gli avrebbero fatto comodo per aiutare i suoi agenti.

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Ziva si stava sciacquando la faccia, Tony guardava il suo volto riflesso nello specchio.

"Ti sei calmata ora?" le chiese.
"Si... Scusa ma questa storia mi sta mandando al manicomio" disse lei.
"Tranquilla, sto lentamente impazzendo anche io" rispose lui ridendo.
"Sai, quando sei arrivata così sconvolta mi sono preoccupato, pensavo che l'avessi uccisa. Quello si che sarebbe stato un bel problema" aggiunse lui scherzando.

Ziva rise.

"Molto simpatico, Tony. Ma se non avremo Zoe, sarà per colpa mia. Per colpa di quello che sono" disse lei.
"Perché sei una persona meravigliosa? Non credo sia un problema" disse lui.
"Tony..." iniziò lei.
"No. Non lasciarti condizionare, Ziva. Tu non sei un killer, sei un essere umano come tutti che merita felicità. Hai capito?" le disse abbracciandola di nuovo.

Lei annuì, rasserenata dalle parole di Tony.
Tornarono insieme alle scrivanie e si misero a lavorare. Passarono tutta la mattinata in ufficio mentre Karen parlava con tutti.
Durante la pausa pranzo Gibbs ne approfittò per andare a scambiare due paroline con lei.

La portò nella sala relax e si sedette al tavolo.

"Qual'è il problema, agente Gibbs?" chiese lei sulla difensiva.
"Qual'è il problema? Ora glielo mostro..." rispose lui.








Note dell'autrice:

Eccomi qui!
Con un giorno di ritardo, lo so. Però sono qui lo stesso! :D
Allora, magari vi aspettavate di vedere Zoe anche qui... Ma non potevo mettere tutti in un capitolo!
La simpatica Karen (sarcasmo) ha iniziato con i colloqui... Per ora ha parlato con Gibbs, Ziva e Tim... Non credo che scriverò di tutti i colloqui... Ma ditemi, c'è qualcuno in particolare che volete vedere? Quello di Tony? Di Abby? Scelgo io? Ditemi voi! XD

Comunque vi anticipo che nel prossimo capitolo rivedremo anche Zoe... E chissà che succederà! Cosa dirà Gibbs a Karen?!:)

Spero vi sia piaciuto!
A presto!
Baci, Meggie.

P.s.: grazie per gli auguri, l'esame è andato bene! :D


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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

Durante la pausa pranzo Gibbs ne approfittò per andare a scambiare due paroline con lei.

"Qual'è il problema, agente Gibbs?" chiese lei sulla difensiva.
"Qual'è il problema? Ora glielo mostro..." rispose lui.


"Vede Karen, le avevo detto di evitare di infastidire Tony e Ziva con le sue stupide ed inutili domande. E ora è il mio turno per crearle dei problemi" disse Gibbs.
"Ah. E cosa pensa di fare arrestarmi? Cosa crede di sapere lei?" disse Karen alzando la voce.
"Lo sa, noi siamo investigatori. Il nostro compito è scoprire cose sulle persone. E guardi un po' cosa ho scoperto io..." rispose Gibbs mostrandole dei fogli.

C'era scritto tutto sulla sua adolescenza, passato difficile fatto di alcool e droga. Arrestata più volte e riformatorio.

"Tutte queste cose non sono scritte sul suo fascicolo e la sua fedina penale risulta pulita solo perché ha uno zio che fa il giudice, che ha potuto occultare tutto. Sarei davvero curioso di sapere cosa pensano di tutto ciò i suoi superiori. Potrei metterli al corrente" spiegò Gibbs.
"Questo è un ricatto. Crede che così facendo avrà quello che vuole?" domandò lei.
"Credo di si. Comunque non è un ricatto. Io avrei l'obbligo di informare i suoi superiori e a quel punto ci assegnerebbero un altro assistente sociale e tutto procederebbe normalmente. Ma se lei collabora accelerando le pratiche le darò la possibilità di sistemare questa faccenda sul suo passato evitando di doverlo dire io ai suoi superiori" rispose Gibbs.
"E se non lo faccio?" lo sfidò Karen.
"Io la denuncio, lei avrà moltissimi problemi e probabilmente andrà in galera. Revisioneranno tutti i suoi casi e noi avremmo un nuovo assistente sociale. Che sicuramente non avrà problemi a concedere l'affidamento a Tony e Ziva. Se ho capito bene lei viveva in orfanotrofio da piccola e non è stata molto fortunata in fatto di famiglie affidatarie. Cos'è questa? Una vendetta? Se non ha avuto lei dei buoni genitori non possono averli nemmeno gli altri bambini?" disse Gibbs.

Karen non rispose, sapeva di essere con le spalle al muro.

"Ora vada a parlare con Abby, nel suo laboratorio. Più tardi Tony la raggiungerà e potrà parlare anche con lui. Ah, e mi faccia avere una risposta prima di uscire da qui, in caso contrario chiamerò un suo superiore domani" disse Gibbs tornando al lavoro.

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Quando arrivò nel laboratorio di Abby la musica era assordante.

"Signorina Sciuto. Signorina Sciuto!" gridò un paio di volte prima che Abby si accorgesse della sua presenza e abbassasse il volume della musica.
"Ah, Karen" disse lei sulle sue.
"Si, sono io. Sono qui per porle qualche domanda" rispose.
"Va bene, ma io devo lavorare e non mi fermerò per lei. Quindi parli pure è faccia in fretta" disse Abby.

Karen capì subito che aria tirava. Tuttavia non si curò molto né dell'atteggiamento di Abby né delle parole di Gibbs e partì subito alla carica facendo domande inopportune.
Abby rispose cercando di mantenere la calma, come le aveva detto Gibbs ma quando Karen mise in dubbio le capacità di Ziva di fare la madre non riuscì a resistere.

"Karen, lei lo sa che cosa ha passato Ziva durante la sua infanzia? Ha una vaga idea del dolore che ha dovuto sopportare? Ah, certo che lo sa! Ha tutti i suoi inutili fascicoli, che per la cronaca non le fanno capire nulla sull'agente David. Se si fosse fermata un attimo a riflettere avrebbe capito che Ziva è più che capace di occuparsi di una bambina..." iniziò Abby.

"Ma..." provò a dire Karen.

"Qualcuno le ha dato il permesso di parlare? No. Dicevo che Ziva sarà perfettamente in grado di fare la madre. L'unica che non sarebbe in grado qui, è lei. Quindi ora le dico cosa farà: prenderà i suoi fogli e scriverà che Zoe può essere adottata da Tony e Ziva, poi sparirà dalla nostra vita" concluse Abby.
"E se non lo facessi?" la sfidò Karen.
"Lei sa che sono una delle poche persone al mondo capace di uccidere senza lasciare traccia?" rispose Abby sicura di sé.
"È una minaccia, signorina Sciuto?" chiese lei.
"No. Volevo solo informarla. Così poi non ha sorprese" rispose Abby sarcastica.
"Il suo tono non mi piace" disse Karen.
"E me non piace lei" disse Abby smettendo di rispondere ad ogni sua domanda.

Rassegnata Karen tornò in sala interrogatori dove ad aspettarla c'era Tony.

"Salve agente DiNozzo" disse lei.

Ma Tony non era in vena di giochini in cui lei faceva domande lui rispondeva fingendo di essere tranquillo.

"Senta non sono qui perché voglio parlare con lei e non sono qui per minacciarla. Se aveva intenzione di farmi il terzo grado come ha fatto con tutti gli altri, ha sbagliato persona. Le dico solo questo: sta facendo soffrire la persona che amo, la persona più importante al mondo per me. E questo non lo tollero. Noi avremmo quella bambina con o senza la sua approvazione, lotteremo finché non sarà a casa con noi. E lei non potrà fare nulla per fermarci. E ora la parte più importante: non si azzardi mai più ad avvicinarsi a Ziva. Mai più" disse Tony andando verso la porta.

"Altrimenti? Cosa crede di fare, partire per una missione per uccidermi? Come fece con Saleem?" domandò lei, lo stava stuzzicando.

Tony si bloccò, fece appello a tutta la sua forza per non reagire in modo esagerato. Strinse i pugni e tornò verso Karen.

"Per Ziva partirei per una missione del genere altre mille volte, ma questi non sono affari suoi. E non mi sfidi chiedendomi cosa farò "altrimenti", mi creda non lo vuole sapere. È stato un piacere parlare con lei" disse questa volta uscendo dalla stanza.

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Prima di tornare in ufficio si fermò un attimo in bagno per riprendersi. Si era già pentito per come si era comportato, il suo atteggiamento avrebbe potuto compromettere tutto.
Prese coraggio e tornò alla scrivania, ora doveva spiegare tutto a Gibbs e a Ziva. Ma quando arrivò trovò Ziva seduta con lo sguardo perso nel vuoto.

"Ziva" le disse avvicinandosi.
"Karen... Lei... Non ci daranno Zoe, ha detto a Gibbs che non ci approverà come genitori" rispose.
"Amore..." disse facendola alzare e abbracciandola, si sentiva molto in colpa in quel momento.
"Scusami è colpa mia, non avrei dovuto minacciarla. Non so a cosa pensavo" aggiunse.

A quel punto McGee, Gibbs e anche Abby che li aveva raggiunti alle scrivanie intervennero.

"DiNozzo non è colpa tua anche io l'ho minacciata" disse Gibbs.
"Anche io" aggiunse Tim.
"Beh, ad essere sincera anche io mi sono fatta un po' prendere la mano" concluse Abby.
"Ma ora sistemiamo tutto, va bene?" disse Gibbs.

Ziva si staccò da Tony.

"Lo hai già detto cento volte Gibbs! E Zoe ancora non è con noi" disse arrabbiata.
"Lo so, ma ora abbiamo un asso nella manica" rispose lui spiegando tutto quello che aveva scoperto su Karen.

Questo diede un po' di speranza in più a Tony e Ziva, nonostante tutto ancora non avevano perso questa battaglia.

"Ora tornate a casa, riposatevi. Domani avete un appuntamento con Zoe" gli ordinò Gibbs.

Tornarono a casa, passarono tutto il viaggio in macchina in silenzio.
Ogni tanto Tony guardava Ziva, avrebbe voluto dirle qualcosa ma non si azzardava. Temeva che lei fosse arrabbiata per come si erano comportati tutti con Karen.

"Senti Ziva, so che non mi vuoi parlare. So che sei arrabbiata con tutti noi per quello che abbiamo detto a Karen, ma..." iniziò Tony una volta entrati in casa.

Ziva lo fermò. Si avvicinò a lui, gli mise una mano sul petto mentre con l'altra gli accarezzava il volto.

"Tony, amore. Non sono arrabbiata e soprattutto non con te. Come puoi pensarlo. Ce l'ho con Karen, è lei che odio, non voi. Voi state solo cercando di aiutarmi" gli disse prima di baciarlo.
Tony l'abbracciò e lei ricambiò. Aveva bisogno di quell'abbraccio, si sentiva davvero stanco tutto questo.

"Forse anche io sono un po' troppo stressato da tutta questa storia" ammise lui.
"Non fa nulla. Ora mangiamo e andiamo a dormire. Siamo stanchi tutti e due" disse Ziva prendendolo per mano e andando in cucina.

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Nel frattempo Karen era andata all'orfanotrofio in cui viveva Zoe per parlare con Suor Agnese.

"Ho finito oggi i colloqui e ho già preso la mia decisione. Zoe non potrà stare con l'agente DiNozzo e David. Quindi quando domani si presenteranno non li faccia avvicinare alla bambina" le disse.
"Ma come? Loro hanno il diritto, abbiamo un accordo" disse la suora.

Lei desiderava davvero che Zoe andasse a vivere con loro. Aveva subito capito quanto erano legati a quella bambina e sapeva che con Tony e Ziva avrebbe avuto una vita felice.

"Beh, ora l'accordo è saltato. Se li farà incontrare, anche lei avrà dei problemi. E non creda di riuscire a fare tutto di nascosto, io la scoprirò" rispose Karen prima di andarsene.

Suor Agnese era sconvolta, non sapeva a cosa pensare. Di certo non avrebbe chiamato Tony e Ziva a quell'ora per dirgli cosa era appena successo, li avrebbe spaventati per nulla.

Proprio in quel momento arrivò Zoe correndo, in pigiama.

"Zoe, che ci fai ancora sveglia?" le chiese cercando di non dare a vedere la preoccupazione.
"Domani è sabato vero?" chiese.
"Si, tesoro" rispose la suora.
"Quindi vengono Tony e Ziva?" domandò sorridente.
"Certo, come ti hanno promesso" disse.

Zoe saltellò felice.

"Ora corri a dormire, che è tardi. Non vorrai mica essere stanca domani?" le disse accarezzandole il volto.
"No! Buona notte Suor Agnese" rispose Zoe correndo in camera.

Vedendo la felicità di Zoe al solo pensiero di poter rivedere Tony e Ziva, si convinse che non avrebbe fatto nulla per impedire loro di vederla.
Voleva, anzi doveva aiutarli.

















Note dell'autrice:

Heyyyyyyyyyyyyy!
Ecco il capitolo! XD

Avete visto, alla fine ho messo entrambi i colloqui! Dalle recensioni ho visto che volevate entrambi e nemmeno io sapevo scegliere.
Questo però ha comportato che vedremo la parte con Zoe nel prossimo capitolo.

Spero non mi odierete troppo per come ho concluso qui... Dai sono stata buona... Non è troppo angst-cliffi... No?!

Chissà cosa succederà?
Riusciranno a vedere Zoe? Karen farà qualcosa? Creerà dei problemi?!
Lo scopriremo mercoledì prossimo!

Grazie a tutti!!!!!
Baci, Meggie.



























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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

Quando sabato pomeriggio Tony e Ziva uscirono per andare da Zoe non si aspettavano certo tutto quello che stava per accadere.
Arrivarono all'orfanotrofio al solito orario e rimasero stupiti quando non videro ad aspettarli né Zoe né Suor Agnese.
Di solito Zoe gli correva incontro gridando i loro nomi e la suora era subito da loro. Questa volta, quando entrarono, trovarono solo alcune bambine intente a disegnare.
Una di loro si alzò e gli disse che andava a chiamare Suor Agnese.

Cinque minuti dopo videro la suora scendere le scale, con uno sguardo serio.
Ziva sentì una stretta allo stomaco, capì immediatamente che qualcosa non andava.

"Ben arrivati. Venite con me un momento ho bisogno di parlarvi" disse la suora spostandosi in una stanza lontana dalle altre bambine.
"Devo darvi due notizie" aggiunse.
"Ci dica" disse Tony stringendo la mano di Ziva.

"La prima cosa, è che credo che Zoe abbia l'influenza" iniziò Suor Agnese.
"Non è nulla di grave, ha la febbre per ora. Quando questa mattina sono andata a svegliare le bambine mi sono accorta che stava male" spiegò.
"E perché non ci ha chiamato subito? Eravamo d'accordo che per qualsiasi problema doveva avvertirci" disse Ziva preoccupata.
"Possiamo vederla?" aggiunse subito Tony.
"Ed è qui che entra in gioco la seconda notizia" rispose la suora.
"Ieri sera è passata Karen... Mi ha detto che non avete il permesso di vedere Zoe e che io non posso permettervi di avvicinarvi" spiegò mostrando il suo disappunto per la cosa.

Ziva iniziava ad agitarsi. Zoe stava male e apparentemente loro venivano considerati come degli estranei nei confronti di Zoe. Strinse più forte la mano di Tony.

"Ma come..." iniziò a dire Tony piuttosto nervoso.
Ma la suora lo fermò prima che potesse finire la frase.

"State tranquilli. Finché siete qui sono io a decidere e per me potete passare con lei tutto il tempo che volete. Volevo solo avvertirvi che l'assistente sociale ha detto che ci tiene d'occhio, quindi potreste avere dei problemi" concluse Suor Agnese.

Ziva lasciò andare il respiro che probabilmente stava trattenendo da quando era entrata.
"Grazie... Lei è davvero una persona fantastica" disse Zova sorridendo.
"La felicità delle bambine per me è la cosa più importante. Ora potete andare da lei, è nella sua camera" rispose alzandosi.

Quando entrarono nella camera videro Zoe nel suo letto, abbracciata al suo orsacchiotto.

"Hey, Zoe..." disse Ziva avvicinandosi.

La bambina si voltò a guardarli e si mise seduta sul letto.

"Ziva, Dino! Siete arrivati!" gridò felice.
"Come stai, amore?" le chiese Ziva sedendosi sul bordo del letto mentre Tony prendeva una sedia.
"Ho l'influenza... Oggi non possiamo giocare in giardino" rispose con la voce triste mentre andava in braccio a Ziva.

Tony andò a sedersi di fianco a Ziva e mise una mano sulla fronte della bambina.
"Oh, Zoe... Sei bollente" commentò Tony.
"Ha la febbre alta" aggiunse rivolto a Ziva.
"Ho anche la tosse" disse Zoe guardando Tony.
"Davvero, pasticcino? Mi dispiace" rispose lui accarezzandole la testa.

Lei annuì. Aveva gli occhi lucidi, era stanca e sembrava stare davvero male.
Rimasero tutto il tempo nella stanza a fare compagnia a Zoe. Sembrava che l'unica cosa che fosse in grado di fare quel giorno fosse stare in braccio a Ziva e tossire.

Improvvisamente Suor Agnese entrò nella stanza.

"Ora dovete andare via, Karen sta arrivando" disse aprendo l'armadio di Zoe.
"Come fa a saperlo?" chiese Tony confuso.
"Ho chiesto al proprietario della casa in fondo alla strada di avvertirmi quando la vedeva. Dovete andare via" disse lei.
"No!" gridò Zoe piangendo.

Ziva la strinse forte cercando di calmarla.

"Shh... Non agitarti o ti tornerà la tosse" le disse.
"Tranquilla Zoe" intervenne Suor Agnese.
"Oggi vai a casa con Tony e Ziva" aggiunse.

Si guardarono tutti.

"Davvero?" dissero Tony e Ziva confusi.
"Si. Sono stanca di vederla piangere perché un'assistente sociale non fa il suo lavoro. Mi assumo io la responsabilità" spiegò dando a Tony alcuni vestiti di Zoe.
"Poi vi farò avere il resto delle sue cose" disse.

Scesero le scale velocemente sperando di uscire in tempo prima che Karen arrivasse, salirono in macchina con Zoe e si diressero a casa.

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Karen arrivò all'orfanotrofio un minuto dopo che Tony e Ziva erano usciti, avevano fatto appena in tempo.

"Dove sono" chiese entrando.
"Chi?" disse Suor Agnese facendo finta di non capire.
"Lo sa benissimo chi" rispose.
"Non ci sono, mi aveva detto di non farli avvicinare a Zoe" mentì la suora facendosi un meno mentale di dire dieci Ave Maria in più quel giorno.
"Allora voglio vedere la bambina" affermò Karen.
"Non può. È ammalata, sta dormendo" rispose.
Karen la guardò e capì. La suora non era brava a mentire e in fondo lei si aspettava quello che era successo.

"Gliela ha fatta portare via" disse voltandosi per uscire.
"No" esclamò Suor Agnese. Ma ormai era tardi.
"Si invece. E ora siete tutti nei guai" rispose andando via.

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Zoe si era addormentata durante il viaggio in macchina, così quando arrivarono a casa Ziva si sedette sul divano tenendola in braccio mentre Tony telefonava a Gibbs.

"Ha detto che arriva subito" disse Tony sedendosi di fianco a Ziva.
"Ok... Tony, non voglio che ce la portino via di nuovo" gli disse.
"Nemmeno io, ma vedrai che non succederà" rispose lui.

Rimasero sul divano in silenzio a guardare Zoe che dormiva tra le braccia di Ziva. Ancora non potevano credere che fosse con loro.
Ad un certo punto Zoe si svegliò, aprì gli occhi e iniziò a guardarsi intorno anche lei incredula.

"Ben svegliata" le disse Tony.
"Dino, ciao" rispose.
"Amore, come ti senti?" le chiese Ziva preoccupata.

Zoe non rispose, tornò ad appoggiarsi a Ziva mettendosi il dito in bocca.

"Vuoi qualcosa da bere o da mangiare?" chiese Tony.
"No, mi fa male la pancia" rispose Zoe.
"Allora magari ti va di vedere un film" le propose.

Zoe sorrise per la prima volta in quel giorno.

"Si, voglio vedere quello del pesciolino!" rispose felice alludendo al film. 'Alla ricerca di Nemo'.

Ziva rimase con lei sul divano a guardare il film. Zoe sembrava essersi rilassata e Ziva aveva aspettato mesi per quel momento. Poter stare insieme a Zoe come farebbe una madre.

Gibbs arrivò poco dopo, seguito dal capo di Karen. Aveva già pensato a tutto, sapendo che l'assistente sociale si sarebbe diretta a casa di Tony e Ziva.
Non ci volle molto, infatti, perché bussasse alla porta. Stava per iniziare a parlare e ad accusare Tony e Ziva di rapimento quando si accorse della presenza del suo capo.

"Signorina Green, sono venuto a conoscenza di dettagli della sua vita privata che dobbiamo discutere in provato" disse l'uomo.
"È sollevata dal caso e sospesa dal suo lavoro fino a che non chiariremo la situazione. Ora venga con me" aggiunse.
"Ma io non ho dato l'autorizzazione per l'affidamento di Zoe, la bambina non può restare qui!" gridò.

A quel punto Ziva si alzò dal divano, diede Zoe in braccio a Tony e si diresse verso Karen.

"Mi pare che sia stata invitata ad uscire da casa nostra. Le conviene eseguire l'ordine del suo capo se non vuole che le dia una dimostrazione di quello che insegnano al Mossad" le disse arrabbiata.
"Io glielo avevo detto Karen, a tirare troppo la corda poi si spezza" aggiunse Gibbs.

Prima di uscire con Karen, l'uomo disse "Mi scuso per tutto quello che è successo, sul serio. Presto vi assegneranno un nuovo assistente sociale che completi le pratiche. Ma vi dò io l'autorizzazione a tenere con voi Zoe fin da oggi".

Tirarono tutti un sospiro di sollievo, compreso Gibbs. In fondo anche lui ci sperava molto che quel momento arrivasse, dopo tutta la fatica che avevano fatto Tony e Ziva.

"Grazie capo, per l'aiuto" disse Tony una volta che Karen fu fuori dalla loro casa.
"Non ringraziarmi, l'ho fatto con piacere" rispose.

Ziva invece che parlare lo abbracciò, no sapeva cosa dire in quel momento.
"Sei felice, piccola?" le chiese.
"Si, non potrei chiedere di più" rispose lei.
"Bene, ora vi lascio da soli. Ah, congratulazioni" rispose guardando Zoe e uscendo.

Quando anche Gibbs uscì da casa loro, Tony e Ziva si guardarono e sorrisero.

"Ziva, vuol dire che posso restare con voi ora?" chiese Zoe.
"Si amore, resti a vivere qui" rispose lei avvicinandosi alla bambina e accarezzandole il volto.
"Per quanto?" domandò ancora. Era piccola e con la confusione di quel periodo non aveva realizzato cosa stesse succedendo.
"Per sempre, pasticcino. Come ti avevamo promesso" le spiegò Tony.

Zoe abbracciò Tony, felice. Finalmente anche lei sentiva di tornare alla normalità. Sua madre non sarebbe mai tornata ma almeno poteva vivere con persone che le volevano bene e che lei adorava.

"Vieni, Zoe" le disse Ziva prendendola in braccio.
"Ora proviamo la febbre e poi finiamo di vedere il film, ti va?" aggiunse.

Zoe annuì, felice nonostante stesse male. A dire il vero era talmente contenta di poter rimanere con loro che non le importava più di avere l'influenza.
Dopo aver finito di vedere il film ed essere riusciti a far mangiare qualcosa a Zoe decisero di metterla a dormire.
Ziva rimase a guardarla per più di mezz'ora finché Tony non entrò in camera di Zoe per vedere se andava tutto bene.

"Si, è solo che ancora non riesco a credere che sia con noi. Ho paura che se esco da qui lei sparisca, che sia solo un sogno" disse Ziva.
"È la realtà, amore. Ora esci o rischiamo che si svegli" le rispose Tony.

Uscirono dalla stanza e si sedettero sul divano.

"Tony, grazie per avermi aiutato in questo periodo. Immagino che non sia stato facile sopportarmi" disse lei ridendo.
"Ti amo, farei di tutto per te. Anche se sei insopportabile" scherzò lui.

Si baciarono, felici.

"Ora saremo una famiglia" commentò Ziva accoccolandosi su Tony.

Erano felici, sentivano che le cose stavano finalmente andando bene. Di certo non si sarebbero mai aspettati quello che sarebbe successo di lì a poco.













Note dell'autrice:

BAM!
Allora?! Come va?! Piaciuto questo capitolo? AHHAHAHA
Spero di si perché finalmente Zoe va a vivere con Tony e Ziva! Abbiamo una bella family felice e contenta! XD

Quindi siccome vi ho fatto un capitolo felice non potete uccidermi per il finale! Giusto!?
No vabbè ma vi avevo avvertito che questa storia era ANGST quindi non potete essere sorpresi! XD
Diciamo che per ora mi sento buono quindi credo che il prossimo capitolo sarà tranquillo, di passaggio e poi ci diamo dentro con l'ansia! Che ne dite?! :D

Spero che vi sia piaciuto!
A presto!
Baci, Meggie.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

Quando la mattina dopo Tony e Ziva andarono a svegliare Zoe si resero conto che stava ancora male.
Non che si aspettassero che l'influenza le passasse in una notte. Ma il ruolo di genitori per loro era nuovo, e per quanto avessero desiderato avere Zoe con loro, non sapevano cosa fare.
Fortunatamente era domenica e questo significava che, salvo emergenze, erano entrambi a casa dal lavoro e potevano dedicarsi per tutto il giorno a Zoe.

"Secondo te dobbiamo svegliarla o lasciare che riposi ancora?" chiese Ziva mentre la guardava dormire tranquilla appoggiata alla porta della sua camera.

Tony la guardò, insicuro su cosa rispondere.

"Sono le dieci... Magari la svegliamo e vediamo come sta? Sinceramente Ziva, io immaginavo che il primo giorno in cui ritornava da noi l'avremmo portata al mare. Le era piaciuto tanto" rispose Tony.
"Anche io... Ok allora vado a svegliarla e poi vediamo. Una cosa per volta" commentò lei.

Ziva entrò nella camera senza fare troppo rumore, non voleva spaventare Zoe. Tony la seguì, voleva esserci anche lui.

"Zoe, tesoro... È ora di alzarsi" le disse Ziva accarezzandole il volto, caldo per la febbre.

Zoe si mosse e mormorò qualcosa, senza però aprire gli occhi.

"Andiamo pasticcino, apri gli occhietti e dicci come ti senti" aggiunse Tony.

Lentamente Zoe aprì gli occhi, stava per dire che voleva dormire ancora, ma quando si accorse del luogo in cui era un enorme sorriso comparve sul suo volto.

"Ziva, Dino! Ma allora non era un sogno!" esclamò mettendosi seduta sul letto.
"Sono davvero a casa con voi" aggiunse felice.

Tony e Ziva si scambiarono uno sguardo e si rilassarono un po'. Nonostante stesse male, almeno era felice.

"Si che sei davvero con noi, Zoe. Allora, come stai questa mattina? Vuoi dormire ancora un po'?" le domandò Tony.
"Sto benissimo, Dino! Posso venire di là con voi?" rispose buttandosi tra le braccia di Tony.

Ziva rise vedendo la scena.

"A me non sembra che tu stia proprio bene, hai la febbre, però è ovvio che puoi venire con noi, Zoe" le disse Ziva accarezzandole la schiena.

E in effetti non stava bene. Non mangiò nulla per quasi tutto il giorno e rimase per lo più in braccio a Tony o Ziva a guardare la televisione o a farsi leggere dei libri.
Quando, alla sera, Zoe ancora non era migliorata, decisero di chiamare Ducky per farla visitare. Lui non era proprio il medico di famiglia, ma per quell'occasione sarebbe andato più che bene.

"Starà bene. Dategli quello che ho prescritto per la tosse e la febbre e guarirà presto" disse Ducky.

Tony uscì immediatamente e andò alla farmacia più vicina a prendere le medicine per Zoe, mentre Ziva restava in casa con lei.
Erano sedute sul divano a fare nulla, mentre aspettavano Tony.

"Ziva, domani andiamo al parco?" chiese Zoe mentre giocava con i suoi capelli.
"Domani non si può, stai male. Ma appena ti passa la febbre ci andiamo, ok?" rispose Ziva mettendola seduta meglio quando iniziò a tossire.
"Ma io ci voglio andare. Per favore" insistette.
"Tesoro. Vorrei portarti, ma dovrai aspettare di guarire. Se andiamo domani starai peggio e dovrai rimanere in casa ancora più tempo" provò a spiegarle.

Zoe iniziò a piangere. Era stanca e aveva tossito tutto il giorno. Ziva sperò davvero che le medicine l'aiutassero. Oltre a non sapere in che altro modo farla stare meglio, la faceva davvero star male vederla così.
Fortunatamente Tony arrivò a casa velocemente.

"Che succede?" chiese vedendo Ziva intenta a calmare Zoe.
"Sta male, Tony. E ha voglia di andare al parco" rispose sorridendo. Zoe le faceva tenerezza ma anche sorridere.
"Hey, non piangere. Ti ho preso le medicine vedrai che starai meglio" le disse Tony.
"Ma Dino, io non voglio prendere le medicine" si lamentò.

Si aspettavano entrambi una reazione del genere, a quale bambina di cinque anni va di prendere le medicine.

"Come non vuoi? Mi hanno detto che è come un succo di frutta, sa di fragola" provò a convincerla Tony.
"Di fragola, sei sicuro?" chiese Zoe poco convinta mentre Tony le preparava lo sciroppo.
"Tu mi hai fregato, Dino. Non è buono come il succo alla fragola" disse dopo averlo bevuto.

Tony e Ziva risero a quella frase.

"Mi dispiace, pasticcino. Ma in ogni caso ti farà stare meglio" le disse.
"Andiamo a dormire ora?" le chiese Ziva.

Rimase con lei finché non si addormentò, sperando che presto stesse meglio
Fortunatamente, come aveva detto Ducky le medicine fecero effetto. Infatti bastarono un paio di giorni perché Zoe guarisse.

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Era già passata più di una settimana da quando Zoe era andata a vivere con loro. Adesso stava bene e sia Tony che Ziva tornarono al lavoro.
Ovviamente non avevano ancora scelto una scuola per Zoe, così decisero di portarla al lavoro con loro per un po' di tempo e aspettare che si adattasse alla nuova situazione.
Anche se quella mattina dovettero svegliarla presto lei era felice. Questa era la cosa che gli piaceva di più di Zoe, sorrideva sempre. Per lo meno da quando era con loro.

Arrivarono all'NCIS e presero l'ascensore.

"Posso premere io il pulsante?" chiese Zoe.
"Certo amore, devi premere quello in alto" le disse Ziva.

Tony, vedendo che non ci arrivava la prese in braccio, aiutandola.
Quando entrarono in ufficio, Gibbs e McGee erano già alle loro scrivanie.

"Ciao!" salutò tutti Zoe sorridendo.
"Buongiorno. Che bel vestito che hai oggi" le disse Gibbs.
"Ziva lo ha scelto. C'è anche un panda che sorride qui vicino alla tasca, ti piace?" rispose Zoe indicando il disegno.
"È molto bello" rispose.
"Zoe, vieni qui da me. Non disturbare Gibbs che sta lavorando" la chiamò Ziva.
"Ti va di fare un disegno? Ti siedi qui vicino a me. Guarda ho portato i tuoi pennarelli" aggiunse.
"Si! Posso fare un disegno per Dino?" rispose Zoe sedendosi al lato corto della scrivania di Ziva.
"Puoi fare quello che vuoi. Se hai bisogno dimmelo" le disse.

Zoe passò la giornata a disegnare o a chiacchierare con Abby. Arrivati a sera, Zoe dormiva tranquilla in braccio a Tony.

"Spero non abbia dato troppo fastidio, oggi. È che pensiamo sia presto per mandarla a scuola, dopo tutto quello che ha passato" disse Ziva a Gibbs prima di andare a casa.
"Non ti preoccupare, non crea alcun problema. Può restare qui tutto il tempo che vuole" le rispose Gibbs.
"Ora andate a casa a riposare, ci vediamo domani mattina" aggiunse salutandoli.

"È perfetta, non credi?" chiese Ziva a Tony mentre guidavano verso casa.
"Si lo è. E sembra felice adesso" disse Tony.
"Spero che nulla rovini questa sua, e anche nostra, serenità" rispose Ziva.
"Qualunque cosa accada lo affronteremo insieme, Zee. Non ti preoccupare" disse Tony prendendole la mano.

Quella sera, quando andarono a dormire, Ziva si ritrovò a pensare alla piega che aveva preso la sua vita.
Le sarebbe davvero piaciuto avere sua madre ora, per chiederle consigli. Per condividere con lei la sua felicità.
Ma, nonostante tutto, pensava che la sua vita fosse perfetta. Aveva Tony, sempre con lei qualsiasi cosa succedesse. E ora aveva anche Zoe. Non poteva chiedere altro.

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"Suor Agnese!" gridò Mary correndo verso la suora.
"Zoe aveva ragione!" aggiunse.

Altre tre bambine si aggiunsero a Mary.

"Che succede, vi avevo detto di prepararvi per la notte bambine" disse la suora.
"Ma Suor Agnese, lo abbiamo visto anche noi" disse Mary.
"Chi avete visto?" domandò.
"L'uomo che ci guarda. Lui esiste. Zoe diceva la verità" rispose un'altra bambina.
"E quando lo avete visto?" chiese la suora.
"Adesso dalla finestra del bagno! Venga a vedere anche lei" disse Mary prendendo la suora per mano e trascinandola in bagno.

Guardarono fuori dalla finestra ma nessuno riuscì a vedere nulla. In realtà la suora faticava a credere alle bambine, erano piccole e suggestionabili.

"Bambine venite qui" disse.
"Vi siete un po' fatte condizionare da quello che diceva Zoe. È buio ed è difficile che voi abbiate visto qualcosa. Magari era solo un'ombra di un albero. Non dico che Zoe mentisse, ma era un brutto periodo per lei, era spaventata. Magari è stata la paura a farle vedere certe cose. Non c'è nessuno che vi guarda" aggiunse.
"Ma, Suor Agnese... Io sto dicendo la verità" rispose Mary.
"Va bene, se lo vedrai di nuovo chiamami subito e andrò a controllare" disse la suora.

Era inutile discutere, preferiva assecondarle per un po' e dimostrare che era solo frutto della loro fantasia.

"Ora andiamo a dormire, o domani mattina sarete stanche" aggiunse accompagnandole in stanza.

Proprio mentre stava uscendo dalla camera si accorse che sul comodino del letto in cui aveva dormito Zoe c'era una busta bianca.
Avrebbe giurato che la mattina precedente, mentre rifaceva i letti, non ci fosse stato nulla sul comodino.
Così prese la busta senza farsi notare e uscì dalla camera.
Andò nel suo ufficio e l'aprì. Dentro c'era una foto di tutte le bambine che giocavano in giardino, tra le quali c'era anche Zoe. Sul retro una frase.
"Io vi guardo"

A quel punto si morse la lingua per non aver dato ascolto prima a Zoe e ora a Mary e alle altre bambine.

Prese il telefono immediatamente e chiamò Tony e Ziva. A quel punto era preoccupata per Zoe. Se tutto questo era cominciato da quando lei era arrivata, ora poteva essere in pericolo.










Note dell'autrice:

Ciaooooo :)
Ecco il capitolo! E come vi avevo promesso è stato un capitolo più tranquillo. Voglio dire è stato un capitolo di passaggio. Abbiamo visto un po' di TIVA family...
Però io non mi smentisco mai è infatti nel finale ho messo un po' di ANGST! XD

Chi aveva ipotizzato che l'uomo che vedeva Zoe fosse vero e che fosse implicato nel caso che inizierà proprio a partire dal prossimo capitolo... Beh ci aveva preso in pieno! :D
Chissà cosa vorrà da Zoe e dalle altre bambine!? XD

Spero che la storia vi stia piacendo!

A presto!
Baci, Meggie. 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

Prese il telefono immediatamente e chiamò Tony e Ziva. A quel punto era preoccupata per Zoe. Se tutto questo era cominciato da quando lei era arrivata, ora poteva essere in pericolo.

Quando il telefono squillò, Tony guardò l'orologio confuso. Zoe già dormiva nella sua camera e lui e Ziva erano già sdraiati nel letto.
A dire la verità Ziva si era già addormentata mentre Tony era ancora sveglio. Stava guardando la sua Ninja dormire tra le sue braccia.
Lo squillare del telefono fece sobbalzare anche Ziva che scattò seduta sul letto guardandosi intorno. Le sue doti da Ninja erano sempre attive.

"Tranquilla, è solo il telefono. Ora rispondo, forse è Gibbs che ci chiama per una caso" le disse Tony alzandosi.
"Ma è impossibile, lui ci cerca sul cellulare. Non sul telefono di casa" rispose lei seguendolo in salotto.

Tony rispose, scoprendo che a chiamarli era Suor Agnese. Quando anche Ziva si rese conto che era lei sentì un brivido percorrerle la schiena. Pensò subito a Zoe e al fatto che potessero portargliela via.
Si fece spazio tra le braccia di Tony e si appoggiò. Lui non esitò un attimo e l'abbracciò.

"Ok, grazie. Venga domani mattina all'NCIS e porti il biglietto con lei" concluse la chiamata Tony.
"Che succede?" chiese Ziva preoccupata.
"Suor Agnese ha trovato un biglietto sul comodino di Zoe. È una foto delle bambine con scritto 'Io vi guardo'. E stasera le bambine hanno detto di aver visto un uomo fuori dalla finestra" spiegò lui.

Si guardarono entrambi. Senza bisogno di parlare avevano capito che pensavano la stessa cosa.
Anche Zoe aveva parlato di questo uomo misterioso, ma nessuno le aveva dato ascolto dando per scontato che fosse frutto della sua immaginazione.

"Zoe..." disse Ziva. Tony poté sentire la preoccupazione nella sua voce.
"Amore, non ti preoccupare. Lei è con noi, è al sicuro. Ho detto a Suor Agnese di venire all'NCIS domani mattina, così potremmo chiarire la faccenda" le disse mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Sono preoccupata. L'ultima volta che era con noi l'abbiamo quasi persa, Tony" rispose.

Tony si fermò un attimo a pensare, capiva la preoccupazione. Anche lui non era tranquillo.

"Cosa ne dici se ora avverto Gibbs? Gli posso chiedere se ha tempo di fare un giro nella zona dell'orfanotrofio per vedere se trova qualcosa" disse.
"Si, grazie. Io vado a vedere se Zoe dorme... Non vorrei che il telefono l'avesse svegliata" rispose Ziva andando in camera della bambina.

Quando entrò nella stanza, Zoe stava ancora dormendo. Aveva il sonno pesante fortunatamente.
Da agente addestrata quale era andò a guardare fuori dalla finestra per assicurasi che non ci fosse nessuno. Controllò anche dentro il bagno della camera.
Dopo aver accertato che non ci fosse nessuno andò a sedersi sul bordo del letto di Zoe e la osservò dormire.
Era serena, abbracciava il suo orsacchiotto e russava leggermente come tutti i bambini. Da quando era andata a vivere con loro aveva anche smesso di mettersi il dito in bocca mentre dormiva. Tony e Ziva avevano capito che era una cosa che faceva solo quando era nervosa o stava male.

Poco dopo anche Tony entrò nella stanza di Zoe.

"Gibbs ha detto che ora va a dare un'occhiata e poi ci vediamo domani al lavoro. Vieni, torniamo a dormire" disse a Ziva mettendole una mano sulla spalla.

Vedendo la sua esitazione nel lasciare Zoe da sola aggiunse "Hey, vuoi che la portiamo a dormire con noi, stanotte?".
"Si... Si per favore, sarei più tranquilla" rispose Ziva.

Tony prese in braccio Zoe e, facendo attenzione a non svegliarla, la portò in camera e la fece sdraiare al centro del letto.
Si sdraiarono anche loro e si addormentarono.

Ziva si svegliò il mattino seguente quando sentì Zoe che le accarezzava i capelli.

"Hey, buongiorno" le disse.
"Ciao. Cosa ci faccio qui? Questo non è il mio lettino" le chiese Zoe.

Ziva sorrise e la fece sdraiare abbracciata a lei.

"Te lo diciamo dopo. Ora vieni con me a preparare la colazione, mentre aspettiamo che Tony esca dalla doccia?" le disse. Aveva notato l'assenza di Tony e sentiva l'acqua scorrere.
"Si! Ho anche fame" rispose Zoe felice.

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Arrivarono in ufficio alle otto come ogni mattina. Mandarono Zoe da Abby a giocare con Bert per un po', mentre loro parlavano con Gibbs e Suor Agnese.
Tony l'andò a riprendere dopo circa un'ora, avevano bisogno di farle delle domande.

"Dov'è il mio pasticcino preferito?" chiese entrando in laboratorio.
"Dino!" esclamò Zoe.

Era seduta sul tavolo delle prove e Abby le stava mostrando un esperimento. Come accendere una lampadina con un limone.

"Guarda cosa stiamo facendo" disse indicando il limone.
"Wow! Abby ti insegna scienze, eh?" le chiese e Zoe annuì.
"Va bene mia piccola Einstein, vieni con me adesso?" aggiunse prendendola in braccio.
"Si, torniamo da Ziva?" chiese Zoe.
"Esatto. Saluta Abby" rispose.
"Grazie, per averla tenuta qui" aggiunse Tony.
"L'ho fatto con piacere. Torna a trovarmi presto, Zoe" rispose lei mentre Tony e Zoe uscivano.

"Suor Agnese!" esclamò Zoe correndo incontro alla suora e abbracciandola.
"Zoe, noto con piacere che stai bene. Ti piace stare con Tony e Ziva?" disse.
"Si, tanto" rispose Zoe.

Ziva la fece sedere alla sua scrivania. Non aveva voglia di chiederle dell'uomo misterioso, non voleva farle tornare alla mente brutti ricordi. Ma sapeva che era importante.

"Amore, ti dobbiamo chiedere una cosa. Rispondi sinceramente, ok?" le disse Ziva prendendo una sedia e mettendosi di fianco a lei.
"Va bene... Ma Ziva, ho fatto qualcosa? Sono nei guai?" rispose preoccupata.
"No, piccola. Assolutamente no. Ma abbiamo bisogno del tuo aiuto" disse Ziva mettendole una mano sulla schiena.
"Zoe, tu hai detto che avevi visto un uomo che ti guardava quando eri all'orfanotrofio?" le chiese Tony.
"Quante volte lo hai visto?" aggiunse.

Zoe si irrigidì, l'ultima volta che aveva visto quell'uomo le era venuto un attacco di panico.

"Si, l'ho visto tre volte" rispose.
"E cosa faceva?" intervenne Gibbs.
"Lui... Mi guardava. Mi fissava e basta. Io mi giravo e quando tornavo a guardare lui non c'era più. Faceva paura" disse iniziando a stropicciare la maglietta.

Ziva notò il suo nervosismo. Aveva cambiato umore in un attimo, nel momento in cui avevano iniziato a parlare di quell'uomo.

"Zoe, stai calma amore. Nessuno ti farà male, ci siamo noi" disse Ziva per tranquillizzarla.
"Piuttosto, sai dirmi che faccia aveva? Come era fatto? Così faccio un disegno del suo volto e tu mi dici se gli assomiglia" aggiunse.
"Era alto e aveva i capelli scuri. E la faccia faceva paura... Era come se fosse rovinata, come se non ci fosse la pelle. Non lo so come era fatto Ziva... Io non lo volevo guardare, mi spaventava" rispose Zoe visibilmente turbata.

Vedendola così, Ziva la prese subito in braccio e la fece sedere sulle sue gambe. Voleva evitare un altro attacco di panico.

"Ve bene, pasticcino. Sei stata bravissima" le disse Tony accarezzandole i capelli.
"È già molto così, non credo che quell'uomo si mettesse in posa per farsi riconoscere" aggiunse Gibbs.

Poi rivolgendosi alla suora disse "Se qualcuna delle bambine lo vede di nuovo, mi chiami immediatamente e verrò a dare un'occhiata. Nel frattempo non le faccia stare in giardino se non le può controllare".
"Va bene, vi ringrazio molto" rispose Suor Agnese.
"Ciao Zoe, stammi bene" aggiunse salutando la bambina.
"Ciao" disse Zoe salutandola con la mano.

Per il resto della giornata Zoe rimase sempre vicino a Ziva. Se non era in braccio a lei, le era seduta vicino a disegnare.
Era visibilmente agitata per la storia dell'uomo. Probabilmente lo aveva già dimenticato e quelle domande glielo avevano riportato alla mente.
Così la sera Tony e Ziva cercarono di distrarla.

"Cosa ne pensi di pizza e un bel cartone animato, per cena?" le propose Ziva.
"Si! Posso scegliere il film?" chiese Zoe felice, sembrava gradire l'idea.

Tony la prese in braccio a sorpresa e la fece volare sopra la testa.
"Certo che puoi, ora scegliamo mentre Ziva ordina le pizze" rispose.

Zoe rideva come una matta. Ziva doveva ammettere che Tony era davvero bravo, era un padre perfetto e adorava vederlo in quella veste. Avrebbe potuto osservarlo per ore mentre giocava con Zoe.

Mangiarono la pizza guardando il film, con Zoe che passava dallo stare in braccio a Tony allo stare in braccio a Ziva.
Era davvero affettuosa e sembrava essersi adattata a vivere con loro. Si addormentò in braccio a Tony.
Così finito il film, lui la mise nel suo letto e poi andò a dormire insieme a Ziva. Pensavano di averla calmata a sufficienza con la serata allegra che avevano passato, ma evidentemente non era stato abbastanza.
Infatti Zoe si presentò nella loro stanza verso l'una di notte. Rimase in piedi a fissare Ziva finché lei, sentendosi osservata, si svegliò.

"Zoe, che succede? Ti senti male, piccola?" le chiese Ziva.
"No..." disse stringendo il suo orsacchiotto.
"E allora che hai, come mai non dormi?" domandò.
"Ziva... Posso fare la nanna con voi anche stanotte?" disse Zoe.

A quel punto Ziva capì subito il motivo per cui Zoe era lì.
"Ma certo, amore. Vieni" disse aiutandola a mettersi al centro del letto.
"Forza, abbracciami. Non devi avere paura Zoe" aggiunse aprendo le braccia.

Zoe si accoccolò su Ziva e si addormentò velocemente, sentendosi al sicuro.
Quando durante la notte Tony si svegliò e le vide dormire abbracciate, dovette fare appello al suo buon senso per non alzarsi, prendere la macchina fotografica e fare una foto. Era una scena davvero dolce.
Stava per riaddormentarsi quando sentì una strana sensazione, come di qualcuno che li guardava.
Così si alzò e guardò fuori dalla finestra, ma abitavano all'ultimo piano e non poteva esserci qualcuno che li fissava.

Tornò a dormire pensando a quanto quella storia lo inquietasse, forse anche perché coinvolgeva Zoe e quindi la sua famiglia.











Note dell'autrice:

Salve a tutti!
Ecco il nuovo capitolo! :)
Ho notato che a tutti sta simpatica Suor Agnese! XD
Beh io sono andata per undici anni in una scuola-collegio cattolico dove c'erano tantissime suore, tra cui anche una che si chiamava proprio così! Beh però non era gentile come quella della mia storia... Diciamo che le suore della mia scuola erano piuttosto severe! XD

Comunque devo dire che in quanto ad angst sono stata buona anche in questo capitolo! Ora dobbiamo aspettare che quell'uomo si rifaccia vivo di nuovo... Chissà cosa succederà e cosa farà questa presenza misteriosa?!

Grazie a tutti e a presto!
Baci, Meggie.   

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

Era già passata più di una settimana dall'incontro con Suor Agnese e né le bambine dell'orfanotrofio né Zoe avevano più visto l'uomo misterioso.
Tony e Ziva avevano tenuto Zoe con loro al lavoro per un po', ma ora era arrivato il momento di mandarla a scuola.
L'NCIS non era il posto adatto per una bambina, che al contrario doveva passare il suo tempo giocando con gli altri bambini.
Così scelsero una scuola abbastanza vicina all'NCIS e comprarono il necessario per Zoe. In realtà non aveva bisogno di molto. Giusto la divisa e qualche pennarello, andava ancora alla scuola materna.

Quando quella mattina svegliarono Zoe, sapevano che sarebbe stata una giornata difficile. Le avevano spiegato cosa sarebbe successo ma non erano sicuri che si fosse resa conto del tutto.
Infatti quando arrivarono alla scuola si consumò una tragedia.

"No, Ziva. Resta con me!" disse Zoe aggrappandosi alla sua gamba.
"Hey, torniamo a prenderti alla quattro. Vedrai che ti divertirai" le spiegò Ziva.
"No ti prego, non voglio" insistette Zoe.

A quel punto intervenì Tony.

"Pasticcino, noi dobbiamo lavorare e ti devi farti dei nuovi amici" le disse.
"Ma Dino, io mi diverto con te. Non voglio nuovi amici" rispose abbracciandolo.

Tony la prese in braccio, la sentiva piangere e questo gli spezzava il cuore. Avrebbe voluto prenderla e portarla al lavoro con lui ma sapeva che non era la cosa giusta.
Ziva le accarezzò il volto per farla girare verso di lei.

"Amore, guardami" le disse. Zoe si voltò.
"Lo so che ti piace stare con noi, ma devi giocare. Non passare tutto il giorno seduta a disegnare" le disse.
"E ti prometto che oggi pomeriggio ti veniamo a prendere e andiamo a mangiare il gelato" aggiunse Tony rimettendola giù.

La maestra prese per mano Zoe e le disse "Ora saluta i tuoi genitori, li rivedrai oggi pomeriggio. Adesso dobbiamo divertirci con gli altri bambini. Ti aspettano per conoscerti".
"No, aspetta... Non andate via. Ziva, Dino!" gridò.

Ma intanto Ziva e Tony l'avevano salutata ed erano usciti, stare lì a guardare non avrebbe aiutato Zoe.
Ziva prese una boccata d'aria, le era davvero dispiaciuto vedere Zoe così disperata.
Tony le mise una mano dietro le spalle mentre camminavano verso la macchina.

"È ok, starà bene. È normale che faccia così, è stato un brutto periodo per lei" la tranquillizzò Tony.
"Lo so... Però, mi dispiace che abbia reagito così" rispose Ziva.
"Lo so, amore. È perché le vuoi bene" concluse Tony baciandola.

Ci vollero un paio di giorni prima che Zoe si adeguasse all'idea di passare la giornata lontana da Tony e Ziva. Ma ad andare alla fine della settimana Zoe si era fatta dei nuovi amici e per quanto le riuscisse difficile salutare Tony e Ziva la mattina, quando la lasciavano a scuola, sapeva che si sarebbe divertita e che li avrebbe rivisti al pomeriggio.

Tony e Ziva, dal canto loro, erano felici che Zoe stesse riacquistando un po' di sicurezza in sé stessa. Aveva persino chiesto a Ziva se un pomeriggio poteva incontrarsi al parco con Lily, la sua nuova amica.

Ma venerdì, dopo il pranzo, successe una cosa destinata a minare la tranquillità di Zoe.
Tutti i bambini della scuola stavano giocando in giardino quando all'improvviso Lily corse da Zoe con una busta in mano.

"Questa è per te" disse Lily.

Zoe aprì la busta e dentro trovò una foto che ritraeva tutte le bambine dell'orfanotrofio. Sul retro c'era scritto qualcosa, ma Zoe ancora non era in grado di leggere così bene da poter capire cosa dicessero quelle parole.

"Dove l'hai presa? Per caso te l'ha lasciata Suor Agnese?" chiese felice. Aveva subito pensato che la suora fosse venuta per lasciarle un regalo, in fondo era una foto di tutte le bambine.
"No, me l'ha data un uomo con in cappuccio! Guarda è là" rispose Lily indicando con una mano lo steccato che separava il giardino dalla strada.

Ma quando Zoe guardò quell'uomo non c'era più. Capì benissimo di chi stava parlando Lily, era l'uomo che continuava a spiarla da quando era andata all'orfanotrofio.
Il panico l'assalì, sentiva di non essere più al sicuro da nessuna parte. Senza dire nulla a Lily corse da una delle maestre mostrando la foto, aveva le lacrime agli occhi e il respiro corto.

"Zoe che succede, ti senti male?" le chiese la maestra preoccupata.
"Lui... Mi guarda, è qui" rispose la bambina in preda al panico.
"Chi ti guarda? E dove hai preso questa foto?" domandò l'insegnante confusa. Lei non sapeva nulla di quello che era accaduto prima che Zoe arrivasse.
"Lily mi ha dato la foto... Ti prego chiama Ziva!" disse scoppiando a piangere.
"Zoe non capisco qual'è il problema... Vuoi la tua mamma? Tra qualche ora arriverà, non preoccuparti" cercò di calmarla la maestra.
"No, no! Chiama Dino, chiama Ziva! Non voglio che mi prenda!" gridò Zoe.
"Oh, tesoro. Calmati" disse la maestra prendola in braccio e raggiungendo Lily che le stava guardando piuttosto confusa da lontano.

"Hey, Lily. Mi spieghi cosa succede? Zoe mi ha detto che le hai dato questa foto. Dove l'hai presa?" chiese la maestra alla bambina.
"Me l'ha data un uomo, era proprio laggiù. Ma adesso è andato via" rispose Lily indicando il luogo.
"Hai parlato con uno sconosciuto? Quante volte ho detto che non dovete farlo" la rimproverò l'insegnante.
"Calma Zoe, è tutto a posto. È solo una foto" aggiunse rivolgendosi a Zoe che era sempre più agitata.
"No, lui tornerà" bisbigliò lei.

L'insegnante portò all'interno dell'edificio le due bambine, voleva chiarire cosa fosse successo ma soprattutto calmare Zoe.
Tuttavia rimase pietrificata quando si accorse che sul retro della foto c'era una frase piuttosto inquietante.
Capì che Zoe aveva un motivo per essere così agitata. La guardò, era seduta su una sedia, il volto terrorizzato e respirava a fatica.

"Zoe ora chiamo la mamma, vedrai che arriva subito. Ma tu devi respirare con calma" le disse mentre componeva il numero per le emergenze.

Tony e Ziva arrivarono in meno di dieci minuti.
"Mi dispiace, è in preda al panico non sono riuscita a calmarla" disse l'insegnante appena li vide entrare.
"Ci penso io" rispose Ziva correndo da Zoe. La prese in braccio e si sedette con lei sulla sedia.
"Zoe, è tutto ok. Sono qui ora. Respira e racconta cosa è successo" le disse accarezzandole la schiena.
"È tornato" fu tutto quello che riuscì a dire Zoe prima di ricominciare a piangere.

Fu la maestra a spiegare tutto quello che era successo, fece anche leggere loro la frase sul retro della foto.
Diceva "Ti ho ritrovata. Ora cosa succederà? Questa volta non mi scappi"


Tony e Ziva si guardarono allarmati. Spiegarono all'insegnate cosa era successo in quel periodo e le dissero di non preoccuparsi, ma semplicemente di tenere i bambini dove potevano vederli.

Tony si avvicinò a Lily, che era seduta nella loro stessa sala con di fianco i genitori. La maestra aveva dovuto chiamare anche loro perché Lily, vedendo Zoe così agitata, si era spaventata.

"Hey, Lily. Sai dirmi com'era quell'uomo?" le chiese.
"Alto. Con una voce strana. Però aveva il cappuccio e non sino riuscita a vedere bene la sua faccia. Ma aveva la pelle strana, rovinata. Non solo sulla faccia anche sulle mani" rispose la bambina.
"Strana come? Graffiata?" chiese.
"No, come un foglio stropicciato" rispose Lily.
"Oh, come bruciata quindi" disse Tony.
"Esatto! Come quando la mamma si è bruciata il braccio con l'acqua della pasta" rispose soddisfatta Lily.
"Grazie, sei stata molto brava" le disse Tony.


Dopo la chiacchierata tornarono velocemente all'NCIS, volevano parlare con Gibbs e anche telefonare a Suor Agnese. Apparentemente quell'uomo era stata all'orfanotrofio ma nessuno lo aveva visto.

"Come sta?" fu la prima cosa che chiese Gibbs vedendoli entrare.
"Male, è spaventata" rispose Tony facendo sedere Zoe alla sua scrivania.
"Zoe, basta piangere adesso. Sei qui con noi, sei al sicuro. Vuoi fare merenda?" le chiese Ziva.

Zoe fece un respiro profondo, si asciugò gli occhi e annuì. Ziva tirò fuori i suoi biscotti e il succo di frutta dalla borsa e li diede a Zoe.

"Tu mangia con calma, io sono lì con Dino e Gibbs che parliamo ok?" le disse dandole un bacio sulla fronte.

Mentre mangiava, Zoe, continuava a guardare Tony e Ziva. Voleva essere sicura che non andassero via.

"Capo, dobbiamo chiamare l'orfanotrofio e metterli in guardia. Sicuramente quell'uomo è stato lì in questi giorni" disse Tony sottovoce in modo che Zoe non sentisse.
"DiNozzo..." iniziò Gibbs
"Ah e poi abbiamo qualche dettaglio in più su quell'uomo, una bambina lo ha visto più da vicino" aggiunse Ziva.
"Si ma prima devo..." provò a parlare Gibbs. Ma fu di nuovo interrotto da Tony.
"Capo lo dobbiamo prendere subito, non voglio più vedere la mia bambina così spaventata" intervenì Tony.
"Hey! Non fatemi alzare la voce che non voglio spaventare Zoe! E smettetela di interrompermi" li rimproverò Gibbs.
"Poco dopo che siete usciti mi ha chiamato Suor Agnese. Lui è stato lì" aggiunse.
"Allora lo hanno visto anche loro" affermò Ziva.
"Si ma la cosa più spaventosa è che..." iniziò Gibbs.

Ma si dovette fermare quando si accorse che dietro Tony e Ziva c'era Zoe che lo stava ascoltando.
Non se ne era accorto fino a quel momento, Zoe era bassa ed era rimasta nascosta dietro Tony.

"Che è successo a Suor Agnese e alla mie amiche?" chiese con la voce tremante.












Note dell'autrice:

Ok sono stata un po' cattiva. Un po' molto mi sa. Perdonatemi! XD
Cioè ora iniziano a svolgersi gli eventi, entriamo nell'angst!!! Quindi preparatevi... Non vi voglio anticipare nulla!

Ho spaventato di nuovo Zoe, sono pessima. Lo so.
Però era giusto che cominciasse la scuola no?!

Spero che vi sia piaciuto!
Grazie a tutti e a presto!

Baci, Meggie.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

"Che è successo a Suor Agnese e alla mie amiche?" chiese con la voce tremante.

Tony e Ziva si voltarono pietrificati, non si aspettavano che Zoe avesse sentito tutto.
"Zoe perché sei qui. Perché non sei rimasta seduta?" le domandò Ziva.
"Cosa è successo?" chiese di nuovo la bambina.
"Zoe torna a sederti, dopo te lo diciamo" le disse Tony. Non voleva che Zoe sentisse tutti i dettagli, di sicuro non l'avrebbero fatta stare tranquilla.
"No, no. Io voglio stare in braccio a Ziva" disse stringendo le braccia intorno al collo di Ziva.

Lei la prese in braccio, tornò a sedersi alla scrivania di Tony e le fece finire la merenda.
Nel frattempo Gibbs spiegava a Tony la situazione.

"Come ti stavo dicendo è stato lì, ma questa volta è riuscito ad entrare dentro la scuola e ha lasciato questa" spiegò Gibbs mostrando alcune foto e dei fogli a Tony.

Gli si gelò il sangue, non poteva proprio credere a quello che era successo. Era convinto che quell'uomo fosse morto, lo aveva visto saltare in aria. E invece era di nuovo vivo probabilmente in cerca di vendetta.

"Ora si spiega perché hanno detto tutti che aveva la pelle bruciata. Probabilmente si è ridotto così quando l'edificio è andato a fuoco" disse Gibbs.
"Ma capo, tenevo Ziva tra le braccia e ho chiaramente visto l'agente delle forze speciali sparargli. Lui è caduto a terra, morto" rispose Tony sotto voce.
"Non so che dirti DiNozzo. Evidentemente non era morto, ed è riuscito a scappare in tempo. In fondo i corpi dei due uomini non sono stati ritrovati visto che tutto quello che era rimasto dopo che l'edificio è saltato in aria era cenere" lo zittì Gibbs.

Tony guardò Zoe e Ziva e si chiese come avrebbe fatto a dirglielo. Certo avrebbero aspettato a spiegare tutto a Zoe ma Ziva doveva sapere.

"Abbiamo la certezza di questo?" chiese conferma Tony.
"Le foto non mentono, anche se è sfigurato si capisce che è lui. In ogni caso Abby sta analizzando le impronte che abbiamo trovato sulla busta" rispose Gibbs.

Non passò nemmeno un minuto che Gibbs ricevette la chiamata di Abby che gli dava la conferma dei loro sospetti.
Gibbs non dovette dire nulla, aveva già capito dallo sguardo di Gibbs che era tutto vero e che l'incubo stava ricominciando.
Ora doveva parlarne con Ziva, dovevano decidere come comportarsi.
Gibbs prese con sé Zoe con la scusa di farsi accompagnare a comprare un caffè, così da dare il tempo a Tony e Ziva di discutere sulla faccenda.

"Ok, comincia ad inquietarmi questo tuo sguardo. Potresti dirmi cosa succede?" chiese Ziva.

Tony si appoggiò al bordo della sua scrivania e guardò Ziva negli occhi.

"Non so come dirtelo ma Nicolaj non è morto a quanto pare. È lui che sta seguendo Zoe e le persone che le sono accanto" disse lui senza tanti giri di parole.

Ziva era pietrificata, non sapeva cosa dire. Così Tony continuò.

"Ha lasciato una sua foto all'orfanotrofio, l'ha trovata una delle bambine. Dentro la busta c'è anche questa lettere. Più o meno sono insulti e minacce di morte per noi e Zoe, perché abbiamo ucciso Sergej e lui è rimasto sfigurato" spiegò.
"È sicuro che sia lui, vero?" domandò Ziva.
"Abby ha analizzato le sue impronte, è sicuro" rispose Tony.

Ziva si prese la testa tra le mani appoggiandosi alla scrivania.

"È colpa mia, non sono stata nemmeno in grado di ucciderlo" disse sconvolta.

Tony si aspettava questa reazione, sapeva che Ziva si sarebbe sentita in colpa.

"Amore, come può essere colpa tua. Non essere sciocca" disse cercando di consolarla.
"Si invece, Tony! Avrei dovuto ucciderlo!" esclamò arrabbiata.
"Ziva, stavi male. È già stato un miracolo quello che hai fatto" rispose lui.
"Ma adesso sarà Zoe a rimetterci. Sarà terrorizzata, di nuovo, quando verrà a saperlo" disse Ziva sbattendo i pugni sul tavolo.

Tony la fece alzare prendendo il suo posto e poi la fece sedere sulle sue gambe. Grazie a Dio in quel momento all'NCIS non c'era quasi nessuno così poteva coccolare un po' Ziva, per farla calmare, lontano da occhi indiscreti. Sapevano tutti della loro relazione, ma a loro non piaceva dare spettacolo.

"Stai calma ok, agitarti non aiuterà Zoe" le disse accarezzandole la schiena.
"Che cosa le diremo? Lei farà delle domande" chiese Ziva.
"Non lo so. Ma non dobbiamo dirglielo oggi, possiamo prenderci qualche giorno per pensarci" rispose Tony.
"Preferisci andare a dormire in un'altra casa stanotte oppure rimanere nel nostro appartamento con qualcuno di guardia fuori dalla porta?" aggiunse lui.
"Per stanotte restiamo da noi, poi domani ne parliamo con Zoe e vediamo cosa fare" rispose Ziva.
"Va bene, amore" disse Tony dandole un bacio.
"Questo è un incubo. Quando sarà tutto finito voglio che ci porti in vacanza" rispose Ziva tornando ad abbracciarlo.
"Certo. Andiamo in un posto caldo, dove c'è il mare visto che a Zoe piace tanto" disse Tony.


Circa venti minuti dopo Zoe e Gibbs tornarono in ufficio.
"Dino, ti ho preso una ciambella" disse Zoe dando a Tony un sacchettino.
"Grazie, pasticcino. A giudicare dalle briciole che hai sulla faccia ne hai mangiata una anche tu" rispose Tony.
"Si era con il cioccolato, come la tua" disse Zoe.
"Hey, mi vuoi fare ingrassare?" scherzò lui.
"Io te l'ho detto che dovresti fare un po' di dieta, Tony" si intromise Ziva.
"Se resto così, avrai più di me da amare" commentò lui.
"Giusto Zoe?" aggiunse rivolto alla bambina.

Zoe annuì sorridente mentre andava a sedersi di fianco a Ziva. Sembrava che essere stata per un po' fuori con Gibbs l'avesse calmata.

"No, signorina. Prima di metterti a disegnare andiamo a lavarci le mani e la bocca. Sei appiccicosa" le disse Ziva facendola ridere.

Quando tornarono alle scrivanie Gibbs stava già organizzando la sorveglianza per l'orfanotrofio e per casa loro.
Tornando a casa Zoe non fece che fare domande.
"Perché quella macchina nera con degli uomini con delle pistole ci sta seguendo?" chiese voltandosi a guardare.
"Guarda avanti Zoe" le disse Tony che la guardava dallo specchietto retrovisore mentre guidava.
"Perché così se quell'uomo che ti guarda si trova vicino alla nostra casa loro lo possono prendere e noi siamo più tranquilli" le spiegò Ziva.
"Ziva, lui sa dove abitiamo?" chiese piuttosto spaventata.
"No, amore. Ma non si sa mai, vogliamo solo dormire tranquilli" rispose immediatamente Ziva, anche se sapeva che stava mentendo.

Cenarono e poi Ziva portò Zoe a dormire sperando che non facesse altre domande. Ma lei era una bambina curiosa e non era soddisfatta di tutte le risposte che Tony e Ziva le avevano dato.

"Che cosa è successo a Suor Agnese?" chiese mentre Ziva le rimboccava le coperte.
"Niente amore, sta bene" rispose Ziva.
"E allora perché non volevate che sentissi quello che stavate dicendo?" domandò.
"Perché sono cose di cui parlano i grandi e tu non ci devi nemmeno pensare" le disse Ziva sorridendo.
"Ora fai la nanna, Zoe. E non pensarci, andrà tutto bene" aggiunse dandole un bacio.
"Va bene, buona notte" rispose Zoe.
"Buona notte, amore" disse Ziva uscendo dalla camera e lasciando la porta semichiusa nel caso Zoe avesse bisogno.

Si sedette sul divano con Tony che la stava aspettando dopo averle preparato un tè.

"Non so per quanto riusciremo a sviare le sue domande" commentò.
"È una bambina sveglia" rispose Tony.
"Oh, si lo è. Hai portato una copia dei fogli? Voglio leggere anche io la lettera" chiese Ziva. Con la confusione di quel pomeriggio lei non era ancora riuscita a vedere i fogli, Zoe le era stata sempre attaccata.

"È un pazzo. E non mi meraviglio che Zoe sia così spaventata, quest'uomo mette i brividi" commentò lei.
"E quello che ha scritto... Questa volta lo uccido con le mie mani, lo faccio soffrire" aggiunse arrabbiata.

Tony le tolse la foto dalle mani e l'appoggiò sul tavolino. La guardò negli occhi e le prese il volto tra le mani.

"Ziva, hey. Calma, lo prenderemo e magari lo uccideremo anche. Ma non farti prendere dalla rabbia, amore. Lo sai che non ti fa bene" le disse Tony.
"Tu dici? Invece credo che vederlo morto mi farebbe stare più che bene!" rispose lei alzandosi in piedi di scatto.

Tony la guardò senza dire nulla, sapeva che Ziva aveva bisogno di sfogarsi e l'avrebbe lasciata fare. Anche se questo voleva dire prendersi qualche insulto.

"Vorrei piantargli un coltello dritto nel cuore!" esclamò lanciando per terra i fogli che aveva in mano.
A quel punto si accorse che stava esagerando.

"Scusa" disse guardando Tony.
"Non fa nulla. Stai meglio?" rispose lui raccogliendo i fogli.
"Si... E no" disse Ziva.
"Ora ti dico io di cosa hai bisogno. Hai estrema necessità di un massaggio del sottoscritto e di dormire. Andiamo, mia bella Ninja" concluse Tony portandola in camera.

E in effetti meno di un'ora dopo Ziva si era addormentata tranquilla appoggiata a Tony. Era bastato farla rilassare un po' perché crollasse come una bambina.

Stavano dormendo tranquilli quando all'improvviso sentirono urlare e piangere. Si svegliarono insieme mettendosi seduti sul letto di scatto.
Si guardarono negli occhi e capirono subito chi fosse stata a gridare così.

"Zoe!" gridarono insieme precipitandosi giù dal letto.









Note dell'autrice:

Scusate il ritardo! Lo so che dovevo aggiornare ieri ma ho avuto dei problemi con internet! XD
Perdonatemi se potete!

Comunque... Colpo di scena! BAM! AHHAHAHA
Ci pensavo da quando ho concluso l'altra ff di far tornare Nicolaj... XD mi odiate?
Spero di no...
Beh magari mi odiate per il finale del capitolo?
Cosa sarà successo?
Perché Zoe grida? O.o

Vi tocca aspettare! XD

Spero vi sia piaciuto!
A presto!!!!!!
Baci, Meggie.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

"Zoe!" gridarono insieme precipitandosi giù dal letto.

Corsero immediatamente nella camera della bambina, pensavano che stesse avendo un incubo come era già successo altre volte.
Ma quando si accorsero che il letto era vuoto il panico li assalì. Tuttavia continuavano a sentire piangere, il che voleva dire che Zoe non era poi così lontana.

Non appena entrarono in salotto la videro. Era in piedi davanti al tavolino del divano che piangeva disperata. Ai suoi piedi la foto di Nicolaj che Tone e Ziva avevano portato a casa dal lavoro.

"Zoe! Piccola cosa è successo?" le chiese Ziva abbracciandola.
Zoe appoggiò la testa sulla spalla di Ziva lasciando che lei le accarezzasse la schiena per calmarla.

"Perché avete una foto dell'uomo che mi guarda?" chiese Zoe tra i singhiozzi.

Solo in quel momento Tony e Ziva realizzarono quello che era successo. Zoe aveva visto la foto e si era spaventata. Loro ancora non le avevano perlato di quello che avevano scoperto e ora lei era confusa.

"Tony, per la miseria, perché hai lasciato quella foto in giro" chiese Ziva arrabbiata.

Lui rimase spiazzato, non si aspettava certo quella reazione da parte di Ziva.

"Ziva, come potevo immaginare che l'avrebbe vista?" domandò confuso.
"Non riuscivo a dormire e volevo vedere la televisione" disse Zoe intervenendo nel discorso.
"Quante volte ti devo dire di tenere le cose del lavoro in ordine, c'è anche lei qui e rischia di vederle" rispose Ziva con un tono di voce piuttosto alto. Era infuriata. In realtà non era arrabbiata con Tony, ma più con sé stessa per non aver ucciso Nicolaj.
"Ziva, calmati. Io non l'ho fatto apposta" disse Tony che ora iniziava a sentirsi in colpa.
"Lo so! Ma devi imparare a capire che non ci vivi solo tu in questa casa! Non hai prestato attenzione e adesso Zoe è terrorizzata!" gridò contro Tony.

Zoe che prima era abbracciata a Ziva adesso aveva messo le manine sulle orecchie spaventata dal tono di voce che Ziva stava usando.

"Hey, abbassa la voce!" le disse avvicinandosi a Zoe.
"Non dirmi di stare calma, Tony! Sono davvero arrabbiata questa volta!" rispose.
"Va bene, con me puoi urlare quanto ti pare. Ma la stai spaventando ancora di più" spiegò Tony.

Solo in quel momento Ziva si rese conto di quello che aveva appena fatto. Aveva gridato contro Tony senza un vero motivo e Zoe ora la guardava spaventata. Tutto questo stress la stava facendo impazzire.

"Pasticcino, vieni qui da a me... È tutto a posto" le disse Tony prendendola in braccio.
"Dino, che cosa sta succedendo?" chiese Zoe mentre si aggrappava alla sua maglietta.
"Nulla, Zoe. È solo una foto di una brutta persona... Solo una foto" la tranquillizzò Tony.

Portò Zoe nella sua stanza, la mise nel letto e rimase con lei cercando di farla calmare.
"Respira con calma Zoe, non è successo nulla" le disse Tony.
"Ma Dino... Lui mi prenderà di nuovo" rispose piangendo.
"No non pensare a questo, amore. Dormi e domani mattina andrà meglio" disse Tony.
"Hey, vuoi che ti legga la tua storia preferita?" aggiunse prendendo il libro che era appoggiato sul comodino.

Zoe annuì e Tony iniziò a leggere. Lentamente si calmò, smise di piangere e si mise ad ascoltare Tony con il dito in bocca.
Mentre leggeva, Tony, le accarezzava il volto. Ci volle un po' ma alla fine Zoe si addormentò. Dopo essersi assicurato che Zoe fosse tranquilla tornò in camera sua dove Ziva lo aspettava.
Le passo davanti senza dire nulla e si sedette sul letto, dandole le spalle.
Ziva voleva dirgli qualcosa, sapeva di aver sbagliato, ma non sapeva da che parte iniziare.

"Pensi di dire qualcosa, oppure dormiamo?" disse Tony serio. Ziva non rispose, non sapeva che dire.
"Va bene allora, buona notte" concluse Tony sdraiandosi e spegnendo la luce, sempre dando le spalle a Ziva.
"No aspetta, io posso spiegarti" disse lei. Tony si sedette di nuovo riaccendendo la luce.
"Sarebbe il caso, Ziva" commentò.

Lei si alzò e andò a sedersi al suo fianco.

"Io... Quando Zoe ha urlato e non era in camera sua sono andata in panico. Pensavo che l'avesse presa di nuovo" iniziò Ziva.
"Ma non c'era bisogno di urlarmi contro in quel modo" affermò lui. Era più ferito che arrabbiato. Ferito perché Ziva dubitava di lui e lo accusa senza una ragione.
"Non volevo... Ero solo preoccupata e spaventata per Zoe... Io..." iniziò a giustificarsi lei.
"Ma lo hai fatto! Davanti a lei, e l'hai terrorizzata ancora di più! E mi hai fatto sentire uno schifo, Ziva. Perché io ho lasciato la foto sul tavolo e tu lo hai sottolineato, come se non me ne fossi reso conto da solo" disse Tony arrabbiato.
"Scusami, non volevo farti... Io... Tony mi dispiace" si scusò Ziva capendo il suo errore.
"Ora mi sento in colpa. È colpa mia se dovremmo darle delle spiegazioni domani mattina. Spiegazioni che non la faranno certo calmare" disse Tony, questa volta in modo più calmo, mettendo la testa fra le mani.

Ziva lo osservò. Sapeva quanto bene volesse a Zoe e capiva benissimo quanto si sentisse male in quel momento. Lui era sempre stato presente per aiutarla e adesso toccava a lei sostenerlo.

"Amore, ascolta: non è colpa tua. Io ho sbagliato ad accusarti e quello che è successo è stato un incidente. Zoe non doveva andare in salotto per vedere la tv in piena notte... E comunque delle spiegazioni dovevamo dargliele in un modo o nell'altro" disse Ziva per consolarlo.

Tony annuì non proprio convinto, ma sicuramente si sentiva un po' meglio. Lasciò che Ziva lo tirasse a sé facendogli appoggiare la testa sulla spalla.
Gli accarezzò il braccio e la schiena.

"Sei un papà fantastico Tony e lei ti adora. Scusa se ti ho fatto stare male" disse lei.
"Va bene, è tutto a posto Zee" rispose lui sapendo che lei voleva sentirglielo dire.
"E tu stai bene, amore?" aggiunse.

Ziva sorrise, in un modo o nell'altro Tony si preoccupava sempre per lei.
"Si, ora che mi guardi di nuovo in faccia sto bene" rispose.

Tony alzò lentamente la testa e si avvicinò a lei. La baciò, aveva bisogno di sentirla vicino dopo lo stress del momento appena passato.

"Ok. Cerchiamo di non farlo più. E se proprio dobbiamo urlare uno contro l'altra per sfogarci magari facciamolo quando lei non c'è..." le disse.
"Va bene. Ora che ne pensi di dormire? Domani sarà una giornata difficile credo" propose Ziva.
"Mi abbracci anche se mi sono comportata male?" aggiunse Ziva.
"Certo guanciotte dolci. Io ti amo anche quando diventi pazza" rispose Tony ridendo.
"Ti amo anche io, tanto" disse Ziva accoccolandosi su di lui.

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Il mattino seguente Ziva decise di andare a svegliare Zoe da sola, voleva parlare senza Tony.

"Piccola, è ora di alzarsi" le disse sedendosi sul letto.
"Ziva, ho sonno" disse Zoe.
"Lo so che non hai dormito bene, ma devi aprire gli occhi Zoe" insistette Ziva.

Dopo alcuni minuti in cui Ziva rimase ad accarezzarle il volto per svegliarla Zoe aprì gli occhi.
"Ciao" disse.
"Buongiorno" rispose Ziva.
"Sei ancora arrabbiata?" chiese Zoe. Aveva paura che Ziva l'avrebbe sgridata.
"No..." le disse dandole un bacio.
"Tesoro mi dispiace di aver urlato così, non volevo" aggiunse.
"Hai urlato per colpa mia?" le chiese.
"Assolutamente no, Zoe" rispose lei.
"Per colpa di Dino?" domandò ancora.
"No... È solo che mi sono spaventata anche io quando ti ho sentita urlare" rispose Ziva.
"Anche tu hai paura, Ziva? Perché io ne ho tanta" disse Zoe.

A quel punto Ziva la prese in braccio, la fece sedere sulle sue ginocchia e la guardò negli occhi.

"Si amore, non voglio che ti facciano del male" le spiegò.

Zoe si slacciò la collanina di Ziva che teneva al collo dal giorno in cui l'avevano lasciata all'orfanotrofio e gliela ridiede.

"Riprendila, così non hai più paura. Ha funzionato quando l'hai data a me" disse Zoe.
"Grazie amore" rispose Ziva dandole un bacio sulla guancia.
"Però Zoe, ora mi devi promettere una cosa. Se di notte ti svegli e non riesci a dormire vieni da me e Tony, non vai a vedere la televisione da sola" aggiunse.
"Va bene, scusa se ti ho fatto spaventare" rispose con aria colpevole.
"Non è colpa tua, tesoro. Ora andiamo a fare colazione?" le chiese Ziva.
"Va bene. Dino mi fa i pan cake?" rispose Zoe.
"Penso di si. E poi prima di uscire ti dobbiamo parlare di una cosa" le disse Ziva avviandosi verso la cucina.

A sentire quelle parole Zoe strinse forte Ziva, sapeva che quello che dovevano dirle riguardava l'uomo della foto e la cosa la spaventava.

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Nel frattempo Nicolaj era andato a dare un occhiata all'orfanotrofio. Aveva visto che tutto intorno al perimetro c'erano auto di agenti appostati per controllare la zona senza dare nell'occhio.
Ma a lui la cosa non interessava. Era lì solo per fare un sopralluogo e decidere come comportarsi nei giorni seguenti.
Era deciso a farla pagare a Tony e Ziva e anche a Zoe. Quella bambina gli aveva causato tanti problemi e voleva porre fine alla questione.

Guardò da lontano come era organizzata la sorveglianza, scatto qualche foto e poi se ne andò senza farsi vedere.
Ora doveva decidere quando e come agire per avere la sua vendetta.










Note dell'autrice:

Oggi aggiorno puntuale! XD
Premetto: quando ho iniziato a scrivere il capitolo non avevo in mente questo, volevo già scrivere di Nicolaj in azione ma poi...
Diciamo che quando mi sono messa a descrivere Tony, Ziva e Zoe mi sono fatta prendere la mano da un piccolo litigio TIVA!
Quindi si... È venuto un capitolo più di passaggio che altro... Vorrà dire che subirete tutto l'angst nel prossimo! Ahahahah

Vi posso già dire che il nostro cattivo è qui per avere vendetta ma non più con i propositi dell'altra FF (cioè traffico di organi)... Cosa avrà in mente questa volta?
Lo scoprirete leggendo!

Spero vi sia piaciuta anche questo po' di TIVA... Non so voi ma io sono in astinenza! -.-

A presto,
Baci, Meggie.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

Fecero colazione con Zoe, poi prima di prepararsi per il lavoro decisero di parlarle. Si sedettero comodi in salotto, Ziva fece sedere Zoe sulle sue ginocchia in modo che Tony, seduto di fianco a loro, potesse vederla in faccia.

"Pasticcino, dobbiamo spiegarti un paio di cose che riguardano la foto che hai visto stanotte" iniziò Tony, cercava un modo delicato per dirglielo.
"Quella dell'uomo che mi guarda?" chiese lei.
"Si, noi abbiamo scoperto chi è" rispose.
"Ti ricordi gli uomini che ci avevano prese?" aggiunse Ziva.
"Quelli che hanno ucciso la mia mamma? Si che me li ricordo..." rispose Zoe.
"Ecco... È uno di loro, amore" disse Ziva dandole un bacio sulla fronte.
"No... La sua faccia non era così" ribatté Zoe incredula.
"E poi mi avevate detto che erano morti" aggiunse.

Afferrò la mano di Ziva e la strinse forte. Notando quel gesto, Ziva, la fece girare e l'abbracciò lasciando che Zoe appoggiasse la testa sulla sua spalla.

"Lui si è salvato e la sua faccia è diventata così per via del fuoco" spiegò Tony senza scendere nei dettagli.
"Il fuoco?" chiese Zoe. In effetti lei non poteva ricordarlo perché quando accadde era priva di sensi.
"Il capannone dove vi tenevano è esploso e dentro c'erano i dei uomini cattivi, amore" rispose Ziva accarezzandole i capelli.
"Ora lui mi vuole prendere di nuovo..." disse Zoe sottovoce.
"Hey, siamo qui tesoro. Non a aver paura" le disse Ziva accarezzandole la schiena.

Rimasero dieci minuti seduti sul divano. Si sarebbero aspettati di vedere Zoe piangere invece lei era rimasta più calma del previsto. Forse troppo calma e la cosa iniziava preoccuparli.

"Amore, stai bene?" le chiese Tony mettendole una mano sulla schiena. Zoe ebbe un sussulto, come se si fosse spaventata.
"Chiaramente no..." si rispose da solo.
Lui e Ziva si scambiarono uno sguardo preoccupato, poi decisero che era il caso di andare al lavoro e lasciare che la giornata procedesse da sola.

"Forza andiamo a vestirci" disse Ziva alzandosi.
"Non voglio andare a scuola!" esclamò Zoe pensando che volessero portarla là.
"No, Zoe. Vieni al lavoro con noi. Tranquilla" rispose Ziva.

Avevano deciso che finché la faccenda non fosse stata risolta Zoe sarebbe rimasta con loro, almeno potevano controllarla.
Poco meno di un'ora dopo entrarono tutti e tre all'NCIS. Zoe era ancora in braccio a Ziva e vedendoli arrivare, McGee e Gibbs, capirono subito che le avevano parlato.

"Capo, sarebbe il caso che noi, finché questa storia non sarà finita, ci trasferissimo in un altro appartamento. Lui sa dove abitiamo" disse Tony sedendosi.
"No. Non un appartamento, un Hotel. Lì ci sarà più gente e sarete più al sicuro. Metterò qualcuno a sorvegliare il luogo giorno e notte" rispose Gibbs.
"Ok, grazie capo" disse Ziva.
"Andrete là a partire da stanotte. McGee ha già tutti documenti pronti" rispose.

Gibbs aveva già pensato a tutto, senza nemmeno bisogno che Tony e Ziva gli parlassero.

"Tieni Tony. Qui c'è la prenotazione senza una data per la fine, così potete restare quanto volete" spiegò dandogli un paio di fogli.

"Hai sentito amore, andiamo in albergo così quell'uomo non ci trova" disse Ziva a Zoe.
"E io posso portare anche Ben, il mio orsacchiotto?" chiese.
"Certo, dormirà con te" le rispose Ziva.
"E posso vedere i film con Dino comunque?" disse.
"Pasticcino, io e te vedremo tutti i film che vorrai. Perché mi farò portare un bel lettore dvd in camera" le rispose Tony facendola sorridere per la prima volta dopo la loro conversazione.

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Nicolaj aveva preparato tutto il necessario per iniziare la sua vendetta. Era deciso a colpire per prima cosa l'orfanotrofio. Loro non avevano fatto nulla ma lui voleva far soffrire Tony, Ziva e anche Zoe. Sapeva che nonostante fosse piccola non era stupida.

Aspettò il tardo pomeriggio per uscire dal suo nascondiglio, il momento della giornata che preferiva.
Indossò per la prima volta la maschera che si era fatto fare per coprire la parte di volto sfigurata dalle fiamme.
Nessuno lo avrebbe riconosciuto, quella maschera era una seconda pelle e si era fatto cambiare i lineamenti. Sarebbe diventato un'altra persona.
Prese l'auto che aveva travato abbandonata da uno sfascia carrozze e a cui aveva cambiato la targa.

Parcheggiò piuttosto lontano dall'orfanotrofio, il giorno prima aveva visto le macchine appostate e non voleva rischiare. Arrivò quasi all'edificio quando si accorse di una cosa che sconvolgeva tutti i suoi piani.
Tra agenti in borghese, che lui riconobbe subito essere poliziotti, erano all'interno del giardino per temere d'occhio la zona da vicino.
Due camminavano per il prato stando vicino alle bambine mentre uno parlava con la suora.

"Dannazione" pensò. Da quando aveva preso di mira Zoe non gliene andava bene una.
Decise di aspettare un po', magari quegli uomini se ne sarebbero andati.
Ma con suo grande disappunto notò che altri tre poliziotti arrivarono a dare il cambio a quello già presenti. E inoltre, quando le bambine rientrarono nell'edificio, quei tre le seguirono.
Evidentemente la sorveglianza era stata aumentata. A quel punto decise di non rischiare, non voleva farsi prendere prima di colpire Tony, Ziva e la piccola guastafeste.

Così riprese la macchina e tornò al suo nascondiglio pensando esattamente a ad ogni sua successiva mossa. Ormai sapeva già cosa fare e come farlo. Doveva solo decidere quando e trovare la divisa adatta che gli permettesse di entrare all'NCIS.
Li avrebbe attaccati proprio nel luogo in cui si sentivano più al sicuro e in cui, proprio per questo, avrebbero abbassato la guardia.

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Finito il lavoro Tony e Ziva presero Zoe, che dopo essersi un po' calmata aveva deciso di passare il pomeriggio con Abby, e si diressero a casa per prendere le cose da portare in albergo.
Dopo aver sistemato le sue cose all'interno di una valigia, Ziva andò in camera ad aiutare Zoe a fare lo stesso.

"Ziva, per quanto tempo staremo in albergo?" le chiese.
"Non lo so tesoro... Poco, spero" rispose lei.
"Anche io... Io voglio stare nella nostra casa" disse Zoe.

A Ziva fece piacere sentire che Zoe considerava quella casa anche sua, era così che doveva essere.
Si assicurarono di avere chiuso bene tutte le porte e le finestre e andarono in albergo. Fortunatamente McGee gli aveva prenotato una stanza abbastanza grande, in modo che non stessero troppo stretti.

Ziva stava facendo il bagno a Zoe mentre Tony aspettava sdraiato sul letto. Si era già fatto la doccia e nell'attesa decise di chiamare Gibbs, sapeva che stavano lavorando per trovare Nicolaj e voleva vedere se aveva notizie.

"Nessuna novità, DiNozzo. Ho mandato a casa anche McGee e Abby, era tardi. Continueremo domani" disse Gibbs.
"Ok, grazie capo" rispose. Ma Gibbs sapeva che Tony aveva chiamato non tanto perché voleva notizie, bensì perché era preoccupato e aveva bisogno di essere rassicurato.
"Tony... Stai tranquillo, lo prenderemo. E questa volta non ci scapperà. Te l'ho già detto sei un ottimo padre e sei molto importante per Ziva. Non farti prendere dall'ansia" gli disse prima di chiudere la conversazione.
"Ok... Grazie e a domani, capo" lo salutò Tony.

Fece appena in tempo ad appoggiare il telefono sul comodino che Zoe e Ziva uscirono dal bagno.

"La mia bambina è pulita ora?" chiese mentre Zoe gattonava sul letto e si distendeva accanto a lui.
"Si, senti come profumano i miei capelli?" rispose lei.
"Ma questo è l'odore dello shampoo di Ziva" disse lui facendola sorridere.
"Pronta a fare la nanna?" le chiese.
"No! È presto, dobbiamo vedere un film" rispose Zoe.
"Un film? Un film intero? Ma tu mi sembri stanca signorina" intervenne Ziva.
"Non sono stanca... Per favore" implorò lei.
"Facciamo così: io e te guardiamo la televisione finché Ziva non finisce di farsi la doccia, poi dormiamo tutti" propose Tony.
"Va bene" rispose Zoe felice.

Tony accese la televisione e fece partire uno dei cartoni animati che piacevano a Zoe. Poi si sistemò comodo sul letto. Zoe si mise subito seduta su di lui, usandolo come divano. Tony iniziò ad accarezzarle i capelli e non ci volle molto prima che Zoe iniziasse a sbadigliare. Quando si accorse che le si stavano chiudendo gli occhi, la girò delicatamente su un fianco lasciando che appoggiasse la testa sul suo petto.

"Forza pasticcino, fai la nanna che sei stanca" le disse sottovoce.
"No..." si lamentò lei cercando di voltarsi di nuovo verso il televisore. Ma Tony aveva già messo in atto la sua tecnica. Aveva iniziato a massaggiarle il pancino, cosa che la faceva addormentare subito.

Quando Ziva uscì dal bagno rimase incantata dalla scena. Tony, mezzo addormentato appoggiato alla schienale del letto, aveva ancora in braccio Zoe che russava leggermente.

"Amore... Hey. Tranquillo ora prendo Zoe e la metto nel suo letto" disse Ziva svegliando Tony.
"No lascia, ci penso io o si sveglierà" rispose lui alzandosi e facendo distendere Zoe nel letto singolo accanto al loro.

La guardarono entrambi mentre si voltava nel letto per abbracciare il suo orsacchiotto. Le diedero un bacio leggero sulla fronte e si sdraiarono anche loro.

"Tony, mi abbracci come fossi il tuo orsacchiotto?" bisbigliò lei.
"Ma tu lo sei, amore mio" rispose Tony ridendo.
"Sei preoccupata?" aggiunse. Ziva annuì senza parlare.
"Anche io" ammise lui.

Rimasero un po' in silenzio. Tony stava per dire a Ziva che era ora di dormire e darle la buona notte quando si rese conto del suo leggero russare.
Si era addormentata appoggiata a lui in meno di due minuti.

"Buona notte amore" disse lui con un Tony di voce appena udibile. Poi chiuse gli occhi e si addormentò sperando di svegliarsi il giorno successivo e scoprire che tutta questa brutta faccenda era già stata risolta.










Note dell'autrice:

O mio Dio! O mio Dio!
Ci siamo quasi... Tra poco, forse già nel prossimo capitolo (chi lo sa XD) vedremo cosa farà Nicolaj... Io ad essere sincera ho un po' paura eh...
Comunque vi ho già detto dove agirà... Dentro l'ncis... Io nostri TIVA e Zoe non possono stare tranquilli! No no...

Vi dico già, così vi preparate, che dal momento in cui Nicolaj entrerà in azione ci saranno un po' di capitoli Angst... Non odiatemi troppo! XD

Detto ciò, spero che vi sia piaciuto questo capitolo. È stato abbastanza tranquillo, sono stata buona!

A prestooooooo!
Baci, Meggie.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

"Dino..." disse Zoe cercando di svegliare Tony.
"Dino... Svegliati" ripeté.

Tony aprì gli occhi. Ziva dormiva, era notte. Ma Zoe era sveglia e apparentemente aveva bisogno di qualcosa.

"Pasticcino, che succede? Sono le quattro..." chiese guardando la sveglia che era appoggiata sul comodino.
"Devo fare la pipì" disse lei.

Era un paio di giorni ormai che erano in albergo, ma Zoe non si era ancora abituata. Continuava a chiedere quando sarebbero tornati a casa, voleva tornare a dormire nella sua cameretta.
"Ok, andiamo" rispose prendendola in braccio e portandola in bagno.

"A posto ora?" le chiese uscendo.
"Ho sete, posso avere dell'acqua?" rispose Zoe.
"Certo amore" le disse lui sottovoce. La fece sedere sul divanetto che era nella loro camera e prese la sua bottiglietta d'acqua.
In realtà era una borraccia rosa che Ziva le aveva comprato qualche giorno prima e sulla quale Zoe aveva attaccato degli adesivi.

"Sei pronta a tornare a fare la nanna, ora?" le chiese sottovoce in modo da non svegliare Ziva.
"Mi leggi un libro, Dino?" rispose lei.

A quel punto Tony la prese in braccio e si mise seduto sul divano con lei.
"Che hai Zoe, perché non vuoi dormire?" le chiese.
"Non ho sonno" rispose.
"Si che hai sonno, amore. Non possiamo leggere ora, dobbiamo dormire" le disse.
"Dino, ho paura" rispose abbracciandolo.
"Lo so, piccolina. Vedrai che finirà presto" le disse dandole un bacio sulla testa.
"Hey, vieni a dormire con me?" le chiese. Dovevano dormire entrambi e Tony sapeva che quello era l'unico modo per farla riposare.

Zoe annuì, Tony si alzò e andò a sdraiarsi di nuovo accanto a Ziva che ancora dormiva.
Quando il mattino dopo si svegliò vide Zoe, letteralmente sdraiata su Tony, ancora addormentata.
Senza fare rumore prese il cellulare e scattò loro una foto, era una scena troppo dolce per non immortalarla.

"Tony... Hey, è mattina" disse Ziva passandogli una mano tra i capelli per svegliarlo.
"Hmmm... È già ora di alzarsi?" chiese aprendo gli occhi.
"Si... Mi spieghi?" gli disse indicando Zoe.

Tony sorrise accarezzando la schiena della bambina.

"Si è svegliata ed era spaventata. Poi non si è più voluta staccare da me" spiegò Tony.
"Ora devo andare in bagno, la prendi tu?" aggiunse.

Ziva annuì sollevandola delicatamente e prendendola in braccio. Poco dopo Zoe aprì gli occhi e guardò Ziva.

"Hey signorina, buon giorno" le disse.
"Ciao" rispose lei sorridendo.
"Hai dormito bene?" le chiese Ziva.
"In braccio a Dino" disse Zoe annuendo.
"È comodo vero, come cuscino?" le rispose Ziva ridendo.
"Si! È morbido, soprattutto nella pancia" disse Zoe.

Proprio in quel momento Tony uscì dal bagno.

"Chi è che è morbido nella pancia? Mi state dicendo che sono grasso?" disse.
"No, ma sei come un cuscino. Sei comodo!" esclamò Zoe.
"Visto che me lo dice la mia principessa, lo prendo come un complimento" rispose Tony dandole un bacio sulla guancia.
"Va bene, ora ci prepariamo e andiamo a fare colazione. Cosa ne pensate?" propose Ziva.

Mezz'ora dopo erano nel ristorante dell'hotel a fare colazione. Questo era forse l'unico lato positivo di vivere lì, non dovevano cucinare.

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Orami aveva pianificato tutto alla perfezione, questa volta sentiva che nulla sarebbe andato storto.
Si era già anche preparato un piano di fuga. Dopo aver fatto quello che doveva fare avrebbe lasciato il paese in modo da non farsi mai più trovare.

Così quella mattina, Nicolaj, si alzò dal letto e controllò che il pacco fosse pronto.
Poi si vestì. Aveva rimediato una divisa e un tesserino da porta lettere, per poter entrare all'NCIS indisturbato.
Aveva dovuto uccidere l'attuale addetto alla consegna della posta. Ma questo era solo un danno collaterale per lui.
Infine si mise la maschera che lo avrebbe reso irriconoscibile. Era perfetta, sarebbe stato uno sconosciuto per tutti.

In ogni caso nessuno lo avrebbe visto perché non avrebbe consegnato nessuna lettera. Doveva lasciare solo un pacco e poi tagliare la corda.
Prese la macchina, di cui si sarebbe liberato poco prima di entrare all'NCIS, e partì.
Per la fuga aveva già preparato un altro mezzo, così nessuno lo avrebbe riconosciuto dall'auto.

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Tony, Ziva e Zoe entrarono all'NCIS puntuali per iniziare il lavoro, con Zoe che li seguiva ovunque andassero.
Fortunatamente aveva iniziato a conoscere un po' tutte le persone che lavoravano nell'edificio, così di tanto in tanto si faceva un giro per l'ufficio a salutare i presenti. In questo modo la squadra poteva lavorare liberamente ai loro casi evitando che Zoe vedesse cose che potevano inquietarla.

La giornata stava procedendo bene, anche se erano tutti costretti alle loro scrivanie a compilare scartoffie.

"Oh, di nuovo!" esclamò Ziva.
"Che succede?" chiese Gibbs.
"Niente, Abby si è scordata di firmare questo foglio. Per la ventesima volta questa settimana. Ora vado e glielo faccio firmare" rispose Ziva
"Ziva, Ziva, Ziva! Posso andarci io?" chiese Zoe saltellando.
"Ti prego!" aggiunse con faccia supplicante.

Le piaceva andare da Abby, le regalava sempre una caramella.
Ziva ci pensò un attimo e non trovando nulla di male in questa richiesta acconsentì.

"Però vai e torni. Non ti fermi giù e non ti metti ad andare in giro per l'edificio" le disse.
"Promesso" rispose lei prendendo il foglio e correndo da Abby.

Gibbs guardò Ziva e sorrise pensando tra sé e sé che il ruolo di madre le calzava a pennello.

"Abby!" disse Zoe entrando nel suo laboratorio.
"Nanetta, ciao!" rispose.
"Ziva dice che devi firmare questo" le disse dandole il foglio.
"Oh, giusto. Si sarà alterata, mi scordo sempre" commentò Abby firmando.
"Solo un pochino... Non tanto" disse Zoe.
"Per fortuna... Ti fermi un po' qui?" chiese Abby.
"No, Ziva ha detto che devo tornare subito da lei. Ho promesso" rispose Zoe convinta.
"Oh, se hai promesso allora devi andare" disse Abby scartando una caramella e mettendola in bocca a Zoe.

La bambina sorrise soddisfatta.

"Grazie" disse dandole un bacio e uscendo.

Zoe risalì tutte le scale fino ad arrivare al piano giusto. Sapeva usare l'ascensore ma Tony e Ziva le avevano proibito di prenderlo da sola.
Era ormai arrivata dietro le scale che portavano all'ufficio di Vance e all'MTAC quando un uomo la fermò.

Era Nicolaj, travestito da postino. L'aveva vista scendere ed era rimasto nascosto ad aspettare che tornasse.

"Ragazzina" disse con un perfetto accento americano. In quel periodo si era esercitato a parlare nel miglior modo possibile.
"Tu sai chi è l'agente Gibbs?" le chiese.

Zoe si fermò. Non sapeva se rispondere o meno. Ziva le aveva detto di non parlare mai agli sconosciuti, ma questa volta era dentro l'NCIS un luogo che riteneva sicuro.

"Si" rispose timidamente guardandolo in faccia.
"Fantastico. Qui ho un pacco che mi sono scordato di dargli... Ma sono in ritardo con le consegne agli altri uffici. Glielo puoi portare tu?" chiese sorridendo alla bambina.

Zoe sorrise. Pensava che gli chiedesse una cosa più difficile, ma questo lo sapeva fare.

"Ok" disse allungando le braccia e afferrando il pacco.
"Grazie, sei davvero gentile" le disse Nicolaj.

Era un pacco non più grande di una scatola da scarpe, piuttosto leggero e di un colore anonimo.

"Prego" disse Zoe guardandolo.
"Lo hai stretto bene, così non ti cade?" chiese lui.
"Si. Perché se cade si rompe?" domandò Zoe.

Ma Nicolaj non rispose. Si avvicinò a Zoe, estrasse una linguetta che penzolava dalla base del pacco e le disse "Ora resta ferma immobile, se non vuoi saltare in aria".

Ma questa volta non usò l'accento americano, parlò normalmente e Zoe si rese conto.
Era la stessa voce degli uomini che l'avevano presa. Era lui. Era tornato e l'aveva trovata.
Il panico l'assalì, sarebbe voluta scappare ma dopo avere sentito quello che lui le aveva detto rimase immobile.
Fece per parlare ma Nicolaj la fermò.

"Non pronunciare parola, non gridare o lo faccio esplodere" la minacciò.
"Ti starai chiedendo perché lo faccio... Beh, te lo meriti. Mi hai causato fin troppi problemi. Comunque se ti comporti bene e non gridi prima che io me ne vada avrai una possibilità di sopravvivere. Almeno finché le tue braccia non si stancheranno. Perché se ti muovi, la bomba che ho messo dentro al pacco esploderà... E di questo edificio rimarrà poco o nulla. Ora conta fino a mille. A quel punto sarò fuori e tu potrai chiedere aiuto. Buona fortuna" aggiunse.

Poi velocemente e silenziosamente, come era venuto, se ne andò per la scala di servizio senza farsi notare da nessuno.

Zoe rimase da sola, con il pacco in mano. Fece scivolare a terra il foglio che Ziva le aveva dato da far firmare ad Abby, che ancora stringeva tra le dita in modo da avere una presa migliore sul pacco.
Era spaventata a morte. Non sapeva che fare e non sapeva contare fino a mille. Aveva appena cinque anni, conosceva i numeri ma non fino a mille.
Rimase immobile sperando che qualcuno passasse e la trovasse.

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Ziva guardò l'orologio. Era quasi un quarto d'ora che Zoe era scesa per andare da Abby e ancora non era tornata.

"Si sarà fermata due minuti" provò a giustificarla Tony.
"Ma le avevo detto di tornare subito..." disse Ziva.
"Chiama Abby e dille di rispedirla qui" rispose Tony.

Stava per comporre il numero del laboratorio quando sentirono una vocina lontana che li chiamava.

Zoe aveva aspettato più di cinque minuti, immobile e in silenzio.
Ma era davvero spaventata. Voleva Ziva e Dino. Voleva che le togliessero quel pacco dalle mani.
Così alla fine si era decisa a gridare per chiedere aiuto, visto che nessuno passava da dove era lei.

"Ziva! Dino!" gridò piangendo.
"Aiutatemi" aggiunse.

A sentire la parola "Aiuto" Tony e Ziva scattarono in piedi. E con loro anche Tim e Gibbs.

"Ziva, ti prego! Dino!" ripeté di nuovo Zoe cercando di non muovere le braccia.

A quel punto tutti capirono che la voce veniva da dietro la scala. Lasciarono tutto com'era sulle loro scrivanie e corsero da lei.






Note dell'autrice:

Uccidetemi. Sono pronta.
AHAHAHHAHA però dai vi avevo avvertiti che avrei cominciato con la parte Angst quindi un po' eravate preparati giusto?! XD
Beh ecco... Diciamo che secondo le mie previsioni questo momento angst durerà ancora per due capitoli...
Vedete sono anche buona... Solo altri due capitoli...

Poi succederà altro ma lo scopriremo solo vivendo! Eh eh...

Ma ora passiamo alla parte terribile... Povera Zoe!!!! Ora come faranno a salvarla? Si salveranno? Cosa faranno Tony e Ziva!
OMG aiutooooooo

Ok, spero vi sia piaciuto! :)
A prestooooooo.

Baci, Meggie.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14 

A quel punto tutti capirono che la voce veniva da dietro la scala. Lasciarono tutto com'era sulle loro scrivanie e corsero da lei.

"Zoe, amore che succede?!" disse Ziva svoltando l'angolo e avvicinandosi a lei.
"Non mi toccate!" gridò la bambina.
"Pasticcino, che hai? Cos'è che hai in mano?" disse Tony avvicinandosi.
"Stammi lontano! Non mi toccare, non mi muovere!" gridò ancora.

Si guardarono tutti. Anche McGee e Gibbs erano lì e non capivano cosa stesse succedendo.

"Va bene, noi non ti tocchiamo. Ma tu devi spiegare cosa succede, Zoe" le disse Tony in modo calmo.
"Quell'uomo cattivo mi ha dato questo pacco. Ha detto che dovevo portarlo a Gibbs. Ma dentro c'è una bomba e se mi muovo esplode" spiegò Zoe mentre le lacrime le scendevano sul volto.

Ziva sentì una stretta allo stomaco e un'improvvisa voglia di prendere uno dei suoi pugnali e dare la caccia a quell'animale.
Ma cercò di rimanere calma, per Zoe.

"Oh, tesoro. Stai tranquilla adesso sistemiamo tutto" le disse guardandola negli occhi cercando di calmarla.
Zoe annuì.

"McGee chiama gli artificieri e digli di arrivare qui in meno di un minuto. Muoviti!" ordinò Gibbs nel frattempo.
Sapeva che presto a Zoe avrebbero iniziato a fare male le braccia, dovevano intervenire subito.

"Zoe, quell'uomo è ancora qui? Dove è andato" chiese Gibbs alla bambina.
"No. È andato via, cinque minuti fa. Ha detto che se urlavo troppo presto per cercare aiuto lui faceva esplodere tutto" rispose spaventata.
"Capo, vuol dire che ha un telecomando a distanza" disse Tony allarmato.

McGee, che aveva appena chiuso la chiamata con gli artificieri e aveva sentito quello che Zoe stava dicendo, corse alla scrivania e tornò con una scatoletta nera.

"Ecco, questo disturberà il segnale. Nel caso voglia far esplodere la bomba a distanza" disse appoggiando la scatoletta a terra.

Poi mente Tony restava a tenere calma Zoe, Ziva si alzò e andò a parlare con Gibbs.

"Capo, dammi il tuo coltello. Sai che posso disinnescarla" bisbigliò.
"No. Non sappiamo che tipo di bomba sia e non puoi disinnescarla mentre tua figlia la tiene tra le mani" rispose Gibbs.
"Ma ho fatto cose ben più difficili. Posso farlo ti dico" insistette lei.
"Ho detto no. Gli artificieri stanno arrivando, è questione di poco" rispose Gibbs.
"La devo aiutare. Devo toglierle la bomba dalle mani!" disse, questa volta con voce un po' troppo alta. Anche Zoe la sentì.
Gibbs la tirò per un braccio e la allontanò da Zoe.

"La vuoi aiutare? Allora torna da lei e tienila calma. È terrorizzata, ha bisogno di vedere la tua faccia" la rimproverò Gibbs, serio.

Nel frattempo Tony cercava di far concentrare Zoe su qualcos'altro. Sentire Ziva discutere con Gibbs stava solo peggiorando le cose.

"Pasticcino, guarda me. Fai dei bei respiri profondi" le disse. Zoe annuì e obbedì.
"Dino che succede? Perché Ziva è arrabbiata?" chiese spaventata.
"Non è arrabbiata amore, è solo preoccupata. Non è nulla" rispose Tony.
"Ma ora ascolta me e respira. Noi non vogliamo un attacco di panico, vero? Perché tu devi stare ferma immobile" aggiunse.
"No, io sto calma. Sto ferma. Dino raccontami un film" lo implorò.

Tony iniziò a pensare, voleva una trama allegra e tranquilla. Ma era talmente agitato e spaventato che non gli veniva in mente nulla.

"Dino!" ripeté Zoe.

A quel punto McGee, che stava guardando impotente la scena, intervenì.

"Hey, Zoe. Hai mai visto quel cartone che parla dell'era glaciale? Ci sono dei Mammuth e anche una tigre" iniziò Tim per dare uno spunto a Tony.
"No..." rispose lei.
"Oh, allora ti comprerò il dvd. C'è anche un bradipo, che si chiama Sid. È molto simpatico..." continuò Tony.

Dopo poco anche Ziva e Gibbs si avvicinarono a lei e parteciparono al racconto. Zoe sembrava essere un minimo più tranquilla e riuscirono a tenerla calma finché gli artificieri non arrivarono.

"Eccoci, dov'è la bomba?" chiese il capo guardando Gibbs.
"Ce l'ha in mano la bambina" rispose lui.
"Dannazione..." fu il suo commento.

Si avvicinò a Zoe senza spaventarla e si chinò alla sua altezza.

"Ciao, io sono Eddie. E tu come ti chiami?" chiese.
"Zoe..." rispose lei continuando a guardare Ziva.
"Va tutto bene, amore" la incoraggiò lei.
"Ok, Zoe. Ora devo usare questo strumento che mi aiuterà a vedere attraverso il pacco. Così potrò vedere la bomba e riuscirò ad aiutarti, tu continua a stare ferma" le spiegò Eddie.

Zoe annuì leggermente, continuando a restare immobile.
Eddie esaminò il pacco che Zoe teneva in mano con quello che sembrava un ecografo. Ci mise pochissimo ma riuscì subito a capire di che tipo di bomba si trattasse.
Non era una di quelle che si potevano disinnescare a mano. La minima mossa sbagliata e tutto sarebbe esploso con un bel botto.

"Ok... Allora Zoe, vedrai che tra meno di dieci minuti non avrai più quel pacco tra le mani" le disse Eddie.
"Tra poco facciamo arrivare qui un mio amico, che prenderà il pacchetto al posto tuo. Sai è un robot, si chiama Otto" aggiunse.
"Otto?" chiese Zoe curiosa.
"Si, perché è l'ottavo modello che hanno costruito. Abbiamo lavorato insieme in Iraq, ha salvato tante persone" rispose Eddie.
"Salverà anche me? Perché mi cominciano a fare male le braccia" disse Zoe spaventata.

Si guardarono tutti preoccupati. Era già un miracolo che Zoe non si fosse lamentata prima, ma adesso sapevano di dover fare il più in fretta possibile.

"Devi resistere ancora per poco. Ce la fai, si? Sei stata così brava fino ad ora..." le disse Tony.
"Ce la faccio Dino" affermò Zoe.

In realtà Tony e tutti gli altri temevano che non riuscisse a resistere. Le lacrime continuavano a scenderle sulla faccia e aveva iniziato a tremare leggermente.

"Brava la mia bambina, io resto qui con te. Andrà tutto bene, piccolina" le disse Ziva per incoraggiarla.

Nel frattempo Eddie stava parlando con un suo collega, li sentivano bisbigliare ma non capivano cosa stessero dicendo.
Anche Gibbs si unì alla conversazione e Ziva capì che c'era qualcosa che non andava quando iniziò a guardarla preoccupato.
Avrebbe capito il problema di lì a pochissimo.

"Ora devo chiedere a Zoe di essere ancora più coraggiosa" intervenne Eddie.
"Perché Otto possa fare il suo lavoro, non dobbiamo andare tutto quanti via" aggiunse.
"Tutti?" domandò Zoe lasciandosi scappare un singhiozzo. Non voleva certo rimanere da sola.
"Hey, calma amore. Resta concentrata su di me" le disse Ziva.
"Non esiste che lascio mia figlia qui da sola" aggiunse rivolto ad Eddie.
"Ma il robot non funzionerà in modo appropriato se ci sono troppi elementi estranei attorno. E io non posso rischiare, facendo restare anche lei" spiegò lui.
"Non ha capito. Io da qui non mi muovo. Non lascerò che un robot disinneschi la bomba che mia figlia tiene in mano" affermò Ziva.
"Otto non disinnescherà la bomba. La toglierà solo dalle mani di sua figlia" rispose Eddie.

In quel momento Zoe spostò lo sguardo da Ziva a Tony.

"Dino. Fa male, non resisto più" si lamentò lei piangendo.
"Si che resisti Zoe. Sono sicuro. Hai passato di peggio in questo periodo" cercò di rassicurarla lui.
"Dobbiamo muoverci" aggiunse guardando gli artificieri e tutti gli altri.

A quel punto Eddie prese in mano la situazione.

"Va bene, adesso tutti tranne voi due uscite dall'edificio" disse indicando Tony e Ziva.

Gibbs aveva già fatto evacuare la sede dell'NCIS, quindi mancavano solo loro ad uscire. Guardò Tony un'ultima volta prima di svoltare l'angolo per andare all'ascensore.
Tony capì cosa voleva dirgli Gibbs. Che ora doveva pensare lui a convincere Ziva ad uscire, anche in fretta.

"Zoe ascoltami" disse guardando la bambina negli occhi.
"Otto arriverà dritto di fronte a te. Ti verrà vicino e appoggerà un piccolo tavolino che tiene tra le braccia, sotto il pacco. Quando senti che è ben appoggiato, lentamente lasci la presa e corri fuori dall'edificio. Ma mi raccomando, non usare l'ascensore. Usa le scale" le spiegò Eddie.
"Io non prendo l'ascensore da sola, Ziva non vuole" rispose Zoe.
"Molto brava. Ora mi puoi ripetere cosa devi fare?" chiese Eddie volendosi assicurare che Zoe avesse capito.
"Otto arriva e prende il pacchetto sul tavolino. Io lo lascio lì e corro all'uscita usando le scale" rispose Zoe.
"Ma Dino mi dice che non devo correre per le scale perché potrei cadere" aggiunse lei. Era abbastanza nel panico e si preoccupava di cose che al momento non erano rilevanti.
"Questa volta ti do il permesso di correre, ok? Corri più veloce che puoi" le disse Tony.

Zoe annuì.

"Va bene, ma voi sarete fuori ad aspettarmi vero?" domandò preoccupata.
"Certo saremo fuori, ci vedrai appena uscirai dalla porta" le disse Eddie.
"Ora è il momento di andare. Sii coraggiosa, andrà tutto bene. Otto non sbaglia mai" aggiunse sorridendo a Zoe.

Tony guardò Zoe e gli si spezzò il cuore a pensare che dovevano lasciarla lì da sola. Ma sapeva anche che con prima uscivano con prima anche Zoe sarebbe stata salva.

"Pasticcino, vedrai è questione di pochi minuti e sarai fuori con noi. Appena esci corri verso di me. Io e Ziva saremo i primi che vedrai" le disse Tony.
"Ok... Ho paura, Dino" rispose Zoe.
"Lo so... Ma pensa al film, che appena arriviamo a casa lo guardiamo assieme" le disse lui.
"Va bene..." annuì Zoe.

Solo in quel momento Ziva si rese conto che sia Tony che Eddie erano pronti ad andarsene. Tony le prese un braccio e la fece alzare.

"No. Io resto qui. Non ti preoccupare Zoe, resto con te" disse Ziva.
"Amore, dobbiamo andare via. Ora" le disse Tony.
"No, non la voglio lasciare da sola" insistette lei.

Tony che capì di non aver tempo per farla ragionare. Così la prese da parte con la scusa di scambiare due parole in privato, sorrise un'ultima volta a Zoe e poi lo fece.
Afferrò Ziva per le braccia e iniziò a trascinarla verso l'ascensore.

"Che fai! Lasciami! Non mi porterai via da lei!" gridò Ziva.
"Abbassa la voce, non spaventarla più di quanto non lo sia" le disse Tony ancora intento a tirarla per le braccia.
"No, ti prego Tony. No. Lasciami con lei" insistette Ziva.
"Vorrei rimanere anche io, ma non possiamo" ripeté lui.

A quello punto Ziva iniziò a dimenarsi per liberarsi dalla stretta di Tony. Lui sapeva che sarebbe riuscita nel suo intento. Così la sollevò di peso entrò nell'ascensore e prima di metterla giù aspettò che le porte si chiudessero.

"Lasciami andare! Mettimi giu!" urlò Ziva piangendo.
Tony la rimise con i piedi a terra e cercò di abbracciarla. Ma lei iniziò a ribellarsi.
"Ti odio, Tony! Ti odio!" aggiunse.
"Non è vero che mi odi, amore. Calmati" le disse stringendola a sé.

Ziva smise di lottare contro di lui e lo abbracciò continuando a piangere.

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Zoe era rimasta completamente sola. Mentre Tony portava via Ziva, Eddie le aveva detto per l'ultima volta che tutto sarebbe andato bene e che in pochi minuti sarebbe stata fuori anche lei.

Ora stava fissando il muro davanti a lei. Evitava di guardare il pacchetto che stringeva tra le mani, le metteva ancora più ansia.
Si accorse che il braccio destro stava iniziando a tremare più forte. Le faceva male, non sapeva quanto ancora avrebbe resistito.

"Otto, dove sei?" disse mentre l'ennesima lacrima le rigava il volto.










Note dell'autrice:

Alzi la mano chi vuole uccidermi?!
Cioè si... Sono un po' cattiva, un po' molto... Però mi avete detto che l'angst vi piace quindi io sto cercando di accontentarvi eh eh XD

A parte gli scherzi... Vi prometto che nel prossimo capitolo ci sarà meno ANGST (almeno credo)...
Ma ora anche io sono preoccupata di sapere cosa succederà... Riuscirà Zoe a resistere e ad uscire dall'edificio in tempo!!? O.o

Spero vi sia piaciuto...
A prestoooooo :)

Baci, Meggie.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15

Zoe rimase in attesa di Otto per pochi minuti ma a lei sembrarono ore. Stava cedendo e aveva paura di non riuscire a resistere.
Quando finalmente lo vide comparire di fronte a lei non poté fare altro che tirare un sospiro di sollievo.

"Otto fai veloce ti prego" disse Zoe impaziente.
Ora anche l'altro braccio aveva iniziato a tremarle e sentiva che stava perdendo la presa del pacco.

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Grazie ad una telecamera montata sul robot gli artificieri riuscivano a vedere cosa stava succedendo.
Riuscivano a vedere il volto stanco e spaventato di Zoe.

Anche Tony e Ziva erano a fissare la telecamera che mostrava Zoe. Gli artificieri non volevano ma dopo quello che Tony aveva fatto a Ziva portandola via da Zoe ora non poteva negarle anche questo.

Nonostante Ziva si fosse arrabbiata tantissimo con Tony per averla costretta ad uscire ora gli stava stringendo la mano. O meglio gliela stava stritolando per la paura che a Zoe succedesse qualcosa.

"Forse è meglio se aspettate fuori" disse ancora un'artificiere.
"Quale parte di 'voglio vedere mia figlia' non è chiara?! Io da qui non esco finché non vedo che è salva!" gridò Ziva arrabbiata.

L'artificiere stava per parlare di nuovo, ma Tony lo fermò per evitare uno scontro che sarebbe finito con Ziva che lo picchiava.
La fece girare verso di lui e la guardò negli occhi.

"Ziva..." iniziò.
"No! Non dirmi di stare calma e non dirmi che andrà bene. Non osare Tony! Mi hai costretta a scendere, ora ti adegui al mio nervosismo! Non starò calma finché Zoe non sarà qui con noi" disse lei.
"Ok... Va bene" rispose lui capendo che l'unica cosa da fare era assecondarla. Non era in sé e discutere era solo peggio.

Ziva lo fissò un attimo e poi lo abbracciò appoggiando la testa sul suo petto in modo da poter comunque continuare a vedere lo schermo.

"Ho cambiato idea... Dimmi che andrà tutto bene" disse sottovoce.
"Certo che andrà bene, amore. Zoe è quasi salva. Guarda il robot è quasi da lei" le rispose Tony stringendola e accarezzandole la schiena.

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A quel punto Otto era arrivato di fronte a Zoe e si era fermato. Era poco più basso di lei e la telecamera che aveva in alto le ricordava il volto di un robot che aveva visto, insieme a Tony, nel cartone animato Wall-E.

Lo guardò con attenzione. Poi improvvisamente vide, come Eddie le aveva detto, il piccolo tavolino sul quale sarebbe rimasto appoggiato il pacco.
Fu in quel momento che fu presa dal panico. Aveva paura che non funzionasse e che la bomba le esplodesse tra le mani.
Ma non poté fare altro che rimanere immobile e trattenere il respiro sperando che tutto andasse bene.

Ci vollero pochi secondi prima che si rendesse conto che il peso che aveva in mano stava diminuendo. Lentamente il pacco diventò più leggero finché non si accorse che era completamente appoggiato.
Ora doveva fare come le aveva detto Eddie, doveva lasciare il pacco lentamente e correre. Ma aveva paura che ancora non fosse appoggiato, che si sarebbe mosso.

Chiuse gli occhi, prese un respiro profondo e staccò le mani dalla scatola. Li riaprì quando si accorse che finalmente le mani erano libere e lei poteva far riposare le braccia.

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Anche Tony e Ziva e tutta la squadra degli artificieri stava trattenendo il fiato. Rilasciarono un sospiro di sollievo quando si accorsero che finalmente Zoe se ne poteva andare da lì.

"Forza tesoro, voltati e scappa" disse Tony parlando allo schermo, come se Zoe potesse sentirlo.
"Ti prego, ti prego. Esci da lì" aggiunse Ziva stringendosi sempre di più a Tony.

Era già pronta a correre dentro l'edifico e prendere Zoe, se si fosse accorta che per lo spavento non sapeva cosa fare.

Zoe che ancora non si era mossa, guardò Otto e sorrise.

"Grazie" sussurrò.

Poi fece tre lenti passi indietro prima di voltarsi e iniziare a correre. Arrivò velocemente alle scale di fianco all'ascensore, aprì la porta e poi fece quello che Tony le aveva dato il permesso di fare.
Corse velocemente per tutti gli scalini che la separavano dall'uscita.

Quando si accorsero che stava correndo fuori, Tony e Ziva si precipitarono davanti alle sbarre che limitavano la zona sicura. Le avevano promesso che sarebbero stati i primi che avrebbe visto.
Tony spostò una delle sbarre in modo da poterla prendere e portare via immediatamente.

Zoe correva così veloce che era sicura che si sarebbe inciampata. Ma pensò che un altro braccio rotto sarebbe stato meglio che morire per l'esplosione.
Raggiunse il piano terra in un baleno e continuando a correre si precipitò ad aprire la porta.
Una volta fuori non si fermò ma continuò la sua corsa verso Tony e Ziva.

Tony si era già chinato e l'aspettava a braccia aperte, pronto a sollevarla e a portarla dentro l'ambulanza che era stata chiamata per ogni evenienza.

"Dino!" gridò lei buttandosi tra le sue braccia.

Piangeva e tremava e anche Ziva poté constatarlo quando le mise una mano sulla schiena mentre camminavano verso l'ambulanza.
Non appena dentro Zoe volle andare in braccio a Ziva e non ci fu verso di farla sdraiare sulla barella in modo che i paramedici potessero visitarla.

"Dai Zoe, solo cinque minuti poi torni in braccio a me" le disse Ziva cercando di farla sdraiare.
"No! No!" gridò lei stringendosi al collo di Ziva.
"Dovete aprire il portellone" disse Ziva.
"Si sta agitando troppo, tra poco avrà un attacco di panico" aggiunse.

A quel punto il paramedico decise che era meglio dare un sedativo alla bambina, qualcosa che la facesse rilassare.

"Le tenga fermo il braccio" disse il paramedico a Tony.

Lui con fatica le prese il braccio sinistro e lo tenne immobile mentre le infilavano un ago nella mano per darle il sedativo.
Nonostante tutto Zoe rimase pressoché immobile, pur continuando a piangere e a stringere Ziva con l'altro braccio.

Ci volle poco perché si calmasse e smettesse di piangere. Lentamente allentò la presa e Ziva si accorse che si era addormentata.
La fece distendere sulla barella e le strinse la mano mentre si dirigevano in ospedale.

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Era da più di un'ora che erano arrivati in ospedale. I medici avevano visitato Zoe e, a parte il fatto che probabilmente sarebbe stata sotto shock al momento del risveglio, stava bene fisicamente.
Tony e Ziva erano nella sua stanza, dovevano aspettare che si risvegliasse e poi potevano portarla via.

Ziva era seduta sul bordo del letto e le accarezzava i capelli mentre Tony era dietro di lei e guardava Zoe riposare.

"Appena lo trovo, lo ammazzo con le mie mani" disse Ziva.
"E io ti aiuto" rispose Tony.
"Sarà così spaventata adesso..." commentò Ziva.
"Lo so... Ma noi l'aiuteremo e vedrai che starà bene" la tranquillizzò Tony facendole un massaggio al collo.

La sentì rilassarsi lentamente, lasciò che appoggiasse la schiena contro il suo petto e le diede un bacio sulla testa.

"Prova a rilassarti anche tu, Zee. È stata una giornata pesante anche per te" le disse.

Lei si voltò verso di lui e lo abbracciò. Era vero, era ancora scossa dall'accaduto.

"Anche per te, Tony. Voglio solo tornare in hotel e riposare un pochino" rispose lei.
"Lo so" le disse accarezzandole la schiena.

Rimasero qualche minuto così, abbracciati cercando di rilassarsi il più possibile e di apprezzare il fatto che tutto era andato bene alla fine.

Poco dopo un medico busso alla porta per vedere come stava Zoe. La controllò e disse che si sarebbe svegliata molto presto.

"Potete uscire un attimo? Devo parlarvi e non voglio che senta nel caso si svegli ora" chiese il medico.
"Non voglio che sia da sola se si sveglia" rispose Ziva.
"Vai, Ziva. Resto con lei" le disse Tony.

Mentre Ziva parlava con il medico subito fuori dalla porta, Tony prese il suo posto seduto sul letto.
Guardò Zoe e pensò a come doveva sentirsi in quel momento, a quanto terribile dovesse essere stato affrontare una situazione del genere.
Le stava accarezzando il braccio quando si rese conto che si stava svegliando.

"Dino... Dove siamo?" chiese molto confusa.
"Pasticcino, siamo all'ospedale. Volevamo essere sicuri che stessi bene" le disse sorridendole.

Zoe si stropicciò gli occhi, aveva la vista ancora un po' annebbiata. Poi si mise seduta sul letto e si guardò la mano. Si ricordava di quando il paramedico le aveva messo l'ago per la flebo.
Ma ora al posto dell'ago c'era un bel cerotto rosa.

"Ti fa male, amore?" le chiese Tony.
"No... Dov'è Ziva?" rispose.

Dai suoi occhi Tony si accorse di quanto fosse spaventata, anche se per via del sedativo sembrava piuttosto calma.
Si rese anche conto che aveva bisogno di Ziva. Nonostante stesse volentieri con lui, quando era spaventata Ziva era sempre la migliore a tranquillizzarla.

Tony la prese in braccio e si alzò in piedi.

"Guarda è lì fuori dalla porta che parla con il dottore. È uscita perché tu facevi la nanna e non voleva svegliarti" le disse lui.

Lei annuì appoggiandosi a Tony ma continuando a guardare fuori dalla porta.
Quando Ziva rientrò nella stanza un enorme sorriso le comparve sul volto nel vedere Zoe sveglia.

"Piccolina, ti sei svegliata. Come stai?" le chiese prendendola in braccio.
"Bene" rispose stringendosi a lei.

Ziva e Tony si guardarono preoccupati.

"Il medico ha detto che fino a domani mattina sarà abbastanza calma per via del sedativo. E di darle queste pastiglie se non riuscisse ad addormentarsi" disse Ziva.
"Hey, Zoe. Torniamo in albergo ora? Ti va?" aggiunse rivolgendosi alla bambina.
"Andiamo a fare la nanna?" chiese Zoe annuendo.
"Si... Vuoi dormire con noi stanotte?" le chiese Tony.
"Si" disse lei.
"Va bene, allora adesso chiamo Gibbs e gli chiedo se ci porta a casa" rispose Tony prendendo il telefono e chiamando il suo capo.

Meno di un'ora dopo erano nella loro stanza. Zoe dormiva al centro del letto matrimoniale mentre Tony e Ziva la guardavano seduti sul divano mentre mangiavano qualcosa. Lei era stanca ma loro dovevano cenare, così avevano ordinato dal servizio in camera.

"Gibbs che dice? Hanno una traccia?" chiese Ziva.
"Ha detto che ci informerà domani mattina... Per oggi non possono fare molto, devono aspettare che l'intero palazzo venga controllato dagli artificieri" rispose Tony.
"Così lo perderemo..." commentò Ziva.
"Non lo so... Non credo. Io penso che lui fosse sicuro che Zoe non ce l'avrebbe fatta e che tutto sarebbe esploso. Ma ora la sua missione è fallita. Non credo che andrà lontano. Lo prenderemo presto" disse Tony.
"Lo spero. Voglio tornare a casa nostra e riavere la nostra vita tranquilla..." rispose Ziva, esausta.
"Anche io. Ma ora dobbiamo concentrarci su Zoe. Credo che domani mattina quando si sveglierà non sarà così calma" commentò Tony.

Sia lui che Ziva si voltarono a guardare la bambina. Anche se la preoccupazione maggiore di entrambi era Zoe stavano già pensando a come trovare Nicolaj e come ucciderlo.
Questa volta non avrebbero sbagliato.














Note dell'autrice:

Eccooooooo finalmente scopriamo che Zoe si salva!!!!
Siete felici? Tanto lo sapevate che non la facevo morire... Cattiva si ma fino ad un certo punto XD

Ora arriva il bello... Perché lo sappiamo che Ziva non perderà l'occasione per vendicarsi! XD
Per questo capitolo non vi lascio con il cliffhanger finale... Ma penso che dal prossimo ci sarà di nuovo! XD
Secondo voi ha ragione Tony a dire che Nicolaj non è andato via?
Vedremo nel prossimo capitolo XD

Spero vi sia piaciuto!
A prestooooo!

Baci, Meggie.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16

Quando la mattina seguente Tony si svegliò si rese conto che Zoe e Ziva non erano a letto con lui.
Si guardò intorno e le vide davanti alla finestra, Zoe era in accappatoio mentre Ziva la teneva in braccio e le bisbigliava qualcosa all'orecchio.
Si alzò lentamente e si avvicinò a loro, voleva dare il buongiorno e sapere come stava Zoe.

"Hey, cosa guardate di bello?" chiese con un tono di voce basso in modo da non spaventarle.

Ziva si voltò sorridendogli, lo aveva sentito arrivare; Zoe invece ebbe un sussulto e strinse forte Ziva.

"Tranquilla è solo Tony..." disse alla bambina.
"Guardavamo la pioggia... C'è un bel temporale" aggiunse rivolgendosi a Tony.
"Ci sono i tuoni e i fulmini" disse Zoe pur non sollevando la testa dal petto di Ziva.
"Davvero, pasticcino? E ti piace?" le chiese Tony accarezzandole la testa.

Zoe annuì. Il temporale le era sempre piaciuto, anche con sua madre avevano l'abitudine di guardare fuori dalla finestra mentre pioveva.

"Come mai già in piedi e lavate? Sono solo le sette" chiese a Ziva.
"Si è svegliata presto e non riusciva a riaddormentarsi. Così le ho fatto il bagno" spiegò lei.
"Come sta?" domandò.
"Spaventata... Ma più tranquilla del previsto" rispose lei.
"Senti vai a prepararti e io intanto la vesto. Così poi resti con lei mentre mi preparo io" aggiunse.
"Ok, amore" disse dando un bacio a Ziva e uno a Zoe.

Ziva vestì la bambina mettendole una delle sue magliette preferite. Poi Tony le diede il cambio mentre si preparava.
Si era messo in piedi davanti alla finestra con Zoe, come aveva fatto prima Ziva.

"Dino, possiamo andare a correre tra le pozzanghere quando smette di piovere?" chiese improvvisamente Zoe.
"Nelle pozzanghere? Ma ti bagnerai tutti i piedi" rispose lui ridendo.

Si aspettava una delle solite risposte di Zoe, si aspettava di sentirla insistere come faceva sempre.
Invece lei lo abbracciò e si mise a piangere.

"Zoe... No scusa... Amore, non volevo farti piangere" disse mentre cercava di consolarla.
"Pasticcino forza, shhhh. Non è successo nulla" continuò.

In quel momento Ziva uscì dal bagno e sentendo Zoe piangere, si avvicinò e chiese cosa fosse successo.
Tony le spiegò che praticamente Zoe aveva iniziato a piangere per nulla.

"È colpa mia" disse lui sentendosi in colpa.
"Sai cosa facciamo, Zoe? Ti compro un paio di stivaletti di gomma e andiamo a correre in tutte le pozzanghere della città" aggiunse.

Sperava davvero che smettesse di piangere. Dopo tutto quello che era successo voleva vederla sorridere per il resto della sua vita.

"Tranquillo, Tony. È solo lo stress per quello che le è capitato, non è colpa tua" gli disse mettendogli una mano sulla spalla mentre con l'altra accarezzava la schiena di Zoe.
"Lasciala sfogare, starà meglio" aggiunse.

Rimasero in piedi in silenzio ad aspettare che Zoe si calmasse.

"Sei sicura che non è colpa mia? No perché anche l'altra notte, quando ho lasciato la foto in salotto..." iniziò Tony.

Ma Ziva lo bloccò immediatamente, sapeva che si sentiva ancora in colpa per quella notte. Ma era stato un incidente, così come non aveva colpa del fatto che Zoe ora stesse piangendo disperata.

"Certo che no. Tony stai facendo tutto bene, ok? Sei un padre perfetto, molto più di quanto avessi mai immaginato" gli disse Ziva sorridendogli.

Tony ricambiò il sorriso.

"Mmmm, ma allora mia avevi sottovalutato occhioni belli" commentò lui approfittando del fatto che Ziva gli aveva appena fatto un complimento.
"Si, devo ammettere che ti avevo sottovalutato" rispose lei sinceramente.
"Eppure io avverto sempre tutti: DiNozzo è una sorpresa continua. Avresti dovuto ascoltarmi" continuò Tony.
"Ora non esagerare, o mi rimangio il complimento" disse Ziva.
"Oh, così mi ferisci Ziva" rispose facendo finta di essersi offeso.

Solo allora si accorsero che Zoe aveva finalmente smesso di piangere.

"Patatina, va meglio ora?" chiese Tony preoccupato.

Zoe annuì respirando a fondo, riprendendo fiato dopo aver pianto tanto.

"Soffia il naso, forza" le disse Ziva dandole un fazzoletto.
"E basta piangere ora. Vogliamo vedere il tuo bel sorriso" aggiunse.

Zoe li accontentò a metà. Non ricominciò a piangere ma non sorrise nemmeno.

Dopo aver fatto colazione andarono al lavoro anche se Gibbs gli aveva detto di prendersi un giorno libero.
Pioveva e non potevano nemmeno portare Zoe al parco e restare chiusi dentro un hotel non era quello che volevano, così decisero di fare un salto in ufficio per sapere come andavano le indagini.

"Non vi avevo detto di stare fuori da qui?" disse Gibbs vedendoli entrare.
"Non è il posto adatto a lei in questo momento" aggiunse indicando Zoe.
"In questo momento non c'è un posto adatto a lei. Ha detto no a tutte le nostre proposte" rispose Ziva.

Gibbs li guardò e capì che Ziva non stava mentendo. Zoe le era ancorata addosso e probabilmente in qualsiasi luogo fossero andati lei le sarebbe rimasta in braccio. Allo stesso tempo Tony e Ziva volevano sapere delle indagini, quindi decise di lasciare che rimanessero in ufficio.

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Passarono la prima ora con McGee e Abby che illustravano loro tutte le prove che avevano recuperato.
Qualche video della sorveglianza in cui si vedeva Nicolaj con la maschera mentre lasciava l'edificio, il carrello del portalettere che aveva abbandonato poco lontano dalla porta di uscita, un video che mostrava una macchina allontanarsi proprio all'orario in cui lui aveva lasciato il pacco a Zoe.

"Mi dispiace per ora è tutto quello che abbiamo. Ho mandato una segnalazione a tutti gli aeroporti, stazioni dei treni e degli autobus. Se non ha lasciato il paese immediatamente dopo essere uscito di qui penso che lo possiamo trovare" disse Abby.

Ziva la guardò un po' sconsolata. Era qualcosa ma non molto. In effetti non avevano quasi nulla su cui lavorare. Non c'era un telefono da rintracciare, la targa del veicolo era falsa e non sapevano nemmeno dove abitasse.

"Va bene, Abby. Ci avete lavorato tutta la notte, è già tanto così" rispose lei.
"Non si può fare nient'altro?" chiese Tony.

Odiava stare con le mani in mano, soprattutto se moriva dalla voglia di far fuori quel bastardo che aveva quasi ucciso sua figlia.

"A meno che tu non voglia contattare una medium e chiederle se sa dove si trova Nicolaj, no. Dobbiamo aspettare" rispose Gibbs.
"Forza ora uscite da qui, se scopriamo qualcosa vi chiamiamo" aggiunse.

Ziva diede Zoe in braccio a Tony e si avvicinò a Gibbs.

"Promettimelo. Prometti che ci chiamerai davvero. So che non vuoi che io reagisca male, ma devo esserci. Devo prenderlo" gli disse.

Gibbs annuì, pur sapendo il vero motivo per cui Ziva voleva esserci. Non tanto per prenderlo, ma per ucciderlo.

Nel frattempo Abby si era avvicinata a Zoe e Tony.

"Guarda cosa ti ha portato la zia Abby" disse tirando fuori tre caramelle dalla tasca.
"Le vuoi?" aggiunse.
"Si, sono le mie caramelle preferite" rispose allungando la mano e prendendole.
Ne scartò una e la mangiò.

"Hey, come si dice?" le suggerì Tony.
"Grazie, Abby" disse.
"Prego, tesoro" rispose lei dandole un bacio sulla fronte.

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Uscirono dall'NCIS che era quasi l'ora di pranzo. Aveva smesso di piovere e dovevano decidere cosa fare per passare il tempo.

"Allora Zoe, non c'è proprio nulla che vorresti fare?" le domandò Ziva. Era ancora in braccio a Tony e stava giocando con la sua cravatta.

Alzò la testa e li guardò entrambi prima di rispondere, come se fosse spaventata di ricevere una sgridata per la sua risposta.

"Le pozzanghere?" disse con un filo di voce.
"Va bene, andiamo a comprare un paio di stivali così non prendi freddo" acconsentì Ziva.

E così fecero. Un'ora dopo erano al parco vicino all'hotel in cui alloggiavano e guardavano Zoe correre dentro tutte le pozzanghere che trovava.
Per la prima volta in quella giornata aveva sorriso e ora sembrava più serena. Ziva pensò quasi che, nonostante quello che aveva appena passato fosse terribile, lo stesse superando velocemente.

Ma capì di sbagliare quando la sera cercarono di metterla a dormire.

"Non voglio fare la nanna. Voglio stare sveglia così se viene a prendermi posso vederlo e scappare" disse Zoe terrorizzata.
"Ma amore, siamo qui con te. Non succederà nulla" le disse Ziva.
"Anche all'NCIS eravate con me, però lui era lì comunque" rispose Zoe.
"Pasticcino, sei sdraiata a letto con noi. Ci pensiamo noi a proteggerti, chiudi gli occhi e dormi" provò a convincerla Tony.

Dopo un attacco di panico e mezz'ora per calmarla Tony e Zova si decisero a darle le pastiglie che il medico le aveva prescritto.
Bastarono dieci minuti per farla addormentare pesantemente.

Alla fine anche Tony e Ziva si addormentarono.
Ziva teneva Zoe quasi abbracciata, così nel caso si fosse svegliata non avrebbe avuto paura di essere sola.
Avevano entrambi lasciato il cellulare acceso nel caso Gibbs li avesse chiamati per dargli notizie.

Stavano dormendo tutti quando il telefono di Ziva suonò. Aveva messo la vibrazione e lo teneva sotto il cuscino. Non voleva correre il rischio di svegliare Zoe nel caso avesse suonato nel cuore della notte.

Si staccò delicatamente da Zoe e rispose al telefono.
Non appena sentì quelle parole si alzò pronta ad uscire.










Note dell'autrice:

BAM siccome nel finale di stagione non vogliono darci un cliffhanger, scelta che proprio non condivido, ve lo metto io a fine di ogni capitolo LOL LOL
AHAHAHAHAH
Beh diciamo che stiamo arrivando alla resa dei conti! Anche perché siamo al capitolo 16 e penso proprio che la storia si concluderà al capitolo 20! XD

Ora lo sappiamo che Ziva e Tony non vedono l'ora di spaccare il culo a Nocolaj... Quindi speriamo che la chiamata che ha appena ricevuto Ziva porti buone notizie! XD
Cosa ne dite? Buone o cattive notizie? :):)
Speriamo buone, anche perché diciamolo... Vogliamo un po' di pace per questa povera famiglia giusto?!

Bene detto ciò, prima di lasciarvi vorrei ricordarvi che oggi è #OneYearBerlin... Posso piangere e disperarmi?! Un anno fa avevamo uno degli episodi più belli e ora non abbiamo nulla... Grazie GG... -.-

Ok, ora passo e chiudo!
A prestooooo!
Baci, Meggie.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

Si staccò delicatamente da Zoe e rispose al telefono.
Non appena sentì quelle parole si alzò pronta ad uscire.

Silenziosamente si mise i vestiti che aveva addosso il giorno prima, cercando di non svegliare né Tony né soprattutto Zoe.
Stava per uscire dalla porta quando realizzò il suo sbaglio. Fin dal momento in cui si era alzata dal letto aveva deciso di andare da sola ma sapeva che sarebbe stato un errore.

Non riuscì a mettere nemmeno la mano sulla maniglia della porta che decise di dover parlare con Tony. Sapeva che avrebbe avuto bisogno del suo aiuto.

"Tony... Tony" cercò lei di svegliarlo.
"Mmmm... Che succede?" chiese confuso.
"Tony... Ha chiamato" disse Ziva.
"Gibbs?" rispose Tony mettendosi seduto sul letto di scatto.
"Shhh... Fai piano o la sveglierai" disse lei indicando Zoe che dormiva tranquilla al centro del loro letto.
"No, non Gibbs. Nicolaj, mia ha chiamata lui" aggiunse.

Tony si alzò subito dal letto, la prese per mano e andò vicino alla finestra in modo che potessero parlare senza disturbare Zoe.

"Come ha fatto ad avere il tuo numero?" chiese confuso.
"Non lo so ma devo... Dobbiamo andare. Tony lo voglio fermare una volta per tutte" rispose lei.
"D'accordo, lo andiamo a prendere" disse lui iniziando a vestirsi.
"Ma aspetta... Zoe... Qualcuno deve stare con lei" rispose Ziva.
"La portiamo da Abby, non ti lascio andare da sola" disse Tony mentre si infilava la maglia.
"E tu perché sei già vestita?" aggiunse lui.

Ziva aprì la bocca per parlare ma l'unica spiegazione che le veniva in mente era una bugia e proprio non le andava di mentire a Tony.
Rimase in silenzio, tanto sapeva che lui aveva già capito.

"Sono orgoglioso di te amore, hai fatto la scelta giusta a dirmelo" le disse lui dandole un bacio.

Ziva si sentì sollevata a sentire quelle parole. Era felice di avere Tony al suo fianco e felice che lui avesse capito.
Mentre Tony prendeva Zoe, Ziva preparava uno zainetto con qualche vestito e un orsacchiotto da lasciare ad Abby.

"Andiamo pasticcino, vieni" bisbigliò Tony prendendola in braccio. Fece il più piano possibile in modo da non svegliarla e fortunatamente riuscì nel suo intento.

Salirono in macchina e sistemarono Zoe sul suo seggiolino.
Mentre Tony guidava verso casa di Abby, Ziva avvertì l'amica e Gibbs.

Passarono il resto del viaggio in silenzio, Tony teneva la mano di Ziva e gliela stringeva capendo quanto dovesse essere nervosa in quel momento.

"Abby, se si sveglia dille che torniamo presto" disse Ziva dando la bambina in braccio all'amica.
Sia lei che Tony diedero un bacio sulla fronte a Zoe e salutarono Abby.

"Ragazzi, per favore. Usate la testa, non voglio dover dare a Zoe brutte notizie" li pregò Abby.
"Stai tranquilla, facciamo i bravi" promise Tony.
"Bene, perché se uno di vuoi muore io lo resuscito e lo uccido di nuovo" li minacciò Abby con un sorriso.

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Si ritrovarono tutti poco lontano dal luogo che Nicolaj aveva comunicato a Ziva. Dopo che lei aveva chiamato Gibbs lui era passato a prendere McGee e adesso erano tutti e quattro insieme.
La squadra al completo pronta a mettere la parola fine a questa storia.

"Vado da sola" disse subito Ziva.
"Non esiste" affermò Tony.
"Ma, ha chiamato solo me dicendo chiaramente che non voleva altri" rispose lei.
"Non mi interessa, l'altra volta ti ha quasi ammazzata. E per quanto ne sappiamo potrebbe essere una trappola" ribattè Tony.

Ziva sbuffò, come al solito voleva fare ti testa sua ma Tony nn la voleva lasciare libera.

"DiNozzo ha ragione, è pericoloso" disse Gibbs.
"Grazie capo!" rispose Tony soddisfatto.
"Ma ha ragione anche Ziva" aggiunse lui.
"Grazie, Gibbs" rispose questa volta Ziva con un ghigno compiaciuto.
"Facciamo così, tu entri e noi ti copriamo le spalle da fuori. Al minimo dubbio entriamo" comandò Gibbs.

Alla fine accettarono tutti e quattro i suoi ordini. Si preparano con giubbotto antiproiettile e auricolari per tenersi in contatto.

Ziva si avviò per prima mentre Tony, McGee e Gibbs tenevano un minimo di distanza.
Nicolaj l'aveva chiamata per farla andare in una casa poco fuori città.
Non sembrava abbandonata, ma era piuttosto lontana dal centro abitato il che la rendeva un posto perfetto per uccidere qualcuno senza farsi notare.
Perché questo lo sapevano tutti. Lui l'aveva chiamata in quel luogo perché uno dei due sarebbe morto.

Mentre camminava, Ziva ripensò a quello che stava facendo e forse per la prima volta nella sua vita ebbe davvero paura per quello che sarebbe successo.
Non tanto per se stessa, ma per Tony e per Zoe. Non voleva lasciarli ed era per questo che era decisa ad uccidere quell'uomo e lasciarsi questa storia alle spalle.

"Ho un brutto presentimento, capo" disse Tony a Gibbs mentre si nascondevano tra gli alberi.
"È per questo che siamo qui. Per evitare che succeda qualcosa di brutto" rispose Gibbs.
"E poi Ziva sa il fatto suo. Farà il culo a quell'uomo" aggiunse McGee.
"Hai ragione McSaggio, stasera Ziva lo massacra" disse Tony per autoconvicersi.

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Erano passati quaranta minuti da quando Tony e Ziva avevano lasciato Zoe a casa di Abby.
Lei l'aveva fatta sdraiare sul divano ed era rimasta a fissarla mentre beveva una tazza di camomilla.
Era strano, Abby Sciuto che beve solo caffè ora beveva una camomilla. Ma in quel caso era necessario, doveva mantenere la calma e di certo un caffè non avrebbe aiutato.

Zoe dormiva tranquilla, con il dito in bocca e abbracciando il suo orsacchiotto. Abby stava per alzarsi e portare in cucina la tazza vuota quando Zoe iniziò a muoversi.

"No, no, no... Shhhhh continua a dormire Zoe" bisbigliò accarezzandole i capelli.
"È ancora notte, dormi..." aggiunse con la speranza che non si svegliasse.

Ma ormai era tardi, Zoe aveva aperto gli occhi e si guardava intorno rendendosi conto di non essere più in hotel con Tony e Ziva.
Smise di guardare in giro quando incontrò il volto di Abby, pensando che almeno era una persona che conosceva.

"Dov'è Ziva?" fu la prima cosa che Zoe chiese con la voce ancora assonnata.
"È dovuta andare al lavoro, piccolina" le disse Abby mentendo. Di sicuro non le avrebbe detto che era andata ad uccidere Nicolaj.
"E Dino?" chiese ancora mettendosi seduta sul divano.
"Anche lui" rispose sorridendo.
"E quando tornano? Voglio Ziva..." chiese Zoe.
"Non lo so... Tesorino, vieni in braccio alla zia Abby" le disse aprendo le braccia in modo che la bambina le andasse in braccio.
"Perché non ti rimetti a fare la nanna? Sono sicura che quando ti sveglierai Tony e Ziva saranno qui" aggiunse.
"No... Non ho più sonno..." rispose.
"Ma è notte... Se non dormi domani sarai stanca" le disse Abby.
"No. Voglio aspettare Ziva e Dino sveglia" rispose Zoe.

Abby evitò di insistere, non voleva farla piangere e sperava che nell'attesa si sarebbe riaddormentata. In fondo era una bambina piccola e il sonno avrebbe preso il sopravvento prima o poi.

Rimasero zitte per un po'. Abby le accarezzava i capelli e la schiena nella speranza di farla addormentare. Poi ad un certo punto Zoe ruppe il silenzio.

"Abby, il mio pigiamino ha disegnate le coccinelle sopra... Perché il tuo ha dei teschi?" chiese indicando una delle sue coccinelle e uno dei teschi di Abby.

Abby ridacchiò e pensò a cosa dirle.

"Perché mi piace così, sono teschi che sorridono dopotutto" le disse.
"Anche i tuoi elastici per i capelli hanno i teschi... Abby, mi fai le treccine e metti anche a me quegli elastici?" le chiese Zoe.
"Adesso?" chiese Abby guardando l'orologio. Erano le quattro di mattina ed era davvero strano che Zoe fosse così attiva a quell'ora.
"Si... Perché non si può?" chiese con voce triste abbassando lo sguardo.

Abby poteva giurare che fosse sul punto di piangere. Dopo quello che era successo ancora non si era ripresa del tutto.

"Ma certo che si può! Prendiamo subito due elastici e facciamo tutto" disse Abby con la sua solita allegria esagerata sperando che Zoe non piangesse. Non avrebbe davvero saputo che fare.

Le legò i capelli come voleva pensando che dopo di quello Zoe avrebbe dormito e invece partirono una serie di richieste una più strana dell'altra che Abby dovette assecondare per cercare di mantenere la situazione calma ed evitare che Zoe pensasse a Tony e Ziva.

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Ziva si avviò alla porta della casa ed entrò. Come Nicolaj le aveva detto l'avrebbe trovata aperta.
Si diresse verso il salotto, l'unica stanza della casa che sembrava illuminata. Pensava di trovare Nicolaj seduta sul divano ad aspettarla. Magari con una pistola in mano, pronto ad ucciderla.

"Ziva, cosa vedi? Dobbiamo entrare ad aiutarti? Ricordati di usare la parola d'ordine se hai bisogno e noi corriamo subito. Siamo vicinissimi a te" cominciò a dire Tony.

Ziva lo sentiva dall'auricolare ma non poteva rispondere. Se Nicolaj fosse stato dentro la casa avrebbe capito che aveva i rinforzi con lei.

"DiNozzo! Calmo e buono. Lascia che Ziva faccia il suo lavoro e non metterle ansia" disse Gibbs dandogli uno scappellotto.
"Scusa capo. Scusa amor... Zee" si corresse Tony non appena Gibbs gli lanciò uno sguardo assassino. Sul lavoro un rapporto da normali colleghi, questa era la regola.

Ziva si lasciò scappare un mezzo sorriso ma poi tornò subito a concentrarsi.
Entrò nel salotto e vide una cosa che proprio non si aspettava di vedere. Non c'era Nicolaj ma tre bambine dell'orfanotrofio in cui era stata Zoe legate tra di loro e ai loro piedi una bomba.

D'istino si precipitò da loro. Erano immobili e avevano un bavaglio che impediva loro di parlare.
Velocemente glielo tolse, si assicurò che stessero bene e decise che era il caso di dare un'occhiata alla bomba.

Ma non fece in tempo a vederla che una delle bambine gridò "È dietro di te!".

Si voltò pietrificata e vide Nicolaj con in mano una mazza da baseball.

"Spaghetti!" gridò la parola d'ordine Ziva poco prima che Nicolaj partisse all'attacco.






Note dell'autrice:

Heyyyyyy :)
Come va?! :) qui a parte il tempo pazzerello tutto bene (si cercò di evitare il discorso capitolo perché so che siete in procinto di strangolarmi per come ho concluso) XD AHHAHAHA

Vabbè facciamo le persone serie. Allora ci stiamo avvicinando alla fine della storia, si capisce no?!
E deve esserci il benedetto scontro Ziva-Nicolaj. Ecco che quindi Ziva va dove gli dice lui, e da brava ragazza quale è si premura di avvertire Tony e gli altri! (Ci mancava solo che andasse da sola ahaah)

Zoe è con Abby... E mi sembra che se la cavino abbastanza bene per ora no? :):)

Ma il punto è: cosa succederà a Ziva? La nostra Ninja tirerà fuori le unghie e farà vedere chi è? Salverà le bambine (non ve lo aspettavate eh?? Che ci mettessi tre povere innocenti bambine... Scopriremo nel prossimo capitolo come hanno fatto ad arrivare lì XD)?!

Detto ciò, Ziva urla spaghetti (parola d'ordine perfetta visto che avevo mangiato spaghetti il giorno che ho scritto il capitolo XD) e tutti accorreranno da lei... In tempo!!?
Lo scopriamo martedì prossimo!

A prestoooooooo!
Baci, Meggie.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18

"Spaghetti!" gridò la parola d'ordine Ziva poco prima che Nicolaj partisse all'attacco.

A sentire quella parola Gibbs, Tony e McGee scattarono. Corsero fuori dal loro nascondiglio e si diressero verso la casa in cui era entrata Ziva.
Dopo che aveva urlato, l'unica cosa che riuscivano a sentire era le grida delle bambine e dei forti rumori.

"Ziva! Ziva, mi senti? Stiamo arrivando!" gridò Tony in modo che lei sapesse che mancava poco e l'avrebbero aiutata.

Nel frattempo Ziva si stava dando da fare. Non appena si era voltata e aveva visto Nicolaj con la mazza da baseball non aveva esitato ad andare all'attacco.
Lui aveva provato a colpirla ma lei si era scansata facendogli colpire la credenza che era di fianco a lei.

Così Nicolaj si era voltato di nuovo e aveva cercato di darle un colpo alla testa. Fortunatamente lei era stata veloce a spostarsi e invece di colpirle il volto aveva preso la spalla.
Tuttavia questo non voleva dire che Ziva non avesse sentito male. Quell'uomo era grande e grosso, aveva molta forza. Finse di non sentire male e si lanciò contro di lui facendogli cadere la mazza.

La sua priorità era annientarlo, correre a disinnescare la bomba e tornare immediatamente a casa da Zoe.
Zoe. Fu proprio lei a darle la forza di risollevarsi dal pavimento quando Nicolaj le diede un pugno che la fece cadere e picchiare la testa contro il tavolo.

Si rialzò e gli diede un calcio a livello del diaframma in modo da fargli perdere il fiato. Nicolaj non si scompose troppo e partirono una serie di attacchi reciproci che si conclusero con Ziva sdraiata sul pavimento e Nicolaj che correva a riprendere la mazza.

Ziva sbatté le palpebre un paio di volte per riprendersi, stava per alzarsi da terra e cercare qualcosa con cui colpire Nicolaj quando sentì un colpo di pistola. Poi un altro e un altro ancora.

Nicolaj cadde a terra privo di vita. Lo vide crollare senza forze e tirò un sospiro di sollievo. Anche se avrebbe tanto gradito essere lei a togliergli la vita era felice che fosse morto una volta per tutte.

Si voltò nella direzione da cui erano arrivati gli spari e vide Gibbs, Tony e McGee con le loro pistole in mano, puntate verso il corpo di Nicolaj.

Non appena erano entrati nella casa avevano visto le tre bambine legate e Ziva che lottava con tutte le sue forze per neutralizzare l'uomo. E nessuno dei tre aveva esitato un secondo ad intervenire quando avevano visto Ziva a terra, priva di copertura e Nicolaj pronto ad attaccarla.
Avevano colto l'occasione e avevano sparato. Non sei erano nemmeno preoccupati di gridare la tipica frase 'Ncis, appoggia a terra la pistola e alza le mani'. Per vari motivi.
Ziva eri in pericolo, Nicolaj non li avrebbe mai ascoltati e nessuno aveva interesse a riportarlo all'NCIS vivo.

Mentre Gibbs corse a vedere se Nicolaj era effettivamente morto e McGee andava dalle bambine, Tony si precipitò da Ziva.

"Amore, stai bene? Riesci ad alzarti" le disse guardandole il taglio che aveva sulla fronte.
"Si... Tutto bene, solo un graffietto e una spalla dolorante" rispose afferrando la mano di Tony e facendosi aiutare ad alzarsi.

"Grazie" aggiunse dandogli un bacio.

Ma non rimase da lui, bensì corse dalle tre bambine che erano ancora legate alla bomba.

"Ziva... Hey non correre, hai battuto la testa" le suggerì Tony. Ma lei non ascoltò, come al solito. Così Tony la seguì e si ritrovarono tutti, compreso Gibbs a fissare la bomba.

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Nel frattempo Zoe era ancora con Abby. Le aveva fatto fare di tutto e adesso erano entrambe sedute sul divano. Zoe in braccio ad Abby mentre giocava con le sue treccine.

"Abby, mi sono stancata di aspettare. Portami da Ziva, adesso" disse nervosa.
"Amore, se potessi ti porterei ma Ziva mi ha chiesto di non disturbarla ora" rispose Abby.
"Allora andiamo da Dino" disse lei.
"No... Lavorano insieme Zoe. Dobbiamo aspettare qui" provò a spiegare ancora Abby.
"No no. Io non voglio. Io voglio Ziva e Dino, ora!" gridò Zoe arrabbiata.

Le paure di Abby divennero realtà, Zoe si mise a piangere continuando a chiamare Tony e Ziva e lei non sapeva cosa fare per calmarla.

"Dai, tesorino. Tra poco tornano... Vuoi una caramella della zia Abby?" provò a distrarla lei.
"No! Tu dici così solo per non dirmi la verità. Sono morti anche loro vero?" rispose Zoe nel panico più totale.
"Ma certo che no. Te lo giuro, Zoe. Non sono morti, sono solo impieganti" le disse Abby.

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"Gibbs, ha un timer. Ci restano poco meno di cinque minuti" lo informò Ziva dopo aver ispezionato la bomba.
"Gli artificieri saranno qui in dieci minuti, non abbiamo abbastanza tempo" comunicò McGee che aveva appena chiuso la telefonata con loro.

"Datemi un coltello" ordinò Ziva.
"Frena, Ninja. Che vuoi fare?" chiese Tony spaventato.
"La disinnesco, non abbiamo altra scelta" rispose lei decisa.
"Coltello" aggiunse.
"No, aspetta. Non sappiamo nemmeno come è fatta... Se è come quella che aveva in mano Zoe saltiamo tutti in aria in meno di due secondi" le rispose Tim.

"Se avete paura uscite fuori, io ora la disinnesco. Sono capace e non le lascio morire" disse Ziva indicando le bambine che erano così spaventate che nemmeno si rendevano conto di quello che stava succedendo.

Si guardarono tutti, poi Gibbs diede a Ziva il suo coltello.

"Fai per bene Ziva, volgiamo tornare tutti da Zoe" le disse Gibbs.
Lei annuì, prese il coltello e si concentrò sulla bomba.

"Forse sarebbe meglio se usciste tutti... Non si sa mai" comunicò lei.
"Non ti lasciamo qui da sola" disse Tony immediatamente.
"Ma se qualcosa andrà storto, almeno Zoe avrà ancora voi" rispose lei. Era spaventata, anche se aveva disinnescato centinaia di bombe ogni volta si agitava per paura di fallire. E questa volta in gioco c'era molto di più della sua sola vita.

"Mossad, amore mio. Andrà tutto bene, sei la migliore a disinnescare bombe. Concentrati e saremmo fuori di qui in poco tempo" le diede coraggio Tony inginocchiandosi a fianco a lei.

Ziva si voltò, fissò la bomba un attimo seguendo tutti i piccoli cavi collegati all'esplosivo. Cercò di isolarsi e di non ascoltare le bambine che piangevano e Gibbs con Tim che cercavano di calmarle.

Tony la guardava mentre studiava la bomba poi all'improvviso la vide tagliare un filo. Il timer si spense e lei appoggiò a terra il coltello.

"Woow, Zee. Non mi hai nemmeno avvertito che stavi per tagliare. Mi vuoi far morire di infarto" le disse Tony tirando un sospiro di sollievo.
"Grande, Ziver..." sussurrò Gibbs dandole un bacio sulla fronte e iniziando a liberare le bambine.

Ziva non disse nulla, si limitò a respirare. Stava lasciando andare la tensione.

"Hey, occhioni belli. Ti senti bene?" le chiese Tony.
"Si..." rispose lei.
"Capo, noi usciamo a prendere una boccata d'aria, vi aspettiamo fuori" rispose Tony prendendo in mano la situazione.

Fece alzare Ziva e dopo essersi assicurato che riuscisse a camminare la portò all'aperto. In quel momento arrivarono anche le ambulanze e gli artificieri che McGee aveva chiamato poco prima.

"Tony, avrei bisogno di sedermi un attimo" disse Ziva.
"Certo, guarda qui c'è una bella ambulanza con un paramedico esperto che aspetta solo di visitarti" disse lui scherzando e facendo sorridere Ziva.

Il paramedico visitò Ziva e le mise un cerotto sulla fronte e del ghiaccio sulla spalla. Nel frattempo arrivò anche Suor Agnese dopo che aveva ricevuto la telefonata per le bambine.

"Va meglio adesso?" chiese Gibbs avvicinandosi a Tony e Ziva.
"Si... Ero solo un po'..." cercò di spiegarsi Ziva.
"È stata l'adrenalina. Ti sei rilassata e questo è l'effetto" le disse lui.
"Perché non andate da Zoe ora? Al resto pensiamo noi" propose McGee.

Ziva non se lo fece ripetere due volte e insieme a Tony corse alla macchina.

"È finita ora. Potremmo tornare a casa" gli disse mentre guidavano verso casa di Abby,
"Si. Ora potremmo di nuovo stare tranquilli" confermò Tony.
"E mi ricordo che tu mi hai promesso una vacanza. Ora la pretendo, sederino peloso" rispose Ziva.
"Domani andiamo in agenzia viaggi e prenotiamo" disse lui.

Non ci misero molto ad arrivare a casa di Abby. Scesero dalla macchina e si precipitarono a suonare il campanello.

Non appena Zoe sentì alzò la testa dalla spalla di Abby e guardò verso la porta.

"Ziva e Dino?" chiese guardando Abby.
"Non lo so, adesso andiamo a vedere..." rispose lei sperando davvero che fossero loro.

Non appena aprì la porta e vide che erano loro, Zoe allungò le braccia verso Ziva e gridò il suo nome.

"Amore, pensavo facessi la nanna" le disse Ziva stringendola.
"No... Dove eravate? Perché non mi avete portata con voi?" chiese mentre finalmente si calmava.
"Abby te lo avrà detto... Stavamo lavorando, pasticcino" le rispose Tony asciugandole le lacrime.

"Mi dispiace Ziva, non sono riuscita a farla smettere di piangere" si scusò Abby.
"Non ti preoccupare, è solo un brutto periodo... Vero, amore?" le rispose Ziva guardando Zoe.
"Che cosa hai fatto alla fronte?" chiese la bambina indicando il cerotto.
"Si è quello che mi stavo chiedendo anche io" aggiunse Abby.
"Nulla, e solo un graffio" rispose Ziva.
"Se la è cavata con un graffio e un colpo alla spalla" intervenne Tony.
"Ma adesso è finita? Finita, finita?" si assicurò Abby.
"È finita. E infatti ora torniamo a casa" disse Ziva felice.

Zoe sorrise guardando sia Tony che Ziva.

"Nella nostra casa? E io potrò dormire di nuovo nel mio lettino?" chiese sorridendo.
"Certamente. E potremmo di nuovo vedere i film sul nostro televisore gigante" le disse Tony.
"Si!" gridò felice.
"Ma aspetta... E se quell'uomo ci trova ancora?" domandò preoccupata.
"Non ti devi preoccupare. Quell'uomo non fare più del male a nessuno" la tranquillizzò Ziva.

Ormai era l'alba. Tony e Ziva passarono dall'Hotel a prendere le loro cose e poi andarono a casa con Zoe.
Si era addormentata non appena erano saliti in macchina. Aveva dormito poco quella notte, così Tony e Ziva decisero di lasciarla riposare mentre si godevano un po' di tempo da soli.

Erano sdraiati sul letto, Ziva era appoggiata a Tony e gli accarezzava il petto con una mano mentre lui la stringeva a sé e le massaggiava la spalla in cui era stata colpita.

"Lo sai che ti amo. E che non avrei sopportato di tornare a casa senza di te se la bomba fosse esplosa" le disse Tony.
"Lo so... Ti amo anche io. Amo che viviamo insieme e amo avere una bambina come Zoe" rispose lei.
"Ora è tutto finito, andrà tutto bene. Saremo una normale famiglia" disse Tony.
"Si, Zoe crescerà con noi... E chi lo sa, magari avremo un altro bambino" affermò Ziva stringendosi di più a Tony.
"La mia Ninja vuole fare un piccolo DiNozzo-Ninja eh?" rispose Tony scherzando.
"Non ora... Ma in futuro si. Però adesso voglio solo godermi questo periodo noi tre" disse lei.
"Concordo. Perché ora non dormiamo un po', almeno finché Zoe non si sveglia?" le propose Tony.

Era stanco e immaginava che anche Ziva lo fosse.

"Mmm... Ok" disse lei e solo in quel momento si accorse che Ziva aveva già chiuso gli occhi e si stava addormentando, chiuse gli occhi anche lui e si lasciò andare, per una volta senza dover temere che qualcosa di brutto accadesse.












Note dell'autrice:

EVVAI! È MORTO!!!! XD
*momento di festeggiamento di tutti*

Ok, riprendendoci... Magari vi aspettavate che fosse Ziva ad ucciderlo. Si sarebbe stato bello e molto in stile Revenge... Ma mi piaceva che anche gli altri collaborassero e che non fosse di nuovo lei ad assumersi la responsabilità dell'ennesima morte.
In fondo la cosa importante era che morisse giusto? E poi per una volta Ziva non finisce in ospedale! YEPPA! XD

E poi Ziva disinnesca la bomba! Grande XD AHAHHAHA
E ora è tutto finito, finalmente. Nessuno gli darà più la caccia e Zoe (sia lodato il signore) starà un po' tranquilla!

Beh che dire... Visto che avete sopportato tutti il mio Angst ho deciso che gli ultimi due capitoli (si arrivo a 20 e poi chiudo) saranno tranquilli e questa volta avremmo il lieto fine!!! :D

Spero che vi sia piaciuto :)
A presto con il penultimo capitolo!

Baci, Meggie.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19

La sensazione di tranquillità che provavano era indescrivibile. Non sapevano nemmeno loro da quanto tempo non provavano un piacere simile.
Nicolaj era morto, Zoe era con loro e non era più spaventata come prima. Certo non si era dimenticata tutto quello che era successo, ma almeno ora riusciva a dormire tranquilla la notte e non si faceva prendere dal panico se Ziva spariva dalla sua vista per più di un minuto.

Erano in vacanza già da un paio di giorni. Tony aveva promesso a Ziva un po' di relax e ora che era finito tutto aveva rispettato la parola data e aveva portato tutta la famiglia alle Bahamas.
Quando la mattina della partenza avevano svegliato Zoe e le avevano detto del viaggio la bambina aveva dato di matto.
Aveva iniziato a saltellare per la casa e gridare felice. Per non parlare di quando era salita per la prima volta sull'aereo. Non poteva credere che quel mostro di metallo avrebbe volato da Washington alla loro destinazione.

E adesso erano nel loro bellissimo villaggio turistico. Tony non aveva badato a spese e aveva prenotato un piccolo appartamento sulla spiaggia. Avevano la vista sul mare, anzi erano quasi nel mare. Potevano vedere l'alba e il tramonto sdraiati sul letto e Zoe non faceva altro che giocare nel piccolo pezzo di spiaggetta privata che faceva parte dell'appartamento.

Era da poco passata l'ora di pranzo e dopo aver mangiato sulla spiaggia si erano ritirati nella casa per qualche ora, faceva troppo caldo per stare sotto il sole.
Ziva era appena uscita dal bagno quando sentì Zoe ridere come una matta. Entrò nella camera e vide quello che stava succedendo: Tony era sdraiato sul letto con Zoe e le stava facendo il solletico.

"Dino! Smettila ti prego!" gridava Zoe ridendo.
"Come smettila? Io mi sto divertendo e mi sembra anche tu!" disse Tony continuando a farle il solletico.
"Ma sto morendo dal ridere! Ziva ti prego aiutami tu" chiese Zoe vedendo Ziva nella stanza.

Ziva non ci pensò due volte, si buttò sul letto con loro e tirò via Tony da Zoe.

"Oh, quindi vi siete alleate?" chiese lui.
"Certo, siamo noi due contro di te. Vero Zoe?" rispose Ziva dando il cinque alla bambina.
"Beh, se la mettete così... Lotta con i cuscini!" gridò Tony prendendo uno dei cuscini e colpendo Ziva in testa.

A quel punto anche Ziva prese un cuscino e si mise a colpire Tony. Si comportavano come bambini ma la cosa non gli interessava.
Zoe riuscì a scendere senza farsi prendere da Tony. Si mise in piedi davanti al letto a guardare Tony e Ziva che si davano cuscinate e ridevano.

"Vai! Vai! Attenta" gridava dando istruzioni a Ziva.

Continuava a ridere e gridare a Tony e Ziva cosa fare, finché non disse qualcosa che fece paralizzare entrambi.

"Dai mamma! Un'altra cuscinata in testa a papà!" gridò saltellando.

Ziva lasciò cadere il cuscino che aveva in mano e guardò prima Tony, poi Zoe. A quel punto Tony era a bocca spalancata mentre Zoe, vedendo le facce che avevano, aveva smesso di saltellare e li stava guardando un po' preoccupata.

"Che succede?" chiese confusa.
"Amore, puoi... Puoi ripetere quello che hai detto?" domandò Ziva.
"Ti ho detto di dargli un'altra cuscinata" rispose indicando Tony.
"Non quello..." disse Tony.
"Come ci hai chiamato?" aggiunse Ziva ancora sotto shock.

A quel punto Zoe realizzò il motivo per cui la stavano fissando in quel modo. Distolse lo sguardo e si mise a fissare il pavimento. Li aveva chiamati mamma e papà, ma non aveva mai chiesto loro se gli andava bene di essere chiamati così. E ora era preoccupata di aver sbagliato.
Quando rialzò gli occhi vide che Tony e Ziva le si erano avvicinati e si erano chinati di fronte a lei. Poté notare l'emozione negli occhi di Ziva.
Non stava piangendo, ma ci era molto vicina.

"Scusa... Non volevo... Mi dispiace" disse incerta.
Ziva l'abbracciò.

"Non scusarti Zoe, lo sai..." iniziò lei. Poi staccò da sé la bambina per guardarla negli occhi.
"Lo sai a noi fa molto piacere se ci chiami mamma e papà" aggiunse facendole una carezza.
"Davvero? Quindi non siete arrabbiati?" chiese un po' più serena.
"Certo che no, pasticcino. Siamo solo sorpresi" le disse Tony.
"È stata una sorpresa bella?" domandò.
"Molto bella" rispose Tony.

A quel punto Zoe sorrise, era felice che non fossero dispiaciuti per come li aveva chiamati.
Guardò Ziva che le stava sorridendo a sua volta e l'abbracciò.

"Ti voglio bene, mamma" disse come se fosse una cosa naturale.
"Anche io, amore" le rispose prendendola in braccio.
"E voglio bene anche a papà" aggiunse guardando Tony.
"Ah lo spero bene, altrimenti ricomincio a farti il solletico" le disse lui dandole un bacio.

Tony e Ziva non potevano essere più felici di così.
Speravano un giorno di sentirsi chiamare in quel modo, ma non pensavano che sarebbe successo così presto. Ma questo voleva dire che Zoe si trovava bene con loro, così bene da sentire il bisogno di chiamarli mamma e papà.

Erano passate solo un paio d'ore da quando Zoe li aveva chiamati in quel modo e ora loro la stavano guardando costruire castelli di sabbia.

"Ti rendi conto di quante volte ha già detto mamma?" disse Ziva.
"Lo so... Finché ci chiamava Ziva e Dino non ci facevamo caso... Ma ora è molto più bello" commentò Tony.
"Non penso che potrei essere più felice al momento" ammise lei.

Tony le si avvicinò e la baciò intensamente.

"Io potrei renderti ancora più felice" disse Tony malizioso.
"Sederino peloso... Siamo sdraiati sulla spiaggia, c'è altra gente e Zoe gioca due passi da noi... Per quanto voglia che tu mi renda felice, non credo sia una buona idea..." gli rispose baciandolo.
"Chiamiamo una baby sitter e andiamo a divertirci?" propose Tony scherzando.
"Non possiamo... Zoe vuole stare con noi..." rispose Ziva.
"Allora mi limiterò a baciarti... Almeno finché Zoe non si addormenterà" disse Tony malizioso.

Erano talmente presi l'uno dall'altra che non si accorsero che Zoe si era avvicinata e ora li stava guardando.

"Mamma guarda cosa ho trovato!" gridò attirando la loro attenzione e mettendogli davanti alla faccia un piccolo granchio.

Sia Tony che Ziva si spaventarono in un primo momento. Un granchio non era un animale pericoloso ma a vederlo così da vicino non era poi un essere tanto bello.

"Zoe! Mi hai fatto venire un infarto, pasticcino" disse Tony.
"Dove lo hai preso?" aggiunse.
"Scavavo nella sabbia e l'ho trovato. L'ho dovuto rincorrere ma alla fine sono riuscita a prenderlo" disse Zoe soddisfatta.
"Vi piace?" chiese mostrandolo di nuovo a Ziva.
"È stupendo, amore. Ma ora mettilo giù ok?" le disse.

Zoe annuì e lo appoggiò sul telo di Ziva. Appena lo vide camminare verso di lei, Ziva si spostò quasi spaventata.

"Oh... La nostra Ninja ha paura dei granchi" la prese in giro Tony.
"Non ho paura! È solo che questi esserini mordono con le loro chele" puntualizzò lei.
"Certo... Senti Zoe, perché non lo riporti in mare?" disse Tony.
"Non posso tenerlo? Mi è simpatico" chiese Zoe.
"No, mi dispiace... Lui vive nel mare, pasticcino. È triste se lo portiamo via con noi" le spiegò Tony.
"Va bene, allora lo porto a casa sua" rispose Zoe riacchiappando il granchio e portandolo in acqua.

Passarono il resto della loro vacanza divertendosi e non pensando a nulla che non fosse relax e famiglia.
Ogni giorno che passava Zoe era sempre più rilassata e arrivarono ad un punto in cui sembrava quasi che i brutti avvenimenti che avevano vissuto da poco non fossero mai successi.

Ormai erano trascorsi i dieci giorni che avevano a disposizione per la vacanza e la sera prima di partire, dopo la cena, Tony e Ziva si misero a preparare le valige.
Improvvisamente Zoe si presentò in camera loro.

"Hey, non stavi facendo un disegno?" le chiese Ziva.
"Si... Mamma non voglio tornare a casa" disse Zoe.
"Mi dispiace tesoro, ma le vacanze non possono durare per sempre" le rispose.
"Ma a me piace stare qui... Papà possiamo restare?" chiese questa volta rivolgendosi a Tony, sperando in una risposta diversa.
"No... Però tra qualche tempo potremmo fare una nuova vacanza" disse.
"Uffa..." rispose triste.
"Hey... Non essere triste l'ultimo giorno che siamo qui, dobbiamo andare a casa felici" le disse Tony.

Vedendo che non sorrideva, Tony prese l'iniziativa.

"Lasciamo che la mamma finisca di preparare le valige e andiamo fuori" aggiunse prendendola in braccio.
Ziva annuì sorridendo e li lasciò uscire sulla spiaggia. Poteva vederli dalle finestre.
Vedeva Tony che mostrava le stelle a Zoe e che parlava con lei facendola ridere.

"Può venire anche la mamma qui con noi, ora?" chiese Zoe e Tony annuì.
"Ziva! Vieni qui..." la chiamò lui.
"Che succede?" chiese Ziva arrivando.
"Nulla, Zoe voleva che venissi anche tu" spiegò.
"Guarda mamma, papà ha detto che quella si chiama costellazione dell'orso Yoghi" disse Zoe indicando un gruppo di stelle.

Ziva rise, pensando alla fantasia che doveva avere Tony per inventarsi tutte quelle cavolate.

"E ha anche detto che possiamo vedere le stelle anche da casa" aggiunse Zoe appoggiandosi a Tony e sbadigliando.
"Certo che possiamo, dal nostro appartamento si vedono benissimo" le rispose Ziva.
"Però non ci sarà il mare..." disse Zoe.
"No, però non è tanto lontano. Ti ricordi che ci siamo andati?" le spiegò Tony.

Zoe annuì e Ziva notò che faticava a tenere gli occhi aperti.

"Chiudi gli occhi e fai la nanna ora..." le disse accarezzandole la fronte.
"Non ho sonno..." provò a dire Zoe.

Né Tony né Ziva le dissero nulla, si limitarono ad aspettare un paio di minuti in silenzio. Dopo poco Zoe chiuse gli occhi e si addormentò.
La misero a dormire e andarono prima di andare a letto presero due asciugamani e si distesero sotto le stelle.

"Però Zoe ha ragione, qui si sta molto meglio" disse Ziva.
"Hey, se vuoi ci diamo per morti e rimaniamo a vivere qui" scherzò Tony.
"Scemo! Non dirlo nemmeno per scherzo" rispose Ziva dandogli una leggera gomitata.
"Mi basta che mi prometti che ci riporterai qui, un giorno" aggiunse accarezzandogli il petto.

Lui la baciò più volte, meravigliandosi di quanto fosse bella illuminata dalla luna.

"Certo che te lo prometto. Ti porterò ovunque vorrai, basta che stiamo insieme" le disse Tony.
"Grazie. E comunque questa vacanza è indimenticabile" rispose Ziva riferendosi al fatto che Zoe li aveva chiamati mamma e papà.

Tony rimase un attimo in attimo, poi si voltò verso Ziva e la guardò negli occhi.

"Cosa ne pensi se la rendiamo ancora più indimenticabile?" chiese sorridendo.
"Dipende cosa hai in mente..." disse Ziva.
"Oh, guanciotte dolci... Lo sai cosa ho in mente" rispose Tony iniziando a baciarla.











Note dell'autrice:

Ciaoooooooo :)
OMG che strano che è stato scrivere un capitolo così tranquillo e TIVA FAMILY in questa FF XD
Di solito qui è sempre tutto angst... :)

Però vabbè siamo al capitolo 19 e dopo l'ansia degli altri capitoli e il modo in cui avevo concluso la FF che precedeva questa penso che tutti ci meritassimo della tranquillità! XD

Che dire... Era arrivato il momento in cui Zoe chiamasse Tony e Ziva mamma e papà, non credete? :)
E mi piaceva l'idea che lo dicesse in un momento inaspettato... Non quando era spaventata oppure quando succedeva qualcosa di importante. Doveva essere naturale, diciamo! XD
Spero vi sia piaciuto questo capitolo.

Il prossimo, che sarà l'ultimo sarà sempre su questo tipo... Tranquillo e allegro...
Ma che cosa succederà? Chi lo sa... Vedremo la prossima settimana!

A prestoooooo
Baci, Meggie.

















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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20

Era passato poco meno di un mese da quando erano tornati dalla loro vacanza e la vita aveva ripreso a trascorrere normalmente.
La prima volta che avevano incontrato Zoe era stato cinque mesi prima, ad inizio luglio. E di cose ne erano successe molte.
Ma ora, a metà di dicembre poco prima di Natale, tutto era finito, tutto apparteneva al passato.

Quest'anno il Natale, per loro, sarebbe stato un periodo ancora più felice. Non solo avrebbero festeggiato come una famiglia ma era anche previsto l'incontro con il giudice per ufficializzare l'adozione di Zoe.
Anche se normalmente un'adozione richiedeva più di cinque mesi per essere approvata, Tony e Ziva avevano dato prova di essere ottimi genitori e il fatto che fossero rispettabili agenti dell'NCIS aveva aiutato non poco.
Anche le raccomandazioni di Vance e Gibbs avevano avuto il loro peso. E così ora, il giudice, era pronto a chiudere il processo di adozione e rendere Zoe figlia di Tony e Ziva a tutti gli effetti.

Avevano già parlato con Zoe riguardo a questo incontro in tribunale. Le avevano spiegato cosa sarebbe successo per evitare che si spaventasse.
Anche se Zoe sapeva che sarebbe rimasta con loro per sempre, non volevano che pensasse che la portavano in tribunale perché il giudice non la voleva più lasciare con loro.

Ma avevano ancora una cosa importante da chiederle prima che il grande giorno arrivasse. Era una scelta che volevano che prendesse lei, senza che nessun altro interferisse. Così pochi giorni prima dell'incontro si sedettero insieme sul divano per parlare.

"Zoe, ti vogliamo chiedere una cosa e tu devi rispondere sinceramente" le disse Ziva.
"Va bene" rispose lei.
"Lo sai che tra qualche giorno andremo in tribunale e un giudice dirà che tu sei nostra figlia per sempre... Noi volevamo sapere se ti faceva piacere cambiare il tuo cognome in DiNozzo" spiegò Ziva.

Zoe la guardò senza parlare.

"Pasticcino, hai capito cosa vuol dire? Che il tuo nome non sarà più Zoe Davis, ma Zoe DiNozzo..." le disse Tony mettendole una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
"Si..." rispose lei.
"Però Zoe... Se non vuoi non fa nulla, sarai la nostra bambina comunque" aggiunse Tony vedendola incerta.
"No! Io voglio! Voglio chiamarmi Zoe DiNozzo... È solo che..." iniziò lei.
"Solo che, cosa amore?" le chiese Ziva.
"Credi che alla mia mamma dispiacerebbe?" rispose Zoe.

Era una domanda legittima. Aveva sempre avuto il cognome della sua mamma e ora che era morta era confusa, era preoccupata che fosse sbagliato nei suoi confronti cambiare il cognome.
Ziva la prese in braccio e si avvicinò di più a Tony.

"Vedi, io credo che la tua mamma vorrebbe sapere che sei felice... Dimmi, saresti felice di cambiare il tuo cognome?" le disse Ziva.
"Si, tanto" rispose Zoe sorridendo.
"E allora penso che non le dispiacerebbe, anzi sarebbe felice per te" concluse Ziva dandole un bacio.
"Allora... La mia risposta è si, voglio chiamarmi Zoe DiNozzo per sempre" disse abbracciando Ziva.

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Il giorno dell'udienza in tribunale per l'adozione arrivò in fretta.
Era un mercoledì pomeriggio e si stavano tutti preparando ad uscire. Ziva entrò in camera di Zoe per vedere se era pronta.

"Amore, cosa ci fai ancora in mutande?" le chiese Ziva ridendo.
Aveva una gamba con le calze bianche già infilate ed era seduta per terra cercando di infilare anche l'altra gamba.
"Non riesco ad infilarmi le calze" rispose cercando di alzarsi.

Ziva la prese in braccio e la mise in piedi sul letto.

"Forza che ti aiuto o faremo tardi" le disse. Le sistemò le calze e le mise il vestito che le aveva comprato per l'occasione.
Non era nulla di particolare, ma a Zoe piaceva e Ziva pensò che fosse bello che lo avesse per quel giorno.
Le pettinò i capelli e infine le mise le scarpe.

Si rese conto come in poco tempo si fosse abituata a fare la mamma senza che nessuno le dicesse come fare. E la cosa che la sorprendeva di più era quanto le piacesse farlo. Fino a qualche tempo prima non pensava che avrebbe mai avuto dei figli, ma ora era convinta che nel suo futuro ci sarebbero stati altri bambini.

"Ecco, ora sei perfetta. Pronta ad andare?" le disse prendendola per mano. Zoe annuì sorridendo.

Raggiunsero Tony che le aspettava in salotto e insieme si diressero al tribunale della città. Ad aspettarli là c'erano tutti i loro amici, nessuno voleva perdersi quel momento.

"Papà... Sono bella con questo vestito?" gli chiese mettendosi di fronte a lui mentre aspettavano che il giudice li chiamasse in aula.
"Bella come una principessa, amore" rispose lui prendendola in braccio e dandole un bacio.

Abby scattò una foto. Non aveva fatto altro da quando erano entrati in tribunale e sembrava non aver intenzione di smettere.
Dovevano ancora parlare con il giudice e lei aveva già scattato almeno cento foto.

"Andiamo Abby, smettila ora. Il flash mi ha già accecato" si lamentò Tony.
"DiNozzo! Questo è un momento unico, dobbiamo immortalare ogni istante. Smetti di lamentarti e sorridi come fa tua figlia" comandò Abby.
"Sorridi, Dino! Non rovinare le foto" aggiunse Zoe.

Di tanto in tanto lo chiamava ancora Dino, quel soprannome piaceva ad entrambi.
Abby scattò un'altra foto. Fece appena in tempo a scattare l'ennesima foto con anche Ziva che il giudice uscì dall'aula e li chiamò.

Quando si sedettero pronti ad ascoltare le parole del giudice erano tutti nervosi. Sapevano che sarebbe andato tutto bene, ma volevano sentire quelle parole.
L'unica a non essere nervosa era Zoe che sedeva tranquilla tra Tony e Ziva, dondolando le gambe e sorridendo al giudice.

Il giudice parlò della situazione di Zoe, di quello che era successo nel periodo precedente e di quello che Tony e Ziva chiedevano.
Poi decise di rivolgersi a Zoe. Anche se era piccola e non poteva prendere decisioni, era abbastanza grande per esprimere un parere.

"Zoe, sei felice con Tony e Ziva?" le chiese.
"Si, loro sono la mia mamma e il mio papà" rispose.
"Quindi anche tu sei d'accordo di voler stare con loro" disse il giudice.
"Si! Voglio che siano i miei genitori e voglio chiamarmi Zoe DiNozzo" esclamò felice.
"Oh, stavo per chiedere se eri d'accordo sul cognome ma a quanto pare sei già decisa" affermò lui.
"Bene, quindi penso che sia inutile attendere oltre. A partire da ora l'adozione è completa e siete ufficialmente i genitori di Zoe. Congratulazioni" concluse il giudice.

I minuti successivi furono tutti di abbracci e congratulazioni da parte degli amici. Ma la persona più importante per Ziva fu Gibbs.

"Congratulazioni, piccola. Sarai la madre migliore del mondo" le disse abbracciandola. Quelle parole per lei erano molto importanti. Lui era come un padre e il suo appoggio e sostegno era fondamentale.

Passarono il resto della giornata tutti insieme a festeggiare, era una giornata fantastica ed erano tutti veramente felici.
Quando quella sera andarono a dormire si sentivano davvero una famiglia, anche se per essere una vera e proprio famiglia mancava ancora una cosa.

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Passarono dieci giorni dalla sentenza del tribunale e arrivò la vigilia di Natale. Era il primo Natale che passavano con Zoe, in realtà il primo Natale che passavano con una bambina e questo li eccitava molto.
Vederla così sorridente mentre lei e Tony facevano l'albero e aiutarla a scrivere la letterina a Babbo Natale aveva riempito il cuore di Ziva di gioia.

Lei e Tony avevano già preparato tutti i regali da far trovare a Zoe la mattina di Natale. Non vedevano l'ora di sorprenderla regalandole praticamente tutto quello che aveva chiesto. Non gli importava di viziarla un po', aveva cinque anni e dopo quello che aveva sopportato, loro pensavano che si meritasse questo e altro.
Quello che Ziva non sapeva era che ci sarebbe stata una grande sorpresa anche per lei. Una cosa che di sicuro non si sarebbe mai aspettata ma che l'avrebbe fatta felice.

Era la sera della vigilia e Tony, Ziva e Zoe erano a casa. I colleghi avevano i loro progetti per la serata così avevano deciso che si sarebbero visti tutti il giorno di Natale.
Questo a loro non dispiaceva, passare la serata solo loro tre era quello che desideravano.

Dopo aver cenato e aver sistemato la cucina decisero di sedersi sul divano e vedere, come da tradizione, un film sul Natale.
Questa volta, essendo presente anche Zoe, optarono per un cartone animato o lei si sarebbe annoiata troppo.

Zoe lottò con tutte le sue forze per rimanere sveglia. Non solo perché voleva vedere il film ma anche perché lei e Tony avevano un piano.
Tony le aveva parlato la settimana prima di quello che voleva fare. Voleva coinvolgerla e farla sentire partecipe della situazione.
Ma ora vedendola così stanca pensò che il loro piano poteva aspettare anche la mattina successiva.

"Pasticcino, fai la nanna se sei stanca" le disse all'orecchio.
"No... Devi fare quella cosa" rispose lei.
"La possiamo fare domani mattina, non ti preoccupare" insistette lui cercando di non farsi sentire da Ziva.
"Papà, ho detto di no..." disse lei guardandolo imbronciata.

Tony sorrise nel vedere la sua faccina.

"Ok, allora resisti. Il film è quasi finito" le disse dandole un bacio.
"Voi due, avete finito di parlare? Mi disturbate la visione" si lamentò Ziva.

Sia Tony che Zoe risero, non pensavano che Ziva si facesse prendere così da un cartone animato.
Finito il film erano già le undici di sera.

"Forza, Zoe. Pigiamino e andiamo a dormire" le disse spegnendo la televisione.
"No, mamma... Prima leggiamo un libro?" chiese lei.
"Un libro? Guarda quanto è tardi..." rispose Ziva indicando l'orologio.
"Ti prego..." insistette Zoe.
"Ma se non vai a letto, Babbo Natale non passerà a lasciarti i regali" provò a convincerla Ziva.
"Mamma, per favore! Solo un pochino... È Natale" chiese ancora Zoe.

Ziva guardò Tony indecisa su cosa fare.

"Eddai, Ziva... Solo per stasera" le disse lui.
"Va bene, però poi subito a dormire" acconsentì Ziva.
"Che libro vuoi leggere?" aggiunse.
"Vado a prenderlo!" esclamò Zoe felice.

Si alzò dal divano e corse in camera a prendere il libro che doveva far leggere a Ziva. Mentre era via Tony e Ziva ne approfittarono per scambiare due parole.

"Poteva anche non prendere il libro. Leggiamo sempre gli stessi, ormai li so a memoria" commentò Ziva.
"Ma sono sicuro che questo sarà un bel libro" rispose Tony baciando Ziva.

In realtà lui era nervoso ma stava cercando di non darlo a vedere. Zoe tornò meno di due minuti dopo con il libro in mano. Passò davanti a Tony per sedersi di nuovo sul divano e gli fece un sorriso, sapendo quello che stava per succedere.

"Hey, che libro è questo?" chiese Ziva. Non lo aveva mai visto e inoltre aveva la copertina bianca.
"Me lo ha regalato papà. Leggiamo?" rispose Zoe.
"Va bene" disse Ziva aprendo il libro e sfogliando la prima pagina.

In realtà ora che Ziva lo aveva preso in mano era piuttosto confusa, quel libro sembrava avere poco più di cinque pagine. Ma non disse nulla. Se quello era il libro che Zoe voleva leggere, avrebbero letto quello.
Quando però aprì la prima pagina si accorse che quello non era un libro.
C'era un disegno sicuramente fatto da Zoe e una frase sicuramente scritta da Tony, riconosceva la calligrafia.

"Leggi?" le disse Zoe guardandola.
"C'erano una volta un principe e una principessa che vivevano molto lontani" iniziò.
"Un giorno, a causa del loro lavoro, si incontrarono. Alla principessa piaceva molto prendere in giro il principe, ma lui sembrava non essere infastidito dal suo comportamento. Poi improvvisamente la principessa fu portata lontano. Nessuno sapeva più dove fosse e il principe, che non poteva vivere senza di lei, andò a cercarla" continuò poi si interruppe.

Aveva ben capito che quella storia parlava di lei e Tony ma quello che non capiva era il motivo per cui la stava leggendo.

"Tony?" domandò confusa.
"Vai avanti" disse lui.
"È quasi finita" aggiunse sorridendo.

Ziva tornò alla lettura più confusa di prima.

"Fu allora che il principe si accorse di quanto amasse la principessa e capì che doveva chiederle una cosa" concluse la storia Ziva.

Ora era ufficialmente confusa. Mancava il finale.
Si voltò a guardare Tony, pronta a chiedergli a che cosa conducesse quel libro quando lo vide.
Era seduto che la fissava, con il suo solito sorriso che ti stendeva, e in mano aveva un anello.

"Mi vuoi sposare, occhioni belli?" chiese senza attendere un secondo di più.

Ziva era senza parole, lo fissava a bocca aperta senza parlare. Quella era l'ultima cosa che si sarebbe aspettata.
Quando gli avevano detto che per poter avere Zoe probabilmente si sarebbero dovuti sposare, lei lo avrebbe fatto senza problemi. Ma poi dopo aver scoperto che non era necessario avevano lasciato perdere. Non perché non volessero, ma perché non era il momento giusto.
Ma adesso lo era e come al solito Tony aveva avuto il tempismo perfetto.

"Mamma, ora devi dire: si, ti voglio sposare" suggerì Zoe bisbigliando dopo aver visto che Ziva era pietrificata.

Guardò la figlia e sorrise, le diede un bacio sulla fronte e tornò a guardare Tony.

"Ma certo che ti voglio sposare, sederino peloso" rispose baciandolo appassionatamente.

Zoe si mise in piedi a saltellare, felice per la risposta di Ziva.
Quando Tony le aveva spiegato quello che sarebbe successo lei aveva iniziato ad immaginarsi la scena e ora che la vedeva era ancora meglio di quello che aveva pensato.
Rimase un attimo a guardarli mentre si baciavano e non era troppo convinta di quello che stavano facendo.
Continuavano a baciarsi e lei lo trovava strano.
Ma come le aveva insegnato la zia Abby, i momenti importanti vanno immortalati. Così prese la macchina fotografica che aveva la sua dimora fissa sul tavolino del soggiorno e, nel limite delle sue capacità, scattò una foto.

"Hey! Lo voglio anche io un bacio, sono stata sveglia fino ad ora!" esclamò poi Zoe.

Si voltarono entrambi ridendo.

"Vieni qui, pasticcino" le disse Tony facendola sedere sule le sue ginocchia.
"Sei stata bravissima" aggiunse dandole un bacio sulla guancia.

Tony mise l'anello al dito di Ziva.

"Ti piace mamma? Papà ha scelto il più bello di tutto il negozio" chiese Zoe.
"È stupendo" rispose Ziva guardandolo.
"L'hai aiutato tu a sceglierlo?" aggiunse.

Zoe annuì, sbadigliando. Si appoggiò a Tony pronta ad addormentarsi.

"Hey, non chiudere gli occhi ora. Prima i denti e poi il pigiama" le disse Tony.
"Vieni con la mamma Zoe, andiamo a dormire" le disse Ziva prendendola in braccio e portandola a letto.

Quando entrò in camera circa venti minuti dopo, Tony stava sistemando il letto per la notte.
Lei non esitò un momento ad andargli in contro e baciarlo appassionatamente, come stavano facendo prima che Zoe li interrompesse.

"Ti amo, tanto" gli disse lasciando la sua fronte appoggiata a quella di Tony.
"Anche io" rispose lui.

Tony si buttò sul letto trascinando anche Ziva con lui.

"Sei felice?" le chiese lui.
"Non sono mai stata così felice come in questo momento" ammise Ziva fissando il suo novo anello. Era visibilmente emozionata.

Tony le prese la mano e guardò a sua volta l'anello che aveva appena regalato a Ziva.

"Ti sta perfetto" commentò lui.
"Si... Tony, grazie" rispose Ziva.
"No. Grazie a te, per aver detto si" disse Tony.
"Avevi qualche dubbio?" chiese lei ridendo.
"Sinceramente? No" rispose Tony.

Si sistemarono meglio nel letto. Ziva stava appoggiata a Tony, si guardava la mano. Ancora non poteva crederci.
Tony le accarezzava i capelli guardando quanto la sua futura moglie era felice in quel momento.

"Domani dobbiamo dirlo a tutti" disse Tony.
"Si. Non lo sa nessuno, nemmeno Gibbs?" chiese Ziva.
"No. Quando fai la proposta, non lo dici in giro" commentò Tony.
"L'ho detto solo a Zoe" aggiunse.
"Beh, allora domani daremo la notizia... E cosa ne pensi se lasciamo Zoe a giocare con Abby per qualche ora e festeggiamo, mmmm... Privatamente diciamo?" disse Ziva ridacchiando.
"Oh... Questa si che è un'ottima idea" disse lui dandole un ultimo bacio prima di dormire.

Da quel giorno in poi sarebbero stati una famiglia a tutti gli effetti. Niente è nessuno li avrebbe più divisi e nonostante tutte le cose brutte che erano successe non potevano essere più felici di quello che avevano.
Avevano degli amici fantastici, una bellissima bambina e stavano per sposarsi. Cosa potevano chiedere di più?











Note dell'autrice:

*momento di commozione*

Oh Gosh O.o
Sono un tantino sconvolta nello scrivere queste note perché sono le ultime per questa storia...
Cioè come è potuto succedere? Il tempo è passato in frettissima e siamo già arrivati alla fine... [questo mi ricorda che tra meno di due settimane ho un esame all'università, ma tralasciamo]...

Comunque a differenza della precedente storia, come potere ben notare, ho dato un bel lieto fine. In fondo ve lo avevo promesso, no? E diciamo che Tony, Ziva e Zoe se lo meritavano tutto!
Volevo includere un po' tutti i personaggi alla fine della storia, ma non è stato possibile... O meglio non ci sono riuscita. XD
Ho preferito dare spazio a Tony, Ziva e Zoe essendo la storia incentrata su di loro.
Perciò mi scuso con chi si aspettava di vedere tutti insieme, spero che il fatto che ci sia stato molto TIVA family vi abbia soddisfatto lo stesso XD

In più ho pensato (anche sotto consiglio di slurmina *grazie mille*) che fosse bello vedere che la procedura di adozione era terminata e tutto era andato bene. [Piccolo appunto: studio legge e so benissimo che per un'adozione servono più di cinque mesi, la coppia deve essere sposata/aver convissuto da almeno tre anni e tante altre cose... Ma è una FF, posso prendermi qualche licenza, no? XD]
Poi non contenta di tutta la felicità che avevo già scritto ho aggiunto anche una bella proposta di matrimonio *ci voleva un po' di Fluff dopo 18 capitoli di ansia*...

Detto ciò qualcuno (forse nessuno) si starà chiedendo: ma non li abbiamo visti mentre si sposano! Oppure: visto che il capitolo finisce che loro non hanno ancora detto nulla a nessuno, magari farai un seguito?

La mia risposta é: non lo so. 
Quello che vi posso dire è che dalla prossima settimana, il mercoledì, inizierò a pubblicare una nuova FF angst. Direi abbastanza diversa da questa... [siete felici? XD]
Perciò chi lo sa... Magari finita la prossima FF pubblicherò un seguito di questa, magari no... Devo ancora decidere e devo anche valutare se a voi la cosa farebbe piacere XD

M ora passiamo alla cosa più importante: i ringraziamenti.
Si perché siete stati tutti fantastici e voglio ringraziarvi per avermi sempre seguita, per aver sempre letto e commentato e per essere sempre stati così gentili con me (io sono stata pessima a rispondere alle recensioni ultimamente, ma non ho tanto tempo. Prometto che dalla prossima FF mi impegnerò a rispondere a tutti).
Perciò un grazie di cuore a tutti voi, è anche merito vostro se la FF è arrivata alla fine! :)

Grazie a:

angel blu 90
Antney
Artemisia246
Bakyta12
Carlycalvo
cheesecakeTIVAfan
frencia92
Happy Zuccherino
LaGianolik
La grenuille
MeggieRairse
Phoebe 90
redbullholic
slurmina
TinaTiva99
Ziva4ever


[spero di aver scritto tutti e soprattutto di aver scritto bene i nomi! se c'è qualche errore o mancanza ditemelo che correggo] :)

Detto ciò siamo alla fine.
Spero che questo capitolo conclusivo vi sia piaciuto, che la storia in generale vi sia piaciuta e che siate curiosi di leggere la prossima FF XD

Grazie ancora a tutti!
Un bacio e ci leggiamo mercoledì prossimo *state allerta molto angst in arrivo*

Baci, Meggie.

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