Una moglie per papà

di kianeko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In due ***
Capitolo 2: *** L'idea ***
Capitolo 3: *** Il profumo dei ricordi ***
Capitolo 4: *** Un'altra idea ***
Capitolo 5: *** La cena ***
Capitolo 6: *** Di nuovo ***
Capitolo 7: *** La telefonata ***
Capitolo 8: *** Color dell'acqua ***
Capitolo 9: *** L'inizio ***
Capitolo 10: *** Incontro ***
Capitolo 11: *** Capire ***



Capitolo 1
*** In due ***


In una scuola media
- Professoressa Sender, queste sono le nuove alunne! – dice il preside.
- Alena e Anja!-
Una donna con lunghi capelli neri e lisci, occhi dello stesso colore, carnagione chiara, non molto alta, con un tailleur viola chiaro, sta lì davanti alle due ragazzine: 13 anni, gemelle, capelli castani leggermente mossi una sulle spalle e l’altra tagliati a caschetto, occhi verdi tendenti al marrone, carnagione chiarissima, una con un vestito azzurrino e l’altra con un paio di jeans e una maglietta arancio.
- Prego, venite con me! -
Le ragazze seguirono la donna in silenzio.
- Vostro padre è sempre stato un tipo un po’ particolare e a quanto pare anche voi avete un po’ di quella particolarità! -
Le ragazze si guardarono stupite.
- Lei conosce nostro padre? -
- Sì, l’ho conosciuto molto tempo fa! Piuttosto, ditemi chi di voi è Alena e chi Anja? -
- Io sono Alena e lei è Anja - dice quella con indosso il vestito.
- Mi presento io sono Yumi Sender la professoressa di letteratura, e sono giapponese! -
- Giapponese?!? – fanno le ragazzine in coro.


A casa delle ragazze
- Allora ragazze, com’è andato il primo giorno? – chiede l’uomo seduto sul divano.
Alto, capelli e occhi neri e di corporatura robusta.
- Bene papà! – risponde Alena sedendosi accanto a lui.
- Abbiamo conosciuto una professoressa giapponese! – dice Anja imitando la sorella.
- Non pensavo ci fossero insegnanti giapponesi in quella scuola! -
- Pare che ti conosca! – dice vaga Anja.
- Davvero? Chi è? -
- Si chiama Yumi Sender! – risponde Alena.
- Yumi Sender, mai sentita! Sono proprio curioso di sapere chi è? – dice l’uomo abbracciando le figlie.


L’indomani
- Professoressa Sender! – dice una voce maschile alle spalle della donna.
- Sì? – risponde.
- Salve sono il padre di… -
- Senpai! – esordì la donna interrompendo l’uomo.
- Prego? – fece l’uomo sorpreso.
- Non ti ricordi di me? – chiede la donna in perfetto giapponese.
- No, mi dispiace! – risponde l’uomo.
- Allora ti do un aiuto: ho una sorella gemella che tu odi tanto! -
- Una gemella che odio tanto? -
All’improvviso si ricordò di ciò che gli avevano detto le figlie.
- Ma certo! Tu sei Yumi-chan! -
- Bravo! Vedo che ti è tornata la memoria! -
- Sono felice di rivederti! Sei così cambiata che non ti ho riconosciuto! -
- Tu invece sei sempre lo stesso! -
- Che ne dice professoressa se le offro un caffè? – chiede l’uomo divertito.
- Molto volentieri signor Wakabayashi! -


Più tardi
- Papà che stai facendo? – chiede Anja al padre.
- Sto guardando delle vecchie foto! – risponde aprendo un grosso album che aveva fra le mani.
- Quello sei tu nella casa che i nonni hanno a Nankatsu! -
- Sì, Alena! Adesso vi faccio vedere una cosa che non immaginereste mai! – dice sfogliando l’album.
Le ragazzine si guardarono curiose.
- Eccola! Ero sicuro che c’era! -
In una foto c’erano ritratte due ragazzine sorridenti.
- Sono due gemelle, come noi! – dice Alena.
- Sì, ma sono particolari sono le gemelle Hirokawa! -
- Non le conosciamo! – fece Anja.
- Guardatele meglio e ditemi a chi somigliano! -
Avranno avuto su per giù 12-13 anni, capelli neri una raccolti in due trecce e l’altra raccolti in una coda da cavallo, carnagione chiara, occhi neri, quella con le trecce indossava una gonna bianca, mentre l’altra indossava un paio di pantaloncini corti, entrambe indossavano una maglietta a maniche corte bianca con stampato un grosso fiore sopra.
- Avete capito? – chiede il padre alle due ragazzine.
Loro scossero la testa.
- Sono Hirokawa Yumi e Hirokawa Yuki, cioè la professoressa Sender e sua sorella! -
- Cosa?!? – dissero in coro Anja e Alena.
- Sono le nipoti del signor Mikami! Quando eravamo piccoli passavamo molto tempo insieme anche se Yuki era il mio tormento! -
- Perché? - chiede Anja.
- Yumi-chan, la vostra professoressa, è sempre stata un tipo piuttosto tranquillo e posato, mentre sua sorella era davvero pestifera non facevamo altro che litigare! In compenso in cucina era davvero fantastica, cosa che non si poteva dire di sua sorella! -
- Che fine ha fatto? – chiede Alena.
- Appena finito il liceo Yumi si iscrisse alla facoltà di Letteratura Europea all’Università di Tokio e poi si trasferì in Inghilterra dove conobbe suo marito, mentre Yuki un giorno uscì di casa e non tornò più! -
- Come? -
- Oggi sono andato dalla vostra insegnante e abbiamo parlato dei vecchi tempi, mi ha detto che quando Yuki andò via si trasferì in Italia a studiare cucina e che adesso ha aperto un ristorante giapponese. A quanto pare però è rimasta sempre un po’ matta: il giorno del suo matrimonio è entrata in chiesa in jeans e t-shirt, trascinando per i capelli una ragazza, che poi si è scoperto essere l’amante del fidanzato! -
- Che tipo! – dice Anja.
- Sembra la scena di un film! – fece eco Alena.
- Già, ma Yuki è sempre stata un po’ così: ne combinava di tutti i colori! E’ stata la cosa più divertente della mia infanzia! – dice l’uomo ridendo.


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Capitolo 2
*** L'idea ***


Qualche giorno dopo
- Nostro padre ci ha raccontato di lei e sua sorella! – dice Anja decisa.
- Perché sua sorella era il tormento di nostro padre? – chiede Alena.
- Semplice perché era il suo esatto contrario! Genzo è sempre stato un tipo ombroso, chiuso, scontroso, senza troppi amici e alcune volte egoista ed egocentrico, mentre Yuki è solare, espansiva, allegra, piena d’amici e di voglia di fare! Vostro padre sapeva che mia sorella lo prendeva in giro per tirargli su il morale e per farlo ridere, ma lui non ci stava a perdere anche se alla fine era solo un gioco! -
- Lo sappiamo bene! – dice Anja.
- Ma se papà lo sapeva perché… - chiede Alena.
- Perché Genzo e Yuki sono orgogliosi e perché farebbero di tutto pur di non darla vinta all’altro! Io ho sempre pensato che quei due un giorno si sarebbero innamorati l’uno dell’altra, ma a quanto pare non è destino! -
Le due ragazze si scambiarono un occhiata complice.
- Dov’è ora sua sorella? – chiesero in coro.


Quella domenica
- Papà non fare quella faccia! – lo rimproverò Alena.
- Avevi promesso, perciò non fare il bambino! – insisté Anja.
- Avevo promesso e infatti siamo al luna park! -
- Andiamo sulle montagne russe? – chiede Anja.
- Non ho più l’età per certe cose! -
- Puoi dirlo forte, Wakabayashi! – dice all’improvviso una voce femminile alle spalle dei tre.
- Professoressa Sender! – esclamarono le ragazze.
- Non è la professoressa Sender, ma sua sorella! – dice Genzo abbastanza sorpreso.
Capelli neri e lisci che le sfioravano le spalle, occhi dello stesso colore, carnagione chiara, non molto alta, indossava una gonna nera che le cadeva morbida sui fianchi fino appena sopra il ginocchio, un twin set rosso che si vedeva dallo spolverino nero aperto ed hai piedi un paio di stivali neri con il tacco.
- A quanto pare ti ricordi ancora di me! -
- Come potrei scordarti Hirokawa, sei stata il mio tormento per anni! -
- Pensavo che il tuo tormento si chiamasse Hyuga! -
- Ti piacerebbe, peccato che non sia così! -
All’improvviso da dietro arrivò la risata della professoressa Sender accompagnata da un uomo che teneva in braccio un bambino piccolo.
- Se parlate in giapponese vi capisco solo io! Sentite voi continuate pure a battibeccare, mentre noi cinque andiamo a fare un giro sulle montagne russe, che ne dite ragazze? -
- Sì! – esclamarono in coro.
- Allora è deciso! Voi rilassatevi pure, scommetto che avrete un sacco di cose di cui “discutere” dopo tanti anni! Forza andiamo! -
- Come andiamo? Chi salirà sulle montagne russe? – chiede il signor Sender con un’espressione spaventata.
- Come chi? Naturalmente tu, tesoro! – risponde la donna.
- Povero Roger, soffre di vertigini! – dice ridendo la donna rimasta con Genzo.
- Mi hai davvero stupito Hirokawa, non pensavo di rivederti! -
- La cosa è reciproca! Se devo dire la verità mi ha stupito di più il fatto che tu ti sia sposato! -
- Sposato e divorziato! – dice con amarezza.
- Vuol dire che ti sei liberato di una rompiscatole! -
- Non ti smentisci mai, vero? Tu piuttosto che combini? Prima sparisci per chissà dove, poi molli un marito all’altare! -
- Dovresti saperlo che sono tutta matta! -
- Che ne dici di andare al bar? -
- Buona idea! Una volta tanto hai fatto funzionare il cervello, Wakabayashi! -
- Sempre gentile! -



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Capitolo 3
*** Il profumo dei ricordi ***


Poco dopo al bar
- Sei cambiata, sei diventata più femminile! Stai molto bene! – dice Genzo.
- Grazie, anche tu sei cambiato ora hai un’espressione più serena! – risponse sorridendo.
- Mi piacerebbe sapere perché sparisti in quel modo! -
- Io e mio padre litigammo di brutto perché volevo andare a tutti i costi a quella scuola e lui non voleva mandarmi così feci i bagagli e partii di nascosto! -
- Pover’uomo! I tuoi colpi di testa sono una cosa pericolosa! -
- Intendi quelli calcistici? -
L’uomo scosse la testa ridendo mentre nel frattempo arrivò un cameriere con due caffè.
- Come hai fatto a vivere da sola senza l’aiuto di nessuno? -
- Per mantenermi lavoravo come commessa in un negozio durante la settimana, mentre nei week-end cameriera in un pub! La tua carriera pare sia andata alla grande: alla fine sei diventato ciò che volevi! -
- Anche tu! Volevi aprire un ristorante e l’hai fatto! -
- Già, ma quanti sacrifici! -
All’improvviso calò il silenzio tra i due, qualcosa di impalpabile ma di un’intensità unica.
- Ricordi quell’inverno? Quello prima che tu sparissi? – esordì Genzo.
- Sì! Avevo da poco iniziato l’ultimo anno di liceo! -
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Erano da poco passate le 5 e fuori il tempo minacciava nevicate.
Nella grande villa si respirava un’atmosfera tipicamente natalizia, anche se momentaneamente era vuota.
Quando il ragazzo rientrò andò in salotto, fece per accendere la luce, ma all’improvviso si accorse di qualcosa d’avanti al camino acceso.
Istintivamente si avvicinò per vedere chi fosse e si accorse che era una ragazza e che stava piangendo.
- Hirokawa! - sussurrò.
Forse fu più di un semplice sussurro, perché la giovane si asciugò le lacrime e si voltò.
- Wakabayashi, sei tornato! Non pensavo fosse così tardi, scusa! -
Genzo scosse il capo e le si inginocchiò di fianco.
- Che hai? - chiese nella maniera più gentile che poteva.
- No, niente! - rispose tentando di nascondere la sua tristezza.
- Allora perché piangevi? -
- Non stavo piangendo, era il calore del fuoco! -
- Non prendermi in giro! - disse freddamente.
Genzo aveva saputo dal signor Mikami che Yuki aveva litigato con suo padre e non sapendo cosa fare l’aveva mandata in vacanza lontano da casa per farla distrarre.
- Stavi pensando a tuo padre? - chiese Genzo togliendosi il cappotto e appoggiandolo su di una poltrona.
Yuki annuì, spostando lo sguardo sulle fiamme del camino.
- So che si prova quando si litiga con i propri genitori! - fece il ragazzo, tornando a puntare gli occhi su quel viso che aveva visto soltanto ridere.
- Mi dispiace, non volevo intristirti! -
- Non preoccuparti! - disse sedendosi di fianco a lei.
- Non credi che il fuoco sia davvero bellissimo? - disse lei all’improvviso.
Il ragazzo si voltò verso il camino.
- A volte mi piacerebbe poterlo toccare! Mi sembra che il suo calore mi arrivi al cuore! -
- Sì, è vero! Sembra che ti entri dentro! - confermò Genzo.
Yuki si voltò verso il ragazzo stupita.
- A quanto pare sono riuscito a stupirti! -
- Non pensavo fossi cosi romantico, credevo di farti cambiare solo in peggio! -
- Infatti: soltanto Hyuga riesce a darmi sui nervi come te! - disse Genzo sorridendo.
- Spiritoso! - disse Yuki con una smorfia.
- Perché non facciamo quattro chiacchiere così magari mi dici perché sei qui! -
- Voglio andare in una scuola di cucina, ma mio padre non vuole! -
- Scommetto che vuole spedirti in qualche università a studiare lingue! -
- Già! Non è facile vivere con due professori! -
- Tua sorella? -
- Studierà letteratura europea all’università di Tokyo! A lei piacciono molto queste cose! -
- Ti capisco mio padre vuole che studi economia non che giochi a calcio! -
- Famiglie diverse, ma la storia è la stessa! – disse Yuki sospirando.
Tra i due scese il silenzio, interrotto solo dal crepitio del fuoco.
- Che strano questo è il primo discorso serio che facciamo senza litigare! - disse all’improvviso Genzo.
- E’ vero! Non succederà come nei film dell’orrore che tiri fuori un coltello e mi uccidi!! -
- Perché io? Potresti tirarlo fuori tu! -
- Non penso! Io mi siedo spesso vicino a te e faccio discorsi seri quello che poi da fuori di matto sei tu! -
- Hai ragione! -
- Mi hai appena dato ragione! Mi fai paura! - disse Yuki facendo una faccia terrorizzata.
- Smettila, Hirokawa! Potrei fare qualcosa di davvero pauroso! -
- Cosa? - chiese curiosa avvicinandosi di più al ragazzo.
- Falla finita, Yuki! -
- Wakabayashi, mi hai chiamata per nome! - gridò dallo stupore.
- Allora? In Europa i coetanei si chiamano per nome! -
- 1°) non siamo in Europa, ma in Giappone 2°) io sono più piccola di te 3°) non pensavo sapessi come mi chiamo! -
- Non che ci voglia molto tua sorella è Yumi-chan! -
- Appunto Yumi-chan e non Yumi! Non è che hai la febbre? -  chiese avvicinandosi per toccargli la fronte.
Genzo si spostò più indietro e Yuki che era sbilanciata in avanti gli cadde addosso.
- Hirokawa che combini? - chiese con fare malizioso.
- Tu ti sei spostato! - rispose imbarazzata.
- Sei davvero carina! - disse Genzo ridendo e scivolando lentamente per terra.
Yuki, ancora appoggiata, si ritrovo distesa sul corpo del ragazzo che non smetteva di ridere.
- Hirokawa dovresti vederti: sei di un colore indefinito tra il viola e il nero! -
- Come fai a vedere di che colore sono? C’è soltanto la luce del camino! - chiese arrabbiata.
- Perché mi sei sdraiata sopra! – rispose tentando di ricomporsi.
- Se è solo questo il problema me ne vado immediatamente! - disse rialzandosi.
Genzo si mise in ginocchio e all’improvviso la prese per un braccio trascinandola di nuovo verso di se.
- Dai scherzavo! Aspetta! -
- Lasciami! Non sto qui a farmi prendere in giro! – disse Yuki decisa.
- Sei sempre così ostinata! Tu da qui adesso non scappi! – disse Genzo serio.
- Si può sapere cosa vuoi da me? – fece lei tentando di divincolarsi.
- Sei così bella! – sussurrò il ragazzo avvicinandosi.
- Cosa? – chiese Yuki stupita mentre Genzo le sfiorava le labbra con le dita.
- Basta parlare! - disse poco prima di baciarla.
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Capitolo 4
*** Un'altra idea ***


In macchina
- Non sapevo conoscevate Genzo Wakabayashi! -
- Ci sono molte cosa che non conosci di noi mio caro Roger! - dice Yumi.
Il signor Sender fa cenno alla moglie di guardare dietro.
- Avete litigato? – chiede alla sorella assorta in chissà quali pensieri.
- No! -
- Perché quella faccia? -
- Perché è la mia faccia! -
- Non ti smentisci mai? -
Yuki finalmente si volta verso la sorella e le fa una linguaccia.


Casa Wakabayashi
- Secondo me quei due si piacciono! – dice Alena alla sorella prima di andare a dormire.
- Si, ma papà non ci dice niente! -
- Già! -
- E se chiedessimo aiuto a qualcun altro? – esordisce Anja con fare birichino.
- Penso di aver capito! -


Le due di notte a casa Sender
- Me lo dici che hai? – chiede Yumi alla sorella seduta sul divano.
- Tu non dovresti essere nel letto di tuo marito? -
- Tu non dovresti mangiare pop-corn, bere birra e vedere film a quest’ora! -
- Allora perché lo stai facendo anche tu? – chiede Yuki.
- Questa è casa mia! -
Yuki lancia un’occhiata alla sorella intenta a guardare lo schermo.
- Di che avete parlato? -
- Cose che non ti riguardano! -
- Come al solito! Quando imparerai ad essere più gentile? -
- Quando tu imparerai a farti gli affari tuoi! -
- E’ un uomo davvero bello non credi? -
- Uffa! Non ti sopporto più! Ho capito, parliamone! – dice Yuki stizzita spegnendo la tv.
- Cosa provi per lui? -
- Quello che provavo da ragazzina! -
- Lo hai rivisto dopo così tanto tempo, è possibile che tu non abbia provato nulla di diverso da allora? E poi cosa provavi da ragazzina? – chiede Yumi nervosa.
- Antipatia, rabbia e roba così! Oggi in più c’era sorpresa, neanche molta poi! -
- Smettila di prendermi in giro! Ricordi quella sera in piscina? -
- Si! -
- Ricordi che mi dissi entrando in acqua? -
- Vagamente! -
- Allora ti rinfresco un po’ la memoria: “Il problema di Wakabayashi è l’arroganza, senza di quella sarebbe un ragazzo davvero interessante! Non mi dispiace vederlo in costume, e devo ammettere che ha un gran bel fisico!”. Ti giuro che a quelle parole per poco non mi prende un colpo, ho pensato stessi male! Ho sempre saputo che tra le due la più pratica e sbrigativa eri tu, ma da qui a formulare un pensiero del genere su di lui ce ne voleva. E’ per questo che quando lo zio se ne andò a dormire io vi ho lasciati soli, volevo vedere come sarebbe andata a finire! -
- In poche parole ci hai spiati! -
- Si, più o meno! Comunque gli sviluppi sono stati davvero molto interessanti! -
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- A quanto pare siamo riamasti noi due! – fece Genzo.
- Già! Se la cosa ti da fastidio me ne vado! -
- Non preoccuparti, puoi restare! -
- Grazie! Sai, Wakabayashi, sei strano stasera! -
- Davvero? -
- Già! E’ da quando sei arrivato che non si sa che ti frulli in testa! Sembri sempre tra le nuvole, a parte quando ti alleni! -
- Hai ragione! E’ che non mi aspettavo certe cose! –
- Non per essere indiscreta, ma devono turbarti molto se non mi hai ancora preso in giro! – fece Yuki avvicinandosi al bordo della piscina.
- Molto di più di quanto immagini! – disse lui seguendola con lo sguardo.
Lei appoggiò i gomiti al bordo e iniziò a canticchiare. All’improvviso si girò e si ritrovarono a pochi centimetri.
- Stavo pensando, - disse riprendendosi dallo stupore di esserselo trovato di fronte - non c’entra mica una ragazza? -
- Forse, ma forse è il caldo! -
Yuki fece spallucce e si rimise a canticchiare, mentre Genzo si appoggiava con la schiena al bordo.
- Ti è mai capitato di fare dei pensieri poco innocenti su una persona che conosci da sempre? Magari un amico d’infanzia o un compagno di giochi? - disse girandosi a guardarla.
- L’unica specie di amico/compagno sei tu! -
- Allora mettiamola così, hai mai fatto dei pensieri su di me? -
- Domanda diretta e spiazzante! Non c’è quella di riserva? -
- Lo sai che questo tuo comportamento vale più di mille si! – disse sarcastico.
- Se tu mi dicessi che fai “quel” tipo di fantasie su di me, neanche io ci crederei! -
- Ma è così! – disse serio e deciso.
Yuki fu percorsa da un brivido improvviso, tra i due scese un silenzio carico di tensione.
All’improvviso lei usci e afferrando il suo asciugamano se ne andò.
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L’uomo seduto alla scrivania guardava il paesaggio notturno alle sue spalle, mentre la sua mente si perdeva nei ricordi.
Averla rivista lo aveva scosso.
- Perché riappari così dopo tanto tempo? – dice voltandosi.
I suoi occhi si posano su un album di foto, dove una Yuki giovanissima gli sorride sotto lo sguardo contrariato di se stesso ragazzo.


Il giorno dopo
- Professoressa! -
- Anja! Dov’è tua sorella? -
- A fare una telefonata! -
- Una telefonata? A chi? -

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Capitolo 5
*** La cena ***


Qualche giorno dopo casa Wakabayashi
- Pronto? -

- Che piacere sentirla! Come sta? -

- Si, mi farebbe molto piacere! -

- Si, so dov’è! A che ora? -

- D’accordo! Allora ci vediamo lì tra poco! -

- Arrivederci! – dice Genzo riattaccando il telefono.
- Chi era? – chiede Alena.
- Il signor Mikami, è qui e vuole vedermi! -
- Viene qui? – chide Anja.
- No, al ristorante! -
- Che bello! – dissero le ragazze in coro.
- Io ci andrò, voi due resterete qui! -
- Cattivo! – dice Anja.
- Perché? – fa eco Alena.
- Perché si! -


Al ristorante
- Genzo! Sono felice di rivederti! -
- Anch’io! -
- Sono qui di passaggio e volevo tanto vederti! -
- Poteva passare a casa, anche le bambine la volevano vedere! -
- Lo immagino, ma prima sono passato da Yumi e lì c’era Yuki così ho invitato anche lei per vedere entrambi! Spero non ti dispiaccia! -
- No perché dovrebbe? – dice Genzo con una faccia rassegnata.
- Perché, se non ricordo male, tra voi due non correva buon sangue! Oh, ma eccola! -
Un abito nero corto che risalta le sue forme, lo scollo quadrato che lascia intravedere il decolté, ai piedi un paio di scarpe nere con un tacco vertiginoso ed i capelli raccolti sulla nuca.
Il trucco marcato, ma non eccessivo, a sottolineare la profondità dello sguardo.
- Zio!… Che ci fa lui qui? – chiede con un tono tra il perplesso e lo stupito.
- Volevo vedere entrambi e questa mi è parsa una buona idea! – risponde l’uomo con un sorriso serafico.
- Ah! – risponde Yuki scettica.
- Su non fare quella faccia!!! È come per la cena del mio compleanno! Ve la ricordate? -
- Per forza con tutto quello che ho cucinato! – fa Yuki.
- Indimenticabile soprattutto il dolce! – dice Genzo

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- Però quanta roba! – fece Genzo entrando in cucina.
- Dici? Io non sono sicura che basterà! -
- Con tutto quello che hai cucinato? – chiese sedendosi di fronte al piano di lavoro della ragazza.
- Non guardare la quantità, ma all’appetito! Solo tu mangi per quattro! – rispose la ragazza.
- Spiritosa! -
- Hai fatto il nodo storto! Lascia lo aggiusto io! – disse Yumi avvicinandosi al ragazzo.
- Tu non vai a preparati? – chiese Genzo, mentre lei trafficava con la sua cravatta.
- Più tardi! Verrò solo per la torta, prima devo finire qui! -
- Capisco! -
- Ecco fatto! -
- Grazie! -
- Sorellina come sto? – chiese Yumi entrando in cucina.
Indossava un vestito verde scuro con lo scollo non molto profondo e corto sino al ginocchio.
I capelli erano raccolti sulla nuca e qua e là sfuggiva qualche ciuffo ribelle dall’acconciatura.
- Cavolo, Yumi-chan sei uno schianto! – disse Genzo stupito, mentre Yuki faceva il segno ok alla gemella.
- Anche tu stai benissimo, senpai! -
- Non dirglielo o si monta la testa! – fece Yuki con le spalle rivolte hai due.
- Non vedo l’ora di vedere te Hirokawa, così poi ne riparliamo! -
- Sarà bellissima! Ha un vestito stupendo! -
- Sorella, io quel “coso” non lo metto! -
- Perché? Ti sta benissimo! -
- Questa non me la voglio perdere! Tu con un vestito! – fece il ragazzo ridendo.
- Wakabayashi sei un somaro! – rispose Yuki voltandosi con fare minaccioso.
- Ragazzi muovetevi sta arrivando! – disse la signora Wakabayashi entrando in cucina.

A fine cena
- Mikami, tua nipote è davvero brava! – disse il signor Wakabayashi all’amico.
- Già, è eccezionale! Peccato che solo suo padre non se ne accorga! – rispose il signor Mikami.
- Ed ora l’ultima sorpresa! – disse Yumi sbucando dalla cucina – Yuki ha passato tutto il giorno in cucina per fare questo ultimo capolavoro! -
La signora Wakabayashi fece spegnere le luci da una cameriera e Yuki entrò con in mano una torta con sopra le candeline.
Le gemelle si avvicinarono all’uomo e gli misero davanti la torta.
- Dai zio, spegni le candeline! – dissero in coro le ragazze.
L’uomo fece un respiro e spense le piccole fiammelle.
La luce si riaccese e Genzo si ritrovo davanti Yuki con un vestito blu notte, con lo scollo piuttosto profondo e dal taglio asimettrico.
- Accidenti che roba! – disse il ragazzo guardandola.
- Genzo, che dici? – disse stupito il signor Wakabayashi.
- Volevo dire che splendida torta! – fece imbarazzato.

Genzo stava appoggiato allo stipite della portafinestra della sua camera.
Il suo sguardo era impegnato ad osservare due figurette in giardino che stavano ridendo.
All’improvviso le ragazze si voltarono e saltarono al collo di uno dei due uomini che stavano arrivando alle loro spalle.
Una delle due ragazze salutò e si diresse verso la casa, mentre l’altra era rimasta lì a chiacchierare allegramente.
Il ragazzo non riusciva a staccarvi gli occhi e quella voce squillante risuonava come una dolce melodia, nella sua testa.
Un rumore furtivo proveniente dal corridoio lo incuriosì e andò a sbirciare dalla porta: nell’oscurità vide una figura slanciata uscire dalla stanza del signor Mikami.
D’istinto la prese per le spalle e la sbatte contro il muro.
- Hirokawa! – disse stupito.
- Ahi, che botta! Wakabayashi ti ha dato di volta il cervello? – disse la ragazza passandosi una mano dietro la nuca a causa del colpo.
In quel momento si aprì la porta di una delle stanze che davano sul corridoio.
Genzo mise una mano sulla bocca della ragazza e la spinse contro il muro facendo aderire il proprio a quello di lei per non essere visto.
Per via del buio la persona non vide nulla, così tornò dentro.
Il ragazzo, che era voltato verso la porta, si girò e il suo viso si ritrovò a pochi centimetri da quello di lei.
La mano che Genzo le aveva messo sulla bocca scivolò lentamente lungo il fianco della ragazza, mentre i loro corpi percepivano distintamente la tensione l’uno dell’altra.
Yuki avvicinò le labbra all’orecchio del ragazzo per farsi sentire solo da lui.
- Se non vuoi che ti dia un pugno, staccati subito! – sussurrò.
Genzo rimase per un attimo fermo come se non avesse recepito, ma per fortuna i suoi riflessi gli impedirono di prendersi un diretto in pieno stomaco.
- Non sei per nulla romantica! Senza contare che per merito mio non ti hanno scoperta! – gli disse.
- Non farmi arrabbiare, Wakabayashi! Non ho voglia di giocare con te! – rispose Yuki.
- Non puoi fare altrimenti, a meno che tu non voglia fonderti con il muro, io non ti lascio scappare! -
Stavolta fu lui ad avvicinarsi a l’orecchio di lei.
- Profumi di biscotti, - sussurrò – biscotti e cioccolato! -
La mano di Genzo si mosse lentamente sulla schiena di lei, poi fece scivolare la stoffa del vestito scoprendole leggermente una spalla.
- Mi piacerebbe assaggiare! – disse posandole un bacio, molto passionale, nell’incavo tra il collo e la spalla scoperta.
Dal fondo della scalinata si sentirono delle voci e i due si staccarono.
- Magari un’altra volta! – disse lei sparendo dietro la porta della sua stanza.
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Capitolo 6
*** Di nuovo ***


Dopo la cena
- Bhé si è fatto tardi è ora di andare! Grazie per la bella serata! Genzo mi raccomando riaccompagna Yuki a casa, e tu non essere troppo scortese! -
- Ciao zio! Spero di rivederti presto! – dice la donna baciando l’uomo sulla guancia.
- Arrivederci signor Mikami! – dice Genzo chiudendogli la portiera dell’auto.
- Non sei obbligato a riaccompagnarmi! Posso prendere un taxi! -
- Non preoccuparti per me è un piacere! -

In macchina
- Quel vestito ti sta benissimo! Sei… bellissima! -
- Grazie! -
- Non pensavo potessi essere così femminile mi hai stupito! -
- Il tuo tatto Wakabayashi è sempre così… stupefacente! -
- Lo sai che non sono bravo in queste cose! -
- Si, si! Lo so che sei un orso! -
- La tua gentilezza, però, è ancora quella di quando eri una ragazzina! -
- Non hai tutti i torti! -
- Devo ammetterlo, mi mancano molto i nostri battibecchi e le tue pazzie! -
- Per non parlare delle tue manie di grandezza! -
- Cosa? – chiede Genzo un po’ contrariato.
- Dai stavo scherzando! Almeno credo! -
L’uomo accostò la macchina sotto casa della sorella di Yuki e spense il motore.
- Sei sempre la solita, non cambierai mai! -
- Può darsi! Grazie per il passaggio! – e fece per aprire la portiera.
- Aspetta! -
- Cosa? -
- Volevo parlare ancora un po’ con te! -
- E’ tardi và a casa dalle ragazze! -
- Non ti sei mai chiesta perché l’ho fatto? -
- A cosa ti riferisci? – chiese la donna incuriosita e voltandosi verso l’amico.
- Al perché ti ho baciata! -
- Ah! A dire il vero si, ma in fondo non mi importava e non volevo illudermi! -
- Illuderti? Non capisco? -
- Ricordi quando da ragazzi ti dicevo che non a tutte le ragazze piace aspettare? Parlavo della ragazza di cui parlavi sempre con adorazione! -
- Capisco! Ma non ti è mai venuto il dubbio che forse non mi eri del tutto indifferente se ti ho baciato? -
- Ti conoscevo troppo bene! E’ stata l’atmosfera o più semplicemente hai visto l’altra in me! -
- Non posso credere che tu pensassi che io l’avessi fatto solo per errore! -
- Infatti non l’ho detto! Molto probabilmente era un riflesso condizionato! – disse Yuki sorridendo.
- Non è così! -
- Allora dimmelo, Wakabayashi! Perché l’hai fatto? -
- Io… io… non lo so! Forse hai ragione o forse… amavo te e non volevo ammetterlo, in fondo il fatto era nell’aria da tempo! -
- Non penso! Pur nascondendo i tuoi sentimenti nel berretto, io credo che tu amassi, veramente, quella ragazza! -
- Perché? Come fai a dirlo con tanta certezza? -
- Ne parlavi sempre! -
- Si, ma quel giorno eri così bella e per un momento mi eri sembrata così fragile! Il fatto che tu non fossi più il solito maschiaccio sempre sorridente, mi fece sentire inutile e per un attimo pensai che forse tu fossi più di una semplice amica! -
- Pur essendo tua amica, però, non ti dissi niente e sparii! -
- Quando sparisti mi resi conto che mi saresti mancata molto con i tuoi modi, con il tuo buffo carattere, con i nostri litigi e con i tuoi scherzi! -
- Già, ma confidavo nel tuo caratteraccio! -
- Avevo paura che te ne fossi andata per causa mia! -
- Wakabayashi! Tu eri la causa di molte cose tra cui i litigi fra me e Yumi, ma non sei mai stato quello della mia fuga! -
- Quali litigi? -
- Quelli sul mio comportamento nei tuoi confronti! Strano pensavo sapessi tutto! -
- Ah, si! Li scoprii solo quando orami era troppo tardi! -
- A proposito, è tardi davvero! – dice Yuki guardando l’orologio.
- Io… - ma un bacio della donna sulla guancia lo interruppe.
- Buona Notte! -
- Aspetta! -
Genzo all’improvviso la afferra per un polso e l’attira a se.
- Smettila è tardi! -
- E’ una situazione familiare non credi? -
- Genzo, non mi pare il caso! Per favore! -
- Basta parlare! - dice poco prima di baciarla.

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Capitolo 7
*** La telefonata ***


Il giorno dopo
- Allora? – chiede Anja alla professoressa.
- Non lo so! Quando sono uscita stamattina quella testona dormiva ancora! -
- Papà era di pessimo umore! – dice Alena.
- Allora hanno litigato! – fa la donna rassegnata.

Casa Wakabayashi
- Pronto? -
- Sono Yuki! -
- Yuki! -
- Parto! Torno in Italia! -
- Cosa? Quando? -
- Tra poco! -
- Perché? -
- Mi dispiace per ieri sera! -
- Per il bacio? -
- Tu amavi mia sorella? -
- Cosa? -
- Era lei la misteriosa ragazza che tu amavi? -

- Salutami le bambine! -
- Aspetta! Voglio parlarti! -
- Mi spiace non posso! -
- Ti prego! Poi potrai partire! -

- Yuki? -
- Ciao Genzo! -
- Yuki? Yuki? -

Alla scuola
- Yumi-chan! – dice Genzo correndo.
- Senpai! Che succede? -
- Yuki sta partendo! -
- Che? – grida la donna stupita.
- Mi ha appena telefonato! -
- Ma perché? -
- Non lo so! -
- Avete litigato? -
- No è diverso! Voglio che tu venga con me! Non può scappare ancora! -
- Cosa è successo se non avete litigato? – chiede la donna entrando in macchina.
- L’ ho baciata! – risponde Genzo partendo.
- Cosa? – dice Yumi stupita.
- Si, l’avevo fatto anche quell’inverno! -
- Quando papà la mandò dallo zio? -
- Si, solo che allora… -
- Allora, cosa? -
- Amavo un’altra e lei lo sapeva, lo aveva sempre saputo e aveva sempre fatto finta di niente! -
- Adesso la ami? -
- Non lo so! Però non voglio perderla! -

All’aereo porto
- Il suo volo è già partito! – dice Yumi.
- Perché? -
- Chi era la ragazza che amavi? -
- Ecco vedi… -
- Lei diceva, sempre, che ero io! -

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Capitolo 8
*** Color dell'acqua ***


In macchina
- Ami mia sorella? - chiede la donna.
- Non lo so non ci capisco più niente! - risponde Genzo.
- Ma almeno le vuoi bene? -
- Certo che razza di domande! L'ho sempre voluto a entrambe! -
Yumi sorride, ma poi s'intristisce.
- Senpai, ti va di intrare? -
- Non me la sento! -
La donna alza lo sguardo dal tappetino nero dell'auto.
- Ti devo parlare di una cosa importante! Ti prego! - lo sguardo serio e determinato.
- Io... - balbetta senza sapere che dire.

Nel salotto dell'appartamento di Yumi
- Tu mi hai detto che l'hai baciata e che lo hai fatto anche quell'inverno! -
Genzo annuisce.
- Cosa è successo tra voi? - chiede seria.
- Non è successo niente! - risponde titubante.
- Senpai, io mi riferivo a 18 anni fa! Ti prego dimmelo! -
L'uomo guarda la tazza di té davanti a se e sospira.
- Noi... - sospira di nuovo - ... abbiamo fatto l'amore! -
- Lo sapevo, cioè lo immaginavo! Racconta! - dice Yumi con un filo di voce.
- Non lo so come, ma... - chiude gli occhi - ... ma è successo! Quando rientrai a casa...
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- Non dovevi farlo! - disse la ragazza.
- Perché? E' stato solo un bacio! -
- No, è stato un bacio! Io non posso! -
- Non dirmi che hai il fidanzato? - chiese stupito.
- Non si tratta di questo! - disse abbassando il viso.
- Allora cos'è? Siamo abbastanza grandi per decidere le nostre azioni! -
- Si, ma non è giusto! Io non volevo che accadesse, non volevo baciarti! -
- Mi hai risposto e ti sei lasciata andare! Tu lo volevi, anzi lo vuoi quanto me! - disse lui sollevandole il mento - Perché non lo ammetti? -
Yuki voltò gli occhi da un lato, poi li chiuse.
- Perché ho paura! Non voglio perderti, non voglio rimpiangere ciò che eravamo o saremo potuti essere! -
- Guardami! Io ti voglio bene e questo non cambierà mai, neanche se ti baciassi un milione di volte! -
Il viso di Yuki cominciò a rigarsi di lacrime e i singhiozzi cominciarono a scuoterla.
- Perché proprio tu? Mi piaci molto, ma proprio non riesco a sopportarti! Ti prendi gioco di me e lo fai anche adesso che non dovevi! -
- Non è vero! Guarda! -
Genzo si avvicinò al volto di Yuki e le baciò le guance umide.
Baci dolci e semplici, che pian piano scivolarono lungo il collo e poi risalirono.
- Anche tu mi piaci! - le sussurò ad un'orecchio.
- Io... -
- Non serve parlare, segui l'istinto! -
I loro sguardi s'incrociarono, le loro labbra si sfiorarono e un bacio passionale li travolse.
Le mani intrecciate, i baci sempre più intensi e i loro corpi sempre più vicini.
Le carezze si fecero più sensuali e più audaci.
In poco tempo i vestiti finirono sparsi per la stanza e a dividere i loro corpi rimase solo la biancheria intima.
Le mani di entrambi si muovevano senza bisogno di indicazioni, sapevano come liberare i loro corpi.
Genzo si fermò un attimo ad osservare le forme nude di Yuki e fece scivolre la mano su quel corpo.
Risalì lentamente l'interno coscia, mentre lei sussultava leggermente.
- Io non ho mai... -
- Non preoccuparti, farò piano! -

Si voltò verso la sua destra e vide il camino quasi spento.
Si alzò e andò a riavvivarlo.
Yuki stava steva sul divano con una coperta sopra.
Genzo si girò a guardarla: gli occhi chiusi, le labbra semi aperte, i capelli sparsi qua e la, la morbida linea del collo e delle spalle.
Era bella, ma non capiva il perché di quello strano senso d'inquietudine.
Non si pentiva di averlo fatto, forse non era stato giusto farlo così.
Il crepitio del fuoco, i loro vestiti sparsi e le traccie evidenti della verginità di Yuki.
Si guardò le mani e i suoi occhi videro quelle di lei intrecciate alle sue.
Nell'aria c'era un vago profumo di vaniglia, lo stesso che ora aveva addosso lui.
- Chissà se lei ha addosso il mio profumo? - si chiese.
Tornò al divano e le si ridistese di fianco.
Sfiorò il suo viso e l'abbracciò delicatamente, come se avesse paura di romperla.
- Ti voglio bene, Wakabayashi! - sussurò lei
nel sonno.
Genzo le baciò la fronte.
- Te ne voglio anch'io! -
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- Te ne sei pentito? - chiede yumi.
- No, mai! E' successo perché lo volevamo! -
- Cosa provavi? -
- Le volevo bene, ma non sono sicuro che fosse qualcosa di più! Non so come spiegarlo! -
La donna lo guarda: è disperato e impaurito, non lo aveva mai visto così.
- Senpai, la ami? Ti prego pensaci, voglio che mi dai una risposta precisa! -
Genzo non sa che dire.
L'ha rivista dopo 18 anni e in pochi giorni gli ha sconvolto la testa e il cuore.
Tutti i sentimenti, che provava da ragazzo, sono stati catapultati in questa nuova vita e per una volta non ha più in mente solo le bambine.
Poteva immaginare tutto questo?
No.
Ora però non sa che fare.
- E' così importante per te saperlo? - chiede titubante.
- Lei è mia sorella! Io devo saperlo! Se non la ami, perché le sei corso dietro? -
- Ho paura che non la rivedrò più! Lei mi odia, mi odia per quel pomeriggio! -
- Non lo ha mai fatto! Lei te ne è grata! So perché se ne è andata, ma se non la ami non posso dirtelo! -
- Lo sai? -
- Si, ma ho giurato di non dirlo! Ha paura di perdere il tuo rispetto! -
- Non potrà mai succedere! -
- Ne sei sicuro? Lei ha paura di quello che potrebbe accadere se tu sapessi! -
- Sapere cosa? - chiede.
- Di suo figlio! -
- Lei ha un figlio? - chiede shoccato.
- Lo amo più della sua stessa vita ed è per lui che se ne è andata! -
Genzo stringe i pugni, ha la sensazione di morire.
- Yuki dice sempre che è bello e rompiscatole come suo padre, ma dice anche che è il regalo più bello che la vita le abbia fatto. -
- Non è possibile! -
- Si chiama Mizuiro! -
Genzo non capisce più niente, sta li in silenzi con gli occhi sbarrati.
- Quando 18 anni fa scappò lei era incinta. Era marzo e pioveva forte. Aveva una faccia davvero felice. Sorrideva sempre e non litigava più con papà da tempo. Ero contenta di questo, ma sapevo che non sarebbe durato per sempre. Mangiava in continuazione e spesso la sorprendevo a specchiarsi, ha sempre tenuto al suo fisico. -
Yumi comincia a piangere.
- Un giiorno venne da me con dei dolcetti e mettendosi di profilo disse: “Si vede la pancia?”.
Pensavo fosse impazzita.
Un po' dissi e lei: “Non è bellissima? Qui dentro c'è il mio più grande tesoro e tu non lo dirai a nessuno! Giura!” rimasi a bocca aperta. Due giorni dopo sparì! -
- Perché non me l'ha detto? -
- L'ho visto per la prima volta quando aveva 8 anni. Quel giorno tornavo da una lezione, ero gia in Inghilterra da 2 anni, e sulle scale di casa mia c'era lei. La chiamo e lei: “Mizuiro va dalla zia!”, mi sono messa a piangere. - Yumi guarda l'uomo cercando di capire il suo stato d'animo.
- Un giorno mi ha chiamato e ha detto: “E' così bello che il solo guardarlo mi ferisce! Gli ho promesso che un giorno gli farò conoscere suo padre, ma ho paura che poi se ne vada! Se solo non fossero così uguali!”. -
Genzo la guarda sconvolto.
- Chi è il padre? -
- Lei non lo ha mai detto, ma... - Yumi gli passa una fotografia - ... si vede chiaramente. -
Un ragazzo alto con occhi e capelli neri, sta abbracciato stretto a Yuki che sorride all'obbiettivo.
- Mio figlio! -
- Si,senpai! Ora capisci perché se n'è andata? -
- Voglio vederlo! Dimmi dov'è! - esordisce con impeto.
- Poi che farai? -
- Non lo so! Ti prego accompagnami! -




Il titolo non l'ho messo a caso: “Color dell'acqua” è la traduzione italiana di Mizuiro (almeno da quello che so io ^_^).

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Capitolo 9
*** L'inizio ***


Quando ho avuto l’idea di questa ff me la immaginavo basata di più sul cibo e la cucina, ma con l’andare avanti mi sono resa c

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Quella notte faceva un gran caldo, l’afa lo stava distruggendo.
Se ne stava nel suo letto matrimoniale con indosso solo i boxer, ma nonostante tutto si sentiva soffocare.
Non faceva che rigirarsi e pensare: pensava a quello che gli avevano detto gli amici riguardo alle gemelle.
Da quando era partito quelle due erano diventate le più ambite della scuola e avevano una fila di spasimanti lunghissima.
Come poteva essere vero.
Il suo amico Nakamura voleva addirittura portarsele a letto entrambe.
Era solo lui a non rendersi conto di quanto fossero carine o erano gli altri che non si rendevano conto di quanto fossero piccole?
- In Germania ci sono ragazze 10 volte più belle! - disse come per convincersi.
Come quella modella, Annie, che aveva conosciuto ad una festa.
Avrebbe pagato per avere una compagnia di quel tipo adesso.
Un leggero fruscio attirò la sua attenzione; sul terrazzo c’era qualcuno, si intravedeva appena la figura da dietro la tenda.
- Wakabayashi dormi? – si sentì chiedere in un sussurro.
“Hirokawa?” si chiese, mentre la figura entrava.
- Wakabayashi? – chiese lei – Sei sveglio? Devo parlarti solo un attimo! – disse ancora.
Lui chiuse gli occhi e fece finta di dormire.
Lei si avvicinò al letto e lo osservò.
- Yumi mi manda in “missione” e la mia preda dorme! – disse – Vorrà dire che me ne torno a letto! -
- Non vorrai mica lasciarmi qui tutto solo? - chiese afferrandola per un polso e mettendosi a sedere - Stavo giusto pensando di volere un pò di compagnia femminile! -
- Ma non dormivi? -
- Era solo una finta per vedere che facevi! -
Yuki gli lanciò un’occhiataccia.
- Ero qui su commissione! -
- Si come no? Lo so che sei qui per me, guarda come sei svestita! -
La ragazza aveva indosso un paio di pantaloncini corti neri e una canotta lilla.
- Guarda che questo è il mio pigiama, e poi quello svestito sei tu! - disse indicandogli i boxer - Ad ogni modo che ne dici di lasciarmi? -
- Ti piacerebbe! Ora sei tu la mia preda! -
- Non preoccuparti non scappo, sono venuta per parlare con te! -
- Non mi fido… - disse titubante - E’ una cosa lunga? -
- Non lo so, dipende da te! -
- Hmm… ho capito! E di cosa vorresti parlarmi? - chiese alzandosi e andando in bagno.

- Questioni di carattere amoroso! - fece lei sedendosi sul letto.
- Oh, oh! La piccola Hirokawa è innamorata! - esclamò tornando con due birre in mano.
- Grazie! - disse prendendone una - Le tenevi in bagno? -
- Si, a mollo in acqua fredda! -
- Ingegnoso! -
- Si, ma torniamo al discorso iniziale! Raccontami del ragazzo che ti piace! -
- Guarda che si tratta di mia sorella non di me! -
- Si, certo! - esclamò lui ironico.
- Wakabayashi è vero! A Yumi piace il tuo amico Nakamura! - disse lei decisa.
Il viso di Genzo si fece all’improvviso scuro.
- Nakamura? -
- Già! E’ da un po’ che gli piace! Mia sorella mi ha mandato qui per avere notizie! -
- Ti servo come servizio informazioni? Dì a tua sorella di mettersi gli occhiali perché ce ne sono di meglio! - disse alzandosi dal letto stizzito.
- Wakabayashi datti una calmata! Se hai dei problemi non prendertela con me! - fece Yuki.
- Scusa hai ragione! E’ solo che non mi va che lo frequentiate, ha un pessimo carattere! -
- Cos’è hai la sindrome del fratello maggiore all’improvviso? -
- Scema! Solo che mi sta a cuore il vostro bene nulla più! -
- Sarà! - rispose lei scettica sorseggiando la birra.
- E’ una specie di porco è meglio perderlo che trovarlo! Ha in mente solo una cosa!
- Inizia per s e finisce per o? -
- Già! E poi è troppo grande per voi! - disse lui stendendosi sul letto.
- Guarda che avete la stessa età! E poi 5 anni di differenza non sono mica un’enormità! -
- Vuoi dire che tu ti metteresti che so ad esempio con me? - chiese stupito.
- Si perché no! -
- Non dirmi che ti piacciono i vecchi! Sei troppo piccola per dire certe cose! -
- Non mi piacciono i vecchi e smettila con la storia che sono piccola! -
 La ragazza afferrò un cuscino e lo colpì in faccia.
- Vuoi la guerra? - fece lui prendendo un cuscino.
Dieci minuti di battaglia estenuante e alla fine il ragazzo si trovo “disarmato” e steso sul letto con lei a cavalcioni sul suo torace.
- Ti arrendi? - chiese lei ansimando.
- Ho altra scelta? - rispose lui.
Aveva ragione lui è una ragazzina che fa ancora a cuscinate.
Lei posò il cuscino e si guardò intorno.
- Che caos! Abbiamo combinato noi tutto questo macello? -
Il viso rosso e accaldato, la pelle sudata e i capelli scompigliati.
- Già! - disse lui fissandola.
Da quando era diventata così carina?
- Lo sai che hai davvero un fisico da paura? - disse lei fissandolo.
- Non è che hai una cotta per me? - chiese lui malizioso - Visto che ti piacciono i vecchi! -
- Non mi piacciono i vecchi e non ho una cotta per te! E solo che hai un bel fisico tutto qui! Non è mica colpa mia se fai di tutto per metterlo in mostra! - rispose lei imbarazzata mettendosi a sedere.
- Sei tutta rossa! -
- Ho caldo! -
- Si come no! -
Yuki sbuffò un po’ contrariata e lui sorrise.
Gli era sempre piaciuto prenderla in giro, ma non era più una bambinetta: ora era cresciuta e aveva le forme al posto giusto, peccato che se ne fosse accorto solo adesso.
Ma da quand’è che era diventata una donna?
Non ne aveva memoria, si era perso questa cosa.
- Hai mai avuto un ragazzo? -
- No! -
- Quindi non hai mai baciato nessuno? -
- Si, una volta! - rispose vaga.
- Hai baciato un ragazzo? - fece lui incredulo.
All’improvviso senti una strana fitta.
- Lo conosco? - chiese.
Lei scosse la testa per dire no.
- Sai da te non me lo aspettavo? -
- Perché? Mi piacciono i ragazzi! -
- E’ solo che pensavo che fosse una cosa che avresti fatto più in là tutto qui! - disse mettendosi a sedere di fianco a lei - Ti è piaciuto? - chiese titubante.
- Si mi è piaciuto, ma è stato strano! Di un po’ da quand’è che t’interessano certe cose? -
- Se si tratta di te sempre! Poi stiamo parlando di un bacio non della tua prima volta! -
- Perché vorresti sapere anche quello? -
- Vuoi dire che tu… -
- E chi può dirlo! - disse facendo una smorfia.
- Beh, io ad esempio! - le sussurrò all’orecchio.
- E come? - chiese Yuki.
- Così! - rispose lui iniziando a baciarle il collo.
- Wakabayashi che fai? -
- Vedo fino a che punto sei arrivata! - disse costringendola, con abili mosse, a stendersi.
La bocca del ragazzo continuava a baciarle il collo, poi si sposto sullo scollo della canotta fino all’inizio del seno, mentre le mani scivolavano sotto la schiena della ragazza.
- Ma come fino a due secondi fa ero la piccola Hirokawa e ora… -
Genzo fu come fulminato da quella frase.
Già aveva ragione, non era poi diverso da Nakamura e soprattutto lei era Hirokawa.
Che stava facendo?
Si staccò da lei.
- Senti forse è meglio se vado via! - disse alzandosi.
- Aspetta vorrei che fra noi non ci fossero problemi, si insomma che fosse tutto normale! -
- Si, va bene non c’è problema! - disse uscendo da dov’era entrata - Solo una cosa… -
- Dimmi! -
Come poteva dirgli che le era piaciuto senza che accadesse di nuovo e restare così?
- No, niente! Buona notte! - e se ne andò.
- Che diavolo mi è preso? Come può essermi sfuggita la situazione così? Dannazione! -
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Da quella notte era iniziato tutto.
Iniziò a guardarle diversamente fino ad infatuarsi di Yumi-chan.
Già, ma se di una era invaghito dell’altra era attratto all’invero simile.
Non si spiegava perché Yuki aveva sempre avuto su di lui questo potere, eppure le ragazze erano uguali.
Anche adesso, nonostante tutto prova quella stessa sensazione di allora: desiderio, eccitamento e piacere.
Che fosse innamorato di lei non ne era sicuro, aveva una gran confusione in testa.
La amava ora o l’aveva amata all’epoca?
Era questo che continuava a chiedersi da quando era partito, e ora che era arrivato non riusciva a capire ne quello che voleva ne quello che volesse fare.
Di una cosa era certo adesso non gli sarebbe sfuggita come allora.





Quando ho avuto l’idea di questa ff me la immaginavo basata di più sul cibo e la cucina, ma con l’andare avanti mi sono resa conto che la storia aveva cambiato “rotta”.
Ora come ora diciamo che mi trovo nella classica crisi dello scrittore e non so come andare avanti diciamo che mi manca l’ispirazione.
Ad ogni modo mi scuso con tutto per il ritardo e spero che siate soddisfatti del risultato.

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Capitolo 10
*** Incontro ***


Cap

Casa Hirokawa
Il suono del campanello distolse l’attenzione della donna dai suoi pensieri.
- Chi è? - chiese.
- Sono Genzo! -
Yuki aprì la porta e lo fece accomodare.
Aveva il viso di chi aveva passato insonne la notte.
- Siediti! - disse - Preparo il te! -
- Hai una bella casa! -
Lei sorrise dolcemente.
La casa era piccola e accogliente: l’ingresso dava sulla cucina e sul salotto che erano un ambiente unico, pieno di colori.
Lei tornò poco dopo con un vassoio.
- Sei
qui per lui? - chiese sedendosi.
- Sono qui per parlare con te prima di tutto! - disse serio.
Lei versò il te nelle tazze e gliene porse una.
- Quanto? - chiese indicando lo zucchero.
- 2, come allora! - sorrise - Perché non mi hai detto di essere incinta? -
- Che avrei dovuto fare? Telefonarti e dirti: “Wakabayashi volevo informarti che sono incinta e il bambino è tuo!” non mi sembrava il massimo! -
- No, ma avresti dovuto almeno dirmelo! E’ mio figlio non hai pensato che avrei voluto saperlo? -
Yuki fissa la tazza in silenzio.
- Eravamo giovani e non avevo il coraggio di dirtelo, non sapevo come l’avresti presa avevo paura che mi chiedessi di abortire! Io non volevo! Quando me ne sono accorta mi sono fatta prendere dal panico! -
- Non avrei mai potuto chiederti una cosa così, è pur sempre mio figlio! -
- Tu parli adesso, ma nessuno può dire come avresti reagito allora! Mi era capitata l’opportunità di andarmene e di essere felice, l’ho solo sfruttata! -
- Senza pensare a me! - disse l’uomo sconsolato.
- Noi non stavamo insieme! Tu non mi amavi! -
- Non me l’hai mai chiesto! Che ne sai se io ti amassi oppure no? -
- Dunque mi amavi e io non me ne ero accorta? - chiese sprezzante.
- Io… non lo so! Forse ti amavo… -
La donna sospirò sconsolata.
- Me lo hai
già detto l’altra sera! Se non lo sai perché sei qui? -
- Perché tu fai parte della mia vita, tu e lui! -
- Ne faccio parte ora che sai di lui! Se non lo avessi saputo tu… -
- Ti ho seguito in aeroporto, prima ancora di sapere della sua esistenza, solo perché non volevo perderti! -
- Come? -
- E’ stata tua sorella a dirmi di Mizuiro solo quando l’ho riaccompagnata a casa! -
Tra i due scese il silenzio, mentre all’improvviso la pioggia iniziò a picchiettare sui vetri.
- Dov’è lei? -
- In albergo! Senti io non sono venuto qui per farti del male solo per vederlo e per parlare con te! -
- Lui non c’è! Non tornerà prima di 3 giorni! E’ in vacanza con gli amici! -
- Capisco! -
- Lo so che non è la stessa cosa, ma in questi anni ho messo insieme un bel po’ di cose per te! -
- Per me? -
- Si, non volevo che ti perdessi dei pezzi di lui! Mi ripromettevo sempre di mandarteli, ma non ne avevo il coraggio! - disse alzandosi e prendendo un grosso scatolone da un mobile - C’è tutto dal pancione fino ad ora! E’ bello proprio come te vi somigliate tanto! - disse porgendogli la scatola - Lui vuole tanto conoscerti, sapere che faccia hai, parlarti, ma… io non voglio perderlo! - iniziando a piangere.
Yuki stava lì in piedi che singhiozzava e lui si sentiva impotente.
- Ti prometto che non lo porterò mai via, sarai tu a decidere che fare! - disse alzandosi - Per ora mi accontento di conoscerlo! Va bene? - chiese gentilmente abbracciandola.
Lei fece di si con il capo, ma continuò a piangere.


Quella sera in albergo
- Il mio pancione, Il primo bagnetto, I primi passi! C’è proprio tutto qui dentro! - esclamò Yumi -Non sapevo che avesse messo da parte tutta questa roba solo per te! -
- Già! - sorrise lui malinconico.
- Si vede che ci tiene veramente a te senpai! -
- Come? - chiese lui stupito.
- Se non le importasse non avrebbe fatto niente di tutto ciò, non trovi? Sai che Mizuiro è bilingue? Diceva che se avreste voluto incontrarvi non vi sareste capiti se parlavate due lingue diverse! - dice sorridendo - Ha sempre pensato a te senpai! -
- Mentre io non mi sono mai chiesto dove fosse! Non ho mai tentato di trovarla! - dice con amarezza premendo il play del video registratore.
Mizuiro soffia
le candeline!”

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Capitolo 11
*** Capire ***


Cap. 11: Capire In albergo
- Pronto? – chiede la voce dall’altra parte.
- Signor Mikami, sono Genzo! -
- Oh ciao! Come mai mi chiami? –
- Volevo sapere da quanto lo sa, di Yuki e Mizuiro intendo! –
Dall’altra parte arriva un sospiro triste.
- All’incirca 10 anni! – sospira di nuovo – Quando Yumi me lo disse non volevo crederci così mi spedì una foto e lo vidi! -
Un solo attimo di silenzio poi la voce riprende.
- Quel viso, quegli occhi mi ricordavano troppo te, così andai da lei! Non disse altro che “Non è bellissimo il mio Mizuiro?” non ebbi il coraggio di dire niente! -
- Perché non me lo ha detto? Lei per me è come un secondo padre! – chiede in tono sprezzante.
- Le ho promesso che non lo avrei mai fatto anche se ci sono stati momenti in cui avrei voluto dirti tutto, avere delle spiegazioni, sapere! Mi disse “Lo farò io quando sarà il momento!” a quanto pare è ora! -
- Me l’ha detto Yumi! – dice freddamente Genzo.
- Capisco! L’altra sera dopo la nostra cena le ho telefonato e mi ha detto di sentirsi in colpa con te e che sperava che questo incontro fosse almeno di chiarimento! Ha sempre desiderato vedervi insieme! -
- Insieme! – dice amareggiato – Non ci capisco niente in questi giorni, a parte che questo è un gran casino! Vorrei solo rendermi conto e delle spiegazioni! -
- Genzo, ti prego solo di non farla soffrire e di pensarci bene! Io non posso fare altro per voi! -
- Grazie! – dice serio chiudendo la chiamata.


Casa Hirokawa
- Quanta altra roba hai messo da parte? – chiede Yumi.
- Non lo so! -
- Lo hai fatto per te o per lui? -
- Forse per entrambi o forse solo per sentirmi meno colpevole! -
- Lo ami? -
Yuki fa un respiro profondo poi si volta verso la gemella. Le due sorelle si guardano intensamente.
- Qualcosa ti turba lo so! Forse è quello che senti o forse sono tante cose insieme, ma parlarne ti farà bene! E poi io sono tua sorella! – fa Yumi prendendole la mano.
- Non saprei dove cominciare! È tutto complicato e dannatamente strano! -
- Tu comincia, tanto abbiamo tempo! -
Yuki sospira triste e torna a guardare fuori dalla finestra.
- Tutto è cominciato un anno prima! – dice senza distogliere lo sguardo dal paesaggio – Ricordi quell’estate il caldo che faceva? Tu mi mandasti in camera sua per sapere di Nakamura! Se ne stava a letto con solo i boxer indosso e faceva finta di dormire…
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Anche quel giorno sembrava che il caldo fosse più intenso del solito, proprio come era accaduto 3 notti prima.
Tutti in quella grande casa se ne stavano pigramente in qualche luogo fresco o ombreggiato.
- Sto morendo! - disse il giovane in piscina.
- E’ vero l’acqua è caldissima! - fece la ragazza.
- Già! - disse lui uscendo e mettendosi sotto l’ombra per cercare un po’ di refrigerio.
Era bagnato dalla testa ai piedi e sotto la luce le piccole gocce facevano risaltare ancora di più il suo fisico scolpito.
La giovane che se ne stava affacciata dalla terrazza della sua stanza guardava impassibile la scena.
Genzo era un ragazzo da urlo era logico che tutte volessero entrare nelle sue grazie, e lui lo sapeva: in Germania molte gli ronzavano intorno e alcuni dei suoi flirt erano anche finiti sui giornali che di rimando erano arrivati anche in patria.
Le uniche due per la quale sembrava non avere un’attrazione particolare erano proprio le gemelle, almeno così credeva fino alla sera prima.
All’improvviso si ritrovò “distrattamente” ad osservare la giovane che poco distante era intenta prendere il sole: lunghi capelli neri e lisci legati in due buffi codini, indosso un bikini nero a fiorellini bianchi.
Distolse lo sguardo dalla ragazza e senza rendersene conto si trovò a guardare la sorella in terrazza.
Yuki era così assorta nei suoi pensieri da destare la curiosità del ragazzo che la stava sbirciando da fuori.
Quando si accorse di essere osservata a sua volta rientro immediatamente in camera.
- Yumi-chan tua sorella ti ha per caso detto qualcosa? -
- Riguardo a cosa? - chiese stupita.
- No, era così per chiedere! Mi sembra strana tutto qui! -
La ragazza fece no con la testa.

Yuki accese la radio e si buttò lunga sul letto, chiudendo gli occhi.
La musica rock ad alto volume si diffuse per tutta la stanza coprendo persino il rumore delle cicale che veniva da fuori.
All’improvviso delle gocce d’acqua le caddero sul viso.
Aprì gli occhi e sopra di lei c’era il viso di Genzo.
- Perché mi stavi spiando? - chiese serio.
- Così bagni il letto! - disse con poca convinzione.
- Non cambiare discorso! - disse serio - E’ per l’altra notte, vero? -
- L’hai detto tu che tra noi è tutto normale! -
- Tu non sei affatto normale! Mi eviti e ti comporti come se fossi invisibile! -
- Ti da così fastidio che sia io e non tu ad essere indifferente? -
- Sei sempre la solita mocciosa! -
- Non sono una mocciosa! E non ti evito, - disse sicura - sto solo pensando! - aggiunse docile.
- A cosa? -
Yuki si mise a sedere dandogli le spalle.
- A quello che è successo! – sospirò – Se non fossi stata io l’avresti fatto comunque? -
- Probabilmente si! – rispose.
- E’ stato il caldo? -
- Penso di si! -
Yuki si voltò di scatto a guardarlo.
- Spiegami cosa volevi dire l’altra sera in piscina! -
- Volevo dire che non ti vedo più come prima! – rispose – A quanto pare neanche tu mi vedi più come un tuo amico d’infanzia! – disse deciso.
- Che stai blaterando? – chiese la giovane quasi urlando.
- L’altra notte non hai fatto una piega quando ti ho baciato il collo! -
- Questo che centra? -
- Significa che ti è piaciuto e lo volevi! Ma forse lo vuoi anche adesso! – disse Genzo guardandola negli occhi.
- Non è così! – fece abbassando lo sguardo.
La musica nella stanza cambiò e il suono di una chitarra elettrica si diffuse nell’aria.
- Se non è vero perché sei arrossita? Cosa credi che non me ne accorga? Non sei la prima donna che bacio in quel modo! -
- Non avevi detto che volevi che tutto fosse normale? – chiese in un soffio.
- Già! Ma a quanto pare non saranno più normali! – disse alzandosi dal letto e andando verso la porta.
Lei alzò il viso a guardarlo.
- Deve restare un segreto tra me e te! Davanti agli altri saremo normali! – disse lei.
Genzo si voltò e sorrise, poi uscì.
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