Set this world on fire.

di onedchangedmylife
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


Quinta ora. Matematica. Ancora quaranta minuti e poi sarò libera, che poi libera si fa per dire, all'uscita ci sarà Matt, il mio ragazzo, ad aspettarmi. Provo a stare attenta, ma proprio non ce la faccio, ripenso alla conversazione, o meglio al monologo fatto un'ora prima dal professore di psicologia.
 
«Signorina Turner!» mi sento chiamare, è il professor Grey.
«Mi dica professor Grey.»
«Ho bisogno di parlarti.»
«Ma io dov…»
«E’ importante.»
Capisco di non avere scelta, quindi torno in classe aspettando di sapere cosa ci sia di così importante da farmi perdere il mio prezioso intervallo. Il professore mi guarda con un’espressione preoccupata che mi spaventa.
«Clary, sono preoccupato per te. Vedi, a volte capita che una donna venga maltrattata, ma, invece di provare odio o disgusto nei confronti del suo aggressore, arriva persino ad innamorarsi di lui; questa condizione viene chiamata Sindrome di Stoccolma.»
«Professor Grey, non capisco dove vuole arrivare.» lo guardo perplessa.
«Credo che tu abbia la Sindrome di Stoccolma, Clary.»
Non faccio in tempo a rispondere che subito ricomincia a parlare.
«So che da un po’ frequenti Matt Jones e so anche che non è una delle persone più cordiali di questo mondo e i lividi che vedo sulle tue braccia non fanno altro che confermare le mie ipotesi. Clary, se quel ragazzo ti fa del male devi dirmelo, non difenderlo.»
Non so che dire. Effettivamente Matt è un tipo violento e miei lividi lo dimostrano, ma io non ho quella dannata sindrome, io non sono innamorata di lui, io non provo niente per lui, ma ho paura che lasciandolo possa reagire in maniera esagerata, io ho paura di lui. Mi accorgo che il professore mi guarda, probabilmente aspettando una risposta che però non arriva.
 
Il suono della campanella mi risveglia dai miei pensieri, vado al mio armadietto per riporre i libri per poi dirigermi verso l’uscita. Mi guardo un po’ in giro ed eccolo lì, un ragazzo alto, magro, con i capelli neri come la pece tirati su in una cresta e gli occhi azzurri, una maglia bianca che gli mette in risalto i muscoli, un paio di jeans neri rigorosamente stretti e a vita bassa e le sue amate Converse bianche. Rabbrividisco quando i suoi occhi incontrano i miei, mi faccio coraggio e mi dirigo verso di lui.
«Ciao amore!» mi sorride, quel sorriso che una volta non vedevo l’ora di ammirare, mentre adesso mi fa soltanto paura.
«Hey.» rispondo con poco entusiasmo, sforzando un sorriso.
ci incamminiamo verso casa, mentre mi preparo psicologicamente ad essere strattonata con una ciabatta in bocca ad un cane e infatti, appena imbocchiamo una via deserta, mi prende per il polso e inizia ad accelerare il passo e a tirarmi. Prima o poi scoprirò il motivo di tutta questa fretta. Sento la presa sul mio polso farsi più forte e il dolore aumentare, cerco di liberarmi, ma niente è troppo forte, allora gli urlo di lasciarmi, ma sembra non sentirmi. Continuo a urlare, nella vana speranza che ritorni alla realtà e mi lascia, quando sento una voce maschile che non è la sua.
 
#spazioautrice
Salve a tutti, questa è la mia prima fan fiction, quindi se fa schifo capitemi. In ogni caso accetto ogni tipo di critica quindi recensite e ditemi cosa ne pensate.
Bye byeee.


 

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


[…] Quando sento una voce maschile che non è la sua.
«Hey amico, ti consiglio di lasciarla andare.»
Chi è il genio del male che osa sfidare quell’armadio che mi ritrovo come ragazzo? Un armadio incazzato a giudicare dal pugno chiuso lungo il suo fianco, la presa sul mio polso che si fa sempre più forte, le nocche bianche e la mascella contratta.
Mi volto per vedere chi ha parlato e vedo un ragazzo abbastanza alto e magro, indossa delle Vans nere, un paio di jeans stretti e una canotta larga nera. Alzo ancora un po’ lo sguardo e incontro due iridi color smeraldo in cui, in un’altra situazione, mi ci sarei potuta perdere.


«Hai bisogno che te lo ripeta? Lasciala!» dice in tono aggressivo, ma Matt non lo ascolta, continua a fissarlo e se quello sguardo potesse bruciare, ora quel tipo sarebbe cenere.


Il ragazzo inizia ad avvicinarsi a Matt che, appena lo vede muoversi, mi sposta di lato e finalmente lascia il mio polso. Quando i due sono vicini realizzo che Matt è più alto e muscoloso e inizio a preoccuparmi, mi preoccupo per quel ragazzo che ha deciso di aiutarmi, ma mi preoccupo più per me stessa: questo ragazzo rappresenta la speranza di riuscire a liberarmi di Matt una volta per tutte, di non dover più indossare maniche lunghe o usare chili di fondotinta per coprire i lividi che ogni giorno mi ritrovo sul corpo, se questo ragazzo non riuscisse a salvarmi ora, non lo farà più nessuno. Continuo a pensare a quanto io possa essere egoista in questo momento, quando Matt tira un pugno in pieno viso al ragazzo. Dovrei fare qualcosa ora, cercare di fermarli, chiedere aiuto a qualcuno o semplicemente scappare, ma rimango immobile a guardare quei due picchiarsi.
Mentre mi rendo più inutile di un freezer al Polo Nord vedo Matt perdere i sensi e cadere. Sposto lo sguardo sul ragazzo che guarda il corpo steso a terra con aria soddisfatta e poi si volta verso di me, ha il labbro spaccato, un taglio sul sopracciglio sinistro e un livido si sta formando sul suo zigomo.


«Stai bene?» mi domanda.
«Io si, ma per…»
«Bene. Andiamo, ti porto a casa.»
 
#spazioautrice
Salveee. Se state leggendo questo vuol dire che almeno un po’ questa storia vi piace..almeno un pochino ino ino(?). Ok, come ho già detto nel capitolo precedente recensite in tantii.
Bye byeee.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


[…] «Bene. Andiamo, ti porto a casa.»

Si, torniamo a casa, ma…quale? Io vivo con Matt e tornare da lui non mi sembra una buona idea. Mia madre non abita qui a Melbourne e in ogni caso non credo mi accoglierebbe a braccia aperte dato quello che ci siamo dette prima che me ne andassi di casa senza farmi più sentire. Un anno fa avrei saputo subito dove andare. Un anno fa non mi sarei ritrovata in una situazione del genere. Un anno fa c’era lui, la mia ancora di salvezza, il mio migliore amico. Ashton. Inconsciamente mi porto un dito sul polso sinistro e inizio a tracciare il contorno del mio tatuaggio. L’avevamo fatto insieme. Un tatuaggio così piccolo, ma pieno di significato.

 

«Hey piccola!»
«Ash!!» dico con troppo entusiasmo, abbracciandolo. Lui sorride, facendo spuntare quelle due fossette che amo tanto.
Mi bastava vederlo per essere felice.
Facciamo un giro per la città, parlando del più e del meno, quando si ferma di colpo.
«Voglio fare qualcosa di folle» dice. Sembra quasi serio.
Rido per la sua espressione.
«Ash, la cosa più folle che tu abbia fatto è stato rubare una biro al tuo compagno di banco.» dico continuando a ridere.
«Vedo che oggi sei particolarmente simpatica.» dice cercando di sembrare offeso e di rimanere serio, senza risultati.
«Allora, che vuoi fare di folle?»
«Un tatuaggio. E tu ne farai uno uguale.»
«Mmh...e che tatuaggio vorresti fare?»
«Un punto e virgola!»
«Un punto e virgola?»
«Si, sul polso. L’autore decide di non concludere la frase mettendo un punto e virgola, noi siamo gli autori e la frase è la nostra vita, capisci?»
«Noi abbiamo avuto la forza di andare avanti e non porre fine alla nostra vita, si, capisco.»
Decido di fare quel tatuaggio. Può sembrare insensato, ma per me quel punto e virgola ha fin troppo senso.
Dopo esserci fatti i tatuaggi ci sediamo su una panchina. Ashton mi sembra assente, ha lo sguardo perso nel vuoto.
«Ash, tutto bene?»
«Domani parto.» mi dice serio. Non capisco, dovrebbe essere felice.
«Cos’è quella faccia triste? Solitamente la gente è contenta di partire per le vacanze.»
«No Clary, io non parto per una vacanza, io parto per sempre.»
Per sempre. Quanto era per sempre? Insomma, per sempre finché non ricomincia la scuola? Per sempre finché non inizierai a mancarmi? Non lo so. So solo che in questo momento “per sempre” mi sembra un tempo troppo lungo.
«Dove vai?»
«Londra.»
Londra. Il mio sogno.
«Clary, non cambierà niente, ok? Rimarremo migliori amici.»
«Ashton, sappiamo entrambi che non sarà così. Tu ti farai una nuova vita e io rimarrò solo la ragazza con cui passavi i pomeriggi dopo scuola, ma va bene così. Hai la possibilità di ripartire da zero, di ricominciare lasciandoti alle spalle il passato e te lo meriti.» gli occhi iniziano a pizzicarmi, ma non voglio piangere, non davanti a lui. Per quanto difficile, cerco di sorridergli e lui mi abbraccia. L’ultimo abbraccio.
«Grazie Clary. Ti voglio bene!»
«Ti voglio bene anch’io!»

 

 

Penso ad Ashton, a quanto vorrei che fosse qui ora a dirmi che va tutto bene, mi mancano i suoi abbracci e la sua risata isterica. Mi manca il mio migliore amico. 
Mi rendo conto che la macchina si è fermata e ritorno alla realtà. Siamo davanti ad una casa grande che non ho mai visto, probabilmente è la casa di…solo ora realizzo di non sapere il nome del ragazzo che mi ha salvata pochi minuti prima, così mi volto verso di lui.
«Comunque io sono Beau, Beau Brooks» sembra che mi abbia letto nel pensiero «Tu sei?»
«Clary, Clary Turner» rispondo.
«Clary.»


#spazioautrice
Scusate se ho aggiornato solo adesso, ma ho avuto un po' di impegni e la storia è passata in secondo piano. 
Ho ricevuto alcune recensioni e vi ringrazio per tutti i consigli e le critiche costruttive.
A tutte quelle che mi hanno consigliato di allungare i capitoli: lo so, non sono corti, di più e fino al nono/decimo lo saranno, ma sto cercando di allungarli un po'.
Grazie a tutti e continuate a recensire :)

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


[...] «Clary.»

Mi sorride, un sorriso rassicurante, e io ricambio. Scende dalla macchina, dirigendosi verso la porta d’ingresso e io lo imito. Entriamo in casa, è molto grande e bella anche se non molto arredata, giusto l’essenziale e qualche quadro e foto per darle un po’ di personalità. Continuo a guardarmi intorno, ma avverto gli occhi di Beau scrutarmi e inizio a sentirmi a disagio.

«Senti, grazie per prima.» dico, spezzando il silenzio che si era creato.

«Figurati.»

«Non ti ho mai visto a scuola.» dico la prima cosa che mi viene in mente per evitare l’imbarazzante silenzio di poco prima.

«Io non vado a scuola.»

Mimo un “Oh” con la bocca e lui sorride, più di prima. Il più bel sorriso che abbia mai visto. Ma subito si trasforma in una smorfia di dolore e un rivolo di sangue gli scende dal labbro spaccato. Gli chiedo dove tiene tutte le cose per medicarlo e lo vedo dirigersi verso una porta, mentre io lo seguo. Entra in bagno e apre l’anta di un armadietto, prendendo una scatola bianca con su una croce rossa che mi porge. Lo faccio sedere sul bordo della vasca, prendo una garza imbevuta di disinfettante e inizio a tamponargli la ferita, cercando di non svenire. È strano, ho sempre amato vedere il sangue scorrere sulla mia pelle, ma se si tratta di ferite sul corpo di altre persone mi fa sempre impressione.

BEAU’S POV

L’avevo vista qualche volta all’uscita della scuola. Stava sempre con un ragazzo, rideva, sembrava felice. Poi un giorno la vidi sola. E una settimana dopo in compagnia di un altro ragazzo e del primo più nessuna traccia. Era cambiata, non rideva più come prima. A volte vedevo questo ragazzo strattonarla e lei non reagiva. Sembrava quasi morta. Quando oggi l’ho sentita urlare ho pensato che forse una speranza di salvarla ci fosse. Forse non era ancora del tutto morta. Per questo ho affrontato quel tipo, senza pensare alle conseguenze. E ora eccola qui, davanti a me a curare le mie ferite. I suoi occhi verdi con qualche sfumatura nocciola che mi guardano preoccupati. Il labbro inferiore stretto fra i denti che le da’ un aria concentrata e ancora più preoccupata allo stesso tempo. I capelli lunghi, lisci e rossi che le contornano il viso. Qualche ciocca le cade sul viso e io non resisto, gliela sposto dietro all’orecchio. Lei mi guarda stranita e io non posso che sorridere per quell’espressione.

CLARY’S POV

Mi scosta una ciocca di capelli che mi è caduta sul viso e io rimango un attimo scioccata. Deve essersene accorto perché inizia a sorridere. Dio, quel sorriso.

«Io ho finito.» dico con un po’ di imbarazzo.

«Grazie.»

«È il minimo, se sei ridotto così è solo per colpa mia.» dico con una vena di tristezza nella voce.

In effetti è vero, lui è ridotto così perché si era scontrato con Matt per aiutarmi. Per salvarmi. 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


[...] Per salvarmi.
 
«Vivi da solo?» gli chiedo. Siamo in cucina, lui si sta preparando un panino e io lo osservo cercando di non farmi notare.
«No, vivo con i miei fratelli» risponde lui «dovrebbero arrivare tra poco» continua.
Nel momento stesso in cui finisce di parlare la porta si apre e si sente una voce maschile urlare «Siamo arrivati!»
Sulla porta della cucina appaiono due figure identiche. I due ragazzi sono abbastanza alti, capelli neri tirati su da una bandana blu e occhi color nocciola. Non mi notano subito e quindi ho tutto il tempo per poterli osservare bene e cogliere le differenze tra i due.
Mi è sempre piaciuto osservare le persone e ne ho sempre avuto l'occasione, prima. Poi mi sono messa con Matt e quella osservata sono diventata io.
Uno ha un piercing al sopracciglio, l'altro un brillantino al naso e un anellino nero che gli circonda il lato destro del labbro inferiore.
Li sto ancora osservando quando si voltano e mi guardano perplessi. Nel vedere le loro facce Beau inizia a parlare
«Lei è Clary, è..» non voglio che dica per quale motivo mi trovo a casa loro, almeno non adesso. Vedendo la mia preoccupazione, Beau capisce e continua «..è un'amica»
I due ragazzi annuiscono al fratello e mi sorridono.
«Io sono Luke» mi dice quello con il piercing al labbro «E questo è il mio gemello, Jai» prosegue, indicando il ragazzo in parte a lui.
Si sono fatte le nove di sera e io sono ancora a casa Brooks. Dovrei andarmene. Non che mi dispiaccia stare qui, ma mi sento di troppo.
«Beau, grazie di tutto, ma ora dovrei proprio andare.»
«Ok, ti accompagno a casa. Dimmi dove abiti, ti porto in macchina.»
Ed ecco che ricompare il problema della casa. Io dove abito? Dove posso andare? La verità è che non lo so nemmeno io. Io non appartengo a nessun luogo. L'unica certezza è che sono sola, ma non faccio niente per rimediare a ciò.
 
BEAU'S POV
«Ok, ti accompagno a casa. Dimmi dove abiti, ti porto in macchina.»
Mi fissa, ma non mi risponde. Vedo che il suo sguardo inizia a perdersi nel vuoto. Non sa cosa rispondere. Ora posso vedere la vera Clary: una ragazza che ha sofferto e che tutt'ora soffre, sola, in cerca di qualcuno che abbia il coraggio do salvarla. E io voglio essere quel qualcuno. Io voglio avere quel coraggio.
«Vieni.» le porgo la mano e lei sembra risvegliarsi dai suoi pensieri e prende la mia mano. La accompagno nella mia camera, io dormirò sul divano. Le porgo una mia maglia e un paio di pantaloncini da usare come pigiama, lei prende gli indumenti e mi guarda con gratitudine. Vado verso la porta e quando sto per uscire mi volto.
«Buonanotte Clary.»
«Buonanotte.» mi sorride. Dio, quel sorriso.

CLARY'S POV
 È da circa tre ore che cerco di dormire, ma proprio non ce la faccio. Penso a tutto ciò che mi è capitato.
 A risvegliarmi dai miei pensieri ci pensa un tuono. Ho sempre avuto paura dei temporali. Decido di ascoltare un po' di musica, come faccio sempre, per non sentire il rumore dei tuoni e nella speranza di addormentarmi. Prendo l'iPod con le cuffiette dalla mia borsa e faccio partire Mad World di Gary Jules.
 «All around me are familiar faces
 Worn out places
 Worn out faces
 Bright and early for their daily races
 Going nowhere
 Going nowhere
 Their tears are filling up their glasses
 No expression
 No expression
 Hide my head I want to drown my sorrow
 No tomorrow
 No tomorrow
 
And I find it kind of funny
 I fond it kind of sad
 The dreams in which I'm dying are the best I've ever had
 I find it hard to tell you
 I find it hard to take
 When people run in circle it's a very, very
 Mad world
 Mad world
 
Children waiting for the day they feel good
 Happy birthday
 Happy birthday
 Made to feel the way that every child should
 Sit down and listen
 Sit down and listen
 Went to school and I was very nervous
 No one knew me
 No one knew me
 Hello teacher tell me what's my lesson
 Look right through me
 Look right through me
 
And I find it kind of funny
 I find it kind of sad
 The dreams in which I'm dying are the best I've ever had
 I find hard to tell you
 I find it hard to take
 When people run in circle it's a very, very
 Mad world
 Mad world
 Enlarged in your world
 Mad world.»
 
Questa canzone mi rilassa.
 Dopo aver ascoltato una serie di canzoni, decido di andare in cucina per bere un bicchiere d'acqua.
 Sobbalzo appena sento una voce dirmi «Nemmeno tu riesci a dormire?»
 Mi volto, spaventata, per vedere chi sia. È il fratello di Beau, quello con il piercing al labbro. Luke, se non sbaglio.
 «Scusa, non volevo spaventarti.» continua, notando la mia espressione.
 «Allora, cos'è che ti tiene sveglia?» mi domanda.
 Alzo le spalle «Il temporale..» "I pensieri" «Tu, invece? Che ci fai sveglio?» gli domando, spostando l'attenzione su di lui.
 «Hai paura?» mi chiede, ignorando le mie domande.
 «Si..»
 Inizia a fissarmi e dopo un po' ricomincia a parlare
 «E quindi tu sei un'amica di Beau?!»
 «Esatto»
 «È strano! Non ti ho mai vista in giro e non ho mai sentito parlare di te.» continua a fissarmi con uno sguardo indecifrabile.
 «Beh ecco, non ci conosciamo da molto io e tuo fratello, forse è per questo che non hai mai sentito parlare di me.» sorrido nervosamente, cercando di inventarmi qualcosa. Questa situazione non mi piace.
«A-ha. Capisco..» mi sorride.
 Non credo se la sia bevuta. Anzi, sicuramente non se l'è bevuta.
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


[...] Sicuramente non se l'è bevuta.

«Già, senti io torno a letto, magari riesco ad addormentarmi.» dico, sperando di non dover più rispondere alle sue domande.
«Certo, buonanotte Clary.» mi sorride.
«Notte.» dico, per poi incamminarmi verso la stanza di Beau. 
Prima di stendermi sul letto guardo che ore sono: le quattro.
Appena tocco il cuscino mi addormento.
Sento una voce ovattata chiamarmi, ma decido di ignorarla. La voce continua a chiamarmi e sento due mani posarsi sulle mie spalle e scuotermi delicatamente.
«Clary, svegliati.» la voce si fa più definita. È quella di Beau. 
Decido di ascoltarlo e con fatica apro gli occhi. 
«Buongiorno dormigliona! Come stai? Hai dormito bene?» urla. Tutto questo entusiasmo mi fa innervosire quindi decido di ignorare tutte le domande che mi pone, mi alzo e vado in bagno a sistemarmi. 
Quando esco dal bagno lo trovo ancora in camera, seduto sul letto. Gli sorrido.
«Ah, prima mi ignori e adesso mi sorridi?!» ride. «Allora?»
«Cosa?»
«Hai dormito bene?»
«Oh, sisi!» "No, per niente." gli sorrido. 
«Bene» mi sorride, per poi uscire dalla stanza.
Mi ritrovo sola, seduta sul letto a pensare. Dovrei prendere una decisione. Dovrei decidere cosa fare della mia vita. Dovrei trovarmi un posto in cui stare.
Mentre penso mi sorge un dubbio: dovrei chiarire la situazione con Matt o dovrei sparire senza farmi più sentire?

Sono seduta sul letto a pensare da troppo tempo. Vado in cucina dove trovo Beau e Jai che appena mi vedono mi sorridono. 
« Vuoi fare colazione?» mi domanda Beau.
«No, grazie.» rispondo «Io esco un attimo, ci vediamo dopo.»
Vedo Beau guardarmi preoccupato, ma non do molto peso alla cosa. 
Prendo la mia borsa ed esco. 

Dopo aver camminato per un'ora abbondante mi ritrovo davanti ad una porta fin troppo famigliare. Sono agitata, le mani mi sudano ed è come se le ginocchia dovessero cedere da un momento all'altro.
Busso. L'agitazione sale.
Dopo aver aspettato qualche secondo la porta si apre. Eccolo. Lì davanti a me c'è Matt.
Appena mi vede il suo sorriso scompare e sul viso gli si forma un'espressione indecifrabile. 
«Clary» dice, con un filo di voce, mentre sento il suo sguardo bruciarmi addosso. «che ci fai qui?» 
Bella domanda. Non so nemmeno io che ci faccio qui. 
«Io..volevo vederti, parlarti.» la sua espressione si fa ancora più indecifrabile, ma si scosta dalla porta per farmi entrare. Entro in quella che era casa mia. Mentre mi guardo in giro vedo una foto di me e Matt insieme, ci abbracciamo, sembriamo davvero felici in quella foto. Sento un nodo alla gola e iniziano a pizzicarmi gli occhi, ma scaccio i ricordi e cerco di calmarmi. 
Continuo a guardarmi intorno e vedo sul tavolo un posacenere. Da quando Matt fuma?
«Quando hai iniziato a fumare?» 
«Due mesi fa»
«Non dovre..»
«Sei venuta qui per farmi la morale? Per dirmi ciò che devo o non devo fare? E poi, sbaglio, o quando ti ho conosciuta stavi in una situazione peggiore?»
Colpita e affondata. A quelle parole rimango spiazzata. 
Conosce ogni mio punto debole e sta usando ciò a suo favore.
Abbasso lo sguardo, non riuscendo più a sostenere il suo. Le lacrime si fanno risentire, ma questa volta non riesco a trattenerle. 
«Scusami..» dice, per poi avvicinarsi a me. Inizio ad agitarmi. Provo la stessa paura che provavo quando lo vedevo aspettarmi fuori da scuola. Quando sento le sue braccia circondarmi e stringermi a sè, mi rilasso. 
Era da tanto che qualcuno non mi abbracciava così. 
Era da tanto che lui non mi abbracciava così.
Solo ora mi rendo conto che mi è mancato.

BEAU'S POV
Sto iniziando a preoccuparmi, Clary è uscita da tre ore e non ho la più pallida idea di dove possa essere. Dei terribili pensieri iniziano a farsi spazio nella mia mente: e se mentre Clary era in giro avesse incontrato quel suo ex psicopatico e lui le avesse fatto del male? 
Cerco di scacciare questi pensieri quando sento il campanello suonare, quindi vado alla porta sperando che sia Clary, ma quando apro, con mia grande delusione, non trovo una ragazza dagli occhi verdi e capelli rossi alta un metro e settanta circa, bensì due ragazzi.
«Daniel, James..che sorpresa.» dico, facendo entrare in casa i miei amici. 
«A dire il vero ti avevamo mandato un messaggio per dirti che saremmo passati..»
Controllo il cellulare ed effettivamente c'è un messaggio di James che mi avvisa del loro arrivo.
«Ah, scusate ragazzi, l'ho visto solo ora.»
«Nessun problema, ma va tutto bene amico?» mi domanda Daniel.
«Si, perchè?»

CLARY'S POV
Sono appena uscita da casa di Matt. Ho combinato un disastro, come mio solito. 
Ero andata da lui per porre fine una volta per tutte alla nostra assurda relazione pensando di fare la cosa giusta, di togliermi un peso e invece mi sento peggio di prima.
Mentre cammino verso casa di Beau, pensando al mio titolo di Regina dei Disastri, metto le cuffiette e faccio partire la musica. Can you feel my heart dei Bring Me The Horizon.
Can you hear the silence?
Can you see the dark?
Can you fix the broken?
Can you feel, can you feel my heart?

Can you help the hopeless?
Well, I'm begging on my knees.
Can you save my bastard soul?
Will you wait for me?
I'm sorry brother,
So sorry lover,
Forgive me, father
I love you, mother

Can you hear the silence?
Can you see the dark?
Can you fix the broken?
Can you feel my heart?
Can you feel my heart?
Can you feel my heart?

I'm scared to get closer and I hate being alone
I long for that feeling to not feel at all
The higher I get, the lower I'll sink
I can't drown my demons, they know how to swim.

I'm scared to get closer and I hate being alone
I long for that feeling to not feel at all
The higher I get, the lower I'll sink
I can't drown my demons, they know how to swim.

I'm scared to get closer and I hate being alone
I long for that feeling to not feel at all
The higher I get, the lower I'll sink
I can't drown my demons, they know how to swim.
Can you feel my heart?

Can you hear the silence?
Can you see the dark?
Can you fix the broken?
Can you feel, can you feel my heart?

È strano, per quanto questa musica non sia per niente tranquilla, riesce a rilassarmi.
E così, accompagnata dai Bring Me The Horizon, arrivo a casa Brooks.

#spazioautrice
Okay, ho aggiunto un po' di capitoli che erano già pronti per essere pubblicati e spero vi piacciano. Aggiungerò il prossimo capitolo al più presto.
Recensite, mi raccomando :)
 

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