Then he's a fool, you're just as well

di The_Lazy_Fangirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cooking is an art ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO.
 
“È l'idea più idiota che abbia mai sentito.”

“È l'unica soluzione che abbiamo.”

“Stronzate”

Si lasciò ricadere rumorosamente sulla morbida sedia di pelle, il volto contratto in un'espressione d'esasperazione.
Fissò determinato l'uomo di fronte a se: il volto dell'altro non lasciava trasparire nessuna esitazione. Era dunque così che doveva andare?
Poggiò le mani sul duro metallo della scrivania, alzandosi in piedi.

“È una follia, lo sai bene.”

“Funzionerà”

“Lo spero davvero.”

Lascio che le dita della mano scivolassero lungo il freddo metallo del mobile, osservandone il movimento, riflettendo. Era una decisione importante, una decisione che spettava a lui, e che sapeva, oh, certo, sapeva benissimo che se ne sarebbe pentito in futuro.
Alzò lo sguardo, sbuffando impercettibilmente.

“Se qualcosa dovesse andare storto, la responsabilità sarà solo sua Coulson.”

“Ne prenderò atto signore.”

L'agente annuì e raccolse i suoi file uscendo fuori dall'ufficio.
Ma non fu abbastanza veloce, Fury riuscì a notare il lieve movimento delle sue labbra. Coulson aveva sorriso, il bastardo.
Era riuscito a metterlo con le spalle al muro e ad averla vinta.
Si appoggiò alla scrivania, tamburellando nervosamente le dita sulla superficie.

“Gli Avengers...
Cosa diamine ho fatto per meritarmi tutto questo?”


----

“Stark!”

“Capitano.”

La tensione nell’aria era palpabile, nonostante la stanchezza per la battaglia appena combattuta. I due leader, come aveva stabilito Fury,perché sì, non doveva essere l’unico a soffrire trovandosi a fare da balia ad un branco di “supereroi”, anche Stark doveva essere trascinato con lui nel baratro, visto che Coulson era impossibile da indispettire, di nuovo, il bastardo, erano in piedi, l’uno di fronte all’altro, respirando affannosamente dopo gli innumerevoli sforzi nel combattere un gigantesco mostro-idra.
Grazie mille, Bifrost, grazie mille, Thor.
Steve strinse istintivamente la mascella, il suono dei denti che stridevano l’uno contro l’altro era udibile anche a distanza, gonfiò il petto, piantando i piedi a terra,imponendo la sua presenza, da bravo maschio Alpha quale era e cercando di non ringhiare contro il miliardario che aveva di fronte, ma trovando la cosa più difficile del previsto a quanto pare.
Tony d’altro canto non si era mosso di un millimetro, occhi fissati nelle pupille dell’altro, l’atteggiamento dominante del biondo non sortiva nessun effetto su di lui, anche se il resto del team, aveva fatto qualche passo indietro, vedendo la minacciosa postura del soldato.

“Stark-…”

“Tony.”

“Ironman.”

“Non era quello che aveva chiesto, ma va bene comunque-“

“Cosa diamine pensavi di fare nel campo di battaglia?
Non hai sentito i miei ordini?  Come leader della squadra dobbiamo dare il buon esempio, non gettarci in situazioni assurde e pericolose senza un piano!”

E oh, se era furioso, la foga del momento, l’aveva spinto sempre più verso il moro, respiro corto e pugni serrati.

“Potevi farti ammazzare.”

“Ma, non è andata così!
Ascolta…”

Si guardò intorno, in cerca di supporto: Clint era sparito, dannato, Natasha si era seduta comodamente osservando lo spettacolo, impassibile, Banner si era alzato dalla sua postazione mormorando che questa situazione non faceva altro che peggiorare il suo stress, e nessuno osava obiettarlo, ora come ora,un Hulk avrebbe di sicuro reso la situazione ancora più distruttiva. Thor era lì che li guardava, occhi da cane bastonato, come se fosse sua la colpa di tutto ciò, forse lo era ragazzone, ma solo perché per venire a trovare la tua bella Jane devi per forza trascinare con te mostri a più teste.
Tony roteò gli occhi, niente appoggio esterno, bene, cercò di mettere spazio fra lui e il soldato, ma più si allontanava più l’altro si avvicinava, intrappolandolo fra lui e la parete.

“…siamo leader io e te.
Ciò significa che anche IO lo sono, ho i tuoi stessi diritti, vero grande Alpha?
Sapevo quello che stavo facendo, entrare nella bocca di quel mostro non è stata una delle mie idee migliori.”

Vide Natasha roteare impercettibilmente gli occhi, sospirando, certo lei aveva visto di peggio, il suo peggio, in sua difesa però poteva dire di essere stato ubriaco,nella maggior parte delle sue “idee geniali”.

“Ma ha funzionato!
Ora io, te, gli Avengers, siamo tutti qui, vivi, un grazie sarebbe gradito.”
 
“Non se il costo delle nostre vite vale la tua Stark, non a questo prezzo.
Non se si poteva fare altrimenti, risolvendo la faccenda.
Ma no, perché il grande idiota deve immolarsi per la causa e non ascoltare direttamente gli ordini!”

“Idiota? Baci tua madre con quella bocca Rogers? Non credevo che negli anni 40 si usasse un simile ling-!”

Un braccio gli cinse il collo, trascinandolo verso una superficie di marmo, ehilà pettorali asgardiani, e si ritrovò incastrato nell’abbraccio soffocante del dio, guardando ancora con aria di sfida la faccia del capitano spalmata anch’essa sul pettorale metallizzato dell’armatura di fronte alla sua.

“FRATELLI! Oggi si è svolta una grande battaglia!
Nei nove regni grideranno il nostro nome, e ci saranno festeggiamenti per tutto il reame cantando le nostre nobili gesta!
Quindi festeggiamo la nostra vittoria!”

Tony stava soffocando, oramai stritolato dall’abbraccio di quell’orso biondo, i piedi che penzolavano da terra, mentre il soldato sembrava del tutto immune alla forza gigantesca del nordico.
Con uno sforzo disumano riuscì a picchiare il braccio dell’altro, cercando di fargli allentare la presa. Osservò il capitano, stava sorridendo! Così cercò di allungare la gambe per assestargli qualche calcio su quel suo volto perfettino, ma il risultato fu una stretta più decisa e un allontanamento dal suo bersaglio per opera di Thor.

“In nome di Odino, vi odino di festeggiare!
Che mi sia portato alcool e birra!”

Allargò le braccia per enfatizzare la sua proposta,liberandoli dalla presa mortale(per Tony a quanto pare, perché per Steve pareva un semplice abbraccio di routine) sorridendo ad entrambi, che, per ora, rilassandosi nel vedere il sorriso a 32 denti del dio, avevano messo da parte i loro battibecchi, sorridendo anche loro di rimando.
Tony si massaggiò il collo, cercando di regolarizzare il respiro, dando una pacca amichevole sulla spalla del nordico.

“Ecco perché sei il mio preferito Thor.”

Tony guardò Steve, facendogli segno di vittoria e lo sguardo in cagnesco che gli lanciò il soldato fu oro puro per il genio.

“Non finisce qui Stark.”

Il moro si girò, lasciando proseguire Thor da solo, mentre gridava ”BIRRA! BIRRA!”  spaventando dei poveri agenti Shield di passaggio.
Guardò con aria di sfida il soldato, sorridendo sornione.

“Oh, non vedo l’ora,”

 

NOTE DELL'AUTRICE:
Sì, è davvero molto corto come prologo, ma prometto di iniziare a sviluppare meglio la storia nel prossimo primo e vero e proprio capitolo!
Sarei felicissima di ricevere commenti o proposte, addirittura richieste su come vorreste fosse articolata la storia, insomma, accetto qualsiasi proposta pur di scrivere demenze su questa banda di pazzi~
Detto questo, grazie mille per la pazienza e per aver letto questo piccolo prologo! <3

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Capitolo 2
*** Cooking is an art ***


1- COOKING IS AN ART.



Okay.
Okay.
Ora avrebbe preso un bel respiro, e si sarebbe calmato.
1, 2, 3. Dentro e fuori, dentro e fuori.
Chiuse gli occhi istintivamente, e  quando li riaprì, tutto era ancora lì, non era cambiato nulla.
Odiava ammetterlo, ma non sempre le sue idee funzionano, non se coinvolgono in esse un arciere con la fissazione per i dolci e un dio norreno.
Poi tutto questo era successo per via della SCIENZA!
Sì, avrebbe detto così a Steve, se Steve riuscirà a trovarlo per cercare informazioni, o per avere la sua testa su di un palo,perché ora l’istinto di scappare via era forte, molto forte.

“Tony, credo di dovermi fare una doccia, io mi taglio fuori da qui.”

Il moro si girò, alzando un sopraciglio, fulminandolo con lo sguardo.

“Tu non vai da nessuna parte Barton.
Tu rimani qui, buono buono, e ti assumi tutte le tue responsabilità. Che, volendo essere precisi, sono il 98% di quello che è successo.
Come giustifichi il tuo 98% di coinvolgimento in tutto questo? Eh?”

L’arciere fece una smorfia, passandosi una mano fra i capelli e ritrovandoseli ricoperti di viscidume rosa.
La sua faccia inorridita era gratificante in quel momento.

“Urgh. Non ho mai trovato così attraenti le docce decontaminanti dello SHIELD.
Davvero, cosa diavolo è questa roba?”

“PANCAKES!”

Il dio tuonò alle loro spalle riuscendo a far sobbalzare entrambi i comuni mortali, sorridendo felice e soprattutto soddisfatto, soddisfatto del massacro culinario che aveva combinato.
Il biondo si leccò via una porzione del liquido colorato sul suo polso, e dallo sguardo, il liquido rosato gli piaceva davvero.
Gusti strani, lì su Asgard, ricordiamo Loki, madre di un cavallo a otto zampe, e ringraziamo di nuovo Asgard per gli incubi notturni che ci regala.
Ora, a guardarlo bene,Thor non sembrava affatto una divinità in quel momento, non con quel grembiule con su scritto “Kiss the cook” in cima a caratteri fluorescenti e stranamente disturbanti. Una casalinga piena di steroidi, ecco cos’era.


“Fratelli, non so come funzionino le vostre cucine qui su Midgard, ma voglio farne altri!”

Tony sospirò passandosi una mano sul volto e piombando sulla sedia più vicino a lui, coperta di melma rosa,ovviamente, o, quello che tristemente, rimaneva di un tentativo di cucinare pancakes da parte di Thor.
Dovevano negare la televisione al dio norreno fin dal primo giorno, doveva dire a Jarvis di bloccare tutti i canali che trasmettevano programmi culinari e denunciarli tutti, uno a uno. Niente più Masterchef, basta, o la sua adorata torre sarebbe esplosa…di nuovo.
Sentì i passi pesanti del dio percorrere la cucina in lungo e in largo a grandi falcate, il rumore di piatti infranti per terra lo fece sussultare.

“Senti, Barton, ripetimi un’altra volta la tua teoria in base alla quale e cito testualmente: “Thor! Ascolta, il tuo martello produce energia, elettricità, fuoco! Se schiacci l’impasto con Mjolnir avremmo frittelle perfette e soprattutto cotte! Un genio come te non ci aveva pensato Stark?”.
Dimmi, in quale fottutissima parte del tuo cervello ti è sembrata un’idea geniale? Oh, aspetta, tu non hai un cervello.
Errore mio.”

“Ehy, sei voluto rimanere anche tu a guardare.
Non dire che l’idea piaceva anche a te, almeno in quel momento.”

“Sì, devo dire che prima che Thor colpisse con la carica di circa 10.000 volt il piano cottura facendo esplodere mezza cucina, sì, l’idea mi…intrigava.”

“L’avevo detto io! Mi devi cento dollari.”

“Non ti devo proprio niente razza di pen- Oh. Oh!”

“Che c’è, perché quella faccia?”

“Scappiamo, Thor sopravviverà, in qualche modo.”

“Non capisc-…!”

L’arciere si girò e lo vide. Lì, sull’uscio della porta, un supersoldato che li fulminava con lo sguardo. L’istinto omicida del biondo aumentò notevolmente quando una manciata di impasto gli colò direttamente sui capelli dal soffitto, perché sì, Thor aveva sparso quella brodaglia ovunque.

“IH! Volo via!”

Tony, che per istinto di sopravvivenza si era già alzato e stava già scappando verso la prima uscita, porta, o finestra, fu scaraventato di lato da un Clint in fuga.
Dannato.
Gli avrebbe modificato le frecce, rendendole auto-esplosive, così sarebbe sparito dalla circolazione una volta tanto!

“BARTON! SEI UN UOMO MORTO!”

Non fece in tempo a riprendere l’equilibrio che correndo trovò una certa resistenza.
Non riusciva ad avanzare di un passo, eppure si stava impegnando!
Si girò di lato e vide l’oscura figura che lo stava trattenendo, Steve, in modalità assassino. Aveva quell’espressione che superava di gran lunga l’espressione da: ‘spero vivamente che quello che stai usando come tovagliolo non sia la bandiera americana figliolo’, il che significava che Tony era nei guai.

“Stark, dove credi di andare?”

Sibilò minacciosamente. Era incredibile quanto bastasse per riuscire a fargli congelare il sangue nelle vene.

“Via, cercavo di andare via Steve, prima che qualcuno mi obbligasse a restare.”

“Tu non andrai proprio da nessuna parte, rimarrai qui a sistemare il casino che tu hai combinato.”

Tony cercò di divincolarsi dalla presa che il soldato esercitava sul collo della sua maglia, forse doveva sfilarsela via direttamente, prima che diventasse troppo tardi.

“Mi hai preso per un’impresa di pulizie Rogers? Non sono stato io la causa di questo inferno, ero solo un ignaro spettatore.”

Era così, tutte le volte. Ogni singolo giorno, per ogni piccolo pretesto, finiva che Rogers iniziava ad abbaiare ordini su ordini e Tony perennemente non ascoltava.
Anche se, tecnicamente, la predisposizione naturale di un Omega come Tony è quella di seguire gli ordini, seguire gli ordini degli Alpha.
Ma si fotta la biologia, Tony non era così, non era come quegli Omega dalla natura pacifica e pacata, ligi al lavoro, o a sbavare dietro i propri Alpha,
Tony no.
Aveva un suo modo di vivere, aveva le sue regole, nessuno doveva mettergli i piedi in testa, tanto meno mister Patriottismo, Tony non veniva sottomesso da nessuno.
Steve invece veniva dagli anni 40, ai suoi tempi, aveva lavorato spesso con degli Omega, li ammirava come persone, oneste e fedeli, sempre pronti ad aiutare e soprattutto che ascoltavano.
Cosa che Tony, dio mio, non riusciva a fare, mai.
Tony per Steve era una novità.
Il primo giorno dell’iniziativa Avengers era stato convocato dal direttore per discutere delle dinamiche del team, comunicandogli chi si sarebbe trovato di fronte.
Oltre a lui, ci sarebbero stati due Alpha, un Beta e due Omega. I tempi erano cambiati oramai, gli Omega non erano considerati come degli emarginati e sfruttati solo pe il tornaconto di altri, avevano dei diritti, e Rogers era felice di tutto questo, finalmente avrebbero ottenuto il giusto rispetto.
Ma quando si ritrovò con il suo team al completo, rimase allibito.
Era evidente, dagli atteggiamenti che ostentavano, chi fossero gli altri due Alpha: Thor e Natasha, entrambi emanavano un aria da dominante, ma non mossero ciglio sapendo di dover sottostare agli ordini di un altro Alpha. Clint si era già presentato, era un Omega ligio al dovere di agente, a quanto pare era già stato preso sotto l’ala protettiva di un’Alpha dall’odore.
Il siero del supersoldato, aveva aumentato le sue capacità olfattive,ora era capace di fiutare odori più deboli, come i ferormoni delle persone, capendo le loro emozioni, non sempre, era difficile, riconosceva soprattutto la paura, e ovviamente sapeva individuare a che tipologia appartenessero.
Bruce, Bruce aveva qualche problema caratteriale, Banner docile, l’Hulk rabbioso, un Beta.
Non rimaneva che l’ultimo Omega, Stark.
Se lo sarebbe aspettato seduto, tranquillo, pronto a partecipare all’iniziativa. Non aveva pregiudizi sui comportamenti degli Omega, no, ma dagli atteggiamenti e non solo dall’odore, si poteva facilmente distinguere un Omega da un Alpha.
Tony era l’eccezione.
Stravaccato sul divano, non ascoltava nessuno, blaterando frasi senza senso, cacciandosi nei guai, non seguendo ordini, facendo tutto di testa sua a suo rischio e pericolo.
Il suo comportamento faceva ribollire il sangue a Steve, Tony era egocentrico, spocchioso e sarcastico, non riusciva a stargli dietro, a seguire quell’uomo fatto di pura energia. Forse per trattenerlo, forse per tenerlo più vicino a se, Steve iniziava ad urlargli contro, facendogli perdere quella calma leggendaria che lo contraddstingueva, facendo fuoriuscire l’Alpha che era in lui.
A volte si chiedeva il perché, perché dovesse impegnarsi così tanto nel farlo arrabbiare, perché i suoi nervi saldi, esplodevano alla vista dell’uomo.
Ma non riusciva a trovare risposta, è solo un idiota, ripeteva dentro di se’.

“Rogers? Ehilà!
 Ti ho detto di lasciarmi andare, stai sprecando il mio tempo prezioso, e lo sai quanto vale il mio tempo?
Milioni.”

“Tua la cucina, tua la responsabilità di pulirla.”

“Non se ne parla nemmeno.
Non so come funzionano queste cose, non ho mai pulito nulla in vita mia, ho assunto sempre persone per farlo, funzionerà anche in questo caso, credimi.”

“Non possiamo dare quest’immagine di noi ai media, cosa succederebbe se sapessero che i potenti Avengers riescono a far esplodere una cucina ridipingendola completamente di rosa? Credi affiderebbero a noi le loro vite?”

“Primo: non è esplosa tutta la cucina.
Secondo: quello che vedi non è semplice rosa, ma l’impasto di pancakes di Thor, non chiedermi del perché il colore sia diventato rosa, mistero.
Terzo: oh! Ho nominato Thor? No, perché anche lui e Clint devono sprofondare con me se io affondo, anche loro hanno fatto la loro parte, Clint è responsabile al 98%!”

“Thor sta già dandosi da fare.”

Il biondo fece cenno con il capo verso l’omone nordico che canticchiava canzoni che avevano a che fare con donne,idromele e cinghiali…? Mentre puliva diligentemente il tavolo da ‘lavoro’. Il tavolo della distruzione insomma.
Sentendosi osservato alzò la testa e li guardò curioso.

“Il guerriero Gordon Ramsey dice che un cuoco che si rispetti deve tenere pulito il piano da cucina.
Thor è un cuoco rispettabile!”

Detto ciò tornò a pulire allegramente ciò che ne rimaneva della cucina.

“Visto? Prendi esempio Stark, affronta le tue responsabilità.”

“Sono più un tipo da evita il problema finchè non diventa talmente grande da non poterlo gestire più, Cap.
Penso che questa volta passerò.”

Sorrise, facendo il saluto militare, sgusciando via dalla presa di Steve e sfilandosi la maglia, rimanendo solo in canottiera nera.
Fu l’ultima goccia.
Steve lo raggiunse in un baleno, afferrandolo per il polso e girandolo bruscamente, fissando gli occhi cerulei su quelli nocciola dell’uomo.

“Stark, non so perché continui ad ignorare ogni cosa che dica, ma non la passerai liscia anche questa volta. Fai quello che ti ho detto, ORA!”

Il viso di Tony si contrasse, un’espressione di terrore si dipinse sul suo volto, Steve riusciva a fiutarla: paura.
Aveva esagerato, non doveva usare quel tono su di lui, non doveva imporsi in quel modo, il suo istinto era prevalso, intorno a quell’uomo non riusciva mai a trattenersi.
Lasciò andare la presa, allontanandosi dal moro, che non aveva più osato muoversi e si passò una mano fra i capelli, sospirando.
Non voleva spaventarlo in quel modo, la situazione gli era sfuggita, aveva perso il controllo.
Tony portò istintivamente la sua mano su dove prima era la presa ferrea di Steve, guardandolo impaurito.
Anche se riuscire a far rimanere fermo Tony Stark era un motivo di orgoglio, quell’espressione che ora era stampata sul suo volto, non lo era.

“…Tony.”

Sentendo venir pronunciato il suo nome, Tony si scosse da quell’immobilità che lo affliggeva, focalizzandosi sulla figura che aveva di fronte.

“Tony, mi dispiace non volevo spaventarti. Io…
E’ che non ascolti mai e la situazione è precipitata non so-“

“Steve.
Calmati, non è successo nulla.
Non è stata colpa tua, davvero, non completamente almeno.
Non…Non mi piace essere toccato, ecco tutto.”

Le spalle si curvarono, come se cercasse riparo dal mondo esterno. In fondo, poteva essere spavaldo quanto voleva, ma le cicatrici che portava con se non cambiavano la situazione.
Il soldato deglutì, cercando un modo per rimediare al suo errore.

“Tony, non devi pulire per forza. Ci penserò io, il mio dovere di leader è anche questo no?”

“Quello di fare la casalinga Cap?”

A Steve scappò un sorriso,

“Anche quello.”

Tony lo guardò, lo analizzò e scrutinò, cercando un minimo sintomo di sarcasmo o presa in giro, no, il buon capitano era sincero in quel momento e Tony si rilassò, lasciando andare un sospiro che non sapeva di aver trattenuto.

“Sai, Fury mi ha nominato leader qualche mese fa se non ricordo male.
Non riesco ad ascoltarlo quando parla, persino i sassi sono più interessanti al confronto.”

“Ho notato.”

“Quindi, come leader dovrei assumermi anche io l’incarico di casalinga in casa de Stark.”

“Tony ti ho detto che-“

“Shush! E’ deciso. Basta che non dovrò indossare quel ridicolo grembiule, una punizione alla volta è più che sufficiente.”

Il capitano sorrise, invitando il moro a passare, dirigendosi verso lo stanzino delle scope, sapeva che la situazione non si era risolta, che avrebbero continuato a ringhiarsi conto ad ogni occasione buona, ma in quel momento?
In quel momento era bello avere Tony dalla sua parte, forse, in fondo, quel genio non era così male.

“Affare fatto.”






Naturalmente Clint, il giorno dopo, si ritrovò la divisa ridipinta i rosa, con tanto di frecce di cupido e fiocchettini allegati. Un biglietto accanto recitava:

‘Grazie per aver trasformato la cucina in un inferno rosa.
Questa sarà la tua nuova uniforme d’ora in poi, Fury approva.

Impresa di pulizie Stark&Co.’

Le foto di Clint che combatte il crimine con l’uniforme da Supechicca rosa sono reperibili in rete e anche come wallpaper del computer di Tony.



NOTE DELL'AUTRICE:
Per chi se lo stesse chiedendo, eccovi la foto di Barton in umiforme "ufficiale":

http://aggressivecomix.com/wp-content/uploads/2014/05/1907985_842911599071867_7904146128792123374_n.jpg
Ed ora!
Bentornate sulle pagine degli Avengers più casalinghi dell'intero universo Marvel!
Grazie mille per i commenti, per chi ha aggiunto la storia alle seguite e preferite! 
Cercherò di non deludervi! <3
Come sempre, siete libere di commentare per lasciare critiche ed aiutarmi in eventuali correzioni se volete, se invece avete in mente idee, dite pure! Cercherò di essere più chiara possibile nel descrivere le dinamiche Alpha/Omega, pian piano le inserirò all'interno dei capitoli~
Detto questo, grazie mille per la vostra pazienza o voi che leggete!

 

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