Amnesia

di MithriLady
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La splendida Londra ***
Capitolo 2: *** Benjamin Barker ***
Capitolo 3: *** Scheletri nel...pavimento ***



Capitolo 1
*** La splendida Londra ***


Ok, ecco la mia prima fic su Sweeney Todd (ancora non ci credo, no ditemi che non lo sto facendo XD)
Allora, ad essere sincera l'idea mi è venuta leggendo la fantasmagorica parodia di marjane (che mi fa ancora morire dalle risate tralaltro!!), ma si sviluppa su un filone meno demenziale. Qui la storia è spiccicata a quella del film (o almeno, ho cercato di renderla il più simile possibile) e i personaggi conservano più o meno la loro personalità...a parte ovviamente Sweeney, il quale passerà da non capire minimamente cosa sia un rasoio al ricordare perfettamente episodi della sua vita.
In ogni caso, ho voluto pensarci più di due volte prima di pubblicarla. Non è assolutamente mia intenzione plagiare marjane in alcun modo, ne alcuna altra storia qui su EFP. E se la fic si presenta come un plagio, potete provvedere a rimuoverla.
Ah e parlando di disclaimer, nemmeno gli autori di Sweeney Todd, perchè non ottengo profitti da questa fic a discapito dei loro rispettivi autori.
Detto questo...beh buon divertimento! Non è proprio divertentissima, ma ho fatto del mio meglio.
Questo capitolo è solo un'introduzione, quindi forse la troverete un po' breve. Nei prossimi si allunga un po'! ^^
Comunque, ditemi che ne pensate!

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E se… Sweeney Todd soffrisse di amnesia?
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La splendida Londra

Uscito dalla coperta, Antony si ritrovò di fronte allo spettacolo che più aveva atteso durante quel lungo e spossante tragitto in alto mare: Londra.
Colto da un’improvvisa ispirazione, cominciò a narrare ad un ascoltatore ignoto delle sue imprese passate, tra cui il giro del mondo in ottanta giorni e la traversata transatlantica delle Bahamas; quindi arrivò a descrivere l’ultima delle sue visioni, la splendida città di Londra, che sfavillava di luce ed energia proprio lì davanti a lui.
Ma a quanto pare non era la sua giornata, perché proprio quando stava per intonare l’ultimo verso della gioviale canzoncina, comparve un losco individuo, dall’aspetto trasandato e sinistro, che si apprestava a concludere la frase con toni lugubri.

No there’s no…

Si fermò di colpo, sembrava dubbioso.

…place like London?

Domandò Antony di rimando.

Come in un sortilegio, all’arrivo dello sconosciuto la notte scese su Londra, le limpide acque divennero putride e scure, e nulla sembrava come prima; Antony dovette stropicciarsi più e più volte gli occhi per comprendere di aver bisogno di un oculista.
Guardandosi attorno con aria interrogativa, l’uomo incrociò gli occhi del ragazzo, il quale non poté non fare altrettanto.

“Ehm…Scusi la domanda…ma Lei chi è?” chiese con riguardo.
L’uomo sembrava sforzarsi visibilmente.
“Io….io…………….io?
Si guardarono muti per qualche minuto. Il ragazzo si accorse di un paio di pesci attaccati alla rete da pesca che quello strano individuo aveva ancora tra le gambe. Si allarmò.
“Lei…Da quanto tempo è qui? Abbiamo perso quella rete da settimane!”
“La rete…già…Si, ora ricordo!” Esclamò l'altro. Ma subito dopo ritornò cupo e pensieroso.
“Non si sarà mica arrampicato sulla nave clandestinamente?”
“Io…sì, certo! Ecco cosa!! Cioè…no..come puoi pensare una cosa simile, Antony?”
“E come diavolo conosce il mio nome??”
“Dettagli”
“Senta, o Lei scende subito di qui o la faccio arrestare per approdo clandestino su una nave della marina!”
“Per carità! No, no! Non di nuovo!!”
E si rintanò curvo in un angolo, cadendo in depressione.
Il ragazzo mosso da compassione si avvicinò all’uomo poggiandogli una mano sulla spalla.
“Suvvia. Non volevo spaventarla. Ritiro quello che ho detto. Scenderà a Londra, la lascerò libero. Ma badi bene di non farsi mai più rivedere.”
L’uomo si alzò lentamente da terra e si eresse con sguardo grave e assorto, per poi inciampare con la rete cadendo faccia a terra.
“Porca di quella…
Londra?” Domandò truce. “Londra…Ricordo qualcosa, ma di preciso non so cosa…”
Antony sembrò aver capito la situazione.
“Sa, signore…mi sembra colto da una leggera forma di amnesia. O qualcosa di molto simile”
“Amnesia? Io sto benissimo figliolo!! Avanti, scendiamo subito. La città ci attende!”
E gli diede una sonora pacca sulla spalla. Poi, puntando dritto al bordo del ponte, capitombolò, cadendo in acqua.

Qualche minuto dopo lo recuperarono dal porto più vicino. Antony non osò farsi vedere.
Fradicio e puzzolente, lo strano individuo si diresse verso la città, scivolando catastroficamente ogni due passi su neri mattoni sudici. Colto da un’allucinazione, iniziò inconsciamente a intonare una delle filastrocche che gli insegnarono all’asilo. Solo che non sapeva cosa fosse un asilo.
Si convinse di star sognando o almeno di star facendo qualcosa di buono: le strade di quella strana città erano poco allegre senza un po’ di musica.
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Che ve ne pare?? Lo so è pessima...quando l'ho scritta dovevo essere in uno stato alquanto confusionario...XD
Accetto consigli, critiche e quant'altro.
ps. anch'io sono una fan di Sweeney, semplicemente lo adoro, quindi immaginate che tortura ridurlo così. XD

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Capitolo 2
*** Benjamin Barker ***


Eccomi con un altro capitolo!!

Prima di tutto ringrazio Nellie89 per l'incoraggiamento, mi ha fatto piacere che ti sia piaciuta (piacere piaciuta, scusate XD) e che certo che ho notato la tua passione per il pairing Sweeney-Lovett, mi stai lentamente (e piacevolmente) contagiando!!
E che dire per il futuro di questa storia...chissà, forse potrebbe accadere qualcosa, del resto il nostro Todd è di mente debole (beninteso!) e conoscendo il caratterino della Lovett lo scoprire una cosa così favorevole per i suoi intenti potrebbe ribaltare la situazione! Ma è tutto da vedere - anche perchè devo vedere quanto regge la MIA mente a fantasticare XD
ma ora basta cianciare, buona lettura!^^

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Benjamin Barker

Aveva percorso quelle strade tante volte in passato, ma ora non riusciva a rammentare alcunché.
Dopo ore e ore di cammino, e infinite imprecazioni involontarie in prosa, non si sa come l’uomo giunse infine alla sua destinazione: alta, imponente e maledettamente armonizzata con l’atmosfera del posto. Era la sua casa, ove per anni aveva prestato servizio alla città con le sue preziose abilità di barbiere. La fissò con intensità. Poi si voltò e continuò per un’altra strada.
“Che diamine di posto è questo? Ottime strutture, non c’è che dire, ma so di sbagliarmi…dovevo essere un fruttivendolo. O qualcosa di simile”

Sfinito, si ritrovò a rubare per sopravvivere. Era ridotto a un relitto. Nessuno lo riconosceva, o così gli pareva; e nell’eventualità che lo scoprissero, bastava dargli uno sguardo per convincersi a non inseguirlo.
Passarono un paio di settimane dal suo approdo; ed era felice, cominciava a ricordare.
“Sì, non c’è dubbio. Un ladro” si diceva sempre.

Finché non si ritrovò nuovamente nei pressi della sua vecchia abitazione. Di certo aveva già dimenticato di esserci passato una ventina di volte.
Ma stavolta rimase attratto da una grossa insegna che recitava: Mrs. Lovett Pie Shop.
“Fantastico!” si disse. Non mangiava dalla sera precedente, e vista l’evidente poca frequenza di clienti del posto rubare qualche delizia doveva essere un giochetto da nulla.
Aprì lentamente la porta del negozio, silenzioso e guardingo. Era un posto trasandato e buio, con delle finestre velate da tende grigiastre e tavoli in legno grezzo. Sul fondo, seminascosto dall’oscurità, un lungo tavolo dove polvere e farina si mescolavano, pieno di attrezzi da cucina, ingredienti e qualche boccale mezzo vuoto di birra. Dietro il bancone una donna si affaccendava a preparare la pasta pronta da farcire.
“E’ sola, posso farcela. Non dovrei metterci molto…Anche se quel coltello mi preoccupa.” Pensò l’uomo.
Improvvisamente, mentre era fermo a pensare sul da farsi, la donna si accorse di lui, lanciando un verso di spavento. Era fatta. Non potevano non restare disgustati da lui, o almeno allontanarsi per via del tanfo che emanava. Pronto per attuare il piano, restò di sasso scoprendo che gli si stava avvicinando, dritta e decisa. A quanto pare non temeva il suo aspetto.

Wait!
What's your rush? What's your hurry?
You gave me such a…
Fright, I thought you was a ghost!


Un fantasma?? Che fosse sotto l’effetto di qualche droga?

Half a minute, can'tcher sit!
Sit you down, sit!
All I meant is that I haven't seen a customer for weeks!


Lo sbatacchiò sulla sedia.
Ma certo! Poteva fingersi un cliente!

Did you come here for a pie, sir?
Do forgive me if me head's a little vague…
Ugh! What is that?
But you think we had the plague!
From the way that people
Keep avoiding…
No you don't!


Piuttosto violenta la tipa.

Heaven knows I try, sir!
But there's no one comes in even to inhale!
Right you are, sir, would you like a drop of ale?


Ecco, ora si cominciava a ragionare!

Mind you, I can't hardly blame them!
These are probably the worst pies in London!
I know why nobody cares to take them,
I should know,
I make them,
But good? No!
The worst pies in London,
Even that's polite!
The worst pies in London,
If you doubt it, take a bite!


Se nessuno li comprava tanto meglio, erano tutti per lui! Che dovevano avere poi di così tremendo…diede un morso. Restò pietrificato.

Is that just disgusting?
You have to concede it!
It's nothing but crusting!
Here, drink this, you'll need it!
The worst pies in London...


Ingurgitò il boccale di birra che gli porse, soffocandosi. La donna non parve accorgersene, presa com’era dall’appassionato racconto.
Quindi riprese a lavorare la pasta con l’energia di un lottatore di sumo.

And no wonder with the price of meat
What it is
When you get it
Never
Thought I'd live to see the day
Men'd think it was a treat
Findin' poor
Animals
Wot are dyin' in the street!


Dovevano avere un buon gusto. Di certo migliore di quello di quegli orrendi pasticci.

Mrs. Mooney has a pie shop!
Does a business but I notice something weird.
Lately all her neighbors' cats have disappeared!
Have to hand it to her --
Wot I calls
Enterprise
Poppin' pussies into pies!


Gli venne un leggero languorino. Ricordava quando un paio di giorni fa aveva catturato un gattino per cena.

Wouldn't do in my shop!
Just the thought of it's enough to make you sick!
And I'm tellin' you, them pussycats is quick!


Aveva perso ogni speranza. Se almeno anche lei avesse usato una carne migliore, sarebbe rimasto volentieri al negozio, rendendola schiava e minacciandola di morte nel caso non volesse cucinare per lui. Ma tutto questo fece aumentare il suo appetito; e ancor di più il languorino, pensando ai gatti.

No denying times is hard, sir
Even harder than the worst pies in London!
Only lard and nothing more --
Is that just revolting,
All greasy and gritty?


Bevve un’altro sorso, sentiva il terribile gusto ancora in gola. Restava lì ad ascoltarla solo per non essere scortese, ma iniziava a spazientirsi.

It looks like it's molting,
And tastes like,
Well, pity
A woman alone,
With limited wind,
And the worst pies in London!
Ah, sir, times is hard,
Times is hard!


Ebbe pietà per quel povero insetto.
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Quando la donna ebbe finito, l’uomo si rese conto di non poter più contare sull’apparenza del proprio aspetto, né del lezzo che emanava, dato che gli si era avvicinata troppe volte per non essersene accorta.
D’altronde, anche lei sembrava decisamente sciupata. Percepì un ché di affinità.
Lo invitò a bere un bicchiere di gin nell’altra stanza, e lui accettò senza obbiettare; qualsiasi cosa fosse, di sicuro doveva dissetare. Ma non dimenticò il motivo per cui era lì.
L’altra stanza era meno spartana, ma conservava sempre una lugubre luce, addolcita lievemente dal caminetto nel centro. Fece un breve calcolo: nessuno avrebbe potuto scoprirlo; ma mentre le si avvicinava furtivo, fu costretto a sedersi e a bere.
Bruciava come fuoco in gola! Ma a parte qualche colpetto di tosse impercettibile, non volle dare segno di disapprovare. La donna non faceva altro che parlargli delle sue condizioni finanziarie… e di tappezzeria.
Cosa ci trovava di così interessante? Poi l’uomo le diede uno sguardo, e intravide cosa aveva alle spalle: sembrava una stanza disusata, più in alto rispetto al loro livello. Avrebbe potuto imprigionarla laggiù.
Ma mentre fissava la scalinata lo colse un’acuta fitta alla testa, e gli parve di rammentare qualcosa di lontano e inarrivabile. La donna se ne accorse e riprese a parlare.
“Oh quella? Dicono che è stregata.”
“Stregata?”
“Sì. Qualcosa di terribile accadde, tanto tempo fa.”

There was a barber and his wife,
And he was beautiful
A proper artist with a knife,
But they transported him for life.
And he was beautiful...


“Barbiere..?” Chiese l’uomo. Una nuova luce pareva illuminare ora l’oscurità nella sua mente.
“Barker era il suo nome, Benjamin Barker.”
Volle saperne di più. “Qual’era la sua colpa?” Chiese d’istinto. Ma poi sembrò correggersi.
“No, no, no, un attimo…come faceva?”
“Faceva cosa?”
“La canzone. Come avete detto?”
La donna lo guardò sorpresa; poi ricominciò.

There was a barber and his wife…

“Uhm..sì, sì certo…”

… And he was beautiful…

“No. Qui non ci siamo. Era lei ad essere bellissima, me lo ricordo!”
“No, signore. Lui era bellissimo.”

She was beautiful!

No! He was beautiful!

She!!

He!!


E così continuarono fino a non avere più fiato.
“Almeno fatemi finire la storia, diamine!” Strillò lei, esasperata.
“Ok, glielo concedo”
“Oh dio mio grazie…! Insomma eravamo alla sua colpa. Beh, era uno stupido. ” Poi ritrovò rapidamente la sua dolce voce.

He had this wife, y'see,
Pretty little thing,
Silly little nit,
Had her chance for the moon on a string.
Poor thing.
Poor thing.
There were these two, y'see,
Wanted her like mad,
One of 'em a judge, t'other one his beadle!
Every day they'd nudge and they'd wheedle!
But she wouldn't budge from her needle!
Too bad,
Pure thing.
So they merely shipped the poor blighter off south, they did,
Leavin' 'er with nothing but grief and a year-old kid!
Did she use her head even then? Oh no, God forbid!
Poor fool!
Ah, but there was worse yet to come, poor thing...

Well, Beadle calls on her all polite,
Poor thing,
Poor thing!
The judge, he tells her is all contrite,
He blames himself for her dreadful plight,
She must come straight to his house tonight,
Poor thing,
Poor thing!

Of course when she goes there, poor thing, poor thing,
They're 'avin' this ball all in masks!
There's no one she knows there, poor dear, poor thing!
She wanders tormented and drinks, poor thing!
The judge has repented, she thinks, poor thing!
'Oh, where is Judge Turpin,' she asks...
'E was there alright,
Only not so contrite!

She wasn't no match for such craft, y'see,
And everyone thought it so droll.
They figured she had to be daft, y'see,
So all of them stood there and laughed, y'see!
Poor soul!
Poor thing!


Durante questo triste racconto, l’uomo restò ad ascoltare con uno sguardo truce e perso in ricordi obliati. Sì, ecco cosa doveva essere successo nel frattempo. Ma cosa più importante, sapeva COS’ERA e che lavoro faceva in realtà.
Poi, inconsapevolmente, provò un forte dolore al petto, come se quelle vicende lo riguardassero da vicino…ma certo! Sua moglie! Come aveva potuto dimenticarsene?? Lui era rimasto in carcere per 15 anni, in attesa di rivederla, di rivedere lei e sua figlia!
Ma ora era tornato, e poteva riprendersi quello che era suo di diritto, quello che rappresentava la sua ragione di vivere.
“NO!!” Urlò con quanto fiato gli era rimasto dalla discussione precedente, tossendo violentemente.
“Allora siete voi…Benjamin Barker!”
“No. Nessun Barker. Mi chiami…vediamo… Todd per ora se le và. Sweeney Todd, ecco. Ok? Finché non avrò detto la mia versione di chi era bellissimo - cioè bellissima - non me ne andrò di qui”
“Va bene, signor Bark…ehm Todd. Dica pure” Concluse lei spazientita.
E il signor Todd cantò finalmente quello che avrebbe dovuto cantare ad Antony.

Conclusa la disputa, si misero d’accordo che sì, entrambi erano bellissimi, ma solo uno di loro era vivo.
E purtroppo tutt’altro che allegro.

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Capitolo 3
*** Scheletri nel...pavimento ***


Scheletri nel… pavimento

La discussione s’infiammò a tal punto che Sweeney uscì imprecando dalla stanza precipitandosi nella mansarda, giustificandosi con la signora del posto, la signora Lovett, con un delicatissimo ‘Voglio visitare quella dannatissima stanza, va bene??’
Percorse la scalinata a grandi passi e in tutta furia. “Dannazione!” Strillò giunto sulla porta. Non aveva la chiave con sé, e di scendere di nuovo giù non se ne parlava. Allora iniziò a prenderla a calci, e dopo un paio di sferzate la porta cadde con un tonfo assordante.
Nellie fece finta di nulla e tornò fischiettando alle sue faccende.

Giunto sin lì non aveva mai pensato a come potesse conoscere così bene quel luogo, non vi aveva fatto caso adirato com’era; ma ci era giunto. Eppure in cuor suo sapeva di essere a casa sua. Ma perché? Cosa aveva che non andava? Quella donna era maligna, faceva uno strano effetto su di lui.
Ricordava quando, due settimane prima qualcuno lo aveva avvertito: amnesia forse? Ma cos’era, non riusciva a capirlo. Né ricordava chi diavolo fosse quel qualcuno.
Ma i suoi contorti pensieri si andarono a posizionare su un oggetto piccolo e lucente sul pavimento, illuminato dalla luce che di sbieco filtrava da una grande vetrata in fondo. Un rasoio. Accanto, la scatola che lo conteneva, con dentro altre sei altrettanto luccicanti lame. Un’asse di legno più distante dava a pensare che erano nascosti sotto il pavimento; la caduta della porta doveva aver fatto un po’ di danni.
Ma assieme alla scatola, se ne accorgeva lentamente, tante altre cose erano balzate fuori dal parquet: dei bastoni da cricket, batteria di pentole acciaio inox, vecchie bambole di pezza, un servizio in finta porcellana, pile e pile di riviste gossip femminili, e così di scorrendo. Tutta roba della Lovett quindi. Gli vennero i brividi.
In quella confusione, Sweeney ebbe un gran giramento di testa e quel forte dolore ritornò alle tempie; quindi cessò, lasciandolo ancora parecchio frastornato. In preda a qualche raptus poi, improvvisamente e con suo gran stupore, prese in mano la prima cosa che gli capitò a tiro, intonando una canzone dolce e soave, degna di vincere Sanremo giovani.

These are my friends,
See how they glisten.
See this one shine,
How he smiles in the light,
My friends,
My faithful friends...


E distese alla bianca luce solare la ciabatta che aveva in mano.
La guardava felice, ammirandola. Era ritornata, sì, ne era certo. Era ritornata da lui; e non aveva la più pallida idea di cosa fosse.
Ma continuò, allontanando quel pensiero.

Speak to me, friend.
Whisper, I'll listen.
I know, I know
You've been locked out of sight
All these years!
Like me, my friend!


La avvicinò all’orecchio, come se potesse parlargli. Poi continuò l’elogio innalzandola al centro della stanza.

Well, I've come home
To find you waiting!
Home,
And we're together...
And we'll do wonders...
Won't we...?


La signora Lovett aveva sentito la performance, salendo di corsa. Nonostante tutto l’arrabbiatura le era passata; e poi, lui era il suo amato! E che voce che aveva!
Le sue lodi interiori cessarono del tutto quando lo videro con quella roba in mano, una sua ciabatta vecchia di anni. Allora si avvicinò a Sweeney cauta, vedendolo prendere rapido dal pavimento un ferro da stiro arrugginito, al quale ora si rivolgeva.

You there, my friend,

Quindi anche lei prese a cantare, e si ritrovarono a duettare senza che lui se ne accorgesse minimamente.

I'm your friend too, Mr. Todd.

Come, let me hold you.

If you only KNEW, Mr. Todd.


E da dietro la sua spalla tentò di levargli quelle cianfrusaglie di mano; ma Sweeney si voltava di scatto e inaspettatamente.

Now, with a sigh,

OOH, Mr. Todd..!


Poi arrivò a toccarle, ma rapido lui cacciò le mani indietro, che si andarono a posare sulla sua spalla.

You grow warm

You're warm

In my hand...
In my hand...


Ma era lì appoggiata alla sua spalla, e non dimenticava quanto lo aveva amato di nascosto…

My friend,

You've come home...


…e stava anche scoprendo un lato…un po’ assurdo del suo carattere.

My clever friend...

Always had a fondness for you,
I did.


Ma nonostante quello, ecco, l’aveva detto! Ora doveva averla sentita per forza, almeno sperava. Ma Sweeney si allontanò verso l’ampia vetrata assorto nel suo canto migliore. Cerume, ovvio, di anni e anni nelle orecchie.

Rest now, my friends.

Never you fear, Mr. Todd.


Eh beh, certo. Era lui a metterle paura!

Soon I'll unfold you.

You can move in here


(Ma senza toccare roba che non ti appartiene)

Soon you'll know splendors

Mr. Todd. Splendors

You never have dreamed
You never have dreamed

All your days,
All your days

Will be yours!

My lucky friends.

I'm your friend,
And you're mine!

Till now your shine

D…Don't they shine beautiful?


Certo, il ferro da stiro luccicava…

Was merely silver.

Silver's good enough for me,

Friends,

Mr T...


Lei si avvicinò al suo collo, odorando profondamente fra I suoi capelli. Un bagno non poteva essere evitato.

You shall drip rubies,
You'll soon drip precious
Rubies...


Quindi Sweeney le disse di andarsene, di lasciarlo solo coi suoi amici. Il tutto le sembrava un po’ strano, ma accettò di buon grado, andando di corsa a preparare la vasca dove poi l’avrebbe gettato.

Ora era solo, con quelli che poi sarebbero diventati i suoi inseparabili amici. Stese nuovamente il braccio verso la luce, verso il cielo grigio di Londra, e con chissà cosa in mano, sentenziando rude la sua minaccia di morte.
“Finalmente… il mio braccio è nuovamente inter…”
E così si addormentò, colto da un improvviso sonno. Ma restò in piedi in quella posizione, finché la Lovett non lo trascinò di peso nell’acqua calda che gli aveva preparato.

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