Hide my errors into the darkness.

di Bea_Malik
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Hide my errors into the darkness.
 

Capitolo 1.

And she don’t wanna go outside,
tonight
in a pipe, she flies, to the Motherland
or sells love to another man…
It’s too cold outside
for Angels to fly,
an Angel will die
covered in white
closing eyes
and hoping for a better life…’


[The A Team, Ed Sheeran]


Il campanello suonò ed Emma camminò fino alla porta in legno verniciata in bianco, controllò chi fosse dall’occhiello in ottone e poi sganciò la catenella.
“Hei, Zayn… Sei tu. Che ci fai qui?”
“Sono passato a salutarti, per vedere cosa facevi…” disse disinvolto il ragazzo.
Em si irrigidì.
“Non ho bisogno di te. Non ho bisogno di nessuno!” sbottò Emma chiudendo la porta, che però venne fermata dal braccio grosso e forte del ragazzo.
“Sappiamo entrambi che non è vero, andiamo, Emma! Fatti aiutare.”
“Vuoi sapere se ho mangiato? No!
Vuoi sapere se mi sono tagliata di nuovo? Si!”
“Evviva la sincerità, Em!”
“Ora mi fai problemi anche se ti dico la verità?”
Zayn tacque, poi le afferrò i polsi e scrutò le braccia della ragazza.
“Perché ti tagli?” disse con un tono più basso rispetto a quello di prima.
“Perché ho imparato a tracciare linee sugli errori.”
“E tu saresti un errore?”
“Si, quello più grande che Dio potesse fare.” affermò Emma dimenando le braccia tentando di fuggire dalla presa di Zayn. Lui si arrese, lasciando andare le braccia della ragazza.
“Perché dici questo?”
“Sono sincera. Dico semplicemente la verità.”
“Non ti meriti tutto questo che stai dicendo.”
“So io cosa devo meritarmi o meno.”
“Per favore, Emma, smettila.”
L’altezza del ragazzo torreggiava su quella della ragazzina mora, con i capelli sempre raccolti in uno chignon e, solo per quella volta, una magliettina a maniche corte e dei pantaloncini, fatti quasi a posta per mettere in mostra le sue cicatrici.
“No.” disse freddamente Emma. “Ora vai, per favore.” continuò scoppiando in lacrime.
“Vuoi davvero che vada via?” disse quasi piangendo Zayn.
“Si. Lasciami in pace.” … “Almeno tu, lasciami in pace.” disse cercando di soffocare i singhiozzi Emma.
“Almeno io? Che vuoi dire? Non hai mai voluto che qualcuno ti lasciasse.”
“Tu non sei ‘qualcuno’…” spiegò.
“Quindi non sono nessuno? Non vuoi che io ti aiuti?”
“No, Zayn… Tu non sei nessuno. Anche tu mi lascerai prima o poi.”
“Sai che non lo farò.”
“Chi me lo assicura?”
“Io… Ti fidi di me?”
“Sì. Mi fido.”
“Ti lasci aiutare?”
Emma annuì mentre le lacrime le bagnavano le guance.
“Hei, piccola, ora ci sono io… Vieni qui.” la rassicurò Zayn, mentre la stringeva tra le sue braccia possenti.
“Zay, ti prego, non lasciarmi, non tu… Non andartene…” disse Em poggiando la testa sul petto forte dell’ amico.
“Non ti lascerò, ci sarò sempre per te. Non ti abbandonerò neanche un secondo…”
“Promettilo, Zayn.” chiese la ragazza guardando Zayn negli occhi.
Il ragazzo si irrigidì.
“Dubiti di me?” chiese dopo qualche secondo di interminabile, imbarazzante, silenzio.
“No. Non farmi ricredere. Fammi pensare che tu per me ci sarai sempre. Per favore, dimmelo. Ho bisogno di sentirlo da te.”
“Lo prometto, Em. Prometto di starti accanto, di non lasciarti mai sola, di aiutarti.”
promise Zayn stringendo la ragazza in lacrime ancora più vicino a sé.
“Qualsiasi cosa accada?” chiese Emma singhiozzando sotto il petto del moro.
“Qualsiasi.” sospirò Zayn serrando gli occhi e poggiando la testa su quella della ragazza in lacrime.
 
 
 Spazio dell'autrice:
Buon Ciao! Questo è il mio spazietto dedicato alle scuse e ai ringraziamenti a chi mi ha fatto il piacere di leggere questa chiavica di storia (grazie e scusa ancora), perché magari vi ha incuriosito e poi siete rimasti delusi (spero di no)…
In ogni modo, spero che questo capitolo, se pur corto (567 parole, penso…), vi sia piaciuto almeno quanto alla sottoscritta (da 1 a 10… 5 :) <3 ).
Con questo è tutto,
Grazie e scusa…
Hermione <3 <3

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Capitolo 2.

ZAYN’S P.O.V:

Dopo un abbraccio tra lacrime di Emma e pianti trattenuti da parte mia durato circa 5 minuti, Emma, asciugandosi le lacrime con il dorso della piccola manina, mi invitò ad accomodarmi sul divano.
Così feci.
Emma si sedette accanto a me, accoccolandosi sul mio petto, continuando a mascherare le lacrime e i singhiozzi.
All’improvviso (dire che me lo aspettavo sarebbe un eufemismo) farfugliò qualcosa del tipo: “Zay… Vuoi… Vuoi rimanere qui finché non mi calmo e starò meglio?”
“Come scusa?” chiesi di ripetere.
Lei alzò la testa dalla mia spalla, mi guardò dritto in faccia (odiavo quando lo faceva, rendeva le cose più difficili), cercando i miei occhi che, per qualche oscura ragione, rimasero inchiodati nei suoi il cui colore era un po’ più scuro del mio.
“Vuoi rimanere a dormire qui finché non starò meglio?” ripeté.
Mi trattenei dallo sbarrare gli occhi: mi aveva chiesto, in qualche modo, se volevo vivere con lei?
“Oh… Si. Certo…” annuì confuso, spostando il più velocemente possibile lo sguardo, perché lo specchio vicino la porta di ingresso era appena diventato l’oggetto più interessante di tutto l’universo.
“Oh, grazie.” Emma si riabbandonò tra le mie braccia, non prima di avermi lasciato un leggero bacio sulla guancia.
***

“Ohm, odio la pioggia… E tu, Zayn? Che ne pensi della pioggia?” disse Emma che era seduta sul davanzale della finestra sul cui vetro batteva una pioggia insistente il quale ticchettio mi dava conforto.
“Non mi da fastidio… Mi piace… Mi aiuta a pensare.” risposi alzando la voce perché ero in cucina.
“Davvero? Non l’ho mai vista sotto questa nuova luce.” disse un po’ sconcertata dalla mia risposta.
“Quanti cucchiaini nel caffè?” chiesi, cercando di cambiare discorso per non far immergere nei propri pensieri la ragazza a cui stavo parlando.
“Due.” rispose.
Per un momento fui felice che non avesse continuato a parlare, finché non mi accorsi del tono con cui lei mi aveva risposto.
“Em… Emma… Ci sei? Sei con noi?” chiesi sventolando la mano di fronte lo sguardo vitreo della bruna, la quale scosse la testa, evidentemente per riprendersi.
“Mmmm” mugolò in risposta, annuendo.
“Oh, bene.” dissi sollevato.
Nella stanza si sentì odore di bruciato.
“Porca…! Ho dimenticato il toast sul fuoco.” ammisi, correndo verso la cucina.
Emma rise, forse perché mi trovava ridicolo mentre sventolavo il braccio per far diradare il fumo.
Il mio cuore si sollevò. Era da tanto che non la vedevo e sentivo ridere. E il fatto che fossi stato proprio io dopo quella discussione sulla sua incolumità di quella mattina, mi fece sorridere il cuore ancora di più.
La sua risata era così bella, sincera e cristallina che mi trascinò con essa, facendomi ridere a mia volta.
Il fumo arrivò all’ allarme anti-incendio, facendolo partire e quindi mandare un bel getto d’ acqua su di noi.
Emma continuava a ridere e io facevo lo stesso. Insomma: chi non poteva ridere alla scena di due idioti sotto un getto d’ acqua, zuppi e ridenti.
“Hahahah! Zayn, ti prego! Basta! Mi fai troppo ridere!” si affannò a dire quelle parole, perché la risata la bloccava ogni tanto.
Quando il fumo si diradò l’acqua cessò, non come la nostra risata, che riecheggiò nella stanza per un altro po’ di tempo.
“Oioi!” disse Em mentre riprendeva fiato. “Non ridevo così dai tempi del liceo… Da quando noi… Si, vabé… lasciamo perdere.” le ultime parole le pronunciò abbassando la testa, facendosi scappare in seguito un sorrisetto.
“Stavamo insieme?” chiesi, osando.
“Si.” rispose.
“Ehm…” all’improvviso l’ aria diventò più calda.
 Non capivo: lei ha voluto finirla, ora… dove voleva arrivare?
“Cosa vuoi dire?” quelle parole caddero  dalla mia bocca. Cazzo, non volevo chiederglielo sul serio.
Forse.
Il fatto è che mi piaceva ancora, ma, a distanza di forse 6 anni (avevamo 15 anni), non sapevo ancora il motivo per cui mi aveva lasciato ed era ovvio che non volevo affrontarlo ora. Forse.
“Che mi manchi, Zayn.” rispose.
Ecco che i suoi occhi castano scuro cercarono disperatamente i miei.
Ma quella volta non ce la feci a mantenere il contatto visivo, quindi spostai lo sguardo.
“Beh… Ecco… Tu hai voluto finirla.” mormorai, guardandomi le mani. “E ancora non so il motivo.” conclusi sussurrando piano, quasi a dirlo solo per me, pregando in tutte le lingue del mondo che lei non mi avesse sentito.
“Perché ero cattiva. Ero vuota dentro.” spiegò. “Sarò sincera: non ti amavo prima. Non ho mai amato nessuno... Prima di ora.”
“Ancora non ti seguo.” dissi ingenuamente, con lo sguardo sempre basso, perché sapevo che lei ancora mi teneva inchiodato con lo sguardo. “Non mi hai mai amato… E ora ti manco? Com’è possibile? Siamo rimasti amici.” continuai. “Sai benissimo quanto ci tenevo a te, quanto ti amavo.” conclusi.
“E ora?” chiese, semplicemente.
Alzai lo sguardo dopo aver raccolto tutto il mio coraggio.
“E ora cosa?” alzai gli occhi per guardarla in faccia.
Fu lei ora a togliere lo sguardo, non riuscendo a mantenerlo ancora.
“E ora tu cosa provi?”
“Lo stesso, Emma. Lo stesso. Sono sei anni che cerco di dimenticarti, ma non ci sono riuscito.” ammisi, mantenendo lo sguardo fisso sul suo bel viso. “E ora scopro che non mi hai mai amato…” conclusi un po’ deluso.
“Te l’ ho detto com’ero…”
Pausa.
“Non ti meritavo.” disse.
“Non mi meritavi…” aggiunse. “Non meritavi una ragazza vuota, fredda e…” scoppiò in lacrime.
“… E che non mi amava.” dissi.
Poi mi avvicinai a lei e la abbracciai.
“Hei, che ti prende?” le chiesi.
“Scusami, Zayn.” rispose.
“Hei, tranquilla piccola… Sono passati sei anni, basta pensarci.”
 “Non posso fare a meno di pensarci.” disse. “Non posso fare a meno di pensarti.” sussurrò.
“Quindi ti manco?” chiesi.
“Mancare è dire poco.” … “Io ci tengo a te, mi piaci, Zayn. Me ne sono accorta solo ora.” aggiunse.
“Lo dicevi anche prima, no?”
“E’ vero, Zayn. Ma ora è diverso. Ora mi piaci sul serio. Ora per me ci sei solo tu.”
“Non dici sul serio, Em.” cercai di non credere a quelle parole per non illudermi.
“E’ tutto vero… Ti giuro. Ci tengo, mi piaci… Mi manchi, voglio baciarti, assaporare le tue labbra.”
“Io sono qui. Sono sempre accanto a te...”
“Ma non sei quello che voglio. Essere amici non mi basta più.”
“Non ti sono mai piaciuto e a me non hai mai tenuto…”
Scoppiò in lacrime.
“E’ vero, è vero… Ma… io speravo che…”
“Che cosa, Emma? Speravi di potermi prendere in giro di nuovo?”
“No… Non lo farei mai…”
“Lo hai già fatto, Emma.”
“Non intendevo quello.”
Sciolsi l’abbraccio nel quale la stavo  tenendo.
“E cosa intendevi?”
“Beh, ecco… Speravo che volessi riprovare a stare insieme. Hai detto che mi amavi, no…”
“Mio malgrado, sì. Ti amavo.”
“Perché non ci riproviamo? Non va bene? Fa niente… Rimarremo amici.
Senza troppi impegni, senza pensare troppo, così, come ci viene.”
“Quindi, anche se tecnicamente stai con me, potresti uscire con qualcun altro? Questa si chiama presa per il culo, non presa in giro.”
“No, no… Io almeno non uscirò con nessun’altro… Se vuoi riprovarci…”
“Se vuoi baciarmi puoi farlo anche senza tutte queste scene, anche se per te non fa differenza, anche se è solo una presa in giro…”
“Non è solo per baciarti. Io ci tengo sul serio. Voglio che tu sia mio e che io sia tua.”
concluse.
“Se è quello che vuoi…”
Tolse la testa dal mio petto, guardandomi negli occhi.
“Però ci devi tenere. Ci tieni?”
“Tu?”
“Io si. E tu?”
“Non aspettavo altro.”
Dopo sei anni non solo avevo chiarito tutto, ma eravamo tornati insieme. Ora eravamo di nuovo Zemma, un’ unica persona, l’unica cosa che mi rendeva pienamente felice.
La cosa più bella che mi potesse capitare, di nuovo, fra le mie braccia.
E da quel momento capii che Emma diceva sul serio, perché, appena le avevo fatto intendere un ‘sì’, si era abbandonata sul mio petto e aveva cominciato a piangere, mormorando ‘grazie’


***

EMMA’S P.O.V:
Mi mancava sul serio, lo amavo sul serio…
Avevo bisogno di baciarlo, abbracciarlo, di essere abbracciata mentre dormivo, di essere sgridata, di essere rassicurata…
Avevo bisogno di Zayn e di tutto quello che sapevo poteva darmi.
Avevo sentito il bisogno e la mancanza del suo sguardo dolce. E solo ora mi accorgevo che sono stata un’ egoista e un’ ipocrita a prenderlo in giro; anche se eravamo amici, io avevo il bisogno pazzo di sentirlo più accanto e lui? Ero sicura che mi avesse dimenticato, che avesse un’ altra ragazza, che era solo preoccupato, ma…
Pochi minuti fa mi aveva detto il contrario e me lo stava dimostrando con quell’ abbraccio.
“Perché mi ringrazi?” mi chiese, vedendo me piangendo sul suo petto. Quella posizione mi dava una sicurezza assurda.
“Perché, dicendo di sì, mi hai salvata.” risposi.
Lui mi guardò per un poco e io ricambiai lo sguardo, poi lui mi diede un bacio sulla guancia.

 

 

 

 

 

 

Eicciao Ciccie :*
Sono sempre io, col mio nuovo capitolo lanoso...
Grazie per essere rimaste a leggere e, please, recensite :D
xoxo
- Hermione <3 <3

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Capitolo 3.

EMMA’S P.O.V:

“Emma, io sto uscendo.” Zayn mi avvisò prima di aprire la porta.
Io ero sul letto, che stavo controllando i messaggi dal mio cellulare, ma appena sentii Zayn pronunciare il mio nome, posai il cellulare sul comodino, scesi dal letto e andai al piano di sotto, per poi fermarmi sul primo gradino della seconda rampa di scale che portava al salotto.
“Dove vai?” chiesi.
“Torno subito…” mi rispose “… non vado da nessuna parte losca, vado al tabacchino… Vado a… a… a comprare le sigarette.” disse.
“Sai che è un classico, vero?” lo rimproverai “Se te ne vuoi andare dimmelo, almeno non cercare scuse e non farti aspettare.” continuai.
“Ma sul serio vado a comprare le sigarette.”
“Sì, sì, certo. Io vado a farmi lo shampoo…” conclusi, voltandomi per salire la prima rampa di scale.
“Non mandare messaggi dove dici che hai avuto imprevisti o cose simili. Non ti voglio mai più vedere!” urlai, girandomi una seconda volta.
“Su, Emma… Torno subito, eh.” disse avvicinandosi a me.
“Volevo farti una sorpresa…” continuò.
“Volevi sorprendermi andandotene?” chiesi, trattenendo facilmente le lacrime.
“No, no… Volevo comprarti una cosa.”
Il mio cuore si alleggerì.
“Non mi interessa. Vai a comprare le ‘tue sigarette’.” nonostante la mia calma dentro, quelle parole le urlai.
“Come vuoi. Arrivo tra cinque o dieci minuti.”
Mi lasciò un bacio sulla fronte e poi se ne andò.
Dopo quel bacio avrebbe fatto più male se se ne sarebbe andato.
***
Tra le lacrime che rigavano le mie guance, salii le scale e andai nel bagno, mi sciacquai il viso e lasciai che le goccioline scendessero nel lavabo, di cui i lati erano stati afferrati da me.
Cominciai a pensare:
Tanto non torna.
Davvero ti sei illusa che dopo tutto quello che gli hai fatto lui possa scordare tutto e tornare da un mostro?
E il mostro sei tu.
Zayn non torna.
Vuole farti star male come hai fatto tu con lui.
Vuole illuderti.
… Ma mi ha baciato.
Per farti soffrire e illudere di più.
… Non è così cafone come Bart o Chuck.
Sentirai la sua mancanza?
… Si.
Cazzo, siamo fottute.


Nel turbinio dei miei pensieri, il mio sguardo cadde su una piccola scatolina in cartone rivestita in stoffa, con dentro un’ imbottitura in spugna.
La conoscevo bene, nonostante non l’ aprissi da un sacco di tempo.
Quella scatola era piena di segreti, sofferenze, depressione, cattiveria contro me stessa.
Sarebbe stato come aprire i vaso di Pandora.
Avrei voluto dimenticare quella scatola, il contenuto e tutti i pensieri, le emozioni e i sentimenti feriti che erano legati a quella scatolina.
Tutto quello che era dietro quel contenitore era un errore, e, in quel momento, avrei voluto nasconderlo nel buio.
Nonostante tutto, volevo aprirla.
Il motivo era al mio cuore sconosciuto e gli aveva dato come unica spiegazione il gusto del proibito.
Ma, se fosse stato solo quello, sarebbe stato semplice.
C’ era qualcosa di più oscuro, di più profondo. Qualcosa che avrei voluto nascondere a Zayn.
Ma tanto non sarebbe tornato, non avrebbe mai visto mai capito.
O forse l’ aveva già capito.
Volevo aprire la scatola.
E lo feci.

La spugna dell’ imbottitura era sempre uguale.
Con quelle piccole macchioline di rosso, con sopra quei pezzi in argento.
Le aveva forgiate Bart proprio perché ‘Quando sentirai la mia mancanza, usale.’
Me l’ aveva date in quella scatolina, con un bigliettino:
“Sono in argento per prevenire le infezioni.”
               Bartolo                  

E le avevo usate non solo quando mi mancava Bart, ma anche per Chuck e anche per gli altri. Anche per la mia famiglia.
Insomma, le avevo utilizzate per tante cose.
E ora era il turno di Zayn.

… Sei sicura che non torna?
Sicura.
… Ma se torna e se ne accorge?
… Prima di Bart la mia pelle era liscia, senza un difetto.
Le cicatrici si rimarginano, e se si aprono di nuovo fa ancora più male.
… Non voglio soffrire per Zayn.
… Si potrebbe arrabbiare se lo viene a sapere.
Ma non lo saprà. Quella era l’ ultima volta che lo hai visto. Dimenticalo.
Loro sono l’ unica soluzione.

Quei pensieri facevano male.
Ed erano la verità.
Non sarebbe tornato, se mi avrebbe scoperto non lo avrei perso.
Non mi avrebbe visto più, non mi avrebbe scoperto e non l’ avrei perso.
Lo avevo già perso.

La scatola era aperta.
Le lame in argento brillavano ancora, erano state pulite da lei con l’ acqua ossigenata l’ ultima volta che le aveva utilizzate.
Presi le cuffie, il lettore mp3 e dopo aver messo la canzone di Ed Sheeran “The A Team” in modo da poter ascoltare solo quella per tutto il tempo, cominciai a segnare striscioline sui polsi, molto vicine alla vena, man mano poi scendeva più sotto, fino ad arrivare vicino al gomito.
“Emma, visto? Sono tornato.” era la voce di Zayn.
Cazzo.
... E’ tornato. E ora?
… Hai sbagliato tutto. Ora lo perdo. L’ho perso.
L’ hai perso.

Cominciai a piangere, buttando la pesta all’ indietro, per farla sbattere contro la porta bianca del bagno.
Ero ancora seduta a terra, con la schiena contro la superficie in legno verniciato in bianco, intorno a me, sangue.


“Em? Ci sei? Dove sei?”
Non potevo dirgli ‘non tornavi, non ti aspettavo, quindi mi son tagliata.’, se la sarebbe presa con me e con se stesso.
D’ un tratto mi arrivò un messaggio:
da: Angel
oggetto: vuoi un po’ di roba?
testo: me la ritrovo per caso, se vuoi ti faccio lo sconto… ne ho un bel po’, te la do per evitare che la polizia me ne scopra così tanta. Se la vuoi vieni sotto il ponte. comunque puoi farti anche sentire più spesso, ciao.


Bene. Non solo stavo per perdere Zayn, ma Angel era tornato.
“Zayn, Zayn… Sono in bagno.” non mi pentii di averlo chiamato e avergli detto dov’ ero,
nonostante avessi ancora sangue ovunque, la scatolina ancora aperta e il messaggio di Angel ben visibile sullo schermo.
Non mi avrebbe abbandonato, lo aveva promesso.
Si sarebbe arrabbiato, ma non se ne sarebbe andato. Non lui.
“Finalmente… Ti cercavo da un po’.” disse da dietro la porta. “Posso entrare?”
“Si.” risposi, in preda ad una strana calma che sorprese anche me.
“E- Emma.”balbettò “C- cosa cazzo stavi facendo?” chiese, leggermente colto dall’ ira.
Deglutii, un po’ sotto pressione.
“Emma, porca puttana!” si mise in ginocchio e prese il mio braccio, lo strinse forte… Non so il motivo. Forse era per fermare l’ emorragia, o forse per dimostrare il suo disappunto.
Qualunque fosse la sua intenzione, stava funzionando sia per fermare lo scorrere insistente del sangue, sia per mettermi fortemente a disagio.
Almeno sapevo che ci teneva a me.
 
ZAYN’S P.O.V:
Perché lo aveva rifatto?
Magari perché non mi vedeva tornare.
Ma io le avevo detto che sarei tornato.
Perché non mi ha creduto?
Pensavo si fidasse si me.
Ora io le avevo fatto del male.
Stavo continuando a farle del male.
Stavo stringendo il suo braccio.
“Aia” vidi disagio nei suoi occhi mentre pronunciava quelle parole.
Io non la risposi. Ero troppo arrabbiato con lei.
“Zayn, Zayn…” continuava a chiamarmi con un filo di voce. Non la degnai di un solo sguardo. Decisi che non lo meritava.
“Zayn, ti prego… Guardami” mi pregò. Non la guardai.
Potevo sentire il disagio andar via dai suoi occhi insieme alle lacrime.
Al posto del disagio c’ era qualcosa di profondo, di oscuro, di cupo, di buio… Qualcosa che metteva i brividi.
Emma non era più la ragazza debole come l’ avevo lasciata al liceo.
“GUARDAMI, CAZZO.” mi urlò contro.
Alzai lo sguardo.
La fissai dritta negli occhi, già scuri prima, più scuri ora.
“Devi perdonarmi, cazzo.” disse.
“Per quale fottuto motivo hai cominciato a tagliarti? Pensavo avessi dimenticato Chuck, Bart, Angel…”
All’ ultimo nome, lei si agitò.
Cosa era successo? Angel? Cosa c’ entrava Angel?
“Li hai scordati o vuoi averci tutti e quattro?” le chiesi.
“Non ti rispondo, coglione. Mi sono tagliata per te, non tornavi. Mi avevi abbandonato!”
“MA CHE CAZZO DICI!? TE LO AVEVO PROMESSO, EMMA. TI AVEVO PROMESSO CHE IO SAREI STATO SEMPRE ACCANTO A TE, RICORDI? COME PRETENDI DI STARE CON ME SE POI NON TI FIDI DI ME?” urlai.
Il suo sguardo e il suo tono si addolcì. I suoi occhi erano tornati alla normalità, alla luce.
“Vuoi dire che non vuoi stare più con me? Neanche un giorno ed è già finita? Ho già rovinato tutto?” mi chiese.
“Voglio stare con te, Em. Non è finita. Tu non hai rovinato nulla.” le sussurrai dolcemente, togliendo la presa del suo braccio.



Questo, è il mio nuovo capitolo, è un po' lungo, sì, spero vi piaccia.
Noto con abbastanza dispiacere che la storia non ha il succuesso che mi aspettavo... Vabé, non vi piace, non fa nulla :) io mi ci impegno, almeno ;)
La storia è anche su
Wattpad, io sono BeaMalik (o qualcosa del genere), la storia, invece, stesso titolo, stessa intro. Mi piacerebbe se lasciasse recensioni...
P.S: Sono anche su
Twitter, per chi interessasse, @Francesca_m002 :)
Baci,
-Her;

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Capitolo 4.


EMMA’S P.O.V:

Non davo la colpa a Zayn di tutto quello che era successo, ma a me.
O meglio, alla non tanto piccola parte di me che ha convinto il resto del mio corpo a tracciare piccole striscioline sui polsi… Fino a finire al gomito.
Sì, lo so… Avevo deluso Zayn.
Neppure un giorno, e avevo infranto la promessa.
Aspetta… Quale promessa? Non gli avevo promesso nulla di tutto questo, ero libera di farlo… ma… non dovevo comunque. L’avevo deluso. E ora se la sarebbe presa con se stesso. Ma la colpa era mia. Non gli avevo creduto, e lui si chiedeva il motivo. Mi fidavo e mi fido di lui… ma fino ad ora non gliel’avevo dimostrato, anzi…
Avevo fatto tutt’altro e mi sentivo male per questo. Ci tenevo davvero a lui, anche se, forse, non avevo fatto molto per farglielo capire.
Ed ecco sentire il bagnato sulle mie guance. Piangevo così spesso che non mi accorgevo delle lacrime fin quando le sentivo scendere o offuscarmi la vista.
Per non far vedere il mio pianto a Zayn, per non deluderlo ancora di più, appoggiai la mia testa sul suo petto.
- Emma, che hai?
Cazzo. Se ne era accorto.
- Nulla, sono felice.
- Perché?
- Perché sei qui. Ancora.
Il suo battito accelerò.
- E dove dovrei essere?
- Da qualsiasi parte, ma non qui.
- Non sono come gli altri.- sospirò.
- Vorresti esserlo? Fregartene del mondo, stare per i cazzi tuoi…
- Em, tu fai parte de ‘il mondo’?
- Sì…
- Allora non vorrei essere come gli altri. Voglio fregarmene di te… voglio condividere i cazzi miei con te, Em.- disse. - Ora vai, qui pulisco io.-
Feci come mi suggerì, quindi scesi in salotto e accesi la TV, sistemandomi comodamente sul divano.

ZAYN’S P.O.V:

Stavo per andarmene, quando il telefonino di Emma vibrò. Stavo per chiamarla, quando si illuminò il display.
Comparve il nome. Rabbrividii, mentre la rabbia cresceva, come il ritmo del mio respiro.
Era tornato e, probabilmente, lei lo sapeva già.
“Angel”.
Volevo ‘chiudere’ e ‘nascondere’ quel nome e tutto quello che era legato a lui in un piccolo, buio, angolino della mia mente.
Decisi quindi di leggere cosa voleva.
‘Rispondimi’.
Rispondere? E a cosa?
Feci scorrere il dito sul tuch- screen. Ecco a cosa doveva rispondere. Un altro messaggio.
Lessi velocemente quel che diceva, la rabbia continuava a far alzare e abbassare il petto velocemente. Troppo velocemente.
Non feci nulla.
Scesi sotto. Trovai Emma sul divano. Cosa avrei dovuto fare?

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


Capitolo 5.

ZAYN’S P.O.V:

Si girò e mi sorrise.
Notò che qualcosa non andava, e io notai lo stesso nei suoi occhi.
Quei bellissimi occhi.
Gli occhi più belli del mondo, purtroppo, però, sempre offuscati dalle lacrime.
Mi persi per qualche secondo nel suo sguardo color caramello.
All’improvviso, vidi quegli occhi imbrunirsi.
Il sorriso scomparve lo stesso momento.
- Che hai?- mi chiese, dura.
- Hai scordato il cellulare in bagno.-
Un velo di preoccupazione e disagio comparve sul suo sguardo.
- Quindi?- il suo tono non cambiò.
- Quindi nulla.-
Ci sedemmo sul divano, c’era ancora tensione. La distanza fra noi era riempito dalle parole che non erano state dette, per ora.
Appena aprì bocca, Emma si gettò su di me.
Assunse la solita posizione di conforto, la sua testa sul mio petto, le mani che cercavano le mie dita, le trovò e le mie si intrecciarono alle sue.
- Angel è tornato.- ammise nei singhiozzi.
- Scusami, ho letto i messaggi.- chiesi scusa per l’atto poco ortodosso che avevo fatto.
- Hai risposto?- domandò preoccupata.
- Non mi permetterei mai. Tu, piuttosto hai intenzione di andare?-
- Stai scherzando? Non è abbastanza ovvio che io non vada?-
Sorrisi, lei alzò lo sguardo.


 

EMMA’S P.O.V:

Il sorriso più bello del mondo, il suo.
Mi faceva dimenticare di tutto.
Quando strizzava l’occhio, io… Potevo sciogliermi solo al pensiero.
- Va tutto bene.- mi rassicurò, strizzando l’occhio, il mio cuore accelerò il battito.
Aveva degli occhi bellissimi, e mi sentii fortunata ad averlo. Mi piaceva pensare fosse mio.
Al liceo non seppi apprezzarlo, ci giocavo e basta.
Ora, però era differente. Ci tenevo sul serio e speravo con tutta me stessa che per lui fosse lo stesso.
Sapeva bene che io ero una ragazza piena di problemi, droga, tagli… Ma nessun’altra cosa, penso.
- Ti va di mangiare qualcosa?- mi chiese.
Le sue parole mi riportarono sulla terra.
Avevano un suono così dolce…
- No, non mi va nulla, ho appena ucciso un pacchetto di patatine al formaggio, non mi va nulla.- risposi.
- Ow, ok… Le hai mangiate tutte?
- Mh, no… Sono lì se le vuoi.
Prese la coppa e cominciò a pizzicare i cornetti di mais con quella polverina al formaggio.
Non resistetti, e cominciammo a pizzicarli assieme.
Ben presto toccammo il fondo della coppa, ormai piena solo di polverina gialla.
Raccolsi i granelli salati e cominciai a leccarmi le dita.
Un sorrisetto comparve sul suo volto.
- Zayn, a cosa pensi?
Come fecero le sue, le mie parole lo riportarono alla terra.
- Eh? No, niente.- disse, un po’ impacciato, arrossendo leggermente mentre continuava a sorridere.
Ci guardammo per qualche secondo, poi cominciammo a ridere.
- Hahahahahahahahaha, so a cosa pensavi.- gli dissi.
- Non stavo pensando male…- mentii spudoratamente, mentre rideva.
- Si va bene, e io ci credo.- continuai, prendendo il fiato perso durante la risata.
In realtà lo feci apposta, e nel modo più accattivante possibile, per dimostrare che anche lui avesse un lato malizioso.
- Se per ‘niente’ intendi dire che mi immaginavi ansimante mentre sussurro il tuo nome, leccando chissà cosa, allora ok… Stavi immaginando un ‘niente’…- dissi sorridendo.
- Un bel niente- aggiunse, precisando e mostrando i denti bianchissimi.
Lo spinsi, mentre continuavamo a ridere.


L’atmosfera giocosa si trasformò in una abbastanza dolce. Io ero con la mia testa appoggiata al suo petto, gli rivolgevo le spalle, ero in mezzo alle sue gambe e le mie erano piegate mentre guardavamo la televisione.
Stavo pensando, come al solito, a quello che ultimamente mi stava succedendo, aggiungendo, con tutta la felicità che si può avere, anche Zayn.
Stavamo insieme da quasi un giorno. Le poche ore più belle della mia vita. sperai con tutta me stessa che sarebbe durata il più a lungo possibile.



 

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