Una famiglia... Finalmente!

di Despicable Meggs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bundle of Joy. ***
Capitolo 2: *** Another day at the Office. ***
Capitolo 3: *** A coffee surprise. ***
Capitolo 4: *** Ziva's morning. ***
Capitolo 5: *** ... And Tony's afternoon. ***
Capitolo 6: *** Wedding. ***
Capitolo 7: *** Honeymoon. ***
Capitolo 8: *** Fourth Birthday. ***
Capitolo 9: *** Anxiety. ***
Capitolo 10: *** Play with my little Ninja. ***
Capitolo 11: *** Sick Day. ***
Capitolo 12: *** Get Well Soon. ***
Capitolo 13: *** Senior's Visit. ***
Capitolo 14: *** Day Care Call. ***
Capitolo 15: *** Again. ***
Capitolo 16: *** Tell Her. ***
Capitolo 17: *** Everybody Knows. ***
Capitolo 18: *** Work Problems. ***
Capitolo 19: *** A Day with Mommy. ***
Capitolo 20: *** Welcome. ***



Capitolo 1
*** Bundle of Joy. ***


Bundle of joy

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Erano ritornati a casa con la figlia il giorno dopo Natale.
Quell'anno avevano passato le feste nel modo migliore. Loro due, nella loro casa con la loro bambina.

Era ormai iniziato il nuovo anno, ancora pochi giorni e le vacanze di Natale sarebbero finite. Questo significava che Tony sarebbe dovuto tornare al lavoro.

"Ziva, credi che anche ai padri sia concesso di stare a casa con i neonati come fanno le madri?" chiese Tony.
Non voleva tornare al lavoro, era certo che gli sarebbe mancata troppo Amira.

"Si Tony, lo concedono... Ma solo quando la madre non può occuparsi del bambino o quando è morta" rispose lei.
"Ora dimmi... Ti sembro per caso incapace di occuparmi di Amira? No. Quindi a meno che tu non mi uccida dovrai andare al lavoro" aggiunse.

"Oh... Io pensavo di chiedere a Vance se mi concedeva un mese o due di aspettativa... Così restavo con voi" spiegò lui.
"Eviterei di chiederlo a meno che tu non voglia essere deriso da McGee o preso a scappellotti da Gibbs" rispose.

Tony guardò Ziva che stringeva Amira tra le braccia. La bambina aveva appena mangiato e ora stava dormendo serena.

"Ma se capita che tu sei stanca e lei continua a piangere? Come farai?" chiese lui sedendo accanto a Ziva.
"Farò come tutte le madri di questo mondo. Mi occuperò di mia figlia e poi penserò a me stessa" rispose.
"Senti, starai fuori di casa fino all'ora di cena. Ti prometto che se succede qualcosa oppure ho bisogno ti chiamo. Ok?" aggiunse.
"Va bene... Però alla pausa pranzo ci sentiamo e magari mi fai un colpo di telefono anche nel pomeriggio" le disse.

Ziva rise. Sapeva che il problema di Tony era che gli sarebbe mancato stare con lei e sua figlia.
Non avrebbe davvero mai creduto che occuparsi di una bambina gli piacesse così tanto.

"D'accordo amore. Io e Amira ti chiameremo tutte le volte che possiamo. E poi lo sai, ti aspettiamo a casa per la cena. Comunque abbiamo ancora tre giorni per stare assieme, godiamoceli" gli rispose baciandolo.

Quella sera, come tutte dopo la nascita di Amira, Ziva si addormentò all'istante. Era stanca, occuparsi di una neonata non era facile.
Così quando in piena notte sentirono un pianto attraverso il baby monitor ad alzarsi fu Tony.

Arrivato nella stanza della bambina spense il baby monitor in modo che Ziva non si svegliasse e prese in braccio la figlia.

"Hey, piccolina. Cosa succede?" le chiese cullandola.

Guardò l'orologio e si rese conto che era l'orario in cui ogni notte Ziva le dava da mangiare.
Stava per andare a svegliarla quando si ricordò che in frigorifero tenevano sempre qualche biberon pieno di latte, nel caso Ziva non potesse allattarla.
Lo riscaldò, si sedette sulla sedia a dondolo che Gibbs gli aveva regalato e diede da mangiare alla figlia.

Subito dopo aver mangiato Amira si riaddormentò.
Tony restò a fissarla per un po', era davvero perfetta.

Quando ritornò in camera si accorse che Ziva era sveglia.

"Perché non dormi" sussurrò sdraiandosi.
"L'ho sentita piangere. E comunque questo è l'orario in cui mi svegliò sempre per allattarla, ormai sono abituata" rispose lei.
"Beh, ora dorme. Le ho dato il biberon. Nostra figlia mangia tanto" commentò lui.
"Mmmm... Chissà da chi avrà preso. Un'idea io ce l'ho..." disse Ziva sarcastica.
"Molto divertente. Ora torniamo a dormire, ti devi riposare. Ti aiuterò in questi giorni poi sarai da sola" iniziò a dire Tony.
"Vedi, sarebbe meglio se io stessi a casa. Non puoi svegliarti sempre di notte e poi occuparti di lei tutto il giorno, Zee" concluse.

Ziva sbuffò e per farlo tacere si lanciò su di lui e gli diede un bacio.

"Ora dormiamo ok?" disse ridendo.
"Ok, notte amore" rispose lui.
"Notte" concluse Ziva appoggiando la testa sul suo petto e addormentandosi.

Il resto della notte passò tranquillo.
Quando il mattino seguente Tony si svegliò, notò che Ziva non era nel letto. Non che fosse una cosa strana visto che lei aveva l'abitudine di alzarsi prima di lui.

Si alzò e raggiunse la cameretta della figlia, trovando Ziva in piedi davanti al fasciatoio che cambiava la bambina.

"Buongiorno, Ziva" disse andando a darle un bacio.
"E buongiorno a te luce dei mie occhi" aggiunse accarezzando la fronte della figlia.
"Hey! A me un semplice Ziva e a lei un "luce dei miei occhi"? Guarda che potrei essere gelosa" disse Ziva scherzando.
"Guanciotte dolci... Lo sai che sei la mia Ninja e che nessuno potrà mai eguagliarti, vero?" le rispose dandole un altro bacio.

Ziva fece un sorrisetto compiaciuto mentre prendeva in braccio Amira.

"Cosa ne pensi se andiamo a fare colazione fuori? Poi magari potremmo andare a trovare Abby. Ieri mi ha mandato un messaggio dicendo che le avrebbe fatto piacere se fossimo passati da casa sua? Ci sarà anche McGee" chiese Ziva.

"Dico che mi piace molto come programma. Dunque mi vado a preparare e poi usciamo, visto che sia tu che Amira siete già pronte" rispose Tony.

Uscirono di casa venti minuti dopo.
Caricarono Amira e la carrozzina in macchina e si diressero verso il centro.
Non era la prima volta che uscivano dopo la nascita della loro bambina, ma per loro era ancora una sensazione particolare.
Poter spingere la carrozzina e vedere la loro bambina dormire o guardarsi intorno, per quanto possa vedere un neonato.

Si sedettero al tavolino del loro bar preferito e ordinarono la colazione.
Quando il cameriere arrivò a portare quello che avevano chiesto si fermò a vedere la bambina.

"Allora è nata! Non vi abbiamo visto per un po' e abbiamo immaginato che fosse per questo" disse l'uomo appoggiando la colazione sul tavolo.
"Si, è nata pochi giorni prima di Natale" rispose Tony.
"Congratulazioni, è davvero bella. Come si chiama?" domandò.
"Amira" rispose Ziva accarezzando la manina della figlia.
"È un bellissimo nome. Ancora congratulazioni e buona colazione" rispose il cameriere salutandoli.

Durante tutto il tempo che rimasero nel bar, le persone che conoscevano si fermarono a salutarli e fargli i complimenti per la bambina.

Mentre camminavano per raggiungere l'appartamento di Abby, che era a pochi passi dal bar, Ziva disse "Non pensavo che tanta gente fosse interessata a nostra figlia".
"Lo sai, Zee. Alla gente piacciono i neonati, soprattutto quelli belli come Amira. Non è vero amore di Papà?" rispose Tony guardando la figlia.

Ziva ridacchiò vedendo la scena.

"Forza paparino, siamo arrivati. Suona il campanello" disse.

Presero l'ascensore e salirono fino al piano di Abby. Non fecero in tempo ad uscire che se la ritrovarono davanti, super eccitata come al solito.

"Ciao! Allora come sta la mia nipotina preferita?" chiese allungando la testa per vedere dentro la carrozzina.
"Abby, falli almeno entrare in casa prima di dare in escandescenze" disse una voce proveniente dall'interno dell'appartamento. Era McGee che stava tenendo la porta aperta per mettere a tutti di entrare.

"Grazie, McUsciere!" esclamò Tony ironicamente.
"McGee, anche tu dovresti essere eccitato nel vedere Amira. Siamo i suoi Zii, dopo tutto" si lamentò Abby.
"Io sono felice infatti, ma..." iniziò Tim.
"Non discutere, McGee. E guarda come è carina questa bambina" lo ammonì Abby tornando a prestare attenzione solo alla neonata.

Rimasero un po' a chiacchierare tra di loro.
La conversazione fu per lo più incentrata su Amira. Abby voleva sapere tutto.

"Posso prenderla in braccio?" chiese ad un certo punto.
"Certo che puoi, ma non spaventarti se inizierà a gridare. È quello che succede ogni volta che Tony la prende" disse Ziva scherzando.
"Bugiarda, non è vero!" esclamò lui.
"E poi io sono bravissimo a farla smettere di piangere" aggiunse.
"E dicci, cosa fai per farla calmare" si intromise Tim.

Tony lo guardò ridendo.

"Ho i miei segreti, pivello" rispose lui.
"Si mette davanti alla televisione con uno dei suoi film e lo spiega per filo e per segno a nostra figlia. Io lo chiamo metodo per farla addormentare per sfinimento" commentò Ziva sarcastica.
"Oh. Hai appena detto a tutti qual'è la mia arma segreta, Zee" rispose lui.

Scoppiarono tutti a ridere, la faccia sconvolta che aveva fatto Tony era davvero divertente.
Decisero di riprendere la strada di casa quando Amira iniziò a piangere perché aveva fame.

"Tony, noi ci rivediamo lunedì al lavoro" disse McGee.
"E tu Ziva? Passerai a salutarci?" aggiunse.
"Certo Tim, passerò spesso o mi mancherete troppo" rispose lei.

Ripresero la macchina e andarono verso casa.
"Per fortuna abitiamo vicini, nostra figlia è peggio di una sirena quando piange!" esclamò Tony ridendo.
"Quando a fame si lamenta, come suo padre" ridacchiò Ziva.
"Dai amore, siamo quasi a casa. La mamma ti da subito da mangiare" aggiunse guardando la figlia.

Arrivati a casa Ziva si occupò subito di Amira mentre Tony preparava il pranzo. Doveva ammetterlo, Tony era davvero un bravo cuoco.

"Sei stanca, amore?" le chiese lui mentre pranzavano vedendola sbadigliare.
"Un pochino" ammise Ziva.
"Allora ti propongo un pomeriggio rilassante sul divano insieme a me. Magari puoi dormire un pochino" rispose Tony.
"Ma dobbiamo andare al supermercato o stasera non avremo la cena" disse lei.
"Ci andremo dopo che ti sarai riposata" rispose Tony.

Mezz'ora dopo erano sul divano. Ziva non aveva resistito nemmeno cinque minuti e si era addormentata appoggiata a Tony.

Lui la guardò riposare serenamente, poi guardò sua figlia che dormiva tranquilla nella carrozzina.

Sorrise per la perfezione di quel momento.









Angolo dell'autrice:

Ciaooooooo :D
Ecco che inizio a pubblicare anche il seguito di "Per una riga in più..."!!! :)
Non vedevo l'ora di iniziare anche questa!
In questa storia abbiamo tanto Fluff e tanto TIVA! Non come nell'altra che ci sarà dell' ANGST! :)

Ok, questo capitolo l'ho fatto ripartire da poco dopo la fine dell'altra FF!
Come avete letto nella vecchia FF Tony aveva chiesto a Ziva di sposarlo... Quindi ci sarà un capitolo con il matrimonio! Ma non sarà subito... Volevo dirvelo perché magari pensavate che me ne ero dimenticata! AHHAHA XD

Spero che anche questa FF vi piaccia, io adoro il TIVA family... Quindi mi sbizzarrisco! Ahahah

Ora vi lascio, fatemi sapere cosa ne pensate! E come per l'altra FF, aggiornerò una volta a settimana... Questa tutti i venerdì! A presto! :D

Grazie a tutteeeeee,
Baci, Meggie.

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Capitolo 2
*** Another day at the Office. ***


Another day at the Office

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Tony era tornato al lavoro da qualche giorno, il periodo natalizio era finito e tutto procedeva normalmente.
Ogni mattina si alzava e con lui anche Ziva. Non perché lei avesse voglia di andare al lavoro, ma perché la piccola Amira aveva fame.

Stava allattando la bambina quando Tony entrò nella stanza.

"Che ci fai ancora in casa?" chiese lei guardando l'orologio.
"Volevo salutare le mie ragazze prima di andare al lavoro" rispose avvicinandosi a Ziva e dandole un bacio.
"Sei molto dolce, Tony. Ma siccome gradirei averti vivo per ancora un po' di tempo, muoviti ad andare al lavoro. Se fai tardi anche questa mattina Gibbs ti uccide" disse lei.
"Va bene, vado. Ma chiamami, ok?" rispose Tony uscendo dalla stanza.
"Come ogni giorno" disse Ziva ridendo della situazione.
"Papà è un po' apprensivo, eh? Cosa crede che io non sia in grado di prendermi cura di te?" aggiunse guardando sua figlia.

Dopo aver finito di darle da mangiare, la rimise nel suo lettino e tornò a dormire un altro po'. Anche se non lo avrebbe mai ammesso di fronte a Tony, occuparsi di Amira era molto più faticoso ora che lui stava al lavoro tutto il giorno. Così, quando poteva, ne approfittava per riposarsi.

Nel frattempo Tony era arrivato al lavoro.

"Per una volta sei puntuale, DiNozzo!" gridò Gibbs entrando in ufficio e vedendolo seduto alla sua scrivania.
"Sono o non sono il tuo agente speciale preferito?" chiese con il solito sorriso.
"Tu non vuoi sapere la risposta..." disse Gibbs.
"No, capo. Hai ragione, domanda stupida... È ovvio che lo sono. Chi altro potrebbe esserlo? Il pivello, Dorneget? Andiamo..." commentò Tony.
"Ti ricordo che, nonostante sia in maternità, c'è anche Ziva" suggerì McGee.

Gibbs guardò i suoi due agenti e rise.

"Oh, andiamo capo non dirmi che... Così mi offendo, pensavo di essere io il tuo preferito" rispose Tony.
"Taglia corto, DiNozzo" disse Gibbs con tono autoritario.
"E muoviti a finire le note spese. Giù alla contabilità le aspettano entro fine giornata" aggiunse.
"Ma capo, odio queste scartoffie..." si lamentò lui.
"Guardati in giro. State tutti lavorando a delle scartoffie. Niente lavoro sul campo finché non finite, quindi muovetevi. Non voglio passare la mia vita in ufficio" concluse Gibbs alzandosi e andando in obitorio da Ducky.

Nemmeno cinque minuti dopo arrivò Abby tutta felice, come al solito.

"Tony, Tony, Tony! Allora come sta Amira? E Ziva? Hai delle nuove foto da mostrarci? Ha già iniziato a parlare? E a camminare?" iniziò Abby.
"Abby! Calmati... Non ha neanche un mese... Spiegami come può saper parlare e camminare..." disse Tony sconvolto.
"Oh, già... Non ci avevo pensato..." rispose lei.
"Quanti caffè hai già bevuto stamattina?" intervenì Tim.
"Non abbastanza Timmy" lo aggredì lei.
"Ma allora, hai delle foto?" aggiunse tornando a concentrare l'attenzione su Tony.
"Si... Pivello, sullo schermo grande" disse Tony suepr felice lanciando il cellulare a McGee.

In realtà quando lui portava delle foto erano tutti molto curiosi.
In meno di due secondi erano tutti davanti allo schermo a contemplare le foto di Amira.

"Come è carina!" esclamò Abby.
"Stampa questa McGee, la voglio appendere nel mio laboratorio" aggiunse.

Passarono i dieci minuti successivi a guardare le foto, quando all'improvviso Gibbs comparve alle loro spalle.
Tornarono tutti di corsa alle loro scrivanie, fingendo che non fosse successo nulla.

"È inutile che facciate finta di lavorare, vi ho visti" disse Gibbs serio.
"E sapete qual'è la cosa che mi da più fastidio? Che non mi abbiate aspettato! McGee rimetti quelle foto sullo schermo, immediatamente!" aggiunse.

In fondo anche Gibbs aveva un cuore. E quella bambina, per lui, era come una nipote.
Dopo aver visto ogni foto tornarono tutti a lavorare.
Durante la mattinata Tony chiamò Ziva almeno tre volte.

"Tony, stiamo bene... Siamo appena tornate a casa dopo aver fatto la spesa. Non è che possa succedere molto in un'ora e mezza" disse Ziva quasi scocciata da tutte le chiamate che Tony le faceva.
"Scusa amore, è che mi mancate davvero tanto. Cerco di finire queste scartoffie il più velocemente possibile così torno a casa presto" le disse.
"Va bene, sederino peloso. Ma ora pensa a lavorare, perché se continui a chiamarmi invece di finire in anticipo ti troverai a dover tornare a casa più tardi" rispose Ziva.
"Oh, giusto. Ok, dai un bacio ad Amira da parte mia. Ti amo" disse Tony.
"Ti amo anche io, a stasera" rispose Ziva prima di chiudere la telefonata.

Da qual momento in poi Tony si mise d'impegno per finire il suo lavoro il più velocemente possibile.
Vide Gibbs passare alla sua scrivania, prendere la giacca e andare verso l'ascensore.

"Capo!" esclamò.
"Se finisco tutto prima della fine del turno, posso comunque andare a casa?" aggiunse.

Da capo preciso e severo quale era sarebbe stato tentato di dirgli che doveva comunque restare fino alla fine della giornata.
Ma sapeva bene cosa volesse dire essere padre e aver voglia di tornare a casa dalla propria famiglia.

"Va bene, DiNozzo. Ma bada che il tuo lavoro sia perfetto e senza errori, o domani starai qui per rifare tutto da capo" gli disse serio.
"Certo, capo. Grazie, capo" rispose Tony felice tornando alla sua scrivania.

Siccome non c'era lavoro da svolgere sul campo e Gibbs di certo non si metteva a compilare rapporti, decise di andare a trovare Ziva.
Sapeva che era a casa da sola e probabilmente le avrebbe fatto piacere ricevere una visita.

"Gibbs" disse Ziva sorpresa aprendo la porta.
"È successo qualcosa? Qualche problema con Tony?" aggiunse spaventata.

Non si aspettava certo di vedere Gibbs e la sua mente pensò subito al peggio.

"No, tranquilla. Ero solo passato a farti un saluto" la tranquillizzò subito Gibbs.
"Oddio, mi hai spaventata. Entra pure" disse tirando un sospiro di sollievo.
"Come va? Come sta Amira?" chiese Gibbs avvicinandosi alla carrozzina.
"Tutto bene. Abbiamo mangiato e ora Amira sta dormendo. Stavo per lavare i piatti" rispose.
"Ti aiuto" disse Gibbs togliendosi la giacca.
"Non è necessario" rispose Ziva.

Ma Gibbs non ne volle sapere, andò in cucina e l'aiutò a risistemare tutto.

"Sei stanca, Ziver?" le chiese
"Un po'... Ma oggi Amira è stata brava... Mi sono anche riposata" rispose lei.
"Lo sai che se hai bisogno io ci sono sempre per te... E se vuoi Tony a casa per qualche giorno, ci parlo io con Vance" le disse.
"Grazie, Gibbs" rispose lei abbracciandolo.

Lui ricambiò l'abbraccio, sorpreso da quel gesto.

"Hey, e questo da dove esce?" chiese ironico riferendosi al fatto che era davvero difficile veder Ziva fare quelle cose.
"Forse ho ancora qualche ormone in giro" scherzò lei.

"Ora riposati, finché Amira dorme" le consigliò dandole un bacio sulla fronte.

Ziva lo ringraziò per la visita e per l'aiuto. Si sedette sul divano e si addormentò quasi all'istante.

Quando qualche ora dopo Tony rientrò in casa, la trovò ancora addormentata. Guardò dentro la carrozzina e vide Amira, sveglia che si guardava intorno.

"Hey, piccolina di papà... Sei sveglia" disse sottovoce prendendola in braccio.

Si accorse che doveva essere cambiata, così andò nella sua stanza la cambiò e la mise dentro la sua culla.
Era difficile da credere ma nonostante fosse piccola, anche se era sveglia riusciva a rimanere da sola senza piangere.

Dopo aver sistemato la figlia, prese il baby monitor e tornò in salotto dove Ziva ancora dormiva ancora tranquilla.
Si sedette accanto a lei e delicatamente le fece appoggiare la testa sulla sua spalla, stringendola a sé.
Rise notando che, nonostante tutto quello che aveva fatto, Ziva non si fosse svegliata. La guardò e si meravigliò di come potesse essere così bella nonostante tutta la stanchezza accumulata in quel periodo. Le accarezzò il volto e le diede un bacio, poi rimase seduto sul divano con lei tra le braccia, aspettando che si svegliasse.

Quando quasi un'ora dopo Ziva iniziò a muoversi, lui abbassò lo sguardo su di lei.
"Ben svegliata, occhioni belli" le disse vedendola aprire gli occhi.
"Tony... Tony. Da quanto sei a casa?" chiese confusa.

Quando si era addormentata Gibbs era appena andato via, Amira dormiva e lei era da sola.

"Circa un'ora fa. Amore mio, era distrutta oggi... Non ti sei accorta nemmeno che ho cambiato Amira" le disse ridendo.
"Amira!" esclamò. Si rese conto che se lei aveva dormito tutto quel tempo sua figlia era rimasta da sola nella carrozzina.

"Tranquilla. Sta benissimo... L'ho trovata sveglia nella carrozzina quando sono tornato" le spiegò.
"La nostra bambina è un angelo, mi ha lasciata dormire tutto questo tempo" rispose Ziva rilassandosi di nuovo tra le sue braccia.
"È tutta suo padre" commentò Tony.
"Si... Come no. Sai che è passato Gibbs oggi?" disse Ziva.
"Davvero? Ah... Ecco dove andava così di fretta" si rese conto Tony.
"Tutto bene al lavoro, oggi?" gli domandò. Le mancava il lavoro. Anche se adorava stare con sua figlia aveva voglia di tornare a lavorare.
"Si, giornata noiosa. Solo scartoffie" spiegò lui.

D'improvviso Ziva lo baciò con passione.

"E questo? Parlavamo di lavoro..." chiese lui.
"Mi sei mancato tanto" disse Ziva.
"Avrei voglia di stare un po' con te, da soli... Sai cosa intendo... Da quando sono rimasta incinta noi..." iniziò Ziva.

Tony capì benissimo a cosa alludeva Ziva e non poteva che condividere il suo pensiero.
Stava quasi per alzarsi e portarla in camera quando sentirono la loro bambina iniziare a piangere.

Risero, aveva davvero un bel tempismo.
"Mi sa che ci toccherà rimandare" disse Tony.
"Mi sa anche a me" rispose Ziva baciandolo di nuovo.

Poi insieme si alzarono e andato dalla loro bambina.













Angolo dell'autrice:

Ciaooooooo! :)
Mi faccio un applauso da sola perché anche oggi aggiorno puntuale! Ahahahah
No sul serio ho un sacco da studiare ma per ora riesco a fare tutto! XD

Cosa ne pensate?
Tony è tornato al lavoro e ovviamente non poteva mancare Abby che vuole sapere tutto! Ahaha
Gibbs è gentile a passare a salutare Ziva! Proprio come farebbe un padre... Awwwww *-*

Chissà cosa succederà nel prossimo capitolo! XD
Vorrei saperlo anche io... Ho tante idee e ancora non ho deciso quale scegliere! Ahaha

Grazie a tutti!
Baci, a presto.

Meggie.

P.s.: non mi sono scordata di risp alle vostre recensioni... Ma sono un tantino impegnata in questo periodo! Appena ho un secondo rispondo a tutti!
Byeeeee <3

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Capitolo 3
*** A coffee surprise. ***


A coffee surprise

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"Amira, cosa ne dici se oggi invece che andare a fare un giro al parco, andiamo a trovare papà al lavoro?" chiese Ziva mentre vestiva la neonata.
"Tu non puoi rispondermi... E mamma si annoia a stare tutto il giorno in casa, quindi andiamo. Papà e tutti gli altri saranno felici di vederti" aggiunse.

Amira aveva ormai due mesi e, nonostante Ziva cercasse di tenersi occupata tutto il giorno, si sentiva un po' sola.
Così di tanto in tanto andava a trovare i colleghi al lavoro.
Vestì la figlia con cura, di modo che non prendesse freddo. Poi dopo essersi preparata prese la macchina e guidò verso l'Ncis.

A metà viaggio le venne in mente un'idea carina, aveva voglia di portare qualcosa per tutti. Così si fermò al primo Starbucks e comprò caffè e ciambelle per tutti.
Mentre si dirigeva all'ascensore incontrò Dorneget, che la stava ancora sostituendo mentre lei era in maternità.

"Agente David, che piacere vederla qui" esclamò andandole incontro per aiutarla.
"Lasci che le dia una mano" disse prendendole i caffè e le ciambelle di modo che lei potesse spingere la carrozzina.
"Grazie Dorneget" disse lei.
"Tutto bene in ufficio?" chiese.
"Si, procede tutto alla perfezione. Ma penso che la squadra senta la sua mancanza. In più credo di non andare molto a genio a Gibbs" confessò lui.
"Oh, nessuno va a genio a Gibbs. O meglio, lui non è molto bravo ad esprimere affetto. Ma credimi, ti apprezza. Altrimenti ti avrebbe già cacciato" gli disse Ziva.

Quel ragazzo le stava davvero simpatico ed era felice che, durante la maternità, fosse lui a sostituirla. Così pensò che fosse giusto incoraggiarlo e fargli capire che, anche se poteva sembrare il contrario, il suo lavoro era importante per la squadra.

"Grazie. È venuta a trovare Tony?" chiese Dorneget.
"In realtà a trovare tutti e ho anche portato la merenda" disse indicando i caffè.
"Ottima idea. Siamo tutti felici di averti qui. E anche di vedere la piccola Amira, Tony non fa altro che parlare di lei e mostrarci foto" rispose lui.
"Oddio, vi darà il tormento" commentò Ziva.
"Oh, no. Sempre meglio di quando mi prende in giro. Dopo McGee sono la sua vittima preferita" scherzò Dorneget.
"È sempre il solito" commentò Ziva mentre insieme uscivano dall'ascensore.

Si diressero verso le scrivanie e appena Tony vide Ziva sul suo volto comparve un enorme sorriso.

"Guardate chi sono venute a trovarci" disse Dorneget.
"Amore mio... Le mie ragazze sono venute a farci una sorpresa" disse Tony alzandosi e andando a baciare Ziva.
"Si e ho anche portato qualcosa da mangiare" rispose lei.
"Ottima idea occhioni belli... Morivo di fame" rispose Tony prima di baciarla appassionatamente.

"DiNozzo!" esclamò Gibbs arrivando alle scrivanie e dandogli uno scappellotto.
"Non è che perché Ziva è in maternità la mia regola sulle effusioni in pubblico non vale" aggiunse.
"Hai ragione, scusa capo" disse Tony.

Ziva lo guardò e rise.

"Mi manca tutto questo" commentò poco prima che Gibbs l'abbracciasse.
"E tu manchi a noi, come stai?" chiese lui.
"Bene, sono passata per un saluto" rispose.

Nel frattempo McGee e Dorneget si erano buttati sulle ciambelle e sul caffè, mentre Tony aveva preso in braccio la figlia e la stava cullando.

"Che gli hai fatto, Ziva? Voglio dire, come hai fatto a farlo diventare così responsabile?" le disse Gibbs sottovoce.
"Penso che non sia merito mio, ma di nostra figlia. Devi vederlo a casa... Non sembra nemmeno lui" commentò Ziva.

Mentre Gibbs parlava con Ziva, McGee si avvicinò a Tony per vedere Amira.

"È molto bella, Tony. Assomiglia davvero tanto a Ziva" disse Tim.
"Pivello, che dici! È la mia copia. Non lo vedi, ha già il fascino DiNozzo" rispose Tony.
"Ti ho sentito! Stasera a casa facciamo i conti" esclamò Ziva.

McGee rise guardando i due battibeccare, non erano cambiati per nulla.

"Non ha perso le sue doti da Ninja" commentò divertito.
"Che hai da ridere, McComico. È Ziva, ovvio che non le ha perse" rispose.

Ziva lasciò che Tony tenesse in braccio la figlia, poi dopo un po' disse "Beh ora è il caso che vada a salutare Abby e Ducky... O si offenderanno nel sapere che sono passata e non sono scesa da loro".

Tony rimise Amira nella carrozzina e salutò Ziva.

"Ci vediamo stasera, amore" le disse.
"Si... Ciao sederino peloso. Torna a casa presto" rispose andando all'ascensore.

Non appena entrò in laboratorio da Abby, fu investita da un'abbraccio.

"Deduco che sapessi che stavo arrivando" commentò Ziva mentre Abby la stritolava.
"Si, Gibbs mi ha avvertita che stavi scendendo. Così ho messo una musica più adatta alla mia bella Amira!" disse felice.
"Grazie Abby, sei molto gentile" rispose Ziva.
"Guarda, ti ho portato una cosa" aggiunse prendendo un sacchetto dalla borsa.

Abby lo aprì e gridò.

"Ah! Una goduria cioccolosa! Ziva ti adoro" esclamò.
"So che ti piacciono e oggi ho portato la merenda per tutti" spiegò lei.

Rimasero un po' a parlare, finché ad un certo punto Abby chiese "Quindi, avete già deciso la data delle nozze?".

Ziva rimase spiazzata. Da quando Tony le aveva chiesto di sposarla aveva parlato e iniziato ad organizzare, ma ancora non avevano deciso la data.

"Io non lo so ancora. Dobbiamo decidere" rispose.
"Ma come. Tony cosa aspetta a prendere in mano la situazione? Insomma mi dovete avvertire con anticipo! Io devo organizzare tutto. Mi ci vuole tempo" disse Abby.
"Ok! Calmati però! Di tempo ne avrai ancora, non penso che ci sposeremo a breve, vogliamo aspettare che Amira si un po' più grande..." spiegò Ziva.
"Va bene, ma ricordati. Ti porto io a comprare l'abito, non si discute. Non chiedere a nessun altro di accompagnarti. Promettilo" disse Abby.
"Lo prometto, puoi fidarti" rispose lei.

Passò un altro po' di tempo con Abby, poi dopo essere passata a salutare Ducky e Palmer tornò a casa.
Doveva far mangiare Amira e farla dormire. E poi voleva iniziare a preparare la cena per quando Tony sarebbe rientrato.

Nel frattempo, poco dopo che Ziva aveva lasciato l'edificio, Abby si presentò davanti alla scrivania di Tony.

"Che c'è Abby?" le chiese.
"Dunque, perché non hai ancora proposto a Ziva una data per le nozze?" domandò seria.
"Abby, abbiamo appena avuto una bambina. Dai tempo a Ziva per riprendersi" rispose lui.
"Ma tu le hai chiesto di sposarti per Natale... Dovete farlo in fretta! Sono sicura che Ziva abbia davvero voglia di sposarti" insistette lei.

Tony si alzò e le andò di fronte.

"Va bene, Abby. C'è un motivo se ancora non abbiamo fissato la data. Credi che non ne abbiamo mai parlato? Ma Ziva ha appena partorito... E ci tiene molto ad essere perfetta per le nozze. Sai, se tutto va bene ci si sposa una volta sola, e lei sta ancora cercando di rimettersi in forma. Vuole perdere un po' di peso... Dalle tregua, è stanca" spiegò Tony.

Abby lo guardò, sorrise e lo abbracciò.

"Oh, Tony sei così dolce e premuroso! Ora capisco perché Ziva ti ama così tanto" disse.
"Grazie Abby" rispose lui cercando di liberarsi dall'abbraccio stritolante di Abby.
"Ma ricordati, l'addio al celibato lo organizzo io. Se ti azzardi a chiedere aiuto ad altri ti uccido" disse tornando al suo laboratorio.

Quando quella sera Tony tornò a casa trovò Ziva in cucina.
La tavola era già apparecchiata e lei stava finendo di cuocere la cena.

"Bentornato" gli disse.
"Ma come hai fatto? Sono stato silenzioso e tu non hai nemmeno guardato" rispose Tony sorpreso.
"Doti da Ninja, ricordi?" scherzò lei.

Lui l'abbracciò da dietro e le baciò il collo.

"Come è andato il tuo pomeriggio?" le chiese.
"Benissimo. Siamo anche state a fare una passeggiata al parco. Proprio non avevo voglia di stare in casa" rispose Ziva.
"Brave le mie ragazze. Dorme?" disse Tony.
"Si. Ha mangiato da poco e si è addormentata. L'ho già messa nel suo lettino" rispose Ziva.
"Sei pronto a mangiare?" aggiunse.
"Prontissimo, vado solo a lavarmi le mani" rispose.

Dopo essere stato in bagno, passò un secondo nella stanza della figlia. La voce dormire serena.

"Amira, per favore questa sera non svegliarti proprio sul più bello. Io e la tua mamma saremmo un po' occupati... Puoi fare questo piacere a papà?" sussurrò accarezzandole la manina.
"Grazie amore" aggiunse prima di raggiungere Ziva in sala da pranzo.

"Pensavo ti fossi perso" disse lei.
"E dire che questa casa non è un labirinto" aggiunse.
"Molto divertente. Sono stato da nostra figlia, dovevo dirle una cosa" rispose Tony.
"Dirle una cosa... Ad una bambina di due mesi?" commentò lei portando i piatti in tavola.
"Credi che non ci senta?" disse lui.
"No ci sente benissimo, ma non può risponderti" spiegò Ziva ridendo.
"Io non volevo una risposta, anzi sono felice che sia rimasta in silenzio" disse Tony.
"Ma che le hai detto, scusa?" chiese Ziva.

Tony sapeva essere strano quando voleva, ma questa cosa la incuriosiva proprio.

"Le ho chiesto se può non piangere stasera" rispose.
"Tony, sai che lo farà. È una neonata, è il suo modo di esprimersi" disse lei.
"Lo so, e non è un problema... Ma magari mi ascolta e ci lascia soli per un po'..." rispose Tony.

Ziva capì cosa intendeva dallo sguardo che aveva.

"Oh... Allora mangiamo in fretta, per favore. Non voglio sprecare un attimo" disse sorridendo.











Angolo dell'autrice:

Ciaoooooooo :D
Ecco il capitolo! XD

Ho messo anche un po' di Dorneget qui... Non so vuoi ma io lo adoro! Mi fa troppo ridere... Avrei voluto vederlo di più! XD
Che dolce Ziva che porta la merenda per tutti! XD
E cosa dite... Riusciranno a concludere questa volta Tony e Ziva?! Ahahahha

Comunque ve lo dico, la prossima volta che vado da Starbucks e mi chiedono il nome io dico Ziva! XD
AHAHAHAHHA

Grazie a tutti, spero che la storia vi stia piacendo. Ve lo dico già ora, farò un po' di salti temporali... Non vedremo sempre Amira neonata... La vedremo anche cresciuta... Se no sai che noia?! Spero che vi vada bene comunque! :D

Detto ciò,
A presto.

Baci, Meggie.

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Capitolo 4
*** Ziva's morning. ***


Ziva's morning...

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Ormai Amira aveva sei mesi. Era passato un po' di tempo dalla sua nascita durante il quale Tony e Ziva avevano iniziato a pianificare le nozze.
Avevano deciso che si sarebbero sposati in Luglio, quando Amira avrebbe avuto circa sette mesi. Poi passata l'estate, a settembre, Ziva sarebbe tornata al lavoro.

Era un weekend di metà giugno e quella mattina Ziva sarebbe andata insieme ad Abby a fare la prova definitiva del suo vestito. Poi nel pomeriggio sarebbe stato il turno di Tony.

Abby passò a prendere Ziva presto quella mattina, voleva passare un po' di tempo con lei e in più, prima della prova dell'abito, sarebbero andare a fare colazione fuori.
Così quando Amira si svegliò fu Tony ad occuparsi di lei.
Gli piaceva rimanere da solo con sua figlia, trovava sempre un modo per farla divertire e per fare arrabbiare Ziva, a causa di tutta la confusione che facevano.

"Buongiorno, amore di papà! Hai fame?" chiese Tony alla bambina vedendola seduta nel suo lettino con le mani aggrappate alle sbarre.

Amira lo guardò sorridendo e gridando cose incomprensibili.

"Bene, allora andiamo a mangiare e poi vediamo cosa possiamo fare di divertente mentre aspettiamo che la mamma ritorni" disse prendendola in braccio.

Quando arrivò in cucina vide che Ziva gli aveva già preparato tutto.
Trovò un biberon già pronto sul tavolo con attaccato sopra un post-it su cui Ziva aveva scritto "scaldami", e due biscotti da dare ad Amira dopo il latte. Le piaceva rosicchiare i biscottini, la teneva occupata.

"Mamma mi prende in giro, hai visto amore? Pensa che non sia capace di prepararti la colazione. Ma prima o poi gliela faccio pagare" disse mentre scaldava il latte.

Si sedette sul divano e diede da bere il latte alla figlia, poi mentre lei mangiucchiava i suoi biscotti, anche Tony fece colazione.
Dopo aver sistemato la cucina e aver cambiato e rivestito Amira, la mise nel passeggino e uscì per fare una passeggiata con la figlia.
Era già estate e fuori si stava bene, così ne approfittò per attraversare il parco.

Nel frattempo Ziva aveva fatto colazione con Abby e stavano andando al negozio per provare l'abito.

"Allora Ziva, sei eccitata? Manca meno di un mese e poi sarete ufficialmente sposati" le chiese Abby.
"Non vedo l'ora, soprattutto perché organizzare questo matrimonio sta prosciugando la mia linfa vitale. Possibile che sia così complicato? Meno male che mi stai aiutando tu" rispose Ziva.
"Lo faccio con piacere, adoro organizzare matrimoni! E poi sarò la tua damigella d'onore, non sai come sono felice" le disse Abby.
"Beh te lo sei meritato, Abby! Comunque dopo possiamo passare alla pasticceria dove mi stanno facendo la torta? Ieri mi hanno chiamato per dirmi che dovevano parlarmi di una cosa" chiese Ziva.
"Ma certo! Ma ora concentriamoci sul vestito, siamo arrivate al negozio" rispose Abby parcheggiando.

Ziva entrò nello spogliatoio per indossare l'abito, mentre Abby si guardava intorno.

"Posso aiutarla?" chiese una commessa.
"Per cosa?" domandò Abby.
"A scegliere un vestito. Mi dica cosa vorrebbe indossare e io l'aiuterò a trovare l'abito perfetto" rispose la donna.

Abby si fece una risata.

"Oh, no no no. È fuori strada, io sono qui solo per accompagnare un'amica a provare l'abito. Non voglio sposarmi. Per carità!" esclamò Abby.
"Lei non crede nel matrimonio?" le domandò la commessa.
"Si ci credo. Ma non se sei single! E in più, non credo che qui potrei trovare l'abito che desidero. Lo vedo impossibile" rispose Abby.
"E come lo sa? Ha letto l'insegna sulla porta? Qui c'è un abito per ogni donna" le disse.
"Ma non per me, mi creda" insistette Abby.
"Ok, fingendo che si dovesse sposare, cosa le piacerebbe indossare?" chiese la commessa.
"Va bene, visto che insiste. Dunque il mio abito ideale sarebbe... Sicuramente nero, a maniche a tre quarti. Niente velo ma una coro cima fatta con minuscole borchiette. Ne ha uno?" spiegò Abby.

La commessa la guardò sconvolta. Stava per chiederle se la stesse prendendo in giro quando Ziva uscì dal camerino.

"Allora Abby, cosa ne pensi?" chiese all'amica.
"Oh mio Dio, Ziva! Sei perfetta! È meraviglioso, sul serio!" disse andandole incontro.
"Grazie, ma non pensi che forse qui sarebbe meglio..." iniziò lei.
"No, Ziva. Non modificare nulla, sul serio. Credo che quando Tony ti vedrà arrivare con questo abito avrà un mancamento" rispose.

Poi si avvicinò all'orecchio di Ziva e bisbigliando disse "Sono sicura che non vedrà l'ora di togliertelo di dosso... Hai capito cosa intendo".
"Abby! Ma come puoi pensare che Tony... Beh forse hai ragione" rispose lei.

Si guardarono e risero entrambe.
Ziva tornò a cambiarsi e poi prima di uscire si accordarono con la commessa per il giorno del ritiro.

"Allora, lo venga a prendere una settimana prima. Così lo proviamo un ultima volta per vedere se ci sono dei ritocchi dell'ultimo minuto da fare" disse la donna.

Salutarono e tornarono alla macchina in direzione della pasticceria. Non appena entrarono, il proprietario le andò incontro.

"Agente David! Meno male che è già qui, le devo parlare di una cosa" disse l'uomo.
"Mi dica" rispose Ziva.
"Vede lei e il suo fidanzato mi avete chiesto una torta con all'interno crema e cioccolato, ma facendo il matrimonio a luglio credo che non si possa fare" disse.
"Come prego?" domandò Ziva sconvolta, era già arrabbiata.
"Voglio dire, farà molto caldo e temo che la cioccolata non sia adatta. Ma non c'è problema la sostituiremo con la panna montata" affermò lui.
"Non credo di aver capito bene. Io ci voglio la cioccolata, non la panna montata. Tony l'ha chiesta specificatamente e non intendo sostituirla" disse lei pronta a ucciderlo.
"Ma signorina David con il caldo..." iniziò lui.
"No! Niente ma! Io la voglio così" gridò lei, sentiva che era sul punto di mettersi a piangere per la rabbia. Ogni volta che tutto sembrava essere sistemato, qualcuno tirava fuori qualche problema.

Abby la vide più che alterata e decise di prendere in mano la situazione.

"Mi scusi. Il punto qual'è? Pensate di finire la cioccolata a luglio?" disse lei.
"Certo che no" rispose l'uomo.
"Per caso diventerete totalmente incompetenti a farcire una torta con crema e cioccolato?" domandò di nuovo.
"No..." disse l'uomo sempre più confuso.
"Allora è tutto risolto, voi farete la torta esattamente come l'ha chiesta Ziva. O altrimenti ci rivolgeremo alla pasticceria..." inizò Abby.
"Oh, no! Non rivolgetevi a nessun'altra pasticceria. Faremo la torta che volete, la mia era solo un'idea... Ma sono sicuro che la sua torta, signorina David, sarà perfetta. Scusate per il disturbo" si corresse subito l'uomo.

Le due salutarono e uscirono.
"Grazie Abby, ti giuro che ci è mancato poco che lo accoltellassi" disse Ziva.
"Ho notato, ma se succedesse di nuovo non esitare a chiamarmi. So essere davvero persuasiva" commentò Abby.
"Lo so" rispose Ziva ridendo.
"Ora torniamo a casa, tua figlia ti starà aspettando" disse Abby mentre camminavano verso l'auto.

Dopo aver fatto una bella passeggiata nel parco, durante la quale aveva preso un sacco di complimenti dalle altre madri, Tony si diresse a casa per preparare il pranzo.
Voleva far trovare tutto pronto a Ziva. Con il fatto che era ancora in maternità era sempre lei a cucinare, e Tony, per una volta voleva ricambiare il favore.
Si mise ai fornelli cercando di non fare troppa confusione. Era bravo, ma di solito dopo aver preparato i suoi piatti, la cucina sembrava in campo di battaglia.

Aveva portato la bambina in cucina con lui, lasciandola nel passeggino a guardarlo.

"Amira, guarda cosa sta facendo papà? La pizza! Per me con salsiccia, funghi e per la mamma con le verdure... Altrimenti si lamenta che la faccio ingrassare" disse Tony.

Mentre parlava fece cadere un po' di farina e si alzò un po' di polvere bianca che fece rider Amira.

"Oddio, questa la puliamo subito. Se no poi sentiamo la mamma urlare se vede della farina sul suo pavimento immacolato" aggiunse Tony.

Infornò la pizza e prese fuori il pranzo per Amira. Di solito mangiava omogeneizzati alla carne e qualche verdura cotta al vapore.

"Vieni qui amore, ora ti do la pappa così quando la mamma arriva tu sei già a posto e noi possiamo pranzare" le disse tirando il passeggino vicino al tavolo.

Stava per finire di dare da mangiare ad Amira quando sentì aprirsi la porta.

"Ciao occhioni belli, siamo in cucina" gridò.
"Ciao amore" disse Ziva dando un bacio a Tony.
"E ciao piccolina della mamma! Ti sono mancata vero?" disse parlando alla figlia.

La bambina si avvicinò al volto di Ziva e le diede in bacio al sapore di omogeneizzato. Entrambi risero, poi Ziva diede un altro bacio alla figlia e andò a prendere fuori due piatti.

"Come è andata la tua mattinata?" chiese Tony.
"Tutto bene, grazie ad Abby. E la vostra? A che ora passa a prenderti McGee?" domandò Ziva.
"Noi tutto bene, siamo stati al parco e ho preparato la pizza per il pranzo. Tim passa alle quattro. Cosa vuol dire tutto bene grazie ad Abby? C'è qualche problema?" disse Tony.
"Oh, no. Solo un'incomprensione in pasticceria. Che Abby ha risolto brillantemente" rispose Ziva.
"Ok" disse Tony.
"Ecco qui Amira! Adesso che hai la pancia piena, anche mamma e papà possono pranzare" aggiunse.

Si alzò e tirò fuori le pizze dal forno. Le sistemò nei piatti e le portò a tavola.
Vide Ziva che aveva preso il passeggino e lo stava muovendo per far addormentare la figlia.
Pranzarono tranquillamente mentre Amira dormiva beata, poi si spostarono in salotto per godersi un po' di relax sul divano mentre aspettavano McGee.

"Guanciotte dolci, vuoi fare la nanna anche tu?" le chiese Tony vedendola accoccolata su di lui, già mezza addormentata.
"Non sono una bambina, Tony" disse lei quasi scocciata, le dava fastidio ammettere di essere stanca.
"Ma ti si stanno chiudendo gli occhi, Ziva. Riposati" insistette Tony.
"Non ne ho bisogno, davvero" disse poco prima di sbadigliare.
"Ok..." rispose Tony iniziando ad accarezzarle la schiena. Sapeva che facendo così Ziva si sarebbe rilassata ulteriormente.

Non ci volle molto perché si addormentasse. Tony la guardò, si assicurò che anche Amira dormisse e decise che anche per lui era arrivato il momento del riposino pomeridiano.











Angolo dell'autrice:

Ma ciaoooooooo!
Sono qui ad aggiornare anche oggi! XD
Come vi avevo anticipato, sto facendo dei salti temporali. Siamo arrivati al punto in cui Amira ha sei mesi e presto Tony e Ziva si sposeranno! Awwwww *-*

Qui abbiamo visto le avventure di Ziva tra vestito e torta... Ho preso un po' spunto da tutta la fatica che ha fatto la mia compagna di università per organizzare il suo matrimonio! XD Per lei avere la torta che voleva è stato un incubo.

Potete immaginare cosa leggerete nel prossimo capitolo... Se non lo immaginate vi spoilero un po'... Ovviamente vedremo Tony e McGee insieme... Insomma l'altra mezza giornata! XD Chissà cosa combineranno! AHAHAHAHA

Grazie a tutti.
Sono davvero felice che la storia vi stia piacendo!

A presto.
Baci, Meggie. 

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Capitolo 5
*** ... And Tony's afternoon. ***


... And Tony's Afternoon.

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Tony si svegliò che erano già le tre, Ziva dormiva ancora tra le sue braccia e Amira faceva lo stesso nel passeggino.
Sarebbe voluto rimanere lì per tutto il giorno, ma alle quattro McGee passava a prenderlo e lui voleva farsi trovare pronto.

Si alzò molto lentamente cercando di non svegliare Ziva, la fece distendere sul divano e, dopo essersi assicurato che Amira fosse a posto, andò in camera a prepararsi.
Decise di farsi una doccia veloce prima di uscire. Era giugno, Ziva gli aveva dormito addosso e lui aveva sudato.
Quando uscì dal bagno, con solo l'asciugamano intorno alla vita, si trovò Ziva e Amira sedute sul letto ad aspettarlo.

Ziva aveva messo la bambina al centro del letto e la stava facendo giocare con alcuni dei suoi orsacchiotti.
Quando lo sentì uscire si voltò e lo guardò.

"Che ci fare voi due sveglie?" chiese Tony.
"Vi avrei svegliate prima di andare fuori" aggiunse.
"Beh tua figlia aveva idee diverse, ha deciso che era ora della merenda" spiegò lei.
"Comunque avresti potuto chiamarmi, anche io avevo bisogno di una doccia... Risparmiavamo acqua se la facevamo insieme" disse Ziva maliziosa, alzandosi e andando a baciare Tony.
"Agente David, non credo proprio che lei fosse preoccupata di consumare acqua... Forse aveva solo voglia di condividere una doccia con il sottoscritto" rispose lui stando al suo gioco.
"Forse..." disse facendogli l'occhiolino.

Tony sorrise e la baciò ancora.

"Sai Ziva, stasera tornerò a casa stanco... E dopo aver provato il vestito e camminato per tutto il pomeriggio, mi servirà un'altra doccia..." disse lui.
"Sicuramente. Servirà anche a me, ne sono certa" rispose lei.
"Beh allora, affare fatto" concluse lui.

Tony si vestì mentre Ziva e Amira tornarono in salotto per la merenda. Quando le raggiunse Amira aveva appena finito di mangiare uno dei suoi omogeneizzati e lo aveva sparso ovunque sul seggiolone.
Tony rise.

"È inutile che ridi, sederino peloso. Lei si sporca comunque meno di te, quando mangia" lo prese in giro Ziva.
"Grazie per tutti questi complimenti che mi fai ultimamente, mi sto emozionando" commentò lui.

Non ci volle molto perché Tim suonasse al campanello.

"Devo andare" annunciò lui dando un bacio a Ziva e uno ad Amira.
"Passate un buon pomeriggio, ci vediamo stasera" disse uscendo.

"Un buon pomeriggio, ha detto papà? Ma certo! Ci divertiremo un sacco" disse Ziva pulendo le manine e la bocca della figlia.
"Sai cosa facciamo noi due? Usciamo, andiamo al supermercato a fare la spesa e poi torniamo a casa" continuò.

Vestì la figlia con qualcosa di pulito e uscì di casa.

Nel frattempo Tony e McGee erano arrivati al negozio in cui Tony avrebbe comprato l'abito.

"Allora McTestimone, cosa ne dici?" chiese uscendo dal camerino con indosso un bellissimo completo, italiano ovviamente.
"Dico che come al solito cerchi le cose più costose" rispose.
"Ma è assolutamente perfetto" aggiunse.
"Che colpa ne ho io se sono nato e cresciuto con un po' di gusto nel vestire, McGrandiMagazzini" rispose guardandosi alla specchio.

Tim alzò gli occhi al cielo, Tony non sarebbe mai cambiato. Nemmeno Ziva, una figlia e il matrimonio lo avrebbero fatto crescere. Ma in fondo, ad essere sinceri, a McGee piaceva avere un collega e un amico sempre pronto a fare battute e divertirsi, anche se ogni tanto risultava offensivo.

"Siamo sicuri di questa cravatta? Non ti sembra un po' troppo... Come dire, anonima?" chiese Tony.
"Vuole che le faccia provare qualcos'altro?" intervenì il commesso.
"Ottima idea, Leopold. Portami qualcosa che si abbini bene a questo abito" disse Tony.
"Mi chiamo Leonard, signor DiNozzo. Ma comunque le porto tutto quello che trovo" lo corresse lui.
"Scusa è che assomigli molto a Leopold del film 'Kate e Leopold" spiegò Tony.

Lui rise.

"Non credo di assomigliare a Hugh Jackman. Torno subito" disse prima di andare alla ricerca di qualche cravatta.

Rimasero dentro il negozio almeno altra mezz'ora. Tony provò all'incirca venti cravatte diverse, provando ogni tipo di nodo.
Alla fine ne scelse una grigia, perfetta per il vestito che aveva comprato.

"Sono sicuro che quando vai a fare shopping sei peggio di Ziva. Lei non ci avrebbe mai messo così tanto per scegliere una semplice cravatta" si lamentò Tim mentre Tony andava alla cassa a pagare.
"Pivello, mi stai paragonando ad una donna? E comunque ci tengo all'estetica, io" si giustificò lui.

Tim stava per rispondere con una battuta cattivella, ma la cassiera lo interruppe.

"Allora signor DiNozzo, ora le facciamo lavare e stirare il vestito e potrà ritirarlo la prossima settimana. La chiameremo quando sarà tutto pronto" disse.

Tony ringraziò ed uscì insieme a McGee.
"Devi già tornare a casa, oppure hai tempo di accompagnarmi a ritirare le fedi?" chiese Tony a McGee.
"Ti accompagno, ho tenuto il pomeriggio libero per accompagnarti in giro. Per favore cerca di essere grato di questo mio sacrificio" lo prese in giro Tim.
"Ah ah. Ora andiamo" rispose Tony.

Una volta entrati in gioielleria, Tony andò subito a vedere le sue fedi mentre Tim si guardava in giro.
Le ritirava solo ora perché avevano dovuto fare stringere quella di Ziva e aspettare per le incisioni.
Mentre aspettava che il commesso preparasse il pacchetto con le fedi, si fermò a guardare una collana.

Sapeva che la tradizione voleva che la sposa indossasse qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo e qualcosa di blu. E lui aveva appena trovato la cosa nuova per Ziva.

"Mi può mostrare quella collana?" chiese.
"Eccola. È in oro. Sia la catenina che il ciondolo" spiegò.

Era molto semplice. Una sottile collana con un ciondolo a forma di stella di David, come piaceva a Ziva.

"Va bene, la prendo" disse.
"Wow, Tony. Penso che a Ziva piacerà molto" commentò Tim.
"Lo spero" rispose.

Prima di rientrare in casa rimase per un po' in macchina a parlare con McGee. Lo ringraziò per averlo aiutato e gli propose una cena a cui invitare anche Abby.

Rientrò in casa sentendo il fantastico profumo della cena cucinata da Ziva. Aveva sicuramente preparato le polpette che a Tony piacevano tanto, l'odore era inconfondibile.
Andò alla ricerca di Ziva e la trovò in camera di Amira. La stava cambiando dopo averle fatto il bagno.

"Amore, pensavo di dover chiamare la polizia. Credevo fossi disperso" disse Ziva ironica.

Tony guardò l'orologio e si accorse che erano le otto passate.

"Scusa, abbiamo fatto qualche giro e il tempo è volato" rispose Tony.
"Non ti preoccupare, io ho già fatto tutto così dopo abbiamo più tempo per noi" spiegò Ziva.

Si sedettero a mangiare con Amira che li guardava dal suo seggiolone. Aveva già mangiato ma Ziva le aveva dato un biscotto per tenerla occupata.
Parlarono della loro giornata e solo a fine cena si accorsero che Amira si era addormentata.

"Siamo state in giro tutto il pomeriggio e si è stancata" spiegò Ziva mentre la prendeva in braccio.
"Portala a letto, ti aspetto mentre sistemo la cucina" disse Tony.

Ziva aveva già lavato buona parte dei tegami che aveva usato per cucinare, quindi a Tony non servì molto tempo per risistemare tutto.
Ziva lo aiutò asciugando i piatti e rimettendoli nell'armadietto della cucina. Era proprio un tipico quadretto famigliare.

Tony la prese per mano e la portò sul divano.
"Che fai?" chiese lei.
"Mi ricordavo che dovevamo fare la doccia" aggiunse.
"Certo, ma prima devo darti una cosa" rispose lui dandole il pacchetto che conteneva la collana.

Ziva lo guardò sorridendo.

"Tony..." inziò.
"Apri, poi ti spiego" la interruppe.

Quando Ziva vide il contenuto rimase a bocca aperta.

"È stupenda, io... Aiutami a metterla, per favore" disse. Era rimasta incantata dalla semplicità e allo stesso tempo dalla bellezza della collana.
"No... Cioè voglio dire che non la puoi mettere, non prima del giorno del nostro matrimonio" rispose lui.

Guardò la sua faccia confusa, così si affrettò a spiegare.

"È la tradizione, occhioni belli. La sposa deve avere una cosa vecchia, una nuova e una blu. Questa sarà la tua cosa nuova. Quindi la metterai solo quel giorno. Ora sta a te trovare una cosa vecchia e una blu" disse.
"Oh, ok... Ma è una tortura Tony! È bellissima e io la vorrei mettere ora e non toglierla più" si lamentò continuando a guardare la scatoletta con la collana.
"Mi dispiace Ninja impaziente... Dovrai aspettare" le rispose accarezzandole la gamba.

Ziva lo abbracciò, ringraziandolo più volte. Gesti come questo la facevano innamorare sempre di più di Tony.
Lui avrebbe voluto prenderla e portarla sotto la doccia ma prima voleva chiederle una cosa.
Continuando a tenerla abbracciata le disse "Ziva, hai già deciso chi ti accompagnerà all'altare?".

Sapeva che era una delle preoccupazioni di Ziva, suo padre era morto e non aveva nessuno.

"Ho chiesto ad Abby, ci sarà lei con me" disse.
"Se vuoi posso chiedere a mio padre, Zee. Se ti fa piacere ovvio" le propose Tony.
"Sei dolce amore, ma tuo padre sarà per te quel giorno. Io ed Abby ce la caveremo" rispose baciandolo.

Tony la baciò a sua volta.
Rimasero un po' sul divano senza mai smettere di baciarsi. Senza nemmeno accorgersene Tony si ritrovò in bagno con Ziva. Le stava togliendo i vestiti mentre lei faceva lo stesso con lui.

"Finalmente una bella doccia" disse lei mentre lo spingeva dentro.
"Finalmente" commentò lui aprendo l'acqua e ricominciando a baciarla.










Angolo dell'autrice:

Eccomiiiiiiiiiiii!
È stato il turno di Tony in questo capitolo! Ahahhah XD
È stato dolce ha pensare alla sua Ziva mentre era in giro con Tim? XD awwwww *-*

Come potrete immaginare nel prossimo capitolo vedremo il matrimonio. In realtà avevo altre idee ma non voglio tirare troppo per le lunghe questa cosa quindi... Tra una settima le nozze!
Ora la domanda... Secondo voi davvero sarà Abby ad accompagnare all'altare Ziva?!
Lo scopriremo nel prossimo capitolo.... XD

Ehm ehm... La doccia... Secondo me è proprio una di quelle cose che Tony e Ziva potrebbero fare! XD
Poi quando ho visto quella foto mi sono convinta che dovevo scriverlo in questo capitolo!

Alla prossima settimana! Grazie a tutti!
Baci, Meggie.







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Capitolo 6
*** Wedding. ***


Wedding

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Mancava ormai una sola settimana al matrimonio. Il tempo era volato e ora era quasi il momento.
Erano stati così impegnati con i preparativi e l'addio al celibato e nubilato che Tony non aveva avuto il tempo di andare a parlare con Gibbs.

Sapeva che Ziva aveva scelto Abby per farsi accompagnare all'altare, ma sapeva anche che le avrebbe fatto un immenso piacere se fosse stato Gibbs ad accompagnarla.
Così quel pomeriggio approfittò del fatto che Ziva era uscita per andare a trovare Abby e si diresse da Gibbs.

"Capo" disse scendendo le scale della cantina.
"DiNozzo. Cosa ci fai qui?" gli chiese.
"Volevo parlarti di una cosa... Chiederti un favore, in realtà" rispose Tony.
"Parla" disse prendendo un barattolo e versando un po' di Barboun anche per Tony.
"Beh riguarda Ziva... Chi la porterà all'altare" iniziò lui.
"Se ho capito bene, la porterà Abby" lo interruppe Gibbs,
"Si... È che io credo che non sia quello che vuole. Cioè, suo padre è morto e io le ho proposto che fosse mio padre a portarla ma lei ha detto no. Anche se so che è felice che ci sia Abby credo che non sia la persona che desidera realmente. Penso che lei vorrebbe che fossi tu ad accompagnarla all'altare" spiegò Tony.
"Lo so che ti sembra strano che non te lo stia chiedendo lei... Ma io so il perché. Ha paura che ti faccia soffrire il fatto di essere con lei e non avere avuto la possibilità di fare lo stesso con tua figlia" aggiunse.

Gibbs lo guardò con attenzione.

"E me lo stai chiedendo tu, perché?" domandò.
"Se non lo vuoi fare non c'è problema, a Ziva non ho detto nulla. Ma io voglio solo che sia felice e so che questo la farebbe davvero contenta" rispose.

Sorrise, orgoglioso del suo agente. Era davvero innamorato e si convinse sempre di più di aver fatto la scelta giusta ignorando la regola numero dodici per loro.

"Lo faccio più che volentieri, Tony. Spero solo che Abby non si offenda" disse Gibbs.
"Tranquillo, ne ho già parlato con lei. È più che felice di cederti il posto se la cosa rende felice Ziva" rispose Tony.
"Allora per me sarà un onore, DiNozzo" affermò Gibbs.
"Grazie capo, davvero" rispose Tony.
"Ah, DiNozzo. Non dire nulla a Ziva... Facciamole una sorpresa" propose lui.
"Va bene" concordò Tony.

La mattina del matrimonio arrivò velocemente.
Come da tradizione Tony e Ziva dormirono in case separate. Ziva in casa loro insieme ad Amira mentre Tony andò a dormire a casa di McGee.

Abby arrivò a casa di Ziva in anticipo di mezz'ora, ma se lo aspettava. Probabilmente era più eccitata di lei per questo matrimonio.

L'aiutò a prepararsi e a preparare Amira, per lei avevano scelto un bellissimo vestitino rosa. Erano quasi pronte quando il campanello suonò.

"Chi è?" chiese Ziva confusa. Non aspettavano nessuno, o almeno lei credeva.

Abby andò ad aprire e Ziva si ritrovò davanti Gibbs.

"E tu cosa ci fai qui?" chiese sorpresa.
"Pensavo che volessi qualcuno che ti portasse all'altare" disse.

Ziva guardò Abby, che le sorrise.
"Io tengo Amira, tu vai con Gibbs" spiegò.
"Saluta la mamma Amira, noi andiamo" aggiunse.
"Grazie" sussurrò Ziva ad Abby.

Gibbs guardò Ziva nel suo abito bianco, era perfetta.
"Sei stupenda, Ziver" le disse.

Non disse nulla, sorrise e lo abbracciò emozionata e felice che lui fosse lì con lei.

Nel frattempo Tony e McGee erano quasi pronti ad uscire.

"Tony, andiamo. Non vorrai mica che Ziva arrivi prima di te" disse entrando nella camera in cui Tony si stava vestendo.
"Che c'è? Perché fissi fuori dalla finestra? Dobbiamo andare!" insistette McGee.
"Sto per sposarmi" disse.
"Si... Lo sai da dicembre... Lo hai chiesto tu a Ziva" rispose Tim confuso.
"Non dirmi che ci stai ripensando" aggiunse preoccupato.
"Ma che dici, no! È solo che... Non pensavo che fosse così... Wow, sento che la mia vita è perfetta ora" confessò lui.
"Beh, stai per sposare la donna che ami e hai una bellissima bambina. La tua vita non potrebbe andare meglio" disse Tim capendo che Tony era davvero emozionato.
"Esatto..." concordò lui.
"Ora sei pronto ad andare?" gli chiese Tim.
"Si. Hai gli anelli" rispose.
"Certo" disse McGee indicando il taschino.
"Allora andiamo" concluse Tony prendendo la giacca del completo e uscendo.

Avevano deciso per una cerimonia in un giardino. In estate era la soluzione migliore, in più non condividevano la stessa religione così decisero per quel tipo di cerimonia.
Tony arrivò e andò ad aspettare Ziva all'altare. Era nervoso, ma non aveva paura. In realtà non vedeva l'ora di poter dire sì. E di baciare Ziva.

Gibbs e Ziva stavano raggiungendo la cerimonia in macchina, Ziva stringeva tra le dita il ciondolo della collanina che Tony le aveva regalato.

"Bella, è nuova?" chiese Gibbs.
"Si... Tony me l'ha regalata. Ha detto che dovevo mettere una cosa nuova, una vecchia e una blu. Questa è la cosa nuova" affermò lei.
"E il resto?" chiese curioso.
"Il braccialetto della mamma di Tony è la cosa vecchia. E gli orecchini con le perle blu... Erano di mia madre" rispose.

Gibbs la guardò. Vedeva in l'emozione per il grande evento ma anche un velo di tristezza.

"Tutto bene? È normale essere nervosi, non ti preoccupare" la tranquillizzò lui.
"Io lo so bene, mi sono sposato quattro volte" aggiunse.

Sorrise nel pensare a Gibbs che si sposava per la quarta volta. Poi tornò ai suoi pensieri.

"È che... Avrei voluto che ci fosse mia madre e ti sembrerà strano, ma avrei voluto anche mio padre" confessò.
"Lo so piccola. Ma sono sicuro che saranno molto orgogliosi di te, io lo sono ed è per questo che sono qui oggi" le disse dandole un bacio sulla fronte e avvicinandola a sè.
"Grazie" fu l'unica cosa che rispose.

Quando scese dalla macchina e la vide per la prima volta con il vestito, Tony rimase senza fiato.
Ziva era sempre stata bellissima, ma ora era ancora più bella.

La vide attraversare la navata con Gibbs di fianco a lei. Era raggiante, perfetta.
Passarono praticamente tutta la cerimonia a guardarsi negli occhi, come solo loro sapevano fare.
Si scambiarono le fedi, le bellissime fedi che avevano scelto assieme. E poi finalmente quelle parole.

"Vi dichiaro marito e moglie. Può baciare la sposa"

Si baciarono come non avevano mai fatto. Come se non ci fosse un domani. Era la sensazione più bella della loro vita, il giorno più bello della loro vita e tutto era meraviglioso.

Subito dopo la cerimonia andarono a pranzo. Avevano deciso di invitare poche persone, solo quelle importanti per loro. Volevano condividere la loro gioia con le persone che gli erano vicini.
Fu tutto perfetto dal primo momento all'ultimo. Anche Amira era perfetta. Avevano paura che sposarsi avendo una bambina così piccola fosse difficile, che si sarebbe annoiata e invece andò tutto bene.

Venne sera e arrivò per tutti il momento per andare a casa.

"Abby, per favore stai attenta a nostra figlia mentre siamo in viaggio di nozze" disse Ziva dando un bacio in fronte alla bambina.
"Stai tranquilla, andrà tutto bene. Mi aiuterà anche Timmy e Gibbs... Anche Ducky e Palmer. Starà benissimo" la tranquillizzò Abby.
"È che ho sempre passato tutto il tempo con lei... Non so se sono capace di partire senza di lei" disse quasi sull'orlo delle lacrime continuando ad accarezzare il volto della bambina.
"Starete via meno di dieci giorni e vi divertirete da matti. Lei starà benissimo e poi ci sentiremo tutte le volte che volete" disse Tim.

Ci vollero altri dieci minuti prima che Tony riuscisse a salutare la figlia e a portare via Ziva. Andarono a casa per la loro prima notte da sposi. Ziva stava per entrare quando Tony la fermò.

"Che c'è? Perché non posso entrare?" chiese lei.
"Tradizione. Ti devo prendere in braccio" spiegò Tony.
"Oh. Fai pure, sederino peloso" disse ridendo.

La prese in braccio varcando la soglia della porta di casa loro, poi la rimise a terra. Si avvicinò a lei e la baciò di nuovo, accarezzandole il volto.

"Ci puoi credere che siamo sposati?" le disse Tony staccandosi dalle sue labbra.
"No... Ma allo stesso tempo si. Ah, e grazie per la faccenda con Gibbs. Sai sempre fare la cosa giusta" rispose Ziva.
"Sapevo che era ciò che volevi" disse prendendole la mano.

Guardò il braccialetto che aveva al polso. Era quello di sua madre, quello che lui le aveva regalato quando l'aveva portata nella sua casa negli Hamptons.

"Mi fa piacere che tu abbia indossato questo, è una cosa molto importante per me è ora mi rendo conto che lo è anche per te" le disse.
"Si lo è, molto anche. Era di tua madre Tony e ora è mio... Lo indosso con orgoglio" rispose.
"Ti amo, da morire" disse lui.
"Ti amo anche io" rispose Ziva.

Ricominciarono a baciarsi finché all'improvviso Tony la riprese in braccio.

"Che fai?" chiese ridendo.
"Diciamo che c'è un'ultima tradizione da rispettare" rispose camminando verso la camera.
"Davvero?" domandò.
"Si... Questa tradizione si svolge nel letto" disse.
"Oh, la cosa si fa interessante. Scommetto che i vestiti non servono" rispose Ziva.
"Esatto. Quindi ora vediamo se riesco a toglierti questo abito" le disse sdraiandola sul letto e iniziando a svestirla.

Quella notte non chiusero occhio, nonostante il mattino dopo dovessero alzarsi presto per andare a prendere l'aereo.
Dovevano celebrare l'inizio della loro nuova vita.











Angolo dell'autrice:

Eccomi qui! XD
Vi avevo promesso il capitolo sul matrimonio ed eccolo a voi! :D
Per prima cosa: non vedevo l'ora di scriverlo per poter mettere quella foto! L'ho trovata che ero ancora a metà dell'altra FF... È stata una sofferenza aspettare fino ad oggi! AHHAHA XD
Poi ragazzi... Questo capitolo lo pubblico proprio oggi che è SAN VALENTINO! AWWWWWWWWW *---*

Tralasciando i miei deliri causati dall'astinenza Tiva, spero vi sia piaciuto... Non ho voluto descrivere tutta la cerimonia perché... Beh non mi piaceva fare un capitolo solo su quello... XD

Prima di salutarvi ho da dirvi un paio di cose...
Avete visto tutte le nuove foto di cote che sono uscite in questo periodo? *-* Io ci spero ancora che dopo il film possa tornare a fare qualche apparizione in Ncis... Chiamatemi illusa ma la speranza è l'ultima a morire...

Ed ora la cosa più triste... Stanotte hanno dato la notizia che è morto Ralph Waite, l'attore che faceva il papà di Gibbs (e per chi guarda Bones faceva anche il nonno di Booth se non sbaglio)... Mi dispiace un sacco davvero... :(

Va bene, ora vi lasciò e vado a rispondere a tutte le vostre recensioni a cui ancora non ho risposto... Con gli esami resto indietro!

Baci, Meggie.

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Capitolo 7
*** Honeymoon. ***


Honeymoon

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La mattina seguente al matrimonio, Tony e Ziva partirono per la loro luna di Miele.
Scegliere una destinazione non era stato facile. Volevano un luogo che gli ricordasse qualche loro momento passato assieme.
Durante gli anni erano stati in giro per il mondo a causa del loro lavoro e il più delle volte si erano ritrovati a passare giorno e notte assieme, a volte anche nello stesso letto.

Dopo aver ristretto il campo alle città europee in cui erano stati, erano ancora indecisi tra Parigi e Berlino.
Incapaci di scegliere decisero che la loro luna di miele sarebbe stata un tour dell'Europa. In realtà, visto che avevano deciso di stare via circa dieci giorni si sarebbero divisi tra Parigi, Berlino e Roma.
Aveva scelto di aggiungere Roma perché Tony ci teneva molto a far visitare l'Italia a Ziva. Lei c'era già stata durante qualche missione quando era ancora nel Mossad, ma ovviamente non era la stessa cosa.

Quando, la mattina dopo le nozze, andarono all'aeroporto Ziva era ancora mezza addormentata.
Consegnarono i bagagli e aspettarono di essere imbarcati.

"Sei stanca, occhioni belli?" chiese Tony portandole un caffè.
"Fai tu, mi hai tenuta sveglia tutta la notte. Avremo dormito un'ora e mezza in tutto" rispose lei con un sorriso compiaciuto.

Tony si sedette accanto a lei senza rispondere. Sapeva che a lei non era dispiaciuto passare la notte sveglia.

"Però Tony, sono preoccupata. Credi che Amira starà bene? Voglio dire rimarrà dieci giorni senza di noi" aggiunse all'improvviso.
"Oh, amore. Starà benissimo vedrai. Ci sono gli altri ad occuparsi di lei" la tranquillizzò lui.
"Ma come fai a non essere preoccupato" rispose.
"Ziva" disse prendendole la mano.
"Non sono preoccupato perché mi fido ciecamente dei nostri amici e colleghi. E nemmeno tu lo sei. Adesso sei agitata perché sei stanca e perché sai che ti mancherà nostra figlia. Anche a me mancherà, tanto. Ma vedrai, andrà tutto bene" aggiunse.

Ziva lo baciò. Erano bastate quelle poche parole a farla calmare.

"Hai ragione e in più noi ci meritiamo un po' di tempo da soli, giusto" disse.
"Esatto. E poi sono sicuro che Abby la vizierà in modo assurdo. Probabilmente quando torneremo a casa piangerà perché si è divertita di più a stare con Abby che con noi" scherzò Tony.
"Che scemo" rispose Ziva ricominciando a bere il suo caffè.

Dopo essere decollati non ci volle molto perché Ziva crollasse addormentata addosso a Tony.
La osservò mentre, dormendo, si accoccolò su di lui appoggiando la testa sul suo petto e aggrappandosi con le mani alla sua maglia. Sembrava una bambina.

Dopo diverse ore di volo raggiunsero la loro prima meta, Berlino. Avrebbero passato lì i loro primi tre giorni, prima di spostarsi a Parigi.
Scelsero lo stesso Hotel in cui erano andati l'ultima volta. Anche se era stati lì per dare la caccia a Bodnar, la notte in quell'hotel era stata fantastica.
Non che avessero combinato chissà cosa. Tony si era limitato ad abbracciarla per tutta la notte, quando lei le aveva confessato che da dopo la morte di suo padre non era più riuscita a dormire bene.
Quella notte, per la prima volta dopo un bel po' di tempo, Ziva era riuscita a dormire.

In quei tre giorni visitarono tutta la città. Andarono anche al memoriale per gli ebrei.
L'ultima sera decisero di andare a vedere la porta di Brandeburgo. Era meravigliosa, completamente illuminata.

"Tony, Berlino ora mi sembra tutta un'altra città rispetto all'ultima che siamo stati qui" disse Ziva guardano il monumento.
"Questo perché ora siamo qui per un viaggio. L'ultima volta eravamo in missione e tu non eri proprio in te stessa, amore" le disse.
"Hai ragione... Tony penso che dovresti baciarmi ora. Questo momento resterebbe molto più impresso nella mia mente se tu lo facessi" disse Ziva.
"Se me lo chiedi in questo modo, non posso fare altro che accettare..." rispose subito prima di baciarla.

Girarono tutta la città quella notte, volevano godersi il panorama notturno prima di lasciare quel bellissimo luogo. Era proprio vero quello che dicevano di Berlino. Una volta che ci vai, non vorresti più tornare a casa.

Il giorno dopo arrivarono a Parigi. Quella era la loro città, era il luogo dove si erano baciati per la prima volta in modo reale. Non un bacio sotto copertura, una bacio vero. Un bacio che per Ziva era significato ricominciare a vivere dopo la Somalia.
Anche se dopo quel bacio gli ci erano voluti anni per mettersi insieme la cosa non importava, perché avevano dei bei ricordi di quel luogo.

La cosa più bella per Tony fu portare Ziva alla Tourre Eiffell. Non che lei non l'avesse mai vista, ma quella volta fu speciale. E soprattuto fu divertente.
Ziva si godette la scena di Tony, al ristorante, che cercava di ordinare la cena in francese.
Il cameriere continuava a non capire e per una buona ragione. Tony stava sbagliando tutte le parole e Ziva, che parlava perfettamente francese, se ne era accorta. Non disse nulla e continuò ad osservare.

"Certo che quel cameriere non capiva nulla" commentò Tony.
"Si amore" lo assecondò lei
"Vuoi dire che non so parlare in francese?" rispose lui capendo il sarcasmo nelle parole di Ziva.
"Voglio solo dire che continuavi a chiedere cose che non sono proprio cibi, ma non fa nulla sederino peloso. Il cameriere ha capito alla fine" disse lei ridendo.
"E perché non mi hai corretto, tu sai il francese!" chiese lui.
"Mi piaceva la scena, scusa" rispose lei sinceramente.
"Ti piace vedermi fare pessime figure, ok... Ne terrò conto stasera, a letto..." disse Tony.
"Che fai, mi minacci?" chiese.

Tony le fece l'occhiolino, senza rispondere. Sapevano benissimo come sarebbe finita la serata. Nello stesso modo in cui erano finite le altre. Loro due a letto a fare l'amore. E la cosa non gli dispiaceva affatto.

Per concludere il loro viaggio passarono gli ultimi tre giorni a Roma, dove Tony diede il meglio di sé per mostrare il suo spirito italiano a Ziva.
Le fece mangiare ogni genere di cibo che incontravano sulla loro strada.

"Sono sicura di essere ingrassata dieci chili solo in questi ultimi tre giorni" commentò Ziva alla fine della cena.
"Ma amore, non potevi perderti la pizza italiana. O i bucatini all'amatriciana. O la pasta alla... O ma aspetta ora dobbiamo prendere il gelato. Qui è fantastico sul serio" disse Tony.
"Frena sederino peloso. Mi hai fatto mangiare antipasto, primo, secondo e dolce al ristorante meno di un'ora fa. Se ora mi dai anche un gelato penso che vomiterò tutto prima di ritornare in camera" rispose lei.
"Oh, Ziva. Assolutamente no! Non puoi sprecare così tutto questo buon cibo. Vorrà dire che mangeremo il gelato domani mattina, per colazione" commentò.
"Uno: ti preoccupi di più di sprecare cibo che per il fatto che tua moglie stia male? Due: ti vieto di mangiare il gelato a colazione. Sei proprio un bambino" disse Ziva ridendo.
"Ma Zee..." rispose lui con la faccia triste.
"Mi dispiace amore, ma non si può..." lo prese in giro lei.

Quando il giorno seguente andarono all'aeroporto per riprendere l'aereo per tornare a Washington erano, in un certo senso, tristi.

"È stato meraviglioso questo viaggio amore, vorrei che non finisse mai" disse Ziva.
"Anche io... Ma faremo altri viaggi di questo tipo, vedrai. In fondo abbiamo tanti baby sitter a casa" commentò Tony.
"Si. Però ho veramente voglia di abbracciare la mia bambina ora" disse Ziva.
"Anche io. Ancora poche ore e la troveremo all'aeroporto ad aspettarci, Zee" le disse.
"Lo so. Credi che le piaceranno tutte le cose che le abbiamo comprato? Lo so che è piccola per capire ma..." domandò Ziva.
"Credo di si. Soprattutto il Colosseo gonfiabile, quello è fantastico" rispose lui.

Le avevano comprato un piccolo Colosseo gonfiabile che poteva mettere nella vasca quando faceva il bagnetto.
Ad essere sincere quello piaceva molto a Tony e con la scusa di regalarlo ad Amira.

"Oh si amore quello lo adorerà, lei è come te. Le piacciono queste cose" disse Ziva.

Questa volta passarono la maggior parte del viaggio in aereo abbracciati. Però svegli a chiacchierare e a riguardare tutte le foto che Tony aveva fatto durante quei giorni.
Come al solito aveva esagerato, ma Ziva doveva ammetterlo. Le foto dove erano insieme erano meravigliose. Non avrebbero mai dimenticato quei momenti e non vedevano l'ora di mostrarle a tutti.

Quando atterrarono, presero velocemente i bagagli e si diressero all'uscita dove erano sicuri che ad aspettarli ci sarebbero stati tutti gli altri ad aspettarli.
Quando arrivarono all'uscita videro Amira, in braccio a Abby che guardava con attenzione chi passava.
Nel momento in cui vide Ziva avvicinarsi allungò le braccia verso di lei e iniziò a gridare felice.
Ziva la prese in braccio, emozionata e felice di poter rivedere la sua bambina.

"Amore della mamma come stai?" disse dandole un bacio.
"Piccola, avevi voglia di rivedere il tuo papà" aggiunse Tony.

Amira continuava a ridere felice, si appoggiò a Ziva e l'abbracciò.

"Allora come è andata, vi siete divertiti?" chiese Abby curiosa.
"Hey, Abby cosa avevamo detto? Prima di fargli il terzo grado dagli il tempo di arrivare a casa" disse McGee.

Risero tutti.

"Facciamo così, ora andiamo tutti a casa nostra e vi raccontiamo. Ok?" propose Tony.














Angolo dell'autrice:

BAM!
Ecco la luna di miele! XD
Cioè ero io quella indecisa sulla meta, non Tony e Ziva! Ahahahah
Comunque ho messo due città importanti e poi Roma perché ce lo vedo Tony in Italia! Ahahahah

Io sono andata anche a Berlino e Parigi e vi giuro che Berlino è una città meravigliosa non volevo più tornare a case! :D

Preparatevi perché nel prossimo capitolo abbiamo un salto temporale! Dico solo questo! Poi prometto che stasera rispondo a tutte le vostre bellissime recensioni!

Grazie a tutti e alla prossima settimana!
Baci,Meggie.


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Capitolo 8
*** Fourth Birthday. ***


Fourth Birthday

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Il tempo era passato, la vita era andata avanti. Ziva aveva ripreso ad andare al lavoro dopo il viaggio di nozze e tutto procedeva alla grande.
Quella mattina, quando si alzarono, sapevano che sarebbe stato un giorno impegnativo. Bello ma faticoso.
Ci erano già passati l'anno prima quando Amira aveva compiuto tre anni. Avendo cominciato ad andare alla scuola materna si era fatta degli amici e Tony e Ziva le avevano organizzato una festa.
Quell'anno non sarebbe stato diverso.

Amira compiva quattro anni e Tony e Ziva avevano già organizzato tutto.

"Zee, è ora di alzarsi" disse Tony svegliandola.
"No... Voglio dormire ancora" si lamentò lei.

Anche se Amira aveva già quattro anni, starle dietro era faticoso e Ziva era piuttosto stanca.

"Ah, non credo che oggi sia possibile. A parte il fatto che dobbiamo andare al lavoro, è il compleanno di nostra figlia. Se non ti alzi penso che arriverà a svegliarti lei" disse lui accarezzandole il braccio per svegliarla.
Lentamente Ziva aprì gli occhi e lo guardò, seduto sul letto di fianco a lei che la guardava sorridendo.

"Perché hai quella faccia?" chiese lei.
"Hai la faccia buffa appena sveglia, occhioni addormentati" rispose.
"Finiscila, sono stanca. Mi alzo solo se mi prepari la colazione" disse Ziva.
"È già pronta sul tavolo, per chi mi hai preso. Ti conosco io" rispose lui soddisfatto di aver azzeccato i desideri della moglie.

Alla fine Ziva si alzò e insieme a Tony andò a fare colazione. Mangiarono prima di svegliare la figlia, come tutte le mattine.
Erano già iniziate le vacanze di Natale quindi Amira non doveva andare a scuola. Ma Tony e Ziva dovevano lavorare comunque, quindi decisero di portarla al lavoro con loro.
Non le avrebbero fatto passare il compleanno con la baby sitter.
Entrarono silenziosamente nella stanza della figlia che dormiva tranquilla nel suo lettino. La culla che avevano comprato quando era nata era stata sostituita con un bel letto con le lenzuola rosa.
Tuttavia, nonostante Amira fosse cresciuta, voleva ancora dormire con le lucine sul soffitto accese. Avere il suo cielo stellato privato sul soffitto della sua stanza le piaceva davvero molto.

"Amira, tesoro... È ora di alzarsi" le sussurrò Ziva.

A differenza delle altre mattine in cui Amira faticava ad alzarsi, quel giorno la bambina scattò seduta sul letto con gli occhi spalancati.

"Buon giorno mia piccola festeggiata" disse Tony accarezzandole il volto.
"Oggi è il mio compleanno!" gridò felice.
"Si amore, vedo che sei già eccitata" le disse Ziva.
"Si mamma! E poi oggi vengono i miei amici per la festa, e si mangia la torta e..." iniziò a dire Amira saltando sul letto.
"Hey, hey! Calma scheggia, tieni un po' di energia per la festa" la fermò Tony prendendola in braccio.
"Papà" disse lei guardandolo in modo serio.
"Mi hai comprato il regalo?" aggiunse.

Tony e Ziva scoppiarono a ridere. Amira doveva aver preso dalla madre lo sguardo killer, ma essendo così piccola l'unica cosa che otteneva era una faccia buffa che faceva sempre ridere tutti.

"Chicca, certo che te l'ho comprato. Ma per vederlo dovrai aspettare la festa" le rispose lui.
"Grazie papà" disse Amira dandogli un bacio sulla guancia.

Fecero fare colazione alla figlia, poi Ziva l'aiutò a prepararsi e insieme uscirono per andare all'NCIS.
"Mamma, ti siedi dietro con me?" chiese Amira mentre Ziva la legava al seggiolino dell'auto.
"Amore, lo sai che mamma si siede sempre davanti" rispose Ziva.
"Ma oggi è il mio compleanno..." disse lei.
"Va bene, ma solo per oggi" cedette Ziva. Quando la figlia la guardava con quegli occhioni non sapeva dire di no.
Aveva quattro anni e sapeva già manipolare la gente come voleva.

Quando entrarono in ufficio Amira corse ad abbracciare McGee.
"Zio Tim! È il mio compleanno!" gridò.
"Lo so, piccolina. E infatti lo zio Tim ti ha portato un regalo" disse tirando fuori una scatola.
"Lo posso aprire?" chiese guardando la madre.
"Certo" rispose.

Amira aprì la scatola e sorrise vedendo il contenuto.
"L'ho costruita io. È rosa come piace a te" disse Tim aiutando Amira a tirare fuori il contenuto dalla scatola.
"Oh, Tim. Una macchinina telecomandata" esclamò Tony pensando a quanto l'avrebbe fatta girare per casa Amira nei giorni seguenti.
"Grazie zio Tim!" disse la bambina abbracciandolo.

Amira iniziò a giocarci, finché Gibbs arrivò.

"Eccola la festeggiata" esclamò prendendola in braccio.
Tony e Ziva dovevano riconoscerlo, Gibbs era davvero bravo nel ruolo di nonno.
"Il mio regalo lo trovi a casa stasera" le sussurrò.

Amira lo abbracciò anche se sapeva cosa le aveva regalato. Glielo aveva chiesto lei, una nuova casa per le bambole interamente costruita da lui.

A metà mattina Ziva portò Amira da Abby. Primo perché anche lei voleva darle il suo regalo, secondo perché dovevano uscire per un caso e Amira sarebbe rimasta con Abby.

Non appena entrarono nel laboratorio la bambina potè vedere un enorme striscione fatto per lei. Non sapeva ancora leggere, così Ziva lesse per lei.

"C'è scritto Tanti Auguri Amira" le disse.
"Grazie!" rispose correndo ad abbracciare Abby.
"Può rimanere un po' con te? Dobbiamo uscire" le chiese Ziva.
"Ma certo. Ci divertiamo un sacco noi" rispose Abby.

Ziva diede un bacio alla figlia e le disse che sarebbero tornati più tardi.
Rimasero fuori per il resto della mattinata e quando tornarono trovarono Amira in laboratorio con Abby e insieme a loro c'erano anche Palmer e Ducky.
Stavano mangiando dei pasticcini che sicuramente aveva preparato Abby. Amira mostrò i regali alla madre. Abby le aveva regalato Bert versione cucciolo, Ducky e Palmer un libro sul corpo umano per bambini.

Alle quattro del pomeriggio arrivarono gli amici di Amira che erano stati invitati per la festa. Avevano deciso di fare la festa all'NCIS e Vance gli aveva dato il permesso. Avrebbero potuto usare la sala riunioni. In fondo era quasi Natale e molti agenti erano già in ferie, quindi i bambini non avrebbero dato alcun fastidio.

Amira scartò tutti i regali e poi arrivò il momento della torta. Le avevano preso una torta al cioccolato come piaceva a lei e avevano messo sopra quattro candeline.

"Ora soffia ed esprimi un desiderio" le disse Tony.
"Quale desiderio?" chiese.
"Quello che vuoi... M non dirlo a voce alta se no non si avvera" rispose lui.

Amira rimase a pensare per un po', poi sorridendo prese un bel respiro e soffiò sulle candeline.
Mangiarono tutti la torta e alla fine Tony e Ziva lasciarono Abby a supervisionare la festa mentre loro tornavano al lavoro.

A fine giornata anche Abby era stanca, il che era tutto dire.
Tutti i bambini erano andati a casa, così Abby riportò Amira da Tony e Ziva.

"Hey, Abs. Mi sembri distrutta" le disse Gibbs.
"Vostra figlia deve avere le batterie al litio. Non è stata ferma un secondo, e con lei i suoi amici. Ho bisogno di riposare" rispose lei.
"Amore, ringrazia e poi vieni qui e raccontami tutto" le disse Ziva.

Amira si avvicinò ad Abby, le diede un bacio e disse "Grazie per averci fatto divertite e scusa se ho messo le mentine nella coca cola ed è successo un disastro".

Tony, McGee e Gibbs scoppiarono a ridere mentre Ziva rimase pietrificata.
"Che hai fatto?" chiese alla figlia.
"Era un esperimento scientifico. Abby me lo ha insegnato... Solo non credevo che tutta la coca cola uscisse così all'improvviso" rispose Amira innocentemente.
"Tranquilla Ziva, abbiamo sistemato tutto. Non è successo nulla" intervenne Abby prima di tornare al suo laboratorio.

Amira si sedette accanto alla madre e raccontò a tutti quello che avevano fatto. Alla fine del racconto si resero conto del motivo per cui Abby era così stravolta, i bambini non le avevano dato pace.
Dopo un po' Amira si sedette in braccio a Ziva.

"Ti sei divertita oggi? Hai passato un bel compleanno amore?" le chiese.
Anche Tony si avvicinò, voleva sentire cosa diceva la figlia.

"Si, tanto. È stato super bellissimo e ai miei amici piace l'NCIS. Sai che Abby ci ha anche portati nel suo laboratorio?" disse Amira.
"Davvero? Scommetto che vi è piaciuto tanto" rispose Tony.
"Un sacco!" esclamó.
"Non ditelo a nessuno, però i regali che mi sono piaciuti di più sono stati i vostri..." aggiunse sottovoce.

Tony le aveva regalato i dvd di alcuni cartoni animati che avevano visto al cinema, Amira era tale e quale al padre in fatto di cinematografia.
Mentre Ziva le aveva regalato una collanina come la sua. Anche se Amira aveva la sua personalità faceva di tutto per essere come Ziva, era molto attaccata alla madre.

"E dimmi la torta ti è piaciuta? Ne vuoi un'altra fetta?" le chiese Tony.
"No papà... Credo di averne già mangiata troppa" rispose Amira stringendosi la pancia.
"Quanta ne hai mangiata?" le domandò Ziva.
"Quattro pezzi" rispose con un'espressione colpevole. Era come Tony, mangiava fino a scoppiare.
"Amira! Non è che ora ti senti male?" disse Ziva mettendole una mano sullo stomaco.
"No... Sono solo super super piena" rispose sbadigliando.
"E anche super super stanca" aggiunse Tony.

Non ci volle molto perché si addormentasse in braccio a Ziva. La riportarono a casa e la misero a letto senza svegliarla. Con tutto quello che aveva mangiato non le avrebbero certo dato la cena.
Poco prima di andare a dormire Tony e Ziva passarono nella sua stanza per vedere se stava riposando bene.

"Sembra ieri che è nata" commentò Ziva.
"Cresce in fretta. Tra un po' avrà il suo primo fidanzato e a me toccherà il ruolo del padre apprensivo" aggiunse Tony.
"Oh, sederino peloso. Ha solo quattro anni... E comunque ci penserò io a spaventare il suo primo ragazzo. Non preoccuparti. Godiamocela finché è così piccola. Ci mancherà averla così quando sarà cresciuta" rispose Ziva.
"Beh, potremmo sempre farne un'altra. Siamo bravi no?" disse Tony.
"Ah, tu dici che potremmo?" rispose Ziva.
"Beh, io me lo ricordo come si fa..." la provocò Tony.
"Allora rinfrescami la memoria..." concluse Ziva portandolo fuori dalla stanza della figlia e iniziando a baciarlo appassionatamente.



















Angolo dell'autrice:

Ciaoooooo a tutti!
Allora, vi avevo detto di un salto temporale e c'è stato! Spero che non vi abbia sconvolto troppo! È che non volevo annoiarvi con una neonata per venti capitoli! XD
Ciò non toglie che nei prossimi capitoli non ci possano essere dei flash back sul periodo che ho saltato!
Ancora non ho deciso ma potrebbe accadere! XD

Cosa ne pensate? Carina Amira cresciuta? :D
Spero che vi sia piaciuto! :):)

A presto!!!!
Baci, Meggie.

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Capitolo 9
*** Anxiety. ***


Anxiety

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Dopo le vacanze di Natale era tutto tornato alla normalità. Tony e Ziva erano tornati al lavoro e Amira era tornata a scuola.
Il lavoro era pesante come sempre ma quel giorno si preannunciò più difficile del solito.

Era da poco arrivati alla sede quando Gibbs ricevette una telefonata. Lo avevano chiamato per un nuovo caso, un marine che aveva ucciso moglie e figlia e poi si era suicidato.
Anche se il caso era apparentemente già risolto, loro avevano il compito di indagare per confermare l'accaduto.
Così avvertì Tony e Ziva, che dovevano ancora arrivare, di raggiungere lui e McGee direttamente sulla scena del crimine.

"Cosa abbiamo?" chiese Tony vedendo arrivare Gibbs con tutto l'occorrente per analizzare la scena del crimine.
"Omicidio suicidio, tre morti" rispose.

Immaginavano che fosse una scena poco piacevole ma certo Ziva non si aspettava di rimanere così scossa.
Trovarono il marine, morto sul divano del soggiorno con la pistola ancora in mano e la moglie e la figlia morte nei loro letti.

Fu Tony a trovare la bambina, sdraiata nel suo letto. A parte un unico colpo al petto, che l'aveva uccisa, sembrava semplicemente addormentata. Escluso il fatto che non si sarebbe più svegliata.
Stava per uscire per evitare di far entrare Ziva in quella stanza quando si accorse che lei era già lì.

"Gibbs mi ha detto di aiutarti..." disse fissando il corpo della bambina.
"Non importa, posso fare da solo. Vai ad aiutare McGee con la moglie" rispose Tony.
"Va tutto bene, resto qui" disse iniziando a guardare in giro per la stanza.

In realtà non stava bene per nulla, ma non voleva ammetterlo. Dopo aver dato uno sguardo veloce alla stanza si resero conto che il marine era entrato e si era diretto subito dalla figlia, per ucciderla.
Probabilmente la bambina non si era nemmeno svegliata.

"Quanti anni aveva, secondo te?" chiese Ziva guardando una foto di lei e il padre abbracciati.
"Non lo so, dieci? Si chiamava Sarah" rispose lui indicando il nome scritto sulla parete.
"Era piccola... Non aveva fatto nulla" disse.

Tony si avvicinò a lei, stava per dirle di uscire e di aspettarlo fuori. Ma Gibbs entrò.

"Abbiamo trovato la moglie e la figlia, ma deve esserci un'altra bambina da qualche parte" disse mostrando una foto. In effetti in braccio alla donna c'era un'altra bambina, di qualche anno più piccola di Sarah.

Uscirono tutti dalla stanza e iniziarono a cercare, poteva essere ancora viva. Ma quando Ziva aprì la porta dell'unica stanza che ancora non avevano controllato trovò la bambina morta sul pavimento.
Era l'unica a non essere nel letto, probabilmente si era svegliata prima che il padre la uccidesse.

"Capo..." chiamò Ziva.

In pochi secondi furono tutti da lei, ad osservare la scena straziante. Ziva diede la macchina fotografica in mano a Tony, il quale la guardò confuso.

"Scusatemi..." disse prima di girarsi e uscire da quella casa.
"DiNozzo, cerca tua moglie. Poi prendete l'auto e andate ad spettarci all'NCIS. Arriviamo tra poco" ordinò Gibbs.

Tony trovò Ziva, seduta sulla scala del porticato della casa che guardava il giardino.

"Hey, tutto bene amore?" gli chiese sedendosi a fianco a lei.
"Si... No, veramente. Perché l'ha fatto?" rispose.
"Non lo so ma fa schifo" disse prendendole la mano.
"Vedere quelle bambine mi ha fatto pensare ad..." iniziò Ziva.
"Ad Amira. Anche a me, ma lo sai vero che io non vi ucciderò" le disse Tony.
"Lo immagino. Lo spero soprattutto" rispose Ziva facendo un mezzo sorriso.
"Vieni qui, amore" disse Tony abbracciandola.

Rimasero lì altri cinque minuti prima di tornare all'NCIS. Tony sperò di chiudere in fretta quel caso. Aveva colpito molto Ziva, ma dava fastidio anche a lui vedere quelle immagini. Lo infastidiva prima di diventare padre, figuriamoci adesso.

Un paio di ore dopo anche il resto del team li raggiunse alla base e si misero subito al lavoro.
Non passò molto perché Abby arrivasse con i risultati delle analisi del sangue.

"Quello che sono riuscita a scoprire è che il nostro assassino ha drogato le vittime per farle dormire mentre le andava ad uccidere" disse.
"Abby. Non presumere nulla, dobbiamo ancora confermare che il marine ha ucciso la sua famiglia" la rimproverò Gibbs.
"Ma Gibbs! È più che ovvio che è stato lui. E te lo dimostrerò non appena avrò finito di parlarvi di queste analisi" rispose Abby sicura di sé.
"Come vi stavo dicendo quest'uomo ha drogato il resto della famiglia. Apparentemente la moglie e la figlia più grande. Perché la più piccola, a parere di Ducky, era sveglia quando è stata uccisa" aggiunse.
"E perché?" disse Tony sconvolto.
"Oh, Ducky ha detto che, a giudicare dal contenuto dello stomaco, la droga era nella cena. Probabilmente la piccola ha mangiato altro. Chissà come deve essere stata spaventata" rispose Abby.

Rimasero tutti in silenzio, sconvolti. Ogni volta che i loro casi riguardavano i bambini era sempre difficile.
Fu mezz'ora dopo, quando alle scrivanie rimasero solo loro, che Tony si alzò e si avvicinò a Ziva.
Lei stava guardando una foto di Amira che avevano scattato qualche mese prima per il suo compleanno. La teneva sulla sua scrivania, il volto sorridente della figlia le faceva passare la giornata più velocemente.

"Abbiamo quasi concluso il caso, domani lavoreremo ad altro e andrà meglio" le disse Tony.
"Lo so. Ma questa storia mi mette i brividi" rispose lei.
"Cosa posso fare?" le chiese Tony.
"L'unica cosa che vorrei ora è abbracciare la mia bambina" disse Ziva.

Proprio in quel momento Gibbs rientrò in ufficio con il suo caffè.
"Allora vai Ziva. Ti do il resto della giornata libera. Vai a prendere tua figlia da scuola e portala a mangiare un gelato" disse.

Tony e Ziva guardarono Gibbs. Era davvero difficile che desse tempo libero ai suoi agenti, anche se erano genitori.

"Grazie capo" rispose Ziva senza nemmeno discutere quello che aveva detto.
Prese le sue cose e uscì per arrivare alla scuola di Amira. Tony aspettò che Ziva prendesse l'ascensore per avvicinarsi a Gibbs e ringraziarlo.

"Grazie, ne aveva davvero bisogno. Questo caso l'ha davvero distrutta" disse Tony.
"Lo so. È stato difficile" commentò Gibbs.

Quando Ziva arrivò alla scuola della figlia, Amira le corse incontro sorpresa.
"Mamma! Sei venuta prima oggi" gridò felice mentre abbracciava Ziva.
"Si, amore. Gibbs mi ha dato un po' di tempo libero così sono subito venuta qui. Cosa ne dici se adesso io e te usciamo e andiamo al centro commerciale a mangiare un gelato?" le disse. Era ancora inverno ed era troppo freddo per mangiare il gelato all'aperto.
"Si! Vado a prendere la giacca, faccio veloce" rispose Amira entusiasta.

Venti minuti dopo erano arrivate al centro commerciale. Come previsto Amira era così felice di passare del tempo con Ziva che non era stata zitta un momento.

"Mamma, posso avere il gelato al cioccolato? Con i biscotti e le stelline colorate? E anche..." iniziò Amira.
"Hey, pozzo senza fondo. Non esagerare o ti verrà male al pancino, amore" le disse Ziva ridendo.
"Sei tale e quale a tuo padre" aggiunse.
"Ed è una cosa brutta, mamma?" chiese Amira.
"No, tesoro. Assolutamente no" rispose Ziva dandole un bacio sulla fronte.

Mangiarono il gelato e Ziva decise di approfittare del fatto che era al centro commerciale per fare la spesa e anche un giro fra i negozi.
Come al solito Amira sedeva dentro il carrello e fingeva di guidarlo, come fosse una macchina.
Tony diceva sempre che la figlia aveva ereditato le qualità da autista di Ziva. E che sarebbe stata un pericolo pubblico il giorno in cui avrebbe preso la patente.

"Compriamo quello per papà! A lui piace!" gridò ad un certo punto Amira.
"Il budino al cioccolato?" disse Ziva.
"Si, gli piace. Così stasera lo mangiamo assieme" spiegò la bambina.

Ziva ridacchiò. Aveva capito cosa stava facendo la figlia.

"Non è che questo piace anche a te, ma usi la scusa che piace a papà per farmelo comprare?" le disse.
"Mmmm... Forse!" rispose Amira ridendo.

Finito il giro al centro commerciale, tornarono a casa. Ziva preparava la cena mentre Amira disegnava. Entrambe aspettavano Tony per mangiare.
Quando sentirono la porta di casa aprirsi Amira corse incontro al padre.

"Papà!" urlò saltandogli in braccio.
"Ranocchietta, anche io sono felice di vederti" disse Tony dandole un bacio.
"Lo sai che io e la mamma siamo state al centro commerciale oggi?" inziò a raccontare lei.
"Ah, si? E vi siete divertite?" chiese lui fingendo di non saper nulla.
"Hey, lascia che tuo padre si prepari per la cena e vai a lavare le mani. Dopo gli racconti tutto" disse Ziva arrivando dalla cucina.
"Ok" rispose la bambina andando verso il bagno.

"Hey, Mossad. Sembra che tu stia meglio" le disse Tony avvicinandosi.
"Molto meglio" rispose lei baciandolo.

"Hey! Mamma lascia che papà si prepari per la cena e vai a lavarti le mani. Lo baci dopo" esclamò Amira tornando dal bagno e imitando quello che la madre le aveva detto poco prima.

Tony e Ziva non poterono fare a meno di scoppiare a ridere. Ziva andò a lavarsi le mani e si ritrovarono in cucina pochi minuti dopo per cenare.
Amira raccontò tutto quello che aveva fatto con Ziva a suo padre e alla fine lo convinse anche a mangiare un budino. O meglio, lo mangiò tutto lei lasciando che Tony ne prendesse solo due cucchiaiate.

Ziva mise a letto Amira dopo che Tony le aveva letto il suo libro preferito.
"Mamma" disse la bambina prima che Ziva lasciasse la sua stanza.
"Dimmi amore" rispose Ziva.
"Mi sono divertita tanto oggi... Pensi che un giorno lo possiamo rifare?" chiese.
"Ma certo, tesoro. Appena la mamma può torna a prenderti presto da scuola e passiamo il pomeriggio assieme. Ora dormi piccolina" le disse dandole un bacio.
"Laila Tov, Ima" disse Amira.
"Laila Tov" rispose Ziva.

Ziva raggiunse Tony in camera e si sdraiò sul letto accanto a lui.
"Ti amo" fu la prima cosa che gli disse.
"Ti amo anche io" rispose lui.
"Grazie per oggi" disse Ziva.
"Per cosa? Io non ho fatto nulla" le rispose.
"Per esserci stato" disse lei.

Tony le fece appoggiare la testa sul suo petto e insieme si addormentarono sperando di non dovere rivedere casi del per molto tempo.
Tuttavia anche se il lavoro era difficile, potevano contare l'uno sull'altra e sulla loro meravigliosa famiglia.











Angolo dell'autrice:

Ok non mi ero scordata di pubblicare! Ma sono stata fuori tutto il giorno! XD sorry ahahaha

Ecco ho un po' cambiato stile in questo capitolo di solito sono tutti allegri ma questo comincia non troppo bene...
Però poi finisce tutto bene quindi... No Problem! :):)
Ahahahahaha

Spero che vi sia piaciuto!
A presto!!! :):)

Baci, Meggie.   

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Capitolo 10
*** Play with my little Ninja. ***


Play with my little Ninja

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Erano le prime giornate di primavera. Finalmente il freddo invernale era passato e il solo splendeva nel cielo.
Quando quella domenica mattina si alzarono videro che era davvero una bella giornata, perfetta per passare un po' di tempo all'aria aperta con la figlia.

"Cosa ne pensi se andiamo a fare un pic nick in quel bel parco fuori città?" propose Tony mentre facevano colazione.
"Mi piace come idea e penso che Amira sarà entusiasta, sono giorni che mi chiede quando la portiamo al parco a giocare" rispose Ziva.
"Fantastico. Allora mi metto a cercare il telo che abbiamo usato l'anno scorso. Tu intanto prepari i panini?" disse Tony.
"Si. Però tu sveglia Amira. Sono le nove passate, se la lasciamo dormire ancora stanotte non vorrà più andare a letto" rispose Ziva.
"Ai suoi ordini, mia signora padrona" disse Tony prendendola in giro.
"Ti credi simpatico?" domandò lei.
"Mmm... Si!" rispose lui ridendo.
"Scemo!" disse Ziva tirandogli dietro uno strofinaccio.

Tony uscì dalla cucina ridendo e andò subito a cercare il telo per il pic nick. Lo trovò dopo qualche tentativo, non di ricordava più dove lo avevano messo.
Dopodiché entrò nella stanza della figlia per svegliarla.

"Hey, amore... È ora di svegliarsi..." le disse Tony scuotendola leggermente.
"No..." rispose la bambina.
"No? Come no? Non vuoi giocare con papà?" disse lui accarezzandole il volto.
"Mmm... Voglio fare la nanna" si lamentò lei.
"Oh... Allora credo che verrà a svegliarti il mostro del solletico!" esclamò lui iniziando a farle il solletico.

Amira scoppiò a ridere e a dimenarsi nel letto, Ziva poteva sentirla gridare dalla cucina. Sorrise anche lei, la risata di sua figlia la metteva di buon umore.

"Basta papà! Ti prego basta!" gridò Amira ridendo come una matta.
"Va bene, va bene! Mi alzo!" aggiunse.

Tony smise di farle il solletico e la guardò calmarsi.

"Andiamo a fare colazione?" le chiese.
"Si. Ma solo se mi prendi in braccio" disse Amira mettendosi in piedi sul letto.
"Affare fatto, principessa" rispose lui prendendola in braccio e portandola in cucina.

"Buongiorno piccolina" le disse Ziva dandole un bacio mentre le portava la colazione.
"Ciao mamma" rispose lei.

Guardò Ziva mentre preparava i panini, era curiosa di sapere a cosa servissero.

"Mamma, che fai?" chiese.
"Preparo il pranzo per oggi. Sai dove andiamo?" rispose.
"Dove, mamma?" chiese alzandosi e andando vicino a Ziva.

Lei si abbassò alla sua altezza e la guardò negli occhi.

"Andiamo a fare un pic nick al parco che ti piace tanto" le disse.

Amira abbracciò Ziva felice, non vedeva l'ora di andare fuori era tutta la settimana che aspettava di andare al parco.

"Corri a lavarti i denti e la faccia che arrivo ad aiutarti a vestirti" le disse Ziva.
"Si, signora!" esclamò Amira.
"Ti ha insegnato tuo padre a rispondermi così?" chiese.
"Si. Dice che ti fa ridere" rispose Amira dando un bacio alla madre e correndo in camera.

Ziva arrivò cinque minuti dopo in camera e trovò Amira intenta a cercare il suo vestito preferito. Aveva quasi svuotato gli armadi.

"Tesoro, è scoppiata una guerra nella tua camera?" chiese sconvolta.
"Mamma, non trovo il mio vestito!" rispose Amira scocciata.
"Eccolo" disse Ziva aprendo l'unico cassetto che la figlia ancora non aveva aperto.

Aiutò Amira a vestirti e poi sistemò la sua stanza. Mezz'ora dopo erano tutti in macchina diretti al parco.
Appena scesi dalla macchina Amira corse verso i giochi per bambini che tanto le piacevano.

"Hey, Amira! Resta dove possiamo vederti!" gridò Ziva sperando che la figlia l'avesse sentita.

Tony prese per mano la moglie e andarono a sedersi su una panchina. Non era ancora l'ora di pranzo e prima di sistemare il telo e il cibo volevano passare un po' di tempo assieme.

"Diciamo che nostra figlia sembra non aver problemi a socializzare" commentò Tony guardandola giocare con altri bambini.
"Ha preso questo lato da te sicuramente, brillante chiacchierone" disse Ziva ridendo.
"È una dote dei DiNozzo, siamo persone comunicative" rispose lui.
"L'ho notato, amore" disse lei baciandolo.

Tony si avvicinò a Ziva e l'abbracciò. Rimasero per un po' in silenzio a guardare la figlia che giocava e a godersi questo momento insieme.

"Voglio che sia domenica per una settimana, così possiamo stare assieme per tanto tempo" disse Ziva.
"Anche io... Appena è possibile dovremmo prenderci una settimana di ferie. Magari andare da qualche parte. Un viaggetto in qualche bel luogo tranquillo" rispose Tony.
"Sarebbe fantastico. Mi manca passare il tempo con te, come stiamo facendo ora... Di solito siamo sempre al lavoro" commentò Ziva.
"Lo so, anche a me. Godiamoci oggi, amore" le disse Tony.

Rimasero insieme sulla panchina a parlare finché Amira corse da loro annunciando che stava morendo di fame.
Così Tony si alzò e andò a prendere il pranzo che avevano lasciato in macchina. Sistemarono il telo e vi si sedettero sopra a mangiare.

"Ti piace, amore?" chiese Ziva ad Amira.
"Si, questo è con il prosciutto. Me ne hai fatto uno anche con il burro di arachidi?" disse Amira.
"Certamente! Ma lo teniamo per ultimo" rispose Ziva.

Amira mangiò tutto quello che trovava davanti a sé. Persino la frutta, suscitando sguardi di approvazione da genitori seduti vicino a loro che non riuscivano a farla mangiare ai figli.

"Papà, giochi con me adesso?" chiese Amira dopo il pranzo saltandogli in braccio.
"Ora? Va bene mostriciattolo" rispose Tony.

Si alzò e la prese per i piedi lasciandola a testa in giù. Amira iniziò immediatamente a ridere, Tony sapeva quanto le piaceva quando la prendeva per i piedi.

"Tony! Mettila immediatamente giù!" gridò Ziva.
"Perché? Lei si diverte" rispose lui guardando la figlia che ancora rideva.
"Ha appena mangiato! La farai rimettere!" spiegò Ziva.

Tony rimise la figlia con i piedi per terra e le chiese a cosa volesse giocare.

"Nascondino! Tu conti e io mi nascondo... E non barare" disse Amira.

Tony fece come voleva mentre Ziva sistemava le loro cose e riportava quello che era rimasto del pranzo in macchina.

Quando tornò a sedersi sul telo vide Tony intento a cercare la figlia. Non era la prima volta che giocavano a nascondino e lui aveva sempre problemi a ritrovare Amira.
Ziva, al contrario di Tony aveva già individuato dove si fosse nascosta la figlia e la teneva d'occhio.

"Ziva, andiamo dammi un indizio. Non può fregarmi tutte le volte, non riesco mai a trovarla" la implorò Tony.
"Ma io non lo so dove si trova" mentì lei.
"Bugiarda tu lo sai sempre e non mi aiuti mai" rispose lui rimettendosi a cercare Amira.

Non appena Tony si voltò, Ziva sorrise ad Amira che in quel momento era seduta sul ramo di un albero.
Non ci volle molto perché scendesse e vincesse contro Tony.

"Papà, vinco sempre io" lo prese in giro lei.
"Questo è perché sei una piccola Ninja, esattamente come tua madre" disse lui.
"Si, sono come la mamma!" gridò lei felice.
"Ora nasconditi tu, io conto" aggiunse.

Tony fece esattamente come aveva chiesto Amira. L'unica differenza fu che questa volta Amira impiegò meno di cinque minuti a trovarlo.

Ziva guardava la scena e rideva divertita. Tony si avvicinò a lei e la fece alzare tirandola per le braccia.

"Visto che ridi tanto, adesso io è Amira facciamo un nuovo gioco. Vince chi riesce a prendere per primo la mamma!" disse Tony.
"Tre, due, uno... Inizia a correre Zee!" aggiunse.

Ziva lasciò che fosse Amira a riuscire a prenderla, dopodiché si buttò sul telo e si sdraiò insieme alla figlia.

Rimase lì tutti e tre per un po' finché non venne l'ora di tornare a casa.

"Ma mamma, voglio stare ancora qui" si lamentò Amira.
"Ora dobbiamo tornare a casa. Tu devi fare il bagno e poi andiamo a nanna presto che domani vai a scuola" le spiegò Ziva.
"Uffa" disse con aria triste.
"Hey, cucciolo. Ci torniamo presto vedrai" le disse Tony prendendola in braccio e portandola in macchina.

In realtà Amira faceva così perché era stanca. Infatti dieci minuti dopo essere partiti si era addormentata sul suo seggiolino.
La svegliarono non appena arrivati a casa, doveva mangiare e lavarsi prima di andare a dormire.

"Vieni, andiamo a fare il bagno mentre papà prepara la cena" disse Ziva portandola nel bagno della sua stanza.
"Però con tanta schiuma, se no non lo faccio" si lamentò Amira mettendosi a braccia incrociate.
"Hey, signorina cos'è questo modo di fare?" la rimproverò Ziva.
"Non ne ho voglia mamma" si lamentò Amira.
"Lo so che sei stanca ma non puoi andare a letto in queste condizioni. Prima lo facciamo prima potrai mangiare e dormire" le disse Ziva.

Alla fine Amira cedette e si lasciò fare il bagnetto. Fece appena in tempo a finire la sua cena prima di crollare addormentata in braccio a Tony.

"Ok, vieni che ti porto a letto, Ninja in miniatura" disse lui mentre la portava in camera.
Tornò qualche minuto dopo per aiutare Ziva a sistemare la cucina.

"Dorme come un angioletto" disse lui abbracciando Ziva da dietro che stava lavando i piatti.
"Era distrutta" commentò lei.
"Si, e tu amore? Sei stanca?" le chiese Tony.
"Abbastanza. Anche tu mi sembri stanco" rispose lei.
"Si... Direi che allora potremmo risparmiare tempo e fare la doccia assieme" disse Tony mentre Ziva finiva di lavare l'ultimo piatto.
"Oh, direi che è un'ottima idea. Sai cosa facciamo, andiamo subito i piatti li asciughiamo dopo... O domani mattina" rispose voltandosi a baciare Tony mentre lui là trascinava in bagno.










Angolo dell'autrice:

Eccomiiiiiiii :)
Questo é proprio un capitolo leggero leggero!
Così mi perdonate per come ho concluso il capitolo dell'altra ff! AHAHHAHA

Ma quanto è carina Amira! Awwwww
Ahahah quella cosa di prendermi per i piedi la faceva mio padre quando ero piccola! Ahahah XD

Comunque sarebbe stato bello vedere momenti di vita quotidiana con un bambino TIVA! -.-
Tralasciando i miei deliri spero vi sia piaciuto questo capitolo!

A prestoooooo :)

Baci, Meggie.

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Capitolo 11
*** Sick Day. ***


Sick days
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Come tutti i pomeriggi Ziva, dopo aver finito di lavorare, andò a prendere Amira da scuola. L'unica differenza era che quel giorno Tony non era con lei. Al lavoro avevano un caso difficile così uno dei due doveva rimanere per portare avanti le indagini.

Quando Ziva entrò a scuola, Amira come al solito le corse in contro, abbracciandola.
"Mamma, finalmente sei arrivata" le disse la bambina stringendola.
"Tutto bene oggi, amore?" le domandò. Sapeva che ad Amira piaceva raccontare cosa aveva fatto a scuola.

In quel momento arrivò l'insegnate.

"Oggi... Diciamo che aveva un po' voglia della mamma, vero Amira?" disse la maestra.
"Si, voglio stare con la mia mamma" rispose la bambina.

Ziva la stacco per guardarla in faccia.

"Ma ora sono qui, forza prendi le tue cose che andiamo a casa" le disse dandole un bacio.
"Ok, ma dov'è papà?" domandò Amira.
"È ancora al lavoro, tornerà più tardi" le disse Ziva.

Amira annuì e andò a prendere la giacca e lo zainetto.

"Si é comportata male?" chiese Ziva all'insegnate.
"No, era solo un po' fuori fase. Succede, ogni giorno c'è qualche bambino che vuole la mamma" rispose la maestra.

Dopo meno di un minuto Amira tornò, pronta per andare a casa. Ziva la prese per mano, la portò alla macchina e l'aiutò a sistemarsi nel suo seggiolino.

"Ora andiamo a comprare quello che ci serve per la cena e poi torniamo a casa. Vuoi anche il gelato?" le disse Ziva.
"No... Io voglio che andiamo a casa e che mi leggi il libro" rispose Amira.
"Di nuovo quel libro? Lo abbiamo già letto cinque volte questa settimana, amore... Cosa ne pensi se la mamma ti compra un nuovo libro?" le propose.
"Si! Uno lungo così dura di più" rispose Amira.
"Va bene, affare fatto! Andiamo allora" disse Ziva salendo in macchina.

Passarono un'oretta al centro commerciale e Amira, come promesso, scelse un libro nuovo.
Mentre tornavano a casa in macchina, Ziva si accorse che Amira aveva qualcosa di diverso.

"Tesoro, va tutto bene? Sei silenziosa oggi" le chiese.
"Si, tutto bene" rispose.
"Sei stanca, Amira?" domandò guardando dallo specchietto retrovisore.
"Un pochino" disse la bambina.
"Ora andiamo a casa e ci riposiamo un po', va bene?" rispose Ziva.

Dopo essere entrate in casa, Ziva sistemò la spesa poi si sedette sul divano insieme alla figlia. Le aveva promesso che avrebbero letto insieme il nuovo libro, e così fece.

"Ok, tesoro. Ora la mamma deve andare a preparare la cena altrimenti quando papà arriva a casa si lamenta che ha fame" disse Ziva dopo un po' che erano a leggere.
"No, no! Voglio che stai con me" gridò Amira.
"Non fare i capricci, dopo leggiamo ancora" rispose Ziva seria.
"No... Io voglio stare con te" disse la bambina.
"Ok, che ne dici di venire in cucina con me?" propose Ziva.

Andarono insieme in cucina e Amira sedeva sul bancone mentre Ziva preparava la cena.

"Mamma, dov'è il mio ciuccio?" chiese all'improvviso la bambina.
"Nel cassetto del tuo comodino. Perché amore?" rispose Ziva.
"Me lo vai a prendere?" chiese Amira.
"Tesoro, sono mesi che non lo usi più..." iniziò Ziva confusa dalla richiesta della figlia. Era stata Amira a dire alla madre che non lo voleva usare più, fosse stato per Ziva glielo avrebbe lasciato per tutto il tempo che voleva.
"Ma io voglio il ciuccio!" gridò iniziando a piangere.

Ziva appoggiò quello che aveva in mano e prese in braccio la figlia.
"Amira, che hai oggi?" le chiese. Solo in quel momento si rese conto di quanto fosse calda la figlia. Aveva sicuramente la febbre alta.
"Piccola, vai a fuoco... Vieni andiamo a provare la febbre" aggiunse portandola in camera.

Alla fine Ziva dovette lasciar perdere la cena e occuparsi della figlia. Aveva la febbre alta e voleva starle in braccio. Dopo averle fatto prendere a forza le medicine per abbassarle la febbre le mise il pigiamino, le diede il suo ciuccio e si sedettero sul divano ad aspettare Tony.

Quando Tony rientrò notò subito un certo silenzio.
"Dov'è la mia ranocchietta che mi salta sempre in braccio quando torno a casa?" disse entrando in salotto in cerca della figlia.
Poi la vide in braccio a Ziva, con il volto rosso per la febbre alta e gli occhi lucidi.

"Che succede?" chiese sedendosi a fianco a Ziva.
"Sta male... Oggi la maestra ha detto che a scuola era strana e adesso mi sono accorta che ha la febbre" spiegò.
"Scusa, non sono riuscita a preparare la cena" aggiunse accarezzando il volto della figlia che si agitava tra le sue braccia.

Tony prese Amira in braccio e diede un bacio a Ziva.
"Tranquilla amore, ora ci penso io alla mia bambina e comunque possiamo prendere una pizza per stasera" propose Tony.
"Grazie amore. Vado a farmi una doccia e poi ceniamo" rispose Ziva.

Mentre lei faceva la doccia, Tony ordinò la pizza e rimase con la figlia sul divano. La stava coccolando un po' nella speranza di farla stare meglio.

"Hey patatina, vuoi bere qualcosa di fresco? Magari ti fa star meglio" le chiese Tony.
"No... Perché voglio tenere il ciuccio" rispose con un filo di voce.
"Ok. Vuoi che ti legga il libro?" domandò Tony vedendo il nuovo libro appoggiato sul tavolo del salotto.

Amira annuì. Rimasero a leggere finché Ziva non uscì dalla doccia e il fattorino suonò alla porta con la pizza.
Si sedettero a tavola per mangiare e Tony continuava a tenere Amira in braccio.

"Tesoro, vuoi mangiare qualcosa?" le chiese Ziva.
"Uno dei tuoi biscotti preferiti, magari?" aggiunse.
"No..." rispose lei stringendosi ancora di più a Tony.

Non passò molto che Amira iniziò ad agitarsi tra le braccia del padre.

"Papà..." disse staccandosi da lui. Tony non fece in tempo a capire cosa volesse dirle che la figlia gli vomitò addosso.
Lo guardò negli occhi, spaventata e dispiaciuta per quello che era successo. Tony prese il tovagliolo e le pulì la bocca.
"Tranquilla amore" le disse Tony.

Appena Ziva capì cosa era successo si alzò, prese Amira in braccio e la portò in bagno. Le legò in capelli con uno degli elastici che teneva al polso e rimase con lei mentre stava male.
Poco dopo anche Tony le raggiunse in bagno, Ziva stava sciacquando il volto di Amira con dell'acqua fresca.

"Scusa papà" disse Amira dispiaciuta.
"Hey, non è successo niente. Capita quando si sta male" la tranquillizzò lui.
"Ma ti ho sporcato la tua camicia firmata" rispose guardando il pavimento.
"La laviamo e torna come nuova" le disse Ziva.
"Ora cosa ne pensi di vedere un bel cartone animato sdraiata sul divano?" chiese Tony.
"No... Voglio stare in braccio alla mamma" rispose lei con le lacrime agli occhi.
"Va bene, puoi stare con me" le disse Ziva prendendola.

Rimasero con Tony mentre sistemava la cucina, Ziva teneva Amira in braccio e cercava di farla addormentare.

"Piccola, chiudi gli occhi e fai la nanna. Domani starai meglio" le disse Ziva dondolandola un po'.
"Lo posso tenere il ciuccio mentre dormo?" chiese Amira.
"Certo" le rispose.
"E se sto ancora male?" chiese ancora.
"Basta che ci chiami e noi veniamo da te" le disse Tony.
"Ti fa ancora male la pancia?" aggiunse Ziva.

Amira annuì, era stanca anche per parlare.
Tony finì di sistemare la cucina e si sedettero tutti davanti alla televisione, mentre aspettavano che Amira si addormentasse.
Ziva la teneva in braccio mentre Tony le massaggiava lo stomaco.

La portarono nel suo lettino e accesero il baby monitor che utilizzavano in queste occasioni.
Poi andarono a letto anche loro, sapendo che quella sarebbe stata una notte faticosa.

"Tutto bene, Ziva?" chiese Tony vedendo Ziva un po' preoccupata.
"Si... Mi dispiace solo che stia così male" rispose lei.
"Anche a me... Domani vuoi chiamare la baby sitter o resti a casa con lei?" le domandò Tony.
"Resto con lei, lo avverti tu Gibbs quando vai al lavoro?" rispose Ziva.
"Certo... Se continua a non stare bene chiama il dottore e fallo venire a visitarla" disse Tony.
"Si, non ti preoccupare. Avrà preso l'influenza a scuola... Solo non siamo abituati a vederla così poco attiva" commentò Ziva.

Si addormentarono dopo poco, ma fu nel bel mezzo della notte che Ziva si svegliò trovandosi Amira di fronte.

"Hey, cucciolo. Che succede perché non sei a letto?" le chiese mettendole una mano sulla fronte.
"Fa male la pancia, di nuovo" disse Amira indicandosi lo stomaco.
"Stai per sentirti male?" chiese Ziva.

Amira annuì, Ziva la prese per mano e la portò in bagno.
Fece del suo meglio per tenerla tranquilla mentre stava male, non voleva che si spaventasse.

"Va meglio ora?" le chiese.
"Si... Mamma, non voglio vomitare più" disse Amira piangendo.
"Tranquilla, vedrai che presto starai meglio. Non piangere amore" la consolò Ziva.
"Vuoi venire a fare la nanna con me e papà?" aggiunse.

Amira annuì, stringendo forte Ziva. Lei la portò nel letto e si accorse che Tony era sveglio.

"Che succede?" chiese mentre copriva la figlia con il lenzuolo.
"È stata male, di nuovo" rispose Ziva.
"Vuoi che chiami la guardia medica?" chiese Tony,
"No... Non voglio il dottore!" gridò Amira spaventata.
"Tranquilla piccola, dormi. Non viene il dottore" la calmò Ziva.

Tony le massaggiò la pancia finché non si addormentò di nuovo e poi sia lui che Ziva tornarono a dormire.
Ma furono svegliati poco più di un'ora dopo da Amira che gridava.








Angolo dell'autrice:

Intanto scusate per l'orario ma sono stat fuori tutto il giorno! XD
Poi... Ehm... Sorry per il finale del capitolo, ma era troppo lungo e l'ho diviso in due parti XD
Quindi mi dispiace ma dovrete aspettare la prossima settimana per sapere che succede ad Amira.
Scusate la cattiveria... Ma sapete che questa è una storia felice e quindi già vi posso tranquillizzare dicendo che andrà tutto bene!

Spero vi sia piaciuto comunque!

A presto!
Baci, Meggie.

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Capitolo 12
*** Get Well Soon. ***


Get well soon

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Ma furono svegliati poco più di un'ora dopo da Amira che gridava.

"Amira!" esclamò Ziva accendendo la luce.
"Tesoro cosa succede? Calmati" le disse Tony guardandola.
"Papà" rispose lei continuando a piangere.

Tony le mise una mano sulla fronte e si rese conto che era ancora molto calda. Stava per dire a Ziva di prendere il termometro per misurarle la febbre quando Amira girdò di nuovo. Si strinse la pancia e si raggomitolò nel letto.

"Piccola... Stai tanto male?" le chiese Ziva accarezzandole la fronte e i capelli completamente sudati.
Amira iniziò a tossire allungando le braccia verso la madre.
"Mamma, mi viene da vomitare" disse.
"No Amira, non sul letto" rispose Ziva prendendola in braccio e portandola in bagno velocemente.

Sia Tony che Ziva rimasero in bagno con lei cercando di non farla spaventare troppo mentre stava male.
Solo in quel momento Tony si accorse che Amira si stringeva il lato destro della pancia.

"Cucciolo, fa male qui?" le chiese toccandole la pancia dopo che Ziva l'aveva fatta sdraiare di nuovo sul letto.
"Ahi! Fa male non toccare!" gridò Amira.

Tony e Ziva si guardarono capendo cosa, con grande probabilità, avesse la figlia. Si vestirono velocemente, Ziva mise un pigiama pulito alla figlia e la prese in braccio.

"Vieni Amira, abbraccia la mamma" le disse.
"Dove andiamo? Perché usciamo? Sto male mamma" rispose Amira piangendo.
"Lo so tesoro, infatti andiamo dal dottore. Ti farà stare meglio" le rispose.
"No! Non voglio il dottore!" girdò spaventata.
"Mi dispiace Amira, non abbiamo scelta" intervenne Tony salendo in macchina e iniziando a guidare.

Ziva si sedette dietro con Amira, continuando a parlarle per tenerla calma. Lei piangeva e si agitava, non si sentiva bene e non voleva andare in ospedale.

"Amira, tesoro. Stai seduta e ferma sul suo seggiolino. Se ti muovi starai peggio... Non vuoi vomitare ancora vero?" le disse Ziva stringendole forte la mano.
"No mamma... Voglio che mi vada via il male alla pancia" rispose lei.
"Ora passa, vedrai" disse accarezzandole delicatamente la pancia.

Un quarto d'ora dopo entrarono al pronto soccorso, Tony teneva in braccio Amira. Si precipitò al banco dell'accettazione e fermò la prima infermiera.

"Ci serve un medico!" disse agitato.
"A tutti qui serve un medico. Mi dica qual'è il problema" cercò di tranquillizzarlo l'infermiera.
"Qual'è il problema? Mia figlia sta malissimo, credo che abbia l'appendicite" rispose nervoso.
"Papà fa male" si lamentò Amira.
"Lo so cucciola... La sente, sta male! Dov'è il medico?" disse Tony.

Ziva mise una mano sulla schiena della figlia e iniziò ad accarezzarla lentamente.

"Amira, guarda la mamma. Respira con calma" le disse sorridendole. Amira annuì cercando di fare quello che Ziva le aveva suggerito.

"Stia calmo e seguitemi, la faccio subito visitare dal medico" disse l'infermiera guidandoli verso una camera.

Rimasero un paio di minuti da soli nella stanza prima che il medico entrasse. Tony continuava a tenere la figlia in braccio, cercando di farla stare calma. Piangeva perché stava male ed essere dentro l'ospedale la faceva agitare ancora di più.

"Salve sono il dottor Barnett" si presentò il medico entrando.
"Può far sdraiare la bambina sul letto, così la visito?" aggiunse.

Tony annuì, si avvicinò al letto cercando di far sdraiare Amira.
"Forza piccola, il dottore vuole solo farti guarire" disse vedendo che la figlia non voleva saperne di lasciarlo andare.
"Tesoro, sdraiati. La mamma ti tiene la mano, ok?" intervenne Ziva.

Dopo un paio di tentativi, Zoe si sdraiò stringendo forte la mano della mamma mentre il medico la visitava. Iniziò a piangere più forte quando il medico le toccò la pancia.
Dopo averle fatto un'ecografia il medico confermò che Amira aveva l'appendicite e che doveva essere operata subito.

"Ehi, Amira. Ora ti devo mettere questo ago nel braccio, così ti do una medicina che ti farà passare il male alla pancia finché non facciamo l'operazione" le disse il medico.

La bambina annuì, poi guardò Tony e Ziva spaventata. Aveva paura ma era troppo stanca per discutere.

"Guarda noi, amore. Ti prometto che non sentirai nulla" le disse Ziva stringendole la mano. Tony le accarezzò il volto per tutto il tempo e si mise a raccontarle la trama di un film per distrarla.

"Ecco fatto, Amira. Sei stata bravissima, vedrai che tra poco starai meglio" le disse il dottore.
"Tra poco la portiamo in sala operatoria" aggiunse rivolgendosi a Tony e Ziva.

Mezz'ora dopo un'infermiera andò a prendere Amira e, come poteva prevedersi, la bambina iniziò a piangere perché non voleva andare senza i genitori.

"Hey Amira, papà ti accompagna fino alla porta ok? Dimmi una cosa... Che film vorresti vedere appena ti svegli?" le chiese.
"Quello sui mostri" rispose tra le lacrime.
"Allora lo vado a prendere e lo vediamo insieme dopo. Adesso ti farai un bel riposino e quando ti svegli starai bene" le disse Tony.
"Sii coraggiosa, mamma e papà saranno con te quando ti sveglierai" aggiunse Ziva dandole un bacio.
"Ti voglio bene" le dissero Tony e Ziva.
"Anche io" rispose Amira poco prima di entrare in sala operatoria.

Tony abbracciò Ziva, la strinse lasciando andare lo stress.
"Dimmi che starà bene" disse Ziva mentre una lacrima le scendeva sul volto. Era spaventata, sapere che la sua bambina stava male la terrorizzava.
"Certo che starà bene. Lei è una Ninja come te, guarirà in un baleno" rispose Tony anche per incoraggiare sé stesso.

Si sedettero nella sala d'attesa subito dopo aver avvertito Gibbs. Gli aveva fatto promettere che se avessero avuto bisogno dovevano chiamarlo e lui sarebbe arrivato subito.
Ziva si appoggiò sulla spalla di Tony. Lui le fece scivolare un braccio dietro la schiena e la strinse a sé.

"Dormi un pochino, amore. Ti sveglio quando Amira esce" le disse.
"No... Voglio aspettare sveglia" rispose.
"Ma sei sfinita, Ziva. Resto sveglio io" instette Tony.

Alla fine Ziva si addormentò e come promesso Tony la svegliò all'incirca un'ora dopo, quando Amira fu riportata in camera.
Rimasero con lei tutto il tempo, finché l'effetto dell'anestesia svanì e lei si risvegliò. Era già mattina e il sole entrava dalla finestra.

"Mamma..." disse Amira con la voce addormentata.
"Hey, tesoro. Buongiorno" le disse Ziva prendendole la mano.
"Ti senti meglio? Fa ancora male il pancino?" le chiese Tony.
"No... Sto bene. Voglio venire in braccio" disse allungando le braccia verso Ziva.
"Ora non si può, ma restiamo qui con te" le rispose lei.
"E guarda cosa ho qui? Il film che mi hai chiesto. Dopo che il dottore ti ha visitata lo guardiamo. Che dici?" le disse Tony mostrandole il dvd.
"Si" rispose Amira sorridendo.

Il medico entrò nella stanza poco dopo per visitare Amira. Si assicurò che tutto fosse a posto e diede istruzioni all'infermiera di somministrare ad Amira degli antibiotici.
Sarebbe dovuta rimanere in ospedale per qualche giorno, aveva ancora la febbre.

Nel pomeriggio praticamente l'intero Ncis si presentò in ospedale. Gibbs aveva avvertito gli altri e tutti quanti vollero fare visita ad Amira.

"Amira, tesoro mio. La zia Abby si è tanto spaventata quando le hanno detto che eri in ospedale... Stai bene ora?" le chiese Abby sedendosi sul bordo del suo letto.
"Si... Il dottore mi ha fatto un buco nella pancia e mi ha tirato fuori le budella" disse lei serenamente.

Guardarono tutti Ziva, sconvolti dall'affermazione di Amira.
"Non guardate me, questa è stata la spiegazione di Tony" disse lei.
"Beh mi ha chiesto cose le hanno fatto e io..." iniziò Tony, ma Gibbs, che era vicino a lui, lo interruppe con uno scappellotto.
"Ahi, capo. Perché?" chiese.
"Ti sembra il modo di descrivere l'intervento ad una bambina di quattro anni?" affermò.
"Ma lei si è divertita con il mio racconto" si giustificò lui poco prima di ricevere uno sguardo fulminante di Gibbs.

La sera Ziva rimase a dormire in ospedale con Amira mentre Tony andò a casa. Si sarebbero alternati in modo da non lasciare mai la figlia da sola e sicuramente i colleghi avrebbero dato una mano.

"Ora fai la nanna, Amira. Hai ancora la febbre e devi riposare" le disse Ziva.
"Non posso proprio stare un po' in braccio a te?" chiese triste.
"No tesoro, mi dispiace... Ma mamma può sdraiarsi accanto a te se vuoi" le propose.
"Si, per favore" rispose Amira felice.

Ziva si tolse le scarpe, diede il ciuccio alla figlia e le si sdraiò accanto lasciando che la bambina si appoggiasse a lei.

"Ho avuto paura, mamma" disse Amira mentre Ziva le accarezzava i capelli.
"Lo so... Sei stata tanto male. Ma sei stata anche tanto coraggiosa, lo sai?" le rispose.
"Non è vero, ho pianto tanto" disse lei.
"Non c'entra nulla. Sei stata brava e il dottore mi ha detto che in sala operatoria hai fatto tutto quello che ti chiedevano, come una bambina grande. Sono molto orgogliosa di te" le spiegò Ziva.
"Grazie mamma" disse Amira abbracciandola ancora di più.

Ziva guardò la sua bambina e sorrise. Era felice che tutto si fosse risolto e che ora lei stesse di nuovo bene, non poteva nemmeno pensare a cosa avrebbe fatto se qualcosa fosse andato storto.

"Mammina" disse Amira all'improvviso.
"Mi racconti una storia così mi addormento? Come fa papà" chiese guardando Ziva.
"Ma certo piccola" rispose lei dandole un bacio sulla fronte.
"Chiudi gli occhi. Dunque vediamo... C'era una volta una giovane principessa di nome Amira..." iniziò Ziva.

Di lì a pochi giorni Amira fu dimessa dall'ospedale con l'indicazione del medico di stare a casa da scuola per almeno una settimana. Era ancora debole e aveva bisogno di riposo, nonostante fosse tornata la bambina allegra e sorridente di prima.
Ziva decise di prendere una settimana di ferie e passare del tempo con la figlia, pensando a qualcosa di divertente da farle fare e nei suoi piani c'era anche quello di convincere Tony a stare a casa con loro per passere un po' di tempo come una famiglia.








Angolo dell'autrice: 

Tadaaaaaa! 
La seconda parte del capitolo! XD 
Visto ve lo avevo detto che sarebbe andato tutto bene! :) 
Un po' di ANGST ma poi tutto finisce per il meglio e siamo tutti contenti! Ahahhahah 

Beh spero vi sia piaciuto XD 
Chissà se Ziva convincerà Tony a stare a casa con loro per un paio di giorni!? :D

Beh, questo capitolo lo dedico a Slurmina (lei sa perché)! XD 

Detto ciò, a presto! 
Baci, Meggie.

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Capitolo 13
*** Senior's Visit. ***


Senior's Visit 

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Come aveva detto il medico, Amira doveva rimanere a casa da scuola per una settimana dopo essere stata dimessa.
Ovviamente Ziva aveva deciso di rimanere a casa con lei. Dopo lo spavento che si erano presi tutti, Amira in modo particolare, non voleva lasciarla a casa da sola con la baby sitter.
Erano inoltre riusciti a contrattare con Gibbs e ottenere un paio di giorni a casa anche per Tony.
Sarebbe andato al lavoro fino a mercoledì dopodiché aveva il resto della settimana libero.

Ziva e Amira passarono i primi due giorni della settimana praticamente chiuse in casa. Erano uscire giusto per andare a fare la spesa e poco altro. Nonostante Ziva riuscisse a trovare molte cose da farle fare, Amira iniziava ad annoiarsi. Era stata in ospedale quasi una settimana e ora non poteva fare quello che voleva.

Così quando il mercoledì mattina si svegliò, iniziò con i capricci.

"Mamma, però questa mattina dopo che siamo state a fare la spesa mi porti al parco" disse mentre Ziva le portava la colazione.
"No amore, lo sai che non si può" rispose Ziva.
"Per favore, ti prego..." insistette Amira.
"Hey, mamma te lo ha spiegato. Hai i punti nella pancia e se corri e salti ovunque rischi che si strappino via e dobbiamo tornare all'ospedale" le ripeté per la centesima volta.
"Ti prometto che sto attenta. Te lo giuro" disse Amira.

Ziva guardò la figlia dispiaciuta. Le faceva tenerezza e le dispiaceva molto doverle dire di no.

"Tesoro, non si può. Però dopo che abbiamo fatto la spesa potremmo fare i biscotti insieme. Quelli che piacciono a te" le propose Ziva.
"Ma quelli possiamo farli al pomeriggio... Voglio andare al parco, mamma!" rispose Amira arrabbiata.
"Non possiamo. Ora finisci la colazione che poi andiamo a fare la spesa" disse Ziva.
"No!" gridò Amira alzandosi e correndo fuori dalla cucina.

Ziva sospirò, non aveva nemmeno il coraggio di arrabbiarsi con la figlia per il suo comportamento.
Aveva passato un brutto periodo e capiva che fosse stanca di non poter fare quello che voleva. Così uscì anche lei dalla cucina e andò a cercare la figlia.
La trovò seduta sul divano, abbracciata al suo orsacchiotto che si portava ovunque.

"Tesoro, non fare così. Vedrai che troviamo qualcosa di altrettanto divertente da fare" le disse Ziva mettendosi in ginocchio di fronte a lei.
"No! E tu sei cattiva, non mi vuoi portare al parco" disse Amira scoppiando a piangere.

Ziva la prese in braccio sedendosi sul divano.
"Piccola, non piangere" le disse mentre le accarezzava i capelli.
"Ancora non stai bene... La mia Amira non fa i capricci così" aggiunse.

Ziva lasciò che si calmasse mentre le accarezzava la schiena.

"Scusa mamma, tu non sei cattiva" disse Amira dopo un po'.
"Lo so che non lo pensavi davvero... Ci vestiamo e andiamo a fare la spesa, ora?" rispose Ziva.
"No... Ora voglio stare qui in braccio a te" disse la bambina.
"Va bene... Leggiamo un libro?" propose Ziva.

Amira annuì e rimasero insieme sul divano; mentre Ziva leggeva Amira giocava con i suoi capelli.
Poi improvvisamente qualcuno suonò alla porta.

"Chi è?" disse Amira.
"Non lo so... Andiamo a vedere?" rispose Ziva alzandosi insieme ad Amira ed andando verso la porta.

Quando aprirono la porta rimasero entrambe sorprese.

"Nonno!" gridò Amira facendosi prendere in braccio da lui.
"Senior, che bella sorpresa" disse Ziva facendolo entrare.
"Mi hanno detto che la mia principessa è stata male. Dovevo assolutamente venire a trovarla e portarle dei regali per farla stare meglio" rispose Senior.
"Dei regali? Per me?" domandò Amira che aveva improvvisamente riacquistato il sorriso.
"Ma certo amore. Tutti per te" disse lui.

Si sedettero tutti e tre sul divano e mentre Amira guardava i regali che le aveva portato il nonno, Senior e Ziva chiacchieravano.

"Sei arrivato nel momento migliore. Oggi la giornata era iniziata male" disse Ziva.
"Ma direi che adesso è decisamente migliorata" aggiunse.
"Per fortuna. Ancora non sta bene?" chiese lui.
"Diciamo che è stanca di dov'era stare a riposo. Voleva andare al parco" rispose Ziva guardando la figlia che apriva tutti i regali.

"Quando Junior mi ha chiamato mi sono spaventato a morte. Mi dispiace di non essere potuto venire prima, ma ero in Europa" disse lui.
"Non ti preoccupare. Anzi pensavamo che non tornassi prima della prossima settimana" rispose Ziva.
"Sono ripartito prima. Volevo venire da voi il prima possibile" disse Senior.

Improvvisamente Amira corse da Ziva con una maglietta in mano.

"Mamma guarda! C'è un orso che abbraccia una bambina che sembro io" esclamò felice.
"E c'è anche scritto il tuo nome" aggiunse Ziva.
"Quella l'ho fatta stampare a Berlino, sai lì e pieno di orsi" spiegò Senior.
"Mamma, andiamo a Berlino?" chiese Amira.
"Un giorno ci andremo, te lo prometto" rispose Ziva.

Passarono il resto della giornata assieme, aspettando che Tony tornasse dal lavoro. Senior e Amira prepararono anche i biscotti, come aveva proposto Ziva.
Grazie a Dio la bambina si stava divertendo nonostante non potesse andare al parco, come voleva.
Poi mentre Ziva preparava la cena, Senior e Amira apparecchiavano la tavola.

"Papà! Sei tornato" gridò lei correndo verso Tony.
"Scheggia non correre o ti farai male" rispose lui prendendola in braccio.
"C'è il nonno" disse Amira.
"Il nonno è qui?" domandò lui sorpreso.
"Si junior, sorpresa!" disse Senior andando a salutare suo figlio.
"E guarda quanti regali mi ha portato" aggiunse Amira indicando il divano su cui Ziva aveva appoggiato tutto.
"Oh, papà. Non era necessario" disse Tony.
"Sono per mia nipote, certo che era necessario" rispose Senior.

Durante la cena Senior raccontò del suo viaggio e di quello che aveva visto. Chiacchierarono del più e del meno e anche Amira partecipò alla conversazione.

"Lo sai nonno che i dottori mi hanno fatto un buco nella pancia..." iniziò lei.
"No, Amira. Stiamo mangiando, non è il momento adatto" la bloccò Ziva sapendo come andava a finire il racconto.
"Oh, Tony. Tu e le tue spiegazioni" aggiunse scocciata guardandolo.
"Hey, l'avevo solo detto per farla divertire, non pensavo che le sarebbe rimasto così impresso" si giustificò lui.
"Mi è rimasto molto impresso, papà" disse Amira con la bocca piena.

Senior rise guardando la nipotina.

"Vedo che comunque non ha perso l'appetito" commentò.
"Diciamo che le è tornato" rispose Ziva.
"E se non mangi con più calma, starai di nuovo male" aggiunse facendo bere la figlia che si stava ingozzando di cibo.

Dopo aver cenato e aver passato un po' di tempo assieme, Amira volle che fosse il nonno a metterla a letto e farla addormentare. Non lo vedeva spesso e voleva passare più tempo possibile con lui.

"Ora dorme" annunciò Senior tornando in salotto.
"Grazie, era davvero felice che fossi qui" disse Ziva.
"Sono felice anche io... Ma ditemi qualcosa di voi. Tutto bene?" chiese non avendo ancora avuto tempo di parlare con Ziva e suo figlio da soli.
"Tutto a meraviglia, papà. Da domani sono a casa anche io, così potremo passare un po' di tempo tutti assieme" disse Tony.
"Fantastico, speravo davvero di poter passare un po' di tempo tutti assieme" rispose.
"Presto verremo anche a trovarti a New York, appena abbiamo le ferie" disse Ziva.
"Non vedo l'ora. È passato troppo tempo dall'ultima visita" commentò Senior.

Parlarono un altro po', poi Senior decise che anche per lui era arrivata l'ora di andare a dormire. Sarebbe stato ospite loro per qualche giorno.

"Io vado a letto, il viaggio mi ha stancato. Ma prima che mi dimentichi, ho una cosa anche per voi" disse dando a Tony una busta.
"È senza data, quindi potrete andare quando volete" aggiunse.
"Ma papà, bastava quello che avevi portato ad Amira" disse Tony un po' in imbarazzo. Non era abituato a questi gesti d'affetto da parte del padre.
Ma da quando aveva messo su famiglia con Ziva e aveva avuto una figlia, Senior era molto cambiato.

"Ve lo meritate, ragazzi. Godetevelo" rispose andando verso la camera da letto.

Tony aprì la busta e lesse il biglietto.
"Prenotazione aereo e Hotel per le Hawaii" disse a voce alta.
"Wow, non ci sono mai stata. Tuo padre ci tratta davvero bene" commentò Ziva sorpresa.
"Questo perché ti adora, occhioni belli. Ma io ti adoro di più" disse Tony baciandola.
"Mi sa che ti adoro di più io..." rispose Ziva.
"Mmm... No, io" disse di nuovo Tony.
"Hey vuoi fare a gara a chi adora di più l'altro?" chiese lei mentre Tony la portava in braccio in camera da letto.

Tony rise, poi buttò Ziva sul letto e si andò a sdraiare accanto a lei.

"Facciamo così: ora ti dimostro come ti adoro e ti amo io. E sono sicura che vincerò la gara" disse lui.
"Va bene. Ma sono sicura che alla fine sarò io la vincitrice" lo sfidò lei.
"Ti piace proprio avere sempre l'ultima parola, eh?" disse lui.

Ziva stava per rispondere ma Tony la bloccò baciandola.

"Eh no, questa volta l'ultima parola l'avrò io" affermò deciso riprendendo a baciarla e iniziando a spogliarla.
"Però cerca di fare la brava... Ricordati che ci sono sia Amira che mio padre in casa" aggiunse.

Ziva rise divertita.

"Farò la brava, promesso" disse maliziosa mentre sbottonava i pantaloni di Tony.










Angolo dell'autrice:

Eccomi! XD
E con questo capitolo ritorniamo alla serenità della FF... XD
Niente più ansia per qualcuno che sta male LOL

È tornato Seniorrrrrrr! Io lo adoro davvero *----*
Adoro RW e adoro Senior! XD

Spero che vi sia piaciuto! XD
A presto!

Baci, Meggie.

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Capitolo 14
*** Day Care Call. ***


Day care call

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Tony e Ziva erano al lavoro come ogni giorno. Amira era finalmente tornata a scuola dopo essersi ripresa dall'attacco di appendicite.
Era un giornata frenetica. Dopo aver passato la mattinata su una scena del crimine, erano tornati in ufficio e il telefono non gli dava pace.

Era stato attivato un centralino perché erano alla ricerca dell'auto del sospettato e stavano ricevendo milioni di chiamate.

"È già la terza volta che lei chiama, riconosco la voce. Se non la smette di dare false segnalazioni mando una pattuglia a casa sua e la faccio arrestare!" gridò Ziva alterata.

Tony e Tim la guardarono e risero sotto i baffi cercando di evitare il suo sguardo.

"E non ridete, che ne ho anche per voi!" disse guardandoli.
"Amore, cerca di stare calma. Spaventi i colleghi" rispose indicando gli altri agenti che lavoravano.

Lei lo fulminò con lo sguardo. Stava per dire qualcosa, probabilmente una cattiveria rivolta a Tony, quando il suo telefono squillò ancora.
Irritata alzò la cornetta e rispose.

"Agente David" disse.
"Salve, sono la maestra della scuola di Amira" rispose la donna all'altro capo del telefono.

Il volto di Ziva cambiò espressione. Da scocciata a preoccupata. Tony lo notò subito e rimase all'erta per capire che stesse succedendo.

"Cosa e successo?" chiese. Aveva paura che la figlia stesse di nuovo male. Ci fu un attimo di silenzio durante il quale la maestra spiegò cosa era successo.
"Ok, va bene. Ora la vengo a prendere" rispose Ziva riagganciando.

A quel punto Tony si alzò dalla sedia e si avvicinò a Ziva, che stava prendendo la giacca e le chiavi della macchina.

"Tua figlia ne ha combinata una delle sue" disse Ziva.
"Devo andare a prenderla e poi andiamo a casa. Puoi avvertire tu Gibbs?" aggiunse.
"Certamente. Ma sta bene?" chiese Tony preoccupato.
"Si... Almeno da quel che ho capito. Ti chiamo appena arriviamo a casa" disse lei uscendo.

Meno di mezz'ora dopo arrivò alla scuola di Amira, entrò e la maestra le andò incontro.

"Scusi se l'ho disturbata al lavoro, ma abbiamo avuto un problemino" le disse la maestra.
"Di che tipo?" chiese Ziva.
"Erano in cortile a giocare e alcuni bambini l'hanno provocata e... Beh diciamo che ha reagito non proprio come ci si aspetta da una bambina di quattro anni" spiegò la maestra.
"Cioè? Che ha combinato?" domandò ancora Ziva.
"Un bambino l'ha spinta e lei lo ha atterrato. È intervenuto un altro bambino che l'ha colpita e lei ha steso pure lui" disse la maestra.
"Oddio... Ha fatto male a qualcuno?" rispose Ziva preoccupata.
Sapeva che la figlia era piuttosto brava a difendersi, doveva essere una cosa che aveva ereditato da lei.
Ogni volta che giocava alla lotta con suo padre era Tony quello che finiva ammaccato.

"No, nulla di che. Gli altri bambini si sono solo spaventati. Ad Amira sanguinava il naso, deve avere preso un colpo durante la lotta. L'ho chiamata solo per questo, altrimenti avrei aspettato oggi pomeriggio per parlarle" spiegò la maestra.

A quel punto Ziva non sapeva se essere arrabbiata a preoccupata per la figlia. La maestra l'accompagnò in infermeria dove Amira spettava seduta.
Quando Ziva entrò la bambina non la guardò nemmeno in faccia, sapeva di essersi comportata male.

"Amira, stai bene?" chiese Ziva.
"Si" rispose lei.
"Fa ancora sangue il naso?" domandò Ziva.
"No..." disse Amira che ancora non guardava la madre in faccia.
"Ok, prendi le tue cose che andiamo via" concluse lei.

Dopo aver salutato ed essersi scusata con l'insegnante, salì in macchina con la figlia e andarono a casa.
Durante il tragitto Ziva chiamò Tony e Amira poté intuire dalla voce della madre che fosse un po' arrabbiata.

Una volta arrivati in casa Ziva fece sedere la figlia sul divano.

"Allora signorina, dobbiamo parlare adesso. Vuoi spiegarmi che cosa è successo?" disse seria.

La bambina si mise a giocare con le pieghe della sua gonnellina, non voleva rispondere.

"Amira!" disse Ziva alzando la voce.
"Ho picchiato due bambini" rispose con tono colpevole.
"E perché lo hai fatto?" chiese.
"Sono stati cattivi e non mi ascoltavano" spiegò Amira.
"E io che ti avevo detto? Cosa ti ho insegnato?" disse Ziva.
"Che non devo picchiare nessuno se mi fa arrabbiare, ma lo devo dire alle maestre" rispose lei.
"Esatto. Perché non lo hai fatto? Mi vuoi dire perché hai reagito così?" le chiese Ziva.

Era piuttosto arrabbiata, tra lo stress del lavoro e questo si stava davvero alterando.

"Allora, mi spieghi?" insistette lei vedendo che la figlia non rispondeva.
Amira fece cenno di no con la testa.

"Scusa mamma" fu l'unica cosa che disse.

Ziva smise di insistere, sapeva che se non voleva parlare non avrebbe detto nulla. Era una bambina testarda. In più dalla voce si era accorta che era sul punto di piangere.
Si chinò di fronte a lei e le sollevò il viso per essere sicura che il naso non le sanguinasse più.

"Va bene, se non vuoi dirmelo stai in silenzio, ma sei in punizione. Starai qui finché la cena non è pronta. Seduta e ferma sul divano" concluse Ziva alzandosi e andando verso la cucina.

Si mise a cucinare aspettando Tony. Di tanto in tanto guardava la figlia. Era sempre seduta a fissare i piedi o la gonna.
A Ziva dispiaceva davvero lasciarla in punizione ma doveva capire che aveva sbagliato.

Passarono un paio d'ora prima che Tony rientrasse, durante le quali Ziva rimase in cucina e Amira sul divano.
Ma non appena la porta di casa si aprì la bambina scattò in piedi e corse incontro al padre. Si buttò tra le sue braccia e si lasciò abbracciare.

"Ranocchietta, cosa hai combinato?" le chiese lui con voce dolce.

La sentì stringergli le braccia attorno al collo e piangere.
"Hey, che hai?" chiese lui prendendola in braccio e andando a sedersi sul divano.

Ziva li osservava dalla cucina. Non voleva andare con loro perché sapeva che con Tony avrebbe spiegato i motivi per cui aveva picchiato quei bambini e se si aggiungeva anche lei non avrebbero concluso nulla.

"La mamma mi ha messo in punizione" rispose Amira.
"La mamma ha fatto bene, lo sai che vieni messa in punizione se non ti comporti bene" le spiegò Tony.
"Ma io le ho chiesto scusa..." disse lei asciugandosi gli occhi.
"Immagino amore... Ora mi dici perché sei stata così birichina oggi a scuola?" rispose Tony.
"I bambini mi hanno fatta arrabbiare... Mi hanno detto delle cose brutte" disse Amira.
"Cosa ti hanno detto?" le chiese accarezzandole i capelli.
"Che tu e mamma avete le pistole e uccidete le persone. E quindi presto vi mettono in prigione" iniziò Amira.
"Io gli ho detto che non era vero. Che voi uccidete solo le persone cattive e loro mi prendevano in giro. Allora mi sono arrabbiata" concluse lei.
"Oh, piccolina. La prossima volta sai cosa devi fare? Non li ascolti proprio e corri a giocare con altri bambini" le disse Tony stringendola.
"Va bene..." rispose lei.

A quel punto anche Ziva si aggiunse a loro. Appoggiò una mano sulla schiena della figlia e l'accarezzò.

"Amore, perché non me lo volevi dire prima?" chiese Ziva.
"Perché eri tanto arrabbiata" rispose lei.
"Eri arrabbiata perché sono stata una bambina cattiva..." aggiunse piangendo di nuovo.

"No... Amira... Non sei stata cattiva, solo non ti sei comportata come ti abbiamo insegnato io e papà... E devi renderti conto che hai sbagliato... Ora capisci perché ti ho messo in punizione?" le disse Ziva.
"Si... Scusa mamma" ripeté Amira.
"Va bene, tesoro. La mamma ti perdona. Ma promettimi che non lo farai più" le disse.

Amira annuì, smettendo di piangere.
Dopo un po' Tony la stacco da sé.

"Fai vedere a papà il tuo nasino, amore" le disse sollevandole il volto.
"Mi sembra a posto... Ti fa male?" aggiunse.
"Un pochino..." rispose lei.
"Va bene, vieni con me. Lasciamo che papà si cambi i vestiti e intanto noi mettiamo un po' di ghiaccio?" le disse Ziva.

Ziva mise seduta la figlia sul bancone della cucina e, dopo aver preso alcuni cubetti di ghiaccio e averli messi in una busta di plastica, gliela mise sul naso.

"Mamma, sei ancora arrabbiata con me?" chiese Amira.
"No, tranquilla è tutto a posto" le rispose Ziva sorridente.
"E tu e papà non andrete in prigione, vero?" domandò ancora.
"Assolutamente no" le disse.

Amira sorrise soddisfatta.

"Meno male. Perché io voglio stare con te per sempre" disse abbracciando Ziva.
"Anche io, piccola" le rispose dandole un bacio.

In quel momento anche Tony arrivò in cucina.

"Hey! Anche io voglio un bacio" disse facendo ridere Amira.
"Mamma dai un bacio a papà" comandò la figlia.
"Ai suoi ordini, capo" le disse poco prima di girarsi e baciare Tony.

Amira guardò i genitori baciarsi.

"Papà! Adesso voglio un bacetto anche io da te" chiese Amira allungando le braccia.

Tony la prese in braccio e iniziò a darle baci su tutto il volto facendola ridere come una matta.

"Forza, voi due! Fuori dalla mia cucina che devo finire di preparare per la cena" disse Ziva spingendo Tony verso il salotto.

Li guardò mentre si buttavano sul divano e Tony faceva il solletico ad Amira. Sorrise vedendo la scena, pensando a quanto fosse bella la sua vita.












Angolo dell'autrice:

Ciaoooooooooo :)
Ecco che questa volta è stato un capitolo un po' divertente! XD
Beh diciamo che la piccola Meggie (che sarei io XD) spesso finiva in punizione a scuola perché litigava con i compagni! XD
Perciò non importava che mi mettesse in punizione mia mamma, ci pensavano le suore della mio scuola! LOL

Comunque ce la vedo Amira a picchiare i bambini XD
Spero vi sia piaciuto! :)
A prestooooooo

Baci, Meggie. 

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Capitolo 15
*** Again. ***


Again

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La vita trascorreva tranquilla per la famiglia DiNozzo. Tony e Ziva si dividevano tra il lavoro e la figlia mentre Amira andava a scuola e faceva impazzire i genitori.
Era una bambina veramente attiva e questo non era di aiuto quando Tony e Ziva tornavano stanchi a casa dal lavoro e lei voleva giocare.

Di tanto in tanto Ziva chiedeva un pomeriggio libero a Gibbs per poter passare un po' di tempo con la figlia.
Quella settimana aveva chiesto il permesso e Gibbs glielo aveva concesso.

Così, giovedì mattina, svegliò Amira e le diede la buona notizia.

"Allora cosa ne dici se oggi ti vengo a prendere subito dopo il pranzo e facciamo qualcosa di super divertente assieme?" propose Ziva alla figlia conoscendo già la risposta.

Amira urlò felice saltellando sul letto e buttandosi addosso alla madre.

"Beh, ho capito che la mia idea ti piace" constatò Ziva.
"Si! Possiamo andare al parco e poi... E poi possiamo anche preparare i biscotti? Quelli a forma di animali?" chiese Amira.
"Certo! Faremo tutto quello che vuoi. Però ora di corsa a fare colazione o faremo tardi a scuola" rispose Ziva.

Dopo averla lasciata a scuola, Tony e Ziva corsero al lavoro. Non potevano fare tardi o avrebbero suscitato l'ira di Gibbs.

"Sembrava felice quando glielo hai detto" commentò Tony.
"Felice è riduttivo. Quasi mi strangola mentre mi abbracciava" ridacchiò Ziva.

Poi Tony la guardò, sembrava più strana del solito.

"Hey, amore. Va tutto bene?" le chiese vedendola appoggiata con la testa al finestrino.
"Si si... Ma sono stanca questa mattina. È stata una settimana devastante" rispose.
"Dai che oggi finisci anche prima" le disse Tony prendendole la mano.
"Così il nostro piccolo terremoto mi sfinisce definitivamente" rispose lei ridendo.
"Forse dovremmo darle dei calmanti" aggiunse scherzando.

Tony rise pensando a quanto fosse sempre attiva e piena di energia la figlia.

"Dovremmo seriamente pensarci. Ma credo che mi mancherebbe vederla saltellare ovunque" commentò Tony.
"Hai ragione. Le chiederò di prestarmi un po' della sua energia" concluse Ziva.

Arrivarono al lavoro poco dopo e non fecero in tempo a sedersi che furono immediatamente chiamati su una scena del crimine.
Come al solito ognuno aveva il suo compito: fotografare, imbustare, fare gli schizzi.
A Ziva era toccato il compito di mettersi alla ricerca di un bossolo, cosa non proprio semplice visto che il corpo si trovava in un grande spazio aperto.
Tony faceva gli schizzi e McGee fotografava.

"Tony cosa hai fatto a tua moglie?" gli chiese Tim guardando Ziva che girava a vuoto in cerca del bossolo.
"Cosa intendi pivello? Non le ho fatto nulla" rispose Tony.
"Beh... È un paio di giorni che sembra così distratta, meno concentrata" rispose McGee.
"Vedi McFiccanaso, abbiamo una figlia di quattro anni. Un piccolo diavoletto che si aggira per casa saltellando e gridando. Che si diverte a sfinirci. Ziva è solo stanca, capita. Capirai anche tu quando ti deciderai a trovare una donna e a mettere su famiglia" disse Tony.

Ricevette immediatamente un sonoro scappellotto da Gibbs.

"Ahi, capo! Perché questa volta?" chiese confuso.
"Primo, non stressare McGee sulla sua vita privata. Secondo, non chiamare tua figlia piccolo diavoletto. Terzo, il tuo schizzo è penoso" elencò Gibbs.

McGee rise della scena ma se ne pentì immediatamente quando Gibbs diede uno scappellotto anche a lui.

"E tu, non impicciarti dei problemi di Ziva" concluse andandosene.
"Ben ti sta pivello" commentò Tony soddisfatto di non essere stato l'unico a ricevere uno scappellotto.
"Zitto e lavora" gli disse Tim.

Dopo poco più di un'ora risalirono in macchina per tornare all'NCIS.
Anche se alla mattina Ziva aveva detto a Tony che era solo stanca ora iniziava a sentirsi strana. E la guida di Gibbs non aiutava, non aiutava per nulla. Al contrario le fece venire la nausea.
Tony che era seduto dietro con lei si accorse che qualcosa non andava. Voleva chiedere a Ziva cosa avesse ma in quella macchina c'era troppo silenzio. Così tirò fuori il cellulare e le scrisse un messaggio.

"Qualcosa non va, occhioni belli?" chiese Tony.
"La guida di Gibbs. Se non smette di fare le curve agli 80 penso che vomiterò in macchina" rispose Ziva.
"Perché non hai chiesto di guidare tu?" aggiunse con un altro messaggio.
"Perché volevo stare seduto vicino a te. Non ti preoccupare, ora risolvo io" rispose Tony.

"Capo" disse a voce alta.
"Potresti rallentare un po'? Ho lo stomaco in bocca" chiese.

Gibbs lo guardò dallo specchietto retrovisore.

"Sul serio capo, se non rallenti ti vomito in macchina" aggiunse.

Alla fine Gibbs rallentò e iniziò a guidare da essere umano.

"Meglio?" scrisse Tony a Ziva.
"Molto meglio" rispose.

Poi lo guardò e muovendo solamente le labbra gli disse "Grazie" e gli sorrise.
Fortunatamente una volta scesa dalla macchina Ziva iniziò a sentirsi meglio. E non ci volle molto prima che arrivasse il momento di andare a prendere Amira.

"Divertitevi tu e la nostra ranocchietta" le disse Tony dandole un bacio prima che andasse via.
"Certo, ti amo" rispose lei.
"Ti amo anche io" aggiunse lui mentre la guardava salire in ascensore.

Dopo essere andata a prendere Amira, Ziva la portò al parco come promesso. Rimasero lì un paio d'ore in cui Amira salì e scese dallo scivolo almeno un milione di volte.
Ziva la guardava sorridendo, pensando di essere la madre più fortunata del mondo.

Credeva di sentirsi bene, quando all'improvviso le tornò la nausea. Lasciò che Amira giocasse un altro po' e poi decise che era ora di tornare a casa.

"Perché così presto?" chiese Amira.
"Mamma è un po' stanca tesoro. Però possiamo sdraiarci sul lettone e vedere un bel cartone animato assieme? Cosa ne pensi?" le propose Ziva.

Aveva bisogno di distendersi e stare tranquilla, quindi sperò che la figlia accettasse.

"Penso che mi piace come idea!" disse Amira.

E così fecero. Appena tornate a casa si misero qualcosa di comodo e si sdraiarono a guardare la televisione. Non ci volle molto perché Amira si addormentasse. Anche se era sempre piena di energia non appena Ziva la faceva sdraiare si rilassava a tal punto da prendere sonno.

Ziva fu veramente grata di tutto ciò visto che dopo nemmeno mezz'ora si ritrovò in bagno a vomitare.
Passò così buona parte del pomeriggio fino a che ad un certo punto Amira si svegliò sentendola star male in bagno.

"Mamma" disse entrando.
"Stai male?" le chiese.
"Non è nulla amore, capita" le rispose per tranquillizzarla.
"Anche tu hai l'appendicite? Ti devono tirare fuori le budella?" chiese confusa.

A sentire quella frase Ziva ebbe un conato, ma poi rise nel pensare a quanto fosse dolce e carina la figlia.

"Assolutamente no" le rispose con un sorriso.

Amira si avvicinò, rassicurata dalle parole della madre e l'abbracciò.

"Ora mi sento meglio. Torniamo a finire di vedere il film?" le disse.

Rimasero sul letto finché finalmente Tony tornò a casa. Fu accolto da Amira che gli disse immediatamente che Ziva stava male. Così prese la figlia in braccio e si diresse in camera, dove trovò Ziva seduta sul letto pronta ad alzarsi.

"Amore, che è successo?" le chiese Tony preoccupato.
"Nulla. Avevo mal di stomaco, tutto qui" rispose lei.
"Ha vomitato come quando io avevo male alla pancia" aggiunse Amira.
"Mi dispiace Zee... Potevi chiamare" le disse Tony dandole un bacio sulla fronte.
"Credimi non è nulla di grave. Ora preparo la cena" rispose lei.
"No resta qui e rilassati. Io e Amira ceniamo e poi ti portiamo un tè" le disse lui.

E così fecero. Tony portò un tè e dei biscotti a Ziva e poi cenò con la figlia. O meglio si consumò la guerra del cibo nella loro cucina.
Poi mise a letto la bambina, risistemò il disastro che avevano combinato e tornò a vedere come stava Ziva.

Quando entrò in camera la vide uscire dal bagno.

"Hai vomitato ancora?" le chiese.
"Prima. Ora mi sono fatta una doccia, ne avevo bisogno" rispose mentre lui l'abbracciava.
"Senti, vado a vedere se Amira dorme e poi io e te dobbiamo fare una cosa" aggiunse sorridendo.
"Va bene. Che cosa?" chiese curioso.
"Te lo dico dopo, ora preparati per la notte" disse uscendo dalla stanza.

Quando arrivò da Amira, la bambina ancora non era del tutto addormentata.

"Mammina" bisbigliò Amira.
"Hey, perché non fai la nanna?" le chiese sedendosi sul letto.
"Aspettavo che venissi a darmi un bacetto" rispose.

Ziva sorrise e poi la riempì di baci su tutto il volto.

"Così va bene?" chiese sistemandole le coperte.
"Si. Sei ancora malata?" domandò Amira.
"No, piccola. Sto bene. Scusa se oggi non abbiamo fatto tutto quello che volevi. Mi farò perdonare presto" le disse Ziva sentendosi in colpa.
"Non importa perché sono stata comunque con te e abbiamo visto il film insieme" rispose Ziva.
"Ok... Ora fai la nanna, amore" le disse Ziva dandole un ultimo bacio e uscendo dalla camera.

Tornò da Tony, il quale la aspettava seduto sul letto.

"Dorme?" chiese.
"Ora si, mi aspettava" rispose Ziva.
"Quindi cosa dobbiamo fare?" domandò Tony.
"Ora vedrai" disse Ziva entrando in bagno e ricomparendo poco dopo con una scatola in mano.

Tony la guardò a metà tra il preoccupato e l'eccitato.

"Tu pensi che..." iniziò.
"Io penso che lei, agente DiNozzo, lo abbia fatto di nuovo. Ma ora vediamo di avere risposte certe" disse Ziva.
"Torno fra un attimo" aggiunse.

Rimase in bagno meno di un minuto e ricomparve con lo stick in mano.

"Ora dobbiamo aspettare cinque minuti. Andiamo in cucina che ho bisogno di un bicchiere di acqua" disse Ziva.

Tony era sconvolto, non sapeva cosa dire.
Seguì Ziva in cucina. Lei appoggiò il test di gravidanza sul tavolo mentre si prendeva dell'acqua.
D'improvviso Tony la trascinò sul pavimento.

"Mi spieghi?" chiese lei.
"Aspettiamo cinque minuti e guardiamo assieme" disse lui.
"Va bene" rispose Ziva.

Dopo un po' Tony guardò l'orologio, impaziente.

"Dici che possiamo guardare, Zee" chiese.
"Ancora un minuto" rispose lei.
"Se fosse positivo..." iniziò lui.
"Io sarei felice. Voglio dire non lo abbiamo cercato ma se succede per me è ok" rispose lei immediatamente.
"Stessa cosa per me" disse lui stringendole la mano.

Facevano finta di non essere agitati ma in realtà entrambi speravano in un risultato positivo.

"Guardiamo?" chiese Tony.
"Guardiamo" rispose lei.

Lentamente si misero in ginocchio, poi si alzarono e guardarono il test.

"Due righe. Vuol dire che..." disse Tony.
"Vuol dire che sono incinta" concluse Ziva.
"Sei incinta. Sei incinta!" disse Tony felice.
"Si! Tony, avremmo un altro bambino" affermò Ziva realizzando solo in quel momento che sarebbero diventati genitori per la seconda volta.

Si baciarono intensamente, veramente emozionati per quello che sarebbe successo.

"È di nuovo colpa tua Tony. Diventerò una balena un'altra volta" disse lei asciugandosi una lacrima.
"Hey, c'eri anche tu quando lo abbiamo fatto" scherzò lui accarezzandole la pancia.
"Te lo sentivi?" aggiunse.
"No... Ma quando ho iniziato a non sentirmi bene mi sono resa conto che avevo un piccolo ritardo e ripensando a quello che è successo con Amira ho capito" spiegò lei.

Tony la baciò di nuovo e l'abbracciò.

"A sto giro Gibbs mi fa venire un trauma cranico" commentò.

Ziva iniziò a ridere della battuta, poi improvvisamente si mise una mano sulla bocca e deglutì.

"Tony, sto per..." iniziò lei.
"Sentirti male. Andiamo in bagno, amore" concluse lui dandole un bacio sulla fronte.

Poi prese il bicchiere in cui Ziva aveva versato l'acqua e la portò in bagno rendendosi conto che tutto stava per ricominciare.








Angolo dell'autrice:

Hahahhaha
Eccoci di nuovo! XD
Ok questo lo avevo pianificato dall'inizio, aspettavo con ansia questo capitolo LOL
Spero che l'idea vi piaccia! Secondo me è carino che Amira abbia un fratellino o sorellina, che ne dite? :)

Poi siccome l'altra volta Ziva aveva sorpreso Tony con un regalo per dirgli che era incinta, questa volta ho cambiato metodo XD
E la foto all'inizio mi sembrava perfetta per l'occasione! Quando la mia amica me l'ha mandata ho detto: questa la uso per la mia ff XD

Detto ciò nei prossimi capitoli vedremo un'altra gravidanza per Ziva!
Spero vi sia piaciuto! :)

A prestooooooo!
Baci, Meggie.

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Capitolo 16
*** Tell Her. ***


Tell her

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Da quando avevano scoperto di aspettare un altro bambino erano al settimo cielo. Era stata una cosa inaspettata ma di certo loro non avevano fatto nulla per evitarla.

Era domenica mattina ed erano entrambi sdraiati a letto, già svegli. Aspettavano che come al solito Amira si alzasse e corresse nella loro stanza per dargli la sveglia.
Stavano chiacchierando uno abbracciato all'altra. Tony con un braccio stringeva Ziva a sé mentre con l'altro le accarezzava la pancia.

Di solito a quell'ora dormivano ancora, ma quella mattina Ziva si era svegliata sentendosi male e Tony l'aveva seguita in bagno.
E adesso erano lì a parlare tra di loro e a godersi un po' di tempo da soli.

"Le gioie di avere un figlio" scherzò Tony riferendosi al fatto che erano già quattro mattine che Ziva si svegliava vomitando.
"Tu ridi solo perché non tocca a te sopportare tutto questo" rispose Ziva.
"Ma io soffro con te, tesoro" le disse lui.
"Immagino, sopratutto mentre partorirò" commentò lei.
"Hey! L'altra volta mi hai praticamente rotto una mano e mi hai tirato in testa un bicchiere" rispose lui.
"Credimi non è nulla in confronto a quello che è toccato a me" disse Ziva.

Tony le diede un bacio.

"Beh però ne è valsa la pena, no?" rispose lui.
"Oh, si. Puoi dirlo forte. Amira è perfetta e sono sicura che lo sarà anche questo bambino" affermò Ziva appoggiando la sua mano sopra quella di Tony.

Rimasero in silenzio per un po' fino a quando Tony non parlò di nuovo.

"Dovremmo dirlo ad Amira, sperando che prenda bene la notizia" disse.
"Penso che sarà felice di avere un fratello o una sorella" rispose Ziva.
"Domani ho l'appuntamento dal medico... Aspettiamo domani sera per dirglielo?" aggiunse.
"Penso sia una buona idea, assicuriamoci che tutto vada bene prima" rispose Tony.
"Esatto e poi così le potremmo mostrare la foto dell'ecografia" disse Ziva.
"Si... Che vuoi fare oggi?" le chiese Tony.
"Non lo so... Restare qui finché non mi passa la nausea?" rispose lei ridendo.

Tony la guardò e la strinse di più a sé. Era già successo con Amira ma Tony aveva dimenticato come fosse vedere Ziva che continuava a stare male.

"Se vuoi puoi rimanere a letto, ci penso io ad Amira" le propose lui.
"No... Tra un'ora al massimo starò bene e poi voglio passare un po' di tempo tutti assieme" rispose Ziva.

Tony le diede un bacio dicendole di non preoccuparsi se voleva rimanere a casa a riposarsi, avrebbe intrattenuto lui la figlia.
Rimasero nel letto finché Amira non corse in camera saltellando come una matta perché voleva la colazione.
A quel punto si alzarono tutti e andarono a mangiare. Amira rimase davvero confusa quando a metà della colazione Ziva corse in bagno e ricomparve dieci minuti dopo piuttosto sconvolta.

"Papà... Perché la mamma tutte le mattine sta male?" chiese lei curiosa.
"Ti ricordi che l'altro giorno aveva male alla pancia? Beh, deve ancora guarire amore" le rispose Tony non sapendo in realtà cosa dirle.

Dopo un inizio faticoso, la giornata passò tranquilla. Trascorsero tutto il tempo assieme facendo divertire Amira.
Prima di mettere la figlia a dormire, Tony e Ziva le dissero che il giorno seguente sarebbe andata a prenderla da scuola la baby sitter perché loro dovevano lavorare.
Amira non fece domande, non era la prima volta che succedeva e la baby sitter le stava simpatica.

Quando il mattino dopo si alzarono non stavano più nella pelle, non vedevano l'ora che fosse il pomeriggio per sapere del loro bambino
Ziva fece di tutto per non dare nell'occhio in quei giorni. Ogni tanto stava male ma cercava di non farsi vedere. Non voleva che gli altri capissero che era incinta prima della visita.

Andarono alla visita subito dopo aver finito il lavoro. In sala d'attesa Ziva stringeva la mano di Tony. Il medico li chiamò nel suo studio e iniziò a visitare Ziva.

"Bene, confermo che lei è incinta. Congratulazioni ad entrambi" disse il medico.
"Per ora è tutto perfetto e... Lo so che è un po' piccolo ma se guardare bene potete vedere vostro figlio qui" aggiunse indicando un punto sullo schermo.

Rimasero entrambi a fissare lo schermo senza dire nulla, riuscivano a vedere il loro bambino nonostante fosse minuscolo e già non vedevano l'ora di poterlo abbracciare.

"Senta, può stampare un foto? Vogliamo mostrarla a nostra figlia" chiese Ziva mentre Tony le asciugava le lacrime che aveva sul volto.

Uscirono dallo studio del medico più felici di prima, volevano correre a casa dalla loro bambina e darle la notizia.

"Tony, prima di tornare a casa possiamo fermarci un attimo al supermercato?" chiese Ziva.
"Ok... Non dirmi che inizi già ad avere le voglie?!" rispose lui confuso.
"No... Devo comprare una cosa... Ma sai, un po' di cioccolata non mi dispiaisse lei sorridendo.
"Che Dio mi aiuti" affermò Tony pensando a quello che lo aspettava.

Ziva gli diede un pugno sulla spalla e poi rise. Risero entrambi, qualunque cosa fosse successa in quel momento loro non avrebbero smesso di sorridere.

Arrivati a casa fu la baby sitter ad accoglierli, Amira era sul divano a guardare i suoi cartoni animati e non si era accorta che erano rientrati.

"È stata brava?" chiese Ziva.
"Bravissima, come al solito. Ha già anche mangiato" rispose la donna.
"Grazie davvero" disse Tony.
"Ma allora ditemi, è ufficiale?" domandò lei curiosa.

La baby sitter era l'unica al corrente del fatto che andavano alla visita. Avevano dovuto avvertirla perché non sapevano bene a che ora sarebbero tornati e perché così sapeva dove fossero nel caso ci fosse qualche problema con Amira.

"Si" rispose Ziva con un enorme sorriso.
"Oh mio Dio! Congratulazioni" disse la donna abbracciando Ziva e Tony.
"Ora vi lascio, immagino che dovrete dare la notizia ad Amira" aggiunse.

Proprio in quel momento Amira corse verso i genitori e saltò in braccio al padre.

"Ranocchietta! Oh, che bello rivederti" le disse Tony.
"Siete tornati!" esclamò lei felice.
"Sei pronta? Mamma e papà devono dirti una cosa" le disse Ziva.
"Ok... Sono pronta" affermò Amira mentre si sedevano tutti sul divano.

Ziva le diede un sacchetto con dentro un regalo per lei e le disse di aprirlo. Amira lo scartò e tirò fuori il contenuto.

"Una maglietta, con una bambina... E una scritta" disse guardandola.
"Vieni, ti aiuto a leggerla" rispose Ziva.

Le stavano insegnando l'alfabeto, ma aveva quattro anni e la frase "I'm the big sister" stampata sulla maglietta era troppo difficile per lei.
Dopo dieci minuti in cui Tony e Ziva l'aiutarono a leggere tutte le lettere, Amira fu finalmente in grado di pronunciare la frase intera.

"Sono la sorella maggiore" ripeté per un paio di volte.
"Lo sai cosa vuol dire?" le chiese Tony accarezzandole i capelli.

Amira ci pensò per un po', ancora non aveva capito quello che stava succedendo.

"Forse... Che avrò un fratello, come la mia amica Sarah?" rispose.
"Esatto piccolina, avrai un fratellino o una sorellina" le disse Ziva.

Amira sorrise e guardò sua madre negli occhi.

"E quando? Adesso? Dov'è?" domandò la bambina scattando in piedi eccitata dalla notizia.
"Oh, no... Non adesso. Diciamo tra... Nove mesi?" le disse Tony.
"Nove mesi? Perché così tanto?" rispose lei.

Ziva le prese una mano e gliela appoggiò sulla sua pancia.

"Perché, tesoro, il bambino ora è dentro alla mia pancia. E deve crescere prima di poterlo vedere" le spiegò Ziva.
"Dentro la tua pancia? E chi ce lo ha messo?" disse Amira.
"Questo te lo spieghiamo quando sei più grande, ok? Ma adesso è lì dentro... Anche tu eri dentro la pancia della mamma prima di nascere" le rispose Tony.

Amira annuì sorridente, poi prese la sua maglietta la guardò e iniziò a saltellare.

"Io sono la sorella maggiore!" gridò felice facendo ridere Tony e Ziva.
"Hey, canguro calma! Sei felice, amore?" le chiese Ziva.
"Si! Si! Non vedo l'ora di dirlo ai miei amici!" esclamò lei.
"Bene! Allora cosa ne dici se domani invece di andare a scuola metti questa maglietta, vieni al lavoro con noi e diciamo a tutti che presto avrai un fratello o una sorella?" le propose Ziva.
"Si!" rispose Amira abbracciando la madre.
"Però... Voglio metterla anche adesso la mia maglietta" aggiunse.

Ziva l'aiuto a metterla e Tony scattò qualche foto. Erano entrambi felici che la loro bambina avesse preso bene la notizia.
Poi d'improvviso Amira si avvicinò a Ziva e appoggiò l'orecchio sulla sua pancia.

"Mamma, lo posso sentire?" chiese.
"No... È troppo piccolo ancora" le rispose accarezzandole i capelli mentre restava appoggiata a lei.
"E se parlo, mi sente?" chiese ancora.
"Credo di si" disse Ziva.

A quel punto Amira staccò l'orecchio dalla pancia di Ziva e appoggiò entrambe le manine.

"Ciao, sono tua sorella" disse ridendo.

Ziva quasi si commosse a vedere quella scena, non sapeva se fosse per colpa degli ormoni o perché la figlia era troppo dolce.

"Io lo voglio vedere" aggiunse la bambina.

Prese in braccio Amira e si sedettero di nuovo tutti e tre sul divano.

"Beh se lo vuoi vedere, abbiamo una cosa per te" le disse Tony mentre Ziva tirava fuori dalla tasca la foto dell'ecografia.
"Cos'è? Non si vede nulla" chiese Amira.
"È la foto del bambino che è nella pancia della mamma. Vedi questo" le disse Tony indicano un punto sulla foto.
"Ecco, è lui" aggiunse.
"Oh! Ma è piccolo come una nocciolina" ridacchiò Amira.
"Si, una nocciolina" confermò Ziva dando un bacio alla figlia.

Rimasero tutta la sera sul divano a guardare la foto e a spiegare ad Amira quello che sarebbe successo.
Erano tutti così felice che nessuno voleva andare a dormire, ma soprattutto non vedevano l'ora di dare la notizia a tutti quanti il giorno seguente.








Angolo dell'autrice:

Intanto: scusate per i feels del titolo... Non volevo, però come titolo mi piaceva XD hahahah

Beh era carino che prima di dirlo a tutti lo dicessero ad Amira, no?! Lei è la più importante :)
E comunque direi che è andata bene, Amira è felice!

Nel prossimo capitolo vedremo come reagiranno gli altri... E che dite vedremo come reagirà anche Senior?! Chi lo sa!! :):)
Ahahahah XD

Spero vi sia piaciuto! E buon 25 Aprile a tutti!
A prestoooooo

Baci, Meggie.

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Capitolo 17
*** Everybody Knows. ***


Everybody Knows

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Quando il mattino successivo si alzarono Amira non vedeva l'ora di andare al lavoro con i genitori per dare a tutti la notizia.
Ziva vestì Amira con la maglietta che le avevano regalato la sera prima, le mise una gonna di jeans, un giubino e la mandò in cucina a fare colazione.
Lei invece andò a vestirsi e decise che avrebbe mangiato più tardi. Era già stata male due volte quella mattina e non voleva replicare.

Guidarono verso l'NCIS e Tony e Ziva cercarono di spiegare ad Amira cosa avrebbe dovuto fare.
Scesi dalla macchina, Tony la prese in braccio e salirono in ufficio.
Quando arrivarono alle scrivanie l'unico presente in quel momento era McGee che stava già trafficando con il suo computer, probabilmente controllando la posta elettronica.

"Comincia con lui, amore" le disse all'orecchio.

Poi prese la mano di Ziva e aspettò di godersi la scena. Si ricordavano entrambi la faccia che avevano fatto i colleghi quando gli avevano detto che Ziva era incinta di Amira e ora volevano vedere se la scena si sarebbe ripetuta.

Amira camminò lentamente verso McGee che improvvisamente si accorse della sua presenza.

"Ciao zio Tim" gli disse.
"Hey, come mai oggi non sei a scuola?" le chiese.

Amira alzò le spalle, non volendo dare una risposta.

"Mi aiuti a togliere il giubino?" chiese mettendosi di fronte a lui.
"Ma certo" disse McGee iniziando a sbottonarlo.

Quando glielo tolse dalle spalle e riuscì a leggere cosa ci fosse scritto sulla maglia rimase per un attimo a bocca aperta. Ma poi un grande sorriso gli comparve sul volto.

"Davvero?" chiese alla bambina prendendola in braccio.

Amira sorrise felice e Tim l'abbracciò. Poi si alzò e camminò verso Tony e Ziva che aveva guardato la scena da lontano.

"Voi due..." iniziò Tim.
"Ragazzi congratulazioni. Vieni Ziva, fatti abbracciare" aggiunse dando Amira in braccio a Tony e abbracciando Ziva.
"Grazie Tim. A quanto pare farai lo zio di nuovo" disse lei.
"Con immenso piacere" rispose.

Poi si voltò verso Tony e gli strinse la mano.

"Beh, è già la seconda volta. Vuoi mettere su una squadra di calcio prima che io faccia il primo?" scherzò Tim.
"McBattuta, no... Però muoviti. Siamo già due a zero, devi recuperare" commentò Tony.

Proprio mentre diceva quelle parole Gibbs arrivò con il suo caffè.

"In cosa sei due a zero, McGee?" chiese.

Poi si accorse della presenza di Amira e senza nemmeno lasciare rispondere Tim andò a dare un bacio alla bambina.

"Come mai se qui oggi?" le chiese.
"Perché devo dirti una cosa" rispose ridendo.
"Che cosa?" chiese curioso.

Tony la mise di nuovo a terra e lei si voltò verso Gibbs sistemandosi la maglietta. A quel punto Tony aspettò con ansia la reazione del capo. Sapeva che sarebbe stato contento ma era curioso di sapere quello che avrebbe detto.

"Ti piace la mia maglietta?" chiese facendo in modo che la frase si leggesse bene.
"Sei la sorella maggiore, eh?" disse Gibbs chinandosi alla sua altezza e guardandola negli occhi.
"Si" rispose lei felice.
"Vuol dire che la mia mamma ha un bimbo nella sua pancia" aggiunse spiegando a Gibbs.

Lui sorrise all'ingenuità della bambina.

"Si esatto, vuol dire proprio quello" rispose accarezzandole i capelli.

Poi si alzò e la prima cosa che fece fu abbracciare Ziva. Era davvero felice per lei e sapeva che per Ziva il suo appoggiò era importante visto che lo considerava come un padre.

"Sono tanto felice per voi, piccola" disse dandole un bacio sulla tempia.
"Diventerai di nuovo mamma e io di nuovo nonno... Sei contenta?" aggiunse.
"Molto..." rispose lei tirando naso.

Gli ormoni stavano ricominciando a prendere il sopravvento e pensare a quanto fosse importante Gibbs e a quello che le aveva detto le fece venire da piangere.

"Papà, perché la mamma piange?" chiese Amira confusa.
"Preparati amore, succederà spesso da adesso in poi... Diciamo che la mamma diventerà un po' pazza" le spiegò Tony.
"Oh... Più pazza di come è già?" rispose la figlia.

Sia Gibbs che Ziva diedero uno scappellotto a Tony.

"Queste cose gliele insegni tu, Tony" esclamò Ziva.
"Hey! Fate piano o mi causerete un trauma cranico!" si lamentò lui.

A quel punto Gibbs decise che era il momento per congratularsi anche con Tony.

"Auguri davvero, Tony. Avrai un bel da fare ora" disse prendendolo in giro e guardando Amira e Ziva.
"Grazie capo... Anche se avrei preferito delle semplici congratulazioni, così mi metti ansia" rispose Tony.

Gibbs rise e lo abbracciò, cosa che non succedeva tutti i giorni.

"Congratulazioni, ragazzo mio" disse.
"Se hai bisogno di un po' di tranquillità puoi sempre venire nella mia cantina a riposarti" aggiunse sottovoce.
"Grazie capo" disse.

Gibbs fece per andare a sedersi alla scrivania e aggiunse "Credo sia il caso che lo diciate subito ad Abby, prima che lo scopra da sola e vi uccida per averglielo tenuto nascosto".

E così fecero, si diressero tutti nel suo laboratorio, ma per dirlo a lei avevano un piano diverso. Anche Gibbs e McGee si unirono a loro, non si volevano certo perdere la reazione di Abby.

"Ragazzi che ci fate tutti qui?" chiese lei vedendoli entrare.
"Abbiamo urgente bisogno di aiuto con questo video, non riusciamo ad aprirlo" disse Tony dandole un dvd.
"Neanche McGee c'è riuscito" aggiunse Ziva.

"Va bene, lasciatemi fare qualche miracolo" disse lei prendendo il dvd ignara di quello che avrebbe visto.
Quando mise il dvd dentro al lettore partì immediatamente il video.

"Non capisco il vostro problema, funziona benissimo..." iniziò a dire. Poi si bloccò dopo aver visto cosa conteneva.
"Sembra il video di un'ecografia... Hey, di chi é?!" chiese voltandosi.

Poi vide l'espressione sul volto di tutti e capì.

"O mio Dio, Ziva! Sei di nuovo incinta!" gridò abbracciandola. Usò talmente tanta forza che Ziva quasi perse l'equilibrio.
"O mio Dio, che bello! Da quanto lo sai? Stai bene? Sei felice? Ossignore sono troppo eccitata, diventerò Zia di nuovo!" iniziò a dire lei.
"Abby, Abby! Calmati e lasciami respirare" le disse Ziva ridendo.

Abby lasciò andare l'amica e la guardò negli occhi.
"Come è successo?" chiese riferendosi al fatto che sapeva che Tony e Ziva non cercavano un altro figlio.

"Hanno fatto sesso" esclamò semplicemente Amira che in quel momento era in braccio al padre.

Non passò nemmeno un secondo che Tony ricevette uno scappellotto.
"DiNozzo! Cosa insegni a tua figlia!" lo rimproverò Gibbs.
"Ahi, capo! Non sono stato io... Non so dove l'abbia sentito" si lamentò Tony.
"Ieri sera ho sentito tu e mamma che parlavate e lei diceva che questo è quello che succede quando fai sesso" spiegò tranquillamente lei.

Ziva si mise una mano sulla fronte, non si aspettava certo che la figlia avesse sentito la loro conversazione.

"Amore, non ripetere più quella parola. Sono parole per i grandi, non per te" le disse Ziva.
"Oh... Ok" rispose Amira confusa.
"Ma poi... Cosa vuol dire fare sesso?" chiese ingenuamente.

Scoppiarono tutti a ridere e Ziva si avvicinò per prendere Amira in braccio.
"La mamma te lo spiega quando sei più grande, ma ora prometti che non dirai mai a nessuno quella parola" le disse.
"Ok, promesso" rispose la bambina.

Passarono un altro po' di tempo da Abby prima di andare a dare la notizia anche a Ducky e Jimmy.
Poi si misero al lavoro fino a fine giornata. Avevano un'altra persona da informare quella sera.

Arrivarono a casa stanchi dopo una giornata di lavoro, Amira si era anche addormentata in macchina.

"Se vuoi lo diciamo domani a mio padre, non credo che un giorno cambi molto" le propose Tony.
"No tanto la dovrei svegliare comunque per darle la cena" rispose Ziva.

Mentre Ziva svegliava Amira, Tony preparava tutto per la telefonata. Senior era di nuovo in viaggio per lavoro e sarebbe tornato solo alla fine del mese. E loro non volevano aspettare così tanto per dargli la notizia.
Lo avrebbero chiamato su Skype, così almeno lo potevano vedere in faccia.

Fu Amira a mostrarsi per prima quando Senior rispose.

"Nonno!" gridò salutandolo con la mano.
"La mia principessa! Come stai?" le chiese.
"Bene! Quando torni a trovarmi?" disse Amira.
"Presto, vedrai. Come mai questa chiamata, Junior? Non è il week end" chiese Senior vedendo anche Tony e Ziva.
"Perché dobbiamo dirti una cosa importante. Non potevamo aspettare" disse Tony.
"Ok... Va tutto bene?" chiese Senior un po' preoccupato.

Ma non ricevette risposta, anzi vide Amira mettersi davanti alla telecamera e mostrargli una foto.

"Guarda! Hai visto é mio fratello... O sorella!" disse saltellando. E a quel punto capì.
"Aspettare un altro bambino!" esclamò felice.
"Si" risposero Tony e Ziva assieme.
"Non sapete quanto io sia felice, appena finisco qui corro da voi a congratularmi di persona" disse.

Rimasero un po' a parlare finché Ziva non si accorse che Amira si stava addormentando di nuovo.

"Tony finisci di parlare con tuo padre... Vado a darle da mangiare e la metto a letto" disse Ziva alzandosi e andando in cucina. Ne approfittò anche per lasciare che Tony parlasse da solo con suo padre.

"Junior... Non sai quanto mi hai fatto felice" gli disse.
"Grazie, da quando mi hai reso partecipe della tua vita sto meglio" aggiunse.
"È un piacere per me, papà..." rispose Tony.
"Sei un bravo nonno, Amira ti adora" aggiunse.
"Sarei dovuto essere un padre migliore" rispose lui.
"È il passato... Ora sei un buon padre e un buon nonno... Concentriamoci su questo" propose Tony.
"Va bene... Sono felice che tu mi abbia perdonato" disse Senior.
"Per questo devi ringraziare anche Ziva, è lei che mi ha fatto aprire gli occhi" ammise Tony.
"Lo già fatto ma lo farò di nuovo... Ora vai a cena, parleremo non appena riuscirò a venire da voi" disse Senior.

Si salutarono e proprio mentre Tony stava spegnendo il computer, Ziva uscì dalla cucina con Amira in braccio.

"Già finita la pappa?" chiese Tony.

Amira lo guardò con gli occhi mezzi chiusi.

"Siamo arrivate a metà piatto, poi continuava ad addormentarsi tra una forchettata e l'altra. Ho rinunciato, mangerà di più domani" disse Ziva.
"La porto a letto, di raggiungo in cucina tra due minuti" aggiunse andando verso la camera.

Tony la fermò tirandola per un braccio. La baciò intensamente.

"Ti amo" le disse.
"Ti amo anche io" rispose.

"Mmmm... Andiamo a fare la nanna" si lamentò Amira.
"Si amore... Rimandiamo a dopo qualche altro bacio, ok?" disse guardando Tony mentre portava la figlia a dormire.

Lui la guardò e provò ad immaginare la loro vita quando l'altro bambino sarebbe arrivato.
Fantastica, fu l'unica cosa che riuscì a pensare.











Angolo dell'autrice:

Hey! XD
Eccociiiiii ora lo sanno tutti LOL
Avessi più capitoli farei anche un feston per la notizia... Ma come dice GG "usate l'immaginazione che nn fa mai male"... Scusate diciamo che GG nn è proprio uno dei miei migliori amici... Proprio no.

Comunque tornando a noi... Ahahahha Amira che dice cose che non dovrebbe sapere... Questo deriva da esperienza personale... Una bambina a cui insegno pattinaggio ogni tanto se ne esce con cose del genere XD LOL

Spero vi sia piaciuto!
Anche qui manca poco alla fine XD vedremo cosa succederà!

A prestoooooo
Baci, Meggie.

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Capitolo 18
*** Work Problems. ***


Work problems

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Erano passati circa tre mesi da quando Ziva aveva detto a tutti che era incinta di nuovo. La gravidanza procedeva senza intoppi, era tutto normale.
Ziva continuava ad andare al lavoro, anche se cercava di fare più lavoro di scrivania possibile e limitare quello sul campo.
Non voleva correre rischi e nemmeno affaticarsi troppo. Aveva già un piccolo terremoto a casa di cui occuparsi ed era più che sufficiente.

Anche se era incinta di quasi quattro mesi la pancia si vedeva pochissimo. Era successa la stessa cosa per Amira, ma poi passato il quinto mese la pancia aveva iniziato a lievitare a vista d'occhio, quindi Ziva sapeva che era normale.
Per il resto era tutto come al solito: fame improvvisa, voglie che facevano diventare matto Tony, nausea e sbalzi di umore.
Tutte cose che non si conciliano troppo bene con il lavoro di un agente dell'NCIS.

Quel giorno Ziva era particolarmente irritabile, sicuramente a causa degli ormoni. Già dal primo momento in cui aveva messo piede in ufficio, tutti si erano accorti che sarebbe stata una giornata impegnativa.
Era nervosa ancora prima di iniziare il lavoro.

"Non fateci caso, sorriso splendente questa mattina ha la luna storta" disse Tony entrando con sua moglie e sedendosi alla scrivania.
"Oh, ma che battuta divertente Tony! Dimmi hai un libro in cui te le segni tutte?" chiese Ziva sarcastica lanciando il suo zaino vicino alla scrivania.
"No... Però è un ottimo suggerimento, devo appuntare le mie battute migliori... Così le lascio ai posteri" rispose Tony.

Ziva lo fulminò con lo sguardo, così lui decise di restare in silenzio e mettersi seduto aspettando che Gibbs dicesse cosa dovevano fare.
Si misero entrambi a copiare i rapporti al computer quando all'improvviso Ziva inziò a gridare in ebraico contro il monitor.

"Calma, calma, calma! Così lo rompi!" gridò McGee avvicinandosi a lei.
Ziva aveva iniziato a scuoterlo e a dare colpi alla tastiera, come se questo potesse risolvere il problema.

"Non funziona! Si blocca in continuazione!" si lamentò lei.
"Ok, lasciami guardare... Sistemo io" disse Tim.

In dieci minuti McGee sistemò il problema. Voleva spiegare a Ziva cosa fosse successo ma lei non lo lasciò nemmeno parlare. E Tim aveva capito che quel giorno era meglio non contraddirla.

Dopo essere tornati in ufficio da una visita a casa di un probabile sospettato, Tony vide Ziva frugare in tutti i cassetti della sua scrivania.

"Amore, cosa cerchi?" chiese.
"Del cibo... Qualcuno deve avermelo rubato" rispose lei nervosa.
"Non credo, lo avrai mangiato. Ma tra poco pranziamo, resisti una mezz'ora" le disse Tony.
"Ma io ho fame adesso. Adesso, Tony! Hai capito?" disse alzandosi e andando verso di lui.

"DiNozzo... Brutta situazione. Corri a comprare qualcosa" bisbigliò Gibbs passando a fianco della scrivania.
Anche Ziva riuscì a sentirlo.

"Hai sentito il capo? Corri!" ripeté lei.

A quel punto Tony scattò in piedi e andò velocemente alle macchinette. Non sapendo cosa volesse Ziva le prese diverse cose. Uno snack dolce, uno salato e anche delle caramelle. E per concludere anche una bottiglietta d'acqua.
Tornò alle scrivanie felice del suo operato.

"Eccoti servita, Zee" disse con un bel sorriso. Gli faceva piacere far felice la moglie. Perse il sorriso non appena vide la sua faccia.

Era seduta alla sua scrivania e Gibbs le era di fianco.
"Che succede?" chiese confuso.
"Non ho più fame" rispose Ziva seria.

Gibbs le mise una mano sulla schiena e rimase con lei.

"Le è venuta la nausea, Tony" spiegò lui.
"Ma due minuti fa ti saresti mangiata anche me" disse sconvolto.
"Adesso invece no! Non parlarmi di cibo ti prego" rispose Ziva.

A quel punto Tony mise tutte le merendine che aveva comprato nel cassetto e aprì la bottiglietta d'acqua.

"Almeno bevi un po', tesoro" le disse prendendo il posto di Gibbs.

Ziva bevve due sorsi d'acqua, poi ebbe un conato. Si mise una mano davanti alla bocca e guardò Tony.

"Woo, Ninja. Non addosso a me e non sul mio rapporto. Ci ho messo un'ora a scriverlo" le disse.
"Devi andare in bagno?" aggiunse.
"No... Sto bene" rispose lei prendendo un respiro profondo.
"Ok... Se stai male, usa il cestino. Ci pensa già tua figlia a vomitarmi addosso quando non sta bene" scherzò lui.

"Mangia qualcosa di salato, starai meglio" suggerì Gibbs.
"Tu ho preso dei cracker... Vuoi provare?" chiese Tony aprendo il cassetto.
"Ok..." rispose lei.

Tutta la giornata passò tra momenti in cui Ziva era tranquilla e altri in cui scoppiava ad urlare per delle sciocchezze.
Quel giorno il lavoro li tenne impegnati più del previsto, così fu Tony ad andare a prendere la figlia a scuola per poi tornare al lavoro dove Ziva era ancora impegnata.

"Ranocchietta! Oggi vieni al lavoro con noi" le disse Tony abbracciandola.
"Si! C'è anche la mamma?" chiese.
"Certo, ci sta aspettando. Andiamo?" rispose lui.
"Di corsa!" esclamò.

Arrivati al lavoro la prima cosa che Amira fece fu correre ad abbracciare la madre.

"Piccolina, tutto bene a scuola?" le chiese Ziva.
"Si, abbiamo giocato e mi sono colorata i vestiti" rispose lei.
"Oh, Amira! Anche oggi?" chiese un po' scocciata.
"Non fa nulla, i vestiti li laviamo, non è un problema" intervenne Tony prima che scoppiasse un'altra tragedia.
"Vieni Amira, siediti alla scrivania dello zio Tim e disegna" aggiunse.

McGee era da Abby, così Amira ne approfittò per spargere pennarelli ovunque.

"Mamma" disse.
"Non ora, tesoro" rispose Ziva.
"Ma, io ho bisogno. Mamma!" insistette lei.
"Sto lavorando adesso, Amira" ripeté Ziva.
"Ma io non mi ricordo con quante M si scrive..." iniziò Amira. Ma Ziva la fermò.
"Amira! Ti ho detto di stare in silenzio, sto lavorando!" gridò arrabbiata.

Lei guardò la madre, lasciò andare il pennarello che aveva in mano e iniziò a piangere. Quando Ziva aveva gridato si erano tutti fermati a guardare la scena. Tony avrebbe voluto dirle qualcosa ma doveva occuparsi della figlia.
Andò alla scrivania e la prese in braccio.

"Patatina, non piangere" le disse accarezzandole la testa.
"Mi dispiace" sussurrò lei mentre piangeva.
"Non è successo nulla, mamma è solo un po' nervosa" le spiegò mentre andava nella sala ristoro.
"Ora papà ti compra le caramelle che ti piacciono tanto e poi, cosa ne pensi se ti porto un po' da Abby a divertirti?" le propose sperando che accettasse.
"Va bene... Abby mi farà giocare con Bert?" chiese mentre si asciugava gli occhi.
"Credo proprio di sì. Andiamo a chiederglielo?" rispose lui.

Lasciò Amira con Abby. Si era già scordata dell'incidente con la madre, mangiava le caramelle felice mentre Abby la faceva giocare con Bert.
Quando Tony tornò in ufficio trovò la scrivania di Ziva vuota, McGee che raccoglieva i pennarelli e Gibbs con un disegno in mano.

"Dov'è?" chiese.
"Penso sia andata in bagno. Tony, tieni" disse Gibbs dandogli il disegno.

Sorrise capendo perché Amira continuava a chiedere l'aiuto di Ziva. Lo appoggiò sulla scrivania e andò a cercare sua moglie.
Trovò la porta del bagno delle donne chiusa.

"Amore, mi fai entrare?" chiese bussando.

Sentì la porta aprirsi e vide Ziva in lacrime.

"Sono un mostro Tony. Lei mi odierà e ha solo ragione" disse. Tony richiuse la porta e si voltò verso Ziva.
"Zee, non è vero. Vieni qui" le disse aprendo le braccia in modo che lei lo potesse abbracciare.
"Si invece! Voleva scrivere 'mamma' sul suo disegno, ma non si ricordava quante M ci volevano. Avrei dovuto almeno ascoltarla" spiegò.
"Le abbiamo insegnato a scrivere tre cose e lei voleva fare vedere che era capace. E io l'ho fatta piangere" continuò.

Tony la lasciò sfogare, sorridendo per la situazione.

"Ah, gli ormoni! Vero, occhioni belli?" la prese in giro.
"Non prendermi in giro! Piango con nulla adesso... Però mi dispiace, sono stata cattiva senza motivo" disse dopo essersi calmata.

Tony prese una salvietta e le pulì la faccia.

"Perché non vai a prenderla e le chiedi scusa? Vedrai che andrà bene, quando l'ho lasciata da Abby era sorridente di nuovo" le disse.
"Ottima idea. Tony, grazie..." rispose lei baciandolo.
"E stato un piacere, amore mio. Siamo in due in questa cosa, no?" le disse dandole un altro bacio.
"Te lo prometto, un giorno smetterò di farti impazzire sederino peloso" rispose Ziva uscendo dal bagno.

Tony rise.

"Lo spero o impazzisco anche io" disse pensando di essere solo.
"Ti ho sentito!" gridò lei dal corridoio.
"Hmm, la solita Ninja" pensò tra sé e sé.

Quando Ziva arrivò in laboratorio da Abby trovò Amira seduta sul tavolo, con Bert in braccio. Quando la bambina la vide si fece seria.

"Scusa mamma, non volevo farti arrabbiare" disse sperando che Ziva non fosse più arrabbiata con lei.
"Non sono arrabbiata, tesoro. E ti chiedo scusa anche io, mi perdoni?" le chiese.
"Si! Mi aiuti a finire il disegno ora?" chiese sorridendo.
"Certo. Vieni qui" disse Ziva prendendola in braccio.

Ringraziò Abby per averla tenuta con sé e insieme tornarono alle scrivanie. Ziva fece sedere Amira sulle sue ginocchia e l'aiutò a scrivere mamma.

"Ecco! Ora è finito. Tieni mamma, lo avevo fatto per te. Siamo io, te e papà e poi ho disegnato una faccia sulla tua pancia perché dentro c'è mio fratello o mia sorella" spiegò Amira.
"È bellissimo, piccola. Ora lo attacco qui" disse Ziva dandole un bacio.

Quando quella sera andarono a dormire Ziva non era ancora emotivamente stabile. Era passata dal divertirsi con la figlia mentre le faceva il bagno e la faceva addormentare, all'essere arrabbiata perché Tony nn aveva riposto i piatti nel modo in cui voleva lei.

Quando si erano sdraiati a letto era di nuovo nella fase depressione.

"Hey, Ninja... Perché sei triste ora?" le chiese Tony avvicinandola a sé e abbracciandola.
"La verità?" disse Ziva. Tony annuì.
"Non ne ho idea... Non lo so Tony, oggi va così!" aggiunse lei ridendo di sé stessa.

Anche Tony rise. Era una situazione comica e si ricordava che cose del genere erano già successe per la prima gravidanza.

"E come sta il mio piccolo o la mia piccola DiNozzo?" chiese mettendole una mano sulla pancia.
"Direi bene" rispose lei.

A quel punto Tony si avvicinò alla pancia di Ziva e si mise a parlare, come faceva con Amira.

"Hey, cerchi di far stare più tranquilla la mamma? Perché oggi era proprio pazza" disse.

Ziva gli diede uno scappellotto. Così Tony si sollevò e tornò ad abbracciarla.

"Forza, ora dormiamo. O domani oltre ad essere pazza sarai anche stanca" le disse.
"Notte, amore" aggiunse.
"Laila Tov, Tony" rispose lei accoccolandosi su Tony e chiudendo gli occhi.










Angolo dell'autrice:

Aaaaaaaa oggi pensavo di non riuscire a pubblicare e invece eccomi qui XD
Sono felice perché avevo proprio bisogno di ridere :)
Btw, anche in questa storia siamo alla fine quindi come vedere sono andata avanti con la gravidanza di Ziva...
Tanto avevamo già avuto tutta l'altra ff con Ziva incinta di Amira, era inutile rifare passo passò tutte le cose XD

Quindi vi avverto: nel prossimo (che è il penultimo capitolo) saremmo ancora più avanti con la gravidanza :):)
Mi piace Ziva sclerata per gli ormoni LOL XD

Che ne dite, sarà maschio o femmina?? Questa volta ho deciso di non dirvi cosa ho scelto! Sorpresa per tutti! :)
Tony e Ziva (e la sottoscritta) lo sanno ma non ve lo dicono XD AHHAHAHA

Spero vi sia piaciuto :)
A prestoooooo

Baci, Meggie. 

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Capitolo 19
*** A Day with Mommy. ***


A Day with Mommy

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Ziva era già oltre il settimo mese di gravidanza e, insieme a Tony, aveva deciso che era meglio per tutti se rimaneva a casa in maternità.
Non che non fosse più in grado di lavorare. Ma iniziava a stancarsi in fretta nonostante svolgesse quasi solo lavoro di scrivania. In più avevano da occuparsi anche di Amira che era probabilmente la bambina più attiva del paese.

Così avevano deciso che Ziva sarebbe rimasta a casa a riposarsi mentre Tony andava al lavoro e Amira andava a scuola.
Ma quella mattina i programmi cambiarono.

Tony si alzò e, come ogni giorno, lasciò a letto Ziva e andò a svegliare la figlia. Avrebbero fatto colazione assieme poi Tony l'avrebbe lasciata a scuola e Ziva sarebbe andata a prenderla nel pomeriggio.
Questa era la loro routine dell'ultimo periodo, ma quella mattina Amira non era d'accordo.

"Sveglia ranocchietta" le disse Tony.
"No... Voglio fare la nanna" si lamentò Amira.
"Ma come, non vuoi andare a giocare con i tuoi amici?" chiese lui per invogliarla ad alzarsi.
"No. Voglio stare a casa con la mamma" rispose lei aprendo gli occhi e guardando il padre.

Tony sospirò, non era la prima volta che succedeva ma di solito riusciva a convincerla ad andare a scuole.
Insistette un paio di volte ma questa mattina Amira sembrava non voler cedere. Così decise di prenderla e portarla a far colazione, poi avrebbe pensato a come fare per convincerla ad andare a scuola.

"Ti prego papà, voglio stare con la mamma. Solo per oggi" lo implorò lei seduta al tavolo.
"Amore, sai che la mamma deve riposare e tu devi giocare" le rispose lui mentre preparava la colazione.

Amira non rispose, cosa di cui Tony si meravigliò. Ma pensò che forse era riuscito a convincerla.

"E poi oggi pomeriggio la mamma ti verrà a prendere e sono sicura che dopo giocherete assieme..." disse voltandosi con i piatti in mano.

Solo allora si accorse che Amira era sparita, non era più seduta. Capì immediatamente dove potesse essere e si maledisse per non averla sentita alzarsi. Sua figlia aveva sicuramente ereditato le doti da Ninja silenziosa dalla madre.
Appoggiò i piatti sul tavolo e andò in camera da letto.

Amira si era alzata dalla tavola ed era corsa in camera da Ziva. Voleva restare con lei, quel giorno, e non aveva intenzione di mollare.
Quando Tony entrò in stanza la vide abbracciata alla madre, che piangeva.

"Che succede, cucciolo?" chiese Ziva preoccupata. Era stata svegliata dalla figlia che saliva sul letto e l'abbracciava mezza disperata.
"Non stai bene, Amira?" aggiunse sentendole la fronte.
"Voglio stare con te" rispose la bambina abbracciando la madre ancora più forte.

In quel momento entrò Tony.

"Zee, mi dispiace che ti abbia svegliato. Ora la porto subito di là" disse cercando di prendere in braccio Amira.
"No, lasciami con la mia mamma!" gridò lei.
"Amira, la mamma deve riposare. È ancora presto per lei per alzarsi" le spiegò lui.
"Hey, Lasciala Tony. Sono incinta non in punto di morte" rispose Ziva.
"Perché non vuoi andare a scuola oggi?" aggiunse rivolta ad Amira.
"Perché voglio stare a casa con te" rispose lei.
"Ma a scuola ti divertirai molto di più" provò a dire Ziva.

Amira fece cenno di no con la testa.

"Solo per oggi mamma, ti prego" implorò Amira.

A quel punto Ziva cedette. Probabilmente erano gli ormoni, ma non poteva vedere la figlia così disperata solo perché voleva stare a casa con lei.
Di comune accordo decise insieme a Tony che solo per quel giorno Amira sarebbe rimasta a casa con lei.

Tony le lasciò entrambe a letto mentre si preparava per il lavoro. Quando tornò dieci minuti dopo per salutarle le trovò entrambe già addormentate, ancora abbracciate.
Diede un bacio ad entrambe ed uscì di casa.

Erano quasi le dieci e mezza di mattina quando Ziva si svegliò, sentendo una leggere risata. Quando aprì gli occhi vide sua figlia, con la testa appoggiata sulla sua pancia che rideva.

"Che fai, tesoro?" le chiese accarezzandole i capelli.
"Il bambino che hai dentro la tua pancia da dei calci e io posso sentirli" spiegò lei mentre muoveva le mani sulla pancia di Ziva.
"Si, li sento anche io" rispose Ziva aggiungendo anche la sua mano sulla pancia.
"Da quanto sei sveglia?" chiese alla figlia.
"Da un po'... Ho fame" disse Amira.
"Potevi svegliarmi se avevi fame, piccolina" rispose Ziva.
"Papà ha detto che dovevo lasciarti dormire" disse lei.

Ziva sorrise. Poi si alzò e in qualche modo riuscì a prendere Amira in braccio. La pancia era ingombrante e iniziava ad essere difficile prendere la figlia.
Fecero colazione assieme poi Ziva decise di portare Amira al parco qualche ora. Anche se iniziava a fare freddo voleva che la figlia giocasse un po'.
Siccome erano fuori decisero di pranzare al super mercato e tornarono a casa nel primo pomeriggio.
Ziva si meravigliò di quanto poco fosse stanca anche se quel giorno, a differenza delle altre mattine, non era rimasta a casa a fare delle semplici faccende domestiche.

Quando rientrarono decisero di mettersi sul divano a leggere un libro. Amira era cresciuta e Ziva le stava insegnando a leggere le parole più facili.

"Mamma" disse improvvisamente Amira.
"Quando mio fratello o mia sorella nascerà, tu mi vorrai ancora bene?" aggiunse.

Ziva chiuse il libro e si voltò per parlare con la figlia. Si era meravigliata che in tutto quel periodo Amira non avesse ancora fatto quella domanda.

"Tesoro, certo che ti vorrò ancora bene. Sei la mia bambina" rispose Ziva.
"Ma quando nascerà tutti saranno interessati a lui o lei e non vorranno più me" disse Amira.
"Non è vero... Non le devi nemmeno pensare queste cose. Mamma e papà ti vorranno sempre bene. Anzi, tu mi dovrai aiutare. Mamma sarà stanca e il bambino sarà piccolo e avrà bisogno di te" le rispose Ziva.

Amira annuì soddisfatta.

"Mamma... Quanto piccolo?" chiese curiosa.
"Mmm... Ho un'idea, aspetta qui" disse alzandosi e tornando poco dopo con in mano un album di foto.

Era l'album che aveva fatto per Amira. C'era tutto, dalle prime ecografie alle foto più recenti.

"Ecco, vedi. Questa eri tu il giorno che sei nata" le disse indicando una foto.
"Oh... Ma ero... Strana. Mamma perché la mia pelle era così?" chiese lei confusa.
"Tesoro, tutti i bambini quando nascono sono così. È normale" rispose Ziva ridendo.

Rimasero sul divano un bel po' a sfogliare tutto l'album. Poi, sotto richiesta di Amira, fecero insieme i biscotti che piacevano a Tony.
A fine pomeriggio, poco prima che Tony rientrasse, Amira era sdraiata sul divano e si era addormenta mentre Ziva era in piedi davanti alla finestra a guardare la strada.
Stava bevendo una tazza della sua tisana preferita mentre aspettava che tornasse Tony. Non aveva dovuto preparare la cena perché Tony aveva promosse che sarebbe passato a prendere una pizza per tutti.

Quando Tony rientrò notò un certo silenzio in casa. Entrando in salotto vide la figlia dormire e Ziva alla finestra. Con una mano si accarezzava il ventre mentre con l'altra teneva la tazza.
Lui si avvicinò lentamente, pur sapendo che Ziva lo aveva sentito, e l'abbracciò da dietro.

"Bentornato, amore" gli disse voltandosi a baciarlo.
"Tutto bene oggi?" chiese lui mettendo anche la sua mano sulla pancia di Ziva.
"Benissimo. È stata un bella giornata" rispose lei.
"Bene" disse lui dandole un altro bacio.
"Sbaglio o sento odore di biscotti?" aggiunse.
"Amira ha voluto farli per te. Fingiti sorpreso quando te li porterà" rispose Ziva.
"Ovviamente. Vedo che lei è stanca, ma tu no" disse Tony mentre appoggiava la tazza che Ziva aveva in mano su un tavolino e l'abbracciava.
"Non sono stanca per nulla... Anzi, penso mi abbia fatto bene passare un'intera giornata con lei" ammise Ziva.
"E io che pensavo di trovarti distrutta" scherzò Tony.
"È stata brava... Tony, mi ha chiesto se le vorremmo ancora bene quando nascerà" confessò Ziva.
"Oh... Sapevamo che sarebbe successo. Glielo hai spiegato?" rispose Tony abbracciandola di nuovo.
"Certo... È ha capito che le vorremo bene come adesso. Però penso che dovremmo farle passare altre giornate come questa prima che scada il termine della gravidanza... Dopo per un po' non potremo" disse lei.
"Forse hai ragione" rispose baciandola.
"Che dici, svegliamo Amira e mangiamo? O la pizza si raffredderà" aggiunse.
"Assolutamente, anche perché muoio di fame" rispose Ziva.
"Non avevo dubbi, occhioni belli" concluse Tony.

Cenarono e Tony mangiò anche i biscotti che Amira aveva preparato per lui.

"Allora me lo dite, per favore? Avrò un fratellino o una sorellina?" chiese Amira.
"Non lo sappiamo amore, te lo abbiamo spiegato" le disse Tony.
"Ma papà! Io lo voglio sapere" si lamentò lei.

Tony e Ziva avevano deciso che questa volta non avrebbero chiesto il sesso del bambino. Volevano che fosse una sorpresa. Per quello durante tutto il tempo della gravidanza avevano discusso i nomi decidendone uno maschile e uno femminile.

"Mi dispiace, dovrai aspettare" le disse Ziva.
"Ok..." rispose Amira rassegnata.
"Va bene, andiamo a lavare i denti e ti metto a letto signorina" disse Tony all'improvviso prendendola in spalla e portandola in bagno.
"Mamma! Guarda come sono in alto" gridò mentre Tony la portava via.
"Lo vedo! Attenta a non sbattere la testa sul soffitto" scherzò lei.

Un paio di ore dopo erano anche loro a letto.

"Tutto bene al lavoro?" gli chiese Ziva.
"Si... Ma mi siete mancati" rispose Tony.
"Sai Ziva, sei veramente splendida quando sei incinta" aggiunse mentre la coccolava.
"Vorrai dire grassa" ridacchiò lei.
"Guarda che non scherzo, occhioni belli" disse lui serio.
"Ok... Quindi cosa hai intenzione di fare? Mettermi incinta all'infinito?" chiese lei ironica.
"Mmm... Non è poi una brutta idea. È anche divertente" disse lui baciandola.
"La parte che fai tu è divertente e piacevole. I restanti nove mesi lo sono un po' meno per me" rispose.
"È il prezzo da pagare per avere dei bambini belli come quello che generiamo noi" disse Tony orgoglioso.
"Su questo hai ragione" ammise Ziva.
"Ma ora non è tempo per pensare ad altri figli, devo ancora partorire questo. Cosa ne dici invece di dormire?" aggiunse.
"Penso sia una buona idea. Ma dormo solo se mia dai il bacio della buona notte" rispose Tony.
"Mmm solo perché ti amo. E perché prima di dormire ti alzerai e mi porterai un po' di cioccolata" disse Ziva.
"Oh, Zee! Ancora? Hai mangiato per un reggimento oggi, come fai ad avere ancora fame?" commentò Tony.
"Allora niente bacio" disse Ziva fingendosi offesa.
"Corro, torno subito con la cioccolata" rispose Tony alzandosi e andando a cercare ciò che Ziva desiderava.

Lei rise, sicuramente questo era un dei lati belli della gravidanza. Vedere Tony correre ovunque per lei.
















Angolo dell'autrice:

Ciaooooooooo :)
Allora come va? Siete pronti? Siamo alla fine anche di questa storia! -1 capitolo alla fine!
LOL vi lascio in sospeso fino all'ultimo sul sesso del bambino. Si sono cattiva XD AHAHHAH

Questo capitolo mi andava di farlo molto versione mamma-figlia, perché secondo me Ziva sarebbe una mamma perfettissima awwwwww *---*

Non ho molto da dire, perciò vi lascio in pace! XD

A presto!!!!
Baci, Meggie.

P.s.: per le storie a cui di solito lascio recensioni: non mi sono scordata di voi, è che in questi giorni sono un po' impegnata! Vi scriverò al più presto XD 

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Capitolo 20
*** Welcome. ***


Welcome
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La gravidanza di Ziva era arrivata al termine.
Amira aveva compiuto cinque anni, avevano passato il Natale tutti assieme e ora era iniziato il nuovo anno.
I nove mesi erano finiti e adesso si trattava solo di aspettare che il loro secondo figlio nascesse.
La pancia di Ziva era diventata enorme e anche se era inverno e non aveva caldo non vedeva l'ora che nascesse. Ogni giorno era sempre più stanca e si sentiva sempre più inutile non potendo fare praticamente nulla.

La parte della giornata che Ziva preferiva era il dopo pranzo. Da dopo le vacanze di Natale aveva preso l'abitudine di andare a prendere la figlia a scuola subito dopo che aveva mangiato invece che aspettare il pomeriggio. Almeno così avrebbero passato un po' di tempo assieme.
L'unico inconveniente era che non poteva andare a prenderla in macchina. Ormai la sua pancia era troppo ingombrante in più non era sicuro per lei guidare.
Quindi se il tempo era accettabile andava a prenderla in autobus, se pioveva o faceva troppo freddo prendevano un taxi.

Quel giorno optò per il taxi anche se il tempo non era brutto. Aveva troppo male alle gambe per prendere l'autobus e in più sapeva che ad Amira piaceva girare per la città in taxi.

"Mammina!" gridò Amira correndo incontro a Ziva non appena la vide entrare nella scuola.
"Ecco la mia bambina!" disse lei abbracciandola come meglio poteva.
"Hai passato una buona mattinata a scuola?" le chiese.
"Si! Ho fatto un disegno per te" rispose Amira mostrando un foglio a sua madre.
"È bellissimo! Siamo io e te?" disse Ziva.
"Si, quando mi porti al parco e mi spingi sull'altalena" spiegò lei.
"Grazie, amore. Ora andiamo a casa?" rispose Ziva.

Amira annuì, si mise la giacca e andò a prendere il taxi che le aspettava fuori dalla scuola insieme alla madre.
In meno di dieci minuti erano di nuovo al caldo nella loro casa.

"Mamma, nasce oggi?" chiese Amira abbracciando Ziva e appoggiandosi alla sua pancia come se volesse ascoltare quello che succedeva dentro.

Da quando le avevano spiegato che il bambino poteva nascere da un momento all'altro non faceva altro che chiedere quando sarebbe successo. Era impaziente, come tutti.

"Oh, amore... Non lo so. Ma mi farebbe molto piacere se nascesse oggi. Mamma non ce la fa più... Perché non gli dici che è ora di uscire?" rispose Ziva.
"Hey! La mamma dove che devi uscire da lì dentro! E anche io voglio! Voglio conoscerti" disse Amira parlando alla pancia di Ziva.

Sollevò il volto e guardò la madre che in quel momento la fissava sorridendo, quasi commossa.

"Vieni che ci sediamo sul divano" disse Ziva prendendola per mano.
"Allora cosa vuoi fare oggi?" aggiunse.

Amira si fermò un attimo a pensare.

"Giochiamo a monopoli!" esclamò.
"Ottima idea! Lo vai a prendere tu dalla tua camera mentre sistemo sulla tavola?" le chiese Ziva.
"Si! Torno in un secondo" rispose scattando in piedi e correndo.

Quando tornò in salotto Ziva aveva appoggiato sulla tavola un piatto con dei biscotti e un sacchetto con un regalo.

"Mamma! Mi hai comprato i biscotti a forma di lettere! Tutti insieme dicono..." iniziò poi si fermò un attimo a pensare.
"Dicono Amira!" concluse felice.
"Esatto. E poi ti ho comprato un regalino, aprilo e dimmi se ti piace" rispose Ziva.

Amira prese il sacchetto e tirò fuori la maglietta che c'era dentro.

"Riesci a leggere?" le chiese Ziva.
"Mmm... Qui dice mamma... Ma non so questa parola" rispose Amira.
"Qui c'è scritto principessa della mamma. E se volti dietro, c'è scritto principessa di papà. Ti piace?" le disse Ziva.
"Si! La posso mettere?" rispose Amira felice.
"Ma certo, vieni che ti aiuto" disse Ziva togliendole la maglia che aveva addosso e mettendole la nuova.

Aveva deciso di comprarle un regalo perché sapeva che di lì a poco sarebbe nato il bambino e non voleva che Amira pensasse che l'avrebbero lasciata da parte.
Passarono il resto del pomeriggio a giocare e disegnare. Poi mentre Ziva preparava la cena, Amira aspettava sul divano sfogliando uno dei suoi libri.
Non appena sentì la porta aprirsi scattò in piedi e corse incontro a suo padre.

"Papà! Guarda la maglietta che mi ha regalato la mamma!" esclamò felice.
"Oh... Principessa della mamma... E papà nulla?" disse lui fingendosi offeso.

Amira si voltò mostrandogli la schiena.

"Ah! Allora sei anche la principessa di papà!" aggiunse prendendola in braccio e andando in cucina dove Ziva li aspettava.

"E come sta la mia dolce mogliettina molto incinta?" chiese entrando.
"Stanca. E affamata, molto affamata" rispose Ziva dandogli un bacio.
"Allora stai benissimo" la prese in giro lui.

Cenarono, passarono un po' di tempo assieme e poi misero Amira a dormire. Si fermarono entrambi sulla porta della sua camera a guardarla.

"Ci pensi che tra poco ne avremmo un altro, o un'altra?" disse Tony mentre massaggiava le spalle di Ziva.
"Non so se essere felice o terrorizzata dal fatto che potrebbe essere un terremoto come Amira" scherzò lei.
"Io più che altro non ho più voglia di aspettare... Non hai nemmeno idea di quanto voglia ho di abbracciare questo bambino per la prima volta" ammise Tony.
"Oh, Tony... Penso di sapere esattamente cosa stai provando" rispose mettendosi una mano sulla pancia proprio mentre il bambino le dava un calcio.
"Hey, è ora di uscire... Mamma e papà vogliono conoscerti, e anche tua sorella" bisbigliò Tony.

Andarono entrambi a dormire sperando, come tutte le sere, che il giorno seguente fosse quello buono.
Ma fu verso le tre di notte che Ziva si svegliò. Si sentiva strana e solo quando aprì gli occhi si rese conto di quello che stava succedendo.
Sorrise, il momento era arrivato.

"Tony... Tony svegliati" disse lei dandogli un colpetto sulla spalla.
"No, Zee... Voglio dormire ancora, non può essere già mattina" borbottò lui.
"Non è mattina, ma devi proprio svegliarti" rispose lei ridendo.

Sapeva che avevano ancora abbastanza tempo. Le si erano rotte le acque ma le contrazioni non erano ancora forti.

"Dieci minuti" implorò Tony.
"Ok... Ma dillo al bambino che sta per uscire dal mio corpo che vuoi dormire ancora dieci minuti" affermò lei aspettando la sua reazioni.

Solo a sentire quelle parole Tony scattò seduto sul letto. Si voltò e la guardò in faccia.

"O mio Dio. Cosa hai appena detto? Sta succedendo davvero?" domandò Tony nel panico.
"Si, sederino peloso. Mi devi portare in ospedale" rispose lei.

A quel punto Tony si alzò dal letto ed iniziò a vagare per la stanza senza sapere cosa fare. Si vestiva mentre continuava a dire a Ziva di stare calma e che sarebbe andato tutto bene.

"Hey, Tony! Respira. Io sono calma, l'unico agitato qui sei tu" disse ridendo.
"Non ridere! È la prima volta per me, quando è nata Amira io non ero presente a questa parte" rispose lui.
"Ok... Ascolta io vado a cambiarmi in bagno, tu intanto chiama Ducky e digli di venire qui. Deve rimanere con Amira" disse Ziva mentre si alzava dal letto e andava in bagno.

Si erano accordati che nel caso fosse successo di notte sarebbe rimasto Ducky con Amira. Ziva voleva che Gibbs fosse in ospedale con lei. Mentre Abby e McGee si erano fatti promettere che li avrebbero fatti andare all'ospedale per essere lì quando nasceva il bimbo.

Quando Ziva uscì dal bagno, Tony era lì ad aspettarla con la borsa già pronta. Fece due passi per raggiungere di nuovo il letto ma una contrazione la fermò.
Tony non esitò un secondo ad andarle vicino ed aiutarla a sedersi.

"Fa molto male, amore?" le chiese massaggiandole la schiena.
"Un po'... Ma è ancora sopportabile" rispose lei respirando a fondo.

Non appena Ducky arrivò a casa loro, Tony e Ziva uscirono per andare all'ospedale. Non svegliarono Amira o altrimenti lei sarebbe voluta andare con loro. Per ogni evenienza c'era Ducky con lei, quindi erano tranquilli.

"Buona fortuna, mia cara. E chiamatemi non appena è nato" disse Ducky salutandoli.
"Certo. E grazie mille" rispose Tony prima di chiudere la porta e andare via con Ziva.

Quando arrivarono in ospedale gli altri erano già lì ad aspettarli. Gibbs per primo andò verso Ziva e l'abbracciò.
Era davvero felice per lei e non vedeva l'ora di conoscere il suo secondo nipote.
Tony entrò in sala parto con Ziva mentre tutti gli altri aspettavano con ansia in sala d'attesa.

Ci vollero alcune ore, durante le quali nessuno si mosse dalla propria sedia. Tim e Abby stavano scommettendo sul sesso del bambino mentre Gibbs leggeva una stupida rivista e cercava di tenerli buoni.

Più o meno alle sette di mattina Tony uscì dalla stanza in cui avevano portato Ziva. Poterono notare tutti la felicità e l'emozione sul suo volto.
Si alzarono e gli andarono incontro curiosi di avere notizie.

"Allora, dicci... Maschio o femmina?" chiese Abby curiosa.
"Maschio. Lo abbiamo chiamato Noah" rispose sorridendo.

Abby gli saltò addosso abbracciandolo.

"O mio Dio, congratulazioni!" esclamò quasi piangendo.
"Grazie, Abs... Ora mi lasci? Mi stai soffocando" disse lui.
"Tony sono così felice per voi! O mio Dio sono diventata zia di nuovo!" gridò sempre più felice.

Gibbs si avvicinò a Tony e gli diede una pacca sulla spalla.

"Congratulazioni, Tony" disse orgoglioso del suo agente.
"Grazie capo" rispose lui.

Anche Tim si congratulò e abbracciò Tony.

"Possiamo entrare a vederlo?" chiese McGee.
"Ehm... Ziva si deve ancora sistemare e poi vorremmo che la prima a vederlo fosse Amira... Se per voi non è un problema aspettare" disse Tony sinceramente.
"Certo che no, DiNozzo. Ora ci andiamo a prendere un caffè e aspettiamo" disse Gibbs.
"Va bene. Vado a casa a dare la notizia ad Amira e poi la porto qui" rispose lui.

Guidò più veloce che poteva e arrivò a casa. Quando entrò Ducky era sul divano, lui lo aveva avvertito che stava tornando e ora lo aspettava.
Non fece in tempo ad aprir bocca che Ducky lo interruppe facendogli le congratulazioni.

"Sono molto felice per voi Anthony. E Noah è un nome bellissimo" gli disse.
"Grazie... Amira dorme ancora?" chiese.
"Si, non si è svegliata nemmeno una volta. Sveglia tua figlia e dalle la notizia" disse il dottore.

Tony entrò lentamente in camera e si sedette sul bordo del letto della figlia.

"Hey, piccolina di papà... Ti svegli?" le sussurrò.
"Forza... Ti devo dire una cosa" aggiunse.

Amira si stropicciò gli occhi e lo guardò.

"Che ore sono?" chiese mezza addormentata.
"Presto... Ma devo darti una buona notizia" rispose lui.

Amira lo guardò senza dire nulla, era ancora confusa. Ma stava per riprendersi in un secondo.

"Sei appena diventata una sorella maggiore" le disse.

Amira spalancò gli occhi.

"Che cosa?" chiese sedendosi sul letto.
"La mamma è in ospedale e il bambino che aveva nella pancia è uscito" le spiegò Tony.
"Davvero? O mio Dio! Sono una sorella maggiore!" gridò mettendosi in piedi e iniziando a saltare sul letto.

Era ancora più felice di quando la svegliavano per il suo compleanno.

"Hey, ranocchietta! Calmati o ti farai male!" le disse afferrandola e facendola smettere di saltare.
"Papà, ti prego. Adesso dimmelo: è un maschio o una femmina?" chiese Amira impaziente.
"È un maschio, si chiama Noah. Hai un fratellino amore, sei felice?" le chiese Tony.
"Noah... Ho un fratellino! Oh, papà" rispose lei saltando in braccio a suo padre.

Tony la strinse, poi si accorse che stava piangendo.

"Piccolina, perché piangi?" chiese preoccupato.
"Perché sono felice! Papà, voglio vedere il mio fratellino" rispose Amira.

Tony le diede un bacio e la strinse ancora più forte, era emozionato anche lui e vedere sua figlia così felice lo fece commuovere.

"Ma certo che adesso lo vedi. Ora ci vestiamo e andiamo all'ospedale dalla mamma insieme a Ducky che è stato con te mentre dormivi" le disse.

E così fecero, meno di un'ora dopo lui e Amira stavano entrando nella stanza di Ziva.

"Mamma!" gridò Amira correndo sul letto dove era sdraiata Ziva.
"Amore mio, hey..." le disse aiutandola a salire e abbracciandola.
"Papà mi ha detto che è nato il mio fratellino... Grazie mamma" disse Amira stringendo sua madre.

Tony si avvicinò e diede un bacio in fronte a Ziva.

"Si è messa a piangere quando glielo ho detto" le bisbigliò. Ziva sorrise vedendo la figlia.
"Hey, Amira. Vuoi prendere in braccio il tuo fratellino?" le chiese.
"Si, per favore" rispose lei felice.
"Allora siediti comoda qui sul letto che papà te lo porta" disse Ziva aiutando la figlia a mettersi seduta.

Quando Tony diede Noah in braccio ad Amira la bambina rimase a bocca aperta.

"Tienilo stretto, mi raccomando" le disse Tony.
"Papà... È così piccolo" disse Amira toccando una delle manine del fratellino.
"Anche tu eri così, amore. Ti ricordi le foto?" le spiegò Ziva mentre le accarezzava i capelli.
"Ti piace, amore?" le chiese Tony.
"Si... Posso dargli un bacetto?" chiese lei sorridendo.
"Ma certo... Sulla fronte e fai piano" si raccomando lui.

Prima di fare entrare tutti gli amici Tony scattò una foto ad Amira con in braccio il fratellino. Quando aveva saputo che Ziva era incinta per la seconda volta tutto si sarebbe aspettato, tranne che vedere sua figlia così felice.
Ma ora vedendo quella scena capì che aveva pensato male. Amira era una bambina splendida ed era ovvio che avrebbe accolto il fratellino a braccia aperte.

Lasciarono entrare tutti e a turno ognuno prese in braccio Noah complimentandosi per quanto fosse bello e perfetto.
Amira non faceva altro che dire quanto fosse felice di essere diventata una sorella maggiore ed elencare tutto quello che avrebbe fatto per il suo nuovo fratellino.

Quando, poco prima dell'ora di pranzo tutti uscirono dalla stanza di Ziva, Amira si era addormentata sdraiata di fianco alla madre.
La sveglia di mattina presto e tutta l'emozione del momento le avevano fatto tornare sonno.
Tony ringraziò che Amira dormisse, così poteva avere un momento da solo con Ziva.

"Amore, va tutto bene?" chiese Tony vedendo Ziva assorta nei suoi pensieri.
"Si... Si, benissimo" rispose.
"Stavo pensando a quando è nata Amira e tu mi hai chiesto di sposarti" aggiunse.
"Sembra ieri... E invece ora abbiamo un altro bellissimo bambino" rispose Tony baciandola.
"Si... Non pensavo che una cosa così bella potesse capitare a me. Voglio dire, avere due bambini meravigliosi e un marito che mi ama così..." ammise Ziva.
"Ma te lo meriti, amore mio" rispose Tony mentre le accarezzava i capelli.
"Ti amo da morire Tony, lo sai vero?" disse lei.
"Certo che lo so, perché anche io ti amo da morire" rispose lui baciandola di nuovo.

Ziva sorrise e guardò di nuovo Amira che dormiva.

"Sarà una sorella fantastica" commentò.
"Certo che lo sarà" le disse Tony.
"Hai fatto davvero un ottimo lavoro oggi, Ninja" aggiunse.
"Grazie, amore" rispose lei.

Rimasero per un po' a parlare mentre Tony la coccolava. Era talmente felice in quel momento che non si sarebbe staccato da Ziva nemmeno un attimo.

"Mi sembri stanca... Perché non ti riposi un po' anche tu? Io resto sempre qui con voi" disse ad un certo punto Tony.
"Non è una cattiva idea... Ma prometti che non esci di qui" rispose Ziva.
"Prometto" disse dandole un bacio.

Ziva si addormentò in pochi minuti, era stanchissima e doveva recuperare le forze. D'ora in avanti si sarebbe dovuta occupare di due bambini.
Non appena si addormentò Tony prese in braccio Amira per evitare che disturbasse la madre.
Si sedette comodo sulla poltroncina presente nella stanza e pensò per un attimo alla sua vita.
Guardò Ziva dormire, Amira che lo stringeva mentre russava leggermente e il bambino che aveva appena avuto riposare poco lontano da lui.
Sentì una sensazione di felicità pervaderlo. Chiese gli occhi e si addormentò anche lui pensando a quanto perfetta fosse la sua famiglia.












Angolo dell'autrice:

Gosh. Questa è la seconda FF che finisco questa settimana.
Che immensa tristezza.
Mi mancheranno queste due storie.

Beh a differenza dell'altra storia questa è finita in modo più prevedibile, cioè tutti si potevano più che immaginare che avrei concluso la storia con il fratellino di Amira che nasceva. Ahahahah XD
Comunque... Maschio, che altro poteva essere! XD cioè ci stava, così ora hanno una bambina e un bambino, meglio di così!! XD

Come per l'altra storia vi dico che non so se ci sarà un seguito per questa FF... Vi dico solo che da venerdì inizierò una nuova storia!
Molto ma molto diversa da ogni storia che io abbia mai scritto!
Quindi state pronti, magari l'idea vi piacerà! LOL

Bene, prima di lasciarvi devo dirvi nuovamente grazie! Anche per questa FF siete stati fantastici!
Spero che vi sia piaciuto questo finale e che la storia nel complesso vi abbia soddisfatto!
Perciò grazie a:

21giulia94
angel blu 90
Antney
Bakyta12
BellaAlice22
Carlycalvo
cisse94
Fedies
frencia92
Happy Zuccherino
MeggieRairse
Phoebe90
slurmina
Tiva_Giuly96
TinaTiva99

Davvero grazie a tutti siete fantastici! :)
Ora vi lascio, ci vediamo venerdì prossimo se volete provare a leggere la mia nuova storia! XD

A prestooooooooo
Baci, Meggie.

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