Ciò Che Rimane... di Yuki_san (/viewuser.php?uid=51914)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Pioggia Di Konoha ***
Capitolo 2: *** Fiore Al Tramonto ***
Capitolo 3: *** Anni ***
Capitolo 1 *** La Pioggia Di Konoha ***
La Pioggia Di Konoha
Ciao a tutti... Evvai!!! Sto postando anche la prima fanfic di Naruto... Comincio a cavarmela abbastanza con l'html...
Ma bando alle ciance
come si suol dire... LEGGETE E GODETEVI QUESTA MINI FANFIC che ho
deciso di scribacchiare in tre capitoletti molto tempo fa e che mi pare
abbastanza fatta bene nonostante tutto... SPERIAMO LA PENSIATE ALLO
STESSO MODO...
Ispirata alla canzone "Hunting High And Love" degli Stratovarius
La Pioggia Di Konoha
La pioggia cade incessante dal cielo, nero come le braci
antiche e spente di un fuoco, nero come solo il velo della notte si stende
sulla landa più desolata e cruda.
Non si ode che il continuo scrosciare dell’acqua che crolla
dall’immenso spazio scuro a terra, a ripulire, a cercar di lavar via per
sempre, tutto il sangue che negli anni quel mondo non ha mai smesso di
spargere sulla sua stessa carne.
Lassù, sul pianoro, sopra la montagna degli
Hokage, cinque
volti immortali scolpiti sulla roccia, la boscaglia fitta che lo
abbraccia attorno, sente il vento che gli soffia tra i capelli, che gli
sussurra, gli
racconta cose, gli fa ricordare quello che è stato, che pareva
potesse essere
eterno in quei momenti. Quelle sensazioni, quelle emozioni , poi
scomparse,
strappategli dal destino scellerato e giudice supremo di tutti gli
esseri umani.
Giudice di lui e della sua intera esistenza.
Il capo chino sotto al cappuccio, per nascondere a quel
nessuno che gli sta accanto le lacrime di sale che rigano il suo viso, si
mescolano inesorabili all’acqua della pioggia violenta che crea un sottile
strato di nebbia, sopra ed intorno ad ogni cosa.
L’aria pare rarefatta e del fumo esce dalla sua bocca
socchiusa in un muto gemito di disperazione, mentre, ingiustamente, egli
continua a riempire i suoi polmoni di ossigeno, a respirare.
Gli occhi di pece, profondi e non più glaciali come un
tempo, ma mesti e addolorati, fissano la lapide scura di fronte a qualche
passo, che si erge meschina sull’erba verde acceso della primavera.
Semplici parole scolpite sulla quella pietra fredda che
creano in lui un fastidio indicibile, che gli suggeriscono
un’amara e ripugnante verità.
Qui giace Naruto Uzumaki
che sacrificò sé stesso, la sua vita e i suoi sogni
per le persone che amava
Egli vivrà, un tutt’uno con la nostra memoria
Se ne valesse la pena non esiterebbe a togliersi la vita lì,
adesso, in quell’istante.
Fa un altro passo, più vicino, le gambe gli si fanno molli,
cedono e cade in ginocchio sul suolo bagnato, sporcando col fango il kimono
candido e zuppo.
Con la parvenza di un fantasma, di uno spirito nostalgico di
questo o dell’altro mondo, solleva il braccio e posa la mano destra sulla
lapide gelida, come lo è ormai la sua anima solitaria, forse più per scelta adesso...
Da quanto non veniva a trovarlo… da quanto non piangeva
sulla sua tomba…
-Sono qui, Naruto- mormora con voce scossa.
Sente un groppo enorme alla gola che lo fa respirare a
fatica, un immenso dolore lì, sul petto, a sinistra.
Una morsa d’acciaio gli stringe il cuore, lo sente appena
pulsare il sangue della vita attraverso le vene. Il suo battito è stanco,
stanco di soffrire, stanco di lottare, stanco di esistere.
-Un giorno saremo di nuovo uno affianco
all’altro… Ma prima
ho l’ultima missione da portare a termine. Per te, Naruto, lo
faccio solo per
te. La proteggerò ad ogni costo… Qualsiasi cosa
succederà mi prenderò cura di lei, in qualsiasi modo mi
sarà possibile... Lo vedi, vero? Lo sto facendo, giusto?- chiede
infine, quasi sia veramente convinto di ricevere una risposta.
Resta lì accasciato per ore e ore, finché la pioggia smette
di scendere, l’acquazzone si ritira e le nubi plumbee si diradano pian piano.
Un raggio di sole, squarcia il cielo, pallido e di un
azzurro che… gli ricorda i suoi occhi fiordalisi.
Sembra un altro mondo quello che gli si presenta davanti.
Konoha splendete e grondante sotto di lui; deserta e
immobile, nel silenzio del vento che soffia ancora infido tra le case.
Sasuke non riesce a godersi lo spettacolare
riverbero del suo villaggio natale come addirittura uno straniero
farebbe: la mano della
natura, con i suoi alberi, i suoi animali, le sue rocce, trova una
perfetta
armonia con quella dell’uomo, con le case, i negozi, i locali, i
palazzi e le caotiche voci, gli odori che sanno di casa, vengono
trascinati sino a lui ovatatti e distanti dal vento…
L’Uchiha sa quanto l’apparenza delle cose inganni.
Bella Konoha, stupenda Konoha.
Konoha, il potente villaggio ninja del Paese del Fuoco…
“Dove si troverà al sicuro per po’…”
FINE CAPITOLO UNO.
A breve il secondo capitolo intitolato "Fiore Al Tramonto".
SCRIVETE UN COMMENTINO anche se so che non è un granchè... U___U
Ciao ragazzi!!!
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Capitolo 2 *** Fiore Al Tramonto ***
Fiore Al Tramonto
Ed
ecco il secondo capitolo... Ho preferito aspettare un po' prima di pubblicarlo
perchè col terzo sto in alto mare... insomma, la trama
c'è ma il dialogo con cui chiudere la ff non mi convince e
continuo a modificarlo senza però sentirmi sufficientemente
appagata... -__-
Ma adesso chiudo il becco... BUONA (se così è possibile definirla -__-') LETTURA SIGNORE E SIGNORI!! XD
I versi che ho usato per l'apertura sono nati attraverso le note dei The GazettE con la loro semplicemente magnifica "Cassis".
Fiore Al Tramonto
I fiori sono la natura che cela i nostri sentimenti.
Chi ama regala una rosa rossa, chi è in cerca di fortuna
porta con sè dell’erica, chi vive nell'amara realtà sogna il futuro nel profumo di un
gelsomino.
Il mughetto della nostra giovane primavera, la margherita
protettrice di colui che crede nella fedeltà, il narciso dai mille e più volti
di supplica, dolore, rispetto.
Un volta mi dissero che ero un bocciolo di ciliegio...
Che cosa mai poteva significare un bocciolo dai colori
tenui e dai petali leggeri sempre in balia dei venti?
Cosa potevo allora contare io?
Oggi mi chiamano il Giglio Bianco di Konoha.
Io che paio così pura, maestosa e letale nella mia
bellezza. Almeno questo, è quello che loro ripetono.
Il giglio… un fiore singolare, che viene adagiato sul
feretro dei morti.
Ecco, io lo poggio sulla tua tomba, amore mio.
Questo fiore malinconico e pulito che vedono simile a me.
Mi manchi immensamente.
Tu, col tuo sorriso, tu col tuo coraggio, tu con la tua
testardaggine.
Giro gli angoli delle vie nei miei
sogni e scorgo sempre te, davanti a me, alto e fiero, biondo leone
dorato, occhi più azzurri di qualsiasi limpido
cielo. Mi volti le spalle e continui a camminare.
Per quanto corra non riesco a
raggiungerti e tu sbiadisci lentamente tra la folla.
Ho paura di non riuscire
a fermarti, ancora. Ho paura.
Ogni notte immagino il tocco delle tue mani, magico tocco di
quella notte sulla mia pelle. E respiri e gemiti di desiderio, che arde e mi
logora dentro implacabile, instancabile.
Dove sei? Dove sei, mio fugace e abissale amore? Io sono
qui, impura, indifesa, distrutta come con il tuo passaggio mi hai lasciata.
Ma non più ceca. Dannata, dannata per esserlo stata per così
lungo tempo.
Quanto abbiamo perso, dimmelo.
Quanto ti ho fatto perdere perché non vedevo?
Ho finito le mie lacrime su questa tua pietra.
Parte della mia anima se ne è andata con te, mio Naruto-kun.
Il tramonto aranciato si restringe oltre l’orizzonte mentre
Sai risale la lunga via, sino al pianoro, in cerca di lei.
La trova esattamente dove credeva che fosse: di fronte a
quella maledetta lapide, sul ciglio dello strapiombo della montagna, che con la
voce del silenzio parla, sospira e ricorda…
La osserva un istante in quel delirio di caldi colori, mossi
dal vento fresco e pungente sul viso.
Bella. Quanto bella può essere un’altra donna al suo
confronto? Non esiste pari a lei. Ne è convinto.
Quei lunghi capelli rosa, raccolti nell’acconciatura
ordinata dietro il capo, la pelle chiara e morbida, protetta dalla fine seta
rossa dell’ouburisode* bianco dai ricami floreali purpurei, le spalle dritte e
la schiena rivolta verso di lui; le mani abbandonate lungo i fianchi, gli occhi
smeraldini che vagano sperduti oltre le mura del villaggio, oltre la fine del
mondo.
Una visione eterea e magnifica, immobile e divina tanto da
toglierli il respiro. Gli piacerebbe dipingere quella sua immagine su una delle
sue tele, affinché non la possa mai scordare in tutta la sua maestosità.
Resta fermo per chissà quanto, senza fiatare.
Vuole solo contemplarla tacitamente adesso, vuole cogliere di
quel miraggio malinconico ogni singolo particolare ed imprimerselo nella
memoria, per sempre.
All’improvviso la donna parla, facendolo sussultare.
-Sei venuto a cercarmi?- chiede con voce ipnotica. Una
voce in grado di rapirti e distruggerti al solo sussurro.
Inspira, cercando d'infondere una certa fermezza alle sue
parole -Sta calando la sera. Non dovreste star fuori , Sakura-dono …-
La giovane si
volta e le carnose labbra rubino gli sorridono
tristemente -Sai, Sai, Sai… Sei uno dei ninja più potenti
di questo Paese, ma il giorno in cui riuscirai ad esprimere i tuoi
reali pensieri guardandomi negli occhi, è ancora lontano…-
Lo shinobi
abbassa intimidito lo sguardo. Si fissa i
piedi che calzano i sandali scuri. Il disagio lo invade di fronte
a quel discorrere così denso di congenita veracità.
-Di fronte a
voi, tutto viene meno. Persino i Kami…-
ribatte in un soffio il moro. La bocca si era dischiusa da sè e
le corde vocali avevano vibrato, pronunciando quella frase come una
sorta d'inconscio atto difensivo reso alle sue trepide emozioni.
Sakura ride appena, lusingata e divertita da quella specie di
complimento.
-Vieni. Accompagnami a casa… D’altro canto è per questo
che sei venuto.- lo invita.
Senza dire altro, si incamminano assieme giù per la
scalinata di pietra.
*è un
tipo di furisode ovvero il più formale kimono indossato dalle
giovani donne nubili in particolari occasioni. Di solito
è interamente decorato come quello di Sakura. Tengo a
specificare che i furisode si distinguono in
vari tipi a seconda della lunghezza della maniche: l’ouburisode
è quello che le
ha più lunghe (DA 105 A BEN 114 CM!)
Ne voglio uno pure io… *__*
FINE CAPITOLO DUE.
TATAN! Allora"?! Che ne pensate?
Confesso che questo è il capitolo in cui sono riuscita
maggiormente ad infondere le mie sensazioni. Mi soddisfa non poco...
cosa strana, vista la mia indole di scrittrice perfezionista in erba...
XD Non sono convinta e non posto mai senza aver prima riletto e riletto
e modificato centinaia di volte... sob :(
Ringrazio di cuore...
hachi92per
il suo commentino. Credimi, mi dispiace per il tuo Naruto sul serio...
però secondo la mia distorta teoria, alla fine del manga o lui o
Sasuke deve morire, altrimenti non c'è storia!... E detto
sinceramente, io sono ossessionata da quell'antipatico di un Uchiha,
ergo la scelta del defunto per cause di forza maggiore è
ricaduta proprio sul povero Naruto... Spero di non sembrare troppo
pomposa quando
dico che effettivamente le parti descrittive e narrative sono il mio
forte XD.... Penso sia venuta l'ora di far pratica coi dialogi dove
riconosco di essere piuttosto scarsa... T__T (vd. quello di questo
capitolo e prossimo).
Angel23 sempre
per il suo commento. Come hai potuto notare, c'avevi azzeccato. Sakura,
affiancata dalla figura di Sai (che m' incuriosisce parecchio sia per
la sua personalità che per le sue magnifiche tecniche), è
la protagonista incontrastata del capitolo... Anche per lei ho deciso
di apportare qualche significativo cambiamento fisico (perchè
ovviamente gli anni passano pure per i nostri eroi!) e comportamentale
(tuttavia questo l'ho reso in maniera più evidente solo in
Sasuke, soprattutto all'inzio).
Grazie ancora... e recensite pure questa parte di storia se volete!!! XD Mi fate sentire fiera di me stessa!
Ciao e alla prossima (GIURO, STO LAVORANDO SODO SU QUEL MALEDETTO FINALE CHE MI FA DANNARE! U__U)
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Capitolo 3 *** Anni ***
Anni
Salve a tutti! Eccomi di ritorno...
chiedo perdono per il ritardo stratosferico ma sono stata in vacanza
far far away e non avevo il portatile con me. Tempo di rimettere piede
nello studio e ho subito messo a posto questa maledettissima ultima
parte.
La pausa mi è servita per riprendermi un pelo e darmi un imput per completare la fanfic con quel dannato dialogo...
A voi l'ultimo capitolo, sulle note della nostalgica "Shamandalie" dei Sonata Arctica.
Nulla scorre più lento e veloce dei giorni, dei mesi e degli
anni.
Il tempo è cosa curiosa per gli esseri umani: essi
desiderano che fugga rapido nel futuro nei momenti di sofferenza, smarrimento,
quando la loro forza viene meno, quando si ritrovano soli e perduti senza
apparente ragione d’esistere.
In altri momenti invece gli uomini si aggrappano ad esso,
che si è fatto ricordo del passato, delicato, passionale, felice. Questo tipo
di tempo, questi momenti nessuno se li vuol far scappare, scivolare come acqua
tra le dita, permettendo che ne rimanga nient’altro che quella dolorosa
sensazione di bagnato sulla pelle, tra i polpastrelli.
Ma nulla di quello che il mortale desidera o porta nella
memoria importa all’evo. Esso non ritorna indietro come un mercante di stoffe
soddisfatto giunge al villaggio, come un figlio rincasa dai giochi con gli
amici al calar del sole, come un vecchio amore risorge da lontano fattosi più
grande con il procedere degli anni.
Anni.
Ne sono trascorsi quindici e mezzo e da un decennio e più
Konoha vanta il suo nuovo Hokage, che l’ha fatta crescere nella pace,
nell’armonia, nella reciproco aiuto. La mano del capo villaggio è pronta e
veloce a colpire, per difendere la libertà e gli ideali di ogni giusto che ha
deciso di proteggere sotto le sue enormi ali.
La porta di quell’ufficio stimato e riverito anche dai Paesi
stranieri si schiude e dall’uscio sbuca l’assistente del Rokudaime, una pila di
rotoli stretta tra le braccia che gli arrivavano fino al mento col quale li
tiene puntellati, appoggiandoli al petto.
-Ecco i documenti…- annuncia il corvino Sai mentre
procede goffo verso la scrivania, di fronte alla grande finestra a vetri
rilucenti.
La poltrona è volta verso l’esterno, l’Hokage sta
contemplando, scrutando cieli, montagne, foreste, vie, case, negozi e persone.
La sua gente. Poggia il gomito sul bracciolo, il pugno serrato a sorreggere la
testa inclinata e osserva: non c’è conquista più piacevole a quella giovane ora
del pomeriggio, che guardare e provare da quell’altezza ad immagine…
Dopo qualche istante, l’ex Anbu si toglie dalle mani tutte
quelle scartoffie posandole con uno sbuffo sul ripiano di legno davanti alla
sedia del Kage del Villaggio della Foglia.
-Grazie mille, Sai-kun- si alza in piedi Sakura
Haruno. Sorride, incantevole e serafica. Anche il consigliere ride tra sé,
trasognato davanti a tanta grazia e splendore.
La donna non dimostra affatto i suoi trentacinque anni. I
capelli, il volto, il portamento sono impeccabili e da togliere il fiato
proprio come quando ne aveva venti, esattamente come lo è il suo spirito
battagliero e deciso. Rimane per l’eternità una dea, scesa in terra a guidarli
verso il bene della luce, cercando di non far pesare su nessuno le sue ombre.
Resta il loro Giglio Bianco anche ora che veste quell’abito. La sua presenza
all’interno delle mura solide di Konoha è resa ancor più importante e vera in
mezzo a loro, che ne vengono rincuorati e rigenerati.
Il Rokudaime
prende in mano il primo rotolo della pila,
l’uomo, il cui volto affilato comincia ad essere solcato da
alcune piccole
rughe, la fissa in attesa. Con le unghie laccate di rosso lei esamina
con
attenzione il foglio di pergamena tra le sue mani, si mordicchia il
labbro
inferiore, concentrata ed infine infrange il mutismo che si era andato
a creare -Avrò parecchio da fare qui…- sospira sconsolata.
-Se posso esserle utile in qualche modo signora, io…-
inizia precipitoso l’assistente non riuscendo a tener a freno quel suo del
tutto nuovo entusiasmo.
Lei lo interrompe con la sua voce calda e morbida,
insistendo nel rivolgergli quel celestiale sorriso di luce -Sai-sama, ti
ringrazio per la tua generosità che, credimi, è ben accetta. Tuttavia, ho
intenzione di assentarmi qualche ora da palazzo… potrai darmi tutto l’aiuto che
desideri al mio ritorno.-
Vento che soffia, scompiglia i capelli che danzano
nell’aria, s’attorcigliano ai lineamenti del volto, sfiorano il collo. Suoni
che si ovattano col frusciare dell’erba verde sotto i propri passi, che
struscia leggera contro la stoffa delle proprie vesti. Profumi giunti da terre
lontane che inondano le narici e le addensa di perpetua nostalgia, vinta
dall’odore frizzante e leggiadro del primo germoglio di primavera. S’agitano
armoniosi i petali di ciliegio nell’aria, rosati contro il cielo indaco e
sereno, sospinti da una forza ignota alla montagna che s’eleva sulle case e
sulla vita di quelli che sembrano aver dimenticato…
È un vortice, un richiamo irrefrenabile e noto che li
trascina come quei fiori sin lì, dinanzi alla tomba che tiene uniti i loro
presenti, lontani ed opposti.
Non c’è rancore, non c’è astio, non c’è guerra per nessuno
dei due in quel luogo sacro che pare scordato dagli dei e dagli uomini, bensì
vige il silenzio carico dei ricordi, delle memorie e delle mancate reminescenze
poiché nulla al cuore di entrambi è sfuggito con il passare di complete
esistenze, il mutare di infiniti legami smembrati.
Solo lì possono avvicinarsi e riaffondare i propri occhi in
quelli così dissimili dell’altro, ma comunque partecipi di quella mancanza
fisica e spirituale alla stessa maniera.
Immobili come figure scolpite in prezioso marmo bianco, si
reggono uno al fianco dell’altra e abbassano lo sguardo su quella vecchia
lapide. È di un colore scuro, nero quasi, le incisioni stanno via via
scomparendo dalla pietra erosa dalle piogge e dalle brezze.
-Per quale ragione continui a venire qui?- domanda lei
priva di ogni premura.
-Forse per la stessa che porta anche te, in questo
giorno, anno dopo anno…- replica pragmatico lui.
È colta da attimi di singolare esitazione nel parlare di
nuovo -Secondo te cosa direbbe ora di noi?-
Il suo vicino si abbandona ad un niveo ghigno, privo
tuttavia di qualsiasi malignità -Si metterebbe a sbraitare le solite
stupidaggini e avrebbe da ridire su tutto…-
Non ridono perché quello non è un discorso puerile o vuoto,
intavolato soltanto per aprire la bocca a vanvera. C’è impiegato un enorme
sforzo e viene coinvolta una smisurata volontà di intendimento delle sensazioni
proprie ed altrui in quella sorta di esamina.
-Mi pare ieri il giorno in cui Kakashi-sensei ci
sottoponeva a quello stupido test dei campanelli. Rammenti, pure quel mattino
non aveva perso occasione per mettersi in ridicolo… Chissà, se allora avessimo
saputo come sarebbe andata a finire, fossimo stati meno ingenui, le cose
sarebbero state… migliori oggi-
-Non lo puoi cambiare l’oggi. Sappiamo entrambi quanto
inutile sia, quanto poco ci sia servito rimpiangere il perduto e come sia molto
più saggio invece tenere in considerazione solo il restante… Noi siamo ciò che
rimane, Sakura-chan, io e te. Niente altro. Solo noi e, che ci piaccia o no,
questo è e sarà… Io e te qui, su questo mondo, a combatterci sino alla morte e
Naruto-kun ad attenderci sulla soglia…-
-Allora spero di veder presto la tua spada sopra di me.
Questo almeno significherebbe perdere attraverso l'unica via restante di questa
vita, Sasuke-kun. Ho bisogno d'intrecciare le mie dita con le sue su quella
soglia di cui tu parli-
-Ed io sarò all’eco dei tuoi passi lungo tutti quegli
istanti. Ci puoi contare su tutto questo.-
FINE.
Finito...
beh, devo dire che come finale mi fa schifetto. In definitiva il
dialogo non porta da nessuna parte e non mi pare addirittura nemmeno
fine a se stesso... mi sembrano tante parole buttale lì a
caso... ç__ç
Mi sento un po' sconsolata visto che speravo in una bella storia... invece mi ritrovo tra le dita un mezzo flop... T__T
Beh, spero che abbiate pietà di me e che vogliate essere
così clementi da lasciarmi almeno un commento prima che finisca
di sotterrarmi nella fossa... T__T
Un estremo saluto ad hachi92 ed Angel23
che mi hanno sempre commentato e spero non si siano inviperite leggendo
questo schifo dopo settimane d'attesa valsa a nulla... Sorry! Godetevi
Naruto Shippuden a settembre voi che potrete! ç__ç
Ciao e alla prossima (dall'Oltretomba... mi vedo già intenta a
scribacchiare con la penna di piuma, affiancata da Cheronte che mi
sbatte in testa il remo della barca all'inizio e fine di ogni paragrafo
dialogato -__-')
Yuki_san
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