Demons

di all_or_nothing
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Benvenuta a casa ***
Capitolo 2: *** Non tutte le persone sono come appaiono, NON TUTTE. ***



Capitolo 1
*** Benvenuta a casa ***


Capitolo 1

Ed eccomi cui di nuovo, che per la terza volta in 2 anni, mi ritrovo a portare scatoloni nella nostra nuova casa. Da quando i miei genitori hanno divorziato, abbiamo cambiato casa in continuazione. Mia madre non ha mai voluto accettare gli alimenti che gli inviava mensilmente mio padre e quindi ha sempre dovuto fare lavori extra per mantenere me e mio fratello, ma le cose negli ultimi due anni non sono andate molto bene. Mia madre fu licenziata l'anno scorso dal suo lavoro di commessa,e non riuscendo piu a trovare un posto disponibile, iniziò ad accettare i soldi da mio padre, se pur una parte , e abbiamo cambiato casa più spesso di quanto abbia voluto solo per trovare offerte migliori, ed ogni casa che cambiavamo, diventava sempre più piccola, e adesso ci ritroviamo a vivere nei piccoli quartieri di londra, tipo i ghetti americani. E' un piccolo appartamento composto da una cucina e un soggiorno con due camere da letto e un bagno. I rivestimenti sono di un colore tra il panna e il beige. Tutte le finestre sono ornate da tende color pesca e i divani sono di pelle bianchi. Beh, sembra perfetto per me e mia madre, già, solo io e mia madre. Dopo una brutta discussione avuta tra me e mio fratello, decise di andare a vivere con mio padre nella sua bella e grande casa a Miami con la sua nuova famiglia. Dopo che i miei divorziarono, mio padre andò in america per cercare fortuna, ed infatti la trovò. Ha creato la rivista americana più importante degli ultimi tempi, la Handerland, e con questo ha sfornato soldi a palate diventando famoso e vivendo in una villa. Peccato che nessuno sappia della sua vecchia vita, di come era un'alcolizzato che stava via anche una settimana da casa per poi tornare e rompere ogni cosa che c'era da rompere, lasciando un casino a mia madre da pulire, fin quando mia madre non decise, dopo la 5 volta che lo arrestarono per rissa, che volle divorziare. Continuava a supplicarla di poter cambiare, ma questa è sempre stata una storia che sentivo da parte sua. Dopo ogni casino che combinava, prometteva a mia madre che sarebbe cambiato per lei, per noi. Ma nel giro di pochi giorni si ritorvava sempre sbronzo o in galera, e mia madre non c'è la fece più e divorziarno. Adesso sono circa 6 mesi che non vedo mio fratello, e mi manca. Eravamo molto legati, fin quando mio padre non ha dovuto distruggere tutto, perchè è stata solo colpa sua se ci siamo litigati, non potrò mai perdonarlo per come ha rovinato la nostra vita, la mia vita.
"Ally?". Mia madre mi richiama dai miei pensieri. Non mi ero accorta che ero ancora con lo scatolone in mano.
"Quindi.. questa è la nostra nuova casa?". sbuffo una risata prima di appoggiare lo scatolo ai miei piedi. E' alquanto accogliente. Mi sarei aspettata un vecchio appartamento con perdite dal soffitto e un parato mezzo ammuffito, ma questo è davvero ben decorato.
"So che non ti piace, ma dovremmo abituarci, credo che questa rimarrà la nostra casa per molto, molto tempo". Mi rivolge un sorriso caloroso e io alzo gli occhi al cielo.
"Come no, è la terza volta che te lo sento dire".Mi metto a braccia conserte con un muso lungo sul viso. Sarei rimasta molto volentieri nella mia vecchia casa. E' stato il tempo più lungo dove io abbia abitato. Mi ero fatta degli amici nella vecchia scuola e pensavo che tutto potesse andare alla grande, ma a quanto sembra, l'affitto della casa era aumentato, e non potevamo più restare lì.
"Tesoro, so che nei tuoi 18 anni di vita, ne hai passate tante, e mi sento molto in colpa per non averti dato quello che ti meritavi. La tua adolescenza ti è stata portata via sotto i tuoi occhi, e mi dispiace, ma questo appartamento, potrebbe essere il nostro punto di inizio, credimi." Ha gli occhi lucidi, e lo sento dal tremolio della voce che cerca di non piangere, quindi l'abbraccio per farla sentire un pò meglio.
"Smettila di darti la colpa per tutto, c'è la stiamo cavando, e io sto bene". Mento in parte. Non è mai stata colpa sua, questo è vero, a sempre cercato di non farci mancare nulla, però io non sto bene. Non ho una vita stabile e soprattutto non ho amici stabili. Se questo sarà davvero il nostro punto di partenza, non so proprio da dove cominciare. Abbiamo finito di sistemare le nostre cose. La mia stanza ha un letto al centro, la scrivania è posta sotto alla finestra che affaccia sulla strada e una libreria affianco alla scrivania. Non vedo l'ora di riempirla con i miei libri. Ho sempre amato leggere e anche scrivere. Speravo che dopo il diploma, mi sarei trasferita in America per andare al college, precisamente alla Dartvills University. E' un università dedicata alla letteratura e al giornalismo. Spero di diventare una giornalista, un giorno, almeno speravo, perchè per adesso sembra irrealizzabile, ma non voglio abbattermi, quindi appena finirà la scuola, andrò in cerca di un lavoro part-time per raccimolare qualche soldo. Quest'anno ho la maturità. Siamo solo al mese di gennaio e io ho cambiato scuola, di nuovo. Spero solo di trovare professori gentili che apprezzino i miei voti. Beh, sono molto brava a scuola, ho la media del nove quindi credo che apprezzeranno, il vero problema sarà farmi dei nuovi amici.
"Ally, la cena è pronta". Mamma chiama dalla cucina e io scrollo i miei pensieri di dosso e vado a mangiare. La giornata di oggi mi ha sfinita, tanto che dopo essermi buttata sul letto, sento le palpebre pesanti, e senza volerlo mi addormento ancora vestita.

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Capitolo 2
*** Non tutte le persone sono come appaiono, NON TUTTE. ***


Capitolo 2

La luce filtra dalla finestra colpendomi in pieno il viso, che in questo mese freddo di gennaio, mi riscalda. Noto che sono ancora vestita. Ieri ero stanchissima e non mi sono nemmeno cambiata quindi vado a fare una doccia calda e poi mi vesto. In cucina c'è mia madre che prepara la colazione, e io mi verso il caffè in una tazza. 
"Cosa farai oggi?". Continua a far girare i pancakes nella padella e poi mi rivolge un sorriso caloroso.
"Non ne ho la più pallida idea". Poso la tazza dove ho appena bevuto nel lavandino e mangio i pancakes. Starei volentieri tutta la giornata a guardare la televisione, ma se devo iniziare a farmi una nuova vita, stare qui a deprimersi non è la scelta migliore.
"Perchè non vai a vedere la tua nuova scuola? Dato che lunedì sarà il tuo primo giorno, inizierai ad orientarti e magari potresti incontrare pure qualcuno con qui fare amicizia". Il suo sorriso non scompare mentre mi guarda con occhi pieni di speranza. So quanto le farebbe piacere se la andassi a vedere, ma tra le tante cose che avrei voluto fare oggi, andare a vedere la mia nuova scuola non era tra i miei piani.
"Si, forse potrei andare a vederla". Sfoggio un sorriso più falso che mai e lei ridacchia, mi conosce fin troppo bene.
"Grazie perchè almeno ci stai provando". Mi accarezza la spalla e gli faccio un mezzo sorriso prima di appoggiare anche il piatto vuoto nel lavandino.
"Si, ma non so dove si trovi la scuola". Non ne ho davvero la più pallida idea, e in quartieri come questi, chiedere informazioni non è proprio una buona idea.
"E' proprio alla fine della strada, sulla sinistra. Ho scelto questo appartamento proprio per essere vicino pure alla tua scuola, così potrai andarci a piedi".  Grandioso, questa è davvero la notizia più bella nella storia, davvero bella. Per carità, mi piace andare a scuola e apprendere molte cose, ho buoni voti e quan'altro, ma l'idea di cambiare scuola per la terza volta e venire in questi quartieri poco raccomandabili e sapere che la scuola è proprio a due passi da qui, mi fa capire che nemmeno la scuola sarà molto raccomandabile. Fortunatamente questo è l'ultimo anno. Dopo pranzo, decido di finire di sistemare la mia stanza. Poso tutti i libri sulla libreria e metto i panni nei mobili. Ormai sono le quattro e con tanto rammarico, decido di andare a vedere la nuova scuola. Mamma si è addormentata sul divano, quindi le lascio un biglietto sulla tavola e dopo aver preso il mio fidatissimo cappotto, scendo. Appena esco dalla palazzina, un vento freddo mi investe il viso e non posso fare a meno di rabbrividire. Mentre cammino, mi guardo intorno. Le persone sono diverse da dove abitavo prima. Sono molto più povere e sembrano più... cattive. Magari cattive è troppo esagerato, però è stato il primo termine che mi è venuto in mente. Beh, li posso capire, dopo tutto quello che ti succede, dopo tutto quello che è successo a me, cambi, non si è più gli stessi. Mentre mi faccio prendere dai miei pensieri, arrivo fuori la scuola. C'è un cancello arrugginito all'esterno e poi c'è la scuola. E' tutta grigia con graffiti sulle pareti. Grandioso, davvero grandioso. Non potevo chiedere di meglio. Non so davvero cosa aspettarmi il primo giorno. Spero che almeno dentro sia piu accogliente che all'esterno.
"Stai bene?". Sussulto dalla voce estrane che mi strappa dai miei pensieri. Una ragazza, credo della mia stessa età mi fissa con aria curiosa. Ha un giubotto di pelle nera e un pircing sul naso a cerchio. Ha una quantità di rossetto color prugna e anche una gran quantità di eleyner. Ha un'aspetto minaccioso.
"Si... sto bene". Non ho paura ovviamente, però cerco di stare alla larga da gente come lei.
"Te l'ho chiesto perchè sei rimasta imbambolata a guardare questa catapecchia che purtroppo è la mia scuola". Mi rivolge un sorriso amichevole, forse devo averla giudicata male. Mia nonna aveva ragione, mai giudicare un libro dalla copertina.
"Ah, quindi vieni anche tu in questa scuola? Io mi sono trasferita ieri, e questa catapecchia, lunedì sarà anche la mia scuola". Faccio un sorriso e lei ride, la prossima volta dovrò dare piu ascolto a mia madre.
"Io mi chiamo Cassie, ma mi faccio chiamare Cass.. e scommetto dalla tua faccia sorpresa che non pensavi che fossi cosi amichevole". Ridacchio e mi presento.
"Io sono Allison, ma mi faccio chimare Ally... e devo dire che è vero, e mi dispiace di averti subito giudicato male". Ammetto il mio errore e lei ride, è davvero simpatica.
"Non preoccuparti, il mio aspetto inganna, e poi io pensavo che fossi una snob quindi, ci siamo sbagliate entrambe". ridiamo e mi sento un pò piu tranquilla. Un ragazzo in lontananza la chiama e lei fa cenno con la mano di aspettare.
"Beh, Ally.. è stato un piacere conoscerti, non vedo l'ora di vederti lunedì se pur in questa catapecchia".
"Il piacere è stato mio, ci vediamo lunedì". Le sorrido e lei mi saluta con la mano mentre si allontana. Beh, almeno questa gita per vedere la scuola, ha avuto i suoi buoni frutti. Torno a casa non avendo nulla da fare. Appena entro nella palazzina, il freddo diminuisce e mi sfrego le mani. L'ascenzore è rotta e mi tocca salire a piedi fino al 5 piano, no ma che bello. Appena arrivo al mio piano sono con il fiatone e mi siedo alla fine delle scale per riposarmi. Da un appartamento sento delle urla e degli schiamazzi. Balzo subito all'impedi e spero che nessuno si faccia male. 
"Smettila di fare il cazzone e torna qui". Quello che urla, credo sia un uomo, e dalla voce tremolante credo che sia ubriaco.
"Non sei mio padre, coglione, non dirmi cosa fare". Un ragazzo esce dall'appartamento affianco al mio. Ha una cresta nera ed è pieno di tatuaggi, mi guarda e non sembra per niente simpatico come Cassie.
"E tu cos'hai da guardare?". Si acciglia e si passa una mano tra i capelli.
"Ho sentito le urla e mi sono preoccupata". Ammetto con calma. Si, appunto, non è per niente simpatico come Cassie.
"Ti devi fare solo gli affari tuoi e tornartene nel tuo appartamento". Mi urla contro e io lo guardo accigliata.
"Calmati, okay?! Ho sentito le urla e pensavo che qualcuno avesse bisogno di aiuto, ma adesso sinceramente non mi interessa più". Il ragazzo sembra sorpreso della mia risposta, secondo me è il tipo di ragazzo che mette paura tutti, ma non me.
"Non dirmi di calmarmi". Sembra volermi incenerire, ma questo mi porta a sfidarlo di più.
"Altrimenti?". C'è uno scambio di sguardi e il ragazzo resta in silenzio, poi la porta del mio appartamento si apre e sulla soglia appare mia madre, probabilmente avrà sentito le urla.
"Tutto bene qui?". Io e il ragazzo ci scambiamo degli sguardi.
"Si, tutto bene". Guardo un'ultima volta nella sua direzione e poi entro nell'appartamento sorpassando mia madre, certa gente è proprio cretina.

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