Il principe di Roccia del Drago

di LadyWolfReborn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il peso degli errori ***
Capitolo 2: *** La profezia ***



Capitolo 1
*** Il peso degli errori ***


Il Principe di Roccia del Drago


Il peso degli errori



Rhaegar Targaryen camminava a passo svelto tra le mura della Fortezza Rossa. I suoi passi risuonavano nelle sale vuote. Non riusciva a dimenticare la voce di suo padre, il disprezzo nel suo sguardo mentre lo criticava e lo rimproverava per il gesto avventato al torneo di Harrenal e per il suo modo di agire che, a parere del re, andava contro la sua stessa famiglia. Allontanarlo a Roccia del Drago con Elia e Rhaenys solo perché Aerys II non si fidava del suo stesso figlio, gli sembrava una decisone un po’ affrettata; non che avrebbe sentito la mancanza di Approdo del Re, ma suo padre, in quelle condizioni, aveva bisogno di lui,così come il regno.
E senza rendersene conto, si trovò davanti la sala del trono. Si fermò davanti alle gigantesche porte spalancate, fece un respiro profondo ed entrò. Il trono di spade era lì, in fondo alla sala, alto, immenso, pericoloso. Il lungo corridoio era circondato dagli scheletri dei draghi e mano a mano che ci si avvicinava al trono diventavano sempre più grandi e terribili. Il drago era lo stemma della sua casata, simbolo della forza dei Targaryen, dei suoi avi… E quei teschi erano lì per ricordare a tutti chi erano e quanto fossero potenti. Il drago era anche il suo simbolo,ciò che lui era, ciò che rappresentava: Rhaegar Targaryen, l’ultimo dei draghi…
Guardare quelle ossa non faceva latro che portargli alla mente ricordi tristi… L’incidente di Sala dell’Estate l’aveva segnato profondamente e il ricordo gravava su di lui come un peso così immenso da farlo soffrire. Spostò lo sguardo dai suoi simili al trono,imponente e spaventoso, e a tutte le lame che lo componevano, tantissime e disordinate. Alla morte di suo padre sarebbe stato lui a succedergli, e già sentiva quei rostri acuminati che gli colpivano la schiena, pronti a farlo a pazzi se solo avesse fatto un passo falso… Un peso che avrebbe gioiosamente evitato se non fosse stato un suo dovere.
«Altezza…» Rhaegar si voltò di scatto,sussultando. Oswell Whent, in armatura bianca splendente, si trovava sul ciglio della sala <> Il principe annuì impercettibilmente e seguì la guardia reale.
«Sono arrivate notizie da Dorne?» Chiese Rhaegar mentre stava dietro al cavaliere che lo stava conducendo negli alloggi di sua madre. «È arrivato un corvo stamattina, da Ser Lewyn Martell. Vostra moglie e vostra figlia torneranno a giorni; forse anche domani»«Bene…» La principessa Elia e la piccola Rhaenys erano partite per Lancia del Sole, per passare del tempo alla corte dei Martell, due mesi prima, pochi giorni dopo la comparsa della cometa rossa nel cielo, pochi giorni dopo l’ultima notte cha aveva passato con Elia.
Il tonfo sordo provocato dal guanto ferrato di Ser Whent sulla porta lo riportò alla realtà. Ser Barristan Selmy, detto il valoroso, era lì accanto per sorvegliare sulla regina Rhaella «Maestà,il principe Rhaegar» La voce di sua madre arrivò atona, eppure autoritaria, come sempre «Lascialo entrare»

Il cavaliere bianco aprì la porta, permise al principe di rientrare e poi la richiuse alle sue spalle. La stanza era spaziosa e ben illuminata. il grande letto a baldacchino posto al centro della camera era lussuoso, la coperta tempestata dai draghi dei Targaryen. Si voltò per osservare la regina. La donna si trovava sul balcone e osservava il mare, le spalle rivolte verso di lui. Era vestita con un abito di seta, color avorio, modesto, e indossava un copri – spalle leggerissimo e argentato, che si abbinava perfettamente ai suoi capelli.
«Mi avete chiamato, mad…»«Ho sentito che tuo padre vuole mandarti a Roccia del Drago» Non si voltò a guardarlo,continuava a fissare il mare, le onde che si in frangevano contro la scogliera. Rhaegar abbassò lo sguardo, non lo aveva mai fatto con nessuno, solo con sua madre «Si,è vero… Anche se la ritengo una decisione un po’ drastica…»«Tu sei un principe, Rhaegar !» Sua madre si voltò e lo fulminò con lo sguardo, quegli occhi violetti che lo fissavano, la voce calma ma autorevole «E diventerai re! Devi seguire il tuo dovere sempre e comunque; devi seguire il tuo dovere di figlio, di erede … E di marito» Il principe stavolta affrontò lo sguardo della regina, indaco su violetto «Al torneo di Harrenal ho fatto solo quello che mi sentivo di fare. Incoronare regina della bellezza Lyanna Stark sarà stato un gesto avventato, fatto senza pensare, ma non ritengo che sia necessario farne una ragione di stato; in fondo Elia…»«Elia è tua moglie, Rhaegar!» Disse Rhaella avvicinandosi a lui «Ti rispetta e ti è vicina, non andrebbe mai contro di te, e tu dovresti rispettarla di più» «Io la rispetto! È la madre di mia figlia e mia moglie; mi è molto cara, le voglio bene e mi preoccupo per lei» «Non quanto dovresti!» Lo sguardo di sua madre divenne più accusatorio, non riuscì più a reggerlo, improvvisamente il pavimento divenne incredibilmente interessante « Non dovresti parlare così, proprio tu…» Disse quelle parole mormorando, in modo da essere il più delicato possibile. La regina sospirò chiudendo gli occhi. Rhaegar si sentiva come un bambino in quel momento, nonostante fosse molto più alto di lei, e ciò lo faceva sentire incredibilmente a disagio. «So che il mio matrimonio non può essere paragonato al tuo, so che sei un marito migliore di tuo padre, ma desidero comunque che tu sappia come comportarti per essere un buon re. Come è tuo dovere d’altronde…» Il principe sorrise malinconico «Un re migliore di lui?» Rhaella gli accarezzò la guancia «Essere peggiore sarebbe difficile»
Qualcuno bussò alla porta «Sono Ser Barristan, Maestà» Sua madre si allontanò da lui «Avanti» Il cavaliere aprì la porta «Maestà, mio principe» Disse facendo un piccolo inchino «Parla, Ser» «La principessa Elia e la principessa Rhaenys sono appena tornate da Dorne, vostra grazia»

Rhaegar stava per scendere nel cortile seguito da Ser Whent, quando una bambina di circa tre anni dai i capelli corvini, gli corse incontro «Padre!» Esclamò con la sua vocina infantile. Il principe le sorrise e la prese in braccio «Ciao, piccola» La bimba lo abbracciò forte «Ti sei divertita dagli zii?»Chiese Rhaegar alla figlia spostandole i capelli dal volto «Si tanto. C’erano  tanti bambini, e il mare e i giardini e ho giocato tanto»« Sono contento!» Le accarezzò i capelli,le diede un bacio sulla fronte e la mise giù «Dov’è tua madre?» «Ser Lewyn l’ha accompagnata nelle sue stanze» « D’accordo…» Le sorrise di nuovo, poi si rivolse al cavaliere «Ser Oswell accompagna la principessa dovunque voglia andare, ma fai sempre attenzione » Il cavaliere annuì inchinandosi e si rivolse alla bambina «Dove vuoi andare principessa?»«Nelle cucine, ho tanta fame e poi voglio vedere i miei gattini…» Rhaegar si allontanò, sorridendo, e si diresse verso le stanze della moglie.
Quando entrò nella camera Ser Lewyn stava uscendo e lo salutò con un inchino. «Mio principe» Lo salutò Elia non appena entrò nella stanza, i capelli neri sciolti lungo le spalle, il vestito arancione con rifiniture rosse, i colori dei Martell «Mia Lady»Si avvicinò a lei e la baciò sulla fronte «Come è andato il viaggio?»«Bene, anche se è stato un po’ faticoso» Elia era cagionevole di salute ed in quel momento sembrava abbastanza pallida «Non dovresti affaticarti troppo, la tua salute è…» «Lo so, ma adesso è più importante» Gli prese le mani e lo fece sedere sul letto accanto a le. Rhaegar era confuso,lei era sempre importante «Cosa stai…» Gli portò le mani sul proprio ventre «perché c’è qualcuno altro di importante in me»








Angolo autrice
Salve a tutti! Sono LadyWolfReborn e questa è la mia prima storia. 
Ho iniziato a scriverla perchè amo alla follia le "Cronache del Ghiaccio e del Fuoco" e "Il trono di spade" e i personaggi di Rhaegar, Elia e Lyanna mi intrigano tantissimo. Purtroppo non sappiamo molto di loro, eccetto quello che ci viene raccontato dagli altri personaggi. Così ho voluto dare una mia personale interpretazione della loro storia e quindi delle vicende avvenute prima dell'inizio della serie. 
Spero che vi piaccia!
Ps: Ovviamente si accettano qualsiasi tipo di commenti, anche le critiche, che sono sempre utili per migliorare.
Grazie per l'attenzione e al prossimo capitolo!
Ciao!

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Capitolo 2
*** La profezia ***


Ser Arthur Dayne era il suo migliore amico, uno dei più cari e lui aveva bisogno di parlarne con qualcuno. Avrebbe potuto parlarne con Elia, ma dal torneo di Harrenal, nonostante si comportasse sempre in modo gentile con lui, c’era qualcosa di diverso, di spezzato nel loro rapporto. Sfogliò mentalmente i suoi parenti: suo padre neanche a parlarne, Viserys era un bambino e sua madre… Lei poteva anche essere una possibilità,ma non era sicuro che avrebbe capito. Ci sarebbe stato anche il prozio Aemon ma era miglia di distanza, al freddo glaciale della Barriera e spiegarli tutto tramite un messaggio consegnato da un corvo non era proprio il massimo. Rimaneva solo Ser Arthur, non che fosse il migliore per discutere di queste faccende ma si fidava di lui. Rhaegar si era rinchiuso nella biblioteca della Fortezza Rossa il giorno dopo aver appreso che sarebbe diventato padre per la seconda volta… Era passata una settimana. Usciva solo per le necessità, per dormire e per prendere una boccata d’aria. Aveva bisogno di restare da solo e pensare, e di cercare di scoprire qualcosa di più da quegli antichissimi tomi. Sfogliò distrattamente un libro enorme, leggendo i titoli con la coda dell’occhio senza vedere nulla di interessante. Il gran maestro Pycelle entrò nella biblioteca e illuminata solo da poche candele soffuse. «Altezza, non credete di dover uscire? C’è un bellissimo sole fuori, bisogna godersi queste giornate prima dell’arrivo dell’inverno, e voi siete rinchiuso qua dentro da giorni…» Rhaegar continuò a sfogliare svogliatamente il manoscritto di fronte a lui, senza degnare il maestro di uno sguardo «Vorrei rimanere qui invece, gran maestro »«Ma altezza, se permettete…»«No non permetto…» Alzò lo sguardo verso Pycelle, che incassò il colpo abbassando lo sguardo. «Adesso puoi andare gran maestro. Grazie per i tuoi consigli» Rhaegar riabbassò lo sguardo sul manoscritto, ma con la coda dell’occhio poté vedere il maestro fare un inchino e avviarsi verso la porta «Ah! Gran Maestro!» Il vecchio si voltò verso il suo principe, quasi speranzoso «Fai entrare Ser Arthur Dayne quando esci» L’uomo annuì e uscì. Rhaegar curvò un angolo della bocca, prima di tornare a sfogliare quel tomo. non si fidava di quel vecchio. Da sempre più fedele a Lord Tywin che a suo padre, più fedele ai Lannister che ai draghi e più fedele ai leoni dorati che alla catena che portava al collo. Ma re Aerys non lo aveva ancora capito, sospettoso di quelli a lui fedeli e fiducioso in quelli che l’avrebbero tradito in pochissimo tempo. E lui non poteva fare niente, tranne forse tenere queste persone il più lontano possibile dalla faccende importanti. Ser Arthur entrò nella stanza con un inchino «Mi avete fatto chiamare, vostra grazia?» Rhaegar gli sorrise divertito «Vostra Grazia? Non devi essere così formale… Quando facevamo gli scudieri insieme, mi chiamavi semplicemente Rhaegar!» Il cavaliere abbassò lo sguardo sorridendo «Siediti» Gli disse il principe, indicando la sedia di fronte a lui. Ser Arthur si sedette, anche se un po’ a fatica a causa dell’armatura «Hai trovato quello che cercavi?» Disse indicando la miriade di tomi e pergamene gettate alla rinfusa sul tavolo della biblioteca . Rhaegar picchiettò le dita sul libro che stava leggendo, fissando il vuoto «Più che altro sto cercando di dare ordine alle idee, per trovare un senso alle cose…»«Allora ci riuscirai… Sei sempre stato bravo con la testa, uno dei migliori… Però io sono più bravo con la spada» Rhaegar rise «Sono un ottimo guerriere, ma nessuno può competere con la Spada dell’Alba» Si alzò in piedi e andò a prendere una caraffa di vino . Versò una coppa per se e una per Ser Arthur Dayne, gliela porse mentre quello lo guardava confuso Il cavaliere afferrò la coppa «Di cosa hai bisogno, Rhaegar?» Il principe si allontanò da lui, sorseggiando il vino «Ti ricordi come diventai scudiero?» «E come potrei dimenticarlo? Ti eri rinchiuso qui dentro per giorni, a fare solo gli dei sanno cosa. Poi, improvvisamente, uscisti dicendo che dovevi diventare un guerriero » Bevve la sua coppa di vino tutta d’un fiato, poi sghignazzò «È per questo che hai bisogno di me? La storia si sta ripetendo e i libri ti hanno ridato una voglia matta di batterti con qualcuno?» Rhaegar sorrise, scuotendo la testa. Posò la coppa di vino «Ti ricordi perché?»«Non l’ho mai saputo..Capire che cosa ti passa per la testa è un’impresa impossibile…»«Elia ci riesce, e mi conosce da meno tempo»«È tua moglie…» Il cavaliere si alzò di scatto «Mi hai chiamato per farmi risolvere degli enigmi?» Rhaegar sorrise, sinceramente divertito «Qualcosa del genere…» Ser Arthur lo guardò confuso e scosse la testa «Vuoi darmi qualche indizio, oppure devo tirare ad indovinare?» «Hai mai sentito parlare del “Principe che fu promesso”?» L’uomo di fronte a lui corrugò la fronte «Il principe che fu promesso… a chi?» Rhaegar lo fissò allibito «A nessuno! É una profezia!» Il principe fece di tutto per trattenersi dallo scoppiargli a ridere in faccia «E allora, promesso per fare cosa?»«Sconfiggere le tenebre, portare pace e prosperità» Ser Arthur non ebbe il suo stesso tatto e scoppiò a ridere,così forte che quel suono aspro risuonò per tutta la biblioteca, facendo storcere il naso a Rhaegar «Non avrei dovuto dirtelo» Disse corrugando la fronte. L’uomo di fronte a lui continuava a ridere, faticando persino a respirare «Perdono, altezza» Disse asciugandosi le lacrime «E questo principe… Dovresti essere tu?»«Credevo di esserlo, ora non ne sono più tanto sicuro…» Riprese a sfogliare il manoscritto, aspettando che la guardia reale si calmasse «Quindi fammi capire bene…» Riprese il cavaliere alcuni secondi dopo «Tu hai iniziato a comportarti come un vero guerriero, come un vero principe solo perché credevi di essere questo principe della profezia?» Rhaegar annuì «E adesso, pensi di non essere tu, ma qualcun altro?»«Esattamente…» Rhaegar gli rispose continuando a sfogliare il manoscritto, senza guardarlo. Ma lo sentì abbandonarsi pesantemente contro lo schienale della sedia. Passarono alcuni secondi di religioso silenzio, poi ser Arthur parlò, guardando un punto fisso della stanza, lo sguardo perso «Hai sbagliato?» Rhaegar stavolta non poté fare a meno di alzare lo sguardo e fissarlo, dritto negli occhi, confuso «Cosa?»«Rhaegar Targaryen, l’ultimo dei draghi, ha sbagliato i suoi calcoli?» Il cavaliere voltò la testa verso il principe, guardandolo negli occhi. Rhaegar rispose un po’ deluso «Sono umano anche io… Ho commesso molti errori, tantissimi, sin dal giorno in cui sono nato…»La tristezza lo invase, facendolo sentire, inutile, debole… Troppo poco per soddisfare le aspettative degli altri. Ser Arthur si alzò e incominciò a girovagare per la stanza «Chi pensi che sia?» Disse dopo qualche secondo «Mio figlio…Forse» Il cavaliere era sconvolto «Un bambino non ancora nato?»«Ho detto forse…»«Pensavo fossi solo un po’ strano, non completamente folle» Rhaegar lo fissò, la sofferenza lasciò spazio all’offesa e alla rabbia, erano amici, ma aveva superato il limite «Esci da questa Stanza!» Lo disse con il tono più autoritario possibile «Ho bisogno di stare da solo!» Ser Arthur stava per dire qualcosa, però si fermò, si inchinò, mugugnò un “con permesso” ed uscì. Il principe rimase da solo, nella semi-oscurità, le candele che producevano solamente una tetra luce. Prese la sua arpa e iniziò a suonare, gli occhi chiusi, mentre ascoltava quella melodia, triste, lontana, profonda. Uscì piano dalla biblioteca e percorse i corridoi della Fortezza Rossa, fino al cortile. Quando uscì all’aria aperta, tutto diventò bianco. Si fermò un attimo, una mano poggiata su un muro per reggersi, mentre con l’altra si massaggiò gli occhi. Passò un po’ di tempo prima che riuscisse a riabituarsi alla luce, aveva passato troppo tempo nella semi-oscurità. «Mio principe, state bene?» Rhaegar alzò lo sguardo. Il ragno tessitore stava di fronte a lui, chinato in avanti, preoccupato. Era apparso dal nulla, silenzioso come al solito, colpa di quelle strane pantofole che portava sempre. «Lord Varys…» Rhaegar si rimise dritto, composto «Non è niente, troppo tempo nel buio della biblioteca» «Oh! Le tenebre» Sul volto incipriato apparve un sorriso mellifluo «Spesso portano gli uomini alla perdizione... e poi quanto è difficile ritrovare la retta via…» Si inchinò, il sorriso sempre stampato in faccia«Con permesso, Vostra Altezza» E si allontanò, silenzioso. Il principe lo seguì con lo sguardo senza dire una parola, inquieto. Appena scomparve dalla sua vista, Rhaegar riprese a respirare. Quell’ “uomo” gli faceva sempre venire un brivido lungo la schiena. Scosse la testa e si allontanò, verso il cortile vero e proprio. Ser Oswell Whent stava aiutando suo fratello Viserys a montare a cavallo «Vostra altezza, siete sicuro di riuscire a controllare il cavallo da solo?»Ser Whent era un po’ preoccupato, e stringeva le redini del cavallo come se non avesse nessuna intenzione di lasciarle. «Certo che sono sicuro!» Il bambino cercò di tirare verso di se le redini, ma la stretta del cavaliere era irremovibile. Viserys lo guardò offeso «Io sono Viserys Targaryen dell’antico sangue di Valyria, un principe, un drago!» Disse quelle parole con orgoglio, come solo un principe poteva fare «Mio fratello è il grande Principe Rhaegar, l’ultimo dei Draghi! Credo di essere in grado di andare a cavallo da solo!» Urlò quelle parole, tornando ad essere il bambino viziato che era. «Io non avevo sette anni quando imparai a cavalcare» Disse Rhaegar sorridendo, avvicinandosi a loro. «Mio principe, lo faccia ragionare, ve ne prego! il cavallo è troppo grande e lui e troppo inesperto!» Rhaegar guardò Viserys, che lo fissava supplicante «Ti preeeeego!» Il principe di Roccia del Drago annuì, Ser Whent sbiancò, sconvolto; Viserys era raggiante «Siii! Urrà!» «Però vai piano! Sta attento!» Il bambino annuì velocemente mentre sorrideva. La guardia reale iniziò a lasciare le redini «Con permesso, vostra Altezza, ma io non sono ancora del tutto convinto che sia una buona idea…» Viserys era così impaziente che non gli permise neanche di finire la frase, saltellò sulla groppa del cavallo e strinse violentemente le caviglie contro i fianchi del destriero. L’animale partì al galoppo. Rhaegar impallidì, Ser Whent non riuscì ad afferrare le redini in tempo e il cavallo si allontanò velocemente. «Viserys!» Gridò il principe, partendo all’inseguimento dell’animale insieme alla guardia reale, mentre alcuni stallieri cercavano di fermarlo. Suo fratello gridava come un pazzo, aveva abbandonato le redini e si stringeva al collo del cavallo. Non avrebbe dovuto lasciarglielo fare, si sentì terribilmente in colpa “Vi prego dei, fate che non gli accada niente!” Si diresse verso le stalle e montò su uno dei cavalli e partì all’inseguimento del fratello. L’animale sembrava inarrestabile, e stava percorrendo l’immenso cortile della Fortezza Rossa in brevissimo tempo. Rhaegar raggiunse il cavallo, ma non riuscì ad afferrare le redini. Così prese suo fratello dalla collottola «Viserys! Molla la presa!» Nonostante fosse incredibilmente spaventato il bambino annuì e Rhaegar lo trascinò sulla sua sella. Gli stallieri riuscirono a fermare il cavallo imbizzarrito. «Stai bene?» Chiese al piccolo Targaryen che stava abbracciato contro il suo petto «Adesso si!» Rispose Viserys respirando affannosamente e stringendosi di più a lui. Rhaegar rispose all'abbraccio. Lui non poteva essere “il principe che fu promesso”. Il prescelto della profezia non avrebbe continuato a fare errori su errori, non poteva essere stupido come lui. Angolo dell'autrice Ciao a tutti! Sono tornata con questo secondo capitolo, Rhaegar ha parlato della profezia che lo assilla tanto e che spesso gli fa commettere strane azioni, cosa potrebbe mai succedere nel prossimo capitolo? Aspettate e vedrete ^^ Spero che questo capitolo vi sia piaciuto :D E se avete critiche o commenti da fare sono sempre vene accetti. Al prossimo capitolo

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