Lo sguardo della Fenice

di Greece_Lee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lo Zio Sam ***
Capitolo 2: *** Inizio ad amare il mal d'aria e la cacca di mucca ***
Capitolo 3: *** Le mie competenze su Star Wars si rivelano utili ***
Capitolo 4: *** Ho male ai piedi ***
Capitolo 5: *** Scopro di essere drogata, di poter fare il giudice a masterchef USA e che al campo ci sono delle persone razziste. ***
Capitolo 6: *** Inizio ad avere un fratello ***
Capitolo 7: *** Cosa devo fare per avere un amico? ***
Capitolo 8: *** HO LA NECESSITA' DI ATTACCARMI IN TESTA UN BIGLIETTO CON SCRITTO “PREGO BUSSARE” ***
Capitolo 9: *** Percy fa la parte del fratello maggiore, passo. ***
Capitolo 10: *** RISCHIO SERIAMENTE DI PERDERE QUEL FRATELLO CHE MI ERO CONQUISTATA A CUSCINATE (E AVEVO ANCHE PERSO) ***



Capitolo 1
*** Lo Zio Sam ***


CAP. 1: LO ZIO SAM

 

Ciao, sono Alice, ho 14 anni e sono italiana, ma mi sto trasferendo negli USA e proprio ora sono sull'aereo che mi porterà verso la mia nuova casa. Una volta, quando avevo circa sette anni e vivevo ancora in Italia, una maestra non aveva capito come scrivere il mio nome e quindi mi ritrovai con un cartellino con su scritto “Elis”. Gli italiani hanno un talento naturale nel non capire la differenza tra la scrittura e il “come si legge” dei nomi stranieri. mamma dice che mio padre è americano, ma io non l'ho mai visto. Mia madre è una cantante e la musica è anche una delle mie più grandi passioni. Non vi dico che cantanti o gruppi ascolto perché sennò più della metà di voi mi prenderebbe in giro a vita; vi dico solo che non mi piacciono gli One Direction, e già da qui penso che ho perso molti di voi coraggiosi lettori.

Comunque sia, ho una migliore amica che si chiama Summer. Ha un nome un po' strano per un'italiana, ma lei, come me, ha un genitore statunitense, solo che nel suo caso è la madre. Il padre è un famosissimo architetto nonché pianista e anche lei adora suonare lo strumento di suo padre. Purtroppo suo padre è morto parecchio tempo fa, così da quel giorno lei vive vicino casa mia con la zia e adesso sta seduta con me sull'aereo perché viene a vivere in un quartiere vicino a me da sua zia che vive là. Sam è una ragazza molto carina: è castana e riccia con gli occhi di un verde brillante magnifico. È alta e parecchio magra, decisamente in contrasto con me. Io sono leggermente più bassa, con i capelli corti e castani. I miei occhi sono castani, a volte color nocciola e altre volte un po' più scuri. Un vero schifo.

Sull'aereo che ci porta a New York non abbiamo niente da fare a parte sentire la musica, guardare fuori e, ovviamente, chiacchierare. Il problema è che siamo entrambe troppo emozionate anche per dire una parola, quindi siamo quasi appisolate, con i fili degli auricolari che penzolano e uno sguardo passivo verso il finestrino. La voce di Jared Leto, il cantante, mi distrae dai miei pensieri, così chiedo a Sam:

- Secondo te qui le scuole come sono?

Non è che mi importa granché, ma lo dico lo stesso per rompere il ghiaccio.

- Mah, non ne ho idea. Però devono essere simili a quelle dei telefilm: delle accademie con mille accessori.- risponde lei senza una briciola di interesse.

Non ho rotto il ghiaccio. Pazienza.

Torno a guardare di fuori e scopro che dobbiamo essere vicini alla meta, infatti dopo neanche una mezz'ora atterriamo. Prendiamo i bagagli ed usciamo dall'aeroporto. Salutiamo Sam e sua zia che si avviano a sinistra, mentre noi andiamo dall'altra parte. Tre quarti d'ora di taxi e sono davanti al portone della mia nuova casa. L'Italia già mi manca.

-Emozionata?- mi chiede mamma.

-Un po'-rispondo.

La casa da fuori sembra molto bella e spaziosa. Ha l'intonaco giallo limone e una mansarda con la finestra sul tetto. Fantastica. È circondata da un giardino piuttosto grande, dove c'è solo l'erba e qualche ciclamino solitario. Otto piantine in tutto, e sono pochi, considerata la grandezza del giardino. Entriamo e ci ritroviamo in un salotto spazioso con il parquet. La casa ha quindici stanze comprese la mansarda e due bagni. È bellissima, ma sento la nostalgia del mio vecchio piccolo appartamento in via Crispi.

Mia madre deve aver capito che non mi sento un granché a mio agio, così, per farmi contenta, mi compra pizza e gelato per pranzo, i miei cibi preferiti, ma scopro che la pizza americana fa schifo.

- Come fanno a mangiare questa roba? Fa schifo!- dico, ma visto che ho parecchia fame me la finisco.

- Probabilmente non ne hanno mai assaggiata una migliore.- mi dice mamma ridendo. Lei è sempre gentile e sorridente, anche quando le cose vanno male. Rido anch'io. Camminiamo un po' e poi torniamo a casa, perché dobbiamo ancora svuotare i bagagli. Quando entriamo mamma mi chiama:

- Ehi, sisì- “sisì” è un vecchio soprannome di quando ero piccola e se volete farmi arrabbiare chiamatemi in quel modo. Però, ovviamente, a mia madre lo permetto- vieni qui, per favore. C'è una cosa che dovrei dirti.

Sono a meno di tre metri da lei, ma mi avvicino lo stesso.

- Sì mamma?

Lei esita.

- Lo so che non è il momento migliore per dirtelo, ma...- si blocca e si morde il labbro. Fa sempre così quando non vuole far uscire troppe parole.

- Ma cosa?- dico io per spronarla ad andare avanti.

- Si tratta di tuo padre. Credo che...- si morde il labbro di nuovo.

- Sì?

- Beh, ti volevo solo dire che è lui che mi ha pregato di trasferirmi qui. Forse lo incontrerai. Chi può dirlo?

- Io... incontrare... papà...- le parole mi pesano parecchio. Non l'ho mai visto.- ma se non so neanche come si chiama!

- Non te lo posso dire, lo sai.- mi risponde mamma con quella sua voce dolce.

- D'accordo.

Mamma dice che ha gli occhi verdi, è alto e simpatico. A volte mi chiedo come ho fatto io a venire fuori così male: sono castana (e ho i capelli corti e lisci, ma non spaghettosi) con gli occhi marroni, mentre mamma è bionda con gli occhi neri. Non sono bella per niente mentre mia madre lo è e, da come lo descrive, anche mio padre non scherza in quanto aspetto. Colpa dei caratteri recessivi? Almeno Mendel diceva così.

Summer, invece, è davvero bella. Era castana con i capelli ricci e lungi fino alla scapola, gli occhi verdi con dei raggi grigi nel mezzo ed era alta e magra. Oltretutto era molto simpatica e aveva sempre la battuta pronta.

Siamo rimaste d'accordo che nel tardo pomeriggio lei mi verrà a trovare, così ho tre orette buone per sistemare le mie cose nella mia nuova stanza e scopro che è meravigliosa. Innanzi tutto è molto spaziosa e ha un lato costituito completamente da un' enorme finestra che da sul giardino (anzi, più precisamente sulla piscina, che è grandissima e che al centro ha un'isoletta, mentre da un lato c'è una piccola cascata d'acqua su delle rocce) da cui si vede la statua della libertà in lontananza. In più ha anche un pianoforte a muro vicino al letto. Il letto è matrimoniale ed è sormontato da delle mensole ondulate per i libri. Tutto il resto è vuoto. Decido di posizionare lo stereo, le casse e il computer sulla parete libera, dove c'è già una scrivania con cassettiera e lampada. La tastiera la metto vicino al piano e sistemo i libri sulle mensole. Questa villa è quasi un castello, se paragonata a quelle cinque stanzette che avevo in Italia, ma qui non mi sento ancora a casa. Con il tempo mi ci abituerò e poi forse mi sentirò completamente a casa. Il guaio è che quel momento non è ancora arrivato, ma è normale, visto che sono in America più o meno da tre ore.

Mentre aspetto che arrivi Sam accendo lo stereo e le casse, giusto per vedere se funzionano. Purtroppo, però, quando le accendo, non resisto alla tentazione di ascoltare qualche brano. È uno dei miei difetti: ogni volta che comincio ad ascoltare la musica non ce la faccio a smettere e poi mi ritrovo sempre a cantarla, perché se lo faccio mi sento come se stessi partecipando anch'io alla canzone.

Dopo circa un'oretta e mezzo di musica a palla, sento suonare il campanello. Come riesco a sentirlo non lo so, ma succede. Vado ad aprire e mi ritrovo il volto sorridente di Sam davanti alla faccia.

- Ciao! Quanto tempo, mi sei mancata!

Scoppio a ridere e la invito ad entrare. Quando chiudo la porta, noto una piantina di ciclamini che prima non avevo visto. Ora ce ne sono 9. Mah.

- Hey sisì- mi chiama Sam.

- Quante volte ti devo dire di non chiamarmi “sisì”?

Lei ridacchia e poi mi risponde:

- Tutte le volte che mi hai minacciato di chiamarmi “zio Sam” come gli USA e tutte le volte che io ti ho detto “ok, non lo dico più”.

- Ecco, quindi vedi di non farmi arrabbiare, Zio Sam.

- Mi sembri J-ax quando parli così.

- Se lo dici tu...

- Comunque sia, El, questa casa è stupenda! La mia invece è molto più piccola, ma ha un giardino che è dieci volte il tuo.

- Andiamo a fare una passeggiata? Comincio ad annoiarmi qui.

- Come fai ad annoiarti in una casa come questa lo sai solo tu, comunque andiamo.

Sulla strada riconto le piantine di ciclamini, che mi sembrano aumentate. Infatti sono 10. Ma non so contare o cosa? Forse c'è solo una visuale diversa da qui e se ne vedono alcune di più. Io continuo a pensare: “Coincidenze?”. Non so.

Mentre percorriamo la mia nuova via ci imbattiamo in un bar che spara a palla “In my own world”, la sigla di violetta tradotta in inglese. Ci mettiamo a correre per evitare quella tortura. Ma possibile che anche lì fosse arrivato quel telefilm?

Beh, è piuttosto normale, visto che Martina Stoessel è americana, ma quella figliola mi perseguita!

Dopo un parecchia di strada non la sentiamo più, così decidiamo di rallentare. Chissà come, ma ci siamo ritrovate in una via deserta, dove non c'è nessuno. Per fuggire dal bar non abbiamo badato a dove andavamo. Ci guardiamo intorno e notiamo una vecchietta ricurva su sé stessa, così ci avviciniamo e le chiediamo:

- Scusi, sa dove ci troviamo?

Lei si gira e noto che ha degli strani occhi rossi.

- Ah, che graziose ragazzine!- dice- Adesso vi porto io in un bel posto!

Quello che succede poi è strano. Lei si mette dritta e si stiracchia, poi le cominciano a spuntare due ali rugose e raggrinzite dietro la schiena e diventa anche più brutta di prima, se possibile. Dopo una piccola sghignazzata alquanto sospetta fa un balzo verso di noi e noto che ha degli artigli sulle zampe. Perché i suoi piedi sono diventate chiaramente zampe, e anche sporche!

Io e Sam ci guardiamo un attimo, poi scappiamo urlando dalla vecchietta assassina.

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Capitolo 2
*** Inizio ad amare il mal d'aria e la cacca di mucca ***


CAP. 2 INIZIO AD AMARE IL MAL D'ARIA E LA CACCA DI MUCCA

 

La vecchietta è molto più veloce di quello che sembra e ci è addosso in meno di trenta secondi. Ci si para davanti con un balzo e dice:

- Mi dispiace ma non scapperete.- e ride. Mi comincia a dare sui nervi quella sua risata. Mentre sto pensando ad un insulto adatto, possibilmente abbastanza colorito (anch'io ho una reputazione da difendere, ma quando ci vuole ci vuole), lei ci afferra il bacino con le sue zampe schifose (che hanno anche gli artigli tutti sporchi, non voglio sapere di che cosa, al posto delle unghie) e si solleva in volo.

Appena si stacca da terra Sam si mette a ridere. È un po' fuori luogo, visto che siamo in una brutta situazione a duecento metri da terra.

- Che cos'hai?- le urlo sopra al vento.

Lei per fortuna mi sente e dice:

- Gli artigli di questa vecchia rimbambita mi fanno il solletico sui fianchi!

Ma vi rendete conto? Io faccio finta di non conoscerla (anche se non so con chi potremo fare una figuraccia a questa altezza) e guardo avanti perché mi sta venendo da vomitare. Vi ho mai detto che soffro di mal d'aria? La vista mi si riduce a un insieme di macchioline colorate. Mal d'aria, appunto. Quanto lo odio! Non riesco a vedere niente (non che prima vedessi qualcosa, visto che andiamo a più di duecento all'ora), ma secondo i miei calcoli dovremmo essere vicino al mare.

Mi viene in mente mia madre, a casa e ignara dell'accaduto. Purtroppo è difficile piangere a duecento e passa all'ora. Per fortuna c'è qui Sam a distrarmi:

- Alice! Non ce la faccio più a resistere al solletico!- mi dice tra una risata e un'altra- ho bisogno di respirare!

- Ma...- mi venne in mente un'idea così stupida da far invidia perfino a quella canzone di Violetta, ma era meglio di niente e, a giudicare da quello che balbettava la vecchietta mentre volavamo, saremmo morte comunque- ho un'idea. Dobbiamo solo capire dove possiamo atterrare senza sfracellarci a terra.

Sam si illuminò in volto e disse:

- Credo di aver capito che cosa vuoi fare. TI dico io quando agire, tranquilla, troverò un posto per “atterrare”.

- Ma come fai ad essere sicura di quello che dici?

- Fidati di me. Non sarà piacevole ma...

- Ma cosa?- chiesi io.

- Sempre meglio che morire. Ecco, ci siamo. Tra poco... ora!

Il resto della storia fa piuttosto ribrezzo e vi consiglio di non leggerlo se state mangiando. Bene, In quell'attimo mi tirai su con il busto (una fatica da non poco a duecento all'ora e a duecento metri di altitudine con un vento che rischia di spazzarti via), poi spinsi di diaframma il più possibile e... vomitai sopra la testa della vecchietta, che, non avendo le mani, ci lasciò precipitare nel vuoto per pulirsi il vomito dalla faccia.

Appena finita la- ehm- faccenda, si buttò in picchiata per riprenderci. Ci stava raggiungendo, anzi, era proprio sopra di noi con gli artigli spianati quando una corrente un po' strana la fece sbandare di lato. Proprio in quel momento un ragazzo biondo comparve sulla strada che si stava rapidamente avvicinando. Sottolineo rapidamente perché il tutto dura circa... beh, dai cinque ai sei secondi. Ma sono i cinque secondi più carichi di terrore della mia vita.

Io continuo a pensare che la comparsa improvvisa di quel biondino, i movimenti che fa con le braccia e le correnti che sbatacchiano di qua e di là la creatura non siano solo coincidenze. Mah, staremo a vedere.

Intanto atterriamo e, fidatevi, è meglio che non sappiate dove. Vi dico solo che penso che continuerò a puzzare per i prossimi 20 anni e che non capisco perché tutti gli escrementi solidi delle mucche vanno messi insieme, anche se questa volta ci hanno fatto comodo. Almeno sono e non siamo morte.

Su una cosa avevo ragione, però: siamo a circa duecento metri dal mare, su una collina che da una vista completa su tre chilometri e passa.

Alzo la testa per vedere che fine abbia fatto la vecchietta, ma non vedo niente. Mi guardo intorno e vedo il biondino che viene verso di noi con una mano sul naso.

- Ehilà!- dico io.

- Mi fareste il piacere di avvicinarvi? Non ce la faccio ad arrivare lì senza sporcarmi di letame.

Ops, è vero, siamo ancora in mezzo al letame. Guardo Sam che intanto si avvia e espiro, poi mi avvio dietro di lei. Non mi ero accorta di aver tenuto il fiato fino ad adesso. Ci facciamo strada tra il mare di letame e arriviamo dal biondino che per poco non sviene dalla puzza. Sembra sfinito, è bianco in faccia e tutto sudato.

- Ehi core- dice Sam- hai la febbre.

Il problema è che l'ha detto in italiano (anzi, in dialetto), ma quello sembra capire, più o meno e, cosa molto strana, ci risponde in latino:

- Qui estis vos?

Oddio, dopo un paio d'anni di liceo classico un po' di latino lo capisci, ma non riusciamo ad aprire bocca per lo stupore. Non sapevo che gli americani parlassero latino. Se non altro se lo parlano capiscono anche la mia lingua. Tuttavia sia io che Sam parliamo molto bene anche inglese, quindi Sam si rivolge a lui (dopo dieci minuti buoni di silenzio) nella sua lingua:

- Io sono Sam e lei è Alice, due persone che si sono appena trasferite in America dall'Italia. Ma tu come fai a conoscere il latino?

- Come faccio? Mah, direi che mi viene piuttosto naturale. Venite, dovete farvi un bel bagno giù al mare prima di andare.

- Andare dove?- chiedo.

- Al campo Mezzosangue, ovviamente.

- Ok...- Sam si rivolge a lui con il tono che di solito riserva ai matti. E forse non ha torto, ma voglio sapere di più su questo campo, così chiedo:

- Perché “Mezzosangue”?

- Semplice, perché è per semidei!

Sam scoppia a ridere e anch'io trattengo un sorriso. Semidei? È matto, decisamente fuori di testa. Però ci ha salvate da quella vecchietta (perché sono sicura che è stato lui, sia dai movimenti che faceva con le braccia, sia da come ci parla, perché il tono lascia intendere che gli dobbiamo qualcosa).

- Ok, amico, si vede che hai qualche problema, ma...- inizia a dire Sam, ma lui la interrompe dicendo:

- No, non ho nessun problema, i problemi ce li avrete voi se non vi sbrigate a venire con me.

- E perché dovremmo fidarci di te?- dice Sam.

- Perché vi ho salvate e perché probabilmente tra poco verranno altri mostri per farvi fuori.

- Mostri?

- Mostri. Alcuni di loro sono buoni, ma sono davvero pochi. La maggior parte da la caccia ai semidei come noi.

- Noi?- chiedo io, piuttosto sconvolta.

- Dovete essere delle semidee, se quel mostro vi ha preso di mira.

- Allora quella specie di vecchietta era un mostro!

Lui sembra piuttosto scocciato da tutte le nostre domande, ma cerca di non darlo a vedere e di essere educato. Nonostante questo, però, ogni tanto perde per qualche secondo il controllo del tono della voce.

- Eh già. Una furia, a dire la verità. Ora venite, non c'è rimasto molto tempo.

Molto tempo per cosa? Vorrei chiederglielo, ma ho una domanda più urgente da porgli:

- Devo avvertire mia madre e la zia di Sam che vengo con te in questo strano posto.

- Tranquilla, ci ha già pensato Chirone.

- Chi? Non era un centauro?

- Proprio così. È... il nostro “supervisore”. Ora andiamo, vi spiegherò tutto durante la strada.

Ci incamminiamo e lui esclama:

- Non ci siamo ancora presentati, che maleducato che sono!- sembra piuttosto sconvolto e anche Sam sembra notarlo- Io sono Jason.

- Alice- mi presento.

- Summer- dice Sam.

Mentre continuiamo a camminare, lui ci spiega una strana storia di dei, semidei, titani e di un campo che ha pareti piene di lava e che è l'unico posto sicuro per i semidei. Sto iniziando ad accettare il fatto di essere una semidea e capisco perché mia madre non poteva dirmi niente su mio padre. Non vedo l'ora di scoprire chi è e chi è la madre di Sam. Jason dice che probabilmente lo sapremo al falò serale. Mah, staremo a vedere.

Non so perché ma sento che sto iniziando a fidarmi di lui.




Spazio personale di Greece Lee

Salve, gente! Spero vi piaccia questo capitolo e che lasciate una piccola recenzione se non altro per dirmi che faccio veramente schifo.
Ringrazio tutti quelli che leggono questa fanfiction, che la gradiscano o meno!
Credo che aggiornerò tra parecchio tempo perché devo studiare per l'esame, quindi scusatemi!
Grazie a tutti

Greece <3 

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Capitolo 3
*** Le mie competenze su Star Wars si rivelano utili ***


CAP. 4: LE MIE COMPETENZE SU STAR WARS SI RIVELANO UTILI

 

Alice

 

Penso che quell'elicottero mi abbia trapassato lo stomaco. Fortuna che era vuoto.

Di colpo vedo tutto sfocato e sempre più nero e sovviene un senso di nausea . Nella testa risuona la canzone “Mamma mia” degli Abba. Avete presente? “Mamma mia, here I go again...”. Se la morte è così non è tanto male.

Intravedo a stento l'oceano che si avvicina e mi giro di piedi, come mi ha insegnato mia madre. Ah, se sapesse che sto morendo non si darebbe pace. Di colpo mi sale da dentro un senso di colpa. Se morissi mia madre non sopravviverebbe. DEVO vivere. Non posso morire ora che più o meno so qualcosa di me. Non posso. Per lei, più che per me. E poi c'è Sam. Come farebbe senza di me?

Arriva il ritornello della canzone e io mi concentro il più possibile sul mio respiro e per un secondo la vista torna lucida. Prendo fiato e mi preparo all'impatto. Non so quanta acqua sollevo, ma so che l'acqua (che è gelida nonostante l'alta temperatura) mi provoca un senso di freschezza innata. Mi attacco a quella bella sensazione e mi sento subito meglio. Ora riesco a vedere nitidamente. Icredibile cosa può fare una bella emozione. Il problema è che sono un po' lontano dall'aria e inizio a finire l'aria che ho accumulato nelle guance. Oh-oh. Anche il dolore allo stomaco è passato. Meraviglioso, ma non ho tempo per pensarci. Sto ancora affondando e, per quanto mi sforzi, non riesco a contrastare la forza che mi spinge. Decido di abbandonarmi a lei, perché non so che cos'altro fare. Ho quasi esaurito la riserva di ossigeno, quando vedo una figura di grosse dimensioni nuotare molto velocemente verso di me. Un grosso pesce che sarà più o meno un metro e ottanta e io sono “solo” un metro e sessantacinque. Mi mangerà sicuramente. Proprio mentre ho questo pensiero finisco il fiato e mi accascio, pronta a soccombere. Sento l'acqua entrare nei polmoni, ma non sembro soffocare. Forse ci mette un po' prima di fare effetto. Noto che la figura che ho intravisto prima mi ha raggiunto e... è un ragazzo! Oddio, se è riuscito ad arrivare qui riuscirà a portarmi in superficie per una degna sepoltura! Peccato che debba soffocare, avrei voluto conoscere. Un momento: sono più di trenta secondi che sto respirando acqua e sono ancora viva. Come può essere? Quel ragazzo deve aver fatto qualcosa. Sopra la mia testa si accende una luce gialla, forse qualcun altro che è venuto con lui. Il punto è che riesco a vederlo con chiarezza ed è anche carino. Lui guarda sopra la mia testa sbalordito, probabilmente non sapeva della persona con la pila. Solo dopo mi guarda e si riscuote dal suo choc. Perché era decisamente sotto choc, ma non so per cosa. Ora anche la canzone mamma mia è scomparsa. Alleluja, me la ero imparata a memoria ormai!

Lui mi guarda e poi una voce maschile invade la mia mente:

Ciao. Io sono Percy.

Intelligentemente io rispondo:

Io chi?

Perché ovviamente quaggiù oltre a noi ci sono altre persone. Ma Percy non se la prende e dice:

Io qui davanti a te. Mi ha mandato Jason, ma ora vieni con me. Ti spiegherò tutto una volta tornati di sopra.

La luce è scomparsa, ma io ci vedo anche meglio. Mi giro e noto che non c'è nessuno. Seguo Percy che nuota sorprendentemente veloce ma io, chissà come, riesco a stargli dietro. In meno di un minuto arriviamo a riva e io tiro una gran boccata d'aria e mi accorgo che non cambia tanto tra il respirare qui e il respirare come ho fatto fin adesso sott'acqua. Anzi, non cambia proprio niente.

Appena usciamo dall'acqua vedo Sam che mi corre incontro e mi abbraccia dicendomi:

- Sisi! Credevo di averti perso!- e ride di gioia.

Io le mollo uno schiaffo per avermi chiamato “sisi” ma glielo mollo piano perché rido di gioia anch'io. Non mi sono accorta di quanto mi sia mancata in quei pochi minuti sott'acqua.

- Ehi!- protesta lei- Il tuffo ti ha fatta diventare violenta!

Io alzo gli occhi al cielo e lei ride.

Ci avviciniamo a Percy che è restato a guardarci fino a questo momento e gli dico, poiché non ho parole riguardo al suo gesto:

- Grazie.

Lui mi guarda un secondo e poi dice:

- Io non ho fatto proprio niente!

- Come?- dico io- Mi hai salvato facendomi respirare sott'acqua! Perché sono sicura che sei stato tu!

Intanto anche Jason e un'altra ragazza che non conosco si sono avvicinati. Prima non li avevo notati. Comunque Percy mi risponde:

- Quello era ciò che ero venuto a fare, ma non ce n'è stato bisogno con te.

- Perché?- chiedo io.

Lui mi fa cenno di aspettare e dice a Jason e alla ragazza:

- Mentre eravamo sotto è stata riconosciuta.

Loro fanno degli sguardi strani e poi chiedono:

- Da chi?

Lui mi guarda e risponde:

- Poseidone. Alice... sei mia sorella e se non lo fossi stata sarest morta perché l'acqua non ti avrebbe curato.

Avete presente come si è sentito Luke di Star Wars quando ha capito che Leyla era sua sorella? Ecco mi sento allo stesso modo, perché infondo mi è successa la stessa cosa. Ho capito tutto quello che ha detto Percy grazie alle precedenti spiegazioni di Jason e per la prima volta ho sentito il nome di mio padre. Sì, assomiglio a Luke. Ora ho capito che cos'era quella luce sopra la mia testa. Mi giro verso Percy ma lui dice solo:

- Dai, andiamo a long Island o salteremo la cena! Se non sbaglio oggi c'è la pizza!

Mentre ci incamminiamo nessuno parla e io sono assorta nei miei pensieri.

Anche a lui piace la pizza. Chissà se anche a Poseidone. Lo voglio incontrare, voglio parlargli, voglio capire che cosa vuol dire avere un padre.





Spazio personale di Greece Lee

Ciao a tutti!
La prima cosa che voglio dirvi è: non abbituatevi agli aggiornamenti ogni tre giorni!
Noterete che questo capitolo è un po' più corto, ma volevo che finisse così.
Come al solito i ringraziamenti.
Grazie a:
- tutti quelli che leggono questa ff;
- tutti quelli che recensiscono, in particolare Kaliko (che mi sono scordata di ringraziare), Francesca lol e Panserbjorne;
- tutti quelli che mettono la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate in particolare gigiu8 e marcomoratto98
I ringraziamenti speciali vanno a Emma_Powell, Panserbjorne e Francesca lol, come di calendario.
A presto e recensite!
Ciao ciao

Greece <3

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Capitolo 4
*** Ho male ai piedi ***


CAP. 3: HO MALE HAI PIEDI

 

Ogni tanto adesso inizierò a scrivere anche dal punto di vista di altri personaggi, per motivi di praticità, ma per lo più scriverò come Alice. Buona lettura!

 

Alice

 

Inizio a stancarmi di camminare. Nonostante Jason continui a parlare di cose che ci dovrebbero interessare del campo mezzosangue, mi sto davvero stancando.

Saranno passate sei ore dal nostro incontro con la furia e non abbiamo fatto neanche una pausa. Inizio a sentire la fame. Intanto si è fatto tardi e il sole è quasi arrivato al capolinea. Il tramonto sul mare è una cosa fantastica, ve lo assicuro.

Jason ci ha spiegato una strana storia che comincia dai titani e finisce nel parlare di dei e semidei greci e romani. Lui, a quanto pare, è figlio di Giove.

Dice che tra poco dovremmo incontrare due suoi amici e ne sta parlando proprio adesso:

- Uno dei due si chiama Percy ed è figlio di Poseidone. All'inizio non andavamo molto d'accordo, ma ora siamo più o meno migliori amici. L'altra è Annabeth, la sua ragazza, che è figlia di Atena. È una un po'... particolare, ma è simpatica, tranquille.

- Se posso chiederlo, perché non siete venuti insieme?- chiedo, tanto per dire qualcosa.

- Beh, è una lunga storia. Diciamo che in sogno a Percy era stato detto che dovevamo venirvi a prendere in questa zona, ma non esattamente dove. Così ci siamo separati. Appena vi ho trovate ho mandato loro un messaggio-iride ed eccoci qua. Sapete che ore sono?

- Le sette e mezza- risponde Sam. Noto però che non ha l'orologio con se.

- Come fai a dirlo?- le chiedo quindi.

- Si capisce dall'ombra che getta quel grattacielo sul terreno- mi risponde. Strano, Sam non è un'esperta di meridiane e, a quanto ne so, non le sa nemmeno leggere. Decido di non indagare, così chiedo a Jason:
- Quanto manca?

- Più o meno 10 ore.

- DIECI ORE? Tu sei matto! Io non ce la faccio più!- dice Sam. Come darle torto.

Jason ridacchia e poi dice:

- Tranquilla, non la faremo tutta a piedi, Percy dovrebbe aver chiamato un amichetto.

- Un amichetto?

 

Summer

 

Altro che amichetto. Amicone, semmai!

Nel momento stesso in cui Jason finisce di parlare dal cielo scende lo stallone nero alato più grande che ho mai visto (anche il primo, ma è grosso comunque).

Appena si posa a terra El fa una faccia strana, ma non ci bado più di tanto. Noi dovremmo viaggiare sopra a quello? Scommetto che molti svenirebbero dalla paura, ma io penso solo “che figata pazzesca!!”

Non vedo l'ora di salire, eppure sembra che mi dispiaccia un po' staccare i piedi dal terreno. Il terreno americano mi da un non so che di sicurezza che quello italiano non mi dava. Buffo, vero? È strano che un posto che conosco da così poco mi dia tanta sicurezza. Sapete che ne penso? Meglio così.

- Si chiama Blackjack ed è un pegaso.

Però. Non l'avevo capito che era un pegaso, ma sono troppo contenta per fargli la predica. El ha abbandonato quella sua faccia strana e ora è al settimo cielo.

- I pegasi parlano?- chiede lei. Ma sei scema? Vorrei dirglielo, ma al momento succedono troppe cose strane e non mi sorprenderei più di tanto se di punto in bianco Blackjack si mettesse a cantare la macarena. E magari pure a ballarla. Non si sa mai cosa potrebbe succedere.

- No. O meglio, Percy ci riesce perché è un figlio di Poseidone. Ma solo lui ce la fa. Perché me lo chiedi?

- Tanto per sapere. Sembra simpatico!

- Faremo meglio a salire se vogliamo fare la pausa cena.- dice Jason. Sono pienamente d'accordo.

Mi accorgo che ho una scarpa slacciata e così mi abbasso quando lo noto. Devo avere la maledizione dei ciclamini, perché dovunque vado ne trovo uno. Vabé meglio i ciclamini che le furie.

Salgo in groppa a Blackjack dietro Jason e Alice sale per ultima. Ci alziamo in volo e mi dimentico di tutto: della fame e del dolore ai piedi, ancje se non scompaiono Provo una sensazione stranissima: mi sento leggera e... libera. Non mi ero mai sentita così prima d'ora. Mormoro un “grazie” anche se non so a chi è rivolto, ma sento un piccolo tuono, eppure il cielo è azzurro! Mah.

Per la prima mezz'oretta l'ebbrezza del volo ha la meglio ma poi, siccome non abbiamo niente da fare e il viaggio in aereo è stato abbastanza lungo, mi addormento presto.

 

 

Quando mi risveglio trovo Alice e Jason che giocano agli indovinelli. Ho due auricolari nelle orecchie che prima non avevo. Guardo i miei due amici e noto che anche loro ne hanno una uguale, così l'accendo.

- L'hot- dog!- dice Jason.

- Ancora non ci sei.- risponde Alice.

- Lo stivale!

Alice ride e poi risponde:

- Niente da fare!

- Ok, mi arrendo. Questa però era difficile!

- La corda. E comunque non era difficile!

Jason alza gli occhi al cielo che tuona di nuovo. Poi mi nota e dice:

- Ehi, si è svegliata!

- Buongiorno Sam!- dice Alice.

- 'giorno.- rispondo io- Perché gli auricolari?

Noto che ci siamo alzati parecchio mentre dormivo.

- Per il vento, sennò ci avrebbe rotto i timpani.- risponde Alice.

La guardo e noto che è piuttosto raggiante. Guardo Jason e ha un'espressione della serie “anche se sono educato medito vendetta”. Così dico:

- Voglio giocare anch'io.

- Ok.- risponde El- Vediamo... più è caldo, più è fresco. Che cos'è?-dice El- Questo è veramente facile, contento Jason?

Più è caldo, più è fresco. Non è tanto semplice.

- Il prato?- provo a dire.

- No.

Jason pensa con la testa bassa. Anche Blackjack sembra stia pensando, poiché ha la stessa espressione di Jason. Glielo faccio notare e Jason risponde:

- Mi vorresti dire che assomiglio ad un cavallo?

Blackjack nitrisce e gira la testa verso il figlio di Giove.

- Non che ci sia niente di male, eh.- si affretta a dire lui.

Blackjack non sembra convinto e continua a guardarlo male. Alice ha di nuovo una strana espressione in volto. Mal d'aria, penso.

- Blackjack...- sussurra- Blackjack...- un po' più forte. La guardo male.- Blackjack!- urla. Anche senza auricolari deve averla sentita (dopotutto ha sentito “l'insulto” di Jason”. Comunque mi volto e capisco perché Alice urlava: un elicottero, che chissà perché non fa il minimo rumore, ci sta per venire addosso. Davvero, è a meno di due metri. Chissà da dove è sbucato.

Ma non è questo il punto. Blackjack si butta in picchiata di colpo, ma questo ci fa sobbalzare non poco. Io e Jason siamo abbastanza vicini al suo collo e quindi rimediamo solo un gran male al fondo schiena, ma Alice viene sbalzata fuori e colpita nella fascia dello stomaco da un elica. Come se non bastasse, viene sbalzata parecchio in là. Blackjack va a riprenderla, ma Jason lo ferma.

- Va a duecento all'ora- spiega- se anche riuscissimo a prenderla si sfracellerebbe. Vado io.

- E come,-rispondo- volando, forse?

- Esattamente- mi risponde. Ommioddio, non sembrava che scherzasse.

Il problema è che si è fermato troppo a parlare. Nonostante schizzi via come un razzo(letteralmente) Alice cade nel mare e solleva anche diversa acqua.

Jason torna e mormora:

- Mi dispiace... Non volevo...- ma non mi importa di cosa dice poi.

Sto guardando l'oceano.

Alice non riemerge più.



Spazio personale di Greece Lee <3

Ciao! Eccomi fresca fresca dal tea d'esame con un nuovo capitolo! Scusatemi per avervi fatto aspettare molto per un capitolo che vale poco niente.
Ringrazio tutti quelli che leggono lo sguardo della fenice e recensiscono, in particolare Emma Powell, Sethmentecontorta, Panserbjorne e Francesca Lol. A presto!
Greece <3

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Capitolo 5
*** Scopro di essere drogata, di poter fare il giudice a masterchef USA e che al campo ci sono delle persone razziste. ***


CAP. 5: SCOPRO DI ESSERE DROGATA, DI POTER FARE IL GIUDICE A MASTERCHEF USA E CHE AL CAMPO CI SONO PERSONE RAZZISTE

 

Alice

 

Siamo arrivati giust'in tempo per la cena. Percy aveva ragione, c'è la pizza!

Percy non ha ancora parlato con un certo Chirone del mio riconoscimento, quindi io mi siedo al tavolo dei figli di Ermes, con quelli non riconosciuti, da quello che ho capito. Hanno quasi tutti una faccia furba che mi intimidisce un po'.

Comincio a sentire la mancanza della musica e della buona pizza, ma dovrei essere contenta visto che uno dei miei desideri sarà presto accontentato. Sia Percy sia la sua ragazza (ho scoperto che si chiama Annabeth e mi sta molto simpatica) dicono che qui la pizza è buonissima. Speriamo, perché io sono sempre gentile, tranquilla e a volte anche debole, ma quando si parla o di cibo (soprattutto pizza o gelato) o di musica non voglio sentire storie. Secondo voi questa è dipendenza? Visto che aspetto con ansia una pizza decente da più di una settimana, farebbero meglio a servirmene una decente. Non mi sembra di chiedere tanto, no?

Detto questo, arriva una cosa che Percy definisce “ninfa” a portarci la cena. Evviva, c'è anche l'antipasto: due tartine con il tonno e tante altre cose buone!

Le finisco in un sol boccone perché sono davvero deliziose. Alcune ragazze della casa di Afrodite si lamentano che il tonno è un pesce che fa ingrassare e prima della guerra contro una certa Gea e del guasto del sistema che ti portava il cibo ognuno ordinava quello che voleva e questi problemi non c'erano. A quanto pare la ragazza di Jason (ho conosciuto anche lei. Cioè, ci ho fatto una parola e sembra una a posto) deve essere un pezzo grosso, perché scocca loro un'occhiataccia e quelle si mettono subito a mangiare. Io mi concentro sul mio piatto vuoto e cerco di pensare ad una canzone, ma mi viene in mente solo “poker face” e non so perché. Non riesco a togliermele dalla mente da quando sono uscita dall'acqua e ha “spodestato” mamma mia. Sono molto stanca. Per fortuna a distrarmi arriva Sam che dice:

- Ehilà, come andiamo?

Io sto per rispondere: “così così” quando arriva la “cameriera” con un vassoio di pizza dall'aspetto squisito! Ne afferro un pezzettino al volo, lo assaggio e... mi giro verso Sam che pensa la stessa cosa: questa pizza è congelata! Non lo posso accettare, quindi chiedo alla ninfa che me lo ha portato dove si trova la cucina e dopo un sacco di domande mi indica un posto vicino al lago. La ringrazio e mi incammino verso quella piccola casetta pullulante di ninfe indaffarate. Mi affaccio e una bionda dall'aria gentile mi chiede:

- Ehi ciao! Cosa sei venuta a cercare?

Io decido di essere gentile e chiedo semplicemente:

- Sei tu che cucini la pizza?

Lei mi guarda in un modo un po' strano e poi risponde:

- No, non la cucina nessuno. È congelata.

Lo sapevo!! Resto educata e dico:

- Mi permettete una critica costruttiva?

Riduce gli occhi a due fessure e poi dice:

- E chi saresti tu per farci una critica?

- Niente di che, ma sono italiana e me ne intendo di pizza.

Le si illumina il volto e urla alle sue compagne:

- Ehi ragazze! Questa nuova arrivata è italiana e vuole farci una critica costruttiva!

Accorrono tutte e io mi sento molto in imbarazzo, però la pizza ha la meglio.

- Se non vi dispiace... vorrei insegnarvi a cucinare una pizza all'italiana. Subito tutte emettono degli urletti di felicità e si affrettano a preparare gli ingredienti. Vedo una con un chilo e mezzo di burro tra le mani e le dico subito:

- No, mettilo giù! Il burro non serve!

Lei borbotta qualcosa tipo “Il burro si abbina con tutto” ma lo mette giù. Vi rendete conto? La pizza con il burro. Preparata la tavola e i mattarelli inizio a spiegare loro come si impasta e come si mette il condimento, tutto, insomma. Le mettiamo a lievitare con pochissimo lievito e loro ci rimangono molto male, ma lo fanno lo stesso. Intanto loro cucinano altre cose per sfamare la trentina di semidei affamati là fuori. Alla fine mi fanno male le mani per quanta pizza ho impastato, ma tutte quante siamo orgogliose del risultato e dopo mezz'ora di levitazione (usano uno strano lievito che si chiama “lievito divino”, ma fa il suo lavoro dieci volte più veloce di uno normale) cuociamo tutto e la pizza (quella buona) è pronta! Loro si complimentano a vicenda e io faccio per tornare al mio tavolo quando la biondina di prima mi ferma e mi dice:

- In America non abbiamo mai fatto la pizza così.

- Neanche a masterchef?

Lei ci pensa un po' e poi risponde:

- No, neanche a masterchef. Grazie.

- E di che? Lo faccio con mia madre da quando ho si anni e mi ci diverto un bel po'. Grazie a voi che avete voluto imparare da una come me.

Lei sorride e io torno dagli altri.

 

Summer

 

Mentre Alice si allontana Percy si alza in piedi e viene nella mia direzione. Sembra piuttosto preoccupato e mi chiede:

- Dove sta andando?

Io rispondo piano:

- A mangiare una pizza decente.

Si distende un po' e poi dice:

- Ah, ok. Grazie e se ne torna a mangiare come un bufalo. Mamma mia, è una cosa impressionante! Ha circa quindici grammi di grasso e mangia più di un animale affamato, beato lui. Mentre aspetto la mia migliore amica cerco di fare amicizia con qualcuno della casa di Ermes, ma non sono molto brava in queste cose. Gli unici due che sembrano interessati a parlare con me sono Travis e Connor Stoll, così chiacchero un po' con loro, ma poi devono lasciare il tavolo perché dicono che devono sbrigare una certa faccenda. Così, di nuovo sola, concentro sul mio piatto e intanto ascolto le conversazioni dietro di me. Una sta dicendo:

- … i suoi capelli? Sono peggio di un groviglio di rovi!

I soliti pettegolezzi. Continuano a parlare male di questa persona e io mi distraggo finché non dicono:

- Gli italiani devono essere tutti pazzi! Hai visto questa qui dietro?

- Sì, Drew, l'ho vista dato che ne abbiamo parlato fin adesso.

Coooooosa? Parlavano male di me? Non sopporto la gente che ti parla alle spalle. Decido di farle fare una brutta figura così dico alla presunta Drew:

- Ehi guarda che sono qui. Se ne hai il coraggio vieni qui e di' ad alta voce quello che hai detto alla tua amica poco fa.

Lei diventa tutta rossa e fa finta di non aver sentito, ma io non lascio correre.

- No, lo so che mi hai sentito. Vieni qui, se ne hai il coraggio.

Ormai tutto il campo si è girato verso di me, ma a me non importa più di tanto. Voglio vedere quello che fa. Lei si alza rumorosamente dalla sedia e viene verso di me strascicando i piedi. Sembra un cane bastonato, ma non mi fa pena. Mi si mette davanti e poi dice:

- Quelli della tua nazionalità cucinano bene.

See. È vero, ma non è quello che ha detto.

- No, ripeti quello che hai detto.

Lei si guarda intorno e poi esplode e dice:

- Non volevo dire niente di male, il mio era solo un movimento patriottico.

- Patriottico?- non so perché ma tutti (a parte Piper e qualcun altra della casa di Afrodite) annuiscono e dicono: “Certo, cosa potrebbe di male Drew? È sempre sincera!”, ma io non la penso affatto come loro. Sembrano un po' in trance. Per loro sarà anche la più brava persona del mondo, ma per me è solo una vigliacca che si prende gioco degli altri alle loro spalle. A quanto pare, anche Piper la pensa come me, perché dice:

- Non statela ad ascoltare, sta usando la lingua ammaliatrice!

Che cos'è la lingua ammaliatrice? Gli altri sembrano uscire dallo stato di trance e arriva Alice. La saluto e poi le spiego la situazione. Poi richiedo a Drew:

- Patriottico?

Lei, molto arrabbiata (evviva!), risponde:

- Gli americani sono da sempre i meglio.

Alice mi ferma prima che possa risponderle molto male e ribadisce:

- Scusa, ma in Italia c'erano i romani quando qui ancora vivevano i maya e cose simili, quindi non siete stati sempre i meglio...

- Ma i Maya erano civiltà avanzate, che hanno fatto la storia!

- Perché i romani no?- dico io.

- Sì, ma gli americani sono stati i più intelligenti fin da subito!

Io e Alice ci guardiamo e poi le urliamo in faccia:

- I nostri antenati costruivano fognature quando i tuoi si dipingevano ancora la faccia di blu!

Avevamo ripetuto le frasi del famoso film di Alberto Sordi. Tutti ridono e Drew si deve sentire un verme. Ma non è finita qui:

- Adesso ripeti a tutti quello che hai detto prima.

Lei sembra stia per scoppiare a piangere e poi dice:

- Gli italiani sono tutti pazzi e tu sei bruttissima.

Tutto il campo si mette a borbottare. Guardo Alice e lei guarda me, poi dice:

- Lo pensi ancora?

Lei si affretta a rispondere:

- No, assolutamente no!

Ah- ah. Vittoria!

- Torna a sederti.

Lei obbedisce e quella con cui parlava prima fa per darle una pacca sulla spalla ma Alice aggiunge:

- E voi non provate a consolarla. Ha avuto pensieri razzisti.





Spazio personale di Greece_Lee
Ciao a tutti!
Con un esame di inglese appena sfornato mi trovate con un nuovo capitolo. Spero vi sia piaciuto e vi anticipo che il prossimo sarà molto particolare e vi consiglio di non leggerlo se non vi piace la musica.
Come al solito i ringraziamenti:
- a tutti quelli che leggono
- a tutti quelli che recensiscono
- a tutti quelli che seguono la storia
- a Emma_Powell, Panserbjorne, Sethmentecontorta e Francesca lol
A presto!

Greece <3

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Capitolo 6
*** Inizio ad avere un fratello ***


CAP. 6: INIZIO AD AVERE UN FRATELLO

 

Alice

 

Poco dopo la figuraccia di Drew, arrivano delle ninfe con i vassoi pieni di pizza con la mozzarella filante. Hanno imparato in fretta, perché è davvero buonissima.

Noto che in fondo alla “sala mensa” è arrivato un centauro. L'ho appena notato quando Percy mi bussa sulla spalla e dice:

- Vieni un secondo? Dobbiamo parlare con Chirone.

Ah, quindi quello è Chirone. Buono a sapersi. Mi alzo e poi dico a Sam:

- Scusami, ma devo andare un attimo con Percy.

Lei annuisce e io mi allontano. Mi dispiace, è la seconda volt stasera che la lascio sola e probabilmente sarà anche l'ultima volta che ceneremo insieme, a meno che non sia mia sorella, ma ne dubito fortemente.

Mi allontano con mio fratello e gli chiedo:

- Che tipo è Chirone?

Lui ci pensa un attimo e poi dice:

- Vedrai. Ti consiglio solo di non trattarlo male anche perché è molto simpatico.

Io non tratto male nessuno (Drew è un caso a parte), e poi è un centauro, chi può trattarlo male senza subirne le conseguenze? Quando siamo vicini a questo Chirone, lui sorride e dice:

- Ciao Percy e ciao...

- Alice- suggerisco io.

- Alice. Che dovete dirmi?

- Ehm...-inizia Percy- non so da dove cominciare... Diciamo che è una di quelle mezzosangue che ci avevi mandato a recuperare.

- L'avevo capito. È una faccia nuova, infatti. Raccontami com'è andata.

Lui inizia dal nostro trasferimento negli USA e finisce con la storia del lago.

- Mi hanno mandato a recuperarla e a toglierle l'acqua dai polmoni, se ero in tempo. Il punto è che... quando sono arrivato è successa una cosa strana. L'ho trovata viva e tranquilla sott'acqua e appena mi sono avvicinato è stata riconosciuta da suo padre. Intendo dire... nostro padre.

Chirone non sembra molto sorpreso, anche se sono sicura che lo sia, mentre dice:

- Poseidone? Beh, allora bisogna portare un altro letto nella casa 2. Ora tornate a cena, ho sentito dire che la pizza oggi è particolarmente deliziosa.

- Merito suo.- dice Percy e mi indica- Ha insegnato alle ninfe a fare la pizza all'italiana.

- Zitto Percy!- dico io e gli do' una piccola botta sulla spalla. Lui sorride e Chirone continua:

- Comunque sia, adesso vi converrebbe andare, perché tra poco ci sarà il falò serale e ho un importante annuncio da farvi. Credo che vi piacerà parecchio. Ah, un'ultima cosa Alice: come si chiama la tua amica?

- Summer.

- E non è stata ancora riconosciuta, vero? Credo che tra un po' sarà il suo momento. Ora andate!

 

 

Al falò c'è una grande agitazione, perché tutti si chiedono di quale casa faremo parte. Per la figuraccia che abbiamo fatto fare a Drew ci conoscono pressoché tutti, ma in realtà è stato praticamente tutto merito di Sam. Infatti dopo l'episodio un paio di persone che avevano visto la scena mi hanno fregato il posto e si sono sedute accanto a lei per chiacchierare. E pensare che poco prima neanche l'avevano notata! Sono contenta per lei, ma sono un po' emozionata perché Chirone mi presenterà al campo intero e io odio essere al centro dell'attenzione. Eccolo che arriva.

- Ehi ragazzi!- inizia- Vi volevo presentare due nuove arrivate. Summer, Alice, venite avanti.

Io e Sam (che è seduta vicino a me, mentre dall'altro lato c'è Percy) ci alziamo e raggiungiamo il centauro al centro di tutti quanti. Prima non avevo notato la bellissima maglietta dei party-pony che ha addosso: assomiglia alla pubblicità dei Teletubbies.

- Eccole qui. Sono straniere e voglio raccomandare di non avere pregiudizi.

Sam scoppia a ridere e con lei buona parte del campo. Io la richiamo sottovoce, ma viene da ridere anche a me. Chirone sorride e chiede:

- Come mai ridi?

- Beh, ecco... diciamo che c'è qualcuno che ha cena ha cominciato a blaterare cose tipo: “eh, gli italiani non valgono niente!” “Gli americani sono da sempre i migliori!” E così via, ma adesso ha cambiato idea. Vero Drew?

Lei arrossisce vistosamente e si gira dietro. Perfino Chirone sembra divertito da questa storia. Mentre Drew se la fa sotto dalla vergogna, sopra la testa della mia migliore amica compare una spiga di grano luccicante.

- Che significa?- chiedo a Chirone, ma lui, per tutta risposta, dice:

- Ricomponiamoci.- tutti tornano tranquilli e il centauro si volta verso una ragazza che non conosco:

- Casa di Demetra, accogliete Summer!

Tutto il campo applaude contento e Chirone fa segno a Sam di andare verso la ragazza che guardava poco fa. Tutti i ragazzi intorno a lei le danno pacche sulle spalle e Sam sembra contenta.

Chirone riprende la parola e questa volta è il mio turno.

- Anche Alice è stata riconosciuta, ma è accaduto prima di venire al campo. Bene, è stata riconosciuta da Poseidone!

Tutti urlano anche più di prima e torno al mio posto vicino a Percy. Come è successo a Sam, tutti quelli vicino a me mi danno delle pacche sulle spalle. Peccato che le diano un po' troppo forte.

- E adesso...- continua il centauro- volevo annunciarvi un evento esclusivo. Domani sera festeggeremo la recente sconfitta di Gea- e si gira un attimo verso Percy e poi torna a guardare davanti a sé- Volevo che fosse qualcosa di speciale e non la solita caccia alla bandiera. Quindi ho deciso di lasciare a voi la scelta. Questa sera ogni casa penserà a un evento particolare e domani dopo colazione con i capi di ogni casa si discuterà.

Tutti urlano di felicità e esultano, deve essere strana questo genere di cose.

- A parte distruggere il campo, uccidervi tra di voi e fare la gara di rutti vi permetto di fare tutto- dice una figura che è spuntata dietro Chirone- Ma ricordate: non è stata una mia idea e non sarò io a subirne le conseguenze. E ora andate a riposarvi che per oggi avete scocciato abbastanza.

Gentile, insomma, ma tutti ubbidiscono. Quando chiedo chi è a Percy, lui mi risponde:

- E' quell'idiota di Dioniso, ma puoi chiamarlo tranquillamente Signor D.

D'accordo... un Dio che viene chiamato signor D e che si può definire idiota senza correre rischi non deve essere particolarmente pericoloso. Credo. Non si può mai sapere.

C'è solo un problema: ha detto di andare a riposarci, ma io non so dove alloggio. Chiedo a Sam e lei mi risponde:

- Dobbiamo andare nella nostra casa. Io sono con le figlie di Demetra e non vedo l'ora di fare amicizia! Ciao!

E parte di corsa. Se lei è in “camera” con le figlie di Demetra significa che io... sono in camera con Percy. Oddio, non ho mai alloggiato con un maschio in vita mia poiché non ho fratelli di sangue e mio padre... be' non è che è stato molto presente. Mi chiedo quante siano le sorelle di Sam. Io ne ho “solo” uno e non so come comportarmi. Come lo devo trattare? Come un amico o devo avere un rapporto speciale, proprio come un fratello? Non ne ho la benché minima idea e credo che neanche lui ne abbia, visto che continua a rivolgermi occhiate strane, ma io faccio finta di niente.

- Alice- mi chiama qualcuno e io mi volto. Percy.

- Sì?

- Vieni con me. Da oggi in poi dovremo condividere la casa.

Ma dai. Comunque non sono molto tranquilla perché Percy è stato sempre da solo. Così gli chiedo:

- Ti do fastidio?

Lui mi guarda e poi scoppia a ridere:

- Certo che no. A meno che non russi.

Gli confermo che no, non russo e ci avviamo con la massa di semidei.

Vedo delle costruzioni simili a baracche messe a semicerchio ed altre messe in modo diverso. Si capisce che queste ultime sono più nuove perché hanno la vernice integra.

Quando entriamo nell'atrio comune a tutte le case, Percy si dirige a sinistra ed entra nella seconda casa. Io lo seguo e la prima cosa che penso quando entro è... wow! È stupendo! Tutto odora di mare e di sale (e il sale fa bene al raffreddore) e le pareti sono di un colore tra il blu e il verde, quello del mare, non a caso.

Noto che al centro ci sono due letti (uno praticamente nuovo e l'altro con le coperte spuntate e a terra), ma a parte questi e un paio di mensole non c'è altro arredamento.

Mi siedo sul mio letto e svuoto le tasche: il cellulare, il lettore mp3 dell'antiguerra (mia madre non me ne voleva comprare uno decente, come per il cellulare), un pacchetto di fazzoletti e uno di cingomme. Tutti i miei averi. Ah, ci sono anche gli occhiali da sole. Però, sono ricca! Noto che sotto il letto c'è un fagotto. Lo prendo e noto anche che c'è un biglietto con su scritto "stammi bene mamma". Lo apro e ci sono un paio di vestiti di ricambio e la crema solare. Getto via quest'ultima e mi infilo sotto le coperte per cambiarmi i pantaloni. Ah, qualcuno la sotto mi ha infilato la maglietta del campo mezzosangue. Me la infilo e scopro che è la più comoda che io abbia mai indossato. Riemergo dal mare di lenzuola e vedo che anche Percy non ha molte cose, però ha uno zaino. Lui guarda prima me e poi i miei averi e fa una faccia spaventata:

- Il cellulare? Tu non puoi telefonare, o i mostri ti localizzeranno e ti verranno a prendere.

- Davvero? Ma io ho fatto un milione di telefonate e non ho mai visto un mostro in vita mia prima della furia di ieri.

Lui si gratta la testa e poi dice:

- Be', forse è perché è un po' vecchietto e forse nel Mediterraneo le cose sono diverse, ma qui non si può telefonare.

- Va bene. Cambiando argomento: hai un'idea per l'evento di domani sera?

Lui risponde subito:

- Ti va bene se propongo la guerra tra le case? Praticamente è come caccia alla bandiera solo che ogni è sola. È divertente ma praticamente vincono sempre quelli di Ermes. Probabilmente lo proporranno anche gli altri.

- Veramente, se non ti dispiace, avrei un'idea migliore.

Lui si fa attento e sorride. Così io inizio:

- Nonostante qui siate tutti semidei, anzi siamo, abbiamo anche una parte umana. Quasi sempre vi divertite secondo la parte divina, ma se ci divertissimo, per una volta, come dei ragazzi normali?

Lui sembra pensieroso.

- Fino a qui ti seguo e mi sembra anche un'idea fantastica. Solo non capisco cos'hai in mente.

Io espongo la mia idea e lui fa una faccia veramente stupita.

- Davvero credi sia possibile? Ma gli altri saranno d'accordo? E dove la troviamo tutta l'attrezzatura?

- Scommetto che i figli di Ermes avranno un bel po' di cose in quella loro casa e di certo non mancherà quello che serve a noi. Sai, dovevo andare ad un evento simile con il liceo prima di trasferirmi e mi è dispiaciuto un bel po' non partecipare. Ah, possiamo anche proporre di venire a coppie, laggiù facevamo così.

Lui è felicissimo e poi dice:

- E' una cosa che avrei sempre voluto fare, ma se ci fossi andato (e sicuramente l'avrei fatto con Annabeth) ci saremmo ritrovati con tremila mostri alle calcagna. Ma qui al campo... sembra una mission impossible, ma se ce la facciamo sarà stupendo! Ok, io proverò a proporlo, ma non credo che gli altri saranno d'accordo.

- E perché no?- chiedo io.

- Perché i capi sono quasi tutte femmine e quindi sono molto testarde.

Lo centro in pieno viso con il cuscino.

- Ehi! Ma sei violenta?

- See, violenta con un cuscino!

- Vuoi la guerra? E che guerra sia!

Si alza e mi rilancia il mio cuscino che prendo al volo, poi però lo fermo:

- Aspetta. Ci vuole il sottofondo.

Accendo l'mp3 e attacco la colonna sonora di mission impossible.

Non faccio in tempo neanche ad alzarmi che Percy mi ha già dato tre o quattro cuscinate. Io rispondo, ma Percy è più veloce di me e quindi praticamente le predo solo, almeno all'inizio, perché poi inizio a capire dove vuole colpire, così mi scanso in tempo. Stiamo facendo un casino infernale e penso che domani quelli delle altre case ce ne diranno quattro.

Penso che continuiamo così per due ore, poi Percy dice, tra una risata e l'altra:

- Dai, adesso basta, che sennò domattina siamo degli stracci. Tanto ti ho battuto.

Io gli faccio una linguaccia, ma è la verità. Sapete che riesce a far male anche con un cuscino? È impressionante! Ho più lividi adesso di quella volta che sono caduta dalle scale del quinto piano e ho ruzzolato fino alla fine perché le scarpe scivolavano sul pavimento di marmo, e vi assicuro che erano un bel po' abbiamo buttato giù due delle quattro mensole, ma sono poche le volte che mi sono divertita così tanto... e che ne ho prese così tante.

- Sai,-gli dico- mi piacerebbe conoscere meglio Annabeth. Sembra molto simpatica, ma mi sa che è un tipo difficile da controbattere. E credo sia anche un po' testarda.

- Eh già, ma io non ti tiro una cuscinata, impara ad essere educata.- dice lui mentre ride- Ma non ti preoccupare, a volte sono anche peggio di lei.

- Bene!- dico io sarcastica.

Dopo di che ci addormentiamo. Sarà mezzanotte e io devo ancora abituarmi al fuso orario.





Spazio personale di Greece Lee

Ciao! Scusatte il ritardo, ma di questi tempi non ho molto tempo per scrivere.
So che nel capitolo precedente avevo annunciato che questo sarebbe stato un capitolo speciale e bla, bla bla, ma ho dovuto ridardare la "specialità". Scusatemi, ma dovrete aspettare uno se non due capitoli ancora.
Come al solito ringrazio:
- tutti i lettori
- tutti quelli che mettono la storia tra le seguite/preferite/ricordate
- i recensori, ossia kaliko, _Heartland_, Francesca lol e Panserbjorne.
Ringraziamenti speciali, al solito: Emma_Powell, Panserbjorne, Francesca lol e Sethmentecontorta.
E chi tifa per l'Italia ai mondiali lasci una recensione!! Forza Italia!
A presto

Greece <3

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Capitolo 7
*** Cosa devo fare per avere un amico? ***


CAP. 7: COSA DEVO FARE PER AVERE UN AMICO?

 

 

Sto camminando sulla spiaggia ed è notte, quando sento una voce che mi chiama:

- Alice, Alice! Vieni qui!

Sembra provenire dal mare e così mi avvicino all'acqua. Un'onda improvvisa si abbatte vicino a me e l'acqua che bagna la sabbia inizia a crescere, come se avesse una volontà propria. Io urlo, ma non riesco a sovrastare il rumore del mare. L'acqua intanto ha preso le sembianze di un uomo e pian piano scompare lasciando il posto ad una persona abbastanza alta, con i capelli scuri e gli occhi verdi.

- Papà...

Lui sorride e poi mi dice:

- Vedo che mi hai riconosciuto. Sono contento.

Non so che dire. Sono arrabbiata con lui per aver lasciato me e la mamma da sole, ma sono anche felice perché finalmente lo posso vedere. Vi rendete conto? È mio padre, quello che non avevo mai conosciuto, ora è proprio avanti a me. Come mi devo sentire: arrabbiata o contenta? Se devo scegliere non so voi ma io preferisco essere felice. Così non mi trattengo più e lo vado ad abbracciare. Lui ci rimane molto male. Ma come mi è venuto in mente di abbracciare un Dio? Mi sciolgo subito l'abbraccio e lui fa una faccia buona, gentile... paterna.

- Scusa, non sono tante le volte che qualcuno mi ha abbracciato o che ha dimostrato un po' di affetto per me. E poi Percy non l'ha presa esattamente così, la prima volta.

Decido di non investigare.

- Ho saputo che state facendo amicizia.- continua lui.

- Se per amicizia intendi che ci siamo presi a cuscinate per tre ore...

Lui sorride e poi dice:

- Non sai quanto mi sei mancata.

- Avresti potuto fare una visitina, ogni tanto.

- Non potevo, Zeus non vuole. Anche adesso sono qui in via eccezionale.

Fin da piccola fantasticavo su quello che avrei detto a mio padre una volta incontrato. Lo sognavo tutte le notti e ora che è qui davanti a me non so che cosa dirgli.

- Salutami Percy. Potevo vedere solo uno di voi due e ho scelto te, poiché ovviamente non ti ricordi di me. Però salutalo e digli che gli voglio un'infinità di bene. E così anche a te.

Si sente un tuono, ma in cielo non ci sono nuvole. Mio padre esclama:

- E' ora di andare. Quando partirete, ricordati di queste parole: la causa della sua morte può farlo rivivere, poiché la sua morte è stata prematura.

- Eh?- dico io.

- Quando ti servirà capirai. Ora devo andare. Ricordati che, se hai un problema, l'acqua ti aiuterà sempre.

Io mormoro “va bene” e lui mi guarda con occhi dolci. Poi si batte una mano sulla fronte e dice:

- Quasi dimenticavo! Ti devo dare un piccolo regalino.

Arriva una piccola onda che si abbatte sul mio braccio destro. Non ne esco bagnata, come sempre a meno che non lo voglia. Quando l’acqua se ne va ho un piccolo anello sull’anulare. È di vetro e ha dodici brillanti messi in cerchio intorno ad uno verde. Sembra molto prezioso.

- Grazie!- esclamo- Anche se non so che farmene.

Lui risponde:

- Usalo quando sarai in pericolo. Capito?

Io annuisco, anche se non capisco come mi possa essere utile contro un mostro. Lui mormora un “brava” mentre mi scompiglia i capelli corti.

Un'altra onda lo travolge e quando si dissolve lui non c'è più.

 

 

-Sveglia dormigliona!

È la voce di Percy che, per aggiungere più enfasi alle sue parole, mi da' una botta con il cuscino.

Io apro gli occhi e lui dice solo:

- Veloce che ho fame.

Ah, ok. Mi alzo e andiamo a fare colazione. Mentre ci sediamo, arriva Annabeth da dietro il tavolo e chiude gli occhi di Percy con le mani.

- Chi è?- dico io.

- Hazel.

Non so chi sia ma rispondo:

- No.

- Jason.

Annabeth fa una faccia offesa mentre io mi metto a ridere. Ma come fai a scambiare le mani di Annabeth per quelle di Jason?

- Ti do un indizio o non ci arriverai mai: è testarda.

- Annabeth!

Lei gli tira un calcio e poi gli dice:

- E così vai in giro a raccontare che sono testarda, Testa d'Alghe?

- Testa d'Alghe?- chiedo io.

- Be'- inizia mio fratello- sono state le sue prime parole dopo “quando dormi sbavi”.

- Che schifo! Mi devo ricordare di non lasciare lo zaino vicino al tuo letto, allora.

Lui sorride e poi da' un bacio ad Annabeth. Ok...

Devo aver fatto una faccia strana perché lui mi dice:

- Non hai mai visto uno che bacia la sua ragazza?

- Ehm... no.- rispondo io imbarazzata.

Chirone mi salva perché chiama i capi-casa a discutere per stasera.

Percy e Annabeth mi salutano e vanno mano nella mano verso Chirone. Percy dice che la maggior parte delle volte si riuniscono nella casa grande, ma questa volta non c'è niente di speciale e così stanno sul tavolo di Chirone. Purtroppo non sento le loro parole, ma non mi sembrano particolarmente entusiasti delle proposte che si fanno finora. Percy non ha ancora parlato. Credo che sia il penultimo, perché stanno facendo il giro antiorario e alla sua sinistra c'è solo Jason. Ecco, è il suo turno. Lui parla e tutti sgranano gli occhi. Centro! Probabilmente chiedono come sia possibile fare una cosa del genere e bla, bla, bla. Parla Jason ma non ci mette molto e così passano alle votazioni. La prima volta si alza solo la mano di un tizio parecchio assonnato. La seconda quella della casa di Ares e un altro paio. L'ultima volta si alzano le mani di tutto il resto delle persone. Tutti parlottano tra di loro mentre tornano ai tavoli. Neanche mi ero accorta di avere un piatto di uova strapazzate e pancetta davanti. Inizio a mangiare mentre Percy si siede.

- Com'è andata.

Lui sembra avere una faccia triste.

- Purtroppo la nostra proposta è stata... accettata! Via ai preparativi!

Ah, quindi scherzava. Rido e continuo a mangiare quella delizia.

- Tra poco Chirone lo annuncerà a tutto il campo.

Detto fatto.

- Ragazzi posso avere la vostra attenzione?

Tutti fanno silenzio.

- Grazie. Bene, sono felice di annunciarvi che abbiamo preso una decisione e vi confesso che non me lo aspettavo minimamente. Comunque sia, questa per questa sera sbrigatevi a trovare un compagno o una compagna, perché... organizzeremo…

E, come mi ha detto Percy, riferisce la mia idea.

Urla eccitate si levano dai semidei con la bocca piena e, sinceramente non ci speravo, sono tutti contenti. L'ho detto che sarà strepitoso!

- Purtroppo però- continua Chirone- io e il Signor D siamo stati chiamati per una riunione sull’Olimpo e quindi non ci saremo per tre giorni. Mentre non ci siamo, vi prego, non distruggete il campo. Se succederà qualcosa la casa di Ares ripulirà tutto.

Intelligente Chirone. Infatti quelli di Ares minacciano tutti che se non lasceranno il campo lindo e pulito la pagheranno cara.

- Per questo motivo la “festa” sarà rimandata alla prossima settimana. Intanto vi continuerete ad allenare come se nulla fosse. Tutto qui.

Bene. Vedo Sam che mi passa vicino e neanche mi nota. È con due persone che io non conosco.

- Ehi Sam!- la chiamo io.

- Ciao!- mi nota- Ti volevo presentare William e Marylane. Sono due della mia cosa con cui ho fatto subito amicizia! Will, Mary… lei è Alice, la mia migliore amica.

Mi salutano e poi se ne vanno al loro tavolo a braccetto con la mia migliore amica. Sam non mi ha mai preso a braccetto.

Raggiungo Percy che nel frattempo è tornato e mi siedo. Arrivano le ninfe che ci portano un po’ di cibo. Assolutamente strepitoso.

- Sei contenta?- mi chiede Percy.

- Di cosa?- chiedo io, distraendomi dal mio bacon.

- Del fatto che la tua idea sia stata accettata.

- Certo. Non dovrei?

- Ma certo che dovresti. È un'occasione per tutti noi di sentirci, una volta tanto, ragazzi, adolescenti e non semidei sulle cui spalle poggia il destino del mondo.

- … se lo dici tu...

Veniamo interrotti da Jason che chiede a Percy:

- Dopo vieni a fare un paio di tiri?

Un paio di tiri a che? Di solito si dice così quando si va a fumare. Ma non credo che sia esattamente quello che intendeva Jason.

- Certo! Finisco di mangiare e arrivo.

 

Finito di mangiare non ho la benché minima idea di cosa fare. Percy mi ha fatto fare brevemente il giro del campo e poi è andato da Jason a fare due tiri (e ho scoperto che intendeva con la spada). Mi ha detto di scegliere un' arma e di esercitarmici, ma non ho la più pallida idea di quale prendere.

Per farvi capire:

- Spada: no perché non credo che riuscirei a vincere un corpo a corpo. E poi potrei far male a qualcuno.

- Pugnale: stesso discorso, solo che mi attira un po' di più visto che sarà più difficile far del male a qualcuno. Magari lo tengo come scorta.

- Arco: mi attira e dovrei anche avere una buona mira, ma se mi attaccano all'improvviso sarebbe un po' impossibile riuscire a difendermi.

- Lancia: oh no, è orrenda! Non sono mica un australopiteco, io!

Potrei anche usare uno scudo alla Capitan America, ma non credo che sia una buona idea. Credo che le armi siano finite, a meno che non si voglia usare un martello o un bastone.

Siccome ho le idee un po' confuse e ho voglia di fare amicizia con qualcuno, mi avvicino alla postazione dove c'è un tizio della casa di Ares che insegna a combattere senza niente. Seduta lì c'è Piper, la ragazza di Jason, per la quale ho avuto subito un moto di simpatia. Quando mi vede arrivare mi saluta:

- Ciao

- Ehm, ciao. Come mai qui?- le chiedo io.

- Be' siccome non ho niente da fare cercavo di capire come fare a salvarmi la vita se mi disarmano.

- Ah...

Che bella conversazione. Il tizio che in teoria dovrebbe tenere il “corso” si alza in piedi e dice:

-Bene, visto che siamo una ventina direi che possiamo iniziare. Io sono Robert e lui è Shonn.- indica un tizio molto grosso alla sua destra- Mettetevi a coppie, guardateci e cercate di imitarci.

- Facciamo coppia?- chiedo a Piper.

- Ehm... scusa, ma me lo ha già chiesto Leo.

- Fa niente.

- C'è qualcuno che è rimasto da solo?

Alzo la mano e Robert mi indica un ragazzo che ha circa la mia età con i capelli biondi e gli occhi scuri. Si avvicina e mi presento:

- Alice.

- La sorella di Percy?

Sembra un'etichetta. Tutti mi chiamano così, sembra che io non abbia neanche un nome mio.

- Sì. Ti prego non chiamarmi più “la sorella di Percy”.

- Ricevuto. Io sono Ethan, della casa di Apollo- si presenta con un sorriso.

- Piacere.Troviamo un posto?

- Ok.

Ultimamente tengo delle conversazioni davvero molto lunghe.

Robert ci spiega innanzi tutto come attaccare, anche se a me piacerebbe sapere prima come ci si difende. Ethan è davvero una frana con gli attacchi, quindi poveretto è la quarta volta che lo butto per terra, mentre lui c'è riuscito una volta sola. Shonn ci spiega come parare gli attacchi e come cadere senza farci male. Ci esercitiamo un po' e noto che il mio compagno si sa difendere molto bene. Robert dice che i nostri riflessi ci aiuteranno parecchio. Ogni tanto passano tra le coppie e dicono a qualcuno:

- Fai schifo. Cerca di tenere più alto il gomito o mi sa che non avrai molte speranze contro i mostri.

Oppure consigliano di tenere più allargate le gambe e così via, ma non sono mai venuti vicino a noi.

Ethan attacca verso il mo stomaco, ma riesco a pararlo senza problemi, purtroppo è sono una finta e in realtà il colpo arriva alla mascella, ma me ne accorgo solo all'ultimo secondo e quindi riesco solo a deviarlo facendolo finire sotto il mento.

- Scusa! TI ho fatto male?- mi chiede Ethan. Ha una voce molto gentile.

- Tranquillo, niente di che!

Continuiamo così per parecchio tempo, il problema è che ogni volta che un nostro colpo va a segno ci fermiamo per chiedere scusa e controllare che non sia successo niente, mentre gli altri che sono qui con noi sono entusiasti se il proprio colpo ha qualche conseguenza sgradevole.

- Ok... stop!- dice Shonn.- Piccola pausa. Alle undici e mezza fatevi trovare qui che continueremo con un torneo. Se volete bere c'è una fontanella laggiù.

Non mi accorgo di quanto ho sete finché Shonn non dice la parola “bere”. Mi fiondo alla fontanella e mi metto in coda dietro le prime due persone. Ethan è subito dietro di me. Arrivano due tizi grandi e grossi che prima facevano coppia ed erano molto più bravi di noi, tantoché sia Robert che Shonn gli dicevano spesso: “Complimenti!” “Bravi!” “Tenete alto il valore della casa di Ares!” “Se continuate così domani sarete al posto nostro!” e altre sciocchezze del genere.

Comunque sia, questi ci si piazzano davanti e ringhiano:

- C'eravamo prima noi.

L'ultima persona se ne va e io rispondo gentilmente:

- Abbiamo tutti sete. Andate in fila e presto toccherà anche a voi.

- Ma noi siamo già in fila.- rispondono ridendo.

- Come no- dico io, molto più fredda- andate in fondo, è il nostro turno. Muovetevi.

Non è tanto che abbia sete, ma non sopporto le scorrettezze. I due babbei si mettono a ridere.

- Oh, che paura!

- Non devo farvi paura, devo solo far sì che ognuno rispetti il proprio turno.

- Ha ragione.- questo è Ethan- Esiste l'educazione ed esistono le regole.

- Adesso c'è anche l'aiuto! Mi dispiace ma non ci spostiamo.

Ah no? Adesso ci penso io.

Uno dei due apre la cannella, ma io stringo la mano a pugno e chiedo gentilmente all'acqua di non uscire. Non so perché ma l'acqua mi da' retta. Anzi, forse lo so perché. Mi sento la mano formiccicolare un po', ma è piacevole.

Intanto uno dei brutti ceffi apre la cannella fino a che non gira più, ma l'acqua continua a non uscire. Allora si mette con la faccia in su sotto la cannella per vedere cosa c'è che non va. In quel momento non solo lascio l'acqua scorrere, ma con un rapido gesto della mano applico parecchia forza alla cascata, così che il tizio si ritrova bagnato fradicio dalla testa ai piedi nel giro di mezzo secondo e con un livido sulla guancia in corrispondenza di dove l'acqua ha cominciato a scorrere. Tutte le persone che sono in fila con noi fanno saggiamente tre passi indietro.

- È colpa di Jackson, vero?- urla quel tizio fradicio.

Ho usato per la prima volta i miei poteri e neanche mi riconoscono il merito! Che maleducati!

- Non credo- dice l'altro tizio- Jackson si sta allenando dall'altra parte del campo.

Mi giro verso Ethan che mi guarda a sua volta e sorride. Credo che siamo diventati amici. Non credo che, apparte Sam, io abbia mai avuto un amico vero e visto che con Sam ci conosciamo praticamente da sempre non mi ricordo neanche come si fa a distinguere un vero amico da uno che non lo è. Credo che lo scoprirò presto.

 

 

Spazio personale di Greece Lee

 

Ehilà, gente!

Scusate l' ENORME ritardo, ma sono andata in vacanza in Francia e quindi non ho avuto la possibilità di aggiornare. Lo so che non importa niente a nessuno e che mi odiate tutti, ma va bene lo stesso.

Ringraziamenti:

- Chiunque sia arrivato a leggere fin qui senza dire neanche una parolaccia contro di me;

- Chiunque abbia messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate.

- a Emma_Powell, Sethmentecontorta, Panserbjorne, Francesca lol e Sister_of_Percy.

Alla prossima!

 

Greece <3

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Capitolo 8
*** HO LA NECESSITA' DI ATTACCARMI IN TESTA UN BIGLIETTO CON SCRITTO “PREGO BUSSARE” ***


CAP. 8: HO LA NECESSITA' DI ATTACCARMI IN TESTA UN BIGLIETTO CON SCRITTO “PREGO BUSSARE”

 

Alice

 

Mancano pochi minuti all'inizio del torneo e sto parlando con Ethan quando Piper e quello che presumo sia Leo ci raggiungono.

- Mi dispiace se non abbiamo potuto fare coppia- dice Piper- ma sono contenta che hai fatto amicizia.

- Non fa niente, tranquilla!- rispondo io.

- Come si chiama il tuo amico?- chiede.

- Ethan- si presenta lui.

Iniziamo a chiacchierare del più e del meno. Sono le undici e mezzo e qui fa un gran caldo. Robert e Shonn ci avvisano che mancano cinque minuti all'ora x e Piper commenta:

- Mi fa stacco combattere senza il mio Katropis.

Vedendo la mia faccia interrogativa si affretta a spiegare:

- Il mio pugnale.

- Ti posso fare una domanda?- chiedo io.

- Spara!

Esito un secondo e poi chiedo:

- Perché hai scelto il pugnale?

Lei mi guarda sorridente e un po' sorpresa e, dopo un attimo di indecisione risponde:

- Annabeth un giorno mi ha portato nel “deposito” di armi della casa di Atena e ho sentito come una piccola attrazione verso di lui. Sapevi che era il pugnale di Elena di Troia?

Rispondo che no, non lo sapevo. Purtroppo la risposta di Piper non mi ha aiutato affatto.

Mi chiama Shonn dicendo che devo sbrigarmi perché Michael (il mio sfidante) mi sta aspettando da un'ora. Saluto Piper e Ethan e raggiungo Michael sul “ring” (omg spero di non diventare un lottatore di sumo). Mi accorgo sì e no che hanno dato il via perché sto pensando a Piper e Katropis. Uff, sto che ne sto facendo un dilemma, ma ogni mezzosangue ha la sua arma e io no. Perfino Sam mi ha detto che ha trovato una spada perfetta per lei!

Ok, scopro che sono stata buttata a terra al primo colpo ma sinceramente non me ne ero minimamente accorta. Di conseguenza ho perso. Tutti quelli del mio girone scuotono la testa e mi mandano i peggio insulti, ma sapete una cosa? Non me ne frega NIENTE. Anche Ethan è stato eliminato al primo turno, perciò salutiamo Piper e Leo (che invece hanno vinto) e ce ne andiamo. Lui dice che deve andare ad un corso per la lancia e io lo saluto non senza una punta di invidia. Visto che non ho niente da fare passo nella mia casa a prendere mp3 e cuffie e vado a vedere Percy e Jason che fanno “due tiri”. Mi aspettavo che fossero discretamente bravi, ma non è affatto paragonabile a quello che mi aspetta. A dire il vero appena arrivo stanno bevendo (e non è tutto questo gran che, ecco, visto che si sbrodolano tutti) e Jason sta protestando:

- Non è giusto! Dopo aver bevuto sei più forte!

E Percy replica ridacchiando:

- Se io non devo bere, allora tu non devi respirare. Ciao Alice!

Mi ha notato saluto lui e Jason e gli vado incontro sorridendo.

- Vedo che hai messo la maglia del campo- dice Jason.

- Già. Che fate?

Percy scrolla le spalle.

- Due tiri.

Inizio a pensare sul serio che si faccia le canne.

- Vuoi restare a vederci mentre sconfiggo miseramente tuo fratello?

Percy gli fa la linguaccia e poi dice:

- Staremo a vedere.

Dal suo tono capisco che tra lui e Jason, nonostante siano amici, c'è una certa rivalità.

- Certo!- esclamo. Poi sento Percy che parla con Jason ma non capisco esattamente le sue parole perché Jared Leto mi urla “Today, toay, today” nelle orecchie (e chi capisce cosa intendo recensisca!!!!). Mi faccio da parte mettendomi a sedere abbastanza lontano e Jason estrae una spada. Percy invece mette una mano in tasca e tira fuori una cosa piccola e rotonda. Una sigaretta! È questo il mio primo pensiero, ma poi vedo che luccica alla luce del sole e mi rilasso. È una penna. La stappa e si ritrova una penna in mano.

Ah, Anaklusmos!

Dice una voce nella mia testa. Ooooook. Aspetta... riconosco quella voce!

Papà, che ci fai nella mia testa?

Ti do fastidio, ovvio!

E chi è Anaklusmos?

La spada di Percy. Non credi che sia stupenda? Sai, era la mia. La usavo quando ero giovane...

Perché tu puoi entrare nella mia testa?

Perché sono tuo padre e allo stesso prezzo anche un Dio! E perché tutte le mie creature riescono a parlare mentalmente. Una volta ho conosciuto uno squalo di nome Giulieo che aveva una cotta per un delfino...

Era gay?

No, il delfino era una femmina molto carina che si chiamava Rometta, ma non si potevano accoppiare. Ah, che storia romantica...

Papà, per piacere.

La prossima volta, prima di entrare nella mia testa, bussa, grazie.

Ma come faccio a bussare?

Trovi un modo oppure NON ENTRI AFFATTO! Salvo forse su richiesta.

Ti converrebbe guardare, stanno per cominciare. Osservali bene, magari un giorno ti sarà utile.

Hai ragione. Ah, papà... come mai stanotte, quando parlavamo, eri molto meno... infantile?

Perché sono stressato! Non ne posso più! C'è una riunione in corso qui e io mi sono stancato! Non è che magari posso... restare a sentire la musica nella tua testa? Non ti darò fastidio, promesso!

D'accordo. Ma le canzoni le scelgo io.

Nessun problema. Anche a me piacciono i 30 Seconds to Mars.

Buon per te.

Ok, è la cosa più assurda che mi sia mai capitata. Parlare mentalmente con mio padre? Ero sicura che non mi sarei più stupita di niente. Un dio che ascolta bella musica? Ancora più strano.

E poi, ho scoperto che posso parlare con gli squali. Pensate se, a scuola, delle compagne ti chiedono:

- Qual è il tuo hobby?

E io:

- Parlare con gli squali!

Ma certo, la cosa più normale del mondo!

Ad ogni modo, sono venuta qui per vedere Percy e Jason.

Riattacco la canzone e noto che Percy mi fa l'occhiolino. Ricambio e finalmente iniziano.

Jason tenta un affondo al fianco di Percy, che però lo para facilmente. Ah, no, scusate: era una finta, ma Percy se ne accorge in tempo riesce a parare anche il vero attacco, vicino all'orecchio. Sinceramente non sono mai stata una brava telecronista, quindi non la faccio lunga. Si muovono veloci, agilmente (soprattutto Jason, ma Percy è più veloce quindi sono più o meno alla pari). Visti da qui sembra quasi che... ballino. Ok, so che sembra assurdo, ma sembra che stiano eseguendo una danza tra il luccichio delle lame e i loro movimenti veloci eppure stranamente aggraziati. Ok, sto sclerando.

I loro “tiri” durano quasi due ore ma nonostante ciò è difficile annoiarsi. Sono due con forze praticamente pari e l'uno riesce a sovrastare l'altro solo per pochi secondi in caso di distrazione. Capisco che quando si è così, vinci solo se riesci a rimanere più sveglio e se sai usare bene il cervello. O meglio del tuo avversario, comunque.

Mio padre mantiene la promessa di non disturbare la mia pausa musica, anche se a volte mi chiede di ripetere qualche brano. Ad ogni modo, devo riuscire a trovare un modo per impedirgli di entrare nella mia testa.

Grazie al cielo alla fine Percy riesce a battere Jason (ma per un soffio, davvero) e anche se dice che è tutto per scherzo, ha un sorriso un po' troppo compiaciuto. In questo modo ho una buona scusa per far uscire l'impiccio dai miei pensieri. Felice!

Percy arriva di corsa (anche se è sfinito) verso di me e io gli faccio un applauso, rivolto anche a Jason che gli è dietro.

- Ti siamo piaciuti?- mi chiede.

- Tanto!- gli sorrido- Siete veramente bravi!

Mi sorride a sua volta.

- Se vuoi posso darti qualche lezione di scherma.

- Sei gentile, ma no, grazie.

- Perché? Non credi che ne sia in grado?- da come parla sembrerebbe ferito. Forse sono stata un po' più fredda di quel che credevo.

- Tutt'altro! Credo che saresti bravissimo, ma... ho intenzione di prendere lezioni di tiro con l'arco e non di spada.

Percy scoppia a ridere. Quando però vede la mia espressione seria si ferma, anche se ha ancora il sorriso sulle labbra.

- Stai scherzando? Non c'è mai stato un figlio di Poseidone tiratore! Tutti con la spada!

- Be', non c'è mai stato nemmeno uno straniero al campo mezzosangue, se è per questo. Eppure eccomi qui.- ribatto io.

- Ma non c'entra niente!- risponde Percy.

- Invece c'entra, perché è una delle prove che si può cambiare. Un altro esempio? Il campo mezzosangue e quello di Giove si sono sempre odiati, eppure oggi sono amici!

- E tu che ne sai?

- Ieri ho sentito due di Atena che ne parlavano. Non cambiare discorso.

- Fai un po' come vuoi, ma ricorda che quando vuoi mi trovi qui.

Scuoto la testa e mi metto a ridere anch'io. Ma quant'è cocciuto!
Ci incamminiamo verso la nostra casa e vediamo Annabeth che ci corre incontro con un'espressione da funerale.

- Testa d'Alghe... è successa una cosa. Dovresti venire a vedere.



Spazio personale di Greece Lee

Salve, people!
Scusate l'enormissimo ritardo, ma ho avuto un'estate impegnatissima.
Vi prometto che con la scuola i capitoli torneranno ad essere regolari (se lo sono mai stati).
Ringrazio tutti, scusate ho fretta!

Greece <3

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Capitolo 9
*** Percy fa la parte del fratello maggiore, passo. ***


CAP. 9: PERCY FA LA PARTE DEL FRATELLO MAGGIORE, PASSO.

 

Percy

 

Seguo Annabeth su per la collina a tutta velocità e appena arrivo in cima mi trovo davanti una Hazel in lacrime. Cavoli, è davvero disperata! Deve essere successo qualcosa di terribile. Strano che non ci sia Frank a consolarla. Mi guardo intorno ma continuo a non vederlo. In compenso Hazel mi nota e mi corre incontro.

- Percy!- mi abbraccia.

- Hazel! Che cos'hai?- chiedo preoccupato.

- Percy... devi aiutarmi- mi dice tra un singhiozzo e l'altro. Fa un respiro lungo e poi continua:

- Frank...- dice con un filo di voce- è morto!- non ce la fa più e crolla al suolo. E ci credo. Cioè... non riesco a credere che uno dei miei migliori amici sia morto! Non è possibile! Mi ripeto che non è possibile, che lui cammina ancora in questo mondo, ma infondo capisco che non è così. Mi rassegnerò completamente solo quando lo vedrò.

- Vieni con me- le dico chinandomi su di lei- un po' di Privacy non fa mai male.

La prendo per mano e la conduco nella casa 3. Quando entro noto che anche Alice, Annabeth e Leo (che non avevo notato) ci hanno seguiti.

- Raccontami cos'è successo.

Lei fa un respiro e poi inizia a raccontare scandendo bene ogni parola:

- Stavamo camminando mano nella mano per Nuova Roma quando lui mi ha detto che doveva farmi vedere una cosa molto importante. Per trovare un luogo appartato, siamo andati oltre il Tevere, ma poco dopo abbiamo visto spuntare sette tizi con uno strano mantello nero. Arrivava fino a terra e era dotato di un cappuccio rosso che sfociava nel nero con delle lingue, che ricordavano una fiamma. Erano strani. Gli abbiamo chiesto se cercassero aiuto, ma loro ci hanno risposto: “L'aiuto serve a voi!” e poi tre di loro mi hanno immobilizzata prima che potessimo fare qualunque cosa e mi hanno puntato una spada alla gola. Frank si è subito trasformato in un elefante, ma quello che sembrava il loro capo ha esclamato: “Non ci provare Frank Zhang, o la tua bella ragazza morirà”. Io l'ho guardato disperata. Non so cosa mi è saltato in mente, ma non volevo morire. Non di nuovo. Non potevo certo sapere però cosa sarebbe successo dopo.

Lui è tornato in forma umana e ha urlato: “Lasciatela stare!”. Loro sono scoppiati a ridere e poi hanno risposto: “Perché mai?”. A quel punto ho letto letteralmente la disperazione nei suoi occhi. Allora ho deciso che dovevo fare qualcosa. Ho dato un calcio a uno dei tre che mi tenevano, ma lui non ha fatto una piega. Mi sono divincolata per decine di minuti sotto lo sguardo atterrito di Frank, ma non ho ottenuto niente.

“ C'è una sola cosa che puoi fare” ha detto quello di prima “se tu muori, lei sarà salva.” “Giuralo sullo Stige!” gli ha urlato in lacrime. E quello ha giurato.

Allora Frank non ci ha pensato due volte e ha estratto una freccia.

“Non hai capito” ha detto lui scuotendo la testa “Il fuoco della vita. Brucia il bastone e sarà salva”. Tanto per far vedere che era l'unico modo, quello che mi teneva ha passato un po' la lama sotto il mio mento- alza la testa e scorgo una ferita rimarginata lunga circa venti centimetri. Poveretta.

- Io scuotevo la testa e gli urlavo “No! Non farlo!”, ma lui mi si avvicinava lo stesso e... mi ha aperto la giacca e lo ha preso. Subito il bastone ha cominciato a bruciare e lui a piegarsi in due. Non è durato molto. Il mozzicone ha bruciato in fretta e pian piano il corpo di Frank è rimasto senza energia, finché non è diventato rigido e pallido. Poi hanno preso il suo corpo e mi hanno lasciata andare. “Lasciatelo!” gli ho urlato. Loro hanno fatto una risatina da cretini e poi uno di loro ha estratto un affare dalla tasca del mantello e sono spartiti tutti. Io allora ho raccolto le sue ceneri e sono corsa qui con la Signora O'Leary.

Fa un sospiro e poi si lascia cadere sul letto.

Vorrei fare qualcosa per lei, dire una frase che la consoli, qualcosa. Ma non c'è frase o abbraccio che restituisca i nostri cari.

- Cavoli, ma come fai a ricordarti tutto così nei minimi dettagli?- chiede Leo con un sorriso. Capisco che stia cercando di tirarle su il morale, ma lei gli scocca un'occhiataccia e lui torna subito serio. La faccia seria non gli si addice. Per niente.

- Sarà andato nell'elisio, giusto?- dice Annabeth.

- Non lo so. Non ho ancora avuto il coraggio di chiederlo a papà.

Restiamo in silenzio per un po' finché Hazel non esplode:

- Ragazzi, vi prego, basta cose brutte! Fatemi venire un po' di allegria! Per esempio potreste presentarmi questa nuova ragazza- indica Alice.

- Giusto, scusa- rispondo.- Lei è Alice, mia sorella. Viene dall'Italia, sai?

- È tua... sorella?! Wow! Com'è l'Europa?

- Bella, ma devi guardarla nel modo giusto- risponde lei.

- Ci sei mai stata a Roma?- chiede Hazel.

- Certo! Una sessantina di volte, credo.

- Anche noi ci siamo stati, anche se diciamo che non abbiamo fatto esattamente i turisti... Tornarci era uno dei nostri sogni- dice e scoppia a piangere di nuovo. Non aveva detto che voleva un po' di allegria? Evidentemente abbiamo concetti diversi di questa parola.

- Ehi, gliela fai sentire una canzone in italiano?- propongo.

Lei si illumina e mette su una canzone famosa perfino quaggiù: Albachiara.

 

Alice

 

Percy conosce la canzone. Mi fa morire dal ridere quando canta in italiano! Assomiglia ai bambini piccoli quando non sanno le parole. Vi assicuro che è una scena molto comica. Comunque, è venuto da piangere anche a me, nonostante non conoscessi questo Frank. Eppure ho la sensazione che dovrebbe ricordarmi qualcosa... mah, si vede che non è importante. Eppure...

Hazel sembra essersi ripresa un po' dallo choc. Purtroppo sono così persa nei miei pensieri che non mi accorgo che la canzone finisce e subito dopo c'è... thriller, e non è proprio il caso. Per fortuna Percy mi fa un cenno del capo e io lo capisco al volo e la stoppo, tutta rossa. Guardo Hazel per vedere se si è incupita di nuovo, ma invece mi sorride e mi dice:

- Tranquilla, lasciala. Mi piacciono le musiche anni '80.

Le sorrido riconoscente. Lei ricambia il mio sorriso, anche se triste.

- Ragazzi,... io vorrei... cercare il suo corpo. Almeno potrò vederlo un'ultima volta.

- Capisco. Quando vorrai partire, saremo con te- le risponde Percy mettendole una mano sulla spalla.

Lei alza il viso con gli occhi velati di lacrime eppure felice.

- Grazie ragazzi. Non saprei cosa fare senza di voi.

- Tranquilla. Altrimenti cosa ci fai con gli amici?

 

______________________________________***_______________________________________

 

Hazel se ne va dopo cena. Quando camminiamo per tornare a casa, dopo il triste falò, chiedo a Percy:

- Quando credi che dovremo partire?

Lui mi guarda un po' strano e poi mi dice:

- Alice, mi sembrava abbastanza sottinteso che dovremo partire solo noi sei. Tu non sei nel gruppo.

Lo guardo mortificata e poi dico, con tono fermo:

- Non se ne parla neanche. Io vengo con voi.

Lui mi guarda preoccupato e poi dice:

- No, non vieni invece. Tu neanche la conosci!

- Non mi interessa. È una persona che ha bisogno di aiuto, e io l'aiuterò. E poi l'ho conosciuta stasera!

- Comunque no. Te lo impedisco.

- Non puoi impedirmelo!

- E invece si. Sono tuo fratello maggiore, quindi posso.

- Ma che razza di scemenza è questa? E poi perché non dovrei?

- Cavoli, sei diventata isterica!

- Non cambiare discorso!

- Non lo sto cambiando!

- Invece sì. E lo sai. Allora perché?

- Non te lo voglio dire.

- E invece lo fai.

- No.

- Sì! Sono tua sorella, a me puoi dire tutto, lo sai.

- Va bene. Ma non ti arrabbiare di più.

- Non sono arrabbiata. Sono solo... infastidita. Ecco.

- Buono a sapersi. Comunque, non voglio che tu venga perché queste missioni sono sempre pericolose e non voglio che tu ti faccia male.

- Per te è più importante un braccio rotto che ritrovare il corpo di Frank!

- Alice, una persona in meno non è che impedisce la missione!

- E allora neanche una in più!

Si avvicina a noi una figura femminile che però non riesco a vedere bene a causa del buio pesto.

- Ciao Percy!- esclama.

Lui sobbalza e poi risponde:

- Rachel, mi hai fatto prendere un colpo!

- Vi ho sentito urlare, c'è qualquadra che non cosa?

- No,... cioè sì... più o meno.

- Vediamo se posso aiutarvi con una piccola profezia... Vediamo... Ah, si ecco:

In nove alla ricerca del defunto partiranno,

ma difficilmente in dieci torneranno.

I sei e le due figlie del mediterraneo parteciperanno,

ma presto le loro strade si separeranno.

Ma attenzione: il figlio di Marte ha un'altra possibilità,

che è proibito pronunciare, ma una delle due la conosce già.

Il primo giorno di agosto è l'ultima speranza

e non è una coincidenza.

Il peggio è ormai alle porte

ma alla fine voi dieci vincerete, se lo vorrà la sorte.

Se così non sarà

il mondo intero morirà.

Voi solo lo potete salvare

e la pace infine dichiarare.

 

Ook. Che cosa vuol dire? L'unica cosa buona che o capito è che devo andare con loro.

- Cosa?! Ne dobbiamo parlare con Chirone appena torna. Alice, adesso andiamo a casa. Ciao Rachel.

- Ciao Rachel!- saluto io mentre mio fratello mi tira per un braccio.

Appena varchiamo la soglia lui mi guarda infuriato e poi dice, cercando di controllarsi:

- Andiamo a letto. Niente storie.

Mammamia, non è che sono sua figlia, eh? Mi parla come se avessi tre anni. Vabé, poverino, è un po' arrabbiato. No, mi correggo, è DECISAMENTE INFURIATO.

Non capisco perché, ma comunque mi metto sotto le coperte.

Non riesco a dormire, così vago un po' tra i miei pensieri. Chi sa cosa sta pensando Percy. Sento improvvisamente nella mia testa delle strane emozioni: tristezza, frustrazione... ma sono più che sicura di non sentirmi così. Allora perché le sento così chiaramente? Poco dopo sento anche degli strani pensieri: “Hazel, mia cara Hazel, mi dispiace...” “Perché deve venire con noi? Ho paura per lei!”, e ancora: “Come faremo?”. Ma io non sto pensando queste cose. Assomiglia a quando mio padre era entrato nella mia testa, ma molto più profondamente. E poi questa volta i pensieri hanno la voce di:

- Percy!- scatto a sedere sul letto.

- Che c'è?- scatta anche lui.

- Ti sentivo dentro la mia testa... sentivo tutto ciò che pensavi... oddio, non do che cos'è successo...

- Stai scherzando, vero?- dice lui.

- No, sul serio!

- Dev'essere perché siamo entrambi creature di Poseidone...

- Sì, me l'ha accennato stamattina,...

- Davvero?

- Certo! Aspetta, provo a pensare un paio di cosette, vediamo se mi senti.

Ok.

Mi senti Percy?

Silenzio. Un silenzio nero e vuoto. Non ha funzionato. Peccato, però.

Ti sento, Alice! Tu mi senti?

Forte e chiaro, passo.

Non stiamo parlando con una radiolina.

Lo so, ma così è più bello, passo.

Hai ragione, passo.

Continuiamo così per qualche ora finché pensare diventa troppo difficile e ci addormentiamo con il sorriso sulle labbra, nonostante tutto. Grazie papà.




Spazio personale di Greece Lee

Salve a tutti, popoli della terra!
Eccomi qui con un nuovo capitolo!
Lo so che è bruttissimo, ma lasciate comunque una recensioncina per fare felice la mamma, vi prego * fa gli occhi dolci*.
Vabé, ringaziamenti:
- A tutti quelli che leggono la storia;
- a quelli che la mettono tra le preferite/ricordate/seguite;
- a quelli che recensiscono, in particolare VaneFrancyforever;
- a Emma Powell, Sethmentecontorta, Panserbjorne, Francesca lol (anche se non si fa sentire da un po') e Lady Windermere.
Grazie ragazzi!
Scusate se ho dimenticato qualcuno.
A presto (scuola permettendo),

Greece <3

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Capitolo 10
*** RISCHIO SERIAMENTE DI PERDERE QUEL FRATELLO CHE MI ERO CONQUISTATA A CUSCINATE (E AVEVO ANCHE PERSO) ***


CAP. 10: RISCHIO SERIAMENTE DI PERDERE QUEL FRATELLO CHE MI ERO CONQUISTATA A CUSCINATE (E AVEVO ANCHE PERSO)

 

Tendo la corda dell'arco allungando bene il braccio. Prendo la mira e lascio partire la freccia. Centro perfetto. Il tutto in quattro o cinque secondi. Eh sì, sono ancora piuttosto lenta, ma è solo da dieci minuti che sto provando.

- Devo ammettere che non te la cavi male- è la voce del capo della casa di apollo che parla. È lui che tiene il corso. Vado a staccare la freccia dal bersaglio.

- Grazie. Sei gentile.

In un paio d'ore miglioro molto, tanto che riesco a eseguire tutti i movimenti necessari e fare centro in due secondi. Ho una buona mira, grazie a Dio. O agli Dèi. Dipende in che modo lo vedi. Nonostante tutta questa storia degli Dèi, io credo ancora che ci sia un Dio unico in questo mondo, al di sopra per fino degli Dèi. Qualcuno che ci vuole molto bene. Vabé, basta filosofia.

Vado a prendere la freccia e mi preparo a tirare un'altra volta. Tendo l'arco e, appena lo lascio, qualcuno mi urta pesantemente da dietro. Perdo la mira e la freccia arriva al limite del bersaglio. Almeno è dentro. Mi giro per vedere chi mi ha urtato e vedo un Percy che se la ride parecchio.

- Idiota- gli dico, ma viene da ridere anche a me.

- Te l'avevo detto che ti servono lezioni di scherma! Dai, vieni via!

- Te l'ho già detto che non voglio usare quella tua spada.

- E dai... neanche un piccolo pugnalino dolce dolce?

- Uff,... e va bene. Arrivo.

Ringrazio il tipo dell'arco e seguo Percy giù per la collina (perché c'era una collina).

Appena arrivati, Percy inizia a mostrarmi le cose basilari per poi andare sempre più sul difficile. Non è facile, credetemi:

- Un po' più in alto il braccio! No, aspetta è troppo! Ok, ora spostati a destra! No, a sinistra! Più veloce! Fai attenzione!

E mamma mia! Mi ha rimproverato sei volte in un secondo e mezzo!

Uff! Nonostante tutto, inizio un po' a capire.

A fine giornata sono distrutta.

Ho i muscoli a pezzi, e cammino con un ginocchio tirato perché Percy mi ha fatto finire contro il muro una novantina di volte e una volta ho sbattuto contro un vaso porta- lance. Però decido lo stesso di fare due passi nel boschetto, per schiarirmi le idee. Mi sto per incamminare (inzoppicare, in realtà, solo che è un termine che non esiste) quando qualcuno alle mie spalle mi chiama:

- Ehi Alice!

Mi volto e vedo Sam che i viene incontro. Le sorrido:

- Ciao. Come va? È da un po' che non ci si sente.

Lei sembra non fare caso alle mie ultime parole e mi dice:

- Guarda che cosa ho!- e sguaina una spada.

- Wow!- esclamo. È di un colore strano, tra il grigio, il verde e il blu. Come i suoi occhi!, penso. L'elsa sembra fatta di radici il cui tronco è l'elsa.

- Il legno è di tiglio, sai?- mi dice Sam.

- Ah.- è tutto quello che riesco a dire. La spada è a dir poco fantastica.

- Vedi, noi di Demetra ci facciamo le spade da soli. Scegliamo il legno e il ferro, poi impariamo a costruirle. E ta- daan! Eccola qua!

- Veramente impressionante! Brava, Sam!

- Grazie!- mi sorride. - Oh, ho da fare. Ci si vede!

Non faccio neanche in tempo a salutarla che è già schizzata via. È destino i noi semidei lenti rimanere sempre indietro?

Sospiro e mi incammino verso la mia meta. Entro nel boschetto e si sta facendo già sera. Una brezza fresca mi scompiglia i capelli.

Vago senza meta per una ventina di minuti, quando mi accorgo che i miei piedi mi hanno portato in riga ad un laghetto. Quasi non avevo notato il leggerissimo pizzicore alle mani. Di solito mi mordo le labbra quando sento la vicinanza con l'acqua, fino a farle sanguinare molto vistosamente (non che ci voglia molto, visto che sono sottilissime e perennemente martoriate) e infatti sono già uscite un paio di goccioline di sangue che mi vanno a sporcare la mano. Diavoli, ma ho la pelle quasi cadaverica, per quanto è bianca!

Mi siedo in riva al piccolo laghetto e metto un piede a mollo, decidendo di bagnarmi. L'acqua gelata (nonostante la serata di fine giugno) inizia a bagnarmi i calzetti e poi il bordo dei jeans, sempre più su. Lentamente.

È difficile spiegare la mia sensazione in questo momento. Mi sembra che tutto il lago sia come una mia terza mano, completamente attaccato al mio corpo. Distendendo il braccio le chiedo gentilmente di salire più velocemente per curarmi gli “acciacchi”. Ci mette più o meno cinque secondi a coprirmi anche la testa. Che figata assurda! Smetto di essere bagnata e mi alzo in piedi per andarmene, ma distrattamente il mio sguardo cade sull'anello di vetro che mi ha regalato... ehm... papà in sogno. Tredici brillanti. Dodici bianchi, quello centrale verde. Li tasto con il polpastrello e sento che sono ruvidi. Poggiano tutti in una specie di collinetta. La osservo bene. Sembra mobile. Provo a girarla e... diamine!

Mi compare un arco tra le mani e una faretra con una, due, tre, quattro, cinque, sei, SETTE, otto, nove, dieci, undici, dodici, tredici frecce! E sono pure messe a cerchio! Ne prendo una a caso e vedo che è fatta di un legno chiaro, pieno di venature, ma che ha una specie di venatura a spirale che la attraversa tutta chiarissima, bianca. Sembra cristallo. Ah bho. Faccio scorrere la mano per tutta la sua lunghezza e arrivo alla punta. Oh mio Dio! È stupenda! È bianca, fatta in modo perfetto. Ma di che materiale è?

Diamante, il minerale più duro in natura dice una voce nella mia testa. Una voce che ormai conosco bene.

Vorrei dirgli due parole sul fatto che la mia testa sembra essere diventata una sala relax per lui, ma preferisco evitare e ringraziarlo per il regalo.

Grazie papà.

Mammamia che fantasia che ho.

Di niente cara. E comunque, anche la venatura che hai visto prima è di diamante. Serve per... vabè diciamo che è utile. E guarda i pennacchi! Sai cosa sono? Delle piume di Fenice! Durissime e anche molto taglienti, ma morbide più di un peluche quando serve. Non sono per niente facili da trovare.

Si vede lontano un chilometro che è più che soddisfatto di quest'arco. E non ha torto. Mentre liscio con le mani l'arco, noto che anche lì c'è una grossa venatura di diamante. Poi noto delle intaccature. Scopro che è un nome. Aρχή. Inizio. Un nome stupendo (comunque se ve lo satte chiedendo si legge "arché"). Continuando il mio tour dell'arma sfilo la freccia in mezzo e la osservo. Non ha niente di speciale rispetto alla prima. Sembra identica. Eppure sono sicura che deve essere diversa, in qualche modo. Lo chiedo a papà e lui mi risponde vago:

Ogni cosa a suo tempo. Per ora ti basta sapere che è una freccia come un'altra.

Ah, un'altra cosa: per quante frecce tu possa tirare, nella faretra ne rimarranno sempre e solo tredici. Dopo un giorno quelle in eccesso si sgretoleranno, a meno che non glielo chieda tu.

Ehm, scusa? Dovrei iniziare a parlare anche con il legno oltre che con gli squali e gli scimpanzé?

Scimpanzé?

Percy.

Capisco. E comunque no. Ogni cosa a suo tempo.

Ciao padre.

E chiudo qui la “connessione” con la mia testa. Per qualche strana ragione se io decido di chiudere la mia testa, né Percy né mio padre riescono più ad entrare, mentre io in quella di Percy sbircio spesso (a parte ovviamente quando è da solo con Annabeth) anche contro la sua volontà (eh eh).

Pensando a mio padre mi viene in mente stamattina la fontanella. Mi viene un'idea: io, il laghetto, e il fatto che sia sera e non mi va di andare a letto. Basta fare 2+2 (o 2+2+2). Mi viene un'irrefrenabile voglia di scoprire cosa è capace di fare un po' d'acqua nelle mani di una figlia di Poseidone. All'inizio penso di provare con una cosa semplice, tipo un'onda (ma abbastanza grossa), ma poi ci penso su. È quello che farebbe chiunque, e sono anche piuttosto sicura di esserne in grado. Ci vorrebbe qualcosa di diverso.

Un pesciolino fa un salto fuori dall'acqua. Ma certo!

Inizio a “staccare” delle piccole parti d'acqua, più o meno uguali e a farle volteggiare a un palmo dalla superficie del lago. Ne faccio una decina. Poi contemporaneamente inizio a dare loro una forma ben definita: forma allungata ad ovale, due specie di triangolini ai lati, davanti arrotondato, dietro con due piccole punte... ed ecco pronti dieci pesciolini! Inizio a farli muovere prima nell'aria, poi anche a farli immergere, facendoli saltare come quel pesciolino di prima. Scopro che è difficilissimo far mantenere loro la forma dentro l'acqua, così, la metà cerco di mantenerla, mentre gli altri cinque li riformo appena faccio volare per aria le “gocciolone” e poi, tornate in acqua faccio muovere soltanto un po' di corrente. Purtroppo è difficile anche trasformare una gocciolina in un pesce in un decimo di secondo, eppure sono convinta che è un buon allenamento. Continuo così per un'ora e più (anche se a me paiono appena cinque minuti) e mi diverto a far cascate e piccole isolette d'acqua per i pesciolini. Quando mi accorgo dell'ora, mi prende un colpo. Tutta la magia di quel lago animato cade giù e non si rialza più. Solo in questo momento mi rendo conto di quanto sono stanca. Sono a corto di energie. Mi faccio cadere una cascata di acqua addosso giusto per riprendere le forze, poi corro a “casa”.

 

______________________________________***_______________________________________

 

E passa un mese senza che succedessero cose degne di nota. Chirone non torna neanche a pagamento, mio padre ascolta almeno cento volte tutti gli album dei miei cantanti preferiti e si lamenta sempre di più. Io, dal canto mio, mi alleno tutti i giorni con l'arco e con Percy e la sera me ne sto sul lago. Sto diventando sempre più amica con Ethan e un po' anche con Annabeth. Summer, dal canto suo, mi considera pochissimo e passa quasi tutto il tempo con i suoi amici. Cambiando discorso, una decina di volte Annabeth è venuta a dormire da noi e io, senza dare nell'occhio me ne sono andata a dormire fuori. Non ho idea di cosa facessero loro (o forse ce l'ho ma preferisco non esporla).

Fatto sta che poco prima della metà di luglio torna Chirone. Me lo ha detto Percy, e lo stiamo cercando da un po' per tutto il campo. Finalmente lo troviamo.

- Chirone!- urliamo- Ti dobbiamo parlare!

Lui volta la testa verso di noi e noto che ha due occhiaie pazzesche.

- Ragazzi è un mese che non faccio un riposino come si deve...

- Ma è urgente!

Lui ci guarda supplichevole, ma poi acconsentisce e ci fa accomodare su una scrivania sotto ad un ghepardo (non ne voglio sapere niente).

- Sentiamo allora. Che cosa c'è?

Percy racconta dalla morte di Frank alla profezia tutto d'un fiato e Chirone non pronuncia una sola domanda. Finché non arriva alla profezia, almeno.

- Cosa?!- esclama- Non doveva essere così presto!- e inizia ad andare su e giù nervoso per la stanza. Poi posa il suo sguardo su di me e si ferma. Sono sempre stata brava a sostenere gli occhi degli altri, ma questa volta è quasi impossibile.

- Che idiota che sono- mormora poi- Questo biennio, una figlia di Poseidone, italiana... Alice, ascoltami bene.

Sono tutta orecchi.

- C'è una profezia, più antica di quella dei sette, più antica di quella contro Crono. Parla di una mezzosangue che proviene dalle terre antiche figlia di uno dei tre dei maggiori, poi non posso dire altro, poiché ho giurato sullo Stige di non rivelarlo. Però posso rivelarvi che vi può aiutare a trovare Frank e forse anche a... accidenti ai giuramenti!- impreca. Non l'ho mai visto così. Poi grazie a Dio si calma e prosegue:

- Nessuno sa dove sia conservata però. Ma una sua traccia c'è. In un foglio c'è scritto un indovinello e chi lo risolve può trovare la pergamena con l'Antica Profezia.

Ma che originalità con i nomi.

- Ed è cotrollatissimo e nascosto molto bene nel posto in cui è più difficile trovare un foglio.

- Una libreria?- chiede Percy. Quasi mi ero dimenticata che ci fosse.

- Una libreria di una scuola prestigiosa. Se volete Frank dovete trovarlo. Intrufolatevi nella scuola e cercate di raccogliere qualche indizio nelle classi, se potete. In quanti dovevate essere? Nove? Vi dividerete in piccoli gruppetti andrete a scuola come studenti normali. Trovato il foglio, ve ne andrete subito a trovare prima la profezia e poi Frank. È l'unico modo che avete.

Come fa a sapere tutte queste cose? Ah, giusto, lui è Chirone.

- E c'è un'ultima cosa. Alice, parlo con te. Vedi, non ci sono molti italiani figli degli dei maggiori in circolazione, anzi, ci sei solo tu. Perciò stammi a sentire: nessuno deve sapere chi sei veramente.

- Tranquillo, nessun nemico lo saprà mai.- rispondo io, ferma.

Lui sorride amaramente:

- Ma io non mi preoccupo per i nemici, ma per gli amici. Alice, dovrai nasconderti, mimetizzarti in un'altra casa. So che può sembrarti folle, ma dammi retta, se sapessi quello che so io... diciamo che moriresti nel giro di due secondi fuori dal campo. Intendo resettare tutti i ricordi dei mezzosangue e spedirti in un'altra casa.

E' un colpo basso, non me l'aspettavo. Cosa diavolo sta dicendo? Mi stavo giusto abituando a tutti quei mormorii “è la sorella di Percy” che la gente mi diceva alle spalle. E soprattutto ho iniziato a voler bene a Percy. Non avevo mai avuto un fratello, e non ne ho mai avuto bisogno. Ma ora, non posso più farne a meno.

- Se vuoi posso lasciare fuori Percy e al limite Annabeth- dice lui, intuendo i miei pensieri- ma sicuramente non l'altra figlia del Mediterraneo. È fuori discussione. Se vuoi si può anche far credere che sei imparentata con Percy da parte di Madre e che quindi ci tieni a passare del tempo con lui. È tutto quello che posso fare. Mi dispiace tantissimo, ma lo faccio per il tuo bene.

Chirone è gentile, ma mi salgono lo stesso le lacrime agli occhi. Niente più cuscinate. Niente più scherzi notturni. Niente più nottate al lago.

- Fallo.- dico solo.

Lui mi mette una mano sulla spalla per confortarmi e mi informa:

- Metterò una pozione nell'acqua del pranzo. Non appena lo saprà anche Annabeth, potrai andare a salutare i tuoi nuovi coinquilini figli di Atena.





Spazio personale di Greece Lee <3

Non infuriatevi con me se aggiorno dopo due mesi! Mi dispiace tantissimo, ma il mio computer si è rotto seriamente e io per scrivere questo capitolo ho impiegato 8 ore non-stop (e con il liceo non è facile).
Comunque vi ringrazio tantissimo per non aver demorso!
Scusate se non vi elenco o dovrei aspettare ancora un giorno per aggiornare (storia lunga).
Grazie mille ancora a tutti e vi prego, date una piccola recensione in carità alla povera Greece! Ne ha tanto bisogno!
Un bacio,  strasuperfighi lettori di Efp!

Γρηεχε <3

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