And the Oscar goes to... di SaraJLaw (/viewuser.php?uid=539207)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le candidature ***
Capitolo 2: *** Il red carpet ***
Capitolo 3: *** La cerimonia ***
Capitolo 4: *** The Vanity Fair after party ***
Capitolo 5: *** Conseguenze ***
Capitolo 6: *** Faccia a faccia ***
Capitolo 7: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Le candidature ***
And the Oscar goes
to...
Capitolo 1. Le
candidature
Non
mi era mai importato molto dei premi. Insomma, era
ovvio che mi facesse piacere essere candidata e vincere anche, ma di
certo contavano di più il sostegno della mia famiglia, dei miei
amici e dei miei fans. Da anni ormai ricevevo telefonate spacca-timpani
della mia agente che mi comunicava le buone o le cattive notizie. Aveva la
particolare abilità di chiamarmi alle ore più disparate
del giorno e della notte. Quella volta non fece eccezione,
naturalmente. Era domenica e stavo dormendo profondamente; mi ero
auto imposta che quello sarebbe stato il mio giorno sacro, durante il
quale avrei potuto fare o non fare quello che volevo. Incluso dormire
fino a tardi. Peccato che il mio brillante piano fu rovinato dalla
suoneria del cellulare che avevo sul comodino. Mi ci volle un po' per
accendere il cervello, o quanto meno riuscire a collegarlo al corpo.
Allungai una mano e risposi, socchiudendo gli occhi per via della
luce che filtrava dalle finestre.
“Pronto?”
dissi con voce impastata.
“CE
L'HAI FATTA!!! E SONO CINQUE!”
“Che?”.
Riconobbi subito la voce agitatissima di Judie, la mia agente, ma non
riuscii a registrare il significato delle parole, visto che ero
ancora intontita dal sonno. “Santo Dio, sono le otto di
mattina!”.
“Lo
so scusami, però sono riuscita a sapere le candidature! Per
gli Oscar! Sei stata nominata anche quest'anno, ti rendi conto?”.
Okay, non era agitatissima, ma completamente fuori di testa.
“Wow,
sì.”
“Jennifer
riesci a dire una parola che sia formata da più di una
sillaba? Non sei contenta?!”
“Certo
che lo sono, ma lo sarei ancora di più se mi avessi chiamato
tra qualche ora. È chiedere tanto?”. Per quanto mi
sforzassi, non riuscivo a parlare con una voce normale. Da quando ero
diventata così pigra? Cioè, da quando ero diventata più
pigra di quanto non lo fossi già.
“Lo
so che è domenica, che vuoi startene rinchiusa in casa isolata
dal mondo e tutto il resto. Però era troppo importante! E poi
ho una notizia bomba per te.”
“Un'altra?”
chiesi con un lamento.
“Mi
sono informata anche sulle altre categorie, e indovina chi è
stato candidato per la miglior regia?”
“Judie,
non sono fisicamente in grado di rispondere agli indovinelli.”
“Reggiti
forte. Josh Hutcherson!”
“CHI?!”.
Di scatto mi alzai a sedere sul letto, la nebbia che avevo nel
cervello era scomparsa. Ero più che sveglia.
“Sapevo
che avresti reagito così. Ha sorpreso un po' tutti in realtà,
anche perché non è stato candidato per nessun altro
premio in quella categoria. Solo ai Golden Globe per il miglior
attore protagonista. Però a Cannes e Venezia ha vinto, quindi
le basi ci sono.”
“Sul
serio? E perché non ne sapevo niente?”
“Non
ti sei mai informata su queste cose e io non ti ho detto mai nulla
per questo motivo. E poi alla cerimonia non c'era neanche. Ma dato
che vi vedrete fra poco più di un mese, ho pensato di
avvisarti.”
“Ah
certo. Hai fatto bene.”
“Tutto
a posto? Ti sento strana.” A volte quella donna riusciva a
somigliare a mia madre in una maniera incredibile. Anche lei capiva il mio stato d'animo basandosi sulla mia voce. Cercai di
dissimulare il tutto con uno sbadiglio.
“Sì
sì. È tutto okay, ho sonno però. Torno a
dormire, va bene?”
“D'accordo.
Congratulazioni Jen!”
“Grazie
Judie, ciao.”
Chiusi
la telefonata e poggiai il cellulare sul comodino, per poi sdraiarmi
di nuovo. Mi passai entrambe le mani sul viso e poi tra i capelli,
per tirarli indietro. Fissai il soffitto della mia camera, persa nei
miei pensieri. Ero contenta per la mia candidatura. L'ultima risaliva
a due anni fa, sempre come miglior attrice protagonista, ma non avevo
vinto. Tra un mese sarei tornata su quel tappeto rosso, ma questa
volta ci sarebbe stato anche lui.
Josh. Al solo pensarci, il cuore
cominciò a battere più velocemente. Non lo vedevo dalla
promozione di Mockingjay parte 2,
nel 2015. Erano già passati tre anni. Accidenti. Ci eravamo
ripromessi di mantenerci in contatto, non potevamo permettere che
un'amicizia bella e profonda come la nostra finisse nel
dimenticatoio, ma le possibilità di incontrarci diminuirono
sempre di più, e la stessa sorte toccò alle telefonate
e ai messaggi. Avevamo troppi impegni. E di certo i giornalisti e
quei dannati paparazzi non aiutarono. Risultato? Sms per gli auguri
di Natale, Pasqua e compleanno. Basta. All'inizio quella freddezza
involontaria mi fece stare molto male, ed ero sicura che anche per
lui fosse stato stato difficile, ma col tempo ci feci l'abitudine.
Speravo sempre di incontrarlo a qualche evento, ma si faceva vedere
raramente, solo per promuovere un paio di film. In effetti dopo
quelle pellicole, non sentii più parlare di nuovi progetti che
includessero anche lui, il che era strano. Amava troppo il suo lavoro
per abbandonarlo così presto. A quanto pare invece, si era
dedicato allo studio della regia, riuscendo a ricevere addirittura la
nomination agli Oscar. Ne aveva fatta di strada il mio Hutch.
Sbuffai, scansai le coperte e scesi dal letto. Era inutile rimanere
lì, tanto non avrei più chiuso occhio. Mi avvolsi in
una vestaglia e mi diressi in cucina, dove mi preparai un caffè.
Mentre lo sorseggiavo, tornai con la mente agli eventi ai quali
avevamo partecipato insieme, e a quanto delirio avevamo causato tra
gli appassionati della saga di The Hunger Games.
Di certo quella volta sarebbe stato diverso. Si trattava degli
Accademy Awards, non della promozione di quei film ma,
guardando fuori dalla finestra, mi accorsi di sorridere leggermente
all'idea. Come ci chiamavano i fans? Ah, sì. I Joshifer
sarebbero tornati insieme.
Ciao
a tutti!!!
Sono
tornata con una nuova ff Joshifer, questa volta con i nostri veri
beniamini. L'ispirazione per questa storia mi è venuta giorni
fa, quando io e due amiche sognavamo di vedere Josh candidato agli
Oscar. Anche perché se lo meriterebbe! Ho pensato al nostro
Hutch in versione regista perché ce lo vedo, sarebbe davvero
bravo. Come sempre del resto! Spero che questo primo capitolo vi sia
piaciuto e che continuerete a seguire la storia =)
Alla
prossima,
Sara
|
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Capitolo 2 *** Il red carpet ***
And the Oscar goes
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Capitolo 2. Il red
carpet
Trovavo
piuttosto fastidioso essere pettinata, truccata e vestita da un
gruppo di persone che mi fissava. Ero letteralmente circondata.
Abbastanza inquietante. Ma dovevo ammettere che quella era la parte
meno stressante della giornata, considerando quello che mi aspettava.
Quindi decisi di rilassarmi il più possibile e di non pensare
alle scarpe che mi avrebbero distrutto i piedi, all'impossibilità
di mangiare fino alla fine dello show, ai flash dei fotografi, alle
domande dei giornalisti. Sentivo mia madre, già vestita di
tutto punto, aggirarsi per la stanza, senza stare un attimo ferma;
mio padre era nel piccolo salotto della suite, insieme ai miei
fratelli, le mie cognate e il mio nipotino; Judie parlava senza sosta
al cellulare, e sinceramente non riuscivo neanche a capire
l'argomento. Stavo riuscendo davvero a rilassarmi. Strano, non era da
me. Ad un certo punto il mio staff chiese a mia madre e alla mia
agente di andare nell'altra stanza, visto che dovevo indossare
l'abito, e volevano che fosse una sorpresa per tutti. Dopo qualche
piccola protesta, uscirono entrambe. Mi alzai dalla poltrona, tolsi
l'accappatoio e mi dedicai al bellissimo vestito che avevo scelto una
settimana prima. Una volta indossati i gioielli e dati gli ultimi
ritocchi al trucco, passai davanti all'enorme specchio accanto
all'armadio, e finalmente mi vidi: l'abito blu notte, di seta, mi
fasciava il busto, lasciandomi nude sia le braccia che la schiena,
mentre la gonna aveva una linea leggermente più morbida, e
creava un piccolo strascico quando camminavo. La scollatura non era
eccessiva, così come il trucco sugli occhi e gli accessori. I
capelli erano acconciati in uno chignon semplice, come quelli portati
dalle ballerine di danza classica. Non sembravo nemmeno io. Appena
entrai nel salotto, sentii tutti trattenere il respiro, come se
avessero visto chissà chi. Okay, era imbarazzante.
“Che
fate lì impalati? Forza, andiamo!” li esortai,
incamminandomi verso la porta.
Arrivammo
al Dolby Theatre di Los Angeles nel giro di venti minuti, e appena
l'autista venne ad aprirmi la portiera, venni assalita
dall'agitazione. Mentre scendevo dall'auto, iniziai a guardarmi
intorno, provando a non dare nell'occhio. Ovviamente mia madre se ne
accorse.
“Cerchi
qualcuno?” mi chiese, sorridendo.
“Io
stavo solo... Faccio sempre così quando sono agitata, lo sai.”
“No,
non lo sapevo.”
Mi
voltai per guardarla. Lei sapeva. Judie aveva parlato, sicuramente.
“Mamma
è tutto okay. Non è quello che pensi.”
“Jen,
stai per rivedere il tuo migliore amico dopo tre anni. Un po' di
nervosismo è normale!”
L'ultima
cosa di cui avevo bisogno era essere psicanalizzata da mia madre,
così mi diressi verso il red carpet, venendo subito accecata
dai flash; mi incamminai poi verso le postazioni dei giornalisti, che
quasi facevano a gara per intervistarmi. Sempre le solite domande:
cosa indossi? Ti identifichi con il tuo personaggio? Sei emozionata?
Cadrai anche stavolta? Cercai di essere il più diplomatica
possibile, ma in quel momento riuscivo solo a pensare a quanto avrei
voluto strozzarli tutti. Passai oltre per fermarmi davanti a un
esercito di fotografi che urlavano il mio nome. Seguivo sempre la
stessa sequenza, recitandola a mente come un mantra: seria,
sorriso, girati di spalle, seria, sorriso, girati di spalle.
Come mio solito, mi divertii a prendere in giro quei pazzi scatenati,
così mi feci scappare qualche espressione buffa. Mentre
camminavo lungo il red carpet, ormai prossima alle scale, mi voltai
per cercare mia madre, ma fu altro ad attirare la mia attenzione: in
posa, illuminato da decine di flash, c'era Josh. Indossava delle
scarpe di vernice nera, uno smoking classico e i capelli erano
tirati indietro col gel, sul viso potevo scorgere un sorriso appena
accennato, dovuto sicuramente all'emozione. Quell'abbigliamento
metteva in risalto la sua figura, ma ciò che più mi
colpì fu il volto, i lineamenti più marcati, più
adulti. Ogni tanto salutava la folla con la mano, ridendo. Era
dannatamente sexy. Per la miseria Jen, datti un contegno!
Scossi leggermente la testa e cominciai a salire i gradini. Mia madre
si materializzò dal nulla al mio fianco, insieme a mio padre.
Era ora!
“Ma
dov'eravate finiti?” chiesi, fulminandoli con lo sguardo.
“Pensavamo
stessi posando per i fotografi! Poi ti abbiamo vista ed eccoci qua!”
si giustificò mio padre.
“Va
bene, va bene”. Da quando la mia voce era diventata così
isterica?
“Tutto
okay Jen?” chiese mia madre, inarcando un sopracciglio. Sapevo
a cosa si riferiva. Cioè, a chi.
Per
tranquillizzare entrambi, feci una risata delle mie e li abbracciai
per un secondo, giusto per ricompormi.
“Non
è niente, sono solo nervosa! Mi stanno anche sudando le mani,
sapete che mi succede sempre così, no? Andiamo.”
Continuai
a salire le scale, sfoderando i miei sorrisi migliori e salutando
persone che conoscevo e altre di cui neanche ricordavo il nome.
Passai accanto a un grande pannello di vetro, sul quale ciascun
candidato lasciava la propria firma per ricordo; presi un pennarello
argentato, di quelli indelebili, e scrissi il mio nome, molto
lentamente, per evitare il più possibile la bolgia nella sala
principale del teatro.
“Da
quando sei così lenta a firmare?” chiese una voce poco
lontano da me, alla mia sinistra. Alzai la testa di scatto e vidi
Josh che mi osservava con un sorriso di scherno a piegargli le
labbra. Mi schiarii la gola, sorrisi leggermente anch'io e tornai a
scrivere il mio cognome.
“È
divertente.” dissi semplicemente, cercando di mantenere un tono
di voce normale. Perché non l'avevo sentito arrivare? Ma
quanto potevo essere tonta?
Fece
una risatina e passò dietro di me, per dirigersi verso la
sala. Stavo per tirare un sospiro di sollievo quando percepii il suo
respiro vicino al mio orecchio.
“Quasi
dimenticavo. Sei stupenda.”
Nel
sentire quelle parole, pronunciate con voce bassa e sensuale, per
poco non mi venne un infarto. Oddio. Dopo aver recuperato un minimo
di autocontrollo mi girai per guardarlo, ma era già sparito.
Inspirai a fondo, espirai, mi stampai un bel sorriso in faccia ed
entrai a mia volta nel teatro.
Si
prospettava una serata molto interessante.
Buoooonasera!
Lo
ammetto, per il vestito di Jen mi sono ispirata a quello indossato da
Nicole Kidman nella pubblicità di Chanel n. 5, non so se avete
presente. Mi è sempre piaciuto e ho pensato che indossato
dalla nostra Queen sarebbe stato perfetto ;) Per quanto riguarda
Josh, penso che se mi avesse detto una cosa del genere, per quanto
semplice, in quel modo, avrei collassato. Ma sarebbe bastato anche
solo vederlo in smoking :Q___
Comunque,
spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento :)
Alla
prossima!
Sara
|
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Capitolo 3 *** La cerimonia ***
And the Oscar goes
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Capitolo 3. La
cerimonia
Nervosismo,
aspettativa, esaltazione, impazienza, tachicardia: provavo tutto
questo mentre assistevo allo show, e di certo non aveva nulla a che
vedere con la mia possibile vittoria. Anzi, me ne ero praticamente
dimenticata, visto che ogni mio singolo neurone era impegnato a
pensare a Josh, che era seduto in prima fila come me, ma sulla destra
del teatro, mentre io ero dalla parte opposta. Ci volle tanta di
quella forza di volontà per non girarmi a guardarlo ogni
cinque secondi! Vedevo Jimmy Fallon, il conduttore dello spettacolo,
parlare e gesticolare mentre si rivolgeva ai presenti, ma non lo
ascoltavo. Perché mi comportavo in quel modo? Josh mi aveva
fatto un complimento, e non era certo la prima volta, ma c'era
qualcosa nel suo sguardo e nella sua voce che mi aveva sorpreso,
qualcosa che non avevo mai visto. E di certo non mi era mai capitato
di avere il cuore a mille quando pensavo a Josh, di sentire quella
strana e allo stesso tempo piacevole morsa allo stomaco, di volergli
stare vicino con tutta me stessa. Forse era tutto dovuto al fatto che
non ci vedevamo da tre anni, e sapevo che sarei stata emozionata
all'idea di essere di nuovo con lui nello stesso posto, però
non mi sarei aspettata nulla del genere. Voglio dire, lui era il mio
migliore amico! O non lo era più? Ah, perché dovevo
essere così strana? Non ci capivo più niente. A ogni
modo, mi impegnai a seguire ciò che accadeva sul palco, anche
per evitare che mi spuntasse un sorriso ebete sulla faccia.
La
prima categoria a essere presentata fu quella del miglior attore non
protagonista, e il vincitore fu Michael Fassbender. Avevamo lavorato
insieme ed ero felice per lui, se lo meritava. I vari presentatori e
vincitori si alternarono, e le mani cominciarono a farmi male a forza
di applaudire. Emma Stone vinse nella categoria di migliore attrice
non protagonista; fu una rivelazione per tutti la sua interpretazione, ma
non per me. Ero una sua ammiratrice e sapevo che prima o poi
sarebbero arrivati i riconoscimenti per il suo lavoro. Durante le
pause pubblicitarie ne approfittavo per alzarmi e sgranchire le
gambe, per parlare con mia madre o i miei colleghi, anche se in
realtà cercavo continuamente Josh. Ogni volta che lo vedevo,
provavo il desiderio di avvicinarmi ma subito mi bloccavo, perché
non sapevo se anche lui volesse parlarmi. Così mi limitavo a
osservarlo mentre chiacchierava e rideva con altre persone, senza
curarsi di me. O, molto probabilmente, non si creava tanti problemi,
cosa che invece stavo facendo io. Un classico. Dopo un'altra ora
Jimmy presentò il mio amico ed ex collega Christian Bale, che
avrebbe dovuto premiare il miglior regista. Subito sentii il mio
corpo tendersi e, incurante degli altri, mi chinai leggermente in
avanti per guardare Josh. Si stava spostando leggermente sulla sedia,
chiaramente nervoso, e fissava Christian mentre elencava i nomi dei
candidati; poi, prendendomi alla sprovvista, girò la testa
verso di me e il suo sguardo trovò subito il mio. Gli sorrisi
per incoraggiarlo e lui di risposta mi fece un cenno con la testa,
come per ringraziarmi.
“And
the Oscar goes to... Josh Hutcherson.”
La sala esplose in un applauso
assordante, e io fui la prima a scattare in piedi, applaudendo e
urlando come una pazza, ma non mi importava. Josh aveva vinto
l'Oscar! Aveva vinto! Dopo essere stato abbracciato dai suoi genitori
e dai colleghi, salì le scale e prima di ricevere il premio da
Christian si passò le mani sulla faccia, cercando di
ricomporsi. Mentre parlava, stringeva la statuetta così forte
che le nocche erano bianche e gli occhi erano lucidi per l'emozione.
Non riuscivo a smettere di sorridere, e mi accorsi di essere anche io
sul punto di scoppiare a piangere.
“Grazie a tutti! Ho sempre
pensato che questa notte fosse magica e adesso che ci sono dentro,
non ci capisco più niente! È come se stessi sognando,
scusate, sono così felice! Voglio ringraziare tutti coloro che
hanno lavorato con me a questo progetto, quelli che mi hanno aiutato
e permesso di vincere questo premio. Poi i miei genitori, che mi
hanno sempre sostenuto e senza i quali non mi sarei mai avvicinato al
mondo del cinema. Però vorrei dedicare questa vittoria a una
persona che è qui stasera, e che ha sempre creduto in me,
incoraggiandomi a seguire la mia vera vocazione, la regia. Anche se
non lo sa, mi ha dato lei il coraggio di fare questo passo, e non
potrò mai ringraziarla abbastanza.”
Mentre diceva queste parole si
voltò verso di me, guardandomi negli occhi, e capii che se non
fossi stata seduta, sicuramente sarei svenuta. Ricambiai il suo
sguardo e il suo sorriso e, per un istante, sembrò che nella
sala non ci fosse nessun altro, solo noi. Non pensavo di essere stata
così importante nella sua scelta di intraprendere una nuova
carriera, né tanto meno che mi avrebbe dedicato l'Oscar. Josh
ringraziò nuovamente, fece un piccolo inchino e si diresse
dietro le quinte insieme a Christian. Che notte! Nella mia categoria
vinse quel mito intramontabile di Meryl Streep, ma non mi dispiacque
affatto. Non ero mai stata tanto felice in vita mia, neanche quando
avevo vinto cinque anni fa. Subito dopo fu il turno del miglior
attore protagonista, e finalmente Leonardo DiCaprio riuscì ad
aggiudicarsi il premio. Al termine dello spettacolo, ci alzammo
tutti in piedi per andare a mangiare nella sala accanto ma il mio
stomaco era insolitamente chiuso. Non toccai cibo, mi limitai a
scambiare qualche parola con la mia famiglia e altre persone, le
quali, ovviamente, non persero le occasioni di fare qualche allusione
poco velata su me e Josh. Certe volte gli attori sanno essere più
ficcanaso e odiosi dei giornalisti. Io ridevo alle loro battute, per
non dar loro soddisfazione, senza smettere di pensare a lui, che in
quel momento era sicuramente impegnato nella sala stampa e a farsi
fotografare. Avevo bisogno di lui, ma non mi preoccupavo più
di tanto.
In fondo, la serata era appena
cominciata.
Saaalve!
Questo
capitolo è stato una sorta di piccola impresa, perché
riassumere in poche righe una cerimonia come quella degli Oscar non è
una cosa facile, specialmente considerando che nella realtà
dura sei ore! O.O
Josh
ha vinto l'Oscar oddiooo!!! E l'ha dedicato a Jen!! quel ragazzo è
la tenerezza fatta persona e io gli auguro con tutto il cuore che un
giorno possa stringere tra le mani quella statuetta. Jen non ha
trionfato stavolta, però è felicissima per il suo
“amico”, quindi può dirsi più che
soddisfatta. Cosa riserverà la serata ai nostri Joshifer? Lo
scoprirete nei prossimi capitoli, se vorrete =)
Sara
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Capitolo 4 *** The Vanity Fair after party ***
And the Oscar goes
to...
Capitolo 4. The Vanity
Fair after party
Avevo
avuto a mala pena il tempo di tornare in albergo e cambiarmi. Per il
Vanity Fair after party avevo scelto un scelto un classico: tubino
nero di Dolce&Gabbana senza spalline, che arrivava poco più
su del ginocchio, i capelli li avevo sciolti e sistemati con la
piastra, avevo indossato delle scarpe nere col tacco alto e dei
gioielli con piccoli diamanti, per dare luce al tutto. Quando arrivai
al party, sfilai nuovamente sul red carpet e posai per i fotografi,
ma per fortuna i pochi giornalisti presenti erano impegnati con i
vincitori. Dio benedica le feste private! Anche lì venni
subito trascinata in un vortice di strette di mano, chiacchiere con
persone che conoscevo e presentazioni di miti del cinema che non
avevo mai incontrato. Ero riuscita a mangiare qualcosa al
Dolby Theatre, altrimenti sarei morta di fame, visto che non riuscivo
a liberarmi. Ma quanto può essere assillante la gente? Meno male che io non ero così. Mi diressi all'angolo bar e ordinai
un gin and tonic con ghiaccio. Ero ancora sconvolta per gli eventi
della serata, e speravo che un po' d'alcool mi avrebbe aiutato a
calmarmi. Mentre sorseggiavo il mio drink, mi guardai intorno, alla
ricerca dell'uomo che, consapevolmente o meno, aveva deciso di farmi
vivere quelle ore con una tachicardia costante. Lo individuai
dall'altra parte della sala e notai che stava parlando con delle
persone a me sconosciute, annuendo e intervenendo ogni tanto, ma
restando in silenzio per la maggior parte del tempo. Era sempre stato
così: lui era quello riflessivo e diplomatico, io quella che
se ne usciva con qualsiasi cosa le passasse per la testa. Era
confortante rendersi conto che quell'aspetto della sua personalità
non fosse cambiato. Proprio mentre ero persa in questi pensieri e nel
mio secondo drink, mi accorsi che Josh mi guardava ogni tanto, pur
continuando a prestare attenzione a quelli intorno a lui.
Probabilmente fu colpa di quella piccola quantità di alcool
che avevo ingerito, o di Dio sa cosa, fatto sta che appena i suoi
occhi incontrarono di nuovo i miei, gli sorrisi leggermente e, con un
cenno del capo, gli chiesi silenziosamente di seguirmi di fuori.
Visto che l'evento si svolgeva al secondo piano dello stabile, andai
verso il piccolo balcone che avevo notato anni fa e vidi con piacere
che c'era ancora quell'impalcatura di legno ricoperta di edera, che
serviva a creare un po' di privacy. Appena uscii, poggiai le mani
sulla ringhiera e chiusi gli occhi, respirando a fondo. E se non
avesse capito il mio invito? Se non fosse uscito? E soprattutto, che
accidenti mi era saltato in mente? Io non mi comportavo mai in quel
modo e di certo un complimento e la dedica di un premio, per quanto
importante fosse, non giustificavano quel mio modo di agire. Aprii
gli occhi e mi voltai per tornare dentro, ma nel farlo mi trovai di
fronte Josh. Aveva una mano poggiata al muro e l'altra infilata in
tasca e mi guardava in un modo che, be', mi faceva quasi sentire
nuda. In effetti anche lui quella sera si stava comportando in modo
strano.
“Ciao.”
“Hey.”
gli dissi semplicemente, cercando di sembrare disinvolta.
Come
stai?” La sua voce era calda e gentile, come sempre. Si
preoccupava sempre di come stessi, un'altra abitudine che gli era
rimasta.
“Io?
Sono contenta di non aver fatto figuracce finora! Piuttosto tu, come
ti senti?”
“Ogni
tanto guardo quella statuetta e non riesco a rendermi conto di averla
vinta io. Anche a te è successo così?”
“Eccome!”
gli risposi ridendo, subito imitata da lui, “Dov'è
piuttosto?”
“Ce
l'hanno i miei, si divertono a girare con quell'affare.”
“Sono
fieri di te Josh”, mi bloccai un istante, prendendo coraggio,
“E lo sono anch'io.”
Mi
guardò con quell'intensità che di solito fa abbassare
lo sguardo alla gente, ma io non lo feci, ero come incatenata a
quegli occhi che tanto mi erano mancati. Si avvicinò e mi
abbracciò, stringendomi forte e io, come sempre, gli circondai
il collo con le braccia. Restammo così per pochi secondi o
minuti, non ne avevo idea, perché le uniche cose che sentivo
erano calore del suo corpo e il suo profumo. Alla fine decisi di
“rovinare” quel momento di pace per soddisfare la mia
dannata curiosità.
“Josh?”
“Dimmi.”
Avvertii il suo respiro sulla spalla e, nonostante non tirasse un
alito di vento, fui percorsa da un brivido.
“Prima,
durante la cerimonia... Perché mi hai dedicato l'Oscar?”
chiesi con voce esitante.
Si
scansò leggermente per guardarmi in faccia e alzò un
sopracciglio, come se gli avessi fatto una domanda dalla risposta
scontata.
“Non
è ovvio?”
“Non
sono tanto lucida stasera.”
“Perché
me lo ha detto il cuore.”
Okay,
non mi aspettavo una risposta del genere. Non che avesse detto nulla
di eclatante, però non erano neanche parole da prendere alla
leggera.
“In
che senso?”
“Jen,
quanto hai bevuto?” mi chiese serio, ma con occhi divertiti.
“Due
gin and tonic. E qualche bicchiere di champagne prima. Ma non sono
ubriaca!” gli risposi dandogli un leggero pugno sul braccio.
“Non
l'ho detto infatti!”
“Però
mi hai chiesto quanto ho bevuto.”
“Solo
perché ti vedo più strana del solito!”
Io
ero strana? Gli sguardi infuocati che mi aveva lanciato per tutta la
serata non lo erano invece. Certo.
“Non
è colpa mia se ti piace fare il misterioso! Comunque non hai
risposto alla domanda.” dissi incrociando le braccia, fingendo
di essere offesa.
“Cioè,
in che senso me lo ha detto il cuore?”
Annuii,
continuando a fissarlo. Lui abbassò lo sguardo, probabilmente
per cercare le parole giuste, ma d'un tratto alzò di nuovo la
testa, serio in volto. Era anche un po' nervoso forse? Non ebbi il
tempo di arrovellarmi il cervello più di tanto, perché
Josh azzerò la poca distanza che ci separava poggiando le sue
labbra sulle mie. Restai interdetta, non sapendo come reagire, visto
che mi aveva colto di sorpresa anche quella volta. Si scansò
abbastanza per incontrare il mio sguardo, chiedendomi silenziosamente
se mi avesse dato fastidio quel contatto improvviso, breve e,
ammetto, un po' rude per i miei gusti. Ovviamente ero felice e così
gli sorrisi, accarezzandogli la guancia, come se lo vedessi per la
prima volta. Lui ricambiò e mi cinse i fianchi con le braccia,
mentre la sua bocca si univa di nuovo alla mia. All'inizio il bacio
fu leggero e dolce, ma subito cambiò, diventando più
profondo e passionale. Le nostre lingue si incontrarono più
volte, e proprio questo ci spingeva a stringerci l'una all'altro
sempre di più. Ci eravamo già baciati sul set, ma
niente aveva a che vedere con questo. Quando ci separammo, avevamo
entrambi il fiatone e sentivo il cuore battere all'impazzata.
“Wow.”
fu l'unica parola che riuscii a pronunciare.
“Hai
capito adesso?” mi chiese, baciandomi di nuovo, stavolta solo
per un attimo.
“Credo
proprio di sì.”
Mi
regalò un sorriso bellissimo, che mi scaldò dalla testa
ai piedi, e poggiò la fronte alla mia. Entrambi chiudemmo gli
occhi, beandoci di quel momento.
“Si
staranno chiedendo dove siamo finiti.” mi disse con un filo di
voce, accarezzandomi le spalle, per poi scendere fino a stringermi le
mani.
“Già.
E non vogliamo che sparlino di noi, giusto?”
“Giusto.”
Ci
baciammo ancora una volta, poi ci sistemammo al volo capelli e
vestiti e rientrammo nella sala insieme, per poi separarci.
Per
il resto della serata non successe altro ma, anche quando tornai a
casa e andai a letto sfinita, non riuscii a smettere di pensare a
Josh. Di certo non era una situazione semplice, dato che non ci
vedevamo da tanto tempo e non c'era mai stato nulla di romantico tra
noi prima, e quel bacio in fin dei conti poteva significare tanto e
allo stesso tempo niente, ma decisi di rimandare tutti gli
interrogativi all'indomani. Per il momento volevo solo godermi quella
bellissima sensazione e mi addormentai mentre continuavo a pensare al
sapore delle sue labbra.
Buonasera
a tutti!
Mi
scuso per il ritardo ma gli impegni universitari mi tengono impegnata
parecchio, e la sera sono troppo stanca per scrivere. Però
eccomi qui, con questo nuovo capitolo dove i nostri Joshifer sono
riusciti a parlare un po'. E (finalmente) si sono baciati!!!! Sono la
dolcezza! Cercherò di aggiornare più in fretta, ma non
prometto nulla.
Comunque
sia, alla prossima! =)
Sara
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Capitolo 5 *** Conseguenze ***
And the Oscar goes
to...
Capitolo 5. Conseguenze
Assalita.
Non c'erano altre parole per descrivere quello che mi accadde il
mattino dopo, quando uscii da casa mia. Dovevo dirigermi in uno
studio per un servizio fotografico ma appena varcai la porta venni
letteralmente assalita da una folla di paparazzi. Si spingevano l'uno
contro l'altro nel tentativo di ottenere lo scatto migliore, come se
ne valesse della loro vita, come se io fossi un essere raro da
immortalare a ogni costo.
“Spostatevi!”
A
fatica mi facevo strada verso la macchina, e mentre cercavo di
camminare il più velocemente possibile, colsi delle parole:
Josh, Oscar, fidanzamento. Non ci credevo. Erano passate meno di
ventiquattro ore e già tutti erano convinti che stessimo
insieme! E per cosa poi? Qualche battutina poteva anche starci
durante le interviste, lo avevo già messo in conto, ma tutta
quell'isteria? Non era normale. Appena riuscii a salire in macchina,
partii a tutta velocità verso lo studio, rischiando di
provocare anche un paio di incidenti. Dovevo fermarmi, dovevo capire.
Accostai e tirai fuori il cellulare dalla borsa. Al terzo squillo
Judie, la mia agente, rispose.
“Jen,
ciao.” mi salutò con tono tranquillo. Evidentemente
anche lei era all'oscuro di tutto, ma questo non mi impedì di
dare sfogo alla rabbia che avevo represso fino a quel momento.
“Si
può sapere che cazzo succede? C'era un dannato esercito di
paparazzi fuori casa mia!” urlai, la voce che mi tremava.
“Aspetta
Jen, calmati. Di che parli?”
“Non
mi hai sentito? Sono uscita e mi sono ritrovata circondata da quei
bastardi, saranno stati una quarantina, come minimo!”
“Okay
e sei riuscita a capire perché?”. Judie era entrata
nella modalità detective. In un'altra vita, sarebbe stata
un'ottima poliziotta. Magari anche un'agente della C.I.A., vista la
facilità con cui riusciva a scoprire le informazioni più
riservate.
“Li
sentivo parlare di me e Josh, degli Oscar e di un nostro presunto
fidanzamento.” dissi, appoggiando la testa contro il sedile e
chiudendo gli occhi. La giornata era appena iniziata e già ero
esausta.
“Sapevo
che avrebbe destato scalpore con quel discorso ma di certo non
questo.”
“Infatti!”
“A
meno che...”
Aprii
di nuovo gli occhi e mi chinai in avanti, di nuovo tesa. “A
meno che cosa?”
“Dopo
la cerimonia è successo qualcosa? Al party magari?”
Judie
prese il mio silenzio per una conferma e, quando parlò di
nuovo, la sua voce era carica d'ansia. “Jen, che cosa è
successo?”
A
lei potevo dirlo, doveva sapere tutto. Sapevo che mi sarei beccata
una ramanzina tremenda, di quelle che solo lei poteva fare. “Abbiamo
chiacchierato sul balcone e poi ci siamo baciati.”
“CHE
AVETE FATTO?!”. Urlò talmente forte che dovetti
allontanare subito il cellulare dall'orecchio.
“Judie
nessuno...”
“Nessuno
ci ha visti? Jennifer, da anni sei in questo giro e ancora non hai
imparato? Non esiste un luogo dove qualcuno non possa vedervi, che
sia un fotografo o un fan che vuole semplicemente scattare una
foto!”. Va bene, era davvero incazzata.
“Nella
sala non c'erano paparazzi o giornalisti, il balcone era praticamente
chiuso, come avrebbero potuto beccarci?”. Cercai di mantenere
un atteggiamento sicuro, ma la verità era che stavo sulla
difensiva.
Judie
sospirò, cercando di calmarsi. “Sono sicura che tu abbia
controllato e che non avresti corso rischi, ma è stata
comunque una mossa molto azzardata, per tutti e due. Lo sapete che
effetto avete sul pubblico, sui giornalisti soprattutto. Vi
tormentavano quando giravate insieme, figurati ora con Josh che ti
dedica l'Oscar, una chiacchierata romantica su un balcone e un bel
bacio come ciliegina sulla torta!”. Si stava infervorando di
nuovo.
“Non
ci credo. Perché non posso avere una vita normale?”
La
semplicità della sua risposta mi lasciò di stucco.
“Perché tu sei Jennifer Lawrence.”
“Bella
fregatura.” dissi, poggiando la fronte contro il volante.
Guardai l'orologio e mi accorsi che dovevo sbrigarmi per arrivare in
tempo allo studio.
“Adesso
devo andare, pensi di poter fare qualcosa?”
“Ci
penso io, tu va' e comportati normalmente. Mi faccio viva io.”
disse con tono sbrigativo, per poi attaccare. Era ufficialmente
entrata nella modalità agente segreto.
Ripartii
e arrivai in tempo per il photoshoot. Impiegammo poco più di
due ore, e per tutto il tempo mi comportai come se nulla fosse
successo, seguendo il suggerimento di Judie. Le assistenti ogni tanto
mi lanciavano qualche occhiata curiosa, e non sapevo se ciò
fosse dovuto al fatto che il loro capo stesse fotografando un'attrice
famosa o perché sapevano qualcosa. Mentre posavo davanti
all'obiettivo, scartai subito la prima ipotesi, visto che di
personaggi famosi ne passavano tanti lì dentro. Era chiaro che
la voce fosse già circolata. Merda.
Quando
finimmo, andai nel camerino che mi avevano riservato per cambiarmi.
Restituii gli abiti che avevo indossato per gli scatti a una delle
ragazze, che quando arrivò alla porta si girò con un
sorriso timido sulle labbra e rimase lì, incerta se parlare o
no. Decisi di facilitarle il compito.
“Sì?”
le chiesi, sorridendo a mia volta.
“Scusami,
è che volevo chiederti una cosa.”
Magari
voleva un autografo. O una foto. O entrambi, ma aveva paura di essere
invadente. “Insomma è vero che tu e Josh Hutcherson
state insieme?”. Alla faccia della timidezza.
Scoppiai
a ridere, per nascondere la mia irritazione. “Ma certo che no!
Siamo amici.”
“Be'
tutti ne parlano e io...” cominciò, ripartendo alla
carica.
“Quelle
persone non sanno niente e si inventano tutto per fare notizia.”
la bloccai, sorridendo ma ribollendo di rabbia. In quel momento il
mio cellulare squillò. Era Judie, grazie a Dio. Presi il
telefono, ma la ragazza era ancora lì impalata sulla porta.
“Ti
dispiace?” le dissi, senza preoccuparmi di essere gentile, il
che funzionò, perché dopo due secondi era uscita.
Finalmente
risposi. “Hey, allora?”
“Allora,
ho fatto qualche telefonata e parlato con un po' di gente, che
conosce altra gente.”
Ma
chi era? Il boss di qualche clan mafioso del giornalismo?
“E..?”
“Sono
venuta a sapere due cose, una buona e una cattiva. Quale vuoi prima?”
“La
buona.”
“Okay,
nessuno vi ha beccati ieri sera.”
Sospirai
di sollievo. Almeno non ci sarebbero state foto mie e di Josh mentre
ci sbaciucchiavamo. Ma la calma durò poco.
“E
la cattiva?” chiesi, col cuore in gola.
“A
parlare è stato proprio Josh.”
Buonasera!!!
Per
scrivere questo capitolo mi sono basata su quello che purtroppo
accade sempre, specialmente a Jen e Josh: il tormento dei paparazzi.
Secondo me ci dovrebbero essere delle regole che limitino il loro
modo di agire, perché sanno davvero mandare ai pazzi. Quello
che ho descritto sfortunatamente l'ho visto in alcuni video e, lo
ammetto, mi ha fatto arrabbiare e anche parecchio. Va bene essere
famosi, ma c'è un limite anche ai riflettori. A ogni modo,
nessuno ha scattato foto a nessuno durante quella fantastica notte ma
il nostro Josh ha parlato un po' troppo. Per quale motivo? Non resta
che scoprirlo nei prossimi capitoli ;)
A
presto!
Sara
|
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Capitolo 6 *** Faccia a faccia ***
And the Oscar goes
to...
Capitolo 6. Faccia a
faccia
Judie
mi accompagnò con la sua auto, per sicurezza, lasciandomi a
una decina di metri da casa di Josh. Ci eravamo incontrate a casa mia
dopo pranzo per poi ripartire. Aprii la portiera e scesi, ma prima
che mi allontanassi, Judie mi fermò. Quando parlò,
notai un pizzico di timore nella sua voce.
“Jen,
lo so che sei arrabbiata ma cerca di controllarti. Ragiona prima di
parlare, okay?”
Annuii
e le sorrisi, per tranquillizzarla. “Lo farò, certo. Non
devi rimanere per forza, chiamerò un taxi o mi farò
accompagnare da lui. Ci sentiamo.”
Non
le diedi il tempo di rispondere, perché con pochi passi giunsi
sul pianerottolo. Suonai il campanello e aspettai. Sapevo che era in
casa, o meglio, Judie era venuta a saperlo e me lo avevo detto. Josh
venne ad aprire la porta, il viso tranquillo ma, nel momento in cui
mi riconobbe, si trasformò in un misto di sorpresa e
consapevolezza. Io ero seria e inclinai leggermente la testa di lato,
continuando ad aspettare. Lui si scansò per permettermi di
entrare, cosa che feci subito; mentre chiudeva la porta mi concessi
qualche secondo per osservare il salotto, che era arredato come lo
ricordavo. Gli davo ancora le spalle quando lo sentii avvicinarsi.
“Che
ci fai qui?”
Mi
voltai lentamente e lo guardai dritto negli occhi; stavo ancora
pensando a quello che mi aveva chiesto quando tirai indietro il
braccio e gli diedi uno schiaffo così forte da farmi male
anche io. Josh si portò subito una mano alla guancia destra,
diventata rossa, guardandomi con occhi increduli. Mi avvicinai di
nuovo a lui e gli diedi una spinta che lo fece arretrare di due passi
verso il muro.
“Che
ci faccio qui?! Dopo il casino che hai fatto?!” urlai.
“Sei
arrabbiata, okay, ma... ahia!”. Cominciai a dargli dei pugni
sulle braccia. E non erano di quelli scherzosi dei tempi di Hunger
Games, ma di quelli con cui vuoi
fare male. Forza permettendo, ovviamente.
“Io
non sono arrabbiata Josh, sono incazzata e lo sai cosa faccio quando
sto così! Perché tu mi conosci bene! Anzi no, non così
bene, perché altrimenti non avresti spifferato a Ellen quello
che è successo ieri sera! O sbaglio?”
Smisi
di picchiarlo e rimanemmo a fissarci per qualche istante. Avevo il
fiatone e sentivo il viso in fiamme, gli occhi lucidi per la rabbia e
per la delusione. Josh abbandonò le braccia lungo i fianchi e
fece un passo incerto verso di me, come se fossi un animale
pericoloso, pronto a scattare da un momento all'altro.
“Certo
che ti conosco Jen. E infatti avrei voluto spiegarti tutto ma non ho
avuto il tempo.”
“Però
per inventarti stronzate l'hai avuto, vero?” dissi con tutto il
disprezzo e il sarcasmo di cui ero capace.
“Posso
spiegare, per piacere? Senza essere picchiato magari?”
Annuii
e andai a sedermi sullo schienale del divano, incrociando le braccia.
“Dimmi quante altre cazzate ti sei inventato. E non ti
azzardare a dirmi di stare calma, perché non sei nella
posizione per poterlo fare.”
Josh
sospirò e si poggiò al muro dove era poco prima,
incrociò anche lui le braccia al petto e mi raccontò
tutto. “Già da ieri sera, dopo la cerimonia, sentivo la
gente parlare di noi due, su un nostro probabile fidanzamento, visto
il discorso che avevo fatto.”
“Già,
avresti potuto tenerle per te quelle cose o dirmele per telefono.”
lo interruppi, senza riuscire a trattenermi.
“Puoi
tenere i commenti per dopo?” chiese lui, con tono esasperato.
Quando vide che non avevo intenzione di replicare, continuò.
“Stamattina sono stato ospite da Ellen e sapevo che anche lei
avrebbe chiesto qualcosa. Quindi ho detto quelle cose appena ha
affrontato l'argomento, sapendo che si sarebbe scatenato l'inferno. E
a quanto pare tutti si sono precipitati da te, che però non ne
sapevi nulla. Però sul serio Jen, non ho avuto il tempo per
avvisarti. Questo è tutto.” disse, allargando le braccia
per enfatizzare la fine del discorso.
Lo
fissai per qualche secondo, riflettendo sulle sue parole, cercando di
mettere insieme i pezzi. “Ma perché hai detto che stiamo
insieme? Quelle erano solo voci, siamo abituati a tutto questo, e
avresti potuto lasciar correre ridendoci su, come avrei fatto io.”
“Anche
questo è vero ma sono stanco di leggere notizie false sui
giornali. Preferisco rivelare qualcosa di vero sulla mia vita
privata, piuttosto che sentire delle cazzate colossali.”
Non
potevo crederci, diceva sul serio? Mi alzai dal divano e mi avvicinai
di nuovo a lui, che istintivamente si mise sulla difensiva. Saggio il
ragazzo. “Josh, quello che hai detto è
una cazzata colossale, lo capisci?”
Lui
aggrottò le sopracciglia confuso. “Che cosa?”
“Che
noi due stiamo insieme!” sbottai esasperata.
“Ah
non lo siamo? O non lo saremo mai?” mi chiese. “Quel
bacio per te non ha significato niente?”
Okay,
toccava a me essere confusa dopo quelle domande. “È
stato bello e ne avrei voluto parlare con più calma con te,
perché ho provato qualcosa, ma.. Josh, hai corso troppo con la
fantasia.”
“Sarà
che ho sempre desiderato baciarti lontano dal quel dannato set. E
quando ieri sera ci sono riuscito, mi sono sentito più
leggero. La felicità per l'Oscar non era niente al confronto.”
disse, con lo sguardo basso e un sorriso mesto. La sua voce era così
bassa che a mala pena riuscivo a sentirla. “Hai ragione Jen,
evidentemente ho corso troppo.”
Ero
rimasta a bocca aperta per tutto il tempo, e quando riuscii a
formulare dei pensieri coerenti, sbottai di nuovo, come al solito.
“Dio mio, Josh! Non ci vediamo da tre anni e alla prima
occasione mi dici queste cose? Perché adesso?”
“Tu
stavi con Nicholas e io con Claudia, poi per via del lavoro ci siamo
persi di vista e non ho potuto farlo. Avrei dovuto fregarmene e
parlartene ma sarebbe stato un disastro. Mi sono rimproverato per
questo e finalmente ieri sera ho avuto l'opportunità di
realizzare il mio sogno. Eppure ho peggiorato ancora di più le
cose.”
Avrei
dovuto dire una frase sensata, o infuriarmi di nuovo, però ero
rimasta bloccata su un punto. “E quale sarebbe il tuo sogno?”
Mi
guardò di nuovo negli occhi, serio stavolta. “Te l'ho
detto già. Baciarti e... Poter stare con te.”
“Ah,
questa parte mi mancava.” dissi più a me stessa che a
lui.
“Sì
be', per quanto mi riguarda ho chiarito tutto. Ora sta a te decidere
cosa fare.”
“In
che senso?”
Mi
sorrise, ma i suoi occhi erano ancora seri. “Sta a te decidere
se mandarmi al diavolo una volta per tutte, visto che comunque non mi
sono comportato bene, oppure riflettere su quello che provi per me e
darmi una possibilità. Sempre se ne hai voglia.”
Salve
gente!
Eccomi
qui con un nuovo capitolo che ho deciso di terminare con un altro
pizzico di suspance, come per il precedente. Che dire, Jen non ci è
andata leggera eh? Però si è sentita in un certo senso
“tradita” dal suo amico e quindi una reazione del genere
ci sta. E Josh ha approfittato di quel momento per aprirsi e spiegare
quello che provava da tanto tempo. Ora Jen si trova di fronte a una
scelta. Si vedrà! ;)
Sara
|
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Capitolo 7 *** Epilogo ***
And the Oscar goes
to...
Capitolo 7. Epilogo
Questa
notte fa davvero caldo, nonostante le finestre aperte; se c'è
una cosa che odio di Los Angeles è l'umidità. Mi alzo e
vado in bagno per rinfrescarmi un po'. Apro l'acqua fredda e mi bagno
il viso e il collo, più volte, provando a liberarmi di quella
sensazione fastidiosa. Mi asciugo e fisso il mio riflesso allo
specchio: i capelli sono spettinati, più ricci del solito
perché dopo la doccia non li ho asciugati col phon, non ho
occhiaie ma lo sguardo è assonnato. Il party a cui avevo
partecipato è iniziato nel tardo pomeriggio ed è finito
solo due ore fa, quindi sono molto stanca. Il che ultimamente accade
spesso. Esco dal bagno e torno in camera, stendendomi subito sul
letto cercando di non fare troppo rumore ma, ovviamente, finisco per
farne il doppio.
“Jen?”
L'ho svegliato, mannaggia a me. La piccola lampada sul comodino si
accende e due occhi color nocciola mi scrutano preoccupati. “Che
succede? Stai male?”
Gli
sorrido e scuoto leggermente la testa. “No, avevo caldo e sono
andata a rinfrescarmi. Ma non ha funzionato molto.”
“Sicura?
Non saremmo dovuti andare lì, ti sei stancata troppo.”
“Josh”,
mi giro su un fianco per guardarlo meglio, “sto bene, sul
serio. Non preoccuparti.”
“Come
se fosse facile.” borbotta lui di rimando, i suoi occhi sono
divertiti.
Allungo
una mano e gli accarezzo i capelli, spostando qualche ciocca dalla
fronte, e poi seguo con le nocche il profilo della sua mascella, un
tratto di lui che mi è sempre piaciuto. Mi avvicino e gli
bacio la punta del naso, incontrando poi il suo sguardo. “Te
l'ho mai detto che sei la persona più apprensiva del mondo?”
sussurro, continuando ad accarezzargli la guancia.
Josh
socchiude leggermente gli occhi, come se ci stesse riflettendo su.
“Mmh no”, si blocca per afferrarmi la spalla e spingermi
sul materasso, guardandomi dall'alto mentre ghigna divertito, come
fece durante la notte degli Oscar di un anno e mezzo fa, “ripetilo
se hai coraggio.”
Sto
per rispondergli a tono ma non riesco a formulare pensieri coerenti
perché il mio ragazzo comincia a lasciarmi una scia di baci
lungo il collo e sulla spalla. “Che stai facendo?” riesco
a dire.
“Dai
Shrader, secondo me puoi arrivarci.” mormora lui tra un bacio e
l'altro.
“Ho
una mezza idea, sì.” sospiro, passando le braccia
intorno al suo collo per avvicinarlo a me.
Se
ne accorge e, per farmi un dispetto, si allontana. “Non così
in fretta, tesoro.”
Assumo
un'espressione contrariata e lui ride sommessamente; con una mano fa
scivolare in alto la canottiera che indosso e si sposta più
in basso. “E qui come va?” chiede, prima di baciare
delicatamente la mia pancia.
“Anche
lui sta bene. O lei.”
“Mi
piacerebbe una femmina, specialmente se fosse bella come la mamma.”
Ecco,
questo è uno di quei momenti in cui sento un nodo un gola.
Sentirlo parlare in questo modo mi emoziona sempre. Sarà un
papà fantastico, già lo so. Mi metto seduta, gli prendo
il viso tra le mani e lo bacio, come se volessi donargli tutta me
stessa, ancora una volta. Automaticamente il contatto si accende di
passione e desiderio, ma non voglio lasciarmi trasportare da tutto
questo, non ancora.
“Ti
amo Josh.” gli dico, cercando di mantenere la voce ferma ma con
scarsi risultati.
“Ti
amo anch'io. Aspetta, perché piangi?”
“Sono
solo felice. Stiamo insieme, ci amiamo e tra sei mesi avremo un
bambino. È tutto così perfetto.”
Mi
sorride di nuovo e riprende a baciarmi, i pochi indumenti che avevamo
addosso finiscono a terra nel giro di pochi secondi. I nostri corpi
sudati si uniscono di nuovo, perfetti, nati per completarsi a
vicenda. Perché io e Josh siamo questo, da sempre: due persone
fatte per stare insieme. È cominciato tutto con una splendida
amicizia che ha avuto i suoi momenti difficili, ma che è
servita da base per un rapporto nuovo, nato quella fatidica notte,
con quel bacio rubato. L'ingenuità dell'uno e l'impulsività
dell'altra hanno rischiato di rovinare tutto ancora una volta ma,
quando Josh mi ha chiesto di scegliere, mi sono resa conto che non
avrei più potuto fare a meno di lui, doveva far parte della
mia vita. Sapevamo di essere innamorati da tempo ma nel giro di
questi pochi mesi lo abbiamo compreso appieno, imparando a conoscerci
ancora meglio e anche ad accettare i nostri difetti. Da quando stiamo
insieme, non sento più quell'ansia che mi invadeva ogni volta
che dovevo sfilare su un red carpet, perché ora c'è lui
accanto a me, c'è lui a tenermi la mano, c'è lui a
farmi sentire la donna più importante del mondo. Credevo che
non avrei mai provato tanta gioia in vita mia, e invece mi sbagliavo,
perché adesso dentro di me sta crescendo il nostro bambino e
sento che non potrei essere più felice di così.
Ciao
ragazzi!
Eccoci
qua, siamo giunti all'ultimo capitolo di questa piccola fanfiction
Joshifer che spero vi sia piaciuta. Ringrazio tutte le persone che
hanno letto, seguito e recensito la storia capitolo dopo capitolo,
non immaginate quanto mi faccia piacere tutto questo! :)
Grazie
ancora, vi adorooo <3
Ci
vediamo alla prossima fanfiction!
Con
tanto tanto affetto,
Sara
|
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