Oltre l'oscurità

di Smora
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** conoscere te ***
Capitolo 2: *** scomparsa ***
Capitolo 3: *** un nuovo mondo ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***



Capitolo 1
*** conoscere te ***


All'angolo più estremo della galassia del Nord la luce era solo un miraggio lontano, qualcosa che si poteva ammirare solamente nei sogni migliori, oppure rappresentava il riflesso di quello che era stata la vita vissuta nel resto della galassia. In quel luogo di buio perenne e di freddo spietato la vita non sembrava essere in grado di germogliare. Non esisteva vegetazione o fauna selvatica, le uniche forme di vita erano alieni variopinti che andavano e venivano dalla base spaziale donando morte, disperdendosi per l'universo e portando con loro un po del buio che albergava in quella terra desolata.

In quegli anni sul pianeta era diventata decisamente qualcuno. Era stata catturata per diventare una prostituta o nel migliore dei casi una schiava, ma la fortuna l'aveva assistita e durante la deportazione era riuscita a disattivare l'apertura delle porte e degli allarmi provocando la rivolta degli schiavi presenti sulla navicella. Tuttavia la ribellione durò pochi attimi e il comandante in carica rimase piacevolmente sorpreso nell'appurare che fosse stata una giovane donna a manomettere i vari marchingegni, così arrivata sul pianeta Frost21 era stata portata nei laboratori, dove grazie alla sua proverbiale genialità era riuscita a farsi conoscere dallo stesso Freezer, che le aveva conferito l'immunità che veniva concessa agli scienziati; nessuno sul pianeta aveva il permesso di violarla o ucciderla.

L'incontro era avvenuto in uno dei laboratori tecnici. Lui aveva rotto il suo scouter nell'ultima missione ed era sceso per farselo sistemare. Appena entrato nella stanza avevano tutti sollevato il capo e l'avevano seguito con lo sguardo, Vegeta era infatti uno dei guerrieri più temuti e conosciuti dell'intera galassia. Lei invece era rimasta china sui suoi calcoli, imprecando a bassa voce sopra ad un'equazione che non voleva risolversi e aveva sollevato la testa solamente quando aveva visto un'ombra sul foglio.

-Spostati immediatamente razza di imbecille, se mi copri la luce non riesco a vedere niente!

Vegeta era rimasto ammutolito per un secondo, poi l'aveva afferrata per il bavero portandola ad un centimetro dal proprio naso.

-Come osi donna rivolgerti a me in questo modo?

Nessuno ebbe il coraggio di fiatare, solamente Sug, il vecchio scienziato dalle sembianze feline accorse. Era il decano di quel luogo e forte della sua posizione prese la parola e con voce tremante tentò di salvare la giovane scienziata.

-Vi prego Principe Vegeta, questa terrestre non sapeva chi voi foste! Vi prometto che non vi mancherà più di rispetto.

Vegeta allentò un po la presa e la depose nuovamente a terra.

-E così saresti una terrestre?!...Cosa ci fa una donna di una specie così inutile come la tua in uno dei laboratori migliori della galassia?

-Perché sono ovviamente molto intelligente- disse massaggiandosi la gola ma guardandolo dritto negli occhi.

-Le assicuro principe che ha una mente veramente vivace e acuta, siamo rimasti molto stupiti da quello che sa fare, tutti sul pianeta la conoscono, perfino Freezer ha riconosciuto il suo talento.

-Se sei davvero così brava immagino che non avrai problemi a riparare il mio scouter - disse porgendole l'oggetto.

-Che problema ha?

-Se sei così intelligente come dici di essere sarai in grado di individuare il guasto e ripararlo senza che io ti dica nulla.

Afferrò lo scouter e lo aprì sul tavolo, mentre tutti gli altri scienziati ripresero il loro lavoro.

-Sembra che il tuo rilevatore abbia il radar fuori uso...

-...lo voglio pronto entro un'ora!

-Stai scherzando vero?...posso ripararlo in quindici minuti, ho il pezzo di ricambio proprio qui!- frugò con le mani in un cassetto da cui estrasse un altro scouter da cui prese il minuscolo microchip che le serviva, e con abili mosse lo saldò all'interno del marchingegno dalla lente rossa.

-Ecco fatto disse tendendogli l'oggetto.

Il principe prese lo scouter, lo posizionò all'orecchio e dopo averne constatato la funzionalità le voltò le spalle e uscì dai laboratori senza dire una parola.

-Quindi quella specie di antipatico sarebbe il principe Vegeta? - disse la giovane rivolgendosi al vecchio Sug.

-Si mia cara, e ti assicuro che con lui non è proprio il caso di scherzare. La prossima volta che lo incontri ti consiglio di tenere a freno la lingua, gli scoppi d'ira di Vegeta sono noti a tutti, sarebbe capace di ucciderti nonostante la tua immunità. Tuttavia sembra che al principe gli scienziati piacciano abbastanza.

-Davvero a quella specie di scimmia interessa qualcosa che non sia il sangue?...mi sorprende!Vuoi forse dire che magari sa anche contare?

-Il principe Vegeta è molto colto per lo standard dei guerrieri. All'età di sei anni è stato ceduto a Freezer e per i successivi venti ha vissuto sotto il suo stretto comando. Ma prima, essendo nobile di nascita, pare che abbia studiato le basi di astronomia, fisica e matematica, materie che normalmente i guerrieri non sanno nemmeno cosa siano.

-E così finalmente incontro una scimmia colta!

-Stai attenta Bulma o rischi punizioni molto peggiori della morte.

-Certo Sug, mi stavo solo sfogando un po', ti prometto che sarò più cauta.

 

In realtà Bulma non era stata più cauta, nonostante ci avesse sinceramente provato. I guerrieri riuscivano a mandarla in bestia e lei aveva una bassissima dose di autocontrollo. Quando si arrabbiava andava su tutte le furie, e la sua ira era esplosa alla centrale di smistamento delle navicelle, quando era stata chiamata per riparare l'ennesimo malfunzionamento.

-Certo che non funziona scimmia troglodita! Hai preso a pugni il pannello di controllo, come credi che possa funzionare?

-Con chi credi di parlare donna? Io non sono uno degli omuncoli che vivono sul tuo pianeta, e non mi faccio scrupolo di schiacciarti come un moscerino!- gridò Radish sul punto di esplodere di rabbia.

-Quindi vorresti uccidermi?...e dimmi sai far altro oltre a combattere e ad uccidere?

Radish rimase muto qualche momento non sapendo bene cosa rispondere. Quella donna aveva il potere di spiazzare anche il Sayan più feroce. L'assassinio degli scienziati non era visto di buon occhio sul pianeta, vista la scarsità di menti colte in circolazione e sommato al fatto che avesse l'immunità conferita dal tiranno, le sole armi che Radish possedeva erano spuntate davanti al suo cospetto. Tuttavia il desiderio di colpirla fu talmente violento che il braccio venne fermato a mezz'aria dall'arrivo di Napa, mentre la scienziata tentava di ripararsi rannicchiandosi su se stessa.

-Piantala Radish, non sei nemmeno in grado di farti rispettare da una donna!

-Quella viscida puttana mi ha insultato, e merita una punizione!

-Beh, se non sei in grado di farti rispettare nemmeno da una donna senza alzare le mani meriti di essere insultato.

Radisch dovette ingoiare l'amaro boccone mentre sapeva che gli altri stavano sghignazzando alle sue spalle. Napa gli era di molto superiore, e qualunque ulteriore discussione l'avrebbe portato solamente a ritrovarsi con un paio di lividi in più e qualche dente di meno.

-E tu donna non dimenticare che hai a che fare con dei guerrieri.

Bulma si ricompose, e mostrando di nascosto la lingua a Radish si incamminò verso l'interno della base.

Vegeta intanto aveva osservato da lontano l'intera scena.

 

Quella donna lo incuriosiva. Era sufficientemente pazza da insultare un guerriero che per quanto di infimo livello era sicuramente infinitamente più forte di lei. Questa forza di carattere non doveva essere dettata solamente dall'immunità, infatti i pochi scienziati che avevano questo privilegio non si azzardavano nemmeno ad alzare lo sguardo sui miseri soldati di guardia, figuriamoci poi su un Sayan.

-Cosa sai di quella donna?-chiese a Napa durante il pasto.

-Chi? la Terrestre?

-Si, parlo di lei!

L'uomo si grattò la testa pelata come a ricercarci dentro qualcosa.

-So che ha escogitato qualcosa ma non so bene cosa, e per questo le hanno conferito l'immunità. Si occupa personalmente dell'astronave imperiale ed è lo stesso Freezer a riceverla quando deve comunicarle qualcosa.

-Vuoi dire che Freezer la riceve personalmente?- chiese sbalordito. Era cosa cognita infatti che il tiranno conferisse solamente con i guerrieri di più alto rango, per tutte le faccende di ordine tecnico invece mandava uno dei suoi subalterni.

-So che durante la tua ultima missione su Navarra è partita con lo stesso Freezer per diversi giorni, ma non so né per quale motivo né per dove.

-Probabilmente è diventata la puttana personale del lucertolone e l'immunità le è stato conferito per le sue doti a letto. - si intromise Radish biascicando per il molto vino bevuto.

“Quella poteva essere una spiegazione” pensò Vegeta, nonostante la cosa non lo convincesse completamente. Lei era troppo spavalda per essere finita sotto alle grinfie di Freezer, e sopratutto non ne mostrava i segni sulla pelle.

-Posso sapere perché ti interessi tanto alla Terrestre? - Chiese Napa curioso, interrompendo i suoi pensieri.

-Non dire assurdità!Non mi interessa nessuno oltre a me stesso. Per quanto mi riguarda perfino voi potreste morire, e devo ammettere che a volte la cosa non solo non mi dispiacerebbe ma mi migliorerebbe la giornata. - e dicendo questo osservò specialmente Radish.

 

 

Era uscita dai laboratori come al solito per ultima, ed ora si stava incamminando veloce per raggiungere il prima possibile la piccola stanza che le era stata concessa. Nonostante le luci al neon che illuminavano pesantemente quei corridoi, c'era sempre qualche ombra buia che la inquietava nel breve tratto che doveva fare ogni sera. Ogni volta si riprometteva di uscire insieme agli altri, e ogni volta finiva per rimanere da sola piegata sui calcoli.

Aveva camminato spedita e finalmente aveva iniziato a intravedere la porta di metallo della sua cella e involontariamente le era scappato un piccolo sospiro di sollievo. Aveva ancora le dita pronte sul pannello di apertura, quando una mano guantata la afferrò per il polso. Un piccolo urlò di terrore le sfuggi dalle bocca, ma l'uomo che l'aveva appena agguantata si premurò presto di tapparle anche quella.

Chiuse gli occhi istintivamente e provò invano a divincolarsi, ma la voce che le arrivò dalle spalle direttamente sussurrata dentro all'orecchio la fece gelare, bloccando ogni suo muscolo.

-Ho deciso che forse mi puoi essere utile!

L'aveva riconosciuto subito. Aveva quindi preso coraggio e si era calmata. La mano che le premeva forte sulle labbra era stata tolta e ora lentamente si era voltata per guardarlo dritto negli occhi.

Lui le aveva fatto un cenno e si era fatto seguire lungo la base spaziale.

Avevano camminato a lungo ed erano scesi in silenzio fino al livello più infimo della costruzione, un luogo dove Bulma non aveva mai messo piede. Poi si erano trovati davanti ad un grande portone metallico che si era aperto automaticamente dopo che l'uomo aveva digitato il codice d'accesso.

Davanti a lei si era aperto un spazio grande, delle dimensioni di una palestra, con il tetto a cupola e le pareti di metallo totalmente spoglie.

-Allora?Posso sapere che cosa vuoi da me? - disse ostentando sicurezza.

Vegeta allungò velocemente il braccio stringendo in un baleno la sua gola e pietrificandola con lo sguardo.

-IO faccio le domande! E quando IO parlo TU stai zitta. Intesi?

L'altra annuì senza emettere un suono, e la mano che le comprimeva le vie aeree venne rimossa, permettendole nuovamente di inspirare.

-Ho bisogno di diventare più forte. - disse intercalando una pausa per verificare se avesse compreso il suo avvertimento precedente. -Ho notato che al ritorno da pianeti con un certo grado di gravità, la mia forza aumenta notevolmente. Voglio quindi che mi costruisci una stanza in grado di aumentare la gravità di almeno cento volte.

Bulma cercò il suo sguardo e comprese di poter parlare.

-Immagino che io non abbia altra scelta che di costruirvelo!

-Vedo che inizi a comprendere chi abbia il potere sulla tua vita e in particolare sulla tua morte!

Sospirò piano e chinò la testa

-Voi potete decidere se io debba vivere o se debba morire, ma se volete diventare più forte di quello che già siete significa che qualcuno esercita lo stesso potere su di voi!

-Questo ancora per poco...- disse socchiudendo gli occhi fino a renderli due fessure . La giovane percepì un odio represso nella figura che gli si parava davanti, e per la prima volta dopo molto tempo provò veramente paura davanti ad un guerriero. Vegeta odiava profondamente e se quell'odio fosse esploso di lei non sarebbe rimasto che una macchia scura di cenere sul pavimento.

-Inizierai a lavorarci domani stesso!

-Ma non posso!Nel dipartimento scientifico si accorgerebbero della mia assenza e in più mi mancano sia i pezzi che il progetto.

-Vorrà dire che di giorno progetterai la stanza e di notte la costruirai. Mi dirai di quali materiali hai bisogno e io provvederò a farteli avere. E bada bene a non parlare con nessuno di questo nostro “piccolo segreto”!

Non sapeva come avrebbe fatto a costruire una simile camera, ne quanto tempo le avrebbe richiesto solamente il progetto, ma come avevano appena concordato non aveva altra scelta.

 

 

Ogni giorno lavorava al progetto, dalla mattino presto fino alla sera inoltrata poi rientrava per poche ore nella sua piccola stanza, dove passava Vegeta a prelevarla per scortarla fino alla palestra.

Dopo i primi giorni di calcoli inconcludenti aveva temuto di non riuscire a portare a termine il progetto affidatole, ma a poco a poco il trainer gravitazionale aveva cominciato a prendere forma,e una volta ottenuti i pezzi per montare il generatore di gravità poté finalmente tirare un sospiro di sollievo.

-Hai tutti i pezzi che ti servono?

Chiese Vegeta a bruciapelo mentre a la scortava nuovamente nella sua stanza.

Lei sussultò. Mai le aveva rivolto la parola durante il tragitto e anche quando si trovavano nel trainer rimaneva in piedi in un angolo con le braccia incrociate senza emettere un suono.

-Si credo di si – disse lei titubante.

-Farei bene ad esserne sicura. Domani parto per Proxima, starò via per almeno un paio di settimane e pretendo che al mio ritorno la stanza sia ultimata.

-Farò del mio meglio, ma se voi siete via chi mi accompagnerà ogni sera qui sotto e viceversa?

-Non provare a fregarmi donna. So perfettamente che sei in grado di andare e tornare a tuo piacimento anche senza la mia compagnia.

-E se qualcuno si accorgesse di me per i corridoi e mi seguisse?

-Confido nella tua furbizia, anche perché se qualcuno dovesse scoprire i miei progetti non esiterò ad ucciderti con le mie stesse mani.

 

Le due settimane erano trascorse velocemente e quella sera era pronta ad affrontare Vegeta.

La stanza gravitazionale era stata ultimata nei tempi prestabiliti e con la vittoria in pugno illustrò al principe il suo funzionamento.

-Purtroppo vista la premura che avevo è necessario che qualcuno azioni la macchina dall'esterno. Se volte consigliarmi qualcuno di fiducia gli spiegherò come azionare e modificare la gravità.

-Lo farai tu!

-Che significa che devo farlo io?

-Significa esattamente quello che ho detto. Per tutta la durata dei miei allenamenti tu starai qui a verificare che tutto proceda bene.

-Ma io ho molte altre cose da sbrigare...- disse aumentando di molto il tono della voce.

-Attenta donna, tu giochi con il fuoco!- e la voce si era fatta bassa, quasi roca, tanto da confondere per un attimo la giovane, che rimase intenta a guardarlo.

A quanto pare stava diventando la sua schiava personale e la cosa non le piaceva.

-Vorreste forse uccidermi?-disse con tono inquisitorio –Sai che ho l'immunità e poi chi sistemerebbe il funzionamento del trainer?

Vegeta la prese per un braccio e la strattonò prepotentemente contro il pannello di controllo, piegandola poi a novanta gradi e bloccandole con una mano i polsi sulla schiena.

-Lasciami – urlò Bulma disperata provando a dimenarsi con tutte le sue forze.

-Bisogna che impari un po' di educazione. Come tu prima mi hai fatto notare, non posso ucciderti o minacciarti di morte, ma credimi ci sono molti altre cose che potrei farti.- e con la mano libera le rialzò il camice e le abbassò i pantaloni fino a sotto il sedere.

-Ti prego- iniziò lei a piangere, e le lacrime cominciarono a scenderle copiose lungo le guance.

Ci aveva visto giusto. Se la donna non temeva la morte di certo la paura di subire uno stupro riusciva a domarla.

Si avvicinò con la bocca al suo orecchio

-Questa volta è solo un avvertimento, ma la prossima potrei decidere di divertirmi un po con te...

Pianse lacrime amare. Umiliata nel suo profondo. Vegeta non era come gli altri guerrieri. Non gli importava della sua immunità e non si faceva abbindolare dalle parola.

-Va bene, farò tutto ciò che vorrete!

Lui si scansò permettendole di rivestirsi.

-Domani notte passerò a riprenderti alla solita ora, così potrò finalmente allenarmi.

E la lasciò lì da sola, tremante di odio e di rabbia. Voleva ucciderlo e se ne avesse avuto la possibilità l'averebbe fatto senza indugio.

 

Era più di un mese ormai che lavorava per Vegeta. Lavorava tutto il giorno nei laboratori e la notte la trascorreva nella sala comandi del trainer gravitazionale. Non dormiva mai per più di tre ore e la stanchezza si era fatta ormai acuta. Le scarse ore di sonno l'avevano portata all'inappetenza e quel poco che mangiava non era quasi più sufficiente a tenerla in piedi. Così una notte era crollata davanti al portone del trainer, priva di forze e di volontà.

Aveva aperto gli occhi lentamente non riconoscendo il soffitto della sua stanza. Spaventata provò ad alzarsi di scatto dal materasso, senza però riuscirci.

-Sei davvero patetica.

Una voce tagliente come una lama di rasoio l'aveva raggiunta facendola vibrare di insicurezza.

-Basta solo farti saltare qualche ora di sonno per ridurti in questo stato pietoso.

Aveva ruotato gli occhi osservando in giro. Il letto che la ospitava era morbido e coperto da lenzuola più soffici e pulite delle sue. La stanza aveva il soffitto alto e c'era un tepore che sul suo piano era sconosciuto.

-Questa non è la mia stanza – disse rivolta più a se stessa che all'uomo. - Dove mi trovo?-

-Non sapendo il tuo codice d'accesso ho dovuto portarti qui. Sei nel mio letto.

-Credo di essere svenuta...

-Purtroppo la tua razza è talmente inferiore che qualunque mia minaccia non ti permetterebbe di alzarti da quel letto, la tua forza spirituale ora è troppo bassa e io non intendo scarrozzarti avanti e indietro per la base, quindi per questa notte dormirai qui.

-Qui nel tuo letto? E tu dove dormirai?

Gli aveva dato del tu, ma finse di non notarlo.

-Io non dormo quasi mai! - e lei fece un sospiro di sollievo temendo di trovarselo accanto.

Notò la sua espressione rilassata e decise di divertirsi.

-...tuttavia oggi potrei approfittarne e concedermi magari una lunga notte di sonno.

La donna perse la sua espressione serena e divenne come di legno quando lo vide togliersi l'armatura, rimanendo a petto nudo.

-Cosa credi di fare? - disse, temendo il peggio.

Lui rise piano e si sdraiò di fianco a lei incrociando le braccia dietro alla testa.

-Credimi, perfino nel pieno delle forze non credo che riusciresti a sopravvivere ad una scopata con me.

Questa frase sembrò tranquillizzarla e troppo esausta per parlare ancora crollò dal sonno.

 

Vegeta l'aveva trovata riversa al suolo, con la pelle talmente pallida da farla sembrare morta, tanto che dovette appoggiare le dita sul collo per appurare se ci fosse effettivamente un battito in quel corpo minuto che giaceva sul freddo pavimento.

Si era chinato su di lei e con una grazia non consueta per la sua persona l'aveva sollevata tra le braccia per poi portarla fino al suo letto.

Mentre era incosciente l'aveva guardata a lungo, e si era accorto di quanto fosse bella, meravigliandosi di non essersene accorto prima. Era bella e fragile come un fiore, pronta per essere spazzato via con un alito di vento. Eppure sopravviveva in una terra desolata, al servizio di Freezer, dove anche i guerrieri più forti avevano difficoltà a mantenersi in vita e in piena salute mentale.

Aveva qualcosa di speciale che la rendeva diversa dagli altri scienziati e le permetteva di brillare anche in quel mondo senza luce.

Era fragile, ma non era innocente, di quello ne era sicuro. Sarebbe stata capace di uccidere senza pietà per avere salva la vita, e sarebbe stata capace di tiranneggiare chiunque fosse stato più debole di lei, se ne avesse avuto la possibilità.

Sì, quella donna gli piaceva, pensava ora, mentre si trovava sdraiato accanto a lei, e forse, terminato il suo lavoro e ucciso Freezer avrebbe anche potuto risparmiarle la vita.

 

Aveva fatto un lungo sonno fino alla mattina successiva, e quando aveva aperto gli occhi si era sentita subito ristorata. Vegeta non era nella stanza, ma dallo scroscio dell'acqua che proveniva dalla porta di fronte aveva intuito che non fosse lontano. Il suo stomaco brontolò famelico, facendole ricordare che non metteva niente in bocca dalla mattina precedente, così si sollevò dal letto decisa più che mai ad uscire dalla stanza e a recarsi verso le mense, dove sperava di trovare ancora qualcosa da mangiare.

-Dove credi di andare?- disse una voce alle sue spalle.

Lui era lì, sgocciolante di acqua e vestito solamente dell'asciugamano.

-Non volevo importunarvi oltre. Stavo tornando nei laboratori e magari a cercare qualcosa da mangiare.

-Hai dormito anche troppo, ormai le mense sono chiuse. - ma all'ennesimo brontolio proveniente dallo stomaco della sua ospite continuò – c'è della frutta sulla mensola laggiù e dammi del tu...dopotutto abbiamo dormito insieme. - e detto questo si tolse l'asciugamano da davanti, appoggiandolo sulle spalle, per poi voltarsi in direzione del bagno.

Lei arrossì fino alla radice dei capelli, ma rimase piantata con lo sguardo su di lui.

-E non pensare di uscire da questa stanza da sola, a quest'ora i corridoi sono pieni di guerrieri e non credo che passeresti inosservata, soprattutto vedendoti uscire dalla mia stanza.

-Hai paura che la gente possa pensare che ti piacciano le donne?

Rise di gusto, sempre voltato di spalle.

-No, ma temo che possano pensare che io abbia tanto cattivo gusto da portarmi te a letto.- e scomparì al di là della porta.

 

L'aveva accompagnata nei laboratori alcune ore dopo, quando era stato sicuro che i corridoi fossero nuovamente deserti, e aveva fatto in modo che gli altri scienziati pensassero che l'avesse prelevata la mattina presto per riparare un guasto della sua monoposto.

Finalmente era fresca e riposata. Vegeta le aveva anche concesso di farsi una doccia, e lei si era chiusa nel bagno, ben cosciente del fatto che se avesse voluto entrare non ci sarebbe stata serratura che averebbe tenuto. Era stato stranamente gentile con lei, e soprattuto l'aveva soccorsa, quando invece avrebbe potuto lasciarla svenuta davanti al trainer. Dopo quella volta inoltre i suoi ritmi di vita si erano un po' rallentati. Lui le permetteva di tornare nella sua stanza con qualche ora di anticipo, lasciandola riposare per almeno sei ore a notte e di tanto in tanto capitava che le portasse qualche frutto esotico da assaporare.

Si rivedevano comunque ogni sera, come al solito, nella sala comandi del trainer. Lei arrivava e subito dopo compariva Vegeta, che senza degnarla di un saluto la informava del valore a cui doveva portare la gravità, per poi entrare dentro alla palestra.

Dalla vetrata che si trovava nella sala comandi aveva iniziato a guardarlo con interesse, sorprendendosi nell'accorgersi di trovarlo bello. Bello, dannato e potente. Cominciava a fantasticare sul suo conto chiedendosi come sarebbe stato a farsi stringere tra quelle braccia e farsi baciare da quell'anima nera.

Poi era capitato che durante il giorno si trovasse a porsi delle domande e così la prima volta che si trovò a lavorare per Napa decise di soddisfare un po la sua curiosità.

-Vegeta ha una compagna?- gli chiese a bruciapelo.

L'uomo alzò lo sguardo verso la scienziata stupito da quello domanda, ma decise comunque di risponderle.

-Il principe ha altro da fare che occuparsi di avere una compagna!

-E quindi non ha mai avuto una fidanzata?

-E che cosa sarebbe?

-Beh è una donna. Una donna con cui passare del tempo e che magari un giorno potrebbe diventare la sua compagna – provò a spiegargli lei.

-L'unica maniera in cui il principe trascorre il suo tempo con delle donne è in camera da letto – rise sguaiatamente - e non credo che nessuna di loro diventerà la sua compagna!

“Quindi il principe si intratteneva con delle donne talvolta” .

-Donne Sayan? - chiese ancora avida di notizie.

-Non esistono più donne Sayan. Noi siamo gli unici superstiti della nostra razza.

-E quindi chi sono queste donne?

-Sono schiave di altri pianeti, portate qui come donne di piacere. Il principe ne sceglie qualcuna quasi ogni sera per allietare le sue notti.

-Qualcuna?...intendi più di una quindi?!

-Diciamo che il principe ha fama di essere un uomo “potente” in tutti i sensi – e rise ancora.

Bulma tacque nuovamente concentrata sulle informazioni che aveva appena ricevuto. Vegeta aveva delle donne, e soprattutto donne di razze diverse, quindi forse avrebbe potuto notarla, anche se non la allietava il fatto di rischiare di trovarsi in un groviglio con altre tre o quattro donne.

Osservarlo allenarsi, con i muscoli tesi e la pelle sudata ormai doveva averla fatta impazzire se cominciava a chiedersi come avrebbe potuto fare ad infilarsi nel suo letto, e la sua lunga astinenza non migliorava le cose, considerando che non stava con un uomo da parecchio tempo.

 

 

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Capitolo 2
*** scomparsa ***


Era successo una sera. Una sera buia e fredda come tante altre. Lei non si era presentata.

Aveva atteso al di fuori del trainer per un ora, con crescente indignazione, stupendosi nel contempo della propria pazienza. Poi con un gesto di stizza colpì la parete di metallo, perforandola come fosse burro.

“Dove diavolo si è cacciata quella maledetta femmina?!” continuava a domandarsi, mentre marciava spedito in direzione della sua stanza. Decisamente doveva avergli lasciato fin troppa libertà ultimamente se si permetteva un simile ritardo, ma ci avrebbe pensato lui a farla tornare ubbidiente e sottomessa, pensò pregustandosi il momento in cui avrebbe inflitto la giusta punizione.

Ma i perfidi piani di Vegeta non trovarono attuazione, poiché giunto alla stanza della giovane e sradicata la porta dalla sua sede, non trovò nessuno su cui riversare la propria ira.

La stanza era deserta e di Bulma non rimaneva altro che il profumo sulle lenzuola.

Nessun oggetto personale, nessun abito o piccolo ricordo che solitamente gli schiavi riuscivano a portare dalla terra natia. Niente che facesse pensare a lei. Quasi fosse stata un fantasma che graziato della sua pena aveva finalmente trovato la pace. Ma lei era reale e lui lo sapeva. E quel letto che ancora portava addosso il suo odore ne era una prova.

Forse era stata venduta, pensò valutando le opzioni. Ma una mente geniale come la sua non sarebbe stata ceduta tanto facilmente da Freezer, che era ben cosciente dell'importanza di un cervello che funzionava. Forse era morta, schiacciata dalla forza di qualche guerriero di infimo livello che non era in grado di controllare a pieno la sua forza fisica. O forse aveva trovato la fine attraverso le sue stesse mani, esplodendo insieme ad una delle sue invenzioni. O magari l'avevano solamente spostata di stanza e lei si era creduta tanto al sicuro da non presentarsi al loro solito appuntamento. Tuttavia le sue supposizioni non avrebbero trovato risposta. Non quella notte almeno, ma l'indomani sarebbe sceso nei laboratori e lì l'avrebbe cercata. Ma prima doveva calmarsi e così con passo lento si avviò verso le stanze del piacere, dove qualche schiava ben addestrata avrebbe pensato a fargli rilassare il corpo e la mente.

 

Ma le abili mani delle prostitute della base e i loro corpi prosperosi non bastarono a lenire l'ira di Vegeta, il quale sempre più nervoso con l'avvicinarsi del giorno meditava sulle sue prossime mosse.

Se la scienziata era persa per sempre lui non avrebbe potuto portare a termine il suo allenamento e tutte le sue speranze e i suoi sogni di gloria sarebbe sfumati in una nuvola di fumo. Quella donna era troppo importante e lui l'avrebbe trovata. Appena il nuovo giorno cominciò a manifestarsi scese spedito nell'ala scientifica e li cominciò la sua caccia.

Il laboratorio cominciava appena a popolarsi e lui attese in un angolo accanto alla porta il susseguirsi delle varie figure che vi penetravano, osservando seccato che la sua preda ancora non si vedeva. Poi la rabbia fu più forte e nonostante sapesse di rivelare un qualcosa che avrebbe dovuto rimanere segreto, cominciò a pretendere risposte dal solo che sapeva in quel luogo potesse dargliele.

Attese che il vecchio Sug si ritirasse nel piccolo studiolo che gli era stato concesso e lo scaraventò con forza contro la parete di metallo.

-Dimmi dov'è!!

Il volto felino del vecchio scienziato divenne una maschera di dolore, mentre tentava di sollevare il capo dopo la violenta botta che gli era stata inflitta. Ma Vegeta non aveva tempo da perdere e veloce si avventò nuovamente sul vecchio che venne sollevato di peso dal bavero.

-Bada bene vecchio, se speri di impietosirmi è ovvio che non sai con chi hai a che fare e se pensi che la tua immunità possa fermarmi ti sbagli di grosso. Voglio sapere che fine ha fatto la terrestre!

Lo scienziato scosse la testa e lo guardò atterrito.

-Non lo so principe Vegeta. Non ho idea di dove l'abbiano portata.

-Cosa intendi dire?! - disse portandosi ad un centimetro dal suo naso.

Il vecchio deglutì a fatica.

-Zarbon ieri è sceso con due guardie è l'ha prelevata, ma non era come le altre volte. Non le ha spiegato che lavoro dovesse compiere e lei non ha preso nessun attrezzo.

-Ha detto qualcosa?

-Lei nemmeno una parola, ma si vedeva che non era felice.

Vegeta mollò la presa. Aveva saputo tutto quello che c'era da sapere e voltate le spalle uscì dalla stanza, pieno di dubbi e di perplessità.

 

La palestra era ovviamente sovraffollata e nell'aria si poteva percepire l'odore del sangue mischiato al sudore dei guerrieri, che li trascorrevano gran parte della loro giornata. I più pigri se ne stavano agli angoli ad osservare i vari combattimenti. Le dispute erano frequenti e non passava giornata in cui qualche soldato perdesse la vita dopo aver combattuto strenuamente per le motivazioni più frivole, come un'occhiata di troppo o un spintone involontario.

Ma quella mattina in palestra c'era qualcosa di diverso.

Napa era stato a guardare Vegeta mentre massacrava di botte uno dopo l'altro ogni guerriero nella stanza. Doveva essere furioso e a pagarne le spese ne era stato specialmente Kiwi.

Vegeta e l'alieno viola erano entrambi di nobili origini. Principi spodestati da un trono che gli spettava di diritto e ora mercenari senza popolo di un tiranno che li sfruttava.

Entrambi giovanissimi si erano conosciti sulla base spaziale e a causa della potenza fin troppo simile si erano subito detestati, cercando di primeggiare l'uno sull'altro, e venendosi a scontrare ogni volta che si incontravano di ritorno da una missione. Ma la loro indole era profondamente diversa.

Kiwi si era accontentato di ricoprire uno dei ruoli di maggior riguardo nell'esercito di Freezer, mentre Vegeta non aveva mai accettato il suo ruolo e continuava ad allenarsi nella speranza di uscire dalla schiavitù in cui si trovava. Negli anni il divario tra i due si era andato ampliando e ora l'alieno viola coglieva i frutti della sua pigrizia. Riverso in una pozza di sangue stava esalando gli ultimi respiri mentre Vegeta, non ancora appagato, sputava sul suo corpo martoriato.

-Non vale nemmeno la pena di porre fine alla tua inutile esistenza. - E detto questo calciò l'avversario dall'altra parte della stanza.

-Siamo nervosetti vero Vegeta?! - disse una voce più che nota alle sue spalle – Qualcuno ha forse pestato la coda al principe delle scimmie?-

Vegeta non si voltò nemmeno. Sapeva fino troppo bene a chi appartenesse quella voce.

-Puoi provare a pestarmela tu Dodoria. Sempre se ne sei capace ovviamente.

-Non sono qui per questo, e credimi...è meglio per te!

-Dimenticavo che non fai nulla senza avere il pieno benestare di Freezer.

Le mani gli prudevano ancora, nonostante il sangue versato ed era certo che Dodoria sarebbe stato un degno avversario, ma le parole successive del grassone rosa lo riportarono alla ragione.

-Freezer vuole vederti. Ora. Ha una missione per te.

E Vegeta tacque. Indossò nuovamente l'uniforme e seguì a testa alta il tirapiedi del sovrano.

Napa dal canto suo tirò un sospiro di sollievo. Se la situazione andava avanti così non ci sarebbe voluto molto perchè Vegeta se la prendesse anche con lui, e decisamente non aveva voglia di farsi un altro soggiorno nelle vasche di rianimazione. Inoltre una missione era proprio quello che ci voleva per ritemprare lo spirito ed il corpo, e magari placare le ire distruttive del suo principe.

 

La sala del trono era costituita da un'ampio corridoio che andava a terminare sulla breve scalinata che portava alla ricca poltrona sulla quale prendeva posto il tiranno. L'ambiente era privo di finestre e la luce al neon illuminava la stanza creando un'atmosfera malata. La stanza tuttavia veniva usata di rado, e solamente per le grandi occasioni. In quei rari eventi veniva addobbata di tutto punto, in maniera da risultare più accogliente e meno sterile. Altrimenti il corridoio veniva percorso per tutta la sua lunghezza, fino ad oltrepassare il trono stesso per raggiungere poi la sala ovale che si trovava immediatamente dietro e che serviva sia come sala riunioni sia come anticamera agli appartamenti di Freezer stesso.

Troppo minuto nella sua forma ridotta non amava perdersi nell'immensità della sala del trono, quindi nella sala ovale il tiranno riceveva i guerrieri di più alto rango e conferiva con i suoi più fidati consiglieri. Era qui che Vegeta veniva sempre condotto, ogniqualvolta i suoi servigi venivano richiesti.

-Benvenuto Vegeta- lo accolse, dandogli le spalle.

Lo aveva trovato spesso così quando lo mandava a chiamare. Con le spalle alla porta d'ingresso e lo sguardo puntato sull'ampia vetrata ovale che mostrava l'universo nella sua tetra magnificenza.

-Lord Freezer...- e si inchinò lottando contro la repulsione che quel gesto gli comportava.

Negli anni Vegeta era diventato un bravo attore. Riusciva a dissimulare il suo odio e a mostrarsi servile, almeno quel tanto che bastava a mantenere la testa attaccata al collo. Ricordava bene infatti le severe punizioni che gli erano state inflitte quando era ancora un bambino, e lo sguardo sfuggiva al suo controllo facendo fiammeggiare gli occhi neri che ardevano di disprezzo.

Ora il suo sguardo veniva mantenuto basso fino a quando non era assolutamente certo di potersi dominare. Ma la tensione che aveva in corpo non permetteva quel giorno alla mente di ragionare razionalmente e così, approfittando di trovarsi alle spalle del tiranno sollevò la testa e il corpo da quell'inchino forzato e guardò dritto davanti a sé.

Fu un rapido movimento della tenda purpurea che nascondeva l'entrata alle stanze reali sulla destra a catturare il suo sguardo...e poi la vide.

Si nascondeva da Freezer e con un dito sulle labbra gli intimava il silenzio.

“che diavolo ci fa li!”, pensò più curioso che sorpreso.

-Mi hanno riferito che eri particolarmente in forma questa mattina...-

La voce melliflua del suo padrone lo riportarono al presente, ma tacque, aspettando paziente la fine di quello che sapeva sarebbe stato un monologo.

-Hai compiuto quasi una strage e hai mandato alcuni dei miei uomini più preziosi direttamente nelle vasche di rianimazione...-

Lei intanto gli faceva segno di aspettare e poi dal vestito estrasse un minuscolo marchingegno.

-Evidentemente ti ho lasciato un po troppo a briglie sciolte mio caro Vegeta. Questo lungo periodo di riposo non ti ha affatto giovato e inoltre invece di essermi grato per questa vacanza tu ti diverti a trasformare la mia palestra in un mattatoio...-

Dalla mano della giovane cominciò a fluttuare un minuscolo insetto robotico che volava dritto verso di lui.

-Quindi direi che è il caso di farti riprendere a lavorare. Tanuin ti aspetta e...- il tiranno si girò guardandolo finalmente in faccia, proprio mentre la piccola coccinella andava a posarsi sulla sua spalla-...lascia pure a casa i tuoi scimmioni. Con il macello che hai combinato credo che sia il caso di lasciarti un po' a riflettere da solo sul tuo operato.

Vegeta tornò ad inchinarsi. Non c'era nulla da dire. Era ovvio che avrebbe fatto quello che gli veniva chiesto. Ma questa volta la mente non era accecata dall'ira dettata dalla sua impotenza, ma da un grosso punto di domanda che occupava ogni angolo del suo cervello. La vide scomparire rapida dietro alla tenda e poi anche lui se ne andò.

 

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Capitolo 3
*** un nuovo mondo ***


 

La luce rossa intermittente seguita dalla spia sonora lo avevano svegliato. Con gli occhi vigili di chi non ha tempo di crogiolarsi nel sonno aveva controllato rapido il pannello dei comandi e si era accorto del malfunzionamento. La monoposto che l'aveva accompagnato per molti e molti anni per la prima volta dava segni di inefficienza e minacciava di mollarlo da un momento all'altro nello spazio immenso. Impossibilitato a tornare sul pianeta base aveva controllato le mappe spaziali sullo schermo. Quella zona dell'universo la conosceva poco, Freezer infatti l'aveva spinto molto più ad est del solito, pericolosamente vicino al territorio del fratello, ed infatti Coola10, uno dei pianeti sovrani di Cooler, figurava come il più adatto dove ricevere assistenza tecnica. Impostò quindi la nuova rotta e prossimo al pianta chiese che gli venisse concesso il permesso di atterrare.

 

Coola10 era uno splendido pianeta azzurro, per molti versi simile alla Terra, l'atmosfera infatti era ricca di ossigeno e la gravità molto bassa. La superficie era coperta di enormi laghi di acqua dolce, e di vegetazione folta e lussureggiante, il clima era piacevole, con giornate calde e luminose, seguite da serate fresche e ventilate. Dall'enorme pista d'atterraggio rialzata Vegeta ammirava stupefatto tutto questo, nessuno dei pianeti di Freezer infatti manteneva quell'aspetto dopo che lui ci aveva poggiato gli artigli sopra. Ogni terra diventava velocemente una landa desolata, un deserto freddo e spolpo, dove ogni bellezza era stata sfruttata, distrutta o venduta.

A venirgli incontro fu Dore, l'enorme alieno verde che faceva parte della ristretta cerchia dei fedelissimi di Cooler e che aveva avuto l'ordine di accogliere il nuovo venuto. L'arrivo del sayan sul pianeta aveva infatti destato un certo interesse. Capitava assai di rado che i soldati di Freezer avessero a che fare con quelli di Cooler poichè l'universo era stato spartito equamente e mai i due diversi mondi venivano in contatto, anzi si ignoravano deliberatamente. Le rare volte che i due fratelli si incontravano accadeva sempre sul pianeta paterno e al loro seguito portavano solamente i più fidati consiglieri, ovvero Zarbon, Dodoria e raramente Gyniu nel caso dell'uno e Sauzer, Dore e Neiz nel caso dell'altro.

I due guerrieri si scrutarono a lungo, soppesandosi. Cooler aveva mandato Dore ad accogliere il nuovo venuto e non un semplice soldato perchè temeva qualche tiro mancino del fratello; preferiva mantenersi cauto stroncando eventuali problemi sul nascere.

-Cosa ti spinge qui Sayan? - disse l'alieno verde trasudando disprezzo.

Vegeta si irritò immediatamente, ma diede retta alla ragione e rispose con un sorriso strafottente.

-Cos'è, per caso non sai leggere?!Ho mandato richiesta di atterraggio per un problema alla mia navicella e voi me lo avete accordato, quindi da bravo torna indietro e fammi raggiungere dai vostri meccanici in maniera che possa allontanarmi il prima possibile dalla tua brutta faccia.

L'impulso di colpirlo in Dore fu violentissimo, ma sapendo cosa l'attendeva se non avesse rispettato gli ordini, si bloccò immediatamente e volgendo le spalle a Vegeta disse:

-Lord Cooler vuole incontrarti, seguimi.

Vegeta sorpreso lo seguì per i lunghi corridoi, meravigliandosi di quello che vedeva. La base infatti era molto diversa da quelle a cui lui era abituato, e assomigliava molto più ad un palazzo riccamente decorato. Cooler, molto più sofisticato del fratello, amava lo sfarzo, e amava ostentarlo e questo era più che chiaro una volta che si abbandonava la zona dedicata ai guerrieri e si ascendeva invece verso la sala del trono e gli appartamenti reali. Qui gli enormi finestroni erano adorni di pesanti tendaggi celesti e i pavimenti ricoperti di splendidi tappeti sui toni del blu. La sala del trono era ampia e luminosa, con enormi colonne di marmo bianco che suddividevano lo spazio in tre navate. Sul lato destro si aprivano immense vetrate, che arrivavano fino all'alto soffitto affrescato, e che permettevano di accedere in alcuni punti al terrazzo esterno che prometteva un magnifico panorama. Al termine della navata centrale si trovava il palco reale dove trovava posto il trono del sovrano, costituito di oro bianco e adorno da centinaia di zaffiri e perle. Li sedeva Lord Cooler.

-Benvenuto Vegeta. Finalmente ho il piacere di incontrare il principe delle scimmie- disse, e il suo tono era garbato.

Vegeta fece finta di non sentire il velato insulto e poggiata una mano sul cuore si inchinò al sovrano di quelle terre.

-Qual buon vento ti ha portato in questa zona della galassia, così lontana dal tuo abituale raggio d'azione?

Il sayan sollevò il capo e fissandolo negli occhi rispose alla sua domanda.

-Semplici problemi alla mia monoposto. Ho solo bisogno che qualcuno mi sistemi la navicella e me ne andrò da qui.

-Oh, non sia mai detto che io sia così inospitale, d'altra parte non sono certamente Freezer. Puoi fermarti quanto vuoi, sarai mio gradito ospite. - Con un gesto della mano chiamò una schiava – Accompagna Vegeta nelle camere superiori e concedigli tutto ciò che vuole.- poi rivolto al Sayan continuò – Spero che tu sappia cosa sia un bagno, anche se a vederti non si direbbe. Questa sera avrai il grande onore di cenare con noi.

Sorpreso dall'invito che gli era stato fatto Vegeta ripeté l'inchino e voltati i tacchi seguì la schiava per raggiungere la camera che gli era stata assegnata. Questa era almeno dieci volte più grande di quella da soldato che occupava alla base di Freezer per non parlare della ricchezza dei mobili che andavano ad arredarla. Il letto di due piazze e mezzo era sormontato dal grande baldacchino di vetro azzurro, adorno di tendaggi abbinati. Su un lato della stanza c'era un enorme computer a parete messo a disposizione degli ospiti, con di fianco un grande guardaroba pieno di tute da combattimento. L'accesso al bagno era posto di fronte al letto e quando Vegeta lo attraversò rimase piacevolmente sorpreso. Al centro infatti si trovava una grande vasca da bagno incastonata nel pavimento, che prometteva almeno un'ora di rilassamento ai suoi stanchi muscoli, permettendogli di eliminare dal corpo lo sporco e il sangue rappreso, accumulati dall'ultima missione.

 

Cooler non era come Freezer. Diversamente da lui affrontava i problemi in maniera seria ed intellettuale non lasciandosi fuorviare dall'ego e dall'ira. Più incline al rispetto verso i suoi stretti subordinati inoltre non disdegnava di intrattenersi con loro, accogliendo talvolta di buon grado i loro consigli e concedendo laute ricompense per lavori ben svolti. Era inoltre amante dell'arte della musica e dello sfarzo, in cui si immergeva completamente, a costo di distruggere civiltà intere per attingerne le bellezze.

L'avvento di Vegeta sul pianeta per lui poteva significare tutto o niente. Aveva infatti sentito parlare del principe dei Sayan diverse volte, già al tempo della distruzione di Vegeta6, quando Freezer aveva deciso di risparmiargli la vita per poterlo sfruttare negli anni a venire. Sapeva che il fratello all'epoca aveva avuto grandi aspettative per il piccolo principe, sperando che crescesse forte ma sopratutto a lui estremamente fedele. Ma così non era stato, e Freezer, infuriato come un bimbo a cui avevano fatto uno sgarbo, aveva preso a svilirlo e mortificarlo nel tentativo di metterlo al suo posto. Ma l'ego di Vegeta non si spegneva e il servilismo che esibiva era solamente una maschera. Se giocava bene le sue carte forse poteva portarlo dalla propria parte e magari tentare di spodestare Freezer. Tra i due demoni del freddo infatti non scorreva buon sangue, e Cooler in particolare non perdonava al fratello di essere sempre stato il preferito del padre, nonostante fosse a suo parere uno stupido ed un arrogante. A questo pensava il demone bianco mentre seduto al posto d'onore attendeva il suo ospite accerchiato dai più fidi scagnozzi.

Sauzer era considerato il bello del gruppo per il suo aspetto avvenente, la pelle azzurra e i bei capelli biondi. Faceva parte dello stesso sistema solare di Jeice, e proveniva dal pianeta Brench, poi ribattezzato Coola 98. Per la sua straordinaria forza fisica era diventato il capo della squadra speciale di Cooler e suo più fidato sottoposto; si vociferava che lo stesso Gyniu avesse tentato di prendere il suo posto, ma senza successo, ed era quindi tra i pochissimi ad aver visto il demone cornuto nella sua vera forma. Dore, l'alieno verde proveniva dal pianeta Beppa, ribattezzato Coola 256, ed era stato wrestler nella Galactic Pro Wrestler League, in cui aveva disputato più di 300 incontri, uccidendo ogni volta il suo avversario. Neiz invece aveva le sembianza di una rana, infatti proveniva dal pianeta Zalt, ora Coola 6, costituito solamente da acqua, e per questo la sua specie si era evoluta in anfibi.

Come la fama precedeva Zarbon e Dodoria nei territori di appartenenza di Cooler, così le imprese di Dore, Sauzer e Neiz erano note ai guerrieri che facevano parte del battaglione di Freezer, quindi, quando Vegeta entrò nella sala pensava di sapere perfettamente cosa aspettarsi dalla serata, ma così non era, e questo gli fu chiaro appena mise piede nella stanza.

La sala era riccamente addobbata e al suo centro si trovava un enorme tavolo ovale, ricolmo di vivande di ogni genere, ma al centro di questo si trovava un insolito centrotavola. Una donna infatti vestita in modo succinto era sdraiata al centro del tavolo. Aveva lunghi capelli azzurri e un viso che Vegeta conosceva bene. Bulma era li, vestita con un reggiseno azzurro coperto di perline e una gonna di veli sugli stessi toni, dalla quale trasparivano le gambe affusolate.

 

 

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Capitolo 4
*** 4 ***


Erano passati mesi dall'ultima volta che l'aveva vista, quando furtiva si era nascosta dietro la tenda per non farsi più vedere. Dopo quell'incontro Vegeta aveva camminato con la fronte bassa lungo i corridoi, senza nemmeno osservare dove stesse andando. I guerrieri si erano scansati incontrandolo per la strada senza che lui ci facesse minimamente caso. I piedi si erano mossi ritmicamente con passo deciso conducendolo direttamente al luogo prestabilito.

Ad attenderlo all'hangar aveva trovato Napa.

-Dove siamo diretti Vegeta?- gli aveva detto, destando l'uomo dal suo stato di trance. -Non vedo l'ora di menare un po' le mani!

Vegeta aveva quindi sollevato il capo mettendo a fuoco il viso dell'uomo.

-Io vado, tu invece resti qui.

E senza aggiungere una sola parola era entrato diretto nella navicella.

Pochi secondi dopo era già in orbita e solo con se stesso finalmente si era concesso di guardare con attenzione il minuscolo oggetto ancora poggiato sulla sua spalla. Lo aveva preso delicatamente tra le dita e lo aveva ispezionato con cura. Aveva la forma di una strana mosca, con delle minuscole ali e un piccolo corpo tozzo; la testa invece aveva qualcosa di interessante e premuta delicatamente aveva emesso uno strano suono. Dagli occhi era uscita una luce azzurrina, che aveva preso forma mostrando l'ologramma della giovane scienziata.

-Non era mia intenzione scomparire, ma come avrai immaginato non avevo altra scelta. Mi dispiace se la mia assenza ti impedirà di terminare il tuo allenamento, ma spero comunque che in qualche maniera tu riesca a raggiungere i tuoi scopi. Spero un giorno di rivederti. Addio.

E terminata la frase era scomparsa lasciando Vegeta ancor più disorientato.

Nonostante le parole della scienziata Vegeta non aveva smesso di cercarla. Settimane erano trascorse e mesi si erano susseguiti senza che lui avesse il minimo indizio sul luogo in cui la ragazza si trovava, e il suo umore non faceva altro che peggiorare. Era partito per le missioni che gli venivano affidate sempre da solo, contro avversari sempre più forti, che venivano spazzati via come fossero insetti senza alcun valore. Sembrava non provare più niente, né odio né orgoglio e nemmeno la gioia sadica di sottomettere un avversario e vederlo sanguinare davanti ai propri occhi. Era stato totalmente incurante della propria sorte e a volte era tornato alla base in condizioni talmente gravi da dover essere preso di peso dalla sua monoposto ed essere portato direttamente in una vasca di rianimazione. Quando era alla base dormiva poco e mangiava sempre meno, cosa assai strana per un Sayan.

“Sembra non essere più in lui” aveva detto a volte il gigante pelato che lo aveva seguito fin dalla giovane età, e in fondo questa era forse la verità più vera.

Vegeta per mesi non era riuscito a darsi pace per la scomparsa della ragazza che gli impediva di continuare il suo allenamento, impedendogli ad un passo dalla riuscita, di raggiungere il suo scopo. Ora invece la giovane era li davanti a lui, e non con il camicie da scienziata, ma con il più provocante degli indumenti.

La voce di Cooler lo riportò alla realtà.

-Eccoti finalmente Vegeta, avrai fame...serviti pure e prendi ciò che vuoi- disse indicando la tavola ricolma di vivande.

Vegeta tornò a squadrare Bulma per qualche istante, la quale sembrava far finta di non notarlo, per poi guardare nuovamente verso Cooler. Il tiranno sedeva incurante a debita distanza sul suo trono fluttuante bevendo un bicchiere di vino. Non poteva sapere che lui e la giovane si conoscessero. Non lo sapeva nessuno. Decise quindi di azzardare:

-Se posso scegliere qualsiasi cosa da quel tavolo credo che prenderò la ragazza! - disse con un ghigno strafottente.

Cooler sorrise a sua volta.

-Vedo che hai notato la mia Blue. Un vero splendore non trovi?...fa parte della mia collezione ed è la gemma più preziosa che possiedo. L'ho avuta da Freezer e l'ho dovuta pagare a caro prezzo. - e sempre sorridendo continuò – Credo che ucciderei con le mie stesse mani chiunque tentasse anche solo di toccarla.

Vegeta allora con passo sicuro voltò le spalle al demone bianco e si avvicinò al tavolo allungando la mano verso Bulma. Tutti nella stanza lo stavano osservando trattenendo il fiato. Ma proprio mentre stava per raggiungere il viso della ragazza la mano guantata sembrò cambiare idea, bloccandosi di colpo, per poi deviare di poco la traiettoria, verso un'appetitosa mela rossa. L'uomo quindi si tornò a girare e guardando il suo ospite dritto negli occhi addentò il frutto.

-Inizio a comprendere quale fascino tu abbia agli occhi di Freezer, e comprendo ancora meglio il perchè lui ora non ti sopporti.

-Per Freezer sono solo carne da macello. Quando non gli sarò più utile probabilmente mi ucciderà...sempre se sarà in grado di farlo.

Cooler rise. Vegeta era esattamente come lui si aspettava. Un uomo ferito e umiliato, che per riscattarsi e vendicarsi di colui che gli aveva portato via tutto avrebbe fatto qualunque cosa. Uno stupido sayan sarebbe stato un ottimo burattino nelle sue mani.

-Immaginavo che non fossi esattamente contento della situazione in cui ti trovi, quindi magari potremmo trovare un punto di incontro.

-Che genere di punto di incontro?

-Diciamo solo che entrambi potremmo trarre giovamento dalla nostra collaborazione. Comunque per adesso goditi il soggiorno sul pianeta, avremo sicuramente modo di...conoscerci meglio.

E detto questo azionò il motore del trono volante e uscì dalla stanza.

Il sayan rivolse quindi il suo sguardo verso Bulma, che per tutto il tempo aveva fatto in modo di non incrociare il suo sguardo.

-Bell'esemplare, vero?

A parlare era stato Sauzer.

-E' un vero peccato che Lord Cooler la usi come soprammobile; certamente io la impiegherei in altro modo...

Vegeta lo osservava. Non capiva infatti dove volesse arrivare l'alieno.

-Hai visto che gambe e che seno? Per non parlare poi dell'odore che emana... - e nel far questo avvicinò il naso al collo della ragazza. -Ha una fragranza che farebbe uscire di senno qualunque uomo.

-Se la desideri prenditela! - Rispose Vegeta infastidito.

-Beh mio caro, come hai sentito il mio signore non lascia a nessuno il permesso di avvicinarsi troppo a lei...ma tu potresti avere qualche speranza...so che ha grossi progetti su di te...

“Ed ecco il motivo di tanto parlare” pensò Vegeta. Sauzer non sapeva proprio niente e anzi temeva che Cooler volesse rimpiazzarlo con lui.

-Non mi interessano le donne...e non mi importa niente nemmeno di Cooler, tuttavia se hai intenzione di liberarti di me ti consiglio di utilizzare un'altra tecnica.

Voltò le spalle a Sauzer quindi, incamminandosi lungo il corridoio.

 

Vedere Vegeta in quella stanza le aveva fatto perdere un battito, sinceramente non pensava che l'avrebbe più rivisto da quando Zarbon era sceso nei laboratori e l'aveva portata al cospetto di Freezer. Sapeva di possedere una mente brillante, e sapeva che anche Freezer riconosceva la sua intelligenza, quindi mai si sarebbe aspettata che lui l'avrebbe venduta così facilmente.

 

Era stata portata come meccanico di bordo, come molte volte era successo. Il sistema di propulsione della navicella imperiale di Freezer era infatti stata una sua invenzione. Era riuscita ad aumentare in maniera considerevole la velocità dell'astronave, permettendo al tiranno di spingersi ancora più ad ovest della galassia. Ma il sistema richiedeva una manutenzione continua, soprattuto perchè coloro che erano stati chiamati a pilotare la nave spaziale non erano in grado di gestire in maniera appropriata il nuovo dispositivo, che andava quindi in sovraccarico. Per questo era partita per Iceland, dove era previsto l'incontro tra re Cold ed i suoi spietati figli e per questo si trovava nell'hangar, strumenti in mano, a ritarare per l'ennesima volta la potenza delle turbine di raffreddamento. Non era vestita in maniera succinta come solevano fare le prostitute, o in maniera elegante come facevano i reali, ma indossava un berretto di lana per proteggere le orecchie dal gelo e una pesante tuta da lavoro che andava a mascherare le forme prosperose, ma nonostante questi accorgimenti era stata notata comunque. Il vento si era alzato all'interno dell'hangar proprio mentre lord Cooler si stava appropinquando al suo mezzo, e una folata di bora aveva strappato via il berretto dalla testa di Bulma lasciando liberi i lunghi capelli azzurri.

Da allora il tiranno spaziale aveva tentato più volte di acquistare la giovane senza però che il fratello cedesse, finchè ad un tratto, senza un motivo apparente, aveva ceduto e Bulma era quindi stata portata su Coola10.

 

Ricordava perfettamente quando era giunta sul pianeta. Ricordava il suo stupore quando l'avevano portata nella sua camera, una stanza enorme e calda, con un grande letto tondo con lenzuola e cuscini di seta azzurra. Le schiave l'avevano aiutata a lavarsi nella grande vasca che le era stata messa a disposizione, piena di oli profumati e di sali. Aveva potuto scegliere tra centinaia di vestiti, che anche se piuttosto succinti, erano di ottima finitura e riccamente decorati. Si era sentita una principessa...ma l'illusione era durata poco.

 

 

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Capitolo 5
*** 5 ***


La luce della sera entrava dalla grande porta a vetri che dava sul terrazzo, accompagnata dal profumo dei cespugli di gelsomino che si trovavano nel giardino prensile immediatamente sottostante. Non aveva acceso le luci Bulma, ma camminava nella penombra, tentando di mettere ordine nei propri pensieri.

Era stata accompagnata nella sua stanza come di consueto dalle solite due guardie che la scortavano le rare volte che usciva dalla camera. Guerrieri Vroki, estremamente fedeli anche se non di immensa forza fisica, ll cui maggior pregio per il ruolo che gli era stato affibbiato era la loro totale mancanza di sessualità. Si riproducevano incubando le loro stesse uova, senza bisogno di un qualunque partner.

Liberatasi dalle guardie aveva cacciato con poca grazia anche le schiave che erano giunte per aiutarla a svestirsi. Aveva camminato leggera fino al terrazzo, aveva inspirato l'aria fresca ricca di profumi e aveva ammirato lo splendido paesaggio lasciandosi sfuggire un sospiro. Ma la sera con le sue promesse la distraeva troppo e allora era rientrata. Doveva schiarirsi la testa. Aveva bisogno di rimanere sola. Aveva bisogno di pensare. Aveva bisogno di...

-E così è qui che ti eri nascosta!?

La voce proveniva proprio dalla terrazza che si trovava alcuni metri sopra al giardino. Dietro alle tende pesanti un'ombra si era nascosta. Un'ombra che conosceva bene, con la chioma appuntita e la figura massiccia. Ma anche se non si fosse girata avrebbe potuto scommettere sull'identità di quell'uomo, poiché anche la sua voce le era ben nota.

Vegeta era lì, proprio di fronte a lei.

Non aveva il coraggio di parlare. Non sapeva cosa aspettarsi da lui. Così attese trepidante le parole che sarebbero uscite dalla sua bocca.

-Ti avevo mal giudicato, invece sei solo una puttana.

Il disprezzo con cui pronunciò queste parole era giunto dritto al cuore della ragazza, che per il colpo subito era rimasta ancora in silenzio.

-Avresti potuto avvisarmi con quel tuo maledetto ologramma che ti avrebbero portata qui. Che saresti diventata la sgualdrina prediletta di Cooler. Mi hai fatto perdere un mucchio di tempo per cercarti.

Se con la prima frase aveva accusato il colpo con la seconda si era un poco riscossa. Lui l'aveva cercata, anche se non per i motivi su cui lei aveva sperato.

-Non sapevo dove mi avrebbero portata. - Rispose in un sussurro.

Sola e sperduta nella galassia, lontana dal suo pianeta e dalla sua gente Bulma aveva fantasticato su Vegeta a lungo. Era bello, quello era innegabile. L'aveva visto con il torso nudo e il corpo sudato durante i suoi estenuanti allenamenti nel trainig gravitazionale ed era rimasta folgorata. Custodiva ancora in un angolo del cervello la visione di lui nudo, quando l'aveva ospitata nella sua stanza. Ad accrescere il sentimento romantico nei confronti del sayan c'era stata la sua aura da bello e maledetto, un richiamo che non poteva essere ignorato per una che come Bulma aveva sempre avuto un debole per i bad boys. C'era inoltre la faccenda delle sue nobili origini che lo avevano promosso al rango di principe azzurro. Nelle sua piccola fantasia lui era colui che l'avrebbe tratta in salvo dai demoni del freddo, per poi sposarla e vivere per sempre felici e contenti. Questa fantasia si era alimentata delle disperazione della ragazza, che si era vista portare via il futuro e la possibilità di costruirsi una famiglia. La distanza inoltre dall'uomo in carne ed ossa aveva contribuito a ricreare di lui un'immagine più dolce e romanzata. Una fantasia evanescente in cui lo spietato guerriero avrebbe ceduto al suo fascino, amandola come meritava.

Rifugiarsi nei sogni ormai però non aveva più scopo, perchè nemmeno quelli erano rimasti. Esisteva solo l'incubo della realtà. Vegeta non era il principe delle favole e veloce l'aveva presa per il collo sollevandola di qualche centimetro, rendendole difficile anche solo catturare l'aria in gola.

-Dovrei ucciderti per tutto il tempo che mi hai fatto perdere. E se ci trovassimo in un altro luogo probabilmente l'avrei già fatto.

Prese poi un pezzo della stoffa del reggiseno strappandoglielo di dosso, esponendo al vento il florido seno.

-Sei solo un'inutile stupida bambola e ti conviene trovare un sistema per farmi continuare l'allenamento o intendo mantenere la minaccia che ti feci alla base di Freezer.

E detto questo la scaraventò a terra.

Bulma portò incredula un braccio al seno, nel vano tentativo di coprirlo. Vide gli occhi neri di Vegeta scrutarla a fondo, e poi solo la sua schiena che con passi sicuri si allontanava verso la terrazza.

Qualcosa scattò nel cervello della giovane. Mai era stata apostrofata come stupida.

Poteva essere considerata una sgualdrina, potevano calpestare tutti i suoi sogni, ma se c'era qualcosa di cui era certa era la sua intelligenza, e quella non avrebbero mai potuto portargliela via.

-Vuoi violentarmi?!- Disse in un sussurro, mentre puntava gli occhi bagnati di lacrime sulla schiena del sayan.

Vegeta si fermò, ma senza rivolgere il proprio sguardo alla ragazza.

-Avanti fallo!!Cosa aspetti?!- E la sua voce era ferma e risoluta.

-Almeno tornerei ad essere riconosciuta come essere vivente. Alla base di Freezer ero una schiava ma almeno avevo la possibilità di lavorare e dimostrare chi ero. Qui invece sono esattamente quello che hai detto, una stupida bambola. Cooler mi tratta come un oggetto. Mi agghinda con gioielli ed abiti costosi, mi esibisce come se fossi un trofeo, si prende cura della mia bellezza e non mi fa mancare niente, ma sono solo un pezzo della sua collezione di particolarità blu?!

L'uomo finalmente voltò le spalle per guardarla dritta negli occhi.

-Che intendi dire?

-Non hai visto il colore dei tendaggi e dei tappeti? O il colore delle gemme sul suo trono? O ancora il colore della pelle del suo primo ufficiale?

Solo ora a Vegeta tornarono in mente le diverse sfumature delle pompose decorazioni della base. Tutto era nei toni del blu, dall'acquamarina al blu elettrico, dal celeste al cobalto. Un altro pensiero inoltre si fece strada nella mente del guerriero; durante tutti i suoi viaggi e le sue campagne di conquista, mai aveva scorto una donna con i suoi colori. Non con i capelli dello stesso splendido colore dei suoi occhi e che armonizzavano alla perfezione con la sua pelle d'avorio.

-Vuoi dire che ti ha voluta qui solamente per il colore dei tuoi capelli?

Bulma annuì. E ancora a terra, incurante di aver il petto semi esposto alla vista dell'uomo continuò.

-Cooler è un pazzo. Dopo il mio arrivo, i primi mesi sul pianeta li ho trascorsi sotto una gigantesca campana di vetro, in maniera che lui potesse venirmi a vedere ogni qualvolta lo desiderasse. Davanti a tutti mangiavo, dormivo e mi lavavo. Ero come una bestia allo zoo. Venivo spogliata e obbligata nuda sopra un letto dove lui poteva contemplarmi per delle ore. A volte dovo ancora sdraiarmi ai suoi piedi mentre lui mi accarezza come fossi un gatto.

Siccome urlavo troppo mi è stato messo un collare ad energia che mi dava la scossa ogni volta che tentavo di emettere un suono o di ribellarmi. Solo di recente mi è stato tolto e sono stata riportata in questa stanza, dove lui può venire a visitarmi in ogni momento. Probabilmente si sta stufando di me, e allora tra poco verrò relegata in cantina o in una soffitta, come un vecchio paio di scarpe, a morire di fame, perchè gli oggetti non hanno bisogno di cibo o acqua. Ecco cosa valgo qui. Quindi se vuoi abusare di me fallo!!...almeno saprò di essere ancora una donna!!

Vegeta rimase colpito da quelle parole, pur senza darlo a vedere. A stupirlo non era stato il racconto delle vicissitudini della ragazza, infatti negli anni aveva visto compiere da Freezer e dai suoi scagnozzi atrocità molto peggiori. Lui stesso aveva fatto di molto peggio. Aveva violentato figlie davanti agli occhi delle proprie madri, e sfregiato donne solamente per non essere state in grado di soddisfarlo. A volte aveva ucciso per evitare che il suo seme si diffondesse e attecchisse in un grembo inadatto a portare il suo erede, altre volte solo per il gusto di farlo. No, non era stato il suo discorso a stupirlo, ma la differenza tra la ragazza che aveva incontrato alla base di Freezer e la donna che ora aveva davanti. Non stava bluffando, non aveva più paura, perchè non aveva più niente da perdere, le era stato rubato tutto, compresa la sua identità di scienziata e di donna, e sapeva che qualunque minaccia, anche quella di terminare con un colpo la sua vita, non l'avrebbe convinta a continuare il suo lavoro, anzi probabilmente avrebbe accolto la morte con goia.

Avevano qualcosa in comune ora. Entrambi erano disperati e avevano come unico loro possedimento l'aria che inspiravano ed espiravano dai polmoni, e terminata quella di loro non sarebbe rimasto più nulla.

Vegeta si avvicinò nuovamente alla donna e abbassandosi al suo livello le prese il mento tra le dita. Guardò nel profondo dei suoi occhi, immergendosi in quell'oceano senza prender fiato.

-Ti propongo un patto. Aiutami e farò in modo che tu sia libera di tornare sulla Terra.

 

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