Buio di bruccina88 (/viewuser.php?uid=40387)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro ***
Capitolo 2: *** Indecisa ***
Capitolo 3: *** A&L ***
Capitolo 4: *** Jodhpur ***
Capitolo 5: *** Savita ***
Capitolo 6: *** Ricordi ***
Capitolo 7: *** Finalmente lui ***
Capitolo 8: *** Mare lasciami andare ***
Capitolo 9: *** Addio ***
Capitolo 10: *** Prendo te ***
Capitolo 11: *** Chicago ***
Capitolo 12: *** Pamela ***
Capitolo 13: *** I love you ***
Capitolo 14: *** Per te ***
Capitolo 15: *** Stefano ***
Capitolo 16: *** Amico ***
Capitolo 17: *** La verità ***
Capitolo 18: *** Pezzi di noi ***
Capitolo 19: *** Intervista ***
Capitolo 20: *** Per sempre ***
Capitolo 21: *** Luce ***
Capitolo 1 *** Incontro ***
Incontro
Buio.
Seduta davanti al pianoforte nell’oscurità era
rimasta in silenzio per mezz’ora. Nella sua testa
riecchegiavano ancora gli applausi dopo le sue ultime note, aveva
ringraziato tutti e poi il sipario si è chiuso. Lei era
lì sola, al buio, per assaporare ancora un po’ le
bellissime emozioni che aveva provato durante il concerto.
Dietro
le quinte i suoi amici festeggiavano la conclusione del tour durato
quasi tre anni e che aveva fatto il giro del mondo. Non aveva voglia di
far festa, voleva tornare a casa farsi un bel bagno caldo e pensare al
suo prossimo progetto.
-Ehi!
Hai intenzione di rimanere lì ancora a lungo? Di
là aspettano solo te-
-Sto
arrivando…Stavo solo pensando a cosa dire… ti
è piaciuto?-
-Lo
sai che sei stata fantastica stasera , come sempre-
Luca
amava farle i complimenti perché arrossiva ogni volta e
diventava ancora più bella.
-Io
torno di là. Sbrigati ti devo presentare una persona-
Mentre
si alzava dal suo pianoforte non riuscì a non trattenere un
sorriso.Luca era da sempre il suo migliore amico e sapeva come tirarle
su il morale in ogni occasione. A volte era così schietto
che lei ci rimaneva male ma poi si rendeva conto che Luca aveva
ragione, come sempre.Era una sorta di angelo custode, senza di lui non
sarebbe riuscita a realizzare i suoi sogni.
Prima
di andare rivolse un ultimo sguardo al palcoscenico. Adesso arrivava il
momento più antipatico del suo lavoro. L’aveva
sempre messa a disagio parlare a chi aveva partecipato a un suo
progetto. Ogni volta ripeteva:- E’ stata una bella
esperienza…siete fantastici…spero di lavorare di
nuovo con voi…-
La
metteva a disagio essere al centro dell’attenzione quando non
suonava.
Prese
un bel respiro ed entrò in una stanza piena di gente che la
applaudiva ammirata..
Una
voce in fondo alla sala gridò -Discorso!-
E’
tutti gli altri lo seguirono:- Discorso, discorso, discorso..-
Fecero
un po’ di spazio su un tavolo e le fecero segno di salire
lì sopra per assaporare il suo momento di gloria.
“Devo
cominciare a prepararmeli prima i discorsi!”pensò
mentre sempre più nervosa saliva sul tavolo. Finalmente
esordì:- E’ inutile dire che è stata
una bella esperienza. Basta solo ricordare il concerto di stasera e mi
viene la pelle d’oca. Sono stati tre anni ricchi di emozioni,
soddisfazioni e gioie che abbiamo condiviso.Ho trovato in voi non solo
dei professionisti ma soprattutto degli amici. Non per questo sono
mancati i problemi, anzi…ma grazie alla vostra
professionalità abbiamo superato anche quelli. Ora mi
prenderò un periodo di pausa e appena avrò un
progetto fatevi trovare disponibili, altrimenti dovrò
convincervi con la forza. Grazie di cuore!-
Così
dicendo scese dal suo podio e si diresse verso Luca che la guardava
sorridendo.
-Stai
migliorando, ottantotto!-
-
Ottantotto cosa?-
-88
parole, il tuo discorso!-
-Le
hai contate?-
-Già
ed è il tuo record, l’ultimo che hai fatto era di
50, e il primo era di 1 “Grazie”-
-Forse
perché è il tour più lungo che ho
fatto-
-Può
darsi, o forse cominciano a piacerti gli applausi anche quando non
suoni-
-Non
dire stupidaggini. Ma tu non dovevi presentarmi qualcuno?-
-Ah
si. Ti aspetta nel tuo camerino. Ha insistito per parlarti in privato.
Dice che ti conosce…”
Buio
anche nel suo camerino…il problema era che per trovare
l’interruttore della luce doveva spostare una montagna di
lettere e regali dei suoi fan. Quello che non capiva è che
se veramente c’era qualcuno nel suo camerino
perché se ne stava al buio.
Quando
finalmente si accese la luce capì il
motivo…seduto sul divano, su cui lei scriveva le sue
canzoni, c’era un ragazzo alto e scuro con gli occhiali da
sole e un bastone per ciechi.
-
Stefano ma che ci fai qui?-
-
Bell’accoglienza….speravo tanto che ti saresti
buttata fra le mie braccia come facevi un tempo!-
-…Mi
dispiace se ti ho fatto aspettare, di là si festeggia la
fine del tour..- disse imbarazzata cercando di cambiare discorso. Non
le piaceva ricordare quei bei giorni che ormai facevano parte del
passato e non voleva che tornassero.
-Angelica…ora
che hai un po’ di tempo libero potremmo stare un
po’ insieme…da buoni amici…-
"
Possibile che ancora non abbia capito? Io non voglio più
vederlo...." pensò Angelica
-
No. Non posso, stare con te mi fa solo innervosire. Io, invece, ho
bisogno solo di riposarmi. Sono stanca- disse infine
-
Magari ti porto in un bel ristorantino....Aspetta! Ho un'idea migliore
vieni a casa mia, ti preparerò una cenetta squisita. -
"Non
resisto più....è incredibile fa finta di
niente...mi vuole far infuriare???"
-
Cos'è quella faccia... non ti preoccupare, ormai so cosa ti
piace....un bel piatto di pasta ed è tutto sistemato, vero?-
Angelica
si affacciò sul corridoio cercando disperatamente
Luca...niente. Si volse verso Stefano che sorrideva ....doveva mandarlo
via...eppure c'era qualcosa che la tratteneva.
Ebbe
un momento di esitazione che non sfuggì a lui :- Sono cieco
non stupido, lo so che vuoi che me ne vada-
-Se
lo sai perché sei ancora qui?- disse Angelica quasi seccata
dalla sua presenza
Lui
si alzò le si avvicinò piano, con eleganza,con la
sua mano destra le accarezzò il viso. Angelica era
inchiodata lì voleva scappare ma non riusciva a
muoversi...incantata.........
-Mi
manchi.....voglio farmi perdonare- e la baciò -Amo solo te.
-. Dopo di che se ne andò.
Luca
entrò nel camerino convinto di trovare un'Angelica furiosa
con Stefano, ma anche con lui che l'aveva fatto entrare. E invece
davanti a lui c'era un'Angelica sconvolta che con l'indice si
accarezzava dolcemente le labbra.
-Tesoro,
va tutto bene?- chiese in tono un po' preoccupato
Angelica
si destò e guardando Luca abbozzò un sorriso.
Prese la borsa e corse a casa. Mentre era in macchina si
scoprì a mordersi il labbro inferiore come quando era
bambina.
Suo
padre capiva sempre quando aveva fatto qualche guaio perché
vedeva sua figlia camminare per casa mordendosi le labbra
dalla preoccupazione.
"Questa
volta l'hai fatto grosso il guaio" pensò mentre parcheggiava.
Buio,
anche in casa sua, corse in camera e si buttò
stanca sul letto con il volto verso il soffitto. Aprì il
cassetto del comodino e tirò fuori la foto che cercava...la
guardò e una lacrima scese fin sul la sua bocca, dove la
lingua la raccolse e ne sentì tutto il suo
sapore....posò la foto sotto il cuscino.
"Perché,
perché continuo a pensarci...cos'è che mi manca?
Ho un lavoro, amici, gente che mi ama, ho la musica la mia passione, se
volessi potrei avere anche un uomo qui con me che mi consoli. Allora
perché continuo a pensarci... perché?"
Si
addormentò con questi pensieri...continuando a
piangere............
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Capitolo 2 *** Indecisa ***
Era
passata una settimana da quell’incontro con
Stefano, ormai altri impegni lo avevano già quasi
cancellato…proprio come lei voleva…aveva voglia
di riposarsi ma sapeva anche che appena non avrebbe avuto
più distrazioni Stefano sarebbe tornato ad
assillarla nella sua mente.
Si
trovava in un’agenzia di viaggio..aveva deciso di partire per
l’India. Un paese che l’aveva sempre affascinata
per la sua cultura, il mistero. Era sicura di trovare
un’ispirazione per le sue nuove canzoni in quei luoghi quasi
magici.
Teneva
il biglietto aereo stretto tra le mani…come un sogno che non
si vuole dimenticare quando ci si sveglia. Aveva intenzione di stare un
po’ con Luca….quanto le sarebbe mancato in
India….
Non
aveva voglia di prendere la macchina così andò
verso il capolinea degli autobus . il suo doveva ancora
partire…si sedette in fondo e tirò fuori dalla
borsa il suo prezioso squadernino dove annotava di tutto, dalla lista
della spesa alle nuove canzoni.
Cominciò
a scrivere:
“sto
prendendo l’autobus e fra poco sarò da
te…
c’è
una ragazza seduta vicino a me che sta ascoltando la tua canzone
preferita….
Non
so a cosa stia pensando ma ha l’aria un po’
malinconica mentre cerca nello zaino il suo diario. Inizia a scrivere,
chissà forse sta scrivendo di me come io faccio con
lei….sarebbe davvero una bella coincidenza. Le pagine del
suo diario sono piene di parole, frasi, pensieri e foto. Ma ora non
scrive disegna ….disegna il volto dell’uomo seduto
di fronte a lei. Un volto stanco, pieno di preoccupazioni. Lui guarda
fisso fuori sulla strada cercando forse ricordandosi di
quand’era ragazzo…senza problemi, libero da ogni
responsabilità. Secondo me vorrebbe riacquistare la forza
della sua gioventù per ritrovare quella voglia di far vedere
di essere il migliore, di saper superare gli ostacoli che la vita gli
mette davanti….quella voglia di guardare la donna della sua
vita e dirle senza esitazione :- Ti amo!-
E
vicino a lui c’è una ragazza che ha appena
comprato un biglietto aereo per un paese lontano.
Ha
bisogno di pace, di pensare al suo futuro. Ha bisogno di capire se ha
fatto le scelte giuste o se ha sbagliato tutto nella vita. È
una donna insicura, si vede perché si morde il labbro
inferiore mentre scrive al suo migliore amico che tra poco
vedrà.
Si
vede che ha bisogno di lui perché sa come consolarla, come
lei sa che lui ha bisogno delle sue parole e dei suoi sorrisi che ama
tanto.
L’autobus
è appena partito.
Ti
voglio bene.
Angelica”
Non
aveva idea di come avrebbe dato quella lettera a Luca.. forse
l’avrebbe tenuta lei nel suo quaderno.
La
ragazza che stava disegnando guardò Angelica, le se
avvicinò e le chiese di scrivere qualcosa sul suo diario.
Era la prima volta che una sua fan le chiedesse di scrivere qualcosa
per lei. Ci pensò un po’ su e poi
scrisse:”Ascolti musica per cercare di non sentire i
rumori… i rumori di quel mondo da cui scappi. Ma in fondo le
canzoni, le note, quelle emozioni che tu ami tanto parlano di quel
mondo tanto odiato. Allora non spegnere la radio, abbassa solo un
po’ il volume così che la musica ti possa
accompagnare attraverso quel mondo che eviti. E così solo
così finalmente ti sentirai viva…”
-
È la prima cosa che mi è
venuta in mente. Spero ti piaccia. -
La
ragazza lesse la pagina del suo diario:- grazie, è
bellissima. Sai mi piaci proprio perché capisci al volo le
persone e le sai descrivere con melodie che mi fanno sempre venire la
pelle d’oca. -
-
Ti ringrazio. Tieni credo che ti servirà. -
Angelica
porse alla ragazza la sua penna con cui aveva appena scritto a Luca.
Era
arrivata la sua fermata. Scese mentre la sua fan teneva stretta la
penna in una mano mentre con l’altra la salutava entusiasta.
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Capitolo 3 *** A&L ***
Casa
di Luca era al quinto piano di un palazzo senza ascensore, ma Angelica
ormai era abituata a fare quelle scale. Suonò il campanello
e dopo pochi secondi il suo amico aprì la porta con un
grande sorriso sul volto.
-
A cosa devo questa tua visita? –
-
Volevo salutarti prima di partire –
-
Dove vai? Mi lasci qui da solo? –
Angelica
si mise seduta sul divano e fece segno a Luca di fare lo
stesso….prese un bel respiro e disse:- vado in
India, non so per quanto tempo. Ne ho bisogno e so che tu mi capisci.
–
-
si ti capisco. Mi sarebbe piaciuto venire con te, ma forse
è meglio che tu stia da sola. –
Angelica
prese un libro dalla libreria dietro al divano e cominciò a
sfogliarlo .
-
Vuoi qualcosa da bere? –
-
Si, grazie- disse Angelica continuando a leggere il
libro.
-
Allora ti porto una spremuta d’arancia. La stavo
facendo per me. –
Mentre
Luca era in cucina, lei prese la lettera che aveva scritto
nell’autobus e la mise tra le pagine del libro che
aveva preso.
-
Quando parti? – chiese Luca mentre tornava sul
divano con due bicchieri di spremuta.
-
Stasera – rispose lei mentre poggiava il libro sul
tavolino davanti a lei.
Bevvero
in silenzio assaporando molto lentamente il succo d’arancia.
Luca
posò il bicchiere e lo stesso fece Angelica.
-
Mi mancherai – disse lei
Si
abbracciarono quasi ad unire anche le loro anime. Angelica fece un
grande sforzo per lasciare Luca. Prese la borsa si avvicinò
alla porta :- Non ti preoccupare, ti scriverò ogni giorno
un’ e-mail. –
Così
dicendo uscì e chiuse la porta dietro di sé,
lasciando Luca solo con il libro fra le mani…..
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Capitolo 4 *** Jodhpur ***
Angelica
era sull’aereo pronta per questo lungo viaggio, pronta a
dimenticare tutto, pronta ritrovare la persona che non era
più da tempo, pronta ad amare di nuovo …..
Si
era messa seduta vicino al finestrino per vedere allontanarsi piano
piano la vecchia Angelica, seduta sul divano di casa a guardare la
tv….sola, sola con i suoi rimorsi, con le sue
preoccupazioni,con il suo segreto….Un’Angelica
malinconica, forse anche troppo, piena di energia ma che in pochi
capivano, amata dagli altri ma non da se stessa….
Quest’Angelica non sarebbe tornata mai più.
L’aereo
era partito e per lei era iniziata una nuova vita.
Non
sapeva cosa avrebbe fatto una volta arrivata ma visto che il
viaggio era lungo qualcosa le sarebbe venuto in mente.
Angelica prese il suo quaderno e cominciò a
scrivere una lettera che avrebbe letto solo quando
sarebbe tornata a casa. Diciamo una specie di lista di raccomandazioni
che la vecchia Angelica faceva alla nuova.
“
Cara Angelica,
è
strano scriverti, ma lo devo fare perché non voglio che tu
faccia i miei stessi errori.
Spero
che il tempo passato in India sia servito e che queste nuove
esperienze ti abbiano resa più sicura di te. Sono
sull’aereo che è partito da circa venti
minuti e non so ancora cosa farò. Sono
convinta di riuscire a cambiare, anche se sarà difficile in
certi momenti senza Luca. Quanto mi manca……..
L’ho
visto oggi pomeriggio e non riuscivo a
lasciarlo……appena torni vai da lui e abbraccialo
forte forte e digli che gli sei mancato….vedrai come si
commuoverà…..ma basta parlare di Luca,
altrimenti prendo un paracadute mi butto e torno da lui. La cosa
più importante è che tu riesca a perdonare
Stefano, perché solo così potrai tornare ad
essere quella che eri un tempo. Te le ricordi quelle mattine?
Ti svegliavi avvolta dalle lenzuola e ti divertivi a vederlo
armeggiare in cucina mentre ti preparava la colazione. Eri
così innamorata e anche lui lo era. Ti piaceva stare con lui
per le cose più semplici come vedere insieme un film sul
divano….ti addormentavi sempre sulla sua spalla e lui alla
fine del film ti svegliava canticchiando nel tuo orecchio dolci
parole….purtroppo è finita senza che tu te ne
accorgessi. Magari ora che sei cambiata sarai di nuovo pronta ad amare
e chissà magari proprio lui. Ma ti prego credi in
te e non pensare mai ai giudizi degli altri quando prendi una
decisione. Parla dei tuoi segreti a chi vuoi bene, perché
portarseli dentro fa solo male….e io ne so
qualcosa. Se per inseguire te stessa dovrai lasciare il palcoscenico,
io sarò con te…anche se so che non
accadrà mai…la musica è la tua, la
mia, vita….senza di lei ti senti vuota, inutile
perché è la sola cosa che sai fare bene. Vivi
Angelica, vivi giorno per giorno questo tuo viaggio senza
paura…..
Angelica”
All’aeroporto
c’era una macchina che l’aspettava.
L’autista aveva un volto simpatico, sembrava che fingesse di
essere un duro ma non lo era affatto. Angelica gli chiese informazioni
sulla città che l’avrebbe ospitata per i prossimi
giorni.
-Jodhpur?
Ah è una fantastica città! Lo sa che
lì le case sono tutte azzurre? Eh si, è proprio
un bello spettacolo. Vedrà ne rimarrà a bocca
aperta. – disse l’uomo mentre era intento a
sistemare le valigie nell’automobile.
-Azzurre,
perché? – chiese Angelica incuriosita. Aveva fatto
la stessa domanda alla signorina dell’agenzia di viaggio, che
però non aveva saputo rispondere.
Nel
1460, più o meno, Rao Jodha, sovrano del Marwar, decise di
costruire una fortezza in quei luoghi dove oggi sorge Jodhpur. Ma a
quel tempora quelle parti viveva un eremita che maledì la
futura città condannandola alla siccità. Rao
Jodha fece popolare Jodhpur con gente della casta più alta:
i bramani il cui colore simbolico è proprio il
blu. E poi queste mura richiamano il colore dell’ acqua, per
non parlare del fatto che non attraggono mosche e zanzare!- disse
entusiasta sorridendo tornando subito però al suo viso da
duro. Angelica soddisfatta della risposta rimase un po’ in
silenzio a pensare. Sola in una città di cui aveva appena
scoperto le origini, cosa avrebbe fatto? Aveva con sé il
computer portatile per scrivere a Luca, ma di certo non poteva stare
attaccata a quello. Magari avrebbe stretto amicizia con qualcuno del
posto e conoscendo la sua cultura e quella della città
sarebbe veramente cambiata.
Era
la sua speranza.
Aveva
ragione l’autista: Jodhpur era davvero fantastica.
Le
case erano veramente tutte blu, e i vestiti delle abitanti della
città erano molto belli: tutti colorati e con ricami dorati
che li rendevano abiti da principesse.
Dalla
finestra della sua stanza d’albergo la vista era
indescrivibile. Il blu delle case si mischiava con quello del cielo.
Angelica
accese il computer e scrisse un e-mail a Luca.
“
Ciao!!!!!!!!!!!!! Amore mio! Mi manchi tanto tanto tanto tanto tanto
tanto tanto……..
sono
appena arrivata. Jodhpur è bellissima appena posso ti
manderò una sua foto. Magari la prossima volta ci torniamo
insieme, che ne dici?
Sono
stanca ma volevo scriverti perché lo so che poi ti
preoccupi…..
Non
so per quanto tempo resterò qui, forse un mese, ma in
qualsiasi caso ti prometto che ti scriverò ogni giorno.
Anche perché non so come trascorrerò le mie
giornate. Ti prego , se senti Stefano non dirgli dove sono.
Digli che volevo stare un po’ sola..e se proprio devi dagli
il mio indirizzo e-mail.
Magari
qualche volta ti telefonerò per sentirti
ridere…mi piace tanto. Adesso mi vado a sdraiare sul letto.
Aspetto una tua risposta. Baci baci
Angelica”
Dopo
aver disfatto le valigie, prese la foto che portava sempre
con sé e la mise sotto al cuscino, come al solito. Per la
prima volta riusciva ad addormentarsi felice, senza la preoccupazione
che qualcuno la stesse cercando.
La
sera era arrivata: la luna faceva mostra di sé da qualche
ora. Le stelle erano tantissime e con la loro luce rendevano
ancora più suggestiva la vista della città.
Angelica si svegliò perché il computer
la avvertiva con un cinguettio che le era arrivata un’e-mail..
“Angelica,
ho appena letto acceso il computer….sembra che
quest’India faccia proprio bene: erano mesi che non mi
chiamavi AMORE. Se vuoi faccio sempre in tempo a raggiungerti!!!!
Stefano
è venuto a trovarmi poco dopo che sei andata
via….. gli ho dato la tua
e-mail…..scusa…..
Però
secondo me è cambiato veramente e sarebbe una
sciocchezza non riprovarci…eravate perfetti
insieme…. Per qualsiasi cosa conta pure su di me, e appena
puoi telefonami anche io voglio sentire la tua voce…. Sono
passate poche ore e già mi manchi…. Scrivimi.
Ti
voglio bene
Luca
P.S.:le
ragazze indiane sono belle come te? “
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Capitolo 5 *** Savita ***
Erano le nove di sera e Angelica andò al ristorante con il sorriso sulle labbra.
Nella sala stavano mangiando i pochi ospiti dell’albergo, erano circa dieci persone, lei prese un tavolo non molto distante dagli altri occupati. Stava guardando sul menù le specialità indiane quando le si avvicinò una ragazza.
- scusami, è che mangio sempre a questo tavolo….- disse un po’ timidamente. Era una ragazza di origini indiane, ma dall’abbigliamento si capiva che non era del posto.
- Non ti preoccupare. Se ti va possiamo mangiare insieme. – la ragazza si accomodò- piacere io sono Angelica. Tu?-
- Io mi chiamo Savita. È un onore conoscerti!- disse un po’ emozionata
- Beh se sai chi sono non devi essere di Jodhpur….giusto?-
- Si, infatti. Vengo da Londra. La mia famiglia abita qui, così quando posso li vengo a trovare. –
- Che fai a Londra?-
- Giornalista di un quotidiano, ma sono anche una critica musicale. Qualche settimana fa ho scritto un pezzo sulla fine del tuo tour. Quando si parla di te i giornali vanno a ruba!!-
- Esagerata…..senti mi sai consigliare qualcosa di buono da mangiare qui?- e passò il menù a Savita
- Mmmh….. questo è molto buono- Angelica si fidò e lo ordinò subito.
La serata passò piacevolmente, lei e Savita avevano tante cose in comune. Scoprirono di avere gli stessi gusti musicali, che adoravano gli stessi film e che amavano cucinare.
Savita portò Angelica in giro per la città. Salirono sulla terrazza di una casa e guardando le stelle continuarono a parlare.
- Sai, sono venuta qui perché volevo ritrovare l’Angelica che ero una volta, prima che….- e si fermò continuando a guardare la luna
- Prima che?-
- Vedi, è proprio questo il mio problema non riesco a parlarne con nessuno, nemmeno con il mio migliore amico. A volte penso che questo segreto lo porterò sempre con me…-
- Magari questo posto ti servirà sul serio….e io ti aiuterò….i segreti sono fardelli troppo grandi da portare da soli…- disse Savita rialzandosi.
- È ora di andare a dormire…domani ti farò conoscere l’India e i suoi misteri….-
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Capitolo 6 *** Ricordi ***
Erano passate due settimane da quella sera e Angelica sentiva che qualcosa cambiava sul serio. Non era più triste e si era quasi decisa a parlare del suo segreto con Luca e Savita…. Ma sapeva che era più giusto dirlo prima a Stefano.
Ora non lo odiava e riusciva quasi a vedere una vita di nuovo insieme a lui….doveva solo aspettare una sua e-mail, perché lei non sapeva come contattarlo.
Savita la portava ogni giorno in un posto diverso della città. Le faceva conoscere le tradizioni indiane parlando con la gente del posto.
Ormai erano diventate grandi amiche e Luca nelle sue e-mail spesso diceva di essere geloso.
Una volta Angelica aveva quasi deciso di tornare in Italia, ma poi ci aveva ripensato: voleva passare ancora un po’ di tempo in quella città che le aveva ispirato tante nuove canzoni.
Erano così tante che aveva finito il suo prezioso quadernino: ora scriveva su qualsiasi pezzo di carta che le capitava tra le mani.
La pazienza era giunta al termine: doveva parlare con Stefano.
Ripensando all’ultima volta che l’aveva visto non riusciva a capire perché l’avesse mandato via: era tornato da lei, le aveva chiesto scusa e lei lo aveva lasciato andare senza dire una parola. Ma da quando aveva conosciuto Savita non riusciva più ad odiarlo, a volte non si ricordava neanche perché lo aveva lasciato….lo amava..di nuovo…
Le sue ultime canzoni parlavano tutte di questo amore rinato all’improvviso, della passione che c’era stata e di come si erano conosciuti.
……
Angelica aveva appena esordito nel mondo della musica con un cd di 12 canzoni che erano diventate la colonna sonora della vita di molti giovani. Stefano era un ragazzo viziato di buona famiglia che faceva del suo handicap agli occhi la sua arma di seduzione. Lei :dolce, paziente, romantica, con un grande senso dell’umorismo, piena di energie e di idee, amava la vita e viveva giorno per giorno con grande passione. Lui: bello, affascinante, sensibile (anche se non lo dava a vedere), arrogante, superbo e pieno di sé, credeva che nel mondo fossero tutti ai suoi piedi.
Due persone completamente diverse, ma che il destino fece incontrare…
Angelica stava prendendo una cioccolata calda in un bar vicino agli studi di registrazione,quando dalla porta entrò; insieme al freddo di gennaio; Stefano.
Prese posto vicino a lei e chiese un caffè. Angelica scriveva sul suo quadernino quando lui per sbaglio le versa il caffè addosso.
- Ma che fai? Stai più attento !- disse lei, che in quel periodo era molto nervosa perché aveva litigato con Luca
- Scusa…mi dispiace tanto. Ma a volte sono un po’ imbranato- disse lui in tono sinceramente dispiaciuto.
Fu in quel momento ,guardandolo mentre cercava a tastoni un tovagliolo sul bancone, che Angelica capì che Stefano era cieco.
- oddio, scusa non mi ero accorta.che…..non preoccuparti-
- Io la tua voce l’ho già sentita. Chi sei?-
- Piacere io sono Angelica, e tu come ti chiami?-
- Ah….Angelica la cantante…..io sono Stefano. ti posso offrire qualcosa per scusarmi?-
- No, ho appena preso una cioccolata, ma se vuoi ti faccio compagnia mentre prendi un caffè, visto che non ne hai bevuto granché prima….è tutto sulla mia maglietta- Angelica non sapeva perché, ma voleva rimanere in compagnia di quel ragazzo che la “guardava” con un grande sorriso sulle labbra.
Passarono tutto il pomeriggio a parlare e alla fine Stefano la convinse a fare pace con Luca.
Uscirono insieme ogni sera e ogni volta che Angelica tornava a casa pensava solo a lui. Il suo secondo cd fu un successo in tutto il mondo. Quelle canzoni parlavano di Stefano ma lui non sene accorse mai.
Si erano innamorati ma non avevano il coraggio di confessarlo.
Il primo bacio venne dopo un anno che si conoscevano, proprio lo stesso giorno del caffè al bar. Festeggiavano l’anniversario della loro amicizia e ricordando quei momenti finalmente Angelica rivelò a Stefano che tutte le sue canzoni erano dedicate a lui. Ci fu una pausa che a lei parve eterna, poi lui sorrise le accarezzò la guancia e la baciò.
Da quel giorno diventarono inseparabili e Stefano sembrava veramente cambiato: non era più il ragazzo arrogante di una volta. Ci teneva davvero ad Angelica e ogni tanto si stava malissimo perché sapeva che non l’avrebbe mai vista.
Era sicuro che fosse bella, tutti gliela invidiavano, ma voleva vederla la mattina appena sveglia, mentre gli diceva :-Ti amo!-. voleva vederla quando la sera si addormentava sulla sua spalla e quando seduta al pianoforte scriveva le sue canzoni. Non sarebbe mai successo….
Il successo di Angelica cresceva di giorno in giorno tanto che Luca era riuscito ad organizzarle un tour in America. Stefano partì con lei, ma dopo due settimane tornò in Italia perché Angelica era così presa dalla musica che a volte si dimenticava di lui.
Il tour durò tre mesi. Tre mesi di soddisfazioni, di fatica, di canzoni urlate squarciagola dai fan, di notti passate in pullman, di sacrifici…
Ma finalmente era finito e Angelica tornava da Stefano con una grande sorpresa per lui.
Il viaggio in aereo era stato lungo ma lei aveva così tanta voglia di riabbracciarlo che non sentiva nessun sintomo di stanchezza.
Prese un taxi e arrivata davanti casa aprì piano il portone, per non farsi sentire, salì gli scalini due a due. Arrivata davanti alla porta riprese fiato si sistemò la giacca e suonò il campanello come lo suonava sempre Stefano. La porta si aprì……
…… |
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Capitolo 7 *** Finalmente lui ***
Angelica
era sul letto della stanza d’albergo che parlava con Savita
quando il computer con il solito cinguettio la avvertì che
era arrivata un’e-mail.
Emozionata
prese il portatile e vide chi era il mittente: Stefano.
Savita
stava per uscire dalla stanza quando Angelica le supplicò di
rimanere.
Insieme
sul letto pronte a leggere. Con un doppio click la vecchia Angelica se
ne andò per sempre.
“Angelica,
lo
so che forse sei ancora arrabbiata con me per l’ultima volta
che ci siamo visti.
Ti
chiedo scusa se in questa lettera ci sarà qualche errore, ma
non uso molto spesso il computer per ovvi motivi.
Ma
visto che questo è l’unico modo per
“parlare” con te……
Non
so tu dove sia, ma mi manchi…tanto. L’altra sera,
al tuo ultimo concerto, ero tra il pubblico e avevo una voglia matta di
salire sul palco e abbracciarti forte. Ero venuto solo per sentirti
cantare…ma non ho saputo resistere: volevo parlarti, dovevo
spiegarti…
Ma
quando ti ho sentita entrare nel camerino ho capito che eri
stanca di inutili scuse.
Non
ci riesco, ho provato in tutti i modi, ma non ci riesco.la vita senza
di te è ancora più buia di quanto lo è
già. All’inizio pensavo di essere cambiato,pensavo
che tu fossi riuscita a cancellare il mio caratteraccio che vuole tutto
per sé….ma quando è passato
in primo piano il tuo lavoro, sono tornato quello di una
volta. Ti ho fatto male, me ne rendo conto solo ora. E solo ora ho
capito che per te il tuo lavoro non è mai stato
più importante del nostro amore…
Ggfeygrtwuiyrljbm
bpoàsfoàst
Scusami….
Cesare è qui vicino a me. Dev’essere passato sulla
tastiera…..
Ti
saluta….manchi anche a lui.
Angelica
potrei scriverti per intere ore ma ti conosco troppo bene. A te chi
parla tanto non è mai piaciuto…
Ti
ho scritto per chiederti scusa e per dirti che io sono qui che ti
aspetto.
Non
ti chiedo di tornare insieme a me, a me basta anche
l’amicizia che c’era quando ci siamo conosciuti.
Ho
bisogno di te.
Aspetto
una tua risposta.
Magari
se mi chiami è meglio…non ho nessuno che mi possa
leggere le tue parole.
Scusa
dal più profondo del mio cuore.
Stefano”
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Capitolo 8 *** Mare lasciami andare ***
Angelica piangeva, era
la prima volta da quando era a Jodhpur.
Savita non sapeva cosa dire, così per sdrammatizzare chiese:
- Chi è Cesare?-
La sua amica rise tra
le lacrime:- è il gatto di Stefano….quando
stavamo insieme dormiva sempre con noi, saliva sul pianoforte mentre
suonavo e
sulla tastiera mentre scrivevo…..si faceva volere
bene…
Savita, che devo fare?-
Angelica era sul letto
e non sapeva cosa fare, la cosa più logica
sarebbe stata tornare a casa….non se la sentiva.
Savita prese un
fazzoletto e le asciugò il viso:- io non so cosa ti
abbia fatto questo ragazzo, ma mi sembra sinceramente pentito. La
decisione spetta
a te, io non posso aiutarti. Se è lui quello che vorresti
sempre vicino a te,
se è lui quello che vorresti vedere impaziente davanti
all’altare, se è lui
quello che ti bacerà sulla fronte mentre allatti il tuo
primo figlio, se è lui
quella parte di te che manca….allora torna a casa. Pensaci
Angelica. Non c’è
miglior posto per farlo. - così dicendo uscì
dalla stanza.
Buio. Angelica era in
silenzio davanti al computer…aveva riletto le
parole di Stefano almeno trenta volte.
Voleva scrivere a
Luca, a sapeva che non le sarebbe bastato. Aveva
ragione Savita: doveva decidere da sola.
Prese il suo vecchio
quaderno e tornò alla pagina che aveva scritto
dopo essere scappata da Stefano:
“ Mare
lasciami andare
lasciami piangere
è inutile
che mi accarezzi
col tuo dolce vento.
Sono seduta a riva e
delle onde che mi bagnano
Non mi importa.
Lasciami mare
Lasciami
andare….”
Aveva paura che
potesse accadere di nuovo, ma la nuova
Angelica tornò
ancora un po’ indietro
con le pagine fino la giorno del loro primo bacio:
“Il sole sul
viso non mi fa
vedere niente.
Sento
l’acqua scorrere sotto le mie mani
E il vento mi
scompiglia i capelli.
Sembrerà
strano ma basta
così poco
Per rendermi felice.
Non ho bisogno di
ricchezze
Né di
gloria.
Mi basta essere vicino
a te
E godere di ogni
piccolo istante insieme,
di ogni parola, di
ogni carezza.
Sono qui a occhi
chiusi che stringo forte la tua mano
E mi sembra di essere
una regina nel suo castello.
Sono qui con te a
occhi chiusi
E il mondo
fuori.”
Questa era
l’Angelica felice, dolce, spensierata….la vera
Angelica.
Doveva pensarci anche se
il suo cuore era già sull’aereo di ritorno
a casa.
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Capitolo 9 *** Addio ***
I
giorni che seguirono lei e Savita passarono la maggior parte del
tempo a parlare delle loro vite.
Angelica
scoprì che la sua amica aveva un marito e una figlia che la aspettavano a
Londra.
- Non
ti mancano? Perché non torni da loro?-
- Adesso sei tu che hai
bisogno di me. Quando tu tornerai a casa lo farò anche io-
Aveva
trovato un’amica speciale. Ma mai quanto Luca, che ormai non
sentiva da settimane.
Decise
di chiamarlo: era la prima volta da quando era partita.
-Pronto-
-Amore!!!-
-Angelica
sei tu?-
- Perché
chi altro è che ti chiama così? Mi devo
ingelosire?-
- Tesoro!
Finalmente, mi stavi facendo impazzire! Allora che mi
racconti?-
- Mi
manchi, ma forse fra qualche giorno torno-
- Meno
male. Mi sto annoiando senza di te-
- Mi
ha scritto Stefano…-
- Si
lo so mi chiama ogni giorno per sapere se mi avessi chiamato-
- È
difficile tornare , Luca. E se poi non è vero che
è cambiato?-
- E
tu sei cambiata? Angelica devi fare come hai sempre fatto: segui
il tuo cuore. Non fallisce un colpo!-
-Si
forse hai ragione. Ti prego vallo a trovare ogni tanto. Ha
l’aria di essere molto solo. -
-Ma
guarda che ci vado ogni giorno a casa sua!! Io e lui siamo
ottimi amici. -
-Sul
serio? Beh sono proprio contenta…..-
-……………-
-Luca?-
-Dimmi
tesoro-
- Tu
mi vuoi bene?-
- Certo
che te ne voglio. Sei la persona + importante per me. Ci
conosciamo da una vita. -
- Si
…ma non mi odi perché ti ho messo da parte per
tutti questi
giorni?-
- No!
Angelica non ti preoccupare! Ti voglio bene amica mia. -
- Anche
io-
- Allora
che devo dire a Stefano?-
- Digli
che ti ho chiamato e
che mi ha fatto piacere ricevere la sua e-mail. E digli che ci sto
pensando….-
- Ok.
Allora ti aspetto-
- Si
non vedo l’ora di riabbracciarti.-
- Angelica
dimenticavo di dirti che hanno telefonato proprio dieci
minuti fa dal centro. -
- Chi
mi ha chiamato? – chiese Angelica come scesa dalle nuvole
- Il
centro psichiatrico, è per tua madre. – Angelica
tardò un po’ a
rispondere
- No
, non ti preoccupare non sono cattive notizie. -
si affrettò a
dire Luca
- Hanno
detto che ieri ti ha cercata. –
- Mi
ha cercata? Me? Si ricorda di me? -
chiese Angelica sbalordita e con un filo di commozione
- Si.
Dicono che sta migliorando. Forse è il caso che tu vada da
lei-
- Certo
che ci vado. Allora tornerò un po’ più
tardi da te-
- Non
ti preoccupare io resto sempre qui. Salutami tua madre. -
- Ok.
Ti voglio bene luca-
- Anche
io . ci sentiamo presto. Ciao!!!-
- Ciao!!-
Angelica
era al settimo cielo. Sua madre, che da ormai undici anni
non ricordava assolutamente niente della sua vita passata,
l’aveva cercata.
Doveva
partire subito. Andò da Savita e le diede la bella notizia.
- Dov’è
ricoverata tua madre? Così vedo qual è il primo
volo che
parte da qui. - chiese
l’amica,
premurosa come al solito.
- E’
a Chicago. -
- Ah
…vicinissima insomma!- disse Savita sorridendo
- Già…ma
forse c’è ancora posto su questo volo delle 16-
indicò lo
schermo del computer
- Si
c’è. Allora prenoto?
- Si-
- …….-
- ……….-
- Fatto-
- Che
ore sono?-
- Le
11-
- Che
facciamo in queste poche ore qui a Jodhpur ancora insieme?-
- Non
ne ho idea. Se vuoi ti aiuto a risistemare le tue cose-
- Grazie,
poi però pranziamo insieme-
Angelica
cominciò a tirare fuori i vestiti dall’armadio e
Savita li
piegava e li metteva in valigia.
Aveva
una nuova amica ma che stava per lasciare. Chissà fra quanto
si sarebbero riviste. Di sicuro voleva andare a Londra per conoscere la
sua
famiglia. Era una ragazza straordinaria in tutti quei giorni a Jodhpur
non si
era mai stancata di ascoltare le preoccupazioni di Angelica.
L’aveva
sempre consolata e si erano divertite tantissimo insieme.
- ti
accompagno all’aeroporto. Ok?- disse Savita che forse stava
pensando alle stesse cose a cui pensava Angelica.
- Va
bene. - si trattenne le lacrime anche se sapeva che tanto poi
avrebbe pianto quando sarebbe stato il momento di salutarsi.
A
pranzo ,sedute al famoso tavolo dove si erano conosciute,
scattarono qualche foto insieme da tenere come ricordo.
Fecero
un’ultima passeggiata per il paese, salirono sulla terrazza
su cui erano state il primo giorno.
Il
panorama era incantevole, Angelica non riusciva ad andarsene e
per tutto il viaggio in taxi non fece altro che guardare fuori dal
finestrino.
Si ricordò di avere fatto lo stesso quando era partita per
andare in India. Non
era ancora tempo di ritornare da Stefano e forse l’avrebbe
aiutata andare da
sua madre. L’aereo stava per partire e Angelica doveva ancora
salutare Savita.
-Vai,
non ti preoccupare ci sentiremo sicuramente. Anche perché
sono proprio curiosa di sapere come finirà tra te e Stefano!-
Angelica sorrise fra le
lacrime e abbracciò la sua amica. Prese la
borsa e si imbarcò.
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Capitolo 10 *** Prendo te ***
Il suo posto era alla fila 16 ma per fortuna non vicino al finestrino. Non voleva guardare allontanarsi la terra che l’aveva cambiata che le aveva donato nuova energia e che le aveva dato un’amica stupenda.
Il viaggio sarebbe stato lunghissimo … ma Angelica non si annoiava mai a viaggiare soprattutto se intorno a lei c’erano dei perfetti sconosciuti.
Si divertiva a studiarli a indovinare a cosa pensassero. A volte erano personaggi total,mente diversi dagli originali … ma questo era il suo mondo. Era un gioco che faceva sempre con suo padre quando erano sull’autobus.
Aveva comprato un nuovo quadernino ma le pagine erano ancora bianche. Si guardò intorno cercando qualche persona interessante. C’era un uomo seduto nella fila di fianco alla sua che guardava fuori dal finestrino. Era bello e Angelica pensò che se non avesse avuto Stefano per la testa con qualche scusa avrebbe cercato di parlare con lui. Alex, così lo chiamò.
“Alex torna a casa, finalmente. E’ contento perché sa che ad aspettarlo a Chicago ‘è la donna della sua vita. In questi giorni gli è mancata tanto anche nei suoi piccoli gesti. Gli piaceva vederla giocherellare con le sue decolté durante alcune feste con gli amici. Accavallava le gambe e poi sfilava il tallone dalla scarpa e con la punta del piede la faceva dondolare. Gli mancava la sua dolce voce che cantava sotto la doccia e i TI AMO che scriveva sullo specchio appannato. Alex aveva intenzione di sposarla e appena tornato a casa l’avrebbe invitata a cena e le avrebbe donato l’anello che ora teneva stretto in tasca.”
Anche Angelica avrebbe voluto sentirselo chiedere da un uomo inginocchiato davanti a lei con un anello in mano. Dopo che se ne era andata da Stefano, Luca glielo aveva chiesto.
Adesso ricordarlo la faceva sorridere.
L’aveva invitata a cena a casa sua e dopo aver mangiato lui le prese la mano si inginocchiò e tirò fuori dalla tasca un anello stupendo.
- lo so che siamo solo amici , ma io non sopporto vederti soffrire e vorrei essere tuo marito per proteggerti da tanto male. Pensaci Angelica … io e te …. Insieme … ok.. allora è arrivato il momento- si vedeva che era in grande imbarazzo- mi vuoi sposare?-
Angelica era stata zitta per tutto il tempo rapita dal grande amore di Luca, si baciarono intensamente, il loro unico bacio, Angelica lo guardò di nuovo e disse:- Sono sicura che una vita insieme sarebbe divertente, senza problemi perché io e te ci capiamo al volo. Ma sarebbe una vita senza passione né vero amore. E io voglio questo e anche tu, lo so. Ti ringrazio e ne sono onorata, ma credo di non essere la donna adatta a te. Serve qualcuno che ricambi la tua generosità e io a volte sento di non riuscirci …. Ti voglio bene, tanto -…..Angelica sorrise tra sé e sé …. Chissà che cosa sarebbe successo se gli avesse detto di si. Il sonno prese il sopravvento. Si svegliò che mancavano due ore all’arrivo.
Aveva tante cose da raccontare a sua madre che non sapeva da dove iniziare.. erano undici anni che non parlava più con lei e di cose ne erano successe tantissime. Era emozionata ma allo stesso tempo aveva paura: in fondo l’ultima volta che la madre non stava ancora male lei era solo una bambina. Cosa avrebbe detto? L’avrebbe riconosciuta? Le voleva ancora bene come una volta?
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Capitolo 11 *** Chicago ***
Era da tanto che non veniva a Chicago. Ma non era cambiata affatto … sempre frenetica, sempre fredda …..ma comunque una bella città. Il bar dove andava spesso era ancora lì e John non aveva ancora aggiustato l’insegna del locale: GOODMORNING CHICAGO lampeggiava sopra l’entrata tranne la prima C di Chicago. Ma ormai era conosciuto da tutti per questo motivo.
Più tardi sarebbe andata a trovare John ma ora correva da sua madre.
Il centro psichiatrico in cui si trovava faceva parte di un grande ospedale. Appena entrata chiese di poter parlare con il dottore che curava sua madre.
- Salve sono il dottor Rock, ma chiamami Shane, preferisco.-
- Salve sono Angelica. Allora mia madre come sta?-
- È impaziente. Non fa che chiedere di te! Ha un po’ di febbre …. ma niente di grave. -
- In che stanza si trova?-
- Vieni ti accompagno. –
Ad ogni passo il cuore batteva sempre più veloce, sembrava che ad ogni battito scoppiasse una bomba dentro di lei.
BOOM …..Shane apre la porta
BOOM …. Per una attimo la luce che viene dalla finestra l’acceca
BOOM …….BOOM BOOM BOOM ….. sul letto c’era una donna alta, mora che inforcati gli occhiali stava facendo un cruciverba.
Angelica si avvicinò piano piano al letto.
Il dottor Rock si schiarì la voce: - Ehm …..Giorgia ci sono visite!-
La madre alzò lo sguardo sorridendo, da quanto tempo non vedeva quel sorriso
- Angelica, tesoro mio! –
- Mamma! – Angelica piangeva. Si abbracciarono, un abbraccio che ricompensava undici anni di solitudine.
- Quanto sei cresciuta! Sei sempre più bella! –
- Davvero non ti ricordi tutte le volte che sono venuta a trovarti? –
- Non proprio. Sono come il ricordo di un sogno. Non sono molto precise le immagini …. Ma basta parlare di me, hai tante cose da raccontarmi, giusto?? Per esempio perché qui ti conoscono tutti? – la madre la guardava incuriosita e le faceva segno di sedersi vicino a lei.
Sua madre era sempre così forte …..anche se stava male o a disagio non lo dava mai a vedere.
Non voleva né la pena né la compassione degli altri e soprattutto di sua figlia.
Era passata una settimana e lei e sua madre passavano le giornate a recuperare il tempo perso anche se Angelica sapeva che sua madre non sarebbe mai tornata come prima …. A volte mentre parlavano sembrava una bambina …. era distratta guardava fuori dalla finestra attratta da cose che agli occhi di Angelica erano invisibili. Quando Giorgia guardava la figlia non sempre riusciva a riconoscerla come sua …..si le assomigliava e l’aveva cresciuta fino all’età di 14 anni …. ma in realtà non la conosceva molto …. l’aveva lasciata che era una ragazzina che si guardava allo specchio e imparava a truccarsi, che seduta sul letto scriveva chissà quali storie fantastiche …. ma ora era una donna, cresciuta da sola ed i suoi veri problemi non li racconta a nessuno. Ogni giorno la viene a trovare per raccontarle tutti gli anni che si è persa, più il racconto procedeva più Giorgia non capiva finché un giorno chiese ad Angelica: - Perché sei qui?-
- Come scusa?-
- Perché te ne stai qui a raccontarmi di te? Dovresti tornare a casa … ormai io sto meglio e tu devi continuare a scrivere le pagine della tua vita.. non perdere tempo proprio ora che sei arrivata a un capitolo importante. Anche se non so cosa ti tormenta tanto so che per te è difficile tornare da lui …. E se capissi che ti farebbe solo male non ti direi di tornare da lui …. ma ogni volta che ne parli ti si illuminano gli occhi e guardi fuori dalla finestra cercando il suo sguardo nel cielo …..devi tornare a casa Angelica …. non puoi più scappare ….-
“Che strano …. non l’avrei detto qualche tempo fa ma mi manca la mia casa..la casa che certe sere odiavo … la casa in cui spesso, sempre, ero sola …. la casa in cui mi ero rifugiata dopo che la porta di casa di Stefano si era aperta ,quella volta che ero tornata da lui con una sorpresa stupenda …. voglio tornare nella mia cucina preparare dolci piatti per Luca … quanto mi manca..chissà che fa senza me che gli rompo le scatole ogni due minuti..poverino …. ok. Ho deciso. Torno a casa, torno da Luca, torno da Stefano …. ma voglio tornare in grande!!! Voglio fargli una sorpresa che non dimenticherà mai …..
Alla radio adesso danno la canzone che gli piace tanto ballare …. Save the last dance …. quant’è bravo questo cantante..un giorno lo voglio conoscere ..chissà magari esce fuori un bel duetto!!!!devo andare a comprare un vestito stupendo anche se Stefano non potrà vederlo …..devo scrivere una canzone fantastica e devo chiamare un paio di amici per organizzare la sorpresa …. questa Angelica mi piace proprio … Bentornata!!!”
Era la prima volta dopo tanto tempo che Angelica era così piena di energie, di creatività, di ottimismo …. la madre l’aveva spronata e finalmente la crisalide si era trasformata in farfalla ….
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Capitolo 12 *** Pamela ***
Stefano era solo a casa con Cesare che ogni tanto si strusciava sulla sua gamba in cerca di qualche carezza. Maria stava facendo le solite pulizie nell’appartamento , anche se c’era ben poco da fare perché Stefano non era un tipo disordinato. Ma a lei piaceva stare lì in compagnia di quel ragazzo che le ricordava tanto i personaggi carismatici e eleganti delle storie di Oscar Wilde.
Ultimamente veniva spesso a trovarlo un suo amico, Luca, passavano le giornate insieme discutendo del più e del meno . A volte passeggiavano nel parco di fronte casa. Si divertivano insieme ricordando i vecchi tempi quando tra di loro c’era una ragazza . “ Che brava ragazza” pensò Maria mentre con una scala si avvicinava alle finestre per pulire le serrande. Le sembrava ieri quando tutti e tre stavano sul divano chiacchierando , scherzando o semplicemente leggendo qualche libro. Luca e Stefano erano rapiti dalla quella presenza femminile, erano leggeri, senza problemi o semplicemente innamorati … anche in modo diverso. Luca amava Angelica ma quasi come una sorella, avrebbe dato la vita per proteggere la semplicità e la spontaneità della sua amica. Stefano era letteralmente rapito … una volta aveva confidato a Maria che avrebbe pagato qualsiasi cifra per vedere anche se per pochi secondi la ragazza che dormiva ogni notte vicino a lui … che cantava dolcemente sotto la doccia … e che lo amava tantissimo.
Sembrava ieri …… invece erano trascorsi quasi tre anni.
Ricorda ancora quella mattina quando arrivata presto a casa di Stefano non trovò Angelica a fare colazione … ma un’altra ragazza. Stava lì sullo sgabello mentre appoggiata al bancone beveva una cioccolata calda. Bionda occhi azzurri , capelli corti e lisci. L’esatto contrario della ragazza a cui Maria si era affezionata.
-Buongiorno!- disse la ragazza con un sorriso
- Buongiorno …..posso sapere chi sei?- Maria cercava di mantenere una certa professionalità. In fondo era solo una donna delle pulizie … non era affar suo con chi passava le giornate il suo datore di lavoro .
- Sono Pamela …..mi dispiace che ci siamo conosciute così … tu devi essere Maria vero?-
- Si … scusa se sono un po’ sconcertata ma fino a poco tempo fa ero abituata a vedere un0’altra persona vicino a Stefano -
- Ah si. Quella famosa … -disse con disprezzo- beh adesso ci sono io … e in fondo Stefano ha fatto bene … quella si stava montando la testa. Ma ora ci sono io a prendermi cura di lui-
Maria sentiva ribollire il sangue dentro di sé …. non l’aveva mai sopportata quella donna..arrogante e viziata. Non si era mai presa cura di Stefano. A volte sbraitava per ore per poter andare al cinema senza ricordarsi mai che a lui non piaceva per niente vedere film ….Angelica non lo portava mai al cinema e se ci andava con Luca poi le raccontava tutto il film in modo da non farlo sentire quasi messo da parte. Pamela non aveva rispetto né per la casa. Né per il padrone e neanche per il povero Cesare.Quello che Maria non sopportava era che Stefano non la cacciava di casa, anzi, sopportava pazientemente fino a quel giorno orribile che Angelica tornò dall’America.
Maria era in casa e quando suonò il campanello stava pulendo i ripiani della libreria proprio di fronte alla porta. Pamela si affrettò ad andare ad aprire sperando che fosse la parrucchiera.
- Ah sei tu …. se cerchi Stefano , lui non vuole parlarti.-
Maria vide il cuore di Angelica spezzarsi in mille frammenti alla vista di Pamela con indosso solo la camicia che lei aveva regalato a Stefano pochi mesi prima. Angelica prese un bel respiro e poi entrò in casa contro la volontà di quella ragazza arrogante. Cercò Stefano in tutte le stanze finché non lo trovò sul terrazzo mentre giocava con Cesare. Lei si avvicinò a lui gli diede un sonoro schiaffo :- Ti odio!!! Mi fai schifo ….- e lo lasciò lì impalato mentre lei era già sulle scale che salutava Maria . Pamela richiuse la porta e mentre masticava una gomma disse:- Ma guarda questa crede di essere a casa sua …. nessuno le ha insegnato il rispetto … sicuramente adesso andrà a piangere davanti a una telecamere. –
Un mese dopo anche Pamela se ne andò di casa, quando scoprì che Stefano l’aveva solo usata per far del male ad Angelica.
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Capitolo 13 *** I love you ***
Luca era appena tornato a casa dopo l’ennesima giornata noiosa. Come tutti i giorni da quando Angelica era partita. Gli mancava ,tanto , forse troppo per essere la sua migliore amica. L’aveva chiamata tantissime volte in questi mesi. L’aveva sentita ridere, piangere; l’aveva sentita entusiasta , malinconica e avrebbe tanto voluto essere lì con lei perché era così felice che fosse tornata Angelica, quella vera.
Allora perché l’altro giorno mentre era al telefono con lei, il cuore di Luca si era spezzato? Il sorriso era scomparso dal suo volto, non vedeva l’ora di riattaccare, invece dall’altra parte del telefono la sua amica aspettava con ansia una sua risposta. Luca era innamorato di Angelica, adesso se ne rendeva conto. Ma adesso lei pensava solo a Stefano e a come stupirlo, faceva progetti in cui Luca era l’amico sempre presente, l’amico su cui poter contare in ogni occasione. Angelica non avrebbe mai detto TI AMO al suo migliore amico, ne era certo. Doveva dimenticare, doveva continuare a starle vicino come aveva sempre fatto. Doveva farlo perché Angelica era felice e non importava se lui non lo era. L’avrebbe aiutata nella sua sorpresa a Stefano. L’avrebbe accompagnata all’altare passo dopo passo, invidiando, e un po’ odiando, l’uomo che aspettava ansioso dall’altra parte della navata. Con questa convinzione uscì per andare a trovare Stefano. Angelica sarebbe arrivata tra poche ore.
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Capitolo 14 *** Per te ***
Non sapeva dove si trovava ma una strana emozione lo pervadeva. Luca era venuto a casa sua e lo aveva portato in macchina. Erano in quel locale, o almeno credeva fosse un locale, da almeno mezz’ora. Luca l’aveva lasciato lì seduto ad un tavolo dicendo che andava a prendere da bere.
Che cosa aveva in mente? Perché erano lì?
Aveva paura; aveva paura che fossero lì per Angelica. Forse Luca doveva dargli una brutta notizia e lo aveva portato fuori perché non sapeva come dirglielo. Forse Angelica aveva dato a Luca l’ingrato compito di leggergli una lettera d’addio. Si era sicuramente così. Angelica non l’avrebbe mai perdonato. Luca non era ancora tornato. Si trovavano in un piano bar, ora lo sapeva. Qualcuno si era seduto davanti agli 88 tasti bianchi e neri e aveva cominciato a suonare una dolce melodia. Una dolce melodia. Era vicino a lui, ne sentiva il profumo, era un uomo. Ma sul palco c’era qualcun altro, aveva un odore familiare, era una presenza amata e desiderata. Non poteva essere lei, si era sicuramente sbagliato. Una voce dolce cominciò a cantare, e Stefano si sentì felice dopo tanto tempo. Era lei, lei che lo perdonava, lei che lo amava, lei che aveva tanto sofferto a causa sua. Lei che era bellissima. Se la immaginava lì sul palco con le lacrime agli occhi, con il suo vestito verde acqua leggero che le scendeva sui fianchi, con le sue belle gambe, scalza, con i capelli lunghi sciolti. Gli occhi grandi e verdi. Così se la immaginava Stefano, e non sapeva che lì sul palco c’era proprio la stessa ragazza.
Sono tornata xkè ho bisogno di te,
xkè le ho provate tutte x dimenticarti...
ma niente è servito...e
sono tornata xkè senza te il vento mi
attraversa come se fossi un fantasma.
Voglio tornare a ridere con te,
a cantarti dolci note nell'orecchio
per svegliarti la mattina.
Mi mancano i tuoi baci,
le tue carezze e il fatto che mi sistemavi le coperte
prima di andare al lavoro la mattina presto.
Vorrei regalarti il mio cuore, il mio sorriso. che ti piace tanto,
ma sento che non è facile tornare come prima....
xkè il nostro amore ci ha allontanati e costretti a vivere come luna e sole.
Ma ho lasciato tutto per te, xkè per essere felice ho bisogno di te:
renderti felice, condividere la gioia, superare i problemi insieme, asciugarti l lacrime se piangi,stringerti forte la mano se hai paura, ed abbracciarti se ne ho io....... Questo è il motivo per cui sono tornata.
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Capitolo 15 *** Stefano ***
Buio. Silenzio. Una lacrima va giù dagli occhi alla bocca di Stefano. Aveva perso la cognizione del tempo, non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito. Quella voce, dolce, tanto desiderata che era stata muta per tanto tempo. Adesso era lì per lui. La sentiva avvicinarsi, si sedeva davanti a lui, gli prendeva la mano.
- Allora ti è piaciuta?- era una voce allegra ma anche piena di ansia.
- E’ la canzone più bella che tu abbia mai scritto … mi hai commosso-
- Ti ringrazio. Ma il merito è tutto di chi mi ha ispirato …”
Angelica si era preparata un discorso, il primo di tutta la sua vita, ma era così agitata che non ricordava che l’inizio: - Stefano io ho deciso … anzi no, mi sono accorta di amarti ancora, ti perdono e ti chiedo scusa per la mia freddezza … Torno da te … se tu vorrai ovviamente-
L’aveva detto tutto d’un fiato. Non c’era tempo per i ripensamenti. Adesso toccava a lui …
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Capitolo 16 *** Amico ***
Luca era seduto al bancone con il suo bicchiere di Coca Cola, felice e distrutto allo stesso tempo. Fremeva dalla voglia di riabbracciarla, dopotutto neanche lui la vedeva da tanto tempo. Prima di salire sul palco Angelica lo aveva guardato e sorridendo le aveva detto “Ti voglio bene”. Si vedeva che era agitata, ma appena aveva cominciato a cantare non c’era ansia nella voce, ma gioia, emozione, amore.
Ora erano lì al tavolo, a parlare, a prendere tempo, a rimandare l’inevitabile. Luca era seduto e aspettava il momento esatto in cui il suo cuore si sarebbe spezzato. Non mancava molto perché Angelica stava piangendo per qualcosa che aveva detto Stefano. Lui le stava accarezzando il viso
… L’inevitabile … il bacio … crack, il cuore di Luca.
“E ora cambiamo notizia. La famosa cantante Angelica è tornata con un nuovo cd. Guardiamo il servizio …”
-Si mamma lo sto vedendo il telegiornale. Grazie . Sono contenta che tu sia orgogliosa di me. Si … ci sentiamo domani. Ti voglio bene.-
Angelica era nel suo studio di registrazione, gustandosi delle calde patatine fritte. La sua vita non poteva andare meglio di così … lei e Stefano erano tornati a vivere insieme. Il cd ancora prima di uscire era già un successo. Savita e la sua famiglia erano stati per un mese ospiti in casa sua. Giorgia migliorava ogni giorno di più, tanto che l’aveva trasferita in una casa di cura in Italia. L’unica nota storta era Luca . Si era offerto di andare a prendere sua madre a Chicago. Ma una volta arrivato in America aveva deciso di rimanere lì. A Giorgia aveva detto che aveva intenzione di farsi una bella vacanza. Angelica e Luca si sentivano ogni giorno. Ma le mancavano gli sguardi complici del suo amico. E ogni volta che lei chiedeva quando sarebbe tornato, lui cambiava discorso, a volte anche in modo goffo e impacciato. Erano due mesi che era partito. Mentre pensava questo ad Angelica squillò il cellulare
- Pronto -
- Ciao bellezza!!-
- Luca! Dove sei di bello oggi?-
- Indovina?-
- Dai … dammi qualche indizio-
- Allora, sono nella mia città preferita. Davanti a me c’è un cancello bianco. Oltre il cancello vedo un bellissimo giardino, come la casa d’altronde . Al secondo piano vedo una stupenda ragazza che parla al telefono … sicuramente parla con qualcuno di speciale perché non fa che sorridere … -
Angelica si affacciò e oltre il cancello vide il suo migliore amico che le sorrideva. Si precipitò giù per le scale, aprì il cancello e si buttò fra le braccia di Luca.
- Mi sei mancato tanto!! Non farmi mai più una cosa del genere, capito?! -
Angelica era contenta di tornare a scherzare con lui.
- Allora come mai sei tornato? L’ America era troppo noiosa? -
- Come perché sono tornato? Non è per caso uscito il tuo nuovo cd? Sono pur sempre il tuo manager … si torna al lavoro. - Luca la guardava e capiva che tutto quel tempo lontano da lei non era servito a nulla. La amava ancora.
- Vieni in casa. Stefano sarà contento del tuo ritorno. -
Luca sapeva che da quando era partito tra lei e Stefano era tornato tutto come ai vecchi tempi: l’idillio perfetto. Aveva provato a fuggire; due mesi lontano da lei non era servito a nulla, anzi, aveva peggiorato la situazione. In quei mesi non c’era stato giorno in cui lui non aveva pensato ad Angelica. Con questi pensieri Luca salutò Stefano come solo un grande amico può fare.
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Capitolo 17 *** La verità ***
“Il sorriso che non passa
Quel sorriso che rallegra le mie giornate.
Gli occhi che capiscono cosa provo con un solo sguardo
Quegli occhi lucidi per le emozioni che scatena una canzone.
Le mani che tengono strette le mie
Quelle mani sempre pronte ad una carezza se ne ho bisogno.
Lui che conosco da una vita
Quel lui per cui sacrificherei la mia.”
Angelica l’aveva scritto di getto, l’aveva iniziata pensando a Stefano, ma ora che rileggeva si rese conto che quel “lui” era Luca.
Da quando era tornato, lei non era più tranquilla; ogni volta che stava con lui le sembrava di tradire Stefano. La lontananza aveva cambiato qualcosa, qualcosa che Angelica non voleva assolutamente accettare. Proprio ora che con Stefano era tutto perfetto, proprio ora che aveva deciso di togliere quella foto da sotto il cuscino e di consegnarla a lui. No … non poteva accettare questo cambiamento. Luca era un amico, niente di più. Prese il foglio su cui aveva appena scritto lo strappò e lo buttò nel secchio sotto la sua scrivania.
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Capitolo 18 *** Pezzi di noi ***
Riunione. Noiosa riunione. Era una di quelle in cui lei era l’argomento principale ma non aveva voce in capitolo. Aveva così tante idee per la promozione del suo nuovo album, ma “ ci sono gli esperti per quello, tu pensa solo a cantare”. E poi c’era quella smorfiosa, che si occupava delle pubblicità, che faceva continuamente gli occhi dolci a Luca. Ma la cosa che innervosiva di più Angelica era che lui sembrava ricambiare. Finita la riunione avevano tutti deciso per lei, e Luca invece di consolarla come al solito era andato con quella Veronica a prendere un caffè.
La cosa che la faceva più arrabbiare era la sua gelosia nei confronti di Luca. Si stava comportando come una bambina capricciosa. Non aveva nessun diritto di farlo, era solo un amico. Dopotutto lui non faceva certo scenate di gelosia quando lei stava con Stefano.
HAI UNA NUOVA E-MAIL
“Ciao bella! Come va? Qui in Inghilterra il tuo cd è già primo in classifica. Joe e Neela non fanno che dirmi :- Mamma metti il cd di Angie? - . Ti adorano. Devo venire a Roma per lavoro fra una settimana. Quindi ci possiamo incontrare … ci dobbiamo incontrare: devo intervistare te!!! Preparati perché non ti risparmierò … la mia rubrica viene prima di tutto. Scherzo ovviamente. Ti faccio sapere a che ora arriverà il mio aereo. Non vedo l’ora.
Un enorme bacio
Savita”
Angelica era entusiasta, finalmente poteva parlare con qualcuno della sua situazione. Savita l’avrebbe capita e aiutata. L’idea di essere intervistata da lei la esaltava. Aveva bisogno della sua amica. Mentre leggeva l’e-mail di Savita nel suo studio, Luca entrò e al suo seguito anche Veronica.
-Angelica ti presento Veronica. Alla riunione ha avuto un sacco di buone idee per la pubblicità del tuo singolo. Vorrebbe cominciare con delle piccole … -
- Guarda che ero presente e al contrario di quello che credi ascoltavo quindi so perfettamente chi è. -
Veronica sorrideva e stringeva sempre di più il braccio di Luca.
- Ora però non ho tempo e visto che a me non spetta il compito di decidere, fate come volete. - .
Luca era perplesso
- Perché fai così? Non starai diventando capricciosa come le altre star?! - il suo tono era ironico e pensava di smorzare la tensione. Ma la sua frase la fece innervosire ancora di più. Prese la borsa da sotto la scrivania urtando il secchio che si rovesciò. E prima di sbattere la porta disse: - La diva se ne va -. BOOM … era esplosa, lei che manteneva sempre il controllo davanti agli estranei era crollata davanti ad una ragazza che continuava a sorridere.
Luca non capiva, davvero. Cosa aveva sbagliato? In fondo si stava solo preoccupando per lei.
Veronica rideva: - Wow! Che caratterino! Certo che le apparenze ingannano sul serio. - . Luca si sentì offeso : - Scusala non è mai così. Davvero mai. E se tu sei così superficiale non puoi lavorare per lei. -
Luca era rimasto da solo nell’ufficio di Angelica per cancellare le tracce dello sfogo dell’amica. Il secchio si era rovesciato; c’erano dei pezzi di carta sotto la scrivania. Alcuni di questi erano strappati e sembravano provenire dallo stesso foglio. La calligrafia era di Angelica, senza dubbio, e sembrava anche la pagina del suo ultimo quadernino dove annotava i suoi pensieri. A Luca sembrò stranissimo, lei non buttava via nulla. Li raccolse tutti e armato di pazienza ricostruì il foglio. Era una poesia per Stefano, anche se c’era qualcosa di strano:
“Gli occhi che capiscono cosa provo con un solo sguardo
Quegli occhi lucidi per le emozioni che scatena una canzone.”
Chissà perché Angelica aveva strappato un pagina così bella … chissà perché quei due versi sembravano appartenergli.
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Capitolo 19 *** Intervista ***
-Allora da dove cominciamo?- Angelica era troppo nervosa ma cercava di non darlo a vedere
- Amica mia così non va. Non ti mangio non ti preoccupare.- Savita era pronta col suo portatile sulle ginocchia e una lista infinita di domande da fare ad un’amica.
- E’ che mi sento strana: non so se è un’intervista o una chiacchierata. Se poi ti dico qualcosa di troppo?-
- Non ti preoccupare se non vuoi non metterò tutto quello che mi racconterai.-
-Allora parti con la prima domanda.-
-Le canzoni di questo nuovo album come sono nate?-
-Le ho scritte tutte quante in viaggio. Sempre in un posto diverso. Sono stata in India e in America e in questi luoghi ho avuto modo di scrivere. Ho incontrato nuove persone che mi hanno ridato la voglia di cantare e di raccontarmi. Ma ho anche ritrovato chi pensavo di aver perso per sempre che mi ha spronata a continuare a sognare a credere in quello che faccio.-
- Che carina che sei.-
Angelica continuò a rispondere senza pensarci troppo e divertendosi. Alla fine era veramente diventata una chiacchierata tra amiche. Ma una domanda la bloccò.
- In una canzone parli di una foto che tieni sempre sotto il cuscino. Chi c’è nella foto?-
Angelica guardava Savita cercando un via di scampo. Ma non ne vedeva da nessuna parte. Era circondata dalle sue bugie quelle che per tanto tempo l’avevano protetta da domande e sguardi indiscreti. Si sentiva soffocare, era ora di abbattere quel muro.
-E’ la foto di una persona che aspettavo con ansia ma che purtroppo non è mai arrivata. La tengo sempre con me ; ce l’ho anche ora , qui, nella mia borsa. E’ un’ecografia.-
Savita piangeva mentre la sua amica le rovesciava addosso quella valanga di parole. Era come aprire un armadio in cui erano state ammassate troppe cose senza criterio. Lei aveva appena trovato la chiave di quell’armadio e lo aveva aperto.
….
Angelica se n’era andata da casa di Stefano distrutta. Aveva una notizia stupenda per lui: aspettava un bambino. Ma quella Pamela aveva rovinato tutto. Si era intromessa fra di loro e Stefano gliel’aveva permesso. Angelica era furiosa e mentre guidava non faceva che guardare l’ecografia sul sedile del passeggero. Si mordeva il labbro inferiore e piangeva … piangeva … piangeva … e poi buio.
Si risvegliò in ospedale mentre un’infermiera le cambiava una flebo. Era confusa, non ricordava.
Un medico le raccontò che era andata a sbattere contro un albero, “colpa della pioggia” disse. Disse anche che avevano tentato in tutti i modi ma che non c’era stato niente da fare per la sua gravidanza. Il medico continuava a parlare per tranquillizzarla dicendole che il suo amico sarebbe tornato a momenti, ma Angelica aveva smesso di ascoltarlo;
Urlava
voleva la sua borsa
Urlava
Piangeva
Strappava la sua borsa dalle mani dell’infermiera
Urlava
Guardava quella foto di quella persona che per due mesi era stata dentro di lei
Piangeva .
…..
Savita ascoltò il racconto e alla fine le sfuggì una domanda :- E a Luca non hai mai detto nulla?-
Angelica scosse la testa: -Quello che ti ho detto scrivilo pure nella tua intervista. Anzi te lo chiedo come favore. Non sarei capace di raccontarlo di nuovo. Lo sono una vigliacca … -
Le lacrime cominciare a scorrere mentre l’amica l’abbracciava forte.
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Capitolo 20 *** Per sempre ***
La storia di Angelica aveva fatto il giro del mondo e arrivò il giorno in cui arrivò anche all’orecchio di Stefano. Era infuriato non riusciva a credere al fatto che lei non gli avesse raccontato una cosa così importante. Era sconcertato perché lo aveva saputo dalla tv invece che da lei. Glielo disse e Angelica ascoltò tutti i suoi insulti senza parlare. Lui gridava e lei preparava le valigie.
-Dove vai?-
- Torno a casa. Mi ero illusa di poter ricominciare con te. -
- No aspetta … non lasciarmi di nuovo. -
- Io non ti ho mai lasciato. Sei sempre stato tu ad allontanarmi. Scusami -
Lo baciò sulla fronte ed uscì da quella casa che aveva voluto tanto sentire come sua, ma non c’era mai riuscita.
Infilò le chiavi nella toppa e si stupì di trovarla aperta. Ancora di più si stupì della tavola apparecchiata , dei rumori in cucina, e di Luca che assaggiava la pasta.
-Scusa se mi sono permesso. Ma avevo la sensazione che saresti venuta qui. E inoltre la nostalgia di queste cene a casa sua non voleva proprio andarsene.-
Era bellissimo, Angelica lo guardava sorridendo.
- Senti mi dispiace per non averti mai detto nulla.-
- Ma io lo sapevo già. Secondo te chi hanno chiamato i medici appena sei arrivata in ospedale? Sul tuo cellulare c’è un solo numero in memoria: il mio. Non te l’ho mai detto perché so quanto deve essere doloroso per te ricordare. E visto che siamo in vena di confessioni, sono stato due mesi in America per cercare di dimenticarti: mi sono accorto di essere innamorato di te … ma non ci sono riuscito … -
- Ti amo-
Stava per dirle lui quelle parole ma Angelica era stata più veloce e adesso lo stava abbracciando e
lo baciava sulle guancia
Sulla fronte
Sul collo
Sugli occhi
Sulla bocca.
Finalmente insieme Angelica e Luca … Luca e Angelica.
E per la prima volta Angelica dimenticò di addormentarsi con la foto sotto il cuscino.
Luce. Aveva aperto le tende e ora tornava nel letto vicino a lui.
- Sei bellissima-
Angelica sorrideva :- Mmm … anche tu sei abbastanza carino-
- Abbastanza carino?!- Luca cominciò a farle il solletico. Lei rideva. Lui rideva.
- Ti amo- stavolta era stato più veloce lui.
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Capitolo 21 *** Luce ***
Teatro. La gente era seduta a propri posti ma nessuno di loro stava fermo. Erano tutti impazienti. Aspettavano tutti lei.
Lei era dietro le quinte con un foglio in mano: questa volta se l’era preparato il discorso da fare allo staff dopo lo spettacolo. 150 parole. Lo mise in tasca e cominciò a concentrarsi. Un ragazzo le se avvicinò con una scatola in mano:- Quel ragazzo laggiù dice che devi indossare questo vestito.- indicava Luca che stava parlando con i tecnici delle luci. La guardò e le sorrise. C’era un biglietto nella scatola.
“Appena l’ho visto ho pensato che era perfetto per te. Anzi che non poteva essere indossato da nessuna se non da te. Così mi avrai vicino anche durante il concerto. Portami con te sul palco.
Luca”
Angelica corse nel camerino ad indossare il vestito.
Quando uscì c’era lo stesso ragazzo di prima che le ricordava che il concerto sarebbe iniziato fra un minuto. Salì sul palco. Il sipario era ancora chiuso.
Il suo pianoforte era lì in penombra. Prese posto. Era agitata come al solito. A quelle emozioni non ci si fa mai l’abitudine.
Si apre il sipario.
Il brusio della gente smette per lasciare posto ad un applauso.
Le dita che cominciano a scivolare su quegli amati 88 tasti.
La voce che canta .. Che incanta.
Luce
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