Ciò Che Rimane...

di Yuki_san
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Pioggia Di Konoha ***
Capitolo 2: *** Fiore Al Tramonto ***
Capitolo 3: *** Anni ***



Capitolo 1
*** La Pioggia Di Konoha ***


La Pioggia Di Konoha
Ciao a tutti... Evvai!!! Sto postando anche la prima fanfic di Naruto... Comincio a cavarmela abbastanza con l'html...
Ma bando alle ciance come si suol dire... LEGGETE E GODETEVI QUESTA MINI FANFIC che ho deciso di scribacchiare in tre capitoletti molto tempo fa e che mi pare abbastanza fatta bene nonostante tutto... SPERIAMO LA PENSIATE ALLO STESSO MODO...


Ispirata alla canzone "Hunting High And Love" degli Stratovarius

La Pioggia Di Konoha

La pioggia cade incessante dal cielo, nero come le braci antiche e spente di un fuoco, nero come solo il velo della notte si stende sulla landa più desolata e cruda.

Non si ode che il continuo scrosciare dell’acqua che crolla dall’immenso spazio scuro a terra, a ripulire, a cercar di lavar via per sempre, tutto il sangue che negli anni quel mondo non ha mai smesso di spargere sulla sua stessa carne.

Lassù, sul pianoro, sopra la montagna degli Hokage, cinque volti immortali scolpiti sulla roccia, la boscaglia fitta che lo abbraccia attorno, sente il vento che gli soffia tra i capelli, che gli sussurra, gli racconta cose, gli fa ricordare quello che è stato, che pareva potesse essere eterno in quei momenti. Quelle sensazioni, quelle emozioni , poi scomparse, strappategli dal destino scellerato e giudice supremo di tutti gli esseri umani.

Giudice di lui e della sua intera esistenza.

Il capo chino sotto al cappuccio, per nascondere a quel nessuno che gli sta accanto le lacrime di sale che rigano il suo viso, si mescolano inesorabili all’acqua della pioggia violenta che crea un sottile strato di nebbia, sopra ed intorno ad ogni cosa.

L’aria pare rarefatta e del fumo esce dalla sua bocca socchiusa in un muto gemito di disperazione, mentre, ingiustamente, egli continua a riempire i suoi polmoni di ossigeno, a respirare.

Gli occhi di pece, profondi e non più glaciali come un tempo, ma mesti e addolorati, fissano la lapide scura di fronte a qualche passo, che si erge meschina sull’erba verde acceso della primavera.

Semplici parole scolpite sulla quella pietra fredda che creano in lui un fastidio indicibile, che gli suggeriscono un’amara e ripugnante verità.

Qui giace Naruto Uzumaki
che sacrificò sé stesso, la sua vita e i suoi sogni
per le persone che amava
Egli vivrà, un tutt’uno con la nostra memoria

Se ne valesse la pena non esiterebbe a togliersi la vita lì, adesso, in quell’istante.

Fa un altro passo, più vicino, le gambe gli si fanno molli, cedono e cade in ginocchio sul suolo bagnato, sporcando col fango il kimono candido e zuppo.

Con la parvenza di un fantasma, di uno spirito nostalgico di questo o dell’altro mondo, solleva il braccio e posa la mano destra sulla lapide gelida, come lo è ormai la sua anima solitaria, forse più per scelta adesso...

Da quanto non veniva a trovarlo… da quanto non piangeva sulla sua tomba…

-Sono qui, Naruto- mormora con voce scossa.

Sente un groppo enorme alla gola che lo fa respirare a fatica, un immenso dolore lì, sul petto, a sinistra.

Una morsa d’acciaio gli stringe il cuore, lo sente appena pulsare il sangue della vita attraverso le vene. Il suo battito è stanco, stanco di soffrire, stanco di lottare, stanco di esistere.

-Un giorno saremo di nuovo uno affianco all’altro… Ma prima ho l’ultima missione da portare a termine. Per te, Naruto, lo faccio solo per te. La proteggerò ad ogni costo… Qualsiasi cosa succederà mi prenderò cura di lei, in qualsiasi modo mi sarà possibile... Lo vedi, vero? Lo sto facendo, giusto?- chiede infine, quasi sia veramente convinto di ricevere una risposta.

Resta lì accasciato per ore e ore, finché la pioggia smette di scendere, l’acquazzone si ritira e le nubi plumbee si diradano pian piano.

Un raggio di sole, squarcia il cielo, pallido e di un azzurro che… gli ricorda i suoi occhi fiordalisi.

Sembra un altro mondo quello che gli si presenta davanti.

Konoha splendete e grondante sotto di lui; deserta e immobile, nel silenzio del vento che soffia ancora infido tra le case.

Sasuke non riesce a godersi lo spettacolare riverbero del suo villaggio natale come addirittura uno straniero farebbe: la mano della natura, con i suoi alberi, i suoi animali, le sue rocce, trova una perfetta armonia con quella dell’uomo, con le case, i negozi, i locali, i palazzi e le caotiche voci, gli odori che sanno di casa, vengono trascinati sino a lui ovatatti e distanti dal vento…

L’Uchiha sa quanto l’apparenza delle cose inganni.

Bella Konoha, stupenda Konoha.

Konoha, il potente villaggio ninja del Paese del Fuoco…

“Dove si troverà al sicuro per po’…”


FINE CAPITOLO UNO.



A breve il secondo capitolo intitolato "Fiore Al Tramonto".

SCRIVETE UN COMMENTINO anche se so che non è un granchè...  U___U
Ciao ragazzi!!!

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Capitolo 2
*** Fiore Al Tramonto ***


Fiore Al Tramonto Ed ecco il secondo capitolo... Ho preferito aspettare un po' prima di pubblicarlo perchè col terzo sto in alto mare... insomma, la trama c'è ma il dialogo con cui chiudere la ff non mi convince  e continuo a modificarlo senza però sentirmi sufficientemente appagata... -__-

Ma adesso chiudo il becco... BUONA (se così è possibile definirla -__-') LETTURA SIGNORE E SIGNORI!! XD



I versi che ho usato per l'apertura sono nati attraverso le note dei The GazettE con la loro semplicemente magnifica "Cassis".
Fiore Al Tramonto

I fiori sono la natura che cela i nostri sentimenti.

Chi ama regala una rosa rossa, chi è in cerca di fortuna porta con sè dell’erica, chi vive nell'amara realtà sogna il futuro nel profumo di un gelsomino.

Il mughetto della nostra giovane primavera, la margherita protettrice di colui che crede nella fedeltà, il narciso dai mille e più volti di supplica, dolore, rispetto.

Un volta mi dissero che ero un bocciolo di ciliegio...

Che cosa mai poteva significare un bocciolo dai colori tenui e dai petali leggeri sempre in balia dei venti?

Cosa potevo allora contare io?

Oggi mi chiamano il Giglio Bianco di Konoha.

Io che paio così pura, maestosa e letale nella mia bellezza. Almeno questo, è quello che loro ripetono.

Il giglio… un fiore singolare, che viene adagiato sul feretro dei morti.

Ecco, io lo poggio sulla tua tomba, amore mio.

Questo fiore malinconico e pulito che vedono simile a me.

Mi manchi immensamente.

Tu, col tuo sorriso, tu col tuo coraggio, tu con la tua testardaggine.

Giro gli angoli delle vie nei miei sogni e scorgo sempre te, davanti a me, alto e fiero, biondo leone dorato, occhi più azzurri di qualsiasi limpido cielo. Mi volti le spalle e continui a camminare.

Per quanto corra non riesco a raggiungerti e tu sbiadisci lentamente tra la folla.

Ho paura di non riuscire a fermarti, ancora. Ho paura.

Ogni notte immagino il tocco delle tue mani, magico tocco di quella notte sulla mia pelle. E respiri e gemiti di desiderio, che arde e mi logora dentro implacabile, instancabile.

Dove sei? Dove sei, mio fugace e abissale amore? Io sono qui, impura, indifesa, distrutta come con il tuo passaggio mi hai lasciata.

Ma non più ceca. Dannata, dannata per esserlo stata per così lungo tempo.

Quanto abbiamo perso, dimmelo.

Quanto ti ho fatto perdere perché non vedevo?

Ho finito le mie lacrime su questa tua pietra.

Parte della mia anima se ne è andata con te, mio Naruto-kun.

 

Il tramonto aranciato si restringe oltre l’orizzonte mentre Sai risale la lunga via, sino al pianoro, in cerca di lei.

La trova esattamente dove credeva che fosse: di fronte a quella maledetta lapide, sul ciglio dello strapiombo della montagna, che con la voce del silenzio parla, sospira e ricorda…

La osserva un istante in quel delirio di caldi colori, mossi dal vento fresco e pungente sul viso.

Bella. Quanto bella può essere un’altra donna al suo confronto? Non esiste pari a lei. Ne è convinto.

Quei lunghi capelli rosa, raccolti nell’acconciatura ordinata dietro il capo, la pelle chiara e morbida, protetta dalla fine seta rossa dell’ouburisode* bianco dai ricami floreali purpurei, le spalle dritte e la schiena rivolta verso di lui; le mani abbandonate lungo i fianchi, gli occhi smeraldini che vagano sperduti oltre le mura del villaggio, oltre la fine del mondo.

Una visione eterea e magnifica, immobile e divina tanto da toglierli il respiro. Gli piacerebbe dipingere quella sua immagine su una delle sue tele, affinché non la possa mai scordare in tutta la sua maestosità.

Resta fermo per chissà quanto, senza fiatare.

Vuole solo contemplarla tacitamente adesso, vuole cogliere di quel miraggio malinconico ogni singolo particolare ed imprimerselo nella memoria, per sempre.

All’improvviso la donna parla, facendolo sussultare.

-Sei venuto a cercarmi?- chiede con voce ipnotica. Una voce in grado di rapirti e distruggerti al solo sussurro.

Inspira, cercando d'infondere una certa fermezza alle sue parole -Sta calando la sera. Non dovreste star fuori , Sakura-dono …-

La giovane si volta e le carnose labbra rubino gli sorridono tristemente -Sai, Sai, Sai… Sei uno dei ninja più potenti di questo Paese, ma il giorno in cui riuscirai ad esprimere i tuoi reali pensieri guardandomi negli occhi, è ancora lontano…-

Lo shinobi abbassa intimidito lo sguardo. Si fissa i piedi che calzano i sandali scuri. Il disagio lo invade di fronte a quel discorrere così denso di congenita veracità.

-Di fronte a voi, tutto viene meno. Persino i Kami…- ribatte in un soffio il moro. La bocca si era dischiusa da sè e le corde vocali avevano vibrato, pronunciando quella frase come una sorta d'inconscio atto difensivo reso alle sue trepide emozioni.

Sakura ride appena, lusingata e divertita da quella specie di complimento.

-Vieni. Accompagnami a casa… D’altro canto è per questo che sei venuto.- lo invita.

Senza dire altro, si incamminano assieme giù per la scalinata di pietra.

 

*è un tipo di furisode ovvero il più formale kimono indossato dalle giovani donne nubili in particolari occasioni. Di solito è interamente decorato come quello di Sakura. Tengo a specificare che i furisode si distinguono in vari tipi a seconda della lunghezza della maniche: l’ouburisode è quello che le ha più lunghe (DA 105 A BEN 114 CM!)

Ne voglio uno pure io… *__*


FINE CAPITOLO DUE.




TATAN! Allora"?! Che ne pensate?
Confesso che questo è il capitolo in cui sono riuscita maggiormente ad infondere le mie sensazioni. Mi soddisfa non poco... cosa strana, vista la mia indole di scrittrice perfezionista in erba... XD Non sono convinta e non posto mai senza aver prima riletto e riletto e modificato centinaia di volte... sob :(

Ringrazio di cuore...

hachi92per il suo commentino. Credimi, mi dispiace per il tuo Naruto sul serio... però secondo la mia distorta teoria, alla fine del manga o lui o Sasuke deve morire, altrimenti non c'è storia!... E detto sinceramente, io sono ossessionata da quell'antipatico di un Uchiha, ergo la scelta del defunto per cause di forza maggiore è ricaduta proprio sul povero Naruto... Spero di non sembrare troppo pomposa quando dico che effettivamente le parti descrittive e narrative sono il mio forte XD.... Penso sia venuta l'ora di far pratica coi dialogi dove riconosco di essere piuttosto scarsa... T__T (vd. quello di questo capitolo e prossimo).

Angel23 sempre per il suo commento. Come hai potuto notare, c'avevi azzeccato. Sakura, affiancata dalla figura di Sai (che m' incuriosisce parecchio sia per la sua personalità che per le sue magnifiche tecniche), è la protagonista incontrastata del capitolo... Anche per lei ho deciso di apportare qualche significativo cambiamento fisico (perchè ovviamente gli anni passano pure per i nostri eroi!) e comportamentale (tuttavia questo l'ho reso in maniera più evidente solo in Sasuke, soprattutto all'inzio).

Grazie ancora... e recensite pure questa parte di storia se volete!!! XD Mi fate sentire fiera di me stessa! 

Ciao e alla prossima (GIURO, STO LAVORANDO SODO SU QUEL MALEDETTO FINALE CHE MI FA DANNARE! U__U)


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Capitolo 3
*** Anni ***


Anni Salve a tutti! Eccomi di ritorno... chiedo perdono per il ritardo stratosferico ma sono stata in vacanza far far away e non avevo il portatile con me. Tempo di rimettere piede nello studio e ho subito messo a posto questa maledettissima ultima parte.
La pausa mi è servita per riprendermi un pelo e darmi un imput per completare la fanfic con quel dannato dialogo...

A voi l'ultimo capitolo, sulle note della nostalgica "Shamandalie" dei Sonata Arctica.


Anni

Anni.

Nulla scorre più lento e veloce dei giorni, dei mesi e degli anni.

Il tempo è cosa curiosa per gli esseri umani: essi desiderano che fugga rapido nel futuro nei momenti di sofferenza, smarrimento, quando la loro forza viene meno, quando si ritrovano soli e perduti senza apparente ragione d’esistere.

In altri momenti invece gli uomini si aggrappano ad esso, che si è fatto ricordo del passato, delicato, passionale, felice. Questo tipo di tempo, questi momenti nessuno se li vuol far scappare, scivolare come acqua tra le dita, permettendo che ne rimanga nient’altro che quella dolorosa sensazione di bagnato sulla pelle, tra i polpastrelli.

Ma nulla di quello che il mortale desidera o porta nella memoria importa all’evo. Esso non ritorna indietro come un mercante di stoffe soddisfatto giunge al villaggio, come un figlio rincasa dai giochi con gli amici al calar del sole, come un vecchio amore risorge da lontano fattosi più grande con il procedere degli anni.

Anni.

Ne sono trascorsi quindici e mezzo e da un decennio e più Konoha vanta il suo nuovo Hokage, che l’ha fatta crescere nella pace, nell’armonia, nella reciproco aiuto. La mano del capo villaggio è pronta e veloce a colpire, per difendere la libertà e gli ideali di ogni giusto che ha deciso di proteggere sotto le sue enormi ali.

La porta di quell’ufficio stimato e riverito anche dai Paesi stranieri si schiude e dall’uscio sbuca l’assistente del Rokudaime, una pila di rotoli stretta tra le braccia che gli arrivavano fino al mento col quale li tiene puntellati, appoggiandoli al petto.

-Ecco i documenti…- annuncia il corvino Sai mentre procede goffo verso la scrivania, di fronte alla grande finestra a vetri rilucenti.

La poltrona è volta verso l’esterno, l’Hokage sta contemplando, scrutando cieli, montagne, foreste, vie, case, negozi e persone. La sua gente. Poggia il gomito sul bracciolo, il pugno serrato a sorreggere la testa inclinata e osserva: non c’è conquista più piacevole a quella giovane ora del pomeriggio, che guardare e provare da quell’altezza ad immagine…

Dopo qualche istante, l’ex Anbu si toglie dalle mani tutte quelle scartoffie posandole con uno sbuffo sul ripiano di legno davanti alla sedia del Kage del Villaggio della Foglia.

-Grazie mille, Sai-kun- si alza in piedi Sakura Haruno. Sorride, incantevole e serafica. Anche il consigliere ride tra sé, trasognato davanti a tanta grazia e splendore.

La donna non dimostra affatto i suoi trentacinque anni. I capelli, il volto, il portamento sono impeccabili e da togliere il fiato proprio come quando ne aveva venti, esattamente come lo è il suo spirito battagliero e deciso. Rimane per l’eternità una dea, scesa in terra a guidarli verso il bene della luce, cercando di non far pesare su nessuno le sue ombre. Resta il loro Giglio Bianco anche ora che veste quell’abito. La sua presenza all’interno delle mura solide di Konoha è resa ancor più importante e vera in mezzo a loro, che ne vengono rincuorati e rigenerati.

Il Rokudaime prende in mano il primo rotolo della pila, l’uomo, il cui volto affilato comincia ad essere solcato da alcune piccole rughe, la fissa in attesa. Con le unghie laccate di rosso lei esamina con attenzione il foglio di pergamena tra le sue mani, si mordicchia il labbro inferiore, concentrata ed infine infrange il mutismo che si era andato a creare -Avrò parecchio da fare qui…- sospira sconsolata.

-Se posso esserle utile in qualche modo signora, io…- inizia precipitoso l’assistente non riuscendo a tener a freno quel suo del tutto nuovo entusiasmo.

Lei lo interrompe con la sua voce calda e morbida, insistendo nel rivolgergli quel celestiale sorriso di luce -Sai-sama, ti ringrazio per la tua generosità che, credimi, è ben accetta. Tuttavia, ho intenzione di assentarmi qualche ora da palazzo… potrai darmi tutto l’aiuto che desideri al mio ritorno.-


 

Vento che soffia, scompiglia i capelli che danzano nell’aria, s’attorcigliano ai lineamenti del volto, sfiorano il collo. Suoni che si ovattano col frusciare dell’erba verde sotto i propri passi, che struscia leggera contro la stoffa delle proprie vesti. Profumi giunti da terre lontane che inondano le narici e le addensa di perpetua nostalgia, vinta dall’odore frizzante e leggiadro del primo germoglio di primavera. S’agitano armoniosi i petali di ciliegio nell’aria, rosati contro il cielo indaco e sereno, sospinti da una forza ignota alla montagna che s’eleva sulle case e sulla vita di quelli che sembrano aver dimenticato…

È un vortice, un richiamo irrefrenabile e noto che li trascina come quei fiori sin lì, dinanzi alla tomba che tiene uniti i loro presenti, lontani ed opposti.

Non c’è rancore, non c’è astio, non c’è guerra per nessuno dei due in quel luogo sacro che pare scordato dagli dei e dagli uomini, bensì vige il silenzio carico dei ricordi, delle memorie e delle mancate reminescenze poiché nulla al cuore di entrambi è sfuggito con il passare di complete esistenze, il mutare di infiniti legami smembrati.

Solo lì possono avvicinarsi e riaffondare i propri occhi in quelli così dissimili dell’altro, ma comunque partecipi di quella mancanza fisica e spirituale alla stessa maniera.

Immobili come figure scolpite in prezioso marmo bianco, si reggono uno al fianco dell’altra e abbassano lo sguardo su quella vecchia lapide. È di un colore scuro, nero quasi, le incisioni stanno via via scomparendo dalla pietra erosa dalle piogge e dalle brezze.

-Per quale ragione continui a venire qui?- domanda lei priva di ogni premura.

-Forse per la stessa che porta anche te, in questo giorno, anno dopo anno…- replica pragmatico lui.

È colta da attimi di singolare esitazione nel parlare di nuovo -Secondo te cosa direbbe ora di noi?-

Il suo vicino si abbandona ad un niveo ghigno, privo tuttavia di qualsiasi malignità -Si metterebbe a sbraitare le solite stupidaggini e avrebbe da ridire su tutto…-

Non ridono perché quello non è un discorso puerile o vuoto, intavolato soltanto per aprire la bocca a vanvera. C’è impiegato un enorme sforzo e viene coinvolta una smisurata volontà di intendimento delle sensazioni proprie ed altrui in quella sorta di esamina.

-Mi pare ieri il giorno in cui Kakashi-sensei ci sottoponeva a quello stupido test dei campanelli. Rammenti, pure quel mattino non aveva perso occasione per mettersi in ridicolo… Chissà, se allora avessimo saputo come sarebbe andata a finire, fossimo stati meno ingenui, le cose sarebbero state… migliori oggi-

-Non lo puoi cambiare l’oggi. Sappiamo entrambi quanto inutile sia, quanto poco ci sia servito rimpiangere il perduto e come sia molto più saggio invece tenere in considerazione solo il restante… Noi siamo ciò che rimane, Sakura-chan, io e te. Niente altro. Solo noi e, che ci piaccia o no, questo è e sarà… Io e te qui, su questo mondo, a combatterci sino alla morte e Naruto-kun ad attenderci sulla soglia…-

-Allora spero di veder presto la tua spada sopra di me. Questo almeno significherebbe perdere attraverso l'unica via restante di questa vita, Sasuke-kun. Ho bisogno d'intrecciare le mie dita con le sue su quella soglia di cui tu parli-

-Ed io sarò all’eco dei tuoi passi lungo tutti quegli istanti. Ci puoi contare su tutto questo.- 


FINE.


Finito... beh, devo dire che come finale mi fa schifetto. In definitiva il dialogo non porta da nessuna parte e non mi pare addirittura nemmeno fine a se stesso... mi sembrano tante parole buttale lì a caso... ç__ç

Mi sento un po' sconsolata visto che speravo in una bella storia... invece mi ritrovo tra le dita un mezzo flop... T__T

Beh, spero che abbiate pietà di me e che vogliate essere così clementi da lasciarmi almeno un commento prima che finisca di sotterrarmi nella fossa... T__T
Un estremo saluto ad hachi92 ed Angel23 che mi hanno sempre commentato e spero non si siano inviperite leggendo questo schifo dopo settimane d'attesa valsa a nulla... Sorry! Godetevi Naruto Shippuden a settembre voi che potrete! ç__ç

Ciao e alla prossima (dall'Oltretomba... mi vedo già intenta a scribacchiare con la penna di piuma, affiancata da Cheronte che mi sbatte in testa il remo della barca all'inizio e fine di ogni paragrafo dialogato -__-')

Yuki_san

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