Let it be

di Ellie_Sheeran
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Let me be free ***
Capitolo 2: *** Are u drunk? ***



Capitolo 1
*** Let me be free ***


- Capitolo Uno - Dovevano essere le cinque del mattino quando Holly, in punta di pedi stava risalendo le scale di casa. Ben attenta a non far rumore, si tolse i tacchi vertiginosi e proseguì per andare in camera. Aveva il fiato in gola. Si domando per la milionesima volta perché, a quasi diciotto anni, doveva ancora temere il così detto 'coprifuoco'. Arrivo' sulla soglia della camera ed aprì lentamente la porta. Il cuore, quasi in gola, riprese la sua posizione originale. Chiuse la porta a chiave. Getto le scarpe a terra, si slacciò il vestito, che finì anche lui sul suolo. A peso morto si buttò sul letto, e ripensó alla fantastica festa di poco prima. Si assopì dopo pochi secondi. La mattina seguente, il suo beato sonno, venne interrotto dalle urla isteriche della madre. Si stropicciò gli occhi, mise a fuoco la sveglia sul comodino. Segnava le 12:30. La stava mentalmente maledicendo la donna al piano di sotto che come una pazza furiosa faceva il suo nome a gran voce. Holly proprio non la capiva. Sbruffo é poi si alzò. Percorse la stanza a piedi nudi. Prese una maglia un po' troppo grande per la sua taglia dalla cassettiera e la indosso'. Aprì la porta e scese le scale, si diresse in cucina. La madre era seduta vicino alla scrivania intenta a sistemare delle carte. Lavoro, peso' Holly. La donna si girò e disse le testuali parole "A che ora sei tornata questa notte? Non ti ho sentito rientrare!" Un comune 'buongiorno tesoro' no? Pensò la ragazza. "Verso le tre" andò sul vago. Non era preoccupata, sua madre si era già bevuta molte volte le cazzate che la figlia inventava di sana pianta per giustificare le lunghe ore di assenza. Holly si diresse verso il frigo, prelevò dal suo interno il contenitore del latte e lo verso in una ciotola; poi aprì lo sportello della credenza e prese dei cereali stantii e li aggiunse all'interno del contenitore. Si diresse verso il divano con la colazione, che a quell'ora poteva definirsi un pranzo,dove si gettò. Accese la tv intenta a fare zapping con il telecomando mentre mangiava beatamente. "Non dovresti fare colazione a quest'ora" "Mamma, ho fame. Non rompere" Il loro rapporto era questo. Un tira e molla di risposte provocatorie che si scambiavano tra loro. Barbara Harrison, era la madre più protettiva, scassa palle, invadente, mai esistita nella storia, o perlomeno per Holly era così. I caratteri totalmente diversi non facilitavano la loro relazione, questo era più che ovvio. Comunque sia, i minuti interminabili trascorsi a guardare un noioso programma sul riciclaggio, vennero interrotti dal suono del cellulare della ragazza. Sullo sreen lampeggiava il nome 'Emily', si sporse per prendere il cellulare e rispose. 'Em?' "Ti sei alzata da dieci minuti, vero?" "Quindici per l'esattezza" precisò Holly con tono ironico mentre si dirigeva in cucina per mettere la tazza nel lavandino. "Comunque oggi ti va di uscire? Insomma non puoi stare confinata in casa per sempre" "Ci sono anche i ragazzi? Em sono ancora molto stanca, dovrei riposare e poi" venne interrotta bruscamente con una risposta affrettata dell'amica "Non puoi pensare ancora ad Ashton! Holly devi guardare avanti, a v a n t i! Lui é solo uno stronzo che non ti merita minimamente, chiaro? Il mondo é pieno di bei ragazzi, cazzo!" Ed infine aggiunse "Ti passo a prendere alle quattro, fatti trovare pronta Evans" e la telefonata di finì lì. La ragazza penso alle parole dette poco fa dell'amica e concluse che era pura verità. Non poteva stare a piangersi addosso quando quell'emerito coglione viveva la sua vita senza un filo di rimorso. Holly era stata veramente innamorata di Ashton Irwin, lo era dal momento in cui in quinta elementare le aveva tinto i capelli di verde, e non aveva osato dargli contro, solo e soltanto perché era stato lui. La loro relazione era durata circa un'anno e mezzo e tutti sembravano invidiarli, erano una coppia bellissima. Lui costantemente premuroso e lei era innamorata come non mai; sembrava tutto così perfetto. Prima che venne a conoscenza della relazione del biondo con Tiffany Coleman, anche per lei sembrava così. Era stata tremendamente male dopo la tragica scoperta. Tutti le continuavano a ripetere che non era colpa sua, che lui era l'artefice di tutto. Ma Holland Evans era fatta così, troppo testarda per dare retta alla massa. Lei era quella ragazza che preferiva fingere di star bene; stava bene quando nei corridoi della scuola vedeva Ashton e Tiffany mano nella mano, o quando la brillante idea di Michael di invitare Irwin a cena con loro come ai vecchi tempi. Lei lo vedeva lì, ed era totalmente impotente. Si sentiva arrabbiata, voleva prenderlo a calci, urlargli le peggio cose, ma non fece niente di tutto questo. No, Holly era troppo orgogliosa per mettersi al livello di quel verme. Il clacson dell'auto di Emily la riportò alla realtà; si vestì di corsa come era solita a fare, modificò un po' il trucco. Prese la borsa dal pavimento e il cellulare dal tavolino del soggiorno. Urlò un "Mamma esco" e chiuse con un tonfo la porta alle sue spalle. Scese gli scalini di casa e saluto' con un gesto l'amica nell'auto. ---------------------------------------------------------- CIAO RAGAZZI!! Che ve ne pare di 'sta cagata? O dell'Ashton stronzo? Hahah Comunque sia volevo dire che mi ci sono impegnata tanto - apprezzate lo sforzo! Please! Se vi é piaciuto per favore lasciate una piccola recensione che mi farebbe TAAANTO piacere! I ragazzi giovedì sono in Italia? Quante andranno? Okay mi dileguò ;-) Ho dovuta ripostarla! Un bacio a tutte Ems xx

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Capitolo 2
*** Are u drunk? ***


L'aria scompigliava i capelli delle due ragazze mentre attraversavano la Darling Harbour, accompagnate da Monarchy Of Roses dei Red Hot Chili Peppers. Un senso di libertà si faceva pervase Holly; era stranamente felice. Sia lei che Emily cantavano a squarcia gola, erano un bel duo, loro due. Erano amiche dalle medie, erano diventate come sorelle oramai. Entrambe sapevano che per qualsiasi evenienza, avrebbero contato l'una sull'altra. Era una bella giornata estiva. Il sole risplendeva sulle loro pelli. Il cellulare di Holly vibrò; la schermata della home indicava un messaggio dal suo migliore amico: Calum. Calum Hood, era il suo migliore amico da praticamente una vita, erano cresciuti insieme. Le loro rispettive madri erano molto amiche e di conseguenza i loro figli. Cal, come lo chiamava lei, era una delle persone di cui si fidava di più al mondo. Era come un Emily al maschile, in un certo senso. "Siete in ritardo" diceva. Il 'ritardo' era riferito alla esibizione della band, che si sarebbe svolta tra poche ore in un noto pub della zona, a cui avrebbero partecipato i '5 Seconds Of Summer' conosciti anche come: Luke, Calum, Michael e Ashton. Soffermarsi sull'ultimo nome dell'elenco le provocava una stretta allo stomaco. Sia lei che Em, erano sempre pronte a sostenerli; nonostante tutto Holly continuava ad assistere alle prove della band ed ai loro eventi. Ammetteva a se stessa di stare male a vedere Ashton, ma sapeva quanto il suo migliore amico ci tenesse a vederla tra il pubblico. Arrivarono al locale circa venti minuti dopo ; i ragazzi erano seduti al bancone circondati da un gran numero di gente. Erano già molto famosi a Sydney. Micheal scorse le due ragazze che stavano dirigendosi nella loro direzione e fece un segno con la mano per salutarle. Si diressero verso i ragazzi e li salutarono, Cal abbracciò affettuosamente Holly, come era solito a fare. Potevano benissimo essere confusi come due fidanzatini, ma tutti erano abituati ai loro atteggiamenti premurosi nei confronti dell'uno e l'altra. Era un'amicizia da invidiare la loro. Ingannarono il tempo bevendo alcolici di ogni tipo, una sbronza a fine serata era inevitabile. Quando giunse l'ora dell'esibizione, i ragazzi salirono sul palco. Il locale si stava riempiendo sempre di più di gente, Holly amava l'atmosfera di queste serate. Adorava la confusione e la buona musica come sottofondo, il tutto accompagnato da una sigaretta e un buon bicchiere di mojito. I ragazzi erano pronti per esibirsi, la folla a gran voce gli acclamava. Impugnarono i microfoni e poi gli strumenti, il resto divenne magico. Erano proprio bravi, ogni volta che li ascoltava ne era sempre più convita. Facevano sembrare il tutto così semplice, sembrava che fossero destinati a fare quello nella loro vita. Inquadrò Cal, che tra quel tumulto di gente cercava gli occhi della ragazza. Le sorrise. Holly sollevo il bicchiere in segno di saluto. I loro sguardi si incrociarono per un altro nano secondo e poi il moro riprese a strimpellare la chitarra,con tutta l'energia presente in lui. Era tremendamente bello quando faceva ciò che amava, era proiettato completamente nel suo mondo. Improvvisamente divenne gelosa di tutti quegli sguardi che erano rivolti al ragazzo, solo lei poteva guardare il suo migliore amico in un certo modo. Il suo Cal. La ragazza si rese conto del pensiero troppo spinto che aveva espresso tra se e se. Doveva essere il troppo alchool ingerito, pensò. I ragazzi continuarono per altre due ore con un repertorio vastissimo; brani di artisti di puro calibro. Holly decise di uscire un po' a prendere una boccata d'aria, il caos che tanto amava, la stava soffocando. Si diresse a passi decisi sul retro; passo' la sicurezza, salì le scale, impugnò la maniglia della porta e finalmente uscì. La brezza estiva le penetrò nei polmoni e le scompiglio' allo stesso tempo i capelli. Frugo' nella borsa alla ricerca di una sigaretta. Ne estrasse una dal pacchetto quasi del tutto ultimato. Prese l'accendino dalla tasca dei pantaloni e l'accese. Con naturalezza inspirò il primo sprazzo di fumo. Osservò accuratamente la sua bella città, L'Oper House illuminato era mozzafiato, questo era certo. L'acre sapore della nicotina le penetrò nei polmoni, si sentiva così rilassata. Le stelle splendevano nel cielo, era tutto così bello. Una sensazione di tranquillità la pervase. Non era abituata a questa sensazione, l'eccesso e la confusione erano i suoi fidati amici da qualche anno oramai. Aveva abbadonato il suo lato 'responsabile' poco dopo il divorzio dei suo genitori; era stata come una protesta alla continua morbosità affettiva della madre e alla mancanza del padre. Quando il mozzicone giunse al termine lo gettò a terra, lo calpestò e poi calciò il residuo della cicca lontano da se. La voce di Ashton la richiamò alla realtà, e un brivido le percorse la schiena. -------------------------------------

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