I need a hug.

di Chocola88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** L'ultima scommessa dell'anno. ***
Capitolo 3: *** L'inizio di una lunga battaglia. ***
Capitolo 4: *** Abbandonata per una settimana. ***
Capitolo 5: *** Sono nei guai, baby-sitter? ***
Capitolo 6: *** Sentimenti. ***
Capitolo 7: *** Attrazione fisica. ***
Capitolo 8: *** Una possibile amicizia ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


«Ciao, sono Zayn» 
«Che sei venuto a fare qui, lo stalker? »
«Sono il tuo nuovo baby-sitter. »
«Cosa? Zayn, esci di qui! »
«Non fare troppe domande, mocciosetta. Se non ti dispiace, dovrei entrare in casa e controllare che tu non faccia danni.» L'unica parola che riuscivo a pensare in quel momento era 'istinto'. Non omicida, non mi sarei mai sporcata così le mani, ma suicida. Un ragazzo figo quanto Brad Pitt, che ho conosciuto a scuola, bussa alla mia porta e dice di essere il mio baby-sitter? E per giunta ha solo tre anni in più di me! Da quel giorno però, speravo sempre che i miei uscissero il sabato sera. Non mi dispiaceva avere una 'balia' (e che balia!) a 16 anni. O almeno, non se era Zayn Malik, nonostante il mio odio represso verso di lui. 

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Capitolo 2
*** L'ultima scommessa dell'anno. ***


Ultimo giorno di scuola.
"Niente vestiti bianchi", pensavo continuamente.
Si sa che l'ultimo è il peggior giorno di tutto l'anno scolastico: acqua ovunque, bisognava essere un ninja per scampare quell'inferno e non tornare a casa bagnati come dei pulcini.
Puntai gli occhi su un paio di leggings neri, semplici, con un po' di pizzo sul bordo e una maglia a mezze maniche lilla.
Scesi velocemente in cucina per una colazione veloce, poi partii verso la scuola.
 
Prima ora: geometria.
 
"Perfetto, mi annoierò tutto il tempo."
 
Contro ogni mia aspettativa, invece, la lezione si dimostrò interessante.
Certo, stavamo parlando di animali strani sparsi per tutto il mondo, e il professore si divertiva ad assegnare nomignoli a tutti gli alunni. 
«Caribù!» disse lo squilibrato rivolgendosi ad Anne, la mia compagnia di classe un po' in sovrappeso. Ovviamente non lo dicevo per cattiveria.
«Scimmia urlatrice!» gridò indicandomi.
«Qui l'unico che urla come un forsennato è lei, professore.» sussurrai a bassa voce, verso la mia vicina di banco Carolyn che accennò un sorriso.
 
I minuti passarono in fretta, e la campanellà suonò rimbombando in tutta la classe. 
«Hey,Amber.»un brusio copriva le parole di Carol, ma riuscii a sentirla.
«Dimmi» risposi sovrappensiero.
«Facciamo una scommessa? L'ultima dell'anno.» accennò un sorriso malizioso e io lo conoscevo bene.
«Va bene. Dì tu le regole, ho sempre scelto io.»la biondina aprì la bocca per rispondere, ma l'interruppi.
«Ah, non essere troppo spregevole, come tuo solito.»
«Cazzo Moon, mi hai scoperta!» 
«Okay, non importa. Fai quello che vuoi, infondo una scommessa è sempre una scommessa.» risposi, decisa.
«Era quello che volevo sentirti dire, Bam.»amavo quando Carol mi chiamava così.
Per tutti ero Amb, o Amy, ma ovviamente lei doveva fare di testa sua.
Arrivò anche la ricreazione e uscii velocemente.
O almeno lo stavo facendo, finché non sentii un braccio afferrarmi e tirarmi indietro.
«Bam, ti sei già dimenticata della scommessa?» 
 
"La scommessa, cazzo."
 
«Certo che no.-Rimasi in silenzio un attimo, per poi ricominciare- In cosa consiste?» 
«Dovrai andare dal più figo della scuola e dirgli esplicitamente che fa schifo.» 
Mi andò di traverso il pezzo di pizza che stavo masticando, sputandolo con fare da maschiaccio.
«Cosa? Carol, credo che tu sia impazzita.» posai il palmo della mia mano sopra la sua fronte, per sentire se scottasse.
«Bam, sto benissimo. Ora vai, susu!» mi diede un paio di spinte per incoraggiarmi.
Arrivai davanti a un gruppetto di ragazzi davvero popolari, poi mi bloccai.
 
"Un momento. Chi è il più figo della scuola? Io vedo tutti ben di Dio qua!"
 
Mi diedi un leggero colpo in testa, ma cosa sto pensando?
Cercai di attaccare bottone con un ragazzo. I capelli ricci ricadevano davanti al suo volto, coprendo leggermente un occhio di un fantastico verde.
La sua bocca si aprì e mostrò i denti perfettamente bianchi.
Era davvero un essere umano?
«Ehm, ciao. Io sono Amber, piacere... beh, sono nuova in questa scuola, la frequento da qualche mese e stavo cercando il più figo della scuola. Qui non vedo cess-»  mi corressi in fretta «Ehm, ragazzi non esattamente carini. Quindi, sei tu?» presi un respiro profondo.
"Amber, ma che ti succede?"
Non sono mai impazzita per un ragazzo. A meno che non somigliasse a Gabriel Garko, Johnny Depp, o Brad Pitt, o... potrei continuare all'infinito.
«Ciao Amber. Non serve che ti presenti, conosco già il tuo nome.» mi sorrise.
 
Conosceva il mio nome?

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Capitolo 3
*** L'inizio di una lunga battaglia. ***


«Ciao Amber. Non serve che ti presenti, conosco già il tuo nome.» mi sorrise.
Conosceva il mio nome?

«Ah...» riuscii a sibilare. 
«Io sono Harry, e per quanto mi dispiaccia non essere il ragazzo che cercavi, non sono il più figo della scuola. O meglio, sì, ma dopo Malik. Quello del 5° anno. Eccolo, è lì.» Indicò un ragazzo a destra, intento a parlare con un gruppo di troie.
«Ti ringrazio molto, Harry. E sappi che sei solo fortunato a non essere il più figo della scuola.» quello mi guardò con uno sguardo interrogativo, ma lo ignorai, dirigendomi velocemente verso Zayn Malik. 

"Cavolo, è davvero bellissimo. Ora capisco perché cadono tutte ai suoi piedi..."

Mi voltai, in cerca di Carol. Non ci misi molto a trovarla. Era lì, a pochi passi da me, compiaciuta.Avrei voluto strangolarla, davvero! Presi tutto il mio coraggio e mi rivolsi a quel ragazzo stupendo.
«Zayn? Zayn Malik?» arrossii di colpo.
«Sì, che vuoi? Mi spiace, non mi interessano quelle del terzo anno.» sorrise. 
«Cazzo -mi lasciai uscire- oltre ad essere vanitoso, ci mancherebbe anche fossi un pedofilo!» io stessa mi sorpresi di quelle parole.
Ma che stavo facendo? Ormai l'attenzione era concentrata su noi due soltanto.
«Mh» soffiò. «Non c'è altro? Che sei venuta a fare? Sono impegnato, oltre a essere cieca sei anche stupida?» il suo sguardo era graciale, peggio di quello dei professori. Ah, no, il loro era di fuoco. 
«Fai schifo.» Sì, ci ero riuscita! Girai i tacchi e andai verso Carol senza voltarmi indietro, finché Zayn non mi blocco un polso e mi costrinse a guardarlo negli occhi.
L'aveva infastidito, molto. Potevo vedere la sua espressione seria. Avevo il cuore in gola, la bocca serrata e sudavo freddo.
Perché avevo accettato quella stupida scommessa? Mi ero solo messa nei guai.
«Di ragazze pazze ne ho viste, ma mai quanto te.» 
«Ed è un bene?» feci finta di non avere paura, nonostante tutti erano convinti del contrario.
«Direi proprio di sì, pensa un mondo pieno di Ambra.Ti ho visto solo ora e già ho voglia di- »
«Amber, mi chiamo Amber.» lo interruppi, incazzata. Ambra? Come si permetteva? Avevo la rabbia che ribolliva nello stomaco, insieme a un paio di farfalle, qualche bruco... oh, al diavolo.
Stavo morendo dall'imbarazzo. 
«Non mi importa. Amber, anche tu fai schifo.» quelle parole mi colpirono particolarmente.Occhio per occhio, dente per dente. Era questa la sua politica?
«Siamo pari, adesso devo andare. Lasciami, donnaiolo.» Donnaiolo? Ma che pensavo in quel momento? Ah beh, a Zayn e alla sua bellezza.
La stretta si affievolì, fino a scomparire del tutto. Pensavo di essere salva, finché non notai che voleva avvicinarsi e corrermi dietro, ma non ci riuscì per via dei suoi amici che lo tenevano ben stretto.
«Minchia.» mi rivolsi a Carol di sfuggita, prima di scappare via. Zayn si era liberato dei ragazzi, e mi stava inseguendo.
L'ho apostrofato con parole dure, avevo sbagliato. Ma infondo era una scommessa, e avevo vinto.
 
"Pensieri felici, Amber, pensieri felici."
 
Le gambe mi facevano male da morire, non sapevo nemmeno dove ero diretta, finché non notai uno sgabuzzino e mi ficcai dentro senza farmi notare.
Chiusi forte la porta, sicura di essere sola. Mi girai e nel buio della stanza, notai un piccolo corridoio. 
"Un passaggio segreto?"
Cercai di percorrere quel tratto di strada il più veloce possibile, respirando silenziosamente per non farmi scoprire.
Uscii da una porticina, con le gambe ancora tremolanti e il respiro spezzato. Girai il viso, e mi ritrovai faccia a faccia con lui.
«Bu.» mi fece tremare da capo a piedi. Il sangue si gelò. Cosa avrebbe fatto ora?
«Senti, non era mia intenzione offenderti così.» cercai una scusa, indietreggiando.
«Ma lo hai fatto.» si appoggiò al muro.
«Era una scommessa.» sospirai ormai sconfitta. «E avrei vinto, se non fosse stato per te e la tua ira incontrollabile.»
«Mi dispiace, come posso farmi perdonare?» disse con tono abbastanza sarcastico.
«Inizia col levarti dalle palle.» sbottai, fiera di quella risposta.
Non volevo dargli nessuna soddisfazione, per quanto mi fosse difficile resistergli, avrei voluto per lo meno rimanere impassibile. 
«Come vuoi. Ci si sente, Ambra.» 
Ancora quel soprannome, ma lo fa apposta? Tornai in fretta nell'esatto punto in cui la discussione ebbe inizio, cercando Carol.
Le mie emozioni erano indescrivibili, pentita per gli insulti e per averlo respinto (se così si può dire), felice di averci almeno parlato, e abbastanza infastidita per aver perso la scommessa.
Tutta colpa di quello.

 
«Mio dio, Bam! Che è successo?» notai nell'espressione di Carolyn un misto di curiosità e ansia.
«Mah, niente. Comunque ho vinto la scommessa, e come premio voglio che tu mi paghi 20 colazioni il prossimo anno.» sì, stavo mentendo.Le scommesse non valgono se si dice alla 'vittima' la verità. Ma da chi lo avrebbe mai scoperto?
«Non si dicono le bugie, lo sai?» Ci interruppe il moretto. Oh, giusto, lo avrebbe saputo da lui. 
Silenzio tombale.
Io avrei voluto strangolarlo proprio in quel momento; Carol non sapeva se prendermi in giro o rimanere come un'ebete a fissare il belloccio davanti a lei e Zayn, beh, Zayn era contento di quell'intervento. Presi il ragazzo per una manica, non curante di rovinarla, e ci appartammo in un angolino poco lontano dalla mia amica.
«Potevi risparmiartela questa.» lo fissai con sguardo duro, osservando anche i suoi lineamenti. Perché non lo avevano ingaggiato ancora come modello di qualche rivista o di Abercrombie? 
Il ragazzo aspettò alcuni momenti prima di rispondermi, poi prese fiato. «Esatto, potevo.» 
«Sappi che se Carol si arrabbia ti vengo a cercare.» 
«Per limonare?» ed ecco uno sguardo da pervertito comparire sul suo volto.
«Al massimo il limone lo uso per ficcartelo in bocca e strozzarti.Questo ti piace?» ribattei seccata.
«Posso farne a meno.» abbozzò un sorriso.
«La discussione si conclude qui,  possiamo tornare alle nostre vite di sempre? Io senza te e tu senza me, mi sono rotta di averti intorno.» iniziavo seriamente a stancarmi, la ricreazione sarebbe finita presto e io non avevo mangiato nemmeno un boccone. E il mio stomaco lo fece capire bene.
«Ma Moon, sei così ripetitiva? Comunque, mi spiace se non hai mangiato, dovevi pensarci prima. E tanto per la cronaca, non ho nemmeno intenzione di lasciarti in pace.»
aprii la bocca per ribattere, ma se ne andò velocemente.
Pochi secondi dopo il suono della campanella si disparse in fretta per tutto l'edificio, seguito da alcuni sbuffi di ragazze che dovevano smettere di strusciarsi sui loro ragazzi. Ma dov'eravamo, in una discoteca per caso? 
Entrai in classe con Carol. 

 
Prossima ora: Motoria 
 
Oh, perfetto! Almeno mi sarei sfogata un minimo.
Amavo fare educazione fisica, mi scrollavo di dosso tutti i miei pensieri e mi piaceva ancora di più il gioco di squadra, le soddisfazioni nel vincere... e tutto ciò, detto da una molto pigra, è insolito.
Legai i miei lunghi capelli castani in una coda alta e stretta, per far si che non ricadessero sul viso causando fastidio.
Presi l'uniforme dal mio armadietto e l'infilai con mosse veloci, riponendo infine gli abiti normali. 
Mi avvicinai alla professoressa per chiedere che cosa aveva in programma di fare oggi, ma notai con stupore che era impegnata con un ragazzo, quindi decisi di non disturbarla e mi nascosi accuratamente dietro una colonna, per osservare ogni loro movimento.
«Quindi Niall, mi stai dicendo che non puoi fare attività fisica per un anno.» 
«Sì prof. » il ragazzo alzò gli occhi al cielo. 
«Il motivo?» rispose di tutto tono l'ultra cinquantenne, come amavamo chiamarla io e Carol.
«Semplice, mi sono fatto male giocando a calcio. Vede questo gesso sul mio bracci- »
Sapevo a che gioco stava giocando. O meglio, cercava di giocare. Afferrai saldamente un pallone da basket, e lo scagliai contro il braccio del biondino.
Eppure aveva un'aria così angelica, possibile che era solo una maschera?
Quello fece per respingerla con il braccio a lui più comodo in quel momento, ovvero il destro che era protetto dal gesso. 
«Scusami! Davvero, non era mia intenzione.» il mio sguardo era tipo "oh oh, ti ha scoperto?", e lui l'aveva intuito bene. 
«Horan! Togliti questo gesso e torna a correre, sfaticato, prima che ti metta un rapporto!» sbuffò, per poi riprendere. «Grazie Amber.» 
«Si figuri professoressa.» abbozzai un sorriso. 
Il biondino si voltò a guardarmi, così da farmi notare i suoi lineamenti docili -come avevo già visto in precedenza- e occhi dal colore glaciale. Poi schiarì la voce.
«Lo aveva detto Zayn che eri una che non sa farsi i fatti suoi, ma non immaginavo così tanto.Ti ringrazio.» sputò. 
Zayn aveva parlato di me con lui? Questo significa che si conoscono.  «Oh, di niente. E' un piacere anche per me conoscerti!» 
«Per lo meno sei simpatica, questo non me lo aveva detto.» sorrise gentilmente, addolcendo la sua espressione che fino a poco prima sembrava dura. 
«Quante cose non ti avrà detto. Ad esempio sai che è un arrogante, presuntuoso, stupido, egocentrico...» elencai i difetti del moretto, tenendo il conto con le mani.
Non mi sarebbero bastate dieci dita per dirli tutti! 
«Ne hai ancora per molto?» domandò divertito, passandosi una mano fra i capelli e voltandosi dietro, per controllare cosa facessero i compagni.
«Scusami. Non volevo annoiarti, ma sai com'è, la verità è sempre la verità.» feci le spallucce.
«Voi due! Cinque giri di campo. Veloci.» la professoressa ci fulminò con lo sguardo mentre soffiava all'interno del fischietto producendo un rumore, oltre che assordante, pure fastidioso.
Non si accorgeva mai di nulla, nemmeno della messa in scena del ragazzo, figurati se doveva rompere proprio adesso.
Conversai allegramente con il tipo e stringemmo da subito amicizia.
Come poteva essere amico di quell'altro essere abomineo? Sì, era il soprannome adatto.
Allo scoccare delle 12.05, ovvero la fine dell'ora, facemmo entrambi cenno di saluto e tornammo nelle nostre aule, con i nostri compagni. 
"Un'ora Amber, poi addio scuola. E sai che significa? Significa che potrai spassartela tutti i sabati!"
Eh sì, perché io ogni sabato trovavo dove andare. Un'allegra rimpatriata tra amici, una festa super cool o privata, pub, discoteche o semplicemente mi imbucavo dove capitava.
 
 
«Quindi da questo possiamo dedurre...» cercò di concludere il professore, prima di girarsi  e notare il mio eccessivo interesse per la questione.
«Cosa possiamo dedurre, Moon Amber?» 
Cosa? Stava chiamando proprio me? Il professore di scienze era assente per qualche strana ragione, mi ero ero appena divisa in una classe di cui neanche sapevo l'esistenza (ho semplicemente assecondato i voleri di Carol) e già venivo interrogata? 
«Ehm.» mi passai una mano tra i capelli, agitata. «...Che la terra è rotonda!» schioccai le dita. Alla mia risposta seguirono numerose risatine.
«Silenzio!» urlò l'anziano uomo dalla chioma corvina, sbattendo in modo violento e ripetuto una mano sulla cattedra. 
«Amber, possiamo dedurre che il Moto di rivoluzione è il movimento che un pianeta o un altro corpo celeste compie attorno a un centro di massa.» sospirò, sedendosi dietro la cattedra e scrollando la testa. «Hai capito, ora?» mi ammonì.  
Feci un semplice cenno con la testa, per indicare che era tutto chiaro. "Tutto chiaro? Ma quando?" 
Anche l'ultima ora finì.
«Amber?» trillò una voce stridula, ma continuai per la mia strada senza fermarmi. 
«Amber!» finalmente mi voltai, e vidi i capelli color rame che ricadevano morbidi sulle spalle di Carol. I suoi occhi grigi erano evidentemente allarmati, che stava succedendo? 
«Carolyn, calmati. Cosa c'è di così preoccupante?» alzai un sopracciglio. 
«Zayn...» prese un respiro, aveva il fiatone. «Zayn sta escogitando qualcosa per farti tornare a casa bagnata fradicia, come vendetta per ciò che hai fatto. O meglio, detto.» 
«Da chi l'hai saputo?» domandai evidentemente preoccupata, sbattendo più volte le palpebre.
«Li ho sentiti mentre passavo vicino alle scale.» prese le mie spalle con entrambe le mani, scrollandomi. «Che cosa hai intenzione di fare?» proseguì. 
«Non ne ho idea, Carol. Non ne ho idea...» 

 

Hei!

E' la prima volta che faccio l'angolino dell'autrice, anche perché non ne ho mai avuto l'occasione!
Che posso dire? x° Mh, innanzitutto vi ringrazio tantissimissimissimi...ssimo (??) per le recensioni, le visite, i seguiti, i commenti brevi, i preferiti etc.
Mi chiamo Federica, e ho 12 anni c: Sono nuova e inesperta, accetto ogni tipo di critica, purché costruttiva e non eccessivamente offensiva. -Ho fatto la rima, yee-
Beh, spero che la storia vi piaccia... già dal prossimo capitolo le cose saranno più movimentate ^w^
Coomunque, grazie ancora ♥ Al prossimo capitolo! PS. Twitter: https://twitter.com/FefericaLove
xxFede

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Capitolo 4
*** Abbandonata per una settimana. ***


«Vuole la guerra?» mi rivolsi a Carol.  «E guerra avrà.» concluse la frase sorridendomi.
«Ti prego, dimmi che hai ancora l'ombrello che tieni sempre nel tuo armadietto.» la guardai con uno strano scintillio di speranza negli occhi.
«Oh, Bam, mi spiace...» cavolo. Mi appoggiai a una delle tante porte del corridoio, sospirando.
«Mi spiace per il piano di Zayn, intendo! Ce l'ho.» rise. Ma quanto amava tenermi sulle spine?
Felici come una Pasqua, soprattutto io, ci dirigemmo verso l'armadietto. 
«Amber, aspetta. Ma che ci fai con questo?» mi guardò sconvolta, grattandosi la testa e indicando l'ombrello.
«Mi travestirò da signora anziana, diventando così irriconoscibile che non mi potranno fare niente. L'ombrello lo userò come bastone d'appoggio e se qualcosa andrà storto, passerò al piano B!» ero sicuramente soddisfatta della mia idea.
 
"Zayn, vuoi fregarmi, ma non ci riuscirai così facilmente."
 
«Bam, certe volte mi chiedo se tu sia una piccola Einstein, o semplicemente te le sogni di notte queste cose.» insinuò lei.
«Oh no! Io non sogno Zayn la notte. A meno che non si tratti di un incubo...» mi diede una gomitata. «Comunque, in cosa consiste il piano B?» continuò Carol.
«Li prendo tutti a ombrellate.» cercai di ingannarla, improvvisando una faccia seria. Lei aggrottò la fronte, sconcertata. «Ma dai, credi davvero che ne sarei capace?» finii.
La risposta non tardò ad arrivare, ed era un "sì" flebile.
Misi dietro le orecchie alcune ciocche di capelli che erano uscite dalla mia coda, per poi continuare la discussione.
«Non farò niente di tutto ciò, semplicemente aprirò l'arnese per coprirmi dall'eventuale acqua lanciata e scapperò verso la strada di casa. Ora muoviamoci, si sta facendo tardi.» 
 
Chiesi al bidello di turno se poteva prestarmi una delle sue divise, anche sporca sarebbe andata bene.
Carolyn mi prestò uno dei suoi lacci per capelli e mi feci uno chignon disordinato, per poi nasconderlo dentro a un grande cappello di paglia. Mi sentivo Rubber di One Piece, versione femminile.
Cosa mancava? Un po' di trucco, matita scolata effetto mascherone et voilà! Pronta per uscire.
Afferrai saldamente l'ombrello a mo' di bastone, uscendo cautamente dalla scuola. Prima però, salutai con un bacio sulla guancia Carolyn, niente di eccessivamente dolce: ci saremmo riviste sicuramente pochi giorno dopo.
 
«Scusi, ha visto per caso una ragazza uscire di qui?» mi chiese Niall.
Che faccia d'angelo aveva quel ragazzo! La mia voglia di strizzargli le guance era alle stelle, e dato che in questi panni ero irriconoscibile, optai per avverare il mio desiderio. 
«C-come sei carino giovannotto!» sorrisi torturando il viso del poveretto, che ormai era diventato tutto rosso per l'imbarazzo. «Comunque ragazzuoli mi spiace, ma sono appena uscita...» Zayn mi interruppe, schiarendosi la voce.
«E cosa ci faceva lei a scuola? E' forse un'alunna?» soffocò una risatina, per non sembrare scortese. Peccato che l'aveva già fatto.
«Ehm, no.» bofonchiai, con un filo di voce.
E adesso cosa gli raccontavo? Idea.
«Sono la moglie del bidello, Christopher. Avete presente quell'uomo con i capelli bianchi, i baffi lunghi, la barba, la pancia che sembra esplod... -mi bloccai un secondo, per poi proseguire- la pancia non completamente piatta?» credevo di star sudando freddo, perché mi trattenevano?
Non sarebbe dovuta andare così.
«No.» rispose secco e deciso occhicolorprato, ovvero Harry.
Per me possiamo paragonare quel ragazzo a un incrocio tra la primavera e l'autunno.
Sì, perché i suoi occhi verdi sono i prati pieni di rugiada, e i capelli ricci sono i cespugli secchi dell'autunno.
Okay, inizio seriamente a riflettere su ciò che mi ha detto Carol. Piccola Einstein o me le sogno di notte? Penso probabilmente nessuno dei due, sono semplicemente scema.
«Oh, quanto siete complicati.» farfugliai, lasciandomi sfuggire le parole di bocca. «Mi spiace non poter stare in vostra compagnia, ma devo preparare il pranzo ai miei nipotini, arrivederci!» praticamente scappai via così veloce, che mi cadde il "cappello di Rubber".
Un ragazzo vestito oscenamente, con delle maglie a righe e una salopette,si avvicinò per raccoglierlo e porgermelo, ma fraintendendo, presi il mio ombrello e gli diedi una bastonata sugli stinchi. «Mascalzone!» continuai usando la mia arma di difesa, cercando di far finta di nulla.
Fortunatamente il mio viso non somigliava affatto alla vera Amber, quindi nessuno sospettò.
Scherzando scherzando, Piano B messo in atto. Adesso scappiamo!

 
Arrivai a casa sana e salva, senza nemmeno una goccia di acqua nei vestiti.
Mi liberai dagli orrendi abiti che indossavo, ed entrai in casa. 
«Mamma, sono ritornata!»  esclamai entusiasta.
Avevo una fame incredibile, l'unico mio pensiero in quel momento era sedermi a tavola e gustare qualsiasi pietanza, anche una semplice frittata.
Sì, frittata...era quello che avrei mangiato a pranzo!
Trovai un post-it attaccato alla tv in cui mia madre mi comunicava che era in viaggio per l'Australia, insieme a mio padre.
Il motivo? Avevano ricevuto una chiamata da una certa Brittany, lontana zia di mamma, dicendo che un'altra persona che non conosco e della quale non sapevo l'esistenza fino a cinque minuti fa, ha sfornato un bebé.
Allora? Vale davvero la pena andarsene in Australia per un piccolo essere umano appena messo al mondo?
Contenti loro, contenta io. O almeno, contenta finché non lessi l'ultima parte.
"Cara Amber, blablabla.
Andiamo in Australia perché tizio caio e sempronio si sono incontrati, hanno fatto un bambino eccetera, eccetera...
QUESTA SERA RIMANI A CASA, VERRA' UN NUOVO BABY-SITTER.
Ti vogliamo bene,
Lucy & Jack.
PS. saremo di ritorno tra una settimana"
 
Primo: ho sedici anni. Credo di essere responsabile di me stessa. 
Secondo: stare a casa questa sera? Non.se.ne.parla. Se il baby-sitter mi vuole, dovrà  venirmi a cercare.
Terzo: non c'è un terzo punto. Sono semplicemente incazzata e affamata.
Feci una lista mentale del cibo che avrei potuto mangiare e alla fine optai per ordinare una pizza. Di solito si mangia a cena, ma lasciamo perdere. 
Ripulito lo scatolone che conteneva il cibo, me ne filai velocemente in camera e presi il mio diario segreto per scrivere tutto ciò che era accaduto oggi.
 
"Caro diario, come posso iniziare? Beh, per una scommessa ho dovuto dire a un ragazzo (il più figo della scuola, precisiamo) che era brutto, faceva schifo... e per ripicca mi ha aspettato fuori dalla scuola con altri tre coglioni (Harry, Niall e un altro vestito orrendamente) per bagnarmi  da capo a piedi. Ma ormai mi conosci bene, e infatti mi sono travestita da vecchietta decrepita e trasandata, per passare inosservata. Alla fine ho fatto peggio: ho preso a bastonate sugli  stinchi uno dei quattro. Ora i miei mi hanno lasciato sola per una settimana e il che non è un male, al contrario...se non fosse per un piccolissimo dettaglio, ma proprio minuscolo. Avrò un baby-sitter. Adesso ti lascio, il mio cellulare sta squillando ripetutamente,segno che è arrivato un messaggio. Sono sicura che sarà quella rompi..balle di Carolyn! Ci sentiamo domani, con i miei problemi da adolescente super indaffarata e popolare (anche se non lo sono, ma lasciamelo pensare)." 
 
Lanciai il quadernino sotto il letto, afferrando il cellulare e rispondendo alla velocità della luce.
Il messaggio era chiaro: "Amber, non ci crederai, ma ho incontrato un ragazzo fin troppo carino!!!"
Cioè, dato che ci sei Carol, abusa di più punti esclamativi. Digitai una risposta veloce, mentre accendevo il computer e lo posizionavo sopra il cuscino.
"Ah, davvero?...Che bello." Inviai. Le mie risposte prive di estusiasmo mettevano davvero allegria, sembravo un'emo intento a tagliarsi. 
Nel frattempo aprii Facebook, per controllare messaggi, notifiche & co. e poi cambiai velocemente scheda, digitando su Google Chrome la canzone che ascoltavo giorno e notte in quel periodo: "Another One Bitest The Dust" dei Queen.
Assaporavo le parole e il ritmo , quando il tutto fu interrotto dal fastidioso bip che arriva ogni volta in cui qualcuno ti invia un messaggio.
E infatti...
"Liam ti ha inviato un messaggio" ecco cosa recitava il titolo della scheda di Facebook.
 
Liam: Hei! Questa sera usciamo? :) 
 
Solo lo smile riusciva a mandarmi in iperventilazione, Liam era davvero, davvero, carino.
Mi sistemai i capelli, come se in quel momento mi stesse guardando e appoggiai le dita sui tasti, spingendoli velocemente. Amavo quando mi scriveva lui per primo. Stavo per rispondere con un caloroso "sì" o un "certamente", "magari", "naturalmente" e invece dovetti astenermi da tutto questo.
 
Io: Sorry, i miei mi hanno abbandonata a casa e indovina un po'? Verrà un baby-sitter, yeah! :( 
 
Quella faccina alla fine era senza dubbio da bimbaminchia in cerca di attenzioni e con la faccia da finta cucciola in cerca di qualcuno che la compatisca. Mi ero dimenticata di Carol, finché un suo nuovo sms mi fece ritornare sulla Terra.
Già, perché prima ero nello spazio, navigando felice e nuotando tra le stelle per il messaggio ricevuto da Liam.
 
"Bam, che succede??" abusiamo anche dei punti interrogativi, ora. Di bene in meglio.
"Niente, i miei sono partiti per l'Australia e stasera arriva il nuovo baby-sitter.Lasciami morire in pace :D" già mi ero stufata di inviare e ricevere sms, che gioia.
Liam rispose semplicemente con un "Mi dispiace, sarà per la prossima volta! Ci conto".
Il pomeriggio passò in fretta, anche perché mi addormentai, stremata.
Quando aprii gli occhi la sveglia posta sopra al comodino segnava le 19.43, segno evidente che avevo dormito beatamente tre ore.
Una doccia veloce per rinfrescarmi le idee e prepararmi psicologicamente, e poi andai in cucina a prepararmi una cena a base di sandwich.
Presi una coca-cola ghiacciata dal frizeer, per poi richiuderlo e lasciar scivolare la bevanda nella mia gola. Suonarono alla porta. 
 
"Ecco il baby-sitter! Ci sarà da divertirsi"
 
Aprii la porta, sgranandomi gli occhi.
«Ciao, sono Zayn» 
«Che sei venuto a fare qui, lo stalker? »
«Sono il tuo nuovo baby-sitter. »
«Cosa? Zayn, esci di qui! »
«Non fare troppe domande, mocciosetta. Se non ti dispiace, dovrei entrare in casa e controllare che tu non faccia danni.»
L'unica parola che riuscivo a pensare in quel momento era 'istinto'. Non omicida, non mi sarei mai sporcata così le mani, ma suicida.
Un ragazzo figo quanto Brad Pitt, che ho conosciuto a scuola, bussa alla mia porta e dice di essere il mio baby-sitter? E per giunta ha solo tre anni in più di me!
 
Si accomodò in casa, sedendosi sopra al divano di pelle davanti alla televisione. 
«Zayn, credo che tu mi debba dire qualcosa. Vero?» mi piazzai davanti alla tv, impedendogli di vederla. 
«Mh, no. Niente di particolare.» il suo tono di voce era calmo e autoritario, mi stava forse prendendo in giro?
Quando pensai che ormai aveva finito le parole da dire, ricominciò. «In effetti però...diciamo che i miei vogliono che lavori d'Estate per raccimolare qualche spicciolo. Non ho intenzione di fare il commesso o qualcosa del genere e obbedire come un cagnolino alle richieste della gente, per questo ho letto l'annuncio sul giornale e ho chiamato.»
Ah, perfetto. I miei avevano messo l'annuncio e nemmeno lo sapevo! Dire che sono informata è poco.
«Tuttavia, Zayn, trattandosi di me non hai saputo resistere e ti sei fiondato qua.» poggiai una mano sul mio fianco.
«Non esattamente. Quando ho risposto a quell'annuncio, non ti conoscevo nemmeno. Ti ricordo che il nostro primo incontro risale a questa mattina.» sbuffò scocciato, spostando la testa a destra e poi a sinistra per vedere la televisione coperta da me.  
«Bene, ora che sai chi devi "controllare" il sabato sera, puoi anche rifiutare la proposta di lavoro e andartene!» battei il piede destro a terra, stufa della situazione e del modo di fare di quello sbruffone. Quest'ultimo si alzò di scatto dalla poltrona, passandosi una mano tra i capelli e fermandosi davanti a me, guardandomi negli occhi.
Ero agitata, smisi prontamente di sbattere il piede e mi bloccai, di fronte a lui. Di fronte a Zayn.
«Quindi anche la Moon si può facilmente intimidire.» sorrise, mettendomi le sue mani sui fianchi. 
"Cazzo, cazzo, cazzo...Adesso mi stupra!" 
«No Zayn! Non sto ai tuoi comandi, lasciami stare! Non voglio, vattene.» ero evidentemente rossa in viso, perché doveva essere Zayn colui che mi avrebbe "controlatto" ogni sabato sera?! Perché? Addio feste...addio vita mondana, addio tutto. E se avesse abusato di me, lasciandomi poi in fin di vita in un fosso? Scrollai la testa, non ci volevo neanche pensare.
«Ma cosa vai pensando? Ti stavo spostando, con te davanti non riesco a vedere una ceppa!» rise, anche se da una parte era scioccato per ciò che avevo pensato.
Complimenti Amber, hai fatto una bella figura di merda. 
«Ah, ecco...io... è tutta colpa tua!» finii la frase e me ne andai frettolosamente verso le scale.Arrivata davanti alla porta della mia camera, la aprii e richiusicon forza.
Dal piano sotto si udiva Zayn evidentemente alterato. «Non si sbattono le porte!» poi parlò da solo, credendo che non lo sentissi. «Ti stai confondendo con le persone...» solo alcuni minuti dopo mi resi conto del doppio senso. "Sbattono". Come potevo non pensare male cinque minuti fa? 
Mi buttai sul letto, cercando il computer. Lo accesi e entrai su Facebook, scorrendo velocemente il cursore sulla barra delle persone online in quel momento, sperando ci fosse Liam.
Con grande gioia notai che era ancora collegato, quindi cliccai sul suo nome e mi uscì fuori la chat. 
 
Liam Payne 
Io: Liam :D E' ancora valido l'invito per questa sera? Ti prego dimmi di sì!
Visualizzato alle 20.07 
Liam sta scrivendo...
Liam: Certo! Ti passo a prendere davanti casa tua?
Io: No, facciamo...al parco! Quello vicino alla scuola, grazie. Ci sentiamo alle 21.30! Adesso stacco xoxo :)
Liam: A dopo bella ;) 
 
Chiusi il computer, elettrizzata. Ora dovevo semplicemente sbarazzarmi di Zayn, e sapevo già come fare...

_________
Heyy *w*

Ce l'ho fatta ad aggiornare, visto? 
Secondo voi cosa farà Amber per sbarazzarsi di Zayn? e.e 
Spero vi piaccia, ci ho messo un po' per abituarmi a scrivere capitoli lunghi x° di solito amo leggere cose del genere, ma a scriverle... mi sono trovata in un mondo completamente diverso o.ò 
Tuttavia, questo mondo mi piace! 
Al prossimo capitolo C; 
xxFede

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Capitolo 5
*** Sono nei guai, baby-sitter? ***


A Francesca, che mi aiuta sempre.
Ti adoro. 
Ora dovevo semplicemente sbarazzarmi di Zayn, e sapevo già come fare...
 
Lasciai la scheda di Facebook aperta così come il computer, e scesi in cucina dove era comodamente seduto Zayn. Mi schiarii la voce abbastanza forte per farmi sentire.
«Ehm, ciao Zayn. Volevo dirti che ho iniziato anzi abbiamo iniziato, con il piede sbagliato...» giocai nervosamente con le dita. «Quindi, ricominciamo da zero. Non sono stata così ospitale prima, vuoi qualcosa da bere?» tirai fuori uno dei sorrisi più dolci che mi fosse possibile fare in quel momento.
Zayn rimase un po' perplesso, tuttavia decise di credermi. Infondo non potevo essere pentita?
Certo che no, ma lui non poteva di certo saperlo.
«No, ti ringrazio.» sorrise anche lui, tornando a guardare la tv. La questione non gli interessava nemmeno un po'?
«Oh non fare i complimenti Zayn, ti prego! Ovvio che vuoi da bere. Coca-cola va bene? Che sciocca sono, certo che va bene.»  Non so se in quel momento era più preoccupante la sua espressione o il mio modo di fare da ragazza con un'evidente doppia personalità.
Non persi tempo e mi diressi in cucina. Tirai fuori dal frigo della coca-cola, e intanto frugai nella credenza alla ricerca dei sonniferi che usava mamma quando non riusciva ad addormentarsi.
 
«Trovati!» esclamai euroforica quello che doveva rimanere solo un pensiero.
«Trovato cosa, Amber?» la voce di Zayn tuonò dalla sala.  
Oddio, e adesso? Non potevo permettere che il mio piano andasse distrutto.
«Trovati? Ehm sì, ho trovato...ho trovato i bicchieri! Cristo, mia madre li nasconde sempre e non li trovo mai. Quella donna è esasperante! La tua invece è simpatica?» mentre improvvisavo la conversazione, cercai di non fare rumore e togliere una pasticca dalla sua confezione.
La risposta di Zayn nel frattempo non tardò ad arrivare. «Mah, è come le altre. Si preoccupa troppo, è apprensiva, ma quando occorre sa essere una buona confidente. Anche se per raccontare le cose preferisco mio padre. Sai com'è, tra maschi ci si intente meglio.» 
Annuii, anche se lui non poté vedermi essendo dall'altra parte della cucina. Presi la coca-cola e versai il contenuto nel bicchiere, infine aggiunsi l'ultimo sonnifero che era rimasto, posso dire di avere una fortuna sfacciata. Proprio quando stavo per portare a Zayn il mio adorabile miscuglio, mi bloccò.
«Puoi portarmi una birra?» appoggiò le gambe sopra al tavolinetto che mia madre tanto adorava.
«C-certo. Comunque togli le scarpe, mia madre adora quel tavolo. Non provare a rovinarlo.» tornai in cucina, scimmiottando le parole di Zayn. 
«Puoi portarmi una birra? E dove siamo, al ristorante per caso?!» sbuffai. Adesso dove lo trovavo un altro sonnifero?
«Hey Amber ti muovi? Ho sete.» Saranno passati sì e no 5 minuti, era ovvio che inziava a preoccuparsi.
Pensai seriamente di disdire l'appuntamento con Liam, in quanto diedi una veloce occhiata all'orologio appeso in sala e notai che erano già le 20.45 e alle 21.30 mi sarebbe passato a prendere al parco accanto alla scuola. Aprii di nuovo il frigo e ispezionai le bottiglie posizionate in uno scompartimento, il primo. «E birra sia, Zayn.» sospirai in modo impercettibile, e mi chinai a prendere la bottiglia. Riempii un bicchiere e successivamente mischiai insieme anche un po' di coca-cola con il sonnifero. "Chissà che sapore orrendo avrà", pensavo ogni tanto.
Siccome la dose di quella pasticca magica che mi avrebbe salvato era stata diminuita, sarebbe stato così anche l'effetto.
Mi sarei dovuta sbrigare, se di solito il sonno durava 8 ore, beh...ora a malapena ne bastava per 4. Ma infondo, per le 1.00 sarei già tornata. Un po' restrittivo come orario, ma mi sarei dovuta accontentare.
Nascosi accuratamente tutto ciò che avevo usato, buttai fuori dalla finestra la confezione di sonniferi e così anche la carta che proteggeva le pasticche. 
 
«Tieni.» gli porsi la birra mischiata con la coca-cola, e tornai di corsa in camera a cambiarmi.
«Dove vai?» si voltò per guardarmi, lasciando il bicchiere vicino alle sue labbra. 
«In camera, ho lasciato Facebook aperto e stavo chattando, mi avranno intasato di messaggi.»
Non mi girai nemmeno, ripresi a correre per le scale finché non giunsi davanti alla mia porta e dopo essere entrata la chiusi a chiave, iniziando a scegliere cosa mettermi per la festa. La sveglia sul comò segnava le 21.10, segno che avevo solo 20 minuti per prepararmi.
Iniziai con lo svaligiare l'armadio, finché non trovai un vestito che adoravo: era senza spalline, a fascia, con una gonna vaporosa che arrivava appena sopra al ginocchio ed era turchese, pieno di strass.
Abbinai a quell'abito un paio di scarpe con i tacchi dello stesso colore, qualche bracciale color argento e un paio di orecchini con degli Swarovski che mi aveva regalato mia madre per la cresima e che custodivo gelosamente. Per quanto riguarda i capelli optai per portare la frangia dalla parte destra, e li lasciai ricadere mossi sulle spalle. Mi specchiai, mancava solo un po' di trucco e distavano ancora cinque minuti all'appuntamento, quindi decisi di fare qualcosa di elaborato. Misi una riga di eyeliner e sfumai un po' di ombretto blu sotto la rima inferiore degli occhi, aggiunsi colore sulle guance con del blush pesca e scelsi un bellissimo rossetto né troppo acceso, né troppo spento sulle labbra. Diciamo che era un colore medio che io adoravo.
C'è una piccola linea che divide il sapersi truccare con l'essere volgare, e io ero perfettamente a metà.
Presi la pochette argento dalla scrivania e scesi attentamente le scale, togliendo i tacchi e cercando di non fare rumore.
Mi assicurai che Zayn stesse dormendo, e infatti era così: russava beatamente sul divano, con una mano che penzolava giù toccando il tappeto e l'altra lungo il suo fianco. I capelli erano leggermente spettinati, e tutto ciò gli dava un'aria sexy anche se sembrava un cane dopo aver corso per un'ora. Ah, il fascino di quel moretto. 
Infilai di nuovo i tacchi, chiusi la televisione e uscii fuori.
Mi incamminai verso il luogo dell'appuntamento.


Appena arrivata osservai l'orario sullo schermo del cellulare e segnava appena le 21.07, quindi decisi di sedermi su una panchina e attendere l'arrivo di Liam.
Fortunatamente poco dopo intravidi la sua Mercedes e una figura all'interno dell'auto che mi salutava, segno evidente che era proprio lui, quindi mi avvicinai per aprire lo sportello ed entrai.
Attese qualche minuto prima di partire poichè mi squadrò da capo a piedi, per poi aprire finalmente quella dannata bocca e spiccare una parola. 
«Wow Amber, non me l'aspettavo un abbigliamento del genere da te! Sei...» feci roteare gli occhi e sbuffai pronta per subire un insulto, dai maschi ci si può aspettare di tutto.
«Inappropriata? Orrenda? Volgare?» arricciai la fronte, mentre tenevo il conto con le dita.
Liam rise, poggiando la testa sul volante e poi rialzandola per parlare. «No, niente di tutto questo.Volevo dirti che sei favolosa.» Mi lasciò un bacio sulla guancia e poi mise in moto la macchina.
Il silenzio era imbarazzante, quindi decisi di ringraziarlo e subito dopo accesi la radio impostando su una frequenza decente che trasmetteva le hit del momento. Uscì fuori Pompeii dei Bastille. 
«Eh eh oh eh oh» canticchiai tenendo il ritmo con il piede.
Liam mi guardava sconvolto, soffocando una risatina. «Maddai Moon, così sembri una scimmia!» sorrise divertito mentre era concentrato a guardare la strada.
«Com'è questa storia? Prima mi dici che sono stupenda o quello che è e poi somiglio a una scimmia? Mi stai ferendo Payne.» Improvvisai una faccia da finta offesa, ma non feci altro che peggiorare la situazione.
«Sto scherzando! Comunque siamo arrivati.» chiuse tutti i finestrini precedentemente aperti per il troppo caldo e dopo essere sceso aprì lo sportello del passeggero dove sedevo e mi aiutò a scendere. Inutile dire che quella discoteca era più bella del mio vestito, tanto per fare un paragone.
Questa sera sì che mi sarei divertita.
«Liam, ricordati. Se mi trovi ubriaca non devi preoccuparti, ci sono abituata.» sfoderai uno dei miei sorrisi a 32 denti per rassicurarlo e varcai la porta, tutta contenta.
Mi guardai dietro le spalle, per cercare il mio accompagnatore e infatti lo notai a pochi passi da me.
Decisi di fermarmi e di aspettarlo, lo presi a braccetto e ci confondemmo nella folla.
La musica era altissima, le luci offuscate, gente ubriaca ovunque...ciò che piaceva a me. Iniziammo entrambi a ballare, l'uno accanto all'altro.
Poi all'improvvisò il dj cambiò totalmente genere, da house a un lento, e dire che facevo pena in quello era poco.
Liam mi mise le mani sui fianchi e si avvicinò, ma lo respinsi delicatamente. «Liam, faccio schifo a ballare il lento.» Sembrò non ascoltarmi, e diminuì la distanza tra di noi di nuovo.
«Lo so, per questo voglio ballare. Dai che ti insegno io!» si mosse lentamente, prima a destra poi a sinistra e io lo seguii.
«Sei un bastardo» sorrisi e abbassai la testa, guardandomi i piedi e cercando di imitare i suoi passi.
Passarono circa 10 minuti, il tempo necessario per farmi stancare: quei tacchi erano una specie di tortura per i piedi. 
«Io vado a prendere da bere, ci sentiamo tra poco.» Liam annuii.
Andai verso il bancone a ordinare un drink. «Hey scusi, mi potrebbe dare una bottiglia di birr-» il bar-man si girò di scatto.
Vidi quello che non avrei voluto nemmeno immaginare. «H-Harry?» spalancai gli occhi incredula.
«Sì, sono io. Che c'è? E' un lavoro part-time. Piuttosto tu...insomma, come sei vestita bene oggi.» Rispose fissandomi con il suo solito sguardo da conquistatore.
No Harry, sei figo ma con me non funziona.
«Non sei il primo che me lo dice. Ho la fila di ragazzi che mi viene dietro, quindi mettiti in coda Styles.» sorrisi.
«Aspetta. Ma oggi Zayn non doveva farti da baby-sitter?» Si mise a pulire dei bicchieri trovati lì per caso, osservandomi.
«Che? Ti sarai confuso sicuramente.» abbassai lo sguardo imbarazzata e in completa agitazione.
«Amber Moon, cosa cazzo hai fatto?» alzò leggermente il tono, come per rimproverarmi.
«Il pakistano mi teneva segregata in casa! E' lecito quello che ho fatto, avevo paura mettesse dinamite da qualche parte. L'importante è che tu stia zitto, in cambio faccio quello che vuoi ma ti prego, ti prego, ti prego, non dire niente.» La mia più che altro appariva una supplica, e difatti lo era.
Harry aspettò alcuni istanti prima di rispondermi, continuava a pulire quei dannati bicchieri e intanto rifletteva. «Mh, okay. In cambio devi uscire con me dopo domani perché ho un incontro con un paio di amici e dovrai fingerti la mia ragazza. Ci stai?» alzò lo sguardo. 
«Ah già, non hai scelta.» mi fece l'occhiolino, per poi  andare verso una coppia felicemente sbronza e servirgli da bere. 
Per quella serata avevo sopportato abbastanza, quindi "ripescai" Liam e lo trascinai fuori spiegandogli l'accaduto. 
Tuttavia mi ero divertita un sacco, era mezzanotte e mezzo e tra pochissimo l'effetto del sonnifero sarebbe finito, quindi mi feci accompagnare a casa.

 
«Liam grazie, mi sono divertita.» dissi slacciandomi la cintura di sicurezza. 
«Ti pare che la Moon non si diverte a una festa?» rise in modo sarcastico.
Ci salutammo e appena si allontanò, tirai fuori le chiavi dalla mia pochette ed entrai in casa.
La luce era rimasta accesa come l'avevo lasciata prima di uscire, ma c'era solo un piccolo particolare: il divano vuoto. Dove si era cacciato Zayn?
Mancava poco alle una, eppure l'effetto non mi aveva 'coperto' come speravo.
Ispezionai tutta la casa, partendo dalla cucina...che era vuota. Quindi, cucina esclusa.

Salii le scale ed entrai nella mia camera.
La visione ovviamente non era delle migliori, Zayn steso sul mio letto mentre stringeva il mio orsacchiotto. Avevo una voglia immensa di urlargli contro, ma siccome dormiva e non mi dovevo farmi scoprire evitai.
Mi tolsi velocemente i tacchi, andai in bagno per struccarmi e farmi velocemente uno chignon per la notte e riposi nell'armadio il vestito.
Perfetto, ero in mutande e reggiseno mentre Zayn dormiva. Mi ricordai solo in seguito del pigiama che tengo sempre sotto al cuscino.
E chi c'è sopra ora? Sì, quello.
Provai comunque a prenderlo dato non potevo mica dormire in quel modo, quindi presi coraggio e cercai di spostargli la testa, ma la reazione fu il suo braccio che si avvinghiò al mio e mi trascinò al suo fianco, stringendomi.
«Divertita alla festa?» mi sussurrò Zayn all'orecchio. Solo quell'azione mi fece avvampare.
Cazzo.
«Sono nei guai, baby-sitter?» cercai di sfuggire alla sua presa, che invece di affievolirsi fece l'esatto contrario.
«Oh sì. E non immagini quanto.» sbadigliò, per poi appoggiare il mento sulla mia spalla.
«Stanotte per punizione dormi in mutande e reggiseno stretta a me.Buonanotte piccola.» mi lasciò un bacio sulla fronte, come se fossi davvero una bambina.
«Malik, solo perché sto morendo dal sonno non ti spacco la faccia. Crepa.» E mi addormentai tra le sue braccia, che infondo erano comode. 

_______________________________________________

Hola!

Okay, non uccidetemi çç 
Finalmente mi sono decisa ad aggiornare, eh? :3
Questo capitolo credo sia leggermente più corto del precedente, tuttavia per ora è il mio preferito insieme al numero 3 *^* 
Ditemi che ne pensate ;) 
Alla prossima, che spero sia tra meno di una settimana lol 
xxFede

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Capitolo 6
*** Sentimenti. ***


 Grazie ad Aurora per il banner :)







La mattina seguente ero letteralmente uno straccio.
Forse per la nottata che avevo passato, oppure per il semplice fatto che, al contrario di quanto sperassi, non avevo chiuso occhio grazie alla vicinanza di Zayn.
Insomma, non che mi piacesse, ma dormire in mutande e reggiseno con un ragazzo dopo appena un giorno di conoscenza non è il massimo.
Spostai il braccio di Zayn dal mio fianco non proprio graziosamente, e lo lasciai cadere sopra alle lenzuola.
Erano le 10.00 e ancora non si era svegliato, meglio così.
Rimasi a fissare l’armadio aperto come un’ebete, alla ricerca di qualcosa da mettere per andare a fare una passeggiata e stare lontano da quell’essere che si riteneva un “baby-sitter”… sì, certo.
Tirai fuori un vestito nero con dei fiori disegnati sopra, arrivava sopra al ginocchio ed era senza spalline. Pettinai i capelli, mi lavai il viso e abbinai al tutto delle ballerine nere appena comprate. Prima di uscire presi un post-it e scrissi a Zayn che sarei tornata tra una mezz’oretta e se poteva, gentilmente, preparare la colazione per entrambi.
Entrai in camera e glielo attaccai sulla fronte per essere sicura che lo leggesse… anche se in realtà avevo solamente voglia di farlo irritare di prima mattina.

Finalmente uscii da quella casa, ma l’immagine di Zayn nel letto non si decideva a svanire, torturandomi ogni 5 minuti.
Quella mattina le nubi grigie si erano decise a lasciar spazio al sole, cosa rara a Londra, e proprio mentre osservavo il tempo non mi accorsi contro chi mi stavo dirigendo, finché non ci sbattei contro.
Caddi a terra stordita, e notai subito una mano tesa verso di me.
«Cosa ci fa una bella ragazza come te da sola a quest’ora?»
“quest’ora”. Nemmeno fosse notte.
Sbuffai e quando alzai lo sguardo vidi quel ragazzo del bar, amico di Zayn. Ha…harry? Che coglione, ci prova con qualsiasi cosa si muova. Diedi un leggero schiaffo alla sua mano, come per allontanarla, e mi rialzai da sola.
«Non devi arrabbiarti, mi viene spontaneo flirtare con le ragazze.» rise Harry. Sì beh, perché c’è proprio da ridere nell’ammettere di essere un Don Giovanni.
«Già, anche a me potrebbe venire naturale spaccarti la faccia.» risposi, pulendomi il vestito da alcuni sassolini.
«Nervose di prima mattina?»
e detto ciò seguitò a camminare per la sua strada, come se niente fosse accaduto.
Ripresi il passo anch’io, forse ero un po’ delusa: infondo mi aspettavo almeno un ‘tutto okay?’ o qualsiasi cosa per fare un minimo di conversazione. Improvvisamente mi ricordai dell’appuntamento che avevamo domani e del fatto che non mi avesse ancora detto dove sarebbe stato e a che ora.
Mi girai di scatto, mentre il riccio continuava a camminare indisturbato. «Hey Harry!» urlai quasi, per la paura di non essere sentita.
«Dimmi.» rispose pacato.
«Per quell’appuntamento…»
«Ah sì, scusami. E’ domani in un pub, quindi niente vestiti eleganti, ma nemmeno troppo…’mini’.» mi anticipò. Annuii, come per incitarlo a continuare.
«Ti passo a prendere alle 20.00, fatti trovare pronta.» sorrise, e io ricambiai immediatamente.
Successivamente ci salutammo e continuai la mia passeggiata, anche se a dire il vero non avevo una meta precisa.
Iniziai ad avvertire una certa fame, ed ero davvero tentata dal comprare qualcosa, ma mi ricordai che Zayn doveva preparare la colazione, che speravo fosse già pronta. Tornai indietro diretta verso casa, ma mi accorsi che avevo dimenticato le chiavi. Pregai tutti i Santi che Zayn fosse sveglio, anche se sapevo già che era impossibile.
Per quel poco che lo conoscevo, avevo imparato una cosa: mai aspettarsi niente da Zayn Malik. Se una cosa con lui può andare storta, stai sicura che sarà così. Infatti suonai non so quante volte, ma senza nessuna risposta.
«Zayn! Apri questa cazzo di porta!» sbraitai, battendo le mani sul legno.
Dopo aver urlato per circa mezz’ora finalmente il moro uscì fuori in uno stato comatoso.
Cercai di passare, ma non feci altro che scontrarmi contro il suo corpo, dandogli la possibilità di mettere entrambe le sue mani sui miei fianchi, per stringermi di più. Sentii dei brividi caldi sulla schiena, e all’improvviso il cuore iniziò ad accelerare i battiti.
Poteva significare solo una cosa.
Dovevo accertarmi al più presto dei miei sentimenti, quello era solo un piccolo segnale ma…no.
Non potevo innamorarmi del mio baby-sitter.
S C U S A T E M I
Ho avuto un blocco e davvero non sapevo che scrivere, questo capitolo è orrendo e okay, lo ammetto.
Corto, scritto male e pure postato in ritardissimo.
Ma da oggi cambierò, ve lo prometto u.u
Inizio subito a scrivere il prossimo capitolo.
Che ne pensate dei sentimenti di Amber? :3
Secondo voi è davvero innamorata o si sta solamente sbagliando?
Cercherò di aggiornare entro 7 giorni, comunque! :D

 

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Capitolo 7
*** Attrazione fisica. ***



Leggete alla fine, graaazie♥ 


«Zayn, per favore… io… dovrei passare.» sospirai, godendomi gli ultimi istanti di quella vicinanza.
«Vorrei parlarti.» disse lui appoggiando il mento sulla mia spalla destra.
Infondo non era molto, chiedevo solo di allontanarmi. Iniziavo veramente ad arrossire, e questo non potevo accettarlo. Non doveva vedermi vulnerabile.
«Va bene! Chi ti ha detto che non parleremo, ma adesso levati dalle palle. Mi stai soffocando!» sbottai.
Eh beh, in effetti l’atmosfera era abbastanza calda. Almeno per me.
Tolse le mani dai miei fianchi, e si spostò lasciandomi passare. In quel momento regnava un silenzio imbarazzante, giusto il tempo di posare la borsa e sedermi che quella quiete venne interrotta dalla voce del moro.
«Ieri.» posò lo sguardo dal tappeto a me. «Cosa c’era nella birra? Sonniferi, giusto?» si alzò di scatto dal divanetto difronte al mio, facendomi sobbalzare. Deglutii annuendo. 
«Come pensavo. Sai che c’è? Mi è piaciuto dormire con te ieri. Anche se avrei preferito fare ben altro.» fece un passo avanti.
«Vaffanculo.» sibilai a denti stretti, quasi dicendolo più a me stessa che al diretto interessato.
«Sei proprio sicura che non ti sarebbe piaciuto?» altro passo avanti. Provai a farmi più piccola sul divano, schiacciando praticamente la schiena su quel morbido rivestimento beige. Già, provai, perché quei tentativi non servirono a nulla. In poco tempo Zayn si trovò davanti a me, faccia a faccia. Mise le mani ai lati della mia testa, impedendomi ogni tentativo di fuga.
Mi sentivo in trappola.
Avvicinò ancora di più il suo viso, così tanto che i nostri nasi si sfioravano leggermente.
Il suo sguardo vagava dai miei occhi alle mie labbra, e ci misi poco ad intuire cosa sarebbe successo da lì a poco.
Potevo ammirare ogni particolare del suo viso, dagli occhi color cioccolato contornati da folte ciglia, alla bocca carnosa, a quell’accenno di barbetta che lo rendeva più bello e misterioso di quanto non fosse già. Il mio presentimento non era per niente sbagliato, al contrario.
Fece toccare le nostre bocche, e istintivamente chiusi gli occhi. Sperai in un qualcosa di più approfondito, ma il nostro contatto finì lì, in un semplice e banalissimo bacio a stampo. «Il tuo corpo dice il contrario… guardati, chiudi gli occhi per un bacio a stampo piccola Amber?» pezzo di mm..Malik.  Si staccò da me, e tornò a fissarmi con quel sorriso beffardo stampato in faccia.
«B-beh, allora? Dovevamo parlare di questo? Altrimenti puoi anche andartene. Anzi guarda, credo che la tua permanenza qui sia stata prolungata e non di poco.» quasi urlai.
«Troppo tempo?» sorrise, «Pensa un po’, dovrò stare qui proprio una settimana. Credi che io sia stupido, Amber? I tuoi genitori mi hanno detto di tenerti sotto controllo, e questo è il metodo migliore.» si allontanò, sedendosi di nuovo sul divanetto.
Dio, io con questo non ci dormo.
Primo: è un pervertito, secondo: i miei ormoni che andranno a farsi benedire non li consideriamo?
Mi ricomposi «Dove dormirai? Insomma... in quale letto?»
«Nella camera dei tuoi genitori, ma se vuoi qualche volta posso farti compagnia.» ammiccò.
«Mmh, proposta allettante ma passo.» provai ad alzarmi, ma Zayn scosse la testa.
«Aspetta, devo parlarti.» me n'ero dimenticata, ma che vuole?
Mi sedetti «Sentiamo.» incrociai le braccia sotto al seno, che fissò inebetito. Prontamente lo coprii, sbuffando rumorosamente e scatenando una risatina da parte del moro.
«La cosa è semplice: io non dico niente ai tuoi e tu fai i compiti che mi hanno assegnato per le vacanze.»
«Dire cosa?» mi lasciai scappare una risatina isterica, proprio non capivo.
«Quello che ha fatto ieri la piccola Amber...»

Amber, sei fottuta.

Sgranai gli occhi «Non è possibile, stronzo!» balzai via dal divanetto, e mi scagliai contro Zayn che cadde a terra apparentemente illeso, dato che rise.
Mi trovai a cavalcioni su di lui e cercai di ‘picchiarlo’, con risultati ridicoli dal momento che senza fatica afferrò i miei polsi, ribaltando completamente la situazione: io sotto, impotente, lui sopra con in mano il totale controllo.
Cercai di liberarmi, ma la sua presa era fin troppo forte e mi stavo solo facendo più male.
Zayn si avvicinò per la seconda volta nell'arco di 20 minuti al mio viso, puntando il collo con lo sguardo.
A un centimetro da esso, mi sussurrò nell'orecchio. «O i compiti o il succhiotto, scegli pure. Ma sappi che se preferisci la seconda opzione, non ci metterò né uno né due a scattargli una foto e inviarla ai tuoi genitori. Chissà cosa direbbero, eh?»
Brividi si espandevano su tutto il mio corpo, da una parte non volevo eseguire i suoi ‘ordini’, ma dall'altra avrei dovuto subire i miei genitori, con le loro mille domande.
Intanto Zayn continuava ad avvicinare le labbra al mio collo, baciandolo di tanto in tanto.
«Che scegli? Tic toc, il tempo sta per scadere.» sussurrò a un centimetro dalla mia pelle. Non risposi. Iniziò a succhiare appena la mia carne, poi lo fece con più avidità.
«I COMPITI ZAYN. Scelgo i compiti!» si staccò soddisfatto, sorridendomi meschinamente.
Mi tirai sù, con il respiro ancora irregolare e il battito cardiaco leggermente aumentato.
Gli rivolsi uno sguardo disprezzante, prima di scappare in camera e chiudermi dentro.

Non mi piace quel bastardo, è solo attrazione fisica. Ne sono sicura.

Y
ay!

UCCIDETEMI, SQUARTATEMI, DECAPITATEMI,
ma prima lasciate una recensione muahahah ♥
In questo periodo di assenza, ho pensato che è il momento di dirvelo... sono incinta  (?)
Le mie fans -sempre che ci sia qualche buon'anima che mi supporta, ma dubito- si chiameranno...*rullo di tamburi*


ANGELYCS che deriva dal mio cognome, lol. 

Eeh niente, avete saputo di Perrie & Zayn? asdfgh *^*

Mi scuso per il mio solito ritardo e.e tzè.
Per qualsiasi cosa mi trovate su twitter (@Fefericalove) o nei messaggi privati,
vi adoro C:

xxFede

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Capitolo 8
*** Una possibile amicizia ***


 

Il sole penetrò dalle finestre, risvegliandomi da quel sonno in cui ero crollata ieri notte, poco dopo le 10.
Quando deciderò a chiudere le persiane prima di andare a dormire?
Mi stavo per alzare quando urtai qualcosa, o meglio, qualcuno… diamine. ZAYN!
Era lì, praticamente abbracciato al mio cuscino, che russava beatamente con la bocca spalancata. Amore, chiudi che entrano le mosche.
Lo scostai ‘delicatamente’ (che nella mia lingua equivale quasi a buttarlo giù dal letto), e mi sbrigai a prendere un paio di vestiti e uscire dalla stanza. Mi vestii nel tratto di strada tra la camera e la cucina, presi una merendina e scappai fuori.
Strano a dirlo, ma avevo una specie di appuntamento con Styles. Eh già, dovevamo parlare della festa di stasera, quella in cui avrei dovuto… insomma… far finta di essere la sua ragazza, ecco. Ma poi, chi me l’ha fatto fare.
Appena arrivata al parco vicino, cercai una panchina e aspettai. Maschi, sempre in ritardo! E poi dicono di noi femmine.
Dopo dieci minuti buoni vidi una comparire una chioma castana, indossava una canotta bianca (quasi trasparente, ovviamente per lasciar intravedere i suoi bellissimi muscoli e tatuaggi), un paio di jeans che gli arrivavano al ginocchio e le Vans. Camminava con passo sicuro.
«Mi raccomando, fai con calma eh.», dissi.
«Hey, ma come siamo permalose… ho ritardato solo di dieci minuti, tesoro.», rispose spavaldo come al solito, regalandomi uno di quei sorrisi perfetti. Questa sera i miei ormoni sarebbero impazziti, ne ero sicura.
«Oh ehm, okay. Non chiamarmi tesoro.», ribattei. Va bene, ero un po’ impacciata, lo ammetto.
«Dovrai abituartici, almeno per questa sera.», alluse alla meeeravigliosa serata che ci aspettava.
«Allora, dimmi un po’. Come si chiamano questi amici? Cosa devo fare? E soprattutto, perché!?»
«Piano, dolcezza. Sono i miei zii: Julie e Drew. Devi semplicemente fingere di essere la mia ragazza, loro credono che io sia un tipo con la testa apposto blabla, ma dal momento che hanno sentito voci sul fatto che sbatto una ragazza al giorno, devo farli ricredere. Perché? Oh andiamo, il perché lo sai.», decretò.
«Zayn sa già tutto, comunque. Ma penso proprio che ti farò questo favore, così sarai in debito con me.», sfoggiai uno dei miei sorrisi migliori.
«Grazie A, sei un’amica!», concluse Harry abbracciandomi.
Che ruffiano! E questo soprannome, A, da dove scappa fuori?
«Non ti abituare a tutto questo affetto, se lo faccio è solo per interesse personale! Ora vado, ciao ciao Harry.», feci per andarmene, quando il riccio mi fermò. «Sei un po’ sbadata, sai?», rise.
«Cos’ho fatto ora?»
«Che volevi fare questa sera, senza sapere nemmeno dove andare e a che ora?», mi fissò con una certa ilarità nello sguardo.
«Ti avrei chiamato!», mi affrettai a dire, cercando di rimediare.
«Alle 21.00 ti passo a prendere, si va al White’s. Ciao dolcezza!» e detto ciò lasciò la presa sul mio polso, ma non prima di avermi attirato a sé con il suo modo da Don Giovanni e avermi lasciato un bacio sulla guancia. Tornai a casa un po’ scossa, complimentandomi durante il cammino. Sono riuscita ad essere idiota anche con Harry Styles.
Appena aperta la porta trovai uno splendido Zayn in mutande mentre faceva colazione.
«Ma che schifo, copriti maniaco!», urlai mettendomi le mani sopra gli occhi per non vedere. Anche se un po’ mi dispiac- no aspetta, che sto dicendo?!
«Oi, chi è arrivata! Dai piccola, non ci credo proprio che ti faccio così schifo in mutande. Non mi vergogno mica, guarda pure.», continuò indisturbato a mangiare latte e cereali. In mutande.
«Non sei tu il problema! Mi vergogno io!», no aspetta. Aspetta, aspetta. Che ho detto?
Prima che potesse rispondere, per evitare di dire altre cavolate e mettermi in situazioni tipo… questa, scappai in camera.
Accesi il computer e pensai di chattare con Liam, sempre se era online. Non feci nemmeno in tempo ad aprire Facebook che la porta si spalancò, e seguì un mio urlo per lo spavento. Sapevo che era Zayn, quindi prima di girarmi mi accertai di una cosa.
«Ti sei vestito almeno?», sospirai esasperata.
Di tutta risposta si buttò sul letto, proprio accanto a me, facendomi sussultare. I nostri gomiti si toccavano.
«Guarda pure se non credi.», propose.
Era allettante l’idea di fargli una radiografia con gli occhi, ma penso che per oggi mi ero ridicolizzata abbastanza.
«Ehm, sì sì ti credo, tranquillo...», risposi un po’ imbarazzata. In questo momento, per quanto scottava la mia faccia, penso che ci si sarebbe potuto cuocere un uovo sodo senza problemi.
«Cosa stavi facendo?» indagò, ma nella sua voce non c’era né malizia né quella sua solita strafottenza.
«Niente, pensavo di vedere un film.», inventai lì su due piedi.
«Bene.», sorrise. Bene cosa?
«Beh, ora che sai che sto bene, non sto combinando danni ecc ecc..»
«Posso rimanere?», posò il suo sguardo dal pc a me in un secondo. Il problema è che non era uno sguardo di quelli soliti, questo era proprio intenso…
«Oh, c-certo.», balbettai imbarazzata. «Però prima andiamo a farci un panino, ti va? Insomma, così possiamo mangiarlo mentre guardiamo il film.», proposi guardandomi le mani. Sono davvero interessanti, non le avevo mai osservate sotto questo punto di vista… sto delirando.
«Ci sto, bella idea Ambra.», ammiccò.
Mi avesse chiamato così un attimo prima, lo avrei ucciso. Ma adesso sto bene con lui, quasi fossimo amici da una vita.
Che duri questa cosa?

Non mi uccidete. Cioè, dovreste, ma non fatelo.

Non vi rendete conto quanto sono stata impegnata, sono terribilmente dispiaciuta.
Avevo perso la voglia, lo ammetto, ma finalmente oggi dopo... quanti mesi? 3, 4? Sono riuscita a scrivere.
Non sono sicura che questo sia un bel capitolo, ma nel prossimo spero di rifarmi.

GRAZIE A TUTTE QUELLE CHE NON HANNO TOLTO LA FF DALLE PREFERITE E CHE CONTINUERANNO A SEGUIRMI.


Un bacio, Federica <3

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