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di ChiaraBeky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Aria Di Cambiamenti ***
Capitolo 3: *** Diversa ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Riapro gli occhi, ma lo spettacolo attorno a me è così raccapricciante che li richiudo immediatamente. Suoni talmente acuti che mi perforano la testa, grida di terrore e disperazione. Sotto di me sento una superficie ruvida e del liquido viscido scorrervi. Sono forse all'inferno? Con un po di sforzo cerco di socchiudere gli occhi e vedo luci rosse alternate a luci blu, e volti, volti distorti dalle emozioni che li pervadono, e parlano ma non riesco a sentirli, e alla fine il vuoto.




Ciao a tutti mi rendo conto dell'ora, ma ho voluto pubblicare il prologo prima di ripensarci dato che sono un po in ansia, questa è il primo scritto che pubblico. Se il prologo vi ha incuriosito pubblico il primo capitolo che è già pronto.
Baci.





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Capitolo 2
*** Aria Di Cambiamenti ***


Grazie di cuore a nanerottola e a nihel_10 per aver recensito il prologo della storia, per me è davvero molto importante (me commossa) e spero di non deludervi o annoiarvi.
1.Aria Di Cambiamenti

Sospiro lievemente mentre sento che l'aereo comincia a decollare e dentro di me non posso che chiedermi se sto facendo la cosa giusta. Quando Charlie me l'ha proposto ho accettato immediatamente e anche lui ne è rimasto sorpreso credendo di dover insistere per un intero pomeriggio.

-Tranquillo papà, non ho bisogno di pensarci ancora- spero che non abbia notato il tremolio dell'incertezza della mia voce.
-Non credevo di convincerti così presto- nella sua di voce percepisco turbamento e sospetto. Sa, o almeno spera che questa sia la soluzione migliore, ma allo stesso modo sperava che mi impuntassi a rimanere a Forks, non dev'essere facile per lui allontanarmi, di nuovo.
-Penso che mi farà bene stare un po con la mamma e cambiare aria- questo lo penso davvero, ma il punto è: voglio davvero cambiare aria? Voglio allontanarmi da questo posto carico di ricordi belli e dolorosi? Così feci la valigia alla svelta prima che possa avere dei ripensamenti.

L'hostess mi ridestò dai mie pensieri chiedendomi se avessi bisogno di qualcosa, negai con il capo e la vidi continuare il suo giro. Ok Bella ora non puoi tornare indietro, ci sei dentro e andrai fino in fondo. Cerco di incoraggiarmi pensando anche che un giorno sarò più forte per poter tornare, in fondo lo avevo promesso anche a Charlie prima di salutarci, che sarei tornata per passare un po di tempo con lui. Per smettere di scervellarmi cercai di prendere sonno, e ci riuscii.
Mi ridestai e per un secondo provai un senso di smarrimento, ma non durò molto e mi rilassai sul seggiolino dell'aereo, devo aver dormito un po dato che la spia della cintura di sicurezza si accese, segno che saremmo atterrati di li a poco. 
Ancora scombussolata dal mio sonnellino scesi dall'aereo e mi diressi verso una testa saltellante in mezzo alla folla. Renée non stava più nella pelle e appena mi vide cominciò a saltellare più frenetica sbracciandosi senza aver capito che l'avevo già individuata, come non notarla? -Bella! Bella!- L'eccitazione le si leggeva in faccia e una volta che ci abbracciammo mi sono resa conto di quanto mi sia mancata effettivamente e automaticamente la vocina nella mia testa che mi provocava i dubbi si affievolì.
Il viaggio verso casa fu breve e mentre viaggiavamo in auto non ho potuto resistere ad abbassare il finestrino per respirare quell'aria che mi era mancata tanto, l'aria di casa. La mia aria. -Come mai siete tornati a Phoenyx? Credevo che vi eravate trasferiti a Jacksonville permanentemente.- Le chiesi. -Si all'inizio credevo che fosse una lunga permanenza, poi però la vecchia squadra di Phil gli ha fatto un'offerta che non poteva rifiutare, certo i soldi non erano il suo primo pensiero, ma a me mancava la MIA casa e a lui mancavano i suoi ragazzi. Perciò eccoci qui.- disse l'ultima frase con un tono acuto, come per dire “cosa può esserci di meglio?”. Una volta arrivate presi il mio leggero bagaglio, i vestiti pesanti li avevo tutti a Forks, e a quel pensiero mi rallegrai facendomi davanti l'immagine del mio armadio pieno di shorts, canottiere e tutti gli altri indumenti che se mi fossi permessa di indossare nella “città di pioggia” mi sarei ibernata un istante dopo aver messo il naso fuori dalla porta. Andai in camera mia che si trovava al primo piano e una volta entrata mi soffermai un secondo sulla porta, quella stanza non era cambiata di una virgola: le pareti color verde acqua che ricordavano tanto il mare, il mio letto sistemato sotto la finestra che ricopriva quasi interamente una parete, mi ricordo che mi piaceva tanto guardare i tramonti seduta su quel letto con la spalliera in ecopelle bianca, di fianco c'era il comodino anch'esso bianco con sopra appoggiato il mio pupazzo delfino preferito d'infanzia che mi portavo sempre appresso, nell'altra parete c'era invece il mio armadio di un colore che riprendeva quello delle pareti ma leggermente più chiaro, lo aprii per riporvi i pochi indumenti che mi ero portata dietro, poi era ora di risistemare i libri sulle mensole sopra la scrivania, ero sempre stata fissata a metterli nell'ordine di preferenza, ma con gli anni non c'era più spazio per metterne altri, dato che ne compravo in continuazione, così li dovetti mettere uno sopra l'altro. Le ultime cose che dovevo sistemare erano quelle che andavano in bagno, più specificatamente nel mio bagno da cui si accedeva direttamente da camera mia, non è molto grande, ma era più che sufficiente per una persona sola. Una volta finite le sistemazioni mi buttai sul letto e sospirai, ma stavolta era un sospiro di sollievo, e più tempo rimanevo lì più la mia vocina dubbiosa si faceva sentire sempre meno e mi persi a pensare a quello che avrei potuto fare quel giorno, dato che splendeva il sole, come sempre lì. Mentre vagavo con la mente Renée mi chiamò dal piano inferiore per sapere cos'avrei preferito per cena: -Pizza o cibo cinese?-
-Da quando ti piace il cinese?- chiesi dubbiosa.
-Phil me l'ha fatto provare ed è stato amore a primo morso- disse con gli occhi che le brillavano, -vada per il cinese, io non l'ho mai provato- dissi vedendo la sua espressione trasognante. Chissà se aveva quello sguardo anche quando pensava a Phil, mi chiesi divertita. -Stupendo- fu la sua risposta, -Ah Bella ti dispiacerebbe andare al supermercato? In questi giorni non ho avuto molto tempo per pensare alla spesa, e la dispensa è quasi vuota.-
-Ok- dissi sorridendo, persino fare la spesa mi era mancato di quel posto, così presi le chiavi della macchina di Renée e mi diressi verso una vecchia bottega a gestione familiare, da piccola mi piaceva tanto andarci perchè la proprietaria mi regalava sempre un dolcetto quando mi vedeva e giocavo sempre con il figlio di solo un anno più grande di me, Mark, uno dei miei migliori amici di allora, ma con il tempo cominciammo a crescere e il periodo dei giochi era finito. Sostai nel piccolo parcheggio davanti all'entrata per poi prendere un carrello. Fu rilassante abbandonarmi ai ricordi mentre camminavo tra uno scaffale e l'altro, d'estate a me e Mark piaceva correre nel reparto frigo per il fresco, ma ovviamente non potevo certo non farmi niente nella corsa, già ero imbranata da star ferma, figuriamoci a correre, sorrisi al pensiero di tutte le ramanzine di sua madre. Passai svelta la mia spesa sul nastro della cassa quando una voce mi fece quasi sobbalzare: -Bisy!- alzai gli occhi sul ragazzo che mi sorrideva raggiante e con quel sorriso così solare lo riconobbi -Marky!-, ricordandomi dei nomignoli che ci affibiammo da piccoli, solo noi avevamo il permesso di chiamarci in quel modo. Squadrai il ragazzo di fronte a me, vedevo i tratti che lo caratterizzavano da bambino solo più marcati, ha sempre avuto due occhi spettacolari, leggermente più chiari dei miei con delle pagliuzze verdi, ma il dettaglio che mi ha sempre incantato era la loro 'mutazione' come la definivo io, quando si trovava sotto una forte luce si vedeva benissimo che i due occhi erano diversi, non sono mai riuscita a spiegarmelo, ma in uno predominava il nocciola e nell'altro il verde, assolutamente fantastici, i suoi capelli, una volta biondi, tendevano più verso il castano e un sorriso che scaldava il cuore a chiunque gli fosse rivolto.
-E' una vita che non ti vedo e a stento ti ho riconosciuta!-
-Beh direi che vale anche per me!- gli sorrisi piacevolmente sorpresa di quell'incontro.
-La tua carnagione di mozzarella mi ha aiutato a riconoscerti e mi pare di averti vista inciampare tra le ruote del carrello- scosse la testa fintamente indignato -solo tu puoi riuscirci!- poi tornò a sorridermi.
-Se devo essere sincera io ti ho riconosciuto dalla tua solita espressione ebete!- imitai il suo stesso tono. Poi scoppiammo a ridere e cominciò a riempirmi di domande che a un certo punto mi confusero e basta -Potremmo vederci una volta per raccontarci, ora non mi sembra il momento- accennando con lo sguardo a una vecchietta quasi spazientita che aspettava il suo turno per pagare. Rise di nuovo. -Ok Bisy, vorrà dire che ci incontreremo a scuola, siamo in corso insieme, anche se dovrei aver già finito ma ti spiegherò poi il perchè- mi fece l'occhiolino e mi salutò con la mano. -Salutami tua madre- gli dissi appena prima di uscire. Lo vidi rabbuiarsi, ma poi tornò a sorridermi, -Contaci!- mi disse cercando di nascondere l'ombra che poco prima avevo visto attraversare i suoi occhi. Lo salutai anche io e uscii. Spero non sia successo niente. Mi chiesi un po in pensiero, ma poi scossi la testa e mi dissi che non dovevo rimuginarci sopra, appena lui se la sarebbe sentita me ne avrebbe parlato.
Tornai a casa e vi trovai Renée ad apparecchiare la tavola tutta fischiettante, -Oh ciao Bells, tra un po arriva la cena!- mi disse mentre sistemavo la spesa, -Hei sai chi ho rivisto? Mark- le dissi.
-Oh cielo hai visto che bel ragazzo che è diventato? Insomma già da bambino mostrava una predisposizione per la bellezza, ma non credevo che sarebbe diventato così.- mi guardò in faccia e io arrossii, non si poteva intrattenere una qualsiasi conversazione con lei che finisce sempre con il mettere in imbarazzo.
-Beh sì- mi limitai io.
Poco dopo entrò Phil con una grossa busta di plastica contenente probabilmente la cena, contenta di quel diversivo che mi permise di fuggire da altro imbarazzo.
-Hei Bella, ti trovo bene!- mi salutò il compagno di Renée.
-Ciao Phil, grazie, anche tu lo sembri!-
Finiti i saluti ci mettemmo a tavola, ma ovviamente mia madre non poteva demordere.
-Caro indovina, Bella ha incontrato Mark.- esordì.
-Ah sì? Mi ricordo di lui era molto amico con te Bella, mi è dispiaciuto di quando ho saputo di sua madre, Lisa.- 
-Che è successo?- domandai facendo ricrescere in me una punta di nervosismo.
-Ha scoperto di avere il cancro al seno, ma l'ha presa bene, insomma non si è abbattuta, infatti ora il pericolo è scampato dato che non era in uno stadio avanzato, ma Mark era visibilmente in pena-
Rimasi sconvolta di quella dichiarazione, -Oh- riuscii solo a dire, non avrei mai immaginato che la dolce Lisa potesse ammalarsi, ma non mi stupì il fatto che non si era arresa, era sempre stata una donna che amava la vita. Mi dispiaceva molto anche per Mark, ma decisi che non gli avrei fatto sapere che sapevo, aveva sicuramente le sue ragioni per non dirmelo, insomma ci siamo persi di vista per un sacco di tempo e penso che debba prima riprendere un po di confidenza con me.
Finita la cena dovetti ammettere che il cibo cinese era di mio gradimento e dopo aver sparecchiato mi diressi in bagno per farmi una doccia rilassante, ne avevo bisogno dato che l'indomani sarei tornata nella mia vecchia scuola, e mi venne un brivido, ormai mi ero troppo abituata a Forks, con quell'aria di tranquillità e con un velo di mistero, mi ricordo che la odiavo nei primi periodi, ma ora dovetti ammettere che mi mancava sapendo che il liceo qui era ben diverso: cheerleader, fustacchioni con le giacche di squadra, VIP, insomma i classici personaggi delle finte commedie del cinema sul liceo. Mi resi conto che in un ambiente del genere non sarei mai riuscita a ricordarmi di lui, di vederlo seduto a mensa con loro, nel loro solito tavolo in disparte dal resto delle persone. Mentre ero sotto il getto di acqua bollente mi misi a piangere, cercando di ignorare il vuoto che sentivo nel petto.
Ecco qua il primo capitolo. Baci.

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Capitolo 3
*** Diversa ***


Ciao a tutti eccomi con il secondo capitolo, vorrei ringraziare tutti quelli che hanno recensito, e grazie alle 11 persone che hanno messo la mia storia tra le seguite. Vorrei precisare che forse qualcuno troverà un po' noioso questo capitolo, ma credo che serva per far capire in che tipo di ambiente si trovi Bella. Buona lettura.

2.Diversa

Il giorno dopo il mio arrivo ero tutt'altro che preparata per affrontare la giornata di scuola che mi si prospettava davanti, sarei stata nuovamente la ragazza nuova, ma con tutti gli studenti che frequentavano il liceo probabilmente in pochi si sarebbero accorti della "novità". Mi preparai con calma e indossai un paio di jeans chiari una canottiera nera sotto e una bianca sopra per fare contrasto, mi era sempre piaciuto giocare con i colori delle canottiere e come scarpe mi misi dei bikers neri, i capelli li lasciai sciolti. Scesi a fare colazione insieme a Phil e a Renée, che si accingevano anche loro ad uscire per andare a lavorare. Come misi il naso fuori dalla porta crebbe in me un po di agitazione. Calma Bella, sicuramente incontrerai Mark a farti compagnia. Sperai. Ero arrivata in anticipo alla fermata dell'autobus e mi sembrava che il tempo non passasse più, ma poi finalmente il tram arrivò e mi misi comoda, anche se avrei potuto restare anche in piedi, in fondo la mia scuola non era lontanissima, appena 3 fermate dopo, ma ne sentivo il bisogno sentivo le gambe tremare appena a causa dell'agitazione. Arrivata feci un lungo respiro e mi incamminai verso l'ingresso cercando di tenere la testa più bassa che potevo per non farmi notare e mi diressi verso la segreteria per firmare i moduli necessari e per farmi consegnare il mio libretto scolastico. Per fortuna che mi ricordavo bene quel posto e non ebbi difficoltà tra i corridoi fino ad arrivare alla meta, la signora dietro al bancone era una donna smilza con gli occhiali appoggiati a metà naso, mi chiesi come faceva a vedere se erano posizionati così in basso. Infatti quando alzò lo sguardo su di me dovette inclinare la testa un po all'indietro per inquadrarmi, che persona strana pensai.

-Sono Isabella Swan e mi sono appena reiscritta- dissi dopo che continuava a guardarmi senza dire una parola.

-Certo, qua ci sono dei moduli da firmare, e qui c'è il tuo libretto, devi firmare qua sotto i tuoi dati.- e mi pose dei fogli. Aprii il libretto e vidi la mia fototessera con una smorfia, il giorno in cui l'avevo fatta mi ero appena svegliata e si potevano ben notare le mie occhiaie nere sulla mia pelle chiara. Quando mia madre la vide mi rimproverò dicendomi che almeno per quella volta potevo truccarmi almeno un po, ora infatti mi pentii di non averlo fatto. Dopo aver sbrigato le faccende burocratiche mi diressi verso la mia aula, fui una dei primi studenti ad entrare e sembra che per ora nessuno si sia accorto di me. Mi sedetti su un banco qualsiasi sperando che non fosse già di qualcuno e aspettai l'inizio della lezione tirando fuori astuccio e quaderno degli appunti, e appoggiai il mento sulla superficie liscia e fresca del banco.

Tutti gli studenti entrarono quasi in massa e un ragazzo entrando mi guardava con aria interrogativa, cercai di non farci caso, ma non ci riuscii a lungo dato che si stava dirigendo verso di me insieme a un altro ragazzo.

-Scusa sarebbe il mio posto questo- mi disse gentilmente, il suo tono per niente scortese mi spinse a rispondergli con altrettanta cortesia, se me l'avesse detto in un'altra maniera non mi sarei certo risparmiata una risposta acida.

-Oh scusami, non ne avevo idea, sono nuova e non era mia intenzione.- dissi un po in imbarazzo. Cominciai a raccogliere le mie cose, mentre lui inaspettatamente interruppe il mio 'trasloco'.

-Ma no dai figurati, rimani pure li se vuoi, noi ci metteremo in un altro posto- l'altro ragazzo, che doveva essere evidentemente il suo compagno di banco lo guardò con quella che doveva essere disapprovazione, era alto e atletico con indosso la giacca della squadra di basket della scuola. L'altro invece mi accennò un sorriso timido. -Ci becchiamo in giro allora.- e se ne andò sedendosi in un altro banco, l'altro lo seguì sconsolato. La lezione di inglese si svolse tranquillamente, riguardava un opera di Shakespear, che avevo già svolto a Forks, perciò non mi preoccupai più di tanto di seguirla, e il fischio della campanella mi risvegliò dai miei viaggi mentali. Feci per uscire dalla porta, quando mi si affiancò il ragazzo a cui avevo rubato il posto. -Mi chiamo Thomas, prima sono stato maleducato a non presentarmi.- mi disse. -Figurati, io mi chiamo Isabella, ma puoi chiamarmi Bella.-

-Da dove vieni? Non sembri di queste parti-

-Veramente sarei proprio di queste parti, sono stata via per un anno.- Precisai, anche se sapevo che il commento era riferito alla mia carnagione.

-Ah e dove sei stata di bello?- Questo ragazzo mi stupiva, in genere avrei giudicato dei ficcanaso quelli che mi rivolgevano domande del genere, ma lui non mi dava fastidio perchè si vedeva che non mi parlava solo per il gusto di non farsi i fatti suoi o cercare una maniera di creare qualche pettegolezzo riguardante la nuova arrivata, era cortese e per nulla invadente.

-Sono stata a Forks da mio padre.- Risposi.

-Ma non è caratteristico per la pioggia?- Disse come per dire chi ci andrebbe mai di sua spontanea volontà?

-Sì all'inizio è stata dura, ma ci si abitua poi-

-Capisco, beh per me sarebbe un inferno.- Rispose sorridendomi. E in quel momento mi si mozzò il respiro per un secondo, fino a quel momento non lo avevo messo a fuoco per davvero. Era alto con le spalle larghe, ma non eccessivamente, capelli corvini che incorniciavano il viso leggermente abbronzato, due occhi di ghiaccio e una bocca che in quel momento mostrava una sfilza di denti bianchissimi. Se non fosse stato per gli occhi l'avrei preso per un vampiro. Trasalii pensando a quella parola, anche li in quel posto dove credevo avrei potuto vivere senza l'ossessione di guardarmi intorno per cercarlo, c'era sempre qualcosa che me lo riportasse alla mente, persino Thomas, un ragazzo sconosciuto che non aveva assolutamente nulla a che fare con lui. Il suono della sua voce mi risvegliò dai miei pensieri fin troppo autolesionisti.

-Ti va di pranzare con me e i miei amici?- mi chiese.

-Oh certo.- risposi, mi piacevano i suoi modi per nulla invadenti.

-A più tardi- mi salutò e io ricambiai con un cenno della mano.

Mi diressi alla lezione successiva, l'ora di spagnolo, e vi trovai Mark che mi venne incontro.

-Ehi Bisy- gli andai incontro contenta di vedere una faccia amica -Ciao Marky.- ci sedemmo vicini aspettando l'arrivo del professore.

-Allora hai già conosciuto qualcuno? O riconosciuto?-

-Sì ho fatto la conoscenza di Thomas, un ragazzo tanto gentile.-

-Oh Thomas, sì lo conosco 'occhioni d'angelo'- disse un po divertito.

-Occhioni d'angelo?- ripetei confusa.

-Eh certo come non notare i suoi occhi? Tutte le ragazze gli cascano ai piedi appena incrociano il suo sguardo, non avrai subito anche tu quest'effetto?- beh ammetto di esserne rimasta un po amaliata, ma non da cascargli ai piedi.

-Più che altro mi hanno colpito i suoi modi.- dissi imbarazzata, effettivamente era la verità.

-Sì non è il solito belloccio che approfitta della sua immagine, non è il classico sciupafemmine.-

Il discorso finì dato che il professore fece il suo ingresso in classe, e anche quell'ora terminò in fretta. Prima di uscire però Mark mi fermò per presentarmi ai suoi amici.

-Ehi Bisy ti presento Simon, Ashley, Josh e Mary, ragazzi lei è Isabella-

-Chiamatemi Bella- mi limitai a dire amichevole, quei ragazzi sembravano simpatici. Mentre camminavamo per i corridoi imparai a conoscerli un po: Josh e Mary erano gemelli, entrambi biondi e abbronzati, si assomigliavano molto fisicamente, ma caratterialmente erano il giorno e la notte: lui era timido, lei invece era un uragano, lui si era definito l'anti-sport, lei invece adorava il movimento, era anche nella squadra femminile di pallavolo. Io non potevo che immedesimarmi in Josh. Simon caratterialmente era molto simile a Mary, tant'è che alcuni li definivano scherzosamente separati dalla nascita. Ashley invece era particolare come persona, riservata e lunatica l'hanno definita i suoi amici, venni a sapere che era un'artista, le piaceva disegnare e dipingere su tela, quindi non mi stupii della maniera in cui l'avevano descritta, in genere gli artisti sono un po' tutti così.

-Pranzi con noi Bella?- mi chiese Mary una volta finite le presentazioni.

-Mi dispiace ma ho già accettato un altro invito-

-Eh sì, non si può declinare l'invito di occhioni d'angelo.- si intromise Mark dandomi una gomitata.

-Thomas ti ha chiesto di pranzare con lui?- mi chiese Mary sbarrando gli occhi.

-Sì perchè?- domandai.

-E' da quando ha rotto con Bonnie che non mostrava interesse per qualcuna.-

-Ma no si era accorto di me solo perchè per sbaglio mi ero seduta al suo posto- precisai imbarazzata.

-Sarà, ma stai attenta a chi si siederà nel suo tavolo, la sua ex non demorde- mi disse Simon.

-Beh allora vorrà dire che per domani sei già prenotata per pranzare con noi- mi rispose Ashley.

-Con piacere-

Mi diressi nell'aula di trigonometria che avevo in comune con Ashley, mi trovavo molto bene con lei, caratterialmente mi ricordava molto Angela, mentre aspettavamo l'inizio della lezione chiacchierammo un po'.

-Mark ci ha accennato che sei un'amica d'infanzia-

-Sì esatto ci piaceva giocare nella bottega dei suoi genitori-

-Oh che teneri, e poi perchè non vi siete più frequentati?-

-Beh crescendo abbiamo preso strade diverse, lui ha iniziato ad avere una sua compagnia, ed io mi sono trasferita a Forks da mio padre-

-Oh hai voluto trascorrere un po' di tempo con lui-

-Sì esatto- dissi mascherando il reale motivo della mia partenza, e anche in parte per tagliare quel discorso che mi avrebbe portato inevitabilmente a pensare a...

-Buongiorno ragazzi, scusate il ritardo- disse il prof. Al momento giusto.

L'ora passò e tutti gli studenti si diressero verso la mensa.

-Ehi Bella- sentii alle mie spalle. Era Thomas.

Si accodò con me per prendere da mangiare e parlammo più che altro della scuola, chiedendomi le differenze tra questa e quella di Forks, finchè non ci sedemmo al suo tavolo dove c'erano già delle persone.

-Bella ti presento Jenny, Amy e Bonnie- indicandomi le tre ragazze con la divisa delle cheerleader. Buffo pensai, uno dei ragazzi più carini della scuola fidanzato con una cheerleader. Ecco che il mio incubo di essere catapultata in una delle solite commedie liceali si era fatto vivo. Le tre ragazze prima mi guardarono con aria di studio, poi di superiorità, ed infine mi rivolsero i sorrisi più tirati che avessi mai visto.

-Che piacere- disse quella che avevo capito essere Bonnie. Mora, occhi verdi e pelle abbronzata, sembrava quasi un angelo se non per il carattere da strega che a quanto pare aveva. Deciso: non mi sarei più seduta in questo tavolo per quanto trovassi Thomas simpatico.

-E loro sono Jack, Lee e Anthony- disse Thomas indicandomi invece tre ragazzi con la giacca della squadra di basket. Ma dove ero capitata? Mi urlai mentalmente. Uno di loro, Jack, era il ragazzo che avevo visto insieme a Thomas alla prima ora.

Mi sedetti e addentai il mio pezzo di pizza, mentre le tre ragazze mi guardavano sorprese, notai che loro avevano delle insalate, mentre io avevo riempito il mio vassoio con delle schifezze, come pizza e patatine. Non mi ero mai interessata alla mia linea, forse dipendeva dal fatto che avevo una costituzione che mi permetteva di mangiare di tutto senza accumularlo.

-Allora Bella- iniziò Bonnie scandendo il mio nome. -Come mai qui?- senza peli sulla lingua, pensai.

-Mi mancava casa- risposi secca.

-Ho sentito che stavi con tuo padre su al nord, la forse ti sentivi più a tuo agio?- mi disse con aria fintamente curiosa, mentre Jenny e Amy fecero dei risolini, e i ragazzi la guardarono con aria tonta.

Ok rettifico, non aveva l'aria da strega, era una strega.

-Direi di sì- le risposi seccamente per far finire il discorso, mentre ingurgitavo un'altro morso del mio pranzo sotto al suo naso.

Vidi Thomas che mi guardava dispiaciuto, e io ricambiai con uno sguardo da scuse accettate. Finito il pranzo mi alzai e lo salutai.

-Ci vediamo- gli dissi e mi voltai senza aspettare una risposta. Sapevo che non appena fui fuori portata dalle loro parole iniziarono i commenti. Ma cosa mi aspettavo veramente nel tornare? Ero stata via solo un anno sì, ma ero cambiata profondamente. Renée l'ha sempre detto che io ero più matura dell'età che dimostravo, che ero diversa, e il mio soggiorno a Forks lo ha dimostrato, confermando che la mia mente funzionava diversamente dagli altri. C'ero rimasta male ai commenti di quella ragazza, ma dovevo anche capire che il liceo era fatto così. La vita fuori dal paranormale un adolescente medio la viveva così e dovevo abituarmici. Andai in bagno a risciacquarmi la faccia e quando mi specchiai pensai solo a una parola. Diversa.



Spero di non avervi annoiato con questo capitolo, e cercherò di aggiornare un po' prima questa volta.
Baci!

 

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