Ginny Weasley e i DDM: l'inizio di tutto

di rosy823
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Qualcosa da non dover mai vedere ***
Capitolo 2: *** Una piacevole scoperta ***
Capitolo 3: *** Un San Valentino decisamente fuori dalla norma (prima parte) ***
Capitolo 4: *** Un San Valentino decisamente fuori dalla norma (seconda parte) ***
Capitolo 5: *** Un San Valentino decisamente fuori dalla norma (terza parte) ***
Capitolo 6: *** Litigi ***
Capitolo 7: *** Consigli malandrini ***
Capitolo 8: *** Baci e Chiarimenti ***
Capitolo 9: *** Dopo la tragedia ***
Capitolo 10: *** Una strana estate (parte 1) ***
Capitolo 11: *** Una strana estate (parte 2) ***
Capitolo 12: *** In viaggio verso Hogwarts ***
Capitolo 13: *** Il discorso di Hermione ***
Capitolo 14: *** Selezioni e discussioni. ***
Capitolo 15: *** Ron il saggio ***
Capitolo 16: *** Un piccolo passo nella giusta direzione ***
Capitolo 17: *** io e te .... ***
Capitolo 18: *** Prima della partita ***
Capitolo 19: *** Baci vomitevoli e discorsi seri. ***



Capitolo 1
*** Qualcosa da non dover mai vedere ***


Ginny Weasley e i DDM: l'inizio di tutto

Ginny Weasley e i DDM: l'inizio di tutto

Cap.1

Qualcosa da non dover mai vedere

 

 

 

Era quasi Natale. Dopo due giorni sarebbero ritornati a casa.

In realtà sarebbero tornati alla sede dell’Ordine, ma era lo stesso.

Avrebbe rivisto la sua famiglia, finalmente.

I primi mesi ad Hogwarts non erano stati per niente facili. La Umbridge era una vecchia megera che somigliava tanto ad un grasso rospo. Stava rendendo la vita impossibile a tutti, quindi era bello sapere di stare per tornare a casa.

Peccato che qualcosa avesse rovinato il suo umore.

Erano le tre di notte e lei era ancora in sala comune, rannicchiata davanti al fuoco. Era scappata in dormitorio subito dopo la fine della lezione dell’ES ed era scesa in dormitorio non appena tutti i suoi compagni erano andati a letto.

Non aveva voglia di vedere nessuno, non in quel momento.

Non dopo che aveva visto qualcosa che si era augurata di non dover mai vedere.

Harry che baciava Cho.

- sei una stupida, Ginny. Per lui sarai sempre e solo la sorellina del suo migliore amico. - si disse, sbuffando

 

La mattina dopo, Ginny si diresse nel parco di Hogwarts. Non aveva dormito, ma non si sentiva stanca, solo depressa.

Si diresse verso il solito albero in riva al lago, dove vide due ragazze, una bionda e una mora, che la stavano aspettando.

- Quest’anno è davvero uno schifo - esordì sedendosi pesantemente tra le sue amiche, Astoria e Luna.

- sei in ritardo - disse acidamente una di loro.

Per la precisione, Astoria. La cara dolce Astoria. Davvero una serpe.

- cos’è successo? - aggiunse più dolcemente accarezzandole i capelli.

Già, una serpe. Ma una serpe anomala e molto dolce.

- Harry -

Solo un nome. Cinque lettere che spiegavano tutto.

- Ah - disse Luna - cos’ha fatto? -

Ginny borbottò qualcosa su un idiota e una vacca.

Astoria e Luna si guardarono.

- dai su, cosa può essere successo! Non avrà mica baciato la Chang, no? - disse scherzando Astoria.

Poi si bloccò vedendo il volto di Ginny. Aveva gli occhi lucidi, tristi e disperati.

- non l’ha fatto, vero? - chiese in un sussurro speranzoso Astoria - ti prego, dimmi che non lo ha fatto! - aggiunse quasi gridando

Non ci fu bisogno di rispondere. Lo sguardo di Ginny parlava chiaro.

Astoria si alzò di scatto estraendo la bacchetta dalla veste.

- Ma è davvero un idiota! Ora vado, lo affatturo e torno! - esclamò quasi urlando, folle di rabbia perché "l’idiota sopravvissuto" aveva osato baciare un’altra ragazza che non fosse Ginny.

Luna e Ginny la bloccarono e quasi di peso la fecero sedere di nuovo.

Quando si fu calmata, si girò di nuovo verso l’amica.

- tesoro, mi dispiace tanto -

Ginny scosse la testa - dovevo aspettarmelo. Le sbava dietro dall’anno scorso -

- come l’hai saputo? - chiese Luna

- li ho visti - disse Ginny con una vocina sottile sottile.

- Oh Morgana! - esclamò Luna - ma quando? -

- si sono trattenuti alla fine della lezione dell’ES. Hanno detto qualcosa a proposito dei Nargilli e poi si sono baciati -

- hanno parlato di Nargilli? Allora avevo ragione! Li avevo visti anche io sul vischio nella stanza delle necessità! - esclamò Luna

Astoria le lanciò un’occhiataccia come a dire "ma ti sembra il momento?"

Rimasero silenziose fino a quando non sentirono delle voci familiari avvicinarsi a loro.

- No…. Ditemi che il mio "Potter-radar" è andato in avaria e la risata che sento non è la sua - chiese esitante la rossa alle sue amiche.

- ehm…. - fece Luna - se vuoi possiamo anche dirtelo, ma non sarebbe la verità -

- Oh no! Io…. Devo andare! Non ce la faccio ad affrontarlo adesso! - esclamò Ginny in preda al panico.

Si alzò di scatto e senza una parola, si mise a correre verso la capanna di Hagrid, ignorando Harry e Ron che la chiamavano.

 

- ma che le è preso? - chiese Ron a Luna, non degnando Astoria di uno sguardo.

Quei due si detestavano cordialmente.

- ehm… si è ricordata di avere un impegno ed è corsa via! - improvvisò Luna, cercando di coprire l’amica.

Harry guardava pensieroso verso la capanna di Hagrid, dove Ginny era appena entrata.

- siete sicure che stesse bene? Mi è sembrata un po’ sconvolta - chiese il ragazzo.

Hermione si batté una mano sulla fronte.

Maschi. Non avrebbero mai capito nulla.

Astoria si alzò lentamente e con movimenti studiati si avvicinò ad Harry, sotto lo sguardo terrorizzato di Luna, che ricordava perfettamente lo scatto che l’amica aveva fatto solo pochi minuti prima.

La mora si fermò a guardare Harry negli occhi con un tipico sorrisetto da serpeverde - Harry, Harry. Tu non capirai mai nulla. Per essere il salvatore del mondo magico, hai davvero la perspicacia di uno schiopodo - disse, prima di dirigersi verso la capanna di Hagrid.

- vipera - bisbigliò Ron

- vermicolo - rispose Astoria senza fermarsi.

Forse lei e Ron si detestavano. Ma non tanto "cordialmente".

 

Harry era sempre più confuso. Non ricordava di aver fatto o detto qualcosa di sbagliato a Ginny.

- ragazzi, io vado a vedere Ginny come sta - disse dirigendosi verso la capanna.

Hermione e Luna si guardarono e contemporaneamente lo fermarono

- No! Harry, non andare! - esclamò Hermione

Harry si fermò e la guardò, sorpreso

- perché no? - chiese

"Già, perché no?" pensò Luna - perché…perché Ginny ha problemi di cuore e non vorrà sicuramente vedere un ragazzo, adesso! - esclamò la bionda

- nemmeno me? - disse quasi triste Harry

- specialmente te - bisbigliò Luna così piano che la sentì soltanto Hermione.

- Harry, sei un ragazzo. - disse Hermione

- Grazie ma ne ero a conoscenza - rispose il moro ghignando

- intendevo - continuò Hermione con gli occhi rivolti al cielo - che se Ginny ha litigato con il suo ragazzo, al momento odierà tutto il genere maschile e sicuramente per questo si è allontanata da voi. Probabilmente per evitare di riversare su di voi la sua rabbia. - disse, complimentandosi con se stessa per l’ottima scusa che aveva trovato.

- oh - disse Harry, forse cominciando a capire

- non pensarci Harry! Mia sorella se lo merita! Così impara a mettersi con dei completi idioti! - esclamò Ron sotto lo sguardo sconvolto di Hermione

- Ronald Bilius Weasley! Come puoi dire una cosa del genere? Quella è tua sorella! Dovresti essere tu a consolarla per primo, lo sai? Astoria ha ragione: sei un vermicolo! - esclamò furiosa, incamminandosi per raggiungere le amiche.

Luna si avvicinò a Ron - sai, credo che abbia ragione. E poi, ci somigli anche un po’ ai vermicoli! - disse, allontanandosi saltellando come al suo solito.

Ron aveva le orecchie rossissime per il rimprovero di Hermione.

Harry si era dovuto trattenere dal non ridere di gusto di fronte all’espressione dell’amico dopo il commento di Luna.

Poi si impietosì e gli mise un braccio intorno alle spalle.

- su amico, andiamo. Sono donne, non riusciremo mai a capirle - disse il moro, conducendo Ron verso il castello.

 

Ginny era seduta sulla poltrona di Hagrid con la faccia tra le mani.

Non stava piangendo. Lei non piangeva mai.

Ok, quasi mai.

In ogni caso in quel momento non stava piangendo. Pensava.

Pensava che era stata una stupida a reagire così. Sapeva che questo momento sarebbe arrivato e lei sapeva che sarebbe morta di crepacuore, quindi doveva essere preparata, no?

Beh, forse in teoria.

Peccato che in pratica, non appena avesse visto il ragazzo dei suoi sogni che baciava Cho - annaffiatoio umano - Chang, il suo cuore si fosse sgretolato.

Aveva dovuto trattenersi per non trasfigurare quella gallina in un copriteiera che le avrebbe fatto guadagnare sicuramente una E dalla McGranitt, che l’avrebbe consacrata come sue erede indiscussa nella trasfigurazione.

Dannazione!

Com’era possibile che fosse ancora irrimediabilmente innamorata di Harry Potter?

Una lacrima sfuggì al suo controllo.

In quel momento la porta si aprì e Astoria fece il suo ingresso nella capanna.

- ti aspettavo prima - disse Ginny

- ho perso tempo ad insultare tuo fratello - rispose Astoria

Ginny le fece un piccolo sorriso, subito trasformato in una smorfia triste.

- guardami! Sono diventata una piagnona! - singhiozzò Ginny all’amica

Astoria le si sedette accanto

- ma no, non sei una piagnona. Sei solo innamorata - la consolò l’amica

- credevo mi fosse passata, sai? - le disse Ginny tra i singhiozzi

- quando una persona è davvero innamorata, difficilmente riesce a dimenticare il suo amore - le rispose Astoria, accarezzandole i capelli

 

In quel momento una furiosa Hermione entrò con la grazia di un elefante nella capanna, seguita da una saltellante Luna.

- Tuo fratello è un troglodita! - esordì la riccia

- Ma no….. Davvero???? - dissero in coro Ginny e Astoria

- Si, davvero! Fatemi posto - disse Hermione, sedendosi accanto alle amiche

La poltrona di Hagrid era un piccolo divano, quindi ci stavano sedute comode tutte e quattro.

- Allora…spiegaci. Cos’ha fatto mio fratello, stavolta? - chiese Ginny

- beh, diciamo che ha fatto un commento poco opportuno su di te ed Hermione si è imbestialita. Il solito quindi - rispose Luna

- Un commento su di me? - chiese Ginny - perché? -

- Sai, Harry stava venendo qui da te. Ti aveva vista giù e voleva sapere cos’era successo. Così abbiamo dovuto trovare una scusa per trattenerlo - disse Hermione

- Cioè? Quale scusa? - chiese Astoria

- Gli abbiamo raccontato che ti eri lasciata con Michael - rispose Luna

- Lasciatemi indovinare: a questo punto mio fratello ha commentato che me lo meritavo, vero? - disse Ginny

- Ci sei andata vicino - disse Luna

- L’avevo detto che era un vermicolo! - esclamò Astoria

- Non lo sopporti proprio, vero? - chiese Luna

- in realtà no. Anzi, mi sta anche simpatico. Ma è troppo divertente stuzzicarlo! - rispose Astoria, facendo ridere le amiche

- Ma Hagrid dov’è? - chiese Luna

- Sarà dal suo "fratellino" - rispose Astoria

- Hermione, smettila di guardarmi così. Non è colpa tua se Harry si è innamorato di un’altra - esclamò Ginny

- Mi dispiace tanto, Ginny - esclamò Hermione abbracciando l’amica

Astoria si unì all’abbraccio, seguita da Luna

- Aahhh, ragazze! Così mi soffocate! - rise Ginny - Comunque grazie. Grazie per essere qui - sussurrò

- Di nulla, tesoro. Siamo le tue amiche, no? - le disse Astoria

- Che ne dite di preparare un bel pranzetto? - propose Luna

- Qui? - chiese Hermione

- Si! Così pranzeremo con Hagrid! - disse Astoria

Si misero subito all’opera, preparando un succulento pranzetto in pochissimo tempo.

All’improvviso un’ombra si stagliò sulla porta

- Hagrid! - esclamarono in coro

- Heilà! Le mie allieve preferite! Cosa ci fate qui? - chiese il mezzogigante

- Avevamo bisogno di un posto dove stare tranquille. C’era un "Codice-Potter"! ti dispiace? - chiese Astoria

- Certo che no! Potete venire qui quando volete! - rispose bonariamente Hagrid, poi si voltò verso Ginny - Non preoccuparti, piccola, prima o poi il nostro Harry si accorgerà di te. Ma cos’ha fatto, questa volta? - chiese curioso

- Ha baciato Cho Chang - rispose Hermione

- Perdinci, davvero? Beh, sapevo che ci piaceva, ma non così tanto! Non te la prendere, Ginny! Anzi, fallo ingelosire, esci con altri ragazzi! E non ti abbattere! Facci vedere chi è Ginny Weasley! - disse il mezzogigante

- Grazie, Hagrid - disse commossa la rossa, alzandosi e andando ad abbracciare l’omone, che sembrava tanto emozionato da mettersi a piangere

Astoria, Hermione e Luna si guardarono un attimo, prima di unirsi all’abbraccio collettivo.

- Ehi, che ne dite di una foto? - propose Luna, avendo visto passare fuori dalla finestra Colin Canon

- E’ un’ottima idea! - esclamò Hermione

- Ehi Colin! Colin! Vieni a farci una foto? - disse Ginny, chiamando il compagno

- Certo Ginny! Arrivo subito! - esclamò colin, correndo verso di lei

 

Harry e Ron, che erano poco distanti, seguirono lo scambio di battute tra i due e si avvicinarono, curiosi, senza però farsi vedere.

- Mettetevi tutte attorno ad Hagrid! - ordinò Colin.

Le ragazze obbedirono, sedendosi sui braccioli della poltrona, dove era seduto Hagrid.

Thor, l’immenso cane del guardiacaccia, si accucciò ai piedi del padrone.

- Allora, pronti? Sorridete! - disse Colin prima di scattare

- Grazie Colin! Ce ne farai delle copie, vero? - chiese Hermione

- Certo! Ve le farò avere al più presto! Ciao! - disse il ragazzo, uscendo dalla capanna

 

Harry e Ron, che avevano spiato dalla finestra, si avvicinarono al ragazzo

- Ehi, Colin! - lo chiamò Harry

- Ciao Harry! Dimmi pure! - rispose

- Potrei avere una copia di quella foto? - chiese il moro

- Quella di Hagrid e delle ragazze? - chiese

- Si, quella - rispose un po’ imbarazzato, Harry

- Ma certamente! Te la porterò stasera! - gli rispose Colin correndo verso la scuola

- Cosa devi farci con quella foto? - chiese Ron

- Nulla. Voglio solo conservarla. Ron io vado da Cho. Ci vediamo più tardi! - disse il moro, allontanandosi

- Ok. Ciao - rispose il rosso

" Ed io ora che faccio?" pensò

- Ehi, Ron! - chiamò Ginny dalla finestra

Ron si voltò e le si avvicinò

- Dai, vieni dentro. Stiamo per pranzare - gli disse

- Davvero? Posso? - chiese titubante il rosso

- Certo! -

- Grazie! - disse il ragazzo, entrando

 

- Ginny, ma cosa fai? - chiese Astoria

- Che vuoi farci. È un vermicolo, ma è sempre mio fratello. E poi, se non lo frequentiamo, come facciamo a farlo mettere con Hermione? - disse sorridendo

- Giusto! - fece Astoria, prima di seguire la sua amica a tavola.

 

 

 

 

Eccolo qui il primo capitolo del prequel!!! scusate l'immenso ritardo ma il mio pc ha fatto un pò i capricci.

Recensite, mi raccomando!!!

Un bacione

Rosy

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Una piacevole scoperta ***


Ginny Weasley e i Doni della Morte: l'inizio di tutto

Ginny Weasley e i Doni della Morte: l'inizio di tutto

 

 

Cap. 2

 

Una piacevole scoperta

 

 

Era notte inoltrata, ma Ginny non riusciva a dormire.

La notte precedente, Harry aveva avuto una visione che aveva permesso di salvare suo padre dall’attacco del serpente di Voldemort.

Ora suo padre era ricoverato al San Mungo e stava abbastanza bene.

Quel pomeriggio erano andati a trovarlo insieme ad alcuni membri dell’ordine.

Quando gli adulti avevano cominciato a parlare dell’aggressione, lei, Ron, Harry, Fred e George, li avevano spiati con delle orecchie oblunghe.

Avevano sentito Malocchio che ipotizzava una possessione di Harry da parte di Voldemort, per giustificare la visione che il ragazzo aveva avuto.

 

Da quel momento, Harry era stato intrattabile. Si era chiuso in un mutismo che erano riusciti ad abbattere solo con l’intervento di Hermione in tarda serata che, appena arrivata, li aveva fatti riunire tutti, così erano riusciti a convincere Harry che loro non pensavano fosse posseduto.

Infatti Ginny gli aveva ricordato che l’unica ad essere stata posseduta da Voldemort era lei, quindi sapeva benissimo come avrebbe dovuto sentirsi.

Harry si era rincuorato e durante la cena, si era comportato normalmente, felice di poter essere di nuovo a casa con il suo padrino.

 

Ginny si alzò dal letto e indossata una vestaglia, decise di scendere a bere una tazza di te.

Arrivata in cucina, si accorse di non essere l’unica ad aver avuto quell’idea.

- ciao Ginny. Non riesci a dormire? - chiese Sirius, mentre girava pigramente un cucchiaino in una tazza di te

- No. Nemmeno tu? - chiese la ragazza

- No. La notte non dormo quasi mai. È una brutta abitudine che mi porto dietro da Azkaban - rispose l’uomo - vuoi una tazza di te? L’ho appena fatto, è ancora caldo - disse evocando con un colpo di bacchetta una tazza per la ragazza.

- grazie - disse Ginny cominciando a sorseggiare il suo the.

Per qualche minuto restarono in silenzio. Sirius fissava Ginny aspettando che cominciasse a parlare. Ormai la conosceva: sapeva che era inutile chiederle cosa avesse, tanto quando sarebbe stata pronta, avrebbe parlato spontaneamente.

 

Dopo parecchi minuti di silenzio, però, il malandrino cominciava ad essere impaziente. Dopotutto non era certo famoso per la sua pazienza…

- allora? Vuoi dirmi che cos’hai? O dobbiamo restare ancora molto in questo silenzio? - disse Sirius

- Sir, io… non sono sicura di volerne parlare - rispose Ginny

- di cosa? Del fatto che Harry si sia innamorato e abbia baciato un’altra ragazza? - buttò lì l’uomo

Ginny sospirò - ti ha raccontato tutto, naturalmente. Solo che lui non sa che io l’ho visto. E comunque non sa nemmeno che io sono innamorata di lui! - guardò l’uomo con gli occhi lucidi - Sirius, cosa devo fare? Perché non si accorge di me? -

Una lacrima traditrice le solcò il volto.

- credo che questo lato del suo carattere somigli paurosamente a Lily - disse una voce alle loro spalle

Ginny e Sirius si voltarono di scatto, trovandosi davanti Lupin.

- Remus! Mi hai messo paura! - esclamò Ginny

Remus sorrise e le si sedette accanto

- non disperare, piccola. Se somiglia a Lily come penso, si accorgerà di te. Devi solo avere pazienza. - le disse

Ginny fece un piccolo sorriso.

- credi davvero che si accorgerà di me? - chiese la ragazza

- io credo di si. Innamorarsi delle rosse è un tratto genetico dei Potter! - disse Sirius

- perché genetico? - chiese Ginny

- anche la mamma di James aveva i capelli rossi. E anche la nonna. - disse Remus

- è un po’ come una tradizione di famiglia! - esclamò Sirius

Ginny rise -  ah beh, allora ho qualche speranza! –

 

- speranza per che cosa? - chiese una voce alle loro spalle.

I tre si guardarono per un attimo paralizzati… quella voce era di …

- Harry! - esclamò Sirius - come mai in piedi a quest’ora? -

- non riuscivo a dormire. Ho sentito dei rumori e così ho deciso di scendere a vedere chi fossa ancora alzato oltre me - rispose Harry

- beh, ci hai scoperti! Stiamo prendendo del te, ne vuoi un po’ anche tu? - chiese Sirius

- veramente preferirei della cioccolata - disse Harry

- parole sante! - esclamò Remus

Harry sorrise e si avviò a preparare la bevanda. Mentre era alle prese con il latte, si girò verso gli altri, che erano rimasti a guardarsi in silenzio.

- ne preparo anche per te, Gin? - chiese il ragazzo

Ginny lo guardò stralunata - eh? -

Harry fece un piccolo sorriso - preparo un po’ di cioccolata anche per te? -

- ah… si, perché no? - disse Ginny sorridendogli

Harry le fece un altro sorriso e poi si voltò

 

Sirius e Remus guardavano da Harry a Ginny con il loro miglior sguardo malandrino.

- che c’è? - sussurrò Ginny all’indirizzo dei due, cercando di non farsi sentire da Harry

- te lo avevamo detto, no? - rispose Sirius, bisbigliando

- ma mi ha solo offerto della cioccolata! È stato solo gentile! - rispose Ginny

- ah, credimi, dietro quella proposta ce n’è una molto più interessante… Ahio! Lunastorta sei impazzito! - esclamò Sirius. Remus gi aveva rifilato un pugno in testa.

- guarda che stai parlando di Harry, non di te! E nemmeno di James! Harry somiglia a Lily, ricordi? - rispose Remus

- Ah già, me ne ero scordato - rispose Sirius

- di cosa? - intervenne Harry

Sirius trasalì, mentre Remus si batteva una mano sulla fronte e Ginny arrossiva.

- beh, mi ero scordato di… di… portare fuori la spazzatura! -

Remus alzò gli occhi al cielo

- e non puoi farla semplicemente evanescere? - chiese Harry mentre porgeva la tazza di cioccolata a Ginny

- grazie - sussurrò la ragazza

- prego - rispose Harry con un sorriso

“se non smette di sorridermi in questo modo, io gli salto addosso a questo qui!” pensò la ragazza, ricambiando il sorriso

 

Mentre Harry e Ginny sorseggiavano la loro cioccolata, scambiandosi ogni tanto qualche sfuggevole occhiata, Remus e Sirius si guardarono e con lo stesso ghigno stampato in faccia, nel medesimo istante, si alzarono dalle rispettive sedie

- noi andiamo a letto. Mi raccomando, non fate troppo tardi - disse Remus

- e soprattutto, fate i bravi! - esclamò Sirius, facendo l’occhiolino ad Harry, che arrossì.

Ginny li guardò in tralice. Se lo sguardo avesse potuto uccidere, Remus e Sirius sarebbero diventati cenere in quel preciso momento.

Sirius ghignò e con la scusa di darle un bacio sulla guancia per la buonanotte, le bisbigliò all’orecchio - approfittane! -

- sei un cane morto - gli rispose Ginny con un ringhio

Sirius sorrise - buonanotte piccoli! –

 

Calò un silenzio imbarazzato tra di loro.

A Ginny sembrava di essere tornata al suo primo anno ad Hogwarts, quando non riusciva a spiccicare parola di fronte ad Harry.

“miseriaccia, sei una Weasley! Dove diamine è finita la tua determinazione?Digli qualcosa!” pensò la ragazza e, preso coraggio aprì la bocca per parlare, nello stesso istante in cui lo fece Harry.

Si bloccarono tutti e due e arrossirono simultaneamente.

Dopo qualche secondo, Ginny prese coraggio

- prima tu. – disse al ragazzo

- beh, ecco… - cominciò Harry passandosi una mano tra i capelli – volevo chiederti una cosa. So che non sono fatti miei e se vuoi puoi anche non rispondermi, ma voglio chiedertelo ugualmente. –

- dimmi pure – lo incoraggiò Ginny

- cosa è successo con Michael Corner? L’altro giorno mi stavo avvicinando a te e alle tue amiche e sei fuggita via.  -

Ginny impallidì.

- Hermione poi mi ha detto che avevi litigato con lui. – continuò Harry

Ginny sospirò – si è vero. L’altro giorno ho litigato con Michael. E alla fine l’ho lasciato. –

- oh.. mi dispiace – disse Harry

- a me non tanto. – rispose la ragazza

- posso chiederti perché? – disse Harry

- era già un po’ di tempo che non andavamo più d’accordo – rispose

- come mai? Sembravate così affiatati! –

“ecco, e adesso cosa puffola gli racconto? È meglio dire la verità..” pensò Ginny

- Michael voleva qualcosa che non potevo dargli. – disse arrossendo

Harry la guardò e arrossì un poco.

- non voleva quello che penso, vero? – chiese titubante

“Oh mio Dio com’è imbarazzante!!!” pensò la ragazza

- io…io credo di si. Voleva che il nostro rapporto diventasse più “intimo”, ma io non me la sono sentita. – disse la ragazza, arrossendo ancora di più.

Harry era improvvisamente furioso. Aveva una voglia matta di spaccare la faccia a Michael Corner, ma era un buon attore e riuscì a non lasciar trasparire il suo stato d’animo con la ragazza.

- se vuoi la mia opinione, è stato un po’ avventato. In fondo non state insieme da molto! – le disse

- si è vero, ma non è stato questo il problema. Sai, essendo l’unica ragazza in casa, sono cresciuta con determinati principi. Quando lo farò, sarà con l’uomo che amerò per il resto della mia vita. So che può sembrarti esagerato, in fondo non ho nemmeno quindici anni, ma non mi va di diventare come le mie compagne di dormitorio che ne cambiano uno alla settimana!! –

- tu non sarai mai come le tue compagne di dormitorio – disse Harry senza pensarci.

“e questa da dove mi è uscita??” pensò il ragazzo

Ginny diventò un tutt’uno con i capelli – beh… grazie. –

- prego – le disse Harry sorridendo.

   

“è proprio carina quando arrossisce…ehi! Cosa diavolo pensi! È Ginny! È la sorellina di Ron! Però…però è proprio una bella ragazza….non avevo mai notato il colore dorato dei suoi occhi…bellissimo… Ok. Basta così. Harry, ritorna a letto, la mancanza di sonno ti sta facendo pensare cose senza senso!”

Mentre Harry pensava queste cose, Ginny lo guardava un po’ stranita.

Il ragazzo le era sembrato un po’ strano. Prima aveva sorriso, poi si era fatto quasi sognante, poi era sbiancato… “non starà mica pensando a Cho, vero? Non posso sopportarlo!” pensò Ginny

- Harry? Ti senti bene? – chiese alla fine.

Harry sussultò – si, si sto benissimo! – rispose in fretta - bene, credo sia arrivato il momento di andare a letto… cioè, volevo dire a dormire! – “Miseriaccia Harry!!!”

Ginny arrossì un po’ ma gli sorrise. – hai ragione, si è fatto tardi. – disse la ragazza, alzandosi.

 

Si avviarono tutti e due silenziosamente per le scale, sorridendosi.

Arrivati alla porta di Ginny si fermarono.

- beh, buonanotte. – disse la ragazza

- buonanotte – disse Harry, allungando una mano a sfiorarle una guancia.

A quel gesto Ginny sbarrò gli occhi, sorpresa, ma poi gli fece un dolce sorriso. Si allungò e gli diede un bacio su una guancia.

- grazie Harry. – disse

- di cosa? – sussurrò il ragazzo

- di esserti preoccupato per me –

Le sorrise – di nulla. Io mi preoccupo sempre per te. Buonanotte – le disse allontanandosi

- buonanotte – sussurrò Ginny chiudendosi la porta alle spalle.

 

Harry entrò silenziosamente in camera, cercando di non svegliare Ron che russava sonoramente nel letto accanto al suo, e si infilò sotto le coperte.

Per un momento aveva avuto l’impulso di baciare Ginny. Si era fermato appena in tempo, ma non aveva resistito nel farle una carezza sulla guancia.

“dannazione, Harry!” si urlò nascondendosi la testa sotto al cuscino “cosa diamine ti prende?hai baciato Cho solo qualche giorno fa e ora ti imbamboli a guardare la sorella del tuo migliore amico? Miseriaccia, è come se fosse la tua sorellina!”

Si girò di fianco, determinato a smetterla di pensarci, mentre una vocina nella sua testa, che somigliava paurosamente a quella del suo padrino, gli diceva

“non è tua sorella, caro mio”

“ecco sono completamente uscito di senno” si disse, chiudendo gli occhi.

Però in fondo, la vocina aveva ragione. Ginny non era sua sorella e lui, stranamente, si accorse di non averla mai considerata tale.

Sorridendo, pensò che forse non era stato così male averla finalmente notata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Un San Valentino decisamente fuori dalla norma (prima parte) ***


Finalmente una vita normale...o forse no

Cap.3

Un San Valentino decisamente fuori dalla norma (prima parte)

 

Harry si rigirò nel letto per la decima volta nell’ultima mezzora.

Non riusciva proprio a dormire e dovevano essere almeno le quattro del mattino.

Pensava e ripensava a quello che l’aspettava di lì a qualche ora: l’appuntamento con Cho.

Dov’era finita tutta l’emozione del primo appuntamento?

Perché non si sentiva positivamente nervoso al pensiero di dover passare una giornata con la sua pseudo-ragazza?

 

Si sollevò a sedere e si passò una mano nei capelli, sospirando.

Non era eccessivamente emozionato perché non era quello che voleva.

O meglio, lo voleva, però….c’era un però.

Dalle feste di Natale non faceva altro che pensare a "lei".

Perché non riusciva a togliersi dalla mente quegli occhi dorati e quei capelli rossi?

 

"forse perché ti piace?"

 

Il pensiero era comparso così all’improvviso da fargli mancare l’aria.

Si alzò di scatto, ormai consapevole che se non avesse fatto qualcosa sarebbe impazzito.

Guardò l’ora: era il giorno di San Valentino ormai da 4 ore, 25 minuti e 36 secondi….

Proprio il giorno adatto per accorgersi che non voleva più stare con la sua ragazza!

Si sentì una schifezza. Come l’avrebbe presa Cho?

Sicuramente non bene.

Sperava solo di riuscire ad arrivare tutto intero alla fine di quella giornata.

Di nuovo le venne in mente lei.

Miseriaccia!

Lui era innamorato di Cho!

ma allora quello che provava per "lei" cos’era?

"Di sicuro non è semplice affetto. Vuoi vedere che…"

Scosse la testa, come a farsi uscire quel ridicolo pensiero, prima ancora che fosse del tutto formulato.

"frena l’ippogrifo, Potter! Tu non sei innamorato di lei! È la sorellina del tuo migliore amico! è proibita! È poi, è come se fosse la tua sorellina…."

Harry alzò di scatto al testa dalle mani dove l’aveva poggiata, riflettendo su quest’ultima affermazione che non era del tutto vera…. Sentiva di voler bene a Ginny, ma non come una sorellina….

"oh Merlino! E ora cosa faccio? Non posso certo andare da lei e dirle che penso che mi piaccia!!!!"

 

Si riprese la testa tra le mani, in un gesto di muta disperazione.

"non le ho spedito nemmeno gli auguri di San Valentino… chissà se faccio ancora in tempo… forse potrei mandarle un biglietto attraverso Dobby!"

Prese piuma e pergamena e si accinse a scrivere.

"cara Ginny…no, no, troppo banale….dolcissima….no. meravigliosa Ginny….no. no. No! Cosa diamine le scrivo?"

Improvvisamente ricordò una poesia che aveva letto su un libro di letteratura babbana antica.

L’aveva letta proprio durante le vacanze di Natale, a Grimmauld, su un libro di Remus.

Si. Sarebbe stata perfetta!

La ricordava perché quando l’aveva letta gli era venuta in mente lei.

La scrisse sulla pergamena, aggiungendo solo due righe di introduzione.

"spero di non fare la figura dell’idiota!"

 

- Dobby! – sussurrò nel buio e dopo due secondi si sentì il crack della materializzazione dell’elfo domestico.

- eccomi, Harry Potter, signore, cosa può fare Dobby, a quest’ora tarda della notte, per Harry Potter, signore? – chiese l’elfo, esibendosi in uno dei suoi soliti inchini

- senti Dobby, puoi aggiungere questa lettera alla posta di domani mattina? –

- certo, Harry Potter, signore, Dobby lo farà immediatamente! – disse scomparendo con il solito crack.

Harry si infilò nuovamente sotto le coperte.

"forse sono stato un po’ avventato….ma come diamine ho fatto a cacciarmi in un guaio simile?" si disse infilando la testa sotto al cuscino.

"però devo ammettere che è proprio carina…" pensò due secondi prima di addormentarsi e sognare capelli rossi e due grandi occhi dorati…

Ginny aprì gli occhi, disturbata dal chiacchiericcio proveniente dal suo dormitorio.

- ma, che succede? - chiese tutta insonnolita

Una sua compagna di stanza le si avvicinò

- oh, non sei eccitata? Cosa indosserai? Come ti acconcerai i capelli? -

Ginny la guardò come se la sua testa si fosse trasformata improvvisamente in quella di un troll.

- eh? -

L’amica fece un risolino - ma come, te nei sei dimenticata? Non sai che giorno è oggi? -

Improvvisamente Ginny divenne lucida: era il giorno di San Valentino.

Si ributtò a faccia in giù sul letto.

- oh, no! - gemette

Ricordava fin troppo bene che giorno fosse: era il giorno del primo vero appuntamento di Harry con Cho.

Una tortura.

- allora, ti alzi o no? Forza, è tardi! Farai aspettare il tuo accompagnatore! - disse l’amica

"ma quale accompagnatore?" non che non ci fossero stati inviti, ma non aveva avuto lo spirito adatto per accettare le avances "polipesche" di qualche ragazzo allupato.

Ma questa considerazione decise saggiamente di tenersela per sé.

- si, si. Mi alzo subito. -

L’amica soddisfatta si allontanò reimmergendosi nel chiacchiericcio, come se non se ne fosse mai allontanata.

 

Ginny si alzò e si diresse in bagno per una doccia bollente.

Sotto l’acqua continuava a pensare ad un modo per superare l’infernale giornata che l’attendeva.

Nel pomeriggio aveva appuntamento con Hermione e Luna ai Tre manici di scopa. Non le aveva spiegato cosa avrebbero fatto, ma le aveva detto che Harry le avrebbe raggiunte lì.

Quello era il momento che più temeva: il dover vedere Harry arrivare felice e contento magari mano nella mano con la sua Cho.

Chiuse la doccia e si avvolse in un enorme asciugamano.

Si appoggiò al lavandino e alzò lo sguardo sulla sua immagine riflessa nello specchio.

"certo, non sono una bellezza, ma non sono nemmeno da buttare via, no?"

Si disse, contemplando il suo viso.

"ma a chi voglio darla a bere! Sono orribile! Guarda quante lentiggini! E poi questi occhi! Non potevo averli azzurri come quelli dei miei fratelli, vero? E invece no! Marrone cacca di troll!!! E poi guarda questi capelli! Sono troppo rossi! E il naso! È troppo piccolo! Uffa!!"

Si lasciò cadere a terra, prendendosi il viso tra le mani in un impeto di disperazione.

"lei è molto più bella di me… è dolce… i ragazzi amano le ragazze dolci… io sono cresciuta con sei fratelli, non sono il massimo della dolcezza… non ho speranze…" si disse

 

Poi, all’improvviso, le ritornò alla mente quella sera durante le feste di Natale, a Grimmauld Place.

Lei e Harry che chiacchieravano… lui che l’accompagnava alla porta della stanza…

Per un attimo aveva avuto paura che Harry la baciasse.

"Paura", che parolone.

Più che altro aveva avuto la speranza che lui la baciasse.

E per un attimo l’aveva creduto davvero.

Sospirò.

"adesso basta" si disse.

"è inutile restare a piangersi addosso. Lui non mi vuole? Benissimo! Gli farò vedere cosa si perde! È giunto il momento di tirare fuori la proverbiale caparbietà Weasley!" si disse e armata di una nuova determinazione, uscì dal bagno.

 

Indossò un vestito di lana lilla, abbinato a degli stivaletti dello stesso colore, solo un po’ più scuro, regalo di suo fratello Bill.

Pettinò i lunghi capelli in una treccia laterale che le cadeva su una spalla.

Si truccò leggermente, mettendo in risalto gli occhi e le labbra e poi, preso il cappottino verde e la borsetta abbinata, scese a fare colazione

 

Durante il tragitto incontrò molti ragazzi che la fissavano quasi famelici.

"ho fatto proprio bene e rifiutare gli inviti dei polipi!"

Arrivata in Sala Grande la trovò insolitamente vuota per quell’ora.

Ma quello era un giorno particolare, dove nessuno rispettava orari.

Si sedette al solito posto e cominciò a versarsi un po’ di succo di zucca.

Harry scese dal dormitorio agitato e nervoso. Non sapeva cosa gli fosse preso la notte precedente.

Aveva mandato degli auguri di San Valentino a Ginny, firmandoli, per giunta!

Come aveva potuto essere tanto idiota? Cosa le avrebbe detto, ora?

L’aveva anche sognata….

"sei proprio patetico!"

E se lei si fosse arrabbiata? Oh, Merlino! Non aveva pensato a questa eventualità!

"e Cho? Come devo comportarmi adesso con lei?"

Frustrato, continuò a percorrere il corridoio fino a quando sentì Dean Thomas e Seamus Finnigan, due suoi compagni di dormitorio che erano scesi qualche minuto prima, parlare accalorati a pochi passi da lui.

Rallentò, curioso di sapere che cosa li agitava così tanto.

- ma l’hai vista? - disse Dean

- si che l’ho vista! Ho gli occhi anch’io, sai? - disse Seamus

- era fantastica! Le ho preparato un bigliettino di San Valentino. Credi… credi che dovrei darglielo? -

- io penso di si. È già da un po’ che le stai dietro, se non ti fai avanti lo farà qualcun altro! Devi darti una mossa, Dean! -

- si! Si, hai ragione. Andrò vicino a lei e glielo darò! -

- chiedile di venire a fare una passeggiata con te ad Hogsmeade. Ron mi ha detto che lei avrebbe passato la mattina con la sua amica Luna. -

 

A quelle parole Harry capì di chi stavano parlando: Ginny.

Accellerò il passo, sorpassandoli e li salutò con un cenno della mano prima di svoltare l’angolo e sparire dalla loro visuale.

E così Ginny aveva fatto colpo sul suo compagno Dean.

Quella notizia gli faceva ribollire il sangue dalla rabbia.

Arrivò in Sala Grande, abbastanza vuota per quell’ora e si avviò al suo tavolo.

Da lontano scorse una figuretta dai capelli rosso fiamma che appena sentì dei passi avvicinarsi si voltò e gli sorrise radiosamente.

Harry trattenne il fiato.

"Miseriaccia! Dean aveva ragione! E’ fantastica!" pensò

 

- Buongiorno Harry! -

Il ragazzo si accorse di trattenere ancora il respiro e decise di darsi una calmata.

"Dannazione Harry! È Ginny! Devi smetterla! Sei il ragazzo di Cho! Devi pensare a Cho!"

Le sorrise, sperando di riuscire a non farle capire l’agitazione che provava in quel momento, e si sedette accanto a lei.

- Buongiorno anche a te. –

- agitato? – gli chiese con un sorriso dolce

- si, beh….ecco io…. –

Ginny lo fermò mettendogli le dita sulle labbra

"oh Merlino….perchè il cuore ha preso a battermi così?" si chiese il moro

" Io amo Cho, io amo Cho, io amo Cho.."

- Harry, è normale. È il tuo primo vero appuntamento! Sarebbe preoccupante il contrario! –

Harry le sorrise – è che non so come comportarmi! Cosa le dico? – le chiese, preoccupato

"sono un bugiardo.Io amo Cho, io amo Cho…."

- non so…parlate dei vostri interessi, di quello che vi accomuna. Di Quiddich, ad esempio. Anche lei è una cercatrice, no? –

- tu non credi che lei voglia qualcosa di romantico, vero? Non credo di esserne capace. –

"ma che diamine dico!le chiedo anche consigli su come comportarmi con le altre, adesso? Tanto non ho nessuna intenzione di passare tutto il pomeriggio con quella lì!....ok, ok calma. Respiro profondo, ecco…. Io amo Cho. Ok, ce la posso fare. Anche se credo di avere un distubo da personalità multipla"

- ehm…forse, conoscendo il soggetto….si. credo che sia tipo da "Madama Piediburro" –

Harry la guardò sconvolto e disgustato.

- non crederà che io la porti in un posto simile, vero? – le chiese, allarmato

Ginny rise per la sua espressione buffissima.

- senti, fai scegliere a lei: così saprai di non sbagliare! Chiedile dove vorrebbe andare e poi accompagnala! Stà tranquillo, andrà tutto bene! –

- se lo dici tu… -

- e non dimenticarti l’appuntamento con Hermione, ok? –

- tu verrai? – le chiese all’improvviso speranzoso

"e questa richiesta da dove mi è uscita??"

- certo…se vuoi… - rispose imbarazzata

- mi sentirei meglio se ci fossi anche tu. – sussurrò Harry

Ginny gli fece un dolcissimo sorriso – allora ci sarò –

 

In quel momento sentirono l’ormai abituale verso delle civette che portavano la posta.

Ad Harry cominciarono a sudare le mani.

Un paio di civette lasciarono davanti a Ginny ed Harry numerose lettere.

- abbiamo parecchie spasimanti, eh? – disse Ginny guardando il mucchietto di Harry

- tu nemmeno scherzi! – rispose il ragazzo

Si guardarono e scoppiarono a ridere contemporaneamente.

- facciamo così: stasera, se sarai ancora vivo dopo la giornata che ti aspetta, te ne leggerò qualcuna. Così ti farai quattro risate! – gli propose, sorridendo

- Ok! Ma potremmo farlo anche adesso… - rispose

- non credo che avremo il tempo… - disse Ginny guardando oltre le spalle di Harry.

Il ragazzo si girò e vide che Cho lo stava guardando molto poco dolcemente dall’ingresso della sala grande.

Harry si girò di nuovo verso Ginny – beh, allora io vado.. –

- ok, ma datti una mossa: non mi pare che la tua ragazza sia tanto contenta di vedermi con te.. –

- ma dai, è assurdo!in fondo sei solo tu, no? – disse Harry, salutandola e raggiungendo la sua "lei".

- certo. – sussurrò Ginny – sono solo io.. –

Stava per alzarsi quando sentì una voce sussurrargli nell’orecchio

- ci vediamo stasera nella sala comune, ok? – Harry le scoccò un bacio sulla guancia e poi sparì.

Ginny rimase impietrita per qualche minuto.

Harry le aveva dato un bacio! Sulla guancia, certo, ma era pur sempre un bacio!

Si riscosse dallo shock solo quando sentì qualcuno chiamarla.

- ma allora? Sei nel mondo dei sogni? –

- scusa, Luna. È che mi è successa una cosa… -

- centra per caso un bel ragazzo dai capelli perennemente spettinati? –

Ginny sorrise.

- dai, mi racconterai tutto quando saremo ad Hogsmeade – disse Luna

 

Si apprestarono ad uscire dalla sala grande quando furono fermate da Dean Thomas.

- ciao! – disse imbarazzato

- ciao! – rispose Ginny

- senti…io volevo darti questa! – le disse, porgendole una piccola busta

- oh…grazie! – disse Ginny, sorpresa

- spero che vorrai accettare di venire a bere qualcosa con me ad Hosmeade… mi farebbe molto piacere! –

- ci penserò… - rispose la ragazza

- bene! – rispose allegro il ragazzo – allora… ciao! –

- ciao! – rispose la ragazza

- a quanto pare hai fatto colpo –

- è carino, però… -

- però non è lui, giusto? –

- purtroppo… però mi ha chiesto di raggiungerlo ai "Tre manici di scopa". E stasera ci siamo dati appuntamento in sala comune. Meglio di niente, no?-

- certo! Ma cosa dovete fare in sala comune? –

- ci leggeremo i biglietti di San Valentino a vicenda. Sai, per fare quattro risate.-

- tu poi glielo hai spedito il tuo? –

- si, ma non è nulla di che. Sono semplici auguri. –

- beh, l’importante è che lui lo legga, no?-

- speriamo solo che non lo infastidisca. –

- non credo proprio. Ora che ne dici di andare? –

- ok.-

- Hogsmeade, arriviamo! – esclamarono in coro mentre si dirigevano verso il piccolo centro.

 

Continua….

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Capitolo 4
*** Un San Valentino decisamente fuori dalla norma (seconda parte) ***


Luna e Ginny arrivarono ad Hogsmeade e la trovarono piena di coppiette che amoreggiavano e si tenevano per mano.
-certo che è un po’ deprimente…- esclamo’ Luna
-cosa?- ribatte’ Ginny
-Beh, è deprimente il fatto che siamo circondate da coppiette mentre noi siamo sole!-

Camminarono un altro po’, commentando ridendo le varie coppiette strambe o troppo sdolcinate che incontrarono sul loro cammino. Ad un certo punto si bloccarono nello stesso momento

- Oh Merlino….!-

- Per i folletti!- esclamo’ Luna

Un enorme orso di peluche camminava verso una ragazza che lo guardava e emetteva urletti striduli saltellando.
Il ragazzo all’interno dell’orso, arrivato davanti alla ragazza, inizio’ a recitare una smielatissima poesia d’amore
Erano talmente scioccate da non essersi accorte che dietro di loro si era formato un piccolo gruppo di ragazzi che guardava la stessa scena.

- È la cosa piu’ ridicola che io abbia mai visto….- gli sussurro’ una voce all’orecchio

Ginny sobbalzo’ – Harry! Mi hai spaventata! –

- …. E dire che di cose ridicole ne ho viste parecchie….. – disse ripensando a suo cugino Dudley strizzato in un completo alla marinara che lo aveva fatto ridere cosi’ tanto che era rimasto in punizione per due mesi di fila

Ginny ghignò ma prima che riuscisse a  commentare si sentì una voce dire – ooohhhh che cosa romantica! –
Luna, Harry e Ginny si voltarono contemporaneamente verso chi aveva parlato. Cho Chang.
Luna guardo’ Harry con gli occhi sbarrati, mentre il moro le restituiva uno sguardo quasi terrorizzato

- Potresti farlo anche tu Harry. – Gli disse

Il moro sbianco’, poi si girò verso Ginny che stava trattenendosi dal ridere e la guardo’ in cagnesco

- Non provare a ridere, Gin… - ringhio’ sottovoce, in modo che potesse sentirlo solo lei – oh no, no, no… - disse quando le vide balenare un lampo divertito negli occhi – non provarci…-

- Ma sì Harry, perché non ti vesti da cagnolone rosa? – disse la rossa

- Oppure da unicorno arcobaleno! – intervenì con voce dolce Astoria, che si era appena avvicinata al gruppo, giusto in tempo per unirsi allo scherzo

Harry rabbrividì e con un – andiamo!- allontanò Cho dalle ragazze che sembravano intenzionate a metterlo in imbarazzo più del dovuto

- Questa me la paghi Gin… - sussurro’ con un lampo divertito negli occhi, mentre si allontanava

- Ma certo… - ridacchio’ la rossa guardandolo divertita

Luna si avvicino’ ad Astoria – Hai notato che Harry la chiama Gin? Nessun altro lo fa…-

-Eccome se ho notato…- disse Astoria – secondo me è cotto e non lo sa…-

- Ci penseremo noi a farglielo capire, no? – rispose Luna sorridendo all’amica

 

Dopo aver gironzolato per un altro po’ di tempo, le ragazze decisero di andare ai Tre Manici di Scopa.

Mentre si dirigevano al pub, Dean Thomas le vide e si avvicinò

- Ciao…. Ginny posso offrirti una burrobirra? –

- Ciao Dean…. In realtà stavamo andando da Rosmerta proprio adesso. Tu e Seamus volete unirvi a noi?-

- O-Ok! – rispose Dean, un po’ deluso.

Arrivati al pub, Astoria ebbe un’idea  – Sentite, voi mettetevi da soli in un tavolino, io e Luna faremo compagnia a Seamus seduti laggiù – disse indicando un tavolo in fondo alla sala a Dean e Ginny

- Ottima idea! - Esclamò Dean prendendo per mano Ginny e tirandola verso il tavolino dedicato alle coppiette.

Luna le si avvicinò – Che stai facendo? Credevo volessimo che Harry si accorgesse di lei! –

- Appunto! - sussurro’ Astoria – Non credi che si ingelosirà quando vedrà che Ginny è stata invitata da qualcun altro? – le disse facendo l’occhiolino

Ginny rimase un attimo sbalordita ma non si oppose e dopo due secondi si ritrovo’ seduta da sola con Dean.

- Senti Ginny…… sono contento che siamo riusciti a rimanere da soli qualche minuto- disse il ragazzo un po’ in imbarazzo – io volevo parlarti di una cosa –

- Ma certo… -  disse Ginny, con una punta di timore nella voce – dimmi pure –

- Tu mi piaci molto! Volevo chiederti …. Vuoi essere la mia ragazza? –

Ginny lo guardò stupita – Ecco Dean, io….. – ma non fece in tempo che il ragazzo si avvicino’ e la baciò

 

- Certo che il ragazzo non perde tempo – esclamo’ Luna che, con Astoria e Seamus aveva seguito tutta la scena dal loro tavolo

- Dean le va dietro già da un po’ di tempo! È davvero cotto!- disse Seamus sorridendo

Astoria diede una gomitata a Luna – Guarda chi è appena entrato? –
Harry , seguito da Ron ed Hermione, si era bloccato non appena aveva varcato la soglia del locale.

Vide Ginny che si baciava con Dean e sbiancò

- Che diamine sta facendo!- sbotto’ Ron e fece per andare dalla sorella, ma Harry e Hermione lo bloccarono

-Ron ti prego, no!- esclamo’ Hermione

- Ma quel tipo sta baciando mia sorella! – esclamo’ il rosso con le orecchie in fiamme – devo spaccargli la faccia!-

Harry era stranamente d’accordo con l’amico, ma non lo diede a vedere. Lo prese per un braccio con un – Andiamo dai Ron! – e lo allontano’ verso il tavolo dove erano sedute Luna, Astoria  e Seamus
Il Rosso si sedette rumorosamente sbuffando e grugnendo, mentre Seamus si alzava.

- Ciao ragazzi! Io andrei…… - e si volatilizzo’ per evitare le ramanzine di Ron, che aveva cominciato a borbottare – il tuo amico…… sorella mia…… baciato!!!!!-

Harry non riusciva a smettere di guardare Dean e Ginny, che in quel momento parlavano a bassa voce con le teste vicinissime.
Hermione lo guardo’ divertita, poi diede una lunga occhiata complice a Luna e Astoria, che guardavano Harry abbastanza soddisfatte.
Il moro trasalì quando si rese conto che Ginny si era alzata dal tavolo e, salutato Dean, si stava dirigendo verso di loro, un po’ arrossata in volto

- Mi fai posto? – disse al ragazzo, che immediatamente si fece di lato sulla panca dove era seduto per permetterle di accomodarsi.

Ci fu un attimo di silenzio, poi Astoria ridacchio’ – Cosa voleva Dean, Ginny?

- Oddio che imbarazzo…. Avete visto tutto? –

- Oh si! – esclamarono le amiche

- Purtroppo! – esclamo’ Ron

Harry non disse nulla . Era di nuovo d’accordo con l’amico

- Mi ha chiesto di diventare la sua ragazza –

- E tu…. Cosa hai risposto? – chiese Luna

- Non gli ho risposto nulla…. Non ne ho avuto il tempo! – disse arrossendo e coprendosi il volto con le mani – poi dopo è scappato via con Seamus e mi ha chiesto di pensarci. –

- Lo farai?- chiese Hermione

- Non lo so…… onestamente non avevo mai considerato Dean Thomas come un possibile fidanzato –

A quelle parole Ron trasalì come se si fosse svegliato in quel momento – tu gli risponderai di no! –

- Finiscila Ron. Credo che tua sorella sia abbastanza grande da decidere da sola! – lo aggredì Hermione

- Ma è ancora piccola! – ribattè il rosso

- Piccola? Ancora con questa storia? Ho solo un anno meno di te, brutto imbecille! E comunque, non ti è bastata l’ultima fattura orcovolante che ti ho lanciato? Ne vorresti un’altra per caso? -  rispose Ginny, arrivando quasi a ringhiare le ultime parole, tanto che si era imbestialita

- No no, per carità – Ron parve sgonfiarsi  - Sai , io mi preoccupo…. Tu sei la mia sorellina…. –

Stai tentando di rabbonirmi? Non ci casco! –  e gli fece una linguaccia Gli altri scoppiarono a ridere, tranne Harry che continuava a guardare Ginny silenziosamente.

- Harry…. C’è qualcosa che non va?-

Harry non rispose subito ed Hermione gli ando’ in soccorso – Beh sai, è un po’ giù. Cho è tornata al castello piangendo -
Ginny fece una smorfia

-come mai piangeva? È successo qualcosa? – chiese Astoria

-Lei dice di continuare ad amare Cedric Diggory. A quanto pare, voleva stare con Harry solo per sapere che cosa era successo la sera che è morto…. – rispose Hermione

Ginny si giro’ a guardare il moro – Harry….. mi dispiace tanto…. – disse sinceramente dispiaciuta.
Non sopportava quella smorfiosa, ma gli dispiaceva per Harry
Harry continuava a fissarla senza parlare. Ginny ricambio’ lo sguardo

- Harry? – sussurro la ragazza. La guardava con una intensità che le fece venire i brividi

- Ehi amico! – lo chiamò Ron

- Eh?! Sì, scusate…. Dicevate? – rispose il ragazzo

- Dicevamo che ci dispiace che l’appuntamento con Cho non sia andato bene…. Amico ma sei sicuro di stare bene?- Chiese di nuovo il rosso

- Si si, tranquillo Ron. Mi ero solo perso nei miei pensieri. – rispose Harry – Che facciamo? Ritorniamo al castello? –

I ragazzi si guardarono  - o-ok Harry…. Se è questo che vuoi…- disse Ron
Si alzarono tutti e uscirono dai Tre Manici di Scopa, avviandosi senza fretta


Harry camminava da solo in fondo alla fila. Non riusciva a togliersi dalla mente il bacio tra Ginny e Dean.
“Che diamine mi prende? Com’è possibile che io provi questa rabbia incontrollata verso Dean? Perché nella mia mente c’ero io al posto di lui con Gin?”
La voce di Hermione, che si era avvicinata all’amico, lo riscosse dai suoi pensieri
 – Ti ha dato fastidio, vero? -
Harry si blocco’ e la guardò. Come diamine faceva a saperlo?

- Ti stai chiedendo come faccio a saperlo?- gli disse dolcemente la ragazza – sei il mio migliore amico, Harry.  Ti conosco. Vedo come la guardi –

Il ragazzo sospirò e ricominciò a camminare – io proprio non capisco…. Come è possibile? Solo un mese fa morivo per Cho, e invece ora…. –

- Non ti importa di lei…. –

- Non me ne importa in effetti… - disse spettinandosi i capelli – Sapevo che l’appuntamento di oggi non sarebbe andato bene. Non so perché ma sapevo che era cosi’ –

- Forse perché in fondo, sapevi che non è lei la ragazza per te. Credo che Cho fosse solo un sogno e nulla più – Gli disse dolcemente Hermione

- Credo di averla idolatrata e di averla messa su un piedistallo. Quando lei si è interessata a me, il mio ego ha fatto il resto. – rispose con un ghigno

- E ora? –

- E ora cosa? –

Hermione sospiro’ con gli occhi al cielo – E ora cosa farai con Ginny?-
- Oh…. Beh, nulla credo. –
Hermione lo guardò con gli occhi sbarrati
- Hermione non guardarmi così! Cosa vuoi che faccia? E’ la sorella di Ron!-

- E con questo? –

- E con questo? Ron mi ucciderebbe!-

- Che esagerato…. – allo sguardo del moro, la ragazza sospiro’ – ok, forse prenderesti un pugno… - _Harry alzo’ un sopracciglio -… O forse due…. Ma non ne varrebbe la pena? –

Con un sospiro il ragazzo si fermò – Hermione, lei è bella, divertente, intelligente. Io sono solo un mucchio di problemi che cammina-
Hermione rise – riesci ad essere pessimista come pochi…. –

- Non è pessimismo il mio. E’ la realtà. Con lei non potrebbe essere una cosa non importante….. insomma….ahhh- disse mettendosi le mani tra i capelli

Hermione rise – farai la cosa giusta, ne sono sicura!-
Arrivati al castello, si diressero nelle rispettive case.



- Ginny ci vediamo più tardi a cena! – disse Astoria

- Ok a dopo! Ciao Luna!-

Ginny le guardò allontanarsi e poi seguì gli altri. Si accorse che Harry si era fermato ad aspettarla

- Allora…. Stai un po’ meglio? – chiese la ragazza

- Ehm… si. Sapevo che non sarebbe andata bene – rispose il ragazzo

- Come sarebbe? E allora che ci sei andato a fare? –

Harry si passò una mano tra i capelli, un po’ in imbarazzo – in realtà non lo so….. credevo mi piacesse …. –

- … ma? –

- Ma meno di quanto pensassi. –

Harry si fermò e la guardò: erano arrivati davanti al ritratto della Signora Grassa

Ti è mai capitato di uscire con qualcuno ma di pensare a qualcun altro? – Chiese
Ginny stava per fargli una risatina isterica in faccia.

- Direi di sì. Mi è capitato. Più volte in realtà – gli rispose

- Più volte? Come mai? –

- Beh…- in quel momento Ron uscì dal ritratto

- Ehi Harry, facciamo una partita a scacchi? –

- Sì Ron, arrivo- si girò verso la ragazza – Riprendiamo il discorso stasera. Ti aspetto in sala comune-

- Ok- rispose la rossa con un sorriso

Harry gli sorrise in risposta e si allontanò con l’amico

- Che devi fare con mia sorella in sala comune più tardi? – Gli chiese Ron

Harry decise che la sincerità era la migliore cosa – Stamattina in Sala Grande, ci siamo resi conto che abbiamo ricevuto tantissimi biglietti di San Valentino, uno più ridicolo dell’altro. Volevamo farci quattro risate leggendoli insieme –
- Ah….ok- rispose il rosso – a  me ne sono arrivati alcuni che hanno messo i brividi –

- E non me li hai fatti leggere? – lo sgridò Harry

- Scherzi? Mi avresti preso in giro fino alla morte! Dai, giochiamo! –Disse sedendosi davanti alla scacchiera.

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Capitolo 5
*** Un San Valentino decisamente fuori dalla norma (terza parte) ***


Dopo cena, quando quasi tutti erano rientrati nei dormitori, Ginny si preparò per scendere in sala comune.
-Ginny dove vai? – le chiese Romilda Vane, una sua compagna.
- Scendo in sala comune. Perché? – chiese
- Se vedi la Granger, potresti chiederle se Harry ha ricevuto il mio biglietto di San Valentino? –
- Se vuoi lo chiedo direttamente ad Harry – rispose la rossina con un sorrisetto – mi vedo con lui in sala comune –Romilda parve sorpresa per un attimo, poi il suo sguardo si fece cattivo – e come mai ti vedi con lui? –
- Beh, io ed Harry siamo amici… -
- Ma fammi il piacere…. È amico di tuo fratello, non tuo! – ribattè Romilda
- Sarà anche amico di mio fratello, ma stasera aspetta me . Quindi buonanotte ragazze! –
Natalie e Delmeza, le altre due coinquiline di dormitorio le fecero un occhiolino, mentre si chiudeva la porta alle spalle

Non lo diede a vedere, ma le parole di Romilda l’avevano toccata.
 Era vero.
Harry non era suo amico.
 Lui stava sempre con Hermione e Ron, si vedeva con lei solo in occasione delle lezioni delle ES o quando Hermione era con lei. Difficilmente si trovavano nella stessa stanza da soli.
 
Persa nei suoi pensieri, non si accorse di essere arrivata in sala comune e che Harry la stava aspettando.
Quando il ragazzo la vide spuntare dalle scale del suo dormitorio si alzò dal divano dove era seduto.
Si rese conto subito che Ginny aveva la testa da un’altra parte – Gin? Tutto bene? –
Ginny sobbalzò portandosi una mano al petto – Harry! Scusa non ti avevo visto! –
- Eri persa in un altro mondo…. – le disse sorridendole
- Sì, stavo pensando ad una cosa che mi è stata detta su in dormitorio.. –
- Niente di spiacevole, spero –
- No, no. Solo una cosa su cui riflettere.. – fece lei, sedendosi sul divano.Lo guardò negli occhi e arrossì un poco. – Allora…. Questi biglietti? Li hai letti? –
- Non ancora. Facciamo così: io leggo i tuoi e tu i miei….. almeno che non ce ne sia uno che non vuoi che io legga… -
- No no! – si affrettò a dire Ginny – puoi leggerli tutti tranquillamente! – Gli porse i biglietti e prese dalle mani del ragazzo i suoi
- Hei, sono davvero tanti! – esclamò Harry
- Nemmeno i tuoi sono pochi… - disse Ginny ridendo
- Inizio io, va bene? -  disse il moro, preparandosi ad aprire il  primo biglietto
Ginny annuì
Harry fece un lungo sospiro e iniziò a leggere
 
“Alla mia dolce sorellina,
buon San Valentino
William"

 Ginny sorrise teneramente – Mio fratello mi manda sempre gli auguri di San Valentino! Tocca a me!-
Non fece in tempo ad aprire il biglietto che una voce registrata proveniente dalla busta esclamò “Buon San Valentino Harry!” e nuvola di porporina rosa le scoppiò in faccia
Harry si trattenne dal ridere vedendo Ginny diventare rosa luccicante per effetto della porporina
 
- Non provarci Harry Potter!  - Non ti azzardare a ridere! –Harry scoppio’ in una fragorosa risata e Ginny non riuscì a tenergli il muso, finendo per ridere anche lei
Il ragazzo si calmò un attimo e prese un altro biglietto dalla pila di Ginny

“I tuoi capelli rossi sono come fuoco,
i tuoi occhi come oro….
Ginny Weasley sei lo splendore di Grifondoro!
Buon San Valentino!
Colin Canon”
 
- Oh mio Dio…. -  commentò il ragazzo
Ginny rise – sì, Colin mi invia sempre dei biglietti stravaganti! –
 
“ Caro Harry,
posso farti dimenticare tutti i tuoi problemi.
Chiamami quando vuoi
Romilda Vane”
 
-Chi? – Disse Harry arrossendo per i sottintesi del messaggio
- Romilda Vane. È nel mio dormitorio. Carina, Capelli lunghi scuri…-disse Ginny
-Ah…sì…… dovro’ stare attento a non imbattermi in lei da solo… -
Ginny rise- credo proprio che non ti convenga, almeno che tu non voglia dimenticare i tuoi problemi con la bella brunetta! –
Harry arrossì di colpo e si affrettò a leggere un altro biglietto
 
Dopo parecchi biglietti, alcuni affettuosi come quello di Fred, _George, Charlie e Ron per Ginny, o quello di Hermione, per Harry; alcuni tremendamente sdolcinati, come quello di Hernie McMillian per Ginny e quello di Vicky Probisher per Harry o addirittura audaci come quello di una certa Mary Williams di Corvonero per Harry, che Ginny rifiutò di leggere, tanto era piena di “dettagli” su cosa lei volesse fargli, (Questa è pazza! Dichiarò Harry diventando rosso come unpomodoro)o quello di Jasper Kinkade di Tassorosso che Harry catalogò come maniaco e a cui promise un incantesimo di rimpicciolimento di qualcosa di molto prezioso se solo si fosse riavvicinato a lei, cosa che fece ridere Ginny fino alle lacrime, arrivarono agli ultimi quattro biglietti.
 
“Ciao Ginny.
Ti penso sempre.
Mi piaci davvero tanto
Spero tu voglia diventare la mia ragazza.
Dean Thomas”
 
Harry guardò Ginny che sorrideva pensierosa – Hai intenzione di accettare? –
- Non lo so. – rispose onestamente la ragazza
- Posso farti una domanda? –
- Ma certo. –
Harry la guardò negli occhi – Lui ti piace? –
Ginny ricambiò lo sguardo. Non riusciva a capire perché Harry la guardasse in quel modo
- È un bel ragazzo …. –
- E poi? –
- E poi cosa? –
- Provi qualcosa per lui? – Harry continuava a guardarla intensamente
- Intendi se sono innamorata di lui? –
- Sì –
- No. Non sono innamorata di lui. –
- E allora perchè stai riflettendo se metterti con lui o no? – chiese il moro
Ginny sospirò. Come faceva a fargli capire quello che provava?
- Harry è complicato… -
- A me non sembra…. –
- Per te è facile! Non devi uscire con qualcuno per dimenticare chi ti piace realmente! – sbotto’ la ragazza
- L'ho fatto proprio oggi, a dire il vero -
- cosa? -
Harry cambiò argomento.  - Rispondi prima alla mia domanda. Avevi detto di non essere innamorata… -
- Ho detto di non essere innamorata di Dean, non che non sia innamorata di qualcuno!-
Harry la guardò un attimo. Era un po’ rossa sulle guance, come succedeva quando si irritava.
-E questa persona… non ti ricambia?-
Ginny lo guardò con un sopracciglio alzato. Non riusciva a capire il comportamento di Harry. Tutte quelle domande… come se non sapesse che lei era sempre stata innamorata di lui…Pero’ era stanca di fingere indifferenza.
- Perché ti interessi a me, Harry? – gli chiese la ragazza in un sussurro
- Io mi interesso sempre a te Gin. Siamo ….amici, no? –
- No. Non lo siamo…. – sussurro’ la ragazzaHarry sgranò gli occhi
- Sai cosa mi ha detto Romilda in dormitorio prima di scendere? Che io e te non siamo amici… -
- Perché dai peso a quello che ti ha detto la tua compagna? Considerando il biglietto che mi ha mandato, probabilmente è solo gelosa! – ribattè il ragazzo
- Probabilmente sì, pero’ lei ha ragione. Tu sei amico di Ron. Di Hermione. Ma io e te non siamo amici. Gli amici parlano tra di loro. Si confidano. Tu non condividi i tuoi pensieri con me. Io sono solo la sorellina del tuo migliore amico, una con cui ti ritrovi spesso a passare le vacanze. –
Harry abbassò lo sguardo.
Ginny aveva ragione.
Loro due non erano amici.
Non come Ron o Hermione.
Ma per lui, lei era importante.
Molto importante.
 
Ginny vide Harry abbassare lo sguardo e decise di proseguire con la lettura degli auguri di San Valentino.
Ne prese uno e lo lesse ad alta voce.
Era il biglietto inviato da Luna.

Lui la a guardava in silenzio
Ginny raccolse il coraggio e incrociò il suo sguardo.
- Harry? Tocca a te. – Disse dolcemente la ragazza.
Il ragazzo la guardò per un lungo istante, poi prese un biglietto e si accorse che era il suo.

Vedere un mondo in un grano di sabbia
e un universo in un fiore di campo,
possedere l’infinito sul palmo della mano
e l’eternità in un’ora.

Questa poesia mi fa sempre pensare a te.
Buon San Valentino
Harry
 
Alzò lo sguardo e vide che Ginny era un po’ arrossita e aveva gli occhi lucidi.
-Gin? – sussurrò il ragazzo
Lei alzo’ lo sguardo e incontrò di nuovo quei bellissimi occhi verdi che amava tanto.
Il suo biglietto l’aveva commossa. Erano, in sintesi, i sentimenti che provava per lui.
Lui allungò una mano e gli tolse una ciocca di capelli dal volto, accarezzandole delicatamente una guancia.
- Forse hai ragione. Non siamo amici. – disse, continuando ad accarezzare la guancia della ragazza – ma non sei solo la sorellina di Ron. Non ho mai pensato a te in questo modo. -Il cuore di Ginny perse un battito a quelle parole.
Harry le mise una mano dietro la testa e avvicinò il volto al suo – Di chi sei innamorata, Gin? – chiese il ragazzo
Lei assecondò il movimento del ragazzo, continuando a guardarlo negli occhi, poi dolcemente, in un sussurro, disse – Non lo sai? –
Harry stava per annullare la distanza che lo separava dalla sua bocca, quando si sentì chiamare
- Harry! Ginny! Siete ancora qui? – li chiamò Ron
Si staccò bruscamente dalla ragazza e rispose  – sì Ron, siamo qui! –
Il rosso si avvicinò, non accorgendosi minimamente del disagio degli altri due.
- Allora, avete finito? – disse indicando le lettere
- Sì – rispose la ragazza
- No – rispose Harry nello stesso momento
Ron li guardo’ per un attimo – avete finito o no? –
Ginny mise una mano sul braccio di Harry per fermare la sua replica e disse – Si. Abbiamo finito. E’ rimasta solo una lettera ma non è nulla di speciale – disse con noncuranza
Harry si allungò per prendere la lettera e vide che era di Ginny
- Ehm… si, ha ragione lei. Niente di speciale –
Ron era un po’ dubbioso, ma poi alzò le spalle – ok… allora vieni? – chiese ad Harry
-Sì, sì, vengo – disse il moro esitante, alzandosi dal divano e interrompendo il contatto tra di loro.

Ginny non se ne era resa conto ma aveva tenuto la mano poggiata sul braccio di lui per tutto il tempo.
Quando realizzò la cosa arrossì leggermente.

Harry prese tutte le lettere e si avviò con l’amico. Sulle scale si fermò e si voltò
- Buonanotte Gin… - sussurrò dolcemente
- Buonanotte Harry – rispose la ragazza sorridendo 

Quando, tempo dopo, Harry fu sicuro che i suoi compagni di dormitorio dormissero, prese la lettera di Ginny dalla tasca e la aprì.
Immediatamente un profumo di fiori lo investì, l’odore che lui associava alla ragazza.
Era un semplice biglietto bianco, dove spiccava la scrittura precisa della rossina.
 
Ovunque andrai sappi che avrai sempre una persona su cui contare.
Io sono qui per te, sarò pronta ad offrirti tutto quello che posso, perché per me sei importante.
Buon San Valentino
Gin

Harry si sentì emozionato come mai prima di quel momento.
Annusò la lettera per sentire ancora quello stupendo odore di fiori e si addormentò sorridendo.

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Capitolo 6
*** Litigi ***


Il mattino dopo Ginny si svegliò con uno strano sorriso.
Harry l’aveva quasi baciata la sera prima e quando l’aveva salutata, l’aveva fatto con uno sguardo dolcissimo.
“Forse è stata solo la mia immaginazione” pensò, mentre si preparava a scendere in Sala Grande per fare colazione.
Fortunatamente le sue compagne di stanza erano tutte già scese, quindi era riuscita ad evitare Romilda Vane e la sua morbosa curiosità .

Scese e, in Sala Comune trovò Dean Thomas che la stava aspettando
- Ciao Ginny! – la salutò
- Ciao Dean – rispose lei un tantino imbarazzata.
Aveva pensato alla proposta che il ragazzo le aveva fatto il giorno prima ad Hogsmeade e aveva deciso di rifiutare garbatamente.
Dopotutto, non era così cattiva da trattare male le persone. 
Però in quel momento non era pronta per affrontare l’insistenza del ragazzo, che era certa sarebbe arrivata.
- Scusami, ho appuntamento con le mie amiche, non posso trattenermi – Così, senza dare modo al ragazzo di chiederle qualunque cosa, si infilò nel buco del ritratto, uscendo dalla Sala Comune

Fuori trovò un ragazzo con un paio di occhi verdi che la fissava e la stava aspettando
- Buongiorno Gin.. –
- Buongiorno Harry.. – rispose
Il ragazzo sembrava nervoso, la guardava fisso , ma non parlava, continuando a rigirarsi la bacchetta tra le dita.
Si passò una mano tra i capelli e Ginny ebbe un moto di tenerezza
- Harry….. perché sei così nervoso? Sono solo io…. –Harry la guardò e si calmò, facendole un mezzo sorriso
- Ascolta Gin, io….. – il ragazzo sospirò – Andiamo a fare colazione. Ti va?-Ginny gli sorrise – Ma certo! –
Lui gli porse il braccio e lei lo accettò sorridendo
- Sei pronta per la prossima partita di Quiddich? –
- Oh sì! Non vedo l’ora! Domani ci sono gli allenamenti, no? –

Arrivarono in Sala Grande e si sedettero al tavolo dei Grifondoro, accanto a Ron ed Hermione, che stavano già mangiando
Hermione li guardò curiosa – tutto bene? –
- Tutto benissimo, grazie Hermione! – rispose la ragazza
Harry incontro’ lo sguardo dell’amica e arrossì.

Iniziarono a chiacchierare allegramente tutti e quattro, quando qualcuno si avvicinò al tavolo e chiamò Harry
Il ragazzo si voltò trovandosi di fronte Cho Chang
- Harry…posso parlarti? –
- Sì, certo – rispose il ragazzo scambiando uno sguardo sorpreso con gli amici e alzandosi dal tavolo

Ginny li seguì con lo sguardo, fino a quando non li vide uscire dalla Sala Grande
In quel momento una moretta si sedette accanto a Ginny, al posto di Harry
- E’ tornata alla carica? – commentò Astoria
Ron fece spallucce mentre Hermione guardava accigliata il punto dove il suo amico era scomparso con la ragazza corvonero
- Magari vuole solo scusarsi per il suo comportamento di ieri… - proseguì la riccia
- Io non credo – rispose Ginny – quelle come lei, di solito, non si scusano –

In quel momento Harry ritornò in Sala e, salutando Cho con un sorriso, si sedette di nuovo vicino ai suoi amici, che lo guardavano con un enorme punto di domanda sul volto
- Allora? – disse Ron – Cosa voleva? –
- Si è scusata per avermi lasciato ad Hogsmeade ieri e .. – il ragazzo lanciò un’occhiata a Ginny prima di continuare – e mi ha chiesto di riprovare a passare del tempo insieme –
- Fantastico amico! – commentò Ron
- Non avrai accettato, vero Harry? – chiese Hermione
- Beh, non mi sembrava carino rifiutare ... –

Per Ginny fu come se qualcuno le avesse dato uno schiaffo in pieno volto.
- Harry! Ma sei impazzito! E tutti i discorsi che abbiamo fatto ieri? – ribattè piccata Hermione
- Hermione, non sono fattibili e lo sai bene.  – rispose il moro
- Che discorsi? – bofonchiò Ron masticando

Ginny si alzò di colpo – scusatemi. Mi sono appena ricordata di dover andare in Guferia –
Si allontanò dal tavolo con le braccia rigide e i pugni stretti.
- Gin.. – la chiamò Harry, ma la ragazza lo fulminò con un’occhiataccia e si allontanò con uno svolazzo dei capelli rossi

Harry si alzò e la seguì quasi correndo – Gin! Gin aspetta! – la raggiunse fuori dalla Sala Grande e la afferrò per un braccio.
- Lasciami! – si divincolò la ragazza
-  Gin ti prego guardami! –
- Non chiamarmi così! – quasi urlò la ragazza

Harry la guardò stranito, trascinandola in un corridoio vuoto – così come? –
La ragazza si allontanò di un passo e incrociò le braccia – Non chiamarmi con quel diminutivo! Come se te ne importasse qualcosa! Non hai il diritto di farlo! Non ti importa nulla di me! –
- Cosa stai dicendo? Mi importa di te! –
- No! Non è vero! Se ti importasse qualcosa, non penseresti di uscire con quella! -

Ginny era talmente sconvolta da non riuscire più a tenere nascosti i suoi sentimenti
Harry sospirò passandosi una mano tra i capelli – Gin è complicato… -
- Ma è ovvio! Quando mai qualcosa che riguarda il grande Harry Potter non è complicato? – fece la ragazza ironica.
- Che vuoi  dire? –
- Che tu hai la rara capacità di complicare sempre tutto, anche le cose più semplici! –

Harry si risentì delle parole della rossa e la guardò infuriato – Io non complico sempre tutto! –
- Come no! Ieri sera .. –
- Ieri sera è stato uno sbaglio! Anzi stavo per fare uno sbaglio! Stavamo per fare un enorme sbaglio! Ma non è successo nulla! – disse urlando il ragazzo

Ginny lo guardò con gli occhi sbarrati – Non è successo nulla? Harry ci siamo quasi baciati! – ribattè quasi ringhiando
- Ma non lo abbiamo fatto! –
- Non lo abbiamo fatto solo perché Ron è sceso in quel momento! –
- Beh, è stato un momento di debolezza! Uno stupido errore! –
- Uno stupido errore? – Ringhiò la ragazza – Quanto sei idiota Harry Potter? –
- Tu sei la sorella del mio migliore amico! –
- E con questo? –
- Non si fanno queste cose con le sorelle degli amici! –La ragazza lo fissò incredula.
- Ah ecco. Quindi è questo il problema?  Il problema è che sono la sorellina di Ron? –
- Sì!... No!... Dannazione! Non è questo il punto! – il ragazzo si passò una mano tra i capelli, frustrato.
- Gin… dai…. Stavamo solo giocando con quelle stupide lettere! –
- Giocando? – sibilò la ragazza.

Il ragazzo capì immediatamente di aver detto la cosa sbagliata
Alzò le mani verso di lei, come per difendersi
- Aspetta Gin, non è quello che intendevo…. -
- Giocando? – esclamò di nuovo la ragazza - Se per te è stato tutto un gioco, cosa ci vuole a capire che non è un gioco che puoi fare con me? – urlò
 - Che vuoi dire?  Ron… -
 - Mio fratello non c’entra con questo! Tra tutte le ragazze che ti vengono dietro,  non puoi giocare  con i miei sentimenti,  brutto idiota sopravvissuto! – gli urlò in faccia la ragazza, ormai talmente sconvolta da non curarsi più di chi potesse sentirla.

Harry la guardò con gli occhi sbarrati
- Io non ho giocato con i tuoi sentimenti! - disse quasi oltraggiato dal fatto che lei avesse potuto pensare di lui una cosa del genere.
- E questo come lo chiami? Prima mi mandi dei segnali inequivocabili, poi ti tiri indietro!-
Il ragazzo non riuscì a rispondere perché arrivarono di corsa Ron ed Hemione, seguiti da Astoria e Luna

- Che sta succedendo qui? Perché stai urlando contro Harry, Ginny? – Chiese Ron
- Perché il tuo amico è uno stupido idiota!- esclamò la rossa, allontanandosi arrabbiatissima, prima di lanciare un’altra occhiata di fuoco al moro
Harry vide la rossina andare via seguita dalle amiche e sospirò
- Non fare caso a lei – disse Ron – mia sorella è tutta matta! – si girò e si avviò verso l’aula di Pozioni

Harry si voltò verso Hermione  - Credo che non mi perdonerà mai… -
- Cosa è successo Harry? –
- Ieri sera ci siamo quasi baciati – raccontò il moro
- Ma è meraviglioso! – esclamò l’amica
- Meraviglioso? Magari sì, se non le avessi detto che è stato uno stupido sbaglio… -
- Oh Harry! –
- E che stavamo solo giocando... –
- Oh no!-  Esclamò dispiaciuta la ragazza abbracciandolo
Harry strinse la ragazza a sé e nascose il viso tra i suoi capelli
- Stai tranquillo. Ginny ti perdonerà –
- Tu dici? – Chiese il ragazzo
- Sicuramente! Forse però te la farà pagare un po’!  - Gli disse sorridendo 
 

 Ginny era talmente furiosa e corse talmente veloce da seminare quasi  le amiche che la seguivano, che per poco non la videro entrare in un’aula vuota.
La ragazza cominciò ad inveire contro il suo grande amore, camminando avanti e indietro, senza accorgersi che non era da sola
 
- Quell’idiota… imbecille….. dirmi che stava giocando… GIOCANDO! … cosa crede, che io sia una delle sue numerose fan? Che diamine pensava?  -
Luna e Astoria la guardavano andare avanti e indietro, lanciando improperi verso il ragazzo
- Dici che si è accorta della nostra presenza? – chiese Luna
- Non credo… - rispose Astoria – è troppo concentrata a maledirlo –

- Io voglio strozzarlo, voglio affatturarlo…. –Nel mezzo di quello sproloquio, Ginny si accasciò sulle ginocchia e lanciò un gemito di dolore
- A chi voglio darla a bere? Mi ha spezzato il cuore… -
Le amiche corsero ad abbracciarla. Non l’avevano mai vista così
- Che cos’ho che non va? -  Chiese in un sussurro a nessuno in particolare
Astoria l’abbraccio stretta, poi si staccò e le prese il volto tra le mani – non hai proprio nulla che non va. Sei bellissima, simpatica, brava a giocare a Quiddich. E’ lui che è un idiota –
Ginny fece un sorrisino – Grazie –
Luna le accarezzò i capelli, poi dolcemente le chiese – Vuoi raccontarci cosa è successo?-

Ginny sospirò, prese coraggio e raccontò alle amiche tutto quello che era successo la sera prima e cosa si erano detti quella mattina
-  Siamo sicuri che l’anatema che uccide gli abbia solo provocato una cicatrice a forma di saetta? Magari è menomato e noi non lo sappiamo…. Questo potrebbe giustificare il suo essere così idiota! – esclamò Astoria, facendo ridere Ginny fino alle lacrime

Poi improvvisamente si fece seria
- Ragazze io non ce la faccio più. Basta. Non voglio più soffrire per lui. Non voglio vederlo mai più –
- Questo sarà un po’ complicato …. – disse Luna – però magari, con un po’ di fortuna e di collaborazione, possiamo evitare che tu rimanga da sola con lui in una stanza. Che ne dici? –
- Ok…. – fece Ginny – Mi aiuterete? – chiese speranzosa
- Certo che sì. – Risposero le ragazze - Ora però dobbiamo andare a lezione, o quel brutto rospo ci metterà in punizione – disse Astoria.

Uscirono dall'aula e si incamminarono verso l'inutle lezione di Difesa contro le arti Oscure della Umbrige


 

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Capitolo 7
*** Consigli malandrini ***


Nelle settimane seguenti, Ginny riuscì ad evitare di parlare con Harry.
Perfino agli allenamenti di Quiddich riuscì a non rimanere mai da sola con lui. 
Il ragazzo però cominciava ad innervosirsi.
La situazione con Ginny lo stava portando all'esasperazione.
Non dormiva, era nervoso più del solito e scattava per nulla.

Ron, che non sapeva cosa passasse nella testa del suo amico, dava la colpa ai G.U.F.O. imminenti, accusando Hermione di aver influenzato Harry in maniera negativa.
La riccia, invece, che sapeva il perchè del nervosismo del ragazzo, gongolava beccandosi occhiatacce dal suo amico.
Ogni tanto, però, il ragazzo la smuoveva a pietà facendo lo sguardo di cucciolo abbandonato bisognoso di coccole, il che avveniva specialmente quando una certa rossa passava nel corridoio dispensando sorrisi a tutti tranne che a lui.
In quei momenti Hermione cercava di consolarlo, e spesso si ritrovava ad accarezzare la testa di Harry tipo barboncino, causando un ulcera silenziosa a Ron.

Harry era disperato.
Aveva provato a parlare con la rossina, ma le sue amiche erano riuscite in qualche modo a tenerlo lontano da lei.
Agli incontri delle ES arrivava con loro e andava via con loro.
Nei corridoi non era mai da sola.
Era sempre con Luna o con Astoria e non incrociava più il suo sguardo.
Lo ignorava.

L’unica volta che i loro sguardi si erano incontrati era stato quando, nell’ultima lezione delle ES, prima delle vacanze di Pasqua, la ragazza aveva lanciato un incantesimo Reducto talmente potente da aver ridotto in cenere il manichino su cui si allenavano.
Poi aveva abbassato lo sguardo ed era tornato ad ignorarlo.
Non gli rivolgeva nemmeno la parola.
 

Tornati a Grimmauld Place per le vacanze di Pasqua, la situazione diventò insostenibile.

Una notte il ragazzo, non riuscendo a prendere sonno, decise di scendere in cucina.
Arrivato sul pianerottolo, ebbe una intensa sensazione di Deja-vu.
Ginny era seduta al tavolo con una tazza di the fumante e parlava, sottovoce e fitto fitto con due uomini.
L’unica differenza era che quella sera, non appena lo vide, si alzò bruscamente e, dando la buona notte ai presenti, se ne tornò di corsa in camera.

Harry colse l’occasione per cercare di parlarle.
Lei lo fulminò con lo sguardo e dopo aver ringhiato qualcosa, sparì con uno svolazzo di capelli rossi, lasciandosi dietro quel meraviglioso profumo di fiori che era suo soltanto.
 
Harry entrò sbuffando in cucina dove, per la prima volta, lo accolse uno sguardo preoccupato targato Sirius Black, accompagnato da quello leggermente divertito di Remus Lupin.

- Va proprio male, eh? – chiese Sirius
- C’è stato un progresso – commento il ragazzo sedendosi malamente sulla sedia dove prima c’era la ragazza – Mi ha ringhiato contro un qualcosa che non ho capito, ma almeno ha avuto una reazione –
- Perché, di solito cosa fa? – Chiese l’uomo, mentre Remus si alzava per prendere una tazza di the per il ragazzo
- Di solito non fa assolutamente nulla. – i due uomini si guardarono – Niente di niente! E’ come se io non esistessi più! Mi sta facendo impazzire! – concluse con un gemito prendendosi la testa tra le mani

- Ahia… - commentò il suo padrino – è arrabbiata sul serio allora –Il ragazzo gemette di nuovo
Remus si avvicinò con il the – Comunque quel grugnito che ti ha rivolto era “Idiota occhialuto” –

Harry sbattè la testa contro il tavolo


- Benissimo! Sono davvero un idiota! Ho fatto allontanare da me l’unica che…. – ma si bloccò di colpo arrossendo. Che Merlino stava per dire?
- L’unica che..? – lo incoraggiò RemusSirius intanto sghignazzava
Il ragazzo era sempre più rosso e pareva gonfiarsi come un palloncino.
Remus lo guardò con dolcezza – Forse, se magari dici a voce alta quello che senti e sei onesto con te stesso, riuscirai anche ad aggiustare le cose con lei –

Harry cacciò un sospiro e si mise di nuovo la testa tra le mani


- Lei è l’unica che mi fa sentire bene – disse talmente piano che i due uomini riuscirono a sentirlo solo perché uno era un animagus, l’altro un licantropo.
- In che senso “bene”? – chiese Sirius
- Lei non mi tratta diversamente. –

Ci fu un attimo di silenzio

- Nessuno ei tuoi amici ti tratta diversamente – disse Remus
- Tutti lo trattano diversamente – commentò Sirius
- Appunto – ribattè il ragazzo – Anche Ron ed Hermione, a volte sembra che abbiano paura di un mio scatto d’ ira o che io possa dire qualcosa di “strano”-
- Lei invece non lo fa? – chiese il licantropo
- No. Lei no. Quando abbiamo qualche discussione, anche sul campo di quiddich, lei mi tiene testa e mi fa ragionare. Se sto sbagliando mi urla contro, mi tratta come un ragazzo “normale” – Remus e Sirius si guardarono
- Per lei sono solo Harry. Harry e basta. Non una celebrità o il Bambino che è sopravvissuto. Per lei sono solo io –
- E per te? Lei cos’è? - Chiese SiriusHarry sospirò pesantemente.
- Lei ….lei è come una ventata di aria fresca, è come quando volo sulla scopa. Con lei mi sento libero, più leggero… Mi fa sentire bene.. -

Sirius lo guardò profondamente commosso , come non aveva mai fatto

Harry parlò come se fosse solo nella stanza, come se nessuno lo stesse ascoltando, per la prima volta, sincero verso se stesso, proprio come aveva detto Remus.
– Mi sembra che tutto vada bene accanto a lei. Che nulla possa andare male, quando stringo la sua mano nella mia. – Continuò il ragazzo  - Sembra che il mondo sia più luminoso quando lei mi sorride o mi guarda, oppure semplicemente quando entra in una stanza –

Harry ricambiò lo sguardo intenso del padrino, ricordandosi di non essere solo.
Sirius gli sorrise teneramente. – Sono le parole che tuo padre mi disse quando si scoprì innamorato di tua madre. –
Harry fece uno sghembo sorriso.

- Credo che tu ti sia semplicemente innamorato di Ginny, Harry. Innamorato davvero –
Harry lo guardò tristemente – cosa faccio adesso? Come faccio a farmi perdonare? –
- Perché non hai detto a lei quello che hai detto a noi? – Chiese Remus
- Perché non posso –
- E perché di grazia? – chiese Remus esasperato. Harry era testardo quasi quanto Lily
- Perché ho Voldemort che mi spunta nel cervello e Piton che si diverte ad entrarmi nella testa e a mettermi in imbarazzo, spulciando tutti i miei più intimi pensieri! – esclamò irato il ragazzo
- Quindi le lezioni di Piton non funzionano? – Chiese Sirius
- E’ difficile chiamarle lezioni, visto che non mi spiega come fare a combattere le sue intrusioni e si limita ad entrarmi nella testa e a guardare tutti i miei pensieri, tutti i miei sogni e a commentarli! –
- Tutti i tuoi sogni? – Fece Remus 

Il ragazzo sospirò e disse candidamente - Remus, la mia immaginazione è l’unica cosa che mi ha tenuto sano di mente quando vivevo con i miei zii.  – si passò una mano tra i capelli, frustrato - Ho una fervida immaginazione, io –

- Che al momento è incentrata su una ragazza dai capelli rossi, giusto? – concluse Remus.
Harry fece un cenno di assenso
- Immagina le battutine di Piton o i tormenti che ci darebbe se quelli non fossero solo sogni. – concluse il ragazzo

I due uomini si scambiarono uno sguardo divertito.

- Posso darti un consiglio Harry? – fece Sirius dopo un minuto di silenzio.
- Sarebbe fantastico – rispose il ragazzo
- Vivi la tua vita. Hai quasi 16 anni. Quando hai occasione di essere felice, sii felice. La vita mi ha insegnato che tutto va a rotoli se deve farlo, anche se tu sei preparato, anche se ti preoccupi per gli altri, anche se tenti di proteggerli. - Lo guardò teneramente
- Diglielo Harry.  –
-  E come faccio?  Non mi guarda nemmeno! Non mi rivolge la parola!  - rispose agitato il ragazzo
- Hai sempre la mappa e il mantello, vero? – suggerì Remus
Harry lo guardò – Le tendo un’imboscata? – chiese dubbioso
- Con tua madre ha funzionato. Ricordi Sirius? –

Sirius iniziò a ridere sguaiatamente
- Tuo padre era un po’ come te, disperato perché Lily non gli rivolgeva più la parola. – fece Remus
- Così James si appostò fuori dall’aula di pozioni e, nascosto sotto il mantello, la rapì sotto lo sguardo attonito di Marlene -
- Della cui solitudine mi occupai io… - rispose Sirius
- E funzionò? – rispose Harry
- In realtà tua madre urlò talmente tanto contro James che, quando la rivedemmo, non aveva più voce – rispose Remus divertito - Però funzionò –
- Si è vero – rise Sirius – Arrossiva ogni volta che incrociava lo sguardo di James! Tuo padre non mi ha mai voluto dire cosa fosse successo… -
- Ma non era difficile da immaginare!- terminò con un sorriso Remus

Harry arrossì un po’ al pensiero di quello che poteva essere accaduto tra suo padre e sua madre.
- Ora, non pretendo che tu sia sfacciato come tuo padre, ma sei sempre suo figlio! – Lo incoraggiò Sirius
- Stai tranquillo e fai tutto ciò che ti senti di fare. Al peggio ti arriverà una fattura Orcovolante targata Ginny Weasley – disse Remus

Harry rise
- Hai mai visto un’Orcovolante di Ginny? Fanno decisamente paura! – commentò il ragazzo
- Ed è troppo da rischiare, secondo te? – chiese Remus
- Oh no. Posso anche sopportare qualche fattura per farmi ascoltare – rispose il ragazzo – ma, onestamente, spero di riuscire a zittirla prima-  commentò, facendo ridere i due uomini 

Si alzò più sollevato e si avviò alla porta – Ora vado a letto. Grazie. E pregate Merlino che riesca a farmi perdonare –


- Harry, per il futuro… - disse Sirius quando ormai il ragazzo era già sulla porta – … il giorno dopo un “sospeso” con una ragazza, specialmente se stavi a un centimetro dalla sua faccia per baciarla, evita di dire che stavate “giocando” o che sia stato “un errore”. Se Ginny fosse stata nel pieno delle sue facoltà mentali, avremmo risolto un problema a Voldemort. –
Harry arrossì e diede una testata volontaria allo stipite della porta.
- Ha ragione a chiamarmi idiota, vero? –
- Credo proprio di sì.  – Commentò Sirius mentre Remus annuiva divertito
Con un sospiro e un buonanotte, il ragazzo sparì al piano di sopra.
 

- Dici che ce la farà? – disse Sirius
- Io credo proprio di sì. – sorrise Remus

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Capitolo 8
*** Baci e Chiarimenti ***


 
Rientrati dopo le vacanze pasquali, i ragazzi si ritrovarono in una Hogwarts ancora più sottomessa alla Umbrige.
 L’amica di Cho Chang aveva spifferato al rospo rosa dove avvenivano gli incontri delle ES.
Silente aveva lasciato la scuola in uno sbuffo di fenice e loro si erano ritrovati ad essere puniti tutte le sere per una settimana. 

Nonostante questo, Ginny continuava ad ignorare Harry e il ragazzo era un fascio di nervi.
Ron e Hermione camminavano sulle uova quando gli rivolgevano qualche domanda, per paura che il ragazzo esplodesse.
Un giorno, stanco di quella situazione, decise di mettere in pratica i consigli dei Malandrini, certo che qualcosa si sarebbe smosso, in bene o in male.
 
 
Si appostò in un’aula vuota nel corridoio dove sapeva che Ginny sarebbe passata.
Armato di Mappa del Malandrino, seguì il nome della ragazza, fino a quando non fu vicino a lui.
 A quel punto, nascosto dal mantello dell’invisibilità, la trascinò nell’aula e sigillò e insonorizzò  la stanza.
- Che Merlino succede? – esclamò la ragazza, ritrovandosi scaraventata all’interno dell’aula
In quel momento, il ragazzo uscì da sotto il mantello e la guardò intensamente
-  Ora, io e te  parliamo! –
- Potter! – esclamò la ragazza incrociando le braccia – Vuoi morire di una morte lenta e dolorosa? –
- Non mi avevi mai chiamato per cognome…. È inquietante –
- C’è sempre una prima volta per tutto –
Il ragazzo ghignò

- Dobbiamo parlare –
- Non abbiamo nulla da dirci –
- Gin, ti prego! –
- No! Va a parlare con Cho! –
- Non voglio parlare con Cho! Voglio parlare con te! –
- Ma io non voglio parlare con te! Non ho nulla da dirti! – esclamò la ragazza con gli occhi fiammeggianti
- Gin, ti prego… - la supplicò il ragazzo 
La ragazza lo guardò. Harry aveva uno sguardo addolorato, lo sguardo che lei aveva imparato a capire e ad amare.
Ma non voleva assolutamente farsi abbindolare.
Non di nuovo.
- Che cosa vuoi da me?  - gli chiese arrabbiata
- Voglio che tutto torni come prima! – rispose il ragazzo

Si guardarono in silenzio con i respiri affannati
- Magari vorresti anche che io facessi finta che non sia successo nulla, no? – disse ironicamente la ragazza – Che io tornassi ad essere la sorellina di Ron, così potrai di nuovo giocare al fratello maggiore, giusto? Mi dispiace, non è possibile. Non questa volta! –
- Io non ti ho mai considerata come una sorella! Però va bene! Vuoi continuare ad essere arrabbiata con me? D’Accordo! Ma  smettila di comportarti così! –
- Comportarmi come? – Chiese la ragazza
- Smettila di ignorarmi!  Non mi saluti, non ti siedi vicino a me…. Non mi parli nemmeno! – esclamò adirato il ragazzo
- E quindi? – Ginny esternava indifferenza ma dentro stava bruciando.
- Come sarebbe quindi? Devi smetterla Gin! –La ragazza perse definitivamente la calma
- Non chiamarmi così! Hai perso il diritto di chiamarmi con quel diminutivo! –Harry la guardò infuriato, si passò una mano tra i capelli e quasi ringhiò

Ginny non poteva crederci. Lui era arrabbiato con lei. Lui con lei!
Alzò gli occhi al cielo – questa è proprio bella. Tu che sei arrabbiato con me! –  gli disse incredula
- Tu che hai preso il mio cuore e lo hai fatto in mille pezzi andandotene con quella, tu sei arrabbiato con me?! -  gli urlò
- Non sono uscito con lei! -Ginny si bloccò e lo guardò
-  E allora perché hai detto che lo avresti fatto? –
- Perché tu uscivi con Dean! – sbottò il ragazzo
- Oh no no no, non provarci nemmeno, Harry James Potter! Sei stato tu che hai deciso di uscire con la bella oca piuttosto che di finire il discorso che avevi iniziato con me! Sei tu che hai detto che era stato tutto un errore! Che avevamo solo Giocato! – gli urlò lei
- Però tu sei subito uscita con un altro! –
- Che cosa avrei dovuto fare? –
- Non lo so! Ma non uscire con Dean! –
- Non sono mai uscita con lui! A differenza di te, non ho trovato subito un rimpiazzo! -

Fece per superarlo ma il ragazzo la afferrò per un braccio e la bloccò contro il muro
- Io  Non voglio Cho! Voglio te! –  le urlò in risposta
Aveva gli occhi verdi che brillavano di rabbia e di qualcosa che Ginny non aveva mai visto prima.
- Lasciami subito andare, Harry James Potter oppure…-
Lui bloccò il resto della frase baciandola furiosamente.
Ginny sbarrò gli occhi e cercò di divincolarsi, ma si arrese quasi subito e rispose al bacio.
Con un gemito, il ragazzo le lasciò i polsi, mise una mano sulla schiena della ragazza e un’altra nei suoi capelli, facendola aderire al suo corpo.
Ginny parve apprezzare quel contatto, perché emise un gemito che infiammò ancora di più il ragazzo che si ritrovò le mani della rossina in quei capelli perennemente spettinati.

Dopo quelle che parvero ore, si staccarono per riprendere a respirare.
Harry appoggiò la fronte su quella della ragazza e la guardò dritta negli occhi dorati
- Gin … io…-
- Se ti azzardi a dire che è stato un errore, ti lancerò una maledizione senza perdono – sussurrò la ragazza senza fiato
Harry sorrise e le diede un piccolo bacetto sul naso, prendendo poi a morderle il labbro inferiore.
Dopo l’ennesimo gemito di Ginny, smise di mordicchiarla e appoggiò di nuovo la fronte alla sua.
- Non dirò che è stato un errore.  –
- Ma? – disse la ragazza
- Perché ti aspetti un ma? –
- Perché sei tu. Harry James Potter, il ragazzo più complicato del pianeta –Harry ghignò
- …ma non posso chiederti di essere la mia ragazza. –
- Sapevo che c’era la fregatura – la ragazza cercò di allontanarlo mettendogli le mani sul petto ma quello che sentì la bloccò. Il cuore di Harry batteva furiosamente, emozionato proprio come il suo.

Il ragazzo la strinse di più tra le braccia e la baciò di nuovo, confondendola
- Non ho detto che non vorrei che tu fossi la mia ragazza. Ho detto che adesso non possiamo. –
- Perché? –
- Per il fantastico legame mentale che sembro avere con Voldemort e per il fatto che quella meraviglia d’uomo che è il nostro insegnante di pozioni sembra godere nello sbirciare in tutti i miei più scabrosi sogni. E credimi se ti dico che quando non sogno Voldemort, sogno decisamente te. –
Ginny sbarrò gli occhi quasi quanto Luna
Harry le accarezzava la guancia – Vorrei evitare, se possibile, di dargli altro potere su di me. E gradirei non fargli vedere quello che facciamo io e te – le diede un piccolo dolce bacino – non voglio che sappia nulla che ti riguardi. –
- Quindi dovrò continuare a far finta che non esisti? –
- Ti prego, no.  – disse  con un gemito - Queste settimane sono state orribili senza di te – le confessò
Harry la strinse di più a se e la baciò dolcemente.

La rabbia era pian piano svanita e al suo posto sentiva una pace incredibile.
Mentre iniziava a baciare piano il collo della ragazza, lei parlò
- Allora, visto che non stiamo insieme, posso dire a Dean che andrò ad Hogsmeade con lui? Sai, me lo ha chiesto anche stamattina, quando mi ha baciato la guancia nel darmi il buongiorno… -
Il ragazzo si bloccò,  la guardò negli occhi e ringhiò – No. Tu sei mia. –
- Tua? A me non risulta… - rispose la ragazza con un lampo divertito negli occhi  - Non sono la tua ragazza, quindi… -
Il ragazzo riprese a baciarle il collo
- Non sei la mia ragazza ma sei Mia. E se Dean dovesse avvicinarsi a te, credo che potrebbe improvvisamente rompersi qualcosa….. –
La ragazza rise divertita accarezzandogli i capelli.
- Quindi potrei uscire con Micheal Corner? –
Harry le diede un piccolo morso – No… - sospirò sul suo collo
- Oppure potrei uscire con quel ragazzo di Tassorosso, quello che mi ha mandato quella bella lettera per San Valntino.  Ero curiosa di sapere cos’è che voleva farmi nella Torre di Astronomia… -
Harry tornò a guardarla con gli occhi sbarrati. Poi vide lo sguardo divertito della ragazza e ghignò
- Se Kinkade dovesse avvicinarsi a meno di due metri da te, ti riterrò personalmente responsabile per l’omicidio che commetterò. –
Si avvicinò alla ragazza per baciarla ma si fermò vicinissimo alle sue labbra – Ripensandoci, Kinkade potrebbe avere un incidente durante la prossima partita di Quiddich. E’ veramente pessimo come giocatore.. –
Ridendo, la ragazza lo avvicinò a sé e lo baciò profondamente.
Harry rispose al bacio con altrettanto trasporto.

- Sei un tantino possessivo per essere il mio non-ragazzo –  gli disse appena si staccarono per riprendere fiato
Erano seduti sui mantelli, abbracciati e incapaci di smettere di toccarsi.
- Enormemente possessivo. – disse dandole un bacio - Estremamente geloso.  – concluse  sorridendo
Improvvisamente divenne serio e sospirò.
- Puoi perdonarmi per quello che ti ho detto il giorno dopo San Valentino?-
Ginny lo guardò intensamente – Pensi ancora quello che mi hai detto? –
- No – rispose il ragazzo – Non l’ho mai pensato
- Allora perché lo hai fatto? – gli chiese in un sussurro
- Perché, quella mattina, avevo avuto un’altra visione della mente di Voldemort. Così mi sono ricordato che se lui si fosse accorto del legame, avrebbe potuto sbirciare nella mia di mente.  E quindi vedere te.   – sospirò – Ho avuto paura –

- E Cho? Che ruolo ha in questa faccenda? – chiese la ragazza
- Nessuno – fece il ragazzo alzando le spalle- Quella mattina ci ha riprovato con me, ma io le ho detto che le avrei potuto solo essere amico, nulla più.  –
Ginny si alzò e lo guardò male  - Perché allora hai detto che avevi accettato di riprovarci con lei? –
- Mi sembrava il modo più efficace per allontanarti da me.  –
Ginny riprese a camminare  e guadagnò il centro della stanza
– Sai come mi ha fatta sentire? Come se tu mi avessi solo usata! Sono stata malissimo… -
Harry si avvicinò e la prese di nuovo tra le braccia
- Ti prego, non allontanarti. Ho bisogno di sentirti vicino a me – la strinse di più quando sentì le braccia della ragazza intorno a sé
– Non volevo farti soffrire. – Le sussurrò tra i capelli – Volevo solo evitare di metterti in pericolo o che Piton ti rendesse la vita difficile qui a scuola –
- Non mi importa di Piton. E non mi importa nemmeno di Voldemort. –Ginny gli prese il viso tra le mani – Mi importa solo di te. –
Harry la baciò più intensamente di prima.

Quelle parole gli avevano riscaldato il cuore.
 - So di chiederti molto. Io non posso davvero chiederti di essere la mia ragazza. Ma per la mia salute mentale, tu non devi stare con nessuno che non sia io.-  Le disse per sdrammatizzare
Ginny lo guardò divertita – un tantino egoistico da parte tua –
- Sì. E’ una richiesta molto egoista.  –

Ritornarono a sedersi sui mantelli.
- Quindi fammi ricapitolare: Devo sedermi vicino a te…. –
-Tutte le volte che puoi… -
-Devo parlare con te …. –
-Si si… -
-Devo smettere di ignorarti… -
- Sì ti prego…-
- Devo baciare solo te.. –
-.. Assolutamente solo me … -
- Non posso uscire con nessun altro ragazzo.. –
- Se vuoi possiamo ovviare al problema uccidendo tutti quelli che ti vengono dietro.- la baciò di nuovo - Anche se sarebbe complicato decimare la popolazione maschile della scuola… -
La ragazza rise - … Però almeno io non mi roderei il fegato. – continuò il ragazzo
- Ho dimenticato qualcosa? –
- Devi tenermi la mano tutte le volte che puoi. –
- Come mai? –
- Ho bisogno di toccarti… -
- Ok. Quindi devo toccare solo te immagino  -
- Questo è ovvio –
- Ma non sono la tua ragazza. – Concluse la rossina

Harry ci pensò un attimo
- Ok, detta così la situazione sembra assurda.. –
- E’ assurda, Harry – 
il ragazzo rise e poggiò la fronte su quella della ragazza
- Mi sei mancata, Gin. Non immagini quanto. –
- Anche tu mi sei mancato. E’ stato difficile stare lontana da te. Ma ero troppo arrabbiata per riuscire a stare vicino a te. –
- Mi dispiace di essere stato un “idiota occhialuto” –
- Quindi hai sentito a Grimmauld Place… -
- Non avevo capito. Mi ha spiegato Remus –
Ginny fece un sorrisino
- Dovremmo uscire da quest’aula, lo sai? –Il ragazzo sospirò
– Sì, lo so. Prima che tuo fratello mi venga a cercare –

Ginny lo guardò  - Che facciamo adesso, Harry? –
- Cerchiamo di passare insieme tutto il tempo possibile.  –
- Ok. – rispose la ragazza sorridendo – Però adesso dobbiamo davvero uscire di qui -
- D’accordo – fece il ragazzo staccandosi da lei e prendendola per mano.
Uscirono dall’aula e , continuando a tenersi per mano, arrivarono fino al ritratto della signora grassa.

Ginny si girò verso di lui. – Ok… allora ci vediamo dopo, Harry –
Lui le strinse un attimo la mano e poi la lasciò andare.
Ginny si voltò e entrò nel ritratto.
Qualcosa scattò nel petto del ragazzo e la seguì.
 Appena sbucarono in Sala Comune,  Harry la afferrò per un braccio, la fece voltare e la baciò.
Ginny, dopo un attimo di sorpresa, rispose al bacio.
Quando si staccarono, con la fronte poggiata su quella di lei, occhi negli occhi, lui le chiese
- Gin…. Vuoi essere la mia non-ragazza? –
Gli occhi di Ginny brillarono.
- Certo che sì Harry. Aspettavo che me lo chiedessi –
Lui sorrise e la baciò di nuovo.

Quando si staccarono, Ginny fece una risatina divertita.
- Perché ridi? – chiese Harry
- Perchè dovrai dirlo a Ron! - 
- Oh no! -  gemette il ragazzo appoggiandogli la testa sulla spalla.
Ginny ridendo gli sollevò la testa,  gli diede un ultimo bacio e poi, salì nel suo dormitorio.

Harry rimase imbambolato qualche secondo, poi sorridendo si avviò al dormitorio.
Arrivato in cima si accorse che i suoi compagni stavano dormendo, tutti tranne uno
- Miseriaccia Harry! Dove sei stato? E Perchè hai quel sorrisino sulla faccia? - chiese Ron
Harry sobbalzò - Ron! ehm.. - sospirò - devo parlarti. Andiamo giù? -
- O-ok. - rispose il rosso e indossata una vestaglia, seguì il ragazzo in sala comune.

Si sedettero sul divano e Harry guardò Ron dritto negli occhi.
- Ho biaciato una ragazza -
Ron gli fece un sorriso - buon per te amico! -
Harry prese coraggio.
- Ron, promettimi che mi farai finire di parlare, prima di pestarmi -
Il rosso sbiancò - Chi hai baciato, Harry? -
- Ho baciato Ginny -

Dopo un attimo di silenzio Ron ritornò di un colore normale - Per un momento ho pensato... -
- Che avessi baciato Hermione? - fece Harry con un ghigno
Ron arrossì fino alla punta delle orecchie

- Hai baciato mia sorella? -
- Sì -
- E perchè? -
Harry lo guardò divertito - Perchè mi piace, Ron -
- Oh - fece il rosso - da quando? -
- Da San Valentino, credo. Ma forse già da prima -
- Per questo avete litigato? -
- Sì. Ma è stata colpa mia. -
- Non avevo dubbi.-
-  Perchè? - chiese Harry  
- Amico, tu sei il re delle complicazioni! -
Il moro rise - Lo ha detto anche tua sorella -
Ron sorrise - è per questo che sei stato così intrattabile negli ultimi tempi? - 
Harry annuì 
- Se me lo avessi detto subito, vi avrei chiuso in una stanza fino a quando non vi foste riappacificati! - gli disse ridendo
Dopo un pò tornò serio
- non farai cose sconce con mia sorella, vero? -
Harry alzò le mani - No, no... tranquillo -

Ron si alzò e così fece anche Harry
Ron gli tese la mano e quando Harry la afferrò lo abbracciò
- Non farla soffrire, ok? E cerca di non soffrire anche tu -
Harry lo guardò 
- Tua sorella mi rende più felice di qualsiasi altra cosa -
- Ah, lo dici ora! - fece Ron ridendo 
Harry sorrise 
- Nessun pugno? - chiese il moro
- noo. Sei il  mio migliore amico. Nessuno è meglio di te per la mia sorellina. -
insieme si avviarono al dormitorio

Prima di entrare nella stanza Ron si fermò
- Miseriaccia Harry! Adesso inizierete a patrugnarvi davanti a me? -
- Molto probabile - fece Harry ridendo
Il rosso gemette, mentre Harry lo spingeva ad entrare nel dormitorio.

Per la prima volta dopo tanto tempo, Harry si addormentò con il sorriso sulle labbra
 

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Capitolo 9
*** Dopo la tragedia ***


Ginny era in sala comune.
Non aveva dormito tutta la notte.
Continuava a ripensare a quello che era successo al Ministero, quando Sirius era caduto dietro al velo.
Non riusciva a chiudere gli occhi senza sentire l’urlo di dolore di Harry, quando aveva realizzato che il suo padrino era morto.

Era mattina e la torre di Grifondoro si stava riempiendo di voci.
Mancava poco più di una settimana e poi sarebbero tornati a casa per le vacanze estive, che, in realtà, si preannunciavano orribili.

Vide Harry scendere dal suo dormitorio.
Lo chiamò e quando lui si voltò Ginny sentì il cuore sbriciolarsi.
Harry aveva una maschera di indifferenza cucita addosso.
La guardò ma non la vide davvero.
Dopo nemmeno un secondo si rigirò e si avviò fuori dalla sala comune.
Ron e Hermione che erano dietro di lui le fecero uno sguardo di scuse e gli andarono dietro.
Ginny sospirò e si sedette di nuovo sul divano.
Il loro momento felice non era durato nemmeno due giorni.
E poi il mondo le era crollato addosso.
Evidentemente la sfiga aveva deciso di dedicarsi a loro a tempo pieno.
Altrimenti non si spiegava tutto quello che le capitava.
Aveva avuto circa 48 ore di felicità.
E sapeva che sarebbe finito tutto ancor prima di iniziare.
Lui avrebbe interrotto tutto quello che c’era tra di loro.
Ginny lo sapeva.
Sapeva come lavorava la mente di Harry e non sarebbe riuscita a fargli cambiare idea.
Sarebbe tornato da lei, Ginny ne era convinta, ma con i suoi tempi.
Lei sperava solo di avere ancora la forza di aspettarlo.

Si alzò e si diresse fuori dalla torre.
Erano tutti a colazione, ma lei non aveva fame.
Uscì dal castello e vide in lontananza il magico trio.
Si diresse istintivamente verso di loro, ma non appena la videro, Ron e Hermione le andarono incontro, lasciando Harry seduto sotto un albero, da solo.

- Non vuole parlare con nessuno – disse Ron bloccandola

Ginny guardò il fratello, capiva che lo stava proteggendo, ma lei non ne poteva più – Che facciamo allora?Lo lasciamo a crogiolarsi nel suo dolore? Lo aiutiamo ad auto commiserarsi? –

- Abbiamo provato Ginny. Si rifiuta di parlare, non ha mangiato e non ha dormito nemmeno cinque minuti – replicò Hermione

- Non puo’ continuare così! – disse Ginny

Ron la bloccò di nuovo. – Ginny, non vuole parlare con nessuno. – le ripetè
Ginny lo guardò – io non sono nessuno, Ron – e divincolandosi dalla sua stretta,  raggiunse il moro sotto l’albero

- Harry.. – lo chiamò – Harry ti prego, guardami –

Lui si voltò, ma aveva lo sguardo vuoto.

- Vuoi davvero continuare così? Vuoi davvero stare da solo? – gli disse

Il moro non rispose
Ginny sospirò – Vuoi… vuoi che me ne vada? – gli chiese con la voce che tremava
Ancora nessuna reazione.
Ginny sentì male al cuore. – ok. Va bene. Me ne andrò e non ti disturberò più, se è quello che vuoi. –

Fece per andarsene ma si sentì afferrare la mano e tirare verso il basso.
Si ritrovò seduta in braccio ad Harry che la stringeva a sé, ma continuava ad avere lo sguardo perso nel vuoto.
Ginny si rincuorò un poco. Poi le venne un’idea.
Si sciolse dall’abbraccio del ragazzo e si mise a cavalcioni su di lui. Mise le mani sotto al suo mantello , sapendo di trovare quello che cercava.
Il mantello dell’invisibilità di Harry era morbido al tatto. Sembrava quasi di toccare un velo d’acqua.
Senza farsi vedere da nessuno, lo spiegò e si coprì insieme al ragazzo.
Poi gli prese il volto tra le mani e lo costrinse a guardarla negli occhi.

- Harry… ora siamo solo tu ed io. Nessuno può vederti. – Lanciò un incantesimo per insonorizzare la zona – e nessuno può sentirti.  Qui ci sono solo io. E io sono qui per te. – gli disse dandogli un leggero bacio.

In un primo momento il ragazzo rimase immobile. Poi rispose al bacio delicatamente, stringendo le braccia intorno alla ragazza
A quel punto Ginny sentì le lacrime di Harry bagnarle il volto.
Staccò le labbra da quelle del ragazzo e lo abbracciò

- Va tutto bene. Ci sono io con te. Non sei solo. –

Il ragazzo la strinse ancora più forte e nascondendo il volto nel suo collo, scoppiò in un pianto incontrollabile.

Ginny non aveva mai visto Harry piangere.
Lei stessa non amava piangere, ma il dolore del ragazzo  era troppo da sopportare.
Mentre lo stringeva e gli sussurrava parole di conforto, lacrime silenziose gli solcarono il volto.
Lo tenne abbracciato fino a quando non smise di singhiozzare.
Si staccò per guardarlo in volto. Gli tolse gli occhiali e gli asciugò le lacrime.

Harry la guardò e si accorse che anche lei aveva pianto.
Allungò le mani sul suo viso e le asciugò le lacrime che vi erano rimaste.
Continuo’ ad accarezzarla e avvicinò il suo volto a quello della ragazza per baciarla.
Poi appoggiò la fronte alla sua. – Gin… grazie –
Lei gli fece un dolce sorriso. – non devi ringraziarmi. Ci sarò sempre per te. –
Gli diede un altro bacio – però adesso devi mangiare qualcosa. E poi devi riposare. –
Harry si alzò, aiutò la ragazza e ripiegò il mantello dell’invisibilità.
Prese Ginny per mano e si diressero verso il castello.

Era ora di pranzo e la sala grande era piena di persone. Harry si bloccò, ma Ginny lo tirò verso le scale
Harry la guardò e sorrise.
Come sempre, non aveva bisogno di parlare, con lei. Aveva capito che non voleva stare in mezzo agli altri senza che glielo dicesse.
Arrivati alla torre di Grifondoro, Harry la tirò  nel suo dormitorio.
Si sedettero sul letto. Ginny gli tolse i capelli dalla fronte. - Vuoi mangiare qualcosa? O vuoi riposare prima? –

- Onestamente non ho fame adesso. Sono solo stanco. – La guardò intensamente negli occhi – Resti qui con me? –

- Ma certo. – gli disse sorridendo

Si sdraiarono sul letto e guardandosi negli occhi, pian piano si addormentarono.
 

Ginny si svegliò sentendo il letto muoversi. Harry gemeva e si agitava nel sonno.

- Harry.. – lo chiamò la ragazza – Harry è solo un sogno…. Sei qui ora. Sei con me… -

Il ragazzo si svegliò di colpo e la guardò con gli occhi terrorizzati.

- Ho sognato che lui era ancora dentro di me.. -

Lei gli accarezzò il volto- stai tranquillo. E’ tutto finito. Silente ha detto che Voldemort non proverà mai più a possederti.–
Lui annuì

- Quando era nella mia mente e cercavo di combatterlo, ho pensato ai miei genitori. A Sirius… - la voce gli tremò un po’ – a Remus. Poi vi ho visti lì vicino, tu, Ron Hermione, che mi guardavate. Lui soffriva, io potevo sentire che si stava indebolendo, e lo faceva sempre di più, ogni volta che vedevo uno di voi e pensavo ai momenti passati insieme.  –
La guardò dritto negli occhi – poi ho incrociato il tuo sguardo. Ho rivisto il modo in cui mi sorridi, quando giochiamo a quiddich, il nostro bacio. – Le diede un bacino -  A quel punto lui si è ritratto di colpo, come se quel pensiero lo avesse scottato  -

Ginny gli sorrise dolcemente.

- Sei stata tu. Sono stati i sentimenti che proviamo l’uno per l’altra a farlo arretrare. E’ per questo che non ci riproverà di nuovo. –

Harry la baciò dolcemente.

- Tu hai una grande capacità di amare. Sei il ragazzo più dolce e buono che io abbia mai conosciuto. – gli disse la ragazza quando si staccarono – e non lo dico perché tengo a te. Tutti lo vedono. Perché credi che tu piaccia a tante ragazze? O che tante persone ti vogliano bene? –

Harry fece un piccolo sorriso

- Dai, tirati su. Prima che tornino i tuoi compagni e io debba spiegare perché sono nel letto con Harry Potter -

Lui fece una risata che però si spense subito.

- Gin.. –

- No. Fermati subito, Harry. So già cosa vuoi dirmi. –

Il ragazzo la guardò intensamente

- Ne parliamo dopo, ok? Ora andiamo a mangiare qualcosa – fece lei, sorridendo dolcemente

Lui sospirò – Forse è meglio parlarne adesso – Le disse mentre uscivano dal dormitorio.
Ginny si voltò con gli occhi lucidi – Harry ascoltami. Ora non sono in grado di affrontare quel discorso. Lo capisci? –

Lui le accarezzò una guancia. Ginny era sull’orlo delle lacrime, non sarebbe riuscita a reggere un dolore in più e non voleva crollare

- Permettimi di prendermi cura di te. Anche solo per oggi. Poi domani potrai dirmi tutto quello che vorrai, ok? –

- D’accordo. Facciamo come vuoi tu. – disse sorridendo il ragazzo.

 
Scesero dal dormitorio e in Sala Comune trovarono Ron e Hermione
Ginny gli sorrise. – Andiamo a cena? –

- Meno male che siete arrivati. Ho una fame! – fece Ron

Harry gli sorrise divertito – Quando mai non hai fame, Ron? –

- Io ho sempre fame, amico- disse il Rosso, dandogli una pacca sulla spalla

 
Uscirono tutti e quattro dal ritratto della Signora Grassa e Hermione trattenne Ginny qualche passo indietro ai ragazzi

- Che c’è? – chiese la Rossa

Hermione la scrutò – Non abbiamo avuto il tempo di parlare io e te. So che Harry ha parlato con Ron, ma qualcosa mi dice che il mio amico stia per fare qualcosa di molto stupido –
Ginny sospirò e la guardò con gli occhi lucidi, di nuovo – Non so se questa volta riuscirò a sopportarlo – le sussurrò con un filo di voce – ma ora non voglio pensarci. –
In quel momento Harry la chiamò. – Gin? Vieni? – chiese il ragazzo tendendole la mano

- Sì, eccomi – fece la rossina facendo un piccolo sorriso all’amica che la guardò sconsolata

Raggiunsero i ragazzi e mentre camminavano, Harry si fermò un attimo e alzò il viso della ragazza per incontrare i suoi occhi
– Non piangere.  – le disse – Non sopporto di vederti piangere –
Ginny gli strinse la mano che le stava accarezzando il volto – Non preoccuparti per me, Harry. –
Riprese a camminare e Harry la prese per mano.

Arrivati in Sala Grande, si accorsero che Neville, Luna e Astoria li stavano aspettando seduti al tavolo dei  Grifondoro
Quando le due ragazze videro che Harry stringeva la mano di Ginny, si scambiarono uno sguardo e si girarono per sorridere all’amica, ma il sorriso morì loro sulle labbra quando videro gli occhi di Ginny.
Si sedettero e Ginny capitò vicino ad Astoria

- Ginny va tutto bene? – chiese la ragazza

- Sì. Si tranquilla.  – rispose la rossa

- Ci vediamo più tardi e ne parliamo? – chiese Luna

- Sì, certo - fece la ragazza 

 
Ginny si girò verso Harry che la stava osservando. Gli fece un piccolo sorriso

- Harry cerca di mangiare qualcosa. Siamo qui apposta, ricordi?-

- Ok. Ma solo se mangi anche tu – rispose il ragazzo

- Ok.  – disse mettendosi del cibo nel piatto

Quando il ragazzo fu distratto da Neville, Ron e Hermione, Ginny smise di fingere di avere fame.
Aveva lo stomaco chiuso.
Aveva detto ad Harry di riposare e di mangiare, ma lei aveva fatto il contrario.
Astoria  e Luna la guardavano preoccupate e ogni tanto anche Hermione lanciava uno sguardo nella sua direzione
Ad un certo punto, mentre il ragazzo parlava con gli amici, le afferrò la mano sotto il tavolo e gliela strinse.
Ginny lo guardò. Era concentrato nella discussione, ma l’aveva cercata per avere un contatto con lei.
Glielo aveva detto, aveva bisogno di toccarla, di saperla vicino.
E il fatto che tutto  quello sarebbe finito di lì a poco addolorava la ragazza in un modo indescrivibile.

- Gin, andiamo? – fece Harry

 -Scusa mi ero distratta – disse la ragazza – Che cosa vuoi fare adesso? –

- Andiamo in sala comune? Ron vuole fare una partita a scacchi –

- Ok! – disse con finto entusiasmo la ragazza

Si girò per salutare le amiche e si diresse con Harry in Sala Comune

Si sedette sul divano con Hermione, mentre Harry e Ron prendevano posto davanti alla scacchiera.
Ogni tanto Harry, che era vicino a lei, allungava una mano per prendere la sua, mentre lei fissava il fuoco nel camino.
A quel punto si girava, gli sorrideva e lui tornava a giocare.
All’improvviso Hermione si avvicinò a lei – Mi spieghi per favore? –
Ginny sospirò – Ora no. Dopo magari… -

 -Ok – sospirò rassegnata la ragazza

- Scacco matto! – fece Ron

Harry gemette

- Perché mi ostino a giocare con te? – chiese al rosso

- Perché sei mio amico e sai che mi piace vincere a scacchi! –

- Sarà.. – fece Harry tirando in piedi Ginny – Noi usciamo per un po’ –

Ron lo guardò con gli occhi ridotti in due fessure – dov’è che porti mia sorella? –
Harry alzò gli occhi al cielo e Ginny gli fece una linguaccia
 
Usciti dal buco del ritratto , si guardarono un attimo sorridendo e si avviarono verso la torre di Astronomia in silenzio.
Arrivati in cima, ammirarono per un attimo il panorama.
Poi Harry sospirò, prese coraggio e parlò

- Ti ho trascinata in un enorme pericolo –

Ginny lo guardò – intendi al Ministero? –
Harry annuì – Lui ti ha vista –
Ginny continuò a guardare il panorama

- Gin, non possiamo stare insieme. Rischi troppo –

- Noi non stiamo insieme. Ricordi? Sono la tua non-ragazza – fece lei con un sorrisino

Il ragazzo ghignò per un attimo, poi tornò serio

- Ho paura Gin. Paura per te –

- Non devi. Io non sono in pericolo a causa tua – fece la ragazza guardandolo negli occhi – la mia famiglia è nell’Ordine della fenice, così come i miei fratelli più grandi. –

- Sì questo è vero, però stare con me è pericoloso. – Harry sospirò – vorrei tanto che tu fossi al sicuro. E se stare lontano da me lo farà, allora va bene così. –

Ginny lo guardò – Sapevo che tutto questo sarebbe finito –
Il ragazzo la guardò sconsolato

- Era troppo bello per essere vero e sapevo che non sarebbe durata.  –

Harry fece per parlare ma la ragazza lo fermò

- Davvero Harry. Va bene così. Non preoccuparti. Torneremo ad essere quelli di prima. –

- Tu… tu ci riuscirai? – chiese il ragazzo

- Non mi sembra di avere molte alternative – rispose la rossa

- Gin… io non voglio perderti – disse il ragazzo in un sussurro

- Non mi perderai, Harry – disse lei sorridendogli dolcemente – ricordi il mio biglietto di San Valentino? Io ci sarò sempre per te.  – gli fece una carezza su una guancia

Harry la guardò intensamente e strinse la mano della ragazza nella sua

- Grazie Ginny – disse Harry

- Non devi ringraziarmi.  – rispose la ragazza

 
Guardarono il panorama per qualche minuto in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri

- Andiamo ? – fece la ragazza ad un certo punto

Il moro annuì e sempre in silenzio, ritornarono alla Torre di Grifondoro

- Riuscirai a dormire? – fece la ragazza sul primo gradino del dormitorio femminile

- Ci proverò – disse Harry

- Vuoi che resti con te? – chiese lei

- No, tranquilla. Vai a riposare. Ci vediamo domani mattina a colazione – rispose il ragazzo, poi si chinò ad appoggiare la fronte sulla sua  – Buonanotte..Gin –

- Buonanotte Harry – sussurrò lei e salì le scale. 

Harry la guardò svoltare l’angolo e poi si sedette sul divano della sala comune.
Come era possibile che la sua vita dovesse essere così?
Perché non poteva innamorarsi come un normalissimo sedicenne?
Maledicendo il suo fato, si alzò e salì nel suo dormitorio.
 

Ginny si mise a letto come un automa.
Non ricordava nemmeno di essersi messa il pigiama.
Il nuovo giorno la colse così, sveglia e pensierosa.
Fece finta di dormire mentre le sue compagne si preparavano e si alzò solo quando fu sola.
Si chiuse in bagno e fece una lunga doccia rilassante.

Non sentì la porta del dormitorio aprirsi ma non fu sorpresa di trovare Hermione seduta sul suo letto

- Buongiorno Herm- disse Ginny

- Allora? – le dise l’amica

- Allora cosa? – fece la rossa

- Non provarci. Con me non attacca. – rispose la riccia

Ginny sospirò mentre si vestiva

- Cosa vuoi sapere? – le disse rassegnata

- Ti ha lasciata, non è vero? – chiese Hermione dispiaciuta

- In realtà no…. – rispose Ginny – per il semplice motivo che non sono mai stata la sua ragazza… -

- Eh? – chiese incredula Hermione

In quel momento bussarono alla porta. Hermione si alzò per aprire e fece entrare le due nuove arrivate.
Ginny guardò le amiche.

- Chi vi ha fatto entrare nella Torre di Grifondoro?  - chiese a Luna e ad Astoria

- E’ stato Harry – rispose la serpeverde – ha detto che non ti aveva vista scendere e che eri ancora in dormitorio. –

- Ha detto di dirti che ti avrebbe aspettato in riva al lago, ma che avrebbe capito se tu non lo avresti raggiunto – aggiunse Luna

Hermione la guardò incredula – Vuoi spiegarci cosa succede? –
Ginny la guardò – ok ok…. Non ti agitare.. –

Raccontò alle amiche cosa era successo negli ultimi giorni, dell’agguato e della serata nell’aula vuota, del litigio, dei baci, del tempo passato insieme.
Poi raccontò della sera prima, della paura di Harry, del fatto che dovessero essere solo amici.
Quando concluse il racconto, le amiche la guardarono in silenzio per un po’

- Come stai? – le chiese Astoria

Ginny la guardò e la sua facciata da dura crollò.
Gli occhi le si riempirono di lacrime che non riuscì a trattenere.

- Co-come se mi avessero strappato il cuore dal petto – singhiozzò prima di lanciarsi tra le braccia dell’amica che se la strinse addosso lasciandola sfogare

Dopo diversi minuti, Ginny si calmò e si staccò da Astoria

- Scusa… - balbettò all’amica

 -Figurati.. le amiche servono a questo, no? – fece la serpeverde con un sorriso

-E adesso? – chiese Hermione – cosa farai? –

- Nulla- fece Ginny alzando le spalle – continuerò la mia vita, come prima. Prima di San Valentino, prima delle lettere, del litigio e di tutto il resto. – sospirò – tornerò ad essere la sorella di Ron –

- Non credo che questo sia possibile – fece Hermione

- Perché? – rispose Astoria

- Perché per Harry , Ginny non è la sorella di Ron – fece Luna, che era rimasta zitta fino a quel momento – o almeno, non è solo quello. Io credo che lui sia innamorato di lei –

Astoria alzò un sopracciglio – tu credi? – chiese

- Penso di sì  - fece la biondina – riflettete un attimo. Se lui non fosse davvero innamorato di Ginny, non avrebbe tanta paura che possa capitarle qualcosa a causa sua –

- Perché tu non consideri il suo altruismo.. – fece Ginny

- …e tu non consideri che è un ragazzo di 16 anni con gli ormoni a palla! Altro che altruismo!  - fece Luna

- Non ho capito… - fece Astoria

Luna sbuffò

- Luna intende che se lui non ne fosse davvero innamorato, non avrebbe preso le distanze. Avrebbe continuato a stare con lei come un normale sedicenne, assecondando appunto i suoi ormoni. – fece Hermione

Mentre le amiche discutevano sulle ragioni che avevano portato Harry a fare un passo indietro con lei, Ginny guardava verso il lago dalla finestra della Torre. All’improvviso sentì uno sguardo su di sé e incrociò un paio di occhi verdi che guardavano verso di lei.

- Non importa quale sia la ragione – fece Ginny zittendo le amiche – Harry ha bisogno di me. –
si girò verso le ragazze – e se per stargli vicino dovrò essere sua amica, beh è quello che farò – dichiarò con un sospiro

- Oh Ginny… - fece Hermione – ci riuscirai? –

- Sono forte. Ci riuscirò. O almeno ci proverò – disse – e ora scusatemi. Harry mi sta aspettando – e uscì dalla stanza

 
Hermione, Astoria e Luna si guardarono.

- Fino a quando riuscirà a fare finta che vada tutto bene?- chiese Luna

Hermione sospirò. – non lo so. Ma noi le staremo accanto .. –

- E raccoglieremo i cocci del suo cuore quando non reggerà più – disse Astoria reggendosi il volto in una mano – perché crollerà. Lo ama troppo per relegarsi al ruolo di amica –

Così dicendo la serpeverde si alzò

  • Raggiungiamola. Cerchiamo almeno di non lasciarli da soli troppo a lungo. – disse

 
 
Harry era nel parco, con lo sguardo puntato alla finestra del dormitorio di Ginny, quando una testa rossa si affacciò e lui fece un sorriso dolce incrociando lo sguardo della ragazza.
La ragazza lo guardò per un secondo e poi sparì dalla sua vista.
Harry sospirò.
Si girò di nuovo verso il lago e si incamminò diretto al solito albero.
Non aveva dormito tutta la notte.
Pensava a Ginny, a quello che si erano detti e ai sentimenti che provava per lei.
Non glielo aveva mai detto, ma era davvero innamorato di lei.
E aveva paura.
Voldemort aveva capito il sentimento che lo legava alla ragazza.
In qualche modo gli aveva fatto male, non era riuscito a tollerarlo e aveva abbandonato il suo corpo, lasciandolo libero, ma Harry aveva il terrore che potesse vendicarsi su di lei.
Sapeva che se le fosse successo qualcosa ne sarebbe morto di sicuro.
E al diavolo la profezia e il Prescelto.
Però era difficile pensare di stare senza di lei.
Aveva bisogno di lei, di averla vicino, di toccarla.
Si sedette sotto il solito albero e si passò una mano tra i capelli.
Chiuse gli occhi, stanco.

Dopo un minuto sentì un fruscio e qualcuno si sedette accanto a lui.
Inspirò il suo bellissimo odore di fiori e sorrise.
Aprì gli occhi e si girò verso di lei che gli sorrise dolcemente.
La ragazza lo guardò attentamente.

- Non hai chiuso occhio stanotte, vero? – gli disse

- Nemmeno tu – fece lui accarezzandogli una guancia

- Non è carino far notare ad una ragazza che ha le borse sotto gli occhi –

- Più che borse sono valigie. Sembri quasi un panda – fece lui ghignando

Ginny fece una faccia fintamente oltraggiata e ridendo gli diede un buffetto su un braccio
Harry rise e si scansò – ok..ok.. scusa… non mi picchiare… -

- Sei una bestiaccia! – fece la ragazza ridendo

Harry continuò a ridere e di slancio la abbracciò.
Ginny rispose all’abbraccio stringendolo forte.
Harry tuffò il viso nei suoi capelli inspirando il suo profumo.

- Grazie… per non esserti allontanata da me – le sussurrò

- Mai . io ci sarò sempre, Harry. – fece la ragazza scoccandogli un bacino su una guancia.

 
Mentre erano occhi negli occhi sentirono delle voci chiamarli.
Le ragazze con Ron e Neville li stavano raggiungendo.
 
Si sedettero tutti accanto a loro.

- Merlino… credo di aver mangiato troppo… - fece Ron sedendosi e tenendosi la pancia

- Sai che novità… - fece Hermione incrociando le braccia

- Che vorresti dire? – fece il rosso

- Ron, mangi come un elefante! – fece la riccia – mi spieghi dov’è che metti tutto quel cibo? Hai per caso le ossa cave? –

- Ehi! Io consumo tanta energia!- si difese il rosso

- Facendo cosa? – chiese Astoria – il testa-divani? –

Ron divenne un tutt’uno con i capelli – non sto sempre seduto sul divano!  -

- Come fai a trovare sempre posto in Sala comune? Quando entro io il divano è quasi sempre occupato!-fece Neville

- Sfratta i primini, ecco come fa! – fece Ginny ridendo

- Ronald! – lo sgridò Hermione

Harry scoppiò in una sonore risata.
Quelli erano i suoi amici. La sua famiglia.
Strinse la mano di Ginny che gli sorrise.
Non sarebbe mai stato solo, finché loro sarebbero stati con lui.
 
 
 

  •  

 

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Capitolo 10
*** Una strana estate (parte 1) ***


Una strana estate (parte 1)
 
Erano ritornati alla Tana da quasi un mese. 
Ginny era riuscita a mantenere un atteggiamento positivo, ovviamente nei limiti del possibile, specialmente con Ron ed Hermione.
Non voleva assolutamente che suo fratello capisse quanto era giù e si arrabbiasse con il suo migliore amico.

Era tardi, tutti erano a letto ma lei non riusciva a dormire.
Hermione, nel letto accanto a lei, era profondamente addormentata.
Dopo essersi rigirata per la centesima volta, decise di alzarsi per prepararsi una tazza di the.
Mentre scendeva le scale, pensò che era una serata molto calda, così rinunciò al the e decise di prendersi un bicchiere di limonata fresca.

Arrivata in fondo alle scale, trovò un baule, una scopa e una gabbia molto familiari.
Si guardò intorno, sapeva che, fino alla sera prima, Harry non era alla Tana.
Ma in quella casa tutto era possibile, poteva anche essere arrivato dopo che lei era andata a letto.
Però non si era addormentata …. E non aveva sentito rumori
Sbirciò nel salotto, ma Harry non era lì.
Poi, dalla finestra, vide qualcuno seduto sull’erba, con il volto rivolto alla luna.
Versò due bicchieri di limonata e uscì in giardino .

Silenziosamente si sedette accanto a lui.
Porse la bibita ad Harry senza dire nulla.
Lui la accettò , ma non si girò nemmeno a guardarla.
Lei  invece lo osservò attentamente.
Non lo vedeva da un mese, ma gli sembrava già diverso.
Sorseggiò la sua limonata, poi dopo qualche minuto, il ragazzo parlò
- Come mai non sei a letto? Non riesci a dormire? – chiese, anche se temeva di conoscere già la risposta
- Non dormo molto ultimamente.  –
- Mi dispiac…-
- Harry non cominciare. Non tutto dipende da te. Non dormo perché fa troppo caldo. – lo interruppe
Un lampo passò negli occhi del ragazzo
– Co-come stai? – le chiese in un sussurro
- Sto bene.  – disse lei , cercando di non incrociare il suo sguardo.
Harry le girò il volto verso di lui per guardarla negli occhi
Scrutò quelle due pozze dorate e cercò di leggervi la verità.
- Avrei voluto che le cose andassero diversamente tra noi –
- Stai tranquillo, Harry – disse coprendo la mano che le toccava il volto con la sua
– doveva andare così. Semplicemente non era destino che io e te stessimo insieme. Ci abbiamo provato. Non ha funzionato –
- Sembri convinta di questa cosa –
- Lo sono. Non puo’ essere altrimenti –
Rimasero per qualche minuto in silenzio.
- Troveremo qualcuno con cui essere felici. Ma questo non vuol dire che non possiamo essere amici – disse la ragazza fingendo convinzione e tranquillità
Se solo si fosse girato verso di lei, Harry si sarebbe accorto delle lacrime nei suoi occhi.
- Mi piacerebbe rimanere amico con te - disse il ragazzo

Dopo qualche altro minuto di silenzio, Ginny non ne potè più.
- Che ne dici di andare a letto, adesso? Domani subirai l’interrogatorio di Hermione!- fece lei con un finto sorriso
Il ragazzo parve non accorgersene
- Sì, hai ragione. Andiamo.-
Si alzarono ed insieme rientrarono in casa.

- Lascia tutto qui. Domani qualcuno li salirà di sopra con un colpo di bacchetta – disse la ragazza.
Harry annuì. Non aveva la forza di rispondere.
Era contento che Ginny non fosse arrabbiata con lui, ma allo stesso tempo era deluso.
Aveva sperato che lei si sentisse come si sentiva lui, ma evidentemente non era così.

Arrivati davanti alla porta della camera della ragazza, si fermarono.
- Allora buonanotte Harry – disse dolcemente la rossa
- Buonanotte Gin – disse il ragazzo

Il ragazzo stava per voltarsi quando Ginny lo fermò.
- Harry? Buon compleanno – disse  scoccandogli un bacio sulla guancia.
Lui le passò una mano intorno alla vita e la trattenne qualche secondo in più.
Quando si staccarono, le sussurrò – Grazie… -
Ginny gli sorrise e si infilò in camera.
 
La ragazza si chiuse la porta alle spalle e ci si appoggiò.
Per qualche minuto non sentì nulla, poi sentì dei passi sulle scale e la porta della stanza di Ron chiudersi.
Tirò un sospiro e gli occhi le si riempirono di lacrime.
Aveva detto ad Harry che avrebbero trovato qualcun altro con cui essere felici, ma era una bugia.
Lei non avrebbe voluto nessun altro fino alla fine dei tempi.
Gemette e si infilò a letto.
Quel bacio non era stata una grande idea, ma non aveva saputo resistere.
Sarebbe stato un lunghissimo mese, fino al loro rientro ad Hogwarts.




Ciao a tutti! Grazie per seguire ancora questa storia dopo tanti anni!
Ho diversi capitoli in elaborazione, anche delle altre storie in corso, quindi gli aggiornamenti non saranno molto distanti l’uno dall’altro.
Buona lettura e a presto!

 
 

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Capitolo 11
*** Una strana estate (parte 2) ***


I giorni successivi furono un incubo.
Alla Tana era ospite Fleur, la fidanzata di suo fratello Bill, e Ginny cercava in tutti i modi di sfuggirle.
Fleur e Bill si sarebbero sposati l’anno seguente, ma la francese era intenzionata a coinvolgere la neo cognata in ogni più piccola riflessione sulle nozze, logorando ancora di più i già tesissimi nervi della ragazza.
Quel giorno era il suo compleanno.
Era riuscita a nascondersi da Fleur e si stava rilassando nel giardino della Tana, lanciando gli gnomi al di là del muro.
Era terapeutico.
Poteva far finta che gli gnomi fossero a volte la francese un quarto di Veela, a volte un idiota dai capelli spettinati.
 
Mentre lanciava una gnoma stranamente somigliante alla fidanzata del fratello, sentì dei passi alle sue spalle.
- Ti stai nascondendo? – chiese una voce
- E’ così evidente? –
Il ragazzo sorrideva divertito – un po’… -
Ginny sospirò
- Non posso farci niente. Non la sopporto. Con questo matrimonio mi sta ossessionando. Per quale motivo dovrebbe interessarmi il colore dei fiori? Non devo sposarmi io! – sbottò
- Avrei detto che a voi ragazze piacessero queste cose… -
- Se pensi questo di me, allora non mi conosci per niente!- disse la rossina fingendosi scandalizzata.
Harry scoppiò a ridere
- Davvero Harry, non ne posso più.  – disse tornando seria
- E’ così terribile?- chiese il ragazzo, curioso.
- E’ tremenda! Ha cambiato idea sui fiori già cinque volte! Cinque! Ma dico io, è così difficile capire quale fiore è più adatto? Non puo’ semplicemente scegliere il suo fiore preferito?– disse esasperata

- Qual è il tuo fiore preferito? – chiese il ragazzo all’improvviso.
- La rosa. La rosa lilla. Perché? – rispose la ragazza Il ragazzo alzò le spalle.
- Curiosità. Credo di non averla mai vista. La rosa lila, intendo. – disse grattandosi dietro la nuca
- Oh è molto bella e molto particolare! Ma qui in Inghilterra è difficile trovarla –
- E tu come fai a conoscerla? –
- E’ stato Neville a mostrarmela. Sul libro che gli ha dato Moody. Quello dell’algabranchia. –
- Tu sapevi dell’algabranchia? – chiese stupito
- Beh, stavo leggendo il libro quando ho visto quell’erba e ho chiesto spiegazioni a Neville. Lui mi ha detto a cosa serviva e io gli ho detto che forse, poteva essere utile a qualcuno che doveva affrontare una prova nel Lago Nero… -
Harry la fissò – perché non sei venuta tu a dirmelo? Perché hai mandato Neville? –
Ginny alzò le spalle – non riuscivo a starti vicino. Ero preoccupata da morire e era difficile controllarmi. Così ti evitavo. Evitavo tutti, in realtà. Le ragazze francesi erano quasi tutte presuntuose e i ragazzi di Durmstrang erano…. Diciamo stroppo sfacciati –

Harry ridusse gli occhi a due fessure
- Che intendi con sfacciati? –
- Beh, non si creavano problemi a dirci quello che avrebbero voluto fare con noi. – rise Ginny
Ad Harry venne quasi un infarto
- Avresti dovuto avvisarmi! Avrei parlato con Krum e avremmo risolto il problema! –
- Victor era uno di loro. Non avresti risolto nulla. –
- Ma stava con Hermione! – disse il ragazzo, allibito.
- Beh, questo è successo prima, poi hanno smesso di darci tanto fastidio. Anche grazie a Draco-
- Grazie a Malfoy? –
Ginny si sedette sul muretto e invitò Harry accanto a lei.
- Un pomeriggio, io Astoria e Luna eravamo nel parco a chiacchierare, quando un gruppo di Durmstrang si avvicinò. Tra di loro c’era anche Krum. Iniziarono a fare commenti espliciti. Un po’ troppo espliciti. Erano, chissà perché, convinti che facendo così noi saremmo cadute ai loro piedi. Nessuno di noi si era accorto che appoggiato all’albero accanto al nostro, c’era Malfoy.
- Draco si è avvicinato e io credo di non averlo mai visto tanto arrabbiato come in quel momento. Credo che i bulgari si siano spaventati e per questo se ne siano andati.Quando si è girato verso di noi, ha detto che se ritornavano a darci fastidio, lo avremmo dovuto avvisare.
Poi si è allontanato senza dire altro. Abbiamo avuto solo il tempo di dirgli grazie. –
- Incredibile…. – commentò Harry
- Da allora mi saluta nei corridoi.  Certo, con un piccolo cenno della testa, ma mi saluta. Lo avresti mai detto? –
- Fammi capire bene: tu e Malfoy vi salutate? Tu, Ginevra Weasley e lui Draco Malfoy?-
Ginny rise – è così improbabile che anche lui abbia ceduto al mio innato fascino? – commentò la ragazza sollevando i capelli e facendo una piroetta
Harry la guardò sorridendo – no, non è poi così difficile da immaginare –
Ginny arrossì. – in realtà credo che abbia una cotta per Astoria. La guarda in un modo strano, ma solo quando pensa che nessuno lo veda. E’ divertente da osservare. –

Harry le stava sorridendo e Ginny distolse lo sguardo.
Era bellissimo e lei lo adorava. Ma se continuava a guardarla in quel modo, non sarebbe riuscita a reggere ancora per molto.
- Tu cosa mi dici? Come stai? – chiese per cambiare argomento
Harry fece spallucce – Così. Ho molte cose per la testa. –
- Ne vuoi parlare? –
- No davvero. – fece Harry
Ginny si rabbuiò. Harry cercava la sua compagnia, ma non condivideva con lei i suoi pensieri.
Lei non faceva parte del magico Trio.

Harry se ne accorse, così cercò di correre ai ripari cambiando argomento.
- Ero venuto a cercarti per proporti una partita a Quidditch. Ron e Hermione ci stanno aspettando –
- Si ok. – fece la ragazza  – facciamo sempre io e Ron contro te e Hermione? –
- Per forza – disse il ragazzo, avviandosi con lei verso gli amici – Hermione è una schiappa! –
La riccia, che aveva sentito il commento dell’amico protestò – Hey! Chi sarebbe una schiappa? –
- Tu!- dissero Ron, Harry e Ginny contemporaneamente
Hermione parve offesa
- Dai, non prendertela Herm! Nemmeno Ron è questo campione del Quidditch! – disse Ginny facendo ridere Harry
Ron iniziò a protestare e la ragazza cominciò a fare le imitazioni di quando giocava, facendo sbellicare dalle risate gli altri due.
 
Harry la adorava.
Era bellissima, divertente e bravissima a giocare a Quidditch.
Quando avevano parlato di fiori, aveva voluto assolutamente sapere qual’era il suo preferito.
Non si era aspettato che lei indicasse un fiore così delicato come la rosa lilla.
Ma, probabilmente, questo indicava che, sotto sotto, anche Ginny era una ragazza romantica, tutto sommato.
 
Un paio di settimane dopo, si recarono tutti a Diagon Alley per gli acquisti scolastici.
Le lettere da Hogwarts erano arrivate già da un po’, indicando che Ron e Hermione erano stati nominati prefetti, e che Harry era il nuovo capitano di Quidditch di Grifondoro.
Lui e Ginny, passavano un mucchio di tempo ad inventare tattiche di gioco.
Erano i momenti della giornata che Harry preferiva, quando riusciva a stare da solo con lei e a sentirsi un ragazzo come tutti gli altri.
Dopo aver fatto i giri necessari a completare il loro corredo scolastico, i quattro ragazzi si fermarono ai Tiri Vispi Weasley, per salutare Fred e George.
 
Ginny ed Hermione si fermarono incuriosite ad osservare i filtri d’amore che i gemelli avevano creato.
Harry guardava Ginny imbambolato.
La trovava bellissima.
 
- Harry? Cosa fai? – chiese Ron
Harry trasalì
- Ron! Scusa, ero sovrappensiero –
Ron fece una risatina
Harry decise di sviare il discorso
- Hai visto i filtri d’amore che vendono i tuoi fratelli? Hermione sembra interessata… -
Ron fece le orecchie rosse
- Miseriaccia Harry! Non crederai che voglia usarlo con qualcuno!-
- Ma no! Che vai a pensare! –
Harry fece un sorrisino.
La tattica “Hermione” funzionava sempre.
Il cervello di Ron smetteva di funzionare e il moro riusciva ad evitare domande imbarazzanti.
 
Ginny osservava i filtri d’amore.
- Non saranno pericolosi in mano a quelle svampite che popolano la scuola con noi? – chiese ad Hermione
- Lo penso anche io – disse la riccia – speriamo che i Gemelli abbiano un criterio di vendita e che non li diano a chiunque! –
- Ne dubito fortemente.. – rispose la rossina
In quel momento i gemelli si avvicinarono
- Avete visto i nuovi prodotti, ragazze? Funzionano perfettamente! – disse George
- Ma da quello che sappiamo, tu non ne hai bisogno, vero sorellina? – disse Fred
- Che vuoi dire? – chiese Ginny

Harry si avvicinò al gruppo, interessato alla conversazione.

- Ci hanno detto che molti ragazzi ti vengono dietro. – disse George
- Seamus è stato qui proprio ieri dicendo che il suo amico Dean ti sbava dietro dallo scorso anno! – insistette Fred
- Non credete a tutto quello che vi dicono – replicò la ragazza
- Quindi non è vero? – chiese George
- Certo che è vero, e non è l’unico. Io ne conosco un altro che muore letteralmente per lei – disse Hermione guardando Harry di sottecchi 

Il moro fulminò l’amica con lo sguardo
 
- Ma smettetela! Piuttosto queste cosa sono? – fece Ginny indicando degli animaletti piccoli, tondi e pelosi
- Sono Puffole Pigmee. Ma non cambiare argomento – disse George
- Non voglio parlarne! E comunque, non sono affari vostri! –
Prese dalla gabbia una puffola rosa
- Prendo questa. –
- E’ molto carina. – disse Harry che si era avvicinato per vedere gli animaletti
Ginny arrossì nel trovarsi il ragazzo tanto vicino.
- Come la chiamerai? – chiese il moro
- Arnold. E’ davvero adorabile! – disse la ragazza strofinandosi la puffola contro la guancia.
L’animaletto iniziò a fare le fusa
 
“Quanto vorrei essere quella puffola…” pensò Harry
 
Improvvisamente, mentre era accanto a lei, Harry si irrigidì con lo sguardo puntato sulla strada.
Draco Malfoy era spuntato insieme ad altre persone e si era dileguato per le strade di Nocturne Alley.
- Scusa Ginny, devo fare una cosa – disse Harry allontanandosi, seguito da Ron e Hermione.

- Dove stanno andando? – fece una voce alle spalle di Ginny
- Ciao Luna! Come stai? –
- Bene! Ma non hai risposto alla mia domanda. –
- E’ come al solito. Il magico trio, chiusi nel loro mondo con i loro segreti –
- Quindi non è cambiato niente quest’estate? –
- No. Nulla. Spero solo che arrivi presto il momento di andare ad Hogwarts. Non è facile per me passare tanto tempo con lui. –
- Hai passato tutta l’estate a fingere di stare bene, vero? –
- Si. E, onestamente, non ce la faccio più. Almeno a scuola abbiamo lezioni in orari diversi. Sarà più facile per me evitarlo. Almeno per qualche ora. –
- Mi fa piacere che tu ne sia convinta. Ma secondo me ti stai illudendo. – 

Ginny adorava Luna. Le voleva davvero bene.
Ma a volte avrebbe preferito che non fosse sempre così sincera.
- Non puoi nutrire la mia illusione così da rincuorarmi per un minuto? Fece la rossina esasperata
- Mi dispiace, non riesco a mentire. – rispose Luna 
Ginny alzò gli occhi al cielo.
Sarebbe stata una lunga giornata.
 
 
I giorni successivi passarono tra una partita di Quidditch, progetti per gli allenamenti e lunghe passeggiate nel giardino della Tana.
Ginny riuscì quasi sempre ad evitare Fleur, e si divertì tantissimo.
Finalmente l'ultimo giorno era arrivato.
Il mattino dopo, sarebbero partiti per Hogwarts.
Quella sera, dopo aver cenato allegramente tutti insieme, Ginny ed Hermione si rintanarono della loro camera per preparare le ultime cose.
 
- Ginny hai preso tutto? –
- Si si. Devo solo prendere il mangime per Arnold.  –
Hermione la guardò.
- Stai bene? – chiese
Ginny sospirò e si sedette sul letto.
- Si. Sto bene. Questa estate è stata….strana. Io ed Harry ci siamo molto avvicinati, come amici, intendo. Abbiamo parlato molto e ci siamo lasciati alle spalle quello che è successo lo scorso anno, ma… -

Hermione si sedette sul letto accanto a lei. Vide che l’amica era in difficoltà e cercò di finire la frase per lei.
- Ma non credi di riuscire a dimenticarlo. E non riuscirai a reprimere i tuoi sentimenti ancora per molto. –
Si girò verso l’amica che aveva gli occhi disperati – Hai paura di non reggere la sofferenza. Ho indovinato? –
Ginny voltò il capo e guardò fuori dalla finestra.
- Io non voglio perderlo, Herm. Voglio stargli vicina e se l’unico modo è farlo da amica lo farò. –  sospirò pesantemente
- Ma non riesco a non amarlo. Sento i miei sentimenti per lui crescere, non diminuire.  E non voglio smettere di provare quello che provo. –

Hermione la abbracciò con le lacrime agli occhi.
 
In quel momento ci fu un leggero bussare e due ragazzi entrarono nella stanza.
- Ragazze? Siete sveglie? – disse Ron
- Si si – rispose Hermione asciugandosi gli occhi velocemente
Ginny si alzò dal letto e si avvicinò alla finestra.
Fece dei lunghi respiri profondi e si preparò ad incrociare il suo sguardo.

Una mano le si posò sul braccio, girandola dolcemente.
- Gin? Tutto bene? – disse Harry alzandole il viso in modo da guardarla negli occhi.
- Si Harry, sto bene. Non preoccuparti –
- Hai gli occhi lucidi. Sei sicura di stare bene? – chiese piano
- Ma si. Sono solo sciocchi sentimentalismi. Sono contenta di tornare ad Hogwarts, ma la Tana mi mancherà. –Harry le fece un sorriso.
- mancherà anche a me –
le strinse la mano e andarono a sedersi vicino a Ron ed Hermione

- Chissà cosa succederà quest’anno.. – disse Hermione
- Sarà, ovviamente, un anno movimentato – disse Ron ridendo
- Ovviamente – fece Harry
- Quando mai abbiamo avuto un anno tranquillo? – disse Hermione ridendo 

Ginny restò in silenzio osservando il trio farsi battutine sugli anni passati, la maggior parte delle quali non capì.
In fondo, lei non passava il tempo ad Hogwarts con loro.
Tante delle loro avventure le aveva sapute dai gemelli o da Sirius.
Poi sentì la mano di Harry nella sua.
Si girò verso di lui e gli sorrise.
Avevano sviluppato un rapporto strano.
Però a lei piaceva. Non sapeva dove li avrebbe portati, ma se lo sarebbe fatto bastare.
Per adesso, almeno.

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Capitolo 12
*** In viaggio verso Hogwarts ***


Il mattino dopo, raggiunsero la stazione di King’s Cross e salirono sul treno per Hogwarts.
- Noi dobbiamo andare nello scompartimento dei prefetti. – disse Hermione con uno sguardo di scuse rivolto ad Harry.
Il moro cercò di tranquillizzarla
- Cercherò uno scompartimento e vi aspetterò, stai tranquilla Hermione –
La riccia annuì e si allontanò con Ron.
- Gin vieni con me? – chiese il moro
- Scusa Harry, ma ho promesso alle mie amiche che le avrei raggiunte. –
- Oh, certo. Ci vediamo dopo – rispose il ragazzo con un’espressione delusa.

Ginny si avviò verso lo scompartimento che occupavano le sue amiche, ma all’interno vi trovò una sorpresa: Dean Thomas e Seamus Finnigan
“fantastico…” pensò la ragazza
- Ciao a tutti! – disse con un falsissimo sorriso.
Si avvicinò ad Astoria e la abbracciò
- Che diavolo ci fa lui qui? – le sussurrò
- Non siamo riuscite a scollarcelo da dosso. Non appena ha saputo che ti aspettavamo, si è seduto e non ci ha più lasciate.
La rossa sbuffò
Abbracciò anche Luna e si sedette
- Come hai passato l’estate?- le chiese Dean
- Bene grazie. Siamo stati alla Tana-
- Solo voi o c’era qualcun altro? – chiese Dean con finta non curanza
- C’era anche Hermione. Ed Harry, naturalmente – rispose la rossina
- E nessun altro? Ti sei scritta con qualcuno? – insistette Dean
- No, con nessuno…. – rispose Ginny non capendo dove il ragazzo volesse arrivare
- Quindi ti sarai sentita sola! Quei tre stanno sempre insieme! Ti avranno esclusa, come fanno qui ad Hogwarts!- disse il ragazzo con un sorriso sarcastico
- Non capisco perché avrebbero dovuto fare una cosa simile… - rispose Luna, infastidita.
E Luna non si infastidiva mai.
- Perché Harry e Hermione sono amici di Ron, non di Ginny! In fondo sono dello stesso anno, no? –
- E quindi non possono essere amici con una di un anno in meno? – chiese Astoria.
Era molto irritata, ma stava cercando di non darlo a vedere.
- Dean… - lo chiamò Seamus, cercando di frenare l’amico che stava per dire qualcosa di stupido
- No, non volevo dire questo! Intendevo che loro sono un po’ come fratelli, Harry, Ron e Hermione intendo, ma tu non fai parte del gruppo! Sei la sorellina di Ron, una persona in più, se capisci cosa intendo. Al massimo come la sorellina di Harry ed Hermione.– 

Ginny rimase bloccata
“Sorellina? Io sarei la sorellina di Harry? E’ così che mi vedono gli altri?”
 
Ci fu qualche minuto di silenzio, poi Dean parlò di nuovo.
- Ginny? –
- Si? – la ragazza alzò il viso e lo guardò
- Hai pensato a quello che ti ho detto alla fine dello scorso anno? –
- Si, Dean. E la risposta è sempre la stessa. No. – 

Alla fine dell’anno precedente, Dean le aveva chiesto di diventare la sua ragazza ma lei aveva rifiutato, così lui le aveva chiesto di pensarci.
 
- Scusate ma io devo andare – disse Ginny alzandosi.

Non aveva voglia di intavolare un'altra discussione con il ragazzo...

Dean la seguì
- Ma perché non vuoi darmi una possibilità?- le disse.

... ma evidentemente era inevitabile.

Lei si girò a fronteggiarlo
-  Te lo dico per l’ultima volta. Sono innamorata di qualcun’altro.- 

In quel momento Harry si affacciò nel corridoio e rimase sulla porta del suo scompartimento incrociando lo sguardo della ragazza.
 
Dean si accorse dello scambio di sguardi tra i due.
 
- Non dirmi che sei ancora innamorata di lui!-
- E se anche fosse? Non sono affari tuoi! –
- E’ per questo che lo hai seguito al ministero? Per una sciocca infatuazione? –
- Non osare! Tu non sai niente!-
- Ma non capisci che per lui sei solo la sorella del suo migliore amico? Non starà mai con te!-
- Non sono affari tuoi! E comunque preferisco rimanere sola che cercare la tua compagnia! –
- Ma dai! E’ dallo scorso anno che ti chiedo di uscire! Non mi sembrava di esserti indifferente! –
- Ti sembrava male! Non uscirò con te!-
- Davvero te la sei presa perché ho detto che non starai mai con Harry? –
Ginny non ci vide più e gli scagliò una fattura orcovolante
 
In quel momento comparve un professore che la ragazza non aveva mai visto.
- Buongiorno signorina! Non vedevo una fattura orcovolante così ben fatta da molti anni! I miei complimenti! Posso sapere il suo nome? –
- Ginevra Weasley..- rispose la ragazza un po’ incerta.
In quel momento, alle sue spalle arrivò Harry
- Buongiorno professore! –
- Harry caro! Stavo cercando proprio te! Vieni a prendere un the nel mio scompartimento più tardi! E porta anche la signorina Weasley! Vi conoscete, vero? –
- Si signore! Ci conosciamo molto bene. – rispose il ragazzo
- Benissimo! A dopo allora! –
Si voltò, interruppe l’incantesimo scagliato a Dean e si allontanò

Dean guardava Ginny furioso.
Harry prese la ragazza per mano – Vieni, dai. – le disse, tirandola verso il suo scompartimento.
Entrò e chiuse la porta alle spalle della rossa.
Lei lasciò la sua mano e si sedette.
Il moro la guardava, divertito.
- Vuoi spiegarmi? –
- Che cosa? – chiese lei, accigliata
- La fattura orcovolante che hai lanciato a Dean –
- No, non voglio. – rispose incrociando le braccia e girandosi a guardare fuori dal finestrino

Harry si sedette con un sospiro e la costrinse a guardarlo
- Cosa ti ha detto? –
Ginny si arrese e si alzò
- Mi ha detto che per te e per tutti sono sola la sorellina di Ron.La “sorellina”, capisci? Come se fossi un cagnolino che Ron si porta dietro e che infastidisce te ed Hermione! – rispose infuriata
- E lui che ne sa? – disse Harry guardandola
Ginny era sorpresa.
Harry aveva usato un tono di voce che non era usuale per lui
- E’ quello che vedono gli altri, credo. –
- Io credo che sia quello che spera lui. –
- Che vuoi dire? –
- Nel periodo in cui io e te abbiamo litigato, tutti si sono accorti della cosa. Ho provato a parlarti talmente tante volte e davanti a chiunque che era impossibile non accorgersi che mi piacevi. E che tu mi evitavi. Un giorno Dean me lo chiese, direttamente. –
- Cosa gli hai risposto? – chiese Ginny in un sussurro
- Credo di averlo guardato malissimo e di non aver risposto nulla. Stavo per saltargli alla gola ma lo ha salvato un intervento di Ron – Harry ghignò – non ero molto in me in quel momento. E sapere che lui ti veniva dietro aumentava la mia furia. –
Ginny rise

In quel momento la porta dello scompartimento si aprì e Neville fece capolino
- Ciao ragazzi! Possiamo unirci a voi? – chiese indicando altre due figure che erano con lui
- Ciao Neville! Venite pure! – rispose Harry sorridendo all’amico
- Ciao Harry! – disse Luna
- Ehilà! – fece Astoria
- Ciao ragazze! Come state? – chiese il moro, gentile
- Noi bene, ma vorremmo sapere come mai Dean Thomas si teneva la testa – chiese Astoria guardando Ginny
La ragazza alzò gli occhi al cielo
- Gli ho lanciato una fattura Orcovolante. –
- Diciamo che se l’è meritato. – rispose Harry

La porta dello scompartimento si aprì di nuovo.
Una ragazza dai capelli neri e ricci entrò ignorando tutti e puntando lo sguardo sul ragazzo moro.
- Ciao Harry. Sono Romilda, Romilda Vane. Ho pensato che magari ti andava di dividere lo scompartimento con me, piuttosto che stare con “loro” – disse guardando disgustata gli altri occupanti

Harry ridusse gli occhi a due fessure
- No, grazie. Preferisco stare con “loro”, i miei amici. – disse guardandola freddamente
La ragazza se ne andò via indispettita.
- E’ impazzita, per caso? – chiese Astoria
- Ora sei più famoso del solito, Harry. Dopo la notte al ministero, tutti sanno che avevi ragione su Tu-sai-chi. – disse Neville – ma se fossi in te, starei attento con quella. E’ una vera arpia! –
- Lei non mi interessa. – rispose Harry – ora però dovete scusarci, siamo stati invitati dal Professor Lumacorno. Ci vediamo dopo – disse il ragazzo, prendendo Ginny per mano e portandola fuori. 

Nel corridoio si imbatterono in Dean che guardava le loro mani intrecciate
-Dean. – lo salutò Harry
- Harry – rispose il ragazzo
Dopo un paio di metri incontrarono Romilda Vane che lanciò a Ginny un’occhiata di fuoco
- Siamo proprio fortunati oggi, non c’è che dire. – commentò Harry facendo ridere Ginny
Al suono della risata della ragazza, Harry si fermò a guardarla.
Aveva gli occhi splendenti, lui la trovava meravigliosa e non riuscì a trattenersi.
Le fece una carezza sulla guancia
- Sei bellissima quando ridi. –Ginny arrossì
Harry si rigirò subito, rosso in volto e continuò a tenerla per mano, fino ad arrivare allo scompartimento di Lumacorno.
Prima di entrare, si voltò verso la ragazza e la guardò dritta negli occhi, in modo che vedesse la sincerità di quello che le stava per dire.
- Per me, non sarai mai solo la sorellina di Ron. Tu sei di più. - 
Le fece una carezza sul volto e poi avvicinò le labbra al suo orecchio
- Tu sei tutto. – le sussurrò.
E senza aspettare la risposta della ragazza, entrò nello scompartimento del professore.

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Capitolo 13
*** Il discorso di Hermione ***


Harry non ebbe più modo di parlare da solo con Ginny.
Dopo il the con il professor Lumacorno, Ron e Hermione tornarono dallo scompartimento dei prefetti.
Lui e la rossa non rimasero mai da soli.
Nemmeno arrivati ad Hogwarts, riuscì a stare da solo con lei.
Dal ritorno dalla riunione del “Lumaclub”a cui avevano partecipato sul treno, (così il professore amava definire quel gruppo di studenti che, secondo lui, avevano un fiorente futuro), Ginny era stata stranamente silenziosa con lui.
Si salutavano, si sorridevano, passavano insieme ai loro amicio tutto il tempo libero che avevano, ma era ormai passata una settimana e non si erano rivolti la parola.
Solo una volta, Ginny gli aveva parlato.
Durante  la prima lezione di Lumacorno, Harry aveva consultato un vecchio libro di pozioni che gli aveva permesso di essere il primo della classe.
La rossa aveva sentito discutere lui ed Hermione e si era preoccupata.

-Stai facendo quello che ti dice un libro, Harry? – aveva chiesto
-No, no Gin, davvero….non è come con il diario… è solo un manuale di pozioni su cui qualcuno ha scritto degli appunti. –
-O-OK, scusa… -Gli aveva fatto un sorriso ed era scappata via.
 
Ogni tanto però si perdeva ad osservarla, come quel pomeriggio.
Erano tutti in sala comune e lui non riusciva a staccare gli occhi di dosso alla ragazza.
Il sole rifletteva sui suoi capelli rossi, che ad Harry piacevano da impazzire.
Dall’anno precedente i suoi sentimenti per lei si erano intensificati.
Specialmente dopo l’estate che avevano passato insieme.
Ora non faceva che desiderare sempre di più di stare con lei, ma cercava di non darlo a vedere.
Sperava di essere riuscito a nascondere i suoi veri sentimenti, almeno fino a quando non le aveva detto che per lui, lei era tutto.
Che idiota.
Lei magari lo aveva dimenticato e invece, dicendole così, l’aveva mandata in confusione.
Aveva visto il suo sguardo sorpreso quando glielo aveva detto, ma non aveva voluto indagare oltre per paura di ricevere qualche occhiata miserevole.
Già immaginava la scena “Oh, Harry, mi dispiace tanto, ma io adesso sono innamorata di un altro… tu sei solo un amico…come uno dei miei fratelli..”
Il solo pensiero gli metteva i brividi.
 
 
Hermione osservava ora il moro, ora  la sua amica, cercando di capire cosa fosse successo.
Erano tutti insieme, chi seduto sul divano, chi per terra, e chiacchieravano del più e del meno.
Quella sera c’erano anche Luna e Astoria.
Ogni tanto la rossa prendeva parte alla conversazione, ma poi ritornava a guardare fuori.
Il ragazzo, invece, ascoltava distrattamente, continuando ad osservare la ragazza.
Ad un certo punto, Harry si alzò e si allontanò dagli amici.
Ginny lo seguì con lo sguardo e poi si voltò di nuovo verso la finestra.
Astoria si voltò verso Hermione.

- Io chiedo a Ginny e tu segui Harry? –
- Ok – rispose la riccia – vorrei capire come fanno a complicare sempre tutto –
La serpeverde fece spallucce e si sedette vicino alla rossa, mentre Hermione seguiva l’amico fuori dalla sala comune.
 
Ginny ripensava alle parole di Harry.
“Tu sei di più. Tu sei tutto”
Quanto aveva sognato di sentire da lui parole simili….
Ma adesso…. Non sapeva come interpretarle.
Sentì qualcuno sedersi accanto a lei.

-Allora, che succede? –Ginny sospirò –nulla –
-Dai Ginny. Sei strana dal viaggio sul treno! Mi dici che succede? –La ragazza sospirò.
-Quando sono uscita dallo scompartimento, mentre eravamo in viaggio, Dean mi ha seguita. Mi ha ferita. Continuava a sostenere che Harry non mi avrebbe vista mai diversamente dalla sorellina del suo amico. –
-Idiota –
-Già. Dovevi sentirlo. “non dirmi che sei ancora innamorata di lui!” – scimmiottò la ragazza – “dovresti dare un’occasione a me!” –
-Tu che hai risposto? –
-Nulla. Ho incrociato lo sguardo di Harry che era fuori dal suo  scompartimento e ci guardava. Ero ferita e frustrata. E gli ho scagliato un’orcovolante. A Dean, intendo.–
-Hai fatto benissimo! Non è stato molto furbo da parte sua. Se voleva uscire con te, doveva parlarti con gentilezza, non sminuirti! –
-Già. Subito dopo il professor Lumacorno mi ha fatto i complimenti per l’incantesimo e mi ha invitato a prendere un the con lui insieme ad Harry. Mentre stavamo andando da lui, Harry mi ha detto che per lui io non sarò mai solo la sorellina di Ron. – La ragazza si girò a guardare l’amica – ha detto che io sono di più. Che sono tutto. –
-Oh merlino dalle braghe scarlatte!  –
Ginny sospirò pesantemente.
-Tu cosa hai risposto? –
-Nulla. Sono rimasta pietrificata.-
-Hai pensato a cosa dirgli? –
-Cosa vuoi che gli dica, Ria? Lui mi ha detto che avrei dovuto dimenticarlo. Ma come faccio se mi dice cose di questo genere? Credo che questo sarà l’anno più complicato che passerò ad Hogwarts, se continua così. – 
 
Nel frattempo, nel corridoio vicino alla torre di grifondoro, Harry guardava fuori dalla finestra.
Era così assorto nei suoi pensieri da non essersi accorto che un nugolo di ragazzine lo stava letteralmente spogliando con gli occhi.

-Volete dei secchi per raccogliere la bava? – esclamò Hermione con il suo migliore cipiglio da prefetto.Harry si girò, le ragazzine arrossirono, colte sul fatto, e si dileguarono.
Il ragazzo guardò l’amica, divertito.

-Che stavano combinando per incappare nella tua ira? –
-Stavano allagando il corridoio con fiumi di bava mentre ti guardavano. –
Harry ci mise un attimo a registrare il significato della risposta dell’amica e arrossì furiosamente prima di passarsi una mano tra i capelli.
- Ecco, con questo gesto, hai causato un paio di infarti. – commentò la ragazza, ridendo.
- Daiiiiiiii – fece il moro arrossendo ancora di più
- Ma è vero! Le ragazze ti guardano, Harry. Ma il fatto che tu non te ne renda minimamente conto, la dice lunga su dove siano il tuo cuore e la tua mente in questo momento. –

Harry fece un sorrisino
-Che è successo? –
-Perché dovrebbe essere successo qualcosa? –
-Perché Ginny è imbambolata a guardare fuori dalla finestra, quindi qualcosa l’ha profondamente sconvolta, e tu non le hai tolto gli occhi di dosso. Dimmi, quante lentiggini ha al momento la mia amica? Con la concentrazione con cui l’hai guardata, sicuramente le hai contate. –
Harry rise
– non ti si può nascondere niente! –

- No, non si può! Allora parli? O devo ricorrere al veritaserum? –
Harry sospirò
- Dean l’ha sconvolta, sul treno. Non so di preciso che cosa le abbia detto, qualcosa a proposito del fatto che per me lei sarebbe stata solo la sorella di Ron, ma deve avergli detto altro perchè lei gli ha lanciato una fattura. –
- Te lo ha detto lei? –
- No, li ho visti. Ho visto il turbamento di Ginny. Comunque, mentre andavamo da Lumacorno, ho detto qualcosa che l’ha fatta ridere e… -
- …e? –
- E le ho detto che è bellissima quando ride. –
- E lei? – chiese interessata Hermione
- Non lo so. Ho distolto subito lo sguardo, non riuscivo a controllarmi. Così le ho detto che per me lei non sarebbe mai stata solo la sorellina di Ron, che per me lei è di più. Che… che lei è tutto. –
- Oh Merlino onnipotente.. –Harry si accigliò
- Che cosa ho fatto, Herm? Lei mi avrà dimenticato ed io perderò tutto se continuano a scapparmi cose come questa! –
- Sei un idiota, Harry –
Il ragazzo si voltò per osservare l’amica
- Lei non ti ha dimenticato.  –
- Questa estate mi ha detto che avremmo trovato qualcuno con cui essere felice. Che tra noi non aveva funzionato, ma che potevamo essere amici –
- Stava mentendo. –
- Tu dici? –
- Senti Harry, Ginny sta cercando di proteggersi. E non è da biasimare, considerando che è innamorata di te da anni, ma che il suo sogno si è infranto con la morte di Sirius. –
- Che cosa avrei dovuto fare? – disse Harry adirato – lei è in pericolo se sta con me! –
Hermione scosse la testa
- Harry, perché non ti sei creato questo problema quando stavi con Cho? –
Il ragazzo non seppe cosa rispondere.
- Tu ci tieni a lei. –
- Certo che ci tengo a lei! –
- Harry, le hai praticamente detto di amarla!-
- Non le ho detto… quello –
- Era la stessa cosa. Harry, sii ragionevole. –
Il ragazzo mise il broncio.
- Toglimi una curiosità. Cosa hai sentito nell’Amortentia?-
- Il profumo della torta di melassa, quello del legno di un manico di scopa, e… -
-E? –
- E il profumo dei capelli di Ginny. – ammise con un sospiro
- Tu lo sai cosa significa, vero? –
- Si lo so. Significa che sono nei pasticci!-
Hermione alzò gli occhi al cielo.
- Mettiamo che tu abbia ragione. Ipotizziamo per un momento che lei possa essere in pericolo se fosse la tua ragazza. Non credi che semplicemente amandola la metteresti nello stesso pericolo?  Basterebbero i tuoi sentimenti per lei a metterla in una posizione scomoda. –
- Allora smetterò di amarla – 
- Non essere stupido, Harry James Potter! Non si può cancellare un amore come quello che provi tu!-
- E allora cosa proponi? –
- Smettila di combattere i sentimenti che provi per lei! Stai soffrendo inutilmente e stai facendo soffrire lei! E’ davvero questo che vuoi? Vederla soffrire? –
- Certo che no! E’ l’ultima cosa che voglio! –Il ragazzo si mise le mani tra i capelli
- Perché è così difficile per te credere di poter essere felice? –
- Non sono sicuro di meritarlo. –
- Che scemenza….. nessuno merita di essere felice più di te. – 
Rimasero in silenzio per qualche minuto.

- Cosa devo fare? – chiese il ragazzo in un sussurro
- Te l’ho già detto. Smettila di combattere i sentimenti che provi per lei. Sii felice. Ne hai bisogno. E anche lei. Ma devi sbrigarti.. –
Harry la guardò confuso
-Sbrigarmi? –
- beh ecco.. – disse la ragazza, imbarazzata – Ginny ha tantissimi ammiratori… –
Il volto di Harry si oscurò

- … E le ho consigliato di accettare un appuntamento con uno di questi –
- Hermione! –
- Cosa avrei dovuto dirle? Di aspettarti fino a quando non saresti rinsavito? –
- No, certo che no, ma…. – sospirò frustrato – cercherò di parlarle. –
Hermione lo guardò, colpevole.
Harry gemette.

- Quando ha l’appuntamento? E con chi? –
-Sabato….. con Michael Corner –
- Michael Corner il suo ex? –
- Sì. Ginny mi ha detto che vorrebbe riprovarci. Che era un bel ragazzo e che lei gli voleva bene. E che era disposta a rivalutare le richieste di Michael –
Harry sbiancò
- Le sue richieste? Ma è impazzita? –
- Tu… tu sai di quello che lui le aveva chiesto? -  chiese la ragazza sorpresa e imbarazzata
- Sì, me lo disse Ginny una sera a Grimmauld Place. –
- Lei vuole vivere, Harry. Non ti dimenticherà mai ma non vuole passare la vita da sola. E tu non le hai mai chiesto di aspettarti. –
- Sono un idiota, vero? –
- Si. Si, lo sei. Ma solo quando non ammetti che non puoi vivere senza Ginny Weasley. – 

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Capitolo 14
*** Selezioni e discussioni. ***


Il mattino dopo, Ginny scese in sala grande.
Quel giorno ci sarebbero state le selezioni per la squadra di Quidditch del Grifondoro e lei era nervosa.
Sapeva di essere in squadra, ma avrebbe dovuto passare del tempo da sola con Harry per valutare chi altri dovesse entrare.
 
Mentre si dirigeva a fare colazione, incrociò lo sguardo di Cho Chang.
Era vicino ad Harry e gli stava parlando.
Merlino, quanto la detestava!
E la cosa era reciproca.
 
La mora stava aspettando Harry nel corridoio.
Non appena vide il ragazzo, le si parò davanti.
Harry la guardò, sorpreso
- Ciao Cho –
- Ciao Harry! – disse con voce mielosa
- Volevi dirmi qualcosa? – chiese il ragazzo dopo qualche secondo di silenzio.
- Sì Harry! Volevo invitarti ad Hogsmeade con me!-
- Mi dispiace Cho, no. – rispose il ragazzo il più gentilmente possibile
- Perché non vuoi venire con me? – chiese la ragazza, con un tono di voce cantilenante
- Perché mi piace qualcun altro – rispose Harry.
In quel momento, Cho incrociò lo sguardo di Ginny Weasley ed ebbe un’idea.
- Ma dai Harry – disse con voce suadente – io lo so che sei ancora innamorato di me! – disse aggrappandosi al braccio del ragazzo.
Con la coda dell’occhio vide la rossa fermarsi a guardarli per un momento e colse l’attimo.
Si alzò sulle punte e baciò Harry Potter.
 
Ginny sbiancò e si allontanò velocemente.
“così impari, Weasley! Potter è mio!” pensò Cho
 
Harry fu sorpreso dal bacio di Cho e ci mise un secondo di troppo ad allontanarla.
La afferrò per i polsi e le diede uno strattone deciso.
- Mi dispiace, Cho. Ti ho detto che mi piace qualcun altro. –La ragazza inorridì per il rifiuto.
-  Ma…. Ma tu eri innamorato di me! –
- Lo ero. Ora non più. Mi dispiace. –
- Non è possibile! Non puoi preferire quella mocciosa a me! – inveì la Chang.
Harry si rese conto in quel momento che Cho era gelosa di Ginny.
Il ragazzo non rispose ma un lampo di irritazione passò nei suoi occhi verdi.
La ragazza se ne accorse e fece un passo indietro.
- Buona giornata Cho. – disse Harry allontanandosi.

Arrivato al tavolo dei grifondoro, si sedette vicino a Ginny.
La ragazza si voltò, gli lanciò un saluto frettoloso e distolse lo sguardo.
- Buongiorno Gin. Tutto bene? –
- Si, si tutto bene. –Scese un silenzio imbarazzato.
- Sei…pronta per queste selezioni? –
- Io..si, sì sono pronta. Ron è un po’ nervoso.  Ma credo che riusciremo a farcela –
Harry si rilassò.
Il Quidditch funzionava ancora.
 
Quando arrivarono al campo, Ginny si andò a posizionare tra quelli che dovevano fare il provino.
Harry si avvicinò e, prendendole la mano, la trascinò accanto a lui.
- Cosa fai? – chiese la ragazza imbarazzata
- Tu non fai il provino. –
- Ma Harry…. Devo farlo. Non sarebbe giusto… -
- Sei la migliore giocatrice che ho. Tu sei già in squadra. Sei il vice capitano.-
Ginny lo guardò e arrossì per il complimento.
Harry le fece un sorriso e si dedicò agli aspiranti giocatori.
Ginny salì sulla scopa e aiutò Harry a fare i provini.
Ron era nervosissimo.
- Sta tranquillo Ron. Andrà tutto bene. – gli disse la ragazza avvicinandosi.Ron annuì
- Fai dei tiri forti. Altrimenti penseranno che io sia un raccomandato. –
- Ok, tranquillo. – 
Ron fu bravissimo, parò tutto, anche se a volte ebbe difficoltà, ma Harry e Ginny sapevano che avrebbe potuto fare molto di più.
Cormac Mclaggen invece, l’altro aspirante portiere, fu troppo perfetto, fino all’ultimo tiro che mancò.
Sembrava sotto un incantesimo confundus.
Ginny si voltò a guardare Harry e insieme si girarono verso Hermione che guardava le selezioni dagli spalti.
La riccia fece finta di nulla.
Harry e Ginny si sorrisero divertiti.
Anche Dean Thomas fece le selezioni come cacciatore, ma non fu bravo come Delmeza, la compagna di stanza di Ginny.
 
Arrivati a terra, Harry e Ginny si avvicinarono.
- Tu che ne pensi? –
- Delmeza è stata bravissima. E Katie non aveva bisogno di un provino –
- Sì, le avevo detto che per me era in squadra ma non ha voluto ascoltarmi. – disse il ragazzo – anche Dean non è andato male. –
- No, è vero. E’ stato bravo.  –
Harry la scrutò bene negli occhi.
- Sarebbe un problema per te se lo facessi entrare nelle riserve? –
Ginny si sorprese per la sensibilità di Harry.
- No Harry, tranquillo. –
- Sei sicura? Non voglio che riesca a turbarti mentre giochi –
- Sono sicura, grazie. E poi è una riserva. Potrebbe succedere che debba sostituire me per un infortunio e che quindi io non giochi affatto con lui.- rispose la ragazza con un sorriso.
-  Speriamo di no. Non sopporterei di vederti in infermeria. –
- Che vuoi dire? –
- Che ti voglio tutta intera e in perfetta salute. Ne va della mia sanità mentale. –
Ginny lo fissò a lungo.
Harry era serissimo.
- Perché mi dici queste cose? – disse piano la ragazza.
- Perché ci tengo a te. – rispose il ragazzo.
Ginny non rispose.
Harry la fissò per un momento, poi si girò e parlò con la squadra.
 
Ginny non sentì una parola.
Sorrise meccanicamente ma i suoi pensieri erano altrove.
Harry diceva e faceva delle cose per cui le era impossibile dimenticarlo.
Cercava di convincersi che fossero attenzioni che lui riservava a tutti, ma non era così.
Anche mentre parlava con gli altri, si prendeva cura di lei.
Come quando, mentre discuteva con McLaggen, prese un succo di zucca e glielo passò, così, senza nemmeno guardarla.
- Grazie… -
Lui le fece un occhiolino e continuò a discutere con McLaggen.
 
Harry era così. Anche se stava facendo altro, non smetteva di tenerti sotto controllo.
Non gli sfuggiva nulla.
 
- Io vorrei capire per quale motivo voi due non state insieme – disse Hermione avvicinandosi - Proprio non lo so. –
Ginny si voltò verso l’amica
- Non riesco a dimenticarlo, Herm.  – le disse con gli occhi lucidi – ma non posso continuare ad essergli solo amica.  –
Hermione la guardò, triste.
- Quel McLaggen è proprio un idiota. – disse Harry avvicinandosi - Meno male che Ron ha superato le selezioni –
Hermione arrossì
- Io, ehm… io torno al castello con Ron! – disse Hermione scappando via
Ginny ed Harry non poterono trattenere una risata, poi il ragazzo si fermò di colpo.
- Che cos’hai? Perché hai gli occhi lucidi? – le chiese preoccupato avvicinandosi 
- Non è nulla, Harry. Non preoccuparti. –
- Qualcuno ti ha fatto qualcosa? È qualcosa che posso risolvere? – le disse sfiorandole il volto
“certo che puoi. Tu sei la soluzione a tutto.” Pensò sorridendogli.
- No… no non puoi fare nulla, Harry. E’ una cosa che devo risolvere da sola. –
Gli diede un bacio sulla guancia e si avviò per tornare al castello.
 
 
 
Harry non era riuscito a staccarle gli occhi di dosso.
Durante tutte le selezioni per il Quidditch, non era riuscito a smettere di guardarla.
Era meravigliosa.
E lui era un idiota.
 
Ma non era stato il solo a guardarla.
Jasper Kinkade di tassorosso aveva guardato la ragazza per tutto il tempo, ed a Harry era venuta voglia di lanciargli una fattura.
Alla fine dell’allenamento che aveva seguito le selezioni, si avviarono tutti al castello.
Ron raccontava baldanzoso ad Hermione come era stato bravo a parare tutti i lanci di Ginny.
La ragazza rideva e lo guardava, intenerita.
 
Harry era rimasto indietro, intenzionato a parlare con Ginny, ma fu preceduto dal tassorosso.
- Ciao Ginny! –Kinkade si avvicinò correndo
- Ciao! – rispose la ragazza con un sorriso
- Sei stata magnifica! Bellissimo allenamento! –
- Grazie! Sei venuto a spiarci? – disse sorridendogli
- Mi hai beccato! Mi preparo alla partita della prossima settimana! – disse il ragazzo facendole l’occhiolino –  in realtà volevo chiederti una cosa…. Sabato c’è l’uscita ad Hogsmeade…. Posso invitarti a bere qualcosa con me?-
Harry era dietro di loro e sentì la richiesta del ragazzo.
Per poco non si strozzò con il succo di zucca che stava bevendo.
Il sangue gli andò dritto alla testa, e il mostro che aveva nel petto ruggì furiosamente.
Si paralizzò nel momento in cui sentì la risposta della ragazza
- Mi dispiace molto, ma ho già un impegno per sabato. –
- Oh, che peccato….. posso sapere con chi uscirai? –
- con Michael Corner -
- Dannazione! Ha fatto prima di me!- disse Jasper
- Mi dispiace…… -
- Ma no, tranquilla. Sarà per la prossima volta, allora! –
Così dicendo il ragazzo affrettò il passo e si allontanò
Ginny rallentò per permettere ad Harry di raggiungerla
- Hai sentito tutto o ti faccio un riassunto? – chiese la ragazza sarcasticamente
- Esci davvero con Michael Corner?–
- Sì. –
- Non credevo ti piacesse ancora –
-  Siamo rimasti amici-  disse la ragazza facendo spallucce.
- E poi è un bel ragazzo. –Harry sbuffò
- E’ gentile… -
- E’ un pallone gonfiato. –
Ginny si voltò sorpresa
- Non dovresti uscire con lui! –
Il tono gli uscì un po’ troppo acido e Harry si morse la lingua.
- E perché non dovrei? –
Harry non rispose
Ginny fece un sorrisino sarcastico
- Ti ho visto baciare Cho  -
Il ragazzo sbiancò
- Non è come pensi.. –
- E come fai a sapere quello che penso?-
Harry non rispose e Ginny sospirò
- La verità, Harry, è che non mi devi nessuna spiegazione. Io sono solo la sorellina del tuo migliore amico, che dopo anni di Natali ed Estati passati insieme, hai imparato a voler bene. – 
Si allontanò di qualche passo e il ragazzo la seguì.
 
- Cho mi si è lanciata addosso mentre stavamo parlando…. –
- Si lo so. Lo ha fatto perché stavo passando io. – 
Harry si accigliò
- Non penserai davvero che lo abbia fatto apposta? –
- Certo che lo ha fatto apposta. –
- Perché? - Chiese il ragazzo, imbarazzato 
Ginny lo guardò intenerita
 
- Harry davvero non ti sei accorto dell’effetto che fai agli altri? Non ti guardi mai allo specchio? –
Harry arrossì
- Lo ha fatto perché gli piaci ancora. Non ha mandato giù il fatto che tu l’abbia rifiutata lo scorso anno, quando lei ha chiesto di riprovarci. E poi mi odia. –
- Perché mai dovrebbe odiarti? –
- Perché è gelosa. -
- Quindi tu pensi che lo faccia per gelosia? –
- Per ripicca, più che altro. Il nostro litigio dello scorso anno non le è passato inosservato. Si è accorta che tu provavi qualcosa per me, e non per lei. E poi adesso sei il prescelto, ricordi?-
- Dovrò parlarle, allora. Dirle che non ho interesse verso di lei e che deve lasciarti in pace. –
- Non ce n’è bisogno. Puoi fare quello che vuoi con Cho. O con chiunque altro. E non c’è bisogno che tu combatta le mie battaglie –
- Io voglio solo… -
- Cosa, proteggermi? E’ quello che fai, no? –
“Ho il cuore infranto, ma sono al sicuro”
 

Harry la guardò con una strana espressione
- Sai bene che per me non sei solo la sorellina di Ron –
Ginny incrociò le braccia intorno al corpo. Aveva brividi di freddo.
- Sono una specie di amica ma non una vera amica. Più una conoscente.-
- Sai che non è vero…-
- A no? Di cosa parlavi quest’estate con Ron ed Hermione, quando io non potevo sentire? Quando vi interrompevate non appena arrivavo io?-
Harry distolse lo sguardo.
- Cosa fai da Silente? – chiese in un sussurro.
Harry la fissò con uno sguardo intenso ma non rispose
Ginny sorrise.
Un sorrisino che esprimeva un dolore profondo.
- Lo vedi? Non siamo amici. Non sono così importante per te. – 
Dopo qualche minuto di silenzio, Harry parlò
- E’ questo che pensi? Che tu per me non sia importante? –
Ginny non rispose
- E’ per questo che uscirai con Corner? –
- Esco con lui perchè mi farà bene pensare a qualcun’altro –
- E con le sue richieste come la metti? Si aspetterà che tu le prenda in considerazione!–
- Forse lo farò. –
- Sei impazzita? – esplose Harry – dov’è finito il discorso dell’uomo della tua vita? –
- Forse era solo un sogno. Il sogno di una ragazzina. Un sogno irrealizzabile. - disse la ragazza rassegnata
- Non puoi fare una cosa del genere! – 
Ginny non si trattenne più.
- Cosa vuoi da me, Harry? Cosa pretendi? Che io stia qui buona ad aspettare? Ma poi, cosa dovrei aspettare? – disse con una voce quasi disperata
- Non posso continuare a sperare un qualcosa che non succederà mai. –
Si allontanò di nuovo e allargò le braccia
- Io non ce la faccio più. Non poter stare con te come voglio mi sta distruggendo.  –
Lo guardò con le lacrime agli occhi
- Tu non vuoi stare con me, quindi io non vedo altro modo se non continuare con la mia vita. –
- Io non posso stare con te. –
- No Harry. Tu non vuoi. – disse Ginny dura
- Sto solo cercando di proteggerti.. –
- Harry smettila!-
Harry quasi ringhiò
- E’ quello che sto facendo! Sto cercando di proteggerti da Voldemort! Tu non capisci…. –
- Spiegami allora!- urlò la ragazza 
Harry rimase in silenzio.
Respirava affannosamente.
Era furioso. Non con lei, ma con se stesso.

Dopo qualche minuto Ginny abbassò il volto.
Aveva ceduto alle lacrime ma non voleva che lui la vedesse piangere.
- Basta… - sussurrò 
Si allontanò dal ragazzo e lui non la seguì.
La guardò dirigersi verso il lago.
La seguì con lo sguardo per un po’, poi furioso, tornò al castello.

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Capitolo 15
*** Ron il saggio ***


Nei giorni seguenti, quasi non si rivolsero la parola.
Harry cercava di parlarle, ma Ginny lo evitava.
Il giorno prima dell’uscita ad Hogsmeade, vide la ragazza parlare con Michael Corner.
Lui, Ron ed Hermione erano seduti in Sala grande a studiare.
Quando vide che il ragazzo le accarezzava una guancia, Harry si alzò di scatto, pronto a prenderlo a pugni.
Ron , che lo teneva d’occhio, lo fermò e lo trascinò nel dormitorio di Grifondoro.
 
Entrò in dormitorio sbattendo la porta, seguito dall’amico.
- Calmati Harry- disse Ron
- Tua sorella mi sta esasperando!- rispose il ragazzo.
Aveva avuto una scarica di adrenalina dovuta al nervosismo ed era un bagno di sudore.

Doveva farsi assolutamente una doccia, visto che aveva un appuntamento con Silente da lì a un’ora
 
- Sei esasperato dal fatto che lei non è tua – rispose Ron 
Harry trasalì.
Ron non era mai stato così esplicito sul rapporto tra lui e Ginny.
- Avanti… - fece il moro con un sospiro – forza… colpiscimi –
- Eh?  - fece il rosso
- Non vuoi darmi un pugno perché sto facendo soffrire tua sorella? – disse Harry
- Proprio no… - disse con un sorrisino – ti stai già punendo da solo. Non c’è bisogno che lo faccia io-

Harry entrò in bagno e sotto alla doccia, pensò alle parole dell’amico.
Si stava punendo?
Era per questo che cercava di tenere a bada i sentimenti che aveva per Ginny?
Ripensare a come si erano lasciati lo intristì.
Lui voleva stare con lei, ma non poteva.
Oppure si?
 
Uscì dalla doccia, si passò una mano tra i capelli bagnati e si sedette sul letto.
- Dici che sto sbagliando? – chiese all’amico.
Ron lo guardò intensamente.
- A cercare di proteggerla? No di certo. Ma vale la pena continuare a soffrire così? –
Ron si avvicinò e si sedette accanto a lui
- Ci conosciamo da un po’ ormai. Ti ho seguito in molte avventure e mi sono sempre fidato di te. Mi fido anche del fatto che se tu e Ginny vi metteste insieme, la proteggeresti da qualsiasi cosa. –
- Certo che lo farei- disse Harry serio. 
Dopo qualche istante di silenzio, Ron parlò.
- Posso chiederti una cosa personale? Però devi rispondere sinceramente, senza preoccuparti delle conseguenze.-
Harry fece un cenno di assenso.
- Cosa provi davvero per Ginny?-
Harry guardò seriamente l’amico
- Sono innamorato di lei.-

Era la prima volta che lo ammetteva e si sentiva stranamente più leggero.
Ron sorrise.
- E lo hai detto a lei?-
Harry fece una smorfia.
- No. –
- Perché?-
- Perché se le confessassi quello che provo, non riuscirei più a lasciarla andare. Mai più intendo. –
- Mai più?- chiese Ron sorpreso.
- Ron, io non riesco ad immaginare la mia vita senza tua sorella. E non mi era mai capitato prima.-
- Miseriaccia…-
- Già….-
- Dovresti dirglielo. –
Harry si passò una mano tra i capelli.
- Forse è tardi.-
- Perché?-
- Perché ha deciso di uscire con Michael Corner.-
- Non ci credo….-
- Ha detto che non vuole continuare a sperare in un qualcosa che non succederà mai.-
- Cavolo…-
- Sa che ho dei segreti e soffre del fatto che io non li condivida con lei. Pensa di non essere importante per me.-
- Beh amico, non le hai dimostrato il contrario, no?-
Harry guardò Ron
– forse no. –
- Puoi ancora rimediare.-
Il moro sospirò
– ci proverei anche adesso se non dovessi andare da Silente.- 
Si alzò e si vestì.
- Vado e ….. grazie amico –
- Prego – disse Ron con un sorriso – e, Harry? –
Il moro si girò verso di lui
- Dovresti raccontare a Ginny quello che sta succedendo. Proprio tutto. Credo che abbia il diritto di saperlo. –
Harry aprì la bocca per replicare ma Ron lo fermò
- Lei è già in pericolo, Harry. Io sono il tuo migliore amico e lei è mia sorella. –
Harry annuì. Fece un ghigno e se ne andò
 
Ron si sedette e sospirò.
Sperava di aver fatto la cosa giusta.
In quel momento Harry infilò di nuovo la testa nella stanza
- Se riuscirò a riprendermi tua sorella, ho intenzione di baciarla a lungo e continuamente anche in tua presenza. – disse con un ghigno divertito – preparati. –
Così dicendo se ne andò
- Oh, no!- esclamò Ron buttandosi sul letto . 

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Capitolo 16
*** Un piccolo passo nella giusta direzione ***


Harry uscì dalla torre di Grifondoro per andare da Silente, ma dalla finestra vide qualcuno seduto sotto un albero in riva al lago.
Il sole che tramontava rifletteva sui suoi capelli rossi, facendoli apparire quasi come una cascata di fuoco.
Era impossibile non riconoscere a chi appartenessero quei capelli…
- Gin… - mormorò.
Controllò l’ora.
“ ho ancora qualche minuto, posso raggiungerla! “
Si mise a correre travolgendo quasi chi lo incontrava e arrivò al lago affannato.

Ginny era seduta sotto un albero, con le braccia incrociate, la testa appoggiata all’albero, gli occhi chiusi.
Aveva pianto e si vedeva. 
Harry si avvicinò e si inginocchiò davanti a lei.
Le accarezzò una guancia e lei aprì gli occhi di scatto.
Non si era accorta di lui.
Harry la guardò dolcemente e le fece un’altra carezza.
La ragazza lo guardò confusa
- Che…che ci fai qui?  Non dovevi andare da Silente, stasera? – gli chiese in un sussurro
- Ti ho vista dalla finestra e sono venuto da te. –
- Ti prego, va via. – disse la ragazza nascondendo il volto tra le mani.
- Che è successo? – chiese lui, dolcemente.
La ragazza sospirò.
- Ho annullato l’appuntamento con Michael. –
Harry esultò silenziosamente.
- E perché stai piangendo? –
- E’ venuto fuori che lui e Kinkade avevano scommesso su chi mi avrebbe portata a letto per primo – disse con imbarazzo.
Harry scattò in piedi, furioso.
- Io li ammazzo!-
Ginny lo trattenne afferrandogli la mano.
- Non c’è n’è bisogno. Li ho già sistemati. –
Harry si inginocchiò di nuovo di fronte a lei.
- In che senso, scusa? –
- Gli ho lanciato una fattura orcovolante che non dimenticheranno tanto facilmente. –
Harry scoppiò in una fragorosa risata e se la trinse al petto.
- Oh Merlino, quanto ti adoro! – esclamò tra le risate.
Ginny sorrise.
Quando si fu calmato, Harry la lasciò andare e la osservò.
Stringeva ancora la sua mano e lui non poté fare a meno di notare quanto fosse piccola e delicata rispetto alla sua.
Anche Ginny era piccola e delicata, anche se aveva la forza di un colosso.
Harry le osservò di nuovo il viso.
Aveva ancora gli occhi lucidi.
Era evidente che i due ragazzi l’avessero ferita nel profondo.
 
- Mi dispiace che ti abbiano presa in giro. –
- Oh, non è un problema. Michael ha avuto la brillante idea di dirmelo dopo che ho annullato l’appuntamento. Pensava di ferirmi, ma ci vuole molto più di questo per farlo. –
- Ma hai pianto. – disse Harry, confuso.
- Non per lui – sussurrò la ragazza
- E allora perché? –
Ginny lo guardò intensamente per un momento, poi distolse lo sguardo e non rispose.
 
Quello sguardo….
Aveva pianto per lui.
Allora non tutto era perduto.
 
Lui fece un piccolo sorriso e, prendendole l’altra mano, la tirò in piedi.
Quando furono uno di fronte all’altro l' abbracciò stretta, respirando il suo meraviglioso profumo di fiori.
- Perché fai così? – gli sussurrò la ragazza.Si staccarono un po’ e lui le prese il volto tra le mani.
- Lo sai il perché. Io tengo a te. – disse accarezzandogli dolcemente il volto.

la guardò con un'espressione molto seria per qualche secondo, poi alla fine parlò.
- Lo so che non ho il diritto di chiederti niente. Ma lo farò lo stesso. -
Fece una pausa sospirando profondamente.
-  Ti racconterò tutto, tutto ciò che vorrai sapere.  -
Ginny sbarrò gli occhi, sorpresa.

- Vorrei poterlo fare subito ma sono in ritardo per la lezione con Silente. –
- Non devi raccontarmi i tuoi segreti se non vuoi – disse Ginny in un sussurro.
- Ma voglio.- disse lui con un piccolo sorriso – puoi aspettare fino a domani?-
Ginny annuì.
Lui sorrise, le prese la mano e dopo un piccolo bacino sulla fronte, si avviò con lei fino al castello.

Rimasero in silenzio fino a quando non furono davanti alla torre di Grifondoro.
Qui Harry si voltò e la guardò negli occhi
- Ci vediamo domani mattina, ok?- disse facendole una carezza
- Ok. A domani –

Harry continuava a guardarla come imbambolato.
- Harry, il professor Silente ti aspetta.. – disse la ragazza divertita e un po' imbarazzata.
- Oh, si. Si, certo.- il ragazzo parve risvegliarsi e iniziò ad avviarsi lungo il corridoio.
Ginny rimase a guardarlo, ma all’improvviso Harry si fermò e si voltò di nuovo verso di lei.
Tornò indietro con gli occhi fissi nei suoi.
Ginny aveva il cuore che batteva furiosamente.
Lui era bellissimo e la guardava in un modo nuovo, come non aveva mai fatto.
Arrivato di fronte a lei, le prese il volto tra le mani e la baciò.
Ginny si aggrappò alle sue braccia per non cadere.
Quando si staccarono, lui poggiò la fronte su quella di lei.
- Ora devo andare davvero – disse in un sussurro,  e poi la baciò di nuovo.

Lui la adorava.
Voleva stare con lei e gli risultava difficile allontanarsi.

Quando si staccarono di nuovo Ginny sorrise divertita.
- Se continui a baciarmi, non riuscirai ad andare dal preside –
- Non ho scelto un buon momento per farlo, vero? – disse lui con un ghigno
- No, decisamente no. –
Ginny gli fece una carezza sul volto e gli diede un piccolo bacino sul naso.
- Vai. – gli disse – ti spetto in sala comune, ok?-
- Ok. – disse il ragazzo, riluttante.
Si staccò e iniziò a camminare all’indietro.
- Harry, dovresti correre, sei in ritardo! – lo sgridò
- Sì si giusto! – si voltò e iniziò a correre. 
 
Ginny scosse la testa e entrò dal buco del ritratto
 
Harry arrivò trafelato dal preside
- Mi scusi professor Silente, ho avuto un contrattempo –
- Non preoccuparti, mio caro ragazzo. Credo che una ragazza sia una compagnia assai migliore della mia –
Harry si passò una mano tra i capelli e arrossì imbarazzato.
Come faceva il preside a sapere sempre tutto?
- Dimmi Harry, è una cosa seria tra te e … chi è? Scusa la mia curiosità. E’ forse la signorina Granger? – chiese il preside
- Oh, no no, Hermione no. E’ come una sorella per me. –
- Oh. Perdonami Harry. Passi molto tempo con lei e pensavo che potesse essere lei la ragazza di cui sei innamorato. –
- No,no. E’ Ginny Weasley – disse arrossendo.
Gli occhi del preside brillarono.
- Ah, la signorina Weasley, ma certo! Avevo dimenticato che i Potter preferiscono le ragazze dai capelli rossi. – 
Harry fece un sorrisino e arrossì ancora di più.
- E dimmi. è una cosa seria? Mi sembra che tu sia molto coinvolto. -
- Io Credo di sì, signore –
- Molto bene, molto bene. Hai fatto un’ottima scelta. E poi, mi dicono che è anche un’eccezionale giocatrice di Quidditch. –
Harry sorrise, orgoglioso.
- E’ la migliore. –
Silente lo guardò in silenzio per un lungo momento.
-  Ricorda Harry, la tua capacità di amare è ciò che ti permetterà di sconfiggere Voldemort.- 
Harry sospirò.
- Posso chiederle una cosa, professore?-
- Certamente. Dimmi pure-
Harry si avvicinò al preside ma rimase in piedi. Iniziò a fare avanti e indietro, nervoso.
- Stare con me, non metterà Ginny ancora più in pericolo di quanto non sia già?-
- Indubbiamente la signorina Weasley è dichiaratamente contro Voldemort, come tutta la sua famiglia, ma non credo che stare con te possa esporla di più al pericolo. Non in questo momento. –
Harry annuì
- Permettimi di darti un consiglio, Harry. Vivi la tua vita. Sii felice. Ama. Perché è questo di cui hai bisogno. Questo è ciò che sei e che ti contraddistingue da Voldemort. E non è forse questo che ti ha permesso di liberarti di lui, al ministero? Credo che i sentimenti che provi per Ginny Weasley, saranno per te come un talismano. – 

Harry rimase in silenzio per qualche secondo, riflettendo sulle parole del preside.
 
- In pratica, mi sta dicendo che amare Ginny mi renderà più forte. –
- Esatto. Amarla ti renderà sicuramente più forte di lui. –
- Ho deciso di raccontarle tutto. Mi fido di lei. Quanto di Ron ed Hermione. –
- Molto bene, Harry. E’ la scelta giusta. -
- Grazie professore. –
- Di niente ragazzo mio. Ora vieni, voglio mostrarti un ricordo che ti sarà utile conoscere per sconfiggerlo, alla fine. –

 

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Capitolo 17
*** io e te .... ***


Ginny scese dal dormitorio delle ragazze dopo essersi fatta una doccia ed essersi cambiata.
Non era andata a cena, aveva preferito fare una lunghissima doccia bollente e riflettere sui baci di Harry.
Voleva raccontarle i suoi segreti.
Ma cosa voleva dire per lui?
Che ci teneva a lei?
Ovviamente sì, visto che non riusciva a smettere di baciarla.
Ma significava che ora stavano insieme?
O no?
Ginny si era arrovellata tutta la sera e  ora, seduta davanti al fuoco, cercava di venirne a capo.
La verità era che se anche Harry avesse detto, di nuovo, che non potevano stare insieme, lei ne sarebbe uscita distrutta, ma avrebbe continuato a sperare.
Avrebbe continuato ad amarlo per tutta la vita ma non l’avrebbe aspettato, decise.
“ che grossa bugia…”
Perché in testa aveva la voce di Astoria?
“perché sai benissimo che lo amerai fino alla fine dei tuoi giorni e lo aspetterai anche oltre”
Da quando era impazzita?
Sbuffò spazientita. Aveva sonno.
Si appoggiò allo schienale coccolando Arnold.
- Ciao! – disse una voce dietro di leiGinny sobbalzò
- Ciao Dean. –
- Cosa fai qui tutta sola?-
- Sto aspettando Harry- disse lei candidamente
Il ragazzo si rabbuiò
Si sedette vicino alla ragazza con un sospiro
- Perché non mi dai una possibilità? –
- Dean ne abbiamo già parlato… -
- E dai… esci con me solo una volta –
- Mi dispiace. No. –
- Ma perché? Solo un appuntamento…. Se non va bene non ti disturberò più.-
Ginny alzò gli occhi al cielo.
Era un ragazzo carino e simpatico, davvero bravo, però era troppo insistente.
- Dean .. –
Non riuscì a finire la frase perché si ritrovò il volto del ragazzo ad un soffio dalla sua faccia che cercava di baciarla.
- Ehi, No!-
La ragazza si tirò velocemente indietro ma la sua protesta venne coperta dall’urlo di Ron.
- Che diavolo sta succedendo qui?-
- Ron aspetta.. – disse Hermione che dall’espressione di Ginny aveva capito che c’era qualcosa che non andava, ma il rosso non connetteva più
- Ginny! Che diavolo stai facendo? –
- Io… nulla Ron….io non… -
- Come puoi comportarti così? Prima gli dici che uscirai con Michael Corner e poi ti trovo a baciare Dean Thomas! Non mi va che la gente dica che mia sorella è… - 

In quel momento Harry entrò dal buco del ritratto e rimase allibito.
Ginny era in piedi, furiosa…. e bellissima..
“devo essere davvero impazzito. Sta litigando con il fratello e io vedo solo il riflesso del fuoco sui suoi capelli…”
 
Ginny era schizzata in piedi alle parole del fratello, arrabbiatissima.
Si accorse della presenza di Harry e la situazione la innervosì ancora di più.
Cosa avrebbe pensato?
E poi, suo fratello come osava? Come osava parlarle in quel modo?
 
- E’ cosa, Ronald? – chiese Ginny con un tono che somigliava moltissimo a quello di Molly Weasley.
- Perché non ci calmiamo un attimo? – disse Harry
- Calmarmi? Perché il tuo amico non scende dal piedistallo dove si è messo? Oppure a parlare è l’invidia che prova? – rispose Ginny fulminando il moro con lo sguardo.

Harry fece un piccolo ghigno e le sillabò “bellissima”.

Ginny arrossì di più e la sua rabbia sfumò un pochino.

- Invidia? Perché mai dovrei essere invidioso di te! – replicò Ron
- Perché io ho baciato qualcuno, ho avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti e tu invece no!-
Sapeva che era un argomento delicato, ma voleva ferirlo.
Ferirlo tanto quanto lui aveva ferito lei.

Quando Ron sentì la sorella alludere ad Hermione, sfoderò la bacchetta, pronto a lanciarle un incantesimo.
Harry si parò davanti a lei cercando di proteggerla, ma Ron fece passare un incantesimo sotto al braccio dell’amico che sfiorò il viso della rossina.
A quel punto, Harry afferrò l’amico per il maglione e lo sbattè contro il muro
- Ron! – gli urlò a pochi centimetri dal volto – che stai facendo!- 
Ron parve risvegliarsi e sbiancò.
Guardò l’amico e poi guardò la sorella, che lo fissava con gli occhi sbarrati.
Le aveva lanciato un incantesimo.
A lei.
Guardò Harry che preoccupato la scrutava.
- Stai bene? – disse il ragazzo continuando a bloccare l’amico
- Si. Si sto bene – rispose la ragazza.
Ginny non aggiunse altro. Si diresse verso il buco del ritratto e uscì
- Ginny! – la chiamò Hermione ma la ragazza non si fermò 
Harry lasciò Ron, ormai calmo e si girò verso Dean e Hermione.
- Posso sapere che diamine è successo?-
- Beh ecco…- iniziò Ron – io e Hermione siamo entrati in sala comune e abbiamo trovato.. –si interruppe guardando l’amico.
- Cosa avete trovato? – chiese Harry, ma poi capì.
Si girò verso Dean che lo guardava con aria colpevole.
Stava per dire qualcosa al grifondoro quando Ginny rientrò dal buco del ritratto.
Era solo uscita nel corridoio per sbollire la rabbia.
Quando li vide ancora tutti lì si fermò.
- Scusami, vado a letto. – disse con voce atona ad Harry
- D’accordo. Ti aspetto qui domani mattina. - rispose il moro.
Ginny annuì,  fece un cenno ad Hermione, ignorò Ron e dopo aver lanciato a Dean uno sguardo che avrebbe dedicato ad uno schiopodo, salì in dormitorio.
Dean guardò la ragazza allontanarsi e la seguì con lo sguardo.
Harry lo guardava con gli occhi ridotti a due fessure.
Il ragazzo incrociò lo sguardo di Harry, sospirò e salì in dormitorio.
- Dean ci ha riprovato con Ginny, vero?- chiese Harry
Ron arrossì in zona orecchie
- Mi dispiace Harry. Mi vergogno molto per il comportamento di mia sorella-
- Sei un idiota Ronald. – intervenne Hermione – Ginny stava dicendo no quando siamo entrati! Io credo che Dean abbia cercato di baciarla e lei si sia ribellata.-
- Oh….-
- Che le hai detto Ron?- chiese Harry
Ginny era stata molto cattiva con lui, e lei non lo era mai. Probabilmente Ron le aveva detto qualcosa di pesante.
Ron si grattò la testa, tutto rosso – beh, ecco io… -
Hermione sbuffò – le ha dato della poco di buono perché ti aveva detto che sarebbe uscita con Michael Corner e poi baciava anche Dean!-
Harry gemette.
- Io volevo solo difenderti! Ho visto i loro volti vicinissimi e ho perso la calma. Non voglio che lei ti prenda in giro! –
Harry si passò una mano tra i capelli, frustrato.
- Gin non lo farebbe mai.- Sospirò – ok. Io ti ringrazio Ron per aver cercato di proteggermi, ma credo che ci sia stato un equivoco. Prima di andare da Silente sono andato al parco da lei e ci eravamo dati appuntamento qui per parlare.-
- Mi dispiace Harry.. –
- Dovresti scusarti con lei. –
- Ma…ma lei ha detto quelle cose! –
- Sì e tu le hai lanciato quell’everte statim che per poco non l’ha presa!-
Ron era tutto rosso ed Harry sospirò.
- Dai andiamo a letto. Risolveremo tutto domani. – poi si girò verso Hermione – puoi controllare che Ginny stia bene?-
- Ma certo Harry.-
- Se non fosse così, mi chiamerai?- chiese il moro
Hermione gli fece un sorriso
- si, ti chiamerò.-
 
Hermione, dopo essersi preparata per la notte, entrò pianissimo nel dormitorio di Ginny per non svegliare le ragazze che stavano dormendo.
Ginny era seduta sul davanzale della finestra e guardava il cielo.
Quando sentì la porta aprirsi, si voltò
Hermione entrò – stai bene?-
Anche se aveva sussurrato, una ragazza nel letto accanto al suo si agitò nel sonno.
- Andiamo in sala comune. Delmeza ha il sonno leggero- 
Scesero e si accomodarono sul divano.
- Harry era preoccupato per te. Gli abbiamo raccontato cosa era successo. –
- Mio fratello è un idiota. Devo ancora capire come fa a piacerti tanto-
Hermione arrossì
- Non cambiare argomento. Harry era preoccupato. Capisci cosa vuol dire? E ti ha anche difesa! Non ha creduto nemmeno per un momento che tu potessi aver baciato Dean! Ha detto che non lo avresti mai fatto.-
Ginny sorrise
- Ha detto così? –
- Si si. Sta finalmente capitolando.-
- Mi ha baciato – disse Ginny in un sussurro
- Chi? Harry? Quando? –
- Prima di andare da Silente. – Ginny sospirò – ero fuori nel parco, prima. Ho detto a Michael che non sarei uscita con lui. Non ce l’ho fatta Herm.-
- Ti capisco. Che cosa è successo, poi? –
- Beh, ero sotto l’albero a piangere, quando Harry mi ha raggiunta. Ma non piangevo per Michael. Anche se lui e Kinkade avevano scommesso per chi mi avrebbe portato a letto per primo.-
- Che farabutti! - esclamò Hermione scandalizzata
Ginny sorrise 
Hermione fece una smorfia, pensierosa.
- Come ha reagito Harry quando ha saputo della scommessa? Perché tu glielo hai detto, giusto?– chiese curiosa
- Si, si. L’ho raccontato ad Harry e lui era davvero furioso. ma io li ho già sistemati con una orcovolante.-
- E perché lui ti ha raggiunta al lago? Ancora non sapeva dei due idioti, giusto? –
- No. Era da qualche giorno che non ci parlavamo. Dall’allenamento di Quidditch. Abbiamo discusso perché aveva sentito che Jasper mi aveva invitata, ma io avevo rifiutato perché sabato avevo un altro impegno. –
- Michael Corner –
- Appunto. Harry si è infastidito, io gli ho detto che volevo andare avanti con la mia vita, perché per lui non ero importante, visto che mi tiene all’oscuro di molte cose.
- Lui vuole solo proteggerti –
- Proteggermi…. Sta facendo un ottimo lavoro. Sono protetta ma sono infelice e con il cuore a pezzi. Secondo te, ne vale la pena? –
- Io credo di no, ma sai com’è fatto Harry-
- Si, lo so. Ma io non ce la faccio più. Per questo avevo accettato l’invito di Michael. –
- Cosa ti ha detto Harry di preciso, quando ha saputo che avevi un appuntamento con un altro?-
- Che non dovevo uscire con lui perché era un pallone gonfiato. E che ero impazzita se pensavo di prendere in considerazione le sue richieste-
- Oh Morgana! Allora è Geloso!- disse Hermione con un sorriso trionfante.

- Certo che sono geloso, cosa credi! – rispose il moro che era appena arrivato dietro di loro.
Le ragazze trasalirono.
- Come facevi a sapere che eravamo qui? E quanto hai ascoltato?– chiese Hermione
- Ho sentito solo di Michael Corner, tranquille. Non mi sono messo ad origliare –Harry poi arrossì.
- Ho pensato che tu fossi troppo nervosa per dormire e che magari saresti scesa in sala comune, così tenevo d’occhio la mappa – disse rivolto a Ginny
- Mi controlli con la mappa del malandrino? – fece Ginny divertita.
Harry si grattò la testa.
- beh, ero preoccupato. stai bene? –
- Si, si tranquillo. Non è la prima volta che litigo con Ron. Ma credevo che  avesse un’opinione più alta di me, non che mi reputasse una donnaccia – disse la ragazza con un sorriso ironico.
- Non lo pensa davvero. E’ solo molto impulsivo – rispose il moro – e non voleva che io potessi rimanerci male. –
- E’ un buon amico – disse Ginny.
- Il migliore. – rispose il ragazzo – ma gli ho detto che non deve proteggermi da te. -
Girò intorno al divano, fece alzare la ragazza e poi si sedette tirandosela addosso.
Hermione li guardava trionfante.
- Non fare quella faccia Hermione!- disse il ragazzo divertito.
- Finalmente, Harry! Ce ne hai messo di tempo!-
- Si ok.. – Harry roteò gli occhi.
- Se avessi aspettato un altro po’, Ginny si sarebbe fidanzata con qualcun altro. Non le fanno la corte solo Corner, Thomas e Kinkade! – lo rimproverò.
- Si lo so. - disse serio -  Hermione, puoi lasciarci soli?-  
- Certo che si. Non fate tardi. Domani avete la partita. –
Così dicendo fece un occhiolino a Ginny e se ne andò.
Quando Hermione fu salita, Ginny si staccò da Harry e si voltò per guardarlo negli occhi.
Harry la guardava adorante e le fece una carezza sul volto.
- Non allontanarti – disse tirandola di nuovo contro di sé.
- Non dovevamo parlare? –
- Sì, giusto. Io… non so da dove iniziare –
Ginny lo guardò intensamente.
Lui le accarezzava i capelli e il volto.
Non riusciva a non toccarla. Era bellissima.
- Sei meravigliosa.. – le disse adorante.
Ginny arrossì.
Le sue resistenze crollarono.
A quel punto, non le importava più sapere cosa facesse Harry con Silente.
Non in quel momento.
In quel momento voleva solo stare con lui.
- Anche tu sei bellissimo, Harry - 
Gli mise una mano sulla guancia e sentì il ragazzo trattenere il fiato.
- Adoro il tuo viso – e gli passò un dito sulla mascella.
Harry aveva il respiro sempre più affannato.
- La forma del tuo naso – passò un dito sul naso e gli tolse gli occhiali.
- Anche la tua cicatrice – disse passandogli un dito sul segno a forma di saetta.
Il ragazzo chiuse gli occhi beandosi di quel contatto.
Gemette quando sentì le labbra di Ginny sulla sua maledizione e la strinse più forte contro di sé.
- Ma più di tutto, adoro i tuoi occhi – continuò la ragazza.
Harry spalancò gli occhi e si ritrovò a fissare un paio di pozze dorate.
Dentro vi lesse un amore e una dedizione che non credeva di meritare, ma ringraziava Merlino per il fatto che fossero per lui.
- Come amo i tuoi occhi… - sussurrò Ginny avvicinandosi alla sua bocca, prima di baciarlo.
Harry rispose immediatamente al bacio, stringendola talmente forte da impedirle quasi di respirare.
Si staccarono senza fiato.
Si sorrisero dolcemente.
Harry le prese il volto tra le mani e avvicinò la fronte alla sua.
Gli piaceva tenerla così, i volti vicini, i respiri che si confondevano, occhi negli occhi.
- Che stiamo facendo? – sussurrò la ragazza -
- Viviamo la nostra vita. -
Decise che quello era il momento giusto per dirle quello che provava per lei.
Senza giri di parole.
Onestamente.
Era stanco di scappare e voleva stare con lei.
Voleva essere felice e renderla felice.
- Ti amo- le disse guardandola intensamente.
Ginny spalancò gli occhi e trattenne il fiato.
Non si aspettava una dichiarazione ed era talmente felice che non riusciva ad esprimerlo.
Una lacrima le scese sulla guancia ed Harry la asciugò.
- Non piangere.. – le sussurrò pianissimo.
Lei lo baciò dolcemente
- Ti amo, Harry –
Il ragazzo fece un sorriso radioso e la strinse fortissimo.
Poi la baciò di nuovo, intensamente.
La trascinò su di sé e si sdraiò sul divano.
Continuarono a baciarsi per un tempo infinito, poi in un attimo di pausa Ginny rabbrividì.
Il fuoco del camino si era spento e lei indossava un sottile pigiama rosa.
- Hai freddo? – disse Harry
- Si. Sono vestita troppo leggera. –
Harry si alzò e con un colpo di bacchetta ravvivò il fuoco.
Anche lui era in tenuta da notte, indossava pantaloni del pigiama e maglietta a maniche corte.
Ginny lo squadrò da capo a piedi. Era bellissimo.
- Come fai a non avere mai freddo? –
- Sei tu che non hai sangue nelle vene, mia cara – rispose ridacchiando
- È vero. Io sono freddolosa. E questo pigiama è troppo leggero. –
Harry la guardò – sembri un batuffolo rosa –
Ginny gli fece un’occhiataccia
Lui rispose con uno sguardo divertito
- Un bellissimo batuffolo rosa –
Ginny sbuffò
- Ma bene.. davvero sexy.-
Harry rise divertito
- Chi ha detto che non ti trovo sexy? Per me sei bellissima con qualsiasi cosa addosso-
Ginny arrossì fino alla punta dei capelli.
Harry rise e si sedette di nuovo sul divano.
Aveva preso una coperta e, tiratosi addosso la ragazza, coprì entrambi.
Si sdraiò sul divano e Ginny appoggiò il capo sulla sua spalla.
- Possiamo restare qui? – chiese la ragazza assonnata.
Harry la strinse di più e le diede un bacio sulla fronte.
- Si, restiamo qui. E’ bellissimo poterti tenere stretta. –
- E se ci scoprono? –
- Se qualcuno dovesse vederci, va bene così. Sei la mia ragazza e voglio che lo sappiano tutti. –
Ginny non rispose ed Harry si spostò per vedere il suo volto.
Si era addormentata con un dolce sorriso sulle labbra.
Harry la abbracciò e la coprì meglio.
Aveva il volto poggiato sulla sua testa e respirava il suo meraviglioso profumo di fiori.
Pensò che non si era mai sentito così felice.

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Capitolo 18
*** Prima della partita ***


Ginny aprì un occhio, assonnata.
Aveva dormito benissimo e si sentiva ancora meglio.
Sollevò piano il volto e vide Harry che dormiva accanto a lei.
La teneva stretta e sorrideva leggermente.
Ginny vide l’ora e decise di svegliarlo, prima che la torre iniziasse la sua giornata.
-Harry? – lo chiamò baciandolo dolcemente.
Il ragazzo aprì gli occhi e le sorrise.
- Buongiorno… - le disse con voce roca
- Dobbiamo salire nei dormitori. E’ quasi ora –
- Va bene.. – disse prima di baciarla.
Si alzarono dal divano e Ginny improvvisamente si bloccò
- Harry, ieri sera hai detto davvero che sono la tua ragazza?-
Il moro la guardò serio – Sì. E che voglio che lo sappiano tutti. –
La ragazza lo guardò.
- Sei sicuro? –
Harry la abbracciò.
La guardava negli occhi con quello strano sguardo.
- Gin, io ti amo. E voglio stare con te –
- Qualsiasi cosa accada? –
- Qualsiasi cosa accada. –
Ginny sorrise e lo baciò.
- Ti amo anch’io –
Harry la strinse fortissimo.
- Tu.. tu sei sicura di voler stare con me?- le chiese in un sussurro.
- Certo che si. Non aspetto altro da parecchio tempo, ormai. – gli rispose dolcemente la ragazza.
Lui sorrise, felice.
Non credeva di poter essere così fortunato.

Ginny scese dal dormitorio in uniforme da Quiddich.
Era riuscita a salire prima che le sue compagne di casa fossero sveglie, così nessuno le aveva chiesto dove fosse stata quella notte.
Aveva fatto una lunga doccia calda e aveva pianto di gioia.
Finalmente Harry voleva stare con lei.
Non le sembrava vero.
Uscì dalla doccia e si preparò in fretta.
Scese dal dormitorio, diretta in Sala Grande.
La torre era piena di ragazzi vestiti di rosso e oro per fare il tifo durante la partita.
Davanti al ritratto della signora grassa, un ragazzo con un paio di occhi verdi la stava aspettando.
Con l’uniforme da Quidditch era uno schianto, ma lui non sembrava accorgersene, tant’è che non si era reso conto di avere un gruppetto di ragazze, capitanate da Romilda Vane, che lo spogliavano con gli occhi.

Quando Harry vide Ginny uscire dal buco del ritratto, allacciò gli occhi ai suoi e sorrise.
La ragazza ricambiò e si avvicinò.
- Buongiorno – disse intrecciando la mano a quella di lei
- Buongiorno – rispose la ragazza.Continuarono a guardarsi e a sorridersi per qualche secondo, poi Ginny lo tirò verso le scale.
- Dai scendiamo, prima che Romilda mi scagli una fattura! – disse divertita.
- Lascia che guardi… -
Harry la tirò contro il suo corpo e la baciò davanti a moltissimi grifondoro.
Ginny sentì in lontananza le proteste di Romilda e i commenti di altri compagni, ma non se ne curò.
Le importava solo di Harry.
- Potter! Weasley! –I ragazzi si staccarono e arrossirono voltandosi verso la McGranitt.
- Buongiorno professoressa. – disse Harry sorridendo.
La professoressa li guardò con un cipiglio strano.
- Ottima scelta, signor Potter! 10 punti per il Grifondoro. E mi aspetto di stracciare i Tassorosso! –
- Sarà fatto, Professoressa! – rispose Harry divertito.
La McGranitt fece un sorrisino e li superò.
Harry e Ginny scoppiarono a ridere e mano nella mano si diressero a fare colazione.

Lungo la strada incontrarono Cho Chang che sbiancò alla vista della mano di Harry che stringeva quella di Ginny.
- Credo che la tua amica mi affatturerà non appena mi incontrerà da sola! – commentò sottovoce la rossa
- Deve solo provarci.. – rispose il moro dandole un bacino veloce sulle labbra.

Ginny arrossì.
Non era abituata ai gesti di affetto di Harry davanti a tutti.
Era felicissima ma un po’ in imbarazzo.

Entrati in sala grande, si diressero al tavolo dei grifondoro.
Dean Thomas li guardava con uno sguardo allucinato.
Harry gli lanciò un’occhiataccia.
- Se continua a guardarti così lo prenderò a pugni. –
- Lascialo perdere – disse la ragazza.
Gli mise la mano sul volto e lo costrinse a guardarla.
- Lascia pure che mi guardi o che mi invii occhiatacce. Non mi importa di lui. Mi importa solo di te. –
Harry fece un sorrisino e le baciò la fronte.
- Non mi sembra il caso di dare spettacolo qui, solo per questo non ti bacio in altro modo. –
Ginny rise.
Dopo qualche minuto, Ron Hermione, Neville Luna e Astoria si sedettero accanto a loro.
- Harry, che fine hai fatto stanotte? Non eri nel tuo letto! – disse Ron
Hermione esibì un sorriso radioso.
- Hermione non gongolare – disse il moro – e Ron, ero in sala comune. –
- Non hai dormito? – chiese Neville
- Ho dormito benissimo, grazie. Ero con Ginny. – 
Tutti gli occhi si puntarono sulla ragazza che arrossì furiosamente.
- Vuoi dire che…. – fece Ron
- Te lo avevo detto che avrei parlato con lei. –
- Miseriaccia! Non credevo che lo avresti fatto subito! –
- Aspettate un attimo. Mi state dicendo che state insieme? – chiese Neville sbarrando gli occhi.
Il tavolo dei grifondoro si zittì.
- Sì. – disse Harry serio. 
Ci fu un attimo di silenzio e poi uno scoppio di gioia da parte dei suoi amici.
Tutta la sala Grande si voltò verso di loro, ma non ci fecero caso.
 
Ginny fu sommersa da Luna, Hermione e Astoria che la abbracciarono.
Harry ricevette un sorriso da parte di Ron, una pacca sulla spalla da Neville e Seamus che esclamarono – Ben fatto, Harry! –
Il ragazzo strinse la mano di Ginny sotto al tavolo e poi, guardandola ridere piena di gioia con le sue amiche, se la portò alle labbra.
Ginny si voltò e gli fece una carezza sul volto.
 
- Non iniziate a pastrugnarvi davanti a me, per favore! –
- Ti avevo avvertito, Ron. Non ho intenzione di nascondermi.  – Esclamò divertito Harry.
 
Ron si fece improvvisamente serio e si rivolse alla sorella, che non aveva detto nulla fino a quel momento.
- Ginny, ascolta io…. Ti chiedo scusa. Per ieri sera.  –
La ragazza lo guardò senza sorridere.
- Non so se riuscirò a perdonarti tanto velocemente. Pensavo che mi conoscessi meglio di così. –
- Mi dispiace… - disse Ron
- Lo so. – rispose la rossa.
- Gin,  dai… - fece Harry
La ragazza alzò gli occhi al cielo
- Oh, e va bene! Ma non voglio sentire nemmeno una protesta su me ed Harry! Specialmente se ci vedrai baciarci! Sono stata chiara? –
- Chiarissima. – disse Ron con le orecchie tutte rosse.

Iniziarono a discutere della partita.
Ron era nervosissimo e molto agitato.
Dopo qualche altro minuto di chiacchiere, Harry gli porse un bicchiere di succo di zucca.
Non hai sete, Ron? – disse il ragazzo
L’amico lo guardò intensamente, poi si accorse di un movimento del moro
Harry infatti, stava riponendo una boccetta di pozione, la Felix Felicitis che aveva vinto alla lezione del professor Lumacorno.
Hermione si accorse della cosa.
- No, Ron! Non berla! Harry, non è regolare quello che stai facendo! –
- Non so di cosa tu stia parlando, Hermione. –
- Gli hai messo della pozione nel bicchiere! – sussurrò indignata la riccia – state imbrogliando! –
Ron guardò l’amico e trangugiò tutto il bicchiere.
 Harry ghignò.
- Faremmo meglio ad andare! Abbiamo una partita da giocare! – esclamò Delmeza

Si alzarono tutti e Harry afferrò Ginny per mano.
Si girò un attimo verso il tavolo dei professori, dove incrociò lo sguardo di Silente.
Il preside alzò un bicchiere verso di lui e fece un sorriso.
La McGranitt gli sorrise apertamente.
Hagrid si soffiava il naso in un enorme fazzoletto a pois.
Harry sorrise a tutti loro e poi, mano nella mano con la sua ragazza, si avviò al campo da Quidditch.
 

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Capitolo 19
*** Baci vomitevoli e discorsi seri. ***


La partita fu un successo.
Ginny segnò 11 goal e Harry prese il boccino.
Ma il migliore in campo fu Ron.
Parò praticamente tutto, e lo stadio esplose di cori festanti.
La squadra trascinò Ron al castello per festeggiare.
Harry e Ginny rimasero al campo a sistemare.
Raccolsero le pluffe e bolidi e li rimisero a posto.
Quando finirono, si resero conto di essere soli.
Tutti erano ritornati nella torre.
- Sei stata magnifica! –
- Anche tu! – rispose sorridendo la ragazza.
Harry si avvicinò e, mettendole le mani sotto le gambe, la sollevò.
Ginny rise divertita ed emozionata.
Appoggiò la fronte su quella del moro.
- Eri bellissima. Sei bellissima. –
Ginny annullò la distanza tra i loro volti e lo baciò intensamente.
Harry continuò a tenerla in braccio, ma con una mano le sciolse la treccia che le legava i capelli.
Adorava i suoi capelli rossi.
Adorava il loro profumo.
Iniziarono a baciarsi appassionatamente, come a recuperare il tempo perduto.
Dopo parecchi minuti, quando si staccarono, Harry le accarezzo il volto e con un dito, ripassò il contorno delle labbra della ragazza.
- Io ti amo, Ginevra Weasley. –
Continuava a tenerla sollevata.
Era più piccola di lui e non avvertiva la fatica.
Gli occhi di Ginny si riempirono di lacrime e lei poggiò la fronte su quella del ragazzo, chiudendoli.
- Ehi… - sussurrò Harry, sedendosi su una panca e portando la ragazza a cavalcioni su di lui.
- Gin, che succede? Ho fatto qualcosa di sbagliato? –
La ragazza emise un risolino, ma le lacrime non si fermarono.
Aprì gli occhi e incontrò lo sguardo preoccupato di Harry.
- Sai da quanto è che sogno di sentirti dire queste parole? –
Il ragazzo arrossì.
- Scusami Gin…. Io pensavo davvero che fosse meglio starti lontano. - le disse facendole una carezza
- Anche se dentro di me lottavo con i miei sentimenti, volevo davvero proteggerti. –
- Cosa ti ha fatto cambiare idea? –
- Semplicemente non sono riuscito più a nascondere quello che provo per te. -
Le diede un piccolo bacino.
-  Ti stavo facendo soffrire inutilmente. Io non posso dimenticarti. Tu sei mia. Ricordi? – disse con un sorrisino.
Ginny fece una risata.
- Sì, ricordo il tuo discorso strampalato sull’essere la tua non ragazza! –
- Ehi! Non era strampalato! Ero serissimo! E riconfermo tutto quello che ho detto, specialmente il fatto che tu sei decisamente mia! –
- Quindi sono la tua non ragazza? Di nuovo? –
- Oh no! Sei la mia ragazza. Mia e solo mia. Giusto per essere chiari. – 
Ginny sorrise e lo baciò.
- Ti amo Harry James Potter. –
Gli occhi di Harry brillano di gioia.
- Ma ti prego…. Non lasciarmi mai più. –
Un lampo passò negli occhi del ragazzo.
- Io…. Non posso promettertelo. –
Ginny si staccò da lui
- Che intendi dire? –
- Che devo raccontarti prima una cosa. Poi sarai tu a decidere. –
- Decidere cosa? –
- Se stare con me. Oppure lasciarmi, quando sarà il momento.– Le disse con un sussurro.
Ginny gli accarezzò il viso.
- Qualsiasi cosa mi dirai, io ti amerò lo stesso. Sempre. –
Harry la baciò intensamente.
- Vuoi parlare adesso? –
- Potremmo farlo dopo? Magari dopo la festa alla torre? Potremmo andare sulla torre di astronomia. Così ti racconterò tutto. –
- Ok.  – 
Insieme si avviarono dentro al castello.

Harry era in ansia.
Voleva dire tutto a Ginny, voleva che lei sapesse i suoi segreti, ma aveva paura.
Aveva paura che lei non riuscisse ad aspettarlo, quando sarebbe stato il momento di separarsi.
Perché Harry sapeva, dentro di lui, che prima o poi avrebbe dovuto lasciarla andare per poter sconfiggere Voldemort.
Però aveva deciso di godersi ogni istante della loro storia.
Così, quando sarebbe stato lontano da lei, avrebbe avuto tanti momenti felici da ricordare.
 
Arrivati in sala comune, la trovarono nel pieno dei festeggiamenti.
Furono accolti da grida di gioia e pacche sulle spalle.
Ron era al centro della sala che sorrideva ad un gruppo di ragazzine che lo guardavano adoranti.
Hermione si avvicinò ad Harry e Ginny
- Non avresti dovuto farlo, Harry!-
- Non so di cosa stai parlando, Hermione –
- Della Felix! Non avresti dovuto metterla nel suo bicchiere! –
Harry tirò fuori dalla tasca la bottiglietta con la pozione.
Era ancora sigillata.
- Ma allora non l’hai fatto! – esclamò Ginny.
Harry sorrise facendole l’occhiolino.
- Ron lo ha solo creduto…. – disse Hermione.
In quel momento la sala esplose in urla festanti.
I tre si girarono e si trovarono una scena allucinante: Ron che mangiava la faccia di Lavanda Brown.
Hermione fece un passo indietro come se qualcuno le avesse dato uno schiaffo in faccia.
- Scusate…. Devo andare a vomitare… - disse agli amici allontanandosi.
- Oh..no… - disse Ginny – vado da lei. Non è il caso di lasciarla sola. –
- Vengo con te – disse Harry e insieme seguirono l’amica. 
 
- Hermione era veramente giù. – disse Ginny, qualche ora dopo.
- Sì. Invece Ron era su di giri. Ma ha raccontato i dettagli del suo pomeriggio con Lavanda. Ha smesso solo quando ho minacciato di raccontargli i dettagli di quello che facevamo noi due! –
Ginny gli lanciò un’occhiataccia.
- Tranquilla, non lo farei mai! Ma era l’unico modo che avevo per farlo smettere di parlare! – disse con le mani alzate come a volersi difendere.
- Ginny incrociò le braccia. – facciamo finta di crederti… -
- Te lo giuro! – disse lui sorridendo e attirandola a sé per un bacio.
Quando si staccarono, continuarono a camminare mano nella mano, stando attenti a non farsi scoprire da nessuno.
Harry consultava la mappa del malandrino, per evitare di incappare in professori o caposcuola che facevano le ronde.
Arrivarono finalmente alla torre di astronomia.
Si sedettero e contemplarono per qualche minuto le stelle.
Harry era nervoso.
Aveva paura di come avrebbe reagito Ginny a quello che stava per rivelarle.
Come sarebbe cambiato il loro rapporto?
Forse non avrebbe più voluto stare con lui?
In realtà non lo credeva possibile.
La amava talmente tanto che non sarebbe mai riuscito a starle lontano.
E sapeva che lei loamava allo stesso modo.
Anche se non riusciva a capire come mai.
Ma non se ne lamentava.
Così’ prese coraggio e le prese le mani, iniziando a parlare.
 
- Ti ricordi, quando siamo stati all’ufficio misteri, Voldemort voleva che prendessi una profezia. –
La ragazza annuì.
- La profezia quella sera andò distrutta, ma quando ritornammo a Hogwarts, Silente me la fece ascoltare. –
Il ragazzo sospirò
- Lui era presente quando venne fatta la profezia. E’ stata la professoressa Cooman a farla.-la ragazza stava per parlare ma lui la fermò
- So già quello che vuoi dirmi. Che le sue visioni sono tutte strampalate. E la maggior parte delle volte è vero. - 
sospirò tristemente.
 - Ma non questa volta. –
Ginny trattenne il fiato e aspettò che Harry continuasse.
 
Harry la fissò negli occhi e continuò:
- Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore… nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull’estinguersi del settimo mese… l’Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto… e l’uno dovrà morire per mano dell’altro, perché nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive… il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore nascerà all’estinguersi del settimo mese…- 

Si fermò e osservò la reazione della ragazza.
Ginny aveva gli occhi sbarrati e pareva ripetere sottovoce delle frasi.
 
- Gin? – la chiamò lui.
- Nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive…. – sussurrò la ragazza.
Harry le accarezzò una guancia.
- Vuole dire che … -
- Ho capito. – disse la ragazza, interrompendolo. 
Rimasero in silenzio per qualche minuto.
 
Poi Ginny lo fissò negli occhi e gli prese il volto tra le mani.
- Tu come stai? –Harry sorrise
- Solo tu potevi chiedermi una cosa come questa –
- Perché? – fece lei confusa
- Ron ed Hermione sono rimasti scioccati dalla notizia. Quasi non avevano il coraggio di guardarmi in faccia. Figuriamoci chiedermi come sto alla notizia di dover uccidere Voldemort oppure morire per mano sua! –
- Probabilmente sono rimasti troppo sorpresi dalla cosa. Ma io no. Mi aspettavo che dovessi fare qualcosa di importante.-
- Perché dici così? – chiese il ragazzo
- Ma non è ovvio? Ha tentato di ucciderti quando eri solo un bambino! Ha cercato di ucciderti quando gli hai impedito di prendere la Pietra Filosofale! Ti ha preso alla fine del torneo tre maghi perché gli serviva il tuo sangue per rinascere! – disse con enfasi – mi sembra logico supporre che tu abbia un ruolo molto importante nella sua sconfitta!-
- Giusto – fece il ragazzo grattandosi una guancia – quindi non è così sconvolgente….. non sembri turbata… -
disse divertito, ma sotto sotto con un po’ di delusione.
- Turbata? Turbata?! Sono sconvolta! - disse la ragazza alzandosi e cominciando a camminare avanti e indietro.
- tu….tu dovrai affrontarlo! Oh Merlino… -
- Ma…. Dicevi di aspettarti un mio ruolo importante nella sua sconfitta! – disse il ragazzo confuso.
Ginny si fermò e lo guardò – mi aspettavo un tuo ruolo, non che fosse uno scontro all’ultimo sangue! – quasi urlò.
- Beh, in effetti… - disse il ragazzo grattandosi la testa.
- Ed io già lo so come funziona quella tua testa dura!  - continuò la ragazza, che ormai era partita per la tangente – mi lascerai di nuovo! Perché quando arriveremo al momento di combattere, il tuo istinto di protezione prevarrà su tutto il resto e mi lascerai pur di non mettermi in pericolo! –
Il ragazzo la guardava addolorato, ma non rispose.
Sapeva che lei stava dicendo la verità.
- Ed io….. – continuò lei – io ti perderò  di nuovo! E….e tu potresti non tornare!  oh Morgana! – disse con le mani nei capelli.
A quel punto il ragazzo si avvicinò e le prese le mani tra le sue.
- Ehi….ehi, calmati ora. È una possibilità. Dobbiamo metterla in conto. –
- Scordati di lasciarmi indietro Harry James Potter! Io combatterò con te fino alla fine! Mi hai capito bene?!- disse lei con fierezza.
A quel punto il ragazzo non resistette più e la baciò.
Lei ricambiò il bacio e gli mise la mani tra i capelli, avvicinandolo di più.
Finirono sul pavimento stretti l’uno all’altro.
Harry era su di lei e la stava baciando come mai prima.
Si staccò dalle sue labbra e continuò a baciarla sul collo e sulla porzione di pelle a cui poteva accedere dalla scollatura della camicia e dallo scollo del maglioncino.
Ginny continuava a passargli le mani tra i capelli, invitandolo a continuare la sua esplorazione.
Afferrò l’orlo del maglione del ragazzo e lo tirò fino a sfilarglielo dalla testa.
Harry alzò la testa e la guardò negli occhi.
- Toglimi il maglione. – disse la ragazza.
- Sei… sei sicura?-
La ragazza annuì e Harry le sfilò la maglia.
La camicia che indossava non impediva a Ginny di sentire il calore del corpo del ragazzo.
Iniziò a sbottonargliela e finalmente posò le mani sul torace del ragazzo.
Harry si bloccò con un gemito.
La sensazione delle mani della sua ragazza su di lui era la cosa più bella che gli fosse mai capitata.
Poggiò la testa sul cuore della ragazza, cercando di riprendersi dall’ondata di sensazioni ed emozioni che stava provando.
Poi ricominciò a baciarle il collo arrivando fino alla scollatura, che ampliò sbottonando un paio di bottoni della camicia.
Quando intravide il reggiseno della ragazza si bloccò per non perdere il controllo.
Le baciò la parte alta del seno, senza osare di più, venerandola come la cosa più preziosa del mondo.
Osservò da vicino la suo pelle chiara e si accorse delle piccole lentiggini che la ricoprivano.
- Hai le lentiggini anche qui.. – disse con un sospiro strozzato – oh Merlino…. Quanto le amo… - disse iniziando a baciarle tutte una per una .
- Non le ho solo lì.. – disse la ragazza maliziosamente.
- Harry si bloccò e la guardò con uno sguardo pieno di desiderio
- Non oggi…. Ma ti giuro che un giorno le conterò e le bacerò tutte, una ad una. –
- Me lo prometti? – sussurrò lei.
- Te lo giuro. – rispose il ragazzo baciandola dolcemente.
Le richiuse i bottoni della camicia e si risistemò la sua.
L’aiutò ad alzarsi e poi la prese tra le braccia.
- Sei sicura di voler rimanere con me? Anche se il mio destino è incerto? – le chiese
- tu hai tutta la vita davanti. Io… io non lo so.  –
- Harry…. Io ti amo.–
lo guardò in quegli stupendi occhi verdi.
- Non ti sto dicendo che non posso vivere senza di te.-
Gli prese il volto tra le mani.
-  Ti sto dicendo che non voglio. Io scelgo te. Sempre sceglierò di stare con te. –
Harry la strinse fortissimo, non riuscendo a parlare per il nodo che aveva in gola.
Ginny lo amava incondizionatamente, nonostante tutto.
E lui la amava così tanto ed era talmente grato da non riuscire a parlare.
 
Qualche tempo dopo, mano nella mano si avviarono alla Torre di Grifondoro.
Prima di arrivare al ritratto della Signora Grassa, a Ginny venne in mente una cosa.
- E’ questo che fate tu e Silente? State cercando un modo per sconfiggerlo? –
- Si. – rispose semplicemente Harry – ma è un po’ più complicato di così. –
- Ok.- lo fermò lei – potrai spiegarmelo con calma. Ma non stasera. Mi sembri già abbastanza sconvolto. In fondo, hai visto le mie stupende lentiggini, mica poco! – disse lei per sdrammatizzare.
Harry rise
– Hai delle reazioni davvero strane! –
Poi la attirò tra le sue braccia e la baciò.
- E le tue lentiggini sono sicuramente le più belle che io abbia mai visto. E anche le uniche che vedrò. – disse con sorrisino.
- Lo spero tanto per te... anche perchè sei l'unico che le ha viste  - disse Ginny baciandolo a sua volta.
Ad Harry brillarono gli occhi.
- E non le vedrà mai nessun altro. Se tutto va come deve. -

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