HARRY POTTER E I QUATTRO OGGETTI MAGICI

di Doppiosguardo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'INAUGURAZIONE DI HOGWARTS ***
Capitolo 2: *** NOVITA' DAL MINISTERO ***
Capitolo 3: *** IL MONDO SULFUREO ***
Capitolo 4: *** SIGFRIDO ***
Capitolo 5: *** L'ANIMA ***
Capitolo 6: *** CENE ALLA STAMBERGA STRILLANTE ***
Capitolo 7: *** TRAME OSCURE ***
Capitolo 8: *** IL NUOVO POTERE ***
Capitolo 9: *** DEMELZA ***
Capitolo 10: *** SOGNARE ***
Capitolo 11: *** IL SECONDO NEMICO ***
Capitolo 12: *** IL RE DEGLI ELFI ***
Capitolo 13: *** IL LIMBO ***
Capitolo 14: *** IL RITORNO ***
Capitolo 15: *** AKASHA ***
Capitolo 16: *** VIAGGIO ALL'ISOLA MALEDETTA ***
Capitolo 17: *** LA DOMATRICE DI DRAGHI ***
Capitolo 18: *** FUGA DA AZKABAN ***
Capitolo 19: *** LA PROFEZIA DI MERLINO ***
Capitolo 20: *** RITORNO AD HOGWARTS ***
Capitolo 21: *** IL BASTONE DI SERPEVERDE ***
Capitolo 22: *** CASA BLACK ***
Capitolo 23: *** AGENTI SEGRETI ***
Capitolo 24: *** PARTENZA ***
Capitolo 25: *** LA DELIGHT ***
Capitolo 26: *** LA NAVE FANTASMA ***
Capitolo 27: *** TERRA! ***
Capitolo 28: *** LE AMAZZONI ***
Capitolo 29: *** APU & PATRONUS ***
Capitolo 30: *** MACHU PICCHU ***
Capitolo 31: *** LA COLONNA DI ENERGIA ***
Capitolo 32: *** UN SOGNO SPECIALE ***
Capitolo 33: *** UNO STRANO VECCHIETTO ***
Capitolo 34: *** SHAMBALA ***
Capitolo 35: *** LA GROTTA PROIBITA ***
Capitolo 36: *** CHICHÉN ITZÁ ***
Capitolo 37: *** MAYA QUIDDITCH ***
Capitolo 38: *** RITORNO A CASA ***
Capitolo 39: *** AVALON ***
Capitolo 40: *** LA MORTE DI RON ***
Capitolo 41: *** L'ANTRO DI MERLINO ***
Capitolo 42: *** L'ISOLA CHE NON C'È ***
Capitolo 43: *** STONEHENGE ***
Capitolo 44: *** IL DUELLO ***
Capitolo 45: *** ANDVARANAUTR ***
Capitolo 46: *** MUNDUNGUS FLETCHER ***
Capitolo 47: *** DUE SCALTRI UOMINI D'AFFARI ***
Capitolo 48: *** IL DIRETTORE DELLA GRINGOTT ***
Capitolo 49: *** IL NUOVO MINISTRO ***
Capitolo 50: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** L'INAUGURAZIONE DI HOGWARTS ***


Harry si svegliò di colpo. Ci volle parecchio tempo prima che si rendesse conto di dove fosse, aveva la gola secca come l’erba al centro di Grimmauld Place in pieno mese di Agosto. Si alzò e scese in cucina per bere un bicchiere di acqua fresca in modo da schiarirsi le idee. Bevve e il ritorno alla realtà fu quasi immediato. Aveva sognato, un sogno vivido, lucido e reale, ma non erano passati tutti quegli anni e non c’era nessun giovane Albus, James o Lily, e, almeno per il momento, nessuna signora Ginny Potter. Era passato solo un mese dalla battaglia di Hogwarts, dove finalmente “il problema Voldemort” era stato risolto.

Uscì da Villa Conchiglia, la casa di campagna di Bill e Fleur, dove aveva vissuto in questo mese, passò davanti alla tomba di Dobby. La guardò e un senso di logoramento ed inadeguatezza lo trafisse dall’interno come se fosse stato colpito da una miriade di scintille fuoriuscite della coda di uno Schiopodo Sparacoda. Si diresse verso la punta dello sperone roccioso, scese lungo la parete fino a raggiungere una piccola sporgenza sulla quale ci si poteva sedere comodamente. L’aveva trovata quando Villa Conchiglia era diventato il centro di raduno della resistenza a Voldemort. La casa a quel tempo era troppo affollata per i suoi gusti così inventava delle scuse per allontanarsi e raggiungere la sporgenza a picco sul mare; adesso come allora si beava della vista delle rocce, del cielo, del mare, del vento freddo e dell’odore di salsedine apprezzando l’eco della risacca che accarezzava gli scogli.

Il suo sguardo si perse all’orizzonte dove il cielo si fondeva con il mare, piccole onde increspavano la superficie e facevano riaffiorare il passato. L’acquisto della sua bacchetta era il ricordo che stava visualizzando e ancora oggi sembrava strano che la sua fosse la gemella di quella posseduta dal suo nemico mortale. Sentiva ancora le parole di Mr Olivander: “Ricordo una per una tutte le bacchette che ho venduto, Mr Potter. Una per una. Si dà il caso che la fenice dalla cui coda proviene la piuma della sua bacchetta abbia prodotto un'altra piuma, una sola. È veramente molto strano che lei sia destinato a questa bacchetta, visto che la sua gemella... sì, la sua gemella le ha procurato quella ferita. Sì, tredici pollici e mezzo. Legno di tasso. Curioso come accadano queste cose. È la bacchetta che sceglie il mago, lo ricordi. Credo che da lei dobbiamo aspettarci grandi cose, Mr Potter... Dopo tutto, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato ha fatto grandi cose... terribili, è vero, ma grandi”.

Il ricordo cambiò e visualizzò la fuga sulla moto di Sirius con Hagrid quando la sua bacchetta “agì da sola”, e subito dopo gli venne in mente Hermione che diceva non è la bacchetta ma è la volontà del mago che agisce tramite la bacchetta, o qualcosa del genere. Il filo dei ricordi si interruppe e una serie di domande affiorarono nella mente di Harry: “Che cos’è l’uomo? Che cosa sta cercando di fare? Quali sono le sue mete? Come avviene un fatto magico? Quali forze governano la magia? Da dove provengono?” Sorpreso da questi pensieri, fissò ancora più lontano come se potesse oltrepassare con lo sguardo l’orizzonte e ripensò al sogno della notte scorsa. Era veramente quella il tipo di vita che avrebbe voluto? Avrebbe appagato la sua irrequietezza che andava via via aumentando sin dal giorno in cui Voldemort era stato ucciso? Non ne era completamente convinto, … se ci fosse stato qualcos’altro da sapere, da conoscere e da scoprire per rispondere alle domande di cui sopra?...

    • Harry, Harry! – Il suono del suo nome lo riportò al tempo presente. Riconobbe la voce di Ginny ed ebbe un tuffo al cuore.

    • Sono quì Ginny aspettami salgo subito. –

Rispose e si arrampicò velocemente lungo lo sperone roccioso raggiungendola in un attimo. Si corsero incontro e si abbracciarono baciandosi appassionatamente. Il tocco dei suoi capelli sulla sua faccia, il suo profumo e le sue morbide labbra cancellarono improvvisamente tutte le domande e tutti i ricordi che affollavano la sua mente solamente un minuto fa. Si sedettero sulla roccia a guardarsi negli occhi e a sorridersi.

    • Hai preparato il discorso per la riapertura di Hogwarts? – Chiese improvvisamente Ginny

    • Discorso? Riapertura? Che? – Disse Harry sgranando gli occhi sotto le sue lenti sporche di salsedine.

    • Ma dove vivi? – Lo incalzò Ginny – Il castello è quasi completamente restaurato, i danni della battaglia sono stati completamente riparati, e tra due giorni ci sarà la festa di riapertura. Non puoi mancare, sei la prima celebrità e ora sei la persona più famosa del mondo magico. La re-inaugurazione non può essere fatta senza di te. –

L’orgoglio traspariva dalla voce di Ginny e il suo sorriso le inondava il volto.

    • Ma come hanno fatto? – Chiese incredulo Harry.

    • Sottovaluti la potenza della magia mio caro Harry, ma soprattutto è stato fatto con uno sforzo spalla a spalla di tutti i maghi del paese includendo gli Elfi e persino i Goblin.

    • Anche i Goblin? – Chiese Harry con una buffa espressione di stupore.

    • Si, strano vero? Penso abbiano pensato che con Hogwarts riportato agli antichi splendori, anche i loro affari e guadagni sarebbero migliorati …

    • Come sarebbero migliorate le entrate alla Gringott … dopo le ultime spese che anche loro hanno dovuto sostenere. –

Convenne ridacchiando Harry, ricordando la devastazione causata dalla sua irruzione e fuga. Anche la risata cristallina di Ginny risuonò nell’aria facendo garrire uno stormo di gabbiani.

    • Allora il discorso? – Lo incalzò Ginny

    • Non so se… - Disse pensieroso Harry

    • Per la lunga barba di Silente – Lo interruppe irritata Ginny – NON puoi mancare, ci sarà un favoloso party sia per festeggiare la ricostruzione, sia per festeggiare la liberazione dall’oppressione dei mangiamorte ma soprattutto per festeggiare: Colui-Che-Ha-Sconfitto-Colui-Che-Non-Doveva-Essere-Nominato. Quindi, come vedi, hai le spalle al muro Harry, sarà meglio per te presenziare alla festa preparato e tirato a lucido. Non voglio aprire le danze con uno sciattone balbettante. - Disse con un’aria tremendamente seria e minacciosa.

    • Va bene! – Si arrese Harry Potter

    • Arry, Ginnie, venite la pranzo è sopra il tavolo – Fleur stava loro ricordando l’ora di pranzo.

I rapporti tra Ginny e Fleur erano migliorati anche se non erano proprio perfetti, infatti lei in sua assenza la chiamava ancora Flemma, così come era migliorato l’Anglese di Fleur ma era ancora ben lontano dall’essere scorrevole. Entrarono in casa, il profumo delle vivande era invitante e subito si sedettero a tavola. Gli abitanti della casa erano molto affamati e il pranzo si svolse in silenzio e abbastanza velocemente.

    • Abbiamo un cadeau per voi - disse Fleur mentre sparecchiava elegantemente usando la bacchetta – Bill prendi li pacchetti pour loro grazie. –

Bill salì di sopra e scese subito dopo con due grossi pacchi coperti da una spessa carta beige.

    • Arrivano dall’Italia apposta per voi – cinguettò Fleur – provare ma credo che calzino a fagiolo. Li ha mandati mia cugina Eloise andata per studio di Gargoyles. Ora è in visita al castello di Sarriod de la Tour nella Valleè d’Aosta per studiare un bel soffitto legnoso decorato da 171 mensole con scolpite figure magiche come Gargoyles. –

Harry molto sorpreso indugiò contemplando il suo pacco senza toccarlo, mentre Ginny si buttò sul suo scartandolo con fare molto eccitato. Ne uscì un lungo, elegantissimo abito da sera, molto sobrio, color notte con delle minuscole finiture in argento, che parevano i raggi della luna splendenti in una notte tersa.

    • Oooooh …. – Esclamò Ginny, con un sorriso a 180 gradi, senza aggiungere altro. -

    • Incredibile! Quale oscura magia ha fatto Fleur? – esclamò Bill

    • Magia? – dissero all’unisono Harry e Fleur.

    • Certo, bisogna fare un potente sortilegio per lasciare mia sorella senza parole. – Rispose ridacchiando.

Ginny fece la faccia scura e lo inseguì correndo intorno al tavolo, brandendo l’attaccapanni come un’arma letale. Quando si calmarono, Harry aprì il suo pacco che conteneva una camicia bianca, una cravatta grigia e un abito nero classico, somigliava a un frac ma aveva un taglio più sportivo, pareva perfetto per rappresentare l’ufficialità della sua presenza all’inaugurazione lasciando però trasparire la dinamicità dell’eroe. Ginny ed Harry andarono di sopra a provarsi gli abiti, e dopo una decina di minuti scesero.

    • Oooooh …. – Esclamarono in coro con molta sorpresa e ammirazione Bill e Fleur.

    • Senza parole? Stessa magia eh? Ho imparato subito l’incantesimo. – Disse ridendo Ginny. Formavano una splendida ed elegantissima coppia, quegli abiti evidenziavano le loro figure dando loro un non so che di principesco.

    • Ginnie preparati che andiamo da coiffeur non vorrai capelli così alla festa – Disse Fleur.

    • Bene ci vediamo prima della festa, io vado a trovare un amico. – Disse Harry salendo di sopra per cambiarsi.

Aveva realizzato che non era molto bravo come ballerino, e che avrebbe dovuto prendere qualche lezione prima di mandare Ginny al San Mungo per curarsi i piedi. Si ricordò del primo Ballo del Ceppo a cui aveva partecipato e di come Neville Paciock aveva fatto tardi ballando. Il suo piano era di ottenere qualche consiglio e qualche lezione da lui. Sapeva che era rimasto ad Hogwarts, quindi prese con se la Mappa del Malandrino e usando la Materializzazione si recò a Hogsmeade.

Voleva fare una passeggiata per raggiungere il castello, costeggiando la foresta proibita, facendo visita a Hagrid per poi recarsi da Neville. Entrò dalla porta nelle mura che circondavano il castello, il sole era già sceso oltre le montagne e la luce del giorno cedeva sotto l’incalzare delle ombre, a quest’ora del giorno le alte mura davano un senso di sicurezza ma anche una sensazione tetra. Si incamminò con passi veloci costeggiando la foresta, ascoltando i rumori del bosco e degli animali diurni che si apprestavano a riposarsi e di quelli notturni che incominciavano la loro attività, arrivò nei pressi di una piccola sorgente che scaturiva dalla roccia e che formava una pozza di acqua limpida.

Improvvisamente si rese conto di qualcosa di strano, si voltò preoccupato ma non vide niente, “eppure c’è qualcosa che non va” pensò. Ad un tratto si rese conto, un silenzio innaturale era calato nella zona, nessun uccello cantava, nessun rumore proveniva dal bosco, solo il rumore dell’acqua che cadeva nella pozza. Provò un forte crampo alle viscere, all’altezza dell’ombelico, e brividi di freddo. “I dissennatori” pensò Harry ma il terreno intorno a se non era gelato, si voltò di scatto verso la foresta, e nel buio tra gli alberi noto due punti ancora più scuri, non riusciva a distinguerli bene ma parevano due “cose”, umane dalla cintola in giù e bestie dalla cintola in su. Le sue gambe si mossero da sole e lo portarono velocemente a salire la china passando davanti alla casa di Hagrid, proseguì senza fermarsi passò davanti al Platano Picchiatore quasi correndo e finalmente raggiunse il Castello. Non era stato seguito, e la sensazione di crampi alla pancia era scomparsa. Riprese fiato, poi estrasse la Mappa del Malandrino e si assicurò che Neville fosse al castello. Infatti c’era ed era da solo nella sua stanza al settimo piano nella sede dei Grifondoro, entrò evitando di incontrare altre persone e si stupì per come erano stati fatti i lavori, non era rimasto alcun segno della battaglia di un mese fa. Salì le scale e si trovò di fronte al ritratto della Signora Grassa, “Acc... - Pensò – non conosco la parola d’ordine”.

    • Bentornato Harry, - Disse la Signora Grassa facendogli segno di entrare – non hai bisogno della parola d’ordine la porta per te è sempre aperta, sei il benvenuto. -

    • Grazie – Disse entrando e dirigendosi verso Neville

    • Ciao Harry, che piacere vederti – Lo salutò Neville mentre lo abbracciava.

    • Ciao Neville, … conosci qualche essere, animale o creatura magica mezzo uomo e mezzo animale? Tipo Viktor Krum quando si era trasformato in mezzo-pesce nel torneo dei Tre Maghi. –

    • Uhmmm … no, non mi pare, perché? –

    • Ah … niente … mi e’ sembrato di vederne un paio prima di arrivare al castello … forse mi sono sbagliato. Beh ma non è questo il motivo della mia visita –

    • Qual’è allora? – chiese sorridendo Neville

    • Sono in un brutto guaio – disse Harry con aria seria – dopodomani devo essere presente alla festa di inaugurazione e devo aprire le danze. Come sai perfino Hagrid balla meglio di me, allora ho pensato che tu potessi darmi un paio di lezioni giusto per non pestare i piedi alla mia partner. –

    • Va bene, ho da poco incontrato una persona che mi ha insegnato a ballare in modo decente e penso che la cosa si possa fare. Iniziamo subito! – Disse prendendo per una mano Harry e sistemando l’altra al suo fianco. - Ora segui i miei passi, usa la gamba opposta alla mia –

Dopo alcuni passi Harry perse la concentrazione, e sbagliò muovere la gamba sinistra incocciando in quella destra di Neville, facendogli perdere l’equilibrio. Caddero a terra con Harry che si divincolava sopra Neville senza riuscire ad alzarsi.

    • Interrompo qualcosa di interessante? – Disse la voce di Hermione divertita

    • Ehm … no … non è come sembra – Rispose un imbarazzatissimo Harry schizzando in piedi mentre Neville rideva ancora sdraiato a terra.

    • Sono venuta per assicurarmi che tutto fosse pronto per la festa, aiuto la McGranitt nei preparativi e raccolgo le conferme, volevo assicurarmi che Neville partecipasse. –

    • Sicuro. – Rispose Neville.

    • Senti Hermione – Disse sottovoce Harry tirandola da una parte – conosci qualche creatura mezzo uomo e mezzo animale? –

    • Uhm … ho sentito voci su questo tipo di creature ma non ho mai letto niente di loro. Dovresti chiedere alla McGranitt, mi pare fosse stata lei a parlarne. Perché me lo chiedi? -

    • Mi è parso di vederne due alla piccola fonte sotto la casa di Hagrid. Ma forse ho visto male. –

    • E’ possibile, io non ho mai visto niente del genere. Comunque adesso devo continuare il mio giro di conferme per la festa. Ciao! – Hermione usci velocemente dalla stanza.

    • Così tu sei il famoso Harry Potter! –

Quella voce senza alcuna inflessione, sconosciuta ad Harry, proveniva dal letto vicino a quello di Neville.

Harry sobbalzò credeva che non ci fosse nessuno oltre a loro due, la sua sicurezza era dovuta al fatto di aver controllato accuratamente sulla mappa prima di entrare, e, a parte Hermione, nessuno aveva varcato la soglia della stanza.

    • Ti presento Enceladus Ananda Ixtil. E’ il mio consulente di erbologia esotica, oltre ad essere un eccellente ballerino – Esclamò un divertito Neville – è molto discreto e bravo a passare inosservato. –

Enceladus era un ragazzo, non molto alto, magro di pelle scura tipica degli indigeni andini con dei capelli neri corvini portati a caschetto, il suo naso ricordava il becco di un rapace cosi come lo ricordavano i suoi occhi scuri quasi neri che ti penetravano fino al cuore. Il suo sguardo dava l’impressione di un temporale estivo per come cambiava repentinamente e il più delle volte metteva a disagio. Una fila di denti candidi impreziosiva il suo sorriso contrastando con l’aria inquietante che il resto del volto emanava. Indossava giacca, maglione, pantaloni e scarpe nere il che contribuiva a rendere il suo aspetto alquanto sinistro, in certi momenti ricordava vagamente Severus Piton.

    • Pi … Pi ... Piac… Piacere - salutò uno sbalordito e spaventato Harry , poi raccogliendo il suo coraggio chiese – come hai fatto a non farti notare? Hai anche tu un mantello dell’invisibilità? –

    • No, niente mantello - rispose esibendo i suoi candidi denti in un divertito sorriso – è una questione energetica. Ognuno di noi possiede un’energia che lo rende vivo, ma se si riesce ad aumentarla e a farla vibrare più velocemente si diventa invisibili alle persone che ci stanno intorno, questo è il segreto. –

    • Enceladus, ma a me non lo avevi mai detto! – esclamò Neville

    • Ah è vero, ma tu non lo avevi mai chiesto, non è un segreto e nemmeno un incantesimo, uno di quelli che voi siete ben capaci di fare. –

    • Temo di non aver capito – disse confuso Harry

    • Ok, come mai i babbani, come li chiamate voi, non vedono questo meraviglioso castello bensì un mucchio di rovine? La risposta che date è a causa di un incantesimo, e questo è vero. Se però analizzaste la cosa più a fondo vi accorgereste che l’energia risiedente in questo posto è più alta e vibra più velocemente del resto della contea. Questo rende invisibile Hogwarts ai babbani o almeno alla quasi totalità di loro. –

    • Ehi, attento, stai distruggendo tutti i miei studi e le mie supposizioni sulla causa della magia – disse sbalordito Neville.

    • Infatti la magia è solo un affare energetico. –

    • Da dove vieni? Ehm voglio dire dove sei nato o sei vissuto fino ad ora? – chiese Harry

    • Sono nato in Perù a Cuzco, ma mio nonno, quando i miei genitori sono morti, avevo un anno allora, mi ha portato a vivere con lui nella città di Machu Picchu. –

    • Credevo fosse una vecchia città degli Inka ormai ridotta a un mucchio di rovine – Disse Harry.

    • Esatto, un “mucchio di rovine” come il vostro castello; al mio settimo compleanno mi ritrovai improvvisamente e senza nessun intervento o volontà da parte mia, a Shambala la città “perduta” sulle montagne del Tibet, al mio quattordicesimo compleanno mi ritrovai a Chichen Itza, altra città “perduta” nel Messico, una città Maya. Al mio ventunesimo compleanno, tre settimane fa, mi ritrovai a Hogsmeade e li conobbi Neville al negozio di erbe esotiche. –

    • Una vita piuttosto movimentata direi – disse Harry

    • Oh ... un po’ … ma mai quanto la tua. – rispose sorridendo.

    • Come mai ti succede questo? – Chiese Neville

    • Non lo so, succede; qualcuno di cui non ricordo il nome mi ha detto che devo trovare la mia famiglia, ma famiglia nella lingua in cui si è espresso vuole dire anche un gruppo con legami molto stretti tra i vari componenti. –

    • A proposito come mai parli così bene la nostra lingua se sei qui da solo tre settimane? – chiese Harry

    • Questo è un altro mistero, penso però di adattarmi molto bene al livello energetico del luogo in cui mi trovo assorbendone anche le caratteristiche compreso la lingua. Almeno così è successo in passato. Comunque se desideri delle lezioni di ballo io sono disponibile. – Disse Enceladus con uno sguardo penetrante.

    • Ok inizieremo domattina, se per te va bene. Ora vorrei sdraiarmi e riposare ho avuto una giornata movimentata. –

    • D’accordo, buonanotte. -

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Capitolo 2
*** NOVITA' DAL MINISTERO ***


I preparativi per i festeggiamenti era quasi completati, la professoressa McGranitt, ora diventata preside di Hogwarts, e la sua prima collaboratrice: Hermione Granger ultimavano le ultime formalità compresa la scaletta degli avvenimenti. Il tavolo su cui lavoravano, quello della classe di Trasfigurazioni, materia insegnata da Minerva McGranitt, era colmo di pergamene intestate con lo stemma di Hogwarts. Dopo alcune discussioni la scaletta fu stabilita: aperitivi, discorsi e commemorazioni, cena, ballo finale. A causa dei recenti avvenimenti il nuovo anno scolastico non era ancora iniziato quindi la festa sarebbe stata a convocazione personale, la lista degli invitati era già stata stilata ed Hermione con eleganti movimenti della bacchetta provvedeva a compilare le pergamene da affidare ai gufi porta lettere.

    • Gedeon De Villaret chi è costui? – Chiese Hermione leggendo il nome dalla lista.

    • Il nuovo Ministro della Magia – rispose la McGranitt – era un amico di Silente, sebbene non avesse studiato ad Hogwarts, aveva ricevuto la sua istruzione presso i Cavalieri di Malta. Si erano conosciuti in una riunione di maghi europei circa 40 anni fa e hanno sempre tenuto i contatti fra loro. Ora Gedeon, che vanta di essere un discendente di Guillaume de Villaret, un famoso Gran Maestro, si è trasferito qui ed è stato scelto per rifondare il ministero. –

    • I Cavalieri di Malta erano monaci guerrieri, un ordine formatosi negli anni 1100 – 1200 che aveva allargato la loro influenza in tutto il Mediterraneo e in Europa, devo aver letto qualcosa a riguardo e si dice che quando muoiono lascino al posto del proprio cadavere una spada. – disse Hermione

    • Esatto! Gedeon è stato scelto per la sua capacità diplomatica e per le sue conoscenze personali nel mondo della magia che vanno ben oltre i confini di Hogwarts. Ha una predilezione spiccata per le feste e le riunioni sociali ed è sempre nel fulcro dell’attenzione. Il mio pensiero è che non sia abbastanza preparato per affrontare gli intrighi o le magie oscure che tutti noi abbiamo dovuto affrontare in questi ultimi anni e che non conoscendoli approfonditamente potrebbe fare degli errori di valutazione. –

    • Intende dire che non si fida di lui? –

    • No, ma che non ha l’esperienza necessaria, ma mi faro un’idea più completa quando avrò visto le nomine del personale che ricoprirà le cariche del ministero. –

    • Pensavo che Kingsley Shacklebolt avrebbe dovuto essere il nuovo ministro. –

    • Sarebbe stato meglio, ma la comunità magica non voleva al comando un uomo troppo famoso e “integerrimo” come lui. – disse con una nota di sarcasmo la McGranitt - Si dice anche che Cornelius Caramel verrà reintegrato al ministero e gli verranno affidati i servizi segreti magici per prevenire altre minacce al nostro mondo. –

    • C’è un’altra voce di cui si fa passaparola ed è stata riportata sulla Gazzetta del Profeta in un piccolo trafiletto. Si tratta di un’imposta sul possesso delle bacchette magiche. - Disse con irritazione Hermione.

    • Ho sentito; penso sia un altro modo per mettere sotto controllo tutti i maghi che vivono da queste parti. La cosa non mi piace ma potrebbe essere solo una diceria. –

 

Gli inviti erano stati spediti e la scaletta sistemata, così le due donne lasciarono l’aula dopo che Minerva con un leggiadro colpo di bacchetta mise ordine sul tavolo, e pulì il pavimento dalle cacche dei gufi. Hermione si stava incamminando verso la sua stanza, nel dormitorio femminile dei Grifondoro, pensando all’argomento della discussione con Minerva. Non le piacevano gli avvenimenti che stavano accadendo al ministero della magia, troppe persone o cose stavano cambiando ma nessuna di esse in meglio. Una sensazione di incertezza cominciava a insinuarsi dentro di lei e il futuro non le pareva così radioso come nei giorni precedenti. “Politica? Puah” pensò disgustata mentre si infilava a letto.

 

L’atrio d’ingresso di Hogwarts, dove era stato sistemato il buffet con gli aperitivi, era illuminato dalla luce dell’imminente tramonto, un forte brusio ne riempiva l’aria; la maggior parte degli invitati era già arrivata e stava dando fondo sia i salatini sia ai beveraggi, il chinofrizz era quasi finito e il gingerrab molto più amaro e meno gradito rimaneva nelle sue ampolle riverberando un bel verde smeraldo. Una cameriera si occupava del tavolo degli aperitivi e con un elegante ma molto discreto movimento della bacchetta lo rifornì di salatini e di chinofrizz. Harry con Ginny al braccio entrarono nell’atrio, il brusio delle persone cambiò tono non appena furono notati e non era difficile immaginare l’argomento del cambiamento. Molte ragazze presenti, seppur intimorite dalle imprese di Harry, facevano commenti sulla coppia con un misto di ammirazione e invidia mentre i ragazzi provavano gli stessi sentimenti ma per tutt’altro motivo. Gli abiti che indossavano li rendevano così eleganti, quasi perfetti, che tutti si voltavano a guardarli.

    • Ciao Harry! Ciao Ginny! – Escalmarono Ron e Hermione non appena li videro.

Harry e Ginny si mossero velocemente verso di loro e li abbracciarono.

    • Meno male, salvi per il momento, non mi sono ancora abituato ad avere un sacco di occhi addosso. Mi sentivo più a mio agio con la professoressa Umbridge. – Disse Harry guardandosi il dorso delle mani sorridendo; le cicatrici delle famose punizioni erano appena visibili. - Ciao Neville, ciao Luna -

    • Ciao! – risposero in coro e si abbracciarono.

Luna, indossava un lungo ed elegante vestito azzurro, ma il suo cappello rotondo e grigio con una grossa pietra turchese e una fascia rosa le dava la consueta aria stravagante accentuata dal quel suo sguardo sognante.

    • Lei è il famoso Harry Potter? –

La possente voce sovrastò il brusio della sala, proveniva da un uomo alto e robusto dai capelli ricci e brizzolati con occhi grossi, acquosi e grigi, il sorriso era simpatico e faceva prevedere un carattere gioviale. Indossava un mantello nero con bordi porpora sopra un doppio petto dagli gli stessi colori. Sul lato destro del mantello e sul taschino sinistro del doppio petto era ricamata una croce bianca, le quattro braccia ricordavano 4 punte di frecce che si univano in un unico punto centrale. Si avvicinò tendendo la mano.

    • Si. Sono io, con chi ho l’onore? – Chiese contraccambiando la stretta di mano.

    • Gedeon De Villaret – Disse l’uomo dal mantello – Cavaliere di Malta, Membro della Confederazione Internazionale dei Maghi ed ora ho l’onore e il privilegio di rappresentare questa comunità in qualità di Ministro della Magia. Sono onorato di fare la Vostra conoscenza. –

    • L’onore è mio. – Rispose Harry “Ma Kingsley Shacklebolt non avrebbe dovuto essere il nuovo ministro?” Pensò dubbioso.

    • Se non le dispiace, dopo cena desidererei conferire con lei, è d’accordo? –

    • Certamente. -

Gedeon si allontanò unendosi agli altri rappresentanti del ministero, mentre Harry raggiungeva la famiglia Weasley quasi al completo, mancava solamente Percy e naturalmente Fred, la cui assenza spegneva il proverbiale sorriso dei componenti la famiglia, soprattutto quello di George.

    • Senti Arthur – disse Harry tirando in disparte il capofamiglia – cosa sta succedendo in questi giorni al ministero? –

    • Rinnovamento Harry! – Rispose poco convinto Arthur – L’elezione di Gedeon è motivata dal flusso di immigrazione di maghi stranieri che è avvenuta ultimamente, perciò si voleva una personalità più “internazionale” – calcando la voce su questa parola – di Kingsley. Inoltre Caramell è stato rimesso in servizio con l’incarico di approntare i servizi segreti magici. Ufficialmente per evitare altre “incresciose situazioni” come quelle successe qualche mese fa, ma circolano voci che si voglia mettere sotto controllo l’uso della magia monitorando le bacchette con il prior incantatio. La mia idea è che alla fine diventerà una questione di Galeoni. Chi vivrà vedrà. – Disse con tono poco convinto.

    • Sempre più politica in questo Ministero, dovrò considerare attentamente la mia richiesta di entrare nel corpo degli Auror. – Rispose Harry

Nell’atrio rimbombarono tre colpi di bastone e una voce stentorea esclamo’ “Si dia inizio alla cena.” Gli invitati si mossero con un gran rimbombo di passi attraversando il pavimento di pietra verso le due porte che immettevano nella sala grande. I quattro lunghi tavoli erano al loro posto, questa volta non erano addobbati con i simboli delle varie case ma con dei festoni multicolori che cambiavano continuamente passando in rassegna tutti i colori e gli stemmi di Grifondoro, Corvonero, Tassorosso e Serpeverde. Il soffitto rispecchiava le ultime luci di un tramonto rosso acceso, delle sfere di quarzo contenenti lucciole del Madagascar provvedevano ad illuminare la sala fluttuando liberamente a mezz’aria. Istintivamente Harry, Ron, Hermione, Neville e il resto della famiglia Weasley si sedettero nei loro posti abituali, al tavolo dei Grifondoro. Si guardò intorno e riconobbe la maggior parte degli invitati, i componenti superstiti dell’ES si erano seduti al loro tavolo vicini a Bill e Fleur, mentre al secondo tavolo sedevano tutti i membri del Wizengamot, più in la nel tavolo dei Serpeverde sedeva anche la famiglia Malfoy, a dire il vero un po’ isolata dal resto della tavolata. Al tavolo centrale sedevano i professori di Hogwarts insieme ai rappresentanti del ministero, Harry riconobbe Percy Weasley e la strega magrissima, coi capelli crespi che faceva parte del Wizengamot quando lo giudicarono per aver scacciato i dissennatori da suo cugino, oltre a Gedeon che parlava a voce bassa con Minerva McGranitt la preside. Quando tutti furono seduti e il brusio si abbassò Minerva alzandosi disse:

- Benvenuti alla cerimonia di riapertura di Hogwarts, desidero ringraziare tutti coloro che hanno lavorato alacremente per riportare il castello agli antichi splendori e per cancellare o almeno mitigare le cicatrici che la recente battaglia ha inciso sulle mura e nei nostri cuori. Un mio ringraziamento particolare va a coloro che ora non sono più qui ma che rimarranno sempre nei nostri ricordi per il loro coraggio e per la loro dedizione. In qualità di preside annuncio che il nuovo anno scolastico inizierà il mese prossimo. Ora cedo la parola al signor Gedeon De Villaret Ministro della Magia. Grazie -

Un caloroso applauso fece eco alle parole della McGranitt, scemando di intensità quando il ministro si alzò per prendere la parola.

    • Grazie – Disse con il vocione stentoreo – sono molto orgoglioso di rappresentare e servire la vostra comunità magica. Pur non avendo vissuto in questi meravigliosi luoghi ne ho una certa famigliarità, soprattutto con Hogwarts, grazie alle descrizioni del mio carissimo e mai compianto abbastanza, amico Albus Percival Wulfric Brian Silente – fece una pausa e si levarono dei timidi applausi – grazie, lo dico a nome di Silente perché è ovvio che questi applausi sono rivolti a lui. – gli applausi aumentarono di intensità – Non voglio annoiarvi con un lungo discorso, ma voglio puntualizzare un paio di cose; la prima è che in qualità di Ministro della Magia non ho alcuna intenzione di interferire con l’istruzione e la direzione di Hogwarts e così dovranno fare i dipendenti del Ministero con la sola eccezione di una richiesta di intervento formale e scritta da parte del preside. La seconda per annunciarvi due nomine: la prima a Vice Ministro della Magia per le pubbliche relazioni di Percy Ignatius Weasley. Quindi se avete qualche richiesta, suggerimento o, perché no, protesta potrete rivolgervi a lui e avrete sicura attenzione da parte sua e dal ministero. Sarà anche incaricato dell’Ufficio per la Cooperazione Internazionale Magica, comprendente il Corpo delle Convenzioni dei Commerci Magici Internazionali dei Maghi, Seggi Britannici. Mentre Lilith Darkmoon (ecco il nome della strega coi capelli lunghi fin sopra alle spalle e pettinati con la riga sulla sinistra pensò Harry) assumerà la carica Vice Ministro della Magia per gli affari interni e sarà responsabile per l’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, comprendente l’Ufficio per l’Uso improprio delle Arti Magiche, il Quartier Generale degli Auror e i Servizi Amministrativi Wizengamot. –

    • Sono molto onorata della carica conferitami – disse, con una voce acutissima, alzandosi senza aspettare che Gedeon le concedesse il permesso di parlare – vorrei ringraziare e dire due parole sul programma che intendiamo portare avanti al ministero. –

fece una pausa per riprendere fiato, mentre Harry sentì Hermionie borbottare qualcosa come “Inversus” senza però afferrarne il significato. In quel momento Lilith riprese a parlare:

    • Il Ministero della Magia mantiene le promesse.

Solo i Babbani possono credere che

non lotteremo contro la corruzione.

Perché se c'è qualcosa di sicuro per noi è che

l'onestà e la trasparenza sono fondamentali

per raggiungere i nostri ideali.

Dimostreremo che è una grande stupidità credere che

le arti oscure continueranno a far parte del nostro governo come in passato.

Assicuriamo senza dubbio che

la giustizia magica sarà il fine principale del nostro mandato.

Nonostante questo, c'è gente stupida che ancora pensa che

si possa continuare a governare con i trucchi della vecchia politica.

Quando assumeremo il potere, faremo il possibile affinché

finiscano le situazioni di privilegio.

Non permetteremo in nessun modo che

la nostra comunità muoia di fame.

Compiremo i nostri propositi nonostante

le risorse economiche siano esaurite.

Eserciteremo il potere fino a che

Si capisca da ora che

Siamo il nuovo Ministero della Magia. –

 

Lilith Darkmoon pronunciò il discorso tutto in un fiato e si sedette di colpo, il suo sguardo pareva assente e fisso davanti a sé. Si sentirono degli applausi ma Hermione aveva lo sguardo terrorizzato, mentre fissava Harry e gli altri vicino a lei.

    • Avete sentito – disse bisbigliando – non ci dobbiamo aspettare niente di buono da lei. -

    • Come fai a dirlo? - disse Ron – a me è sembrato un buon discorso. -

    • Un buon discorso un accidente – sussurrò stizzita Hermione.

    • Secondo me sei paranoica vedi tranelli e spie dappertutto –

La rimproverò Harry. Hermione lo fulminò con un’occhiataccia e stava per replicare quando Luna disse:

    • Ha ragione, non eravate attenti ma se aveste seguito il discorso dal fondo verso l’inizio vi sareste accorti delle vere intenzioni di Lilith. Un incanto Inversus ben riuscito, brava Hermione. –

Aveva sempre la sua aria svagata e subito si rimise a giocherellare con la sua bacchetta infilandola dietro l’orecchio sinistro, come se nulla fosse successo. Lei era, forse, l’unica che avrebbe potuto accorgersi del trucco abituata com’era a leggere il giornale al contrario.

    • Oh ma … per la barba di Silente … - esclamò Ginny - dovremmo fare qualcosa. –

    • Il signor Harry Potter venga al tavolo per commemorare i caduti nella battaglia di Hogwarts – li interruppe Minerva.

Harry si alzò, aveva concordato la cosa, il suo compito doveva essere quello di scoprire una lapide con i nomi e le foto delle persone cadute in battaglia, si diresse verso il tavolo centrale accompagnato dai mormorii del pubblico presente. Prese posto tra la Preside e il Ministro, lasciò scemare gli applausi e gli incitamenti che arrivavano dal tavolo dei suoi amici e iniziò a parlare:

    • Grazie per avermi concesso l’onore di poter ricordare tutti coloro che hanno contribuito a sconfiggere il male che aleggiava in questa regione. Sono orgoglioso della vostra ammirazione ma volevo sottolineare che senza il vostro prezioso e determinante aiuto non ce l’avrei fatta. In particolare il mio pensiero va a quelle 50 persone che si sono sacrificate affinché il bene trionfasse. Alcuni di loro erano miei carissimi amici e forse la prova più dura da fronteggiare non è stato il combattimento con Voldemort bensì continuare a vivere senza di loro. E’ quindi con grande onore e riconoscenza che inauguro la stele in onore di queste meravigliose persone. –

Con un leggero movimento della bacchetta fece cadere un grosso drappo, rappresentante gli stemmi delle quattro case che apparivano a turno come nei festoni, che copriva una stele con le foto magiche e i nomi delle persone morte nella battaglia. Attese che gli applausi fossero finiti e si diresse al posto in cui stava seduto. Minerva batté le mani e le tavole si imbandirono di ogni ben di dio. La cena trascorse contornata dalle discussioni dei commensali principalmente riguardo il discorso di Lilith Blackmoon.

    • Chissà quali altri disastri dobbiamo aspettarci dal ministero … - Hermione

    • Percy vigliacco traditore … - George

    • Chissà se Kingsley potrà fare qualcosa per … - Arthur

    • Mio Papà lo dice sempre: non ci si deve aspettare niente di buono dal Ministero … - Luna

    • Forse dovremmo rifondare l’ES e combattere di nuovo … - Neville

    • Penso che debbiamo guardare che succedendo prima … - Fleur

Le voci si accavallavano, ma Harry non partecipava alla discussione, stava pensando al motivo per cui il Ministro volesse parlare con lui. Non aveva ricevuto un’impressione sfavorevole né dalla sua persona né dal suo breve discorso e stava riflettendo su come avvertirlo della sensazione negativa che il ministro degli interni aveva generato nei suoi amici. La cena volse al termine mentre questi pensieri vagavano nella mente di Harry come dal cucchiaio alla sua bocca viaggiava una grande porzione della sua crostata di melassa preferita. Quando tutti i commensali ebbero finito di mangiare e il livello di rumore nella sala cominciò ad aumentare di nuovo, Minerva si alzò in piedi e chiese di uscire nell’atrio mentre si provvedeva ad approntare l’ambiente per il ballo. Ci fu un gran rumore di sedie smosse e il vociare confuso aumentò ancora di intensità mentre gli invitati uscivano nell’atrio attraversando lentamente le due porte. Harry ne approfittò per avvicinare il Ministro e tutti e due si diressero verso l’angolo dell’atrio più vicino.

    • Bene signor Potter – esordì Gedeon – sono al corrente che non ha ancora preso una decisione per la sua futura professione, ma nel rifletterci tenga conto delle nomine che intendo conferirle: Rappresentante Giovanile Britannico al Wizengamot e primo assistente presso il Quartier Generale degli Auror direttamente alle dipendenze di Kingsley Shacklebolt che è il capo indiscusso della sezione. –

Il ministro lo guardò dritto negli occhi con un espressione di autorità mista a speranza.

    • La ringrazio molto signor ministro per la fiducia accordatami. Devo però confessarle che nonostante la mia giovane età sono già stato disgustato dalla politica, è vero che avevo considerato una carriera nel corpo degli Auror, ma alla luce di quanto è successo e in base al discorso di Lilith Darkmoon molti dubbi e reticenze mi assalgono. - Rispose con voce ferma Harry.

    • Capisco la sua disaffezione per la politica, a causa dei guai che ha dovuto affrontare, ma francamente non capisco cosa abbia di strano il discorso di Lilith. –

    • Provi a ricordarselo e poi cerchi di sentirlo frase/riga per frase/riga partendo dalla fine verso l’inizio. Non vorrei che quello fosse il vero discorso. – Rispose Harry con un tono sfiduciato.

Gedeon ebbe un’espressione tipica delle persone che cercano di ricordare poi sgranò gli occhi e fece una faccia molto sorpresa, Harry pensò fosse anche arrossito leggermente.

    • Capisco! Le lascio un po’ di tempo per decidere. Penso che una personalità forte come la sua e con la meritata fama di cui gode possa anche permettersi di correggere queste “discrepanze”. D’altro canto mi assumerò le responsabilità del mio incarico e se le circostanze lo richiedessero prenderò i dovuti provvedimenti. Mi faccia sapere le sue decisioni al più presto. Ma ora è il momento del ballo e lei deve aprire le danze. Buona Fortuna! – gli augurò strizzandogli l’occhio.

 

Le luci si abbassarono e ai lati della piattaforma sopraelevata, situata nella parete più corta della sala, si accesero due fuochi molto luminosi. Le Sorelle Stravagarie salirono sul palcoscenico salutate da un applauso scrosciante ma con un look molto diverso da come lo ricordava Harry. Ora portavano la bandana, delle canottiere e dei pantaloni di pelle di drago, avevano gli avambracci tatuati con dei disegni molto complicati. Inforcarono i loro strumenti e fecero un gran casino per iniziare. La musica che si sarebbe potuta aspettare, visto il preambolo, avrebbe potuto essere un rock scatenato ma ne scaturì un tranquillo e rilassante valzer.

    • Ok Harry, tocca a noi! – disse Ginny.

Questa volta, anche grazie alle lezioni di Enceladus, condusse lui il ballo e non la sua dama, volteggiando elegantemente nella sala e sorridendo alle persone che lo stavano ammirando. Ben presto la sala si riempì di coppie danzanti. Bill e Fleur roteavano li vicino mentre Neville e Luna stavano ballando il valzer più strano che si fosse mai visto, ma erano perfettamente affiatati e i loro movimenti pur essendo diversi erano estremamente coordinati. Poco distante Gedeon e la McGranitt volteggiavano come due danzatori provetti. Sebbene Harry si guardasse intorno non riusciva distinguere nessuno goffo come lo era stato Malocchio Moody con la professoressa Sinistra. Il ricordo di Moody annebbiò per un attimo gli occhi di Harry, ma in quel momento le Sorelle Stravagarie smisero di suonare il valzer ed attaccarono un pezzo molto più scatenato.

Harry e Ginny si scatenarono in un rock'n roll esuberante che dopo alcuni minuti li lasciò senza fiato. Harry si portò ai lati della pista e in quel momento incrociò Percy. “Bene” pensò, “ora chiedo a lui cosa bolle nel calderone al ministero”. Si avvicinò e chiese gentilmente:

    • Scusa Percy dove possiamo parlare senza essere ascoltati? -

Percy lo squadrò con un'occhiata penetrante ma rispose gentilmente:

    • Uscendo dalla sala, sulla sinistra c'è un piccolo ufficio, va bene? -

    • Perfetto, andiamo. -

    • Signor Potter! Signor Potter aspetti – una ragazza con le insegne del ministero cucite sull'abito lo stava chiamando.

    • Scusami arrivo subito, ci vediamo nell'ufficio – si scusò Harry

    • Come posso esserle utile signorina? -

    • Devo consegnarle di persona una lettera del Primo Ministro. Venga. -

La ragazza condusse Harry ad un tavolo posto di fianco al palco dei musicisti, che stavano ancora suonando uno scatenato rock, rovistò tra la marea di carte disordinatamente riposte su quel tavolo, estrasse la lettera e la consegnò ad Harry.

    • Molte grazie signorina! - prese la lettera la ripose nella tasca interna della giacca e andò all'appuntamento con Percy.

Uscì dalla sala svoltò a sinistra e si diresse verso l'ufficio, vide la porta e notò anche che appena fuori, a destra della porta, appoggiato al muro con aria indolente, c'era un giovanotto dall'aspetto poco rassicurante. Indossava un mantello nero e portava un turbante che gli copriva gli occhi. Quando vide Harry si spostò dal muro. Alzò il bavero del mantello e guardandolo fissamente borbottò qualcosa. Questo strano comportamento mise in guardia Harry, ciò nonostante entrò come se niente fosse nell'ufficio. Era una stanza molto piccola con una scrivania di legno massiccio finemente intagliata e una libreria, decorata con lo stesso stile, che divideva in due parte della stanza. L'unica finestra era posizionata di fianco alla scrivania, dietro la libreria fuori dalla vista di Harry. La stanza appariva vuota senza alcun segno della presenza di Percy. Harry diede un'occhiata in giro, poi si avvicinò alla scrivania le girò intorno volgendo le spalle alla libreria, vide un foglio di carta intestata del ministero sul tavolo e si chinò per vedere cosa vi fosse scritto. “Forse un messaggio di Percy” pensò,

All'improvviso si sentì afferrare da dietro, le sue braccia vennero bloccate con una presa a tenaglia. Venne spinto verso una sedia a schienale diritto che si trovava dietro la libreria vicino alla finestra. Fu costretto a sedersi. Il tipo che lo aveva afferrato lo stava tenendo da dietro puntandogli una bacchetta alla gola.

    • Torniamo a parlar d'affari Percy. -

La voce gutturale proveniva alle spalle di Harry. “Allora hanno preso anche Percy e sono in due, probabilmente tre contando quello fuori dalla porta” Pensò Harry.

    • Abbiamo ricevuto un ordine diretto e preciso, vogliamo il medaglione con il simbolo di Avalon ADESSO! -

    • Ti ripeto che quel medaglione non l'ho mai visto, MAI VISTO! -

    • Non prendermi per i fondelli Percy. Colui che ci ha ordinato di prenderlo era assolutamente sicuro che fosse in tuo possesso. Quindi DAMMI IL MEDAGLIONE! - La voce stridula aumentò di volume. - Percy non abusare della mia pazienza, non hai nessuna possibilità, le bacchette sono nelle nostre mani quindi da dove dobbiamo cominciare prima di farti fuori? -

    • Perché non cominciamo con il quattrocchi? - esclamò una voce profonda che Harry identificò come colui che lo stava tenendo. - Penso che la maledizione Cruciatus sia un buon inizio. -

 

I due personaggi si guardarono l'un l'altro e sogghignarono. Il tipo che teneva Harry da dietro allentò la presa attorno le braccia di Harry e spostò la bacchetta per lanciare la maledizione.

Improvvisamente Harry alzò i piedi dal pavimento, si lasciò scivolare velocemente dalla sedia e alzando rapidissimamente le gambe colpì con le punte dei piedi la testa l'uomo che lo teneva stordendolo. Si rialzò in un lampo, estrasse la bacchetta, afferrò il collo dell'uomo ancora confuso dal colpo in fronte e facendosi scudo con il suo corpo gli puntò la bacchetta alla gola. Ora poteva vedere il tipo dalla voce gutturale che teneva Percy spalle al muro minacciandolo con la bacchetta. Il malvivente lasciò Percy e si voltò verso Harry, sempre protetto dal corpo stordito del suo assalitore, puntò la bacchetta e … - Avada Kedavra! -

La maledizione colpì l'assalitore di Harry centrandolo, usandolo ancora come scudo, Harry stava cercando di rispondere a sua volta. Il malvivente vicino a Percy lanciò di nuovo due maledizioni mortali. Entrambe colpirono lo scudo di Harry. Improvvisamente il malvivente si rese conto di aver ucciso il suo compare. Esitò.

    • Stupeficium! -

Harry lo colpì in pieno mettendolo KO. Percy lestamente prese la bacchetta del tipo.

Da fuori si sentì lo scalpiccio di piedi che si avvicinavano di corsa. Harry si spostò mettendosi la libreria alle spalle continuando a farsi scudo con il cadavere del suo assalitore.

Il tipo con il mantello che aveva visto di fuori entrò a metà. Vide Harry.

    • Avada Kedavra! -

Colpì in pieno lo scudo di Harry.

    • Expelliarmus! -

La bacchetta del tipo con il mantello volò via, l'uomo si ritrasse velocemente. La porta si chiuse e si sentì il rumore di passi che si allontanavano in fretta. Harry lasciò cadere il suo provvidenziale scudo, si girò verso Percy e chiese:

    • Chi diavolo erano? -

    • Non ne ho idea! - esclamò Percy – Cercavano un dannato medaglione che non ho mai visto. Mi hanno sorpreso mentre entravo nell'ufficio. Ma possiamo sempre farcelo dire da questo stupidotto che hai messo KO. -

In quel momento si spalancò la porta ed entrarono Minerva, Ginny, Kingsley, Gedeon, Ron e Hermione.

    • Sempre in mezzo ai guai Harry! - disse Ginny con un tono di rimprovero.

    • Ancora morti ad Hogwarts! Cosa diavolo è successo QUÌ? Esigo una spiegazione! - disse severamente la professoressa McGranitt.

    • Questo può dirvelo Percy, meglio di me, sicuramente! - Esclamò stancamente Harry.

Percy fece capolino da dietro la libreria, trascinando con se il malvivente stordito da Harry e mise al corrente gli astanti di ciò che era avvenuto in quella stanza. Al che Kingsley chiamò tre Auror, due di loro presero in consegna il malvivente stordito per poterlo interrogare più tardi. Uscirono tutti dalla stanza mentre il terzo Auror si occupava del cadavere. Harry stava camminando al fianco della professoressa McGranitt quando si ricordò della domanda che lo aveva tormentato nei giorni scorsi.

    • Professoressa conosce qualche essere, animale o creatura magica mezzo uomo e mezzo animale? -

    • Strana domanda da porsi in un momento simile signor Potter. Ebbene si, anche se da molto tempo non se ne sente parlare, la tua descrizione si può far risalire agli orchi. Seconde le antiche scritture sono gli abitanti della terra di mezzo. Quando appaiono nella nostra dimensione non sono totalmente in grado di assumere le sembianze umane quindi vengono visti come mostri antropomorfi, con connotazioni bestiali. Possono essere trovati in una dimora subacquea in fondo a acquitrini o pozze d'acqua. Si dice che siano in grado di rapire gli umani, di preferenza bambini o maschi per renderli schiavi nel loro mondo. - Rispose la professoressa. – A proposito Harry perché questa domanda? -

    • Alcuni giorni fa nell'arrivare al castello ho percorso il sentiero che da Hogsmeade costeggia la casa di Hagrid. Poco prima mentre passavo davanti alla pozza della sorgente, mi sentii a disagio e guardando verso la foresta mi pare di aver visto due “cose”, umane dalla cintola in giù e bestie dalla cintola in su. -

    • Stai in guardia. - disse con tono preoccupato la professoressa. - Buona notte Harry! -

    • Buonanotte professoressa e grazie! -

Si era fatto tardi Harry si recò alla sala comune dei Grifondoro per andare subito a letto. Beh non proprio, prima dovette spiegare ai presenti quello che era successo nell'ufficio con Percy. Descrisse sommariamente l'accaduto poi scusandosi andò a dormire seguito da Ron. Nello spogliarsi trovò la lettera del ministero nella tasca interna della giacca. Sedendosi sul letto la aprì e lesse: “Il signor Harry Potter viene cortesemente invitato a presentarsi nell'ufficio del primo ministro per importanti comunicazioni che la riguardano. L'appuntamento viene fissato per le 10 mattutine. In caso di impossibilità voglia cortesemente avvertire il primo ministro in persona. Firmato: Gedeon De Villaret.”

    • Altre grane Harry? - Chiese Ron

    • Speriamo di no. Il ministro vuole parlare con me domattina alle 10 – Rispose Harry mostrandogli la lettera.

    • Ci vai? - Chiese Ron

    • Perché no? - ribattè Harry pensando di avere un nuova opportunità di parlare con Percy.

    • Buonanotte Ron. -

    • 'Notte! -

La mattina seguente Harry si svegliò presto, guardò verso Ron che dormiva ancora beatamente, si alzò e si preparò per uscire. Era una bella mattinata il sole stava sorgendo e le nebbie dell'alba si stavano già diradando. “Proprio una bella giornata, faccio due passi” pensò Harry. Uscì dal castello e si diresse verso la casa di Hagrid. Fece ancora qualche passo e lo vide. Se ne stava in piedi davanti alla porta scrutando qualcosa verso la foresta, aveva l'aria preoccupata.

    • Ciao Harry! - lo salutò calorosamente.

    • Ciao Hagrid, ti vedo preoccupato qualcosa non va? - Chiese Harry

    • Non saprei la foresta è più silenziosa del solito e le creature sembrano essersi allontanate da questa zona specialmente dalla fonte che c'è qua sotto. Piuttosto insolito direi. Dove stai andando così presto? -

    • Al ministero ho un appuntamento con il ministro in persona. -

    • Entra prendiamo una tazza di tè – lo invitò Hagrid.

    • Va bene sono in grande anticipo. Grazie! - Disse entrando in casa

Harry e Hagrid stavano sorseggiando il tè quando improvvisamente divenne tutto scuro, “una grossa nuvola - pensò Harry, - strano il cielo era completamente sereno poco fa”. Uscirono entrambi sulla spianata guardarono il cielo, era completamente sereno tranne sopra la casa e una parte della foresta coperto da una nuvola nerissima, le nebbie del mattino si erano concentrate sotto la casa di Hagrid nei pressi della fonte. Si alzò il vento e si sentirono delle voci, come sussurri, in una lingua incomprensibile. Improvvisamente come era sorto, il vento scemò e anche la nuvola scura si dissolse. Rimase solo una nebbiolina laddove si era concentrata un attimo prima.

    • Sono anni che vivo qui – disse Hagrid – ma una cosa simile non l'avevo ancora vista, e dire che di cose strane ne ho viste! -

    • Hai sentito anche tu quelle voci? - Chiese titubante Harry.

    • Si ma non ho capito un accidente non conosco la lingua in cui si esprimevano – Replicò dubbiosamente Hagrid.

    • Bah, ora qualsiasi cosa fosse se ne è andata, e ne approfitto per muovermi altrimenti farò tardi all'appuntamento. Ciao Hagrid! -

    • Ciao Harry!

Harry si incamminò lungo la discesa il sole era tornato e il mattino era tiepido, stava guardando gli alberi al lato del sentiero e notò che si stava avvicinando alla pozza. C'era ancora una leggera nebbiolina li intorno. All'improvviso vide un mulinello provocato dal vento alzare alcune foglie e dirigersi in direzione della pozza. Sentendosi a disagio Harry estrasse la bacchetta e andò verso la pozza proprio dove il mulinello di foglie si era diretto. Le foglie continuavano a ruotare sopra lo specchio d'acqua, Harry abbassò lo sguardo per mettere a fuoco la superficie, vide l'immagine della creatura mezzo uomo e mezza bestia nell'acqua, sentì torcersi le budella e venne tirato verso la pozza, all'improvviso ebbe l'impressione di cadere e tutto diventò buio.

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Capitolo 3
*** IL MONDO SULFUREO ***


Ka boom! Un tuono lacerante spense la conversazione. Boooom, booom, boom l'eco andava via via spegnendosi.

    • Ne hanno catturato un altro – Disse Doppio Sguardo.

    • Poveraccio, ma questa volta mi pare diverso. Mai sentito l'eco prima d'ora e questo vento … andiamo a dare un'occhiata – replicò Tiensing.

Si inoltrarono sul crinale della montagna per raggiungere uno spiazzo antistante una grotta. Arrivarono e videro Harry svenuto. Lo scrutarono a lungo guardandosi e annuendo. Poi raccolsero il corpo e lo portarono con loro. Arrivati lo adagiarono sul pavimento di una capanna fatta di un materiale simile alla paglia e aspettarono che si riprendesse.

Harry stava lentamente ricuperando conoscenza. Si sentiva intorpidito e spaesato, estremamente debole. Faceva fatica persino ad aprire gli occhi. Rimase a lungo sdraiato ad occhi chiusi poi lentamente incominciò ad aprirli. Quello che stava vedendo era un colore giallo-ocra che pervadeva tutto il luogo. Sentì gli occhiali appoggiati alla fronte e con molto sforzo se li calò sugli occhi. Ora vedeva il tetto della casa a forma di cono sempre immerso in quell'atmosfera giallo-ocra. Continuava a sentirsi strano, debole, come se molte delle sue energie lo avessero lasciato, ora poteva muoversi un pochettino e voltò la testa verso destra. Sopra di lui c'erano due occhi vivi che lo stavano fissando uno era azzurro come il cielo primaverile l'altro arancione come un infuocato tramonto. Occhi incastonati in un volto che ricordava i nativi americani. Harry si spaventò, quello sguardo lo stava penetrando come una spada. La mano destra stava ancora impugnando la bacchetta. Raccolse tutte le forze rimaste si mise a sedere e rivolgendo la bacchetta verso lo sconosciuto lanciò la sua maledizione:

    • Stupeficium -

L'uomo non si scompose agguantò con una mano la maledizione che usciva dalla bacchetta strinse il pugno e poi lo riaprì rilasciando un bellissimo arcobaleno. Harry ancora più spaventato usò la maledizione più potente da lui conosciuta, e da lui mai usata:

    • Avada Kedavra -

Nuovamente lo sconosciuto apri la mano agguantando il lampo verde che usciva dalla bacchetta di Harry chiuse il pugno e lo riaprì. Una forte luce multicolore illumino la capanna. Con delicatezza lo sconosciuto tolse dalle mani di Harry la bacchetta.

    • Benvenuto giovanotto – lo salutò con un tono molto cordiale. - In questo mondo la bacchetta non ti serve, anzi usarla è contro producente, potresti, se scoperto, correre un pericolo ben più grave di quello in cui ti sei appena cacciato. -

Dopo aver pronunciato queste parole lanciò la bacchetta fuori dalla porta Harry poté vedere la bacchetta diventare un albero di agrifoglio e una fenice che volava via in quell'atmosfera giallastra e surreale.

    • Chi siete? - chiese Harry sempre più impaurito e sconcertato.

    • Mi chiamano Doppio Sguardo, ovviamente avrai capito il perché – Rise – sono un prigioniero come te di questo mondo. C'è una sola differenza, sono stato catturato tramite le lusinghe e la promessa di una vita senza morte, mentre il tuo fato è stato diverso: sei stato rapito. -

    • Come fai a saperlo? Come mai dici di essere stato attirato? - Chiese Harry

    • Quando uno arriva in questo mondo accompagnato dal tuono significa che è stato rapito e tu sei stato accompagnato dal tuono. - Rispose Doppio Sguardo

    • Il tuo tuono è stato molto particolare e mai sentito prima d'ora, per questo ti abbiamo portato qui e ti stiamo nascondendo da … come li chiami … ah si gli Orchi – Aggiunse Tiensing

Harry si voltò e lo vide. Era seduto con le spalle appoggiate alla parete della capanna, aveva le fattezze orientali forse della Mongolia, era tarchiato, robusto non molto alto. Indossava una camicia e un paio di pantaloni color ocra che si confondevano con il colore dell'aria ed era scalzo. Teneva le gambe ripiegate contro il petto e guardava interessato quello che stava avvenendo tra Doppio Sguardo e Harry.

    • E … voi chi siete? - Chiese un sempre più sconcertato Harry.

    • Imperdonabile da parte mia non essermi presentato prima! – Rise Tiensing – Mi chiamano Tiensing Wao mio caro giovane Mago. Sai che una volta, forse mille anni fa, ero uno studente in una famosa scuola di maghi? -

Harry lo guardò con aria interrogativa e decise che dai modi e dal tono che usavano i due strani personaggi non erano una minaccia immediata. Cominciò a rilassarsi.

    • Molto bene – Riprese Tiensing – meno male che ti stai rilassando temevo potessi romperti da quanto eri teso. – Risero entrambi come matti – Per rispondere alle tue domande non fatte, ecco allora la scuola di magia da cui provengo è forse la più antica; la scuola dei Monti Altai. Sappiamo che sei stato attirato qui tramite l'acqua, che è la porta di ingresso dal mondo dal quale proveniamo. Non è l'unico modo per arrivare in questo mondo, lo si può raggiungere in sogno, ed è in questo modo che noi due siamo arrivati. Abbiamo entrambi ceduto alle lusinghe della promessa di vita eterna prospettataci da queste creature ad abbiamo accettato. Accettando di vivere qui e l'averlo espresso a voce chiara abbiamo messo in moto delle forze che ci impediscono per sempre di ritornare da dove siamo venuti. In effetti siamo stati due frollocconi. – Scoppiarono a ridere entrambi.

    • Ma è vero? Allora se si vive in questo mondo non si muore? - Chiese Harry

    • Non è esatto, si muore, ma si vive una vita incredibilmente lunga impensabile per ogni essere umano. Pensa alla comodità: non dovrai neanche mangiare! La tua sussistenza viene fornita dall'energia che scorre in questo mondo. - Rispose Tiensing

    • Come potrò tornare da dove sono venuto? - Chiese Harry

    • Temo mio caro giovane … qual'è il tuo nome? - Chiese Tiensing

    • Harry, Harry Potter! -

    • Temo mio caro Harry che non vi siano possibilità di lasciare questo mondo. Non conosciamo nessuno che l'abbia fatto … tranne forse … - Tiensing lasciò la frase in sospeso.

    • Tranne? - Chiese incuriosito Harry

    • Tranne Merlino – Rispose Doppio Sguardo

    • Merlino non è mai ritornato nel nostro mondo. Fa parte della mia tradizione magica e risulta sparito senza aver fatto ritorno. - Disse Harry

    • Lo immaginavo, se ne sarà andato in un altro. - Affermò Doppio Sguardo

    • Un altro cosa? - Chiese Harry

    • Un altro mondo, ovvio! - Rispose Tiensing.

Harry si sentiva ancora debole, e la sequela di avvenimenti appena successi non contribuiva ad aiutarlo. Si sentiva stanco e assonnato.

    • Allora giovanotto, adesso devi dormire puoi sdraiarti su quella stuoia. - Disse Doppio Sguardo. - Cerca di riposare bene che a partire da domani cominciamo il tuo addestramento -

Harry cercò di replicare ma Doppio Sguardo con un gesto fermo della mano gli indicò la stuoia e con un tono gentile ma che non ammetteva repliche gli disse di dormire. Spossato si sdraiò e in men che non si dica cadde in un sonno profondo e privo di sogni.

Una strana luminescenza gialla riluceva nelle palpebre chiuse di Harry, sentiva il suo corpo steso sul terreno, le gambe appena piegate. Senza aprire gli occhi cercava di rendersi conto della sua nuova situazione: rapito e tenuto prigioniero in un mondo che non era il suo. Cercò di voltarsi su un fianco ma si rese conto di essere ancora debole poi risuonarono nella sua mente le ultime parole ascoltate prima di addormentarsi; “Domani cominciamo il tuo addestramento”.

    • Cosa mi dovrò aspettare adesso? - si chiese ad alta voce, senza aprire gli occhi.

    • Buon Giorno, giovane Harry! - La calda voce di Doppio Sguardo lo stava riportando alla realtà.

    • Buon Giorno – rispose Harry aprendo gli occhi.

Ora poteva vedere bene il suo “salvatore”. Era un uomo di mezza età con i capelli neri, lunghi raccolti dietro la nuca. Vestiva con una camicia a quadri e un paio di pantaloni di lino chiari. Era scalzo. Le sue mani erano magre e le sue dita lunghe ed affusolate. Aveva un sorriso accattivante che poteva cambiare immediatamente assumendo un'aria severa, molto più severa di quella di Piton. Ma la caratteristica più inquietante erano gli occhi. Quello destro azzurro completamente rassicurante e comprensivo, un'occhiata da parte sua ti metteva completamente a tuo agio. Quello sinistro arancione penetrante, riusciva a scavare nella parte più intima della personalità mettendoti completamente a disagio, dava l'impressione di poter leggerti dentro come se tu fossi un libro aperto.

    • Bene giovanotto incominciamo subito il tuo addestramento. Per prima cosa ti fornisco una sommaria spiegazione, per sottolineare l'importanza di quello che cercheremo di farti apprendere. Presta la massima attenzione a ciò che dico perché dalla comprensione delle mie parole potrebbe dipendere la tua sopravvivenza. E secondo … non mi piace ripetere. - Scoppiò a ridere fragorosamente.

    • Compreso signor Doppio Sguardo – Disse rispettosamente Harry

    • L'universo è composto da energia, un illimitato scorrere di flussi energetici. Ogni essere percepisce questi flussi ma riesce a metterne a fuoco solo alcuni. Altri vengono abbandonati e lasciati appena fuori dalla “normale percezione”. Fatto questo ogni essere in accordo con i suoi simili “interpreta” questi flussi fino ad ottenere la realtà vale a dire il mondo fisico. Ogni essere con il suo accordo continua a mantenere in esistenza il mondo fisico. Questo, per esempio, è vero per il mondo da cui provieni. Il mondo dei maghi e delle streghe ha un accordo diverso dal mondo dei babbani e vedono cose diverse da loro. La stessa cosa vale per questo mondo. La realtà e le regole vengono qui stabilite dall'accordo degli indigeni: gli Orchi. -

    • Posso fare una domanda? - Chiese rispettosamente Harry

    • Certo! – Rispose Doppio Sguardo sorridendo.

    • Come fai a sapere dei maghi, delle streghe e dei babbani? Sono termini che usiamo dalle nostre parti. - Chiese Harry

Doppio Sguardo fece un'espressione come se fosse stato colto a rubare la marmellata, poi scoppiò a ridere.

    • Vedi Harry, quei termini sono dentro di te e io li posso vedere così come vedo il tuo naso. Quando mi servono mi appaiono cosicché li possa usare. Capito? -

    • Mi leggi nel pensiero? - Chiese sorpreso Harry credendo di essere un discreto occlumante.

    • Non proprio; le cose a te famigliari, che mi servono, appaiono nella mia mente in modo che io le possa usare. Ma continuiamo la spiegazione. Questo mondo potrebbe essere paragonato a un formicaio. Noi siamo alla periferia del formicaio. Al centro c'è la fonte energetica di questo mondo. La fonte energetica primordiale andò persa a causa di una immane catastrofe avvenuta milioni di anni fa e gli Orchi dovettero rimpiazzarla. Come? La catastrofe provocò delle aperture tra questo mondo e il nostro, in origine i mondi erano completamente sigillati, e tramite queste aperture questi esseri scoprirono che gli abitanti del nostro mondo specialmente i maschi possedevano la stessa energia a loro necessaria. Escogitarono un mucchio di sistemi per rapire le persone e costringerle a fornire loro l'energia. Principalmente ci sono due possibilità: convincere qualcuno che si è avventurato qui in sogno a rimanere come hanno fatto con me e Tiensing, oppure rapirlo come hanno fatto con te. La differenza è che noi avendo dato la nostra parola non possiamo più abbandonare questo mondo, ma con te hanno usato un metodo molto più subdolo, ti hanno rubato l'anima e la tengono prigioniera al centro del loro “formicaio”. Questo è il motivo per cui ti senti così debole. Hanno fatto un Horcrux usando la tua anima. Si sei “immortale” ma prigioniero di questo mondo.

    • Per la barba di Silente! - esclamò sorpreso e terrorizzato Harry – Che cosa posso fare? -

    • Farti addestrare da noi – Rispose calmo Doppio Sguardo.

    • Ok mi hai convinto. Se le cose stanno così non ho nessuna alternativa. - Disse rassegnato Harry.

    • Molto bene. Ora quello che dovrai fare è recuperare la tua energia. Come? Considera che gli episodi del tuo vissuto hanno congelato parte della tua energia. Bada bene non è andata persa ma è li congelata in quegli episodi. Non si è congelata a caso ma l'hai congelata tu con decisioni e emozioni. Ricorda niente ti può succedere se, in qualche modo, non hai acconsentito. Quindi la tua impresa sarà districare questa matassa di energia bloccata. -

    • Bene la spiegazione è finita. - Continuò Doppio Sguardo. - Ti assegnerò un compito. Devi compilare due liste. Nella prima elencherai tutte le azioni che hai commesso e che hanno causato un danno a te o ad altri. Una volta completata elencherai tutte le persone che hai conosciuto nella tua vita anche occasionalmente. Quando avrai finito le liste fammelo sapere, ah dimenticavo, in quel cassettone troverai carta e penna. - Doppio Sguardo indicò un cassettone appoggiato alla parete che serviva anche da divano. Poi scrutò Harry con l'occhio arancione.

    • D'accordo – rispose Harry. Quello sguardo aveva cancellato di colpo tutte le domande che erano sorte nella sua mente.

Harry si sedette usando l'unica sedia di fronte all'unico tavolino presente in quella stanza, e incominciò subito a stilare la prima lista. All'inizio sembrava un compito facile, pochi episodi da elencare, ma più scriveva e più gliene venivano in mente. Passarono alcune ore e Harry era ancora li a scrivere a schiena curva su quel tavolino.

    • Prenditi una pausa o diverrai gobbo peggio di Tersite. - Disse molto divertito Tiensing – Un mago gobbo? No non mi sembra il caso. Facciamo così: dividiamo la giornata. Al mattino ti occuperai delle istruzioni di Doppio Sguardo al pomeriggio delle mie. -

    • Che tipo di istruzioni? - Chiese Harry

    • Giovanotto se vuoi avere una sola, piccola possibilità di riottenere la tua anima devi recuperare e gestire la tua energia. Le istruzioni del mio amico ti aiuteranno a recuperarla io ti insegnerò a gestirla. -

Harry annuì con il capo.

    • Per gestire la tua energia dovrai essere completamente nel qui ed ora. Con questo intendo che non dovrai pensare né al passato né al futuro. Il presente è l'unico momento che esiste ed è anche l'unico momento nel quale puoi gestire la tua energia. Ricorda ci sono solo due giorni in cui non puoi fare niente: Ieri e Domani, ma … Oggi puoi fare tutto, dipende da te. Il primo esercizio che dovrai fare è sederti comodamente su quel masso in quella nicchia formata dalla roccia della collina, la fuori proprio di fronte alla porta, chiudere gli occhi e percepire tutto ciò che avviene. Quando riuscirai a farlo naturalmente e a lungo allora passeremo al prossimo. Tutto chiaro?

    • Si! - Rispose Harry – sembra semplice! -

Tiensing non rispose ma scoppiò a ridere rumorosamente. Harry uscì dalla stanza andò sul patio, scrutò per un lungo momento quella onnipresente nebbiolina giallastra a circa cinque metri di distanza proprio davanti alla porta della capanna c'era una nicchia. Vi entrò, era stretta ma adatta a contenere una persona seduta. La roccia era comoda e si prestava molto bene alle sue fattezze. Chiuse gli occhi e rimase seduto. Tiensing lo teneva d'occhio dall'interno della capanna. Dopo pochi minuti Harry cominciò a sentire dei crampi alle gambe e voglia di muoversi, in effetti cambiò posizione.

    • Giovanotto così non va. Lascia perdere il passato rimani seduto e percepisci quello che avviene in questo momento. Solo in questo modo eviterai i fastidi provocati dal tuo corpo. Riprova! - Lo redarguì Tiensing

Riprovò le cose sembravano andare meglio, se ne accorse e pensò: “aveva proprio ragione se me ne sto seduto a percepire non sento male”. Il quel preciso istante sentì una fitta penetrante alla spalla e si accorse che i suoi pensieri, la sua mente, lo avevano fregato di nuovo. Combatté la sua battaglia per tutto il pomeriggio e alla sera si sentì esausto crollando come un sacco di patate sulla sua stuoia.

Ci vollero due mesi per compilare le liste e altrettanto per riuscire a stare seduto tutto il pomeriggio ad occhi chiusi senza sentire alcun dolore. Un mattino Doppio Sguardo, che aveva sempre evitato di parlare con Harry, improvvisamente disse:

    • Molto bene Harry, ora dovrai prendere la prima lista e rivivere ogni episodio che hai elencato. Dovrai per prima cosa visualizzare lo scenario in cui è avvenuto l'episodio, poi analizzerai l'ambiente, ciò che hai fatto e ciò che ti è stato fatto, le tue emozioni e le tue sensazioni, ed infine le tue decisioni prese in relazione a quell'episodio. Chiaro?

    • Si professore! - rispose serio Harry. - ma in che modo? -

    • Ehm Ehm – si schiarì la voce Doppio Sguardo e con tono accademico disse: - Ovviamente nello stesso modo in cui pratichi l'esercizio che ti ha insegnato il Professor Tiensing. Seduto ad occhi chiusi. -

    • Benissimo! Inizio subito. - Harry si alzo ed andò a sedersi sulla “sua” roccia.

Stava calando la sera Harry aveva già rivissuto alcuni episodi della sua lista. Stava per prenderne in esame un altro quando si accorse di un fatto. Il ripercorrere questi episodi lo faceva sentire più tonico ma questa sensazione non era stabile andava e veniva. Pur non avendo formulato la domanda gli arrivò la risposta.

    • Vedi Harry stai ripercorrendo le cose che non avresti dovuto fare. Tuttavia le hai commesse. Giustificare le tue azioni o dare la colpa per ciò che hai fatto significa cedere il tuo potere ad altre persone, il che vuol dire buttare la tua energia. Non importa se qualcuno ti ha fatto lo sgambetto sei tu che sei caduto. “Io sono caduto” è stato causato da te e il potere rimane a te. “Mi ha fatto cadere” è stato causato da un altro e il potere viene delegato a lui. Ricorda niente ti può succedere se, in qualche modo, non hai acconsentito. Quindi mantieni il tuo potere, mantieni la tua energia. - La voce di Doppio Sguardo era cordiale ma ferma nel pronunciare queste parole.

Harry non rispose e ricominciò il suo compito evitando giustificazioni e il dare la colpa continuando per tutta la serata e tutta la mattina seguente.

    • Molto bene evitiamo l'ingobbimento. Altro esercizio: seduto come nel precedente ma con gli occhi aperti. - Disse il “Professor” Tiensing.

Harry si impegnò a fondo in questo esercizio, il poter vedere aumentava le distrazioni e rendeva più difficile “vivere il momento”. Continuò giorno dopo giorno mese dopo mese sia a ripercorrere gli episodi del suo passato che a sostenere immobile fino a sentirsi a proprio agio le sette posizioni insegnategli da Tiensing. Rimase particolarmente attratto dalla chiarezza e dalla precisione che i suoi ricordi acquisivano. Cominciò anche ad essere più obiettivo e responsabile riguardo ad esperienze ed azioni che aveva sempre considerato ineluttabili. Con sua grande sorpresa si sentiva più forte e più ottimista, la debolezza che quel luogo provocava in lui andava via via diminuendo. A volte, mentre respirava, sentiva l'energia ritornare nel suo corpo, facendogli diventare i muscoli caldi e gonfi. Completate le sette posizioni, Tiensing incominciò ad addestrarlo in un'arte marziale simile al Kung-Fu. “Applicati con molto impegno, Harry, ciò che ti sto insegnando non è solo un modo di combattere ma è il metodo più efficace che io conosca per far scorrere la tua energia.” Gli disse un giorno Tiensing.

Passarono alcuni mesi, Harry si sentiva sempre meglio e capace di fare circolare l'energia recuperata nel suo corpo. Il clima in quel luogo senza stagioni, era costantemente di bel tempo, qualche volta pioveva ma era un fatto raro. Ormai la lista delle persone era giunta quasi al termine Gli rimanevano i suoi genitori e Voldemort lasciati per ultimi come richiesto da Doppio Sguardo. Nell'esaminare i suoi genitori, i pochi ricordi, per sentito dire, che aveva, incocciò in quello della lettera letta nella stanza di Sirius, scritta dai suoi genitori. Il ricordo era così reale da poter affermare senza essere smentiti che Harry la stesse leggendo proprio in quel momento: “Caro Felpato, grazie e grazie ancora per il regalo di compleanno di Harry! È sempre stato il suo preferito. Solo un anno e già riesce a capire e a prendere una scopa giocattolo; sembra così felice. Ti invio una foto così lo puoi vedere. Sai quell'oggetto riesce ad alzarsi soltanto di due piedi da terra ma lui ha spaventato il gatto e ha rotto un orribile vaso che Petunia mi ha mandato per Natale (niente rimpianti qui). Certo, James pensava fosse divertente, dice che sarà un ottimo giocatore di Quidditch ma abbiamo dovuto riporre tutti i soprammobili e assicurarci di tenere un occhio su dove va.“ Un sorriso si stampò sul volto di Harry ora poteva ricordare il volo sulla scopa giocattolo e il rumore del vaso che si rompeva in mille pezzi. Fu un episodio particolarmente significativo che aprì la porta chiusa ermeticamente verso i ricordi della prima infanzia e dei momenti, pochi, felici vissuti con i suoi genitori. Ripercorse anche la sua prima visita a Hogwarts portato da sua madre per incontrare il professor Lumacorno, il professore di pozioni e caro amico di Lily, e il caloroso saluto che lei ricevette da Piton, la qual cosa irritò Harry. Questi episodi sepolti nel profondo della sua mente riaffiorarono come se si fosse stappata una bottiglia di chinofrizz e non poteva fare a meno di notare quanto lo avessero indirizzato verso le sue “naturali inclinazioni”: il volare sul manico di scopa o l'insofferenza verso Piton. Continuò a rivivere gli episodi della sua prima infanzia fino ad arrivare al fatidico momento in cui Voldemort irruppe nella sua casa e uccise i suoi genitori. Riesaminò l'episodio, con una serie di sentimenti che lo fecero passare dalla felicità più assoluta fino a una disperazione totale.

Si sentì bussare, Lily andò ad aprire sentendosi al sicuro avendo appena nominato un Custode Segreto che avrebbe protetto la casa da Voldemort. Era infatti Peter Minus il Custode Segreto che stava facendo loro visita.

    • Ciao Codaliscia! – Lo salutò Lily

    • Ciao! Sono venuto ad avvertirvi che stasera potreste essere in pericolo. Si dice che Tu-Sai-Chi abbia scoperto il modo di superare la protezione fornita dal Custode Segreto. -

Disse tutto di un fiato Codaliscia, con una voce più stridula del solito e con la testa chinata a fissare il pavimento. Non guardava in faccia Lily e nemmeno James che stava raccontando la fiaba del calderone senza fondo ad Harry. Era estremamente imbarazzato e non aspettò nemmeno la replica di Lily. Sembrò che improvvisamente la terra bruciasse sotto i suoi piedi.

    • Ora devo andare, state in guardia!.-

Senza aspettare alcuna risposta uscì e si dileguò nel buio. Passarono alcuni minuti James aveva terminato la fiaba ed Harry si era quasi addormentato. Lily gli stava rimboccando le coperte quando la porta di entrata cadde di colpo con uno schianto secco e sulla soglia si stagliò la sinistra figura di Voldemort. James si buttò di lato cercando di raggiungere il mobile dove aveva appoggiato la sua bacchetta. Mentre Lily prese in braccio Harry e lo strinse al petto per fornirgli la massima protezione possibile. James non fece in tempo a raggiungere la bacchetta che un fascio di luce verde lo investì, cadde esanime sul pavimento. Voldemort si voltò verso Lily le puntò la bacchetta e disse:

    • Metti giù il marmocchio! -

Lily non rispose gli diede le spalle e strinse ancor più forte Harry al suo petto. Teneva la sua bacchetta nella tasca della gonna, dove l'aveva appena riposta in caso che l'avvertimento di Codaliscia corrispondesse al vero. Voldemort esitò, Lily appoggiò Harry nel suo lettino, estrasse la bacchetta e la puntò verso la sinistra figura. Non fece in tempo a lanciare la sua maledizione. “Avada Kedavra” il fascio di luce verde colpì in pieno Lily e rimbalzò. Si allargò formando un imbuto e si rivolse contro Voldemort. Venne investito dalla sua stessa maledizione, Harry vide un pezzo di luce nera come un ombra staccarsi da Voldemort che stava dissolvendosi, dirigersi verso di lui, sentì una botta sulla parte destra della fronte e un bruciore insopportabile. Una profonda disperazione e un immane senso di impotenza lo assalì, scoppiò a piangere irrefrenabilmente. Poco dopo arrivò Piton vide la scena, si accovacciò abbracciando il corpo di Lily piangendo e disperandosi. Poi chiamò Silente con un incantesimo di richiamo, il professore arrivò subito:

    • Vieni Severus – disse prendendo in braccio Harry – ormai qui non possiamo fare più niente. Ora l'unica cosa è provvedere affinché il ragazzo possa crescere sano e salvo. Manderò Hagrid a prenderlo per portarlo in un luogo sicuro. Andiamocene. - Lasciò delicatamente il bambino nel suo lettino dicendogli di dormire tranquillo.

Si smaterializzarono, lasciando la casa di Godric Hollow dove si era svolto il dramma che avrebbe segnato la vita di Harry.

Ripercorrendo questo episodio non poteva fare a meno di notare come tutti i suoi scontri con Voldemort erano già stati decisi come conseguenza di questo fatto. “E' proprio vero che il destino lo decidiamo noi.” pensò Harry sentendo che le emozioni provate per tanto tempo a causa di questo brutale assassinio lo avevano abbandonato lasciandogli solo il ricordo nudo e crudo.

Questo episodio fu la chiave che permise ad Harry di affrontare Voldemort sia nel passato sia adesso ripercorrendo tutte le volte che aveva avuto a che fare, direttamente o indirettamente, con lui. Nell'esaminare questi episodi non poté fare a meno di notare come l'infanzia di Tom Riddle fu infinitamente peggiore della sua. Costretto a vagare da un orfanotrofio all'altro, evitato da tutti per i suoi poteri, era cresciuto con una voglia di affermarsi frammista ad un odio verso il resto delle persone. La “pozione” che avrebbe creato il mago più potente e più cattivo che la storia ricordi.

 

Ci vollero un paio di settimane per ripercorrere tutti gli incontri-scontri con Voldemort ma alla fine Harry si sentì completamente ristabilito. Ormai tutto era andato a posto dentro di lui, si sentiva in pace e in armonia con le persone che avevano fatto parte del suo passato. Niente più rimpianti o aspettative da riporre in qualcuno. Era nata in lui una grande fiducia che lo portava ad accettare qualsiasi cosa il futuro gli avesse riservato senza timori o attese. Poteva capire come mai, a volte, i comportamenti delle persone sembrino bizzarri, vedi la fuga e il ritorno di Ron quando erano alla ricerca degli Horcrux e come il deluminatore di Silente avesse funzionato. Infatti si basava sull'energia bloccata nei ricordi di Ron e poteva accedere a questa sbloccandola. Il ricordo di Hermione aveva permesso al deluminatore di illuminargli la strada del ritorno.

 

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Capitolo 4
*** SIGFRIDO ***


All'imbrunire, Harry lasciò la sua nicchia e fece ritorno alla capanna. Sentiva il bisogno di mettersi in azione. Non aveva idea di come fare ma la spinta che sentiva dentro di sé era impellente.

Entrò e per la prima volta dopo tutto quel tempo vide contemporaneamente i suoi due nuovi amici e “professori” seduti sul pavimento della capanna. Accolsero calorosamente l'arrivo di Harry e con una sola voce dissero.

    • Complimenti giovane Harry! - Scoppiando a ridere entrambi per l'assoluta sincronia delle loro voci.

    • Grazie! Ma a che devo i complimenti? - Rispose con un sorriso

    • Hai appena terminato, e direi con successo, la prima parte del tuo addestramento. – rispose Doppio Sguardo scrutandolo con l'occhio arancione.

    • La prima parte? -

    • Certamente! Per la seconda parte avrai un altro Professore. Il Professor Sigfrido, colui che è riuscito a recuperare la sua anima strappandola dal posto in cui era stata imprigionata. - Rispose Tiensing con un tono narrativo.

    • Dov'è? Non l'ho mai visto! Cosa mi insegnerà? -

    • Abita sulla collina di fronte alla nostra – Rispose Doppio Sguardo indicandogliela attraverso la porta.

    • Che cosa ti insegnerà? Beh questa è una faccenda tra te e lui. – Disse Tiensing con tono cantilenante. - Domani andrai da lui e lo scoprirai! - aggiunse con un tono che non ammetteva replica.

    • Ora Doppio Sguardo puoi raccontare una fiaba ad Harry per farlo addormentare e accumulare le forze per il compito che lo attende. - disse con tono amorevole Tiensing

Harry aveva imparato a non fare domande e a fronteggiare tutto quello che poteva succedere quando aveva a che fare con quei due, a sue spese, soprattutto durante i combattimenti di kung fu che sosteneva contro Tiensing.

    • Quello che ti racconterò ora è una leggenda che mi raccontò il mio insegnate tanto, tanto tempo fa. La leggenda dell’aquila.

    • Il potere che fornisce e toglie la vita ad ogni essere viene chiamato Aquila, non che sia veramente un’Aquila, ma perché al veggente appare come un’Aquila nera. Quattro lampi di luce determinano la sua figura, il primo, bianco, fa intravedere il contorno della testa, il secondo, giallo, rivela un nero turbine che ricorda le ali, il terzo bagliore, rosso, lascia intravedere un occhio freddo e assente assolutamente non umano, l’ultimo, blu notte, rivela ciò che l’Aquila sta facendo. In realtà sta divorando la consapevolezza, vale a dire la registrazione di tutte le esperienze che l’essere un attimo prima ancora vivo ed ora morto ha provato nella sua vita terrena. Questo è il nutrimento dell’Aquila, quel potere che determina i destini degli esseri viventi, che si impossessa di tutte le loro esperienze. Pur essendo intangibile dai desideri e dagli sforzi dell’uomo, l’Aquila concede a ognuno di noi una possibilità, cioè la capacità, se ricercata, di mantenere la propria consapevolezza ed evitare la consunzione della morte… - Doppio Sguardo continuò il racconto con una voce penetrante e ipnotica, provocando ad Harry delle vampate di calore seguite da brividi di freddo. Qualcosa gli diceva che in effetti la leggenda descriveva il perché della vita e della morte, dando un senso alle gesta degli uomini e alla magia. - … quello che l’Aquila dona è la porta verso la libertà, ma ciò non significa la vita eterna, solo la possibilità di conservare quella consapevolezza che normalmente viene persa al momento della morte. Qui finisce la leggenda dell’Aquila. Ora è il momento di dormire. Riposati domani dovrai essere pronto. Buonanotte Harry! - Ordinò Doppio Sguardo.

Si sdraiò sulla sua stuoia piombando immediatamente in un sonno profondo e ristoratore. Dormì ininterrottamente per tutta la notte ed al mattino venne svegliato dalla voce di Tiensing.

    • Su piccolo Harry svegliati o farai tardi a scuola. - disse imitando una voce femminile.

Harry si alzò e si diresse fuori nel patio seguito da Tiensing. Stette in silenzio aspettando le istruzioni che, presumeva, gli avrebbe impartito. Infatti gli disse con tono cospiratore:

    • Vedi Harry quel sentiero che conduce nella valle qui sotto? Bene lo dovrai seguire, ora guarda bene, laggiù incomincia a salire sul versante di quella collina. Quando sarai a circa metà strada per la cima troverai una capanna, li abita Sigfrido. Ma attento, stai molto attento, strane cose succedono in quella valle. -

    • Che tipo di cose? -

    • Strane ed imprevedibili, di più non so. - Rispose elusivamente Tiensing – Lo scoprirai presto. - Affermò.

Harry salutò Tiensing con un cenno della mano e si incamminò giù per la discesa. Man mano che scendeva la nebbia gialla si infittiva rendendogli difficile distinguere i particolari in lontananza. Ormai era quasi giunto sul fondo della valle, riusciva a stento a mettere a fuoco la piccola pianura che divideva le due colline. Ancora una serie di tornanti e avrebbe camminato agevolmente sul piano. Superati i primi due la nebbia si infittì ma Harry continuò facendo maggiore attenzione a dove metteva i piedi.

Gradatamente la nebbia diventò così fitta da rendere buio tutto il paesaggio circostante. Non riusciva a vedere al di la del suo naso allora si fermò e si sedette su un masso ad aspettare che la nebbia si diradasse almeno parzialmente. Il buio persisteva, Harry sentì una fitta al petto vide due macchie fosforescenti nella notte, erano occhi e lo stavano fissando. Quello sguardo provocava una forte pressione su di lui e stava combattendo contro se stesso per non scappare.

La cosa si fece insopportabile si concentrò intenzionato a usare la tecnica di percepire con il corpo insegnatagli da Tiensing durante i combattimenti, e si lanciò in una corsa veloce per sfuggire a quegli occhi misteriosi. Stava correndo e ai suoi fianchi intravedeva delle luci verdastre simili a quelle della maledizione che uccide. Non si fermò ma continuò nella sua folle corsa, ora davanti a lui si intravedevano nel buio delle figure ancora più scure che si avvicinavano minacciosamente per catturarlo. Si fermò di colpo per ripartire ancora più veloce svoltando di novanta gradi. Questa manovra gli fece perdere la concentrazione urtò un grosso sasso e cadde. Si mise presto in piedi e riprese a correre.

Le ombre scure non si vedevano più Harry rallentò e si voltò per controllare: niente, rallentò ulteriormente e guardò davanti a sé. Poteva vedere in modo indistinto quattro esseri con le fattezze di colui che lo aveva catturato alla sorgente, esseri dagli occhi bianchi l'unico particolare veramente nitido che poteva distinguere. Si rimise a correre svoltando di nuovo a destra, stavolta cercò di mantenere la concentrazione ed evitare gli ostacoli e le pietre. Sentiva che lo stavano seguendo velocizzò la sua corsa fino ad essere in debito di ossigeno. Si fermò si sdraiò sul terreno cercando di rilassarsi e di riprendere fiato.

Stava ancora ansimando quando scorse nel cielo sopra di lui dei bagliori che facevano intravedere delle ombre volanti scure. “I dissennatori!” pensò Harry “stavolta sono fregato.” Si sentì perduto, ma proprio in quel momento una strana calma lo assalì. Tastò il terreno con la mano e urtò un grosso masso, si issò e si sedette tranquillamente su quel masso nella posizione che aveva sostenuto innumerevoli volte, quando cercava di “essere lì”.

Proprio in quel momento fece quell'esercizio, rimase li a percepire quello che inevitabilmente gli sarebbe accaduto, niente rimpianti per il passato e niente preoccupazioni per il futuro, solo la percezione del momento presente. A poco a poco il buio svanì e si accorse che tutti quei bagliori e quegli occhi fosforescenti erano soltanto degli insetti simili alle lucciole. Si rese conto che non era mai veramente diventato buio, erano solo le sue più intime paure che lo avevano fronteggiato, le aveva sconfitte ed esse lo avevano abbandonato. Una strana calma scese su Harry, facendolo sentire molto lucido e sicuro di sé sensazione che gli avrebbe permesso di affrontare con successo qualsiasi nemico o pericolo gli si parasse davanti.

Con questo spirito rinnovato si apprestò a salire sulla collina di Sigfrido, senza mancare di notare che aveva sempre corso in cerchio, in effetti non si era spostato di un metro da quando era calato il buio. Risalì la collina e dopo poco tempo si trovò di fronte a una capanna simile a quella che era stata la sua casa sin dal momento in cui arrivò in quel luogo. Si diresse verso la porta di ingresso e …

    • Permesso? - chiese rispettosamente Harry

    • Entra signor Harry Potter. Benvenuto nella mia umile dimora. - Rispose una voce amichevole dall'interno.

Harry entrò e vide Sigfrido, un pezzo d'uomo alto, biondo con i capelli sciolti lunghi fin oltre le spalle. Indossava solo un paio di pantaloni scuri. Esibiva un sorriso rassicurante come lo era il suo volto che incorniciava un paio di occhi azzurri come il cielo d'inverno.

    • Siediti. Voglio complimentarmi con te per aver attraversato la pianura li sotto. Hai scelto il percorso più difficile. Avresti potuto semplicemente andare sulla destra della capanna di Doppio Sguardo proseguire lungo il fianco della collina e camminare sulla cresta che porta a questa collina. -

    • Non lo sapevo Tiensing mi ha detto di percorrere questa strada. Pensavo fosse l'unica o la più sicura. -

    • Ah! Quel mattacchione. Quella pianura è invero strana. Solo chi ha sconfitto il primo nemico dell'uomo la può attraversare. Quindi complimenti Harry! - Disse con un largo sorriso Sigfrido.

    • Hai ragione. Ho provato una paura indicibile laggiù ma alla fine mi ha abbandonato. Questo era il primo nemico vero? .

    • Si! -

    • Quali sono gli altri? -

    • Il secondo è la lucidità, penso che tu sappia cosa intendo. -

    • Si! - Rispose ricordandosi di come si sentiva dal momento in cui la paura lo aveva abbandonato. - Perché è un nemico? -

    • Ti lascia credere che tu possa controllare o prevedere tutto quello che ti accade, provocando solo una grossa presunzione e una buona dose di cialtroneria. Vedi, le cose non sono mai come appaiono, lo hai sperimentato nella valle. Quindi è impossibile controllare o prevedere tutto. La lucidità è una bella conquista ma è anche un pericoloso nemico. -

    • Capisco. Come si fa a sconfiggerla? -

    • Allo stesso modo in cui si sconfigge la paura sfidandola ed affrontandola .

    • Bene e gli altri nemici? -

    • Il terzo è il potere. - Nella mente di Harry scorrevano le malefatte e gli assassinii di Tom Riddle compiuti nella sua ricerca del potere. - Non bisogna abusarne ma sfidarlo e il potere si arrenderà a te, affinché si arrenda dovrà essere usato solo per il maggior bene di tutti. - Fece una pausa.

    • Il quarto è la stanchezza, quando il potere è al tuo servizio e quando hai compreso come usarlo, le tue azioni sembreranno tutte uguali, sciatte, prevedibili, prive di quel senso di avventura che viene data dalla novità del cimento. E' un nemico che paralizza ogni essere umano, arrivato a questo punto, se non lo sconfigge trovando nuove cose da fare e nuovi stimoli, semplicemente non agirà più e andrà velocemente incontro alla morte. - Fece un'altra pausa e poi continuò.

    • Il quinto è la morte. Impossibile sconfiggerla ma si può ritardare per concludere i propri progetti e raggiungere lo scopo della propria vita.

Harry comprendeva perfettamente quanto Sigfrido gli stava dicendo. Poteva vedere nella sua mente varie persone bloccate nelle trappole causate dai cinque nemici. Riguardo l'ultimo si ricordò di Nicolas Flamel e della pietra filosofale.

Il pomeriggio era ormai avanzato e nei pensieri di Harry scorrevano le ultime vicissitudini quando si ricordò della “seconda parte” del suo addestramento.

    • Tiensing mi ha detto che hai delle istruzioni per me, prima di mandarmi in quella dannata valle! - Esclamò

    • Vero! - Rise Sigfrido. - Niente di speciale dovrai fare ciò che hai fatto fin'ora con Doppio Sguardo. -

    • Ma ho già rivissuto tutte le malefatte e tutti gli episodi concernenti le persone incontrate nella mia vita. -

    • Certamente ed hai fatto un ottimo lavoro direi! Quello che sto per proporti è una rifinitura, una ripulitura della ragnatela energetica chiamata Wyrd. La nostra anima è una copia esatta in piccolo dell'energia che compone l'universo. L'energia dell'universo è una composizione quasi infinita di campi energetici che determinano la vita, il fato e la morte di tutte le creature. Doppio Sguardo la chiama l'Aquila, Tiensing il Drago, io preferisco Wyrd è impersonale ed è cosi che mi è stato insegnato. L'uso della magia coinvolge questi campi energetici modificando, distruggendo o facendo apparire determinate cose. Tutto questo lascia traccia nel Wyrd. Quello che ora ti viene richiesto è eliminare le tracce lasciate dalla tua bacchetta. - La voce di Sigfrido era sempre calma, amichevole e incoraggiante.

    • Ho capito! Correggimi se sbaglio. Devo compilare una lista di tutte le volte che ho usato la bacchetta per poi rivivere ogni episodio come ho fatto con le persone. -

    • Bravissimo! Centro perfetto! -

    • Un solo problema, qui non c'è la grotta con la nicchia. -

    • Non ne hai bisogno userai la tua bacchetta. -

    • Non capisco. Non c'è più è stata … - Harry esitò

    • … scissa nei suoi componenti da Doppio Sguardo. - concluse Sigfrido – Uno dei suoi componenti è quello che ti serve. L'albero di Agrifoglio. -

    • L'albero è rimasto sull'altra collina. -

    • In questo mondo gli alberi possono spostarsi. Sono solo pigri e tendono a rimanere nello stesso posto. Penso che se gli chiedi di stabilirsi qui lo possa fare volentieri. -

    • Come faccio? -

    • Vai fuori e chiamalo. Verrà, in fin dei conti ti è stato fedele per tanto tempo. -

Harry uscì nella spianata davanti la casa e come se lanciasse un incantesimo disse:

    • Agrifoglio vieni qui! -

Un istante dopo una enorme, magnifica pianta di Agrifoglio si stagliava davanti alla casa.

    • Ben fatto Harry. Ora prima di andare a dormire ti racconto la mia storia. Entra. -

Harry entrò e si sedette per ascoltare la storia di Sigfrido. In realtà aveva letto di lui nella biblioteca di Hogwarts ma ora poteva sentire la storia di prima mano.

    • Abbiamo avuto un'infanzia simile Harry. Nacqui quando mio padre era già morto. Perì in battaglia contro il più potente mago dell'epoca Odino. In effetti i babbani lo chiamano padre degli dei ma noi sappiamo come vanno le cose. - Disse strizzando l'occhio a Harry. - Odino frantumò la spada di mio padre e un frammento di essa lo colpì. Morendo, mio padre preannunciò a mia madre che avrebbero avuto un figlio, al quale lasciò i frammenti della sua spada. Mia madre dopo avermi partorito, si innamorò di un re e non potendomi tenere con se mi affidò a mio zio. Era un uomo rude, ingordo e violento e cercò di inculcarmi queste “qualità” ma quello che in realtà bramava era il controllo sul tesoro di mio padre. Quando ingenuamente cedetti alle loro promesse di fornirmi qualsiasi cosa avessi desiderato rivelai a lui e alla sua famiglia il luogo in cui erano riposte le ricchezze lasciatemi da mio padre e rivelatomi da mia madre. In questo modo persi tutte le mie ricchezze. Vennero scialacquate in poco tempo da mio zio e dai suoi due fratelli. Oh ma si è fatto tardi continuerò la storia domani sera. Ora mettiti a dormire ti aspetta una sacco di lavoro domani. Buonanotte. -

    • 'Notte. -

Harry si sveglio presto e incominciò a compilare la lista.

    • Non serve compilare la lista di tutte le volte che hai usato una bacchetta. Dovrai compilare solo la lista di quando non hai usato la tua. Agrifoglio ti farà ricordare tutte le volte che l'hai usato. Ovvio no? -

    • Certo! Geniale! - Esclamò Harry

Impiegò l'intera mattinata a compilare la lista in effetti non era molto lunga.

    • Bene ora accomodati su un ramo dell'albero e incomincia a contattare il primo episodio della lista. -

Harry uscì dalla stanza e sali sull'albero, facendo attenzione a non graffiarlo o a rompere qualche ramo. Si sedette su un ramo, lo trovò estremamente comodo ne fu contento, e l'Agrifoglio lo circondò affettuosamente con le sue fronde. Harry si sentiva protetto e fuori dalla vista di qualsiasi altra creatura, spinto da questa sicurezza passò ad esaminare gli episodi della lista. All'imbrunire aveva già completato la riesamina di quegli episodi. Quindi scese dall'albero ed entrò in casa. Sigfrido lo accolse con un sorriso e facendogli cenno di sedere continuò la sua storia.

    • La famiglia di mio zio, chiamo zio solo la persona a cui sono stato affidato, era composta dal padre, e dagli altri due fratelli. Mio zio era un bravo fabbro, il più vecchio dei suoi fratelli era un bravo pescatore. Di solito andava a pesca alle cascate dove viveva un nano. Questo, era solito trasformarsi in un luccio e nuotava tranquillo; un giorno Odino, con altri due maghi suoi compari erano nei pressi della cascata e uno di loro vide il fratello di mio zio, che si era trasformato in lontra per pescare, con un pesce sulla riva e, credendo che fosse veramente una lontra, lo uccise. Al ritorno passarono dalla casa di mio zio e mostrarono il loro trofeo a suo padre. Quando scoprì che la lontra era in realtà uno dei suoi figli imprigionò i tre maghi. Per potere riscattarsi venne chiesto ai tre maghi di procurare tutte le ricchezze del nano della cascata. Utilizzando una rete magica catturarono il nano che fu obbligato a consegnare tutte le sue ricchezze, ma voleva tenere per se un magico anello capace di produrre oro a volontà. I maghi lo obbligarono a consegnare anche quell'anello ma il nano prima di consegnarlo lo maledì. Pagarono il padre di mio zio con il tesoro del nano compreso l'anello ed ottennero la libertà. La maledizione scagliata dal nano non tardò a manifestarsi, infatti il terzo figlio uccise il padre e cacciò di casa mio zio e me, tenendo per sé tutto l'oro. Ma la maledizione non era conclusa il terzo figlio si trasformò in un drago fuori controllo. Domani ti racconto il seguito della storia -

Harry dormì tutta la notte, stare con Sigfrido lo faceva sentire bene e il sonno era estremamente riposante. Al mattino seguente salì sull'albero si sedette chiuse gli occhi e improvvisamente si trovo nel negozio di Olivander intento a comperare la sua bacchetta. Era come vedere i ricordi nel pensatoio solo che erano ancora più vividi. Percorso questo apparve Hermione che gli stava strappando la bacchetta per aprire la porta che rinchiudeva Fuffi il cane a tre teste. Poi apparve la lezione di levitazione quando cercava di alzare la piuma dicendo: Wingardium Leviosa agitando maldestramente la bacchetta. Esaminò in questo modo diversi episodi in cui la sua bacchetta era stata usata, ma a un certo punto a metà pomeriggio smisero di apparire. Harry scese dall'albero e si sgranchì facendo gli esercizi di kung fu appresi da Tiensing. Stava ancora menando calci quando si accorse che ormai la notte stava scendendo, entrò in casa per ascoltare un nuovo episodio della vita di Sigfrido. Era pronto seduto in attesa quando anche Harry fu seduto sorrise e cominciò a narrare:

    • Essendo diventato un drago fuori controllo e molto pericoloso accettai il consiglio di mio zio ed accettai di ucciderlo. Chiesi a mio zio di forgiarmi una spada ma non appena l'ebbi in mano la provai contro l'incudine, ma l'arma si frantumò in mille pezzi. Mio zio me ne fece un'altra, ma anche questa si ruppe all'urto con l'incudine. Infine chiesi allo zio di fabbricarmi una spada partendo dai frammenti di quella di mio padre, e così la spada che venne forgiata fu sottoposta alla prova dell'incudine, tagliandola a metà. Per uccidere il drago, mio zio mi consigliò di scavare una fossa, posizionarcisi dentro, e aspettare che il mostro si posizionasse sopra, per poi trafiggerlo. Un passante molto vecchio, sotto le cui spoglie si celava Odino, mi consigliò di scavare molte buche per far defluire il sangue e farci il bagno dopo aver ucciso il drago; infatti immergersi nel suo sangue mi avrebbe il dono dell'invulnerabilità e la sicurezza che nessuno mi potesse rubare l'anima. Seguii scrupolosamente il piano congegnato e uccisi il drago immergendomi completamente nel suo sangue, sfortunatamente una foglia si posò sulla mia spalla impedendole di bagnarsi del sangue del drago. Guarda! -

Si girò e mostrò la spalla destra ad Harry. Vide una macchia chiara a forma di foglia sulla scapola destra di Sigfrido.

    • Mi era stato consigliato sempre dal vecchio di assaggiare il sangue del drago, acquisendo così la capacità di comprendere il linguaggio degli uccelli e di arrostire il cuore e mangiarne una parte, acquisendo la capacità della profezia. Queste doti mi permisero di scoprire che mio zio stava tramando alle mie spalle per uccidermi. Lo precedetti e lo decapitai. In futuro non ci fu più bisogno di queste azioni truculente per procurarsi i poteri perché furono inventate le bacchette magiche. E il bagnarsi o bere il sangue del drago o mangiarne il cuore non fu più necessario furono inclusi nel nucleo della bacchetta stessa. Continueremo domani la storia. -

Harry passò la maggior parte del giorno dopo a ripercorrere le azioni fatte dalla sua bacchetta, e nel tardo pomeriggio ad allenarsi quando non gli si presentavano più i ricordi. Era come se l'albero sapesse quando Harry avrebbe dovuto smettere. I giorni stavano passando in fretta Harry si stava accorgendo che la fine del suo compito era prossima, aveva già rivissuto lo scontro con Voldemort, e anche il racconto di Sigfrido stava volgendo al termine. Durante questo tempo aveva raccontato le sue vicissitudini con il gentil sesso senza tralasciare particolari scabrosi, ora si apprestava salire sull'albero per l'ultima volta almeno stimava che lo fosse. Infatti il suo ultimo ricordo fu il combattimento fatto con i tre loschi figuri nell'ufficio ad Hogwarts in compagnia di Percy. Scese dall'albero sentì la necessità di sgranchirsi lo fece come al solito usando il kung fu. Poi entrò ad ascoltare la storia di Sigfrido.

    • Ora come già sai la mia condotta con il gentil sesso non fu proprio irreprensibile. Mia moglie mi scoprì e volle vendicarsi. Un giorno si fece accompagnare in un viaggio per andare a trovare sua sorella. Non sospettavo di niente quindi non usai il dono della veggenza. Ad un certo punto passando vicino a una pozza d'acqua mi chiese di fermarmi perché voleva bere. Ne approfittai per abbeverare i cavalli e per dissetarmi. Quando feci per bere vidi una di quelle creature che abitano questo mondo ma io era invincibile e non ci feci caso. Ma il tipo aspettò che mi voltassi e lestamente mi rubò l'anima. Senza la mia anima fu un gioco da ragazzi per lui attirarmi qui. Fortunatamente incontrai Merlino che mi salvò dall'essere catturato e mi affidò a quei due mattacchioni che ti hanno addestrato. Con il loro aiuto conquistai abbastanza energia per riconquistare la mia anima. Adesso penso sia giunto per me il momento di seguire Merlino e lasciare questo mondo. -

    • Come farai? .

    • Ho notato che appena prima di catturare qualcuno si sente una leggera vibrazione nell'aria. Questa mi permette di raggiungere lo spiazzo con la caverna che è il punto di entrata in questo mondo. In aggiunta la mia anima ha appreso che il solo modo per uscire è fare uno scambio. Uno entra ed uno esce. Quindi se sarò la al momento giusto, avrò l'opportunità dello scambio. -

    • Come fa a saperlo la tua anima? - Chiese Harry

    • Vedi Harry, - spiegò Sigfrido con calma - quando sei arrivato qui sei stato diviso in due: il tuo corpo e la tua energia vitale ti sono rimasti ma la tua anima è stata catturata ed è entrata a far parte di questo mondo come fonte di energia. In linea di massima non è un male perché, affinché possa continuare a fornire energia, dovrà imparare le vie del Wyrd. Quindi se riuscirai a recuperarla avrai la conoscenza acquisita dalla tua anima, altrimenti sarai relegato in questo mondo come prigioniero, nella migliore delle ipotesi, o schiavo, nella peggiore. -

    • Come potrò recuperare la mia anima? - Chiese speranzoso Harry?

    • Nessuno può dirlo, l'unica cosa che si può fare è presentarsi davanti a lei. Poi dipende da te. E' una cosa assolutamente personale da rendere qualsiasi suggerimento fuorviante. Perciò farò quanto è nelle mie possibilità per preparati a questo incontro. Quello che avverrà dopo sarà un affare tuo e solo tuo. Domani mattina ti mostrerò come raggiungere la tua anima. -

L'indomani ai primi chiarori dell'alba Sigfrido condusse Harry giù per la collina fino ad una serie di massi che si stagliavano sul suo fianco. Fece cenno di stare in silenzio e si nascosero dietro ai massi. Con un sussurro disse ad Harry di prestare la massima attenzione a ciò che avrebbe visto senza fare il minimo rumore. Poco dopo si sentì un rumore sordo proveniente dalla strada sottostante e trascorsi alcuni minuti in cui il rumore diventava via via sempre più forte e più cupo apparvero quattro carri trainati da strane bestie. Il primo carro era guidato da un orco mentre gli altri tre parevano gli schiavi descritti da Sigfrido la sera scorsa. Poco dopo i carri sparirono in lontananza e Sigfrido ruppe il silenzio:

    • Guarda laggiù quella pianura, indicando una zona pianeggiante che si intravedeva ai piedi delle colline che caratterizzavano il paesaggio conosciuto da Harry. Vedi quella collinetta al centro? -

Harry tentava di mettere a fuoco in lontananza e nella foschia giallastra riuscì a scorgere una collinetta a forma di cono. Fece cenno di si con il capo.

    • Bene è la che tengono prigioniera la tua anima. Ed è da quelle parti che i carri si recano ogni giorno. Passano vicino alla collinetta ma non troppo, non riescono a sopportare a lungo l'energia che ne deriva. Il piano potrebbe essere semplice ma estremamente pericoloso. Salire su un carro sostituendosi al postiglione e tentare di arrivare vicino alla collina traforata senza farsi notare. Di meglio non saprei. Ora sta a te! -

    • Grazie devo escogitare qualcosa allora. -

Appena proferite queste parole scese dalla collina fino a raggiungere la strada dove erano appena passati i carri. Perlustrò la zona e vide un sporgenza rocciosa che sovrastava la strada appena prima di una curva. Immediatamente ebbe l'idea di far trasferire l'Agrifoglio su quella sporgenza in modo da poter osservare il passaggio dei carri senza essere visto.

Harry, seduto comodamente su un ramo dell'agrifoglio, stava osservando da alcuni giorni, quelle carovane di quattro carri. I carri erano sempre tirati da una pariglia di capronti. Questo era il nome affibbiato da Harry agli strani animali che tiravano i carri. Avevano un corpo possente molto simile a quello dei rinoceronti, ma il collo e la testa erano più simili a quello di una capra con barbetta, occhi gialli a pupilla orizzontale e un bel paio di corna ricurve all'indietro. Il tutto ben proporzionato al resto del corpo. Il carro aveva quattro ruote, un pianale e due stanghe legate rispettivamente al lato destro e al lato sinistro dei due animali. Il postiglione conduceva il carro sedendosi su una specie di scranno al quale pervenivano quattro paia di corde. Le quattro superiori erano legate alle corna dei capronti ed erano unite due alle corna destre e due alle sinistre. Servivano a determinare la direzione tirando la destra si svoltava a destra e a sinistra tirando l'altro capo. Erano legate a un corto bastone in modo che un deciso movimento del polso sinistro poteva impartire la direzione voluta. Lo stesso valeva per le altre quattro corde legate a una specie di morso imbrigliato sul muso dei capronti. Tirando il morso verso destra gli animali frenavano mentre tirando verso sinistra si mettevano a correre.

Memorizzò il tutto in modo indelebile ripassò mentalmente tutte le operazioni che dovevano essere fatte per condurre quei carri ed elaborò il suo piano. In effetti era molto semplice ma richiedeva una velocità di esecuzione impeccabile. Si sarebbe lasciato cadere dall'albero stordendo il postiglione del secondo carro, ne avrebbe preso il posto e avrebbe mantenuto la posizione fino alla pianura descritta da Sigfrido. A quel punto sarebbe sceso dal carro e avrebbe proseguito a piedi fino alla collina traforata. L'indomani sarebbe stato il gran giorno.

 

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Capitolo 5
*** L'ANIMA ***


Alle prime luci sulfuree del mattino Harry si alzò, uscì e guardò in direzione della capanna di Doppio Sguardo. Non riusciva a distinguerla in quella nebbia giallastra ma sapeva che c'era e rivolse ai suoi due salvatori un ringraziamento silenzioso proveniente dal profondo del cuore. Poi rientrò a salutare Sigfrido.

    • Gran giorno vero Harry? - Disse con un sorriso Sigfrido – Una vera impresa ci aspetta entrambi. Tu dovrai recuperare la tua anima. Io proverò a scappare da questo mondo. Devo sbrigarmi, senti questa leggera vibrazione nell'aria? -

    • Si! - rispose Harry.

    • Ottimo! Ciò vuol dire che stanno per catturare qualcuno. Ho poco tempo per recarmi alla grotta ed approfittare del “risucchio”. Forse un giorno ci rivedremo. Buona fortuna giovane Harry.

    • Buona fortuna Sigfrido e grazie di tutto. -

Si abbracciarono e Sigfrido uscì dalla capanna con passo veloce si inerpicò sulla collina per raggiungere la grotta sulla spianata. Harry scese velocemente dirigendosi verso l'albero di agrifoglio che sporgeva sulla strada. Salì velocemente sul ramo che lo accolse e lo nascose con le fronde ed aspettò. Passò un'ora in vigile attesa poi cominciò a udire un rumore soffocato come se qualcosa di molto pesante, in lontananza, picchiasse sul terreno. Erano le grosse zampe dei capronti, il rumore andava via via aumentando, poteva sentirli ma non ancora vederli. Dopo alcuni minuti apparvero dalla svolta della strada, ora dovevano percorrere un breve tratto rettilineo, proprio nel mezzo del quale pendevano le fronde dell'agrifoglio.

Harry si tenne pronto, lasciò passare il primo carro condotto da un orco e quando il postiglione del secondo si trovò sotto di lui si lasciò cadere. La manovra fu fulminea, colpì con entrambi i piedi il ragazzo che guidava il carro stordendolo, appoggiò i piedi sullo scranno agguantando con la destra il corpo del ragazzo lo scaraventò sul pianale, tenne, però, con la mano sinistra il suo mantello che si sfilò dal corpo ormai incosciente, lo indossò e si mise alla guida del carro. Il tutto avvenne molto velocemente, ma per l'allentarsi delle corde il carro scartò di lato. L'orco che conduceva il primo carro se ne accorse, si voltò a controllare, guardò Harry avvolto nel mantello per un attimo che a lui sembrò una eternità, poi si girò e continuò a condurre la carovana. Condusse per un paio d'ore il suo carro, lungo quella strada in leggera discesa, mantenendolo sempre alla stessa distanza dal primo senza incontrare alcuna difficoltà, quando dopo aver oltrepassato una curva cieca il primo carro improvvisamente si fermò. Harry a sua volta fermò il suo e si accorse del motivo dello stop. Un altro orco era rimasto a piedi e stava chiedendo un passaggio. Dimostrava la chiara intenzione di salire sul carro di Harry, il che avrebbe voluto dire rimanere a piedi ed essere scoperto.

Non se lo poteva permettere ma ora era a un bivio: scappare col carro o senza, Harry scelse la prima soluzione. Con la sinistra tirò le corde della guida per scartare il carro che lo precedeva mentre contemporaneamente con la destra tirò le corde della velocità tutte a sinistra il carro ebbe un'improvvisa accelerata superò sulla sinistra il capo carovana ma non avendolo ancora superato completamente tiro le corde della direzione verso destra, cosi facendo il retro del suo carro colpì il capronte di sinistra che in preda al dolore incominciò a correre, mentre il suo collega della pariglia rimase fermo. Il carro dell'orco ruotò facendo perno sul capronte di destra le stanghe si ruppero e il carro si rovesciò. Harry vide tutto questo voltandosi mentre se la filava via, ma vide anche entrambi gli orchi salire sugli altri due carri e iniziare l'inseguimento.

La strada in discesa era un susseguirsi di curve Harry stava imparando a condurre il carro alla massima velocità possibile; prima di svoltare tirava le corde del morso verso destra per frenare poi entrava in curva tirando le corde delle corna una volta entrato in curva tirava fortemente le corde del morso verso sinistra per accelerare.

Stava apprendendo velocemente ma gli orchi lo stavano raggiungendo. Stavano anche tirando qualcosa verso di lui, sentì un colpo e il retro del suo carro ebbe un sussulto. Apparve una stretta curva a sinistra, in discesa. Harry tirò con forza le corde del morso verso destra, il carro sembrò scivolare sui sassi, tirò la corda delle corna e contemporaneamente la corda del morso verso sinistra, percorse la curva sulle ruote di destra, per poi ricadere sulle quattro ruote con una forte botta percorrendo un breve rettilineo. Dietro si sentirono le zampe dei capronti inseguitori battere sul terreno velocemente sembrava quasi che tuonasse.

Più avanti si presentò un'altra curva a gomito. Harry tirò le corde del morso verso destra in modo deciso all'inizio ma allentandole mentre tirava le altre verso sinistra per percorrere il tornante. Il carro era su due ruote al limite del ribaltamento ma riuscì a percorrere il tornante e a rimettersi sulle quattro ruote. Harry guardò i massi che sfrecciavano pericolosamente sui lati. Usando le corde con sempre maggior sicurezza frenò e poi, accelerando, percorse sparato una nuova curva.

Tuttavia, gli inseguitori erano ancora li. Davanti poteva vedere un breve rettilineo. Sentì di nuovo un rumore appena dietro di lui e il carro scartò nuovamente, ma con una rapida manovra sulle corde lo riportò nella giusta direzione. Passò sopra una cunetta e il carro quasi si staccò dal terreno. I carri inseguitori avevano perso un po' di terreno mentre continuava ad andare al massimo della velocità. A lato un grosso masso restringeva la carreggiata, Harry riuscì a sfiorarlo. Poi frenò e si lanciò in una nuova curva. Con un rombo di tuono il carro sfrecciò in mezzo a un bosco. Il carro doveva essere condotto a zig zag per evitare gli alberi. Il rumore delle zampe proveniente dai carri inseguitori era sempre presente mantenendo Harry estremamente concentrato alla guida.

Proprio davanti a loro un albero aveva deciso di spostarsi. Harry tirò di scatto le corde della direzione. Il carro finì su una distesa scivolosa di foglie al lato della strada. Sbandò paurosamente, lottando con tutte le forze lo riportò sulla carreggiata.

Usando le corde per frenare e accelerare stava superando una nuova serie di curve. Un'altra serie di massi sfrecciava ai lati. I carri degli inseguitori erano a qualche centinaio di metri di distanza e continuavano a fare il solito preoccupante rombo.

Superò un'altra curva su due ruote. Attraversò con grandi schizzi un ruscello salendo a razzo sulla piccola collina che seguiva. Alle sue spalle risuonò lo scalpiccio delle zampe nel ruscello. Un carro inseguitore si era avvicinato approfittando della salita. Portò i suoi capronti all'altezza delle ruote posteriori del carro di Harry,

Sentì un grugnito. «FERMATI!»

Harry fece un destra sinistra improvviso e portò il retro del suo carro davanti a quello dell'orco. Il quale in preda al panico tirò il freno. Harry controllò le sbandate e tirò al massimo il morso verso sinistra. Il carro scese a razzo verso un punto in cui la strada raggiungeva un breve rettilineo per poi risalire su un'altra collinetta. Il carro quasi si sollevò quando ne superò la cima continuando a sfrecciare sulla strada accidentata. Ma il rombo degli inseguitori stava aumentando di volume.

Harry sentì una altro colpo nel retro, stavolta il carro non era stato colpito. In lontananza si vedeva un bivio Harry frenò. Si alzò una nuvola di polvere. Lasciò il freno ed entrò sparato nella strada che andava nella direzione da cui era venuto.

I carri degli inseguitori entrarono a loro volta nella strada presa da Harry, continuando l'inseguimento. Harry aveva notato che per un tratto la strada che ora stava percorrendo era parallela a quella percorsa in precedenza. Cercava con lo sguardo periferico di individuare un possibile passaggio per ritornare su quella precedente. In quel tratto, la strada era ondulata, con molti dossi e cunette.

Quando passava sulle cime delle salite, il carro sembrava galleggiare nell'aria. Le corde del morso erano costantemente tirate verso sinistra i suoi capronti andavano al massimo del loro potenziale. Arrivarono in cima a una salita. Le quattro ruote del carro si sollevarono dal terreno! Harry si lanciò come una pallottola per la discesa. Nascosti dalla salita, i carri degli inseguitori erano scomparsi. Harry notò una piccola apertura in mezzo alla fila dei massi che scorrevano alla sua sinistra appena prima di una curva cieca verso destra. Tirò con forza le corde del freno. Poi tirò con forza le corde del morso verso sinistra tirando contemporaneamente le corde delle corna verso sinistra. Il carro, con una sbandata tremenda, s'infilò nella stretta apertura tra i due massi, saltellò su due – quattro - due ruote sul terreno sassoso e ritornò sulla strada percorsa poco prima. Si lanciò come un razzo nella direzione opposta.

Sulla strada appena abbandonata da Harry i carri inseguitori superarono a tutta velocità la fila dei massi curvando a destra. Il rombo provocato da quegli zamponi si affievoliva in distanza.

“Bene adesso, posso raggiungere tranquillamente la pianura e avvicinarmi alla collina traforata.” Pensò Harry. Mantenendo un'andatura moderata scese dall'ultima collina e si avventurò in quella pianura deserta. Non si vedeva anima viva e in lontananza, offuscata dalla nebbia, si intravedeva una collina a forma di cono. “Ecco la mia meta, vicina eppure ancora molto lontana!”

Proseguì senza intoppi fino all'imbrunire quando all'improvviso tre orchi si pararono davanti al carro come la migliore delle apparizioni. La sua reazione fu fulminea, tirò le corde del morso a sinistra e con le corde delle corna manovrò per investire gli avversari. Il carro ebbe uno scatto in avanti gli orchi si buttarono di lato, ben presto furono alle spalle, guardò la strada che gli veniva incontro velocemente, vide un quarto orco poco distante davanti a lui, fermo e impassibile nel mezzo della strada, quando fu sul punto di essere investito l'orco picchiò con forza il suo bastone per terra, improvvisamente i capronti svoltarono, uno a destra e l'altro a sinistra squarciando il carro nel mezzo.

Harry fu catapultato per aria e dopo un bel volo atterrò quasi ai piedi dell'orco con il bastone. Ora poteva vederlo bene aveva un corpo tozzo tipo un troll, ma la faccia era coperta da squame verdastre e gli occhi erano viola con le pupille biancastre. Lo sguardo non lasciava trasparire alcuna emozione avrebbe potuto baciare o uccidere senza che vi fosse un apprezzabile cambiamento. In generale, nonostante sembrasse goffo, era estremamente agile. Con un balzo si portò davanti ad Harry puntandogli il bastone alla sua gola. «Sono spacciato!» Pensò ed alzò istintivamente le mani in alto.

Sentì le mani afferrate da due artigli e si sollevò da terra, vedeva l'orco che stava agitando il bastone verso di lui diventare via via più piccolo mentre prendeva quota in quel cielo di zafferano. Alzò gli occhi e inquadrò il suo salvatore: era una fenice, l'altro componente della sua bacchetta, giunta appena in tempo a salvarlo. Volò velocemente attraversando la pianura mentre il buio stava sopraggiungendo, arrivarono in prossimità della collina traforata quando ormai era piena notte. Ce l'avevano fatta.

Stremato Harry si lasciò cadere al suolo e dormì tutta la notte. Non appena si fece chiaro si alzò e si sentì pronto per l'impresa. Stava guardando la collina distante circa mezzo chilometro ovvero ventidue passi di stivale magico. Era una roccia dorata a forma di un enorme ditale. Si potevano intravedere delle affossature che da quella distanza parevano nicchie. Emanava una intensa luce giallo-biancastra e dava la sensazione di rendere energizzata l'aria, come quella caricata da un temporale con abbondanti fulmini.

Si incamminò verso la collina e ben presto arrivò ai suoi piedi. Si fermò a scrutarla dal basso, cercava di individuare la nicchia in cui era prigioniera la sua anima. Non distolse lo sguardo dalla collina per circa un'ora senza riuscire a distinguere dove potesse essere. Poi si ricordò dell'addestramento ricevuto, si sedette tranquillamente su un masso e rimase li a percepire la collina. Dopo alcuni minuti sentì un senso di famigliarità proveniente dal lato destro. Poi vide la luce che andava via via aumentando di intensità e localizzo il punto dal quale provenivano quelle percezioni.

Scattò in piedi e senza perdere di vista la nicchia salì sulla collina. Ben presto scoprì di dover evitare le entrate delle nicchie, dal momento che passando davanti si sentiva sopraffatto da un'energia a lui aliena che gli faceva perdere le forze. Scalando la collina tenendosi ai bordi delle nicchie riuscì non senza fatica ad arrivare al punto individuato dalla pianura.

Questa volta nel posizionarsi davanti alla nicchia per sbirciare all'interno sentì un'ondata di famigliarità e di affinità così forte mai sperimentata in vita sua. Seppe che era al posto giusto nel momento giusto ed entrò. Dopo alcuni passi vide una luce bianca, brillante che illuminava il fondo della nicchia. Questa luce era preceduta da una rete di fili luminosi gialli che sembravano tenerla prigioniera.

Mise a fuoco la luce bianca e si riconobbe, era lui Harry, certo però era quell'Harry coraggioso che voleva svelare i misteri, che poteva sentire le cose ma senza conoscere l'origine di questa spinta. Era l'Harry che si fidava di Silente, che amava i suoi amici e che aveva una certa noncuranza per le regole, si era l'Harry con tutti i suoi sogni.

Come un fulmine si rese conto che da quando era arrivato in quel luogo non aveva più sognato, aveva fatto le cose che gli erano state insegnate senza discutere, mai un rifiuto, mai una protesta, nemmeno quando le buscava a kung fu da Tiensing, ovvero sempre. Ora come non mai sentiva la spinta di recuperare quella parte luminosa ed intraprendente che lo stava amorevolmente fissando oltre la rete luminosa. Ma non aveva idea di come fare … si fermò a pensare, poi chiese alla sua anima come fare, ma la risposta fu un caldo sorriso. Niente, più passava il tempo e più sembrava che tutti quegli sforzi fossero stati inutili, non avrebbe mai salvato la sua anima ma sarebbe rimasto lì per sempre per non perderla di nuovo.

Giunto al massimo della disperazione e senza nessuna soluzione, si sfogò dicendo ad alta voce:

    • Voglio essere li! -

Improvvisamente si sentì nella sua anima, ora poteva vedere il suo corpo stagliarsi contro l'entrata della nicchia. Si sentiva strano un mucchio di idee passavano per la sua mente una più improbabile dell'altra. E nessuna aveva un barlume di logicità. Aveva un sacco di energia ma non poteva muoversi essendo imprigionato da quei fili giallastri. Un mucchio di sensazioni lo stavano attraversando ma nessuna poteva essere utile a risolvere la cosa perché si basavano sul nulla, fuori da ogni contesto logico. Quindi disse di nuovo rivolgendosi al suo corpo:

    • Voglio essere li! -

Si ritrovò a guardare la sua anima imprigionata dai fili. Un senso di frustrazione lo stava assalendo, disperatamente riprovò a spostarsi di nuovo ora nella sua anima ora nel suo corpo, ma né le sensazioni né la logica potevano presentare una soluzione al problema. Harry credeva di impazzire e si lanciò ancora qui – la – qui – la ma c'era sempre quella barriera di fili luminosi giallastri. Riprese qui – la – qui – la – qui …

    • Basta! - urlò

L'urlo gli uscì proprio nel momento in cui si stava spostando. Rimase a metà, sorpreso, poteva vedere sia il suo corpo che la sua anima, non era niente ma era tutto. Ecco la soluzione non era un pensiero, non era una certezza, non era logica e nemmeno irrazionalità: era la soluzione. Decise che la sua anima ritornasse con il suo corpo. Immediatamente i fili gialli imprigionarono una nicchia vuota e il corpo di Harry era circondato dalla sua anima, erano in effetti una cosa sola, ma dal punto di vista esterno che aveva assunto poteva vederli tutti e due. “Questa è fatta” pensò dopo aver deciso di rientrare. Ora si sentiva completo, poteva abbinare irrazionalità con la razionalità e sfruttò subito l'occasione: fischiò con l'intenzione che arrivasse la fenice, sentì un frullo d'ali e la creatura fu davanti a lui. Si aggrappò alle sue zampe e le disse di condurlo a casa di Doppio Sguardo.

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Capitolo 6
*** CENE ALLA STAMBERGA STRILLANTE ***


Erano ormai passati tre mesi dalla festa di inaugurazione del castello restaurato e dalla scomparsa di Harry. Le cose andavano via via normalizzandosi. Un altro anno era incominciato ad Hogwarts, con qualche novità; Hermione Granger era la più giovane professoressa della storia della scuola, la sua materia era storia della magia, dal momento che il Professor Rüf durante la battaglia si era reso conto di essere un fantasma entrando cosi nella schiera di quelli che risiedevano a Hogwarts lasciando libero il suo posto di docente. Nevil Paciock era l'assistente della professoressa di erbologia, Pomona Sprite, e ricercatore per hobby sulle proprietà magiche delle piante esotiche in collaborazione con Enceladus, completamente al di fuori dalla normale attività didattica. I due per potere lavorare in tutta tranquillità ed evitare che possibili incidenti coinvolgessero altre persone avevano stabilito il loro laboratorio alla Stamberga Strillante contribuendo ad aumentare a dismisura la sua fama di casa infestata dagli spiriti. Ron approfittando della presenza di Olivander si applicava allo studio dell'arte delle bacchette. La sua aspirazione segreta era quella di costruire la bacchetta più potente magari di superare in qualità la bacchetta di sambuco. La Stamberga non era solo il laboratorio di erbologia esotica ma di tanto in tanto accoglieva intime cenette aperte ai membri dell'esercito di Silente. Quella sera, pessima dal punto di vista atmosferico, si teneva una cenetta di queste. Ai fornelli Enceladus e Ginny, mentre Hermione e Ron preparavano la tavola con Neville occupato a rincorrere i semi del Ricino Salterino inavvertitamente urtati e rovesciati da Luna.

    • Tempo davvero curioso, siamo a Novembre e nel cielo si vedono lampi e si odono tuoni. L'acqua scende così fitta che servirebbe l'incantesimo testabolla per camminare la fuori. A proposito con chi ceneremo stasera? - Chiese Luna guardando fuori dalla finestra.

    • Dovrebbero esserci George, Lee Jordan, le gemelle Patil, Angelina, Katie, Cho, Dean e Seamus. - Rispose Hermione

Ron si sedette sul divano appena ripulito dalle foglie secche del Sonchus Pungente, lavoro non molto accurato in effetti. Ron non fece nemmeno tempo ad appoggiare le chiappe che schizzò in piedi più velocemente del boccino d'oro. Stava imprecando a più non posso saltellando per tutta l'improvvisata sala da pranzo.

    • Oh Ron, smettila, per una piccola puntura! - Lo schernì Hermione puntando la bacchetta verso il divano aggiunse: - Aculeum Evanesco! Ora puoi sederti culetto d'oro. -

Ron, cercando di assumere una espressione imbronciata ma evidentemente falsa si sedette. Sul tavolino alla sua destra sommersa da un mucchio di radici tremolanti spuntava una vecchia copia della gazzetta del profeta. Una foto di un concentrato Harry Potter intento a scagliare un incantesimo capeggiava in prima pagina.

 

Misteriosa scomparsa del leggendario giovane Mago

Dal mattino seguente la festa di ricostruzione di Hogwarts non si hanno più notizie di Harry Potter famoso per aver combattuto e vinto il più grande mago oscuro che la storia ricordi.

Decine di Auror sono stati sguinzagliati in sua ricerca ma al momento in cui scrivo non si hanno sue notizie.

Alcune testimonianze giurano di averlo visto sul treno verso Londra, altre che si stava smaterializzando poco dopo aver lasciato la casa di Hagrid. Ultima persona da lui incontrata prima di sparire. Si vocifera che proprio il custode delle chiavi e dei luoghi abbia avuto una parte importante nella sua sparizione. Voci dichiarano che Harry mal sopportava il peso della notorietà e sparendo in questo modo avrebbe trovato un po' di tranquillità. Vi sono persino testimoni che giurano di aver visto Harry Potter in compagnia di due loschi figuri a Nocturn Alley, altri invece dicono che sia andato all'estero presumibilmente in Cina. Infine voci incontrollate provenienti dal ministero pensano che Harry sia in missione segreta per conto del ministro della magia. Intervistato sull'argomento il ministro nega dicendo: “Lo stavo aspettando nel mio ufficio alle 10 quel mattino ma Harry non si presentò.”

Niente di più falso” afferma Pettegola Flue direttrice di Gossip Today “Harry si è invaghito di una graziosissima streghetta della scuola di Beauxbatons cugina di Fleur moglie di Bill, desiderava ardentemente da giorni di stare con lei, una vera fuga d'amore”.

 

  • Quante sciocchezze! - Sbottò Ron lanciando il giornale – Chissà che fine ha fatto? -

  • Ne abbiamo già parlato, inutile rimuginare sulla cosa. Harry se la caverà come del resto ha sempre fatto. - Disse George materializzandosi nella stanza in compagnia di Lee.

  • Qualcuno ha qualche idea su cosa gli sia successo? Questo non è da Harry – Chiese Neville

Un silenzio imbarazzato scese nella stanza mentre stavano arrivando gli altri invitati materializzandosi uno dopo l'altro nella stanza. Angelina arrivò per ultima e colto il silenzio delle persone disse:

  • Parlavate ancora di Harry. - Disse con tono triste – Sono sicura che un giorno lo rivedremo. Sarei anche un po' curiosa di sapere dove e perché se ne è andato. -

  • Un'idea ce l'avrei ma è pazzesca. - Disse in un sol fiato Hermione – E' stato rapito dagli orchi. -

  • Ma va, sai bene che non esistono. - Sbottò Seamus

  • Solo perché non ci sono avvenimenti recenti che li riguardano non vuol dire che non esistono. C'è un fior fiore di letteratura su di loro. Informati nella biblioteca di Hogwarts. - Rispose irritata Hermione

  • Seamus non aggiungere altro o ti costringerà a leggere tutti i 12 volumi di storia della magia. - Disse con tono canzonatorio Lee.

  • A tavola è pronto! - Esclamò Ginny. - Primo piatto specialità Italiana: Spaghetti alla carbonara. -

Si lanciarono sui piatti facendo onore alla cucina dei due provetti cuochi. Per qualche minuto si udì solo il rumore delle forchette strisciate sui piatti, con numerose difficoltà a far rimanere arrotolati gli spaghetti sui rebbi. L'unico a non avere difficoltà era Enceladus riusciva ad arrotolare gli spaghetti così bene che a stento la forchettata gli entrava in bocca.

    • Buonissimi questi spaghetti ma il modo di portarli alla bocca è da barbari.- Disse sorridendo Hermione.

    • A proposito di barbari, circolano voci che il ministero voglia imporre dei controlli più severi sui manufatti magici, vedi le bacchette, e liberalizzare l'importazione di altri come i tappeti volanti, gli stivali magici e le corde incantate dei fachiri indiani. - Commentò Cho.

    • Che cosa ne sai delle bacchette? Visto che presto voglio entrare nella costruzione e nel loro commercio. - Chiese Ron.

    • Si vocifera che ogni bacchetta debba avere l'autorizzazione e il sigillo del ministero prima di essere venduta. Ma non si sa ancora quali siano i requisiti per ottenere questa autorizzazione. - Rispose Cho.

    • Non sono le uniche stranezze che si sentono in giro. - rispose Seamus – Pare che sia allo studio del vice ministro per gli affari interni una amnistia per i reati minori. Come risultato alcuni condannati potrebbero lasciare la prigione di Azkaban. -

    • I “purosangue”. - Commentò sarcasticamente Padma. - I collaboratori del vice ministro sono tali o presunti tali. -

    • Dopo la scomparsa di Voldemort, stanno tentando di ricostruire la loro élite. - disse Angelina.

La discussione scemò così come gli spaghetti nei piatti, come secondo venne servita anatra all'arancia con contorno di patate al forno. Anche questo piatto fu subito onorato dai commensali.

    • Quali sono i vostri programmi per il futuro? - chiese Hermione

    • Io, Lee, Angelina e Katie abbiamo rilevato il negozio di Zonko e così ora abbiamo due attività. Una a Hogsmeade e l'altra a Diagon Alley. - Rispose George

    • Seamus ed io abbiamo in programma la carriera di Auror, verremo addestrati personalmente da Kingsley. - Disse Dean

    • Abbiamo trovato un lavoro al ministero alla sezione registrazione dei beni non commerciabili. - Disse Padma indicando la sorella.

    • Anch'io ho un lavoro per il ministero sezione diplomatica per le relazioni con i maghi dell'estremo oriente. - Disse Cho.

    • Sto studiando la nobile arte delle bacchette e presto diventerò il più famoso costruttore di questi strumenti. - Proclamò Ron

    • Buuuuuhh – fecero gli altri in coro.

    • E tu Luna? - Chiese Cho.

    • Beh io non ho programmi a lungo termine. Alla fine dell'anno scolastico vado in Italia, si dice che sulle Alpi sia stato avvistato il Ricciocorno schiattoso. Se ho fortuna stavolta lo trovo. In ogni caso ci sono altre due creature che mi piacerebbe incontrare. Il Dahù e l'Aspide ippocampus. - Rispose con gli occhi che le brillavano.

    • Mai sentiti. Puoi descriverli? - Chiese Enceladus finora rimasto in silenzio, “invisibile” come al solito, Neville gli diede una gomitata, facendo una smorfia che intendeva “Lascia perdere”.

    • Oh si! Certamente. Il Dahù è un leggendario ungulato, vive nelle zone più impervie delle montagne Valsesiane, si sposta con grande agilità su ripidi pendii grazie alle sue due gambe più corte delle altre. Costretto a girare sempre nello stesso senso a causa delle gambe, tuttavia, mantiene un perfetto equilibrio sulle impervie balze. Sono in pochi quelli che lo hanno incontrato, spero di essere una di loro. l'Aspide ippocampus, è una vipera di colore rossastro con la cresta, quattro zampette e due piccole ali che le permettono di fare brevi voli, si chiama ippocampus perché quando si ferma sui rami dei cespugli la sua coda si arrotola come quella del cavalluccio marino. I suoi avvistamenti sono rarissimi, si narra che possieda il dono della parola, ma la questione non è certa. -

    • Sono gli spiriti delle montagne? - Chiese Enceladus.

    • Non che io sappia! - Rispose Luna

    • Vedi in Perù ci sono gli Apu, sono gli spiriti delle montagne. Si presentano quando evocati dagli stregoni, e aiutano nelle guarigioni delle persone. Hanno il corpo di un grosso uccello, di solito un condor, ma so di altri del Nord America, col corpo di aquila ed ho sentito di qualcuno in Europa, forse in Austria, col corpo di Grifone. Ma la loro testa e la loro faccia hanno caratteristiche umane. - Spiegò Enceladus

    • Affascinante! - Esclamo Luna.

    • Tu … li hai visti? - Chiese Angelina.

    • Si una volta, avevo accompagnato il padre di un mio amico che soffriva di forti dolori alla pancia. Arrivarono in due e uno di loro aveva dettato una ricetta a base di erbe. Lo stregone le raccolse e seguendo le indicazioni dategli guarì il padre del mio amico. Si presentavano come quelli descritti prima, due condor con la faccia e la testa umana. - Narrò Enceladus.

Si era fatto tardi e visto il cattivo tempo la maggior parte dei commensali lasciò la stanza rimasero solo Enceladus e Neville a sparecchiare e a sistemare le cose.

    • Ti interessano le pozioni? - Chiese Neville.

    • Si enormemente. -

    • Chiederò al professore Lumacorno di darti delle lezioni private. In cambio possiamo fornirgli qualche erba esotica che andrà a rivendere al mercato nero. Non fare cenno a questo lui sicuramente ti dirà che serviranno solo per gli aspetti accademici. -

Risero ed andarono a dormire nella stanza da letto ricavata all'ultimo piano della stamberga.

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Capitolo 7
*** TRAME OSCURE ***


In un altro luogo, quella stessa sera, altre persone stavano cenando nella tenuta di campagna della famiglia Malfoy nel Wiltshire. Nel salotto, il tavolo lungo e riccamente decorato era stato imbandito con ogni ben di Dio. Il nuovo lampadario di cristallo, cambiato dopo che il precedente aveva subito gravi danni causati da Dobby nel tentativo di liberare Harry e compagni, illuminava i commensali. A capotavola era seduto Lucius con alla sua destra Narcissa e alla sinistra Draco. Dava le spalle al fuoco del camino di marmo sormontato da uno specchio con una cornice dorata a volute che rifletteva i lampi provenienti dalla tempesta scatenatasi sull'intera regione. Non era un semplice specchio ma un Avversaspecchio che segnalava la presenza dei nemici o oppositori delle attività del suo padrone. La sagoma di Harry era sparita da quel giorno in cui fece perdere le sue tracce. Dall'altro lato a capotavola sedeva Glutton Greengrass direttore della banca centrale dei maghi e capo supremo della zecca magica. Era colui che disponeva e stampava tutta la moneta circolante nel mondo magico. Alla sua sinistra era seduta Lilith Darkmoon e alla sua destra Astoria sua figlia e, si dice, fidanzata di Draco. Presenziavano alla cena Cornelius Caramel, Yaxley, Goyle padre e figlio e Shaky Bulstrode padre di Millicent. Invitati speciali erano Ali Bashir venditore di tappeti volanti, Arraffo Svicolo intermediario siciliano per la vendita degli stivali magici e Bangshir Sing costruttore e depositario del segreto delle corde usate dai fachiri. La loro particolarità era quella di issarsi cosicché la persona potesse arrampicarsi per sparire alla vista dei nemici, o delle suocere come puntualizzava sempre Arraffo.

    • Questa riunione, - esordì Glutton Greengrass – cortesemente indetta da Lucius, ha lo scopo di stilare un piano di azione per riportare al vecchio status le famiglie purosangue. Da troppo tempo i mezzosangue stanno occupando e invadendo le cariche più alte al ministero, e con l'ultima guerra molti di noi sono caduti o sono stati arrestati. Per questo motivo dobbiamo agire adesso prima che sia troppo tardi. Il signore oscuro credeva che la forza e il potere fosse sufficiente per arrivare al controllo della situazione, ma si sbagliava e la storia lo ha dimostrato. Ovviamente noi dobbiamo percorrere altre strade. -

Glutton era un ometto magro non molto alto, portava un paio di occhiali appoggiati su un naso adunco, capelli a spazzola bianchi, orecchie curiosamente orizzontali alla sommità e aveva una leggera gobba. Vestiva sempre di nero completo giacca pantalone, camicia bianca, con cravatta bordò.

    • Parli bene Glutton – si intromise Shaky – ma in pratica come possiamo agire? -

    • Controllo economico e dei manufatti magici. Una cosa semplice! - Rispose con un sorrisino – Per il controllo economico ci penso io. Vedete ora le monete sono d'oro e valgono in base al valore dell'oro, metallo da noi tutti, perfino dai babbani (bleah), avidamente agognato. Ora se l'oro improvvisamente scarseggiasse dovremmo stampare un altro tipo di moneta. La stamperebbe sempre la banca dei maghi ma chiederebbe le spese per la stampa così il ministero della magia dovrebbe pagare alla banca il prezzo della moneta più le spese sostenute. Per esempio una falce costerebbe al ministero uno falce più uno zellino. Il che lo renderebbe perennemente in debito con la banca dei maghi e in questo modo dovrà aumentare le tasse al popolo per poter far fronte alla cosa. -

    • Chiaro ma alla lunga la faccenda ridurrà in povertà la maggior parte dei maghi. - disse Lucius

    • Qui ti devo correggere: la maggior parte dei maghi mezzosangue e i loro amici visto che io avrò in mano il potere dei soldi. -

    • E il controllo dei manufatti magici? - Chiese Yaxley

    • Ci arrivo. Ognuno di noi dovrà appropriarsi del commercio o della fabbricazione dei manufatti. Olivander ha chiuso e gli altri fabbricanti di bacchette sarebbero ben contenti di cedere la loro attività se giustamente pagati. Lo stesso per i fabbricanti di manici di scopa, Nimbus ha chiuso e la Firebolt è in difficoltà ecc ecc. Fatto questo Lilith come vice ministro per l'interno farà approvare delle leggi che tutelino tali attività. In questo modo possiamo anche permettere la vendita dei tappeti, degli stivali e delle corde. -

    • Giusto, ma vossignoria dimentica una cosa. - Interloquì Arraffo un ometto non molto alto robusto coi capelli corvini riccioluti e un paio di baffi enormi che coprivano le labbra. - L'oro sta ancora circolando e non è scarso nel vostro mondo, bisogna prima renderlo scarso. -

    • Per questo motivo vi ho convocato, tu, Alì e Sing mi aiuterete in questa impresa. Siete i maggiori conoscitori della feccia di Nocturn Alley a causa dei vostri traffici illeciti. -

Si sentirono forti proteste all'unisono da parte dei tre commercianti. Glutton aspettò che il vociare scemasse e riprese a parlare.

    • Sappiamo benissimo quali siano i vostri traffici, si da il caso che nel mio salotto ci sia un tuo tappeto, Ali. Ma non è di questo che voglio parlare. Quello di cui ho bisogno è la vostra conoscenza dei frequentatori di Nocturn Alley. Mi servono delle persone sveglie abbastanza per fare delle rapine su commissione. Non troppo sveglie però perché dovranno essere arrestate e incolpate ma il malloppo non dovrà essere ritrovato. Dovranno rapinare per tre mesi di fila le paghe di coloro che lavorano al ministero e a Hogwarts. In questo modo l'opinione pubblica chiederà provvedimenti e la banca dei maghi stamperà delle carte-moneta personalizzate, dietro piccolo compenso. Le carte verranno utilizzate al posto del denaro. Queste rapine indurranno un senso di insicurezza e così il vice ministro per l'interno potrà far approvare leggi restrittive sull'uso dei manufatti magici, permettendone la vendita solo a quelli provvisti di certificazione ministeriale. -

    • Ho capito! - Rispose Arraffo. - Ho già in mente una persona che potrebbe fare al caso nostro. -

    • Molto bene e tu Shaky come capo della polizia magica, ti assicurerai che le cose vadano per il verso giusto. Voglio dire abbastanza tragiche da impressionare l'opinione pubblica. -

    • Chiarissimo! - Rispose Shaky.

    • Bene non è rimasto molto tempo dalla consegna dei soldi all'ufficio paghe. Bisogna agire in fretta. -

All'alba del mattino seguente Arraffo e Alì si recarono a Nocturn Alley, volevano incontrare una ragazza chiamata l'Amazzone. Di lei si diceva che era molto abile nel combattere sia nel corpo a corpo che nelle arti magiche, ma che era oltremodo brava ad addestrare i piccoli borseggiatori a derubare le persone senza che i derubati se ne accorgessero. Si diceva anche che fosse in grado di far sparire le cose proprio sotto il naso dei proprietari. Qualcuno diceva anche che fosse impareggiabile nell'addestrare ogni tipo di creatura.

Stavano percorrendo uno dei vicoli più oscuri quando Alì sentì un gran vociare, in un antro c'era qualcuno che gridava:

    • Al ladro, al ladro, mi hanno derubato! -

Ovviamente nessuno faceva caso alla richiesta di aiuto da parte del “signore”, una persona grande e grossa con un aspetto da troll. Arraffo notò subito un ragazzino magro sporco con i capelli biondi molto unti che si allontanava dal vicolo con passo veloce ma senza correre. Si mosse velocemente e gli sbarrò la strada costringendolo in un vicolo senza uscita. Lo mise con le spalle al muro e lo guardò intensamente negli occhi.

    • La prego signore non mi faccia del male! - Implorò piagnucolante il ragazzino.

Arraffo continuò a fissarlo senza dire niente.

    • Le consegno tutti i soldi che ho preso a quel tipo, ma per favore non mi faccia del male. - Stava piangendo sempre più impaurito.

Continuò a fissarlo per un minuto senza muoversi e senza dire niente ma impedendo al ragazzo qualsiasi via di scampo. Poi con una voce indifferente disse:

    • Voglio parlare con l'Amazzone. -

    • Non … conosco nessuno … con quel nome. - Rispose sempre più impaurito.

    • Suvvia ragazzo, io sono paziente ma il mio amico no. - rispose con tono sarcastico, indicando Alì che stava di guardia all'entrata del vicolo.

Si girò di scatto a guardarlo, Alì sorrise gelidamente e mostro il suo pugnale a mezzaluna rivoltando il bavero del mantello.

    • Se parlo sono un uomo morto. - Rispose tremando il ragazzo.

    • Non fa alcuna differenza ragazzo, se non mi porti da lei sicuramente lo sarai. Vero Alì? -

Alì mostro il suo peggior ghigno e estrasse il coltello.

Morto dalla paura il ragazzino cedette.

    • Va bene vi condurrò da lei se avrò salva la vita. -

    • Vedremo. - disse Arraffo. - Fai strada, e niente scherzi. -

Arraffo gli si mise al fianco mentre Alì gli si mise dietro pungolandolo con il coltello. Ritornarono a Nocturn Alley e ne percorsero alcuni metri quando si trovarono di fronte all'uomo che era stato appena derubato. Il tipo grande e grosso riconobbe il ragazzino e tentò di afferrarlo ma Alì fu più svelto, mollò al tipo un tremendo calcio negli stinchi il che lo fece piegare in due mentre Arraffo finì il lavoro stordendo con un colpo di tacco dei suoi stivali sulla nuca del malcapitato. Nel frattempo il ragazzino ne approfittò per scappare correndo a perdifiato lungo il vicolo. Alì si tolse il mantello lo stese per terra e poi disse ad Arraffo:

- Presto sali o lo perdiamo. -

Si sedettero sul mantello e questo prese immediatamente il volo. Si portarono all'altezza delle teste delle persone che camminavano nel vicolo e incominciarono l'inseguimento. Il ragazzino se ne accorse e cercò di correre più velocemente ma invano. Lo avevano quasi raggiunto ma un provvidenziale carretto trainato da un ambulante venne in suo soccorso. Si lanciò sotto il carretto e si appese all'asse delle ruote.

    • Lo abbiamo perso. - disse Arraffo.

    • Non ne sarei così sicuro. - rispose Alì. Spostando il mantello a lato del carretto indicando qualcosa sotto di esso.

    • Ok lo vedo. -

Scesero dal mantello Alì andò verso l'ambulante chiedendogli di voler comprare qualcosa dal suo carretto. Mentre Arraffo andò verso il posteriore del carretto si guardò intorno, in quel momento il vicolo era deserto, si chinò, afferrò entrambi i piedi del ragazzo e diede un forte strattone. Il ragazzo mollò la presa e cadde sulla faccia. Arraffo lo mise in piedi gli diede un ceffone e sibilò:

    • Un altro scherzetto e mi implorerai di ucciderti. Ora andiamo. -

Alì disse all'ambulante che non c'era niente che gli piacesse e lo lasciò per avvicinarsi ai due. Questa volta non ci furono più sorprese il ragazzino condusse i due lungo il vicolo fino a un portone nascosto da due grosse colonne. Bussò colpendo il portone tre volte poi una pausa poi una volta poi una pausa poi altre tre volte. Il portone si aprì scricchiolando rivelando una stanza buia e sporca apparentemente vuota. Alì entrò tenendo sotto la minaccia del coltello il ragazzino ed arrivò senza problemi al centro della stanza. Arraffo li seguì, la stanza pareva deserta, ma fatti tre passi sentì qualcosa che gli cadde addosso, rotolò per terra e qualcosa lo colpì violentemente in testa mettendolo KO.

    • Ferma o faccio fuori il ragazzino! - ordinò Alì alla ragazza.

Era una ragazza alta ben fatta dai capelli biondi raccolti in una lunga treccia, vestiva con una specie di tuta, ed aveva uno sguardo estremamente selvaggio.

    • Ok fallo fuori! Non mi importa. - Rispose la ragazza senza lasciare trasparire nessuna emozione. Alì esitò per un attimo ma riprese il controllo. Sempre puntando il coltello alla gola del ragazzo disse:

    • Va bene ma prima senti cosa abbiamo da proporti e poi decidi. -

La ragazza lo guardò negli occhi senza alcuna espressione, fece due passi avanti arrivando fino alla distanza di un braccio. Non distolse mai lo sguardo dagli occhi di Alì, si fermò ed attese. Non successe niente stettero a fronteggiarsi con lo sguardo. Poi con una mossa più veloce del fulmine la ragazza afferrò il polso della mano che stava stringendo il coltello, lo staccò dal collo del ragazzo, roteando si portò alla schiena di Alì spezzandogli il polso. L'uomo urlò di dolore e lasciò cadere il coltello, ben presto fu immobilizzato e legato ad una sedia, il tutto in meno di trenta secondi.

    • Non gradisco che si minacci un mio amico in casa mia. - disse sempre senza alcuna emozione. - Ora dimmi qual'è la tua proposta e prega che sia interessante altrimenti non credo che uscirete vivi da questa casa. -

    • Si tratta di un mucchio di soldi. - Disse un sofferente Alì.

    • Continua. -

    • Un misterioso signore mi ha commissionato delle rapine, per l'esattezza tre, una ogni mese. Mi fornirà tutti i particolari di come il denaro verrà movimentato, e come sia più facile rapinarlo. Per questo mi occorre la tua abilità e la tua organizzazione. I soldi sono tanti sono le paghe delle maestranze del ministero della magia e di Hogwarts. -

    • Qual'è la mia percentuale? - Chiese sempre in modo indifferente.

    • Il cinque per cento. -

    • Almeno il doppio o non se ne fa niente. -

    • Penso si possa fare, la cosa è per dopo domani. Ti fornirò la mappa degli spostamenti e le precauzioni prese per il trasporto entro domattina. -

    • Accetto ma se tentate di fregarmi siete due uomini morti. Ora riprenditi quell'ammasso di carne che dorme sul pavimento e sparite da casa mia. -

Alì raccolse Arraffo, ancora stordito, e lo trascinò fuori dalla casa usando la mano sinistra, l'unica ancora funzionante.

 

Il giorno seguente sulla Gazzetta del Profeta

 

Clamorosa rapina

 

Una clamorosa rapina, senza precedenti, è stata effettuata all'alba di stamattina. La carrozza blindata che stava trasportando le paghe delle maestranze del ministero è stata svaligiata da malviventi a tutt'ora ancora ignoti. Le due guardie giurate sono state ferocemente uccise dai rapinatori.

Secondo testimoni attendibili nessuno dei rapinatori aveva la bacchetta, il che cozza violentemente con il fatto che le guardie siano state uccise con la maledizione che non perdona.

Si sospetta che il furto possa essere stato architettato da “King Kid” noto rapinatore la cui carriera è costellata da innumerevoli colpi. Non si è provveduto all'arresto dal momento che King Kid risulta detenuto nel carcere di massima sicurezza Azkaban.

Tuttavia secondo alcuni testimoni attendibili i rapinatori erano piccoli di statura forse dei nani.

Il vice ministro per l'interno, la signora Darkmoon, ha rassicurato la popolazione dicendo che non lascerà nulla di intentato per assicurare i criminali alla giustizia e per recuperare l'oro rapinato.

Il capo della polizia magica Shaky ha dispiegato le sue forze che stanno rastrellando casa per casa i bassifondi di Nocturn Alley dove si sospetta sia localizzata la base dei rapinatori.

La cittadinanza sconvolta da questa ondata di violenza ha espresso la sua preoccupazione al ministro della magia.

 

La carrozza di rappresentanza della delegazione della magia indiana, coperta da immunità diplomatica, guidata da Bangshir Sing parcheggiò nei pressi di Nocturn Alley. Scesero Alì e Arraffo e si recarono nel posto stabilito, dove la ragazza avrebbe dovuto consegnare l'oro. Entrarono in un vecchio e buio negozio abbandonato, ormai diventato la dimora di alcune famiglie di pipistrelli. Nel locale il fetore era tremendo, occhi inquietanti squadravano i due uomini appena entrati ma della ragazza non c'era traccia. Camminarono verso il centro del locale pestando una quantità industriale di cacche di pipistrello e improvvisamente una rete cadde su di loro. La ragazza apparve

davanti ai due imprigionati nella rete.

    • Cosa diavolo avete combinato! - disse senza far trasparire alcuna emozione la ragazza dalla lunga treccia bionda. - Io e i miei ragazzi non uccidiamo nessuno se non strettamente necessario. -

    • Non so esattamente cosa sia successo. - Rispose Alì alzando la rete con il braccio dal polso ingessato.

    • Quello che ci è stato detto, - interloquì Arraffo – è che le guardie giurate, quando si sono riprese, avevano puntato le bacchette contro i poliziotti e questi hanno agito per legittima difesa. -

    • Non raccontarmi altre balle ricciolino, o stavolta non te la cavi con un semplice bernoccolo. Prendetevi il vostro oro ed andatevene immediatamente. Ho già provveduto a trattenere la mia quota. - Disse la ragazza indicando un mucchio di sacchi in un angolo con il tono che non ammette repliche e non ve ne furono.

    • Va bene ce ne andiamo. - mentre venivano liberati dalla rete. - Ci vediamo il mese prossimo. -

Raccolsero i sacchi, li caricarono sulla carrozza di rappresentanza e se ne andarono destinazione casa Malfoy.

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Capitolo 8
*** IL NUOVO POTERE ***


Glutton aveva convocato la congrega Wizberg, ovvero le persone che controllavano di fatto il mondo magico, a villa Malfoy. Erano riuniti come due mesi prima e nei loro occhi ora risaltava una certa soddisfazione mista ad un pizzico di arroganza. Sul tavolo, spiegazzata, una vecchia copia della Gazzetta del Profeta evidenziava la notizia della seconda rapina.

 

Rapinata la carrozza blindata

 

Per la seconda volta nel giro di poco più di un mese la carrozza blindata che stava trasportando le paghe delle maestranze del ministero è stata svaligiata da malviventi a tutt'ora ancora ignoti.

Molti testimoni possono giurare di aver visto sei piccoli malviventi fermare la carrozza, stordire le guardie, impossessarsi dei soldi e fuggire prima che accorresse la polizia. Anche stavolta le due guardie giurate sono state barbaramente uccise ma nessuno dei testimoni ha visto i banditi usare le bacchette.

Prende sempre più piede l'ipotesi che i rapinatori siano dei nani che come ben sappiamo bramano le ricchezze.

Il capo della polizia magica Shaky sospetta Ronald Weasley, l'eroe che con Harry Potter e Hermione Granger, ha posto fine alla malvagità di Voldemort, ora costruttore di bacchette magiche, di aver fornito qualche diavoleria ai rapinatori.

Fonti imprecisate parlano di una pietra della morte costruita da Ronald espressamente per i rapinatori e da loro usata per uccidere le guardie, tuttavia nessuno ha mai visto tale oggetto.

Il vice ministro per l'interno, la signora Darkmoon, ha disposto una perquisizione nella fabbrica di bacchette Weasley.

Nonostante l'ingente spiegamento di forze i rastrellamenti in corso nei bassifondi di Nocturn Alley non hanno fornito risultati.

La cittadinanza, ormai senza soldi sta richiedendo a gran voce una soluzione a questa ondata di criminalità.

 

    • Molto bene gli eventi avvengono secondo i piani. - Esordì Glutton alzando gli occhiali dal sua naso adunco con l'indice destro. - Avete concluso gli affari acquistando le ditte che forniscono i manufatti magici? -

    • Si! - rispose Lucius. - Ora abbiamo il controllo della situazione. Io ho il controllo dei manici di scopa, Cornelius controlla l'importazione e il commercio degli ingredienti di pozioni compresi i calderoni, Yaxley i fornitori di bacchette magiche, Goyle i libri di testo delle scuole sopratutto di Hogwarts e Shaky Bulstrode la polizia. Barnabas Cuffe editore della Gazzetta del Profeta ha perorato la nostra causa e ci sta aiutando. -

    • Abbiamo QUASI il controllo. - Corresse Yaxley – Ronal Weasley ha ancora la sua fabbrica di bacchette e devo, mio malgrado, dire che sono le migliori bacchette mai fabbricate da molti anni a questa parte. -

    • Anche questo punto verrà sistemato. - Disse Lucius. - Non a caso la Gazzetta ha riportato le voci su un presunto aiuto da parte di Ron ai rapinatori. Una volta insinuato il sospetto potrà essere facilmente eliminato. -

    • Molto bene! - Esclamò Gutton sistemandosi la cravatta bordò – Ecco quel che faremo. Domani Lilith terrà un discorso annunciando l'introduzione delle carte di credito magiche in sostituzione dell'oro e la promulgazione della legge sulla restrizione dell'uso delle bacchette, il tutto resosi necessario per la sicurezza della nostra comunità. Ogni bacchetta dovrà essere convalidata da una apposita commissione del ministero e fornita del marchio. Qualsiasi bacchetta trovata senza marchio verrà distrutta e il proprietario mandato ad Azkaban. Una volta compiuta la prossima rapina cattureremo la ragazza e metteremo la bacchetta che ha ucciso le guardie giurate nel negozio di Weasley, durante una perquisizione per trovare bacchette senza marchio. Trovata la bacchetta verrà controllata con il Prior Incantatio e ovviamente Ron verrà imprigionato ad Azkaban. La gazzetta darà molto risalto alla cosa Shaky diventerà un eroe per aver catturato i ladri e l'assassino dei poliziotti e noi avremo il controllo economico, totale del mondo magico. -

 

Il giorno dopo fu indetta una conferenza stampa. Il Vice Primo Ministro per l'Interno Lilith Darkmoon tenne un discorso per illustrare i cambiamenti che il ministero aveva effettuato. Molti flash l'avevano accecata quando si era presentata all'atrio del ministero sulla pedana preparata all'uopo di fronte alla grande fontana. Aspettò che tutto finisse per incominciare a parlare:

    • Miei cari concittadini, è con grande dispiacere che vi devo annunciare dei cambiamenti che si sono resi necessari a causa degli ultimi criminosi avvenimenti. Come tutti sapete per due volte consecutive i fondi destinati dal ministero per i vostri stipendi sono stati rapinati. Nonostante il dispiegamento di forze e l'incessante impegno del nostro corpo di polizia i responsabili non sono ancora stati catturati. Pertanto è col cuore spezzato che devo annunciarvi le decisioni del ministero per contrastare questa ondata di criminalità. Devo anche avvertirvi che saranno necessari dei sacrifici da parte vostra per cercare di riportare alla normalità questa situazione. -

L'ultima frase fu detta con voce commossa e con qualche lacrima che scendeva dalle sue guance. Dopo qualche momento di pausa per riprendersi dalla commozione Lilith riprese a parlare:

    • Passo subito ad illustrarvi i cambiamenti. Per assicurarvi il giusto compenso al vostro lavoro, il ministero ha istituito delle carte di credito magiche. Sono delle carte personalizzate impossibili da contraffare nelle quali verrà accreditata la somma del vostro stipendio e il loro valore decrescerà ogni volta che le usate per comprare qualcosa. Sostituiranno le monete e l'oro usato nelle normali attività di compravendita. In questo modo si eviteranno future rapine e voi avreste sempre il vostro denaro a disposizione. Nota dolente. - si commosse nuovamente - Tutto questo ha un piccolo costo per sostenere le spese che il ministero dovrà affrontare per fornirvi le carte di credito e sarà l'1% del vostro stipendio. -

Si sentirono dei mormorii alcuni dimostrarono del disaccordo ma la maggioranza accettò la cosa anche perché molti di loro non riuscivano ad arrivare a fine mese.

    • Il secondo cambiamento – riprese Lilith – riguarda la gestione delle bacchette. A causa degli efferati delitti commessi durante le rapine le bacchette dovranno essere controllate dagli esperti del ministero e dovranno essere fornite dall'apposita certificazione. Già da ora tutte le nuove bacchette prodotte, prima di essere immesse sul mercato, devono ottenere il certificato di idoneità dalla commissione ministeriale. Secondo questa nuova legge dovete mettervi in regola e a causa degli ultimi avvenimenti è stato stabilito un tempo di 10 giorni per regolarizzare le vostre bacchette. Questi dieci giorni sono anche il tempo che ci separa dal prossimo giorno di paga, l'ultimo che avverrà nel modo in cui siete stati abituati fino ad ora. Chi verrà trovato in possesso di una bacchetta senza certificazione verrà processato e se trovato in malafede spedito ad Azkaban senza possibilità di ritorno. Pertanto l'ufficio certificazione bacchette è situato al 2° LIVELLO: presso l’Ufficio per l’Uso improprio delle Arti Magiche. Conto sulla vostra collaborazione affinché tutto si svolga in modo legale e possiamo tutti insieme superare questo difficile momento della nostra comunità. Grazie! -

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Capitolo 9
*** DEMELZA ***


Le maestose vette delle Alpi si stagliavano sotto al suo destriero, l'aria fredda e pungente della notte tormentava le gote di Luna mentre stava sorvolando la Svizzera. Intorpidita ma sorpresa dalla bellezza del paesaggio apprezzava il viaggio che ormai stava giungendo al termine, mentre in lontananza si notavano i primi segnali che annunciavano il nuovo giorno. Si stava dirigendo verso gli alpeggi sulle pendici che scortano un fiumiciattolo destinato ad ingrossarsi prima di raggiungere la Pianura Padana. Svoltò dirigendosi in prossimità di alcune case costruite coi sassi, materiale per niente scarso in quei luoghi. Atterrò nei pressi di un abbeveratoio destinato al bestiame e lasciò che il Thestral si dissetasse dopo il lungo viaggio mentre stava scaricando le sue cose: un mantello, la bacchetta e la borsa stregata con l'Incantesimo Estensivo Irriconoscibile regalatagli da Hermione prima della sua partenza, e da lei modificata in un pratico zainetto, dove aveva riposto tutto il necessario per la sua ricerca delle creature magiche. Salutò ringraziando il Thestral dicendogli di tornare a casa e si avviò lungo il sentiero in salita verso il Monte Rosa che a quell'ora del primo mattino era in effetti di un bel colore rosato.

Il sole era già alto nel cielo ma a parte un paio di camosci e una poiana non aveva visto nessuno, si era fermata a lato del sentiero seduta su una roccia e si apprestava a dissetarsi rimirando il panorama quando un bagliore proveniente dal pendio di fronte attirò la sua attenzione. Cercò di mettere a fuoco il punto ma non riuscì a vedere alcunché, erano solo due rocce poste a due metri di distanza che parevano formare una porta. Si dissetò e si diresse verso quelle due rocce, dovette camminare per un'ora facendo un largo giro per arrivare nelle vicinanze, quando fu a circa venti metri rivide il bagliore proprio nel mezzo. Si diresse verso le rocce e si fermò proprio al centro cercando di guardare dall'altra parte, non vide niente di particolare la stessa erba presente sul terreno dove poggiava i piedi. Ma ecco che un altro bagliore si accese tra le due rocce e in quel momento scorse al di la di esse un Dahu, aveva effettivamente due gambe più corte delle altre. Scomparso il bagliore scomparve anche il Dahu, Luna provava un misto di sconcerto e di frustrazione era arrivata a vedere uno dei mitici animali delle Alpi ma era scomparso proprio davanti ai suoi occhi. Di nuovo tra le due rocce apparve il bagliore allora Luna prese una decisione istantanea si avviò di corsa per attraversare le rocce mentre il bagliore le stava ancora illuminando. Attraversò le rocce e … davanti a lei stavano pascolando una decina di Dahu su un ripido ma estremamente verde pendio. Erano degli animali dal manto bruno rossiccio lucente avevano delle corna somiglianti ad un punto interrogativo visto allo specchio di colore giallo dorato erano un po' più grosse delle capre ma non quanto gli stambecchi e correvano agilmente su quei pendii impossibili. Notò anche che perdevano le corna come i cervi avendone viste diverse li nel prato, ne raccolse qualcuna e le ripose nel suo zainetto. Poi estrasse tutto il necessario per pranzare e fece il picnic proprio li in compagnia di quegli splendidi e mansueti animali. Passò tutto il pomeriggio a prendere appunti sul loro comportamento e a disegnarli, poi quando il sole stava già calando ritornò sui suoi passi e scese verso le case che aveva visto quando era atterrata. La parte superiore di una di esse era adibita a fienile ma non vi era nessuno in quel momento che la stesse utilizzando, quindi si sistemò nel fieno e si preparò a passare la notte rimediando così un posto caldo per dormire.

Adesso stava percorrendo un sentiero su un pendio di roccia calcarea, i sassi bianchi scricchiolavano sotto i suoi piedi, alla sua destra si vedevano dei paesi in lontananza e una strada nella valle, alla sua sinistra bosco e poco più in su rocce bianche verticali. Continuò a camminare lungo il sentiero arrivando ben presto in prossimità di una grotta, l'entrata era stretta e alta, un'aria fredda usciva da quel buco buio, sentì un rumore di legni spezzati alla sua destra si voltò e vide una ragazza. Aveva dei capelli lunghi neri lo sguardo un po' svagato indossava un lungo abito nero con alcuni pizzi bianchi sul petto se ne stava ferma li come una apparizione. Luna pensò “Questa ragazza mi somiglia molto è alta come me magra come me quasi lo stesso viso è diversa solo per il colore dei capelli e degli occhi. Mi sembra di averla già vista diverse volte ma non mi ricordo in quali occasioni.”

    • Chi sei? -

    • Davvero non ti ricordi chi sono Luna? -

    • Mi sei famigliare ma non mi ricordo in che posto ti ho conosciuto. -

    • Ah non mi hai conosciuto in nessun posto mi hai solo sognato, proprio come in questo momento. -

    • Sto sognando? -

    • Certamente, non ti sembra strano questo posto? Come ci sei arrivata? -

    • Si è strano, non so come ci sono arrivata. -

    • Questo sogno è molto reale quindi vuol dire che sei abbastanza vicina. Domattina quando ti sveglierai potrai venire a cercarmi se vorrai. Io sarò qui ad aspettarti, anch'io sono curiosa di conoscerti. Trova la collina con due cime in quella più alta una croce nell'altra una chiesetta alcune grotte incastonate nel suo fianco e una magnifica vista da quasi tutti i suoi luoghi. -

    • Quello che mi hai descritto è un luogo reale? -

    • Reale? Si come questo sogno. Ma potrai scoprirlo solo se lo cercherai. Magari potresti incontrare l'Aspide ippocampus oppure il Ricciocorno Schiattoso, chi può dirlo. Ora devo andare. Ciao Luna. -

    • Aspetta come ti chiami … -

Etcì! Luna starnutì il fieno le stava solleticando il naso, guardò fuori stava albeggiando. Il sogno della notte appena passata era rimasto impresso vividamente nella memoria. Decise di partire alla ricerca di quella misteriosa ragazza, raccolse le sue cose scese all'abbeveratoio si lavò la faccia e seguì il sentiero stavolta dalla parte opposta per scendere nella vallata. Camminò per oltre un'ora prima di raggiungere il paese sul fondo della valle. Una strada percorsa da alcune macchine babbane scendeva verso la vallata che si apriva attraverso due impervi pendii, Luna si incamminò lungo questa strada. Dopo aver camminato per dieci minuti un camioncino sgangherato la affianca e il giovane che lo guidava chiese:

    • Vuoi uno strappo? - (in Italiano)

    • Non capisco. - (in Inglese)

    • Ah una turista. - Rispose in inglese il giovane. - Vuoi un passaggio? Dove stai andando? -

    • Sto cercando una collina con due cime su quella più alta c'è una croce sull'altra una chiesa e nel suo fianco alcune grotte. -

    • Sali allora un posto simile è a circa 50 km da qui. Ti posso portare molto vicino in quanto devo fare quel tratto di strada. -

La velocità del mezzo era bassa, il giovane mise una musica molto ritmata ad alto volume guidando senza parlare, Luna era intenta a salvaguardare i suoi timpani ed a ammirare il paesaggio. A un certo punto la musica cessò e il viaggio proseguì in silenzio, tanto che Luna chiuse gli occhi e cadde in un dormiveglia.

    • Ecco da qui puoi finalmente vedere le collina è proprio quella laggiù davanti. - Disse il giovane.

    • Si certo. C'è anche una casetta di legno a metà della parete. -

Il ragazzo la fissò stupito e chiese:

    • Come fai a vedere la collina se hai gli occhi chiusi e soprattutto come fai a vedere la casetta visto che io non vedo bene neanche la parete rocciosa? -

    • Ah. Non saprei. Ma c'è la casetta o no? -

    • Si c'è! Ma tu sei una ragazza davvero strana. -

Non ebbe il coraggio di chiedere qualcos'altro e continuò a guidare in silenzio. Attraversarono l'ennesimo paese, questo sembrava il più grosso visto fino ad ora quando in prossimità di una curva dopo un piccolo ponte il camioncino si fermò al lato della strada.

    • Ecco sei arrivata. Quella di fronte a te è la collina che stai cercando. Da qualche parte qui vicino c'è il sentiero che porta alle grotte e poi alle due cime passando per la famosa casetta. Buona fortuna! Ciao. - Disse il ragazzo invitandola a scendere.

    • Grazie a te! Buon viaggio. - Lo salutò Luna

Scese dal camioncino, si mise lo zainetto e trovò una strada asfaltata ma molto stretta che saliva verso la collina, la percorse con quella sua particolare camminata ed arrivò in un paesino con poche case. Si guardò intorno e vide un cartello con illustrati i sentieri compreso quello che portava alle grotte. Ognuno di essi era identificato da un numero che ne permetteva anche il facile ritrovamento. Si incamminò verso quello che l'avrebbe condotta alla sua meta. Ormai il pomeriggio era avanzato e tra poco sarebbero scese le prime ombre della sera, Luna decise di fermarsi. Estrasse la tenda dal suo zainetto e la montò in una piccola radura vicino a un ruscelletto sulle pendici della collina che stava risalendo. Mentre preparava la cena le venne in mente il viaggio in camioncino e come inspiegabilmente ad occhi chiusi avesse potuto vedere con tale precisione di particolari quella collina compresa la casetta di legno appena intravista quando, poco prima, aveva attraversato il paesino. Era come se avesse sognato pur non essendo completamente addormentata. Era abituata a sogni strani e al sonnambulismo ma un sogno di questo tipo non le era ancora capitato. Cenò e si coricò nel sacco a pelo, forse il giorno seguente le avrebbe permesso di risolvere questi misteri.

Si svegliò all'alba e dopo essersi rifocillata riprese il suo cammino su per il sentiero. Dopo aver risalito una china pervenne in uno spiazzo sassoso, solo pochi alberi striminziti dimoravano in quel posto tranne uno rigoglioso dalla corteccia grigio bruno, chiara, con scanalature longitudinali che la rendono ruvida, le foglie grandi ad apice acuto, coperte di peluria, verde intenso lunghe circa 30 cm. Ma Luna venne maggiormente colpita dai bellissimi fiori tubulosi molto profumati, violetti, bianchi o con sfumatura blu, riuniti a formare pannocchie erette lunghe circa 25 cm. Stava contemplando questa meraviglia della natura quando le sembrò che tutto l'ambiente circostante fosse diventato molto luminoso, brillante. Percepì una presenza alla sua sinistra e si voltò. Proprio li di fronte a lei su un cespuglio di rosa selvatica c'era un Aspide ippocampus che la stava fissando. Era di un bel rosso corallo, la sua cresta gli conferiva un aspetto quasi nobile nonostante fosse lungo circa 30 cm per via della sua coda arrotolata. Luna gli sorrise, poi estrasse il suo taccuino per disegnarlo, ma proprio in quel momento senti una voce nella sua testa:

    • Buongiorno bella damigella. -

    • Buongiorno a te, sai non credevo che potessi parlare, -

    • In effetti non parlo faccio apparire le parole nella tua mente. -

    • Mi avevano detto che era impossibile trovarti. -

    • E con ragione, ma poi ti ho visto, so che sei un'appassionata ricercatrice degli animali magici e che ami immensamente la natura. L'ho scoperto da come ammiravi quei bellissimi fiori viola ed allora mi sono mostrato. -

    • È vero. Grazie per esserti mostrato, posso disegnarti? -

    • Certamente, ma inizia dalla coda, sta per cadere. -

    • Oh mi dispiace, come posso aiutarti? -

    • Non ti preoccupare, la mia coda cade ogni anno per poi ricrescere più bella e più lunga di prima. Anzi dovresti raccoglierla e conservarla, magari in futuro potrebbe servirti. -

Rassicurata Luna disegnò lo strano essere e come aveva detto la sua coda cadde rimanendo attorcigliata, per lasciare posto a un moncherino dalla crescita piuttosto rapida, nel giro di un'ora la creatura aveva una coda nuova di un bel rosso corallo. Luna poté annotare la sua lunghezza circa 1 metro e 20.

    • Raccogli la mia vecchia coda e conservala. -

    • Grazie. -

    • Adesso affrettati sei attesa. Arrivederci damigella. -

    • Ciao. -

Luna raccolse le sue cose, ma quando alzò gli occhi verso il cespuglio di rose, l'aspide era sparito. Riprese il suo cammino risalì il sentiero svoltò a destra il sentiero ora fiancheggiava la collina se volgeva lo sguardo alla sua destra poteva vedere il paesaggio, bianche montagne in fondo a una stretta valle, riconobbe l'ultimo paese attraversato nel suo viaggio sul camioncino. Continuò a camminare attraversando il bosco intervallato da rocce bianche che permettevano di ammirare il panorama ad un certo punto il sentiero presentava una discesa che conduceva davanti a uno spiazzo. Luna scese e si fermò nello spiazzo, una corrente d'aria fredda proveniva dalla sua sinistra, esaminò da dove provenisse e allora notò l'entrata di una grotta. Era una spaccatura nella montagna, alta e stretta, l'interno era molto buio, riconobbe quella grotta era la stessa del suo sogno. Voleva ispezionarne l'interno perciò estrasse la bacchetta per illuminare il cammino stava per entrare quando risuonò una voce:

    • Anche tu hai una verga del potere Luna! -

Colta di sorpresa Luna guardò verso il luogo di provenienza di quell'affermazione. Colei che aveva parlato era la stessa ragazza sognata due giorni prima. Adesso poteva distinguerne meglio i tratti, era come l'aveva sognata magra, capelli lunghi neri raccolti da un fazzoletto scuro legato dietro la nuca, portava un abito lungo nero camicetta bianca di pizzo e una specie di corpetto a maniche lunghe svasate sui polsini. Lo sguardo era un mix tra il trasognato e il penetrante come dei cumuli nembi spinti dal vento, sembrava che un temporale potesse scoppiare da un momento all'altro ma subito tornava il sereno. Luna si ricompose una sensazione di aver sempre conosciuto quella ragazza si era presentata nella sua mente, si rilassò e rispose:

    • Si. In effetti noi la chiamiamo bacchetta. Lei mi ha scelto quando all'età di undici anni ho frequentato la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qual'è il tuo nome? -

    • Mi chiamo Demelza sono contenta di conoscerti di persona. - Disse con un gran sorriso. - Ma vieni entriamo. -

    • Lumos! - Disse Luna impugnando la bacchetta per far luce nella grotta.

    • Brava ma così è meglio. -

Demelza allungò il braccio destro e improvvisamente ebbe una bacchetta in mano la fece roteare verso il soffitto della grotta e una luminescenza fosforescente blu-viola illuminò l'ambiente. Indicò a Luna una scala costruita nella roccia che sembrava finisse contro una parete rocciosa, salirono e si fermarono davanti alla roccia, Demelza toccò con la sua bacchetta un sasso sporgente, la roccia si aprì evidenziando la continuazione della scala, la imboccarono ed arrivarono in una stanza buia. La padrona di casa toccò la parete situata alla loro destra e questa diventò trasparente come il vetro, evidenziando il bel panorama visto da Luna salendo verso la grotta.

    • Bella vista vero? -

    • Si! Ma da fuori non ti vedono? -

    • No da fuori si vede solo roccia. Siediti! - disse indicando dei cuscini sul pavimento della stanza. - Preparo qualcosa da mangiare. -

    • Grazie. -

La stanza era in effetti una vera casa si vedevano la cucina, il soggiorno e una porta che conduceva al bagno se voltava lo sguardo vi erano due nicchie nella parete distanti circa due metri che contenevano un giaciglio ciascuna. Luna si guardò in giro c'era una libreria con diversi libri, poi un angolo adibito a laboratorio con un sacco di attrezzi per lavorare la pietra e il legno, un armadio che conteneva un sacco di boccette e di vasetti di terracotta. Si mise a curiosare tra i libri, erano scritti per lo più in latino, qualcuno era in italiano ma tre erano strani. L'insegnamento della magia di M. Ambrosius un vecchio volume pareva avesse diverse centinaia di anni e la Storia di Avalon di Goffredo di Monmouth il primo scritto in runico e il secondo in latino ma pareva avere lo stesso aspetto e la stessa età del primo. Un terzo scritto in strani caratteri mai visti prima sembrava vecchissimo ma era perfettamente pulito e senza un granello di polvere, le lettere sulla copertina rilucevano come se fossero state appena scritte.

    • Strano libro questo. - Disse Luna

    • Oh si è antichissimo. E' stato scritto dagli Elfi pochissime persone al mondo riescono a leggerlo nemmeno io ci riesco a capire qualcosa. Ma adesso a tavola. -

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Capitolo 10
*** SOGNARE ***


Mangiarono in silenzio poi si sedettero sul pavimento. Luna aveva molte domande ma non sapeva da dove iniziare. Demelza la guardò e sorrise:

    • Ora puoi fare tutte le domande che vuoi se posso ti risponderò. -

    • Come mai facciamo dei sogni comuni? -

    • Penso perché siamo, in qualche modo, legate. Ti ho trovato in uno dei miei sogni, stavi camminando in un corridoio di un castello sembravi sonnambula. -

    • Lo sono. - Interruppe Luna

    • Forse si, ma il sonnambulismo è un particolare sogno semi cosciente. Vedi i sogni non sono sempre solo sogni ma vere porte per altri mondi o per una diversa interpretazione di questo. Quando due persone possono condividere lo stesso sogno ecco che quel sogno diventa reale per loro. Fu mia nonna ad insegnarmi questo, come sognare in modo consapevole, voglio dire come utilizzare il tempo in cui si dorme per fare qualcosa. Mia nonna era stata in Inghilterra presso la vostra scuola di magia. Non come studentessa ma come custode degli attrezzi magici, lei era già una strega, una Donaghenga come si definiva, era una sognatrice eccezionale, molte volte in sogno poteva recarsi nel mondo degli Elfi, era diventata loro amica. Con il loro aiuto perfezionò la tecnica del sogno e così poté trasmettermela. Fu da loro avvertita dell'ascesa al potere di un mago oscuro e delle azioni criminose che avrebbe commesso. Le consigliarono di lasciare quel posto e fare ritorno a casa, cosa che lei fece prontamente, così poté occuparsi di me visto che ero ancora in fasce quando mia madre morì. -

    • Anch'io conosco gli Elfi ma non mi paiono quelli da te descritti. Nel mio paese ci sono gli Elfi Domestici di solito al servizio delle famiglie di maghi. -

    • Ah! Conosco quei poveri diavoli. Sono i discendenti dei “rinnegati” ovvero quelli che avevano scelto di aiutare gli uomini al tempo di Atlantide. Ma come sai gli uomini bramano il potere e il controllo. Sfruttarono con l'aiuto di alcuni Elfi le forze della natura e della terra per ottenere il potere ma ne abusarono. Fino a che il pianeta si ribellò inabissando il loro continente, la loro civiltà e tutti gli altri esseri che vi vivevano. Pochi umani e pochi Elfi riuscirono a sfuggire alla catastrofe. Quest'ultimi furono condannati a servire gli uomini e furono banditi dai loro simili per aver contribuito a causare questo disastro. Gli Elfi di cui parlo sono simili agli uomini, alti e magri ma forti e velocissimi, volto pulito, sereno, orecchie leggermente a punta. Hanno occhi d'aquila e un udito molto sensibile, una voce splendida e chiara. Sono intelligenti ed armoniosi, con grande rispetto per i quattro elementi, per la natura e sono dotati di telepatia. Talvolta sono benevoli con coloro che li rispetta, possono donare oggetti magici a coloro che sono puri di cuore e spirito e che desiderano aiutare. Sanno forgiare spade e metalli, lavorare le pietre e il legno fino a giungere alla conoscenza della loro essenza, da noi chiamata magia, che tuttavia risulta essere diversa da quella praticata dagli uomini. Abitano in alcune foreste nascoste. Non danneggiano mai e in nessun modo la natura perché per loro è parte essenziale della loro vita ed esistenza, anzi viene concepita come una entità, un grande spirito, madre di tutti gli esseri. Un giorno di questi ti farò conoscere il popolo Elfico. -

    • Capisco. Queste cose non vengono insegnate alla scuola di Hogwarts. Vedo che anche tu hai una bacchetta chi l'ha costruita? -

    • Gli Elfi l'hanno costruita apposta per me. E' composta da un osso di orso delle caverne che nell'antichità viveva in queste grotte, la sua punta è fatta da un cristallo di quarzo, e al suo interno scorrono tre linfe di albero: Betulla, Noce, Frassino. A seconda del movimento esercitato sulla bacchetta una di queste linfe entra in contatto con il cristallo producendo l'effetto desiderato, ma quello che vuoi ottenere deve essere molto chiaro dentro di te e provocare la minore distruzione possibile altrimenti la bacchetta non funziona. Per esempio può fermare qualsiasi avversario ma non potrà mai ucciderlo. -

    • Geniale! Sai che ho incontrato l'Aspide Ippocampus mentre salivo la collina? -

    • Sei stata fortunata pochissimi sono in grado di vederlo. -

    • Oh si lo sono mi ha anche regalato la sua coda. -

    • Oh perbacco questo mi conferma una volta di più che dovrò insegnarti l'arte del sogno così come mi è stata insegnata da mia nonna. -

    • Perché dici questo? -

    • Semplice mia nonna me lo disse prima di andarsene. “Insegna come sognare solo alla persona che avrà in dono la coda della vipera con la cresta.” Ecco qui davanti a me quella persona. - Disse sorridendo. - Bene incominciamo subito l'istruzione. Per prima cosa devi ricordarti i sogni fatti durante la notte, al mattino quando ti svegli.-

    • Beh quelli me li ricordo. A Divinazione mi è stato insegnato di prendere appunti su un diario di tutti i sogni che facevo durante la notte. La cosa mi piaceva e lo facevo regolarmente avevo chiamato il diario “Viaggi nell'altro mondo”. -

    • Bene la seconda cosa da fare è diventare coscienti di quando ci si addormenta. Il che vuol dire addormentarsi senza addormentarsi. Alcuni lo descrivono come rotolare fuori dal corpo o cadere fuori dal corpo da dietro. Quando viene fatto più e più volte l’esperienza diventa sempre più profonda e ci sentiremo come se uscissimo da una stanza per entrare in un’altra. Alla fine si può scegliere la stanza cioè il sogno che si vuole fare. -

    • Strano ora che mi descrivi la cosa mi si apre una valanga di ricordi. In effetti il mio sonnambulismo iniziava in quel modo mi sentivo uscire dalla schiena e poi andavo in giro anche se quando mi svegliavo non ricordavo dove ero stata. -

    • Perfetto! - Esclamo con entusiasmo Demelza. - Stasera possiamo fare una prova. Quando ti addormenti esci dal corpo da dietro. Non andare da nessuna parte rimani li dove ti trovi ed aspettami. Se va come prevedo possiamo sognare insieme. -

    • Oh si proviamo. -

    • Abbiamo ancora un po' di tempo prima che il sole cali ora parlami un po di te. -

    • Vivo con mio padre, a nove anni ho perso mia madre a causa di un incantesimo sperimentale mal riuscito. Due anni dopo fui chiamata a frequentare la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, li mi hanno soprannominato Lunatica dicendo che sono bizzarra, ho faticato a farmi degli amici. Dopo un po' di tempo ho conosciuto un ragazzo destinato a diventare famoso e sono diventata amica sua e dei suoi amici. Tendo a dire la verità, anche se, a volte, questa può risultare scomoda o imbarazzante e mettere a disagio gli altri. Mi interesso delle creature magiche e cerco di catalogarle e studiarle.-

    • Il ragazzo di cui parli è Harry? -

    • Si lui. Ma ora è scomparso. Lo conosci? -

    • L'ho visto in sogno qualche volta quando era con te. Non è scomparso è stato rapito dagli orchi ed ora è nel loro mondo. -

    • Potrà tornare? Riuscirà a liberarsi? Possiamo aiutarlo? - Luna sparò tutte le domande senza nemmeno rifiatare.

    • Non possiamo aiutarlo e per quanto ne so nessuno è mai riuscito a scappare da quel posto. -

    • Come sai tutto questo? - Chiese Luna

    • Me l'hanno detto gli Elfi. -

Il sole era già tramontato in lontananza si scorgevano le luci della cittadina in fondo alla valle, Demelza con un tocco della bacchetta aveva prima acceso quella luce blu/viola fosforescente la stessa usata nella grotta e poi apparecchiato per la cena. Disse a Luna di mangiare ma di non esagerare visto che sognare con la pancia troppo piena era controproducente. Finirono di cenare si sedettero davanti alla stufa assaporando una tisana di erbe aromatiche. Quella stanza per Luna aveva un'atmosfera famigliare, la faceva sentire a suo agio come se fosse a casa, sulla collinetta, nella sua camera. Stava ancora rincorrendo i suoi pensieri quando Demelza parlò:

    • Bene ora a letto. Ricordati cosa ti ho detto. Addormentati senza addormentarti. Esci da dietro e aspetta. Il tuo letto è quello. - indicò la nicchia più vicina alla libreria. - Ci vediamo! -

Luna si preparò per la notte, uscì dal bagno e si avvicinò alla nicchia. Era scavata nella roccia e il letto era formato da una sorta di sacco a pelo morbidissimo. Si infilò nel sacco e si sdraiò, quel letto sembrava fatto apposta per lei, si adattava benissimo alle forme del suo corpo e la roccia sottostante sembrava comodissima. Stette a guardare il soffitto per alcuni minuti poi chiuse gli occhi. Macchie di colore vagavano davanti ai suoi occhi chiusi e sentiva il suo corpo sempre più pesante poi si accorse di essere leggermente più in basso del suo corpo, stava dormendo ma era sveglia. Si mise in piedi davanti al suo letto, poteva vedere se stessa dormiente, rimase li ad aspettare. Dopo poco sentì qualcuno che la prendeva a braccetto era Demelza, ora stavano facendo lo stesso sogno. Con una strana voce Demelza le disse di individuare un luogo dove avrebbe voluto andare, rispose, con una voce che non riconobbe come sua, che le sarebbe piaciuto essere nella Stamberga Strillante per visitare i suoi amici Neville e Ency diminutivo affibbiato a Enceladus. Le immagini del laboratorio della Stamberga apparvero davanti a loro e Luna sentì tirare il braccio fece un passo ed erano nella stanza. Esaminarono il locale, mucchi di erbe secche erano accatastati sul pavimento, un calderone era ancora sulla stufa ma il fuoco era ormai spento, un forte profumo aromatico impregnava l'aria, si spostarono entrando nella sala “da pranzo” per le rimpatriate dell'Esercito di Silente. Sul divano Enceladus dormiva beatamente ma di Neville nessuna traccia.

    • Ciao Luna! Chi è la tua amica? - chiese una buffa voce proveniente dalle loro spalle.

Sorprese le ragazze si girarono e li davanti a loro c'era Ency. Fece loro cenno di spostarsi in cucina liberò un paio di sedie e lasciò che si riprendessero dalla sorpresa. Rimasero a guardarsi in silenzio per alcuni minuti poi la ragazza dai capelli neri disse:

    • Ciao sono Demelza. Anche tu riesci a sognare da sveglio? -

    • Per la verità è la prima volta che mi trovo in questa situazione. Ho fatto altri sogni reali ma è la prima volta che condivido il sogno con qualcun altro. -

    • Ormai ci siamo. - Disse Luna – Come vanno le cose qui? -

    • Per niente bene. Il furgone blindato delle paghe dei professori e dei dipendenti del ministero è stato rapinato per tre volte consecutive. Il ministro della magia per l'interno sta prendendo dei provvedimenti restrittivi sull'uso dei manufatti magici. A causa di questo Ron ha avuto alcuni problemi con la sua fabbrica di bacchette, poi è stato accusato di avere aiutato i ladri ed è stato rinchiuso ad Azkaban. Il quartiere magico di Londra viene continuamente perlustrato dalla polizia ma gli atti criminosi aumentano invece di diminuire. Persino i Goblin della Gringott temono per il futuro della loro banca anche perché gli stipendi vengono pagati in crediti spendibili con l'uso di una carta magica. Come sta andando il tuo viaggio? -

    • Splendidamente, ho incontrato due nuove creature magiche ma soprattutto ho incontrato lei e mi sta insegnando come sognare consapevolmente. -

    • A proposito sai che due giorni fa ho sognato Harry? -

    • Dov'era? - Chiese Luna

    • In uno strano posto con una strana luce giallastra stava guidando uno strano carro trainato da strane bestie tipo dei rinoceronti con la testa di capra. -

    • Il mondo degli Orchi. - Affermò Demelza. - Quello è il loro mezzo di trasporto. -

    • Potrà tornare? -

    • Difficile, impossibile direi. -

    • Sto per svegliarmi devo andare. - Disse Ency

La scena si dissolse Luna si risvegliò nella sua nicchia. Stava albeggiando si alzò e si mise a contemplare il paesaggio che andava via via rischiarando.

    • Vieni a fare colazione è pronta. -

Luna si sedette di fronte a Demelza aveva lo sguardo assente nella sua mente risuonava la buffa voce di Enceladus che le esponeva una situazione per niente simpatica. Mangiarono in silenzio.

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Capitolo 11
*** IL SECONDO NEMICO ***


Harry si stava allenando come ogni giorno combattendo contro Tiensing. Dopo aver riacquistato l'anima la sua tecnica era migliorata tantissimo. Gli scontri qualche volta terminavano in parità, tuttavia quello odierno gli provocava una sensazione di “qualcosa di diverso”. Si stavano affrontando e mentre menavano calci e paravano pugni stavano girando in cerchio. Girando e girando Tiensing era arrivato davanti a una roccia, sferrò un calcio improvviso ad Harry che con una schivata perfetta lo evitò. Tiensing rimaneva li davanti a lui fermo con il piede alzato a livello della testa, non si muoveva Harry si stava apprestando a colpire la gamba che lo stava sostenendo quando si trovo per terra colpito da dietro.

    • Hai perso. - Disse ridendo Tiensing. - Sconfitto dal tuo secondo nemico, la lucidità. Sapevi che questo combattimento era “qualcosa di diverso” ma eri così assorbito dalla tua lucidità che non ti sei ricordato di un fatto fondamentale le cose non sono mai come appaiono essere. Infatti stavi per colpire la roccia che hai scambiato per il tuo avversario e se non ti avessi gettato a terra ti saresti fracassato un piede. Qualcosa ti aveva messo in guardia e avresti fatto bene a prendere in considerazione quel qualcosa. Questo è il modo in cui il potere si manifesta, intuizioni, conoscenza irrazionale, motivazioni non evidenti, tutte cose che ti avvisano dello scorrere degli eventi e delle tue condizioni. Da oggi terzo stadio del tuo apprendimento la comunicazione. Con comunicazione intendo il voler scambiare qualcosa con qualcun altro, questo è il modo in cui ti si presenta il potere: informazioni da te richieste che propongono risposte proprio li nel tuo ambiente, bisogna solo saperle cogliere, sapere osservare, distinguere ciò che è reale e ciò che non lo è e sapere chi ti porta un messaggio. -

    • Capisco. Che devo fare? -

    • Semplice tu ti siedi qui e io vado laggiù. Tu devi mandarmi una comunicazione e se ce la fai a farti capire ti rispondo. Semplice no? - Rispose sghignazzando.

Ad Harry sembrò una cosa semplice da farsi ma nonostante i suoi tentativi, a volte urlava come un ossesso, non riceveva alcuna risposta da Tiensing. Dopo alcuni giorni si ritrovò ad esaminare che cosa fosse in realtà la comunicazione. Infatti niente è come appare essere. Notò che per iniziare una comunicazione ci doveva essere per prima cosa la voglia, il desiderio di iniziarla, Molti dei suoi tentativi erano falliti a causa di questo errore: non aveva voglia di comunicare. Il secondo punto era avere l'intenzione di comunicare in effetti la voglia o il desiderio non centravano con l'intenzione di comunicare. Si esercitò su questi punti ma si accorse che c'erano ancora delle difficoltà ci pensò sopra poi si accorse che dipendeva da Tiensing non prestava attenzione alla sua comunicazione. Improvvisamente gli fu chiaro una cosa che per parlare con qualcuno devi parlare di qualcosa che gli interessa se no non presta l'attenzione. Cercò di parlargli del modo in cui aveva riconquistato la sua anima ottenne la sua attenzione. Tuttavia scoprì che il suo parlare non otteneva l'effetto sperato, non aveva tenuto conto della distanza e le sue parole non arrivavano sino a Tiensing. Ci vollero alcuni giorni di tentativi ma alla fine ci riuscì e Tiensing finalmente capì ciò che gli stava venendo comunicato, avendo infine compreso la cosa si alzò e si complimentò con Harry.

    • Ora ti serve solo un po' di allenamento per riuscire a capire chi vuole veramente parlare con te indipendentemente dalla lingua. Non solo, potrai, dopo esserti esercitato ancora più a fondo, comprendere quei messaggi, le risposte che l'ambiente ti invia per aiutarti a raggiungere i tuoi scopi. -

Un nuovo allenamento tenne occupato per alcuni giorni Harry, sopratutto cercava di essere l'intenzione di comunicare e l'intenzione di ricevere. Riusciva a comprendere il significato di ciò che gli veniva detto anche se Tiensing parlava l'antica lingua dei monti Altai. Un giorno provò ad esercitarsi con l'eco che veniva prodotto dalla vicina montagna. Riusciva a comprendere la sua comunicazione ma non riusciva a ottenerla dalla montagna. Poi improvvisamente fece quello che aveva fatto quando riacquistò la sua anima. Comunicava qualcosa e istantaneamente era la sulla montagna a rispondere. Qui – la – qui – la ecc. ora riusciva perfettamente da solo nell'esercizio. Improvvisamente una realizzazione lo colpì non stava solo comunicando ma stava effettivamente controllando il tempo. Quando iniziava la conversazione notava che le sue parole si allontanavano il tempo si allontanava, ma quando riceveva notava che le sue parole si stavano avvicinando il tempo gli si avvicinava. Il tempo era qualcosa al di fuori di lui che dipendeva dallo spostamento dell'energia, qualsiasi tipo di energia, nello spazio. Essendo qui – la – qui – la, ovvero: fu – sarà – fu sarà - istantaneamente ne aveva assunto il controllo. Decise di porre immediatamente in atto la sua scoperta sfidando Tiensing in un combattimento di kung fu. Non lo aveva mai sconfitto veramente ed ora si stavano fronteggiando studiandosi, Tiensing notò subito che questa volta era un combattimento diverso dal solito, e si preparò ad affrontarlo con la massima concentrazione. Poi partì all'attacco con un calcio rotante che Harry schivò spostandosi sulla destra mentre rispondeva sferrando un pugno al tronco. Tiensing parò il colpo con il braccio sinistro si abbassò e da terra calciò per colpire le gambe di Harry. Fece un salto mandando a vuoto il colpo ed erano di nuovo li uno di fronte all'altro. Stavano girando in tondo come nel combattimento di alcuni giorni prima e Harry stava per arrivare davanti alla roccia, in quel momento “seppe” che il suo avversario avrebbe tentato lo stesso trucco dell'altra volta. Senza mai perdere di vista il suo avversario attese che fosse arrivato davanti alla roccia e quando avvenne rallentò il tempo, vide il trucchetto illusorio che gli faceva apparire la roccia come il suo avversario, mentre questi si muoveva alle sue spalle. Tutto questo movimento, dal punto di vista di Harry, avveniva al rallentatore così elaborò la contromossa, muovendosi rapidamente giunse alle spalle di Tiensing lo fece cadere colpendo le gambe e una volta a terra lo immobilizzò tirandogli un braccio e facendo pressione sul collo con una gamba. Impossibilitato a muoversi Tiensing si arrese e immediatamente si complimentò con Harry per come aveva condotto il combattimento e per come aveva padroneggiato il movimento.

    • Cosa strana e misteriosa il tempo, vero Harry? -

Disse ridacchiando Doppio Sguardo che aveva seguito tutto il combattimento, invitando i due amici ad entrare nella capanna. Tiensing lo guardò interrogativamente ma non ebbe nessuna risposta.

Quella notte per Harry fu davvero movimentata, una serie di sogni stavano susseguendosi uno dopo l'altro, finché si ritrovò in un bosco davanti a una grotta. Si guardò attorno e il paesaggio sembrava molto più reale di quello che compariva nei sogni precedenti. Improvvisamente sentì che c'era qualcuno all'entrata nella grotta si girò e vide due persone. Una la riconobbe immediatamente.

    • Ciao Luna! Dove siamo? - Esclamò con un sorriso di sorpresa.

    • Siamo nei pressi dell'abitazione di Demelza.- Rispose Luna indicando la sua amica.

    • Ciao Harry. - Lo salutò sorridendo.

    • Sto sognando … è solo un sogno vero? -

    • Si stai sognando Harry! - Rispose Demelza – Ma non è solo un sogno. Ci stiamo sognando a vicenda per questo possiamo parlarci anche se le nostre voci non sembrano essere le solite. - Disse ridacchiando, evidenziando quello strano fenomeno.

    • So che sei stato rapito dagli Orchi come te la stai cavando? - Chiese Luna.

Harry si sedette su un masso ed incominciò il suo racconto, descrisse come avevano compiuto il rapimento, l'incontro con i suoi tre amici/insegnanti, la perdita della sua bacchetta e di come lo aveva aiutato, la riconquista dell'anima, e una cosa di cui si era reso conto solo in quel momento.

    • … avendo riconquistato la mia anima ho appreso anche tutto quello che lei sapeva. Non mi rendo ancora perfettamente conto di tutto quello che sa ma … posso dire che ho ereditato tutte le conoscenze di Voldemort. Io sono stato un suo Horcrux e la sua anima, una parte della sua anima, ha convissuto con me per quindici anni in questo modo la mia anima ha assorbito tutte le conoscenze dalla sua. Purtroppo tutte queste conoscenze non mi possono aiutare a ritornare, ma ho una piccola possibilità di farcela sto solo aspettando il momento opportuno. -

    • Ormai è l'alba ci stiamo per svegliare, conta pure su di noi per qualsiasi aiuto anche se non sappiamo come potremmo aiutarti. Ora prima di svegliarti in quel mondo riaddormentati in questo ma assicurati di farlo nella stessa posizione in cui ti sei addormentato. La prossima volta questo luogo sarà molto più reale nel tuo sogno e noi possiamo trovarti facilmente. E' ora di andare. Ciao! -

Demelza salutò Harry e sia lei che Luna sbiadirono sparendo dalla sua vista. Harry seguì il suo suggerimento e si addormentò nell'esatta posizione in cui giaceva nella stanza di Doppio Sguardo. Si risvegliò, Doppio Sguardo lo stava scrutando con quegli occhi molto strani ai quali non aveva ancora fatto l'abitudine.

    • Quali novità Harry? - Chiese.

    • Ho fatto un sogno, ho sognato una mia amica in compagnia di un'altra ragazza. Il sogno mi pareva reale come se fossi stato effettivamente in loro presenza. Pensa che l'altra ragazza mi ha consigliato di addormentarmi nel sogno e di mantenere la stessa posizione che avevo assunto addormentandomi qui. Cosa che ho fatto. -

    • Ho una notizia per te! Quello non era un sogno, ieri notte sei stato veramente in loro compagnia e il consiglio che ti è stato dato vale molto di più di quanto tu ed io possiamo immaginare. Penso che le tue possibilità di fare ritorno siano aumentate drasticamente. -

    • In che modo? -

    • Lo scoprirai solo vivendo. - Rispose ridendo. - Devi solo seguire le orme di Sigfrido ed approfittare del tuo centimetro cubo di opportunità. - Disse alzandosi e si stiracchiò mentre uscì dalla capanna.

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Capitolo 12
*** IL RE DEGLI ELFI ***


Erano ormai passati alcuni mesi da quando Luna era giunta a casa della sua nuova amica, i loro sogni comuni erano frequenti ed alcuni erano condivisi con Ency, altri, ma pochi, con Harry. Un mattino stavano facendo colazione quando la punta della bacchetta di Demelza appoggiata su un lato del tavolo si illuminò. Entrambe si voltarono a guardarla.

    • Abbiamo ricevuto un invito. - Disse Demelza.

    • Un invito? -

    • Preparati dobbiamo andare. Non dobbiamo far attendere i nostri amici. -

Non aggiunse altro. Luna si preparò ad uscire, velocemente scesero dalla scala nella roccia e si inoltrarono nella grotta. La luce blu/viola accesa da Demelza rendeva irreale quello strano ambiente. Lunghe stalattiti pendevano dal soffitto ed a causa della luce erano di un blu fluorescente. Continuarono a camminare tra i sassi facendo attenzione a dove mettevano i piedi, erano straordinariamente scivolosi, facevano perdere l'equilibrio, e Luna rischiò di cadere almeno un paio di volte. Dopo aver camminato in questo modo per circa mezz'ora giunsero in un ampio spiazzo nel mezzo del quale c'era un laghetto e dalla parte opposta due stalattiti che si congiungevano al pavimento. Dietro alle due colonne calcaree si stagliava una scurissima e liscia parete, mentre si avvicinavano Luna ebbe l'idea che le due colonne fossero un qualche tipo di porta. Giunsero senza parlare davanti alle stalattiti attraversandole raggiunsero la parete, Demelza estrasse la bacchetta e ne inserì la punta in un foro a lei noto ma che Luna non riusciva a distinguere. La parete si dissolse lasciando intravedere una bellissima e luminosa foresta, Demelza prese per mano Luna mentre entravano nella foresta, le indicò un sentiero e le fece cenno di seguirlo. Le foglie degli alberi erano di un verde brillante, il cinguettare degli uccellini era una soave melodia, una leggera brezza trasportava l'olezzo di profumatissime essenze, il tutto rappresentava perfettamente l'armonia. Senza parlare e rapita da tanta bellezza Luna arrivò a una piccola radura si guardò intorno e lo scorse. Era il Ricciocorno Schiattoso un animale grande quanto un lupo dalle corte zampe e dalla pelle scura e rugosa. Se non fosse stato per le sue due corna, simili a quella del rinoceronte ma molto rugose posizionate sulla testa dietro le orecchie, lo si sarebbe potuto scambiare per la rara razza canina dello Shar-Pei. Luna mosse verso di lui per accarezzarlo, non scappò, siccome era tremendamente curioso si avvicinò fino a farsi accarezzare. Luna notò che il pelo era molto breve e pungente, ricordava quello del cavallo o meglio la pelle di uno squalo. Rimase ad accarezzarlo per qualche minuto poi la voce di Demelza la incitò “Sbrigati siamo attesi”. Camminarono per alcuni minuti lungo il sentiero fino a giungere al cospetto di un albero gigantesco sul suo fianco una scala saliva attorcigliandosi sul tronco. Salirono, a Luna parve che gli scalini non finissero mai, aveva il fiatone ma … una meravigliosa città si stava rivelando ai suoi occhi, riusciva a distinguere molte casette collegate tra loro da passerelle ricavate dai rami e da liane, ma la cosa più sorprendente erano gli abitanti alti magri dai capelli lunghi e argentei, sempre sorridenti e dai movimenti aggraziati. Ricevevano calorosi saluti da ognuna di quelle persone come se le due amiche fossero dei conoscenti da lunga data. Dopo una svolta si stagliava una grossa capanna costruita sullo stile dei vecchi castelli era la reggia del Re degli Elfi.

    • Stiamo per incontrare Sua Maestà Wiswyrd il re degli Elfi. Quando arrivi al suo cospetto inchinati. -

    • Come faccio a riconoscerlo? - A lei gli Elfi parevano molto simili

    • Non puoi sbagliare ha una lunga capigliatura argentea raccolta sulla nuca da un cerchio luminoso, ha due profondi occhi verdi molto penetranti. Quando lo guardi negli occhi sentirai di essere senza difese e sarai sicura che ti potrà conoscere forse meglio di te stessa. -

Fecero gli ultimi scalini ed entrarono nel castello, le pareti di legno emanavano la vita dell'albero che ospitava la città, l'atrio era abbastanza ampio e in fondo vi era un tavolo e un trono. Intorno al tavolo delle sedie, di fianco a loro una persona di spalle sembrava leggesse qualcosa, aveva un lungo mantello molto leggero e vaporoso simile al mantello dell'invisibilità di Harry. Le ragazze si fermarono non appena entrate nella stanza, il Re si girò sorridendo e loro si inchinarono.

    • Su niente cerimonie cara Demelza e cara Luna venite e sedetevi senza alcun timore.-

La sua voce era melodiosa e rassicurante, le sue parole emanavano amicizia e rispetto. Le due ragazze si sedettero rispettosamente in silenzio.

    • Vi ho convocate perché ho delle notizie che vi riguardano. Ci sono degli avvenimenti che stanno succedendo e che dovrebbero essere modificati nel loro corso, altrimenti il vostro mondo magico potrebbe scomparire almeno cosi come lo conoscete oggi. Non è un caso che tu Luna sia qui perché i problemi di cui parlo stanno avvenendo proprio nel tuo paese natale. -

    • Vostra Maestà sta facendo riferimento agli ultimi eventi riguardanti il Ministero della Magia? -

    • Certamente mia cara, ma anche riguardo a quelli di cui non sei ancora al corrente. Seguitemi. -

Wiswyrd le condusse in un'altra stanza molto piccola arredata solo con tre sedie poste di fronte ad un arco che reggeva un grande vassoio di argento.

    • Sedetevi e guardate. -

Presero posto ciascuna su una sedia, anche il Re si sedette facendo un ampio ed aggraziato gesto con la mano. Il grande vassoio incominciò a schiarirsi e delle immagini si stavano formando nello spazio da lui occupato. Mostravano un'ampia sala poco rischiarata e due uomini che stavano parlando, uno era Glutton Greengrass direttore della banca centrale dei maghi l'altro Cornelius Caramel capo dei servizi segreti magici.

    • Tutto sta andando come stabilito. Il prossimo trasferimento di Galeoni, sarà anche l'ultimo. Verrà rapinato come al solito, assicurati che le guardie giurate siano dei mezzo sangue. Dovranno essere eliminati come la altre volte. In questo modo la popolazione accetterà le nostre condizioni senza protestare, e noi avremo il controllo economico di tutto il mondo magico. - Disse Glutton.

    • Bene. Una volta fatta la rapina non manderemo Arraffo e Ali a ritirare l'oro ma faremo irruzione nel covo della banda con i poliziotti. Arresteremo tutti quelli presenti in flagranza di reato. Contemporaneamente vi sarà un'ispezione nella fabbrica di bacchette Weasley. Uno degli ispettori troverà “per caso” la bacchetta usata per eliminare le guardie giurate così possiamo rendere innocuo il costruttore di bacchette rinchiudendolo in una cella di Azkaban. - Replicò Cornelius.

La scena cambiò mostrava un locale semibuio pareva una cantina. C'era una ragazza e quattro ragazzini.

    • Fin'ora siamo stati fortunati, abbiamo eseguito due rapine perfette, ma non abbiamo ucciso nessuno. Temo che le guardie siano state uccise da coloro che ci hanno commissionato i furti. Questa dovrebbe essere l'ultima e siccome non mi fido, apporterò delle variazioni al piano suggeritomi da Arraffo e Alì. D'accordo? -

    • Si capo. - Risposero in coro i ragazzini.

    • Sono riuscita ad avere il percorso della carrozza blindata, la rapineremo molto prima che giunga al punto previsto. Seguendo il percorso stabilito dovrà attraversare un vicolo buio proprio a metà del vicolo c'è un tombino fognario. Allora il piano è questo, sbarriamo il vicolo rovesciando un carro di cianfrusaglie, il blindato si ferma due di voi escono dal tombino e addormentano le guardie con questo. - Estrasse una boccetta di souphur sophoriferus. - Rompete la boccetta proprio sotto l'asse delle ruote anteriori la carrozza in quel punto ha una piccola apertura adatta allo scopo. Quando si saranno addormentati prelevate l'oro ma non portatelo qui. Appena possibile trasferitelo su una macchina babbana e portatelo in campagna nella cascina della nonna di Scotty. Nascondetelo e non fate ritorno a Londra. Temo che verrò catturata e forse imprigionata, ma vedrò di cavarmela. Chiaro? -

    • Si capo. La nonna di Scotty è sorda non si accorgerà di niente. Dobbiamo aspettare tue notizie? -

    • Si ma se entro tre mesi non ne avrete fate quello che volete con la refurtiva ma siate prudenti. -

L'immagine cambiò di nuovo ora si vedeva una carrozza blindata arrivare e gli agenti dei servizi segreti nascosti dietro gli angoli delle case e in un pub. Nessuno si fece vivo e la carrozza oltrepassò il punto stabilito per la rapina. Stud, il capo degli agenti, usci da dietro l'angolo e mostrando un distintivo fermò la carrozza.

    • Ispezione di routine.-

    • Ci hanno appena rapinati circa un quarto d'ora fa nel vicolo buio, non c'è più niente da ispezionare. -

    • Scendete! - ordinò disorientato Stud

Scesero dal blindato e non appena furono davanti all'agente si sentì “Avada kedavra” e una luce verde fulminò le due guardie.

    • Dannazione Krill, razza di scemo, sono GIA' stati rapinati. Ora non sapremo mai cosa è successo veramente.-

Chiamò immediatamente Shaky Bulstrode, poi lui e i suoi degni compari si dileguarono, il capo della polizia arrivò immediatamente mise sotto sequestro il blindato e fece portare via i corpi prima che arrivassero i giornalisti. Poi si preparò per informare la stampa su quanto era successo alla carrozza blindata.

Le immagini cambiarono ancora, mostravano di nuovo il locale semibuio dove la ragazza era appena entrata. Un attimo dopo la porta cedette sotto un colpo possente e nel locale entrarono una decina di poliziotti bacchetta alla mano. L'Amazzone non oppose resistenza venne immobilizzata da due di loro mentre gli altri perquisivano il locale. Non c'era niente, in effetti, da perquisire dal momento che il locale era vuoto e privo di mobili. Non trovarono niente e uno di loro uscì dalla porta per parlare con Shaky a riguardo.

    • La ragazza è pulita capo. -

    • Per la miseria! - Mise una mano sotto il mantello ed estrasse un sacchetto pieno di monete. - Provengono dalla rapina precedente, le ho trattenute per casi come questi. Prendi il sacchetto torna dentro e fingi di averlo trovato proprio li. Arresta tutti quelli che trovi in quel locale. Io devo occuparmi di un'altra perquisizione. -

Le immagini cambiarono ora mostravano Diagon Alley e il vecchio negozio di Olivander rimesso a nuovo con una bella insegna “Bacchette Weasley” la scritta era a intermittenza e quando spariva lasciava posto a una bacchetta con la punta a bocca di drago che sputava fuoco. Un gruppo di poliziotti con Shaky in testa entrarono improvvisamente e rumorosamente nel negozio.

    • Fermi tutti! Questa è una ispezione! -

Esclamazione esagerata dal momento che nel negozio non c'era anima viva. Ron uscì dal retro bottega nonché laboratorio e si lamentò.

    • Miseriaccia, questa è la quarta ispezione che ricevo nel giro di un mese. Ma fate pure. -

I poliziotti misero a soqquadro tutto il negozio creando il massimo disordine, nemmeno un branco di centauri infuriati avrebbe potuto far peggio. Poi uno dei poliziotti si avvicinò al capo con un astuccio contenente una bacchetta, i due confabularono per alcuni secondi.

    • Signor Weasley nel suo negozio è stata trovata una bacchetta senza certificazione, ora verificheremo quale uso ne è stato fatto. -

    • Impossibile signor Shaky le mie bacchette hanno tutte la certificazione. Sono perfettamente in regola. -

    • Devo ammettere che tutte le altre sono provviste di certificazione, tutte tranne questa. -

Estrasse la sua bacchetta la direzionò verso quella “trovata”

    • Prior Incantatio”. - Esclamò

Subito, sotto forma di nebbiolina bluastra, apparve la scena dell'uccisione delle due guardie giurate. Ron si sentì mancare, poi protestò con veemenza.

    • Mi state fregando razza di imbroglioni, non ho mai visto quella bacchetta in vita mia, conosco i miei diritti, lasciatemi andare. -

Cercò di scappare ma non fece tempo arrivare alla porta.

    • Stupeficium”.-

Ron cadde come un sacco di patate.

Le immagini sparirono dal grande vassoio. Gli sguardi di Demelza e sopratutto di Luna mostravano stupore e sgomento. Scese un profondo e imbarazzato silenzio. Dopo alcuni minuti il Re ruppe il silenzio.

    • Questi sono gli avvenimenti che riducono il potere e la magia delle persone e dei luoghi. Il ridurre l'autodeterminazione delle persone crea dei blocchi nell'energia del mondo. Le persone sopraffatte in quei blocchi ne creano altri. Ne derivano guerre, furti, assassinii, distruzioni, sfruttamento e schiavitù. I luoghi magici sono i primi a risentirne e perdono il loro originario potere, fino a diventare normalissimi luoghi accessibili a tutti e allo sfruttamento di tutti. -

    • Se si volesse fare qualcosa a riguardo? - Chiese Luna.

    • Nessuna guerra, nessuna azione contro la sopravvivenza delle persone, degli animali, delle piante o dell'ambiente – per quanto possibile – semplicemente cercare di innalzare il benessere e l'energia della cosa che si vuole preservare. È il metodo più semplice ed efficace. -

    • Come potremmo farlo? -

    • Quando sarà il momento le cose da fare saranno completamente chiare. Solo un consiglio, quando farete ritorno a Hogwarts portate con voi i tre libri che hanno attirato la curiosità di Luna, potrebbero essere di grande aiuto.

Detto questo il Re congedò le due ragazze e uscì dalla stanza. Luna e Demelza dubbiose fecero ritorno a casa.

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Capitolo 13
*** IL LIMBO ***


Harry si era addormentato da poco, stava sognando la collina dove era stata rinchiusa la sua anima, sentiva dentro di sé che si stava per verificare un grosso cambiamento, e il sogno lo stava confortando, quando all'improvviso tutto cambiò. Si ritrovò in una foresta scura, avrebbe detto di essere nella foresta proibita, stava ancora guardandosi intorno quando si sentì afferrare entrambe le braccia. Erano Luna e Demelza lo avevano ritrovato nei loro sogni ed ora erano li con lui.

    • Stiamo sognando? - chiese per conferma Harry.

    • Certamente! - Rispose Demelza. - Abbiamo notizie per te, aspetta qui con Luna, torno subito.-

Demelza sparì.

    • Ciao Luna, costa sta succedendo? -

    • Ciao! Oh niente devi parlare con una persona, ha un messaggio per te. -

    • Quale messaggio cosa sono questi miste.. -

Non fece in tempo a finire la frase che Demelza fece ritorno. C'era qualcuno con lei. Harry non riusciva a distinguere chi fosse ma quando fu arrivato davanti a lui lo riconobbe era Enceladus.

    • Su Ency digli cosa hai sognato. - lo esortò Demelza.

    • Va bene. Uhhh non mi sono ancora abituato alle voci del sogno, sono così diverse da quelle normali. Bene il messaggio è questo Harry. Preparati domani all'alba avrai la possibilità di evadere dal tuo mondo. L'ho visto in sogno, ti stavi recando verso la collina ho sentito il botto e tu ti lanciavi. Riuscirai a lasciare quel mondo, ma dovrai essere aiutato per ritornare in questo. Non so come potremmo aiutarti ma stai sicuro che tutte le nostre conoscenze e forze verranno impiegate per tirarti fuori. -

    • Se lascio quel mondo e non vengo in questo dove finirò? -

    • In una terra di nessuno, qualcuno la chiama Limbo, di più non so. -

La notte stava per finire, Harry si svegliò di colpo. Notò con stupore che anche i suoi due amici erano svegli e lo stavano osservando.

    • Il momento è giunto. - Affermò Doppio Sguardo

    • Buona fortuna Harry. Non ti dimenticheremo. - Disse sorridendo Tiensing.

    • Riuscite sempre a stupirmi voi due. A volte penso che mi conosciate meglio di quanto mi conosca io. Ebbene si oggi cercherò di evadere da questo mondo. -

I due amici lo guardarono, con gli occhi carichi di affetto e sorrisero. Harry li abbracciò e senza dire niente uscì dalla capanna. A passo spedito si diresse verso la casa di Sigfrido, costeggiando la collina per poi raggiungere lo spiazzo con la caverna. Arrivato notò con sorpresa che, sia l'agrifoglio che la fenice appollaiata su un suo ramo erano li ad attenderlo, mentre li stava osservando le fronde dell'albero cominciarono a scuotersi, era la vibrazione che scorreva nell'aria prima che qualcuno venisse catturato e portato in quel mondo. La fenice scese dall'albero e si posò davanti all'entrata della grotta, guardava Harry, sembrava lo invitasse a posizionarsi in quell'esatto punto. Cosa che fece, lo stormire delle fronde stava aumentando un sordo brontolio si poteva appena udire, sembrava che la grotta stesse per vomitare, il brontolio aumentò di volume stava diventando il rumore del tuono. La fenice fissò Harry per alcuni interminabili istanti poi spiccò il volo, contemporaneamente Harry si tuffò nella grotta. Ka-Boomm tutto divenne buio.

    • Respira lentamente, e tieni gli occhi chiusi per qualche minuto Harry. -

Era la voce di Sigfrido che dava questi consigli ad Harry. Si sentì rassicurato e fece come gli era stato detto. Il suo respiro si calmò il fiatone che lo aveva colto affievolì fino a scomparire, e infine aprì gli occhi. Si trovava in un grande deserto formato da una distesa di dune a perdita d'occhio. Il cielo variava dal giallo ocra all'azzurro, per poi ritornare giallo. Un fatto strano, sembrava che il cielo non riuscisse a decidersi se essere azzurro come il nostro o giallo come quello del mondo degli orchi.

    • Sono contento di rivederti. - Disse Harry abbracciandolo.

    • Così anche tu sei caduto dalla padella alla brace. - Sorrise

    • Mi avevano avvertito, ho avuto la promessa dai miei amici che faranno il possibile per aiutarmi a ritornare. Hanno chiamato questo posto Limbo. -

    • Si in un certo senso. Questo posto è una fenditura tra mondi, il nostro, quello degli Orchi e un altro, quello delle infinite possibilità. Merlino si è recato in quest'ultimo anch'io dovrò decidermi di andarci. Ora che sei arrivato potrò finalmente affrontare il mio destino. -

    • Mi stavi aspettando? -

    • Si! Ho un messaggio da parte di Merlino. Eccolo: “quando incontrerai il ragazzo che riuscirà a sfuggire al mondo degli orchi digli questo: Non dovrà combattere le forze ostili come ha fatto in passato ma più semplicemente ripulire l'energia negativa lasciata dagli stregoni oscuri. Dovrà farlo a partire da Hogwarts cosicché si possa istruire una nuova generazione di maghi abili nel rimediare agli errori del passato. Dovrà ripulire per prima cosa i quattro elementi simboleggiati dai doni che personalmente ho fatto ai fondatori di quella scuola. Come e cosa fare possono essere compresi leggendo i tre libri che le due sognatrici avranno con loro.” - Sorrise

    • Chiaro ma anche un po' criptico. - Rispose perplesso.

    • Ricordati che era un grande profeta, rallegrati farai ritorno nel tuo mondo, lo ha previsto. Non ti invidio, penso che risolvere i problemi senza combattere sia di per sé un grande problema da risolvere. -

    • Cosa sai di questo posto? -

    • È un crocevia vedi se ci mettiamo in piedi con lo sguardo rivolto a quelle dune laggiù possiamo dire che: alle nostre spalle c'è il mondo dal quale proveniamo, di fronte oltre le dune c'è qualcosa che potrebbe essere chiamato il Paradiso, un posto bellissimo ma terribilmente noioso rifugio di coloro che non hanno alcuna aspettativa e nessun progetto per il futuro, alla nostra destra c'è il mondo degli Orchi e alla nostra sinistra c'è il mondo delle possibilità completamente avvolto nelle nebbie si entra e si deve risolvere la nebbia così si potrà afferrare la nostra possibilità. Alcuni si sono persi altri … chi lo sa? Un particolare, questo è il Limbo o come diavolo si chiami, ma ha un vantaggio: qui colui che è morto può essere riportato in vita da chiunque sia vivo. Serve solo alitargli in bocca e lui si risveglierà. -

    • È per questo motivo che ci sono muri di nebbia gialla intorno a noi? Beh sembrano muri. -

    • Si sono le barriere percettive che separano i mondi. Qualcuno riesce ad infrangerli e penetrare negli altri. Io ho esaurito il mio compito e adesso tocca a me infrangere una di quelle barriere seguirò Merlino ovunque lui sia andato. Addio carissimo amico. -

    • Addio! -

Si voltò e si incamminò verso il muro di nebbia che si scorgeva in lontananza alla sinistra di Harry. Sigfrido si allontanava sempre di più diventava sempre più piccolo ed infine fu inghiottito dal muro di nebbia. Harry pensò di fare la stessa cosa, fece dietro front e si avviò verso il muro di nebbia, comminò per un tempo che a lui parve infinito ma la distanza tra lui e il muro non variava di un millimetro sconsolato si sdraiò e si addormentò.

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Capitolo 14
*** IL RITORNO ***


Ormai erano passati due anni dalla scomparsa di Harry e ad Hogwarts stava per iniziare un nuovo anno scolastico. Durante l'estate alcuni babbani in gita nei boschi erano riusciti a scorgere il castello invece delle solite rovine. I professori stavano facendo gli incantesimi di protezione per l'ennesima volta. La loro efficacia sembrava diminuire di volta in volta e la cosa ovviamente destava preoccupazioni nell'ambiente scolastico. I genitori degli aspiranti maghi e streghe incominciavano a pensare che dati i costi e la diminuzione degli standard non fosse più così conveniente mandare i loro figli alla scuola nonostante il privilegio di essere stati scelti. Si erano verificati i primi casi di rinuncia, due famiglie di maghi, i Crumb e i Clagg, avevano respinto la lettera di invito spedita da Hogwarts per l'iscrizione dei loro ragazzi. La magia del luogo aveva perso parte del suo potere e questa era una situazione pesante da affrontare sia per il corpo docente che per gli studenti. In aggiunta l'impoverimento causato dall'aumento delle tasse per fronteggiare l'emissione delle carte di credito magiche, l'aumento dei prezzi dei beni magici come bacchette, calderoni, scope ecc. e il loro calo in qualità ed efficacia aveva causato la diminuzione dei poteri di ogni singolo Mago.

Nella sala professori dopo una levataccia per rafforzare gli incantesimi di protezione Neville ed Hermione stavano parlando del problema quando a Neville venne in mente una cosa.

    • È tornata Luna. -

    • Ma dai, dov'è ora? Mi piacerebbe salutarla. -

    • Alla Stamberga Strillante, è arrivata ieri sera con una sua amica stramba come lei o forse di più. Quando sono uscito stavano riposando. -

    • Mi piacerebbe incontrarla. -

    • Ok, abbiamo tempo prima dell'inizio delle riunioni tra i professori andiamoci subito. -

Si incamminarono lungo il sentiero ed arrivarono alla stamberga. Demelza, Luna e Ency stavano ancora dormendo. Senza fare rumore andarono in cucina per preparare un caffè, mentre Neville stava versando l'acqua senti una voce eccitata provenire dall'altra stanza, era la voce di Luna.

    • L'ho trovato, l'ho trovato finalmente! -

Accorsero tutti nella stanza dove Luna e Demelza avevano passato la notte.

    • Chi, cosa hai trovato Luna? - chiese Hermione

    • Harry, Harry Potter naturalmente. -

    • Harry è scomparso da due anni Luna, se ne è andato, perduto. - Rimbeccò Hermione.

    • Donna di poca fede! - l'apostrofò Demelza con uno sguardo molto duro – Harry veniva tenuto prigioniero nel mondo degli Orchi. Era riuscito a scappare ed ora è nel Limbo e Luna lo ha trovato. Dobbiamo solo escogitare il modo per aiutarlo a tornare. -

    • Ma … come avete … voglio dire come sapete queste cose … e come avete fatto a trovarlo? -

    • Semplice, sognando insieme. - Rispose Enceladus entrando nella stanza.

    • Sognando insieme? -

    • Hermione tu sei una ragazza molto logica e molto in gamba, ma c'è dell'altro oltre la logica, devi considerare che i sogni possono essere personali o condivisi. Quando sono condivisi le barriere dei mondi si rompono e si può comunicare. Così lo abbiamo trovato, così abbiamo saputo quando avrebbe potuto scappare e così Luna lo ha ritrovato stanotte. - Rispose Demelza

    • Ehh … voglio dire … ma … -

    • Si Hermione. Io, Demelza e Luna a volte facciamo lo stesso sogno, o meglio condividiamo lo stesso sogno e ci comportiamo proprio come stiamo facendo ora da svegli. A parte le voci che hanno un timbro diverso. Non mi sono ancora abituato alla cosa. - Disse ridendo Enceladus.

    • Per la barba di Merlino Ency non ne sapevo niente! - Disse meravigliato Neville.

    • A proposito abbiamo saputo di Ron. Mi dispiace davvero tanto. - Disse Luna.

    • Si è ad Azkaban da quasi un anno, hanno trovato nel suo negozio una bacchetta usata per assassinare due guardie giurate e l'hanno incarcerato.- disse con un groppo in gola Hermione.

    • È stato incastrato, la bacchetta è stata messa da uno dei poliziotti, affinché venisse trovata, per far si che il gruppo Wizberg ottenesse il controllo completo dei manufatti magici. - Rispose Luna

    • Come fai a saperlo? -

    • Lo abbiamo visto io e Demelza nella reggia del re degli Elfi. -

    • Il re degli Elfi? -

    • Certo i veri Elfi liberi non i rinnegati, dal loro punto di vista, gli Elfi domestici. -

    • Mai saputo di Elfi liberi. Mai visto uno, mai letto di loro. Da dove spuntano? -

    • Beh non mi sorprende, non si fidano degli umani men che meno dei maghi. Comunque se vuoi delle prove eccole. - Demelza estrasse con un movimento elegante del polso la sua bacchetta e la consegnò ad Hermione poi estrasse il libro dalla sua sacca e lo mostrò ai presenti. - Estrai la tua bacchetta e verifica chi l'ha costruita. - L'esortò Demelza.

    • Non conosco come farlo. -

    • Punta la tua bacchetta sulla mia e pronuncia “Qui Fecerunt?” -

Hermione pronunciò la formula e una nebbiolina azzurra scaturì dalla bacchetta di Demelza. Assunse la forma di un Elfo libero che stava assemblando l'osso di orso con la punta di cristallo e i tre canali per la linfa. Poi riempì i tre canali con la linfa delle piante e sigillò l'impugnatura soffiando sull'estremità.

    • Questo invece è il libro che mi hanno regalato. -

    • Ma ha le pagine vuote. -

    • Lo so, mia nonna mi ha detto che bisogna essere un mago o una strega molto potente per poter leggere questo libro. Infatti esso contiene tutta la sapienza delle creature magiche e degli uomini fin dalla loro apparizione in questo mondo. -

    • Hai mai letto qualcosa in questo libro? -

    • No mai. So solo che se uno ha delle domande e vuole delle risposte allora il libro te le fornirà in qualunque pagina tu lo apra. -

    • State sconvolgendo tutte le mie certezze in una sola mattinata. Ora devo tornare al castello con Neville ma ci vediamo stasera così mi spiegherai cosa è veramente successo a Ron. -

Venne sera e all'ora di cena il gruppetto si riunì nella Stamberga, oltre a Luna, Demelza, Hermione, Neville e Enceladus arrivarono anche di sorpresa Katie e Angelina di ritorno dai rispettivi negozi. La cena competentemente preparata da Ency fu subito servita e ben presto la curiosità di Hermione fece capolino.

    • Allora cosa è veramente successo a Ron? -

    • È stato incastrato. - Rispose Luna. - Qualcuno della Polizia Magica ha preso la bacchetta usata per eliminare le guardie giurate e l'ha messa nel negozio per farla ritrovare agli ispettori. Il motivo di questa azione era quello di eliminare un concorrente nella costruzione di manufatti magici ed ottenere il monopolio. -

    • Accidenti ora che mi fai pensare tutti i manufatti magici vengono prodotti da solo due o tre ditte e tutte controllate dai “purosangue”. - realizzò Hermione

    • Certo anche le rapine furono organizzate dalle stesse persone servendosi di una ragazza straniera che viveva in clandestinità a Londra. Lei ed alcuni ragazzini vivevano di piccoli furti e truffe nei confronti degli ingenui che capitavano loro a tiro. Poi furono contattati dai “purosangue” come li ha chiamati Hermione per commettere questi furti. Non hanno mai ammazzato nessuno ma gli omicidi sono stati commessi dagli scagnozzi della suddetta cricca, che qualcuno chiama Wizberg. -

    • Come fai a sapere tutto questo Luna?- Chiese incredula Katie.

Fu Hermione a rispondere spiegando ciò che le era stato detto e quello che lei aveva visto.

    • Per la miseria! Ci sarà un modo per far evadere Ron da Azkaban.- Disse infervorata Angelina.

    • È della prigione più sicura del mondo che stiamo parlando. Dopo l'ultima evasione dei Mangiamorte gli incantesimi di sicurezza sono stati rafforzati. - Disse Neville.

La cena era ormai conclusa ma la discussione no, Hermione, Angelina, Katie e Neville partecipavano attivamente elaborando piani uno più assurdo dell'altro su come liberare Ron, mentre gli altri tre sembravano stanchi e si sdraiarono sui tappeti che rendevano soffice il pavimento in un angolo scuro della stanza. Casualmente, o forse no, si disposero a T con le teste vicine tra loro.

Nel frattempo Harry dopo essersi allenato nel kung fu decise di sdraiarsi per un meritato riposo. In quel luogo non vi era giorno o notte ma sempre la stessa gialla nebbiosa luminosità allietata da alcuni sprazzi di azzurro. Quindi si riposava solo quando era stanco e questo avveniva di frequente, sembrava che il peso del corpo e la gestione dei movimenti richiedesse un sacco di energia. Si era assopito da qualche momento quando “sentì” una presenza vicino a lui, stava dormendo eppure riusciva a distinguere perfettamente la sua amica Luna li con lui.

    • Ciao Harry! Vediamo se riusciamo ad aiutarti. -

    • Riusciamo? Chi altri? -

    • Noi naturalmente! - Dietro a Luna apparvero Demelza e Enceladus.

    • Che piacere vedervi! Qual'è il piano? -

    • Improvviseremo. Hai qualche idea? - Chiese Demelza.

    • No! … forse … aspetta … una volta mi hai consigliato di addormentarmi nel sogno e di mantenere la stessa posizione che avevo assunto nell'addormentarmi. -

    • Oh si potrebbe funzionare, voglio che sogni la Stamberga Strillante. Il suo interno, noi tre stiamo dormendo proprio lì. Decidi di essere li senza alcuna esitazione. Usa i nostri corpi come guida. Fallo! -

Harry svanì dalla scena rimase solo il suo corpo addormentato sulla sabbia giallastra. Sparirono anche le due ragazze e Enceladus, Harry era di nuovo solo in quel mondo e dormiva come un angioletto.

Nella Stamberga la discussione era ancora molto accesa, ma nel pavimento, sui tappeti c'era un impercettibile cambiamento. Il sogno dei quattro amici si era trasferito in quel luogo ed ora Demelza fece sdraiare il sogno di Harry nel posto mancante tra loro a formare la croce. Ora tutti e quattro i sognatori erano testa contro testa. Harry assunse la posizione che aveva quando si era addormentato nel Limbo. Demelza disse di addormentarsi proprio li in quella posizione, ma prima avrebbe dovuto decidere di risvegliarsi alla Stamberga, loro lo avrebbero aiutato risvegliandosi tutti allo stesso momento. Il piano era folle, totalmente illogico, oppure molto logico nella sua illogicità, ma trascorsi pochi minuti si svegliarono tutti e quattro proprio li sul pavimento della stamberga. Harry si sentiva confuso, stordito, impacciato nei movimenti ma finalmente era tornato. I quattro appena svegliatisi si misero a sedere sul pavimento rimanendo ad ascoltare la discussione per organizzare la fuga di Ron da Azkaban.

    • Come cavolo ha fatto Ron a finire ad Azkaban? -

Queste parole interruppero di colpo la discussione e le tre ragazze più Neville si voltarono di scatto guardando verso il punto dal quale proveniva quella domanda. Hermione, riconosciuta la voce, si alzò di scatto dalla sedia facendola cadere, urtò il tavolo scaraventando in terra alcuni piatti e si lanciò verso Harry. La sua intenzione era quella di abbracciarlo ma arrivata vicina qualcosa la fermò.

    • Non sei il solito Harry! - disse sorpresa.

    • No non lo sono. - Rispose Harry. - Penso che dovrai aspettare qualche giorno prima di potermi abbracciare. Mi rendo conto che l'energia dei luoghi in cui sono stato è alquanto indigesta per questo mondo. - Continuò ridacchiando.

    • Bah al diavolo. Siamo tutti contenti di rivederti. Bentornato Harry! - lo salutò Neville.

    • Ora però raccontaci tutto, credevo di aver perso i miei due migliori amici ma almeno uno è tornato! - disse Hermione.

    • Va bene, ma stai sicura libererò Ron, questa è una promessa. Ora vi racconto la mia avventura … -

Nessuno dei presenti dormì quella notte. Harry raccontò che cosa gli era capitato, l'aiuto di Luna e Demelza, e come era riuscito a tornare. Venne interrotto più e più volte dalla curiosità dei presenti e rispose esaurientemente a tutte le domande che gli venivano poste. Esaurite le domande alle prime luci dell'alba si fece spiegare cosa fosse successo a Ron e il motivo della sua incarcerazione ad Azkaban. Pervenuto a conoscenza della cosa si rammaricò molto della situazione e del nuovo assetto governativo del mondo magico.

    • A questo punto – concluse – nessuno dovrà sapere del mio ritorno. Liberare Ron sarà un compito difficile meglio farlo nel completo anonimato. Per il momento rimarrò qui con voi nella Stamberga se mi volete. Almeno fino a quando Hermione riuscirà ad abbracciarmi, solo allora potrò affermare di essere completamente tornato. - Disse ridendo.

    • Sei il benvenuto! - risposero tutti all'unisono.

Le luci dell'alba stavano già filtrando attraverso i vetri delle finestre illuminando sempre di più la stanza dove gli otto amici stavano ancora chiacchierando. Hermione, logica e pratica come al solito fece notare che lei e Neville avrebbero dovuto recarsi ad Hogwarts per espletare il loro dovere di insegnanti, e avevano poco tempo per farlo. Lasciarono la stanza con la promessa di incontrarsi di nuovo verso sera. Anche Angelina e Katie lasciarono la compagnia per andare al lavoro. Luna chiese a coloro che erano rimasti se volevano accompagnarla a casa così avrebbe potuto incontrare suo padre e fare il resoconto sulle creature magiche da lei incontrate sopratutto riguardo al Ricciocorno schiattoso. Accettarono tutti tranne Harry che gentilmente si scusò dicendo che doveva ancora abituarsi alla nuova energia, questo cambiamento gli stava provocando brividi e scosse in tutto il corpo, ma erano in fase di remissione.

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Capitolo 15
*** AKASHA ***


Era ormai pomeriggio inoltrato e per Hermione l'impegno didattico era ormai concluso, aveva fretta, rimise in ordine i libri e si avviò velocemente verso la Stamberga Strillante per poter chiacchierare con Harry. Il suo ritorno aveva accentuato in lei il senso di perdita dovuto all'arresto di Ron e sentiva la necessità di parlarne con qualcuno.

Harry era seduto alla finestra e contemplava le colline che si stagliavano all'orizzonte quando Hermione entrò nella stanza.

    • Ciao! Sei rimasto solo? -

    • Ciao! - rispose con un largo sorriso Harry. - Si! Luna e gli altri sono andati a casa per far vista a suo padre. -

    • Come stai? -

    • Molto meglio, ma dovresti dirlo tu. - Alludendo al problema energetico.

    • Molto meglio direi, ma scusami non riesco ancora ad abbracciarti. -

    • Bene parlami di Ron. Costruiva bacchette? -

    • Oh si … - rispose Hermione diventando triste con una lacrima che scendeva sulle sue guance. - Non immagini quanto mi manchi. -

    • Capisco … molto bene. -

    • Non riuscivo a capacitarmi che avesse combinato quel guaio. Ma le prove raccolte parlavano della sua colpevolezza. E la cosa che adesso mi rode di più è di aver dubitato di lui. - Disse tra i singhiozzi.

    • Su su … non disperare se sono riuscito a evadere da un mondo sigillato posso far evadere qualcuno da Azkaban. - Disse fiducioso Harry.

    • So che sei un grande Mago Harry, ma coloro che sono evasi sono stati aiutati. -

    • Non tutti. Sirius ce l'ha fatta da solo. -

    • Oh si ma era un animagus e questa sua abilità non era conosciuta alle guardie della prigione. -

    • Beh! Silente una volta affermò di fronte al Ministro della Magia, di poter facilmente evadere da Azkaban, magari “facilmente” è una parola grossa ma ciò vuol dire che non è impossibile. -

    • Si! Potrebbe essere. -

    • A proposito dov'è Azkaban? Dov'è situata? -

    • Sai Harry, la cosa è molto controversa. Nonostante abbia chiesto a diverse persone che hanno fatto ritorno da quella prigione, Hagrid per primo, nessuno è stato capace di dire con certezza dove fosse situata. Persino le guardie e coloro che vanno e vengono dall'isola non sanno determinare la sua posizione. Attorno all'isola ci dovrebbe essere un incantesimo Confundus molto potente in modo da impedire a chi entra e a chi esce di ricordarsi esattamente dove si trova. Si viene condotti sull'isola in una carrozza volante chiusa e trainata dai dissennatori stessi. Alcuni pensano che si trovi nel Mare del Nord, ma la cosa non è certa. -

    • Uhm la faccenda si sta complicando. Nemmeno Voldemort sapeva dov'era la prigione. -

    • Come fai a saperlo? - chiese stupita Hermione

    • Vedi, come già sai, una parte della sua anima ha convissuto con me per tanto tempo. Ora tutte le sue conoscenze sono a mia disposizione. La mia anima le ha, per così dire, registrate dalla sua. Posso conoscere tutti i suoi trucchi, ma mi sono ripromesso di usare solo quelli che mi servono veramente, e che apportano il minor danno possibile. -

    • Capisco perfettamente. Ma allora come ha fatto a far evadere i mangiamorte? -

    • È stato aiutato dai dissennatori stessi. Lo hanno fatto loro. -

    • Forse c'è una soluzione. Il libro di Demelza quello regalatogli dagli Elfi. Li potrebbe essere citata l'esatta posizione dell'isola. -

    • Giusto stasera glielo chiedo.-

    • Non mi hai chiesto di Ginny. - Cambiò discorso assumendo un tono titubante.

    • Lasciami indovinare. Allora dovrebbe essere entrata a far parte degli Auror e se la conosco un pochettino ora sta con qualcuno, penso Dean Thomas. -

    • Sono stupefatta ... Sei diventato un veggente! Hai completamente azzeccato la situazione. -

    • Veggente magari no ma quando hai menzionato Ginny ho visto tutto questo. -

    • Come ti senti? -

    • Beh sono contento per lei. Non potevo aspettarmi che fermasse la sua vita e le sue aspettative per aspettare qualcuno che era prigioniero in altro mondo con nessuna speranza di fare ritorno. -

    • Ma ora sei tornato.-

    • Si ma a causa di una fortunatissima ed incredibile concatenazione di eccezionali circostanze. Ho anche imparato a non avere aspettative e di fare le cose nel modo migliore nel momento in cui si presentano. -

    • Nessun rimpianto? -

    • Solo un pochettino. - rispose sorridendo Harry.

    • Ora è in Romania. Come sai suo fratello Charlie lavora con i draghi laggiù. Ultimamente ci sono stati dei problemi pare che siano spariti dei draghi dall'allevamento compreso uno che tu conosci: Norberta. -

    • Siiii il drago che è nato in casa di Hagrid.-

    • Esatto! Il Dorsorugoso di Norvegia, sembra siano stati rubati. -

    • Rubati? Chi si lancerebbe in una impresa del genere? -

    • Non saprei … si dice che vengano addestrati come guardiani delle ville dei maghi più ricchi. Ma sono solo voci. -

    • Ciao! - La voce scintillante di Luna interruppe la conversazione.

    • Ciao! - risposero all'unisono Harry ed Hermione.

In quel mentre entrò nella stanza anche Demelza mentre Ency si fermò in cucina dato che era il cuoco della compagnia.

    • Ciao Demelza, devo chiederti una cosa. - Disse Harry

    • Prego, fai pure. -

    • Potrei vedere il libro, quello che ti hanno regalato gli Elfi? -

    • Lo hanno regalato a mia nonna. Comunque si, anche se penso che non potrai ricavarci niente. Io stessa non sono mai riuscita a leggere niente in quel libro. Eccolo! -

Demelza estrasse il libro dallo zainetto di Luna, stregato con l'Incantesimo Estensivo Irriconoscibile e lo posò sul tavolo. I caratteri della copertina erano dorati e scritti in una strana lingua. Hermione diede subito uno sguardo nel tentativo di decifrarne la scritta.

    • Mai vista una scrittura del genere. Non sono le rune antiche. - Disse sconfitta.

    • Non potrebbero esserlo è scritto nell'alfabeto degli Elfi. - Rispose Demelza.

    • Lo conosci? -

    • Ahimè no. -

Harry scrutava il libro in silenzio. Non lo aveva toccato lo stava solo guardando.

    • Il libro si chiama Akasha: gli avvenimenti. - Affermò Harry.

    • Conosci questa lingua? - Chiese stupita Hermione.

    • Neanche per idea. - Rispose Harry.

    • Akasha … siii! Cosi lo chiamava mia nonna.- Esclamò Demelza.

    • Bene allora aprilo alla prima pagina. - Disse Harry.

Demelza voltò la pesante copertina e dalla pagina originariamente bianca fuoriuscirono i caratteri dorati. Harry fissò la pagina per un periodo che a Hermione, Demelza e Luna sembrò interminabile poi lesse:

    • Questo libro tratta di tutte le imprese, di tutti i luoghi e di tutti gli esseri di questo universo. Si potranno, però, leggere solo gli argomenti a cui si è veramente interessati. Questi argomenti appariranno in qualsiasi pagina il libro venga aperto. Questa è una registrazione situata nell'anima dell'universo, dalla quale il libro per una antichissima magia trae gli argomenti pertinenti. Per questo motivo il libro in sé è bianco ma è il lettore che ne determina il contenuto. Auguro un intento inflessibile a colui o colei che si accinge ad usarmi perché solo in quel modo potrà estrarre le informazioni che gli necessitano. -

    • Incredibile! - Esclamarono insieme Luna ed Hermione.

    • Su Harry prova ad aprirlo. - Disse eccitata Hermione.

    • Un momento devi sapere che cosa vuoi conoscere. - Avvertì Demelza.

    • Ok lo so. Il motivo per cui ti ho chiesto questo libro era sapere qualcosa sulla prigione di Azkaban. Vorrei liberare Ron ma mi servono delle informazioni sicure.-

    • Perfetto! Aprilo pure. -

    • Prima di aprirlo, toglimi una curiosità. Come fai a capire quella scrittura se, come tu stesso hai ammesso, non conosci quella lingua. -

    • Vedi Hermione, un mio caro amico mi ha insegnato a farlo. Purtroppo è confinato in quel mondo giallastro, ma gli sarò riconoscente per tutta la vita. Il suo nome è Tiensing Wao. -

    • Sei diventato un'infinita fonte di sorprese. - disse stupefatta Hermione.

Harry aprì il libro a caso, dalle pagine bianche ben presto emerse una illustrazione tridimensionale. Era la raffigurazione dell'isola sulla quale era stata costruita la prigione di Azkaban. Al centro dell'isola c'era un'alta montagna dalla quale scendeva un fiume impetuoso. Ad un certo punto il suo corso veniva turbato da un grosso salto, una gigantesca ed altissima cascata. A metà della stessa sopra un grosso sperone roccioso sporgeva, circondata dalle acque, la prigione di Azkaban. Era una torre triangolare fatta di roccia, sopra e sotto di essa la cascata si estendeva per alcune decine di metri rendendola inaccessibile. Vista dall'alto si notava che la costruzione era doppia una dentro l'altra come una matrioska. Vi era uno spazio tra la parete esterna e quella interna e in questo spazio scorreva l'acqua della cascata che entrava dall'unica apertura in cima alla torre. Uno spiazzo si stagliava alla base della torre e fungeva da punto di approdo per entrarvi. L'illustrazione svanì per lasciare il posto alle lettere di quella lingua sconosciuta. Dopo averle esaminate attentamente Harry incominciò a leggere:

    • Molto tempo fa esisteva il continente di Atlantide. La sua posizione era nell'Oceano Atlantico tra la Spagna e gli Stati Uniti. Era governato da un Imperatore conosciuto come l’Imperatore Bianco; dal momento che la sua conoscenza superava di gran lunga quella dei suoi sudditi, veniva paragonato a una grande luce bianca. L’Imperatore governava il suo popolo dalla Città dei Cancelli D’Oro. I governanti delle città di quel continente erano paragonabili ai Re ma erano invidiosi ed erano assetati della conoscenza dell'Imperatore. Uno di questi chiamato il Re Nero si era impadronito con l'inganno delle formule magiche usate dall'Imperatore per governare saggiamente la nazione. Tuttavia non avendo tutta la conoscenza e la comprensione delle formule rubate le usò per la pura ricerca del potere. Questo avvenne e in breve tempo il Re Nero divenne così potente da poter sottomettere gli altri Re ed infine destituì l'Imperatore Bianco. Riuscì a rinchiuderlo nella torre di Azkaban situata su un Isola situata al Sud dell'Irlanda. Quest'isola era l'abitazione concessa agli esseri più malvagi richiamati dall'estrema periferia dell'Universo dai rituali magici del Re Nero. In cambio del loro aiuto per la sua ricerca del potere il Re Nero concesse a questi esseri di potersi nutrire della felicità e dei ricordi migliori dei suoi sudditi. Ma fu l'ingordigia di questi esseri e lo scempio delle forze naturali perpetrato dal Re Nero e dai suoi stregoni che fecero inabissare il continente con tutti i suoi abitanti. Solo l'Imperatore Bianco e i suoi collaboratori si salvarono in quanto l'isola in cui erano stati rinchiusi non sprofondò. Riuscirono tuttavia ad evadere e migrarono nelle altri parti del pianeta insegnando la loro conoscenza ai meritevoli che incontravano. Nei tempi moderni potete ancora notare il loro lavoro nelle scuole di Magia e Stregoneria. Ora l'isola sulla quale è stata costruita la torre prigione, è uno dei vertici di un triangolo equilatero, gli altri due sono Londra e Avalon. -

Le lettere svanirono e le pagine ridivennero bianche. Harry rimase pensieroso senza staccare lo sguardo dal libro, ma i suoi occhi vagavano lontano.

    • Così Azkaban è appena sotto l'Irlanda, chi l'avrebbe detto! - Disse Neville appena entrato nella stanza.

    • Avalon? - Chiese Demelza.

    • Avalon è un'isola leggendaria dove, si narra, Re Artù si rifugiò ferito gravemente dopo la sua ultima battaglia. Il posto in cui si trova è tutt'ora sconosciuto ma si vocifera che gli abitanti di quel luogo vivano in armonia con la natura e con la collaborazione di: deva (spiriti della natura associati alle piante), elfi, silfi e fate che forniscono tutto il necessario per il loro sostentamento. Si narra che sia il luogo dove è stata forgiata la spada Excalibur e che vi sia conservato il Sacro Graal. - Rispose con il suo abituale tono da saputella Hermione.

    • Ricordi lo scontro che ebbi il giorno della re-inaugurazione a Hogwarts? Ebbene quei personaggi che tentarono di farmi fuori cercavano il medaglione con il simbolo di Avalon. In effetti lo chiedevano a Percy ma lui mi giurò di non averlo mai visto. -

    • Curioso allora Avalon esiste da qualche parte la fuori! - Disse Luna.

    • Forse ma adesso abbiamo una certezza. Riuscite a starmi vicini, quindi vuol dire che sono effettivamente tornato. -

Scoppiarono tutti in una fragorosa risata e a turno abbracciarono Harry, mentre dalla cucina il profumo delle vivande giungeva invitante.

    • Venite la cena è in tavola. - Li chiamò Ency.

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Capitolo 16
*** VIAGGIO ALL'ISOLA MALEDETTA ***


La mattina seguente Harry si svegliò molto presto, si stava preparando per uscire quando la voce di Hermione lo fermò.

    • Dove stai andando? -

    • Ciao! Se voglio riavere Ron con noi devo in qualche modo trovare una soluzione. Pensavo di andare a Nocturn Alley. -

    • Perché in quel postaccio? Tutti lo evitano è diventato una via off limits, chi ci entra lo fa a suo rischio e pericolo. Senza tener presente che qualcuno ti potrebbe riconoscere. -

    • Va bene allora accompagnami a Diagon Alley. Incomincerò da li. -

    • Dovresti fare un piano prima mi sembra una missione impossibile. -

    • Ormai dovresti sapere come vanno le cose, cara amica. Facciamo i piani li rivediamo, controlliamo le possibilità e quando è ora di agire si scatena l'inferno. È sempre andata così e non vedo il motivo per cui possa andare diversamente. Quindi improvviserò. Vieni accompagnami a Diagon Alley. - disse con un tono che non ammetteva repliche.

    • Aspetta un attimo. - Hermione entrò nella stamberga per uscire un attimo dopo. - Ecco almeno porta con te questo. -

    • Il mantello dell'invisibilità! Grazie. Ora andiamo. -

Si smaterializzarono per riapparire a Diagon Alley proprio davanti al negozio di scherzi Weasley e Co.

    • Aspettami qui. Devo fare una cosa. - Disse Harry sparendo in una via laterale.

Hermione aspettò, il tempo passava e di Harry nessuna traccia. Stava considerando di essere stata fregata dal suo amico quando un mendicante le si avvicinò.

    • Signorina ha qualche zellino da darmi. Ho una fame boia. -

    • Se ne vada sto aspettando un amico. -

    • La prego signorina mi aiuti. - Insistè il mendicante

    • Se ne vada. - disse nervosamente Hermione continuando a guardarsi intorno nel tentativo di scorgere Harry.

    • Faccia la carità bella signorina. - Implorò a mani giunte il mendicante

    • Mi lasci stare, non mi disturbi ulteriormente o chiamo le guardie. - disse ansiosamente mentre si voltò per vedere se Harry stesse arrivando.

Il mendicante busso delicatamente sulle sue spalle. Arrabbiatissima Hermione si voltò urlando:

    • Le ho detto di lasciarm … oh ma sei tu Harry. Mi hai presa per i fondelli. -

    • Ehm si … Scusa ma dovevo dimostrarti che se voglio posso non farmi riconoscere. -

    • Esame passato cum laude. - disse ridacchiando. - Stavolta non chiederò come hai fatto da quando sei tornato sei una sorpresa unica. -

    • Ah! Ah! Ah! Tu lo chiameresti Incantesimo Esaustivo Irriconoscibile! Io abilità acquisita di Metamorfomagus. Bene ora puoi stare tranquilla lascia fare a me, ora ti lascio e vado a Nocturn Alley. Arrivederci. -

Harry a passo spedito lasciò Hermione e si diresse verso la via più malfamata della città. Entrò nel vicolo stando attento a ciò che stava succedendo. Era calmo tranquillo ma estremamente all'erta. Un tipaccio grosso dalla folta barba e dai canini insolitamente aguzzi gli si parò di fronte, lo squadro e bisbigliò:

    • Dammi tutti i soldi che hai. -

L'alito del tipo era maleodorante e il ghigno estremamente minaccioso. Harry lo squadrò senza muoversi. Il malvivente allungò la mano per afferrarlo ma muovendosi molto velocemente Harry gli afferrò un braccio tirandolo verso di sé, nello stesso tempo si spostò di lato facendo lo sgambetto al tipaccio che si era sbilanciato. Cadde come un sacco di patate sbattendo la testa contro il muro del vicolo rimanendo esanime. Le persone che si erano raccolte intorno ai due, visto l'avvenimento, si allontanarono facendo finta di niente. Harry continuò nella sua passeggiata in quel vicolo quando alle sue orecchie giunsero le parole “drago” e “addestramento”. Si fermò e rimase in ascolto, nascosti in un antro due uomini bisbigliando stavano discutendo animatamente.

    • La paga è molto buona, di questi tempi non è facile guadagnare mille Galeoni. -

    • Certo, ma se non hai la possibilità di spenderli... Questo non è un lavoro è un suicidio. -

    • Suvvia si tratta di scortare un Drago per alcuni chilometri. -

    • Appunto! Lo hai visto? Non ne usciremo vivi. Io non ci sto. Non so nemmeno dove lo dovranno portare. Ci vediamo. -

    • Ok bell'amico farò da solo. Per la cronaca lo invieranno ad Azkaban. -

Rimasto solo l'uomo fece per uscire dall'antro ma si trovò la strada sbarrata da Harry.

    • Chiedo scusa ma non ho potuto fare a meno di sentire. Stai cercando qualcuno che ti aiuti a scortare un Drago? Eccomi! Lo hai trovato. -

    • Chi sei? -

    • Questo non è importante. L'importante è la mia capacità di trattare con i Draghi, devi andare sulla fiducia prendere o lasciare. -

    • Se accetto, bada bene ho detto se, qual'è il compenso che chiedi? -

    • Trecento Galeoni. -

    • Affare fatto. Ma prima mi devi dimostrare di saperci fare. -

    • Ok. -

Uscirono dall'antro ed entrarono nell'Emporio di Magia Nera usarono il camino e con la polvere volante arrivarono nel camino di un vecchio cascinale costruito in aperta campagna. Uscirono dalla casa ed esplorarono i dintorni, nessuno in vista solo un'ampia prateria e degli alberi. Harry stava pensando di aver sbagliato a pronunciare il luogo quando si udirono dei forti rumori e delle voci concitate, Harry si avvicinò cautamente per vedere cosa provocava qui rumori e vide seminascosto da alcuni filari di alberi un drago furioso, un Dorsorugoso di Norvegia ben legato e tenuto a bada da una decina di uomini che lo riuscivano contenere a stento. Harry riconobbe Norberta, dalla macchia scura sotto il mento a forma di fagiolo. Le si avvicinò la guardò dritta negli occhi poi fece un cenno. Il drago abbassò la testa e Harry bisbigliò qualcosa al suo orecchio. Norberta si calmò immediatamente e rimase li seduta come un cagnolino.

    • Bene mi hai convinto. Ora dobbiamo condurlo sulla costa nei pressi di Swansea dove verrà preso in custodia da altri. -

    • Bene allora lo cavalcheremo. - rispose Harry

L'uomo lo guardò sbigottito, stava tremando di paura, ma Harry si era già issato in groppa al Drago e gli stava facendo cenno di sbrigarsi. Dopo una dura lotta con il suo terrore l'uomo salì titubante sulla groppa del dorsorugoso. Harry, bisbigliò qualcosa all'orecchio destro del Drago, fece cenno agli altri di liberarlo e subito dopo si levarono in volo.

Quando si riebbe e il fiato ritornò nei suoi polmoni l'uomo cercò di saperne di più.

    • Come ti chiami? -

    • Vernon -

    • Vernon e poi? -

    • E poi basta. -

    • Sei un domatore di Draghi? -

    • No ma ci so fare. -

Le risposte secche di Harry e il terrore di cavalcare un drago scoraggiarono il tipo dal porre ulteriori domande e il resto del viaggio si svolse nel più assoluto silenzio. Sorvolarono una larga foresta e seguirono i boschi fino ad atterrare al margine di Clyne Wood nei pressi della costa. Ad attenderli c'erano due uomini e una donna che controllavano con i loro Patronus otto Dissennatori fermi ai lati di una enorme portantina. La donna disse all'accompagnatore di Harry di scendere e di lasciare che lo rinchiudessero nella portantina per il trasporto ad Azkaban. Nel frattempo Harry si era nascosto sul fianco del drago fuori dalla vista dei presenti e quando Norberta fu a terra le bisbigliò di nasconderlo sotto la sua ala. I due uomini pagarono il compagno di avventura di Harry e sotto gli ordini della donna caricarono il drago sulla portantina. La porta si chiuse e Norberta con Harry rimasero al buio lanciati verso una nuova avventura.

Non potendo usare la vista Harry si affidava alle poche percezioni che riusciva a captare, sentì la portantina prendere il volo e scivolare leggera in aria, il tempo scorreva lentamente, nessun cenno di decelerazione o di abbassarsi di quota, ma a un certo punto sentì un sussulto e una strana sensazione allo stomaco come se fosse caduto da un palazzo di dieci piani. Anche Norberta diede segni di nervosismo ma l'inconveniente sparì velocemente così com'era venuto. Pochi minuti più tardi Harry sentì la portantina scendere e allora si nascose sotto l'ala del drago pensando che l'arrivo fosse imminente. Infatti la portantina si fermò, dall'esterno proveniva un forte rumore di acqua che cadeva dall'alto in alcuni momenti il boato era veramente assordante. La porta si aprì e la luce irruppe nell'angusto locale Norberta ebbe un fremito di nervosismo e poi uscì in fretta dalla portantina. Sbirciando da sotto l'ala poteva vedere un ampio spiazzo pavimentato con nuda roccia e una torre alta come la più alta torre del castello di Hogwarts, ai suoi lati la cascata che provocava quell'assordante rombo si perdeva a vista d'occhio sia a destra che a sinistra della torre. Alzò gli occhi e vide che la cascata era molto più alta della torre e che parte di essa cadeva sulla parte superiore ma non scendeva lungo i muri. Doveva esserci un altra uscita per tutta quell'acqua. Ad accogliere Norberta c'era solo una ragazza, mentre le guardie erano tutte raccolte verso l'entrata della torre e si tenevano a debita distanza dal Drago. La ragazza era alta ben proporzionata, molto bella con i capelli raccolti a treccia ma era alquanto sporca e dai vestiti laceri. Senza alcun timore si parò davanti a Norberta e stette li immobile a fissarla. Harry sentì che il respiro del drago andava via via normalizzandosi e i muscoli che erano tesi ora si rilassavano. Quando il drago fu calmo la ragazza gli fece cenno di seguirla e lo condusse verso l'entrata della torre. Entrarono da quel grande portone fatto da due blocchi interi di pietra e scolpito con simboli sconosciuti ad Harry, attraversarono un muro molto spesso e poi si sentì di nuovo cadere l'acqua, in effetti c'era una cascata all'interno della torre e loro la stavano attraversando su una specie di ponte levatoio sempre formato da un blocco unico di pietra. Attraversarono un altro portone e si trovarono al centro della torre. Il piazzale era molto grande a forma triangolare cinto da tre pareti altissime ognuna delle quali aveva una serie di minuscole finestre, Harry dedusse che fossero le celle della prigione. La luce entrava dall'alto, fioca, il soffitto era formato da una cupola di un materiale simile al vetro sul quale scorreva l'acqua della cascata. Il drago fu condotto all'interno di una delle pareti quella vicina al versante della montagna e da qui a una grande sala sotterranea, una grotta scavata nella roccia della montagna. Le guardie che avevano, a debita distanza, scortato il drago e la ragazza chiusero la porta della grotta e se ne andarono. Harry si assicurò che nessun altro oltre a Norberta e la ragazza fosse presente in quella sala e poi scivolò fuori da sotto l'ala.

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Capitolo 17
*** LA DOMATRICE DI DRAGHI ***


Come lo vide la ragazza lo assalì menando calci e pugni che Harry abilmente schivava senza però attaccare a sua volta. Lei era molto abile e molto veloce Harry rimase colpito un paio di volte ma rinunciava ad affondare i suoi colpi, poi vide che il suo avversario si era sbilanciata e allora agì, le afferrò un braccio e lo girò dietro alla sua schiena, lei fece una capovolta e si riportò davanti ad Harry che non aveva mai lasciato i suo braccio. Facendo leva sul braccio che aveva afferrato saltò e con entrambe le gambe prese a tenaglia il collo della ragazza facendola cadere. Tirando il braccio e tenendo le gambe strette sul collo la immobilizzò, la ragazza comprese di aver perso e si calmò.

    • Combatti molto bene, nessuno mi aveva ancora sconfitta in un corpo a corpo. -

    • Grazie. Ma cosa ci fa una splendida ragazza come te in questo postaccio? - Chiese Harry senza mollare la presa.

Non rispose, smise di opporre resistenza alla presa e incominciò a singhiozzare. Harry mollò la presa, e tenendola sempre sotto controllo si mise a sedere sul pavimento, cosa che fece anche lei. Sempre singhiozzando disse:

    • Questo è il primo apprezzamento che ricevo in vita mia. - Continuò a singhiozzare.

Harry aspettò che la crisi diminuisse poi le porse un fazzoletto prontamente estratto dalla sua tasca, lei lo usò prima per soffocare i singhiozzi e poi per asciugarsi le copiose lacrime. Smise di singhiozzare e disse:

    • Ora va meglio! -

    • Sei sicura? -

    • Oh si! Grazie! Sai non sono assolutamente abituata che qualcuno mi consideri una ragazza o una persona. Ho passato tutta la vita a lottare per poter solo sopravvivere. -

    • Capisco. Come sei finita qui? -

    • Una lunga storia, mi hanno incastrata. -

    • Incastrata? -

    • Si avevo ricevuto una proposta di tre “lavoretti facili”, di base rapinavo le paghe dei dipendenti del ministero per conto di tre personaggi stranieri. Ma alla terza rapina mi hanno incastrata. Temevo già da tempo che le rapine fossero una scusa per qualcosa di più losco, infatti io e i miei complici non abbiamo mai ucciso, ma dopo ogni rapina le guardie giurate vennero trovate assassinate. Nell'ultimo lavoretto ho cambiato un po' i piani ed ho dato tutto il malloppo ai miei ragazzi dicendo loro di sparire. La polizia è venuta da me non trovando niente con cui incastrarmi hanno fabbricato le prove mettendo alcuni Galeoni delle rapine precedenti in casa mia. Così hanno avuto la scusa per incarcerarmi. Poi, visto che sono brava ad addestrare i draghi, Ben Lufkin il direttore di questa prigione, mi ha affibbiato questo compito e concesso un minimo di libertà. Questo è tutto. Ora sta te: cosa ti porta in questo luogo sotto l'ala di un drago? -

    • Un mio amico è stato incastrato come te. Giace rinchiuso qui da qualche parte e voglio liberarlo. -

    • Un'impresa veramente impossibile. -

    • Può darsi, voglio comunque provarci. -

    • Il tuo amico ha i capelli rossi e si chiama Ron? -

    • Si è lui. -

    • Siamo giunti qui insieme dovrebbe essere stato rinchiuso in una delle celle del terzo piano. -

    • Puoi descrivere questa prigione?

    • Penso avrai visto che ha un muro esterno e uno interno, tra i due muri scorre una cascata una parte di quella che circonda questo luogo. Questa cascata è stata l'ispiratrice della Cascata del Ladro presente nei sotterranei della Gringott, rimuove tutti gli incantesimi e tutti gli occultamenti magici! -

    • Conosco la faccenda. -

    • Quindi non puoi usare la magia per aiutare il tuo amico. Ora avrai notato il cortile centrale ha tre porte una per ogni parete. Quella che porta in questo sotterraneo, quella che porta attraverso la cascata all'uscita e l'altra porta alle celle. Se entri in quella troverai le guardie che sorvegliano l'unica stretta scala che porta al pianerottolo del primo piano di celle. Percorso tutto il pianerottolo trovi la seconda rampa che porta al piano due e così via fino al piano ventuno. A ogni piano vi sono delle guardie. Non vi sono finestre né uscite dove scorre l'acqua solo nuda roccia, le uniche piccole aperture sono quelle che danno sul cortile interno. -

    • Capito! Dov'è il quartier generale delle guardie? -

    • Prima di entrare in questa grotta avrai sicuramente notato altre due porte. Quella a sinistra porta alle cucine che sono localizzate proprio li dietro. - indicò la parete della alla sinistra della porta di ingresso. - Gli Elfi domestici preparano il pranzo e la cena sia per i detenuti che per le guardie. Dall'altra parte c'è la sala mensa, la sala svago, il quartier generale e gli appartamenti del personale scavati nella roccia della montagna. -

    • Devo scoprire dove viene tenuto Ron. -

    • Impossibile dovresti fare il giro delle celle per saperlo oppure fartelo dire dalle guardie. Entrambe le cose molto improbabili. -

    • Allora mi farò catturare. Poi improvviserò. -

    • Sei tutto matto. Completamente fuori di testa. -

    • Andrà tutto bene non preoccuparti. Altri sono evasi da questo buco. Piuttosto tieniti pronta con Norberta ce ne andremo in volo sulla sua groppa. -

    • Sarà! - disse con un'espressione decisamente scettica.

    • Ora voglio che mi catturi e chiami le guardie. Di loro che sono arrivato qui con il Drago. -

    • No! -

    • Fallo è anche la tua unica possibilità di lasciare questo posto. Mia dolce signora. -

    • Ecco lo sai che non resisto ai complimenti. - Disse sorridendo.

Velocemente agguantò Harry lo legò e chiamò le guardie. Accorsero due energumeni che presero in consegna Harry.

    • Deve essere arrivato con il Drago. L'ho trovato nascosto nella grotta, prendetelo. -

Spinsero la ragazza all'interno, chiusero la porta e trascinarono Harry oltre la porta che conduceva nel loro quartier generale. Lo condussero al cospetto del direttore della prigione, Ben Lufkin un uomo grassoccio con due baffi che piegavano all'ingiù capelli a caschetto neri, stava giocando agli scacchi dei maghi. Era il suo gioco preferito ma perdeva somme ingenti di denaro contro i suoi subordinati a causa della sua scarsa abilità.

    • Scusa capo abbiamo trovato un clandestino ci è stato consegnato dall'amazzone. -

    • Non ora Elfrid! Sto vincendo! - Tuonò Ben.

    • Ma ... signore … -

    • Che sei sordo? Fallo sedere a quella sedia, legalo. Mi occuperò di lui quando avrò vinto la partita. -

Così fecero, Harry fu legato alla sedia proprio di fronte a Ben e alle spalle del suo avversario. La partita proseguì in perfetta parità poi Ben, come al solito, fece un errore e l'andazzo volse a suo sfavore. Essendo in difficoltà prima di effettuare la sua prossima mossa si guardò intorno e caso volle incrociò lo sguardo di Harry. I due si guardarono in silenzio poi Harry fece un cenno con il capo, Ben toccò la sua regina, Harry scosse il capo, allora toccò l'alfiere sul nero Harry fece cenno di si poi piegò la testa fin sulla spalla. Ben mosse l'alfiere fino sul fondo della scacchiera, il suo avversario mosse la regina e mangiò l'alfiere. Infuriato Ben incenerì Harry con lo sguardo, ma Harry fece un altro cenno Ben toccò la regina Harry scosse la testa allora toccò la torre alla sua sinistra Harry sorrise e fece si con il capo. Ben si illuminò e vide la sua possibilità – Scacco Matto – finalmente aveva vinto una partita. L'avversario si alzò di scatto contrariato estrasse i duecento Galeoni e li buttò sul tavolo uscendo dalla stanza sbattendo la porta. Ben ed Harry rimasero soli.

    • A noi due ora! - disse rivolgendosi ad Harry. - Che ci fai qui? -

    • Stavo scappando … due tipi a cui non piace perdere mi stavano inseguendo … fortunatamente corro veloce poi ho visto il Drago e mi sono nascosto sotto la sua ala … e sono giunto qui. -

    • Sotto l'ala del Drago? - Esclamò incredulo.

    • Si ho lavorato con alcune di quelle creature e so come trattarle. -

    • Visto che mi hai aiutato e visto che non sei ricercato ti terrò come consulente scacchistico e nel tempo libero ti occuperai dei draghi che teniamo in questa torre mentre vengono addestrati. Come ti chiami? -

    • Vernon. Molte grazie signor Direttore. - Esclamò Harry

Passarono alcuni giorni e il consulente scacchistico fece guadagnare una piccola fortuna al direttore, i due diventarono amici. Non era insolito che Harry accompagnasse Ben nelle sue ispezioni ma fin'ora nessuna traccia di Ron. Il lavoro con i Draghi era invece quello di stalliere, il che significava pulire il loro posto dagli escrementi, non era il massimo ma era il momento in cui Harry poteva stare da solo e riordinare i propri pensieri. Al momento nella torre vi erano solo tre Draghi inclusa Norberta. Uno blugrigio ovvero un Grugnocorto Svedese e uno rosso ovvero un Petardo Cinese, entrambi si innervosivano quando qualcuno entrava nel loro spazio ma con Harry tutto filava liscio. Un giorno nel pulire le pareti della stalla mai pulite da secoli a questa parte Harry notò degli strani caratteri, ripulì per bene la parete e ne emerse un'antica iscrizione in quegli strani caratteri. Smise di pulire e si sedette a contemplare quei caratteri, piano piano divennero comprensibili per la mente di Harry e ne poté, alla fine, cogliere il significato. Spiegavano la magia della torre probabilmente scritta da coloro che l'avevano costruita.

… l'isola era stata grandemente maledetta, il Re nero, nella sua incessabile ricerca del potere, aprì porte che avrebbero dovuto essere sigillate per sempre, da esse emersero, provenienti dai più oscuri luoghi dell'universo, diaboliche creature che si nutrono della bellezza e delle emozioni positive degli umani, riducendoli alla depressione e quindi alla morte. Rendendosi conto del tremendo errore tentò di rimediare, e dopo innumerevoli tentativi riuscì a chiudere quelle porte e a relegare gli esseri su quest'isola. Il prezzo fu che l'isola rimase completamente sotto il controllo delle creature che con la loro magia costruirono una cupola energetica che la pone al di fuori della portata di ogni essere umano. Solamente l'acqua indebolisce questo incantesimo ed è per questo motivo che l'interno della torre è protetta da una cascata.

    • Ecco che cos'era quella sensazione allo stomaco sentita prima di atterrare sulla spianata. Questo complica un po' le cose. - Disse tra sé e sé Harry.

    • Ehi tu! Il Direttore ti vuole. - Queste parole lo distolsero dai suoi pensieri.

Uscì dalla stalla e trovò il direttore che lo attendeva.

    • Oggi ti presenterò il miglior giocatore di scacchi che conosca. Non ha mai perso una partita né con me né con nessun altro. -

    • Chi è? -

    • Lo vedrai, seguimi. -

Uscirono nel cortile della torre e il direttore si diresse verso la porta che conduceva alle celle. Entrarono, un lungo corridoio si dirigeva verso la parete esterna, al fondo di questo una scala. Salirono, finita la rampa percorsero tutto il perimetro esterno prima di trovare la prossima rampa. Passarono davanti a porte, blocchi di roccia, più sicure di quelle delle camere blindate della Gringott. Salirono la seconda rampa e poi la terza percorsero il corridoio per fermarsi davanti a una cella.

    • Signor Direttore! Signor Direttore. - Qualcuno dal basso chiamava a gran voce.

    • Sono qui che diavolo c'è. -

    • Abbiamo un problema, venga subito. -

    • Branco di imbecilli! - Urlò Ben – Fannulloni perdigiorno, mai che riusciate a risolvere qualcosa. - Poi rivolgendosi ad Harry – Tu entra in questa cella ed aspettami, scusa ma ti devo rinchiudere mentre sarò via -

Aprì la porta della cella spinse dentro Harry e la richiuse, andandosene imprecando. La luce nella cella era scarsa il prigioniero era seduto in un angolo buio pareva dormisse. Gli occhi di Harry si stavano abituando all'oscurità e cominciavano a mettere a fuoco il prigioniero.

    • Per la barba di Silente Ronald Bilius Weasley! -

    • Ma chi … ma cosa … ma Harry! Che ci fai qui? -

    • Sshhh non chiamarmi così, non mi conosci, che ci faccio? Il mio migliore amico ha bisogno di aiuto e allora … -

    • Non so proprio che aiuto puoi darmi ma sono dannatamente contento di rivederti. -

In quel momento la porta si aprì e il direttore entrò imprecando.

    • Branco di smidollati incapaci. Se non ci fossi io tutti i prigionieri sarebbero in giro per l'isola. Ah Vernon vedo che hai fatto conoscenza con Ron. Lui è il miglior scacchista che io conosca e sinceramente non credo che abbia commesso i delitti per cui è condannato. Ma tant'è … ok facciamo una partita. -

Preparò la scacchiera e illuminò la stanza, Harry disse, senza farsi sentire da Ben, a Ron sibilando “Perdi!”. Ben fece cenno a Ron di sedersi di fronte a lui, Harry si sedette alle spalle di Ron e la partita ebbe inizio. I due si affrontarono e come al solito dopo poche mosse Ron era già in vantaggio. Harry si schiarì la voce e fece un cenno al direttore. Ben fece la mossa e Ron parve essere in difficoltà tanto che rispose con una mossa difensiva molto debole. Ben allora attaccò con la regina eliminando una delle torri di Ron che rispose con un'altra mossa debole, Ben mangiò un alfiere e si dispose minacciando lo scacco, Ron si difese ma con una mossa di cavallo Ben diede scacco al re, L'unica soluzione di Ron era quella di mangiare il cavallo con la torre ma così permise alla regina di Ben di dare scacco matto. Colmo di gioia ed orgoglioso di aver battuto l'invincibile, Ben abbracciò prima Harry e poi Ron poi uscì dalla cella per vantarsi della sua impresa. Ron e Harry rimasero chiusi nella cella.

    • Come ti arriva il cibo? - Chiese Harry

    • Da un'apertura sul muro che si richiude al momento in cui restituisco le stoviglie vuote. -

    • Ad ore fisse? -

    • Penso di si anche se trovo difficile dire l'ora qui il tempo sembra non passare mai. -

In quel momento la porta si riaprì.

    • Andiamo Vernon, ciao Ron. - disse strafelice Ben e Ron fu di nuovo solo.

Il giorno seguente Harry stava rigovernando i Draghi quando entrò la ragazza dalla treccia per prendere il Petardo Cinese.

    • Ciao, vedo che te la sei cavata oggi è l'ultimo giorno di permanenza del drago rosso. L'addestramento è terminato e verrà portato a destinazione. -

    • Dove? -

    • Non lo so. Non mi è dato sapere. -

    • Cosa sai delle cucine? -

    • Sono gestite dagli Elfi domestici, preparano il cibo per tutti allo stesso momento e poi lo inviano tramite appositi cunicoli ai prigionieri e anche ai Draghi mentre al personale viene servito direttamente in mensa in base ai turni. Ma tu dove hai mangiato in questi giorni? -

    • Dal direttore ovviamente! - Rise.

    • Capisco. -

    • Tieniti pronta! A breve ce ne andremo. -

La ragazza usci con il Petardo Cinese che la seguiva come un cagnolino, mentre Harry attendeva che il cibo per i draghi venisse consegnato come al solito tramite un'apertura sul muro. L'attesa si protrasse per parecchi minuti quando il muro si aprì un mucchio di bestie morte caddero sul pavimento della stalla. Con un balzo Harry entrò nel cunicolo maleodorante e salì per alcuni metri. Sebbene fosse tutto buio riusci a scorgere un cunicolo principale che saliva lungo il muro della torre e, presumibilmente, a ogni piano c'era un cunicolo orizzontale che serviva le celle. Da una attenta osservazione aveva stabilito che il condotto principale passava in prossimità della cella di Ron e quindi questa poteva essere la possibilità di fuga. Ritornò sui suoi passi rientrando nella stalla. Passarono alcuni minuti e dalla porta entrò il direttore.

    • Ciao Vernon oggi e per alcuni giorni niente partita. Devo recarmi a Londra al ministero. Ci sono sempre delle beghe che devo risolvere. Ho dato disposizioni affinché il tuo pranzo e la tua cena ti vengano servite insieme a quelle della domatrice di draghi nella grotta. Arrivederci. -

    • Arrivederci Direttore. -

L'occasione era giunta, aspettò che la ragazza facesse ritorno per metterla al corrente del piano. Entrò nella grotta con una espressione triste.

    • Povero Petardo Cinese spero vada in un posto migliore di questo. Ha lasciato la torre in compagnia del direttore. Spero che gli vada bene. -

    • Ne sono sicuro, ora tocca a noi. -

    • Tocca a noi cosa? -

    • Andarcene. -

    • Maaa … -

    • Ascolta all'ora di cena vado a prendere Ron e lo conduco qui. Ci nascondiamo sotto le ali di Norberta. Tu con una scusa chiederai che il drago venga condotto nello spiazzo di arrivo, magari dicendo che è molto nervosa e che serve molto spazio affinché si calmi. Una volta nello spiazzo le salti in groppa e voliamo via. -

    • Completamente folle ma possiamo provarci. Come evitiamo i dissennatori? -

    • Sentono le emozioni, quindi appena in volo vi stordirò sia tu che Ron. Niente emozioni niente dissennatori, brusco ma può funzionare. -

    • E le tue emozioni? -

    • Ho imparato a controllarle spero di farcela. -

    • Ok all'ora di cena allora. -

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Capitolo 18
*** FUGA DA AZKABAN ***


Venne il fatidico momento. All'ora di cena Harry usò il cunicolo per il cibo dei draghi e velocemente si portò al terzo piano salendo facendo pressione sia con le mani che con i piedi sulle pareti di roccia. Le diramazioni erano piuttosto strette un elfo ci passava ma Harry aveva qualche difficoltà in più, fortunatamente la cella di Ron era la più vicina o almeno così aveva previsto. Strisciò verso l'apertura, si affacciò, le sue previsioni si dimostrarono azzeccate era proprio la cella di Ron.

    • Ron! Presto abbiamo poco tempo entra in questo cunicolo e seguimi. -

    • Harry ma … -

    • Non discutere ne parleremo dopo se avremo successo. Muoviti! -

Ron entrò nel cunicolo, seguì Harry fino ad arrivare in quello verticale molto più largo. Harry entrò e si lasciò scivolare facendo pressione sulle pareti. Ron tentò di fare la stessa cosa, per un po' la faccenda gli riuscì ma arrivato quasi in fondo cadde come un sacco di patate, Harry che era già arrivato sul fondo si scansò per non essere investito da quel proiettile che era diventato il suo amico. Un po' ammaccato ma incolume Ron raggiunse Harry nella stalla, fu preso per mano e condotto fuori nella sala dove c'era la ragazza e Norberta. Harry bisbigliò qualcosa in un orecchio del drago poi disse a Ron:

    • Nasconditi sotto la sua ala. -

    • Sei pazzo! -

    • Certo lo sono. Ma sbrigati.

Ron si nascose sotto l'ala del drago aggrappandosi alla sua pelle rugosa lo stesso fece Harry dall'altra parte. La ragazza chiamò le guardie.

    • Presto questo Drago ha bisogno di più spazio. Non so se riuscirò a controllarlo oltre, sta diventando furioso. -

Harry diede una manata sull'ala di Norberta che incominciò a sputare fiamme e a correre a destra e a sinistra. Lo sforzo per rimanere aggrappati sotto le ali era grande ma i due amici resistettero. Finalmente le guardie impaurite scortarono, a debita distanza, il drago e la ragazza fuori dalla torre sotto la cascata ed infine nella spianata di arrivo e partenza. Una volta fuori la ragazza condusse il drago verso il bordo mentre le guardie impaurite rimasero vicino al portone di ingresso. Con un balzo gli saltò in groppa cosa che fecero anche Harry e Ron uscendo da sotto le ali. Harry bisbigliò qualcosa al drago che si levò in volo. Appena in aria Harry usò uno dei trucchi imparati da Tiensing, vale a dire come stordire le persone. Agguantò il collo dei suoi due compagni di avventura e strinse due punti specifici in modo da far perdere loro conoscenza. Tutto sembrava andare liscio, i dissennatori rimanevano in volo intorno alla torre senza preoccuparsi di loro, ma c'era ancora un grosso problema da risolvere: oltrepassare la barriera magica. Ormai stavano già sorvolando il mare quando Harry scorse una leggera nebbiolina a forma di cupola, abbracciante l'isola. Era questa la barriera della leggenda, bisbigliò al drago di rallentare e si avvicinò a quella nebbiolina, era un muro, impenetrabile peggio della roccia più compatta del mondo. Doveva farsi venire un'idea, cercava di ricordarsi cosa dicesse la leggenda, “Solamente l'acqua indebolisce questo incantesimo ed è per questo motivo che l'interno della torre è protetta da una cascata.” Ovvio ma rischioso dovevano attraversarla sott'acqua. Chiese al drago se potesse farcela per tutta risposta Norberta aumentò la velocità e si preparò per il tuffo nel mare. Il drago si tuffò Harry pur essendo senza bacchetta riuscì a improvvisare gli incantesimi testa bolla necessari a lui, a Norberta e ai suoi amici per superare le profondità marine. Viaggiarono sott'acqua fino a che la riserva d'aria non finì, riemergendo non lontano dalle coste dell'Inghilterra. Il volo proseguì senza altri problemi fino alla foresta proibita. Ron e la ragazza si ripresero mentre sorvolavano gli ultimi alberi così Norberta atterrò nei pressi della casa di Hagrid. Harry scese disse alla ragazza di tenere il Drago nascosto e si avviò verso la casa del custode delle chiavi. Raggiunse la capanna e bussò. Sentiva dei rumori simili a dei grugniti provenire dall'interno mentre dal guardiacaccia nessuna risposta, bussò un'altra volta sentì ancora dei rumori provenire dall'interno e finalmente Hagrid aprì la porta visibilmente imbarazzato e tutto impiastricciato da una gelatina verde.

    • Ciao Hagrid – Lo salutò Harry con un enorme sorriso. - È da un po' di tempo che non ci vediamo. -

Visibilmente sorpreso squadrò il suo giovane amico per un lungo tempo poi si sedette sugli scalini della casa. Fece dei profondi respiri poi riusci a parlare.

    • Harry credevo … pensavo … -

    • Che fossi morto! Neanche per idea sono di nuovo in circolazione. -

    • Do.. Dove … sei stato? Tutti ti credevano sparito. -

    • In un altro mondo, rapito dagli Orchi. -

    • Per tutte le stregonerie … Dal quel mondo non si fa ritorno. -

    • Non sempre … -

    • Evidentemente! Su entra. -

Entrarono in casa. Sul pavimento la stessa appiccicosa gelatina verde che imbrattava la camicia di Hagrid. Si sedettero al tavolo dopo che il guardiacaccia lo pulì sommariamente.

    • Preparo il tè, raccontami cosa ti è successo. -

    • Beh vedi non ho molto tempo e poi ho un compito da assegnarti. -

    • Ah si? Quale compito. -

    • Vedo che non hai perso l'abitudine di ospitare qualche animaletto strano. - Disse Harry ammiccando a un grosso baule nell'angolo semibuio della stanza.

    • No ma che dici … - Harry lo guardò fisso negli occhi sorridendo - … e va bene è solamente Eulalia, una giovane lumaca carnivora gigante. -

    • Appunto! - Esclamò ridendo Harry – Ora siediti ho una notizia per te. -

    • Che notizia? -

    • Norberta è fuori che ti sta aspettando. -

    • Nor … Norbert … Norberta? La Draghessa proprio quella che avevo dovuto spedire in Romania? -

    • Si quella, era stata rapita, ma ora è di nuovo libera. Tuttavia non è la sola ad essere di nuovo libera. -

    • Chi altri? -

    • Beviamo il tè e poi ti condurrò da loro. -

Bevvero il te, Hagrid si mostrò impaziente e maldestramente rovesciò metà della sua tazza sul tavolo. Si alzò di scatto facendo cadere la teiera. Cercò uno straccio cercando di pulire il tavolo ma riuscì solo ad imbrattarlo ancora di più. Harry finì il suo tè, poso la tazza sul tavolo, si alzò e si diresse verso la porta.

    • Va bene Hagrid, vedo che hai fretta, andiamo. -

Uscirono e si diressero verso la foresta, camminarono tra gli alberi fino a raggiungere lo spiazzo dove Harry aveva lasciato Norberta, che, apparentemente, era sola. Hagrid si fermò proprio di fronte al drago e cominciò a scrutarla estasiato. Riconobbe la macchia a forma di fagiolo.

    • Sei proprio tu, Norberta, come sei cresciuta eri solo un affarino minuscolo quando ho dovuto lasciarti. -

Il drago alzò la testa e fece uno sbuffo di fuoco.

    • Hagrid sei sempre il solito ti perdi dietro le creature magiche. - Disse Ron uscendo da un cespuglio in compagnia dell'Amazzone.

    • Ronald Weasley, che piacere rivederti … ma non dovresti essere a … a … beh tu-sai-dove? Che ci fai qui?

    • Mi godo la libertà, sai Azkaban non è proprio un luogo di villeggiatura. Grazie al mio amico ora sono un latitante. - Disse ridendo

    • Se vuoi ti ci riporto subito. - disse Harry

    • Sempre premuroso … ma no faccio questo sacrificio … preferisco una vita da latitante che marcire in quella cella. -

    • Chi è quella ragazza? - chiese Hagrid

    • Lei è … sai che non conosco il tuo vero nome? - disse Harry

    • Mirina ma tutti mi chiamano l'Amazzone. -

    • Ciao Mirina, cosa fai in compagnia di questi tipo poco raccomandabili? - chiese Hagrid

    • Da oggi anch'io sono una latitante. -

    • Uhm doppia fuga da Alcatraz, era dai tempi di tu-sai-chi che nessuno più scappava da quella prigione. Ora sarete ricercati. -

    • Ovviamente! - rispose Ron

    • Bene ora abbiamo bisogno di un favore da te. - disse Harry. - dovresti chiamare Charlie e consegnargli il drago. Ovviamente non dovrai dire niente di quanto è successo e nemmeno di averci visto. Siamo tutti e tre ufficialmente scomparsi.

Ron prese Harry per un braccio e gli sussurrò nell'orecchio.

    • Conosci Hagrid sa tenere un segreto come un colapasta tiene l'acqua -

    • Si lo so bene. Ma quando ce ne andremo non si ricorderà di noi. - rispose bisbigliando.

    • Se lo dici tu! Ma non abbiamo bacchette per un incantesimo di memoria. -

    • Lascia fare. -

Hagrid li scrutò con una strana espressione e poi disse:

    • Bene avviserò subito Charlie, e naturalmente la mia bocca rimarrà cucita. -

    • Ora ce ne andiamo, mi raccomando acqua in bocca. -

Velocemente lasciarono la radura e guidati da Harry si diressero verso la Stamberga Strillante. La notte stava avvolgendo la foresta, si sentivano gli zoccoli dei centauri colpire il terreno in lontananza, il loro cammino era spedito e senza esitazioni. Arrivati, Harry bussò alla porta nel modo convenuto e fece segno ai due compagni di rimanere fuori dalla vista. Venne ad aprire Ency, al che Harry fece sgattaiolare dentro i due evasi e disse loro di nascondersi. Sorridendo seguì il suo amico fino al salone. Hermione, seduta sul divano, leggeva la Gazzetta del Profeta mentre Neville stava accudendo la sua pianta di Mimbulus Mimbletonia ormai diventata molto grande. Essendo entrambi assorti in quello che stavano facendo non notarono l'arrivo di Harry.

Sulla prima pagina del giornale c'era uno foto di Azkaban e i volti dei fuggitivi.

 

Clamorosa evasione dal carcere di massima sicurezza di Azkaban. Era dai tempi di voi-sapete-chi che nessuno fuggiva essendo ovviamente state rafforzate le misure di sicurezza per evitare simili spiacevoli episodi. Il ministero fa sapere che gli evasi, Ronald Weasley e una ragazza chiamata l'Amazzone, responsabili delle efferate rapine ai porta valori della Gringott, debbono essere considerati deceduti in quanto testimoni oculari li hanno visti inabissarsi nelle acque tempestose del mare. Nessuno di loro è stato visto riemergere. I dissennatori hanno perlustrato il mare per miglia e miglia senza trovare alcuna traccia degli evasi.

Più sotto sulla stessa pagina:

Ritrovato nella foresta proibita il Drago scomparso in Romania. Il Custode delle Chiavi e dei Luoghi di Hogwarts lo ha preso in custodia dopo che tre persone delle quali non ricorda nulla glielo hanno consegnato. Charlie Weasley prontamente avvertito ha provveduto al trasferimento della creatura nel luogo dal quale era scomparsa.

 

    • Ciao Harry! Quando sei arrivato? - Lo salutò Luna.

Sentite queste parole Hermione fece un balzo scaraventando il giornale verso il soffitto e si avventò su Harry.

    • Dov'è Ron? - Urlò

    • Deve essere in fondo al mare secondo la Gazzetta del Profeta. Sai i giornali non mentono mai. - rispose assumendo un'aria innocente. - Ciao Luna, proprio ora! -

    • Non devi scherzare né prendermi in giro POTTER. - disse esasperata Hermione estraendo la bacchetta e puntandola alla gola di Harry.

    • Questa la prendo io prima che qualcuno si faccia male. - Muovendosi silenziosamente Ron si era portato alle spalle di Hermione e con una mossa rapida e decisa le tolse la bacchetta dalle mani.

Lei si voltò di scatto e abbracciò il suo amato con tanto impeto che caddero entrambi distesi sul pavimento. Mentre i presenti scoppiarono in una irrefrenabile risata.

    • Ragazzi un po' di contegno, suvvia! - disse tra le risa Neville. - Penso abbiano bisogno di stare un po' soli. Venite andiamo di sopra. -

Entrarono assieme nella stanza continuando a ridere per l'incidente appena successo, e si sedettero si tappeti della stanza. Formarono un cerchio, Luna, Demelza, Enceladus, Neville, Harry e Mirina. Tutti si voltarono verso di lei, scrutandola con sguardi interrogativi. Harry se ne accorse.

    • Ah si lei è … - Ma non fece tempo a terminare la frase.

    • E' la ragazza che organizzava le rapine ai portavalori della Gringott. La riconosco per averla vista nello specchio del re degli Elfi. - Disse Luna.

    • E' vero. - Rispose Mirina.

    • Certo ma devo ringraziare lei se sono riuscito a evadere da Azkaban liberando Ron. -

Sentire nominare la temutissima prigione liberò Mirina dall'interesse generale, Luna e Neville volevano sapere com'era quel luogo visto che nessuno di coloro che c'era stato ne faceva una descrizione accettabile. Harry dovette raccontare come era riuscito ad entrare spiegando come aveva fatto a nascondersi sotto le ali del drago, come i cellulari venivano controllati dai dissennatori e che nessuno poteva entrare e uscire dall'isola senza essere condotto da loro. Spiegò anche che l'isola era circondata da una cupola forgiata da antichissimi incantesimi e poteva essere oltrepassata solo se si era in compagnia di quegli esseri orrendi.

    • Ma allora come avete fatto? Voglio dire voi e anche Sirius Black a lasciare l'isola? - Chiese zeppo di curiosità Neville. -

    • Non so esattamente come abbia fatto Sirius ma posso dire come abbiamo fatto noi. All'interno della prigione l'acqua viene usata per impedire gli incantesimi, qualcosa di simile alla Cascata del Ladro della Gringott. Quindi l'acqua annulla gli incantesimi, o almeno li attenua di molto, quello che abbiamo fatto è immergerci nell'acqua dell'Oceano abbastanza profondamente da passare per poi riemergere dall'altra parte della barriera vicino alla costa. -

    • Ecco cos'è successo! - Esclamò Ron entrando nella stanza seguito da una felicissima Hermione.

    • Ma … non c'eri anche tu Ron? - Chiese Luna.

    • Beh … non proprio. Questo mascalzone ci ha storditi non appena siamo saliti in groppa a Norberta per volare via dall'isola. -

    • Storditi? Perchè? - Chiese Hermione.

    • Come sai i Dissennatori non ci vedono ma percepiscono le emozioni delle persone. Conosci molto bene Ron vero? -

    • Certamente non riuscirebbe a tenere a bada neanche una delle sue emozioni, sarebbe stato subito scoperto. Geniale averlo stordito. Ma tu come hai fatto? -

    • Io beh … sono il più grande mago di tutti i tempi. - Disse ridendo Harry.

    • Sopratutto il più modesto. Provo ad indovinare: le lezioni di Piton sul leggere la mente. -

    • Vedo che non hai perso le tue eccelse qualità Hermione, ma non solo, negli anni che ho passato in quel mondo … mi è stato insegnato a controllare e a gestire le mie azioni, le mie emozioni e persino i miei pensieri. In questo modo posso fare degli incantesimi senza usare la bacchetta. -

    • Quali incantesimi? Non te ne ho visti fare. - Disse Ron

    • Già, ma rifletti, come avremmo potuto respirare sott'acqua per tutto quel tempo se non aiutati da un incantesimo testa bolla? -

Ron diventò rosso per l'imbarazzo e si azzittì.

    • A proposito, come andiamo con le bacchette? - Chiese Harry

Hermione. Luna, Demelza e Neville avevano le loro, ma solo quelle di Hermione e di Neville aveva il certificato d'uso rilasciato dal ministero.

    • Secondo gli ultimi decreti del Ministero della Magia le altre dovrebbero essere considerate illegali e se scoperte potrebbero mandare i loro possessori ad Azkaban. - Dichiarò Hermione.

    • Così i clandestini aumentano: Ron, Demelza, Luna, Mirina e io per scelta personale. A proposito non dite a nessuno che sono di nuovo in circolazione. -

A queste parole tutti guardarono Harry con aria interrogativa. Tutti tranne Demelza che disse:

    • Giusto Harry! Se vogliamo ristabilire le condizioni necessarie affinché questi luoghi continuino rimanere luoghi magici nascosti ai babbani, nessuno deve sapere del tuo ritorno . -

    • Ma se ci fosse da combattere? - Chiese Ron

    • Non dovrà esserci nessun combattimento. - Esclamarono all'unisono Harry e Demelza.

Si guardarono stupiti poi Demelza disse:

    • Il Re degli Elfi lo ha detto chiaramente, nessuna battaglia. -

    • Perché? - Chiese Hermione.

    • Non me lo ha detto. -

    • Perché qualsiasi azione che danneggi persone o altre creature viventi contribuisce a diminuire la copertura energetica che protegge questi luoghi magici. Nessuna battaglia anche Merlino lo ha chiesto. -

    • Sei pieno di sorprese Harry! Come fai a conoscere Merlino deve essere morto MOLTE centinaia di anni fa. - Esclamò Hermione incredula.

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Capitolo 19
*** LA PROFEZIA DI MERLINO ***


Harry raccontò la storia di Sigfrido, di come lui e Merlino furono catturati in quel mondo, come riuscirono a scappare e come scelsero di andare in un altro invece di fare ritorno in questo. Raccontò anche che cosa disse Merlino a Sigfrido a riguardo:

    • … quando incontrerai il ragazzo che riuscirà a sfuggire al mondo degli orchi digli questo: Non dovrà combattere le forze ostili come ha fatto in passato ma più semplicemente ripulire l'energia negativa lasciata dagli stregoni oscuri. Dovrà farlo a partire da Hogwarts cosicché si possa istruire una nuova generazione di maghi abili nel rimediare agli errori del passato. Dovrà ripulire per prima cosa i quattro elementi simboleggiati dai doni che personalmente ho fatto ai fondatori di quella scuola. Come e cosa fare possono essere compresi leggendo i tre libri che le due sognatrici avranno con loro. -

    • Per la barba di Silente! Quali libri? - Ovviamente lo chiese Hermione da sempre interessata alle letture.

    • Miseriaccia! Quali sognatrici? - Chiese Ron.

    • Le sognatrici ovvero Demelza e io i libri sono questi. -

Rispose Luna estraendo dal suo inseparabile zaino tre libri. Il primo era già stato usato da Harry nel cercare dati riguardo ad Azkaban ma gli altri due erano delle novità per i presenti. L'insegnamento della magia di M. Ambrosius e Storia di Avalon di Goffredo di Monmouth

    • Questo è un lavoro per te Hermione. - Disse Harry. - Con il primo non dovresti avere difficoltà. Le rune antiche, se ben ricordo, erano la tua passione. Non so come te la cavi con il latino … -

    • Ce la posso fare. - Disse sicura Hermione, prendendo in consegna i due libri.

    • Cosa si intende per “ripulire”? - Chiese Neville.

    • Ogni azione, incantesimo, maledizione ecc, eseguita senza tenere conto che ogni nostra piccola azione esercita una grandissima e profonda influenza su tutte le forme di vita, e che in qualche modo ne intacca o ne diminuisce la sua sopravvivenza, lascia il segno. Non è un segno visibile ma provoca un blocco nell'energia del mondo. Ora questi grumi impediscono la fluidità e quindi la vitalità delle persone, delle creature e dei luoghi magici. Con ripulire si intendere sciogliere questi blocchi. - Rispose Harry.

    • Ma tu come lo sai? - Chiesero in coro Neville, Ron e Hermione.

    • L'ho imparato a mie spese, laggiù in quel posto sulfureo. Ho riesaminato tutto il mio passato, le mie azioni e anche l'uso che ho fatto delle bacchette. Ho visto che cosa succede quando non si tiene conto della possibile ricaduta delle proprie azioni, e quanto sia importante agire cercando di apportare il minimo danno a ciò che ci circonda. In effetti la distinzione tra mago Nero e mago Bianco è tutta qui. Il primo agisce solo per il proprio interesse fregandosene degli altri, il secondo agisce tenendo conto delle necessità del tutto. -

    • Chiarissimo! Professor Potter. - Esclamò sorridendo Hermione.

La sera seguente si ritrovarono tutti i frequentatori della Stamberga Strillante. Ormai era diventata troppo piccola per fare da quartier generale agli habituè e ai quattro latitanti più i loro amici. George, Angelina, Katie, le gemelle Patil e Jordan.. Gli unici rimasti del gruppo di partecipanti alle cenette. Fu una grossa sorpresa, sopratutto per George scoprire che suo fratello era scappato da Azkaban e che era stato incastrato in quel modo. Furono fatte le presentazioni in modo che tutti si potessero conoscere poi fu servita la cena durante la quale il “vecchio gruppo di studenti” raccontò le avventure più emozionanti e divertenti della loro carriera ad Hogwarts. Non avrebbe potuto mancare il racconto della fuga dei due gemelli dalla Umbridge e la palude lasciata per ricordo nel castello. La cena stava per terminare, la conversazione stava scemando quando Neville portò il discorso sul presente. Mise al corrente i presenti delle parole di Merlino e della faccenda dei quattro elementi. Spiegò anche che al momento questi elementi erano sconosciuti.

    • E se … i quattro elementi fossero la spada, la coppa, il diadema … ne manca uno. - Disse pensosa Katie.

    • Geniale! - Esclamò Hermione. - E' tutto il giorno che ci penso. Nel libro di M. Ambrosius viene descritto il lascito di quattro oggetti da parte di Merlino ai suoi allievi erano un Bastone, una Coppa, un Cristallo e una Spada. Se gli allievi di Merlino sono i quattro fondatori di Hogwarts è chiaro che gli elementi sono quelli. Ma non conosco il bastone. -

    • Non se ne è mai sentito parlare. E detto da me è tutto dire. - Disse ridendo George. - Sono l'unico che conosceva la maggior parte dei segreti di Hogwarts ai tempi della scuola. -

Si guardarono tutti interrogativamente. Nessuno aveva mai sentito parlare di questo bastone. Si erano arenati nessuno immaginava come risolvere la cosa.

    • Demelza prendi il libro dell'Akasha.- disse Harry.

Demelza estrasse il libro dallo zainetto di Luna e lo mise sul tavolo. Harry lo aprì.

    • Ma è completamente bianco! - Esclamò Padma.

    • Aspetta e vedrai.- disse Luna.

Piano piano cominciarono ad apparire i caratteri dorati di quella strana lingua. Harry incominciò a leggere:

    • Merlino sosteneva che la Magia era una via per raggiungere il conseguimento del sé, una strada molto stretta ma che se seguita conduceva il viandante verso la libertà. Affinché questa intenzione venisse messa in pratica istruì i suoi quattro allievi nel modo migliore per insegnarla. Come prima cosa disse loro di scegliere una località e poi renderla magica, vale dire visibile solo a coloro che avessero intrapreso la via, tramite un potente incantesimo. I quattro allievi scelsero il luogo, allora Merlino fece ad ognuno di loro un dono che avrebbe reso magica quella località.

      A Serpeverde fu donato il caduceo, un bastone con due serpenti, uno bianco e uno nero, attorcigliati intorno a esso. I due serpenti rappresentano le due possibilità dell'uomo: operare per il maggior bene di tutti oppure seguire l'importanza di sé ed agire solo per la ricerca del potere personale. Il bastone rappresenta il sottile sentiero che permette all'uomo che lo segue di trovare la libertà. La via corretta è tra il bene e il male tra la vita e la morte tra la costruzione e la distruzione, perché nessuna di queste cose esisterebbe senza il suo opposto.

      A Corvonero fu donato un cristallo che era parte integrante del poggiatesta del trono di Atlantide. La sua proprietà era quella di conferire una tale lucidità mentale da far intraprendere intelligentemente le proprie azioni e decisioni. Ovviamente sapeva far risaltare le qualità personali della persona che lo possedeva ma non poteva cambiarne la natura.

      A Tassorosso fu donato un calice, la leggenda di questo manufatto parte da Lucifero che donò l'oggetto in questione all'uomo. Lucifero era un mago molto potente, il portatore di luce, ed era fermamente convinto che ogni uomo dopo una lunga ricerca avrebbe potuto essere come Dio, per questo ne fece dono all'umanità. L'oggetto appare e scompare lungo i secoli, fu presente all'ultima cena di Gesù, gli ultimi a cercarlo furono i cavalieri della tavola rotonda ma fu Perceval a trovarlo dopo innumerevoli peripezie e lo affidò a Merlino affinché lo custodisse. Il suo potere era quello di mantenere e fortificare i principi dei cavalieri: combattere per il proprio ideale, rispettare le creature viventi, mantenersi fedele alla parola data, proteggere i deboli, le vedove e gli orfani, combattere l’ingiustizia. Un cavaliere dovrebbe essere “puro di cuore, sano di corpo, generoso, dolce, umile e poco chiacchierone". La persona che sarebbe riuscita a seguire queste regole avrebbe trovato la strada verso la libertà.

      A Grifondoro fu donata una spada, conosciuta come Excalibur la spada usata anche da Re Artù ma non era la "Spada nella Roccia" che si ruppe in battaglia. Excalibur era una seconda spada acquisita da Re Artù con l'aiuto di Merlino. Merlino era preoccupato che Artù potesse cadere in battaglia così lo portò nei pressi di un lago magico dove la mano della Dama del Lago uscì dalle acque reggendo in alto una magnifica spada e il fodero. Fabbricata da un elfo fabbro di Avalon, la lama magica era indistruttibile e il fodero avrebbe protetto Artù per tutto il tempo in cui l'avesse portato. Verso la fine del regno di Artù, la Fata Morgana, strega e sorella di Artù, rubò Excalibur. La spada fu recuperata ma il fodero fu perduto per sempre e quindi Artù fu ferito a morte nella Battaglia di Camlann. La spada può anche assorbire qualunque tipo di potere con cui viene a contatto, solo per diventare più forte. Può essere maneggiata solamente da una persona coraggiosa e nobile d'animo. -

    • Molto interessante. - Disse Hermione – Ma non ci dice dove trovare il bastone di Salazar. Tuttavia ciò che dice il libro fa nascere ulteriori domande. Per esempio perché Unci-Unci asseriva che la spada fu fabbricata dai Goblin? -

    • A questo posso rispondere io. - Intervenne Demelza. - Dal momento che gli Elfi decisero di evitare ogni contatto con gli umani, fecero un accordo con i Goblin, li nominarono custodi di tutti i loro manufatti a patto che mantenessero il segreto riguardo la loro provenienza. -

    • Certo ma il diadema e la coppa furono distrutti quando eliminammo gli Horcrux. - Sbottò Ron.

    • Fu distrutto solo il frammento dell'anima di Voldemort contenuto in essi, gli oggetti in quanto tali esistono ancora e sono custoditi nell'ufficio del Preside di Hogwarts. - Rispose Harry.

    • Trascurando il fatto che ancora non sappiamo dove si trovi il bastone di Salazar come possiamo ripulire i quattro elementi simboleggiati dai doni di Merlino? - Chiese Parvati.

    • Non ne ho idea. - Rispose uno sconsolato Harry.

Scese il silenzio nel gruppo, nessuno aveva idea su cosa fare e come procedere. Era ormai tardi e ad uno ad uno i ragazzi lasciarono la stanza. Con Harry rimasero solo Ron, Luna, Ency, Demelza e Mirina. La stamberga strillante era troppo piccola per ospitare i “latitanti”.

    • Siamo stroppo stretti qui. - disse Mirina abituata a spazi molto più ampi, persino la sua stanza ad Azkaban era più grande di quella che avrebbe dovuto dividere con le altre due ragazze.

    • Ok domani traslochiamo. - Disse Harry.

    • Per dove? - Chiese Ron.

    • Numero 12 di Grimmauld Place! Casa mia, ovvio no? -

    • Geniale! -

    • Prima del trasloco voglio andare a Hogwarts qualcosa mi dice che il bastone di Salazar è lì. Ora vado a dormire. Buonanotte. -

Seguito da Ency e Ron andò a coricarsi. Erano già sdraiati da alcuni minuti quando Enceladus sbottò:

    • Finalmente ci sono arrivato! Ognuna delle città in cui sono vissuto aveva una leggenda, a Machu Picchu ve n'era una riguardante il bastone della vita e della morte, a Shambala riguardava l'occhio di Shiva e a Chichen Itza la coppa della purezza. Ora comincio a capire perché sono qui. -

    • Seguendo la logica del tuo ragionamento avresti dovuto trovarti a Avalon! - Rispose Harry.

    • Hai ragione. Ma ho motivo di credere che Avalon sia qui vicino da qualche parte. -

    • Quindi pensi che dovremmo recarci in quei luoghi per purificare i doni di Merlino? -

    • Certo, questo potrebbe anche essere il motivo della mia presenza tra di voi. -

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Capitolo 20
*** RITORNO AD HOGWARTS ***


L'indomani, quando le ombre della notte stavano ritirandosi per far posto alle prime luci del giorno, Harry entrò nel passaggio segreto che conduceva al Platano Picchiatore per poter entrare al castello di Hogwarts. Attraversò il prato e poi le serre, data l'ora non v'era anima viva intorno, entrò nel castello, approfittando della sua nuova abilità di Metamorfomagus assunse le sembianze di Gazza. Replicando alla perfezione la tipica camminata del guardiano si diresse verso l'ufficio del preside, veloce e silenzioso raggiunse il gargoyle di pietra a guardia dell'ufficio, si limitò a fissarlo intensamente per alcuni secondi la statua si animò e fece un balzo di lato; la parete al suo fianco si aprì rivelando la famigliare scala a chiocciola di pietra in continuo movimento, come una scala mobile. Percorse velocemente i gradini; mentre la parete si chiuse con un tonfo, arrivando di fronte alla lucida porta di quercia con il batacchio a forma di grifone. Toccò la porta, ed essa si aprì ora era all'interno e non doveva far altro che aspettare la Professoressa McGranitt. Dovette attendere un'ora prima che la preside entrasse nel suo ufficio, aveva un grosso libro in mano e sembrava pensierosa. Posò il libro sul tavolo e solo allora si accorse della presenza di Gazza nell'ufficio.

    • Signor Gazza, che cosa ci fa qui? - Esclamò, ma subito si rese conto che non avrebbe potuto essere il custode. Non aveva alcun potere magico da usare per poter essere in quel luogo. - Chi è lei? Si identifichi o sarà peggio per lei.- disse estraendo la bacchetta.

    • Oh lo farò, ne stia pur certa professoressa, ma solo quando avrà oscurato tutti i ritratti di questa stanza. Non sarebbe utile ne a me ne a lei se venissi visto in questo luogo. -

    • Non credo che lei sia nella posizione di chiedermi qualcosa, signore. - Disse minacciando Harry con la bacchetta.

    • Per favore faccia come le ho chiesto. Non sono una minaccia non ho nemmeno una bacchetta. -

Minerva lo squadrò da capo a piedi sempre tenendolo sotto minaccia della bacchetta. Poi decise che al momento quell'individuo non costituiva una impellente minaccia.

    • Obtenebrus! - Esclamò e tutti i quadri vennero resi neri mentre i loro occupanti protestavano a gran voce. - Muffliatio! Repello Phantasma! Repello Poltergeist! Ecco fatto siamo isolati ora si faccia riconoscere. - Esclamò sempre puntando la bacchetta.

Harry riprese le sue sembianze e sorrise alla sua cara professoressa.

    • Harry James Potter ... tu qui! Cosa...? Come...? -

    • Oh mi sembra di aver già udito queste parole. - Disse sempre sorridendo.

    • Ma tu non eri … Voglio dire … Dove … Come? - Disse una sempre più sorpresa Minerva.

    • Ricorda che le chiesi delle creature mezze uomo e mezze bestie? -

    • Si! -

    • Bene rapito da loro. -

    • Ma Harry da quel mondo non si fa ritorno. -

    • Beh sono l'eccezione che conferma la regola. - Rispose ridendo.

    • Accidenti! Nemmeno sapevo che tu fossi un Metamorfomagus!-

    • Neanch'io fino a un po' di tempo fa. Per favore faccia entrare Hermione, sta salendo le scale. -

    • Ma … -

Proprio in quel momento un bussare leggero interruppe la Preside.

    • Chi è? .

    • Hermione signora professoressa! -

    • Entra pure. -

    • Buongiorno professoressa, ho una domanda da farle. -

    • Prego dimmi pure. -

    • Ha mai sentito parlare del bastone di Salazar Serpeverde? -

    • No non mi sembra … Perchè? -

    • Vede professoressa, Merlino lasciò a ognuno dei suoi quattro allievi un dono, il Bastone a Salazar, la Coppa a Tosca, il Cristallo, poi incastonato nel diadema, a Cosetta e la Spada a Godric. - Spiegò Harry.

    • Dannazione, quando sei arrivato? -

    • Circa da un'ora. -

    • Già ma come fate a sapere queste cose e cosa avete a che fare con questi doni? Ma prima di rispondere prego sedetevi. -

    • Queste cose le abbiamo lette in un libro. - Rispose Hermione sedendosi

    • Ho bisogno di avere i quattro doni per poter ripristinare la magia primordiale che rende Hogwarts e dintorni il posto esclusivo che merita di essere. -

    • Temo non sia più lo stesso posto che hai conosciuto Harry. - Disse sconsolata Minerva.

    • Sono al corrente di questo problema, per questo motivo ho assolutamente bisogno dei quattro doni. -

    • Tre sono qui in questo ufficio, due di essi piuttosto malconci. Ma del Bastone che io diventi un fantasma se ne ho mai sentito parlare. Come dovrebbe essere? -

    • Un caduceo. Due serpenti attorcigliati a un bastone. - Poi le ripeté le parole lette la scorsa notte. - I due serpenti rappresentano le due possibilità dell'uomo operare per il maggior bene di tutti oppure seguire l'importanza di sé ed agire solo per la ricerca del potere personale. Il bastone rappresenta il sottile sentiero che permette all'uomo che lo segue di trovare la libertà. La via corretta è tra il bene e il male tra la vita e la morte tra la costruzione e la distruzione, perché nessuna di queste cose esisterebbe senza il suo opposto. -

    • Interessante, ecco il motivo per cui alcuni Serpeverde erano dei grandi Maghi Oscuri e altri erano dei Maghi Eccezionali. -

    • Eppure sono convinto che anche il bastone sia qui nel castello.-

    • Cosa te lo fa pensare? -

    • Ho imparato a fidarmi delle mie sensazioni. -

    • Raccontami che cosa ti è successo. -

    • Hermione lo farà, intanto vedo di localizzare il dono di Serpeverde. - Detto questo indossò il suo mantello dell'invisibilità e sparì alla vista dei suoi amici.

Mentre Hermione metteva al corrente Minerva degli avvenimenti che lo riguardavano Harry, uscì velocemente dal castello per poi materializzarsi sulla cima della collina antistante il maniero dall'altra parte del lago. Si sedette comodamente su un masso e incominciò a fare l'esercizio di contemplazione ad occhi aperti. Dopo alcuni minuti poteva vedere cosa succedeva nel castello meglio di quanto potesse fare la Mappa del Malandrino. Vedeva Hermione e Minerva nell'ufficio del Preside, il professor Lumacorno intento a contare i Galeoni guadagnati da chissà quale traffico, Neville e la professoressa Sprite intenti a preparare le mandragole per le future lezioni, le cucine dove gli Elfi domestici preparavano il cibo per i professori, la professoressa Cooman intenta a lucidare le sfere di cristallo. Dopo aver indugiato a lungo su quei luoghi e personaggi a lui cari Harry si concentrò sul caduceo. Piano piano nella sua mente cominciò a formarsi l'immagine della statua di Salazar Serpeverde proprio quella enorme esistente nella Camera dei Segreti. Incominciò a concentrarsi sulla statua, la esaminò da cima a fondo decine di volte, si soffermò parecchio tempo su questa immagine quando si sentì attratto dalla grande e spaziosa fronte della statua. La ispezionò attentamente e una delle rughe colpì la sua attenzione, quella centrale che andava dalla radice del naso fino alla sommità della fronte sembrava una possibile apertura. Si concentrò su quel punto ma niente di quello che percepiva lasciava intendere che cosa vi fosse nascosto, eccetto una convinzione, che mano a mano aumentava, che il dono fosse proprio nascosto nella testa della statua.

    • … ecco tutto questo è quanto mi ha raccontato Harry. - Con queste parole Hermione terminò il suo racconto.

    • Veramente incredibile! - sbottò Minerva

    • Certo ... se non l'avessi vissuto in prima persona! - Disse Harry lasciando scivolare a terra il mantello.

    • Allora? - Chiese curiosa Hermione

    • Penso sia nella capoccia della statua di Salazar nella Camera dei Segreti. - Disse Harry.

    • Andiamo! - Esclamò impaziente Hermione.

    • Un momento non posso girovagare per il castello come Harry Potter. Professoressa potrebbe far venire qui Neville, in modo che io possa girare per il castello con le sue sembianze? -

    • Certamente! -

Cinque minuti dopo Neville bussava alla porta dell'ufficio del preside.

    • Entra pure Neville.-

    • Ha bisogno di me Professoressa? -

    • Oh si signor Paciock. Dovrà rimanere qui con me mentre il signor Potter e la signorina Granger vanno a recuperare il Bastone di Salazar. - Rispose indicando i due amici.

    • Oh siete qui anche voi.-

    • Si Neville scusa ma se voglio passare inosservato dovrò assumere le tue sembianze ed è assolutamente necessario che tu rimanga qui con la professoressa McGranitt fino al mio arrivo. Non desidero che si sappia che sono di nuovo in circolazione. -

    • Allora lo avete trovato, dov'è? -

    • Non ne sono sicuro, andiamo a controllare. Aspettate il nostro ritorno. -

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Capitolo 21
*** IL BASTONE DI SERPEVERDE ***


Harry, assunte le sembianze di Neville, ed Hermione uscirono dall'ufficio, con passo veloce ma senza correre scesero le scale fino al bagno delle ragazze nel secondo piano, entrarono e videro subito l'entrata della camera dei segreti.

    • Uh uh, di nuovo qui? Non starete mica preparando ancora quella puzzolente pozione? -

    • Ciao Mirtilla. - La salutò Hermione.

    • Senti devi distrarla, mentre io cerco di aprire il passaggio. Lei sa che Neville non parla il serpentese, e non voglio che mi scopra. - Le sussurrò in un orecchio Harry.

    • No niente pozione questa volta, sono venuta per avvisarti che il fantasma di Olive Hornby è stato avvistato nel bagno dei Prefetti. -

    • Quella … vado subito a cacciarla via, così impara a prendermi in giro per i miei occhiali. - Disse sparendo velocemente dal bagno.

    • Bravissima, geniale! -

    • Su svelto apri. -

    • $$$Apriti$$$! - Ordinò in serpentese Harry.

Il passaggio si aprì e i due amici si lanciarono giù per le condotte, schizzando fuori dal tubo molto al di sotto dei sotterranei del Castello. Il fetore era insopportabile, ma i due amici erano determinati a raggiungere il loro obiettivo. Si rialzarono e si diressero verso la camera guidati dalla flebile luce della bacchetta di Hermione, oltrepassarono le macerie del crollo provocato dal maldestro incantesimo di Gilderoy Allock inciampando sui massi e finalmente dopo un'ennesima curva arrivarono davanti alla parete sulla quale erano scolpiti i due serpenti attorcigliati con al posto degli occhi due grandi smeraldi scintillanti. Harry questa volta sapeva esattamente cosa fare:

    • $$$Apriti$$$! - Disse con un sibilo autoritario.

I serpenti si sciolsero dal loro groviglio e la parete si aprì dividendosi in due metà. Velocemente la oltrepassarono quasi correndo fra le colonne sinuose. Giunti all'ultima coppia di colonne torreggianti contro la parete di fondo, si ritrovarono davanti all'enorme statua. L'eco dei passi si spense e dopo un attimo di studio iniziarono ad arrampicarsi sulle vesti e poi sulla barba della statua fino a raggiungere la sommità della testa. Si posizionarono in modo da avere la fronte proprio sotto di loro. Si guardarono interrogativamente e poi Harry disse:

    • $$$Apriti$$$! -

Non successe alcunché. I due amici si guardarono sorpresi e la sorpresa ben presto lasciò il posto allo scoramento.

    • Che facciamo adesso? - Chiese Harry. - Ero perfettamente sicuro che il bastone fosse qui. -

    • Probabile che lo sia. Ma sono sicura che non basta dire quello che hai detto per aprire la fronte. -

    • Beh con le altre porte bastava dire Apriti e le porte si aprivano. -

    • Ovviamente qui non basta. Questa è la testa e la testa racchiude i pensieri. Solo qualcosa di veramente famigliare a Salazar potrebbe aprire la fronte. -

    • Geniale! Ma cosa? -

    • Non saprei dovrebbe essere un pensiero davvero importante per lui. -

    • Certo un chiodo fisso! Credo di sapere cosa dire. -

    • $$$Solo gli studenti purosangue dovranno essere ammessi$$$! -

A questo punto la fronte iniziò a muoversi, i due lobi frontali si aprirono scivolando dietro le orecchie della statua, evidenziando una cavità oscura. Hermione fece luce con la bacchetta e proprio li giaceva appoggiato al retro della testa il caduceo. Finalmente lo avevano trovato. Dovettero sbrigarsi a prenderlo, anzi Harry dovette rallentare il tempo per poterlo afferrare dato che i due lobi si stavano rapidamente richiudendo, ma la missione era stata compiuta con successo. Fecero ritorno velocemente nell'ufficio del preside in modo da liberare Neville da quell'involontario empasse. Entrò per prima Hermione per controllare che gli incantesimi sui quadri e anti-fantasmi fossero ancora validi. Minerva lo confermò e anche Harry, riprese le sue sembianze, entrò nell'ufficio.

    • Fatto? - Chiese Neville

    • Fatto! - Rispose mostrando il caduceo.

    • Mai visto niente di simile. - Esclamo la professoressa rigirando il bastone fra le mani. - Un serpente bianco e uno nero attorcigliati su un bastone alla cui sommità c'erano due ali spiegate. -

    • Probabilmente significa che alla fine del percorso si può trovare la libertà. - Ma è solo un'interpretazione personale. - Disse Harry.

    • Può essere. - Disse sorridendo la McGranitt.

    • Ora per favore ci consegni anche gli altre tre doni. - Chiese Harry.

Minerva aprì il secondo cassetto alla sinistra della scrivania ed estrasse il diadema e la coppa piuttosto malconci. Ma quando si avvicinò al Cappello Parlante per estrarre la spada, lo stesso iniziò a parlare.

    • Tanta strada dovrete fare per purificare i doni in vostro possesso. Un lungo e pericoloso cammino vi attende. Al momento la spada non vi serve, sarebbe solo d'impiccio. Quando e se ritornerete, e se saprete trovare il luogo dal quale proviene la spada allora ve la consegnerò. -

Detto questo rimase in silenzio e non rispose alla raffica di domande fatte da Hermione e Neville.

    • Ha ragione. - Disse Harry – Avalon dovrebbe essere da queste parti. Quando farò ritorno con gli oggetti purificati allora ci occuperemo della spada. -

    • Harry parli come se sapessi già dove dovresti andare per purificare gli oggetti. - Disse Minerva.

    • Si, proprio ieri sera parlando con Enceladus ho scoperto che cosa fare. Un lungo viaggio mi attende. Dovrò andare in Perù, in Tibet e in Messico e come ha detto il Cappello la riuscita non è affatto sicura. -

    • Ah no Harry! - Esclamò Hermione. - Non parlare al singolare verrò anch'io. -

    • E anch'io! - Esclamò Neville. Poi entrambi guardarono la Professoressa consci dei loro doveri di insegnanti.

    • Certo. Temo che dovrò fare a meno di due persone del corpo docenti per quest'anno. Pomona sarà in grado di cavarsela da sola, mentre per Storia della Magia posso chiedere a Rüf dopotutto ha tenuto la cattedra per molto tempo. Andate pure. -

Harry si rimise il mantello dell'invisibilità e seguì i due amici giù per le scale, uscirono dal castello, si diressero verso il Platano Picchiatore, velocemente Hermione premette il nodo posto nelle radice che affiorava dal terreno per immobilizzarlo e tutti e tre entrarono nel passaggio segreto. Ben presto vennero accolti dai loro amici in trepidante attesa sia per sapere se i doni fossero stati recuperati che per il trasloco imminente.

    • Ciao Harry! - lo salutò Luna. - Ciao Hermione, ciao Neville, avete marinato la scuola? -

    • Non proprio, siamo stati esentati, per quest'anno, dall'insegnamento. - Rispose Neville.

    • Tutto ok? - Chiese Demelza – Hai i doni? -

    • Tre! Il quarto lo potremo avere solo al nostro ritorno. - Rispose Harry.

    • Di quale si tratta? -

    • Della spada. -

    • Poco male, quella è l'ultima che deve essere purificata e per far questo bisogna trovare Avalon. - Disse Enceladus.

    • Potremmo aver bisogno di qualche bacchetta supplementare. Quanto ti ci vuole a fabbricarne qualcuna? -

    • Un paio di giorni avendo gli attrezzi e il materiale. -

    • Eccovi qui! - disse George materializzandosi proprio in quel momento. - Sempre la scusa buona per evitare il lavoro eh Ron? -

    • Di quale lavoro parli? -

    • Il vecchio negozio di Olivander è stato comperato dalla fabbrica di bacchette Magie Perfette (bleah) e vuole utilizzare i vecchi locali per i loro negozio. Ci hanno intimato, come tuoi eredi visto che ti credono morto, di svuotare i locali. -

    • Capita proprio a fagiolo! - Esclamò Harry. - Perfetto fai trasferire tutto il materiale al numero 12 di Grimmauld Place. Stiamo per trasferirci la. Mi raccomando non far troppo rumore conosci bene i quadri di quella casa. Bene noi ci andremo adesso, useremo la Polvere Volante. Per coloro che non l'hanno mai usata, è molto importante pronunciare chiaramente e senza esitazione il luogo dove vogliamo andare. In questo caso: numero 12 di Grimmauld Place. Capito? Non possiamo permetterci errori. Una volta arrivati non andate in giro ma fermatevi ai lati del camino. Io arriverò per ultimo. Un ultima cosa Demelza, Mirina e Enceladus dovranno leggere il biglietto che adesso scriverò per loro. -

Harry prese tre fogli di carta e su ognuno di essi scrisse: Il quartier generale dell’Ordine della Fenice si può trovare al numero dodici di Grimmauld Place, Londra. Poi lo consegnò ai tre amici, una volta letto il foglio si incenerì.

    • Allora quando pronunciate il nome del luogo in cui dovete recarvi pensate a ciò che avete appena memorizzato. -

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Capitolo 22
*** CASA BLACK ***


Non vi furono intoppi, nemmeno Demelza, Mirina o Enceladus ebbero problemi a viaggiare con la Polvere Volante. Ora erano tutti riuniti intorno al camino dal quale erano usciti, tranne George che era andato a svuotare i locali del negozio: Bacchette Weasley. Harry ispezionò la stanza, era straordinariamente pulita così come sembrava essere il resto della casa. Un profumino invitante proveniva dalla cucina, sembrava arrosto di tacchino, patate fritte e altre leccornie non bene identificabili. Si avviarono sospettosi verso la provenienza di quell'aroma con Harry a guidare il gruppetto, dalla porta si scorgeva una tavola riccamente imbandita, entrarono.

    • Bentornato Signore! -

    • Che grandissimo piacere rivederti, Kreacher.– disse Harry e l’elfo si inchinò profondamente.

    • Kreacher temeva di aver perduto anche padron Harry, ma proprio questa mattina quando aiutava gli altri Elfi Domestici nelle cucine di Hogwarts ha sentito chiaramente la sua presenza nei dintorni del Castello. Allora Kreacher ha pensato che padron Harry facesse ritorno ed è corso subito a sistemare questa casa. -

    • Sei stato davvero molto bravo. Grazie! – disse Harry e l’elfo si inchinò di nuovo. - Bene onoriamo il pranzo di Kreacher sedetevi. -

Nessuno se lo fece ripetere si sedettero a tavola e diedero fondo a tutto quel ben di Dio specialmente Ron che era da molto tempo che non soddisfaceva in quel modo il suo stomaco. Nemmeno le gomitate di Hermione ne calmarono l'ingordigia infatti mangiò almeno il doppio degli altri. Prima che i compagni terminassero il pranzo, Harry si alzò per ispezionare la casa seguito da Kreacher. Tutto era perfettamente pulito e in ordine ma quando arrivarono davanti alla stanza dove c‘era l’arazzo ovvero l'albero genealogico dell'antica e nobile Casata dei Black l'elfo domestico si fermò.

    • Padron Harry, Kreacher ha un'umile richiesta da fare. -

    • Chiedi pure. Non farti problemi. -

    • Kreacher chiede se può tenere per sé questa stanza. -

    • Certamente a patto che la mantieni in ordine e ci metti tutte quelle cose strane appartenute ai tuoi passati padroni. Compreso quel grosso ritratto della tua padrona. -

    • Kreacher ringrazia padron Harry. Il mago più generoso che abbia mai conosciuto. -

Aver concesso quella stanza e sopratutto il permesso di ritirarvi tutti gli oggetti venerati dall'elfo lo rese felicissimo. Raggiunse un altro scopo non meno importante, riuscì a far rimuovere quell'orrendo e strillante ritratto che rompeva le scatole a chiunque gli passasse di fronte. Hermione li aveva raggiunti sul pianerottolo e fu informata da Harry che da ora in avanti quella era la stanza dell'elfo, al che estrasse la bacchetta e fece una targhetta sulla porta con il nome del locatario: Kreacher. In questo modo garantendo la privacy all'elfo domestico e un luogo sicuro in cui custodire gli strani e disturbati aggeggi della nobile Casata Black, rese confortevole la casa a chiunque vi vivesse. Fatto questo Harry scese di sotto dai suoi amici dicendo di trovare una sistemazione di loro gradimento. Il gruppetto si divise e cominciò ad esplorare la casa, mentre Kreacher stava raccattando gli incredibili oggetti che erano appartenuti ai suoi precedenti padroni. Proprio in quel momento George, Arthur e Molly arrivarono nella casa con tutti gli strumenti raccolti dal negozio “Bacchette Weasley”. Era la prima volta che i due genitori di Ron potevano riabbracciare il loro figliolo dopo la sua permanenza ad Azkaban. Ovviamente seppero subito della sua fuga dalla prigione, consultando lo strano orologio di Molly, ma ancora non sapevano esattamente come riabbracciare Ron. George era davanti ai suoi genitori nello stretto corridoio di entrata e proprio in quel momento Ron stava scendendo le scale. Non appena lo scorse la Signora Weasley, spinse da parte George e raggiante come non mai si diresse frettolosamente verso di lui,

    • Oh Ron finalmente è meraviglioso rivederti e poterti riabbracciare! - esclamò, stringendolo in un lungo abbraccio trita-costole.

    • Dai mamma, se stringi ancora un po' morirò soffocato. -

    • Ah si certo! - disse allentando la presa ma mantenendo l'abbraccio – Naturalmente sapevamo che non eri più ad Azkaban ma vederti qui mi riempie il cuore di gioia. - poi sciolse l'abbraccio e lo osservò con uno sguardo critico. - Sembri patito; devi nutrirti, ma temo che non potrai tornare a casa per farlo, mi dispiace. -

    • Bentornato Ron! - Ora ad abbracciarlo era suo padre. - A chi dobbiamo la tua evasione da tu sai dove? -

    • A Harry naturalmente. -

    • Harry Potter? Allora è vivo. - Esclamarono simultaneamente i coniugi Weasley.

    • Direi di si! - Rispose Harry scendendo gli ultimi gradini della scala.

Molly si lanciò gratificando Harry di un altro abbraccio trita-costole. Poi lo afferrò all’altezza delle braccia osservandolo attentamente.

    • Tu invece mi sembri in forma ha messo su un bel po' di muscoli ragazzo mio, e i tuoi occhiali? -

    • Ah non mi servono più. Per una fortunata coincidenza la mia vista si è sistemata. -

Poi fu la volta di Arthur a porgere i saluti, posate le cianfrusaglie si riunirono in cucina. Furono fatte le presentazioni così anche i coniugi Weasley conobbero i nuovi amici di Harry e Ron.

    • Mi dispiace, ma non abbiamo potuto portare qui nessuna bacchetta, sono state tutte distrutte dopo la tua incarcerazione. - Disse George

    • Posso comunque ricostruirle, ma mi servirebbero: corda di cuore di drago, crine di unicorno, piume di fenice e un assortimento di legni privi di nodi per bacchette. -

    • Assicurati che ci siano rami di Salice Ripaiolo e di Rosa Canina. - Disse Luna

    • Non sono proprio le piante che Olivander mi ha insegnato ad usare. -

    • In effetti hai ragione, ma per i doni avuti dalle creature magiche incontrate in Italia sono irrinunciabili. -

    • Che animali? - Chiese scettico Ron

    • Dahu e Aspide ippocampus. Del primo ho le corna del secondo la coda. -

    • Mai sentiti. Sicura che posso usarli? -

    • Certamente! -

    • Signor Weasley, cosa sta realmente avvenendo al ministero? - Cambiò argomento di conversazione Harry.

    • Le cose non vanno affatto bene. Un gruppo di “purosangue” ha preso il controllo dei manufatti magici e della loro produzione. In aggiunta quelle rapine … -

    • Che si sono dimostrate preparatorie … - Aggiunse George.

    • … Esatto, hanno portato il controllo della moneta sotto la Banca Centrale dei Maghi, che di fatto si è appropriata di tutto il denaro circolante. La cosa peggiore è che considerano il denaro di loro proprietà e lo cedono al Ministero solo dietro pagamento di interessi. -

    • Perfino i Goblin della Gringott odiano questo nuovo status quo. - Aggiunse Molly

    • Per poter far fronte a questi interessi e al bisogno di liquidità il ministero della magia ha dovuto emettere dei Buoni del Tesoro magici che rendono ai loro compratori dal 3 al 4% l'anno. Ma così facendo si è indebitato e per farvi fronte ha dovuto aumentare le tasse. -

    • Che manovra assurda! - Sbottò Harry. - In altre parole io posseggo del denaro che però per usarlo lo richiedo in prestito pagandolo con gli interessi. Oppure per poter usufruire del mio denaro devo emettere delle cambiali che fruttano anch'esse interessi. E' come se per disporre di 300 Galeoni miei devo spendere 309 Galeoni. Una pazzia! -

    • Esatto una pazzia e il continuo aumento delle tasse per far fronte a questi interessi ha impoverito il nostro mondo e contemporaneamente il controllo dei manufatti magici da parte dei suddetti è stato attuato solamente con lo scopo di aumentare il fatturato di quelle ditte, trascurandone la qualità. Ora abbiamo, calderoni che si fondono, bacchette che non riescono a portare a termine gli incantesimi più complicati … -

    • Pensa che quasi nessuna delle nuove bacchette riesce a portare a termine un Incanto Patronus … Interruppe George.

    • … Giusto, scope che non riescono ad alzarsi in volo o che sobbalzano come la vecchia Anglia e nonostante abbiano liberalizzato la vendita dei Tappeti Volanti coloro che li hanno acquistati li usano nel salotto tanto sono scarsi dal punto di vista delle prestazioni, per non parlare delle Corde Magiche, un mio amico è tutt'ora ricoverato al San Mungo con le gambe rotte per essere caduto da una di esse che si era improvvisamente afflosciata. -

    • Ma il ministro della magia che fa? - Chiese Harry

    • Veramente poco ma si sospetta che qualcuno della cricca … -

    • Wizberg … è cosi che sia chiama. - Precisò Luna

    • … Ah non lo sapevo, ... che qualcuno della cricca Wizberg lo tenga costantemente sotto gli incantesimi Imperius e Confundus. Non si può contare su di lui, piuttosto è Lilith Darkmoon ovvero il Vice Ministro della Magia per gli affari interni tramite l’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, l’Ufficio per l’Uso improprio delle Arti Magiche, e i Servizi Amministrativi Wizengamot a governare indisturbata sul nostro mondo. Solo il Quartier Generale degli Auror, diretto da Kingsley è relativamente indipendente. Normalmente Gedeon si occupa delle faccende di rappresentanza o di relazioni pubbliche. –

    • Sapevo alcune cose ma non ero al corrente di tutta la faccenda. - Sbottò Hermione. - Così facendo, impadronendosi dei nostri soldi frutto del nostro lavoro, ci hanno resi schiavi, loro servi; un risultato simile non l'aveva ottenuto nemmeno Voldemort. E per giunta tutto questo è avvenuto con il nostro consenso. -

    • Senza considerare il fatto che una simile “magia nera” sta arrecando un irreversibile decadimento della comunità magica. Il primo segnale si riscontra nelle aumentate difficoltà a tener nascosto il nostro mondo dai babbani. - Disse Demelza.

    • Esatto! - Confermò Neville. - Non vi dico quante volte al giorno i professori di Hogwarts debbano intervenire con incantesimi di disillusione. -

    • Ma allora perchè Ron è finito ad Azkaban? - Chiese Molly.

    • Per eliminare un pericoloso concorrente. Le prove della sua incriminazione sono state costruite. - Disse Hermione ancora arrabbiatissima.

    • Ma come? -

    • Vedete le rapine sono state fatte su commissione. - Spiegò Mirina. - Fui contatta da due figuri stranieri come me che mi proposero tre rapine. Il mio compenso avrebbe dovuto essere il dieci percento. Mi avrebbero fornito l'ora e il percorso della carrozza blindata in modo che con i miei complici avessi potuto rapinarla. Le prime due andarono lisce nessun intoppo ma per la terza sospettai qualcosa. C'era qualcosa, una sensazione che mi diceva di stare attenta, anche perché le rapine da noi eseguite si concludevano senza morti ma il giorno dopo scoprivo che le guardie giurate erano state assassinate. Così cambiai il piano ed feci la rapina molto prima del punto stabilito. Stavolta ordinai ai miei ragazzi di scappare con il denaro e di non cercarmi se fossi sparita. Poi fui arrestata con un trucco, uno degli agenti finse di trovare dei soldi delle precedenti rapine nello scantinato a Nocturn Alley dove vivevo. Volevano un capro espiatorio. -

    • Furono Glutton Greengrass e Cornelius Caramel a stabilire il da farsi, si assicurarono che le guardie giurate fossero dei mezzo sangue visto che dovevano essere sacrificati. Una volta fatta la rapina decisero di mandare i poliziotti ad arrestare tutti quelli che trovavano. In effetti trovarono solo Mirina e per giunta senza un soldo del bottino. Decisero anche l'ispezione nel negozio di Ron dove uno degli ispettori trovò “per caso” la bacchetta usata per eliminare le guardie giurate così da poterlo rinchiudere ad Azkaban. Per poter far questo però dovettero uccidere le due guardie giurate in un punto diverso da quello in cui fu effettuata la rapina. Per questo motivo quel giorno Shaky il capo della polizia fece perquisire metà di Nocturn Alley e metà di Diagon Alley solo per confondere le acque. - Spiegò Luna

    • Cornelius, quell'uomo è una fonte di guai permanente. - Esclamò Arthur. - I Servizi Segreti magici da lui diretti sono un corpo “investigativo” composto dai più pericolosi seguaci di Voldemort rimasti in circolazione. Il potere che questa sezione ha è veramente spropositato alle reali necessità. Per esempio può condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; formare gli operatori di polizia secondo gli standard; inviare ad Azkaban qualsiasi cittadino colto in flagranza di reato. Non scritto ma fatto di routine, spiare la maggior parte dei cittadini in modo da poterli controllare. Come vedi per loro è molto facile fabbricare prove fasulle ed eliminare chiunque dia fastidio. -

    • Risolvere tutto questo è ben più difficile che combattere un nemico. - Disse George. - Con Voldemort per esempio sapevamo chi era il nemico e che cosa avremmo dovuto e potuto fare per combatterlo. Ma in questo caso il vero nemico è il sistema creato da loro e “sostenuto” dagli ignari cittadini. Se si cerca di combatterlo con i mezzi usuali si rischia solo di finire ad Azkaban. -

    • Infatti! - Disse Harry. - Non si dovrà combattere come abbiamo fatto in passato ma più semplicemente ripulire le menzogne e far riapparire la verità. Ma per far questo occorrerà istruire una nuova generazione di maghi abili nel rimediare agli errori del passato. Per questo motivo la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts sarà il punto di partenza. Quello che ho intenzione di fare è ristabilire l'antica magia che regnava sul castello e dintorni in modo che gli studenti meritevoli possono addestrarsi liberi dalle influenze di quel sistema. -

    • Bello ma forse un po' utopistico. - disse Molly

    • Si, ma realizzabile, non appena pronti partiremo per purificare gli elementi che ci consentiranno di ripristinare la magia originale di Hogwarts. E una volta fatto questo credo che per molte persone Hogwarts rimarrà solo nei loro ricordi, perché non lo potranno più vedere. -

    • Perché lo pensi Harry? - Chiese Arthur?

    • Perché per poter vedere il castello, oggi, bisogna essere dei maghi, in futuro bisognerà essere dei maghi che lavorano per il bene comune e non per il proprio tornaconto. L'egoismo alla fine abbassa il potere di un mago rendendolo cieco a quanto succede al di la del suo naso. Questa, penso, fosse l'originale magia del castello, ma incominciò a deteriorarsi con le discriminazioni sostenute da Salazar e dalle arti oscure utilizzate nel corso dei secoli. Non ultima la battaglia contro Voldemort e i suoi seguaci. Tutte queste cose lasciano il segno, come mi ha insegnato Silente, e il risultato lo vediamo proprio in questo momento. -

    • Sei davvero cambiato Harry. - Disse Molly con un grande sorriso.

Finita la discussione ognuno di loro incominciò a sistemare le proprie cose, mentre Ron aiutato dai suoi genitori e da George ripuliva la stanza del primo piano vicino alla sala da pranzo in modo da poter sistemare gli attrezzi per la costruzione delle bacchette.

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Capitolo 23
*** AGENTI SEGRETI ***


 

    • Abbiamo finalmente eliminato quel contrabbandiere di calderoni. - Disse Shaky a Caramel.

    • Molto bene che ne avete fatto?

    • Rispedito nel suo paese di origine con la memoria cancellata. -

    • Perfetto! -

In quel momento entrò Thorfinn Rowle trafelato, con l'aria di avere qualche notizia importante da riferire.

    • Avevo messo sotto controllo gli insegnati di Hogwarts come da voi richiesto. - Disse tutto di un fiato.

    • Ebbene? - Chiese Caramel

    • Sta accadendo qualcosa di insolito, pare che i due più giovani membri del corpo docenti siano stati esonerati dall'insegnamento per quest'anno.

    • Veramente curioso, chi sono? -

    • Hermione Granger e Neville Paciock. -

    • Per la miseria, sappiamo quanto siano pericolosi quei due. Li avete controllati? -

    • In effetti sono scomparsi poco dopo essere stati dispensati dall'insegnamento. -

    • Cosa vuol dire scomparsi? -

    • Dopo che hanno lasciato il castello ne abbiamo perso le loro tracce. Signore. -

Caramel, diventò paonazzo gli si gonfiarono le gote e sbottò.

    • Branco di fannulloni buoni a nulla. Neanche un facile e semplice incarico vi si può affidare. Trova Dunce e Cubbish, e portali qui. Quei due perditempo saranno come al solito nella sala ricreazione dei cercatori magici. -

    • Subito Signore!. -

Thorfinn lasciò rapidamente la stanza e andò a cercare i due agenti segreti richiesti da Caramel. Nel frattempo Cornelius stava congedando il Capo della Polizia complimentandosi ancora per l'ottimo risultato ottenuto con il contrabbandiere. Shaky uscì dalla stanza proprio quando stavano arrivando Dunce e Cubbish spintonati da Rowle.

    • A eccovi razza di perdigiorno ma la vostra pigrizia è arrivata alla fine. Ho un lavoretto per voi. -

    • Ok Capo! - risposero all'unisono.

    • Sedetevi! - Ordinò Cornelius.

Presero le sedie da sotto il tavolo e le spostarono per sedersi, ma averlo fatto contemporaneamente portò le sedie ad incastrarsi. Dopo aver fatto alcuni tentativi per disincastrarle Cubbish diede un forte strattone, nel contempo Dunce ruotò la sua sedia liberandole. Al che Cubbish con la sua sedia volò lungo e disteso sul pavimento, ancora a terra si preoccupò per la sua bacchetta che estrasse da sotto la giacca ancora incolume, tenendo la bacchetta in una mano e nell'altra la sedia cercò di rialzarsi.

    • Razza d'asino malnato! - Imprecò

Cosi facendo puntò la bacchetta su una cassettiera posta di fianco al tavolo sulla destra, ne uscì un lampo arancione che trasformò il mobile in un asino. L'animale si riebbe subito dalla sorpresa e realizzando chi lo avesse richiamato li senza il suo consenso lo squadrò con una occhiataccia, al che Cubbish cercò di evitarlo indietreggiando mentre l'asino puntava verso di lui, l'agente cercò di scappare, ma essendo la stanza piuttosto piccola la sua fuga si risolse nel girare intorno al tavolo. Fecero tre giri poi l'asino si fermò di colpo mentre Cubbish non riuscendo a arrestare la sua corsa gli arrivò dietro, si fermò ma solo per subire un forte calcio sferrato a due zampe che lo colpì in pieno petto stendendolo. Cornelius spalancò la porta e l'asino corse fuori alla ricerca della libertà. Dunce aiutò il suo collega a rialzarsi e a sedersi al tavolo mentre stava cercando di recuperare il fiato.

    • Ora se abbiamo finito di giocherellare possiamo passare al motivo della vostra presenza qui. -

    • Scusi capo. - Rispose Dunce visto che Cubbish era ancora senza fiato.

    • È un lavoretto semplice si tratta di seguire due persone e fare rapporto a me di tutti i loro movimenti. -

    • Di chi si tratta? -

    • Hermione Granger e Neville Paciock. Quest'anno hanno avuto l'esonero dal corpo insegnati di Hogwarts, dopodiché sono spariti. -

    • Ma se sono spariti … -

    • Per la miseria trovateli non siete due agenti segreti? Volete guadagnarvi lo stipendio o preferite essere licenziati seduta stante? -

    • No capo abbiamo capito li ritroveremo e li seguiremo. -

    • Così va meglio! Ora eccovi due rivelatori magici e un paio di occhi che permettono di vedere ciò che i rilevatori rilevano. - Disse aprendo un cassetto della scrivania. - Dovete trovare il sistema di metterli addosso ai due ragazzi in questo modo non potete perderli di vista. -

    • Sarà fatto capo. -

Dunce prese gli oggetti, i rilevatori sembravano minuscoli spilli con la capocchia di quarzo mentre gli occhi sembravano quello di Moody ma senza l'iride ed al suo posto era stata messa una minuscola sfera di cristallo. Se li mise in tasca e sostenendo il suo collega ancora senza fiato lasciarono l'ufficio. Uscirono dal ministero fecero una passeggiata per poi entrare in un bar di babbani, il Luchino Caffè, lo stesso bar in cui i mangiamorte Antonin Dolohov e Thorfinn Rowle furono battuti da Ron, Harry ed Hermione e quest'ultima modificò loro la memoria. Si sedettero ordinarono due cappuccini e si guardarono in faccia senza alcuna idea su come eseguire gli ordini ricevuti. Bevvero i loro cappuccini al che il viso di Chubbish si illuminò:

    • Ti ricordi quel giovane stregone pellerossa che abbiamo pizzicato alcuni giorni fa a Nocturn Alley? -

    • Si, lo abbiamo lasciato andare nonostante fosse immigrato dall'America illegalmente. -

    • Bene la sua specializzazione non era quella di seguire le tracce? -

    • Certo, ma non penso che vorrà aiutarci. E' una persona molto fiera. -

    • Oh si che lo vorrà specie se terremo sotto accusa la sua magnifica ragazza. -

    • Grande idea. Contattiamo Shaky, gli facciamo fare una retata e cattureremo i due immigrati. Poi ricatteremo lo stregone minacciando di mandare ad Azkaban la sua donna se non ci aiuta nella nostra missione. -

    • Mi sembra un piano perfetto. Andiamo da Shaky. -

Uscirono frettolosamente dal locale senza pagare il conto. La ragazza al banco se ne accorse e corse fuori urlando ma quando uscì le strade erano deserte di loro nessuna traccia.

Arrivarono velocemente davanti al palazzo della polizia magica, entrarono e chiesero di essere ricevuti da Shaky. Il capo stava per andare a casa e seppur molto contrariato li ricevette. I due agenti spiegarono la faccenda e che cosa richiedevano fosse fatto. Pur essendo arrabbiato per quel contrattempo chiamò i suoi subalterni e organizzò la retata per l'indomani.

Stava ormai albeggiando, i loschi figuri che stazionavano al buio in Nocturn Alley, avendo terminato i loro traffici ambigui, se ne stavano andando quando la via venne invasa da un grande numero di agenti in divisa. Ci fu un fuggi fuggi generale che provocò un chiasso notevole, gli agenti si suddivisero e cominciarono a ispezionare i tuguri della via. Cinque di essi si diressero verso una casa dall'aspetto di un campanile, e vi entrarono sfondando la porta. La torre era disabitata fuorché l'ultimo piano il quale serviva da abitazione al pellerossa e alla sua ragazza. Il rumore proveniente dalla via lo aveva svegliato e subito si era accorto che qualcosa di strano stava avvenendo, guardò giù dalla finestra e si accorse che uno dei bersagli della retata avrebbe potuto essere lui. Svegliò subito la ragazza e si prepararono a fuggire sui tetti. Il rumore dei passi sulle scale si stava avvicinando sempre di più quando i due uscirono dalla finestra incominciando la fuga. Il cammino non era agevole in quanto le tegole era molto scivolose a causa della rugiada mattutina, le difficoltà più grandi le incontrò la ragazza che proprio non riusciva a mantenere l'equilibrio e aveva già rischiato di cadere più volte. Quando i poliziotti arrivarono nella stanza e la trovarono vuota ebbero un momento di sorpresa ma uno di loro notò i fuggitivi sul tetto, al che i due più agili fra loro si lanciarono all'inseguimento. Tuttavia non riuscivano a far meglio della ragazza e continuavano a scivolare sulle tegole aggrappandosi ai comignoli per evitare di scivolare di sotto. Sebbene l'indiano fosse agile e dotato di un grande senso dell'equilibrio, e tentasse in ogni modo di aiutare la sua ragazza, vennero ben presto avvicinati dai due poliziotti. Uno di loro estrasse la bacchetta:

    • Incarceramus!” -

L'incantesimo colpì in pieno la ragazza che venne legata a un comignolo, mentre il giovane si nascose dietro un grosso camino non visto dai due poliziotti. Arrivarono con fatica a prendere la ragazza e sempre camminando sui tetti la ricondussero nella sua stanza all'ultimo piano della sua torre. Silenziosamente e senza fasi vedere il pellerossa li seguì e si nascose per controllare la faccenda.

    • Signorina lei è nei guai, grossi guai! - Disse colui che sembrava essere il capo della pattuglia.

    • Ma che cosa … -

    • Abbiamo perquisito la vostra abitazione e abbiamo rinvenuto questa boccetta della proibitissima Pozione X. -

    • Si sbaglia … Non ho mai visto … -

    • Allora se non è lei è il suo compagno a possedere la Pozione. -

    • No signore … -

    • Per aver colto la signorina qui presente in possesso della Pozione X probabilmente a scopo di spaccio, verrà tradotta al commissariato per un completo interrogatorio. -

Due degli agenti presero la ragazza ancora legata dall'incantesimo e cominciarono ad accompagnarla fuori dalla stanza quando il giovane entrò dalla finestra con un balzo colpendo e stordendo due agenti facendo battere lo loro teste una contro l'altra. Ma quello che sembrava il capo fulmineamente estrasse la bacchetta:

    • Petrificus Totalus!” -

Il pellerossa si irrigidì e cadde sul pavimento con un tonfo sordo. Il capo mise via la bacchetta e chiamò rinforzi con un fischietto. Subito accorsero altri poliziotti che aiutarono a scendere le scale i colleghi storditi e i due prigionieri. L'indiano e la sua ragazza vennero condotti al commissariato per essere interrogati.

 

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Capitolo 24
*** PARTENZA ***


Al 12 di Grimmauld Place fervevano i preparativi per l'imminente partenza. Dopo varie discussioni il personale della spedizione era stato stabilito: Harry, i due “deceduti” Mirina e Ron, i due professori Hermione e Neville, Enceladus, Luna e Demelza, sarebbero stati loro a portare a termine il difficile compito di purificare gli strumenti che avrebbero potuto cambiare il corso della storia della comunità magica. Ron, nel frattempo, aveva terminato le nuove bacchette ed era il momento di provarle. Hermione, Neville, Demelza e Luna avevano già la loro, ma per gli altri ne serviva una idonea all'uopo. Ron distese le bacchette sul tavolo da cucina ed invitò Mirina a scegliere la sua, ovviamente tutti sanno che è la bacchetta a scegliere il mago o la strega, quindi chiese a Mirina se fosse mancina, ottenuta la conferma, le chiese di scorrere con la mano sinistra aperta le bacchette allineate sul tavolo a circa una ventina di centimetri di distanza. Mirina fece come richiesto e quando fu sopra alla settima la bacchetta le si attaccò alla mano.

    • Bene questa è la tua. Sì, nove pollici e mezzo... rigida... legno di bosso... e contiene del crine di unicorno. Costruendola avevo pensato proprio a te – Disse con un grande sorriso Ron.

    • Ora tocca a te Enceladus. -

Ency si avvicinò al tavolo distese la mano destra e cominciò a scorrere le bacchette. La seconda della fila le si attaccò alla mano.

    • Hum … curioso … Dodici pollici e un quarto... Rosa canina ma è il contenuto … corno di Dahu quello portatomi da Luna. Strano che questa bacchetta sia toccata a te, visto che è un po' distante dalle bacchette tradizionali, ma d'altro canto anche tu sei un mago leggermente fuori tradizione. - Disse ridendo Ron

    • Esatto, hai colto il segno. - rispose molto seriamente Enceladus e tutti si girarono a guardarlo, al che proruppe in una sonora e contagiosa risata.

Spentosi l'eco delle risate Ron invitò Harry a scegliere una bacchetta.

    • Sai Ron penso di non averne bisogno. La mia bacchetta è rimasta per sempre in quel mondo e io so cavarmela bene anche senza. Almeno lo spero. -

    • Per la barba di Merlino Harry, da che mondo è mondo un mago deve avere la sua bacchetta, suvvia scegli quella che fa per te. - Disse manifestando un'evidente aspettativa

    • Ok. -

Distese la mano destra e incominciò a scorrere lentamente le bacchette, raggiunta l'ultima senza che niente fosse successo, ritornò alla prima sempre con la mano tesa su di esse. Ancora una volta niente accadde. Abbassò la mano e sorrise.

    • Niente bacchetta per me. - Disse calmo.

    • Come farai a difenderti? - chiese preoccupata Hermione.

    • Non saprei … prova ad attaccarmi. - Rispose con la stessa calma.

Hermione estrasse fulmineamente la bacchetta:

    • Stupeficium! -

Una lingua di luce rossa proruppe dalla bacchetta di Hermione, Harry alzò la mano e ne intercettò la traiettoria, riuscì a raccogliere tutta la luce nel palmo e con l'altra mano la racchiuse vi soffiò sopra e le aprì facendo così vedere agli amici stupefatti un magnifico bocciolo di rosa rossa. Nessuno osava parlare e tutti guardavano Harry con un misto di stupore e di spavento.

    • Piuttosto teatrale vero? Avete la stessa faccia della mia quando vidi un'altra persona a fare queste cose. Solo che l'incantesimo lanciato allora fu il terribile “Avada Kedavra”. -

    • Laggiù in quel mondo, vero Harry? - chiese Luna

    • Oh si! -

    • Penso … tu … ah la bacchetta non ti è necessaria. - Ammise sconsolata Hermione.

Luna si avvicinò al tavolo per ammirare i capolavori di Ron quando all'improvvido una delle bacchette incominciò a muoversi sul tavolo. Luna allora alzò la mano e la bacchetta si appiccicò ad essa.

    • L'avevo immaginato, mentre la costruivo, continuavo pensare a te. La tua figura continuava a entrare nella mia testa anche se facevo di tutto per scacciarla. Salice ripaiolo, 13 pollici, molto flessibile, nucleo formato dalla coda di quell'animale che mi hai portato Aspide ippocampus vero? -

    • Si -

    • E' stata, in assoluto, la bacchetta più difficile che abbia mai realizzato. Tendeva sempre a piegarsi temevo che rimanesse curva, ad arco tanto per intendersi. Ma alla fine eccola … penso che con questa bacchetta tu possa stabilire un “colpo curvo” nel senso che gli incantesimi che scagli possano aggirare gli ostacoli con una traiettoria curva. Se vuoi provare ... -

Luna puntò la bacchetta verso Harry, che stava in piedi davanti a una credenza.

    • Diffindo! -

Dalla bacchetta uscì un fascio di luce che, con una traiettoria curvilinea, aggirò Harry e recise con un taglio netto una tazza lasciata sul piano della credenza.

    • Per la miseria – Esclamò Neville

    • Magnifica! Grazie. Penso di essere l'unica strega che possiede due bacchette - Disse Luna.

    • In effetti ci fu un'altra strega a possederne due. Si narra che la tris nonna di Ignotus Peverell fosse stata scelta da due bacchette contemporaneamente e che, essendo lei ambidestra, poteva fare contemporaneamente due magie diverse usando le due bacchette. Scritto sul libro Storia della Magia di Bathilda Bath. -

    • Ecco emergere la professoressa che c'è in te Hermione. - Disse con tono scherzoso Ron. - Voglio ricordarti che non siamo a scuola. -

Tutti risero ad eccezione di Hermione che incominciò a rincorrerlo intorno al tavolo brandendo un attizza fuoco preso dal camino.

L'indomani a colazione vennero discussi i passi da fare per raggiungere almeno la prima destinazione: il Perù. Hermione aveva già preparato altre due borse con l'Incantesimo Estensivo Irriconoscibile per poter contenere tutto quanto potesse servire alla spedizione.

    • Per quanto riguarda la logistica siamo pronti. Come procediamo? - Chiese Hermione

    • Non ne ho idea. Tu Ency? - rispose Neville

    • Io nemmeno l'unica cosa che mi viene in mente è usare i mezzi babbani. -

    • Harry sei tu il capo. - disse Ron

Harry sembrava assorto a guardare Luna che a sua volta leggeva l'odiato concorrente del Cavillo ovvero la Gazzetta del Profeta. Nella pagina rivolta verso Harry c'era la pubblicità di una Crociera per Maghi. Visitate i luoghi magici dell'India, favolosa crociera low cost. Partenza dal porto di Liverpool.

    • Andiamo a Liverpool. - Rispose assorto Harry

    • Strano, non è proprio la via più breve. - Rispose Hermione

    • Harry ha detto Liverpool, penso che sia la cosa migliore da farsi. - Disse convinta Demelza.

    • E' la cosa più pazza che abbia mai sentito … ma mi adeguo. - Disse perplesso Ron

    • Come ci andiamo a Liverpool? - chiese scettica Hermione.

    • Con il nottetempo ovviamente. - Rispose Luna.

    • Va bene a stasera al Paiolo Magico. Lì prenderemo il nottetempo. - Disse Neville

    • Ovviamente Ron e Mirina dovranno cambiare aspetto. Non devono essere riconosciuti. Ho ancora grosse scorte di una certa pozione … - Disse sogghignando Hermione

    • Oh no ancora quella ripugnante brodaglia … sono anni che mi perseguita. - Si lamentò Ron

    • Che pozione? - chiese timidamente Mirina

    • La polisucco ovviamente! Ti fa assumere, per un certo periodo di tempo le sembianze di un'altro. - Rispose Ron

    • Accidenti, l'avessi avuta per le mie … attività, adesso, forse, non sarei qui. -

    • Ok Hermione pensa tu alla trasformazione dei due “fuorilegge”. Fornisci loro abbondanti scorte della pozione non sappiamo per quanto tempo debbano rimanere in incognito. - Disse Harry

    • Va bene faccio due passi per procurarmi il necessario. - Detto questo Hermione uscì dal rifugio.

La giornata trascorse senza ulteriori intoppi eccetto quando Ron scelse la sua bacchetta. Una di esse le saltò subito in mano era la più lunga esistente sul quel tavolo, frassino e crine di unicorno, praticamente una replica della sua prima bacchetta. Ma questa volta non l'aveva ereditata, era stato scelto. La provò con uno dei primi incantesimi imparati il famoso Wingardium Leviòsa diretto contro un bicchiere lasciato sul tavolo della cucina. L'enfasi data all'incantesimo fu di una forza tale che il bicchiere schizzò in alto per poi frantumarsi contro il soffitto.

    • Per la miseria questa si che è una bacchetta. - Esclamò Ron

    • E' la prima che ti sceglie vero? - Chiese Harry

    • In effetti … -

    • Ora vacci piano, le magie che facevi con le altre richiedevano sforzo, con questa ti riusciranno più naturali e semplici. -

    • Expecto Patronum! - Un magnifico, argenteo jack russel terrier si manifestò nella stanza. - Per la miseria, ecco cosa significa una buona bacchetta. -

    • Certo certo, ma il mago deve essere bravo per usarla in questo modo. - Si complimentò Harry.

Hermione era rientrata aveva preso dei capelli di una ragazza africana che aspettava la metro e di un baldo giovanotto medio orientale che sulla stessa metro tentava delle advance nei suoi confronti.

Le ombre della sera erano già scese quando il gruppetto di ragazzi lasciò la casa per recarsi al Paiolo Magico. Ron si lamentava del suo nuovo aspetto che, secondo lui, non gli rendeva giustizia. Messo subito a tacere da Hermione che imitando la voce di Fleur disse:

    • Ma Ron tu sei sempre bellissimo ai miei occhi. -

Tutti si misero a ridere ed entrarono nel Paiolo Magico alla spicciolata. Harry per primo usando l'effetto disillusione per rendersi indistinguibile, poi fu la volta di un eccentrico terzetto: Luna, Demelza e Enceladus, seguiti da un giovanotto medio orientale accompagnato da una ragazza africana, Hermione e Neville furono gli ultimi ad entrare. Harry si sedette in un angolo e vide entrare i suoi compagni, il terzetto si sedette al centro della locanda mentre Ron e Mirina si sistemarono al tavolo di fianco. Quando entrarono Hermione e Neville Harry notò che i due strani personaggi seduti all'angolo opposto al suo si alzarono velocemente dalle loro sedie e si affrettarono verso l'uscita. Nella fretta di andarsene urtarono abbastanza significativamente Hermione e Neville che si voltarono contrariati ma i due uomini erano già nel vicolo. Attesero pazientemente, e dopo alcuni minuti il gestore avvisò: “il nottetempo è in arrivo”. Il gruppetto si alzò e senza fretta lasciò il locale nel modo in cui erano arrivati.

    • Benvenuti sul Nottetempo, mezzo di trasporto di emergenza per maghi e streghe in difficoltà. Allungate la bacchetta, salite a bordo e vi porteremo dove volete. Mi chiamo Stan Picchetto, e sono il vostro bigliettaio per questa notte. -

Stan Picchetto il precedente bigliettaio del nottetempo accusato di avere favorito i Mangiamorte, ma poi completamente scagionato perché colpito dalla Maledizione Imperius, aveva ripreso il posto ed ora si stava occupando di far salire e far pagare il biglietto ai nuovi passeggeri. In un lampo ad Hermione venne in mente che ad eccezione di lei e Neville nessun altro possedeva il nuovo denaro con cui pagare il viaggio. Quindi decise in fretta, passò velocemente accanto ad Harry e disse sussurrando “Solo io e Neville abbiamo i soldi per il biglietto” e poi salì trascinandosi dietro Neville.

    • Quanto costa il viaggio fino a Liverpool? - chiese con gentilezza Hermione

    • Venticinque crediti - rispose Stan, - ma per trenta ti diamo anche una cioccolata bella fumante e un coperta di lana. -

Hermione frugò nelle sue tasche, estrasse cinquanta crediti li porse a Stan. Poi insieme a Neville salirono sul pullman. Ma ora toccava agli altri. Harry sempre sotto l'incantesimo di disillusione un po' attenuato salì precedendo i suoi compagni e si parò di fronte al bigliettaio.

    • Chi sei non riesco a distinguerti bene. - chiese Stan

Harry fece un gesto ampio con la mano davanti alla faccia del bigliettaio poi disse:

    • Siete abbonati, tutti e sei, vi darò il vostro il vostro biglietto per Liverpool. Prego accomodatevi. -

Stan assunse un'espressione assente guardò nel vuoto e poi disse meccanicamente:

    • Ah si certamente siete abbonati, tutti e sei, vi darò il vostro il vostro biglietto per Liverpool. Prego accomodatevi. -

I sei amici entrarono, dentro non c'erano i sedili, al loro posto una mezza dozzina di letti, vicini ai finestrini chiusi da tende. Accanto a ogni letto c'era una candela accesa in un candeliere, che illuminava il rivestimento a pannelli di legno della carrozza. In fondo al pullman avevano sistemato delle grosse e scomode poltrone in compagnia di altrettanti sgangherati divani. Il gruppetto si divise per occupare i divani e le poltrone in fondo al bus, ma quando stava per ripartire salirono tre persone una era un pellerossa mentre gli altri due indossavano cappello occhiali scuri e un impermeabile con il bavero alzato.

    • Benvenuti sul Nottetempo, mezzo di trasporto di emergenza per maghi e streghe in difficoltà. Dove vi recate? -

    • Liverpool! -

    • Accidenti grossa comitiva per Liverpool stanotte Vero Ernie? Sono settantacinque crediti. -

Uno dei due estrasse dall'impermeabile la somma e pagò i biglietti. Poi si sedettero sul divano dietro all'autista.

    • Diamoci una mossa, Ern - disse Stan aggrappandosi al mancorrente dell'autobus

Si udì un altro terribile BANG, e un attimo dopo il bus riprese la corsa. Man mano che il viaggio proseguiva le fermate si susseguivano uno alla volta, maghi e streghe in vestaglia e ciabatte vennero giù dai piani superiori per scendere dall'autobus. Sembravano tutti molto felici di farlo. Ben presto rimasero sul pullman i viaggiatori diretti a Liverpool.

    • Mi scusi signorina – Chiese Ernie a Hermione – dove esattamente a Liverpool? -

Hermione non seppe rispondere e tergiversò.

    • Scusa ora non ricordo bene il nome del posto mi sembra … -

    • La locanda del porto. - Sussurrò Harry

    • La locanda del porto ma non mi sovviene il suo nome. - Disse con tono di scusa.

    • Ah certamente dovrebbe essere il Boccale Sbroccato un vero covo di tipi loschi … non mi sembra adatto per una signorina come lei. -

    • Non si preoccupi mi so difendere. -

    • Va bene - disse Ernie, - allora tenetevi forte... - BANG!

Ed eccoli sfrecciare lungo Bath Street. Per poi svoltare, senza rallentare, di novanta gradi verso St Nicholas Steet e subito dopo svoltare con immensi sballottolamenti verso Royal Liver Building. Ern schiacciò il freno e il Nottetempo si arrestò davanti a un monumento simile ad un obelisco che commemorava la tragedia del Titanic.

    • Per entrare alla locanda bussa tre volte con la bacchetta sul piede sinistro della statua alla destra. - Disse indicando il monumento

    • Grazie! - disse Hermione

Scese i dieci gradini in compagnia di Neville e gli altri del gruppo si prepararono a fare lo stesso.

    • Arrivederci! - Salutò Hermione.

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Capitolo 25
*** LA DELIGHT ***


Ron bussò tre volte sul piede e le due statue si aprirono per lasciare il posto a una vecchia porta di un'ancora più vecchia locanda. Stavolta i primi ad entrare furono Mirina, Ron ed Harry tutti e tre ancora protetti dai loro travestimenti. Il locale era buio, fumoso ed emanava un acre odore di rum che sprigionava dai tavoli e dal pavimento oltre che dai boccali degli scarsi avventori. Infatti vi erano solo due clienti, un tipo addormentato all'angolo di una panca appoggiata al muro e un altro seduto sulla panca al centro del locale che teneva la testa tra le mani con i gomiti appoggiati sul tavolo. I tre si sedettero ad un tavolo vicino in modo da poter tenere d'occhio l'entrata. Entrarono Luna, Demelza ed Ency che andarono al banco per ordinare delle burrobirre, mentre dopo un paio di minuti entrarono anche Hermione e Neville che si sedettero vicino al muro dalla quale si poteva controllare l'intero locale. Dopo alcuni minuti di silenzio lo strano personaggio si alzò e si diresse al tavolo di Harry. Lo fissò e la cosa lo incuriosì, la sua disillusione pareva non funzionare con lui. Lo strano personaggio si sedette al loro tavolo e disse:

    • Se mi offrite da bere vi racconterò una leggenda. -

Harry lo scrutò a lungo e poi accettò. Fece chiamare il barista da Ron e gli fece ordinare:

    • Cosa vuoi bere? - chiese Ron

    • Una pinta di Rum! Ovvio. -

    • E voi due? - Chiese il barista ignorando beatamente Harry

    • Due burrobirre. - rispose Ron

    • Non ti vede nemmeno eh? - disse il vecchio avventore a Harry

    • Si in effetti nemmeno tu dovresti mettermi a fuoco. -

Il tipo sorrise.

    • Non date retta a quel vecchio ubriacone, dice di essere un Tuatha Dé Danann ma ormai tutti sanno che quella magica popolazione irlandese si è estinta. - Li mise in guardia il barista.

    • E' vero? - chiese Harry

    • Certo che no, ma lasciamoglielo credere. Purtroppo io sono stato scacciato dai miei compagni … per … diciamo errori di gioventù … c'era una bella ragazza promessa a un altro … beh sai come vanno le cose e allora eccomi qui. -

    • Capisco - disse Harry sorridendo.

    • Bene bando alle ciance ora ti racconto la leggenda che è anche il motivo per cui ti trovi qui. C'era un tempo in cui Liverpool era spesso vittima di attacchi corsari, un comandante di queste navi un certo Lane era il più pericoloso corsaro che attaccava l'Inghilterra nel periodo della guerra d'indipendenza americana. Aveva conquistato il forte della città di Liverpool e basandosi su questo ottenne delle condizioni molto favorevoli e un notevole tesoro affinché non importunasse più la città con le sue scorrerie. Accettò, invece di ritornare in America, e consegnare il tesoro agli insorti come ogni corsaro all'epoca faceva, decise di tenere il denaro per sé e per il suo equipaggio facendo rotta verso i Caraibi. Appena oltrepassata l'isola delle Bermude una grande tempesta assalì la nave, altissime onde colpivano il vascello, con venti intensi e lampi accecanti. In sogno, Lane udì una voce che lo implorava d'invertire la rotta e consegnare il tesoro agli insorti, ma l'avido capitano deciso a godere i frutti delle sue scorrerie fece al Diavolo la promessa che se fosse riuscito a salvarsi, avrebbe potuto prendere la sua anima nel giorno del giudizio. La nave naufragò ma, si narra, che l'intero equipaggio venne rifiutato dalla morte e da quel momento in avanti, fu condannato a viaggiare e soprattutto a servire coloro che vogliano recarsi in America partendo da Liverpool. Ebbene proprio questa sera il suo veliero passerà di qui non mancatelo attraccherà tra il molo 4 e il 5. -

    • Come sai che la cosa ci può essere di aiuto? -

    • Non sottovalutare la saggezza delle antiche Rune ... modestamente so come leggerle. Buona fortuna. - Detto questo si abbandonò al suo boccale di Rum

Passò circa mezz'ora dove nella taverna si poteva sentire volare una mosca tale era il silenzio nel locale, Harry si alzò dal tavolo lasciò delle monete d'oro come pagamento e si diresse verso l'uscita seguito da Ron e Mirina. L'avventore che sembrava dormisse nella panca d'angolo si alzò e si diresse verso il tavolo lasciato libero da Harry e guardò con sommo interesse le monete. Poi come se avesse una improvvisa fretta si mosse velocemente verso l'uscita. Superò Hermione e Neville che stavano anche loro per uscire e nel salire la scala superò in malo modo Ron e Mirina facendo quasi perdere loro l'equilibrio, poi si dileguò nella notte del porto. Quando furono tutti fuori Harry disse di dirigersi verso il molo 4, ma trattenne a sé Ron e Mirina. Rimasero fermi davanti all'uscita mentre il resto del gruppo si avviava verso la banchina. Poi si mossero anche loro solo per fermarsi bruscamente dietro un angolo buio di un capannone.

    • Ron vai avanti tu da solo, noi ti seguiremo. -

    • Perchè? -

    • Temo che qualcuno ci segua, il tipo che è uscito in tutta fretta dal locale. -

    • Ok . -

Ron si avviò nella notte, mentre i suoi due amici rimanevano nascosti nell'angolo buio. Da li poterono vedere il tipo della locanda seguire Ron e subito dopo due loschi figuri fare la stessa strada.

    • Ora vado io. Tu rimani qui non vorrei che ce ne fossero altri. -

    • Va bene. - Rispose Mirina, rintanandosi nell'oscurità

Il tipo dell'osteria aveva quasi raggiunto Ron e poco più indietro incalzavano i due loschi figuri. Harry li stava velocemente raggiungendo. Come aveva previsto un'altra persona li stava seguendo e questa si stava avvicinando velocemente ad Harry brandendo un grosso bastone. La situazione era in precario equilibrio e infatti precipitò. Harry raggiunse silenziosamente i due criminali mentre si trovavano ancora a un paio di metri di distanza dal tipo della locanda il quale era quasi arrivato a fianco di Ron. Con una mossa fulminea afferrò le teste dei due balordi, si udì un sinistro botto e un rumore di ossa scricchiolanti, un attimo più tardi i due caddero a terra svenuti. Visto quanto successo il quarto, quello che brandiva il bastone, si mise a correre per colpire Harry ma un forte calcio alla coscia destra lo fece cadere e un colpo dato col taglio della mano sferrato da Mirina sulla nuca lo mandò nel mondo dei sogni. A questo punto Ron estrasse la bacchetta e si voltò per fronteggiare il suo diretto inseguitore, che impaurito girò su se stesso, vide i suoi amici svenuti sulla banchina la paura lo colse e fece per darsela a gambe. Velocemente Ron allungò un piede facendogli lo sgambetto, il malvivente inciampò e data la velocità con cui intendeva scappare volò dritto nelle fredde acque del porto.

    • Aveva visto le tue monete d'oro. - disse Mirina

    • Deve essere andata così ma non hanno avuto fortuna stanotte. - Sorrise Harry

    • Ecco gli altri, andiamo. - Esortò Ron

Arrivarono al molo 4 si guardarono intorno e si diressero al molo 5. Non c'era niente tra i due moli. Perlustrarono bene la banchina, l'acqua sottostante, ma niente indicava loro qualcosa di diverso. Si diressero ancora verso il molo 6 poi tornarono indietro verso il 5, il 4, il 3 scoraggiati. In quel momento Luna si voltò.

    • Guardate! La nebbia sta salendo esattamente tra il 4 e il 5. -

Si voltarono in effetti una fitta nebbia proveniente dal mare si stava insinuando nello spazio tra i due moli. Dal loro punto di osservazione potevano vedere che il fenomeno interessava solo la parte compresa tra i due attracchi.

    • Presto muoviamoci! - Esortò Luna.

Si diressero verso il 4, in quel momento la nebbia era molto fitta quasi un muro. Luna, Demelza e Enceladus senza nessuna esitazione si mossero decisi con l'intenzione di entrare in quel muro grigio e umido. La loro decisione colse di sorpresa gli altri che li seguirono meccanicamente. Per un attimo furono circondati da una strana coltre soffice e umida, sembrava bambagia, che non permetteva di vedere oltre al loro naso poi uscirono improvvisamente da quel muro e ai loro occhi apparve un maestoso e nuovissimo veliero. In effetti era un brigantino a palo, oltre ai tre consueti alberi: quelli di trinchetto e maestra montati con vele quadre, quello di mezzana a vele auriche; presentava il bompresso. Questa combinazione conferiva una estrema manovrabilità sfruttata un tempo dai pirati per le loro incursioni. Le vele erano ammainate e così i tre alberi si stagliavano contro l'oscurità del cielo. Il legno della fiancata faceva sembrare la nave come appena uscita dal cantiere e su di essa si poteva chiaramente leggere il suo nome: Delight. In teoria non avrebbe potuto approdare in quel luogo ma era a suo modo una nave magica, d'un tratto lungo la fiancata fu fatta scendere una scala di corda per far salire i passeggeri. Due marinai scesero velocemente dalla scala indossavano un paio di pantaloni a gamba gonfia stretti in vita da una fascia nella quale era infilata una camicia e una pistola, uno di loro portava in testa una bandana e l'altro aveva una benda di cuoio che gli copriva l'occhio sinistro, si misero ai lati della scala e fecero cenno al gruppetto di persone di salire. Il gruppo di maghi salì titubante sulla malferma scala ma arrivò senza danni sul ponte della nave. Un uomo scese dal ponte di comando e si diresse verso di loro, era vestito di nero tranne la camicia di un bianco avorio, aveva una eleganza che lo distingueva dagli altri uomini presenti sulla nave. La sua casacca di seta nera faceva oltremodo risaltare la camicia bianca adorna di pizzi, i calzoni erano anch'essi di seta nera stretti da una larga fascia in cui era infilata una pistola pronta per essere usata. Al fianco sinistro pendeva una spada infilata in una fodera di cuoio nero, il cui manico era argentato e lasciava intuire una lama perfettamente lucida. Portava anche un grande cappello di feltro che lasciava solo trasparire i suoi lunghi capelli pepe e sale. Anche il suo aspetto rispecchiava il vestito, ricordava qualcosa di funebre, il volto pallido, quasi marmoreo, che spiccava stranamente fra la nera casacca, sembrava continuare sul petto seguendo i giochi dei pizzi della sua camicia. I suoi occhi chiari e luccicanti davano l'impressione di qualcuno che avesse visto tutti gli aspetti della vita ed erano in contrasto con la fronte ampia solcata da una leggera ruga che dava a quel volto un non so che di malinconico. La sua statura alta, slanciata, il suo portamento elegante, le sue mani aristocratiche, lo facevano riconoscere, anche a prima vista, per un uomo abituato al comando. Al suo passaggio le persone della ciurma si facevano prontamente da parte per non intralciare il suo cammino, alla fine si parò davanti agli otto nuovi passeggeri.

    • Benvenuti a bordo della Delight. Dove volete essere condotti? -

    • Sud America penso che le coste del Venezuela siano adatte al nostro viaggio. - Disse facendo un passo avanti Harry. - Sono Harry Potter con chi ho l'onore di parlare? -

    • Sono l'ammiraglio Lane condannato a servire quei maghi che necessitano del mio brigantino. Quindi sono al vostro servizio. -

    • Qual'è il motivo della vostra condanna signore? - Chiese Luna

    • Sarò lieto di rispondere a tutte le vostre domande più tardi a pranzo ora devo preparare la nave per la partenza. Henry provvederà ad indicarvi le vostre cabine. Henry accompagna i nostri ospiti. -

    • Subito Ammiraglio. - rispose Henry

Fece cenno agli otto amici di seguirlo sottocoperta e mostrò loro le stanze accuratamente divise tra maschi e femmine come da tradizione marinaresca. Gli ospiti presero possesso delle loro stanze Harry con Ron, Neville con Enceladus, Luna con Demelza ed infine Hermione con Mirina, le stanze si trovavano l'una di fronte all'altra a babordo quelle dei maschi a tribordo quelle delle ragazze. Harry si distese subito sulla branda cercando di riposarsi e proprio mentre si stava rilassando un recente ricordo attraversò la sua mente, mentre Henry li stava accompagnando sottocoperta aveva intravisto tre persone salire sul veliero, ma non riusciva a ricordare che cosa avessero di vagamente famigliare. Decise di addormentarsi e di non pensarci più per quella sera. Dal ponte provenivano gli ordini secchi per avviare la partenza della nave, “issate le vele”, “salpate l'ancora”, “vira a babordo”, “alla via così” … L'ultima cosa che Harry sentì prima di addormentarsi fu il rumore che la prua faceva fendendo l'acqua.

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Capitolo 26
*** LA NAVE FANTASMA ***


CRACK! Uno schianto svegliò i passeggeri della nave. Urla, spari, lassù in coperta qualcuno gridava all'abbordaggio. Gli otto amici uscirono nel corridoio, si guardarono l'un l'altro poi Harry disse:

    • Prendete le bacchette saliamo sul ponte, presto. -

In men che non si dica furono sul ponte, la nave era stata attaccata, ve n'era una simile agganciata a babordo dalla quale arrivavano come formiche orde di pirati.

    • Stupeficium, Petrificus Totalus, Impedimenta, Everte Statim, Incarceramus … -

Questa selva di incantesimi lanciati dalla bacchette riuscirono a fermare l'avanzata dei pirati rendendo più agevole la difesa del brigantino. In quel momento Harry vide Henry che stava lottando contro un avversario.

    • Stupeficium! - Urlò, l'avversario fu scaraventato via ed Henry tornò libero.

    • Dov'è l'Ammiraglio?. -

    • E' stato rapito e portato sulla nave avversaria. -

    • Che nave è? -

    • La nave fantasma, attacca tutte le navi che passano in questa zona di mare vicino alle isole Bermuda. -

    • Ok vado a recuperare l'ammiraglio. -

    • Stai in guardia mai nessuno è tornato da quella nave. -

Harry si mosse velocemente, stordì due pirati che gli si pararono davanti con due calci volanti, arrivò nei pressi di Mirina che stava stendendo tutti gli avversari che incontrava, la prese per un braccio e le ordinò:

    • Vieni con me. -

Attraversarono il ponte di corsa aprendosi il passaggio a forza di pugni e calci saltarono i corpi storditi che giacevano sulla coperta entrambi all'unisono si aggrapparono a un fune e forti dello slancio atterrano sulla coperta della nave avversaria. Mirina atterrò su un pirata intento a dare ordini, rapidamente gli sfilò il pugnale e glielo puntò alla gola.

    • Ben fatto, ora chiedigli dove hanno portato l'ammiraglio. Non esitare a tagliarli la testa se necessario. -

Terrorizzato dal perdere la testa, nonostante fosse un fantasma, rispose subito:

    • Lo hanno portato sul cassero. -

Mirina stordì con un colpo il malcapitato ed entrambi si misero a correre verso la poppa, tale era la confusione l'eccitamento sulla nave che nessuno fece loro caso. Arrivarono all'entrata del cassero, Harry diede una forte calcio alla porta che si spalancò, entrambi però non entrarono ma si ripararono ai due lati della stessa; una scarica di pallottole uscirono dalla porta senza colpire nessuno. Non successe niente, dall'interno qualcuno si sporse per vedere cosa fosse successo, ma si sentì afferrare e fu scaraventato in mare. Di nuovo silenzio, poi una voce dall'interno gridò:

    • Razza di buoni a nulla fannulloni, devo proprio risolvere tutte le cose che avvengono su questa nave? Prega che non veda ancora la tua sporca faccia o ti scaravento in pasto agli squali! Tu non muoverti, controllo cosa è stato e poi penserò a te schifoso damerino. -

Il comandante della nave pirata estrasse la pistola e invece di uscire dalla porta uscì dalla finestra di poppa. Harry sentì una leggera corrente d'aria che gli ricordava i movimenti dei fantasmi ad Hogwarts, fece cenno a Mirina che stava dalla parte della poppa di saltare sul tetto del cassero. Con un agile balzo la ragazza si sistemò proprio sopra alla porta. Proprio in quel momento il pirata con il volto coperto da una folta barba nera vide Harry, e gli puntò la pistola.

    • Non riesco a distinguerti chi sei? -

Nessuna risposta Harry non si mosse. Il pirata avanzò di qualche passe sempre con la pistola puntata.

    • Identificati o sparo! -

Di nuovo nessuna risposta, il comandante della nave pirata era ormai giunto in prossimità della porta scardinata da Harry.

    • Va bene lo hai voluto … -

Non fece tempo a finire la frase che Mirina piombò sulla sua testa a piedi uniti stordendolo. Di corsa entrarono nel cassero e liberarono l'ammiraglio Lane che era legato ad una sedia.

    • Presto andiamo! - Disse Harry

    • Temo non sia così semplice, è praticamente impossibile lasciare la nave fantasma. Quando vieni abbordato dalla loro nave diventi come uno di loro, questo è il motivo per cui avete potuto colpirli. -

    • Sono morti alla dipendenza di qualcuno? -

    • Si. Il loro capitano era un potente pirata ma anche un valente mago, al momento della sua morte avvenuta durante una battaglia navale riuscì a raccogliere le sue ultime energie e a formare questa ciurma di fantasmi. -

    • Appaiono solo di notte? -

    • Si! -

    • Ho capito statemi vicino. -

Harry prese una lanterna dal soffitto del cassero, la aprì prese la fiamma in mano uscì in coperta seguito da Mirina e dall'Ammiraglio, cominciò a roteare la fiamma facendo cerchi sempre più ampi. Lingue di fuoco si sprigionavano dalla sua mano andando ad incendiare le sartie della nave pirata, il fuoco in effetti era un efficace deterrente per i pirati-inferi, in quanto tali, temono il suo bagliore e il suo calore. Per evitare quella che ai loro corpi pareva essere una insopportabile tortura si buttarono a mare liberando la nave. Velocemente Harry e Mirina trascinarono l'Ammiraglio sulla Delight anch'essa miracolosamente libera dagli avversari che si erano “inspiegabilmente” buttati a mare quando la loro nave aveva preso fuoco. Il brigantino fu rapidamente disincagliato e si allontanò velocemente dalla nave che continuava a bruciare in mezzo al mare. Il viaggio verso le coste del Sud America riprese e gli otto amici furono ricevuti dall'ammiraglio nel suo spazioso ufficio. La notte stava per terminare e nessuno di loro aveva voglia di dormire.

    • Chi erano quei Pirati? - Chiese Neville.

    • Fantasmi-inferi! L'Ammiraglio mi ha raccontato la storia, molti anni fa un potente pirata che era anche un bravissimo mago, in punto di morte riuscì con un incantesimo a trasformare la sua ciurma, ormai sterminata, in inferi e lui stesso rimase al comando della sua nave come un fantasma. Questa condizione lo lascia talmente frustrato che attacca chiunque venga a tiro del suo brigantino nelle ore notturne. Come sapete gli inferi temono il fuoco e la luce del sole. - Spiegò Harry.

    • Ma … se erano dei fantasmi come potevamo colpirli. - Chiese Mirina.

    • Quando ci hanno abbordato, in qualche modo, la nostra e la loro condizione si sono pareggiate, per questo potevamo colpirli. Essi reclutano l'equipaggio portando i malcapitati sulla loro nave, una volta fatto questo gli sfortunati non possono più fare ritorno. Mentre io e Mirina non siamo stati portati ma ci siamo andati di nostra iniziativa, quindi l'incantesimo per noi non valeva. -

    • Ma per me invece? - Domandò l'Ammiraglio

    • Per Voi si, valeva, ma noi vi abbiamo portato indietro sulla vostra nave e quindi lo abbiamo spezzato. -

    • Suppongo debba ringraziarvi. -

    • Chiediamo solo di essere condotti nell'America del Sud in modo da proseguire il nostro viaggio. Piuttosto quali circostanze vi fanno condurre i passeggeri che necessitano di un passaggio? -

    • Ah … è una lunga storia. Ai tempi facevo il corsaro al servizio delle colonie inglesi in terra d'America. Poi scoppiò la guerra di indipendenza, in quel momento il mio compito era di procurare alle colonie quanto più oro possibile. Modestamente non me la cavavo male, tuttavia i rischi erano troppo alti in confronto alla ricompensa. Un giorno attaccai Liverpool, la vinsi ed ottenni un lauto riscatto, con tutto quell'oro per me e i miei sarebbe stata una nuova vita come la riscossione di una pensione. Così decisi di recarmi ai Caraibi per far perdere le mie tracce. Era una notte buia, appena oltrepassai l'isola di Bermuda il tempo cambiò improvvisamente. Venti tempestosi si levarono sconvolgendo il mare altissime onde inondavano il brigantino manovravamo a fatica nonostante avessimo ammainato tutte le vele. Ad un certo punto finimmo in un gorgo, credevo fosse finita per noi e per la nave, invece continuammo a girare in quel gorgo per molto molto tempo, finché esausti ci addormentammo. Quando ci svegliammo il mare era calmo come l'olio, e riprendemmo la navigazione. Più avanti ci accorgemmo che quella tempesta aveva cambiato la nostra relazione con il tempo. La nave non si sporcava, le nostre barbe non crescevano, non era nemmeno necessario mangiare, in poche parole per noi il tempo non passava, ma per qualche motivo ci trovavamo a Liverpool ogni volta che qualcuno, come voi, avesse avuto bisogno di un passaggio. Praticamente siamo immortali ma condannati da un destino beffardo a vivere su questa nave. Se dovessimo scendere, oh si possiamo scendere, e andare in giro ecc. ma quando ci addormentiamo ci svegliamo su questa nave, non importa in che luogo ci siamo addormentati. -

Le parole dell'Ammiraglio lasciavano trasparire una disperata tristezza e la ruga sulla sua ampia fronte accentuava ancora di più quella malinconica impotenza. Il silenzio scese sul gruppo e durò molto a lungo, finché Harry lo ruppe.

    • Mi scusi Ammiraglio, non siamo stati i soli a salire sulla nave a Liverpool vero? -

    • No, In effetti sono salite altre tre persone. -

    • Se non chiedo troppo, dove sono dirette? -

    • Costa del Sud America come voi. -

    • Durante la battaglia non ho visto nessuno oltre a noi e l'equipaggio. - Affermò Hermione.

    • Henry, assicurati che gli altri viaggiatori stiano bene. - Ordinò L'Ammiraglio.

Henry lasciò la stanza e andò a controllare, dopo alcuni minuti fece ritorno.

    • Stavano ancora dormendo, quei tipi hanno il sonno molto duro. -

    • Grazie! - disse l'Ammiraglio – Per ringraziarvi ho un piccolo presente per ognuno di voi il frutto delle mie antiche scorribande: dei veri dobloni d'oro. -

Così dicendo estrasse dal giustacuore un borsellino di cuoio e porse ad ognuno di loro un doblone del 1700. I ragazzi ammirati accettarono il dono e ringraziarono calorosamente.

    • Dicono che portino fortuna, ne avrete bisogno. - Affermò l'Ammiraglio - Preparatevi tra poco potrete sbarcare. -

Uscirono dalla stanza lasciandolo solo, ognuno di loro si stava preparando per lo sbarco imminente. Il viaggio era stato terribilmente veloce e solo adesso le prime luci dell'alba scacciavano le ombre della notte. Harry era già pronto sul ponte e il suo sguardo esaminava la costa che velocemente gli veniva incontro. Riusciva a distinguere una lunga striscia sabbiosa a forma di u circondata da due promontori rocciosi. Al di la della sabbia si estendeva una ricca e lussureggiante foresta, dalla quale provenivano i rumori più strani che avesse mai sentito, gli uccelli che abitavano su quegli alberi stavano intonando le loro migliori canzoni. Il brigantino si fermò a debita distanza dalla sabbia e l'Ammiraglio diede ordine di calare la scialuppa, in effetti era una barca bella capiente adatta al trasporto di una ventina di persone. Ad uno ad uno i passeggeri scesero dalla nave salutando e ringraziando l'Ammiraglio per il viaggio appena concluso. Ultimo a scendere sulla scialuppa fu Harry, che strinse la mano salutando l'Ammiraglio:

    • Grazie di tutto Ammiraglio! -

    • Grazie a voi, senza il vostro aiuto non avrei portato a casa la pelle questa volta. -

    • Arrivederci. -

Scendendo la scala di corda che conduceva alla scialuppa Harry salutò con la mano sia Lane che Henry.

    • Fatevi catturare dalle bellezze del luogo. - disse Henry ricambiando il saluto.

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Capitolo 27
*** TERRA! ***


Il viaggio con la scialuppa fu breve e in poco tempo gli otto amici avevano i piedi all'asciutto sulla distesa di sabbia. Si fermarono, a guardarsi intorno, poi Harry afferrò gentilmente il braccio di Hermione e la trasse in disparte.

    • Mi piacerebbe che truccassi i dobloni con un Incanto Proteus, lo avevi già fatto al quinto anno. -

    • Si certo, ma questo lo puoi fare anche tu. - Rispose quasi imbarazzata

    • Forse si, ma tu sei sempre stata la migliore con gli incantesimi. -

    • Grazie! - Arrossì. - Come vuoi che funzioni? .

    • Ecco, su una faccia della moneta dovrà apparire il luogo dal quale uno chiama, in modo tale che gli altri possano materializzarsi in quel punto. Puoi lasciare il segnale dell'altra volta ovvero un improvviso calore che emana dal metallo. -

    • Ma Harry conosco solo il modo per far apparire scritte o sensazioni come caldo, freddo ecc. ma non far apparire dei luoghi su una moneta. -

    • Va bene io faccio la prima parte tu fai la seconda. - poi si rivolse a voce alta agli altri compagni, - Portatemi le vostre monete. -

Tutti si avvicinarono e consegnarono le proprie monete senza protestare tranne Ron.

    • Se pensi di tenerti il mio doblone sei fuori strada amico. -

    • Non essere sciocco Ron. - Lo rimproverò Hermione lanciandogli un'occhiata fulminate.

    • Va bene eccolo. - Consegnandolo con evidente malavoglia.

Harry prese tutte le monete le racchiuse nelle sue mani congiunte vi soffiò sopra ed esclamò:

    • Locum Videtur! -

Poi aprì le mani e consegnò le monete ad Hermione affinché terminasse l'incantesimo. Mentre la ragazza si impegnava a stregare una ad una le monete sentì il desiderio di andarsi a sedere sul promontorio roccioso che si trovava sulla loro destra. Fu seguito da Luna, Demelza e Enceladus, mentre gli altri esploravano la spiaggia e la vegetazione circostante.

    • E' magnifico qui. - Affermò Luna

    • Vero ma non siamo in questo punto solo per ammirare il paesaggio vero? - Chiese Ency

    • No! Non lo siamo. - Confermò Harry.

    • Non sono ancora scesi? - Chiese Demelza facendo un cenno con il capo in direzione della nave.

    • Non credo, non li ho visti. Anche tu pensi che ci stiano seguendo? -

    • Ho questa sensazione. -

Proprio in quel momento il brigantino spiegò le vele e sparì velocemente all'orizzonte.

    • Qui non sono scesi. - affermò Enceladus

    • Forse … - rispose pensieroso Harry.

    • Da che parte dovremmo andare? - Chiese Luna

    • Non ne ho idea … - Rispose Harry

    • … ma il luogo sicuramente ci mostrerà la via. - Concluse Demelza.

Tornarono sulla spiaggia, l'incantesimo Proteus era stato portato a termine con successo. Se si premeva con il pollice sinistro il retro della moneta, sulle corrispondenti facce delle altre, appariva il luogo in cui si trovava chi stava chiamando. Le monete vennero riconsegnate ai legittimi proprietari.

    • Semplicemente geniale sei grande Hermione! Mai visto un simile incantesimo altro che M.A.G.O. - si complimentò Neville

    • Grazie. - rispose imbarazzatissima.

    • Bene ora che facciamo? - chiese Mirina

    • Decidi, tu sei il capo. - Esclamò Ron

Harry si guardò intorno poi notò un punto al margine della foresta dove i cespugli sembravano di un verde molto più brillante degli altri, quei cespugli stavano ai lati di quello che poteva essere un passaggio che si inoltrava nella foresta.

    • Va bene, dirigiamoci nella foresta, vedo una specie di sentiero davanti a noi. -

    • Si – disse Neville – continua all'interno, ne ho esplorato un piccolo tratto. -

Si inoltrarono all'interno, il sentiero si snodava tra alberi secolari e cespugli verde intenso, il sole filtrando tra il denso fogliame rendeva vividi i colori della vegetazione, gli uccelli non smettevano di cantare. La leggera salita non si faceva troppo sentire nelle gambe degli escursionisti, che tenevano un buon passo. Erano alcune ore che stavano camminando e i morsi della fame si fecero sentire, sopratutto nello stomaco di Ron. Raggiunsero una piccola radura circondata da alcune rocce e improvvisarono un pranzo.

    • Se non sbaglio per arrivare in Perù ci vorranno diversi giorni forse mesi di cammino. - Esordì Hermione.

    • Penso di si. - Confermò Enceladus

    • Non penso che noi possiamo disporre di tutto questo tempo. - Disse preoccupato Neville.

    • Hai un'idea migliore? - Chiese Ron leggermente indispettito.

Nè Neville né nessun altro ribatté, finirono di mangiare e tutti si volsero verso Harry che se ne stava tranquillo sorseggiando un bicchiere d'acqua. Ricambiò il loro sguardo e notò un certo sconforto seguito da un'espressione interrogativa, si aspettavano una risposta e doveva essere convincente.

    • Non ho un'idea migliore, non so niente più di voi. Posso solo dire che siamo giunti fin qui abbastanza velocemente grazie a delle “coincidenze”. Vi posso assicurare che le coincidenze non esistono, l'ambiente risponde alle vostre-nostre aspettative e ogni volta come risposta manda un segnale, l'abilità sta nel cogliere questo segnale. Per esempio perché siamo andati a Liverpool? -

    • Già me lo sto chiedendo anch'io. Perché? - Chiese Ron

    • A causa del giornale che leggevo vero Harry? - Rispose con quel suo tono svagato Luna.

    • Si! Stavo pensando come arrivare in Perù quando leggo nel tuo giornale la pubblicità di una Crociera per Maghi e il porto di partenza era Liverpool. Per me quello era il segnale, come lo è stato incontrare quell'avventore all'osteria che solo lui riusciva a distinguermi nonostante esercitassi la disillusione. -

    • Quale segnale hai visto qui? - Chiese impaziente Ron

    • Per ora nessuno ma anche voi potreste vederli e farli notare, vi ricordo che facciamo tutti parte dello stesso progetto. -

    • Sta succedendo qualcosa di strano. - Disse improvvisamente Demelza

    • Si gli uccelli hanno smesso di cantare. - Disse Hermione estraendo la bacchetta – Sta diventando sempre più scuro come se il sole fosse coperto da nubi, ma il cielo sopra di noi è azzurro. -

Allarmati estrassero contemporaneamente le bacchette e si misero di spalle uno contro l'altro. Ombre scure furono viste da Mirina aggirarsi nei cespugli mentre Neville sentì un odore di uova marce provenire dagli stessi. Gli amici sempre più allarmati si strinsero al centro della radura con le bacchette pronte a colpire quelle strane creature ombra che saltavano come canguri li intorno. L'attesa fu interminabile, poi i rumori si attutirono, ci furono istanti di completo e terrorizzante silenzio poi si udì un sibilo seguito da uno strillo acutissimo. Come un sol uomo i componenti la spedizione decisero di avviarsi di gran carriera verso la direzione opposta a quella da dove proveniva quell'infernale urlo. Corsero per lungo tempo sul sentiero in salita che stava diventando sempre più ripida con il cuore di ognuno di loro che cercava di uscire dal petto, non così Harry che pur seguendo i suoi amici non appariva così spaventato. Quando si accorse che la crisi di panico stava per esaurirsi si portò davanti al gruppo e fece loro segno di fermarsi. Si fermarono, erano su un crinale di una montagna potevano vedere il versante opposto e laggiù in fondo scorreva un fiume, ripresero fiato riordinarono le idee, ascoltarono con attenzione ma non si udiva nulla all'infuori dei consueti rumori della foresta e del canto degli uccelli. Poi Luna parlò:

    • L'ho intravisto probabilmente si trattava dei chupacabra, creature simili ai rettili dalla pelle squamosa grigio-verdastra e spine appuntite lungo la schiena. Alti circa un metro, saltano come canguri fino a sei metri. La loro faccia è simile a quella di un cane, lingua biforcuta e grandi zanne sono altre loro caratteristiche, si dice che sibilano e strillano quando sono allarmati e puzzino di uova marce. I loro occhi possono mandare bagliori di un insolito rosso che disorienta le loro vittime. -

    • Oh si! - dissero in coro Mirina e Neville.

    • Se sono davvero quelle creature, allora il luogo dal quale provengo è qui vicino. E penso sia bene evitarlo dal momento che sono stata scacciata intimandomi di non fare ritorno pena la morte. - Disse Mirina

    • Che hai combinato? - chiese curioso Ron

    • Vedi ho insultato la Madre, ovvero colei che comanda le donne guerriere. Non mi andava che non ci fosse permesso alcun contatto con l'esterno e nemmeno con i maschi del mio popolo che tiene come schiavi nelle grotte. Il loro compito è più o meno quello degli Elfi domestici provvedere alla sussistenza del gruppo tramite quei lavori casalinghi che da voi vengono demandati alle donne o agli elfi domestici stessi. Per questa grave mancanza di rispetto fui scacciata dalla comunità nonostante fossi la più alta in grado tra le mie compagne. -

    • Capisco, forse sarebbe meglio andarcene subito. - Disse Hermione.

In quel momento si sentì un forte rumore di rami spezzati proveniente dalla macchia più fitta appena sopra di loro. Sembrava che alcune persone camminassero nel bosco, al che Harry, Mirina, Ron e Enceladus andarono furtivamente a vedere di che cosa poteva trattarsi. Ognuno scelse un percorso diverso per dirigersi verso il luogo dal quale proveniva il rumore. Passarono una decina di minuti Harry, Ron e Ency furono di ritorno quando si udì un lungo grido di donna seguito da un innaturale silenzio.

    • Hanno catturato Mirina. - Disse Harry.

    • Oh ma quella ragazza sa il fatto suo, sai l'ho vista combattere e non vorrei litigare con lei. - Disse Ron

    • Hai ragione è molto brava. Ma se lo sono anche le sue ex compagne, come è ovvio, allora non aveva scampo. - Rispose Harry.

    • A proposito Harry non ci hai mai detto di come sei diventato così abile nel combattimento corpo a corpo. - Chiese Hermione

    • Quando farà buio andremo a cercare di liberare Mirina, quindi abbiamo ancora un po' di tempo, così posso raccontarvi la storia. Quando arrivai nel mondo degli Orchi ero quasi morto, facevo fatica a muovermi, per lanciare i due inutili incantesimi avevo raccolto tutte le mie forze, ovviamente sprecate. La mia anima era stata catturata e le mie energie erano praticamente zero. I miei due salvatori avevano stilato un programma per farmi recuperare le forze, se da una parte avrei dovuto recuperare l'energia che avevo “congelato” a causa delle vicissitudini della vita dall'altra avrei dovuto farla circolare nel modo migliore per evitare di disperderla nuovamente. La seconda parte dell'aiuto trattava questa cosa e mi fu insegnato come combattere. In effetti il combattere in questo modo è solo un'attività collaterale del far circolare bene la nostra energia. -

    • Vi ho visto allenarvi tu e Mirina, siete bravissimi. Micidiali forse ma bravissimi. - Disse Ron ammirato.

    • Grazie! Prepariamoci sta già diventando buio. -

Aspettarono che si facesse buio e poi si mossero nella direzione dove avevano visto per l'ultima volta la loro compagna, le luci delle loro bacchette illuminavano il sentiero disegnando ombre inquietanti lungo il percorso. Riuscivano a seguire le tracce abbastanza facilmente, impronte, rami spezzati, segni di lotta e cespugli piegati indicavano loro la strada che i rapitori avevano percorso con Mirina. Camminarono per circa mezz'ora senza incontrare intoppi, poi si sentirono rumori di rami spezzati alla loro destra, lo spavento assalì il gruppo e ci fu un disorientamento generale.

    • State vicini e non fatevi prendere dalla paura. - Li esortò Harry – Proseguiamo! -

Dubbiosi, ripresero il cammino la foresta in quel punto era più fitta e buia, la visibilità era ridotta a pochi metri davanti alle bacchette. Oltrepassarono dei grossi massi lungo la scarpata alla loro destra poi trovarono il sentiero ostruito da alcuni grossi massi. Quando giunsero all'ultimo un forte rumore di rami spezzati e ghiaia smossa li immobilizzò. Si voltarono all'unisono verso la fonte del rumore e scorsero una figura femminile che stava tendendo un arco.

    • Stupeficium! - Dalla bacchetta di Ron usci un fascio di luce rossa che scaraventò la donna lontano.

D'istinto il gruppo si mise a correre riparandosi tra gli alberi che costeggiavano la sinistra del sentiero che stava incominciando a salire in modo considerevole. Il gruppetto ora si stava inerpicando tra le rocce mentre tra di loro scorrevano brividi di stanchezza e di terrore, solo Harry sembrava abbastanza lucido e rilassato, il che infondeva un minimo di coraggio ai suoi amici. A un certo punto sentirono di essere inseguiti ma non riuscendo a distinguere le persone responsabili, scagliarono qualche maledizione che andarono a vuoto. Ripresero a correre il più velocemente possibile con Harry in retroguardia che cercava di dire loro di calmarsi ma ormai il panico aveva contagiato il resto del gruppo, il terrore aveva annebbiato loro la mente e riuscivano solo a pensare alla fuga. Le forze cominciavano a venire meno ma arrivarono in cima alla salita, vi erano degli alberi giganteschi e il luogo era incredibilmente simile alla foresta proibita di Hogwarts. Sullo sfondo si stagliava una liscia e ripidissima parete rocciosa. Erano bloccati, davanti la parete e dietro gli inseguitori. Si fermarono impauriti spalle alla roccia e con le bacchette puntate verso gli alberi da dove probabilmente di li a poco sarebbero usciti gli inseguitori, stavano ansimando stremati sia per la corsa sia per la paura provata. Dopo poco emersero dagli alberi con gli archi tesi pronti a colpire una ventina di splendide ragazze. Le bacchette fremevano nelle mani dei fuggitivi e quando sembrava che la battaglia dovesse iniziare Harry disse:

    • Non combattete lasciamoci catturare. -

I suoi compagni lo guardarono stupiti e increduli ma il suo sguardo mostrava una sicurezza tranquillizzante al che misero via le bacchette. Le Amazzoni li circondarono e fecero loro segno di seguire quella che sembrava fosse il capo della spedizione. Le altre si misero dietro ai prigionieri pronte a colpire se avessero tentato la fuga. Stavano costeggiando la ripida parete rocciosa, quando Hermione si avvicinò ad Harry e parlando sottovoce chiese:

    • Perché ci siamo fatti catturare senza combattere? -

    • Intuizione, il vice dell'Ammiraglio, Henry, nel salutarmi mi disse “fatevi catturare dalle bellezze del luogo”, in quel momento quella frase mi sembrò un tantino strana, ma ora penso di averne capito il significato. -

    • Sei tutto matto, spero tu sappia quel che fai. -

Harry la guardò severamente poi le regalò il più rassicurante dei suoi sorrisi senza proferire parola.

 

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Capitolo 28
*** LE AMAZZONI ***


Lo strano corteo si stava dirigendo verso quella che sembrava una fenditura nella roccia, sebbene fosse notte si potevano distinguere altre Amazzoni di guardia all'entrata, appostate su dei gradini della scarpata. Colei che guidava il gruppetto entrò senza esitare nella fenditura che si rivelò un ampio e comodo passaggio, mentre la retroguardia pungolava i prigionieri con la punta delle frecce per incitarli a muoversi. Il passaggio era piuttosto lungo e sbucava in una radura nella quale era situata una vera città, illuminata dai fuochi di mille torce. Le case erano di canne con il tetto fatto di foglie enormi probabilmente raccolte da qualche albero di quella lussureggiante foresta. I prigionieri furono condotti nell'unica costruzione di pietra esistente in quel luogo. Era addossata alla parete rocciosa dalla quale sbucava il passaggio e dava l'idea di una costruzione che sommava le caratteristiche di un castello e di una fortezza. Salirono lungo una ripida scalinata di pietra, i gradini erano così consumati da presentare una conca verso il centro, poi furono condotti lungo un buio corridoio e spinti giù da una altrettanto buia scalinata fino ad arrivare a una enorme cancellata che fungeva da porta a una grotta. Furono spinti nella grotta umida, ammuffita, buia ancora più tetra delle segrete di casa Malfoy, e la cancellata si chiuse alle loro spalle con un cigolio sinistro. Dopo una lunga attesa nel corso della quale avevano perso la cognizione del tempo si resero conto che la situazione non era poi così male, erano vivi, stavano tutti bene e per qualche inspiegabile motivo avevano conservato le loro bacchette, alla luce di tutto questo le loro possibilità di fuga erano notevoli. Hermione per allentare la tensione e par dare fiducia al gruppo raccontò di come erano fuggiti dai sotterranei della Gringott a cavallo di un drago. In quel mentre dal profondo buio della grotta si sentì una voce:

    • Hermione sei proprio tu? -

Era la voce di Mirina che proveniva da un angolo buio e fuori dalla vista degli altri. Hermione non rispose ma si avvicinò al punto dal quale proveniva la voce. La bacchetta illuminò Mirina, aveva grossi lividi, era legata ma non pareva troppo sofferente. Con un colpo della sua bacchetta la liberò dalle corde che la stavano imprigionando.

    • Grazie! - disse Mirina sfregandosi i polsi e la caviglie. - Così hanno catturato anche voi! -

    • Oh si per merito suo. - Disse risentito Ron indicando Harry – Lui ha deciso di non combattere. -

    • Come mai sei prigioniera in questo posto? - Chiese Harry ignorando la polemica sulla loro cattura.

    • Mi tengono qui, ma questo sarà la mia ultima notte domani pomeriggio sarò sacrificata sull'altare situato nel cortile al centro della fortezza. -

    • Sacrificata? - Chiesero in coro Demelza e Luna

    • Si! Un tempo quando ero ancora una ragazzina fui istruita per essere il comandante delle Amazzoni. Ero la migliore combattente e riuscivo a tenere testa anche alle più esperte fra le insegnanti. La mia vita sembrava desiderabile ma non ero d'accordo sulle cose che vi ho già spiegato. Un giorno ebbi una violenta discussione con la Madre e fui scacciata con la promessa che se fossi ritornata sarei stata sacrificata per la madre terra. -

    • Capisco. - Disse Hermione – chi è la Madre. -

    • E' una donna che pare immortale in effetti è da migliaia anni che governa la nostra comunità formata da sole donne. Ma esistono delle leggende le quali riferiscono che un tempo non fosse così e che il nostro popolo viveva in armonia con l'altro sesso. Si narra che a un certo punto la madre prese il potere, in quanto non moriva e nemmeno invecchiava come facevano tutti gli altri, e da quel momento in poi le cose cambiarono. I maschi furono rinchiusi nelle grotte della montagna, e le ragazze furono istruite nell'arte della guerra e del combattimento. I maschi trattati come schiavi provvedevano a tutto il necessario per la sussistenza del gruppo. -

    • Ora che succederà? - Chiese Ron

    • Domani dopo mezzogiorno sarò condotta davanti alla madre e poi alle quattro del pomeriggio verrò sacrificata sull'altare. -

    • Ti è concesso un ultimo desiderio? - chiese Harry

    • Si certo ed anche un ultimo lauto pranzo . -

    • Bene chiedi alla madre che vuoi la mia presenza alla tua udienza di mezzogiorno. -

Le persone nella grotta si guardarono in faccia stupite e incredule.

    • Stai rischiando Harry, tu sei un uomo e i maschi non vengono tenuti in considerazione nella nostra società. -

    • Non importa. Sei tu quella che deve rompere le regole. - Disse sorridendo.

La notte trascorse senza altri problemi alcuni riuscirono addormentarsi subito altri non ci riuscirono. Harry fu uno di quelli che si addormentò, non passò nemmeno un minuto da quando si era sdraiato sulla fredda roccia che fungeva da pavimento che stava già leggermente russando.

… Harry si trovava nel mondo degli orchi mentre cercava di scoprire come raggiungere la sua anima, stava osservando quelli che guidavano i carri, e subito dopo stava osservando quello che lo aveva fermato prima che venisse salvato dalla fenice. Una voce gli stava spiegando che quel mondo era composto in prevalenza da energia femminile, ed era per quel motivo che le persone rapite e condotte in quel mondo erano tutti maschi. Poi di colpo si trovò in una stanza di pietra con al centro un grosso trono, sul quale sedeva una donna e un'altra era alla sua destra. Stava osservando quella donna e notava che c'era qualcosa di indefinito che la faceva sembrare irreale, strana e in qualche modo aliena...

Stava ancora osservando la scena quando furono svegliati da una guardia. L'Amazzone ignorò i prigionieri, intimò a Mirina di seguirla dicendole che la Madre voleva vederla. Mirina uscì dalla grotta e la pesante cancellata si richiuse di nuovo con un grosso cigolio. Dopo una decina di minuti la stessa ragazza che era venuta a prendere Mirina fece ritorno e disse ad Harry senza degnarlo di uno sguardo di seguirla in silenzio. Uscirono dalla grotta, il cancello si richiuse, salirono le scale svoltarono in uno stretto corridoio per entrare in una stanza anch'essa scavata nella roccia dove nel trono al centro della sala sedeva una donna di mezza età dai lunghi capelli biondi e da un espressione severa. La scena che si parava davanti ad Harry era pressoché uguale a quella del sogno della notte appena passata, combaciava anche la presenza di una giovane donna alla destra della Madre. La sua guardia lo costrinse a sedersi davanti ma un po' alla sinistra del trono mentre la Madre parlava con Mirina in una lingua a lui sconosciuta. Dal tono sembrava una lunga ed inflessibile ramanzina che non lasciava alcuno scampo alla fine predestinata. Harry, non faceva alcun caso alle parole ma stava osservando attentamente quella donna che parlava, aveva qualcosa di strano, ogni volta che faceva un movimento lo faceva in due tempi. Se alzava un braccio allora lo sollevava poi si fermava poi riprendeva il movimento. Era come se qualcosa cercasse di impedire all'arto di muoversi, anche le parole che uscivano dalla bocca di quella creatura erano esitanti all'inizio e poi fluivano. Senza pensieri stava li ad osservare la regina delle Amazzoni quando si rese conto che il corpo di quella donna era guidato da qualcun altro, si adesso ne era certo, la vera padrona del corpo cercava di resistere ma veniva continuamente sopraffatta da quell'intruso. Poi l'immagine divenne chiara l'intruso era un abitante di quel mondo, per intenderci una compagna di coloro che lo avevano rapito. Si ricordò anche che Doppio Sguardo gli aveva detto che quegli esseri erano creature d'acqua, perciò il passaggio tra il nostro e il loro mondo avveniva tramite l'acqua, dunque un'idea percorse come un fulmine la sua mente. Scattò in piedi come un razzo afferrò la torcia tenuta dalla ragazza che lo aveva condotto in quella stanza con la mano prese un po' del fuoco della torcia lo alimentò con un soffio e lo scagliò intorno al trono della madre. Un enorme cerchio di fuoco circondò la donna che tentò di scappare ma qualcosa la stava trattenendo. Il terrore poteva essere facilmente letto negli occhi della donna ma era intrappolata senza possibilità di scampo. Sia la guerriera alla destra della madre che colei che aveva condotto i prigionieri non potevano fare nulla per contrastare o aiutare la loro regina. Il corpo della Madre si contorceva in preda agli spasimi e al terrore finché una figura mezza donna e mezza capra lasciò quel corpo. Harry velocemente immobilizzò quell'essere mentre Mirina soccorreva la regina. Spento il fuoco soccorsa la regina e aspettato che le due guerriere si riprendessero dallo shock venne il tempo delle spiegazioni, fu la Madre a fornirle:

    • Un giorno quando ero ragazza mi recai al fiume per lavare i panni, all'improvviso salì una densa nebbia, cosa assolutamente insolita, non riuscivo più a distinguere il paesaggio da tanto fitta che era. Poi qualcosa mi colpì e svenni quando mi ripresi scoprii con orrore che non potevo più condurre o usare il mio corpo, qualcun altro se ne era impossessato e lo faceva al posto mio. Da quel momento fui prigioniera senza alcuna possibilità di scampo. L'essere che si era impadronito del mio corpo, era in qualche modo anche lei una vittima, era uscito dal suo mondo e non sapeva come farne ritorno quindi si era adattato a vivere in questo modo. Poteva sopravvivere indefinitivamente solo se riusciva a fornirsi di energia maschile, per questo motivo ha creato questa società. Il lavoro e l'energia veniva fornita dai maschi prigionieri mentre le donne erano deputate solo alla difesa del luogo e del gruppo stesso. Trascorsero migliaia di anni e continuavo a vivere reclusa in un corpo che non potevo controllare, fino a quando siete arrivati voi e quel ragazzo ha avuto quella brillante idea. Ora so che non potrò continuare a vivere, la mia morte è già stata ritardata da troppo tempo ma come ultima cosa dobbiamo far ritornare quell'essere nel suo mondo. Qualcuno ha qualche idea? -

    • Conduciamola ad un corso d'acqua, serve qualcosa di riflettente. - Disse Harry

Le donne lo guardarono interrogativamente, rimasero pensierose come se stessero decidendo sul da farsi poi accondiscesero. Uscirono da un'uscita laterale del castello senza essere viste costeggiarono la montagna fino a raggiungere una piccola cascata. Nel punto in cui si trovavano la cascata si divideva in due salti formando un brillante specchio d'acqua nella roccia. Harry fece si che Mirina e il capo delle guardie tenessero lo scudo, lucido come uno specchio, appena sotto il filo dell'acqua. Poi aspettarono, lentamente lo scudo fu pervaso da una nebbia giallastra, dense volute di fumo giallo ruotavano nell'area delimitata dal metallo. Le due ragazze facevano sempre più fatica a tenere lo scudo sotto il pelo dell'acqua, una forza invisibile lo stava spingendo al di fuori, lo sforzo si vedeva dai loro muscoli gonfi. All'improvviso tra la nebbia giallastra apparve la testa di un orco ed Harry ordinò:

    • Gettate la creatura in quella nebbia sulfurea. -

La Madre aiutata dalla guardia afferrarono quell'essere e lo gettarono nella nebbia. L'essere e la faccia che si stava affacciando scomparvero.

    • Bene ora fate scivolare fuori dall'acqua lo scudo sollevandolo da una parte. -

Mirina lasciò la presa mentre il capo delle guardie fece scivolare lo scudo come se rovesciasse quella nebbia giallastra nel ruscello, un attimo dopo tutto era scomparso e l'acqua era tornata cristallina come lo era sempre stata.

    • Dove hai imparato queste cose? - Chiese la Madre

    • Laggiù nel loro mondo. -

    • Nessuno torna dal loro mondo, lo so e lo sapeva anche quella creatura. -

    • Quasi nessuno. - Rispose sorridendo Harry

La Madre ricambiò stancamente il suo sorriso, le forze la stavano velocemente abbandonando, l'ora della sua fine si stava avvicinando. I segni della vecchiaia cominciavano a diventare evidenti sul suo viso. Raccogliendo le forze fece quello che poteva essere un testamento o un passaggio di consegne.

    • Mi piacerebbe che tu Mirina prendessi il mio posto, mi ricordo di te e delle tue capacità. Penso che potrai essere una buona regina. -

    • Con tutto il rispetto Madre, non posso per due validi motivi, uno non sono ben vista dal popolo in quanto mi considerano ancora una traditrice, e due ormai ho degli amici e una causa da sostenere e vorrei lottare con loro piuttosto che fare la regina non amata in questo luogo. Penso che quella ragazza sia molto abile e capace e in grado di essere la nuova regina. - rispose indicando il capo delle guardie.

    • Così sia. - Disse la Madre – Conducetemi alla sala del trono e radunate tutte le guerriere. -

    • Vai a liberare i miei amici dalle segrete, per favore. - Chiese Mirina alla guardia.

La ragazza se ne andò mentre il capo delle guardie e Mirina sostenevano l'anziana donna e la conducevano alla sala del trono, Harry le stava seguendo tranquillamente, arrivati nella stanza fu fatto scorrere un veloce passaparola e in men che non si dica le Amazzoni erano radunate nella grande sala.

    • Carissime compagne, mi sono appena liberata da una creatura parassita che mi ha costretto ad essere prigioniera nel mio proprio corpo. Da millenni conducevo una vita da prigioniera, non potevo morire ma non potevo nemmeno essere me stessa. Ora questo orribile sortilegio è stato spezzato e sono di nuovo padrona del mio corpo, ma … c'è un piccolo inconveniente, la mia vita che è stata incommensurabilmente lunga sta volgendo al termine. Prima di lasciare questo vecchio corpo intendo nominare colei che mi dovrà succedere alla vostra guida. Vieni Ippolita avvicinati. -

La ragazza che stava alla destra della Madre le si inginocchiò davanti e la vecchia madre le impose le mani sul capo.

    • Io regina del popolo delle Amazzoni nomino Ippolita mio successore e le conferisco l'anello del potere. Che possa vegliare su di voi e governarvi saggiamente. -

Si sfilò l'anello dal dito e lo infilò in quello di Ippolita poi sospirò ed esalò l'ultimo respiro. Ippolita rimase stupita dalla cosa e non riuscì a trattenere un irrefrenabile pianto appoggiando le mani sulle ginocchia della sua amata Madre. Le altre donne addolorate per la perdita della loro regina rimasero afflitte finché una di loro incominciò a incolpare Mirina dell'accaduto.

    • Ecco la traditrice si è ripresentata e la nostra madre ci ha lasciate. A morte la traditrice. -

    • A morte, a morte … -

    • Presto andiamocene. - disse Harry trascinando per un braccio Mirina ancora sotto shock per la piega che gli eventi avevano preso.

Si lanciarono verso l'uscita correndo, proprio nel momento in cui i loro amici stavano venendo condotti nella sala grande.

    • Presto correte andiamocene da questo posto. - Disse Harry che stava ancora trascinando Mirina.

Spinsero da parte la guardia e si misero a correre lungo il corridoio verso l'uscita. La prontezza di Harry aveva permesso di acquistare un piccolo ma significativo vantaggio sull'orda delle ragazze infuriate che lo stavano inseguendo. Attraversarono il cortile della fortezza e guadagnarono velocemente l'imbocco della fenditura che li avrebbe condotti fuori da quella trappola. Le inseguitrici non si fermarono e continuarono a correre gridando come delle ossesse, prontamente i fuggitivi estrassero le bacchette pronti ad usarle contro quella moltitudine quando Demelza si accorse che la punta di cristallo della sua bacchetta emetteva un lieve bagliore.

    • Presto seguitemi. - Ordinò senza smettere di correre.

Ormai erano tornati nella foresta, la punta della bacchetta diventava sempre più luminosa e la luce sembrava indicare uno stretto passaggio tra due giganteschi alberi. Continuò a correre in quella direzione esortando gli altri a non fermarsi, poi si diresse verso quel passaggio e una volta superatolo scomparve. Alla vista di questo i fuggitivi esitarono ma Harry li esortò:

    • Per la miseria, correte verso quel passaggio svelti. -

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Capitolo 29
*** APU & PATRONUS ***


Uno alla volta sparirono alla vista delle inseguitrici. Il posto in cui i fuggitivi erano pervenuti era una bellissima e luminosa foresta, a Luna il luogo sembrava famigliare, poco più in la Demelza li stava aspettando.

    • Siamo già stati qui vero? - Chiese Luna a Demelza

    • Si siamo nel regno degli Elfi. Andiamo non facciamo aspettare Sua Maestà Wiswyrd. -

Si incamminarono lungo il sentiero raggiunsero l'albero gigantesco, salirono sulla scala che si attorcigliavano sul tronco, percorsero le passerelle ed infine arrivarono davanti alla grossa capanna simile a un vecchio castello che era la reggia del Re degli Elfi.

    • Stiamo per incontrare Sua Maestà Wiswyrd quando sarete al suo cospetto inchinatevi. -

Fecero gli ultimi scalini ed entrarono nel castello, percorsero un po timorosi l'atrio e arrivarono davanti al tavolo. Il Re era li ad attenderli. Si inchinarono ma sua maestà con un cenno della mano li invitò a sedersi al tavolo.

    • Benvenuti, vi chiederete il motivo della vostra presenza in questo posto. -

Nessuno rispose ma la curiosità si leggeva chiaramente sui loro volti solo Harry sembrava impassibile e in attesa che il Re dicesse il perché della loro presenza in quel luogo.

    • Vi ho tenuto d'occhio sin dal momento che Luna e Demelza lasciarono questa dimora non molto tempo fa. Devo dire che ve la siete cavata magnificamente, tuttavia la vostra velocità nel portare a termine il vostro compito dovrà essere drasticamente aumentata. -

Fece una pausa i presenti lo guardarono con aria interrogativa.

    • Mi perdoni vostra maestà, come fa lei a sapere qual'è il nostro compito, e perché dice che dobbiamo affrettarci? -

    • Mia cara Hermione, grazie per avermelo chiesto. - Sorrise il Re – Il vostro compito sta scritto nel nostro libro degli eventi, e dico che dovrete affrettarvi perché avete tre mesi di tempo per ottenere gli oggetti purificati e pronti per rendere Hogwarts un luogo sicuro e ideale per insegnare alle nuove generazioni di maghi e streghe. -

    • Mi scusi … libro degli Eventi? -

    • Oh certo vedi quel libro su quel leggio? - Indicò un leggio accanto al trono che sorreggeva un grosso tomo. - Ebbene quello è il libro degli eventi. Nel libro si può leggere quello che è successo riguardo il nostro e il vostro mondo e anche un abbozzo di quello che potrà succedere. Per esempio se il vostro compito avrà successo nuove generazioni di maghi e streghe potranno rifondare il mondo della magia, se fallirete il vostro mondo andrà perduto come sono andate perdute le altre civiltà magiche. -

    • Altre? -

    • Si Hermione una dovresti almeno averla sentita nominare negli ultimi giorni: Atlantide. Nevvero? -

    • Si maestà. -

    • Mi scusi sire. - Interloquì Harry – Tre mesi? Ora siamo all'inizio dell'inverno dovremmo essere pronti per la primavera? -

    • Certamente! Pronti per il giorno dell'equinozio. Solo in quel giorno i quattro oggetti canalizzeranno l'energia necessaria a ripulire Hogwarts e dintorni da tutti gli abusi magici che si sono succeduti nel corso dei secoli e in particolar modo negli ultimi anni. -

    • Capisco. Ma ancora non ci è chiaro il motivo della nostra presenza qui. -

    • La vostra prima meta è Macchu Picchu; siete ancora molto molto lontani e di questo passo non arriverete in tempo. -

    • Certo ma come … - Chiese Hermione fermandosi improvvisamente realizzando di essere troppo ardita,

    • … poter andare più veloci? - Concluse il Re

    • Si! – disse arrossendo Hermione

    • Posso darvi un piccolo aiuto. Una volta scesi da questo albero prendete il sentiero delimitato da quei due grossi cipressi. Arriverete proprio davanti a un'enorme sequoia le cui radici formano un arco ebbene entrate in quell'arco … e buona fortuna da quel punto in avanti dovete cavarvela da voi. -

    • Grazie Vostra Maestà! - disse con riconoscenza Demelza.

    • Su presto affrettatevi e che la saggezza sia con voi. -

Il gruppetto salutò, inchinandosi, il Re degli Elfi e speditamente prese la via indicatagli. Scesi dall'albero si inoltrarono lungo il sentiero segnalato da due cipressi e dopo alcuni minuti di cammino trovarono la sequoia. Titubanti entrarono sotto l'arco disegnato dalle radici per un attimo tutto fu buio, una sensazione di vuoto allo stomaco colse gli otto amici e poi sbucarono in un giardino pubblico di una città.

    • Siamo a Cuzco. - Disse Enceladus

    • Credevo fossimo arrivati a Machu Picchu. - Sbottò deluso Neville.

    • Forse siamo qui per apprendere qual'è il modo di arrivarci. - Rispose Enceladus.

    • Credevo lo sapessi tu. -

    • Non so come arrivarci sebbene sia già stato li. - Rispose desolatamente.

In quel momento Harry notò all'altro lato della strada una persona che sembrava il professor Piton, stessi capelli neri e untuosi, naso adunco, pelle giallastra, stesso mantello nero.

    • Presto seguiamo quell'uomo. - Esortò Harry

Luna, Demelza, Mirina ed Enceladus si mossero subito mentre gli altri esitarono, rimasero attardati di una decina di metri. L'uomo dal mantello nero stava muovendosi velocemente e rimaneva sempre alla stessa distanza sebbene Harry e i suoi amici avessero affrettato il passo. Ad un certo punto svoltò in un vicolo e quando i quattro vi giunsero era sparito. Solo un grosso portone si stagliava nella penombra dell'angusto vicolo. Mentre i ritardatari arrivavano trafelati Harry bussò al portone. Dopo alcuni secondi di innaturale silenzio rotto solo dall'ansimare dei ritardatari, si udì un rumore di passi provenienti dall'interno e il portone si aprì lasciando fuoriuscire una lama di luce. Un piccolo uomo con la gobba fece cenno al gruppo di entrare e di sedersi su delle sedie lungo il muro in quella che sembrava una sala d'aspetto. Seduto in disparte c'era un uomo che indossava un paio di pantaloni di velluto e un giubbotto arancione sintetico come quello dei lavoratori dell'autostrada. Sembrava malmesso in salute e stava aspettando rassegnato, le restanti sedie erano vuote. Dopo alcuni minuti uscì dalla stanza adiacente una signora malferma sulle gambe che non smetteva di ringraziare un certo signor Urubamba. Il piccolo uomo con la gobba fece cenno al tipo seduto in disparte di entrare. Dopo alcuni minuti si sentì un forte rumore e delle nenie che sembravano preghiere.

    • Questa mi ricorda una cerimonia alla quale avevo assistito da ragazzino durante la quale erano apparsi gli Apu. - Disse Enceladus

    • Gli Apu? Quelli che mi avevi descritto un paio di mesi fa? - Chiese Luna.

    • Proprio loro. -

La cerimonia stava volgendo al termine un lungo fruscio come quello di grosse ali sembrava lasciare la stanza, infatti dopo pochi secondi il signore dal giaccone arancione uscì dalla stanza andandosene senza salutare. Dalla stanza provenivano rumori di sedie e di cianfrusaglie spostate poi ritornò il silenzio. Passarono un paio di minuti, l'uomo dalla gobba uscì dalla stanza facendo cenno di entrare ma fermò Harry prima che potesse varcare la soglia. Gli fece autorevolmente cenno di aspettare fuori. Il gruppetto entrò e fu fatto accomodare sulle sedie appoggiate alla parete, al centro della sala c'era una specie di altare e seduto di fronte ad esso c'era un officiante che finiva di predisporre il tavolo per la cerimonia. Le due finestre furono oscurate da pesanti drappi dall'inserviente gobbo, poi dopo aver fatto accomodare Enceladus di fronte al sacerdote spense la luce. Il buio totale scese nella stanza. L'officiante ruppe il silenzio e chiese qual'era il motivo della loro presenza in quella stanza. Enceladus disse che erano stati condotti li da una serie di circostanze e che avrebbero voluto sapere come si poteva entrare nella città di Machu Picchu. Il sacerdote rimase in silenzio per alcuni minuti poi intonò una nenia ipnotica poi il silenzio calò di nuovo nella stanza. All'improvviso si sentì un colpo, come una schioppettata, e si sentirono sbattere delle grosse ali, qualche strana creatura sembrò attraversare volando la stanza per posarsi sull'altare.

    • Buenas Dias sono il senor Machu al vostro servizio, come posso esservi utile? -

    • Sono Enceladus e per la nostra missione mi serve assolutamente una informazione. -

    • Molto bene avvicinati. - disse la voce profonda della creatura appena giunta nella stanza.

    • Grazie senor Machu. -

    • Qual'è l'informazione che ti necessita? -

    • Oh si come possiamo entrare nella città perduta di Machu Picchu? -

    • Ti rendi conto caro ragazzo, - disse con tono paterno la voce – che gli abitanti di quella città vogliono vivere in pace e che fornire queste indicazioni sia alquanto scorretto? -

    • Certamente, ma senor Machu ne abbiamo tremendamente bisogno. -

    • Temo Enceladus che non ci sia niente che tu possa fare per farmi dire ciò che non voglio dire. -

A questo punto tutto sembrava perduto, la missione stava fallendo miseramente quando un cervo argenteo entrò nella stanza si fermò sull'altare e illuminò la scena. Il signor Machu aveva il corpo di un avvoltoio e un viso da vecchio signore le cui sembianze ricordavano quelle di Silente, lunga barba e altrettanto lunghi capelli bianchi.

    • Signor Machu, non è questo il concetto di aiuto che un Apu dovrebbe seguire. So che gli spiriti delle montagne debbono aiutare e ristabilire la salute delle persone, specialmente se non si possono permettere un medico, e questi ragazzi sono qui per ristabilire la salute di un luogo paragonabile a quello dove vogliono andare. Quindi la vostra collaborazione è necessaria. -

Era un discorso fatto da una voce autorevole, quella di Harry, e il cervo era il suo patrono. L'Apu per la prima volta sembrò in difficoltà e con una voce che lasciava trasparire un po di preoccupazione chiese:

    • Di quale luogo sei lo spirito cervo? -

    • Di nessun luogo, servo solo il mio padrone. Per quello che posso vedere tu sei uno spirito oscuro che, si aiuta le persone, ma a prezzo della loro energia mentre io rappresento l'energia del mio padrone. - Rispose sicuro

    • Mi scusi signore se sono stato troppo presuntuoso. E' vero che la vostra missione è guarire un luogo della madre terra? -

    • Assolutamente vero. -

    • Ebbene mio caro Enceladus, per entrare a Machu Picchu, dovrete trovarvi a mezzogiorno davanti alla porta del Torreon in quel momento la parte superiore della porta manterrà in ombra tutta l'entrata. Quello è il momento, dovete oltrepassare la porta quando la soglia è completamente ombreggiata, non un momento prima non un momento dopo, solo in quel modo è possibile raggiungere la città perduta. -

    • Molte grazie Senor. -

Proprio in quell'attimo il cervo svanì, e si sentì un frullare d'ali che lasciava la stanza. L'aiutante gobbo accese la luce e tolse le pesanti tende dalla finestra.

    • Da dove proveniva quel cervo? - chiese sorpreso il sacerdote

    • È il patronus di un mio amico ovviamente. - Rispose Luna

    • Ah … -

Probabilmente il sacerdote non capì che cosa intendesse quella ragazza bionda un po' svagata ma non se la sentiva di indagare oltre avendo visto e sentito per la prima volta in vita sua un Apu chiedere scusa a qualcuno. Uno alla volta lasciarono la stanza per raggiungere Harry che aspettava nella sala di aspetto, salutarono e lasciarono l'edificio.

    • Sei stato tempestivo e grande Harry. - Disse con ammirazione Hermione

    • Grazie. - Sorrise. - Andiamo, dobbiamo raggiungere quella porta al più presto. -

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Capitolo 30
*** MACHU PICCHU ***


Si diressero verso la stazione da dove sarebbe partito il treno per Aguas Calientes. Per recarsi a Machu Picchu si usa la ferrovia che conduce, in circa quattro ore, fino alla cittadina di Machu Picchu Pueblo (Aguas Calientes) costeggiante il fiume Urubamba ed offrendo viste spettacolari su gole strettissime e monti maestosi che si innalzano ben oltre la fitta coltre di nubi.

Rapiti dalla bellezza del paesaggio che controbilanciava in qualche modo la scomodità del treno gli otto amici non proferivano parola. Il viaggio trascorse così tranquillamente quasi paragonabile al viaggio dell'espresso per Hogwarts tranne che per gli sbuffi maleodoranti delle locomotive locali. Con l'avvicinarsi ad Aguas Calientes il paesaggio cambiò progressivamente; passando dalle praterie montane alla giungla simile a quella vista nel regno delle Amazzoni, dove ogni singolo pezzo di terreno è ricoperto di vegetazione verdissima che pullula letteralmente di vita.

    • Come avevi fatto a capire che era necessario intervenire con il tuo patronus? - Ruppe il silenzio Ron.

    • Non sapevo, almeno razionalmente, che cosa avrei dovuto fare ma … qualcuno lo sapeva benissimo. - Questa risposta criptica svegliò la curiosità di Hermione.

    • In che senso, Harry? -

    • Ora ti spiego anche se quanto dirò potrebbe sembrarti alquanto inappropriato. - Fece una pausa fissando Hermione.

    • Ok vai avanti. - rispose dopo un momento di riflessione.

    • Lo hai voluto tu! - Sorrise.

Con questo attirò l'attenzione degli altri compagni seduti nell'angusto scompartimento del treno. Dopo un minuto circa di pausa come se faticasse a scegliere le parole Harry riprese a parlare.

    • Ricordi quando abbandonasti le lezioni di Divinazione al terzo anno? -

    • Oh si, molto bene, come se fosse ieri, aprii con un calcio la botola, e corsi giù per la scala. - Esclamò ancora irritata Hermione.

    • Bene, quel giorno avevi saputo anche, per solo un momento, che avevi abbandonato Divinazione perché ti sentivi offesa per il fatto che dalla Cooman non potevi ottenere elogi e riconoscimenti. Ma ricopristi istantaneamente quella spiegazione con un’altra più lusinghiera per te stessa: quella che la professoressa Cooman fosse una vera schiappa nella sua materia. - Fece una pausa.

    • No! … ma … non era ... quel motivo … - Cercò di giustificarsi Hermione

    • Oh si lo avevi compreso, ma subito sostituito con qualcosa di più appagante. Ora questo momento di conoscenza diretta venne chiamato ‘il veggente’ dai miei insegnanti in quel mondo sulfureo. Veggente perché ci permette di vedere direttamente dentro le cose con occhi non offuscati. Eppure, nonostante la chiarezza e l’accuratezza dei suoi giudizi, non gli prestiamo mai attenzione, né gli diamo la possibilità di farsi sentire. Reprimendolo in questo modo, ne soffochiamo la crescita e gli impediamo il suo pieno potenziale. Alla fine il veggente dentro di noi è pieno di amarezza e di odio, dato che non smettiamo mai di maltrattarlo, questi alla fine ci distrugge. -

    • Oh beh … forse … - Farfugliò arrossendo Hermione

    • Mettendo da parte un po' della nostra immensa importanza personale e permettendogli un minimo raggio di azione, possiamo deliberatamente trasformare il veggente in una forza che è al tempo stesso misteriosa ed efficace, una forza che ci permetterà di vedere chiaramente le situazioni e come fare per risolverle. È compito nostro limare l'importanza di sé in modo da aiutare il Veggente che si cela in ognuno di noi; e una volta fatto, ritornati alla vita di tutti i giorni, saremo più calmi e rilassati. -

    • Wow Harry! - Esclamò Luna

    • Non guardatemi così, ho dovuto lottare duramente, e lo sto ancora facendo ogni giorno, per limare l'importanza personale, quella cosa che ci acceca e ci fa compiere le azioni più stupide. Ricordate al quinto anno quanto ero accecato? Silente non mi voleva parlare, i membri dell'ordine mi tenevano all'oscuro, Piton stava mettendo a nudo tutti i miei preziosi pensieri “personali” con quelle lezioni di Occlumanzia, quasi nessuno credeva che avessi visto il ritorno di Voldemort in breve ero stramaledettamente importante ma nessuno mi stava a sentire. -

Fece una pausa e Luna scoppiò in una delle sue irrefrenabili risate che ben presto contagiò prima Harry poi il resto del gruppo. Quando finalmente le risate finirono con le lacrime agli occhi Harry riprese a parlare.

    • Avevo sempre saputo che il mio comportamento era controproducente ma ero cosi tronfio da ignorarlo. Avremmo potuto evitare un sacco di guai, tipo la battaglia nell'Ufficio Misteri, se avessi dato ascolto al Veggente in primo luogo e a Hermione in seconda battuta. -

    • Il passato è passato. - Sentenziò Neville

    • Si! Ma l'esperienza rimane e si dovrebbe imparare a riconoscere e correggere i propri errori. Perciò per rispondere alla domanda iniziale il Veggente mi ha consigliato di mandare il Patrono. -

    • Ti parla? - Chiese Mirina

    • Non proprio, avevo notato che la stanza dove siete entrati aveva delle pesanti tende alle finestre, e che un essere era entrato subito dopo che le luci furono spente. “Seppi” che era una creatura oscura, e che il Patronus avrebbe potuto fare qualcosa. Il seguito lo sapete anche voi. - Sorrise.

Erano arrivati ad Aguas Calientes, un caotico paese dove si respira un'atmosfera di frontiera stipato di bancarelle dove si vende di tutto, dai finti idoli inca ai mantelli di alpaca. La fermata per salire all'area di Machu Picchu si trova in un piazzale appena fuori dalla cittadina dove sono in attesa degli autobus per salire fino all'area archeologica. Ma essendo arrivati a notte fonda avrebbero dovuto aspettare il primo bus del mattino per poter raggiungere le rovine. Trovarono un ampio prato non lontano dalla stazione degli autobus e montarono le tende, Hermione per sicurezza fece gli incantesimi di difesa, mentre Harry scrutava lontano verso la stazione. Demelza gli si avvicinò e sussurrò:

    • Ci stanno ancora seguendo? -

    • Non saprei, non ho visto nessuno di sospetto, ma qualcosa mi dice di stare attento. -

    • Capisco. Buonanotte. - Subito si diresse verso la tenda delle ragazze.

La notte passò tranquilla, al mattino tutti erano pronti per prendere il primo autobus nonostante le prime luci dell'alba fossero ancora al di la dal mostrarsi. Arrivarono al piazzale proprio mentre l'autista stava entrando nell'autobus. Pagarono il biglietto all'autista con le loro strane monete d'oro, che dopo averne controllato con i denti l'autenticità del metallo incassò avidamente. Si sistemarono in fondo al pullman come dei normali turisti e attesero la partenza. L'autobus piano piano si riempì di persone la maggior parte erano turisti trepidanti di visitare le antiche rovine. Alle cinque in punto l'autobus che conduce fino a Machu Picchu lasciò il piazzale per inerpicarsi su una tortuosa stradina sterrata che faceva trattenere il fiato sia per la bellezza del paesaggio che per la profondità dei burroni a lato della strada. Arrivarono senza incidenti verso le sei del mattino proprio nel momento in cui l'alba accendeva le rovine. La vista era incredibile, il sole stava nascendo e piano piano i suoi raggi illuminavano le vestigia della sacra città inca. Avevano sei ore di tempo prima che il passaggio si aprisse quindi decisero di fare colazione. Si avviarono in un prato non molto distante dalle rovine, alzarono una tenda e messe le mani nelle borse e negli zaini incantati estrassero il necessario per una lauta colazione. Caffè, the, bacon, uova strapazzate, torta di mele ecc. furono ben presto divorati, specialmente da Ron, lasciando i ragazzi piacevolmente rifocillati. Harry uscì dalla tenda mentre le ragazze stavano riassettando il locale e Ron stava finendo la sua colazione. Guardò la strada sottostante e vide un vecchio e scassato maggiolino grigio arrancare tra i tornanti, fece una passeggiata intorno le rovine senza perdere d'occhio la Volkswagen. Nel frattempo la macchina era giunta nel piazzale dei pullman e aveva parcheggiato proprio dietro ad uno di essi. Gli occupanti erano fuori dalla visuale di Harry, che nel frattempo fu raggiunto da Neville, ma proprio in quel momento il bus si mosse per prepararsi alla discesa. Notò tre uomini che erano scesi dall'automobile, uno alto dai capelli corti rossi, un altro più piccolo completamente calvo e abbastanza magro, il terzo da quella distanza pareva un nativo nordamericano e sembrava dipendesse in qualche modo dagli altri due. I tre velocemente si inerpicarono lungo l'altro lato della collina e ben presto uscirono dal campo visivo di Harry e Neville. Mezzogiorno si stava avvicinando e decisero di muoversi alla volta del Torreon. Enceladus li stava guidando attraverso le rovine verso una costruzione semicircolare i loro passi erano lenti e stavano guardandosi intorno a causa di una comune sensazione: si sentivano osservati. Arrivarono davanti a una porta trapezoidale le cui pietre avevano un colore diverso da quelle delle altre costruzioni, la soglia era ancora illuminata ma l'ombra stava lentamente raggiungendola, a mezza altezza ai lati dell'entrata c'erano due fessure per parte. Luna si avvicinò e guardò in una di esse quello che vide era una città che brulicava di attività, carovane di lama portavano ogni tipo di mercanzia, la gente camminava spedita ma senza fretta lungo le vie che poteva scorgere. Fu però interrotta dalla voce di Enceladus:

    • Ecco il momento è arrivato. Andiamo! -

Entrarono velocemente per evitare di perdere il momento del passaggio, si ritrovarono in un corridoio molto ordinato che conduceva dopo una svolta a sinistra a una scalinata, stranamente quel corridoio era deserto anche se dalla città provenivano dei rumori che indicavano la presenza di molte persone. Salirono la scalinata per ritrovarsi in un posto che dava l'idea della torre di astronomia, sui tavoli c'erano delle mappe celesti il tetto di paglia fatto a cono lasciava la stanza in penombra, alla finestra, assorti nel contemplare qualcosa di sconosciuto, vi erano tre persone dalle lunghe e variopinte vesti. Enceladus fece cenno di fermarsi e aspettare, stettero fermi per alcuni minuti quando uno dei tre uomini si voltò, e guardò intensamente in direzione di Enceladus. Era un vecchio, pieno di rughe con la faccia scavata e l'aria stanca, ma il suo portamento emanava una fierezza che il passare degli anni non aveva scalfito.

    • Enceladus! Sei tornato. - Esclamò il vecchio sorridendo.

    • Nonno! - e corse incontro alla persona per abbracciarla.

    • Finalmente hai trovato la tua famiglia! - Affermò voltandosi uno degli altri due uomini.

Furono fatte le presentazioni, i tre sacerdoti scortarono il gruppetto fuori da quella specie di torre fino alla costruzione vicina che aveva l'aspetto di una abitazione. Entrarono e furono fatti accomodare ai lati di un lungo tavolo, mentre uno di loro era uscito per procurare, come si sarebbe scoperto subito dopo, dell'ottimo cibo. Mangiarono in silenzio, quando anche Ron ebbe terminato e la tavola prontamente ripulita da una ragazza giunta per l'occorrenza, colui che sembrava il capo squadrò ad uno ad uno i giovani e finalmente si rivolse a Enceladus.

    • Che cosa vi porta in questa città? -

Ency spiegò prima le sue vicissitudini poi l'incontro con gli altri, e la missione che stavano intraprendendo.

    • Quale oggetto dovete purificare in questo luogo? - Lo interruppe il sacerdote

    • Per favore Harry, mostraglielo. -

Harry rovistò nello zaino che Luna gli aveva prontamente allungato ed estrasse il Caduceo. Lo mostrò ai sacerdoti, che lo rimirarono con grande sorpresa e a lungo, poi assunsero tutti e tre un'aria sconsolata.

    • Temo, ragazzi miei che ora la cosa sia impossibile. Nei tempi remoti forse si sarebbe potuto fare qualcosa anche se l'impresa era praticamente proibitiva. Ma ora la porta per quel mondo è stata chiusa in modo da impedirne l'entrata a qualsiasi essere dotato di un corpo. -

Lo sgomento scese sul gruppetto, si guardarono l'un l'altro smarriti, l'unico a non mostrare alcuna emozione era come al solito Harry che chiese:

    • Potreste gentilmente condurci davanti a quell'entrata? -

    • Certamente, ma cosa ti fa pensare che potreste entrare, visto che nessun sacerdote del più alto livello è mai riuscito nell'impresa da secoli? -

    • La fiducia in noi stessi. - rispose con tono umile Harry

    • Risposta molto saggia, forse è quella che noi sacerdoti abbiamo perso. - la voce lasciava trasparire una punta di ammirazione.

    • Mi sembra di capire che avete anche voi un grosso problema da risolvere. - Disse Harry.

    • In effetti è così. Per mantenere questo posto ad un livello energetico adeguato ogni anno al solstizio d'estate dobbiamo innalzare una colonna di energia vivente. Sono anni ormai che ci riusciamo a malapena e temiamo che domani non riusciremo a farlo condannando così i nostri fratelli a vivere nelle città dalla quale provenite e far rimanere questo luogo un mucchio di rovine come lo avete visto arrivando qui. -

    • Pensiamo di potervi aiutare in questo caso. Saremo pronti per domani, ora volete gentilmente mostrarci l'entrata? - Disse sicuro Harry.

Il meno vecchio dei tre si alzò e fece loro cenno di seguirli. Si incamminarono lungo la città e il loro passaggio attirava sguardi curiosi specie quelli dei bambini che li seguivano a una certa distanza parlottando tra loro e indicandoli con l'indice. Con passo sicuro il sacerdote li condusse fuori dalla città per portarsi alle pendici del Huayna Picchu, la montagna di fronte alla città, percorsero un sentiero che li condusse ad una roccia nera sulla parete montuosa.

    • Quella è l'entrata. - disse il sacerdote indicando la roccia nera che si stagliava tra il verde della montagna.

Harry si arrampicò portandosi di fronte alla roccia, la tastò con le mani era dura compatta e fredda come tutte le le altre rocce. Non dava l'impressione di una porta, la osservò a lungo senza distogliere lo sguardo, quando notò che proprio al centro era apparso un bagliore di luce giallo ambrata.

    • Si è l'entrata. - Confermò. - Dobbiamo scoprire come entrarci. Sistemeremo le tende in quello spiazzo e passeremo la notte qui. -

Il tono dimostrava una tale sicurezza che nessuno obiettò, congedato il loro accompagnatore, in men che non si dica issarono le tende nel posto indicato.

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Capitolo 31
*** LA COLONNA DI ENERGIA ***


Il resto del giorno scivolò via tenendo occupati gli otto amici sul trovare una soluzione per entrare in quella porta di roccia nera. Vennero proposte varie soluzioni una più improbabile dell'altra, nessuna delle quali poteva essere attuata. Hermione provò gli incantesimi che le sembravano adatti per aprire il passaggio ma non successe niente, Ron e Neville perlustrarono accuratamente ogni centimetro quadro ma non trovarono alcun meccanismo segreto, Enceladus provò ad alzare il suo livello di energia ma la barriera era sempre li solida come non mai, Harry e le altre ragazze si limitavano ad osservare gli sforzi dei loro compagni. La sera era ormai arrivata, sconsolati e stanchi si sdraiarono nelle loro brande per abbandonarsi a un sonno ristoratore. Il mattino dopo si alzarono, Hermione fu la prima, e si accorse che era già giorno da un pezzo svegliò gli altri di tutta fretta e ricordò a Harry la sua promessa.

    • Come intendi aiutarli con quella colonna di energia? -

    • Con le nostre bacchette, ne abbiamo già fatte in passato. -

    • Si certo sempre che siano la stessa cosa. -

    • Ne sono convinto. -

Si diressero verso quella strana costruzione a forma di osservatorio, dove trovarono i sacerdoti ad aspettarli.

    • Finalmente dobbiamo affrettarci. - Disse il nonno di Ency.

Con passo veloce i tre sacerdoti condussero i ragazzi lungo una delle vie della città fino ad arrivare a una strana costruzione scavata nella roccia che ricordava una meridiana.

    • Eccoci arrivati. Questo è un orologio solare e quando l'ombra della pietra cade esattamente sul lato destro di quel gradino è il momento giusto per innalzare la colonna di energia e dovrebbe essere mantenuta fino a quando non raggiunge il lato sinistro. Normalmente noi ci posizioniamo sopra la pietra ma non ho idea di come dovreste posizionarvi. -

    • Penso di saperlo, Ron e Mirina andrete alla base della pietra a Nord tu guarderai verso nord e Mirina verso sud, Enceladus e Demelza a Ovest, Neville e Luna a Est e io e Hermione a sud. Quando siamo in posizione estraiamo le bacchette e le puntiamo verso il cielo. Il Sacerdote darà il segnale. -

Passarono alcuni minuti di trepidante attesa poi il sacerdote rivolto verso il gradino diede il segnale. Una debole colonna di energia si innalzò dai tre anziani, ben presto però fu raggiunta da quelle sprigionate dalle bacchette e dalle mani di Harry. I quattro fasci provenienti dalle bacchette si innalzavano a spirale avvolgendo la debole colonna innalzata dai sacerdoti rafforzandola. Persero la cognizione del tempo mentre un'enorme colonna di energia dorata raggiungeva il cielo e si espandeva fino a coprire tutta la città. Pochi minuti o un'eternità, era come se si trovassero fuori dal tempo, finalmente l'ombra della pietra raggiunse la sponda sinistra la colonna andò via via affievolendosi fino a scomparire. I ragazzi abbassarono le bacchette e si volsero con aria interrogativa verso i sacerdoti, i quali ricambiarono il loro sguardo con evidente soddisfazione sciogliendo la tensione che li attanagliava.

    • Penso sia la miglior colonna che io possa ricordare. - Disse il sacerdote anziano.

    • Venite offriremo un banchetto in vostro onore. - Li invitò il nonno di Enceladus.

Mentre si avviavano verso la “torre di astronomia” Luna e Demelza tirarono in disparte Harry.

    • Improvvisamente abbiamo realizzato come entrare. - Disse Luna

    • Sentiamo. -

    • Ricordi cosa ha detto il sacerdote? -

    • Che “nessun sacerdote del più alto livello è mai riuscito nell'impresa da secoli”? -

    • No! - Esclamò con tono di rimprovero Demelza. - “Ora la porta per quel mondo è stata chiusa in modo da impedirne l'entrata a qualsiasi essere dotato di un corpo.” -

    • Si ricordo. E con ciò? -

    • Come con ciò! - Risposero all'unisono le due ragazze.

    • Se sogni non hai un corpo Harry! - Sbottò Demelza.

    • Geniale! - Disse guardandole con grande sorpresa. - Veramente geniale, ma io sono ancora un po' scarso in quel campo. -

    • Non ti preoccupare ti aiuteremo noi. A stanotte. Porterò io il Caduceo non sono sicura che tu possa portare oggetti mentre sogni. -

Quando arrivarono il banchetto era già stato preparato e Ron, come al solito bacchettato da Hermione (“Ronald Weasley possibile tu debba sempre ingozzarti”), aveva già iniziato a servirsi, si sedettero e fecero onore a quelle prelibatezze. Il banchetto proseguì festosamente, Harry notò che l'atmosfera del luogo era in qualche modo cambiata, ora si poteva affermare che la cappa di impotenza presente al loro arrivo fosse svanita. Con estrema soddisfazione il sacerdote anziano annunciò che, dopo molti anni di attesa, si erano appena presentate quattro persone, due ragazzi e due ragazze, per essere addestrate alla loro successione. La composizione del gruppo era stabile quindi si poteva prevedere un futuro radioso per tutta la comunità. Il banchetto terminò, i partecipanti lasciarono il luogo per una rilassante passeggiata, dopo aver visitato la città e le sue frenetiche attività, Harry e gli altri si diressero, quasi involontariamente, verso la roccia che avrebbero dovuto oltrepassare. Quando vi giunsero Hermione lanciò ad Harry un'occhiata piena di speranza e di disperazione senza però proferire parola, Harry contraccambiò lo sguardo e sorrise, quel sorriso fu ricevuto, dalla ragazza, come “abbi fiducia alla fine tutto andrà bene”, e le ne rimase alquanto stupita. Nessun altro membro del gruppo chiese o propose metodi per oltrepassare quell'entrata, in qualche modo la riuscita dell'impresa era stata demandata ad Harry e spettava a lui trovare il sistema per avere successo.

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Capitolo 32
*** UN SOGNO SPECIALE ***


Ben presto giunse la sera, andarono a coricarsi, Harry era piuttosto nervoso per quanto avrebbero dovuto fare quella notte e non riusciva a rilassarsi in modo adeguato per addormentarsi. Alla fine cedette alla stanchezza, si ritrovò in un luogo con una luce fievole che ricordava una stanza illuminata dalle candele cercò di stabilire dove si trovasse quando si sentì afferrare le braccia.

    • Ti abbiamo aspettato a lungo – Disse Demelza. - Avevamo persino pensato di averti perso, ma subito dopo pensammo che tu fossi nervoso e ti trovassi in difficoltà, così ti abbiamo aspettato. -

    • Avete ragione, lo ero e non riuscivo a prendere sonno, ma alla fine eccoci qui. -

Il suono delle loro parole era estremamente strano molto diverso dal loro timbro abituale. Ora si trovavano esattamente fuori dalle loro tende, Demelza entrò nella sua a prendere il Caduceo, dopo alcuni secondi uscì mettendoselo nell'ampia tasca della sua lunga gonna. Stavano per avviarsi verso l'entrata quando sentirono dietro a loro.

    • Aspettatemi vengo anch'io. - Era Enceladus appena uscito dalla sua tenda.

Le ragazze lo guardarono sorprese e con aria interrogativa.

    • Stavo sognando la casa dove ho vissuto da bambino, ma improvvisamente il paesaggio è cambiato e mi sono ritrovato in questo “vostro” sogno. Quindi vengo anch'io ovunque andiate. -

    • Ovviamente! - Disse Demelza – A questo punto fai parte della spedizione a tutti gli effetti. -

Si diressero verso la roccia, il loro camminare era piuttosto lento, goffo e faticoso. Era come se il modo di muoversi nel sogno non fosse quello normalmente usato nella vita da svegli. Tuttavia riuscirono ad arrivare alla roccia, la scrutarono, Harry allungò una mano e sentì che non era impenetrabile come quando l'avevano toccata la mattina scorsa. Sembrava fosse diventata una sostanza densa come melma ma che si poteva comunque attraversare. Entrarono faticosamente, il luogo sembrava una galleria che si addentrava nella montagna ma il procedere in essa era estremamente faticoso. Ad un certo punto localizzarono delle luci, piccoli globi luminosi, alcuni di un colore blu elettrico ed altri di una arancione brillante, Harry incominciò a sentirsi strano e sballottato di qua e di la tramite qualcosa che agiva sul suo ombelico. Non riusciva ad avanzare lungo la galleria piuttosto veniva tirato da quei globi di luce nelle più diverse direzioni. Guardò i suoi amici e si accorse che anche loro pativano le stesse difficoltà. Si sentì perso, non riusciva più a dirigere il suo cammino ma doveva sottostare alla volontà di quelle palle colorate. Cercò di calmarsi e di fare il punto della situazione, gli sballottamenti diminuirono, il nero che lo avvolgeva era denso tuttavia gli permetteva di vedere i suoi amici e quei colori, abbassò lo sguardo, come per guardarsi i piedi e capire il perché non riuscivano più a condurlo laddove volesse. Non c'era niente di anomalo nei suoi piedi ma notò una corrente, come un nero più scuro, che si avvicinava velocemente, a livello del pavimento, ed era in rotta di collisione con le sue estremità. Istintivamente sollevò entrambi i piedi piegando le ginocchia, con suo immenso stupore si accorse di poter restare in quella posizione senza avere alcun appoggio. “Wow” pensò, decise di muoversi, ed ecco che senza sforzo riusciva ad avanzare c'era qualcosa che dal suo ombelico poteva farlo scivolare a circa 10 centimetri dal pavimento. Aveva scoperto come muoversi nel sogno, si girò e raggiunse il luogo dove i suoi amici venivano ancora sballottati dai globi di luce, disse loro di alzare entrambi i piedi piegando le ginocchia. La sua voce era molto buffa come se un disco a 78 giri fosse fatto suonare a 33 ma riuscì lo stesso a farsi capire dai suoi compagni. Attese che anche loro realizzassero che quello era il modo di muoversi nel sogno, anzi Luna, diversamente dagli altri, scoprì che era anche possibile volare a livello del soffitto della galleria sempre utilizzando quel qualcosa che fuoriusciva dal suo ombelico. Questa facoltà oltre che rendere spedito il loro cammino permetteva di evitare l'influenza di quegli esseri di luce presenti in quella strana galleria. I globi di luce si resero conto che non avrebbero più potuto influenzare il viaggio dei quattro amici e quindi lasciarono quel luogo. Si inoltrarono in quella galleria a lungo, scivolando appena sopra il pavimento mentre Luna volava sopra di loro, ad un certo punto notarono un punto di luce colore pesca proprio in fondo alla stessa. Man mano che procedevano la luce color pesca diventava sempre più grande e il nero della galleria andava via via scomparendo, finché si ritrovarono in un luogo pianeggiante dove si ergeva un maestoso ed altissimo frassino. L'albero era attorniato da diversi animali, sulla sommità posata maestosamente un'aquila, un falco, dei cervi e attorno alle radici un grosso serpente che costantemente scambia male parole con l'aquila. Si fermarono davanti a quella scena assai strana resa ancor più surreale da quell'atmosfera color pesca, rimanendo a contemplare il muoversi ripetitivo degli animali intorno all'albero, quando da dietro l'enorme tronco apparì una figura, mezzo uccello e mezzo serpente, sorridendo lentamente si avvicinò

    • $$$Benvenuti nella mia dimora, cosa posso fare per voi$$$? -

Chiese in serpentese.

Harry rimase molto sorpreso nel sentire qualcuno parlare in quella lingua, ed esitò a rispondere. Dopo qualche attimo di silenzio parlò

    • $$$Grazie di averci accolto, mi chiamo Harry e questi sono i miei amici, siamo giunti fin qui senza sapere a cosa andavamo incontro. Se non sono troppo indiscreto voi chi siete$$$? -

    • $$$Siamo due fratelli, nati dallo stesso uovo, e giunti in questo mondo per portare la civiltà. Quando però ci rendemmo conto di essere in due, uno l'opposto dell'altro, incominciammo a combatterci. Uno di noi costruiva, curava, manteneva la pace, educava il vostro popolo agli albori della sua storia, l'altro distruggeva, apportava malattie, dichiarava la guerra, consigliava le peggiori malefatte. Dove uno costruiva dopo un po' di tempo arrivava l'altro a distruggere, dove c'era stata distruzione l'altro arrivava a costruire. Era un continuo rincorrersi, finché un giorno ci ritrovammo di fronte, e ognuno di noi si riconobbe nell'altro. Nessun progresso sarebbe stato possibile se non ci fossero stati i due opposti, stanchi di dover fare le stesse cose, e delusi di aver reso gli uomini a nostra somiglianza decidemmo di lasciare il vostro mondo e ci lanciammo nel cratere del vulcano chiamato Ubinas. Arrivammo in questo luogo, eravamo diventati un solo essere. Lo stesso avvenne negli uomini il più malvagio della terra serba in se stesso la bontà mentre il più buono e umile serba in se stesso la malvagità. Gli opposti: ognuno serba la vita e serba la morte, che continuano a litigare come fanno l'aquila e il serpente alle mie spalle.$$$ -

    • $$$Grazie, comincio a capire perché siamo giunti fino a qui. La nostra missione è quella di purificare degli oggetti dall'uso malvagio che ne è stato fatto, l'oggetto in questione si adatta molto bene alla tua storia. -

Harry chiese a Demelza di estrarre l'oggetto e mostrarlo a quello strano essere.

    • $$$Oh si! Esatto, questo è l'oggetto che abbiamo lasciato al re prima di abbandonare il vostro mondo, affinché si ricordasse la via che conduce alla libertà. Il bene e il male si rincorrono, ma la via giusta sta nell'usarli per la sopravvivenza di tutte le creature. Alla fine si possono trovare le ali della libertà. Il legno di cui è costituito proviene da quell'albero. - Indicò il Frassino alle sue spalle. - Quello è il leggendario albero della vita ed è proprio in mezzo a quei nodi, sul tronco, che dovrete mettere il bastone che state portando.$$$ -

Harry spiegò la faccenda a Demelza che prontamente si avviò verso l'albero, il serpente che stava tra le sue radici smise di prendere a male parole l'aquila e sbarrò la strada alla ragazza. La possibilità di appoggiare il Caduceo sul tronco dell'albero veniva così preclusa, al che Harry si fece avanti ed ordinò al serpente, nella sua lingua, di permettere alla ragazza di avvicinarsi all'albero. L'intenzione che accompagnava le parole era molto grande e non ammetteva nessuna azione contraria, il serpente si spostò di lato e riprese ad insultare l'aquila sulla cima dell'albero. Demelza finalmente appoggiò l'oggetto sul tronco proprio tra i nodi come indicatole dallo strano abitante di quel luogo. I due serpenti che formavano il bastone incominciarono a muoversi come se fossero vivi e le ali cominciarono a frullare vorticosamente, per un tempo che pareva essere interminabile il bastone prese vita, per poi rallentare e fermarsi. Demelza attese qualche minuto prima di raccogliere l'oggetto e riporlo nella capiente tasca della sua gonna.

    • $$$Avete completato il vostro compito, e niente vi trattiene più in questo luogo. Addio Amici miei.$$$ -

Furono le ultime parole che sentirono poi la luce color pesca piano piano svanì e si sentirono tirare verso il buio senza poter fare la benché minima resistenza.

    • Harry, svegliati per la miseria, svegliati. - La voce di Ron arrivava da un luogo lontano o almeno cosi pareva.

Con molta fatica riuscì ad aprire gli occhi. Erano nella tenda, Ron lo stava fissando preoccupato mentre Neville stava svegliando Enceladus.

    • Ciao Ron cosa succede? - Chiese Harry scorgendo lo stupore e la preoccupazione negli occhi di Ron.

    • Cosa succede? Hai dormito per quattro giorni e non c'era verso di svegliarti. Dimmelo tu che cosa è successo. -

    • Quattro giorni e gli altri che erano con me? -

    • Idem! … Erano con te dove? Sei sempre stato qui. -

    • Sono svegli adesso? -

In quel momento Luna e Demelza entrarono nella tenda accompagnate da Hermione e Mirina.

    • Finalmente si sono svegliate. - Disse sollevata Hermione.

    • Bene ora che siamo tutti qui possiamo dire che il primo oggetto è stato purificato. - Annunciò Harry.

Ron, Neville e Hermione si guardarono stupiti, mentre Mirina rimase impassibile.

    • Ma se avete dormito tutto il tempo. - Sbottò Neville

    • Ci siamo andati in sogno. - Disse Luna

    • Ecco il Caduceo! -

Demelza estrasse il bastone e lo mostrò, i serpenti si mossero e le ali sbatterono quando fu esaminato dai presenti. Un sacco di domande vennero poste contemporaneamente, Harry aspettò che l'impeto di curiosità si affievolisse poi raccontò la loro avventura. Al termine scrutò le facce meravigliate e sorprese dei suoi amici.

    • Ci sono molte cose che ci dovrai insegnare Harry. Quelle che più mi interessano sono: la faccenda del “veggente” e come sognare in modo consapevole e condiviso. - Ruppe il silenzio Hermione.

    • Per il “veggente” ok! Per il sogno dovrete rivolgervi a Demelza, ma solo quando saremo di ritorno ad Hogwarts.- Fece una pausa sorrise. - Abbiamo qualcosa da mangiare? -

Grazie alle capienti borse delle ragazze un lauto spuntino fu preparato quasi all'istante. La tensione sie era dissolta e una sicurezza sconosciuta si insinuava tra gli otto amici. Ora sembrava che la loro impresa fosse meno impossibile da completare. Divorato il cibo si prepararono per lasciare la città che li aveva ospitati, passarono a salutare i tre sacerdoti dicendo loro che sarebbero partiti per la prossima avventura.

    • Sapete come raggiungere la prossima meta? - Chiese il sacerdote anziano

    • Veramente no. - Disse Enceladus.

    • Un piccolo consiglio, andate a Cuzco e visitate la cattedrale nella piazza principale, nel suo interno vi è un grosso quadro della Madonna, alla sua sinistra troverete una grossa pietra a forma di uovo. Non sia mai che vi aiuti ad arrivare dove avete stabilito di andare.

Detto questo abbracciò ad uno ad uno, i ragazzi e se ne andò senza voltarsi seguito dai suoi due colleghi.

    • Andiamo alla cattedrale di Cuzco. - Disse Enceladus

Il viaggio di ritorno sullo scassatissimo pullman, trascorse tranquillamente e una sensazione di fiducia per la buona riuscita della missione aleggiava sulla compagnia. Occupavano i posti in fondo al bus e si godevano il paesaggio anche se i numerosi tornanti li sballottavano da un lato all'altro. Ma proprio quando giunsero alla fine della discesa, Harry si voltò e vide lo stesso maggiolino grigio scendere dalla strada che avevano appena percorso. Il bus si stava fermando proprio di fronte alla stazione, i ragazzi scesero e si apprestarono a prendere il treno per Cuzco. Del maggiolino nessuna traccia pareva avesse preso un'altra direzione proprio alla fine della discesa. Il viaggio in treno verso Cuzco trascorse tranquillamente, i ragazzi scesero e si diressero verso la piazza principale per visitare la cattedrale. Prima di entrare nel luogo sacro su suggerimento di Ron si fermarono a mangiare qualcosa in un locale frequentato da alcuni residenti del luogo. Era un'osteria a conduzione famigliare, almeno così dava l'idea, furono fatti accomodare su due panche che costeggiavano un lungo tavolo, Enceladus andò ad ordinare il cibo. Quando fece ritorno la porta si aprì ed entrarono tre persone, Harry notò che erano le stesse tre persone che li avevano seguiti fino a Macchu Picchu con il maggiolino. I nuovi arrivati si sedettero ad un tavolo d'angolo piuttosto isolato ma che si trovava di fronte a quello in cui si erano accomodati gli otto ragazzi.

Proprio in quell’istante arrivò la cameriera portando dei piatti contenenti dei gamberi giganti e i commensali incominciarono a mangiare. Demelza si avvicinò ad Harry e a bassa voce disse:

    • Quei tre ci hanno ritrovato. -

    • Si mi piacerebbe sapere come fanno. -

    • Non lo so ma la cosa è strana. Dovremmo chiederlo a loro.- Facendogli l'occhiolino.

    • Qualsiasi cosa tu abbia in mente aspetta il mio segnale. -

Poi si spostò verso Mirina, le spiegò la situazione, voleva stare da solo per qualche minuto con il pellerossa che accompagnava quei due. Mirina disse che era pronta allora Harry fece un cenno a Demelza che saltò su con agilità felina, si diresse verso il tavolo dei tre figuri e guardando dritto negli occhi il tipo dai capelli rossi gridò in spagnolo:

    • Sparisci, cialtrone! Come ti permetti di osservare in quel modo mia nipote, faccio presente che lei è una ragazza rispettabile. - Indicando Luna

    • Ma … non capisco … -

    • Porco che non sei altro ma non permetterò che tu la tratti come quella ragazzina. -

Il suo atteggiamento era così impressionante e il suo tono di voce così scioccante che tutto nella stanza si fermò. Gli occhi dei presenti erano rivolti all'uomo dai capelli rossi, che avrebbe voluto scomparire, quando da un tavolo vicino, una persona si alzò di scatto pronto ad assalire il malcapitato.

    • Quella ragazzina era la figlia di mia sorella sporco maiale! -

Il tipo, seguito da un suo amico, si diresse verso il tavolo degli accusati, l'uomo calvo tentò di alzarsi e fuggire ma fu raggiunto da una bottigliata in testa che lo mandò nel mondo dei sogni. Vista la mala parata l'uomo dai capelli rossi cercò di svicolare lungo il muro della stanza, ma il piede di Mirina “casualmente” incocciò nel suo facendolo cadere lungo e tirato sul pavimento. Nel frattempo Harry, approfittando della confusione, prese il pellerossa e lo tirò da una parte. La folla inferocita aveva trascinato fuori l'uomo dai capelli rossi, mentre il suo compare stordito giaceva sul pavimento del locale.

    • Perché ci state seguendo? -

    • Il motivo non lo so. - Rispose l'indiano. - Li sto aiutando a seguire le vostre tracce perché tengono in ostaggio la mia ragazza. -

    • Ma come fanno a trovarci? -

    • In parte con il mio aiuto e in parte con uno strano occhio, che mostra a loro dove un paio di voi si trovano. -

    • Ho capito, chi tiene l'occhio? -

    • Il tipo steso sul pavimento. -

    • Ti lascio andare, ma non farli avvicinare troppo a noi o la prossima volta mi comporterò diversamente. -

    • Molte grazie signore. -

    • Comunque per aiutare la tua ragazza, noi andremo in Tibet. -

Harry lasciò l'uomo, si avvicinò all'uomo calvo che giaceva sul pavimento, frugò nelle sue tasche ed estrasse un occhio molto simile a quello di Malocchio. Lo fissò e vide che rispecchiava la visione di Hermione oppure quella di Neville a seconda di come lo girava. Se lo mise in tasca e uscì dal locale, i suoi amici erano tutti fuori mentre la furia della gente si stava esaurendo. Il malcapitato giaceva tumefatto nel mezzo del vicolo che costeggiava l'osteria, li venne lasciato a meditare sulle sue malefatte.

    • Hermione, per favore, modifica la memoria a questo Troll. Non deve ricordare niente su di noi, il resto lasciaglielo. -

    • Oblivion! - Pronunciò Hermione dopo aver estratto la bacchetta.

    • Molto bene! Presto andiamocene. -

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Capitolo 33
*** UNO STRANO VECCHIETTO ***


Il gruppetto attraversò la piazza ed entrò nella cattedrale. Faceva freddo la luce era scarsa ma si poteva notare subito un crocefisso nero alto circa due metri e mezzo sopra l'altare principale, il volto di quell'uomo esprimeva dolore e vulnerabilità accentuata dalla grossa corona di spine che portava. Ma la loro meta si trovava di fianco all'enorme dipinto della Madonna situata alla destra dell'entrata. In un punto alla sinistra del quadro c'era una pietra di forma ovale alta circa un metro. Hermione estrasse la bacchetta e la puntò verso quel manufatto, la pietra diventò quasi trasparente evidenziando piano piano un paesaggio con alte montagne innevate sullo sfondo.

    • Penso sia un tipo di Passaporta. - Disse Hermione

    • Si … Passaporta … certo. Andiamo. - Disse Ron

    • Va bene al mio tre toccheremo la pietra tutti insieme. Capito? -

    • Si! - Risposero all'unisono

    • Uno … Due … - Il paesaggio era diventato molto nitido quasi fosse effettivamente li – Tre! -

Successe in un attimo. Per Enceladus fu come se una forza irresistibile lo avesse avvinghiato all'ombelico, risucchiandolo nell'uovo. Avvertì i suoi compagni attorno a lui, erano come uno stormo di anatre, spalla contro spalla, risucchiati in un vortice di vento e poi... tutto finì, il vento cessò e lui cadde a terra, alzò lo sguardo Harry, Ron, Hermione, Luna e Neville erano in piedi, anche se sembravano piuttosto scossi, mentre le due ragazze erano a terra come lui. Prontamente erano tutti in piedi anche se un fastidioso ronzio nelle orecchie persisteva, ma andava via via scemando. Si guardarono intorno, erano giunti in un grande pianoro erboso ai piedi di una collina dal dolce pendio. In lontananza si vedeva un piccola mandria di yak intenta a pascolare, poi Luna si voltò e la vide: era una casa in perfetto stile coloniale, a due piani, con un grande muro di cinta dal quale sporgevano grosse piante fiorite.

    • Guardate la! - Esclamò attirando l'attenzione sulla casa.

Si girarono e rimasero sorpresi nell'osservare una perfetta villa coloniale inglese persa nel nulla delle montagne del Tibet. Incuriositi si incamminarono lungo il sentiero che conduceva alla sua entrata, ci arrivarono e Ron suonò alla porta. Il sistema di suoneria consisteva in aste di ferro che trasmettevano il movimento tramite delle giunture a elle e alla fine facevano suonare un campanaccio dal suono gracchiante. Nessuno si fece vivo, Ron riprovò con più insistenza, ancora nessuna risposta. Scoraggiati stavano già per avventurarsi lungo il sentiero che costeggiava la casa quando una finestra si aprì e un vecchietto con una cuffia col pon pon si affacciò alla finestra.

    • Chi osa interrompere il mio pisolino pomeridiano? - Esclamò con un tono accusatorio.

    • Mi scusi signore, ci siamo persi, pensavamo di poter ricevere delle informazioni utili per proseguire nel nostro viaggio. - Disse gentilmente Hermione.

    • Oh ma provenite dalla vecchia Inghilterra, prego accomodatevi, vi raggiungo subito. - Fece scattare un congegno che apri la porta di entrata. -

Entrarono, era un atrio molto grande con una bella scala centrale di marmo che portava al piano superiore, disposti ordinatamente su delle stele una quantità di sculture, parevano tutte in avorio, raffiguranti dei personaggi sia inglesi che indiani. Curiosarono in quell'atrio e poi trovarono una sala alla destra della scala, vi entrarono e con sorpresa si accorsero di ammirare in un museo d'arte. Quadri con l'inconfondibile stile di Matisse, Picasso, Cezanne, Gauguin e altri facevano mostra di sé sulle pareti. Nessuno di essi era conosciuto agli occhi di Hermione nonostante avesse ammirato diverse esposizioni, dato che suo padre era un appassionato di arte.

    • Che cosa vi porta in questo luogo sperduto? - Chiese il loro ospite che li aveva raggiunti nella sala.

    • A dire il vero siamo alla ricerca di Shambala. - Rispose Harry

    • Mi scusi signore … ma quei quadri? - Chiese Hermione

    • Ah i quadri … mio padre era un patito dei dipinti di quel periodo ed ha trasmesso a me la sua passione. -

    • Mi scusi, ma sono autentici? -

    • Si credo che lo siano. -

    • Lo sa che valgono una fortuna? -

    • Probabilmente, ma non mi interessano i soldi. Il solo ammirarli mi rende più ricco del loro valore materiale. Venite è ora del the, prego. -

Il vecchietto che nel frattempo si era vestito, sembrava un personaggio uscito dalle vecchie stampe inglesi. Vestiva alla coloniale con ampi pantaloni e la casacca kaki su una camicia beige. Portava un monocolo, i capelli bianchi erano piuttosto lunghi, quasi arrivavano alle spalle, il suo aspetto era nobile ma senza lasciar trasparire alcuna arroganza. I suoi modi erano educati fece accomodare i suoi ospiti in un'altra sala dove un bollitore aveva appena iniziato a fischiare, versò l'acqua nella teiera, e attese che la bevanda fosse pronta per servirla. Riempì le nove tazze di finissima porcellana e si sedette a far compagnia al gruppetto.

    • Shambala uhm … sono anni che non sento quel nome. -

    • Vuole dire che qualcuno è già passato di qua per recarsi in quel luogo? - Chiese Neville.

    • Si negli anni 70 era un luogo estremamente ricercato, ma dubito che qualcuno l'abbia mai trovata. Anche se molti pensavano che fosse qui intorno. -

    • È qui intorno, signore? - Chiese Demelza.

    • Non saprei, ho girato in lungo ed in largo queste colline e le montagne vicine ma non l'ho mai vista. Tuttavia possiedo un quadro regalatomi da un monaco Tibetano che, secondo lui, ad un occhio esperto, indicherebbe la via per quella mitica città. -

    • Potremmo vederlo signore? - Chiese Luna.

    • Certamente! Seguitemi. -

Tornarono nella stanza dei quadri e l'anziano signore si diresse verso un quadro in fondo alla parete. Si trovava tra due autentici capolavori di Monet e non sfigurava affatto anche se il suo stile era leggermente diverso. Il padrone di casa lo indicò.

    • È quello! Raffigura il paesaggio dei dintorni ma per quanto io l'abbia guardato e per quanto abbia esplorato i luoghi raffigurati non ho trovato nessun indizio della città perduta. -

Il quadro raffigurava un sentiero che si snodava lungo le pendici di una montagna verso un canyon dove, sul fondo, scorreva un impetuoso torrente. Il sentiero portava verso un ponte a corde per superare il precipizio, per poi continuare lungo le pendici della montagna opposta. Era un semplice quadro dipinto con una tecnica raffinata, a punti di colore che nell'insieme formavano l'immagine generale. Nonostante lo guardassero attentamente nessuno di loro poteva scorgere il minimo indizio della via da seguire. Erano fermi in piedi ad osservare il quadro, tutti tranne Luna che continuava a spostarsi da destra a sinistra senza smettere di fissare il dipinto. Ben presto il suo movimento cominciò ad innervosire Hermione.

    • Per la barba di Merlino! Luna fermati! - Esplose.

Luna la guardò sorpresa, non disse niente ma continuò a rimirare il quadro camminando da destra a sinistra e viceversa. Esasperata Hermione la afferrò per fermarla, sentita la sua presa ferrea Luna si fermò, puntò il dito verso un particolare del quadro, usando la stessa forza della signorina Granger la spostò da destra a sinistra costringendola a guardare quel particolare punto del quadro. Essendo forzata a farlo la ragazza notò che a causa dello spostamento dell'angolo visivo, i punti di colore nella zona indicata da Luna sembravano ricombinarsi cambiando quasi impercettibilmente le caratteristiche.

    • Per la miseria. Accetta le mie scuse, sono stata troppo impulsiva. -

    • Accettate. - Rispose con aria assente Luna

    • Signore siete stato al di la del ponte di corda raffigurato sul quadro? - Chiese Hermione.

    • Certamente e anche oltre! - Rispose gentilmente – Non ho mai notato niente di strano. -

    • Nemmeno all'altro lato del ponte in quello spiazzo? -

    • No, a parte il vento. Quello spiazzo è costantemente battuto dal vento nonostante sembri in una posizione alquanto riparata. -

    • Credo che dovremmo andare a controllare il luogo dall'altro lato del ponte. - Affermò risoluta.

    • Certamente ma non stasera, siete tutti miei ospiti, preparatevi per la cena. Venite vi mostro le vostre stanze. -

Il distinto signore accompagnò la comitiva al piano superiore dove erano situate le camere da letto, sembravano pronte per accogliere le persone e per offrire loro un meritato riposo. Non erano abbastanza per tutti ma alcune di esse avevano due letti, così i ragazzi poterono trovare la propria comoda sistemazione. Prima di entrare nelle stanze Harry fermò Hermione e Neville.

    • Quando vi siete sistemati venite nella mia stanza. -

Condivideva la stanza con Ron, che si era lasciato cadere sul soffice letto cercando un momento di relax dopo le avventure degli ultimi giorni. Harry invece si sedette sulla poltrona ed estrasse dalla sua tasca l'occhio confiscato al loro inseguitore. Lo fissò poteva vedere la stanza in cui si era stabiliti Neville e Enceladus. Quest'ultimo stava preparandosi per un bagno caldo la visione sembrava provenire da qualche punto del corpo di Neville. Poi rigirò l'occhio, poteva vedere la stanza dove si era sistemata Hermione, vedeva la sua mano estrarre da quella sua magica borsa lo shampoo e il sapone per la cura del suo corpo. Anche in questo caso l'immagine proveniva da qualche punto sulla sua figura, dopo aver concluso che stavano indossando qualche tipo di oggetto spia, mise via il visore per concedersi qualche minuto di riposo. Dopo circa un'ora Ron sentì bussare alla porta ed andò ad aprire, era Hermione mentre Neville stava arrivando dal fondo del corridoio.

    • Entrate. - Disse Ron.

Entrarono e si sedettero sul letto, si guardarono intorno la stanza ricordava loro in qualche modo il dormitorio di Grifondoro sulla torre.

    • Bene. - disse Harry estraendo l'occhio – Guardateci dentro. -

I ragazzi esaminarono quello strano oggetto e quel che videro in esso era proprio l'oggetto stesso. Harry fece voltare Neville rivolgendolo verso la parete opposta, ma l'immagine non cambiò, allora prese Hermione la condusse fuori dalla stanza e le disse di guardare la porta chiusa. Entrò, chiuse la porta, ed esaminarono l'occhio, quello che potevano osservare era una porta di legno massiccio finemente intagliata.

    • Usavano questo strumento per localizzarci. - Concluse Harry.

    • Per trovarci? Chi? - Chiese Neville.

    • È da quando siamo partiti che qualcuno ci segue. Hermione puoi entrare. -

Esaminarono di nuovo l'oggetto, e si resero conto che qualcosa sul corpo o sui vestiti di Hermione registrava il luogo in cui si trovava. In quel momento qualcuno bussò alla porta, era Demelza.

    • Allora hai scoperto come ci trovavano? - Chiese.

    • Ma allora tu lo sapevi che qualcuno ci stava seguendo. - Disse con tono di rimprovero Ron.

    • Certo ma non volevo allarmarvi oltre il necessario. -

    • Devono aver messo qualcosa addosso a loro due. - Affermò Harry indicando Hermione e Neville

Senza rispondere Demelza estrasse la bacchetta e cominciò a scorrerla lungo il corpo di Hermione, non successe niente di strano finché non ne esaminò i capelli, all'altezza della fronte sulla tempia destra la punta della sua bacchetta si illuminò.

    • Dovrebbe esserci qualcosa proprio qui, ma non riesco a vederla. - Disse delusa Demelza.

    • Fai provare a me. - Disse Ron estraendo la bacchetta. - Res revelium! -

Attaccato a un capello come una perlina in un filo c'era una piccola biglia di cristallo.

    • Eccola! - disse Ron strappandole il capello.

    • Ahi ma che modi! - Si lamentò Hermione.

    • Suvvia, cosa vuoi che sia un capello in meno in quella foresta. - Disse prendendola in giro.

    • Bene vediamo se era la spia giusta, potrebbero averla messa affinché la trovassimo, forse ce n'è un'altra. -

Disse Harry alzandosi e prendendo il capello uscì dalla stanza per posizionarlo sulla maniglia. Rientrò ed esaminò l'occhio l'immagine che si formava era quella di una toppa.

    • Bene, per favore Demelza esamina Neville. -

La ragazza fece la stessa operazione su di lui e questa volta la bacchetta si accese in prossimità della sua fronte all'attaccatura dei capelli. In quel punto faceva brutta mostra di se un brufolo.

    • Ho quel brufolo da quando siamo partiti e non se ne vuole andare. -

    • Strano vero? - Disse Ron - Res revelium! -

Il brufolo assunse l'aspetto di una piccola biglia di cristallo. Neville tentò di staccarlo ma non ci riuscì, anzi ebbe il risultato di far sanguinare leggermente la fronte.

    • Fermo, fermo, fermo! Cosi peggiori solo la situazione. Deve essere un Incantesimo di Adesione Permanente. Finite Incantatem! - Esclamò puntando la bacchetta alla fronte di Neville.

La piccola biglia cadde sul pavimento, subito Ron e Neville si sdraiarono alla sua ricerca, ma, ahiloro, nessuna traccia del piccolo oggetto.

    • Alzatevi, ci penso io! - Li esortò Hermione – Accio biglia! -

La biglia le arrivò in mano, Harry ruotò l'occhio e l'immagine che ne traeva era il palmo di una mano. Poi raccontò la conversazione avuta con il pellerossa nella locanda a Cuzco e di come lo avesse informato sulla loro prossima meta.

    • Per ora queste microspie le terremo al buio, ma ho in mente qualcosa per disorientare i nostri “amici” nel caso abbiano un altro occhio simile a questo. -

    • La cena è pronta, prego venite a tavola. -

La voce del loro anfitrione risuonava per tutta la casa in modo invitante, così senza perdere tempo ma ordinatamente scesero al pianterreno da dove proveniva la voce. Entrarono in una sala con una lunga tavola imbandita di ogni ben di Dio, profumi invitanti stimolavano le loro bocche, e in men che non si dica erano alle prese con le varie portate. L'unica nota stonata fu la bevanda digestiva: il tè al burro di Yak caldo, definita da Ron, sottovoce, come un incrocio tra acqua sporca di bucato e grasso lubrificante. Il loro anfitrione li intrattenne con i racconti più improbabili come quello dello Yeti ospitato a casa sua, per poi alla fine addormentarsi come un angioletto sulla poltrona. Questo fu il segnale che permise ai ragazzi di ritirarsi nelle loro stanze per godersi il meritato riposo notturno.

Il mattino seguente alle prime luci dell'alba si prepararono per la loro nuova missione, Luna aveva fatto una copia del quadro in modo da poter seguire il sentiero fino al ponte di corde. Fecero una lauta colazione, salutarono l'anziano signore ringraziandolo per il suo prezioso aiuto e si avviarono lungo il sentiero in salita che costeggiava l'irta collina. Dopo mezz'ora di cammino giunsero a uno spiazzo dove un pastore aveva portato a pascolare i suoi yak, si fermarono a riprendere fiato e a rimirare il paesaggio, potevano ancora scorgere laggiù in fondo quell'anacronistica villa coloniale anche sa adesso appariva una piccola macchia di colore diversa dal verde circostante. Salutarono il pastore che contraccambiò il saluto gesticolando e in qual momento ad Harry venne un'idea, estrasse le due microspie e le posizionò su due yak tentando così di fuorviare i due inseguitori nel caso avessero un altro occhio rivelatore. Ripresero il cammino, il sentiero faceva una svolta seguendo una rientranza della montagna entrando così in una zona fredda e costantemente all'ombra. In quel momento un forte e rimbombante crack echeggiò nel silenzio del luogo, come un colpo di pistola, subito seguito da un altro, poi si udi il caratteristico muggito degli yak non molto distante dalla loro posizione.

    • Qualcuno si è appena materializzato la dove ci sono gli yak. - Affermò Neville

    • I nostri inseguitori non mollano. Andiamocene prima che ci avvistino. - Li esortò Harry.

Dunce, il tipo con i capelli corti e rossi, si guardò intorno poi estrasse l'occhio rivelatore lo esaminò, guardò il paesaggio circostante e poi ritorno ad esaminare l'immagine nel quarzo. C'era qualcosa che non andava, entrambi, lui e l'occhio, vedevano la stessa scena ma dei fuggitivi non c'era alcuna traccia.

    • Cubbish vieni qui! - Ordinò al suo calvo compare.

    • Eccomi! - Si presentò al suo cospetto.

    • Guarda e dimmi cosa vedi. -

Cubbish guardò l'occhio attentamente poi assunse un'espressione pensierosa, ma dopo alcuni secondi il suo volto si illuminò.

    • Sono invisibili. - Esclamò orgoglioso della sua deduzione.

    • Uhm, non penso, chiediamo a Occhio di Gufo. Presto tu, vieni qui! - Ordinò altezzosamente.

    • Eccomi signore. -

    • Guarda e dimmi cosa ne pensi. Cubbish dice che sono invisibili ma c'è qualcosa che non mi convince. -

Occhio di Gufo rimase impassibile si limitò a scrutare l'occhio e il paesaggio circostante per alcuni minuti poi ruppe il silenzio che stava facendo perdere la pazienza ai suoi “compagni”.

    • Penso che abbiano trovato i vostri rivelatori e li abbiano applicati a quegli yak. - Affermò senza far trasparire alcuna emozione.

    • Come ho fatto a non pensarci. - Sbottò Dunce l'occhio riporta esattamente il punto di vista di un paio di quegli yak.

    • Per una mandria di bufali infuriati è vero! - Ribadì Cubbish giocherellando con la sua bacchetta.

Quando proferì queste parole la sua bacchetta era casualmente puntata verso un cumulo di rocce situate a circa duecento metri sopra lo spiazzo dove pascolavano gli yak. Istantaneamente le rocce si trasformarono in bufali estremamente infuriati per essere stati richiamati in quel posto desolato. Videro l'autore del misfatto e partirono alla carica, percepito l'imminente pericolo i due agenti si lanciarono in una folle corsa giù per la ripida collina, mentre Occhio di Gufo pensò bene di ripararsi in mezzo agli yak. I bufali inferociti oltrepassarono la mandria e proseguirono nel loro inseguimento ai due malcapitati, che a loro volta correvano a più non posso giù per la ripida china. Gli animali stavano per raggiungerli quando avvistarono un gruppo di grosse rocce, le loro energie, centuplicate dalla paura, permisero loro di salire sugli alti massi senza sforzo apparente appena in tempo per vedere la mandria di bufali correre sotto di loro e scomparire nel pendio sottostante.

    • Metti via quella bacchetta o te la spezzo! - Intimò arrabbiatissimo Dunce.

    • Non provarci razza di Troll! - Rispose Cubbish tenendo la bacchetta stretta al petto per difenderla.

La punta della stessa era rivolta verso l'unico striminzito albero presente in quel luogo e un attimo dopo l'albero era un Troll fornito della sua inseparabile clava. I due agenti, che si trovavano in una posizione praticamente indifendibile cercarono di contrastare il mostro puntando le bacchette ma non ci riuscirono, invece ricevettero una buona dose di randellate che li lasciò tumefatti e privi di sensi sdraiati sulle rocce.

    • Che frollocconi! - Disse tra le risate Ron. - Neanche i Troll sono così stupidi. -

Avevano seguito la scena nascosti dietro la svolta del sentiero, sentendosi sollevati dal fatto che non erano stati individuati e che le microspie ora non potevano essere più utilizzate. L'unica preoccupazione erano i rapporti che eventualmente potevano inviare ai loro committenti. Poi videro l'indiano raggiungere i due malcapitati osservarli a lungo per poi sedersi impassibile aspettando che si riprendessero.

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Capitolo 34
*** SHAMBALA ***


Decisero di proseguire nel loro cammino per raggiungere il ponte di corde, il sentiero si snodava lungo il fianco di una parete rocciosa e si doveva fare attenzione ai propri passi per non scivolare nel precipizio sottostante, tutti ponevano estrema attenzione dove stavano appoggiando i piedi ma non facevano molto caso a quanto avvenisse sopra le loro teste. Il cielo si stava oscurando e un temporale sembrava dover scoppiare da un momento all'altro, vista la situazione cercarono di affrettare il passo, per quanto possibile, almeno per trovarsi su un cammino più sicuro, ma proprio in quel momento un fulmine colpì la montagna sopra di loro, alcune rocce si staccarono e precipitarono sul sentiero.

    • Presto sotto quel costone! - Urlò Harry

Velocemente il gruppetto si riparò sotto una sporgenza della roccia, tranne Hermione che fu bloccata da un masso caduto sul percorso. La frana non accennava a smettere una moltitudine di ghiaia stava cadendo addosso alla ragazza senza che nessuno dei suoi compagni potesse fare qualcosa per aiutarla. Si stava riparando a colpi di incantesimi ma era evidente che la situazione fosse diventata insostenibile. La frana cominciò a diminuire di intensità fino a esaurire il potenziale, seppure un po' ammaccata Hermione era salva doveva solo raggiungere i suoi amici dall'altro lato del masso che ostruiva il sentiero. Salì sulla grossa pietra ma quando fu sulla sua sommità un sasso cadde dalla parete rocciosa, colpendola in testa e facendola precipitare nel burrone. Era spacciata, poteva sopravvivere usando un incantesimo, se fosse stata cosciente, ma non lo era. Harry senza pensarci un attimo agì, si tuffò nel vuoto cercando di essere più veloce della sua amica per raggiungerla. Il fondo del burrone si stava avvicinando, le rocce aguzze li stavano aspettando come zanne affilate, Harry aumentò la velocità e raggiunse Hermione appena in tempo per afferrarla, poi con una brusca virata si diresse verso l'alto tenendo ben stretta la ragazza, volando velocemente, raggiunse il sentiero sotto la sporgenza della roccia. Depose il corpo ancora privo di conoscenza sulla roccia, subito Luna e Demelza cercarono di farle riprendere conoscenza mentre Ron e Neville lo guardarono increduli.

    • Ma … ma … tu … tu … sai volare! - Balbettò Ron.

    • Per la barba di Merlino! Harry! - Fece eco Neville.

Harry sorrise ma non rispose, poi una voce disse:

    • Ma insomma è ovvio, tutto quello che sapeva fare Voldemort lo sa fare anche Harry. Meno male se no sarei rimasta laggiù per sempre. -

    • Bentornata! - Disse Harry. - Per quanto riguarda il volare penso che con un po' di pratica possano riuscirci tutti. In special modo Luna, Demelza e Enceladus visto che la tecnica è simile a quella adottata nel sogno a Machu Picchu, e loro già la conoscono. -

Passato lo spavento ripresero il cammino, e dopo un paio di svolte si trovarono di fronte al ponte di corde, il precipizio era quasi senza fondo e guardare di sotto metteva i brividi. Decisero che avrebbero attraversato uno alla volta in modo da poter affrontare senza troppi problemi eventuali rischi o cadute. Tutto andò liscio e gli otto si ritrovarono a fronteggiare un vento impetuoso sulla piattaforma rocciosa all'altro capo del ponte. Esaminarono attentamente la parete, nulla faceva ipotizzare una apertura ma il vento pareva uscire da quella roccia.

    • Questa, probabilmente è la porta di entrata. - Disse Ron

    • Ma è chiusa. - Disse provando a spingere Mirina.

    • Proviamo tutti insieme. - Propose Neville.

Spinsero più forte che poterono ma la roccia non si mosse, infreddoliti dal forte vento si guardarono in faccia smarriti.

    • Oh insomma! - Disse Hermione estraendo la bacchetta. - Alohomora! -

    • Alohomora? - La prese in giro Ron visto che la roccia non si era spostata.

    • Embè ci ho provato. -

Una folata di vento più forte delle altre li investì spingendo violentemente Enceladus contro la roccia che improvvisamente si aprì rivelando uno stretto passaggio all'interno della montagna.

    • Uomo di poca fede! - Si prese la rivincita Hermione.

Si inoltrarono in quello stretto passaggio scavato nella roccia, mentre il vento richiuse la porta con un tonfo sordo. Il buio totale li avvolse, misero mano alle bacchette per illuminare la lunga scalinata che sembrava scendere nelle viscere della montagna poi si trovarono ad attraversare uno stretto arco di pietra che oltrepassava un orrido apparentemente senza fondo. Il forte rumore dell'acqua che rimbombava tra le pareti di quella grotta rimarcava quanto fosse pericoloso quel passaggio; facendo estrema attenzione superarono il ponte per ritrovarsi su un sentiero pianeggiante privo di ostacoli. Percorsero un lungo tratto quando ad una svolta cominciarono a vedere un chiarore, affrettarono il passo e sbucarono in prossimità di quello che sembrava un antichissimo monastero. La costruzione in perfetto stile tibetano continuava anche all'interno della montagna celando la sua reale estensione. Il luogo pareva deserto tuttavia una nenia sembrava giungere da qualche parte dall'interno. Si avvicinarono all'entrata, indugiarono esaminando un lungo porticato del quale non si poteva scorgere la fine. Poi sentirono una voce in una strana lingua senza vedere la persona dalla quale proveniva.

    • Ci sta dicendo di non temere e di entrare. - Tradusse Enceladus.

    • Tu che ci sei già stato non riconosci il posto? - Chiese Neville.

    • Al monastero non sono mai entrato, abitavo nella valle ma adesso sembra tutto diverso. -

    • Bene entriamo! - disse Harry

Percorsero parte di quel lungo porticato senza incontrare anima viva, poi ad un tratto da una porta situata sulla destra fece capolino in monaco dai capelli rasati e dalle lunghe vesti arancioni che fece cenno loro di entrare. La stanza in cui entrarono era piccola con dei tappeti sul pavimento, un piccolo tavolo su un lato dove delle lampade fornivano una fioca luce che lasciava la maggior parte del locale nella semi oscurità. Il monaco che aveva fatto cenno loro di entrare era sparito ed apparentemente erano stati lasciati soli nella stanza.

    • Benvenuti, che cosa vi porta a Shambala? -

La voce sembrava uscire dal nulla tuttavia era calda e rassicurante, tutti si voltarono nella direzione dalla quale proveniva e dopo aver abituato i loro occhi alla semi oscurità videro un anziano monaco seduto a gambe incrociate sul pavimento. Rispettosamente si avvicinarono a lui e si sedettero, avendo notato che il religioso si era espresso in perfetto inglese Harry prese la parola per spiegare il motivo della loro visita. Il monaco lo ascoltò attentamente in silenzio, poi attese alcuni minuti prima di rispondere:

    • Temo ragazzi miei che non ci sia più nulla da fare. Shambala è perduta l'ingenuità del suo ultimo governatore l'ha condotta alla rovina. -

    • Come è possibile? Circa sette anni fa vivevo in questa valle e non ne ho più viste altre cosi fertili, lussureggianti ed estremamente generose di raccolti. - Chiese Enceladus.

    • La persona che reggeva la valle, a quel tempo, era un giovane assai onesto e gentile. L'addestramento ricevuto dal mio predecessore, Phagpa, aveva evidenziato in lui una grande abilità, ovvero la capacità di vedere cosa ci fosse di sbagliato e di intervenire di persona per porvi rimedio. Qualsiasi lite era sedata dal suo intervento, qualsiasi problema insorgesse veniva da lui prontamente risolto. Il raccolto sembrava non essere sufficiente, ecco che trovava la soluzione, l'irrigazione dei campi era leggermente scarsa, metteva subito in esecuzione un progetto per migliorarla. Le sue giornate erano veramente indaffarate stava lavorando più di 12 ore al giorno al servizio della popolazione. Ma non si accorse che questo era un grosso errore, in effetti non si era reso conto che essere così gentile con tutti e facendo il lavoro al posto degli altri si interrompeva la loro iniziativa in modo da farli sentire dipendenti dalla sua volontà. Ora gli abitanti della valle non si sentivano più in possesso di se stessi ma dipendenti da qualcun altro. Il sentirsi “schiavi” ha dato il via alla protesta ben presto trasformatasi in rivolta. Le peggiori accuse, infondate, vennero rivolte al governatore finché non fu costretto all'esilio a vivere sulle più alte montagne. Da allora non si ebbero più sue notizie. Il suo maestro rimase profondamente deluso dall'ingratitudine della popolazione. -

Fece una lunga pausa poi si alzò e condusse i visitatori fuori dalla stanza verso il parapetto del portico.

    • Da qui si può ammirare la valle che pochi anni fa era sorprendentemente fertile e lussureggiante, come vedete è circondata da montagne ripide e rocciose, con cime sempre coperte di neve dalle quali numerosi torrenti si snodano in piccole cascate. Stranamente nessuno di questi corsi d’acqua attraversa la valle. Tutti scendono dall’altro versante delle montagne e scorrono in ampie pianure vicino a città popolose. Tuttavia uno di questi sgorgava da quella montagna posta a oriente e molto alta; quando il sole era già tramontato su ogni altra cosa e più in basso era tutto buio, i suoi raggi ancora splendevano su questo corso d’acqua tanto da farlo sembrare dorato. Era l'unico corso d'acqua che attraversasse la valle fornendo raccolti di tutti i tipi e molto abbondanti.

Fece un'altra pausa poi riprese:

    • Phagpa non riconobbe l'errore del suo allievo, ma solo la mancanza di riconoscenza verso colui che si “adoperava per il bene comune” e ne rimase profondamente deluso, lo shock gli spezzò il cuore, ma prima di morire lanciò la maledizione che tutt'ora impedisce al torrente di scorrere nella valle. -

    • Cosa si dovrebbe fare per rompere la maledizione? - Chiese Luna.

    • Pochi giorni fa ebbi, in sogno, una visione: una civetta portò l'occhio di Shiva che ci avrebbe indicato la sorgente lassù sulla montagna, una luce fortissima avrebbe fatto scorrere di nuovo l'acqua e il vento dell'Est avrebbe riportato la temperatura mite ormai perduta. -

Il silenzio cadde sul gruppo, nessuno osava parlare, sentendo una storia così triste e così misteriosa, quando ad Harry venne in mente una cosa.

    • C'è una statua di Shiva in questo luogo? - Chiese.

    • Certo appena dopo la svolta del portico. -

    • Mi ci può condurre? -

    • Seguitemi. -

Percorsero il portico lentamente seguendo l'andatura del monaco arrivarono alla fine degli edifici e con grande meraviglia videro un'enorme statua di Shiva seduto nella posizione del loto che sembrava scrutare la valle. La statua sembrava ricoperta d'oro con due turchesi ai posto degli occhi, ma c'era un vuoto proprio in mezzo alla fronte dove, secondo la tradizione, averebbe dovuto esserci il terzo occhio.

    • Luna, per favore, dammi il diadema di Corvonero. - Chiese Harry

    • Eccolo! - Rispose porgendolo.

Harry, tolse la gemma dalla tiara, la rigirò nelle dita e poi cominciò a scalare la statua, arrivo alla testa, guardò meglio il vuoto in mezzo alla fronte e vi posizionò la pietra. Si adattava perfettamente, sembrava dare una certa vitalità alla statua, quasi avesse uno aspetto nuovo, anche i due turchesi risplendettero emanando bagliori azzurri. La pietra della tiara perse la sua opacità venendo percorsa da delle piccole scintille, tuttavia niente indicava la posizione della sorgente lassù nella montagna.

    • Quello è l'occhio di Shiva, il mio sogno si sta avverando. -

    • Si lo è, ma non sta indicando la sorgente. - Rispose Harry appena sceso dalla statua.

    • Non disperare, adesso è quasi buio, la luce del nuovo giorno illuminerà le nostre menti. -

Il mattino seguente, Luna e Demelza, le più mattiniere del gruppo, si alzarono per fare una passeggiata lungo i dintorni del monastero. Il sole non era ancora sorto ma la luce dell'alba apportava il chiarore necessario per non inciampare. Oltrepassarono due monaci intenti a creare un intricatissimo mandala, perfettamente eseguito nonostante la fioca luce degli albori del giorno, proseguendo si fermarono a rimirare la valle sottostante, i prati rinsecchiti rispecchiavano ancora gli splendori di un tempo e nonostante tutto fosse sofferente compresi gli abitanti, il ricordo dei tempi passati aleggiava ancora come una densa nebbia. Queste erano gli stati d'animo che il paesaggio provocava nel cuore delle due ragazze. Ormai il sole era prossimo a mostrarsi, il loro cammino si era di nuovo interrotto davanti alla grande statua di Shiva, un raggio di sole si stava insinuando tra le due alte montagne situate ad oriente, sembrava una lama che trafiggeva la roccia sopra il monastero, precisamente sopra la statua di Shiva. Man mano che si faceva giorno il raggio si avvicinava alla testa della statua, rapite da quella insolita visione le due ragazze non riuscivano a distogliere lo sguardo, ora il raggio aveva raggiunto l'occhio sulla fronte che emanava dei fasci di luce in tutte le direzioni, ma fu quando raggiunse i due turchesi che la magia avvenne. Tre fasci di luce intensa scaturirono dalla fronte di Shiva per poi congiungersi e dirigersi verso la montagna al di la della valle. Il monaco che li aveva ricevuti era giunto li, di fianco a loro, a rimirare il prodigio, il fascio brillantissimo, tanto che gli occhi non riuscivano a sopportarne la vista, stava sciogliendo una grande quantità di neve sulla montagna a dirimpetto. Piano piano il raggio portò nuovamente alla luce la sorgente del corso d'acqua perduto. Il ghiaccio aveva semplicemente deviato il corso del torrente facendolo scendere dall'altro versante della montagna causando la siccità e il decadimento della valle. Ora il torrente stava riguadagnando il suo corso, si stava facendo strada nel suo antico letto fra i sassi e le rocce, stava formando di nuovo la bellissima cascata che era anche il simbolo della valle con la promessa di renderla di nuovo fertile e splendida. Nel frattempo anche gli altri erano arrivati a contemplare la magia, la piazza davanti alla statua era gremita da tutti i monaci più gli otto ragazzi che guardavano increduli, ma felici, il prodigio che stava avvenendo. Giù nella valle risuonavano gli echi di gioia e di festa per il ritorno dell'acqua che avrebbe fruttato raccolti abbondanti, fieno alto, mele rosse, chicchi d’uva dolcissimi, vino corposo e miele nettarino come di norma succedeva pochi anni fa. L'aver rimosso quella grossa quantità di neve permise anche al vento proveniente da Est di scorrere fin giù nella valle riportando la giusta temperatura e il giusto grado di umidità per far nascere e produrre cotante ricchezze. I monaci lasciarono la piazzetta davanti alla statua per scendere nella valle, mentre il monaco anziano fermò Harry e lo invitò a seguirlo, lo condusse nella sua stanza, dove ad attenderli c'era un giovane. Probabilmente il suo allievo pensò Harry.

    • Bene. Sedetevi! -

    • Grazie! - Disse Harry sedendosi, mentre il giovane rimaneva in piedi.

    • Cosa ci fa lui qui? - Chiese in modo scortese.

    • Vi devo parlare di una cosa importante. -

    • Non penso che meriti le vostre lezioni, ha avuto la fortuna di possedere quella pietra, ma nessun altro merito particolare. Vediamo se merita di ascoltare quanto avete da dire. -

Si mise in posizione da combattimento, Harry lo squadrò poi guardò il monaco. Quest'ultimo stava per intervenire, ma Harry si alzò e si pose davanti al giovane. Questi partì all'attacco sferrando un pugno che fu evitato con un semplice ma efficace movimento del torso. Visto l'insuccesso sferrò un calcio rotante all'altezza della faccia ma anche questo andò a vuoto per l'improvviso chinarsi di Harry. La rabbia generata dai colpi mancati cominciava aumentare impedendo al giovane di mantenere la guardia. Partì con un salto usando il calcagno come un martello per colpire la testa del suo avversario che schivò il colpo rotolandosi per terra, il giovane sferrò un pugno al suo avversario a terra ma prontamente Harry si alzò evitandolo mentre la forza del colpo colpiva il pavimento provocando un rumore di ossa spezzate. Schiumante di rabbia il giovane cercò di colpire il suo avversario con un calcio ma il colpo fu deviato dal braccio di Harry che sfruttandone il movimento lo fece cadere a terra. Velocissimo afferrò il collo con una mano stringendo i punti dove passano le carotidi che irrorano di sangue il cervello causando lo svenimento del suo focoso avversario.

    • Combatti molto bene! Mi ricordi la tecnica usata da un vecchio guerriero che si fermò in questo monastero molti anni fa. -

    • In effetti sono stato addestrato da un “vecchio” guerriero, in un altro modo. -

    • Capisco, il mondo di sotto, dove trattengono le persone catturate da questo. -

    • Si! -

    • Strano che tu sia qui. Dicono che sia impossibile tornare da quel posto. -

    • Quasi impossibile. - Rispose sorridendo.

Lo sconfitto si era ripreso, sopportando stoicamente il dolore della mano fratturata, si mise a sedere senza proferire parola.

    • Dopo questo intermezzo vi dirò l'argomento di cui parleremo. Il Potere. - Disse scandendo l'ultima parola. - Il Potere è qualcosa che l'uomo non ha mai capito, di solito o ne abusa o si ritira da esso. Quando ne abusa cerca di accentrarlo su di se sottraendolo agli altri, sia con la forza che con la gentilezza, il che lo rende un odiato tiranno senza amici, se si ritira altri lo reclameranno. Quindi ognuno deve reclamare il proprio; se siete in una posizione di comando dovete accumularlo il più in fretta possibile e darlo agli amici fidati utilizzandoli al meglio delle loro capacità così, forse, potete sopravvivere. Se non siete in una posizione di comando usatelo dietro le quinte, sempre delegandolo agli amici in modo che il vostro potere sembri provenire da qualcun altro così, forse, potete sopravvivere. -

    • Queste sono due lezioni. - Disse Harry.

    • Si una per il mio giovane focoso allievo che un giorno dovrà governare questa bellissima valle, l'altra per te visto che hai già iniziato a confrontarti con il potere. -

Harry sorrise sapeva che il vecchio monaco aveva ragione la sua battaglia era appena iniziata. Proprio in quel momento la sua missione tornò a presentarsi davanti ai suoi occhi e si rese conto che avrebbe dovuto riprendere la pietra inserita nel terzo occhio della statua. Il vecchio monaco lo guardò in silenzio poi disse:

    • Capisco, dovrai riprendere l'occhio di Shiva. -

    • Si mi serve per la mia causa. -

    • No maestro non permetteteglielo! - Esclamò il giovane tenendosi la mano dolorante.

    • Non è più nostra, la devo restituire, dopotutto il suo compito si è esaurito. -

Harry uscì dalla stanza si recò davanti alla statua di Shiva e si arrampicò sulla parete fino a raggiungere la testa. Aveva afferrato la pietra che era stata custodita da Corvonero per diversi anni e la tolse dalla sua collocazione, quando l'ebbe in mano sentì un click e una pietra identica alla sua occupò lo spazio del terzo occhio della statua.

    • Molto bene! Quando fu tolta, venne rubata, ma ora viene soltanto reclamata quindi un'altra uguale può prenderne il posto. - Disse il vecchio monaco.

    • Tu lo sapevi? - Chiese Harry.

    • Io no … ma il potere … - Rispose scoppiando a ridere.

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Capitolo 35
*** LA GROTTA PROIBITA ***


Quella risata fu contagiosa e accompagnò i tre sulla via del ritorno, il monaco anziano si ritirò nella sua stanza mentre Harry e il giovane apprendista rimasero nel porticato.

    • Visto che il mio maestro ha fiducia in te vorrei provare ad averne altrettanta. - Disse rompendo il silenzio.

    • Di che si tratta? -

    • Della grotta misteriosa. All'interno della montagna dove poggia il nostro monastero esiste una grotta. Si dice che chi vi entri non ne esca vivo ma che al suo punto più intimo vi siano iscrizioni che svelino un antico mistero. -

    • Cosa dovrei fare esattamente, per aiutarti? -

    • Venire con me a verificare la cosa. -

    • Il tutto di nascosto dal tuo maestro vero? -

Il giovane tentò di giustificarsi nervosamente ma senza essere molto convincente, in quel momento un gruppetto di otto corvi volando disordinatamente e facendo molto chiasso si diressero verso la cima della montagna che ospitava il monastero. Harry considerò questo evento un segnale ed accettò di seguire il giovane all'interno. Lasciarono il porticato per inoltrarsi in un lungo e semibuio corridoio che costeggiava quelle che sembravano essere le celle dei monaci e che si dirigeva sempre più all'interno della montagna. Ad un certo punto si trovarono di fronte ad una scala di pietra che scendeva lungo due strette pareti rocciose.

    • Da qui in avanti sto disubbidendo al mio maestro. -

    • Capisco, qualcosa mi dice che lui sappia cosa sta avvenendo. -

    • Se così fosse sarebbe qui per impedirmelo. -

    • Forse o forse ti lascerebbe fare, potrebbe essere una prova per te. -

Il giovane non replicò ma proseguì la discesa lungo la stretta scalinata, una sottile corrente d'aria proveniente dal basso investiva i due giovani provocando alcuni brividi, gli scalini si susseguivano regolari ma sembravano non finire mai. Dopo una lunghissima discesa finalmente finirono e le pareti del corridoio si allargarono un poco da formare una piccola stanza, Di fronte agli scalini si stagliava una antichissima porta di pietra finemente scolpita con scritte in una strana lingua.

    • Conosci la lingua in cui sono state scritte? - Chiese Harry

    • No! Speravo fossi tu a conoscerla. -

Harry non rispose si concentrò sulla porta poi in un lampo si ricordò di aver già visto quella scrittura, proprio ad Azkaban giù nella stalla dei draghi e che gli aveva permesso di scoprire la magia della prigione e come scappare da essa. Quindi fece le stesse azioni di quella volta contemplò i caratteri finché gli divennero comprensibili e ne poté coglierne il significato.

… questa porta custodisce il segreto dei due gemelli collaboratori dell'Imperatore Bianco costretto all'esilio da Atlantide dalle forze della magia oscura. Un avvertimento per colui che cerchi di entrare: non sempre la via più facile è la più sicura.

Harry riferì al giovane compagno ciò che aveva letto provocando in lui un misto di stupore e rispetto.

    • Non sempre la via più facile è la più sicura chissà che vuol dire. -

    • Significa attenti dove mettete i piedi, Credo. -

    • Bene proviamo ad entrare. -

Il giovane spinse la porta ma essa non si aprì. Riprovò con più forza, niente, allora provò a tirarla, senza successo. Guardò scoraggiato Harry.

    • Temo che dovremmo trovare il congegno di apertura. - Rispose alla domanda non fatta

    • Come? -

    • Contempla la porta e fai si che ti dia la risposta. -

    • Che vuol dire? -

    • Un mio amico in una situazione simile mi rispose: un uomo per avere successo non pensa idee confuse ma agisce. -

    • Io ho agito. -

    • Certo, ma hai saltato la prima parte “non pensa idee confuse”. -

Il giovane non rispose ma si limitò a contemplare la porta e la parete in cui era incardinata, dapprima non riusciva a distinguere alcunché di utile poi si accorse che su un sasso alla destra della porta vi era raffigurato una lettera uguale a quella della iscrizione appena letta da Harry. Su un suo consiglio guardò ancora più attentamente le due lettere e si accorse che erano fissate su un perno che permetteva loro di ruotare su se stesse. Se capovolte raffiguravano una lettera diversa, come per esempio i nostri numeri sei e nove, quindi si accorse di aver trovato una possibile chiave per entrare. Cautamente capovolse le due lettere e alla fine sentì un colpo secco mentre la porta si aprì di alcuni centimetri. La spinse e si ritrovarono a contemplare una stanza vuota a forma di cupola, con un pavimento formato da grosse piastrelle di legno. In fondo su una parete dorata faceva bella mostra di se una lunga iscrizione sempre in quell'antichissima lingua.

    • Andiamo. - Disse il giovane, entrando nella stanza.

Prontamente Harry lo afferrò per la collottola e lo fermò.

    • Che stai facendo? - Urlò arrabbiatissimo il giovane.

    • Ricorda “Non sempre la via più facile è la più sicura”. -

    • Che vuol dire? -

Harry non rispose. Raccolse un sasso dal pavimento di quell'anticamera e lo lanciò nella stanza sul pavimento di legno. Il sasso colpì una piastrella che improvvisamente cedette all'ingiù, come se fosse una botola al contrario, per poi ritornare al proprio posto. Non si sentì alcun tonfo che il sasso avrebbe dovuto provocare con il pavimento sottostante, perciò dedussero che sotto ci fosse un baratro quasi senza fine.

    • Grazie. - Si era aperta una breccia nella diffidenza del giovane apprendista. - Che facciamo? -

    • Se non sbaglio il tuo maestro ti ha insegnato qualcosa che si chiama la camminata del potere. -

    • Si! Come lo sai? -

    • Un mio amico me ne ha parlato. -

    • Quello che ti ha insegnato a combattere? -

    • Proprio lui. -

Rimasero fermi a contemplare il pavimento per alcuni minuti senza però poter distinguere la via che avrebbe permesso a loro di raggiungere l'altro capo della stanza.

    • Che facciamo? - Chiese il giovane.

    • Smorza i pensieri adotta la camminata che ti hanno insegnato e … andiamo. -

Il giovane si concentrò mosse un passo e trovò una piastrella che reggeva il suo peso, si stabilì su di essa seguito da Harry. Poi fece un altro passo e si sentì afferrare mentre la piastrella cedeva aprendo la via verso il baratro.

    • Che ti ha detto di fare, il tuo maestro, mentre muovi un passo? -

    • Di non pensare a niente. -

    • Che cosa stavi pensando? -

    • Ah beh … a cosa avremmo trovato dall'altra parte. -

    • L'altra parte non esiste c'è solo il cammino quindi non pensare, tieni i piedi sul pavimento. -

Fece un altro passo a destra questa volta e la piastrella li sorresse, poi ne fece un altro e di nuovo fu afferrato per impedirgli di cadere di sotto.

    • Questa volta? -

    • Mi sono spaventato, temevo di non farcela. -

    • La fiducia in te stesso dovrebbe accompagnare le tue azioni. Citazione del mio amico. -

Ripresero a camminare e altre due piastrelle furono trovate, il giovane si voltò e guardò il percorso appena fatto. Sembrava ci fosse uno schema una avanti a destra e due avanti a sinistra poi una avanti a destra. Credendo di aver individuato la mappa posò il piede su quella a sinistra sentendosi immediatamente afferrare mentre la piastrella si apriva.

    • E adesso? - Chiese il giovane.

    • Le cose non sono mai come appaiono. -

Il giovane sembrò rifletterci poi si concentrò di nuovo e riprese a camminare trovò la piastrella giusta, la prossima e la prossima ancora ormai erano quasi arrivati. Ad un tratto si fermò sentiva che qualcosa non andava, sentiva che qualsiasi piastrella intorno avrebbe ceduto, fece una prova, con un piede esercitò una pressione su una piastrella confinante e quella cedette. Sconsolato guardò Harry.

    • Dobbiamo saltare e non abbiamo alcuna possibilità di correggere uno sbaglio. -

    • Come facciamo scoprire quale piastrella è quella giusta. -

    • Lasciati guidare dal potere. -

    • Cosa intendi. -

    • Esattamente quello che ho detto. Ed è esattamente quello che il mio insegnate mi disse quando combattevamo. Come farlo sta a te questa è la tua impresa. -

Il giovane rimase li fermo riesaminando il percorso fatto fin'ora e i suoi errori, la spavalderia, la paura, la lucidità tutte cose che nascevano da sé stesso. Cercò di abbandonare tutto questo e trovò infine la fiducia che sgorgava dal profondo di sé. Contemplò le piastrelle e noto che una sola di quelle che costeggiavano la parete dava una sensazione di stabilità, ai suoi occhi pareva ergersi su tutte le altre. Nessun dubbio ora occupava la sua mente nessun pensiero la annebbiava, come se niente fosse saltò e raggiunse la parete con la scritta. Harry lo seguì e si trovarono tutti e due a contemplare una lunga serie di strani caratteri. Per quanto si sforzasse i segni al giovane discepolo apparivano senza senso ma cominciavano a diventare chiari nella mente di Harry che cominciò a leggere.

Negli ultimi giorni di Atlantide la guerra infuriava e i seguaci di coloro che seguivano la magia nera ebbero il sopravvento, l’Imperatore Bianco e il suo gruppo di consiglieri vennero esiliati dalla Città dei Cancelli D’Oro, sede del comando centrale, dopodiché gli stregoni misero uno di loro sul trono. L’Imperatore Bianco, i suoi consiglieri e la maggior parte dei re, erano al quel momento sufficientemente coscienti delle interrelazioni di tutte le forme di vita, potendo cosi’ prevedere le conseguenze della stregoneria. Tutto questo diede il via alla grande migrazione, l’Imperatore Bianco e i suoi seguaci, evasero dalla prigione in cui erano stati relegati, incominciarono a spostarsi in varie parti del mondo nel tentativo di salvare se stessi e la loro gente dal disastro che avevano previsto. Due di questi seguaci erano gemelli dotati di forti poteri telepatici capaci di comunicare tra loro attraverso grandi distanze. Uno di loro migrò verso Est e si stabilì in questa valle l'altro migrò verso Ovest in un luogo chiamato all'Entrata del Pozzo situata nel Messico Centrale. La loro magia era potente e riuscirono a costruire un passaggio segreto tra le due regioni. Il passaggio era ben nascosto dietro alla cascata dorata di questa valle visibile solo quando le luci del tramonto illuminano l'ultima parte di essa prima che formi il piccolo lago sottostante. Questo passaggio conduce direttamente sulla sponda di un cenote, un tipo di grotta con presenza di acqua dolce, ingresso nascosto della loro città. Alla destra di questa scritta viene conservato un archivio degli avvenimenti che hanno reso Shambala quello che è diventata, documenti che dovranno essere letti da ognuno che si appresti a governarla.”

    • Adesso è chiaro il motivo per cui siamo arrivati fin qui. - disse Harry.

    • Chiaro? -

    • Si per me era vitale scoprire come raggiungere quell'altra città per te scoprire come si governa questa valle. Ora possiamo fare ritorno. -

    • Ma io dovrei leggere i documenti. -

    • Certamente, quindi memorizza dove mettere i piedi visto che dovrai scendere qua sotto molte volte. Andiamo ora. -

Realizzando la cosa il giovane apprendista si accordò con Harry e intraprese la via del ritorno. Quando attraversarono il corridoio semibuio che costeggiava le celle dei monaci incontrarono il monaco anziano.

    • Complimenti per come avete raggiunto il vostro scopo. - Disse sorridendo.

    • Grazie maestro, ma gran parte del merito è suo. - Rispose indicando Harry.

    • Pochi hanno saputo trovare la strada e pochi hanno potuto leggere quegli antichi documenti. Ma coloro che l'hanno fatto sono stati gli artefici dell'età d'oro di questa valle. -

    • Devo andare, probabilmente arriveranno tre personaggi uno rosso di capelli, uno calvo e un indiano d'America che chiederanno di noi. Dite all'indiano che siamo andati nello Yucatan. Riguarda una promessa. - Disse Harry

    • Capisco e che l'occhio di Shiva illumini la vostra strada. -

Harry salutò il maestro e il suo discepolo e si incamminò per raggiungere i suoi amici, affrettandosi perché il tramonto era ormai prossimo a venire.

    • Finalmente! Dov'eri finito? - Sbottò Hermione non appena lo vide.

    • Aiutami a radunare gli altri ce ne andiamo. -

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Capitolo 36
*** CHICHÉN ITZÁ ***


Si affrettarono e in breve tempo gli otto amici si radunarono nel porticato, Harry li mise al corrente del prossimo luogo da raggiungere e si incamminarono lungo la strada che avevano percorso per entrare nel monastero. Raggiunsero l'ingresso del passaggio da dove erano sbucati ma non vi entrarono il sentiero proseguiva in discesa lungo il fianco della montagna. Fiori bellissimi e sconosciuti ornavano le scarpate rocciose che costeggiavano il sentiero, il loro profumo era una tentazione per gli otto amici di rallentare e perdere l'attimo del giorno in cui il passaggio diveniva praticabile. Il loro scopo era forte quindi accelerarono il passo e si diressero verso il fondo della valle, Incrociarono i monaci che stavano risalendo verso il monastero e li salutarono proseguendo verso il punto in cui la strada subiva una biforcazione. Una conduceva alla cascata mentre l'altra portava ai villaggi della valle, presero la via dalla quale proveniva un rumore come un leggero rombo di tuono e ben presto il sentiero si trasformò in una pietraia. I massi erano in precario equilibrio l'uno sull'altro e proseguire su di essi rappresentava il rischio di scivolare e farsi male. Hermione cercò di lanciare un incantesimo per renderli stabili ma senza successo, i massi continuavano a mantenere il loro precario equilibrio, non restava altro che saltare da uno all'altro cercando quelli più stabili.

    • Faremo così: io e Mirina andremo avanti, sperando di non farci troppo male, se imbrocchiamo il percorso seguiteci. -

Così fecero, grazie al loro allenamento nelle arti marziali riuscirono a scorgere il punto di maggior solidità in quell'immensa pietraia, saltando da un masso all'altro riuscivano ad aprire la strada per coloro che li stavano seguendo. Così senza troppi guai, solo Ron scivolò da un masso ma senza farsi male, riuscirono ad avvicinarsi alla cascata. Il rombo provocato dalla caduta dell'acqua divenne assordante, una nebbiolina colpita dagli ultimi raggi di quella giornata formava un bellissimo arcobaleno, ma avvertiva anche che avrebbero dovuto affrettarsi per trovarsi dietro la massa d'acqua quando veniva illuminata dal sole al tramonto. Arrivarono alla riva del laghetto e si misero a correre lungo la sua sponda il boato era assordante ma non se ne curarono mentre scivolavano spalle alla roccia fin dietro alla cascata, il rumore e l'umidità erano quasi insopportabili ma dall'alto sembrava scendere una massa d'oro. Erano i raggi del tramonto che stavano illuminando la parte terminale della cascata, tenendo a fatica gli occhi aperti riuscirono a vedere la massa d'acqua diventare il colore dell'oro e in mezzo a quell'oro si formò un'immagine di un pozzo circolare circondato da rocce stratificate.

    • Presto andiamo! - Disse Ron lanciandosi in quell'immagine.

Gli altri lo seguirono per ritrovarsi immersi in una grande pozza d'acqua, velocemente emersero raggiungendo a nuoto la riva, erano inzuppati tuttavia erano giunti nel luogo dove avrebbero potuto compiere la loro ultima impresa prima del ritorno. Rimasero ad asciugarsi al sole per un paio di ore riposandosi e cercando di smaltire le fatiche dei giorni precedenti. Ormai asciutti, stavano ancora godendosi i caldi raggi del sole quando un rumore di rametti spezzati li mise in guardia, alla loro destra qualcosa sembrava muoversi nei cespugli. Le mani corsero veloci alle bacchette mentre Harry si alzò per accertarsi che non vi fosse alcun pericolo. Si diresse verso i cespugli senza vedere l'essere che aveva provocato quei rumori si addentrò ulteriormente nella boscaglia quando sentì:

    • Pss Pss … -

Guardò nella direzione dalla quale proveniva quel richiamo e vide un bambino, era molto spaventato ma gli stava facendo cenno di seguirlo. Harry gli si avvicinò quando alle loro spalle sentirono un rumore di passi felpati, si acquattarono sotto un grosso cespuglio per vedere chi fosse. Attesero pochi secondi e poi la sagoma di Enceladus si mostrò alla loro vista, sollevato Harry gli sussurrò di abbassarsi e di nascondersi sotto al grosso cespuglio.

    • Chiedi al ragazzino che cosa lo sta preoccupando. - Disse

Enceladus porse la domanda ma come risposta ricevette un segno di silenzio e l'invito a seguirlo. Attenti a non fare rumore seguirono il ragazzino fino a una ripida parete rocciosa nascosta da un'intricata selva di piante rampicanti e grossi cespugli. La loro guida li condusse attraverso ai cespugli e sotto ai rampicanti fino a giungere all'ingresso di una caverna ben nascosta dalla folta vegetazione. Entrarono nella caverna e fatti pochi passi si sentirono afferrare da dietro e immobilizzati. Furono condotti in una grotta laterale illuminata da diverse torce e posti in una zona ben illuminata.

    • Liberateli riconosco uno di loro. -

Ordinò una voce che proveniva dalla zona più buia della grotta, la persona che aveva dato l'ordine si mostrò parandosi davanti a Enceladus.

    • Mio caro Ixtil hai fatto finalmente ritorno. - Disse abbracciandolo. - La notte scorsa ti ho sognato, arrivavi da una terra molto lontana in compagnia di alcuni amici per questo motivo ho mandato il ragazzino a cercarvi. -

    • Sono molto felice di rivederti Xoloc, ma che cosa sono tutte queste misure di segretezza e perché rimanete nascosti? … Aspetta a rispondere che metto al corrente il mio amico di chi sei. -

Enceladus spiegò ad Harry che la persona con cui stava parlando era il padre del suo più caro amico nel tempo in cui aveva vissuto con loro. Sentendo che stavano parlando in inglese Xoloc riprese il suo racconto in quella lingua.

    • Da circa un anno uno stregone proveniente da Tula soggiogò i nostri governanti, i tre saggi, e li costrinse alla prigionia all'interno della piramide. I tre saggi erano i "maghi dell'acqua" più potenti della zona ma a nulla valsero i loro sortilegi contro quello stregone. Furono rapidamente catturati e tenuti prigionieri mentre il resto della popolazione fuggì per nascondersi in queste grotte. Solo pochi giovani soggiogati dal potere seguirono il malvagio stregone ed ora sono i suoi assistenti. -

    • Ho capito. - Disse Harry. - "Maghi dell'acqua”? -

    • Vedi il nome di questa città: Chichén Itzá deriva dalle parole chi - "bocca" e ch'en - "pozzo", e significa letteralmente "Alla bocca del pozzo degli Itza". A sua volta, il nome "Itza" viene in genere ricondotto a itz - "magia" e (h)á - "acqua", e tradotto in "maghi" o "streghe" "dell'acqua". Ovvero il titolo onorifico dato ai saggi che governano gli Itza. -

    • In che modo ritenete che possiamo esservi utili? -

    • Credo siate gli unici in grado di contrastare quello stregone, in base a quanto ho visto nel mio sogno, anche se il finale purtroppo mi è stato celato. -

Non appena ebbe finito di parlare qualcosa nella tasca di Harry cominciò ad essere caldo, molto caldo, era il doblone incantato. Subito lo estrasse e ne scrutò l'immagine era una stanza molto buia e vedeva i suoi amici legati, non erano stai tutti catturati da quello che si poteva intuire. Mostrò l'immagine che si era formata nel doblone a Xoloc che riconobbe l'interno della piramide a gradini. Scartò l'idea di materializzarsi all'interno non sapendo a cosa sarebbe andato incontro quindi decise di ritornare indietro verso la piramide seguito da Enceladus. Uscirono dai cespugli e per poco non incocciarono in Mirina e Ron che spaventati raccontarono come gli altri furono catturati e come loro due erano riusciti a fuggire. Furono sorpresi da alcuni giovani che parlano una lingua strana e cavalcavano degli strani animali simili a un drago senza zampe e dalle ali e coda piumate, quelle bestie sembravano vederci molto bene e come i draghi avere un soffio infuocato letale. Non ebbero nemmeno il tempo di estrarre le bacchette venendo subito catturati ma a causa della sua grande abilità nel corpo a corpo Mirina e lui riuscirono a scappare e a nascondersi nei cespugli. Harry disse che erano tenuti prigionieri nella piramide a gradoni e che avrebbero dovuto liberarli al più presto, perché nell'immagine che si era formata sul doblone aveva visto, in alto, dei corpi appesi richiusi entro dei bozzoli, come le prede dei ragni, Ron confermò, dato che anche lui aveva visto la stessa cosa. Sempre rimanendo nascosti dagli alberi e dai cespugli si avviarono verso la piramide, evitando qualsiasi rumore, attraversarono il boschetto e arrivarono davanti a quella antica costruzione ma per poterla raggiungere avrebbero dovuto percorrere alcune decine di metri allo scoperto senza alcuna possibilità di nascondersi. Sfortunatamente il mantello dell'invisibilità, mai così tanto desiderato, era rimasto nella borsa di Hermione e la vista di ciò che stava avvenendo fuori dalla prigione non li stava aiutando. Infatti il luogo era pattugliato da quattro giovani a cavallo di quegli strani draghi, era impensabile attraversare senza essere visti.

    • Vado avanti io, mi sembra di riconoscere, uno di quei giovani. - Disse Enceladus.

Senza attendere il consenso dei suoi amici uscì dal boschetto e si diresse verso uno di loro, fu riconosciuto e si fermò a parlare, la discussione si protrasse per alcuni minuti e dal loro nascondiglio non riuscivano a comprendere cosa stava succedendo nonostante il grande gesticolare dei due. La discussione infine terminò il cavaliere e il suo destriero si allontanarono mentre Enceladus raggiunse i suoi amici.

    • Ho fallito, non c'è nessuno spazio per negoziare la liberazione dei nostri amici. -

    • Dobbiamo dunque fare un'azione di forza? - Chiese Mirina.

    • L'unica cosa che hanno detto è che avrebbero liberato gli ostaggi se, e solo se, venissero sconfitti al Tlachtli. -

    • Che cos'è? - chiese Ron.

    • Una specie di Quidditch locale. Si gioca a cavallo di quegli animali in squadre di quattro o più persone. Per fare punto bisogna infilare con la palla un anello posto in alto su di un muro. La palla va infilata dalla parte in cui si viene schierati se la si infilasse dall'altro lato il punto andrebbe agli avversari, ovviamente si può giocare in qualsiasi parte del campo. Chi per primo segna cinque volte ha vinto. Questo è il loro modo di praticare quel gioco. -

    • Ci hai mai giocato? -

    • No, non avevo mai visto nemmeno quelle bestie prima d'ora. -

    • Va bene accettiamo. - Disse Harry – Tu, però, devi negoziare un po' di tempo affinché ci possiamo famigliarizzare con quegli animali. -

    • Ammesso che li sappiate cavalcare, vi daranno i più riottosi e imbizzarriti. -

    • Sappiamo, siamo in quattro, quindi ci sei dentro anche tu. Non è detto che sia uno svantaggio avere quel tipo di cavalcature di solito i più riottosi sono anche i migliori. -

    • Per tutti gli dei hai veramente calcolato la grande quantità di rischi a cui andiamo incontro? -

    • No ma sappi che noi abbiamo un vantaggio: non possiamo fallire. Quindi torna da quel ragazzo e digli che accettiamo cerca di ottenere quanto più tempo sia possibile per famigliarizzare con gli animali. -

In preda a grossi dubbi Enceladus lasciò il boschetto e si diresse di nuovo verso la piramide, di nuovo ingaggiò una lunga discussione con quello strano cavaliere e dopo alcuni minuti fece ritorno.

    • Sfida accettata, ci hanno concesso del tempo, non molto in effetti, quando l'ombra del cerchio in cui si dovrà infilare la palla sarà perfettamente perpendicolare la partita avrà inizio. -

    • Bene andiamo a domare i nostri destrieri. -

Harry e Mirina uscirono allo scoperti seguiti da Ron e Ency alquanto timorosi e instabili sulle gambe.

    • Harry tu sei pazzo! Le hai viste, quelle bestie ci arrostiranno. -

    • Non ti preoccupare ce ne occuperemo una volta che le avremo di fronte. -

Arrivarono davanti alla piramide, incontrarono i quattro sfidanti che li derisero perché tra loro c'era una donna. Non ci fecero caso ma, tramite Enceladus, chiesero di poter famigliarizzare con i loro destrieri. In risposta dissero che due erano pronti e altri due dovevano essere trasportati da un recinto situato nelle vicinanze. Il che si manifestò come una fortunata coincidenza perché solo Mirina e Harry sapevano come tener testa a tali bestie. In men che non si dica due draghi furono portati al loro cospetto, avevano piume molto più brillanti e un aspetto più fiero rispetto alle cavalcature dei loro avversari. Mirina e Harry fronteggiarono una bestia per ciascuno guardandole dritte negli occhi senza abbassare lo sguardo, quel tipo di combattimento durò per alcuni lunghissimi minuti poi il drago di Harry abbassò la testa e mitemente si fece avanti. Harry gli si avvicinò lentamente senza mai distogliere lo sguardo fino ad arrivare in prossimità dell'orecchio sinistro. Si fermò e sussurrò qualcosa in serpentese all'animale che si arrese sottomettendosi, sussurrò di nuovo qualcosa e poi fece cenno a Ron di avvicinarsi. Tremante come una foglia nel vento mattutino si avvicinò.

    • Forza, fifone, saltagli in groppa. Tieniti saldo ma attento a non strappargli le piume. -

    • Se muoio ti uccido Harry. -

Balbettò mentre saliva sul suo destriero, non successe niente allora prese coraggio e diede un leggero colpetto con il tallone sul fianco dell'animale. Spiccò il volo velocemente e Ron dovette aggrappasi al suo collo per bilanciare l'improvvisa accelerazione, tuttavia trovò che cavalcare quella creatura fosse più semplice del previsto. Mentre stava divertendosi a sorvolare la zona anche Mirina aveva domato con lo sguardo il suo animale, Harry sussurrò le stesse cose ricevendo anche qualche risposta e una richiesta, se la creatura lo avesse aiutato avrebbe dovuto rendergli la libertà. Ottenuto l'assenso il drago divenne docile come un agnello così Ency poté cavalcarlo senza problemi. Nel frattempo arano arrivati i quattro giovani con altri due draghi persino più temibili di quelli precedenti uno continuava sputare fuoco ed era impossibile avvicinarsi mentre l'altro continuava a dimenarsi. Mirina si parò davanti a quest'ultimo fissandolo decisamente negli occhi, mentre Harry si mise a correre verso lo sputafuoco cercando di evitare il suo caloroso benvenuto. Ci riuscì e in un attimo, con un gran balzo salì in groppa abbracciando il collo della bestia, nel frattempo incominciò a sussurrare all'orecchio in serpentese. Scoprì che il drago era il capobranco, arrabbiatissimo per essere stato catturato lui stesso e i suoi compari ma ancora più arrabbiato perché le femmine erano state domate e usate per quel gioco dai quattro ragazzi. Ora Harry iniziava a capire come mai le loro cavalcature erano così difficili, notoriamente i draghi maschi erano molto fieri e indomabili a differenza delle femmine. Promise al capo che se fossero riusciti a compire la loro missione avrebbero liberato il branco dalla schiavitù in cui era relegata. Detto fatto, ora i quattro amici stavano cavalcando i loro destrieri sentendosi sempre più a loro agio nel cielo azzurro dello Yucatan. L'ora stabilita per l'incontro era ormai giunta gli otto cavalieri si ritrovarono nel piazzale rettangolare dove si praticava questo sport il muro rivolto a ovest portava a circa cinque metri di altezza un cerchio entro cui doveva essere fatta passare una palla piuttosto pesante. Le due squadre si schierarono gli sfidanti si sistemarono con il muro rivolto alla loro destra mentre Enceladus e gli altri nell'altra metà del campo. Harry consigliò a Ron di stabilirsi in prossimità dell'anello nella parte avversaria in modo da impedire alla palla di entrarci mentre ad Enceladus consigliò di volare piuttosto lentamente non molto distante ma in prossimità del cerchio mentre lui e Mirina sarebbero andati alla caccia della palla.

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Capitolo 37
*** MAYA QUIDDITCH ***


La partita ebbe inizio, gli avversari scattarono all'unisono lanciandosi la palla evitando le azioni difensive di Mirina ed Harry, erano molto veloci e volavano benissimo con le loro cavalcature, uno di loro arrivò molto vicino al cerchio e lanciò la palla che Ron a fatica riuscì a respingere d'istinto consegnando però la palla all'avversario più vicino che stavolta non sbagliò il bersaglio. Uno a Zero la palla fu ceduta a Enceladus, volando all'indietro cercava di farla pervenire a Harry che si era spostato tutto sulla destra lanciò la palla e Harry l'acchiappò ma un violento colpo di coda di un drago avversario cercò di disarcionarlo. Per mantenere l'equilibrio perse la palla che fu prontamente recuperata da un avversario che la passò a un compagno libero per il Due a Zero. Ency raccolse la palla e stavolta la passò a Mirina che lanciandosi in uno spericolato volo rasente al terreno evitò due avversari per poi lanciarla in alto dove fu raccolta da Ron che con grande calma la infilò dalla parte giusta del cerchio Due a Uno. Di nuovo la palla fu degli avversari tre di loro si lanciarono in una folle corsa in alto passandosi ripetutamente la palla mentre il quarto stava puntando dritto contro Ron. Spaventatosi si spostò proprio nel mentre in cui il suo avversario riceveva la palla per poi infilarla senza alcuna difficoltà nel cerchio Tre a Uno. La palla tornò a Enceladus che la passò a Mirina tentando di ripetere la precedente vittoriosa azione ma stavolta gli avversari volavano compatti per racchiuderla e costringerla ad indietreggiare, in quel momento proveniente da destra Harry fece una stretta inversione facendo si che la coda del suo destriero disarcionasse un paio di avversari che volavano in formazione, Mirina ne approfittò subito passando la palla a Ron che ripeté il precedente colpo vincente Tre a Due. Gli avversari riebbero la palla e passandosela velocemente arrivarono nei pressi di Ron uno di loro volò vicinissimo al drago e diede una forte manata sul fianco della bestia che scartò per il dolore la porta era sguarnita così il portatore di palla tirò, ma dal basso il drago di Harry stava risalendo come un fulmine acchiappò la palla e la passò velocemente a Mirina che segnò il punto Tre a Tre. Di nuovo gli avversari partirono dal fondo con la palla stavolta furono subito attaccati da Mirina ed Harry simultaneamente che avevano incrociato le traiettorie le code dei loro draghi disarcionarono due avversari uno era anche il portatore di palla Mirina la recuperò prima che toccasse terra e prontamente la lanciò a Enceladus che non ebbe difficoltà a fare il punto Tre a Quattro. Toccò ancora agli avversari a mettere in gioco la palla avanzarono verso la porta difesa da Ron in formazione a freccia tre davanti e uno dietro, il portatore di palla; quella formazione impediva di contrastarli Harry e Mirina volando velocemente cercarono di inserirsi tra i tre e quello con la palla, ci riuscirono in parte spaventando il drago di quest'ultimo che prima di perdere l'equilibrio scagliò la palla con forza lontano da sé. La palla si stava allontanando dal campo da gioco e fu subito inseguita da tre avversari e da Ron, Mirina ed Harry che erano i più vicini mentre Enceladus si sistemò a guardia della porta. Il Drago di Harry era nettamente più veloce degli altri ma la palla stava quasi per toccare terra, con una manovra spericolata volando a filo del terreno e abbassando al massimo la mano Harry riuscì a recuperarla. Si voltò era molto distante dal terreno di gioco ed era seguito da Mirina e Ron e dagli avversari. I suoi due compagni capirono la situazione e improvvisamente invertirono il senso di volo provocando un grosso scompiglio negli inseguitori che dovettero scartare per evitarli fornendo così a Harry un grosso vantaggio. Ritornò come un fulmine sull'area di gioco ormai priva di ostacoli e fare il punto decisivo fu una passeggiata, la partita era vinta. Atterrarono tutti nello spiazzo ed Enceladus andò dal suo amico a reclamare la libertà per i compagni prigionieri. Seppure a malavoglia condussero i vincitori all'interno della piramide dove giacevano legati. Li slegarono e raccolsero anche le loro cose che erano state abbandonate li con loro. Diedero fugacemente un'occhiata all'interno e a circa mezz'altezza notarono tre bossoli contenenti dei corpi. I corpi parevano ancora vivi ma paralizzati Harry pensò che questi erano i tre Maghi dell'Acqua prigionieri dello stregone. Un sottile presentimento si insinuò nella mente di Harry:

    • Presto usciamo e mano alle bacchette. -

Gli otto si precipitarono fuori dalla piramide, quando furono nel mezzo del piazzale antistante sentirono un forte urlo gutturale proveniente dalla sommità dell'edificio. Lassù si stagliava una figura sinistra, un tipo con la pelata e lunghi capelli grigi che partivano all'altezza delle orecchie per coprire le spalle indossava una lunga tunica nera e impugnava un grosso bastone alla cui sommità era incastonato un brillantissimo cristallo. Lo stregone puntò il suo bastone contro gli otto che come un sol uomo si ripararono con un incantesimo scudo. La maledizione lanciata dallo stregone si stava scontrando con lo scudo provocando una situazione di stallo, Harry e i suoi non riuscivano a smorzare l'impeto della maledizione e lo stregone non riusciva a far breccia. Luna però aveva escogitato qualcosa, muovendosi impercettibilmente passò la bacchetta nella mano sinistra e con la destra estrasse la sua seconda bacchetta. Senza perdere la concentrazione sporse a lato la mano e puntò la bacchetta in alto alla destra della piramide.

    • Expelliarmus! -

L'incantesimo assunse una traiettoria curvilinea e andò a colpire il bastone dello stregone facendolo volare via. Lestamente Harry si lanciò per recuperarlo mentre i suoi compagni lanciavano tutte le maledizioni conosciute contro il loro avversario riducendolo a un innocuo lumacone pietrificato. Harry esaminò il bastone, osservando attentamente il cristallo poteva scorgere tre volti, presumibilmente erano le tre persone imprigionate all'interno della piramide. Decise così di rientrare dirigendosi verso quei bozzoli, mentre i giovani ragazzi avendo visto la fine del loro padrone se la diedero a gambe. Puntò il cristallo del bastone su uno di essi e subito il bozzolo si sciolse lasciando scivolare sul terreno il suo contenuto, fece così anche per i rimanenti liberando dal giogo i tre Maghi. Pur camminando a stento riuscirono a uscire dalla piramide per vedere il loro nemico sconfitto. Enceladus si diresse di corsa a chiamare il suo amico Xoloc e il suo popolo adesso che lo stregone era stato sconfitto erano liberi.

La notizia si diffuse velocemente e gli otto ragazzi furono accolti come eroi, fu subito approntata una festa in loro onore introdotta da un lauto banchetto. La grande tavolata fu approntata nelle grotte dove vivevano coloro che si erano rifugiati dalla prepotenza dello stregone nero, gli abitanti di quella città si mescolarono con gli otto festeggiati dividendoli in diversi gruppetti. Dopo aver banchettato Harry notò che Demelza, Luna e Enceladus avevano lasciato la tavolata in compagnia di una anziana signora, a dire il vero, dall'apparenza molto stramba, Neville aveva seguito uno dei tre maghi appena liberati mentre Mirina e Ron ne avevano seguito un altro. Alla fine del banchetto rimasero solo un Mago, Harry ed Hermione.

    • Dove sono andati i nostri amici? -

    • Oh le due ragazze ed Ixtil sono andate a perfezionare la loro capacità di sognare con Huetza, Il ragazzo e la ragazza sono andati con Nauhy per studiare il comportamento umano e come utilizzarlo, mentre il ragazzo e Ihuity sono andati a studiare le piante.

    • Ho capito ma noi abbiamo una missione da compiere, scoprire come purificare la Coppa di Tassorosso. Non vorrei perdere tempo. - Rispose Harry.

    • Quale coppa? -

    • Ah dovrebbe averla Luna, una di coloro che dovrebbe migliorare il sognare. -

    • Si da il caso che sia io a portare la coppa. - Disse Hermione estraendola dalla sua particolare borsa.

    • Per Quetzalcoatl questa dovrebbe essere la coppa della vita. -

    • La coppa della vita? -

    • Certo. Si narra che fosse stata generata da Luztlán un essere molto antico che bramava la conoscenza. Cercava di conoscere l'infinito pur sapendo di non potercela fare, resosi infine conto di questa impossibilità e stordito dalla cosa cadde. Batté la testa e dalla sua fronte si generò questa coppa, che la si può ritrovare nelle leggende in quasi tutte le parti del mondo. Coppa della vita perché la conoscenza è vita. -

    • Grazie ma come possiamo purificarla? -

    • Una delle nostre leggende dice che la coppa potrà essere purificata solo dalla sorgente della purezza situata nel punto più basso di Chichén Itzá e che sgorga dal cristallo. Quando l'acqua nella coppa diventerà limpida sarà purificata. -

    • Bene dov'è questa fonte? -

    • Nessuno lo sa. Sebbene questa sia la Chichén Itzá si presume non sia quella della leggenda. Per quanto ne so era una città sotterranea a forma di piramide rovesciata. La punta era un enorme cristallo dal quale sgorgava una fonte miracolosa dai magici poteri curativi. Ma per quanto l'abbia cercata non l'ho mai trovata.

    • Penso sia il luogo giusto. Arriviamo dal Tibet dove vi era una leggenda in cui due gemelli fondarono due città Shambala e Chichén Itzá dalla prima siamo potuti arrivare direttamente qui tramite un antichissimo e magico passaggio. Siamo atterrati proprio nel pozzo a sud della piramide. -

    • Interessante ho esplorato quel pozzo in lungo e in largo ma non ho trovato nessun indizio di una antica città. -

    • Vediamo. - Li interruppe Hermione – Il nome della città significa "Alla bocca del pozzo degli Itza". Per me sta a significare che la città si trova nei pressi del pozzo, Itza significa anche magia dell'acqua quindi si dovrebbe vedere tramite l'acqua. -

    • Fa senso andiamo al pozzo. -

Si recarono al pozzo, Harry aveva ancora con sé il bastone preso al mago nero, ma dopo aver passato e ripassato tutto il suo perimetro e i luoghi circostanti senza che nulla accadesse si sedettero sulla riva scoraggiati.

    • Questo si chiama il cenote di Xtoloc mentre quello a nord si chiama il Sacro cenote. -

    • Perché non lo hai detto prima. - Esclamò Hermione

    • Guidaci. - Disse Harry

Seguendo la loro guida Harry ed Hermione attraversarono di nuovo il boschetto costeggiarono la piramide a gradini, oltrepassarono un'altra costruzione, percorsero un'ampia strada fino ad arrivare al Sacro cenote.

    • Sarebbe questo il pozzo Sacro? - chiese Harry indicandolo con la punta del bastone.

Mentre pronunciava quelle parole il cristallo incastonato nel bastone emise dei bagliori mentre i riflessi sulla superficie dell'acqua divennero sbiaditi.

    • Punta di nuovo il bastone sull'acqua, tienilo fermo. - Consigliò il vecchio mago.

Harry lo fece, dal cristallo si sprigionò un raggio di luce che colpì l'acqua, poco alla volta i riflessi del paesaggio cambiarono per lasciare posto a una parete di roccia, la stessa che si poteva vedere sulla destra. Il raggio colpiva un punto esatto di quella parete, esaminandola attentamente e a lungo si potevano scorgere le fattezze di un portale.

    • Il cristallo è la chiave della porta. - disse Hermione

    • Penso di si e va messo nell'incavo sulla roccia esattamente nel punto colpito dal raggio. - disse Harry

Costeggiarono il laghetto fino a raggiungere una parete rocciosa liscia e perpendicolare, a una prima occhiata non vi erano indizi che ci fosse qualche porta o comunque modo di entrare, ma a uno sguardo più attento si poteva notare un incavo sagomato proprio ad altezza d'uomo. Sembrava il calco del cristallo incastonato sul bastone che Harry aveva con sé. Arrivati di fronte osservò con cura poi decise di inserire il cristallo nell'incavo, vi entrò perfettamente e si sentì un click ma non avvenne nient'altro. Hermione cominciò a tastare la parete rocciosa e si accorse che, parte di essa, poteva scivolare come una porta scorrevole. Benché il suo spessore era di circa un metro ed era alta quanto larga, circa due metri non era necessario applicare uno sforzo particolare per aprire quella porta. Oltre la porta si poteva vedere una piattaforma, una scala che scendeva e dei corridoi. Entrarono e la porta lentamente si richiuse alle loro spalle. Piombarono nel buio più totale e l'aria era stantia quasi fetida.

    • Lumos maxima. - Hermione illuminò il cammino.

La temperatura interna era molto più fresca di quell'esterna e pareva costante, probabilmente rimaneva quasi costante durante tutto l'anno, fresca d'estate e tiepida in inverno. Subito si presentarono dei labirinti scavati nella roccia del terreno, che portavano ad aperture, stanze, cunicoli di roccia giallastra striata dagli attrezzi che la scolpirono. Iniziarono a scendere giù per gli scalini, attraversando corridoi stretti e bassi entrando nelle stanze ampie, con i soffitti a volta poggianti su grosse colonne di roccia, che a loro volta conducono a delle piccole celle senza altre uscite. Per essere stata chiusa e inutilizzata per così tanto tempo l'aria era relativamente fresca anche se un vago fetore aleggiava in quell'atmosfera. Infatti vi erano profondi pozzi di ventilazione che collegano i vari livelli alla superficie e consentivano un ottimo scambio d'aria. Continuando la loro perlustrazione fecero una macabra scoperta, in alcune piccole celle cieche, adibite a camere da letto, trovarono degli scheletri, le persone sembravano morte nel sonno sebbene avessero assunto delle posizioni piuttosto innaturali. Probabilmente questa era la fonte del vago fetore, nonostante il ricambio dell'aria, che permeava l'atmosfera di quel luogo. Dopo aver perlustrato quel piano scesero al successivo, l'architettura era molto simile a quella già esplorata solo che al centro, o almeno quello che a loro parve essere il centro si estendeva una grande sala con in mezzo un grosso scranno, sembrava la sala del trono degli antichi castelli Inglesi. Si avvicinarono alla sedia al suo fianco vi era un tavolo con alcuni fragili fogli che riportavano una scrittura sconosciuta ad Harry e a Hermione. Tuttavia il loro accompagnatore era in grado di leggerla:

“ … qui si riporta la testimonianza del viaggio supremo che il popolo Maya intraprenderà. Come sapete parte della natura umana è volta a ricercare la sua casa, è una sensazione che ognuno di noi prova. Questo è il nostro mondo tuttavia qualcosa di indefinito ci dice che non è la nostra casa. Il nostro popolo cercò di risolvere la cosa e avendo acquisito un grande controllo dei sogni cercò di costruire la propria casa rendendo i sogni di tutti una realtà. Ora ci apprestiamo a trasferirci in quel luogo ovvero ci addormenteremo qui e ci sveglieremo finalmente a casa … “

Il cattivo stato di conservazione impediva di leggere il resto della scrittura.

    • Ecco cosa è successo ai nostri antenati. - Disse il mago

    • Ma quegli scheletri? - Chiese Hermione

    • Probabilmente non riuscirono ad agganciarsi al sogno della maggioranza e quindi perirono. Le loro posizioni indicano un grande sforzo per adattarsi a qualcosa di diverso ma indicano anche il loro fallimento. -

Harry stava ispezionando il trono quando si accorse che sull'alta spalliera vi era un un cristallo, sembrava il fratello maggiore di quello che stava portando sul bastone. Provò a toccare quel cristallo con il suo e improvvisamente la stanza fu illuminata da una luce color pesca, mentre provava una sensazione strana sembrava quasi che sognasse quella stanza. Ben presto si accorse che anche i suoi due compagni di avventura provavano le stesse sensazioni.

    • Quel cristallo contiene una registrazione dell'abilità dei miei antenati ed è stato attivato. Ora noi stiamo sognando da svegli. -

    • Proviamo. - Disse Harry

Senza abbassarsi piegò le ginocchia alzando i piedi, e si accorse di poter fluttuare come aveva fatto nelle grotta verso l'albero della vita.

    • Fate come me alzate i piedi dal terreno piegando le ginocchia. -

Il Mago non ebbe problemi, probabilmente conosceva già quel trucchetto, ma Hermione era abbastanza restia a farlo. Harry le girò intorno esortandola rassicurata ci provò e anche lei si ritrovò a fluttuare nella stanza. Ora non avevano più bisogno della luce della bacchetta e potevano muoversi più veloci. Continuarono nella loro discesa lungo i vari livelli ai quali si accedeva attraverso strette scale arrivando alle stanze sotterranee che avevano diverse funzioni. Vi erano sale da pranzo comunitarie, cantine e dispense in cui venivano conservati gli alimenti. Stanze nere per la fuliggine erano utilizzate come cucine, altre contenevano le macine per i vari cereali vi erano pozzi per attingere da un corso d'acqua sotterraneo, era una città autosufficiente, vera e propria. Continuarono a scendere ed a esplorare i livelli diventavano sempre meno ampi e in effetti la costruzione era un'enorme piramide capovolta, ora si stavano avvicinando alla punta. Esplorarono ancora un livello, probabilmente destinato allo stoccaggio dei viveri e scesero lungo l'angusta scala. Si ritrovarono in una meravigliosa unica stanza scavata in un enorme cristallo, era la punta della piramide. Le pareti scintillavano nonostante la luce color pesca che illuminava tutti i luoghi da loro visitati. La stanza di forma quadrata non era molto ampia e da una parete sgorgava una piccola sorgente che veniva raccolta in un bacile di cristallo, lo scarico scendeva e oltrepassava il pavimento per perdersi chissà dove.

    • Questa è senza dubbio la sorgente della purezza. - Affermò il Mago – L'antica leggenda diceva che le donne potevano bere da essa e solo pochi uomini erano in grado di bere e poter sopravvivere. L'acqua, ai maschi che avrebbero sopportato il suo potere, poteva fornire a loro il discernimento necessario affinché le loro azioni potessero rispettare l'interrelazione tra tutte le forme di vita evitando squilibri che avrebbero causato morte e catastrofi. -

    • Bene occupiamoci della coppa. - Disse Hermione estraendola dalla borsa.

Attinse dalla sorgente ma l'acqua nella coppa rimase torbida, la svuotò e rifece l'operazione. L'acqua nella coppa, pur avendo un certo miglioramento, rimaneva ancora opaca e se le leggenda diceva il vero il rituale di purificazione non era ancora concluso. Hermione continuò ad attingere e a svuotare la coppa ma il risultato finale non si presentava, l'acqua rimaneva leggermente torbida.

    • Bisogna bere dalla coppa! - Affermò Harry. - Devo farlo io. -

    • No non posso permetterlo! . - Berrò io.

    • Non credo che funzioni, la leggenda dice che le donne possono bere impunemente ma i maschi no. La magia oscura lanciata su questa coppa proviene da un maschio e uno di loro deve cancellarla. - Rispose Harry

    • Temo che il tuo amico abbia ragione. - Confermò il Mago.

    • Ma quell'acqua potrebbe paralizzarti, farti dimenticare, uscire di senno procurarti dolore o ucciderti. Non voglio! - Urlò esasperata Hermione

    • Stai tranquilla alla fine tutto andrà bene. -

Harry prese la coppa la riempì e bevve l'acqua, per un momento nulla successe poi si sentì come quella volta nell'atrio del ministero della magia durante la battaglia tra Silente e Voldemort. Sentì di essere posseduto ancora da quella presenza nefasta e che lui cercava di combattere, le conoscenze malvagie di Voldemort erano giunte improvvisamente alla sua coscienza, Harry cercava di combatterle con quanto di buono aveva imparato durante la sua vita. Si rese conto che quella battaglia lo stava indebolendo e lentamente lo conduceva verso la svolta finale. Smise di lottare, a questo punto nella sua mente si formò l'immagine del caduceo, il bastone di Salazar. Ecco come avrebbe dovuto sistemare la cosa, nessun combattimento semplicemente rimettendo a posto le due polarità il bene e il male. Sapeva che non potevano esistere l'uno senza l'altro, il fattore discriminante era l'uso, il potere di scelta che l'essere ha sempre avuto. Smise di contorcersi e si rilassò.

    • Temevo di averti perso. - Disse abbracciandolo Hermione.

    • Hai compiuto una notevole impresa mio giovane amico. - Disse il Mago.

    • Provate a mescere l'acqua con la coppa. - Rispose sorridendo Harry

Prontamente Hermione attinse l'acqua e fu la più pura e cristallina che avesse mai visto anzi si sarebbe potuto dire che la coppa fosse vuota.

    • Ce l'hai fatta anche questa volta mascalzone. - Scherzò Hermione.

    • Molto bene ora possiamo fare ritorno. -

Risalirono le anguste scalinate fino ad arrivare alla sala del trono diedero un ultimo sguardo a quell'insolita spalliera sormontata da quel grosso cristallo e lasciarono quel posto per riguadagnare l'uscita. Mentre svoltavano per raggiungere la scala, la luce color pesca svanì, si sentirono di nuovo completamente svegli ed Hermione dovette mettere mano alla bacchetta per illuminare il cammino. Arrivarono alla porta scorrevole e senza alcuno sforzo la aprirono venendo inondati dalla luce abbacinante del giorno.

Raggiunsero il rifugio e vi trovarono i loro amici completamente preoccupati credendo di averli persi.

    • Finalmente siete tornati sono passati otto giorni da quando ve ne siete andati. - Li accolse Ron

    • Otto giorni? Come è possibile? - Esclamò sbalordita Hermione.

    • Ricordate? - Li interruppe il Mago – Abbiamo esplorato la maggior parte di quella città in sogno, quindi la sensazione del trascorrere del tempo era alterata. Se ci sono voluti otto giorni quella città è davvero enorme. -

Al sentire queste parole vollero conoscere tutta la storia, passarono il pomeriggio, la cena e la maggior parte della notte a raccontarsi le loro avventure. Finito il racconto della città Maya, fu la volta di Neville che descrisse ciò che aveva imparato riguardo alle piante e il loro uso, come distinguerle dalla configurazione energetica che il suo insegnante, Ihuity, gli aveva insegnato a percepire. Poi fu la volta di Ron e Mirina a descrivere come si poteva prevedere il comportamento umano in base alle emozioni provate, anche in questo caso il loro insegnante, Nauhy, insegnò loro a percepire l'energia delle persone e a stabilire in quale emozione stavano agendo. Impararono anche a sintonizzarsi con loro e ad aumentare o a diminuire l'energia facendo cambiare l'emozione e quindi comportamento. Non molto ebbero da dire Ency, Luna e Demelza, avevano anche loro sognato tutto il tempo imparando come muoversi nei sogni e come controllarli ma per qualche motivo non riuscivano a trasformare in parole quello che avevano imparato.

Il mattino seguente Harry si svegliò presto, si era ricordato della promessa fatta al capobranco dei draghi, e voleva mantenerla. Uscì quindi da dietro ai cespugli ma si accorse di non essere da solo, Luna e Neville erano usciti prima di lui.

    • Ciao Harry, mattiniero eh? - Lo salutò Neville

    • Che ci fate voi due qui fuori? - Chiese Harry

    • Oh beh non riuscivamo più a dormire … - Rispose Luna

    • Bene allora venite con me. -

Fecero una lunga camminata attraversarono un boschetto e lasciarono la città Maya addentrandosi in una piccola foresta. Harry sentiva che i draghi erano molto vicini infatti dopo aver oltrepassato dei grossi alberi arrivarono nei pressi di una grotta. A guardia dell'entrata c'era uno dei giovani sconfitti a quel gioco simile al Quidditch, ma quando si rese conto di aver di fronte Harry si spaventò e fuggì via.

    • Che gli hai fatto per spaventarlo così? - Chiese Neville

    • Abbiamo sconfitto il suo padrone, ricordi? -

    • Quello stregone era il suo padrone? -

    • Si! Ora mi teme e non vuole avere a che fare con me. - Rise Harry

    • Perché siamo qui? -

    • Devo mantenere una promessa. -

    • Che promessa? - Chiese Luna.

    • Devo rendere loro la libertà. - Rispose indicando due draghi che si erano avvicinati alle sbarre che chiudevano la grotta.

    • Wow! Magnifiche creature! Questi sono degli Amphitere lo sai che possono volare per lunghe distanze se bevono una speciale pozione? -

    • Quanto lungo? - Harry – Che pozione? - Neville. Le domande furono fatte contemporaneamente.

    • Potrebbero portarci in Inghilterra facilmente, si dice che possano fare il giro del mondo. La pozione si chiama fuoco liquido ma non ho idea di come si prepari. -

    • Si da il caso che io lo sappia. - Disse Neville – Mi è appena stata insegnata dal Mago esperto di piante. -

    • Bene chiederò se ci vorranno condurre a casa, ma nel frattempo apriamo questa dannata gabbia. -

Luna estrasse la bacchetta puntandola verso la roccia che teneva fissata la barriera esclamò:

    • Bombarda! -

La cancellata privata dai suoi cardini cadde ai piedi dei tre amici e i draghi fuoriuscirono dalla loro prigione. In tutto erano dieci, quelli che avevano preso parte alla partita più una femmina e il suo cucciolo. Se ne andarono velocemente rimase solo quello cavalcato da Harry, gli si avvicinò ed Harry ne approfittò per chiedere se fossero stati così gentili da condurli in Inghilterra. Il capobranco chiese se vi era, in quel luogo, un posto che li poteva ospitare in quanto essendo già stati catturati avrebbero potuto essere fatti prigionieri facilmente un'altra volta. Harry li assicurò descrivendo la foresta proibita e il suo custode che era preparatissimo e amava le creature magiche. Fu subito d'accordo e disse che sarebbero partiti non appena la pozione fosse pronta, nel frattempo avrebbero dovuto rimanere nascosti nel folto della foresta evitando di farsi catturare.

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Capitolo 38
*** RITORNO A CASA ***


Risolta la faccenda fecero prontamente ritorno, Neville contattò Enceladus per preparare la pozione fuoco liquido mentre Luna si attardò un attimo con Harry.

    • Vedi anche tu quella specie di nebbia giallastra alla tua destra? - Chiese Luna

    • No! Ma me la potresti descrivere? -

    • A volte la vedo, ho incominciato a vederla dopo le lezioni sul sognare di quella strega. È come un muro ma se giro la testa per vederla di fronte gira anch'essa. -

    • Uhm interessante. Potrebbe essere la separazione dei mondi, sai, quando mi avete salvato da quel mondo, la barriera che vedevo era in effetti un muro di nebbia giallastra. Se si riesce a fermarlo e a vederlo di fronte forse si potrà anche superarlo. -

    • Wow! Proviamo? -

    • Grazie ma non ci tengo, quel luogo non mi stava simpatico e non intendo tornarci, salvo cause di forza maggiore. -

    • Ti capisco. -

La pozione sarebbe stata pronta per l'indomani mattina. Avevano pianificato di intraprendere il viaggio alle prime luci dell'alba in modo da arrivare nella foresta proibita di notte riducendo al minimo le probabilità di essere avvistati. Essendo quella l'ultima giornata in compagnia di quella gente Harry andò a ringraziarli per l'aiuto che gli avevano fornito. Fu ricevuto dai tre Maghi e fece loro dono del bastone usato dallo stregone malvagio. Nel ringraziarlo lo misero al corrente che avrebbero voluto trasferirsi in quella mitica città e che quel dono capitava proprio al momento giusto.

All'alba erano tutti svegli, e pronti per il ritorno. La pozione fuoco liquido era pronta, ed abbondante. Si inoltrarono nella foresta in cerca dei draghi, giunti davanti alla grotta che serviva da prigione sentirono dei rumori come se ci fosse un specie di lotta. Seguirono la fonte e si trovarono ad osservare la cattura del piccolo drago da parte dei quattro giovanotti ex seguaci dello stregone. Prontamente Luna intervenne lanciando una selva di incantesimi paralizzanti alle gambe dei malcapitati. Il piccolo era salvo e fu subito raggiunto dal branco al completo, ormai tutto era pronto Mirina e Harry fecero bere il fuoco liquido ai nove draghi che come risultato provocava un'enorme e infuocato rutto. Lingue di fuoco andarono a colpire i quattro malcapitati ancora con le gambe paralizzate ustionandoli. Ciascuno di loro salì sulla schiena di un drago aggrappandosi alle piume del collo e poggiando bene le ginocchia all'attaccatura della ali mentre mamma drago fece salire il suo piccolo che le si avviluppò al collo come una sciarpa. Il sole cominciava a mostrarsi all'orizzonte quando la strana comitiva lasciava lo Yucatan per fare ritorno in Inghilterra.

Mentre la carovana, che aveva assunto l'aspetto del mitico serpente piumato, si librava nel cielo i loro inseguitori arrivavano trafelati nel punto dal quale gli oggetti del loro inseguimento erano partiti. Lo smacco era grande e ancor più grande era la sconfitta, ovvero nemmeno questa volta erano riusciti ad identificare gli altri partecipanti della spedizione. Avevano fatto fiasco nuovamente, Dunce e Cubbish si sedettero scoraggiati su due sassi mentre il pellerossa se ne stava in disparte. L'ometto calvo incominciò a giocherellare nervosamente con la sua bacchetta, poi ad un tratto sbottò:

    • Per tutti i folletti della Cornovaglia li abbiamo persi di nuovo. -

Nel proferire questa imprecazione la sua bacchetta era casualmente puntata verso delle foglie ammucchiate dal vento. Ci fu un pandemonio. Minuscoli esseri blu elettrico schizzavano in tutte le direzioni come missili. Una decina se la presero con Dunce cercando di infilare le loro aguzze dita in tutti gli orifizi della sua testa occhi compresi. Mentre cinque di loro afferrarono Cubbish per le ascelle lo sollevarono in aria e lo deposero per niente delicatamente sui rami di un albero. Altri si erano procurati dell'acqua e fecero fare ai due malcapitati una doccia fuori programma. Non soddisfatti raccolsero delle frasche e cominciarono a sculacciare Cubbish mentre cercava di scendere dal ramo, il dolore era così forte che mollò la presa schiantandosi al suolo. Provvidenzialmente Dunce riuscì ad estrarre la sua bacchetta e in un momento di relativa quiete lanciò l'incantesimo:

    • Glacius! -

Dalla bacchetta scaturì un gelido raggio in grado di congelare la gran parte dei folletti ma congelò anche il suo compare caduto a terra.

    • Peskipiksi Pesternomi! -

Stavolta l'incantesimo funzionò, mentre al professor Allock non era riuscito perché non aveva immobilizzato prima i folletti con un altro incantesimo. Dunce si liberò dei folletti ancora aggrappati ai suoi vestiti poi si sedette ad aspettare che il suo degno compare scongelasse.

Era una notte gelida di inizio Febbraio quando i dieci draghi e i loro cavalieri atterrarono nella radura al centro della foresta proibita, gli otto amici ringraziarono i loro mezzi di trasporto e si avviarono verso la casa di Hagrid. Stava albeggiando quando raggiunsero la capanna, bussarono alla porta. Ci volle un po' di tempo prima che il guardiacaccia rispondesse, e quando lo fece, aprì la porta, solamente una fessura, si guardò intorno per assicurarsi che non ci fosse alcun visitatore sgradito, pallido e tremante.

    • Siamo noi! - Disse Harry. - Facci entrare, così possiamo parlare. -

    • Harry, Hermione, Neville … -

    • Non devi fare l'appello Hagrid! - Esclamò abbracciandolo Hermione.

Hagrid, fece entrare tutta la comitiva e chiuse in fretta la porta.

    • Cosa succede Hagrid, come mai sei così sospettoso? -

    • È per via di Draco Malfoy. -

    • Draco? - Chiese Harry

    • Proprio lui, è stato nominato ispettore del ministero ad Hogwarts, … tu sai che non siamo mai stati in sintonia … si deve “assicurare che i programmi scolastici si attengano alle disposizioni ministeriali”. -

Quest'ultima frase fu detta con un tono “ufficiale”.

    • Di nuovo il ministero mette le zampe ad Hogwarts. - Disse Neville

    • Ha i poteri della Umbridge? - Chiese Hermione

    • Più o meno anche se per ora si limita a far notare solo le deviazioni dal programma ministeriale. -

    • E in che cosa consiste il suo compito? -

    • Vedi, questo è quello che si dice tra i professori, ultimamente i materiali di insegnamento come bacchette, calderoni, scope materiali per pozioni sono alquanto scadenti, pensa che con le nuove bacchette è praticamente impossibile disarmare una persona … Quindi abbiamo dedotto che Draco sia qui per far seguire le direttive del ministero fatte in modo da nascondere la scarsa qualità dei materiali. -

    • Tu cosa centri in tutto questo? -

    • Vedi io e Lumacorno abbiamo per così dire … dei contatti che permettono di trovare ancora dei materiali decenti. -

    • Mundungus è ancora in attività? - Chiese sorridendo Harry.

    • Non ti sfugge niente eh? - Rispose leggermente stizzito Hagrid. - Comunque temevo avesse scoperto qualcosa vista l'ora … -

    • Eh si vista l'ora. - Disse Ron. - Devi venire con noi nella foresta proibita. -

    • Adesso? -

    • Si è molto importante. - Disse Harry.

Poi prese in disparte Hermione e Neville e chiese loro di andare a vedere quale effettivamente fosse la situazione alla scuola, visto che avrebbero dovuto entrare per recuperare la spada di Grifondoro. I due accettarono e si avviarono lungo i gradini di pietra che conducevano al castello. Nel frattempo i sei condussero Hagrid, che dimostrava una certa curiosità, nel folto della foresta

    • C'è una cosa che devo farti vedere. - disse Harry

    • Di che si tratta? - domandò Hagrid cauto, chiedendosi se il suo amico gli riservasse qualche strana sorpresa.

    • Seguimi, fai piano e stai calmo. - disse Harry

    • Senti, Harry, non sarà una delle tue trovate che mettono nei guai tutti quanti? -

Harry non rispose, continuava a guidare il gruppetto nel folto della foresta sempre più illuminata dai primi raggi di sole. Quando arrivarono in prossimità dello spiazzo Harry fece cenno di fermarsi e di rimanere dietro ai cespugli, poi indicò ad Hagrid la radura. Il guardacaccia spostò dei rami per vedere meglio rimanendo a bocca spalancata. Nella radura c'erano dieci draghi che non aveva mai visto, rimase senza parole a contemplare quelle creature come se avesse visto il più prezioso tesoro esistente sulla faccia della terra.

    • Vuoi vederli più da vicino? - chiese ad un Hagrid molto eccitato.

I due avanzarono fino all'inizio della radura poi Harry fece cenno di non avvicinarsi oltre. Il capobranco li vide e riconobbe Harry, si avvicinò a loro.

    • Tutto bene, Hagrid? - Chiese Luna che li aveva raggiunti

    • Una meraviglia. - Rispose come se fosse in trance.

    • Sai sono degli Amphitere siamo arrivati dal Messico cavalcandoli. Sono molto veloci nel volo. -

    • Hanno chiesto di rimanere qui nascosti in questa foresta. - Affermò Harry

    • Si e tu dovrai prendertene cura. - Disse Luna

    • Creature meravigliose … ma come … parli con i draghi Harry? -

    • Sono cugini dei serpenti … conosco il serpentese … quindi ... -

    • Ah già certo dimenticavo. -

    • Sono nelle tue mani, avvisa Hermione e Neville che i loro amici sono tornati a casa. Ciao noi ce ne andiamo a riposare. -

Si diressero verso la zona della foresta abitata dai Thestral in modo da raggiungere il numero 12 di Grimmauld Place, li trovarono e salirono tutti sul loro dorso. Ognuno di loro li poteva vedere in quanto testimoni di una morte. Prima di partire Luna lanciò su di loro un incantesimo di dissimulazione:

    • Abscondas spatium! - E partirono

Alla sera si ritrovarono nel luogo sicuro, la casa di Sirius ereditata da Harry, completamente pulita ed accogliente tranne che per la stanza di Kreacher dove erano state riposte le orripilanti cianfrusaglie dei Black compresa quell'orribile ritratto starnazzante della madre di Sirius. L'elfo domestico preparò un'ottima cena e per l'occasione sfornava il suo vestito migliore, uno straccio così pulito che quasi brillava. Mangiarono in silenzio e verso la fine del pasto Ron lo ruppe.

    • Miseriaccia Hagrid ci ha visto, noi sappiamo che sa tenere un segreto come una puzzola il suo fetore, siamo praticamente scoperti. -

    • Non ti preoccupare, ho usato un trucco imparato da Voldemort e modificato per l'occasione. - Disse Harry.

    • Cioè? - Chiese curiosa Hermione

    • Sapete che Voldemort era bravissimo a manipolare la mente altrui? .

    • Si! -

    • Ho usato una parte di quel trucco, Hagrid si ricorda ciò che è successo ma non si ricorda delle persone. Nella sua memoria erano persone famigliari ma non saprebbe mai dire chi fossero. Cosa ha vi detto? - Rivolgendosi a Hermione e Neville

    • Che i nostri amici erano tornati a casa. - Rispose Neville

    • Per la barba di Merlino non ha fatto i nomi. - Realizzò Hermione.

    • Non poteva ... non se li ricordava. Si ricorda di noi solo quando ci vede e poi se ne dimentica. - Sorrise Harry

    • Come vanno le cose al castello? - Chiese Luna

    • Non bene, le lezioni sono come sempre ma gli incantesimi, le pozioni ecc. Sono come dire ... “rammollite”. La magia sta perdendo il suo potere ad Hogwarts. - Rispose Neville.

    • Senza tener conto che la vecchia maledizione funziona ancora, John Dawlish, l'insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure ha dovuto lasciare l'insegnamento ed è finito al San Mungo dopo uno scontro con una Chimera. D'altro canto che cosa ci si poteva aspettare da lui? - Aggiunse Hermione.

    • Infatti, pur essendo un eccellente Auror, è terribilmente sfigato, cercò di di bloccare Silente quando fu accusato di aver formato il suo esercito, ovviamente senza successo. Inoltre, nel tentativo di scortare Hagrid ad Azkaban con altri Auror, è stato ferocemente assalito da Thor. Gli è stato anche chiesto, da Rufus Scrimgeour, di pedinare Silente ma senza riuscirci. Si è lasciato scappare delle informazioni sul luogo dove Harry si stava nascondendo proprio a Yaxley lasciando fuggire anche Cresswell. Infine, fu mandato al San Mungo da mia nonna durante il tentativo di sequestrarla per farmi calmare. - Confermò Neville

    • Interessante carriera. E Draco? - Chiese Ron

    • Non lo si vede molto in giro, non è quasi mai al castello e quando c'è se ne sta chiuso nel suo ufficio. Quello in cui Harry e Percy ebbero quello scontro durante la re-inaugurazione. -

    • A proposito di Percy vorrei parlare con lui. - Disse Harry.

    • Ma tu ufficialmente sei scomparso lo pensano tutti anzi ne sono sicuri. - Disse Neville.

    • Dobbiamo sapere dove si trova Avalon, temo che questa volta non sarà facile come per le altre città. In effetti quando abbiamo lasciato il Messico non avevamo indizi su dove andare. Quindi dobbiamo pur iniziare da qualche parte. -

    • Chi sa che siamo tornati? Intendo a parte voi due. - Chiese Demelza

    • Solo la McGranitt. - Rispose Hermione.

    • Bene avviserò la signora Weasley tramite camino. - Disse Harry

    • Attento! Se fosse controllato? - Avvertì Ron

    • Adotterò una linea criptata. - rispose facendo l'occhiolino.

Lasciò la sala da pranzo e si diresse verso il camino, si inginocchiò lanciò una manciata di polvere e scandì:

    • Casa Weasley! -

    • Harry! - Esclamò Molly. - Che piacere rivederti. -

    • Grazie ma non ho molto tempo, questa comunicazione è stata resa segreta ma non posso mantenerla a lungo. Ho bisogno di vedervi al quartier generale con Percy, ma non fate sapere a nessuno che siamo di nuovo in circolazione. -

    • Ma Percy fa parte del Ministero. -

    • Non preoccuparti vedrò cosa fare con lui, al momento buono. -

    • Va bene. A domani. -

L'indomani sera mezza famiglia Weasley si presentò al numero 12, Arthur, Molly, George e Percy. Dopo gli abbracci tritacostole e le smancerie di rito resero onore alla cena profumata e invitante che faceva bella mostra di se in una linda sala da pranzo.

    • Questo posto non ricorda nemmeno alla lontana il vecchio covo dell'Esercito della Fenice. E' estremamente pulita e vivibile. Complimenti! - Disse Molly

    • Grazie ma il merito è di Kreacher. - Rispose Harry

    • So che siete stati in giro per il mondo chissà che avventure nel mondo dei babbani. - Disse Arthur.

    • I miei amici ve le racconteranno mentre parlo con Percy. -

Harry lo condusse fuori attraverso il corridoio verso lo studio, lo fece accomodare e versò due burrobirre. Non aveva fretta si limitava a guardare Percy che dava segni di grande imbarazzo. Alla fine non ce la fece a sopportare oltre quello sguardo e ruppe il silenzio:

    • Allora sei ancora vivo. -

    • A quanto sembra … -

    • Si certo scusa. Mi hai fatto venire hai bisogno di me? -

    • Si! - Rispose, fece una lunga pausa poi chiese. - Ti ricordi la nostra chiacchierata che avrebbe dovuto avvenire durante la serata dell'inaugurazione? -

    • Certo, ma dato il trambusto, non abbiamo potuto parlare. Cosa volevi? -

    • Ora non ha più importanza. - Fece un'altra lunga pausa mentre l'imbarazzo di Percy aumentava. - Che ne sai del medaglione di Avalon? -

La domanda ebbe su Percy lo stesso effetto di uno schiantesimo, per un attimo fu come pietrificato poi cambiò posizione sulla sedia, si grattò la testa e sbatté nervosamente le palpebre.

    • Niente, non ne so niente. La stessa risposta che ho dato a quel tipo quella sera. - Rispose con tono esasperato.

Harry lo guardò senza scomporsi poi fece un bel sorriso:

    • Suvvia Percy, non dirmi che non hai indagato sulla faccenda, una persona ligia e precisa come te non può non averlo fatto. -

Il tono gentile e calmo di Harry mise ancora più a disagio il suo interlocutore che alla fine prese coraggio:

    • Il malvivente stordito ovviamente fu interrogato in mia presenza, quei tre avevano agito sotto una potente maledizione Imperius, tuttavia non siamo riusciti a scoprire che fosse il mandante, la loro richiesta nei miei confronti era frutto di un malinteso. Mi avevano sentito parlare di un medaglione di Evelion una prozia di mia moglie Audrey ed avevano frainteso. -

Percy terminò di parlare e non riprese, un lungo silenzio intercorse tra i due, poi guardandolo fisso negli occhi Harry chiese con tono fermo e deciso:

    • Riguardo alle tue investigazioni sul medaglione di Avalon che hai da dirmi? -

Percy si sentì in trappola come un monello colto a fare incetta di dolci al Mielandia.

    • Ah … Si … Cer Cert Certamente ho ffff fatto delle ii indagini. - Balbettò.

    • Quindi? - Lo incalzò Harry

    • Sono venuto a sapere che il medaglione è l'unico indizio che potrebbe aiutare a trovare l'isola perduta. Il motivo per cui quei malviventi la stavano cercando era per la fonte dell'eterna giovinezza, o per i tesori che custodisce. Si narra che in una grotta della montagna più alta dell'isola vi sia una fonte capace di mantenere giovani e di curare tutte le malattie. Non sono riuscito a desumere se si tratti di cosa vera o di un semplice racconto, tuttavia sembra che l'isola sia esistita veramente anche se al giorno d'oggi pare non esservi traccia. -

    • Grazie, qual'è il risultato delle tue ricerche riguardo al medaglione? -

Il senso di imbarazzo assalì di nuovo Percy chiudendogli la bocca dello stomaco, facendolo ansare. Lottò con se stesso per alcuni secondi e poi rispose:

    • Pare che esista vi sono molte voci a riguardo ma distinguere quelle vere dalla fantasia è un'impresa ardua, io stesso non ne sono venuto a capo. Quella che mi era sembrata plausibile aveva a che fare con Merlino ma alla fine era anche la più sfuggente. Non sono riuscito a saperne altro nemmeno rovistando nelle misteriose stanze dell'Ufficio Misteri. -

    • Uhm capisco. Grazie. -

Raccogliendo tutto il suo coraggio Percy chiese:

    • Dove sei stato e perché ti interessa il medaglione di Avalon? -

    • Sono stati in diversi mondi e in diverse parti del mondo, non basterebbe un giorno per descrivere i luoghi da me visitati. Il medaglione? Ovvio voglio trovare Avalon ma non per la sua mitica fonte o per i suoi tesori, bensì per la spada di Grifondoro. -

Percy rimase in silenzio, la risposta di Harry lo aveva scosso, dal suo punto di vista mancava di logica, ma non sembrava provenire da una persona con la mente alterata. La sua curiosità svanì e nessun'altra domanda uscì dalle sue labbra.

    • Vieni raggiungiamo gli altri. - Lo invitò Harry.

Tornarono nella cucina, dove Ron e Hermione stavano raccontando parte delle loro avventure, proprio nel momento in cui veniva chiesto a Mirina di raccontare la singolare partita di Quiddich vinta in Messico. La descrizione della partita fu veramente coinvolgente che a un certo punto George si accorse di tifare per i suoi amici, il che era veramente comico e tutti scoppiarono a ridere. Ormai si era fatto tardi e per la famiglia Weasley era ora di fare ritorno, ordinatamente lasciarono la casa via camino, prima Percy, poi George, quando fu il turno di Arthur e Molly lei si fermò e chiese:

    • Harry che mi dici di Percy? -

    • Oh si è stato utile sebbene domani non ricorderà niente nemmeno di essere stato qui. -

    • Meno male, non vogliamo grane con il ministero soprattutto di questi tempi. -

Disse Arthur mentre entrava nel camino per ultimo, una fiammata verde smeraldo lasciò soli gli abitanti di quella casa.

    • Hai visto? MIO FRATELLO PERCY non mi ha degnato di uno sguardo. - Si lamentò Ron

    • Per forza sei un pericoloso fuorilegge, metti paura a tutti, forse crede anche che tu sia un fantasma visto che dovresti giacere annegato sul fondo dell'oceano. - Lo schernì Hermione.

    • In tal caso … tanto non si ricorderà nemmeno di avermi visto. -

    • Piuttosto cosa hai saputo da lui? -

    • Che non ne sa niente o quasi. Ritiene che Avalon fosse esistita e che il medaglione sia da qualche parte ma niente di più. -

    • Siamo in un vicolo cieco. - Rispose sconsolata Hermione

    • Abbiamo sempre i miei libri. - Disse Demelza – Specialmente Storia di Avalon di Goffredo di Monmouth potrebbe essere utile. -

    • Certamente diamoci un'occhiata. - Disse Hermione.

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Capitolo 39
*** AVALON ***


Aprirono il libro e dopo averlo scorso un paio di volte trovarono la parola Avalon. Essendo scritto in latino era di difficile comprensione ma Hermione e Demelza in un ottimo lavoro d'assieme riuscirono a venirne a capo:

Una magica isola “che gli uomini chiamavano isola della fortuna perché non aveva bisogno dell’agricoltura umana per produrre i propri frutti”; una terra che produceva grano, uva e ortaggi in cooperazione con i deva, gli gnomi e i folletti, i meli crescevano nei boschi dall’erba bassa e la gente viveva molto a lungo, sotto il piacevole sistema legislativo della fata Morgana e delle sue otto sorelle (Moronoe, Mazoe, Gliten, Glitonea, Gliton, Tyronoe, Thiten e Thiton). Tutto questo era l'isola di Avalon luogo in cui venne forgiata l’invincibile spada incantata di Re Artù, Excalibur. Il termine “avalon” proviene dall’incrocio degli antichi idiomi celti, bretoni e della Cornovaglia in cui, con espressioni tra loro molto simili, aveva l’identico significato di “mela”: una radice linguistica che porterà successivamente a coniare l’inglese “apple”. E il legame tra il frutto e l’isola deriva proprio dalle antiche leggende di queste terre che identificavano l’al di là come Emain Ablach, ovvero “isola ricca di alberi di mele”. La vita di Merlino fu strettamente legata ad Avalon, si dice che a lui furono donati cinque antichissimi manufatti magici che venivano conservati in quel luogo. Una volta che Merlino lasciò in eredità ai suoi cinque discepoli la Spada, il Cristallo, la Coppa, il Bastone e il Medaglione l'isola scomparve.

    • Quindi l'isola è scomparsa. - Disse Ron

    • Si però c'è un mistero che dobbiamo risolvere. - Rispose Demelza

    • Il quinto discepolo! - Affermò Neville

    • Vedi se il libro dice qualcosa su Merlino e i suoi discepoli. - Disse Mirina

Ripresero a sfogliare il libro e facilmente localizzarono i nomi di Godric, Salazar, Tosca, Cosetta e Ignotus descritti come i cinque discepoli di Merlino.

    • Ignotus? Quello dei doni della morte? - Disse Luna

    • Non credo, siamo fuori dalla linea temporale, credo che Ignotus voglia dire ignoto cioè sconosciuto. -

Lessero ancora la parte seguente e scoprirono che il quinto discepolo era talmente schivo ed elusivo che di lui non si conoscevano né le fattezze né il nome, il che dava ragione a Hermione. In più si leggeva che era il prediletto di Merlino perciò gli affidò il medaglione che racchiudeva i magici poteri della terra di Avalon, con la promessa che lo avrebbe trasmesso solo al discepolo che fosse simile a lui. Quel medaglione poteva riprodurre le magiche condizioni della sua terra di origine.

    • Riassumiamo. - Disse Harry. - I discepoli erano cinque, quattro li conosciamo, ma il quinto è la chiave, dal mio punto di vista dobbiamo risalire a lui. -

    • Non penso che ti sia sfuggito che non abbiamo alcun indizio, niente di niente. -

    • No! Un indizio lo abbiamo. - Disse con la sua voce cantilenante Luna

    • Davvero? - chiese con una punta di sarcasmo Ron.

    • Oh si! Testuale: “quel medaglione poteva riprodurre le magiche condizioni della sua terra di origine”. -

    • Embeh? - Disse scettica Hermione.

    • Mai sentito di Findhorn in Scozia vicino al Circolo Artico? -

    • No. -

    • Era una località alquanto famosa negli anni settanta, anche tra i babbani, si raccontava di cavoli da venti chili, pomodori rossi e sugosi cresciuti su piante di tre metri, rose fiorite nella neve, ecc. -

    • Per la miseria. - Esclamò Neville. - Ricordo che mia nonna raccontava queste cose quando ero piccino. -

    • Bene è probabile che il medaglione sia ancora là. - Disse Ron.

    • Allora dobbiamo andare a Findhorn. - Affermò Mirina.

    • Uhm … può darsi … ma la cosa non mi convince. … Qualcosa mi dice che il medaglione è a Hogwarts. - Disse Harry.

    • Improbabile, per non dire impossibile. - Affermò Hermione.

    • Non lo darei per scontato. - Disse Ency che come al solito parlava raramente.

    • Su che basi lo affermi? - Chiese Neville.

    • Sensazioni. -

    • Continuando in questo modo non ne veniamo a capo. Propongo che due o tre di noi vadano a Findhorn mentre escogito il modo per poter agire ad Hogwarts in modo indisturbato. - Disse Harry

    • Bene mi propongo per Findhorn. - Disse Hermione raccogliendo l'assenso di Ron e Mirina. - Siccome quella località non è molto distante da Hogwarts il viaggio sarà breve. -

    • Molto bene per quanto mi riguarda, con l'aiuto di Neville, mi farò assumere come insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, in sostituzione di Dawlish. -

    • Ottima idea, dopotutto lo hai già fatto. - Disse Luna rammentando le Esercitazioni Segrete.

La mattina seguente ancora prima che spuntassero le luci dell'alba gli otto lasciarono il numero dodici per recarsi ad Hogwarts. Il piano era fermarsi alla Stamberga Strillante per esaminare le varie situazioni e in caso di necessità avere una retroguardia affidabile. Decisero di usare ancora il nottetempo, con la conseguente ingestione di pozione polisucco per Ron e Mirina. Il viaggio non ebbe problemi si fermarono ad Hogsmeade per raggiungere il loro precedente quartier generale. Si stava facendo giorno quando Hermione, Neville e Harry (sotto il mantello dell'invisibilità) raggiunsero il castello per salire velocemente verso l'ufficio del preside. Minerva era già sveglia e alle prese con il problema di quell'ultima settimana l'insegnamento di Difesa Contro le Arti Oscure quando sentì bussare alla porta, il flusso dei suoi pensieri si arrestò bruscamente e leggermente infastidita estrasse la bacchetta ed aprì la porta.

    • Buongiorno signora preside! - La salutarono all'unisono Hermione e Neville.

    • Buongiorno un corno! Tuttavia sono contenta di vedervi. -

    • Qualche problema? - Chiese Hermione vista l'insolita risposta.

    • Ovviamente! Il sostituto di Dawlish. -

    • Ah certo! Ma potrebbe esserci una soluzione temporanea. -

La McGranitt lanciò uno sguardo interrogativo misto a una leggera speranza di uscire da quella situazione, ma Hermione non rispose bensì incominciò a lanciare incantesimi Obtenebrus! Muffliatio! Repello Phantasma! Repello Poltergeist! Loco securum!

    • Harry adesso puoi mostrarti. - Disse con un sorriso Minerva

Harry si tolse il mantello salutando calorosamente la preside. Li fece accomodare, un leggero colpo di bacchetta fece apparire tre comode poltrone proprio sotto il deretano dei tre ospiti.

    • Bene di quale soluzione si tratta? -

    • Io, me medesimo. - Rispose Harry

    • Ti rendi conto che ti potrebbero scoprire? -

    • Non sarebbe una grossa disgrazia ma prenderò le mie precauzioni. -

    • Le assicuro che è molto bravo, ha ingannato anche me a Diagon Alley. - Confermò Hermione.

    • Si certo non ne dubito, ma dovrai sostenere, qualsiasi cosa diventi, tutto il tempo delle lezioni ed oltre. -

    • Certamente! Ma solo così posso girare indisturbato per il castello. -

    • Cosa stai cercando stavolta? -

    • La stessa cosa che cercavano quei malviventi la sera della re-inaugurazione. -

    • Il medaglione di Avalon? -

    • Si dobbiamo trovare quel luogo e quel medaglione sembra essere la chiave. -

    • Pensi sia nascosto qui? -

    • Penso di si o almeno che qui vi siano sufficienti indizi per trovarlo. -

    • Io invece penso che sia più probabile trovarlo a Findhorn. - Disse Hermione.

    • Findhorn? Non è molto distante da qui ma non mi sembra … se non ricordo male abbiamo avuto uno studente che proveniva da quel luogo era una matricola del 1994. Tuttavia non ricordo né il suo volto né il suo nome. -

    • Eravamo al terzo anno, non mi ricordo tutte le matricole. - Disse Harry

    • Nemmeno io. - dissero insieme Harmione e Neville.

    • Ricordo che era molto bravo in pozioni, forse Horace ti potrà aiutare. -

Harry si alzò fece un giro verso il pensatoio, alzò il bavero della sua giacca, e si girò assumendo un'andatura solenne, una lunga barba bianca con due baffi altrettanto bianchi e spioventi ora ornavano il suo viso, si mise in testa un berretto di velluto nero con una decorazione a forma di pinnacolo sulla cima che aveva fatto apparire al momento. Aveva assunto l'aspetto di un vecchio mandarino cinese.

    • Mi chiamo Tang Zhou, al vostro servizio. Per completare il tutto mi servirebbe un vestito simile all'abito di cerimonia di Ron al Ballo del Ceppo, ma senza merletti. -

    • Ogni suo desiderio è un ordine signor Tang. - Disse tra le risate Minerva facendo apparire il vestito richiesto.

    • Bene ora andiamo per il collaudo, qual'è la prima lezione che dovrò tenere? -

    • Primo anno tra dieci minuti. Devo avvertirla Professor Tang che al primo anno non è concesso l'uso delle bacchette. - Fece una smorfia – Per quello che valgono. -

    • Benissimo visto che io stesso non ne possiedo. -

Lasciarono l'ufficio del preside e si diressero al terzo piano nella classe 3C dove avviene l'insegnamento: Difesa Contro le Arti Oscure. Entrarono nell'aula, il lampadario in ferro pendeva ancora dal soffitto, così come lo scheletro di un drago. Appoggiato su un tavolo addossato alla parete il proiettore che si attiva per magia. I tavoli erano occupati dagli alunni, lo scarso numero dei ragazzi colpì Harry che fu subito introdotto dalla Preside.

    • Bene ragazzi questo è il supplente che sostituirà il professor Dawlish, date il benvenuto al professor Tang Zhou. -

    • Buongiorno professore! - Fu il saluto della classe.

    • Bene Professore la lascio in buona compagnia. - Disse Minerva accomiatandosi.

La porta si chiuse con un leggero sbuffo e Harry si trovo ad impartire la sua prima lezione. Camminando con un'andatura solenne raggiunse la cattedra e vi si appoggiò scrutando i timorosi allievi, si rese subito conto di essere osservato da un volto pallido e un po' scavato che si affacciava dalla porta per metà aperta.

    • Prego si accomodi signor … -

    • Malfoy, Draco Malfoy. - Rispose con alterigia.

    • Buongiorno signor Malfoy, a che dobbiamo la sua visita? -

    • Sono ispettore dell'istruzione per conto del ministero e sono venuto ad accertarmi che il tutto si svolga secondo le disposizioni approvate dal ministro. -

    • Prego, si sieda ispettore. -

Malfoy si sedette in un angolo alle spalle degli studenti.

    • Bene chi di voi ragazzi mi sa dare la definizioni di Arti Oscure? -

Tutti i ragazzi guardarono dritti il nuovo professore ma nessuno osava rispondere, alla fine uno di loro alzò la mano.

    • Bene Peter, sentiamo. -

    • Le Arti Oscure, conosciute anche come Magia Oscura, è un tipo di magia usata principalmente per fare del male. -

    • Bravo Peter. Chi sa fare un esempio? -

    • Il professor Dawlish ci aveva accennato una maledizione che torturava le persone. - Disse timidamente una ragazzina.

    • Il vostro professore aveva ragione. Ma facciamo un esempio pratico, lancio una fattura di inciampo a un ragazzo che scende le scale. -

    • Fa del male è Arte Oscura. -

    • Esatto Peter. Ora lancio una fattura di inciampo a un troll che sta inseguendo un ragazzo. -

    • Eh no questa non è Arte Oscura. - disse la ragazzina

    • Giusto Gwen! Allora dove sta la differenza? -

    • Nell'intenzione! - Disse un ragazzino dagli ultimi banchi.

    • Esatto Emain, esatto. Quello che impareremo in queste lezioni sarà il controllo delle proprie intenzioni. Ora per controllare le vostre intenzioni dovrete controllare per prima cosa il vostro corpo. Quindi l'esercizio sarà semplicemente stare seduti ad occhi chiusi fermi fino a quando vi sentite a vostro agio. -

Ci fu un gran sbattere di sedie poi nell'aula scese il silenzio, interrotto ogni tanto dai bruschi cambi di posizione degli alunni. La campanella pose fine alle loro sofferenze per quel giorno, tutti gli alunni sollevati uscirono ordinatamente dall'aula salutando il loro nuovo professore ma senza degnare di uno sguardo Draco che stava ancora seduto in fondo all'aula. Usciti gli studenti Draco si avvicinò a Tang.

    • Che eccentrico modo di insegnare! - Con un tono schifato.

    • Ne convengo, signor Malfoy. Posso tuttavia affermare che le arti oscure derivano in primo luogo da un mancato controllo di sé stessi. Questo giustifica il mio insegnamento in questa classe. -

    • Vedremo i risultati! - Disse uscendo dall'aula.

La giornata trascorse tranquillamente, con l'intoppo, subito risolto dal Preside, ovvero la mancanza di una bacchetta nelle mani del nuovo professore. Alla sera si riunirono tutti alla Stamberga Strillante e diedero via ai preparativi, ormai mancava circa un mese all'equinozio di primavera e non tutti gli elementi erano stati purificati. All'indomani Hermione, Ron e Mirina sarebbero andati a Findhorn mentre il professor Tang avrebbe continuato le sue lezioni. Hermione e Neville si accomiatarono per andare ad occupare le loro stanze ad Hogwarts nella stamberga rimasero gli altri. Ben presto Ron e Mirina si addormentarono per essere pronti al compito dell'indomani. Enceladus invece fermò Harry che intendeva andare a letto per esporre il loro problema.

    • Senti ne abbiamo parlato tra noi, riguarda il problema di quel muro di nebbia giallastra. -

    • Quello che Luna mi ha detto che avete incominciato a vedere dopo aver incontrato quella strega? -

    • Proprio quello! - Disse Demelza.

    • Ebbene? -

    • Ci siamo consultati e siamo giunti alla conclusione che dovremmo attraversarlo. In questo modo sarebbe sotto il nostro controllo ed eviterebbe di causare quei piccoli problemi durante il giorno. -

    • Problemi? -

    • Certo prova ad andare in giro con la visione della parte destra occlusa da una nebbia giallastra. - Disse Luna

    • Capisco ma come posso aiutarvi? -

    • Siccome sei già stato dall'altra parte riteniamo che tu sia in grado di fermare quel muro in modo da poterlo vedere di fronte e quindi attraversarlo. -

    • Nel week-end non ho lezioni quindi possiamo provarci. -

    • Confidiamo in te. Buonanotte! -

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Capitolo 40
*** LA MORTE DI RON ***


L'indomani Ron e Mirina bevvero la solita vomitevole pozione e insieme ad Hermione lasciarono la stamberga alla volta di Findhorn. Usarono i Thestral per raggiungere un luogo appartato nelle vicinanze del villaggio, poi si unirono alla quantità di turisti in attesa di visitare la Fondazione. La guida faceva loro fare il giro dei meravigliosi giardini ma nonostante la bellezza e la singolarità del luogo a Hermione premeva visitare gli interni per trovare indizi del medaglione. Adocchiò un giardiniere e si rivolse a lui con tono gentile:

    • Scusi signore mi potrebbe dire cosa si dovrebbe fare per visitare gli interni? -

    • Dannati turisti, vengono in questo luogo calpestano le aiuole e sono così arroganti da voler vedere tutto. -

    • Ma … chiedo scusa ... -

    • Segua la guida e non mi faccia perdere tempo. -

Sconfitta Hermione tornò a rimettersi in fila allora fu la volta di Mirina.

    • Non ho potuto fare a meno di sentire. Tutti questi turisti stanno rovinando anche il mio lavoro. -

    • Non me ne parli, devo continuamente risistemare le aiuole. -

    • Invece mi stanno impedendo di contattare l'amministrazione. Sono al primo incarico in questo luogo come ispettore delle tasse, faccio il lavoro sporco per quegli scaldasedie di Edimburgo. -

    • Ha perfettamente ragione sono solo capaci di mandare in giro la gente a dare fastidio agli onesti lavoratori proprio come fanno questi turisti. -

    • Non ci tengo a fare questo lavoro ma devo guadagnarmi la pagnotta quindi seguirò la fila per presentarmi all'amministrazione. -

    • Il suo predecessore non si comportava in questo modo, lui si accordava prima e veniva nel giorno di chiusura. Bel giorno quello. -

    • Certo nessun rompiballe in giro. -

    • Giusto! Allora visto che è nuova faccia così: segua il vialetto quando arriva a un grosso cespuglio di rose purpuree guardi il muro alla sua destra vedrà una porta bussi la faranno entrare. -

Ringraziò e salutò il giardiniere, si diresse lungo il vialetto trovò la porta e bussò, venne ad aprire una signora anziana con i capelli raccolti in uno chignon perfetto portava un paio di occhiali a farfalla una giacca e un tailleur.

    • Buongiorno. -

    • Buongiorno sono il nuovo ispettore delle tasse. - Si presentò Mirina facendo svolazzare un tesserino di riconoscimento senza dare il tempo alla signora di controllarlo.

    • Prego entri. -

    • Molto gentile. - Disse sedendosi sulla poltrona che le veniva offerta.

    • Ecco questi sono i libri contabili. -

    • Grazie! -

Mirina li controllò accuratamente, chiese un paio di chiarimenti usando un tono estremamente formale poi si mostrò soddisfatta.

    • Lei tiene la contabilità in modo perfetto. -

    • Grazie! Sono quasi trent'anni che lavoro in questo luogo. -

    • Le invidio la sua esperienza. -

    • Grazie! -

    • Mi concederebbe una domanda a titolo personale se questa non le creasse dei disagi? -

    • Prego! -

    • Vede il mio predecessore era rimasto colpito dalla vista di un medaglione. Non faceva che parlarmene ma se devo essere sincera la sua memoria non era ottimale in quanto le descrizioni che faceva erano diverse di anno in anno. -

    • Certo potrebbe essere il medaglione che portava il fondatore, che Dio l'abbia in gloria. -

    • Presumo che ci abbia lasciati. -

    • Si un terribile incidente automobilistico lo ha condotto davanti al Signore nel 94. -

    • Oh ne sono immensamente dispiaciuta. -

    • Si è stata una grande perdita. Portava quel medaglione ogni giorno ma non sono mai riuscita a capire che cosa raffigurasse. Sembrava quasi una clessidra circondata da strani simboli. -

    • Se non le fosse di troppo disturbo potrei vederlo? -

    • Mi dispiace. Il fondatore lo lasciò tramite testamento a un ragazzino di undici anni. Anche lui ebbe una storia particolare; nel mese di Agosto di quell'anno ricevette una strana lettera proveniente da un castello scozzese, mi pare fosse una scuola o un collegio e da allora non l'ho più rivisto. Sa che non mi ricordo il nome di quel ragazzino. Buffo vero? -

    • Grazie per aver soddisfatto la mia curiosità e complimenti per la sua perfetta contabilità. -

    • Ma le pare. Arrivederci. -

Mirina lasciò l'ufficio per ricongiungersi ai due “turisti” che stavano ancora seguendo la guida quando la videro lasciarono la comitiva per dirigersi verso il luogo in cui avevano lasciato le loro cavalcature. Fatti pochi passi una spiacevole sensazione colpì Mirina.

    • Presto togliamoci dalla strada, temo che qualcuno ci stia seguendo. -

Così dicendo lasciarono la via principale passando tra i cespugli, ma vennero subito individuati da due loschi figuri.

    • Eccoli sono loro, hanno il medaglione, prendiamoli. -

Si misero all'inseguimento, Ron e Mirina stavano già seminandoli ma Hermione stava rimanendo indietro, vista la cosa Ron rallentò, nel frattempo gli inseguitori si stavano avvicinando, Hermione tentò di estrarre la bacchetta ma gli inseguitori se ne accorsero.

    • Attento ha una bacchetta. - Disse uno dei due.

    • Ora la sistemo. Avada Kedavra! -

La maledizione stava per colpire la ragazza quando Ron si lanciò e fece scudo con il suo corpo salvandola, purtroppo rimase colpito stramazzando al suolo morto. Una grossa ondata di rabbia avvolse Hermione che sparò una raffica di incantesimi contro i due malviventi riducendoli ad un ammasso informe di rocce. Poi la rabbia scomparve per lasciare spazio a una tremenda afflizione. Ora se ne stava li in ginocchio sorreggendo la testa di Ron interrompendo ogni tanto il pianto a dirotto con delle frasi sconnesse. Nel frattempo Mirina aveva estratto il doblone per chiamare in loro aiuto i suoi amici.

Harry, aveva appena terminato la sua ultima lezione giornaliera quando sentì la sua coscia bruciare, estrasse il doblone, vedendo Ron esanime sostenuto da una affranta Hermione realizzò quanto fosse successo. Si precipitò alla Stamberga Strillante prese per mano Luna, Demelza e Enceladus per smaterializzarsi. Un attimo dopo erano davanti ai loro amici ancora scossi da quanto era successo.

    • Ora è il momento di attraversare quel muro. - Disse rivolgendosi alle due ragazze.

    • È sempre qui alla nostra destra. - Risposero all'unisono.

Harry non rispose ma afferrò entrambe le ragazze sulla loro spalla destra e diede loro un forte strattone costringendole a fronteggiare la nebbia giallastra. Sentirono l'orecchio destro stapparsi, e una sensazione di distacco che svanì di colpo quando realizzarono che il muro giallastro poteva essere visto da un'altra prospettiva.

    • Ora è davanti a noi. - Disse Demelza.

    • Io prenderò in braccio Ron, Mirina e Hermione mi terranno sottobraccio mentre voi due sarete alle estremità Demelza terrai sottobraccio Mirina mentre Enceladus terrà da una parte Hermione e dall'altra Luna. -

Si sistemarono come pianificato, Hermione era in stato di shock e doveva essere sostenuta principalmente da Ency ma anche da Harry che reggeva il corpo di Ron.

    • Andiamo. Ma non mollate la presa per nessun motivo. -

Si avviarono sembrava di attraversare uno spesso strato di colla poi sentirono un risucchio che colpì principalmente le due ragazze all'estremità della catena per ritrovarsi in quella landa desolata di sabbia giallastra. Sciolsero la catena, tutti erano molto scossi tranne Harry che adagiò il corpo di Ron sulla sabbia. Attese che riprendessero fiato poi disse:

    • Ora cercheremo di dargli un po' della nostra vita. Sigfrido mi ha detto che in questo mondo un vivo può riportare in vita un morto soffiandogli in bocca. Quindi gli faremo una buona respirazione bocca a bocca. -

A turno soffiarono nella bocca di Ron, ultima fu Hermione ma non appena ne ebbe toccato le labbra Ron cominciò a tossire e a agitarsi. Lo lasciarono fare per alcuni secondi poi si riprese e si mise a sedere.

    • Miseriaccia! Dove siamo? -

    • Ron! - Hermione lo abbracciò con tale impeto che lo stese di nuovo a terra.

Quando Ron riuscì a districarsi realizzò quanto fosse successo.

    • Allora sono morto e risuscitato? -

    • Si! Temevo di averti perso per sempre. - Disse tra i singhiozzi Hermione.

    • Visto che ti sei rimesso in forma che ne dici di tornare nel nostro mondo? - Chiese Harry

    • Nessuna obiezione. -

Riformarono la catena precedente, stavolta Ron era sottobraccio di Hermione e Harry e riattraversarono quel muro colloso per ritrovarsi davanti alla Stamberga Strillante. Furono immediatamente raggiunti da Neville che aveva appena terminato i suoi compiti di docente e passarono il resto del giorno scaricando le intense emozioni provate. Harry spiegò a coloro che non riuscivano a vederlo che cos'era quella nebbia giallastra ovvero il confine tra i mondi e perché solo alcuni di loro riuscivano a vederlo. In effetti solo le persone che avevano raggiunto un certo grado di abilità nel sognare riuscivano a vederlo. Ora che lo avevano attraversato le probabilità di percepirlo, per gli altri, erano notevolmente aumentate. Poi si passò all'altro argomento, la visita a Findhorn. Prima che Mirina iniziasse il resoconto Hermione la interruppe:

    • Ho una domanda. -

Mirina la guardò con aria interrogativa.

    • Come hai fatto ad ottenere la collaborazione del giardiniere e dell'ufficio in cui sei stata? -

    • Adattandomi al loro livello di energia, ovvero alle emozioni che le persone mostravano. Il giardiniere era ovviamente risentito, doveva continuamente riparare i danni alle aiuole che i turisti provocavano. Anch'io mi sono mostrata risentita sia sui turisti sia sugli agenti delle tasse e in questo modo abbiamo avuto un accordo che mi ha concesso la sua fiducia. Mi sono comportata allo stesso modo con la segretaria una donna molto conservatrice, quindi mi sono mostrata anch'io allo stesso modo ottenendo le risposte che stavo cercando. È curioso ma è quasi la stessa tecnica che si usa nell'addestrare gli animali. -

    • Per la miseria è quello che ci ha insegnato quel mago in Messico. - Esclamò Ron come se potesse ricordarlo solo in quel momento.

Esaurito l'argomento, Mirina confermò i sospetti di Harry ovvero che il medaglione non fosse in quel luogo, mise al corrente gli amici che bensì fosse stato di proprietà del fondatore della comunità, sin dal 1994 non se ne avevano più notizie. Fu ereditato da un ragazzo che andò a studiare in un “collegio” situato in un castello in Scozia.

    • Hogwarts! - Esclamò Ron

    • Si ma per ora non ho trovato niente che ci possa aiutare. - Disse Harry

    • Ricapitoliamo! - Disse Hermione. - Sappiamo che un alunno iniziò i suoi studi nel 1994, nessuno si ricorda chi fosse e che aspetto avesse, tuttavia Minerva disse che era una specie di genio in Pozioni. Conosciamo bene l'abitudine di Lumacorno di selezionare con attenzione i suoi “preferiti” ad Hogwarts, a volte per la loro ambizione o cervello, altre volte per il loro fascino o talento, e ha una straordinaria abilità nel scegliere quelli che stanno per diventare eccezionali nei loro vari ambiti. Penso non si sia fatta sfuggire l'occasione di avere quel ragazzo nel club dei suoi preferiti. -

    • Potresti aver ragione, ma se nemmeno Minerva si ricorda di lui come potrebbe Horace? -

    • Come hai fatto ad ottenere le informazioni sugli Horcrux? -

    • Facendomi dare un suo ricordo … Geniale! -

    • Posso farlo io stavolta. Sono la persona che con Enceladus lo conosce meglio, e il ricordo da ottenere non è poi così imbarazzante come quello che hai ottenuto tu. - Disse Neville.

    • Splendido. -

Passò una settimana prima che Neville riuscisse ad ottenere il ricordo nel frattempo le lezioni del professor Tang continuavano specialmente quelle “originali” rivolte alle matricole. Avevano superato gli esercizi riguardo al corpo sia con gli occhi chiusi che con gli occhi aperti. Non ci fu alcuna ulteriore intromissione da parte di Malfoy.

    • Bene voglio congratularmi con voi per i progressi e i risultati che avete raggiunto. Ora parleremo della più grossa difficoltà che uno studente che ambisca a diventare un grande Mago debba superare. Qualcuno potrebbe indicarmela? -

Ci fu un silenzio di tomba tuttavia gli alunni fissavano il loro professore con occhi curiosi.

    • L'importanza personale! Io sono meglio di te, sono il migliore, devo distinguermi ecc. sono quelle aspirazioni che portano a commettere azioni di magia oscura. Ora vi dirò che cosa si intende con Magia Oscura. Sono tutte quelle azioni che vanno contro la possibilità di sopravvivere dei nostri simili e del mondo intero. Quasi tutte le azioni “cattive” provengono da quella smisurata fonte di “importanza personale” che c'è in ognuno di noi. L'esercizio che faremo vi aiuterà ad individuarne la fonte e, spero, a controllarla. -

L'attenzione della classe aveva raggiunto il massimo, gli alunni si raccontavano le scemenze combinate e le punizioni avute dai genitori a causa di quel fattore.

Quando il brusio terminò Tang riprese:

    • Ora vi metterete l'uno di fronte all'altro e a turno vi insulterete, vi prenderete in giro, vi minaccerete ecc. Ogni reazione da parte della persona che subisce verrà considerata un errore. Non sono ammesse azioni di violenza o contatto fisico ma qualsiasi cosa vi venga in mente per offendere il vostro compagno è lecita. Buon lavoro. -

Metà della classe trovava la cosa divertente, specie i ragazzini che avevano subito qualche angheria da parte dei compagni, l'altra metà invece sembrava una teiera in ebollizione. Il trambusto in quella classe aveva assunto toni da rivolta popolare e ben presto la Preside fece irruzione.

    • Professor Tang cosa sta succedendo. -

Il professore accompagnò fuori dall'aula la Preside e rispose:

    • Sto insegnando. -

    • Per la barba di Merlino che tipo di insegnamento è questo! -

    • Controllo delle emozioni. Non vorrei che i miei allievi si comportassero come me al quinto anno, dove avevo fatto azioni assurde a causa del cattivo controllo sulle mie emozioni. -

    • Ma è il metodo che sto indagando. -

    • Se si riesce a superare impassibilmente gli insulti e le malignità che ci vengono rivolte si riuscirà anche a controllare le proprie emozioni e ad agire con razionalità. -

    • Devo dire che Draco ha ragione i suoi metodi sono alquanto bizzarri. - Disse sorridendo Minerva congedandosi.

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Capitolo 41
*** L'ANTRO DI MERLINO ***


Terminate le lezioni tre insegnanti furono ricevuti nell'ufficio del preside. Neville portava l'ampolla contenente il ricordo di Horace per poterlo esaminare nel pensatoio. Versò il contenuto nel basso bacile di pietra, con le rune incise sul bordo, una luce argentea emanava dal suo contenuto, rammentando ad Harry la prima volta che ne scoprì le particolarità. Si avvicinarono e guardando dentro a quella trasparente sostanza argentea, videro una delle feste organizzate dal Professor Lumacorno per i membri del suo club. Riconobbero alcuni partecipanti, tra questi anche Ginny Weasley, ma non riuscivano ad individuare l'oggetto della loro indagine, quando ad un tratto Neville indicò un ragazzo. Era evidentemente una anomalia del ricordo di Horace, dal momento che il volto di quella persona era pesantemente offuscato come se fosse avvolto da una fitta nebbia, ma al suo collo pendeva uno strano medaglione. Il ragazzo si avvicinò al professore come per oltrepassarlo …

    • Arresto Momentum! - Hermione fermò quell'immagine permettendo di esaminarla.

Il medaglione rappresentava due picchi rocciosi ai quali erano appesi due grossi cristalli che potevano vagamente raffigurare una clessidra, sul bordo facevano mostra di sé delle rune.

    • Professoressa McGranitt. Che ne pensa? - La interpellò Hermione

    • Mi sembra … una giratempo dovresti avere qualche famigliarità con quegli oggetti vero? -

    • Si certo! Grazie a lei. - Disse ricordandosi della sua maratona studentesca al terzo anno.

Tang ne fece il disegno e poi lasciò che il ricordo scorresse fino alla fine.

    • Così possiamo esaminarlo con calma stasera. -

Alla sera si ritrovarono alla Stamberga, tutti i presenti vennero messi al corrente della scoperta fatta al pensatoio, Harry estrasse il suo schizzo e lo mostro ai presenti.

    • Engorgio! -

Ora l'accuratissimo disegno mostrava i particolari, si potevano notare i che due picchi rocciosi sostenere i cristalli facevano parte di un'isola, e le scritte in runico erano diventate marcatamente visibili. Hermione tentò di decifrarle, la scritta nella parte superiore fu identificata come Emain Ablach mentre quella inferiore come Tre Giorni. Subito tentarono di scoprire cosa significasse la prima, senza risultato fino a quando Hermione si ricordò di averla letta sul libro di Monmouth, controllarono e trovarono il significato, era il nome attribuito dalle antiche leggende ad Avalon ovvero “isola ricca di alberi di mele”.

    • Abbiamo Avalon e tre giorni … – Disse riassumendo Harry.

    • … e qualcosa che assomiglia a una giratempo. - Aggiunse Hermione.

    • Adesso ne sappiamo molto, dobbiamo solo essere sicuri del luogo in cui si trovi. - Affermò Luna.

    • Che cosa sai che non sappiamo? - Chiese Hermione.

    • Che Avalon è in un tempo diverso dal nostro di tre giorni mantenuto da quella giratempo. È situata nel passato visto che tutte le descrizione usano quel tipo di coniugazione verbale e che, forse, è proprio qui nel Lago Nero. Da quel che vedo in quel disegno mi pare di riconoscere quella montagna sullo sfondo del paesaggio. -

    • Geniale! - Disse Ron, rompendo il silenzio intriso di ammirazione.

    • Anch'io riconosco quella montagna. - Disse Neville.

    • Ottimo lavoro Luna! Ora dobbiamo procurarci una giratempo. - Si congratulò Harry

    • Non guardatemi, la mia la restituii alla McGranitt alla fine del terzo anno. -

    • Senza considerare che sono andate tutte distrutte durante la nostra incursione nell'Ufficio Misteri del Ministero. - Ricordò Neville.

La situazione sembrava non avere vie di uscita, nessuno riusciva a immaginare dove trovarne una mentre costruirla pareva un'impresa impossibile considerando anche il pochissimo tempo a disposizione. Hermione fu la prima a prendere l'iniziativa chiese a Luna di passargli l'altro libro che avevano portato, L'insegnamento della magia di M. Ambrosius, visto che M. stava per Merlino pensava di trovarvi qualcosa che la aiutasse nella sua ricerca. L'unico indizio che ne trasse era che tutti gli oggetti magici venivano custoditi in una cripta segreta nella caverna di Merlino.

    • Dobbiamo andarci ed ispezionarla. - Concluse Ron.

    • Sempre ammesso che si sappia dove sia. - Aggiunse Hermione.

    • Dovrebbe essere in Cornovaglia nei pressi di Boscastle. - Disse Neville

    • Molto bene andiamoci subito! -

Si diressero verso la foresta proibita cercando i loro mezzi di trasporto preferiti, i Thestral, e in breve erano in volo verso la Cornovaglia. Dopo un veloce viaggio le otto cavalcature si apprestavano a perlustrare l'area intorno a Boscastle per individuare la caverna, fecero qualche giro a bassa quota approfittando dell'oscurità quando Demelza richiamò l'attenzione degli altri su un buco nella roccia situato a livello del mare. Subito atterrarono e lasciate le cavalcature all'esterno si addentrarono nell'antro. Era una normalissima grotta meta di turisti come la stragrande maggioranza delle altre presenti nel territorio, nulla faceva intuire che fosse stata la dimora di Merlino. Facendo luce con le bacchette ispezionarono centimetro per centimetro la caverna senza cogliere il minimo indizio, nemmeno gli incantesimi rivelatori di Hermione avevano sortito un effetto. Stavano per rinunciare quando Luna attratta da una magnifica conchiglia facendo luce con la sua bacchetta si abbassò per raccoglierla.

    • Ferma non muoverti! - Le ordinò Demelza attirando l'attenzione degli altri.

    • Che hai visto? - Chiese Harry

La ragazza indicò la parete più liscia della grotta, l'ombra che ne veniva proiettata,causata dalle rocce circostanti, sembrava una scritta runica. Spensero tutte le luci tranne quella di Luna ora una scritta in runico appariva sulla parete. Hermione tentò di tradurla ma senza risultato.

    • Sono rune scritte a caso non riesco a dar loro qualsiasi significato, c'è però un simbolo che non comprendo, non fa parte dell'alfabeto. -

    • Qual'è? - Chiese Mirina

Hermione lo indicò senza alcun indugio Ency estrasse la bacchetta e toccò la parete proprio nel punto in cui appariva quel segno. La parete si aprì come il muro nel cortile del Paiolo Magico, evidenziando l'accesso a un'ampia cripta. Fecero subito luce ed entrarono, tutti tranne Mirina che rimase in retroguardia temendo che poetesse sorgere qualche problema. L'interno sembrava l'ufficio del falso professor Moody pieno di una serie di oggetti straordinariamente stravaganti, sembravano prototipi degli oggetti magici usati attualmente. Si potevano distinguere Spioscopi, Avversaspecchi, Detector Oscuri, Occhi Rivelatori come quello che avevano preso ai loro inseguitori e finalmente una Giratempo. Sembrava molto più robusta e potente di quella usata da Hermione al terzo anno. Hermione la stava per afferrare quando Harry la fermò per indicargli uno scheletro umano in un angolo del pavimento.

    • Probabilmente in questa cripta è presente qualche incantesimo difensivo. -

    • Già! - Fece eco un raccapricciato Ron

    • Ora voglio che usciate di qui e raggiungiate Mirina. -

    • No non voglio lasciarti qui da solo. - Disse Ron

    • Nessuna discussione. FUORI! -

Il tono di Harry non ammetteva dubbi o proteste, tutti i suoi compagni uscirono dalla grotta senza toccare nulla. Rischiaravano solo con le loro bacchette la cripta che conteneva tutti quegli strani oggetti. Harry si preparò poi veloce come un lampo afferrò la giratempo e volò fuori dalla cripta più velocemente di un Amphitere. Fu una saggia decisione, infatti il passaggio che si era aperto al tocco della bacchetta di Enceladus si richiuse velocemente come un otturatore fotografico, Harry ce la fece per un pelo. Ritornarono alla Stamberga e si godettero un meritato riposo.

Era ancora buio quando Hermione fu svegliata da un insistente bussare alla finestra della sua camera, era un gufo che doveva consegnare una messaggio. Aprì la finestra prese il messaggio ringraziando l'animale che volò subito via. Lesse il messaggio:

A Hogwarts è in corso un'ispezione generale da parte del ministero, guidata da Draco. Sembra che siano alla ricerca di una fantomatico Ignotus accusato di aver rubato un prezioso medaglione. M.

Hermione andò subito a svegliare Harry e Neville.

    • Dobbiamo recarci subito al castello. - Disse mostrando il messaggio.

    • Perchè? - chiese assonnato Neville

    • Siamo dei professori dovremmo essere la. -

Si vestirono e si avviarono velocemente verso la scuola, ma quando cercarono di attraversare il portone furono fermati da Draco in persona.

    • Da dove venite? -

    • Buongiorno Ispettore! Mattiniero eh? Comunque io e i miei colleghi eravamo andati nella foresta proibita per cercare un'erba selvatica estremamente curativa. - Rispose il professor Tang.

    • È così e deve essere raccolta prima dell'alba. Come può vedere l'abbiamo trovata. - Disse Neville estraendo qualcosa di maleodorante dalla sua tasca.

    • Sappiate che non potete entrare fino a quando l'ispezione non sarà terminata. - Li avvertì dando un'occhiata schifata alla pianta.

    • Ispezione? - Chiese Hermione.

    • Ordine del ministero non impicciatevi. - Tagliò corto Draco.

Attesero circa un'ora nel cortile del castello che l'ispezione finisse e i funzionari guidati da Draco lasciassero la scuola. Minerva raggiunse i tre e li mise al corrente di quanto era successo. Avevano rovistato dappertutto con la scusa di cercare Ignotus ma era ovvio che cercavano qualcos'altro.

    • Il medaglione di Avalon. - Disse sussurrando Hermione

    • Devono aver ricevuto qualche spiata riguardo a quello che abbiamo visto al pensatoio. - Asserì Minerva.

    • Abbiamo commesso un errore, non abbiamo protetto l'ufficio con gli incantesimi quando abbiamo visto il ricordo di Horace. - Disse Tang.

    • Incresciosa dimenticanza. - Disse Neville.

    • Comunque ora sappiamo che Draco è dietro a tutta questa storia, forse sin dall'inizio di due anni fa. - Affermò Hermione

Tornarono alla loro routine scolastica, Harry aveva l'ultima lezione della settimana proprio con gli alunni del primo anno. Era diventato abbastanza normale ma alquanto assordante udire i peggiori insulti provenire da quella classe anche se le reazioni degli allievi erano notevolmente diminuite. Mr. Gazza, il guardiano, andava quotidianamente a lamentarsi dalla preside per le parolacce che provenivano da quella classe ricevendo puntualmente assicurazioni che tutto sarebbe stato messo a tacere e il, o i colpevoli puniti.

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Capitolo 42
*** L'ISOLA CHE NON C'È ***


Quel fine settimana era il periodo stabilito per tentare di raggiungere Avalon i compiti furono distribuiti. Luna tramite Hagrid avrebbe procurato due barche, Neville essendo un Grifondoro avrebbe chiesto la spada al Cappello Parlante, Hermione avrebbe custodito la giratempo mentre Luna e Demelza avrebbero preparato il necessario per il viaggio compreso il custodire gli altri tre oggetti. Tutti poi prima di imbarcarsi avrebbero lanciato incantesimi di protezione e di disillusione sulla barca in modo da non essere individuati. Partirono dal porticciolo delle barche all'alba l'acqua aveva uno strano colore nerastro dal quale il lago aveva preso il nome. Harry pronunciò lo stesso l'incantesimo che Hagrid aveva usato per andarsene dalla catapecchia sullo scoglio, in cui lo zio Vernon e famiglia si erano rifugiati per sfuggire ai gufi. Le barche filavano veloci allontanandosi dal castello, Harry teneva d'occhio il disegno in modo da poter distinguerne lo sfondo ed individuare così la posizione dell'isola. Finalmente arrivarono in un punto in cui il disegno e il paesaggio circostante coincidevano. Le barche si fermarono Harry disse a Hermione di azionare la giratempo stimò che ci volessero tre giri. Hermione radunò i suoi compagni tutti sulla barca vuota passò la catena attorno ai loro colli, mentre Harry lanciava un incantesimo di ancoraggio per fissare la barca, azionò lo strumento. Immediatamente davanti a loro apparve l'isola mentre la seconda barca scomparve, era una splendida visione, un corta striscia sabbiosa faceva da contorno a prati verdissimi costellati da alberi di mele, il pendio saliva gradatamente fino a raggiungere un altopiano, sul quale era stato costruita un villaggio dalle strane case, sembravano trulli. Leggermente più in alto si stagliava un castello formato da una singolare aggregazione di quei trulli con il tetto a cono. Dietro al castello sorgevano i due picchi rocciosi che sostenevano i due cristalli responsabili del controllo temporale. La spiaggia era a poca distanza e fu facilmente raggiunta, individuarono una strada che attraversando quel magnifico paesaggio raggiungeva il villaggio. Salirono a passo deciso, senza incontrare ostacoli, le persone che incontravano si limitavano a salutarli amichevolmente. Ben presto raggiunsero il castello qui furono intercettati da un'anziana signora.

    • Benvenuti a Avalon, sono Gliton, vi aspettavo per accompagnarvi alla presenza di Morgana colei che dirige la nostra comunità, prego seguitemi -

Senza attendere risposta si avviò verso l'entrata, gli otto la seguirono in silenzio. Attraversarono una grande stanza a forma circolare, furono fatti salire lungo un'ampia scala a chiocciola fino ad arrivare davanti a un portone finemente intagliato che rappresentava una stranissima città con lo stesso aggeggio applicato sopra due enormi torri. Gliton bussò dolcemente, la porta si aprì lentamente e i ragazzi furono fatti entrare. Si trovarono davanti a una copia della persona che li aveva introdotti solo che la sua personalità emanava rispetto e dolcezza allo stesso tempo.

    • Benvenuti nell'isola che non c'è! - Li salutò facendo cenno di accomodarsi. - So perché siete qui e devo riconoscervi delle doti straordinarie. Nessuno a parte Merlino era riuscito a trovare quest'isola. Invero il suo compito è stato più facile, l'isola seppur protetta da antichi incantesimi si trovava ancora nel suo tempo. Ora grazie a un suo accorgimento è indietro di tre giorni rispetto al vostro quindi è l'isola che non c'è a tutti gli effetti. -

    • Grazie di averci accolti. Abbiamo intrapreso questa avventura per … -

    • Conosco le motivazioni che vi hanno condotto qui signor Potter. Forse avreste potuto anche evitare un simile viaggio. -

    • Di grazia perché dice questo? -

    • Conosci la spada. - Disse sorridendo. - Non è difficile da scoprire.

    • Come abbiamo fatto a non pensarci. Le armi forgiate dagli elfi e specialmente la spada assorbe solo ciò che le fortifica. Abbiamo fatto un viaggio inutile. -

    • Mia cara Hermione, hai ragione ma non del tutto. Questa spada è stata forgiata in tempi molto remoti quando il mondo era molto diverso da quello odierno, e per un particolare processo deve tornare in questo luogo ogni anno. Qualcuno la deve portare oggi è toccato a voi. -

    • Ogni anno? -

    • Si signor Weasley temo però che il nostro concetto di anno sia molto diverso dal vostro. L'ultimo che portò la spada prima di voi fu Merlino. Ora chiamerò l'Elfo che si occuperà di essa. -

Batté le mani e un elfo apparve nella stanza, gli consegnò la spada affinché la esaminasse. L'elfo la guardò attentamente poi estrasse dalle sue tasche delle stranissime foglie e con esse la lucidò. Poi con delicatezza la appoggiò sul tavolo davanti a Morgana.

    • Grazie Rodrick! -

L'elfo nel lasciare la stanza sorrise.

    • Ora dovete mettere davanti alla punta della spada gli altri tre oggetti che avete con voi. In questo modo il potere rinnovato di quegli oggetti la fortificheranno maggiormente. -

Luna estrasse gli oggetti dal suo zaino e fece quanto detto da Morgana. Una volta posizionati una luce abbacinante si sprigionò dal tavolo impedendo agli occhi dei presenti di distinguere qualsiasi particolare del luogo, poi la luce piano piano diminuì di intensità finché scomparve.

    • C'è ancora una cosa che dovete sapere, Merlino riuscì a trovare il luogo dove i sopravvissuti di Atlantide avevano portato i loro tesori. Questo luogo è ricaduto nell'oblio, sebbene la leggenda narra che si trovi da qualche parte in Africa, ma poco importa due di essi sono conosciuti, uno è la giratempo che vedete qui sopra al castello e l'altro è il Giant's Dance. È li che dovrete essere, con i quattro oggetti, nel mattino dell'equinozio primaverile, se volete avere successo, portate con voi in quel luogo gli amici più fidati e sinceri. Ora dovrete affrettarvi i tre giorni stanno per scadere, ricordate che in questo luogo il tempo scorre diversamente. -

    • Grazie signora e addio! - Disse Harry imitato dai suoi compagni.

Raccolsero i loro oggetti e lasciarono velocemente il castello raggiunsero la barca e si diressero la dove avevano lasciato l'altra. Fu un'idea sensata perché forniva da punto di riferimento per il ritorno altrimenti avrebbero vagato senza fine nei meandri del tempo. Dopo qualche attimo di incertezza trovarono la barca proprio quando stavano svanendo, velocemente presero posto su quella che li stava aspettando e in men che non si dica fecero ritorno.

Mancavano un paio di settimane all'equinozio di primavera, la vita a Hogwarts scorreva tranquilla, l'ispettore non si era fatto più vedere. Gli allievi di Tang facevano passi da gigante nella loro materia specie quelli del primo anno. Il professore Lumacorno di tanto in tanto dava lezioni extra a Neville e Enceladus per procurarsi a “scopi puramente didattici” le rare piante che coltivavano in un luogo segreto. Erano diventati bravissimi e per ammissione dello stesso professore forse erano migliori dello stesso Piton. Il tempo passava velocemente e non avevano ancora sciolto il nodo: dove si trovava Giant's Dance?

Come al solito Hermione trovò la situazione rovistando nei libri, precisamente il libro di Monmouth nel quale si attribuisce la creazione di Stonehenge a Merlino. Giant's Dance o Stonehenge, erano state originariamente portate in Irlanda dall'Africa dai giganti, che le avevano posizionate in una formazione di danza circolare. Merlino più tardi in ottemperanza al volere del re le riposizionò in Gran Bretagna. Il libro afferma, inoltre, che lo scopo delle pietre fosse guarire le persone e i luoghi.

Ora tutto era pronto, l'antica magia poteva essere ripristinata. Harry convocò i suoi amici e la Preside a casa di Hagrid lontano da orecchie indiscrete e dopo averla protetta con ogni tipo di incantesimo.

    • Di solito i nostri piani non vanno come previsto ma voglio provarci lo stesso. La settimana prossima sarà quella decisiva, nel primo giorno di primavera sapremo se i nostri sforzi avranno avuto successo. Ora vi dico che cosa dovremmo fare. Per prima cosa dovremmo svuotare il castello quindi consiglierei una settimana di vacanza sempre bene accetta da tutti gli studenti. -

    • Non ne vedo il motivo. - Lo interruppe Minerva

    • Ve ne sono almeno un paio. Per prima cosa non so che effetti possa avere questa magia e non voglio correre rischi inutili. Secondo temo che se tutto va secondo le aspettative alcuni studenti non riusciranno a ritrovare il castello quando tenteranno di tornare. -

    • Per il punto uno concordo, ma riguardo al punto due perché? -

    • Vede professoressa alcuni studenti non sono stati ammessi alle lezioni per le loro doti, solamente per il fatto che avevano le conoscenze e gli appoggi giusti. Al primo anno conosco un paio di elementi che non hanno nessuna possibilità di fare qualcosa nel campo della magia. -

    • Allora? -

    • Se tutto va in porto si troverebbero in una condizione di quasi babbani e non riuscirebbero a localizzare il castello e i luoghi circostanti. -

    • Capisco. Assegnerò i giorni di vacanza. -

    • Per quanto riguarda il nostro compito, Morgana ci ha detto di portare gli amici più sinceri e fidati. -

    • Ho pensato a coloro che ti hanno visto e riconosciuto, la professoressa McGranitt, Hagrid, George, Angelina, Katie, Lee Jordan, le gemelle Patil, mia mamma e mio papà. - Disse Ron

    • Bene ci ritroveremo tutti a Hogsmeade al calar della sera della vigilia. Viaggeremo tramite passaporta. -

La notizia delle impreviste vacanze fu accolta con un boato liberatorio, gli studenti erano elettrizzati di poter godere una settimana di libertà. Tuttavia la cosa non passò inosservata, l'ispettore Malfoy fece ritorno al castello aggirandosi tra le sale in modo circospetto cercando di ottenere delle informazioni che nessuno poteva dargli tranne la preside. La scusa fu una improvvisa infestazione di Doxy nelle cucine del castello che avrebbe richiesto una settimana di disinfestazione. Il castello si svuotò in men che non si dica, e i professori indossate tute bianche e maschere si recarono nelle cucine per iniziare la disinfestazione.

Giunta la sera della vigilia i quattro si apprestarono a lasciare il castello per raggiungere prima la casa di Hagrid e poi Hogsmeade. Entrarono da Hagrid e vi trovarono Mirina, stavano discutendo di come prendersi cura degli Amphitere. Harry bussò e i due uscirono dalla capanna per aggregarsi quando Mirina si voltò di scatto.

    • Siamo seguiti. -

    • Voi andate avanti io e Mirina controlliamo. - Disse sottovoce Harry

    • Rimango anch'io - Replicò Hermione.

I tre scesero la china per recarsi ad Hogsmeade chiacchierando ad alta voce dando l'impressione di essere in maggior numero. Harry e Mirina si nascosero ai lati della casa mentre Hermione si sistemò all'interno accendendo una lampada. Ben presto due persone incappucciate con fare furtivo si avvicinarono alla porta di Hagrid per aprirla. Harry e Mirina veloci come fulmini li colpirono stordendoli e li trascinarono all'interno della capanna. Tolsero loro il cappuccio.

    • Guarda guarda, Theodore Nott e Blaise Zabini, Draco non deve essere distante. - Disse schifata Hermione.

    • Arriva qualcuno. - Avvertì Mirina e si nascosero ai lati della porta.

Draco bacchetta alla mano spalancò la porta con un calcio pronto a colpire ma si trovò di fronte a Hermione. Per poco non inciampò a causa della sorpresa.

    • Che ci fai qui sporca mezzosangue? -

Mentre Mirina scivolava silenziosamente alle sue spalle Harry rispose:

    • Sempre molto gentile Draco! -

Nel sentire quella voce ebbe un attimo di smarrimento del quale approfittò Mirina per sfilargli la bacchetta dalla mano.

    • Che ci fate a casa di Hagrid? -

    • Non sta a te porre domande. - Lo redarguì severamente Harry.

    • Se avessi ancora la mia bacchetta … -

    • Nessuno di noi sta impugnando la bacchetta Draco e se la avessi ti faresti solo del male. Ora rispondi alle nostre domande. -

    • Non ci penso nemmeno! -

Harry si avvicinò fino a un palmo dalla sua faccia e lo fissò dritto negli occhi. Una paura smisurata invase Draco che credeva di vedere la faccia di Voldemort proprio davanti alla sua. In men che non si dica si ritrovò in ginocchio a chiedere pietà e che gli fosse risparmiata la vita.

    • Devi solo rispondere alle nostre domande, e avrai salva la tua miserabile vita. - Disse Hermione

Draco non rispose. Allora Hermione chiese.

    • Cosa hai a che fare con Avalon? -

Il corpo di Draco fu scosso da brividi di terrore e la sua faccia assunse l'espressione di un bambino che stava per essere punito per aver rubato la marmellata.

    • N .. ni … nie … niente. -

    • Risposta errata. - Disse tranquillamente Harry.

    • N .. Noi … sta … sta … stavamo cercando un mmm … mmm … medaglione che ci avrebbe condotto all'isola del tesoro. - Terminò la frase tutta di un fiato.

    • Stupido ignorante che non sei altro, se ti fossi applicato in Rune antiche avresti potuto sapere che Isola del tesoro non è uguale a Isola della fortuna. - Lo redarguì Hermione.

Draco non perse la sua espressione spaventata ma assunse una smorfia interrogativa.

    • Isola della fortuna. Si traduce Isola della fortuna perché in quell'isola la terra fornisce tutto il necessario per vivere senza coltivarla, scemo che non sei altro. -

    • Delle persone sono morte per la stupida avidità e ignoranza. - Disse Mirina.

    • Taci crim... -

Non fece tempo a finire la frase che Mirina lo mandò nel mondo dei sogni. Poi fecero in fretta presero i tre malcapitati completamente storditi, Hermione cancellò loro la memoria e li lasciarono nel mezzo della foresta proibita. Velocemente raggiunsero gli altri che li stavano aspettando a Hogsmeade.

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Capitolo 43
*** STONEHENGE ***


Presero due boccali e Harry mormorò “Portus” trasformandoli in passaporta per Stonehenge, si formarono due gruppi e mentre la notte si infittiva lasciarono il posto alla volta del Wiltshire. Quando furono arrivati misero al corrente dell'incidente avuto con Draco, consigliando loro di riposarsi per l'impresa dell'indomani. Montarono le tende vicino ai megaliti e si addormentarono, tutti tranne Harry, Hermione, Luna e Demelza. C'era ancora un problema da risolvere dove posizionare i quattro oggetti. Ispezionarono le pietre e il luogo ma nessun indizio si era rivelato quando a Luna venne in mente un mosaico visto al castello. In esso erano riportati gli stemmi della quattro case ma la cosa curiosa era il loro perfetto posizionamento ai rispettivi punti cardinali. Corvonero a Est, Serpeverde a Ovest, Grifondoro a Nord e Tassorosso a Sud. Riesaminarono i rispettivi megaliti, Luna trovò un piccolo foro, che lo attraversava da parte a parte, in quello a Est dove immaginava che la pietra del diadema ci potesse entrare perfettamente. Staccò la pietra dal diadema e la posizionò nel foro, si adattava perfettamente. Demelza che stava ispezionando quello ad Ovest scopri che le irregolarità della pietra erano simili se non uguali alla forma del bastone di Serpeverde, lo appoggiò alla pietra e scoprì che si incastrava stabilmente. Hermione aveva trovato una fessura a mezza luna sulla pietra a Sud nella quale ci infilò la base della coppa. Harry invece non riusciva a scoprire come sistemare la spada in quello a Nord.

    • Forse Hai bisogno di un po' di luce. - Disse Luna estraendo la bacchetta.

Così facendo illuminò meglio la pietra la esaminarono attentamente senza trovare un modo di fissarla. Si fermarono un momento a ragionare.

    • Ho letto che questa spada potrebbe essere la stessa usata da Artù nella sua ultima battaglia. Secondo la leggenda fu fabbricata da un elfo fabbro di Avalon, la lama magica era indistruttibile e il fodero avrebbe protetto Artù per tutto il tempo in cui l'avesse portato. La spada fu recuperata ma il fodero fu perduto per sempre e quindi Artù fu ferito a morte nella Battaglia di Camlann. Forse il fodero non è perduto … - Disse Hermione

    • Devo esaminare bene la roccia. -

Agile come un gatto Harry la scalò fino alla sua sommità, guardò verso il basso e vide una fenditura nella roccia, fece un cenno a Demelza che gli lanciò la spada. Presto scoprirono che il fodero o almeno un suo duplicato era incastonato in quell'antichissimo monolite. Ora gli oggetti erano sistemati non rimaneva che aspettare il prossimo giorno.

E venne l'alba, impazienti e ancora non del tutto certi nella riuscita dell'impresa i componenti del gruppetto si aggiravano tra i giganteschi monoliti. Quella era la mattina fatidica in cui sarebbe successo qualcosa, ma nessuno poteva prevedere cosa. L'attesa diventava snervante alcuni camminavano nervosamente avanti e indietro altri sedevano sul prato chiacchierando, Hagrid si stava lisciando la lunga barba guardando il cielo terso del mattino Arthur e Minerva stavano tranquillamente chiacchierando seduti su una pietra. Il sole aveva cominciato a mostrarsi e stava già illuminando la sommità del monolite posto a Est, a questo punto Harry ebbe un'intuizione e tenne attentamente d'occhio il punto dove era stata inserita la gemma della tiara di Corvonero. Quando i raggi del sole furono arrivati in prossimità del foro radunò tutti ad un lato del cerchio di pietre in modo da osservare ciò che sarebbe successo. Finalmente un raggio di sole colpì la gemma e da essa fu amplificato e inviato verso le due ali del bastone di Serpeverde. Dalle due ali partirono altri due luminosissimi raggi che andarono a colpire l'elsa della spada di Grifondoro e il centro della coppa di Tassorosso. Due potenti raggi si incrociarono proprio al centro del cerchio formando un ampio bacile di luce dorata.

    • Sembra il pensatoio di Silente. - Disse Luna

    • Si certo! Ora so esattamente ciò che deve essere fatto. - Esclamò Harry

Tutti lo guardarono con aria interrogativa.

    • Semplice prendete i vostri ricordi di Hogwarts e dintorni e immergeteli in quella luce dorata. -

Si disposero intorno al cerchio di luce e ognuno di loro estraeva i propri ricordi per inserirli in quel bacile, mano mano che i ricordi entravano una raffigurazione luminosa in tre dimensione si stava formando. Più ricordi venivano immessi e più nitida diventava l'immagine. Alla fine Harry immerse la sua testa in quella luce dorata contribuendo con i suoi ricordi a rendere estremamente particolareggiata quella rappresentazione. Ora tutti potevano ammirare il Castello, la Foresta Proibita, la casa di Hagrid, la Stamberga Strillante ecc. e notare dei particolari che mai prima d'ora avevano visto.

    • E pensare che credevo di conoscere bene tutto il castello. - Disse incredulo George.

    • Ho insegnato per molti anni ma non sapevo che ci fosse quella stanza. - Disse Minerva indicando uno stanzino nelle segrete.

    • E' sicuramente meglio della Mappa del Malandrino. - Affermò Ron

Il sole stava per abbandonare la fessura in cui era stata incastonata la pietra, quando il raggio si interruppe il bacile e l'ologramma diventarono una grossa palla dorata che si diresse a nord più veloce della luce.

Ancora stupiti da quanto era successo raccolsero gli oggetti e le loro cose, ripresero le passaporta, per fare ritorno a Hogsmeade. Quando arrivarono nel villaggio trovarono tutta la popolazione radunata in piazza che commentava quanto fosse successo.

    • … ho visto un lampo dorato, che mi ha accecato poi sono uscita … -

    • … una luce dorata sembrava cadere dal cielo … -

    • … non sento più i fastidi della mia artrite … -

    • … guardate il castello sembra brillare … -

    • … ora mi sento in perfetta forma … -

Senza farsi notare presero la strada che conduceva al castello, arrivarono alla casa di Hagrid dove si radunarono ma per precauzione solo Minerva, Neville, Hermione e Tang si recarono alla scuola. Ad accoglierli davanti all'ingresso c'erano tutti i professori.

    • Minerva cosa è successo? - Chiese Horace

    • Ditemelo voi. -

    • All'improvviso c'è stato come un grosso lampo dorato per un attimo non si è potuto vedere altro poi tutto si è sistemato ma in modo diverso, è come se l'energia e gli antichi incantesimi che proteggono questo luogo fossero stati rafforzati di molto. - Rispose Vitious

    • Si è così! Anche le mie piante da allora sembrano più in forma. - Confermò Pomona

    • Molto bene vedremo Lunedì alla ripresa delle lezioni. -

 

La sera del Lunedì gli occupanti della Stamberga Strillante erano impegnati a leggere la Gazzetta del Profeta:

Prima Pagina

Clamoroso! La scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts è stata colpita da un fulmine dorato. Per fortuna gli alunni erano in vacanza a causa della disinfestazione delle cucine invase dai Doxy. A questo si accompagna un fatto singolare mai accaduto prima, una decina di studenti che frequentavano le lezioni non riescono a ritrovare il castello e nemmeno il treno che conduce alla scuola. Si mormora che un mago oscuro abbia fatto loro un incantesimo per trasformarli in babbani. Interrogata sull'accaduto la Preside Minerva McGranitt dice di non sapere cosa sia successo in quanto era lontana dal castello con altri professori. Si dichiara dispiaciuta per l'accaduto e si rammarica che alcuni studenti non possano continuare l'anno. Una fonte che ha voluto rimanere anonima ci assicura che quegli studenti erano peggio dei Magonò. Tuttavia le lezioni sono riprese regolarmente.

Terza Pagina

Tre sedicenti ispettori del ministero sono stati trovati mentre vagavano nella foresta al di la delle colline di Hogwarts. Draco Malfoy, Theodore Nott e Blaise Zabini i loro nomi. Quando fu loro chiesto cosa ci facessero in quel luogo risposero gridando frasi sconnesse a proposito di draghi piumati, centauri arrabbiati e grossi ragni velenosi. Hanno anche confessato di essersi spacciati per ispettori del ministero con l'intento di scoprire dove si trovasse l'isola del tesoro. Viste le deliranti affermazioni e il loro comportamento dissociato sono stati ricoverati all’ospedale per ferite e malattie magiche San Mungo reparto Janus Thickey, stesso reparto dove si trova il famoso mago Gilderoy Allock. Curioso il fatto che uno dei maggiori benefattori del San Mungo sia Lucius Malfoy padre del ricoverato Draco.

Sesta Pagina

Il delegato del ministero per la pubblica istruzione subito inviata a Hogwarts per verificare gli strani accadimenti è ritornata dicendo che nella zona in cui si era recata non esiste alcun castello e nemmeno la stazione di Hogsmeade. Anche la signorina Babbey (questo è il cognome della delegata) è stata ricoverata al San Mungo. Sembra sia stata colpita da un potentissimo incantesimo confundus. Il Primo Ministro allora ha inviato sul posto Kingsley Shacklebolt capo degli Auror, al suo ritorno ha riferito che al Castello tutto avviene come è sempre stato e che gli studenti non corrono alcun pericolo.

 

Qualcuno bussò alla porta, Hermione andò ad aprire era la Professoressa McGranitt.

    • Sembra che tutto si sia sistemato. - Disse sedendosi.

    • Ci saranno poche o nessuna interferenza da parte del ministero d'ora in avanti. - Disse Neville.

    • Tuttavia penso che l'insegnamento a Hogwarts debba essere riformato. - Disse Hermione

    • Alla luce di quanto successo lo penso anch'io. - Disse Ron

    • Che cosa proponete? - Chiese Minerva

    • Alcuni cambiamenti, tipo quelli introdotti dal professor Tang. - Disse Neville.

    • Ah! Difesa contro le Arti Oscure, capisco ma la vostra impresa è stata una difesa per Hogwarts contro le arti oscure. - Disse Minerva

    • Si ma non solo arti oscure, durante i nostri viaggi abbiamo imparato un mucchio di cose degne di essere insegnate. - Disse Harry.

    • Per esempio? -

    • Prendiamo la materia di Sibilla. Così come organizzata è una vera perdita di tempo se non ricordo male anche Silente la voleva eliminare. Propongo di cambiarla con Controllo dei Sogni e sviluppo della qualità naturale che tutti noi abbiamo ovvero il Veggente. A causa della cattiva qualità degli strumenti propongo un corso di Applicazioni Tecniche volto allo studio e alla costruzione dei manufatti magici, quali bacchette, calderoni, scope ecc. dedicata agli studenti degli ultimi due anni. In aggiunta un corso di difesa personale e combattimento corpo a corpo. -

    • Un programma ambizioso, ma fattibile. Mi doveste spiegare anche dove trovare gli insegnanti. -

    • Controllo dei Sogni – Demelza, Costruzione Bacchette – Ron, per quanto riguarda il Veggente penso Luna sia la più adatta, Mirina si occuperà della difesa personale non solo del corpo a corpo ma anche su come ricevere attenzione e accordo dagli altri. Mancano solo gli specialisti degli altri manufatti come scope, calderoni ecc. ma questo non penso sia un grosso problema. -

    • Molto bene, per il prossimo anno nominerò Hermione al mio posto, insegnerà Trasfigurazione ma non mi hai detto che cosa farà il tuo ultimo amico. - Disse indicando Enceladus.

    • Un po' di tutto … stia tranquilla non l'ho dimenticato. - Rispose elusivamente Harry.

    • E per quanto riguarda la scelta degli studenti? -

    • Avverrà come sempre, ma solo i meritevoli troveranno il castello. -

    • Questa è stata la malcomprensione di Salazar Serpeverde. - Disse Hermione. - L'intenzione di Merlino era di insegnare a coloro che ne erano meritevoli lui li aveva chiamati puri. Salazar malcomprese la cosa credendo che Merlino intendesse di sangue puro. Così invece di bilanciare il serpente bianco con quello nero del suo bastone finì per favorire quello nero portando gli scompigli che abbiamo sperimentato. Per questo nascose il suo bastone e si affezionò a quel medaglione privo di un qualsivoglia potere. -

    • Molto bene! Stilerò il programma e le varie nomine. So che alcuni di voi sono “morti” facendo l'occhiolino a Ron e a Mirina, per questo dovremmo convocare un paio di fratelli della numerosa famiglia Zhou, ma per gli altri non ci dovrebbero essere problemi. Dall'anno prossimo la scuola fornirà le bacchette e via via tutti gli attrezzi necessari per lo svolgimento delle attività didattiche. -

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Capitolo 44
*** IL DUELLO ***


L'attività dei docenti e degli alunni riprese la normale routine ci furono una decina di defezioni causate dagli ultimi eventi, studenti che non riuscivano a ritrovare la loro scuola, niente di cui preoccuparsi troppo. La vita scorreva normalmente, anche se qualcosa di misterioso stava accadendo. Harry divideva il suo tempo allenandosi con Mirina nelle arti marziali, teneva lezioni sotto le spoglie del professor Tang … e lontano da occhi indiscreti impartiva delle lezioni speciali a Enceladus. Di solito si ritrovavano in una chiesetta semidiroccata all'estrema periferia di Hogsmeade, il posto era stato scoperto da Harry durante una delle sue lunghe passeggiate. La chiesetta era fornita di una cripta sotterranea ben conservata, perfettamente isolata e completamente sconosciuta agli abitanti del luogo. Erano tre settimane che stavano lavorando duramente e con ottimi risultati.

    • Stai migliorando di giorno in giorno Ency. Oggi proveremo la maledizione Imperius, questa maledizione può essere contrastata, ma ciò richiede una gran forza di carattere. Resistergli significa il coronamento di quanto abbiamo fatto fin'ora. Pronto? -

    • Si! -

Harry guardò dritto negli occhi Ency e disse: - Imperio. - Ency provò una sensazione alquanto strana, sembrava stesse sognando, le cose che vedeva davano l'impressione di non essere veramente reali. Provava quella sensazione alquanto famigliare di muoversi come se vivesse uno dei suoi sogni. Tuttavia era conscio che Harry gli aveva lanciato una maledizione e che ora lo stava osservando.

Poi sentì la voce di Harry ma non era strana come quella che sentiva nei sogni, era la solita voce del suo amico, solo che pareva rimbalzare tutt'attorno a lui. Nonostante fosse molto suadente e ipnotica riusciva a individuarla e a comprenderla.

    • Danza sulle punte dei piedi! -

Ency stava per eseguire questo passo di danza come se il suo corpo obbedisse senza avere il permesso del suo cervello. Riprese il controllo pensando “Harry deve essere impazzito” si rilassò e guardò negli occhi il suo amico.

    • Danza sulle punte dei piedi! - Ripeté Harry

Stava per darsi una leggera spinta per posizionarsi sulle punte, quando una domanda sorse spontanea “perché lo dovrei fare? Io decido per me e in questo momento non voglio danzare sulle punte”. Sorrise e guardò di nuovo Harry.

    • Danza sulle punte dei piedi! - Ripeté Harry

“Non ne ho la più pallida idea” Pensò Enceladus e non si mosse. Harry stava per ripetere il comando quando fu fermato:

    • Piantala tanto non ti do retta. - Disse ridendo.

    • Molto bene esame superato! -

    • Perché ho dovuto imparare questo? -

    • Ho bisogno che tu sia ben preparato dobbiamo affrontare un compito in cui il minimo errore potrebbe essere fatale. Ora cercherò di insegnarti tutti gli incantesimi di difesa che io conosco. -

    • Qual'è il compito? -

    • Spionaggio! Top Secret. - Rispose facendogli l'occhiolino.

Per le due settimane successive lavorarono duramente sfruttando ogni minuto libero Ency era un allievo perfetto e a giudizio di Harry avrebbe superato il G.U.F.O. In Difesa contro le Arti Oscure con lode. Tuttavia queste continue sparizioni avevano messo in allarme gli altri amici, ma fu lo stesso Enceladus a rassicurarli dicendo che aveva chiesto ad Harry di insegnargli alcuni trucchi del mestiere. Hermione, da vera strega pratica e razionale lo sfidò a duello, la qual cosa fu accettata da Ency con un inchino.

Il mattino dopo, all'alba, come richiede un vero duello, gli sfidanti si ritrovarono nella stanza più grande della Stamberga Strillante. Diversi spettatori interessati e incuriositi attendevano l'inizio delle ostilità. Ron, degno fratello dei gemelli, scommise con Harry sulla vittoria senza difficoltà di Hermione, scommessa prontamente accettata. I duellanti si schierarono, seguirono il cerimoniale richiesto, ovvero presentazione delle bacchette e inchini, poi diedero il via alla tenzone. A dire il vero la sfida non iniziò subito ma gli avversari si squadrarono per alcuni secondi. Ency era veramente impassibile più di Piton nei suoi momenti migliori il che rendeva leggermente nervosa Hermione che attaccò:

    • Expelliarmus! -

Un fascio di luce rossa proruppe dalla bacchetta di Hermione ma Enceladus pronto lo evitò con un veloce spostamento del torace. L'incantesimo ruppe un vetro della finestra della stanza. Non vi fu contrattacco semplicemente Ency rimaneva impassibile a scrutare Hermione:

    • Petrificus Totalus! -

Una luce argentea scaturì dalla bacchetta di Hermione ma di nuovo mancò il bersaglio, Ency riusciva a muoversi più veloce di una mangusta che lotta contro un cobra. Nessun contrattacco nemmeno stavolta. Hermione cominciava dare evidenti segni di nervosismo, sopratutto a causa dello sguardo tranquillo ma penetrante di Enceladus

    • Incarceramus! -

Schivato, allora la ragazza prese ad avanzare verso il suo avversario, puntò la bacchetta e:

    • Stupeficium! -

Mancato di nuovo, si mise a correre aprì la bocca per lanciare un altro incantesimo quando Ency senza alcuna inflessione particolare della voce pronunciò:

    • Liga talos! -

Hermione sentì le sue caviglie cedere come se avesse preso una storta, cadde lunga e distesa sul pavimento. Era un Incantesimo d'Inciampo lo stesso che Malfoy aveva usato quando Potter e i suoi erano stati scoperti dalla Umbridge durante le Esercitazioni Segrete. Hermione si rialzò sorpresa e ripartì all'attacco.

    • Stupeficium! -

    • Protego! -

Mentre rispondeva all'attacco Ency si girò su un fianco cosicché il suo scudo deviò la luce rossa, con una rapida mossa la catturò con la sua bacchetta e con un movimento a frusta la rispedì al mittente. Hermione fu colpita in pieno dal suo stesso incantesimo e fu scaraventata per terra a due metri di distanza. Enceladus rapido come un gatto agguantò la bacchetta del suo avversario, aspettò che si alzasse e gliela porse sorridendo con un inchino.

    • Devo riconoscere i meriti di Harry ma sopratutto i tuoi, non ho mai visto nessuno combattere in questo modo. - Si complimentò la ragazza

    • Grazie! Ma sappiamo di chi è il merito. - disse facendo l'occhiolino al suo insegnante.

Con grande disappunto Ron pagò la scommessa. Nessuno ebbe da ridire sul fatto che ogni tanto quei due sparivano per un po' di tempo, il risultato era li davanti a tutti.

In quel fine settimana Harry svegliò Enceladus ancora prima dell'alba, senza dire una parola lo condusse nella Foresta Proibita raggiunsero il luogo dove vivevano gli Amphitere per sceglierli come loro mezzo di trasporto.

    • Dove dobbiamo andare? - chiese Ency

    • In Germania nella prigione di Nurmengard. -

    • Un'altra prigione? Non ti è bastata Azkaban? -

    • C'è un motivo ben preciso per il nostro viaggio. Quella è la prigione in cui era stato richiuso Grindelwald. -

    • Chi è costui? -

    • Era un amico di Albus Silente, con lui intraprese la ricerca dei Doni della Morte, un argomento che li affascinava molto ma soprattutto pianificavano una sorta di "nuovo ordine" mondiale, in cui i maghi avrebbero dovuto regnare sui Babbani "Per il bene superiore". Tuttavia a un certo punto le strade si divisero proprio come raffigurato su bastone di Salazar. Albus scelse il serpente bianco e divenne professore e preside condividendo la sua sapienza mentre Gellert scelse il nero e si impegnò alla ricerca del potere personale. Ebbe la Bacchetta di Sambuco, ma ebbe anche l'anello Andvaranautr (che aveva la magica proprietà di generare oro). Silente quando lo sconfisse catturò la bacchetta ma era ignaro dell'anello. Gellert lo tenne sempre con sé, alla fine tentò di offrirlo a Voldemort in cambio della sua vita, ma il Signore Oscuro lo ignorò uccidendolo. -

    • Un anello che genera oro? -

    • Si! Anche se il suo possessore originario, lo maledisse quando fu costretto a cederlo. In effetti tutti gli umani che lo hanno posseduto sono morti di morte violenta. -

    • Devi essere ammattito se lo vuoi prendere. -

    • Non è per me! Ma per i Goblin della Gringott. È ora di andare. -

Lanciò un incantesimo di disillusione su due dei draghi e saltò in groppa a uno di loro invitando Ency a salire sull'altro.

    • Seguimi. -

Partirono alla volta di Nurmengard, veloci e silenziosi. La prigione era una torre situata su una montagna molto alta. Si potrebbe dire che ne fosse la cima o l'apice della stessa, era impossibile da raggiungere via terra, i prigionieri vi venivano portati in volo. Solo Voldemort, era riuscito ad entrarci e a uccidere Grindelwald, grazie alla sua abilità di volare. Cavalcando i due Draghi Harry e Ency riuscirono ad arrivare fin sulla cima della torre, scesero sul tetto, spostarono delle tegole e si calarono all'interno. Il solaio era molto basso, si poteva stare eretti solo al centro, il tetto era a forma di cono la cui base poggiava sul pavimento. Ispezionarono l'area la soffitta era vuota ma ad una occhiata più attenta una botola si manifestò. Essendo vicina al tetto dovettero quasi strisciare per arrivarci, la aprirono e si calarono di sotto. Una stretta scala a chiocciola scendeva lungo il perimetro della torre lasciando intravedere le porte delle celle. Erano disposte su una spirale a spicchi di arancia, camere triangolari con il vertice rivolto verso il centro della torre.

    • Andiamo in basso dovrebbe esserci l'ufficio dei secondini. -

    • Stiamo cercando guai? -

    • Può essere ma è anche la via più breve. -

Scesero senza fare rumore la scala a chiocciola, i gradini parevano non finire mai, finalmente giunsero alla stanza dei secondini situata al piano terreno. Sbirciarono all'interno, c'erano solo due persone che stavano giocando con degli strani dadi a dodici facce. A parte quella stranezza il gioco era uguale a quello comunemente noto. Uno di loro si lamentò che era stupido continuare a giocare tra loro e che avevano ormai spennato tutti i prigionieri. Ci sarebbe voluto un pollo fresco da spennare. Harry disse a Ency di nascondersi disse che lui era il pollo che stavano aspettando. Attese che il suo amico si eclissasse poi maldestramente inciampò cadendo a bocconi nella stanza dei due secondini.

    • Per la miseria chi sei? -

    • Ah … Oh … MMMM … mi hanno aaaaa … appena preso. -

    • Un nuovo prigioniero? Non ne sapevamo nulla. -

Harry assunse un'espressione stupida e li guardò.

    • Non importa hai soldi con te? -

    • Soldi? Ah … si monete? Si ne ho. -

Fece risuonare il contenuto delle sue tasche.

    • Partitina? - chiese uno dei due indicando i dadi.

    • Oh! Si … Ma non ho mai visto dadi come questi. -

    • Semplice si vince facendo il punteggio più alto. Il massimo è 24. -

    • Va bene. -

Quello che aveva parlato con una rapida mossa sostituì i dadi, solo un occhio esperto avrebbe potuto cogliere quel movimento in effetti Harry lo colse. Intuì che quelli erano truccati e per lui non c'era alcuna possibilità di vincere tuttavia giocò lo stesso. La sue puntate erano basse, ma stava molto attento a cosa facevano i suoi avversari, quando avevano in mano i dadi. Scoprì che sfregavano la faccia con il punteggio desiderato e una volta lanciati quella era la faccia che si mostrava. Probabilmente era un trucco legato al calore pensò Harry. Continuò a perdere, piano piano stava per essere spennato completamente al che disse:

    • P... pu … punto tutto. -

I due si guardarono, fecero un cenno di intesa e puntarono tutto anche loro. Sul tavolo una discreta quantità di Galeoni d'oro. I due tirarono per primi il risultato fu 22 e 19 due ottimi risultati poi fu la volta di Harry. Senza farsi notare strofinò i due 12 e poi lanciò, dopo alcune capriole che ai presenti sembrarono infinite i dadi si fermarono. Totale: 24.

    • Non è possibile! - disse uno dei due.

    • No vero? Non dovevano essere truccati? -

Replicò Harry che aveva abbandonato l'espressione stupida ed ora li stava fissando negli occhi. Il più grosso dei due cercò di assalire il vincitore con il risultato di inciampare sulla gamba di Harry che sfruttandone lo slancio lo scaraventò a testa bassa contro il muro facendogli perdere i sensi. Il suo compare impaurito si appoggiò alla parete temendo per la sua incolumità, poi recuperato un po' di coraggio estrasse la bacchetta solo per vederla sfrecciare via dalla sua mano per posarsi delicatamente nella mano di Harry. Ora la paura si era trasformata in apatia, il secondino stava rannicchiato contro la parete in attesa della sua fine.

    • Hai una possibilità di rivincere tutto quanto. -

Non ci fu incantesimo migliore di questo, la guardia si riprese, si raddrizzò e guardò il suo avversario con uno sguardo interrogativo e speranzoso.

    • Dico il vero, intendo visitare la cella dove veniva tenuto prigioniero Gellert Grindelwald. -

    • Ora la sua cella è occupata. Si certo, da una ragazza che, visto il suo accento, direi una tua connazionale. -

    • È un problema? - Chiese Harry guardando i Galeoni ancora sul tavolo.

    • Assolutamente no. Andiamo. -

Salirono quell'infinita scala, seguiti silenziosamente e invisibilmente da Ency, fino ad arrivare quasi in cima alla torre. Il secondino si fermò davanti una cella estrasse un grosso mazzo di chiavi, ne provò parecchie prima di trovare quella giusta, poi con un incredibile rumore di ferraglia aprì la porta. La cella era semibuia così Harry che stava alle spalle del secondino accese la bacchetta, e con sua enorme sorpresa riconobbe quella prigioniera. Era Alicia Spinnet la sua compagna di squadra di Quidditch, non appena lo vide fece per esclamare la sua sorpresa quando un imperativo cenno la fece rimanere in silenzio.

    • Ecco questa è la cella. -

    • Grazie puoi aspettare fuori devo ispezionarla completamente. -

La guardia obbedì pensando alla pericolosità della persona che aveva di fronte e al mucchio di Galeoni d'oro che giacevano sul tavolo nel suo ufficio. Harry sussurrò ad Alicia di rimanere ferma e in silenzio mentre cominciava a ispezionare la cella. Incise sulle pietre del muro vi erano varie scritte e simboli alcuni dei quali raffiguravano i doni della morte, per nulla diversi da quelli visti a Godric's Hollow, o sul libro di fiabe di Silente, o nel pendente di Xenophilius, tutti tranne uno. Quel particolare simbolo era racchiuso in un altro cerchio più grande. “Ci siamo!” pensò Harry e puntò la bacchetta dritto al centro dell'incisione. Sentì un sordo Toc seguito da un Click metallico che liberò uno sportellino di pietra. All'interno della piccola nicchia giaceva un anello d'oro con diverse iscrizioni in strani caratteri simili a quelli già visti nel libro degli Elfi di Demelza. Indubbiamente quello era il famoso anello Andvaranautr, lo raccolse con la bacchetta e lo avvolse in un fazzoletto che estrasse dalla sua tasca, impedendo in tal modo che la maledizione dell'anello lo contagiasse. La prima parte della missione era compiuta, ma non poteva permettere che la sua amica rimanesse a marcire in quella prigione. Così si voltò di scatto puntando la bacchetta contro la guardia:

    • Petrificus Totalus! -

Che cadde completamente rigido sulla scala a chiocciola.

    • Vieni Ency. -

Come se spuntasse dal nulla la figura del suo amico si presentò.

    • Prestami la tua bacchetta. -

Harry estrasse dal malcapitato secondino alcuni ricordi di momenti in cui stava facendo degli incantesimi, poi gli mise in mano la sua bacchetta puntandogli quella di Ency con i pensieri prelevati ancora appiccicati sulla punta.

    • Innerva! Ho mescolato le immagini nella sua bacchetta, così non riusciranno a capire qual'è stato l'ultimo incantesimo fatto. -

Salirono la scala fino al sotto tetto tolsero le tegole e richiamarono i due draghi con un fischio. Prontamente arrivarono e altrettanto velocemente salirono in groppa, e via per un rapido ritorno alla Foresta Proibita.

 

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Capitolo 45
*** ANDVARANAUTR ***


Scesero dalle loro cavalcature con naturalezza lasciandole libere e si sedettero sotto un grande albero per riposarsi da quella avventura. Fu Alicia a rompere il silenzio.

    • Ti devo ringraziare tantissimo Harry. -

    • A proposito che ci facevi in quell'hotel a 5 stelle? - Chiese sorridendo.

    • E' una lunga storia. Dopo aver finito la scuola incominciai a lavorare alla Banca Centrale dei Maghi, per il mio apprendistato fui mandata in Liechtenstein. In effetti la BCM possiede il quaranta percento di quella banca ma la dirige come se fosse di sua esclusiva proprietà. -

    • Scusa se ti interrompo. - disse Harry – Ma chi sono gli altri proprietari? -

    • Il 30 per cento dei Templari e l'altro 30 della Confraternita del Re Salomone. Inutile dire che queste due entità non sono affatto interessate alle attività di quella banca. La sua importanza alla luce della BCM crebbe in quanto vi furono trasferiti tutti i possedimenti auriferi dei cosiddetti “purosangue”. Svuotarono le loro camere blindate alla Gringott per trasferirne in gran segreto il contenuto in questa banca. Poi con l'avvento della crisi economica del mondo magico persi il lavoro ed emigrai in Germania come disinfestatrice domestica. Una sera tornando a casa fui picchiata e rapinata, mi trovarono dei poliziotti che controllarono la mia bacchetta e mi internarono in quella prigione. In effetti quella non era la mia bacchetta ma qualcuno me la mise in mano quando ero priva di sensi. -

    • Così i Goblin della Gringott hanno perso la custodia della maggior parte dell'oro. - Concluse Harry

    • Certo e non penso ne siano contenti. -

    • Molto bene. - Disse Harry con uno strano sorriso. - Andiamo alla Stamberga Strillante. -

Era sabato pomeriggio inoltrato nella stamberga c'erano solo Mirina e Ron. Quando Alicia li vide fu colta da un'incredibile sorpresa, credendo che fossero due criminali ritenuti morti annegati. Fu Harry a chiarire l'equivoco e a mettere al corrente la sua amica su quanto era veramente successo. Alicia sentì una grande rabbia salire dal profondo e sbottò:

    • Dobbiamo fargliela pagare. -

    • Sono d'accordo disse Ron, per ora ne abbiamo quasi cancellato la loro influenza su Hogwarts. -

    • Dobbiamo andare alla Gringott. Passiamo però da Grimmauld Place. -

Una passaporta fu preparata e ben presto si trovarono nel giardinetto antistante il numero 12. Entrarono nella casa Harry accompagnò Alicia in una stanza provvista di un armadio fornitissimo di abiti femminili e le disse di vestirsi da perfetta segretaria di un uomo d'affari. Poi andò da Ency e spiegò come avrebbe dovuto comportarsi. Un'ora dopo tre individui uscirono dalla casa per recarsi a Diagon Alley, un perfetto uomo d'affari con l'immancabile ventiquattrore, la sua segretaria e una guardia del corpo. Camminavano a passo deciso senza voltarsi e con molta disinvoltura, la guardia del corpo protetta da un paio di occhiali scuri controllava che non vi fossero intoppi nei dintorni. Tutto filò liscio, raggiunsero la banca in men che non si dica, l'edificio bianco come la neve svettava ancora sopra le piccole botteghe molte delle quali ormai chiuse. Ad accogliere gli scarsi clienti, di fianco al portale di bronzo brunito, con indosso un'uniforme scarlatta e oro, c'era sempre un Goblin che li salutò con un inchino speranzoso. Oltrepassarono la seconda porta, quella d'argento, furono introdotti nel un grande salone marmoreo. I Goblin seduti sugli alti scranni dietro un lungo bancone erano molto meno numerosi di quanto Harry potesse ricordare, l'atmosfera di grandi affari che si respirava durante la sua prima visita era ormai un lontano ricordo. I tre si avvicinarono al bancone.

    • Buongiorno! - Disse Ency - Sono mister Goldspread, desidererei conferire con il Direttore. -

    • A che proposito? -

    • Un deposito e concludere degli affari. -

    • Molto bene seguitemi. Credo che Bench il direttore vi possa ricevere. -

Deposito e affari erano le due chiavi che in quel periodo aprivano più porte di quelle piccole e d'oro adatte per le camere blindate. Il Goblin li accompagnò lungo un grande atrio fino a raggiungere una grossa porta di ebano finemente intagliata. Fece cenno di attendere fuori mentre entrava in quell'ufficio, dopo alcuni secondi uscì e inchinandosi tenne aperta la porta per fare entrare i tre investitori. Il direttore sedeva dietro una larga scrivania che lo faceva sembrare più basso di quanto lo fosse realmente, aveva un viso dal colorito scuro in cui erano incastonati due occhi incredibilmente azzurri che lasciavano trasparire intelligenza e astuzia. Fece cenno ai visitatori di sedersi su delle comode poltrone di pelle.

    • Buongiorno, sono Mr Goldspread rappresento un gruppo di investitori che vorrebbe rimanere anonimo, lei è la mia segretaria Miss Tweetie e lui è la mia guardia del corpo. -

    • Bene qual'è l'argomento della vostra visita? -

Chiese Bench con un certo luccichio negli occhi. Ency si fece dare la ventiquattrore dalla segretaria la aprì molto lentamente e ne estrasse un pacchetto. Ne disfò la confezione che rivelò un piccolo cofanetto, lo appoggiò lentamente sulla scrivania proprio davanti a Bench ne toccò un lato facendolo aprire con uno scatto metallico. Il direttore si mise un paio di occhiali ed esaminò l'oggetto senza toccarlo, i suoi occhi ebbero un lampo di bramosia, poi si appoggiò sullo schienale osservando i suoi interlocutori. Un lungo silenzio cadde nella stanza.

    • Ebbene? - Chiese Bench

    • Credo abbia riconosciuto l'oggetto in questione. - Rispose Ency

    • Si credo di di averlo riconosciuto come il mitico anello Andvaranautr il generatore d'oro. -

    • Molto bene. -

    • Si dice che sia colpito da una grande maledizione e che da quando è stato estorto tutti i suoi proprietari siano morti violentemente. -

    • La sua affermazione è imprecisa tutti i suoi proprietari ... umani … sono morti violentemente. -

    • Quindi questo sarebbe il motivo del vostro deposito. -

    • Si una specie di deposito fruttifero. La quantità di oro generata dall'anello sarà di proprietà della banca al 50 per cento e l'altra metà sarà di proprietà della compagnia che rappresento. Per gli aspetti legali e contrattuali quella metà sarà a mio nome. -

    • È una proposta molto interessante. -

    • Grazie. Mi sono permesso di stilare una bozza del contratto di deposito dell'oggetto in questione. -

La segretaria estrasse un plico di fogli dalla ventiquattrore e lo mise sulla scrivania del Goblin. Bench li raccolse e li lesse molto in fretta ma molto attentamente poi appoggiò le carte sulla scrivania e guardò dritto negli occhi i suoi interlocutori.

    • Certo che li sapete fare i contratti! Ma quella clausola in cui … -

    • La Banca Gringott sarà fiduciaria legale e operativa delle traslazioni disposte dal curatore del 50 per cento non di sua proprietà. - Concluse per il direttore Ency

    • Significa che i movimenti di denaro del vostro 50 percento dovranno essere condotti dalla mia banca. -

    • Esatto! -

    • Invece l'altra clausola: la Gringott e il curatore hanno lo stesso potere di decisione sull'uso dell'anello. In caso di pareri contrastanti la decisione verrà presa dal proprietario dell'anello. Ora vorrei sapere chi sarebbe questo proprietario. -

    • Mi dispiace ma non mi è possibile rivelarne l'identità, comunque sarà l'unico in grado di aprire lo scomparto segreto contenuto in quel cofanetto. -

Nella stanza scese nuovamente il silenzio anche se Harry avrebbe giurato di sentire i pensieri scorrere velocemente nella testa del Goblin. Quel contratto avrebbe permesso il rimpinguamento delle casse della banca dei maghi ormai desolatamente vuote e il ritorno agli antichi splendori. Il direttore ogni tanto interrompeva il corso dei suoi pensieri per lanciare furtive occhiate ai suoi clienti che apparivano perfettamente calmi e rilassati. Alla fine cedette e incominciò ad apporre firme e sigilli sul contratto giacente sulla sua scrivania. Ency lo controfirmò e chiese la massima segretezza e la massima protezione per quell'oggetto così prezioso. La richiesta si rivelò superflua in quanto era il massimo interesse della banca preservare quella inaspettata fonte di ricchezza.

Si accomiatarono con una stretta di mano e uscirono dalla banca per far ritorno in Grimmauld Place.

    • Siamo entrati nel mondo dell'alta finanza. - Disse Harry stappando una burrobirra

    • Certo che passare da una cella a spicchio all'ufficio del direttore della Gringott è stato un bel salto. - Realizzò Alicia.

    • Credo che tu sia affamata, scendiamo in cucina Kreacher deve aver preparato qualcosa di buono per il nostro arrivo. -

Mentre mangiavano misero a punto un piano. Consisteva in tre passaggi principali. Uno: acquisire il 60 percento della banca in Liechtenstein, in questo modo si sarebbe ottenuto anche il 60 percento dell'oro dei “purosangue”. Due: acquistare tutte le azioni disponibili delle fabbriche dei manufatti magici come bacchette, scope, paioli ecc. in modo da lanciare un'OPA per rilevarle. Tre: iniziare a procurarsi i crediti della BCM scambiandoli con veri Galeoni d'oro.

Nella settimana seguente, mentre il professor Tang Zhou era impegnato nelle lezioni ad Hogwarts, Alicia e Enceladus viaggiavano verso il medio oriente per incontrare il tesoriere della Confraternita di Re Salomone. Era un vecchio mago dalla barba bianca per nulla interessato a movimentare denaro o ad occuparsi di affari economici, suo prediletto e lucroso passatempo di gioventù, ora le sue attenzioni erano rivolte all'insegnamento degli incantesimi nel campo dell'agricoltura. Aveva raggiunto un discreto successo nel far crescere gli ortaggi in pieno deserto. Quando fu contattato non riusciva nemmeno a trovare gli incartamenti per disfarsi dal quel peso che era la percentuale della banca del Liechtenstein, finalmente trovò i documenti in fondo a un cassetto nella sua cucina. Era così contento di risolvere quel problema che accettò l'offerta dell'uomo di affari e della sua segretaria. Ottenne una nuova liquidità che venne usata per i suoi studi sulla crescita delle piante in ambienti aridi. Ancora più facile fu l'accordo con l'amministratore dei Templari, sembrava il fratello maggiore di Gedeon, il ministro della magia, totalmente contrariato dall'acquisto della percentuale di quella banca eseguito dal suo predecessore. Non gli sembrava vero di potersene disfare, procurava un sacco di noie come il recarsi in quel luogo solo per controfirmare le decisioni prese da altri. Stava quasi per cedere la sua procura alla BCM, come aveva fatto l'altro socio, solo per evitare quel tipo di seccatura. Senza alcuna difficoltà la fase uno del piano fu conclusa, con l'ottenimento del 60 per cento delle ricchezze dei purosangue. Non si seppe mai perché queste persone trasferirono i loro beni da una banca sicura come la Gringott per depositarli in un luogo che non era nemmeno di loro proprietà esclusiva, forse solo una enorme arroganza aveva impedito loro di valutarne le conseguenze.

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Capitolo 46
*** MUNDUNGUS FLETCHER ***


Alicia e Ency fecero ritorno alla Stamberga Strillante per informare Harry sul risultato dei loro affari, e per quella sera fu preparata una festa. Alla fine delle lezioni Enceladus premette il doblone per radunare i suoi amici in men che non si dica furono tutti presenti tranne Demelza. La cosa stupì i suoi amici, di solito era puntuale e pronta a rispondere alle chiamate. Il mistero fu svelato da Luna:

    • Deve aver incominciato ad insegnare il modo di sognare consapevole. -

    • Con quali studenti? - Chiese Hermione

    • Alcune ragazze del quinto anno. Minerva le ha concesso quell'ufficio circolare inutilizzato sotto la guferia. È un programma pilota per stabilire come verrà svolto il corso di quella materia il prossimo anno. -

    • Non ne sapevo niente. -

    • In effetti la cosa non è segreta ma nemmeno è stata resa pubblica. Minerva ha selezionato delle ragazze in base alle indicazioni di Demelza e ne ha concesso il consenso per la sperimentazione. -

    • Comunque dovrebbe aver sentito il doblone e dovrebbe essere qui – disse Neville

    • Sai come vanno queste cose. A volte quando si è impegnati a fare quello che ci piace non si riescono a sentire gli stimoli dell'esterno. -

    • Vado a vedere cosa sta facendo. Preparate per la festa saremo di ritorno tra poco. - Disse Harry

Velocemente il professor Tang ritornò al castello e si diresse, con quella sua andatura caratteristica decisa e solenne, verso l'ufficio posto sotto la guferia. Arrivò davanti alla porta e si fermò per sentire la lezione che Demelza stava impartendo alle sue allieve.

    • Dovete sapere che ogni essere umano ha due corpi uno fisico, quello che usiamo nelle faccende di tutti i giorni, e quello energetico che viene usato principalmente di notte quando sogniamo. Ora il Sognare consiste nel manovrare questo corpo energetico bene tanto quanto quello fisico. Seguite? -

La classe era molto attenta e rispose unanime all'insegnante, che continuò.

    • Per ottenere questa abilità bisogna superare delle difficoltà o se volete dei gradini di difficoltà crescenti, normalmente ce ne sono sette. Il primo punto da raggiungere è l’abilità di ricordarsi completamente dei nostri multipli sogni notturni. -

    • Questo insegnamento lo abbiamo già appreso dalle lezioni della Cooman. - Disse una studentessa.

    • Molto bene allora vi illustro gli altri. Il secondo punto consiste di rimanere coscienti mentre ci addormentiamo, di solito ci si accorge perché si ha la sensazione di rotolare fuori dal corpo o cadere fuori dal corpo da dietro. Il terzo punto consiste nel sapere che stiamo sognando e farne l’esperienza. Il quarto punto richiede di scegliere di fare in modo consapevole qualche azione nei nostri sogni. Il quinto punto consiste nel prendere possesso del proprio corpo energetico e sentirsi come se si fosse in quello fisico. Il sesto punto consiste nella capacità di muovere il corpo energetico a volontà. Il settimo punto consiste nell’abilità di muovere gli oggetti fisici mentre si è nel corpo energetico ovvero comportarsi come se si fosse nel corpo fisico. Qualche domanda? -

    • Lo scopo di tutto questo? -

    • Se riuscirete a fare questo diventerete una viandante del sogno e sarete in pieno possesso del terzo della vostra vita trascorsa dormendo. In più il corpo energetico ha proprietà diverse da quello fisico, simile a quello dei fantasmi. -

    • Eccitante! - Disse un'allieva.

    • Se non ci sono altre domande, il vostro compito sarà di ricordare perfettamente i vostri sogni. Annotateli su un quaderno che mi consegnerete alla prossima lezione la settimana prossima. Siete congedate. -

Le allieve uscirono dalla classe eccitate e sorprese, si sentivano commenti su quanto insolita seppure intrigante fosse la materia insegnata da quella strana ragazza. Harry entrò nell'aula:

    • Sei una vera rivelazione come insegnante Demelza. -

Lei si girò e sorrise.

    • Sei stato fuori dalla porta ad ascoltare l'ultima parte della lezione. -

    • Lo ammetto non volevo perderla. Vieni ci stanno aspettando. -

La festa si svolse allegramente ognuno aveva delle novità da raccontare agli altri. Demelza mise al corrente gli amici del suo programma pilota. Altrettanto fece Luna con alcuni ragazzini del primo anno che si erano distinti nel sopportare le angherie dei compagni durante le lezioni del professor Tang. Il suo insegnamento, alquanto originale, mirava a far riconoscere agli allievi quando agivano razionalmente oppure quando agivano in base alla più bieca importanza personale o egomania. Ron annunciò con grande enfasi di aver ricevuto un invito nientedimeno che dal re degli Elfi, Wiswyrd, in quel modo avrebbe imparato la loro arte per costruire i manufatti magici: paioli, scope, ecc. e ottenere anche un deciso miglioramento nelle sue abilità di costruire le bacchette. Ne approfittò anche per far scegliere ad Alicia una delle sue nuove bacchette, (in effetti avvenne il contrario) in modo che avesse la possibilità di difendersi adeguatamente. Hermione confermò che stava ricevendo delle lezioni private per sviscerare la sua materia di insegnamento del prossimo anno: la Trasfigurazione direttamente dalla McGranitt con sua enorme soddisfazione. Mirina aveva già istituito il corso pilota di difesa personale e combattimento corpo a corpo ad alcuni malcapitati volontari del sesto anno, mentre collaborava con Hagrid alle lezioni di Cura delle Creature Magiche. Neville aveva affiancato la professoressa Pomona Sprite nelle lezioni di erbologia tanto che gli furono assegnate le prime due classi; nel tempo libero faceva anche da assistente al professore Lumacorno nelle sue lezioni di Pozioni. A proposito del professore, ne riportava le lamentele causa l'improvvisa sparizione di un suo atipico allievo molto dotato, che lo riforniva di rare erbe esotiche.

Finiti i resoconti delle attività didattiche Harry rivelò il piano per capovolgere la spirale discendente in cui era caduto il sistema economico del mondo magico. Un grosso plauso avvenne quando raccontò come avevano rubato legalmente a loro insaputa il 60 per cento dell'oro dei “purosangue”.

Ora rimanevano due punti del piano: acquisire abbastanza azioni per poter dare avvio all'OPA delle fabbriche di manufatti magici e il recupero dei crediti emessi dalla BCM. Per quanto riguardava le azioni, non c'erano molti problemi Ency e Alicia essendo degli investitori, avevano accesso alla Borsa dei Maghi e potevano acquistare quello che volevano anche grazie al supporto della banca Gringott. Ma il recupero dei crediti andava fatto in modo molto più discreto e non doveva essere collegato con nessuno di loro essendo un'operazione che poteva creare allarmismo alla cricca Wizberg. Dopo un attento esame della situazione a Hermione venne una brillante idea:

    • Si potrebbe usare Mundungus Fletcher per questo compito. -

    • Pare sia introvabile da alcune settimane. - Disse Mirina che un tempo frequentava le stesse zone di Londra.

    • Quando faremo ritorno a Grimmauld Place manderò Kreacher a cercarlo. Lui lo troverà. -

    • Comunque per quanto riguarda la banca in Liechtenstein, consiglio di non intraprendere azioni per ora. - Disse Alicia.

    • Sono d'accordo, perché se il piano va come dovrebbe non ce ne sarà bisogno. - Disse misteriosamente Harry.

Nella settimana seguente Harry si recò con i due investitori a Londra e precisamente nella sua casa. Convocò immediatamente l'Elfo Domestico e chiese:

    • Kreacher, per favore, voglio che tu vada un'altra volta a cercare Mundungus Fletcher. Abbiamo bisogno di lui e molto importante. -

Kreacher spalancò gli occhi e guardò Harry.

    • Trovare Mundungus Fletcher, quel ladro? - gracchiò.

    • Si e portarlo qui in Grimmauld Place. Abbiamo bisogno di lui. Dovrai consegnarlo ad Alicia e Enceladus. -

Kreacher annuì e si smaterializzò. Ora tutto era pronto, il professor Tang fece ritorno alle sue lezioni mentre due broker lasciarono l'edificio per recarsi alla Borsa dei Maghi. Per cinque giorni nessuna traccia di Mundungus e nemmeno notizie di Kreacher, nel fine settimana Harry tornò a casa per verificare l'andamento degli affari. Stava complimentandosi per gli eccellenti risultati ottenuti seduti al caldo nella cucina quando un fragoroso “crack” echeggiò in tutta la stanza. Scattarono in piedi mentre Kreacher si liberava dalla presa di Dung, facendolo cadere rovinosamente a terra e, con un inchino profondo a Harry, gracchiò:

    • Kreacher è ritornato con il ladro Mundungus Fletcher, Signore. –

Mundungus si alzò faticosamente :

    • Stavolta devo ringraziarvi di avermi messo alle calcagna un elfo domestico, di che cosa vi state occupando adesso. -

    • Di affari. – disse tranquillamente Harry.

    • Harry! Harry Potter! -

    • Proprio io. -

    • Grazie di avermi salvato dal quel postaccio. -

    • Quale postaccio? -

    • Non saprei un luogo buio e maleodorante. -

Fu Kreacher a rispondere per lui.

    • Come padron Harry ha ordinato Kreacher ha incominciato a cercare il ladro Mundungus … -

    • Non chiamarmi ladro. -

    • Lascalo parlare Dung. -

    • … il ladro Mundungus senza riuscire a trovarlo, Kreacher non voleva fare ritorno senza obbedire a padron Harry. Così Kreacher è andato nel covo dei ladri a Nocturn Alley ed ha saputo che un ladro con le gambe lunghe, piccolo, dai capelli radi e rossicci era stato imprigionato nelle segrete di Magie Sinister per aver truffato i suoi degni compari. Così Kreacher ha pensato “ben gli sta” ma poi si è ricordato della richiesta di padron Harry allora è andato a prelevare il ladro Mundungus. -

    • Va bene ti perdono di avermi chiamato ladro visto che mi hai fatto uscire da quel posto. -

    • Sei stato davvero molto bravo, Kreacher.– disse Harry e l’elfo si inchinò profondamente.

    • Ti abbiamo convocato per proporti degli affari. - continuò rivolto a Mundungus.

    • Che tipo di affari? -

    • Non proprio quelli del tuo genere ma necessitano della stessa tecnica. -

    • Che ci guadagno? -

    • Sei appena stato salvato dal marcire in una segreta dei tuoi degni compari. Un po' di rispetto verso chi ti ha aiutato. - Disse con tono accusatorio Alicia.

    • Chiedo scusa ti sarò riconoscente per tutta la vita come lo sono stato a suo tempo con Silente il quale mi aveva salvato da un pasticcio simile. -

    • Naturalmente parlando di affari ci sarà anche un guadagno tutto tuo. -

Sentendo parlare di guadagno Dung si mostrò subito interessato.

    • Allora di che si tratta? -

    • Devi procurarti tutti i crediti emessi dalla Banca Centrale dei Maghi che puoi scambiandoli con veri Galeoni d'oro. Avrai il 5 per cento del valore dei crediti che riuscirai a recuperare. Ovviamente sarai pagato in Galeoni per questo lavoro. -

    • Uhm ... potrebbe essere pericoloso. Quelli della BCM si comportano peggio dei personaggi che circolano di notte lungo Nocturn Alley. –

    • Per questo abbiamo bisogno di te. Questo lavoro deve essere condotto con i tuoi metodi. So che sei abilissimo nel vendere gli oggetti presi “in prestito” a Diagon Alley senza farti beccare dalla polizia. -

    • … solo perché la polizia adotta metodi peggiori dei miei. -

    • Certo! Quindi non dovrebbe essere un grosso problema per te comperare crediti a fronte di Galeoni senza dare troppo nell'occhio. -

    • … Il 5 per cento in Galeoni? Ci sto. -

    • Molto bene quanto ti serve per iniziare? -

    • Conoscendo i luoghi, meglio non avere troppi soldi con sé quindi penso che per iniziare diecimila Galeoni potrebbero bastare. -

    • Va bene. -

Alicia prese la ventiquattrore, la aprì, contò diecimila Galeoni che consegnò a Mundungus Fletcher. Stabilirono che avrebbe dovuto presentarsi a rapporto ogni sera per riferire ed accordarsi sulla somma necessaria agli acquisti del giorno dopo.

Un paio di settimane più tardi a villa Malfoy si tenne una riunione straordinaria della cricca Wizberg. A capotavola era seduto Lucius con alla sua destra Narcissa e alla sinistra il posto vuoto abitualmente occupato da Draco ancora ricoverato al San Mungo dopo la sua disavventura a casa di Hagrid. Di fronte a lui il direttore della BCM Glutton Greengrass alla sua sinistra era seduta Lilith Darkmoon e alla sua destra Astoria. Gli altri erano Cornelius Caramel, Yaxley, Goyle padre e figlio e Shaky Bulstrode padre di Millicent. Invitati per questa volta Ali Bashir, Arraffo Svicolo e Bangshir Sing che non facevano parte della congrega.

    • Ho convocato questa riunione perché sono pervenuti alla mia attenzione dei movimenti finanziari piuttosto insoliti. Il primo riguarda due broker che stanno spendendo un sacco di Galeoni, appoggiandosi alla Gringott, nell'acquisto delle azioni delle nostre ditte di manufatti magici. Il secondo a mio avviso preoccupante, riguarda acquisti di crediti emessi dalla mia banca a fronte di Galeoni. -

    • Galeoni d'oro? Non dovrebbero essere tutti nella nostra banca in Liechtenstein, o almeno la stragrande maggioranza. - Disse meravigliato Lucius.

    • Dovrebbero essere nella MIA banca in Liechtenstein. - Lo corresse Glutton. - Ho controllato e da quella banca non manca uno zellino. -

    • Chi potrebbe avere l'interesse di accaparrarsi quella cartaccia che sono i crediti magici buttando via Galeoni d'oro? - Chiese Yaxley

    • Siccome quel tipo di acquisti avviene in puro stile mercato nero, dovranno intervenire i nostri amici Ali, Arraffo e Bangshir che ne conoscono i più intimi recessi. Questo è il motivo della loro presenza in questa riunione. -

    • Penso che anche il mio ufficio dei Servizi Segreti Magici possa fare qualcosa. - Intervenne Cornelius.

    • Oh sicuramente! - Rispose sarcastico Lucius. - Avevi promesso che avremmo scoperto il motivo per cui due giovani di insegnanti di Hogwarts presero un anno di permesso. Ma hai finito per perdere i tuoi agenti senza avere alcuna risposta in merito. -

    • Ti informo che i miei agenti sono appena tornati. -

    • Senza risultato … -

    • Basta con queste scaramucce! - Li rimproverò Glutton. - Se lo ritieni opportuno Cornelius fallo ma voglio risultati sulla faccenda. -

    • Dobbiamo scoprire per conto di chi avvengono questi acquisti e da dove provengono quei Galeoni. - Affermò Lilith. - Non abbiamo molto potere sulla Gringott per scoprire perché appoggi le operazioni finanziarie di quei broker. -

    • Queste sono attività scottanti e dovranno essere riservate, molto riservate. Quindi avvisate Barnabas Cuffe editore della Gazzetta del Profeta di non farne assolutamente menzione sul suo giornale. Se si spargesse la notizia sarebbe veramente un grosso problema. - Concluse Glutton.

La riunione fu sciolta, i tre venditori stranieri furono i primi a lasciare la villa per fare ritorno a Londra comodamente seduti sul miglior Tappeto Volante mai costruito: il favoloso Tappeto Volante di Salomone.

    • Non mi piace il modo in cui quegli “Aristocratici” ci trattano. - disse Alì

    • Ci considerano dei volgari delinquenti per poi chiamarci a risolvere i loro problemi. - Confermò Bangshir.

    • Finora hanno tollerato i nostri traffici commerciali, ma non abbiamo ricevuto niente in cambio del nostro aiuto per quelle famose rapine, nonostante le promesse che ci hanno fatto. - Sbottò risentito Arraffo.

    • Questa volta non intendo aiutarli. - Disse Alì

    • Nemmeno io. - Dissero in coro gli altri due.

    • Ok riprendiamo i nostri affari. -

Più tardi nel suo ufficio Cornelius stava smaltendo l'arrabbiatura procuratagli da Lucius. Aveva ragione, i suoi agenti avevano fallito nella loro missione, ma seguire due delle persone che avevano sconfitto il Signore Oscuro non era affatto semplice. L'entrata di Thorfinn Rowle trafelato e preoccupato interruppe il corse dei suoi pensieri.

    • Mi avete fatto chiamare? - Chiese ansante.

    • Si! Abbiamo un problema da risolvere. Pare che qualcuno stia comprando crediti a fronte di Galeoni d'oro al di fuori delle istituzioni consentite. -

    • Mai sentito niente a riguardo. Come fate a saperlo? -

    • Vedi Rowle qui risiede la differenza tra ME e te e il perché IO sia a capo di questa sezione. - Rispose con superbia Cornelius.

    • Capisco, sguinzaglierò i nostri agenti per scoprire chi sta dietro a questo traffico. -

    • Bene ma voglio risultati. Trova Dunce e Cubbish, e mandali da me. -

    • Sono appena tornati dal Messico e si stanno riposando. -

    • Non mi interessa quello che stanno facendo li voglio in mia presenza ADESSO! -

    • Subito Signore!. -

Thorfinn lasciò rapidamente la stanza e andò a cercare i due agenti segreti richiesti da Caramel. Dopo circa un quarto d'ora Dunce e Cubbish assonnati venivano spintonati da Rowle all'interno dell'ufficio.

    • Siete due buoni a nulla, siete stati via per mesi, dovevate seguire due persone e fare rapporto. Tornate quasi un mese dopo il loro ritorno senza aver fatto alcun rapporto salvo dirmi che sono stati in Perù, in Tibet e nel Messico. Mi spiegate che cosa ci faccio con queste informazioni? -

    • Ma Capo ... - rispose Dunce

    • Non voglio scuse patetiche. Sedetevi! - Ordinò Cornelius.

Stando attenti a non incastrare le sedie si accomodarono davanti alla scrivania del capo.

    • Dovete sapere che qualcuno sta acquistando crediti magici pagandoli con Galeoni d'oro. Voglio una cosa semplice, conoscere le persone che maneggiano questo traffico e per conto di chi. -

Cubbish che stava giocherellando con la sua bacchetta, quando realizzò che quelle schifezze di crediti venivano scambiati con Galeoni sonanti si lasciò sfuggire:

    • Per tutte le fiamme dell'inferno! -

Casualmente la punta della sua bacchetta era rivolta verso un mucchio di faldoni che giacevano sul pavimento dietro alla poltrona di Cornelius. Immediatamente presero fuoco che ben presto si sparse in tutta la stanza. Caramel schizzò in piedi e più veloce di un fulmine guadagnò l'uscita seguito da Dunce e da Cubbish. I pompieri magici prontamente accorsi spensero l'incendio ma tutto il contenuto di quell'ufficio fu ridotto in cenere.

 

Misterioso attentato al Ministero

Una bomba incendiaria è stata fatta esplodere nell'ufficio del Capo dei Servizi Segreti Magici, i pompieri prontamente accorsi hanno domato l'incendio. Tuttavia molti documenti segreti di grande valore per la sicurezza nazionale sono andati perduti.

Cornelius Caramel, si è complimentato pubblicamente elogiando l'operato dei pompieri. Alla domanda su chi avrebbe progettato ed seguito l'attentato non ha saputo dare risposta reprimendo un grande moto di rabbia.

Si sospetta che i mandanti siano da ricercare tra i Maghi Oscuri di Praga, infatti da indiscrezioni pare che l'ufficio in questione indagasse sulle loro attività di reclutamento a scopo eversivo.

Il ministro dell'interno ha assicurato che non verrà tralasciata alcuna azione volta ad assicurare alla giustizia i misteriosi attentatori.

 

Ron stava leggendo quell'articolo sulla Gazzetta del Profeta, quando riconobbe le foto di Dunce e Cubbish.

    • Penso sia stato uno di quei due buffoni ad incendiare l'ufficio di Caramel. -

    • Maghi Oscuri di Praga? Certo che i giornali stravolgono la realtà. - Rispose Hermione.

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Capitolo 47
*** DUE SCALTRI UOMINI D'AFFARI ***


Era il fine settimana e la casa di Grimmauld Place ospitava tutti i suoi abitanti. Anche Mundungus Fletcher era atteso a momenti. Harry, Alicia e Enceladus erano seduti ad un angolo del tavolo e si stavano occupando di alcune complicazioni finanziarie.

    • Riassumiamo. - Disse Alicia - L'OPA (offerta pubblica di acquisto) consiste in pratica nell'obbligo, da parte di chi abbia acquisito o acquistato pagandola in contanti una partecipazione societaria superiore al 40% del capitale sociale ordinario di una società per azioni quotata in borsa, di lanciare una offerta di acquisto sulla totalità delle azioni residue. -

    • Avendo il 40% possiamo acquistare tutta l'azienda. - Confermò Ency.

    • L'unico problema esiste se del rimanente il 41% o più sia in possesso di un solo proprietario. - Spiegò Alicia.

    • In che senso. - Chiese Harry.

    • Possedendo la quota di maggioranza può ancora decidere se rifiutare l'acquisto o meno. -

    • Dobbiamo verificare le situazioni azionarie delle varie ditte. - Disse Ency.

    • Possiamo chiedere a un Goblin di farlo. Sembrerebbe una normale attività bancaria della Gringott. - Disse Alicia

In quel momento sentirono bussare, Luna andò ad aprire e introdusse Mundungus. Portava due ventiquattrore che appoggiò sul tavolo. Le aprì e i crediti contenuti volavano da tutte le parti.

    • Gli affari ti stando andando bene vero Dung? - Chiese Ron

    • Certo fin'ora ma stanno insorgendo della difficoltà. -

    • Difficoltà? - Chiese Harry dall'altro lato del tavolo

    • La BCM deve aver sentito puzza di bruciato ed ha sguinzagliato quegli imbecilli dei Servizi Segreti per scoprire cosa bolle in pentola. Finora non mi hanno scoperto ma non si sa mai. Dovrò essere ancora più prudente. -

    • Adesso dobbiamo accelerare le nostre azioni. - Disse Harry – Prima però dobbiamo sapere l'esatto ammontare del 40% dei depositi in Liechtenstein, e l'esatta percentuale di azioni posseduta dai proprietari delle fabbriche di manufatti magici. -

    • Del primo mi occupo io. - Disse Ency – In tua vece ho aumentato lo stipendio del revisore dei conti della banca così ci potrà fornire l'esatta situazione finanziaria della banca. Non ti dico la gioia che ha mostrato nell'apprendere la notizia che la banca in cui lavora non è più di proprietà di Glutton e soci. -

    • Per quanto riguarda le azioni aspettiamo il resoconto del Goblin. Penso che Lunedì sera potremmo avere le informazioni complete. - Concluse Alicia.

    • Scusate! - Si intromise Luna. - Se ho ben capito avete a disposizioni dei grossi capitali e volete procurarvi i crediti della BCM, nel fare questo avete messo nei guai il Signor Fletcher. -

    • Esatto! - Confermò Harry.

    • Mi sembra più logico che sia una banca a fare questo. Per esempio la Gringott. -

    • Si Luna ma la Gringott non attribuisce alcun valore ai crediti della BCM, non ha mai voluto avere a che fare con quella “cartaccia”. - Disse Alicia

    • Solo perché non voleva rispondere con il proprio oro. Ma se l'oro non fosse suo … -

    • Geniale! - Disse Harry. - Cambio di programma convincerò Bench ad accettare i depositi in crediti che verranno coperti con i nostri capitali. -

    • Signorina Luna così mi sta fregando una fonte sicura di guadagno. Comunque la ringrazio per avermi chiamato Signor. -

    • Non credere che ti lasci a bocca asciutta, anche se so che hai sempre fatto la cresta sui crediti che acquistavi. -

    • Ma Harry … tu mi conosci … -

    • Si Dung ti conosce troppo bene. - Disse ridendo Ron.

Nella settimana seguente si sparse la voce che la famosa e sicura banca dei maghi la Gringott avrebbe accettato depositi in crediti della BCM e avrebbe anche pagato degli interessi su questi. Finalmente i Goblin tornarono al lavoro a pieno regime, e il consueto via vai nel grande atrio di marmo fu ripristinato.

Le notizie sulle azioni furono abbastanza confortanti: quella messa veramente male era la libreria, Tutti i Testi, appartenente ai Goyle che a causa di investimenti sbagliati apparteneva veramente a loro per il 10%. Mentre la ditta Magie Perfette di Yaxley, apparteneva allo stesso Yaxley per il 40% e queste due potevano essere facilmente acquisite con un OPA. Più complicate era trattare la fabbrica di manici di scopa Vola Sicuro appartenente alla famiglia Malfoy e la ditta per l'importazione e il commercio degli ingredienti di pozioni compresi i calderoni Sbolli e Sfrigola di Cornelius Caramel. La prima apparteneva alla famiglia Malfoy ancora per il 70% mentre la seconda era di Caramel al 50%. Invece il 40% dei depositi in Liechtenstein assommava a una grossa somma ma non così proibitiva per le attuali disponibilità di crediti dei giovani finanzieri.

A questo punto, nella consueta riunione del fine settimana decisero di rischiare il loro affondo. Nei primi giorni della settimana i due broker avrebbero lanciato l'OPA sulle ditte di Goyle e Yaxley. Mentre negli ultimi giorni Dung e Mirina opportunamente camuffati da finanzieri si sarebbero recati in Liechtenstein per cambiare una enorme quantità di crediti ben superiore al 40% del valore dei beni depositati. Le due OPA andarono a buon fine e le ditte furono rilevate in quanto i vecchi proprietari non avrebbero voluto cedere i loro privilegi ma di fatto non erano più i padroni della loro ditta quindi decisero di vendere. Il Giovedì Dung, Ency, Mirina e Alicia si prepararono alla partenza per il Liechtenstein portando con loro una enorme quantità di crediti della BCM. Quando arrivarono si divisero, Ency e Alicia andarono dal revisore dei conti che li introdusse nel loro ufficio direzionale. Ency era il direttore della banca a tutti gli effetti avendo acquisito la maggioranza delle quote e quindi aveva un grosso potere decisionale. Poco più tardi si presentarono Dung e Mirina accreditati come finanzieri della succursale Egiziana della Gringott. Furono introdotti nell'ufficio del revisore dei conti che comprendendo il motivo della loro visita li introdusse nell'ufficio del Direttore. I quattro diedero un saggio di recitazione sulle trattative finanziarie a beneficio del revisore dei conti. Alla fine il Direttore disse:

    • Capisco, egregi signori, la natura della vostra richiesta, tuttavia non posso esporre la banca a un rischio simile senza aver consultato il socio di minoranza. -

    • Certamente signor direttore, auspichiamo che la cosa possa essere fatta nel più breve tempo possibile, abbiamo fretta di concludere. - Replicò Mirina.

    • Invio subito un gufo per convocare il signor Greengrass. - Disse premurosamente il revisore dei conti.

    • Molto bene ci avvisi quando sarà arrivato. - Concluse il Direttore.

La mattina seguente arrivò il direttore della BCM fiondandosi velocemente nell'ufficio del revisore dei conti. La guardò dritta negli occhi sbraitando:

    • Vieni immediatamente nel mio ufficio. -

    • Ma signore … - cercò di avvertirlo il revisore dei conti.

    • Un'altra parola e sei licenziata vieni. -

Apri la porta e con suo grande stupore trovo la scrivania del direttore già occupata da un funzionario e dalla sua segretaria.

    • Che ci fate qui? Fuori! - Urlò Glutton

I due lo squadrarono come se fosse appena uscito dal San Mungo. Poi Ency lo invitò a sedersi.

    • Prego si accomodi. - Signor Greengrass

    • Si accomodi un corno! Libera subito la mia scrivania o te ne pentirai. -

    • Temo di doverla contraddire questa è la scrivania dell'ufficio del direttore, come si evince dalla scritta sulla porta, quindi non può essere sua. - Disse con voce serafica Ency.

    • IO sono il direttore per la miseria alzati immediatamente o … - Disse estraendo la bacchetta.

    • Expelliarmus! - Alicia fece volare via la bacchetta di Glutton.

    • Signorina. - Disse rivolgendosi al revisore dei conti schiumando di rabbia. - Dica a questi due farabutti chi sono. -

    • Signor Direttore questa persona che sta urlando come un ossesso è il direttore della Banca Centrale dei Maghi. -

    • Anche tu ti stai prendendo gioco di me? Sei licenziata. -

    • Per favore si accomodi. - Ency lo invitò nuovamente a sedersi.

La rabbia sbollì per lasciare il posto ad un grande scoramento, in quella banca c'era qualcosa che era sfuggito al suo controllo e non riusciva a capire che cosa fosse successo. Si accasciò sulla poltrona di fronte alla scrivania.

    • L'abbiamo convocata per informarla che questa banca sta per acquistare una quantità di crediti magici pari al 50% delle somme depositate. -

    • Non credo che ne abbiate l'autorità. - rispose con malcelata arroganza Glutton.

    • Si da il caso che l'abbiamo. Rappresento la società che possiede il 60% della proprietà di questa banca. -

    • Falso! Il 30% appartiene a un vecchio della confraternita di Salomone e l'altro 30% ai Templari. -

    • Appartenevano, la mia società le ha rilevate, con soddisfazione reciproca. Questi sono i documenti. -

Disse Enceladus estraendo da un cassetto e lasciando cadere sul tavolo due plichi di documenti. Glutton li esaminò e sbiancò in volto.

    • Ma voi non potete … non ne avete il diritto … non fatelo vi prego. -

    • Ma quale investimento è più sicuro di questo, i crediti magici sono la moneta che va per la maggiore nel mondo magico. -

    • E' tutta carta straccia, non vale niente! Solo i Galeoni d'oro hanno un valore. È stata stampata per tenere sotto controllo i lavoratori e i cittadini. -

    • Allora dovete renderne conto! Signor Greengrass. -

    • Non ci penso affatto. -

Nel frattempo arrivarono Dung e Mirina. Furono introdotti nell'ufficio del direttore e furono presentati come i rappresentanti della filiale Egiziana della Gringott.

    • Ecco le persone di cui vi ho parlato. - Li presentò Ency.

Entrambi rivolsero un sorriso poco rassicurante a Glutton.

    • Egregio direttore ora che il socio di minoranza è stato avvertito possiamo concludere la transazione? -

    • Certamente! - disse Ency – Signorina potrebbe preparare la documentazione? -

    • Eccola mi sono permessa di preparala in anticipo. Prego controllate. -

La documentazione passò nelle mani di Alicia che l'approvò, poi nelle mani di Greengrass che mentre la leggeva sembrava rimpicciolirsi sulla poltrona, poi finalmente nelle mani di Mirina che la lesse molto attentamente. Dopo averla esaminata un paio di volte sorrise e la firmò apponendo il sigillo della filiale della Gringott Egiziana. L'incartamento venne restituito a Glutton che con mano tremante la controfirmò e poi fu lasciato sul tavolo del direttore in modo che potesse firmarla e apporre i vari sigilli. Nel frattempo il revisore dei conti aveva finito di catalogare l'ammontare dei crediti oggetto della transazione confermandone e registrando il controvalore in Galeoni d'oro. L'ammontare corrispondeva esattamente al 51% delle somme di Galeoni depositate.

    • Egregio signor Direttore è stato un piacere fare affari con lei oggi pomeriggio invieremo i nostri blindati per il trasferimento. Nel frattempo le porgo i miei migliori saluti. - Disse congedandosi Dung.

    • Il piacere è tutto nostro. - Li salutò Ency.

Dung e Mirina lasciarono l'ufficio. Anche Glutton fece per andarsene quando la voce ferma e sicura di Ency lo fermò.

    • Con lei non abbiamo finito. -

Sconfitto e disperato si accasciò di nuovo sulla poltrona.

    • Come da lei ammesso i crediti magici sono privi di qualsiasi valore effettivo. Quindi la banca che rappresento non può permettersi di conservare dei pezzi di carta senza alcun potere di scambio. Pertanto le conviene scambiare quei crediti con Galeoni d'oro. -

    • Oppure … -

    • Nel caso lei, in qualità di Direttore della BCM, non ottemperasse ai suoi debiti i suoi beni verranno confiscati. -

    • Tenetevi tutti i Galeoni che sono rimasti sono i miei Galeoni. -

    • Certo lo faremo. Tuttavia non sono sufficienti. Dopo la transazione di stamattina i nostri forzieri contengono solo il 49% dei depositi originari. Di questo 49 il 25 è già di mia proprietà e il 24 di vostra proprietà. Pertanto il vostro debito risultante ammonta al 27% della somma originariamente depositata. -

    • Ma è una somma enorme non saprei dove trovarla. -

    • Gli affari sono affari, e non sono per deboli di cuore. - Rispose duramente Ency.

Sconfitto, tremante ed abbondantemente sudato Glutton lasciò l'ufficio del direttore.

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Capitolo 48
*** IL DIRETTORE DELLA GRINGOTT ***


Raccolse le idee e poi si precipitò a villa Malfoy, avrebbe dovuto escogitare qualcosa per evitare di essere ridotto sul lastrico. Riuscì solo ad inventarsi una rapina alla banca del Liechtenstein e che per far fronte alle immediate scadenze era necessario l'immissione di nuova liquidità.

Aiutato da Lucius che temeva di perdere il suo tesoro depositato per intero in quella banca, convocò la cricca Wizberg.

Per primo intervenne Cornelius:

    • I miei agenti hanno controllato, come mi avete chiesto, il traffico di crediti contro Galeoni. Pare che un malvivente di piccola taglia si sia messo a commerciare in questo senso. Tuttavia la persona non è stata identificata. Anzi sembra che abbia smesso l'attività. -

“Lo so bene perché ha smesso l'attività.” Pensò Glutton senza degnare di uno sguardo Caramel passò a spiegare la situazione con tono preoccupato temendo di perdere il suo potere ma soprattutto il suo oro.

    • Ecco la situazione è questa. Siamo stati rapinati dobbiamo ripristinare almeno in via temporanea i depositi originali oppure i nostri soci potrebbero chiedere il fallimento. -

Naturalmente sapevano che possedevano solo il 40% della banca ma Glutton li aveva rassicurati che gli altri due soci non si curavano minimamente degli avvenimenti finanziari anzi gli avevano lasciato le procure per dirigerne gli affari. Ciò che non sapevano e che Glutton aveva intenzionalmente omesso di dire era che quel 60% era passato di proprietà e che ora li stava rovinando. Tuttavia riuscì, con la sua loquacità, a convincere i componenti della cricca a raccogliere la cifra necessaria. Per far questo Malfoy e Caramel furono costretti a vendere una discreta quantità di azioni delle loro ditte. La cosa permise ai due broker Alicia ed Ency di impadronirsi della maggioranza delle azioni e lanciare l'OPA su quei marchi. Naturalmente i due rifiutarono di cedere per intero la loro ditta ma dovettero cedere il controllo a quella finanziaria che ne aveva rilevato la maggioranza delle azioni.

A questo punto Harry decise che era il momento di sferrare il colpo finale. Si recò alla Gringott, naturalmente travestito accuratamente, per incontrare il direttore. Fu introdotto nel suo ufficio e fatto accomodare, il direttore si presentò dopo una decina di minuti.

    • Buongiorno direttore Bench. - Lo salutò alzandosi dalla poltrona.

    • Stia pure comodo. Cosa posso fare per lei? -

    • La mia richiesta è semplice dobbiamo recarci alla BCM e scambiare i crediti che avete in cassaforte con dei Galeoni d'oro. -

    • Temo di non volerlo fare. Non vorrei avere niente a che fare con quei cialtroni. -

    • Insisto. -

    • Con che titolo mi chiedete di fare questo, contro la mia volontà? -

    • Sono il padrone dell'anello Andvaranautr. -

    • In effetti c'è un modo per verificarlo. -

Disse aprendo un cassetto per estrarre un piccolo cofanetto e lo posò sulla scrivania davanti al suo interlocutore. Harry lo osservò e poi lo afferrò con una mano. Si sentì uno scatto secco e un cassetto segreto si aprì sul frontale del cofanetto.

    • Molto, molto bene! Ho esaminato parecchie volte questo manufatto ma non avevo riscontrato alcun cassetto segreto. -

Harry si limitò a sorridere.

    • Temo che dovrò rivedere le mie convinzioni. Va bene andremo a incontrare Glutton. -

    • Grazie. Le chiedo ancora un favore, si può occupare delle procedure burocratiche? Io mi occuperò della sicurezza. -

    • Sicurezza? -

    • Si sono sicuro che Glutton non possa far fronte a tale richiesta e prevedo un suo colpo di coda. Le chiedo anche di non rivelare il vero scopo della nostra visita se non all'ultimo minuto. -

    • Capisco. Accetto. -

    • Chieda l'appuntamento tra un paio di giorni, devo prima sistemare alcune cose. -

Quella sera ci fu un grosso raduno a Grimmauld Place. Oltre agli abitanti effettivi erano presenti: Arthur, Molly, George, Angelina, Katie, Lee Jordan e le gemelle Patil. Nel rivedere Alicia i suoi vecchi compagni di squadra la abbracciarono e le diedero un caloroso benvenuto.

    • Cosa bolle in pentola Harry? - Chiese George dopo aver festeggiato Alicia.

    • Mi serve il vostro aiuto. Arthur riusciresti a rapire il ministro della magia? -

    • Rapire? Che ti può servire quel fantoccio. Il vero ministro è quella strega della Darkmoon. -

    • Penso sia colpito dalla maledizione Imperius assieme ad un potente incantesimo Confundus. -

    • Combinazione micidiale. - Affermò Lee.

    • Sicuramente lo è. Guardandolo bene mi sembra più svitato del professor Allock. - Confermò Molly.

    • Riusciresti a rapirlo? - Richiese Harry

    • Si penso di si. Dove dovrei condurlo? -

    • Hai presente quella vecchia chiesetta diroccata alla periferia di Hogsmeade? -

    • Certamente. -

    • Sotto il pavimento c'è una cripta puoi condurlo li. -

    • Mai saputo di questa cripta. -

    • Fidati. - Disse Harry

    • E noi perché ci hai convocato? - chiese Katie

    • Perché gli unici amici fidati che ho sono radunati in questa stanza, a parte forse qualche professore di Hogwarts naturalmente. -

    • Che dobbiamo fare? -

    • Una specie di scorta, motivi precauzionali. -

    • Scorta? Intendi fare qualche azione malandrina? - Chiese George.

    • Certo una rapina legale alla Banca Centrale di Maghi. -

    • Non prenderci in giro. - Disse Katie – Non esistono rapine legali. -

    • Ti assicuro che questa è legale. Ma non so come verrà presa dal direttore della banca e dalla sua congrega. -

    • Oh insomma siete con noi o no! - Sbottò Alicia – Se serve confermo che si tratta di una rapina legale. -

Queste parole convinsero i presenti ad accettare la proposta di Harry. Fu concordato un piano, Arthur per prima cosa avrebbe avvicinato Kingsley e avrebbe ottenuto il suo aiuto. Temendo delle reticenze avrebbe dovuto convincerlo che Harry aveva bisogno di lui raccontandogli come aveva fermato Marietta Edgecombe in barba al ministro, a Dolores Umbridge, e a John Dawlish. Poi con una scusa avrebbero avvicinato Gedeon per stordirlo, per condurlo alla cripta segreta. Li avrebbero dovuto attendere l'arrivo di Harry. Il via all'azione sarebbe stato dato da Hermione per mezzo di un messaggio tramite Patronus. La seconda parte del piano prevedeva che il direttore della Gringott e Harry, ovviamente travestito, si presentassero alla banca centrale forzandola a cambiare i loro crediti in Galeoni d'oro. Poiché Harry temeva di incontrare della resistenza una volta che Glutton avesse perso le staffe sentendosi rovinato, aveva disposto che in mezzo alla folla che stazionava davanti alla banca ci fossero i suoi amici pronti a intervenire in caso di necessità.

 

Bench fece sapere ad Harry la data dell'appuntamento fissato per il Venerdì successivo, avevano tre giorni di tempo per prepararsi allo scontro finanziario. Hermione e Alicia studiarono tutte le pieghe dei decreti e delle leggi che regolavano il denaro. Tutte facevano riferimento a beni materiali come oro, pietre preziose, case, terreni o oggetti di una qualche utilità ecc. Nessuna di loro permetteva che dei semplici pezzi di carta ne prendessero il posto. Questa scoperta rendeva illegittimo il decreto del Vice Ministro per l'Interno che ne aveva promosso e forzato l'uso. Harry, grazie ai quattro oggetti regalati da Merlino ai fondatori di Hogwarts, aveva trasformato un comune specchio in un visore. Tramite Demelza si era procurato la registrazione di quanto lei e Luna avevano visto nella reggia di Wiswyrd in aggiunta alla registrazione del colloquio avuto da Ency e Alicia con il direttore della BCM in Liechtenstein. Questo visore e le registrazioni furono portati nella cripta dove avrebbe dovuto essere condotto il Ministro della Magia per convincere i presenti dell'illegalità delle azioni commesse dalla cricca Wizberg.

Il giorno dello scontro arrivò, l'appuntamento fu fissato in tarda mattinata. Hermione avvisò Arthur che poteva procedere come stabilito. Il rapimento avvenne in modo abbastanza semplice Gedeon fu fermato da Arthur mentre stava entrando nel suo ufficio, con una scusa si fece ricevere e lo schiantò. Kingsley lo raggiunse ed entrambi si smaterializzarono per raggiungere la chiesetta di Hogsmeade. Si sistemarono nella cripta in paziente attesa dell'arrivo di Harry.

Nel frattempo gli amici di Harry avevano raggiunto la piazza antistante la Banca Centrale dei Maghi, situata dall'altro capo di Diagon Alley rispetto alla Gringott, e si erano mescolati tra la folla. Neville stava gironzolando quando scorse Dunce e Cubbish, li riconobbe per averli visti mentre li avevano seguiti in Perù. Si avvicinò per ascoltare cosa dicevano:

    • … quindi quasi tutti gli agenti segreti sono in questa piazza. Al capo della polizia è stato ordinato di non intervenire qualsiasi cosa possa succedere. - Disse Dunce

    • Non ne ho idea ma pare che la cosa possa avvenire tra un'ora circa. -

    • Abbiamo tempo per una burrobirra. -

Si diressero verso il bar all'angolo. Neville li seguì entrò con loro nel bar e si sistemò sul bancone di fianco a loro. I due agenti ordinarono le burrobirre mentre Neville ordinò un Chinofrizz. Mentre lo faceva estrasse la bacchetta puntandola, senza farsi notare, verso un cestino dell'immondizia che improvvisamente prese fuoco. Il crepitare delle fiamme distrasse i due agenti permettendo a Neville di aggiungere una polverina nelle loro bibite. Poi bevve il suo Chinofrizz, mentre la barista spegneva il principio di incendio, e lasciò il locale per ricongiungersi a Ron e Mirina trasformati per l'ennesima volta dalla polisucco.

    • Che hai combinato ai due tontoloni? - Chiese Ron

    • Polvere di Stramonium altera momentaneamente le percezioni. Aspetta e vedrai. -

    • Ecco Harry. - Disse sottovoce Mirina.

Infatti Bench e un distinto signore stavano salendo le scale per raggiungere l'ingresso della sede della BCM. Trasportavano due ventiquattrore e parevano due finanzieri degni di Wall Street, In quel momento Caramel che stazionava in un angolo della piazza li indicò a Thorfinn che sgattaiolò via per avvertire i vari agenti mescolati tra la folla. La faccenda non sfuggì a Luna che schiaccio il Doblone, raggiunti da quell'avvertimento i suoi amici guardarono Thorfinn in modo da individuare i gruppetti di agenti schierati nella piazza. Sapevano esattamente dove si trovavano le forza nemiche.

Allo stesso tempo Bench e Harry furono ricevuti dal Direttore della BCM.

    • A cosa devo la vostra visita? Siate veloci, il tempo è Galeoni. - Disse con tono scortese.

    • Buongiorno signor direttore è a proposito di Galeoni l'argomento che vogliamo trattare. - Rispose Bench.

    • Ebbene? -

    • Come lei ormai sa abbiamo nei nostri caveaux una grossa quantità di crediti magici. Tuttavia ci è giunta voce dal Liechtenstein che per sua ammissione sono … come dire … -

Sembrava non trovare la parola giusta.

    • Carta straccia. - Concluse Harry

Il direttore si afflosciò sulla poltrona. Poi si alzo di scatto urlando e sputacchiando.

    • Queste voci sono destituite di ogni fondamento la mia moneta è valida tanto e forse ancora di più dei Galeoni stessi. -

    • Sono contento di sentirglielo dire – Disse, riparandosi dagli schizzi di saliva Bench.

    • Allora non sorgerebbero difficoltà affinché la vostra banca cambi i nostri crediti in Galeoni. -

    • NON SE NE PARLA. La mia banca non ha alcuna intenzione di scambiare oro per carta. - Colpito da un attacco d'ira stava perdendo la sua lucidità.

    • Ma signore avete appena detto … - Disse calmo Bench

    • FUORI non fatevi più vedere. Chiamate la sicurezza. -

In quel momento apparvero due energumeni che si avvicinarono minacciosi al Goblin e a Harry. Concentrarono la loro preoccupazione sull'uomo ritenendo il Goblin insignificante. Quando furono a un metro di distanza Harry partì all'attacco sferrò un potente calcio al torace dell'avversario più vicino che si accasciò senza fiato. Nel vedere il suo collega cadere il secondo energumeno corse in suo aiuto solo per inciampare nel manico dell'ombrello di Bench. Cadde come un sacco di patate incocciando con la testa la testa del suo collega, entrambi giacquero sul pavimento storditi.

    • Arrivederci signor direttore, a breve avrete notizie dai miei legali. -

Bench salutò con un inchino uscendo dalla stanza insieme a Harry.

 

Nel frattempo il vice di Caramel raggiunse Dunce e Cubbish gli ultimi ad essere avvisati di tenersi pronti. Ma quando fu in loro prossimità Cubbish estrasse la bacchetta:

    • Un drago aiuto mi sta attaccando. - Urlò

    • Silenzio mi stai rompendo i timpani. - Disse sottovoce Dunce estraendo la bacchetta.

Dopo alcuni secondi entrambi lanciavano maledizioni all'impazzata urlando frasi sconnesse. Un grosso trambusto invase la piazza, gente che correva cercando riparo dalle maledizioni scagliate a casaccio dai due agenti. Visto l'accaduto la maggior parte dei loro colleghi cercarono di fermarli col risultato di aumentare il putiferio. Solo George, Katie, Angelina e Lee rimanevano allo scoperto tenendo d'occhio le mosse del gruppetto di agenti composto da Caramel, Thorfinn e un paio di altri brutti ceffi. La loro sicurezza derivava dall'indossare giubbotti e cappelli scudo, una specialità della ditta Weasley e C. Harry e Bench stavano uscendo dall'edificio quando furono avvistati da Caramel e compagni. Se ne accorsero anche George e i suoi amici che prontamente li disarmarono, e li schiantarono. La confusione nella piazza aveva assunto toni apocalittici. Raggi verdi e rossi, fiammate improvvise corredate da frasi sconnesse venivano scagliate in ogni luogo mentre dalla banca uscirono tutti gli agenti della sicurezza per cercare di fermare Bench e Harry. Molti di loro furono colpiti dalle maledizioni vaganti, quando all'improvviso tutto diventò buio. Una grande quantità di polvere Buio Pesto Peruviana fu scagliata permettendo un rapida e veloce fuga di Harry e dei suoi amici. Mentre lasciavano la piazza si voltarono a guardarla, dalla macchia nera salivano verso il cielo lampi di luce di tutti i colori sembrava di assistere alla fuga di George e Fred da Hogwarts quando lanciarono una quantità industriale di fuochi di artificio. Velocemente accompagnarono Bench alla Gringott e si smaterializzarono per raggiungere la cripta di Hogsmeade.

 

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Capitolo 49
*** IL NUOVO MINISTRO ***


Scesero nel sotterraneo Harry era in testa al folto gruppetto quando fu fermato dalla bacchetta di Kingsley.

    • Le ultime parole che Albus Silente ha detto a noi due? – Disse Harry imitandone la voce. Poi continuò con quella di Remus

    • Harry è la cosa migliore che abbiamo. Fidatevi di lui. –

    • Allora è vero sei proprio tornato. -

    • Si sono tornato, ma non voglio che si sappia in giro. -

    • Nel frattempo abbiamo annullato gli incantesimi fatti su Gedeon. Ora è tornato in sé. -

    • Molto bene venite. -

Li invitò a sedersi sul pavimento davanti allo specchio. Prese una delle sfere di cristallo e la posizionò su un incavo del basamento. Piano piano il vetro diventò argenteo mentre cominciarono a formarsi delle immagini. Il faccione di Glutton apparve mentre progettava con Cornelius Caramel l'ultima rapina ai blindati, l'arresto di Mirina e l'ispezione nel negozio di Ron. Le immagini svanirono allora Harry inserì un'altra sfera. Si poteva vedere come Mirina non fidandosi di Arraffò e Alì cambiò il piano. La terza sfera mostrò come vennero uccisi gli autisti, sebbene già rapinati, dagli agenti segreti. La quarta evidenziò come venne arrestata Mirina e il trucco usato per incriminarla. La quinta riproduceva l'arresto di Ron dove si poteva chiaramente notare chi fosse stato a portare la bacchetta incriminata. La sesta mostrava come Glutton denigrava i crediti magici descrivendoli carta straccia nell'ufficio del direttore della banca del Liechtenstein. La settima era recente Bench e Harry che incontravano il direttore alla BCM.

    • Per la barba di Merlino che razza di criminali. - Disse Arthur.

    • Della peggior specie. - Confermò Kingsley.

    • Mi vergogno a morte per aver permesso a una banda di malfattori di governare il mondo magico. Rassegno subito le mie dimissioni. - Disse scoraggiato Gedeon.

    • Secondo il trattato di Camlann il primo ministro che rassegna le dimissioni può conferire la sua carica a un'altra persona ed essa automaticamente diventa il primo ministro effettivo. - Disse Hermione.

    • Ottimo Harry ti nomino primo ministro. - Disse Gedeon.

    • NO Grazie. Penso che Kingsley sia la persona più adatta a ricoprire questo incarico. -

    • Bene quando faremo ritorno stilerò la lettera e appunterò i miei sigilli alla tua nomina Kingsley. -

    • Ci sarebbero delle cose che dovrebbero essere fatte abbastanza in fretta dal nuovo primo ministro. L'abrogazione della legge che impone i crediti magici quindi i Galeoni ritorneranno la moneta ufficiale. L'inserimento nella costituzione magica la definizione di scopo del Denaro, qualcosa del tipo: Il denaro è la rappresentazione simbolica dell'energia spesa da una o più persone per ottenere un prodotto desiderabile. - Disse Harry

    • Quindi la moneta apparterrebbe alle persone produttive e in senso lato al ministero che le rappresenta, in questo modo nessuno potrebbe privatizzare il denaro. - Disse Alicia

    • Mi rendo conto solo adesso che questa azione ha reso schiavi i nostri concittadini derubandoli della loro energia. Una schiavitù peggiore di quella fisica. - Disse Lee.

    • Fatto questo i rappresentati della cricca dovranno essere arrestati e processati. I loro beni dovranno essere confiscati per risarcire coloro che sono in possesso di quella “carta straccia” chiamata crediti magici. - Concluse Harry

 

Ad Hogwarts l'anno scolastico stava volgendo al termine tranquillamente, i programmi pilota di Demelza e Luna ebbero successo quindi le loro materie vennero inserite nel programma dell'anno a venire. Mirina invece avrebbe insegnato agli studenti degli ultimi due anni il corso di difesa personale. Ron aveva allestito il suo laboratorio di Applicazioni Tecniche pronto per essere usato dal prossimo anno. Agli alunni del primo anno fu finalmente concesso l'uso delle bacchette nelle lezioni di Difesa contro le Arti Oscure, per il momento ancora quelle di bassa qualità, con le quali riuscivano, nei duelli, a tenere testa e a volte sconfiggere i loro colleghi più anziani grazie al grande autocontrollo acquisito. Gli insegnanti quella sera si erano radunati nella sala professori per leggere gli ultimi avvenimenti del mondo magico.

Dimissioni irrevocabili da parte del Ministro della Magia

Gedeon De Villaret ha rassegnato le sue irrevocabili dimissioni ed ha nominato suo successore Kingsley Shacklebolt già capo degli Auror. L'ex primo ministro ha confessato di aver permesso agli alti funzionari del ministero di aver tratto in schiavitù economica i loro cittadini, unica sua attenuante avere agito sotto l'influsso della maledizione Imperius combinata a un potente incantesimo Confundus.

Le prime azioni del nuovo ministro sono state rivolte alla modifica della carta costituzionale definendo lo scopo e quindi la proprietà del denaro per impedire che la situazione si ripeta, l'abrogazione del decreto che istituiva i crediti magici e ha disposto l'arresto dei partecipanti al complotto.

Le persone più rilevanti che figurano tra gli arrestati sono Glutton Greengrass ex direttore della banca centrale dei maghi ritenuto il capo della cricca. Il vice primo ministro per l'interno Lilith Darkmoon, Lucius Malfoy ex proprietario della ditta Vola Sicuro, Cornelius Caramel capo dei Servizi Segreti Magici che si sono rivelati essere il braccio esecutivo dei crimini ideati dalla cricca, Yaxley, Goyle padre e figlio e Shaky Bulstrode capo della Polizia Magica.

Il processo verrà tenuto domani mattina nell'aula dieci alla presenza del Wizengamot al gran completo.

 

Il professor Tang, la professoressa Granger e Ron Weasley lasciarono la sala mentre gli altri docenti commentavano l'accaduto.

    • Naturalmente cari colleghi nessuno di voi ha avuto a che fare con la caduta della banca e del ministro. - Affermò Minerva che li aveva appena raggiunti.

    • Naturalmente. - Rispose il Professor Tang

Scoppiarono a ridere e si avviarono lungo il corridoio.

 

L'indomani si tenne il processo, Kingsley in persona aiutato da Percy Weasley predispose lo specchio incantato di Harry per mostrare le inequivocabili prove del complotto e delle azioni criminali perpetrate dalla cricca.

Dopo aver visionato tali prove e aver sentito i vari testimoni, tra i quali lo stesso Lucius Malfoy, fu emessa la sentenza. Percy Weasley incominciò a leggerla:

Con la presente si condannano alla reclusione vita natural durante nella prigione di Azkaban i signori Glutton Greengrass …

    • No non potete sporchi sudici mezzosangue lasciatemi andare io sono il grande Glutton sono io che dispongo delle ricchezze del mondo magico … -

Disse queste parole livido in faccia e lanciandosi verso il primo ministro che presiedeva il tribunale. Fu immediatamente fermato e tradotto al San Mungo in quanto i segni della sua incipiente follia erano evidenti.

“ … proseguiamo … Cornelius Caramel e la signora Lilith Darkmoon per associazione a delinquere, istigazione all'omicidio, riduzione in schiavitù, aggiotaggio, furto e falsificazioni di atti pubblici. Si condannano i signori Malfoy, Yaxley, Goyle e Bulstrode a vent'anni da scontarsi nel carcere di massima sicurezza ad Azkaban per associazione a delinquere, aggiotaggio, furto e falsificazioni di atti pubblici.

I signori sopracitati dovranno anche risarcire i cittadini in possesso dei crediti magici ritenuti dal ministero senza alcun valore legale. Tale risarcimento verrà effettuato tramite confisca e messa all'asta dei beni posseduti dai condannati.”

    • Che i prigionieri vengano tradotti ad Azkaban seduta stante. - Ordinò il primo ministro.

Percy riprese a leggere:

A seguito delle prove inoppugnabili presentate davanti a questa corte, il Wizengamot decide di riabilitare a tutti gli effetti il signor Ronald Bilius Weasley e la signorina Mirina (non ne conosciamo il cognome) rocambolescamente evasi dalla prigione di Azkaban alcuni mesi or sono.”

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Capitolo 50
*** EPILOGO ***


L'anno scolastico finì come per programma, l'unica persona del ministero che regolarmente visitava Hogwarts era il Primo Ministro Kingsley Shacklebolt ma le sue erano semplicemente visite di cortesia visto che appoggiava completamente le direttive della Preside. La sera prima della festa di fine anno vedeva ancora radunati i docenti a commentare gli stravolgimenti del mondo magico.

 

Condannata la cricca Wizberg

Una dura sentenza è stata emessa dal Wizengamot, i componenti della cricca sono stati condannati e tradotti nel carcere di massima sicurezza di Azkaban. Le loro proprietà sono state confiscate e messe all'asta il ricavato andrà a risarcire coloro che ancora posseggono i famigerati crediti magici e la Banca Gringott che grazie alla sua magnanimità aveva a suo tempo deciso di accettare i crediti magici a fronte di Galeoni d'oro.

 

Cambio di personale nel nostro giornale.

Il direttore nonché editore della gazzetta del profeta Barnabas Cuffe, scoperto ad appoggiare la suddetta cricca è stato esonerato dall'incarico il suo posto verrà ricoperto dal giovane ma esperto Anthony Goldstein già vicedirettore.

    • Speriamo che il giovane Anthony sia meglio del suo predecessore, in ogni caso la sua foto figura già nel mio ufficio. - Disse Horace

    • Peggio di Barnabas non si potrà comportare. - disse Filius Vitious

    • Ciò che più mi addolora è la scomparsa di Potter, avrei giurato che per lui tutte le porte fossero aperte. -

    • Peccato! Ne ho sentito parlare molto bene. -

Disse alzando gli occhi dal giornale Tang facendo l'occhiolino alla Preside che sorrise.

L'alba di una nuova era stava sorgendo mentre veniva forgiata una nuova generazione di maghi più attenta nel prendere in considerazione le ricadute delle loro azioni su tutte le forme di vita. Conoscendo che, essendo al centro del nostro universo, ogni piccola azione esercita una grandissima e profonda influenza su tutto ciò che ci circonda, veniva accesa la speranza di costruire un mondo migliore. Fortunatamente Harry e i suoi amici erano li, in giro, pronti ad intervenire se qualcosa fosse andato storto.

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