Occhi, guardatela per l'ultima volta

di _Eleuthera_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 or the incipit ***
Capitolo 2: *** 2 or about this love ***
Capitolo 3: *** 3 or about this darkness ***
Capitolo 4: *** 4 or the last one ***



Capitolo 1
*** 1 or the incipit ***


Galleggiava nel suo mare di oscurità, in quella tenebra assorta.

Qualcosa, qualcuno probabilmente, lo stava trasportando di peso da qualche parte.

Non si mosse, anche se gli faceva male la schiena, e qualcosa pungeva nel sistema nervoso. La stessa sensibilità di qualcosa tagliato via di netto. Qualcosa che doveva avere, ma che non aveva.

Un’immensità di immagini più o meno confuse affiorarono alla coscienza, la trapassarono e sparirono. E ancora. Ancora una volta.

Ma Sasuke ricordava tutto benissimo.

Il colore del sangue di Itachi, in particolar modo.

Perché era l’ultima cosa che aveva visto.


OCCHI, GUARDATELA PER L’ULTIMA VOLTA.




1 or the incipit.
Sakura aveva immaginato quell’incontro, lo aveva desiderato. Solo quando se l’era visto davanti aveva capito che sarebbe stato meglio non averlo visto mai più.

Era stato Naruto a portarglielo, tenendolo a fatica in piedi, sollevandolo di peso.

Le era sembrato un cadavere, ma il cuore non aveva mancato di un battito.

Era corsa incontro a Naruto, aiutandolo subito, sollevando Sasuke e afferrandolo saldamente perché non cadesse, e si era accorta che era caldo, naturalmente non poteva essere morto. Come aveva fatto a pensare che fosse un corpo senza vita?

Sasuke era vivo.

Ma Sakura non aveva sorriso.

Aveva inghiottito le lacrime soffocando l’impulso di abbracciarlo forte, di colmare con i gesti le parole che non potevano esistere, in quel momento.

Non osava sfiorarlo, non osava aprire bocca. Il suo respiro si confondeva col nulla.

Aveva paura che, toccandolo o parlando, Sasuke si sarebbe voltato verso di lei, mostrandole quel lago di sangue, quelle cavità vuote e scure e rotte, quell’assenza innaturale.

Lei non voleva vederlo.

--

Buio.

Sakura aveva atteso davanti a quella porta bianca – il bianco freddo dell’ospedale – per un numero indefinibile di ore.

Tenebre. E mani ovunque, che sicuramente avrebbero arpionato i suoi occhi, strappandoglieli via, condannandolo nelle tenebre un’altra volta.

Spinse la porta senza immaginarsi il volto di Sasuke, senza pensare a cosa dire, poiché già sapeva cosa dire. Lo avrebbero dimesso dall’ospedale. Era una bella notizia.
Ma doveva anche fargli una domanda.

Oscurità. Il trillo di qualcosa, lontano. Più o meno come il gocciolare del sangue.

Sapeva, Sakura, che dopo sarebbe toccato a lei e Naruto far capire a Sasuke che poteva ancora vivere. Lo avrebbero aiutato, certo. Potevano ancora essere il team sette.
Potevano veramente.

Ombra. Sasuke sapeva che il team sette non sarebbe mai più ritornato. Erano memorie talmente dissolte nel buio che ne rievocava solo frammenti. Un frammento alla volta. Se li gustava con pazienza, con le lacrime che non avrebbe mai pianto, con rabbia.

Si avvicinò al letto, senza avere il coraggio di parlare.
Sasuke era perfettamente immobile, circondato da tutte quelle diavolerie di tubicini e di macchinari, da quel bipbip intermittente. Ma non sembrava sentire nessun suono. Era immobile, la testa reclinata sulla spalla.
Sakura poté intuire che sotto le bende gli occhi di Sasuke fossero spalancati.

C’era qualcuno? Forse. Però il buio lo trascinava via con una dolcezza impagabile. Gli sembrava che una mano invisibile gli strappasse via gli occhi ogni istante che passava, ma era tutto buio.
Non poteva vedere, e nessuno lo avrebbe visto.


Si sedette su quella sedia vicino al letto. Fece per allungare una mano, ma il gesto morì troppo velocemente.
Allora capì che non poteva rimandare ancora il momento in cui avrebbe parlato.

«Sasuke.»

Qualcosa cambiò. Qualcosa pulsava nell’oscurità. Il suo buio si riscosse. Conosceva quella voce, e un’immagine distrusse la tenebra. L’ennesimo ricordo. Tanto sarebbe ripiombato nell’ombra...

«Sakura.»

Sakura fremette. Sentì le lacrime salire agli occhi, e le inghiottì.

«Puoi piangere, se vuoi. Tanto non posso vederti. Cosa c’è?»

Era Sasuke, era ancora Sasuke. Era la sua voce. Però Sakura non versò una lacrima.

«Sasuke, domani ti dimettiamo dall’ospedale.»

Non una parola di risposta. Sakura riprese.

«Però, Sasuke... devo chiederti una cosa.»

Sentiva un improbabile freddo nella sua tenebra. Si accorse di avere paura.

«Sasuke...» si sentiva inopportuna, di troppo, ingombrante «Sasuke, devi chiederti cos’è successo con Itachi.»

Le parve che Sasuke ridesse.

Per un istante si sentì assolutamente vuoto.

Poi ricordò ogni cosa, benissimo, e si sentì impazzire, e si sentì sorridere, si vide morire sotto ai suoi stessi occhi.

Occhi, occhi, occhi. Era un’ossessione!


--

«Finalmente... i tuoi occhi sono miei, Sasuke...»

Dolore. Le ultime schegge di luce, impulsi confusi verso il cervello. Poi buio, fiamme di sangue lungo le guance, neanche lacrime. Dita che non trovano nulla. Dolore, dolore, dolore.

Non vede più niente.

Ma stringe la katana, allunga la mano, e sente il sangue di Itachi inzuppargli il braccio.

Può intuire il colore, rosso quasi nero, lo sguardo di suo fratello, rosso quasi nero, il tonfo sordo del corpo, tanto sangue.

Forse è finita.

--

«Te lo ha raccontato lui?»

Sakura annuì, un’ombra sul pallore innaturale del volto. «Sì, Ino. Le cose sono andate in questo modo».

Ino si morsicò il labbro inferiore, stringendo il fiocco con una forza quasi eccessiva.

Sasuke non apparteneva più al suo presente da tantissimo tempo, ma capiva che la vita di Sakura era ancora impregnata degli sguardi di Sasuke. Dal canto suo, una volta forse aveva avuto la speranza di incrociare ancora quello sguardo, quel brivido. Adesso non più.

Ino aggiunse un fiore al mazzo, infoltendolo, e la sua mano tremava un po’. «E ora come sta?»

«Lui...» Sakura non rispose subito. Prendeva tempo, guardando il cielo macchiato di sole «Il quartiere degli Uchiha è suo, gli spetta di diritto. È tornato lì. Non vuole aiuto».

Ino alzò lo sguardo «Ma come...»

«Naruto va da lui tutti i giorni» aggiunse Sakura «Ino, Sasuke non lo ammetterà mai. Ma se vuole continuare a vivere, da solo non ce la farà neanche un giorno. Non adesso».

Si avvicinò al banco, prendendo il mazzo di fiori dalle mani di Ino.

La bionda abbassò gli occhi, perché le dispiaceva, e perché qualcosa pungeva anche la sua anima.

«Quei fiori sono per lui... vero?»

Sicuramente Sakura vide lo sguardo perplesso di Ino.

«Lo so che non può vederli» disse. Poi uscì dal negozio.

--

Stava forse aspettando qualcosa?

Si disse di no.

Sasuke era seduto da qualche parte, un futon, probabilmente, in una stanza in qualche luogo nel quartiere degli Uchiha.

Ricordava poco di quel posto, e i suoi passi che risuonavano sul pavimento non avevano niente di familiare.

E poi, Itachi.

Itachi era ovunque.

Ne sentiva la presenza dissolta, la mancanza, la scomparsa.

Quanto tempo aveva passato con la testa stretta fra le mani, solo per ricordarsi di esistere ancora?

Sasuke provava un’infinita, immensa, travolgente paura.

Qualcuno entrò dalla porta. Sasuke si riscosse appena.

Forse era Naruto. Se avesse avuto uno sguardo, si sarebbe riempito di ombre.

Ma i passi, quel rumore di passi, non sembrava quello di Naruto. Era diverso, così diverso, dannatamente conosciuto, e capì chi era quel qualcuno.

«Sakura?»

Sakura s’arrestò sulla soglia.

Improvvisamente disorientata, sentì qualcosa muoversi nella sua gola, e inghiottì quelle lacrime. Sorrise. Anche se non mi vedrà.

«Ciao Sasuke».

Sasuke la sentì muoversi con rapidità trattenuta fino a dove – supponeva, supponeva soltanto – si trovava la finestra. La sentì armeggiare, udì forse il rumore di un vaso, un lontano profumo di fiori.

«Cosa stai facendo?»

«Ti ho portato dei fiori, li sto mettendo in un vaso».

«Sakura. Io non posso vederli».

«Non ha importanza».

Il suo udito percepì l’amarezza, ma il cuore la rifiutò.

Allo stesso tempo, si sentì invadere da una profondissima nostalgia.

Avvertì un fruscio, e capì che Sakura si era seduta accanto a lui.

«Come stai, Sasuke?»

Improvvisamente sentì il bisogno disperato di ricordare il volto di lei. I lineamenti di Sakura, dannazione! Possibile che non li avrebbe più rivisti? Gli restava solo il suono della voce, il calore della pelle? Era veramente tutto finito così?

«Non meglio di ieri» si accorse che la voce gli tremava, come trapassata da un brivido di disagio, e che le palpebre battevano contro le bende.

Sakura si morsicò le labbra. Istintivamente, gli afferrò la mano.

E improvvisamente Sasuke si ricordò. Ogni cosa prese colore, rivide i capelli rosa di Sakura che lambivano la maglietta rossa, gli occhi verdi, la pelle chiara. Erano di nuovo nel suo sguardo, e le palpebre cessarono di battere, la voce spenta nella gola smise di tremare. Sasuke si aggrappò a quel contatto con tutte le sue forze.

E ne scivolò via nello stesso istante in cui si ricordo di quella notte, quel “Arigatou”, quel colpo alla nuca, e come l’avesse accolta tra le sue braccia solo per sollevarla da terra e lasciarla incosciente su una panchina.

Perse la presa, la sua mano afferrò l’aria, ogni colore si spense in un istante, liquefacendosi nel buio.

«Sakura, è stato inutile comprare quei fiori. Non posso vederli» disse.

E si rinchiuse in un silenzio ostinato, e non udì più una parola di Sakura, né la sentì piangere piano, perso nel suo egocentrico buio.

--

«Sakura-chan, stai bene?»

Sakura annuì, poco convincente. I suoi occhi negavano. Naruto sospirò, silenzioso, mentre qualche nuvola appannava il sole, inesorabilmente lenta, inesorabilmente nera.

«Sono preoccupata per Sasuke».

Naruto sorrise amaramente, appoggiandosi ad uno dei pali infissi al suolo.

Si erano dati appuntamento nella radura dove si erano allenati insieme per la prima volta. Tutti e tre.

«Lo sono anch’io» rispose lo shinobi, passandosi una mano dietro alla nuca. «Però... almeno lo abbiamo salvato, no?» «Tu lo hai salvato, Naruto» ribatté Sakura «E comunque non so se è il caso di definirlo un salvataggio.»

Seduta per terra, Sakura strappò un filo d’erba. Naruto non disse niente.

«Non avrei mai immaginato...» riprese lei «Non avrei mai immaginato che le cose potessero andare così».

«Però sono andate così, Sakura!» Naruto si voltò, cercando i suoi occhi, e senza trovarli. «Lo so che non sono arrivato in tempo. Ho sbagliato, Sakura! Forse è anche colpa mia se Sasuke adesso è... è cieco. Le cose non sono andate solo male, sono andate nel modo peggiore».

Sakura si voltò, incrociò lo sguardo di Naruto, finalmente, e vi lesse solo la rabbia.

«Cosa stai dicendo?» sussurrò «Sasuke poteva morire. Invece è vivo».

«Ma non vedi che sta morendo, Sakura?» proseguì l’altro «Vado a trovarlo tutti i giorni, e lui non dice una sola parola. Sta immobile, Sakura, assolutamente immobile. Se io non gli ricordassi di mangiare, probabilmente morirebbe di fame».

Gli occhi di Sakura si spostarono verso il cielo, cercando il vuoto, cercando qualcosa che non fosse il risentimento di Naruto.

«Si sta lasciando morire...» mormorò.

Naruto annuì, i denti serrati forte, trattenendo tutte quelle parole che ora gli stavano morendo nel petto.

«Sakura, mi dispiace» disse all’improvviso «Dicevo che te lo avrei riportato indietro, ti ricordi?»

«È quello che hai fatto» bisbigliò la kunoichi.

«No. Quello non è lui. Non è Sasuke».

Si accorse solo ora, Sakura, che Naruto ingoiava lacrime assieme alle parole.

Guardò il cielo, quella dannatissima nuvola nera appiccicata al sole. Gettò via il filo d’erba che aveva in mano, e ne strappò un altro.

Una goccia di pioggia le macchiò la mano.

«È ancora lui» disse.

Ma il tuono coprì la sua voce.

--

E il vento, il vento!, rotolava attraverso quella che probabilmente era una finestra, e lo spingeva, come passando attraverso la vela di una nave, lo spingeva nel mare di oscurità come una trottola impazzita!

E il fracasso improvviso che gli distruggeva il cuore, il rombo risonante dei tuoni che spaccavano in due l’aria fredda, che sembravano poter annullare anche la paura, anche le immagini tremende della sua oscurità, il rumore che riempiva i suoi sensi, che lo annegava!

E la pioggia infine avrebbe varcato la soglia indifesa della finestra, scivolato sulla striscia invisibile del vento, trapassato le sue ossa nude e la sua mente stanca, annebbiato la tenebra, distrutto ogni cosa!

A Sasuke sembrava di sgretolarsi, immobile sotto il temporale che non poteva vedere.

Le sue tenebre agitate lo sommergevano sempre di più, come un mare colpito da un uragano, e improvvisamente si disse che stava per addormentarsi, e non si sarebbe più svegliato.

Poi un fracasso tremendo, le tenebre di Sasuke ebbero un sussulto, e lui si risvegliò.

Ebbe paura, all’improvviso.

Si alzò istintivamente, malsicuro sulle gambe. Mosse uno, due passi, avanzando nel buio.

Cammina, idiota, cammina!

Si diresse verso il vento, le mani protese in avanti alla ricerca di una qualsiasi superficie.

Serrò la mascella, dicendosi ancora di camminare, e di vivere.

Sfiorò il muro, e vi si aggrappò, arpionandolo con le dita.
Lo percorse, continua a camminare, dannazione!, fino a che non sfiorò anche un vetro, e sentendo la finestra tra le sue mani, la spinse con tutte le sue forze.

Di nuovo, rumore. Il rumore solido di una finestra che si chiudeva.
Il vento cessò, la pioggia bussava.

Sasuke si lasciò scivolare a terra, sentendo ancora nella sua oscurità il boato dei tuoni che aggrediva la sua anima.
Allora arrivò lei.

«Sasuke...»

Lo shinobi si voltò all’improvviso, anche se sapeva che non avrebbe incrociato il suo sguardo.

«Sakura».

«Sono venuta a vedere se... se hai bisogno di aiuto.»

Il volto di Sasuke si contrasse in una smorfia amara.

«Me la cavo bene da solo, come puoi vedere»

Sakura non disse una parola.

«C’è un temporale, vero?» proseguì Sasuke. Anche se era terribilmente ovvio – forse lui lo aveva visto meglio di chiunque altro, quel temporale.

«Sì» rispose Sakura. Poi tacque ancora.

Qualcosa della sua voce colpì impercettibilmente Sasuke, come una scheggia invisibile.

Si voltò, ancora una volta, ricordandosi solo dopo, ancora una volta, che non poteva vederla.

«Che cos’hai, Sakura?» chiese senza tanti giri di parole.
Sentì il respiro di Sakura tremare.

«No, niente».

«Non approfittare del fatto che non posso vederti. C’è qualcosa che non va».

Poté giurare che Sakura avesse sorriso.

«Come lo hai capito?»

«La tua voce».

«Già».

Ancora silenzio. Sasuke si accorse, quasi amaramente, che avrebbe dato qualsiasi cosa perché lei parlasse ancora.

«Ho parlato con Naruto, prima».

Sasuke stette in silenzio.

«Mi dispiace».

«Di che cosa?»

«Di essere arrivati troppo tardi».

Anche se era la cosa peggiore che potesse fare, Sasuke scoppiò a ridere.

«È successo quello che doveva succedere. Sia io che mio fratello abbiamo avuto ciò che volevamo. Lui si è preso i miei occhi, io la sua vita. Per nessun motivo voi avreste dovuto intervenire».

«Adesso, però, lui si sta prendendo anche la tua vita».

Possibile che quella voce facesse così male, nonostante fosse così bella?

«Itachi è morto!» gridò, all’improvviso «È finalmente morto, io ho raggiunto il mio scopo. Lui non si sta prendendo la mia vita, perché la mia vita è già terminata. Lasciatemi in pace».

Forse la pioggia stava battendo più forte sui vetri.
Sentiva la stessa sensazione delle lacrime sulle guance.

«Sasuke-kun-»

«Vai via, Sakura. Sei insopportabile».

Gli sembrò che il rombo di quel tuono gli fracassasse la testa.

«Lo so».

Le afferrò la mano quando ormai, già pensava, l’avrebbe lasciata andare via un’altra volta.

--

Sakura si fermò, si asciugò rapidamente le lacrime sul nascere e fissò la mano che Sasuke le stringeva.

Lo guardò senza capire, o forse capendo benissimo. Indagò il suo sguardo fisso, il tremare dei suoi arti, i capelli in disordine.

«Sei insopportabile, Sakura» lo sentì mormorare. «Insopportabile...»

E la sua mano, Sasuke gliela stringeva spasmodicamente, come se si aspettasse che le dita si fondessero tra di loro, che diventassero una sola cosa, lui e lei. Sakura non smise di fissarlo un istante. Non disse niente, perché la voce non tradisse il suo pianto. «Sei insopportabile, Sakura» sussurrò ancora Sasuke «Non posso più vederti, posso sentirti e basta, ricordarti... e forse un giorno non riuscirò neanche più a ricordare. Non riesco a sopportarlo...» Sakura aprì la bocca per dire qualcosa, ma non parlò. Strinse ancora più forte la mano, anche se Sasuke non aveva alcuna intenzione di lasciarla andare via.

«Non succederà» sussurrò dopo un po’ di tempo «Non dimenticherai mai più niente, Sasuke. È finita. Siamo di nuovo insieme.»

Non lo guardava in faccia. Temeva di vedere quella benda, quelle cavità vuote... temeva l’assenza dello sguardo di cui si era innamorata.

Che, forse, amava ancora.

Così sentì soltanto le convulsioni soffocate dei singhiozzi, quei singhiozzi che Sasuke non avrebbe mai accettato.

Strinse forte la mano dello shinobi, lo trasse lentamente a sé.

E mentre Sasuke si morsicava a sangue le labbra pur di non lasciar trapelale quel pianto, le sue dita si stringevano fredde sulle braccia morbide di Sakura, per non lasciarla andare, per continuare a vedere, con gli occhi che non aveva più, quello sguardo verde che aveva paura di dimenticare.















.................corner A
Tornata. Dopo 25 giorni di studio in England, ho deciso di pubblicare questa breve fan fiction (in tutto, quattro capitoli).
Cosa sarebbe successo se, durante lo scontro tra Sasuke e Itachi, il giovane Uchiha avesse perso i propri preziosi occhi?
E Sakura. Non pensiate che Sakura sarà la sdolcinata Sakura innamorata. Già nel prossimo capitolo accadrà qualcosa. Come sempre, niente è quello che sembra. Dietro alla nuvola c'è sempre il sole, e un'altra nuvola, ancora, e la luce...
Basta non perdere la speranza. Aspettare, ma non restare immobile senza far niente.
E nel momento in cui non te lo apsetti... è allora che spunta quel sole dietro la nuvola.
Per me è stato così, ed è la piccola morale di questa fan fiction.
Come sempre i commenti sono molto ben accetti. Critiche postitive o negative, basta che siano costruttive, leggerle sarà un piacere ^^
La fan fiction è già stata conclusa e quindi la pubblicazione sarà piuttosto veloce. Detto questo, un saluto, sperando che apprezziate questa breve storia, un po' d'amore, un po' di disperazione e alla fine...
Mah.
Suspence, eh? *-*

Sayonara,
Ele.

"Naruto" e tutti i personaggi e i luoghi di suddetto manga appartengono a Masashi Kishimoto. La fan fiction in sé mi appartiene in quanto ne sono l'autrice. Tutti i diritti sono riservati.

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Capitolo 2
*** 2 or about this love ***


OCCHI, GUARDATELA PER L’ULTIMA VOLTA.




2 or about this love
Finché le teneva stretta la mano, poteva vederla.

Riusciva a vedere distintamente i suoi occhi, i suoi capelli, il suo sorriso. Tutto esattamente come allora.

Era quando il contatto di sgretolava che l’immagine davanti a lui scompariva, dissolvendosi come una visione nella nebbia nera della notte, perdendo nitidezza e precipitando in un recesso troppo lontano della sua memoria.

Sakura poteva distruggere quell’oscurità.

Sasuke non sapeva spiegarsi né il perché, né come.

Ma non era molto importante, alla fine.

Non si rese conto del tempo che passarono mano nella mano, mentre fuori infuriava il temporale, mentre il lontano rombo dei tuoni trapanava la sua coscienza di tanto in tanto, mentre il ticchettio fragoroso della pioggia s’infrangeva sul tetto.

Si rese però conto di non avere in sostanza niente da dire, che stava bene così, con la figura di lei davanti agli occhi che non aveva più, con il suo profumo accanto, il suo calore vicino.

Sasuke non sapeva se fosse veramente innamorato di Sakura, o se amasse soltanto ciò che lei gli ricordava. Però stare così gli piaceva.

Era la prima scheggia di felicità che percepiva da molto tempo.

Perché vedere (non vedere!) Itachi morire non era stata veramente felicità.

Perché tornare a Konoha non gli aveva suscitato nessun sentimento positivo.

Non era tornato vincitore, ma più che mai vittima.

Non se lo sarebbe mai perdonato, di essere così debole.

Ma a Sakura non sembrava importare. O forse sì, forse stava così male per lui da non mostrargli la minima emozione.

Le sfiorò una guancia, sentendola rabbrividire sotto la sua pelle. Ne sorrise.

Forse lui non l’amava, ma ne aveva bisogno.

E lei... Sasuke lo sapeva da sempre, cosa provava Sakura.

Cercò le sue labbra con le dita, riconoscendole al tatto, prima di baciarle, lentamente, mentre l’immagine di lei scaturiva dai sensi, e se ne riempiva lo sguardo, di quel ricordo folgorante, di quel suo respiro nervoso, di Sakura.

--

Si era arresa.

Non aveva più tentato di trattenere le lacrime o la sensazione fremente che la invadeva dal basso dello sterno.

Aveva accettato il bacio di Sasuke come il dono che aspettava da anni.

Così non si era opposta ai suoi gesti, non aveva fatto alcuna resistenza.

Lo desiderava da talmente tanto tempo…

E si era data a lui, completamente, ascoltandone il respiro che era sempre quello di allora, assaporando ogni istante con lui, per lui.

Tutto quel tempo passato a pensare, a sperare, a distruggere illusioni con la certezza che era meglio così, smettere di credere, smettere di farsi male, tutto quel tempo speso per convincersi che Sasuke era un passato finito, distrutto, irrecuperabile, tutto quel tempo si era definitivamente smarrito col primo sospiro tra le sue labbra.

L’osservava dormire, la benda stretta sugli occhi, i capelli spettinati.

Sasuke era diventato un uomo così come lei era diventata una donna.

Eppure le sembrava di conoscere perfettamente l’uomo che le stava davanti così come lo aveva conosciuto da bambino.

Ogni suo proposito di dimenticarlo, di poter vivere senza il suo ricordo asfissiante era andato perduto. Ma averlo accanto era molto meglio che continuare a evitarne la memoria.

Gli accarezzò i capelli, felice.

Ci sarò sempre per te, Sasuke.
Io sarò i tuoi occhi.

--

All’inizio era stato per assecondarla.

Dopo quella notte del temporale, dopo che si erano svegliati l’uno accanto all’altra con ancora il rumore della pioggia nelle orecchie, c’erano state altre volte simili.

Non subito.

Era passato del tempo.

Ma poi lui aveva iniziato ad aspettare il rumore dei suoi passi, quel rumore che già solo gli scatenava quella vista che nasceva dai ricordi. E lei aveva cominciato a venire spesso, sempre.

Era stato per assecondarla, all’inizio, che Sasuke le aveva permesso di accompagnarlo fuori.

Non usciva da casa da settimane, forse addirittura da mesi. Le sue gambe procedevano insicure, la sua mano era avvinghiata spasmodicamente al braccio di Sakura.

Si sentiva come qualcuno che, rimasto per un’eternità in un eremo nascosto fra le montagne, venisse colpito dal sole per la prima volta dopo secoli.

Provava una rabbia convulsa nell’avvertire il calore di quel sole sulle braccia, sulla pelle, nella risata di Sakura, ed essere immerso nell’oscurità più totale.

Si aggrappava a lei, allora.

E con lei, vedeva.

Poteva vedere dentro di sé anche la luce del sole, perché la sentiva nella sua risata. Poteva vedere la natura che Sakura diceva essere così rigogliosa in quel mese, dopo tanta pioggia, poteva vedere le strade di Konoha che credeva di aver dimenticato.

Poteva rivedere anche Naruto, e non grazie al tocco gentile dell’amico, ma al sentire Sakura pronunciare il suo nome.

Sakura, Sakura. Era lei il suo tramite col mondo. Per qualche inspiegabile motivo, era grazie a lei che poteva ancora vedere.

Non l’avrebbe lasciata andare. Come affetto da una dipendenza, una sensazione appiccicosa e travolgente, un soffocamento allo sterno, una rabbia frustrata e indomabile.

Sasuke pensò all’amore, ma non ci credette.

--

Sakura pensò all’amore, e ci credette subito.

L’idea che Sasuke comprendesse e ricambiasse quel sentimento cieco e incondizionato che la teneva stretta da sempre era strana e meravigliosa.

«E’ bellissimo, Sakura» le aveva detto Ino, gli occhi che brillavano, vagamente tristi. «E’ bellissimo che le cose siano andate così per voi due.»

L’altra sorrise, arrossendo per un istante.

«Non ci avrei mai sperato. Eppure è andata così.»

«Anch’io non ci spero più.»

Il sospiro di Ino arrivò alle orecchie di Sakura in modo impercettibile.

Sakura alzò lo sguardo sull’amica e la scoprì infinitamente malinconica.

«Non dovresti.» disse «Non dovresti smettere di sperare.»

Ino scosse la testa, guardando il cielo azzurro trapassato da qualche nuvola.

«Shikamaru non è per me. Lui è per Suna, e basta.» sussurrò «Eppure resta così maledettamente importante.»

Sakura seguì con lo sguardo le nuvole che osservava Ino, ma ne perse il percorso in breve tempo.

La capiva. Sapeva che la peggiore schiavitù era la memoria.

Lei forse era stata soltanto fortunata.

--

Sputò il sangue per terra, con violenza, rialzandosi di scatto.

In missione da due giorni, aveva già rischiato la vita due volte.

Quella era la terza, ma era il primo momento il cui, veramente, aveva paura di morire.

Paura di morire...

Sakura Haruno era una delle migliori kunoichi di Konoha.
Forse, un giorno, sarebbe anche potuta diventare Hokage.

Indubbiamente, Tsunade-sama sarebbe stata orgogliosa di lei.

Ma forse non sarebbe neanche diventata jonin. Forse tutto sarebbe finito con quella dannatissima missione.

Si guardò attorno, ansimando, cercando con gli occhi quei nemici che si celavano al suo sguardo.

Erano in sette, molto abili. Se n’era resa conto quando il primo shuriken l’aveva colpita al braccio destro.

Ribelli del confine con la terra dell’acqua.

Sentì un fruscio e si voltò, il battito del cuore che pulsava prepotente nelle orecchie, isolandola da ogni rumore.

Silenzio, silenzio!

Non aveva idea di dove fossero finiti i suoi due compagni di squadra. L’imboscata, e poi tutto era accaduto così velocemente che lei non aveva potuto fare altro che assecondare l’istinto e agire.

Ricordava che ad un certo punto si erano dovuti dividere, e poi, all’improvviso, aveva intravisto solo le sagome degli avversari, non più quelle familiari degli altri due shinobi della Foglia.

Un brivido gelido le trapassò la schiena.

Era sola.

...

Un orrore indefinito e travolgente l’avvolse tra le sue spire, e le mancò il respiro, imprigionata nella certezza che non poteva più fare una sola mossa.

Era a terra. I quattro nemici rimasti l’osservavano dalle loro postazioni.

Senza più un frammento di chakra in corpo, Sakura si trattenne dall’impulso di gridare tutta la sua rabbia.

Non può finire così!

Cercò di alzarsi, artigliò il terriccio con le dita, scalciò, si puntellò sui gomiti, ma sempre il suo corpo ricadeva a terra, come risucchiato da una forza di gravità ingiusta, come le spoglie di una bambola di pezza.

Sentì le lacrime affiorare agli occhi secchi.

Se solo Naruto fosse stato lì con lei. Se solo avesse potuto aiutarla.

E poi, con uno spasmo di dolore, desiderò così immensamente rivedere almeno una volta Sasuke...

Provava chiaramente la devastante sensazione di essere sull’orlo del baratro.

Stava per perdere ogni cosa, e lo sapeva, lo sapeva.

L’oscurità dell’incoscienza spalancò le sue braccia accoglienti, e Sakura vi si rifugiò con un tremito della voce. Una parola morta prima di nascere. Sas’ke-kun...

















.................corner A
Il secondo capitolo è una delle cose più romantiche che abbia mai scritto, e anche il capitolo più romantico di questa fan fiction.
Siamo a metà della storia. Gli eventi precipitano. Qual è la sorte di Sakura, secondo voi? E di conseguenza, poiché ormai sono indissolubilmente legate, quale sarà quella di Sasuke?
Non posso darvi altre anticipazioni, se non rivedremo Naruto - anzi, avrà una parte parecchio fondamentale - e che il prossimo capitolo sarà pubblicato venerdì, perchè stasera la sottoscritta parte per Parigi *-* il sogno di tutta una vita, soprattutto dopo aver visto il musical di Notre-Dame de Paris e aver letto i libri di Hugo... Se quando ho visto il Globe a Londra ero in estasi creativa, non credo sarà molto diverso davanti a Notre-Dame e alla casa parigina di Hugo *____*

Ringrazio tutti coloro che hanno commentato e letto. Mi sono resa conto quasi tutta la gente che ha messo questa storia tra i preferiti non ha lasciato neanche una recensione. E' una cosa che non mi piace tanto. Se poteste almeno dirmi "guarda, ho messo la tua storia nei preferiti perché..." sarebbe già una gran bella cosa ^^
Naturalmente, sarei tanto grata a chiunque avesse voglia di lasciare una recensione!

E passiamo alle risposte alle recensioni!

celiane4ever è bello ricevere commenti da persone che hanno già seguito altri tuoi lavori! Ti ringrazio. Se devo essere sincera, non ho mai pensato ad una shot, anzi, questa storia è stata scritta a partire dalla fine, fine che poi è stata anche cambiata, mentre le righe originali sono state usate per un'altra parte... questa fan fiction ha una storia parecchio sofferta. Be', sono felice che ti piaccia! Grazie ancora del commento!

bambi88 sempai! Tra una cosa e l'altra, ti ho trascurata tantissimo. Fa molto piacere leggere il tuo commento, considerato che io non ti lascio commenti da un sacco di tempo. Grazie! Inoltre, mi hai fatto tanti di quei complimenti... XD gentilissima, la ringrazio, sempai. A presto! (Ah, visto l'accenno ShikaTema? ^^)

muccina89 non posso dirti troppo riguardo ai paring, i rapporti sono piuttosto particolari... ma tutto diventerà chiaro con il quarto e ultimo capitolo ^^ Di felicità per Sasuke non ne vedo tanta in arrivo... comunque credo che avrete tutti una sorpresa con l'ultimo chap. Grazie per il commento, a presto!

Hipatya sono felicissima che la storia riesca a coinvolgerti così tanto - è il sogno di ogni fan writer! Ti ringrazio davvero tanto per i complimenti. Il mio scopo era proprio ciò che tu sei riuscita a cogliere: un Sasuke fragile e umano nella sua agonia. E se questo Sasuke ti piace, allora nei prossimi capitoli troverai dei brani che dovrebbero interessarti molto... *suspence* E anche se Kishimoto ha praticamente eliminato l'ipotesi SasuSaku, io ci spero ancora... sarebbe davvero bello. Ah, ti ringrazio anche per l'immagine, direi che è semplicemente perfetta! Arigato, a presto!

Nunichan interessante il tuo commento. Posso dire che in questa fic Sasuke è diverso soltanto per come sono andate le cose: ha perso i suoi occhi, ciò che lui considerava il suo unico, grandissimo, valore, e in aggiunta a questo ha anche compiuto la sua vendetta. Inoltre non ha conosciuto la verità su suo fratello. Come dire... Sasuke è più EMO che mai, ecco. Naruto si trova in una posizione molto delicata, come vedrai nel prossimo capitolo... niente anticipazioni, meglio lasciare la sorpresa ^^ Ti ringrazio per i complimenti, spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Sayonara!

deliaiason88 che strano, su sei commentatori due hanno detto che il primo capitolo sarebbe stato efficace anche come one-shot. A dire la verità ho sempre pensato a questa fan fiction come una one-shot, solo che mi sono resa conto che sarebbe diventato un po' pesante leggere quattordici pagine al computer tutte in una volta. Mentre la scrivevo si è arricchita, ho anche sviluppato un nuovo finale, e di conseguenza l'ho divisa in quattro capitoli, di cui gli ultimi due sono anche piuttosto brevi.
Ti ringrazio per i complimenti, inutile dire che fanno enormemente piacere. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!


E stasera... Paris! *-*
Sayonara,
Ele.

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Capitolo 3
*** 3 or about this darkness ***


OCCHI, GUARDATELA PER L’ULTIMA VOLTA.




3 or about this darkness
La prese in braccio saldamente, gli occhi sbarrati su di lei, le palpebre tremanti.

«Capitano Naruto-»

«Ci penso io.» disse, dissimulando la voce rotta in un vago colpo di tosse. «Penso io a lei.»

Ma era fin troppo bravo.

Fin troppo bravo perché aveva già capito tutto dalla freddezza del corpo, da come Sakura non avesse reagito al contatto con le braccia dello shinobi.

Fin troppo bravo perché era stato il primo a proporsi – gridando, come al solito – di andare a cercare Sakura, quando avevano trovato i cadaveri dei due compagni di squadra della kunoichi.

Fin troppo bravo perché l’aveva trovata subito.

Ma comunque troppo tardi.

--

Galleggiava nel suo mare di oscurità, in quella tenebra assorta.

Una forza che non conosceva, più potente della sua volontà, le impediva di aprire gli occhi come avrebbe voluto.

Si sforzò di reagire, di muovere le braccia, di dire una parola.

Ma galleggiava in quel suo mare di oscurità, affondata nel buio opaco, e ovunque guardasse vedeva il nulla, scuro e assoluto, e ovunque cercasse di andare non si muoveva.

Si rese conto di non essere cosciente.

Sentì un fremito di paura, di panico.

Allora, improvvisamente, si chiese se quell’oscurità che la dilaniava fosse come quella che avvolgeva Sasuke e che lo avrebbe avvolto per sempre.

Ma lei, lei che voleva liberare Sasuke da quel buio, lei che voleva diventare i suoi occhi...

Come avrebbe potuto, immersa nell’oscurità, vedere la luce anche per lui?


--

Non aveva ricevuto notizie di sorta.

Sakura era partita da una settimana, e lui aspettava.

Sasuke gettò una pietra nel lago che si trovava vicino al quartiere degli Uchiha.

Ne ascoltò ogni istante, l’aria trafitta dalla massa, suono sibilante del vento, e poi il piccolo plof del sasso che bucava la superficie. E affondava, poi. Ma a quel punto Sasuke non poteva sentire più niente.

C’aveva messo mesi, ma alla fine era riuscito ad imparare il tragitto fino a lì. E adesso, qualche volta, si azzardava a uscire di casa senza l’aiuto di nessuno, troppo orgoglioso comunque per chiederlo.

Era Sakura che lo accompagnava, a volte, di sua spontanea volontà.

Ci erano andati per la prima volta un giorno di qualche mese prima, dopo che avevano fatto l’amore. Era ancora quel periodo in cui Sakura faceva di tutto pur di portarlo fuori.

Non per fargli vedere la luce del sole, che non avrebbe mai più rivisto. Ma per fargliela sentire almeno, quella luce, almeno sulla pelle.

Erano andati lì, quel giorno.

Ed erano tre giorni che Sasuke ci ritornava.

Tre giorni che non aveva notizie di Sakura.

Come se avesse potuto ritrovare dei brandelli di quei momenti sprofondati nel tempo, come se avesse potuto ritrovare qualcosa di lei, in quel luogo.

Ma sapeva che non avrebbe ritrovato niente. C’era solo quell’ansia, insolita e opprimente, che Sasuke accettava senza tante storie, i sentimenti confusi.

Iniziava a credere di essere come dipendente. Non poteva stare senza di lei.

Si detestava, per quella debolezza, ma sapeva che quando avrebbe di nuovo sentito il suo profumo avrebbe mandato al diavolo debolezza e confusione.

E quindi, aspettava.

--

Correva. Voleva essere lui a dirglielo.

Non aveva esitato neanche un istante. Aveva comunicato la sua decisione a Tsunade, ed era andato.

Naruto ricordava il team sette in ogni suo minuscolo particolare, anche in quei gesti insignificanti che, era sicuro, gli altri avevano già dimenticato.

Naruto aveva combattuto, era cresciuto, e aveva ricomposto di nuovo il suo team sette, recuperandone i frammenti.

Aveva intuito anche quel legame che Sakura e Sasuke avevano intessuto, un’altra volta, ma in fondo gli stava bene così.

Sakura con Sasuke, e lui che guardava gli occhi verdi di Sakura, i suoi capelli rosa, desiderando accarezzarli, desiderandola, ma guardandola sempre da lontano, contemplandola in silenzio.

Le cose erano esattamente come allora.

Be’, forse non esattamente.

Ma erano simili.

I suoi discorsi con Sasuke non erano più gli stessi, erano memorie di ragazzi cresciuti troppo in fretta, non sogni di bambini.

Forse non erano più neanche rivali.

Ma a lui, in fondo, le cose andavano bene così.

[Almeno per un po’, erano stati tutti e tre insieme.

Proprio come allora.]



Si avvicinò all’amico, seduto sul molo a gettare sassi in acqua.

«Ti ho sentito arrivare.» lo precedette Sasuke «Naruto.»

Naruto sorrise.Non mi darà mai tregua. Un sorriso infelice.

«Ancora qui, Sasuke?»

«Ho forse altri posti dove andare?»

«Un giorno ti porterò nella radura dove Kakashi-sensei ci ha messi alla prova quella volta.»

«Perché?»

«Per non smettere mai di ricordare come eravamo.»

Silenzio.

«Qualche volta, Naruto, vorrei dimenticarlo. Sento che sarebbe tutto molto più semplice se non ricordassi niente. Mi piacerebbe galleggiare qui dentro, in questo buio che voi non potete vedere, e basta.»

«Sarebbe come morire.»

«Ma sarebbe il riposo.»

Silenzio.

«Ma ci siete voi.» disse all’improvviso Sasuke, con lentezza, come se ciò gli costasse una fatica immensa. «E c’è Sakura.»

Naruto credette che l’altro potesse avvertire il suo improvviso disagio.

Si sentì così vigliacco. Perché continuava a ritardare?
Avrebbe dovuto dirglielo. E presto.
Subito.

«Sasuke, devo dirti una cosa. Riguarda Sakura.» Rapidissima pausa, neanche il tempo d’un fiato. «Non è una bella notizia.»

Sasuke si voltò, perdendo la consapevolezza di non poter vedere Naruto.

«È morta?»

«L’abbiamo trovata al confine. È in coma.»

Lo sguardo cieco di Sasuke si perse nella tenebra che ricopriva il lago.

Era sicuro che il cielo fosse azzurro, in realtà. Ma lui vedeva solo un baratro d’inchiostro.

--

«Fatemi vedere Haruno Sakura.»

L’infermeria non ebbe il coraggio di impedirglielo. Annuì, poi si ricordò dei suoi occhi, e disse di sì.

Il viso di Sasuke era una maschera di ghiaccio, imperturbabile e gelida, marmo.

Respinse con rabbia la mano dell’infermeria che voleva aiutarlo a camminare senza rischiare di farsi del male.

Il respiro di Sasuke era forte e irritato.

L’angoscia, l’ombra che lo stava distruggendo, non l’avrebbe mai mostrata.

Seguì i passi dell’infermiera, sentendoli innaturalmente potenti nelle orecchie.

Involontariamente l’immagine dell’ospedale si costruì davanti ai suoi occhi, opaca e sbiadita come in un vecchio sogno. Non era reale, non era vera.

Riuscì comunque ad arrivare alla porta senza problemi. L’infermiera s’arrestò, lui s’arrestò.

Sentì il rumore delle chiavi nella toppa, il cigolio della porta che si apriva...

«Prego.»

Sasuke era già entrato, silenzioso e deciso.

Quasi spaventoso. La vide, con gli occhi con cui poteva immaginarla, ma non sentì il suo respiro, ed ebbe l’impressione che il suo cuore smettesse di battere.

--

«Non sente niente di quello che succede.» gli disse l’infermiera più tardi.

«Noi... temiamo che non si risveglierà più» gli disse ancora Tsunade, quando lui e Naruto andarono a chiederle altre notizie sulla condizione di Sakura.

Sasuke stringeva i pugni fino a far fermare la circolazione del sangue nelle mani.

«Non c’è niente da fare?» domandò, sorprendendo sia Naruto che Tsunade.

L’Hokage scosse la testa con un sospiro. «Solo aspettare.»

Sasuke non aveva neanche pensato all’eutanasia. Sì, il pensiero lo aveva sfiorato, ma lui l’aveva scacciato con rabbia.

Sakura non si sarebbe svegliata mai più. Se c’era una remota possibilità che aprisse gli occhi, era un’ipotesi talmente vana che prenderla in considerazione sarebbe stata follia.

Sakura non si sarebbe svegliata mai più, ma per lui la vera follia sarebbe stata distruggere anche quella minuscola speranza che, per quanto impossibile, si era insinuata suadente nella sua testa.

E non era stato capace di scacciarla.

Lui avrebbe aspettato, anche se in fondo lo sapeva, che Sakura non si sarebbe più svegliata, e che, adesso, lui non avrebbe più visto nulla.














.................corner A
Tornata stamattina da Paris, con ancora negli occhi Notre-Dame e i tetti bellissimi delle case... ah, io ci andrei a vivere a occhi chiusi, nella mia Paris!

Per quanto riguarda la fan fiction, sto morendo dal sonno, quindi scusate se queste poche righe saranno prive di una logica... quindi, sta per arrivare il quarto e ultimo capitolo (il mio preferito), e nel frattempo, come avete letto, gli eventi sono decisamente precipitati. Questo è il capitolo più pessimista e deprimente fra quelli letti finora. Secondo voi, come andrà a finire? Sakura si risveglierà? Happy ending o finale drammatico? Mi piace tenervi sulle spine! :P

Ringrazio non solo chi commenta, ma anche chi legge soltanto. Naturalmente, ogni recensione è ben accetta, anche solo due righe per farmi sapere che siete passati di qui. Grazie!

Ed eccoci ai ringraziamenti veri e propri:

Reikauchiha tranquilla, chiedo sempre a chi mette le mie fan fictions nei preferiti di commentare, perché mi sembra corretto. Ora è tutto a posto, grazie per i complimenti!

celiane4ever anche io tifo SasuSaku, sono uno dei miei paring preferiti! Ma Sasuke... è Sasuke, non credo che ammetterebbe mai di essere innamorato di Sakura, neanche a sé stesso. Be'... starai a vedere! Grazie per il commento, a presto!

bambi88 sempai, sempre così gentile ^O^ i tuoi complimenti mi fanno moltissimo piacere. E' difficile riuscire a trattare un personaggio come il caro vecchio Sas'ke... più che difficile, è un lavoro delicato, e ho avuto paura di alterare il suo carattere, di farlo diventare troppo OC... se finora non è ancora successo, be', spero non succeda mai! Ormai rimane solo un capitolo, ti ringrazio per avermi seguita fin qui. A presto! (Ah, Parigi... bellissimaaaaa *-*)

Angel23 hai detto benissimo, i ruoli di Sakura e Sasuke si sono invertiti. Se prima era lei ad avere disperatamente bisogno di lui, adesso è il contrario. Sto cercando di lavorare un po' su questo scambio di ruoli, l'intera fan fiction è organizzata attorno a questo. Sono felice che ti piaccia, spero che anche questo capitolo abbia suscitato in te le emozioni che ho cercato di trasmettere! Sayonara!

LaProz sono felice che alla fine tu abbia commentato, e anche che la storia ti piaccia. E' gratificante, per un fan writer, sentirselo dire. Grazie, spero continuerai a seguire la fan fiction! ^^

Rinoagirl89 già, e sinceramente non mi sarebbe dispiaciuto se le cose fossero andate così. Non mi piace tanto la piega che ha preso il manga al momento. Io volevo una bella svolta SasuSaku! ç___ç a parte gli scherzi, sono una patita delle what if, e questo possibile svolgimento non mi sarebbe dispiaciuto per niente, anzi. Be'... le fan fictions esistono proprio per questo! ^^ Grazie del commento, bye!

deliaiason per fortuna non l'hai trovato mieloso, io detesto le cose troppo zuccherose! Inoltre hai inteso bene il mio riferimento ad Ino... ovvero, le cose non vanno bene per tutti. E', come dire, un piccolo richiamo a quella che è la realtà, ai capricci dell'amore, all'ironia cattiva del destino. E per quanto riguarda Sasuke... vedrai nel prossimo e ultimo capitolo, ma posso dirti che sarà proprio una brutta crisi. Grazie ancora per il commento e i complimenti, a presto!

Hipatya ...cioè... io... UAO. Bellissimo commento, caspita, davvero! La mia autostima saltella qua e là tutta allegra... sono proprio felice che tu possa trovare plausibile, e piacevole, questo paring. Mi sono immedesimata tanto, ho sentito parecchio quello che scrivevo. Questo credo abbia contribuito. Se tutti i lettori si immedesimassero così, sarebbe proprio bello... Grazie dei complimenti, sei gentilissima! E per quanto riguarda Ino... non ho introdotto la sua storia per un semplice tributo ShikaTema, ma soltanto per ricordare quanto l'amore sia bastardo, quanto le cose possano andare bene per una persona e male per un'altra. Ecco, sono troppo fissata con la roba deprimente T_T be', detto questo... ci sentiamo con il prossimo e ultimo capitolo!

Parigi si sveglia e si sentono già le campane a Notre-Dame... io sarò anche tornata ma la mia testa è ancora a Paris... ora, poi, che ho tra le mie mani la versione francese del musical di Notre-Dame de Paris! *-* Bellissima città, se ne avete la possibilità andateci senza pensarci due volte!

Sayonara,
Ele.

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Capitolo 4
*** 4 or the last one ***


OCCHI, GUARDATELA PER L’ULTIMA VOLTA.




4 or the last one

Entrò nella stanza.

Nell’oscurità avvolgente poteva sentire il rumore dei macchinari, percepire un respiro flebile e ininterrotto.

Mosse alcuni passi, mentre la mano scivolava via dal muro, perdendo l’ultima percezione tattile che poteva avere dell’ambiente.

C’era uno strano odore, come di medicinali. Odore di ospedale, gli era già noto.

Il tempo che seguì sembrò lunghissimo.

Forse non ne passò neanche, di tempo.

Tutto accadde all’improvviso.

Percepì un movimento, come un agitarsi, lì dove doveva esserci il letto in cui era sdraiata Sakura.

Si voltò istintivamente, e si accorse che il respiro era cambiato.


Possibile? Colse la voce un istante prima che formulasse qualcosa.

«Sasuke?»

La voce di Sakura. E il suo nome.

Senza ragionare, si avvicinò al letto, sbattendo contro il metallo con una gamba, ripercorrendo il materasso, avvicinandosi a lei.

Non riuscì a dire una parola. Sentiva qualcosa di strano percorrergli la gola, un rivolo bagnato.

«Sakura...»

In quello stesso istante la sentì tossire. Conosceva quel suono, e non ci mise molto a capire che non era una tosse normale.

La scena prese vita nella sua mente non appena afferrò la mano fredda di Sakura. Stava tossendo sangue.

«Vado a chiamare qualcuno.» disse subito, agitato come non lo era da tanto tempo.

Sakura lo trattenne, afferrando più saldamente la sua mano. Non era abbastanza per fermare Sasuke, ma lui s’arrestò lo stesso.

«No, Sas’ke... sto morendo.»

Lui sentì il panico corrodergli la voce.

«Sakura-»

«Non andare via.»

L’abbracciò, allora, perché non lo credeva vero, e sapeva che era vero.

Voleva tenerla stretta, stretta, assorbirne il respiro, l’odore, il colore, anche.

Lei scoteva convulsamente la testa sulla sua spalla e si mordeva le labbra, stringendo gli occhi, convinta che non avrebbe pianto.

Alla fine l’abbraccio si dissolse, quando lei sciolse la stretta.

E improvvisamente Sasuke ritornò a galleggiare nel suo mare di oscurità.

Questa volta, per sempre.

--

Il corpo sussultò nel risveglio, un grido muto gli morì sulle labbra.

Sasuke intravide la notte dietro alla sua perenne oscurità, e si tirò su a sedere, tremando.

Faceva spesso quel sogno. E iniziava a capire anche perché.

Temeva quella realtà.

Ma poterla stringere ancora una volta, almeno una...

La sua dannata dipendenza da lei, ora, [da sempre], aveva un nome.

Amore, e lui lo sapeva.



Prese la decisione improvvisamente, impulsivamente, dopo aver pensato a trecento motivi per non farlo.

Si alzò dal futon, cercò rapidamente i suoi vestiti e l’indossò.

Non aveva idea di quanto fosse inoltrata la notte, ma sentì l’aria fresca delle ore più buie spazzare la sua pelle e bagnare il suo viso.

Sotto la benda spiegazzata che copriva gli occhi, il suo volto aveva un’espressione determinata e impassibile.

Buio nel buio, quella era la sua notte.

Uscì di casa ripercorrendo con la memoria le vie e le strade. Non abbastanza per vedere quei luoghi nella mente – solo Sakura poteva, avrebbe potuto – ma sufficiente per permettergli di uscire dal quartiere.

L’ospedale. Sì, ricordava la strada.

Una mano accanto al muro, percorreva la via con rabbia controllata, la rabbia della frustrazione e dell’impotenza.

Erano cinque mesi che Sakura non si svegliava. Cinque mesi che faceva quel sogno. Cinque mesi che non andava all’ospedale perché vederla in quel modo, non vederla, sentirla appena, era...

[Dolore, Paura, Angoscia, Rabbia...
Frustrazione, Sentimento, Non parlare, Lontano...]



Non sarebbe stato in grado di dare una definizione, né gli interessava darne una.

Arrivò all’ospedale quasi di corsa, inciampando nei sassi e negli ostacoli che non intuiva.

La camera era al primo piano. E lui era un ninja, per quanto cieco.

Tastò il muro con difficile pazienza, poi iniziò ad arrampicarsi.

Il cuore batteva, forte, nel petto, e quando le sue dita incontrarono finalmente le persiane fu avvolto dal sollievo.

Neanche aprire la finestra fu difficile, per uno shinobi come [era stato] lui.

E fu dentro.

--

Rimase immobile per minuti, ascoltando il suo respiro. Sembrava così maledettamente normale. Un respiro normalissimo. Un po’ flebile, un po’ lento, ma respirava, dannazione! Era viva.

Chissà per quanto ancora, ma Sakura era viva.

Soltanto viva...

Sasuke fece per avvicinarsi, ma si fermò a metà strada.
Qualcosa che non capiva lo tratteneva.

Aveva come l’impressione che, se fosse andato ancora avanti, il suo cuore sarebbe scoppiato nel petto, invadendogli il sangue di piccoli frammenti aguzzi, e tutto sarebbe finito così.

Barcollò, appoggiandosi ad un muro.

Sakura era così vicina a lui, e lui non riusciva a muovere un passo.

Gli venne in mente quella volta in cui si trovava solo in casa, e il temporale lo aveva sorpreso, e mentre lui in principio lo aveva accolto lasciando che passasse sopra di lui, che lo cancellasse, che annullasse quell’anima che stava lentamente scomparendo, dopo qualche minuto era prevalso l’istinto di sopravvivenza. Aveva sfidato il vento e l’oscurità, cercando di raggiungere la finestra e di chiuderla.

Fece un altro passo, e un altro ancora.

Poi si chiese perché le cose fossero finite in quel modo, e la rabbia esplose.

Kami-sama! Perché?

Aveva creduto di essere morto quando non aveva più visto nulla.

Poi era arrivata Sakura. E lui aveva veramente aperto gli occhi.

Adesso gli sembrava che il percorso che aveva imboccato con fiducia e stupore terminasse in un vicolo cieco.

Nessuna via d’uscita.

Perché?

Scaraventò il proprio pugno sul muro che aveva sfiorato fino a quel momento.

--

Immersa in quell’inchiostro vischioso, buio impenetrabile, una volta che la coscienza era riemersa appena dall’oblio, si era chiesta se era quella la fine.

Era un torpore morbido e appiccicoso, eppure a volte riusciva a intuire la notte e il giorno, la paura e l’angoscia, l’amore e il panico.

Non riusciva ad aprire gli occhi, non sentiva niente, né la voce né passi di alcun genere.

Si sarebbe lasciata morire, se non fosse stata una kunoichi.

Lottare. Lei avrebbe sempre lottato.

Per la vita, per continuare a vivere.

Sakura non voleva morire.

Voleva fare ancora un sacco di cose. Quelle chiacchierate lunghissime con Naruto. Le risate con Ino, proprio come una volta. I baci di Sasuke, finalmente.

Sakura non poteva morire, doveva vivere.

Cercava di afferrare l’oscurità, di nuotare nella tenebra, di farsi largo nell’ombra.

Sentiva solo il vento, qualche volta, che le accarezzava il viso. Ma non sapeva se fosse veramente il vento o solo la sua immaginazione.

Forse, in quel momento, se qualcuno l’avesse chiamata, avrebbe potuto svegliarsi.

Ma il buio scendeva nella gola e lei annegava.


--

Il respiro di Sakura, flebile e incessante, lo riempiva ancora, creando brevi intervalli di luce nella sua tenebra.

Sasuke aprì gli occhi, sotto la benda, e raggiunse il letto.

Con esasperante lentezza, allungò una mano, finché non incontrò la pelle di Sakura.

--

E lo sentì.

Il primo segnale di vita dopo quell’interminabile sonno. Qualcosa si ruppe in Sakura. La coscienza si scosse di dosso la tenebra.

Qualcosa l’aveva sfiorata, e non era il vento.

La membrana sottile dell’oblio si era increspata.

Sakura sentì di conoscere quel tocco.

Erano le dita di Sasuke, il suo calore, il suo tepore.

Immersa nell’incoscienza, gridò che doveva vivere, ma nessuno la sentì.

--

La sentì così fredda, e ritrasse le dita.

Non si sveglierà più.

All’improvviso, capì che avrebbe anche rinunciato alla vista che Sakura sapeva dargli, purché potesse risentire calda quella pelle sotto le sue mani.

All’improvviso, Sasuke pianse.

Si allontanò dal letto, raggiunse la finestra.

L’aria della notte diventava lentamente fresca e non più gelida, il sapore del giorno già l’invadeva.

La disperazione.

Forse era l’alba. Forse il sole stava spuntando all’orizzonte.

La rabbia.

Sasuke si disse, e ne era così maledettamente certo, che né lui ne Sakura avrebbero mai più rivisto quel sole.

La stanchezza.

Forse quell’oscurità li avrebbe legati assieme più di qualunque altra cosa.












«Sas’ke...»
Fu in quel momento che Sakura si svegliò.




Fine.
(...inizio.)













.................corner A
Finito.
Avevate pensato che Sakura non si sarebbe mai più risvegliata, eh?
E che Sasuke, disperato, si sarebbe lasciato morire, o peggio, avrebbe cercato di proposito la morte?
E INVECE NO!
Ci vuole speranza, ecco quello che vorrei dire con questa fan fiction.
Quando Sasuke pensava che ormai fosse inutile sperare, che ormai Sakura non si sarebbe mai più svegliata e che nessuno dei due avrebbe mai più rivisto la luce... ecco. Sakura si sveglia.
Perché molto spesso le cose vanno così.
Perché sarebbe bello se le cose andassero così.

Ringrazio tutti coloro che hanno commentato: celiane4ever, deliaiason88, Hika_chan, Angel23, YumiBabyPunk, Reikauchiha, muccina89, grazie per il vostro preziosissimo sostegno morale!, e grazie anche a chi ha inserito questa storia tra i preferiti (per altro la maggior parte non ha mai lasciato neanche un commento!), ovvero: akane_val, Angel23, deliaiason88, Jana, kya chan, LaProZ, muccina89, Reikauchiha, RuKiA, Rukia_Chan, SaphiraLearqueen,silgree89, Targul, YumiBabyPunk, Yunie the Black Angel, _misty_, _Sakura. Naturalmente mi farebbe davvero molto piacere se poteste lasciare un commento almeno a quest'ultimo capitolo. Inizio a essere stanca di chi inserisce la storia tra i preferiti e poi non scrive mai neanche una riga, insomma, sono molto felice che qualcuno inserisca le mie fan fiction tra i propri racconti preferiti, ma avvisare è un segno di rispetto, accidenti.

Credo che ora sparirò per un po': non ho altre pubblicazioni in programma, se non qualcosina a cui sto lavorando, qualche idea per la testa. Per leggere qualcosa di nuovo, dovrete aspettare non poco.
Intanto, spero davvero che "Occhi, guardatela per l'ultima volta" vi sia piaciuta. Mi sono divertita molto a scriverla, ad approfondire i caratteri di Sasuke e Sakura in situazioni un po' particolare. Spero di essere riuscita a trasmettervi ciò che ho provato scrivendo, e ciò che provano i personaggi di questa fan fiction.

Grazie ancora a tutti i miei lettori!

Con la speranza di tornare il prima possibile,
Sayonara,
Ele.

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