La Cassetta Delle Lettere di The Sorrow (/viewuser.php?uid=647869)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima Lettera-Massimo ***
Capitolo 2: *** Seconda Lettera-Riccardo ***
Capitolo 1 *** Prima Lettera-Massimo ***
La Cassetta Delle Lettere
Prima Lettera-Massimo
Caro Massimo
Non so perchè mi sono messo a scrivere questa lettera, forse
per me stesso. So che leggerai queste parole, non so da dove ma le
leggerai. Sai che adesso sono in nuovo liceo? Un liceo scientifico, per
la precisione. Mia madre è contenta, dice che finalmente
porto a casa buoni voti. Di solito vado al parco per studiare, proprio
come mi hai consigliato tu. C'è una pace e una
tranquillità in quel posto che non si trova da nessun'altra
parte; di solito mi fermo lì fino al tramonto. Vedere il
cielo tinto di rosso è bellissimo, mica lo sapevo io che
esistevano panorami simili. Sai, mi dispiace che per molto tempo noi
due non siamo andati d'accordo. So che non ti piaceva il fatto che io
fumassi, ma ti giuro che ne sentivo il bisogno. Ho iniziato come
iniziano molti; grazie agli amici. Se fumavo ero nel loro gruppo. Se
non fumavo ero uno sfigato. Così ho iniziato a fumare e in
poco tempo la sigaretta è entrata nella mia vita. Era come
un tarlo; mi logorava, mi consumava. Non ero io che fumavo la
sigaretta, era la sigaretta che fumava me. Sai come me ne sono accorto?
Questa ti farà ridere; una notte non riuscivo a prendere
sonno, fuori diluviava. Ho pensato di fumarmi una sigaretta per... Non
lo so neanche io il perchè, volevo solo fumare. Mi accorgo
che non c'erano sigarette, avevo finito tutto il pacchetto. Bestemmiai
contro Dio(è l'unico che posso mandare a quel paese con la
certezza che non avrò risposta), presi l'impermeabile e
uscii di casa. Avrò girato mezza Torino in cerca di un
tabaccaio aperto; alla fine lo trovai e comprai un pacchetto di
Marlboro. Tornato a casa ero pronto a farmi la mia sana fumata, quando
mi resi conto di una cosa. Era l'una di notte. Io ero uscito all'una di
notte, sotto il diluvio universale per un pacchetto di sigarette. Mi
chiesi "Ma che sto facendo?". Da quell'episodio smisi di fumare.
Massimo, sarai contento di sapere che ho lasciato quella gallina di
Chiara. Mi ero messo con lei solo perchè era la
più corteggiata della classe, ma mi accorsi che era solo una
bambola. Una di quelle bambole finte che si vestono con minigonna e
scollature vertiginose anche in pieno inverno, per non parlare della
faccia. Sul serio, è necessario tutto quel trucco? Sembrava
che avesse un viso finto. Se tu fossi quì probabilmente
diresti "Te l'avevo detto!"; era quella la tua frase preferita.
Adesso sto con Laura. Non l'avevo considerata molto, ma ho fatto male.
Lei è dolce, gentile, simpatica ma soprattutto naturale. Non
porta chili di trucco, non si veste in modo esagerato per farsi notare.
Lei appare così com'è ed è questo
quello che mi piace. Trovo sia inutile cercare di apparire diversi da
come siamo, ogni persona è unica ed è questo il
bello. Di la verità, non ti aspettavi che potessi dire perle
di saggezza simili vero?
Dimenticavo, sai che mia madre ha smesso di prendere quell'affare? Mi
pare si chiamasse Xanax. Sono contento per lei, quella roba la stava
rovinando. Torna sempre a casa con quintali di fogli sottomano, dice
che li deve compilare per il suo capoufficio. Quel tizio è
un gran bastardo, scusa il termine.
Scrivendo questa lettera mi sono accorto di una cosa. Io ti ho sempre
chiamato Massimo. Mai ti ho chiamato con il tuo vero nome. Mai ti ho
detto quello che avrei dovuto dirti da sempre. So che dirlo adesso, in
una lettera, non servirà a molto ma "Ti voglio bene
papà".
Adesso andrò al cimitero, a mettere questa lettera vicino
alla tua foto.
Sono sicurò che da lassù, nel cielo, tu la
leggerai.
Con affetto
Vittorio
P.S: e se incontri Dio, digli che quella volta che ho bestemmiato non
era niente di personale.
Note dell'autore: salve a tutti, questa è la prima lettera
della mia raccolta. Le lettere avranno personaggi e argomenti diversi
di volta in volta. Spero che questa prima lettera vi sia piaciuta, le
prossime saranno più lunghe. Ci tengo a dire una cosa; in
questa prima lettera ci sono stati due punti in cui si è
parlato di Dio. Mi scuso se quello che ho detto ha offeso qualcuno; se
è così, segnalatemelo e io provvederò
a modificare la storia. Se volete lasciate una recensione. Sono bene
accetti i suggerimenti e le critiche. Alla prossima lettera.
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Capitolo 2 *** Seconda Lettera-Riccardo ***
La Cassetta Delle Lettere
Seconda Lettera-Riccardo
Caro Riccardo... Anzi, niente "Caro", solo Riccardo.
Come va? Tutto a posto? Non sei finito investito da un tram, vero? No?
Peccato. Certo, ti chiederai perchè ti sto scrivendo
così, con queste parole, ma la risposta la sai
già. Volevo farti una domanda; ti diverti? Ti diverti a
prendermi in giro? Ti diverti a ridicolizzarmi? Ti diverti a farmi fare
la figura dell'idiota davanti a tutta la classe? Ti diverti a non
rispondere alle mie lettere? Già, questa è la
sesta lettera che ti scrivo, sono sicuro che le altre cinque ti sono
arrivate ma tu non le hai lette. Non te ne frega niente, in fondo. Sai,
dicono che la violenza psicologica fa più male della
violenza fisica. Io non ci credevo, prima di conoscere te. Sembravi il
classico simpaticone, quello che c'è in ogni classe, sempre
disposto ad aiutare tutti. Ti sei finto mio amico, io mi fidavo di te.
Come hai potuto farmi questo? Come hai potuto ingannarmi
così? Non passa giorno senza che tu mi ridicolizzi. Sono
stanco Riccardo, sono veramente stanco. Io ti chiedo solamente di
essere lasciato in pace, chiedo troppo? A quanto pare, si. Potevi
rispondere alle mie lettere, potevi cercare di capirmi ma non l'hai
fatto. Ora è troppo tardi.
Hai mai sentito la canzone "Stan" di Eminem? Parla di un fan di Eminem
di nome Stan. Stan è ossessionato da Eminem, è il
suo idolo. Gli spedisce una lettera perchè vuole parlare con
lui ma Eminem non gli risponde. Allora Stan gli spedisce di nuovo una
lettera in cui si lamenta del fatto che Eminem non gli risponda.
Ovviamente Eminem non risponde nemmeno a questa. Allora Stan, in preda
alla rabbia e alla disperazione, registra un ultimo messaggio per
Eminem, in cui gli dice che lui poteva salvarlo, ma non l'ha fatto.
Registrato il messaggio, Stan si ammazza.
Per noi due è lo stesso, Riccardo. Tu potevi salvarmi ma non
l'hai fatto. Immagino che avrai già capito che cosa
succederà quando avrò finito di scrivere questa
lettera. Spero che la leggerai, spero che ti venga il rimorso, spero
che i sensi di colpa ti divorino, spero che tu non riesca a dormire la
notte pensando a me, spero che il mio scheletro appaia nei tuoi incubi
ricordandoti che cosa hai fatto!
La colpa è tua, solo e soltanto tua. Cosa ti costava
trattarmi da amico, come facevi con tutti gli altri? Che cosa
c'è in me che non va? Sono timido? Sono secchione? Porto gli
occhiali? Si, devono essere questi i motivi. A scuola ci spiegano che
bisogna abbandonare i pregiudizi e noi muoviamo la testa annuendo, come
delle scimmie ammaestrate. Ma, finita la lezione, i pregiudizi tornano
a galla impossessandosi degli uomini. La verità è
che i pregiudizi non abbandoneranno mai l'uomo. Ci sarà
sempre qualcosa o qualcuno da discriminare. Anni fa gli abitanti del
Nord Italia discriminavano quelli del Sud. Oggi discriminiamo gli
extracomunitari. Io spero che, se esiste una razza aliena, non venga
mai scoperta. Altrimenti discrimineremo pure quella.
Questa lettera è giunta alla sua conclusione. Tutta questa
faccenda è giunta alla sua conclusione. La mia vita
è giunta alla sua conclusione.
Matteo
Note dell'autore: ed ecco la seconda lettera. Spero che vi sia piaciuta
e, se volete, recensite. Alla prossima.
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