Buongiorno a tutti!!! Ecco un'altra
Remus/Sirius ambientata ai tempi della scuola. Io li adoro e credo che non mi
stuferò mai di loro. Non vi annoio oltre e vi lascio alla lettura. Fatemi sapere
cosa ne pensate, grazie!!!
Remus era seduto su una poltrona con
le ginocchia raccolte vicino al petto, in sala comune vicino al fuoco ormai in
procinto di spegnersi. Era solo, i Grifondoro dormivano profondamente già da
qualche ora. C’era silenzio tutto intorno, ampliato da quel suono che crea la
neve quando cade. L’indomani si prospettava una giornata all’insegna di sfide
all’ultima palla di neve, nella speranza di colpire, involontariamente certo,
qualche professore e di massacrare i Serpeverde. Lupin invece già sapeva che si
sarebbe nascosto da tutto quello.Stava lì seduto da ore ormai, a fissare il
fuoco, non voleva andare a letto perché sapeva che non avrebbe trovato alcun
ristoro dal sonno. Una persona c’era che l’avrebbe potuto aiutare, ma era anche
la stessa a causargli tanto tormento. Nella sua mente si formò l’immagine di
Sirius mentre gli sorrideva. Quegli occhi che si illuminavano ancora più
dell’immaginabile quando erano accompagnati da un largo sorriso. Se era rivolto
a lui quel sorriso, si sentiva la persona più felice e completa del mondo ma
aveva imparato che quei secondi si pagavano a caro prezzo. Sirius non provava i
suoi stessi sentimenti e quindi Remus non poteva fare altro che catturare quei
momenti così intensi e tenerseli per sé. Era un dolore più intenso di qualsiasi
altro, più della comparsa della luna nel cielo. Passi lenti annunciarono
l’avvicinarsi di qualcuno. Remus non girò nemmeno la testa per vedere chi fosse,
non voleva essere disturbato. Sentì però sedersi qualcuno al suo fianco. Sirius
sedette sul bracciolo della poltrona su cui era seduto Remus e pose il braccio
sullo schienale, dietro la testa di Lupin per potersi tenere in equilibrio. "Si
sta spegnendo il fuoco, tra poco sentirai freddo, vieni a letto. Dai." Gli fece
Sirius in un sussurro ed alzandosi prese una mano del ragazzo e lo attirò a sé
così da allontanarlo dalla poltrona. Senza dire altro i due salirono nel loro
dormitorio. La mattina dopo Lupin si alzò senza aver tratto alcun giovamento dal
sonno, come previsto. Aveva passato la notte a pensare a Sirius e a come, senza
fare domande sul suo stato si era preso cura di lui, accompagnandolo a letto.
Come previsto, gli alunni tra una lezione e l’altra si riversarono nel parco per
giocare con la neve. Almeno Remus poté avere la stanza tutta per sé. Nel
pomeriggio stava studiando sul libro di Incantesimi quando la porta si aprì.
Alzando lo sguardo, non vide nessuno, ma nel frattempo si erano create impronte
di scarpe che si avvicinavano. Stava già per dire a James di non giocare i suoi
soliti scherzi con il mantello dell’invisibilità quando la corrente che si era
creata portò aria fredda proveniente da fuori ma anche un profumo, un odore che
lui conosceva così bene. "Sirius" disse Remus con voce incantata.
"Come hai fatto a riconoscermi? Ho
lasciato fuori i piedi?" disse Sirius levandosi il mantello e guardando le sue
scarpe.
"Cosa ci fai qui?" gli rispose
tentando di cambiare argomento.
"Volevo convincerti a venire nel
parco con me, non ti chiedo di fare niente"continuò precipitosamente, come se
già intuisse la riluttanza di Remus
" Solo vieni a prenderti una boccata
di aria fresca." E Sirius sfoderò il suo incantevole sorriso e con gli occhi
così profondi puntati sui suoi, Remus si trovò a seguirlo giù dalle scale senza
neanche essersene accorto. Ovviamente la promessa di Sirius si rivelò vana,
appena giunti nel parco miriadi di palle di neve gli si scagliarono addosso
inzuppandolo completamente come un Avvicino in un lago. Quando poi si era fatto
buio decisero di rientrare. Lupin, stanco, appena raggiunse il divano della sala
comune si buttò sopra e si sdraiò comodamente. Con la bacchetta fece un
incantesimo così che uscisse aria calda.
"Oh, come sono distrutto" fece Sirius
mentre platealmente entrava nella sala e d’istinto si gettò anch’egli sul
divano.
"Rem scalda anche me con quel…coso"
disse accompagnando le parole da un gesto stanco della mano.
"Questa cosa si chiama bacchetta, la
tua dov’è?"
"L’ ho lasciata nel mantello" rispose
Black
"E il mantello dov’è? Fece a sua
volta Lupin, alzando gli occhi al cielo.
"Lì, per terra ma è troppo lontano" e
senza alzare la testa, ormai appoggiata al petto di Remus indicò il manto ai
piedi del divano. Borbottando tra sé spostò l’aria calda verso Sirius così da
asciugare anche lui.
"Grazie, Rem" fece Sirius chiudendo
gli occhi.
"Cosa fai, non metterti a dormire,
dobbiamo andare a cena. James dove vai? Arriviamo" ma James si chiuse la porta
alle spalle.
"Sirius ti do cinque secondi e poi ti
butto giù con la forza." Contò mentalmente ma anche lui chiuse gli occhi e
appoggiando la testa sul divano si addormentò. Quando riaprì gli occhi Sirius
era nella stessa posizione di prima, completamente sdraiato su di lui. Tutto
intorno era buio, la stanza era illuminata dal solo fuoco ancora acceso nel
camino. Nella sala erano rimasti solo due studenti oltre loro. Lupin stava per
chiedere che ore fossero quando sentì le campane suonare la mezzanotte. Rimase
ancora un po’ disteso, pensò di sentirsi molto meglio, si sentiva appagato e
tranquillo, finalmente.
"Mezzanotte? Cosa?" disse Sirius
mentre si metteva a sedere. " Per le mutande di Merlino, Rem è tardi" guardando
Remus continuò, con un tono più dolce:
"Certo che sei proprio comodo." Lupin
si mise a sedere. Si guardarono l’un l’altro:
" Senti Remus"
"Dimmi"
"Io ho proprio fame" e mentre lo
diceva il suo stomaco prese a gorgogliare. Risero entrambi e Lupin si alzò per
dirigersi verso il dormitorio.
"Dove vai? Ti ho detto che ho fame." gli urlò Sirius.
Mentre già saliva,Remus gli fece cenno di aspettare. Subito tornò in sala comune con
la mappa del malandrino e con tasca gonfia. Aveva preso il mantello
dell’invisibilità dal baule di James.
"E bravo il mio Remus" gridò Black
sfoderando il suo sorriso compiaciuto. Stavano per aprire il ritratto per uscire
quando uno dei due ragazzi rimasti intimò loro di non attraversare la soglia: Vi
beccheranno, e ci toglieranno dei punti"
"Ragazzino, è ovvio che non ci
conosci, nessuno ci vedrà" fece Sirius con tono molto serio, quasi minaccioso.
Intervenne poi Lupin che colse la necessità di evitare qualsiasi litigio, perché
sapeva che Sirius sarebbe stato capace di discutere, anche se di notte, con un
ragazzo più piccolo.
"Non preoccuparti, ti porteremo
qualcosa da mangiare" Così dicendo spinse Sirius fuori dalla porta.
"Ah, è così che risolvi le
situazioni? Corrompendo la gente!" Gli fece Black e Remus anche se non poté fare
a meno di sorridere cercò di mantenere un tono severo: "Sempre meglio che
rischiare di prendere a botte un Grifondoro del primo anno."
"Ma dai, Remus, lo sai che non
l’avrei fatto"gli rispose in fretta. Remus però non lo ascoltò e lo coprì con il
mantello. In silenzio arrivarono in cucina. Ad accoglierli c’erano un paio di
elfi svegli, gli altri dormivano in una stanzetta adiacente.
"Buonasera" squittì un elfo, e pose
loro un po’ di quello che sarebbe stata la colazione dell’indomani, senza
neanche che Sirius e Remus avessero il tempo di chiedere qualcosa. Messo da
parte un po’ di cibo, Remus stava per andarsene ma Sirius non era evidentemente
soddisfatto: " Non è che è rimasto qualcosa di più sostanzioso?un po’ di
bistecca?" chiese all’elfo.
Intervene Remus: "Dai Sirius, non
vorrai davvero mangiarti gli avanzi" e così dicendo lo prese per un braccio e lo
spinse, per la seconda volta in pochi minuti, fuori dalla porta. Rimasto ancora
in cucina, ringraziò l’elfo domestico e se ne andò.
Per tornare nel loro dormitorio
incontrarono solo un prefetto che passò loro accanto senza sentirne nemmeno la
presenza. Dopo essere entrati nella sala comune si sfilarono il mantello.
"Ma come, dove è andato quel ragazzo?
Gli avevo preso un po’ di torta"
"Meglio così" disse Sirius che già
aveva messo in bocca il pezzo di torta. " Lo vedi che a essere gentili non si
ricava niente? Devi imparare ancora un sacco di cose da me"
"Ma non mi avevi accusato di
corruzione, poco prima?"fece Lupin con faccia contrariata.
"Dai su, non rivangare il passato,
Rem!" e così dicendo si gettò con violenza sul divano e tirò fuori tutto quello
che era riuscito a infilare nelle tasche. Incapace di smettere di sorridere,
anche Lupin si mise sul divano e unì il suo bottino a quello di Sirius.
Continua...
Bene,bene, se siete giunti fin
qui vuol dire che non vi ha fatto proprio schifo la storia. beh, non è detto
però...
Quindi vi dico che mi farebbe
molto piacere se lasciaste un commento.
Da qualche parte ho letto che
"un commento è pane quotidiano per gli autori."
Devo ammettere che è
vero! grazie mille a tutti coloro che hanno letto e soprattutto a chi lascia un
commento.
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