Una Rosa Blu

di Ciccia5
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** in vacanza ***
Capitolo 2: *** cominciamo bene.... ***



Capitolo 1
*** in vacanza ***


Non posso sopportarlo: perché questo posto?

Avevo bisogno di una vacanza rilassante sotto il sole cocente per abbronzarmi, non uno stupido luogo sperso nei boschi dove il cielo è coperto di nuvole.

-Tranquilla piccolina, saranno solo due mesi. Passeranno in fretta. Sai che non potevo dire di no alla nonna-. Interviene mio padre, come a leggermi nella mente.

La nonna è seduta al mio fianco mentre papà è difronte a me.

Lei se la dorme beatamente mentre il mio nervoso comincia pian piano a salire sempre di più.

È ingiusto!

Cosa avrei raccontato a Rachel e Juliet?

“eh ragazze quest'estate sono andata a sperdermi per i boschi e a fare amicizia con gli scoiattoli”.

Mi avrebbero sicuramente riso dietro.

Specialmente perché loro sono andate insieme ai Caraibi e non mi hanno invitata.

Juliet se n'era uscita con la scusa che non aveva altri posti letto liberi nella sua casa laggiù. Bugiarda!

Sospiro e guardo fuori dal finestrino della nostra piccola limousine.

Alberi, alberi, alberi.

Un centro commerciale neanche per sogno, eh?!?

Papà pensa possa essere una bella vacanza, ma io ho tanti dubbi.

A poco a poco la stanchezza si fa sentire e così chiudo gli occhi. Solo nero, nessun sogno.

 

 

Dopo qualche ora vengo svegliata da un bacio sulla guancia di mio padre.

Apro gli occhi abbagliata dalla luce.

Scendo dall'auto e mi guardo attorno: una villa gigantesca e antica si innalza difronte a me e tutt'intorno una distesa di prati ben curati.

Sulla destra infondo alla collinetta sulla quale si trova la casa c'è una casetta in pietra molto più piccola.

Si sente lo scroscio di una cascata in lontananza.

I boschi circondano i prati ben curati marcandone il confine.

Mi dirigo verso la porta d'ingresso quando mi si para davanti un grezzo ragazzo vestito con una camicia a quadri passata alquanto di moda, jeans larghi ed un cappello di paglia in testa.

Lo squadro dalla testa ai piedi: che orrore!

La sua barba ha più di tre giorni ed i vestiti più di 13 anni!

Le uniche cose passabili sono il suo fisico alto, abbronzato e muscoloso, i suoi occhi verdi scuro ed i suoi capelli lisci e sicuramente non pettinati.

-potrei sapere chi siete?- mi domanda.

Cento punti alla voce! Roca e sexy!

Rimango un attimo imbambolata e proprio in quell'attimo ecco che la voce di mia nonna si fa sentire.

-Joe smettila di blaterare con mia nipote e porta i bagagli in casa!- urla al ragazzo difronte a me.

-Signora Synai, allora era vera la notizia!- esclama gioioso il tipo difronte a me portando l'attenzione su mia nonna e correndole incontro.

-Vieni qua bulletto!- esclama la nonnetta abbracciandolo.

Questa cosa non è per niente da lei.

Insomma lei è acida con tutti, persino con me.

Non accetto che quel ragazzo sia trattato meglio di me da lei!

Me ne corro verso la porta senza badare più a nessuno.

Entro ed un profumo di torta di ciliege mi invade le narici.

Pavimento in legno pregiato senza un minimo graffio e appena lucidato. Alle pareti quadri di paesaggi e difronte a me una scala molto ampia che porta al secondo piano.

Gli scalini sono ricoperti da un tappeto nero.

La ringhiera ai lati è sempre in legno e termina con un fiore di loto ciascuna.

Il piano di sopra si divide in quattro corridoi: due a destra e due a sinistra.

Un corridoio di quelli a sinistra è completamente oscurato.

Difronte a me si trova un'ampia vetrata che da su un enormeterrazzo in cotto.

L'altro corridoio sulla sinistra è illuminato dalla luce pomeridiana.

Ogni corridoio ha quattro stanze ciascuna.

Dopo un piccolo tour, scopro che nell'unico corridoio non illuminato si trovano: il cinema, la stanza del poker, uno studio pieno di carte geografiche ed una stanza chiusa a chiave.

Salgo poi l'ultima rampa di scale e mi trovo subito difronte ad una porta molto alta e pitturata con una collina, un albero che funge da soggetto dell'opera e un cielo blu scuro arricchito di stelle cadenti.

Provo ad aprire la porta, ma anche questa è chiusa.

Così torno al pian terreno.

Scese le scale mi dirigo a sinistra, dove si trova l'ampio salotto, uno studio, due bagni ed una sala per l'idromassaggio.

Invece sulla destra c'è la cucina e le stanze delle cameriere.

Beh, non è un granché ma è comoda e abbastanza carina.

Joe entra in quel momento con due valige nella mano destra e mia nonna a braccetto a sinistra.

-Allora Helène, ti presento Joe, il nostro giardiniere-.

Io non mi azzardo a dargli la mano ma gli lancio uno sguardo di sfida.

Come può permettersi di dare tanta confidenza a mia nonna.

-Beh Joe, perché non mostri la camera ad Helène?- e questa non vuole di certo essere una domanda.

-Certo signora Synai- detto ciò mi fa segno di seguirlo.

Risalgo la rampa di scale e svoltiamo a destra.

Il ragazzo si ferma difronte alla terza porta e la apre con una chiave un po' arrugginita.

Finalmente dopo alcuni secondi entriamo e lui mi posa la valigia accanto al letto da una piazza e mezzo.

Difronte al letto la stanza forma un ferro di cavallo molto amplio, che le vetrate percorrono, in modo da illuminare pienamente la stanza.

Una cabina armadio amplia si trova alla destra del letto ed un bagno privato alla sinistra.

-Grazie- gli dico con fare scontroso.

Di certo non si merita la mia benevolenza.

-Pensavo fossi più carina di carattere. Comunque prego- ribatte lui.

Mi giro indignata spalancando gli occhi.

-Ma come ti permetti!- gli urlo.

Tanto che mio padre e mia nonna si affacciano alla porta di camera.

-Ti farò licenziare caro sbruffone!- gli rido in faccia.

Nessuno mi si può mettere contro.

-Helène calmati!- ordina mia nonna con il suo fare da regina.

Odio il fatto che con me sia gelida e con lui tutta una risata.

È assolutamente odiosa.

-Andatevene tutti fuori- dico cercando di mantenere la calma.

Obbediscono al mio comando.

Mi butto sul letto e abbraccio il cuscino: peggio di così non poteva proprio andare!

 

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Capitolo 2
*** cominciamo bene.... ***


La prima notte che passo qui e c'è già un furioso temporale.

Dalle vetrate si vedono i fulmini toccare le punte degli alberi ed il terreno.

Sono un po' spaventata, inoltre c'è troppo chiasso per le mie orecchie, ma i fulmini mi attirano un sacco.

Mi sono sempre vista come loro: elettrizzante, che incuto timore, luminosa.

Insomma mi vedo fiera di essere un fulmine, una che sa esattamente dove andare a colpire.

Mi alzo dal letto e mi avvicino ai vetri mettendovi una mano sopra. Sono gelati!

Ogni tanto qualche fulmine molto vicino alla casa rischiara il terreno sottostante.

Ad un certo punto vedo una figura che riconosco subito: Joe.

È lì fuori in mezzo alla tempesta che rincorre una capra spaventata.

Confesso di essere un po' preoccupata per lui. Ma se lo merita.

Impara a rispondere in quel modo a delle persone di rango superiore.

Mi giro e torno nel mio letto sistemandomi bene tra le coperte.

Dopo poco tempo mi addormento ed ecco che difronte ai miei occhi, nell'oscurità si forma una chiazza bluastra.

È una sostanza simile al sangue, ma di diverso colore. Alzo lo sguardo e vedo che una gigantesca rosa blu sopra di me sta perdendo grandi gocce di colore blu che finiscono per terra.

Alzo nuovamente lo sguardo: una goccia sta per cadermi addosso, ma qualcuno mi salva, qualcuno mi spinge via e scappa.

-Aspetta, come ti chiami?- urlo, ma un suono assordante penetra dal buio.

Apro gli occhi. Fuori il cielo è ancora grigio e il freddo esterno si sente anche nella stanza.

Spengo la sveglia: sono già le nove.

Mi metto la vestaglia verde acqua e mi specchio un attimo.

I miei capelli rossi e boccolosi mi ricadono sulle spalle in modo ordinato, le lentiggini sono poco visibili stamattina, forse a causa della totale mancanza di sole che non le colora.

La pelle semi-abbronzata è tonica e di questo devo ringraziare il mio personal trainer.

I miei occhi grigi vanno molto con il tempo oggi.

Insomma, nessuna imperfezione se non per un piccolo taglietto sul labbro: devo essermi morsa stanotte.

Istintivamente porto la mano alla bocca e ripenso al sogno. Sembrava così reale.

Bussano alla porta e mi risveglio dai miei pensieri.

-Signorina Synai la colazione è pronta e sua nonna la sta aspettando giù in sala pranzo- mi avverte la voce di una donna. Sbuffo e apro la porta.Non degno quella ragazza neanche di uno sguardo e corro di sotto.-Buongiorno principessina- mi deride una voce che avevo classificato come sexy, ma che era già diventata irritante.

-Non rompere- ribatto.

-Uh vedo che ti sei alzata con il piede sbagliato stamattina- ribatte sempre con quel tremendo ghigno appiccicato alla faccia.

-Chi ti ha dato il permesso di darmi del tu? Sei solo un misero giardiniere- lo fisso negli occhi con aria di sfida.

-Scommetto che non dureresti un giorno a fare il mio lavoro- risponde lui, pronto a lanciare la sfida.

Io di certo non sono la tipa da tirarmi indietro.

-Lo saprei fare mille volte meglio di te- ribatto.

-Ti aspetto tra un'ora nella stalla. Ricordati che non vai a fare shopping dunque non metterti roba troppo elegante-.

Detto questo mi dà le spalle e se ne esce in giardino.

Si sente il rimbombo di un tuono: questo tempo mi dà alla testa!

Dopo una proporzionata colazione fatta di pane e nutella e del buon thè caldo salgo in camera per prepararmi.

Vedo che il letto è già stato rifatto ed i vestiti sono stati ordinati in ordine cromatico nella cabina armadio, assieme alle scarpe.

-Cavolo, ma non ho niente da mettermi per lavorare in una stalla! Odio questo posto-.

Mi affaccio con la testa sul corridoio e vedo una cameriera abbastanza giovane di circa venticinque anni. La chiamo e lei subito arriva.

-Ho bisogno che mi presti degli abiti per lavorare nella stalla- le sussurro all'orecchio.

Inizialmente fa una faccia sconcertata e mi guarda sbalordita.

-è un'ordine- le dico affinché mi obbedisca.

Fa un cenno di assenso con il capo e mi dice di seguirla.

Scendiamo al pian terrenno e ci dirigiamo verso le stanze delle cameriere.

Anche queste sono molto ampie, ma vi sono come minimo due letti all'interno.

Io odierei moltissimo condividere la mia stanza.

-Ecco qua signorina, spero le vadano bene- e mi sorride.

Io guardo i vestiti e strizzo un po' il naso: proprio orrendi.

Rachel, Juliet: vi odio per avermi abbandonata quaggiù!

Torno in camera ed indosso dei pantaloni felpati di colore grigio che facevano molto effetto topo. Sopra mi spruzzo deodorante e profumo e poi indosso una maglia stra larga con un lupo orribile raffigurato sopra.

Infine una felpa nera della Analog.

Purtroppo le scarpe non vanno bene.

Prendo le mie nike nere: cosa si fa per una sfida!

Lego i capelli in una coda di cavallo e mi lavo la faccia ed i denti.

Alla fine sono pronta per uscire.

Appena metto piede fuori, inizia a piovere: esiste davvero l'estate in questo posto abbandonato dal sole?!?

Mi avvio verso la stalla che si trova infondo al colle dietro la casa.

-Questa gliela faccio pagare!- dico tra me e me mentre il mascara mi cola dagli occhi a causa di questa pioggia.

Entro in quella struttura piena di mosche e cacca di ogni animale presente: questo odore di prima mattina già mi fa girare la testa.

-Ben arrivata. Dimmi, hai già voglia di andartene?- ghigna.

-Stupido- rispondo- dimmi quello che devo fare-.

-Beh vedi quei cavalli dentro i vari box? Beh hanno bisogno che le loro casette siano ripulite dai loro escrementi. Buona fortuna- dice mettendomi una grossa pala fra le mani.

Non ho bisogno di vedermi allo specchio per sapere che la mia faccia ha assunto un' espressione disgustata.

Mi dirigo verso il primo box: fantastico, si parte già male!

-Fuori dal box ti ho messo una cariola in cui mettere gli escrementi- mi urla dall'esterno Joe.

Scommetto che la sfida me l'ha lanciata perché sapeva che avrei accettato: deve essere un gran scansa fatiche, così mi ha sfidata per poi farmi fare tutto il lavoro a me! Odioso!

Dopo tante lacrime e tanto sudore finisco di pulire i sei box e me ne esco fuori.

Mi guardo per qualche secondo intorno, senza notare nessuna traccia del giardiniere e tiro fuori una sigaretta dalla tasca.

Mi nascondo dietro a delle balle di fieno ed inizio a fumare, rilassandomi un po'.

-Ah beh, cosa dovrei dire ora a tua nonna o a tuo padre?- mi sorprende una voce sopra di me.

-Oh cazzo- bisbiglio- tu prova a dire qualcosa e non vedrai più questo posto per molto, moltissimo tempo!- gli dico furiosa con la sigaretta stratta tra l'indice ed il medio.

-Ah beh voglio proprio vedere!- dice lui, saltando giù da una balla di fieno e dirigendosi verso la villa con la sua camminata da playboy.

-Aspetta- urlo. Lui si ferma e si gira.

-Dunque?- domanda.

-Ti prego non lo fare, dimmi cosa vuoi da me ed io lo farò- risposi semplicemente premendo il mio sguardo contro il suo.

-Ti aspetto qui oggi pomeriggio per le tre. Non tardare, ora puoi andare-.

Dopo avermi detto ciò se ne va verso il boschetto e scompare dietro gli alberi.

Proprio lui doveva beccarmi?!?

Questa non sarà di certo una bella giornata.






Beh, spero che i primi due capitoli li abbiate trovati interessanti.
Mi è venuta in mente questa storia durante l'ora di matematica a scuola dunque ho provato a buttare giù una bozza e devo dire che mi è piaciuta, dunque ho iniziato a scrivere questa storia.
Spero tanto che vi piaccia. A poco a poco imparerete a conoscere meglio i personaggi e le loro storie.
Ciccia5 :D

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