Come un temporale.

di beautifuldjsaster
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Harry. ***
Capitolo 2: *** ora o mai più. ***
Capitolo 3: *** modello di nudo ***
Capitolo 4: *** cuore in tempesta ***
Capitolo 5: *** damn you ***
Capitolo 6: *** pensieri. ***



Capitolo 1
*** Harry. ***


4.05 a.m
La pioggia batteva con violenza contro l'asfalto e le finestre di quelle piccole villette affiancate l'un l'altra. Il cielo era scuro, coperto da un enorme nuvola con varie sfumature di grigio, la strada era deserta e fuori si gelava nonostante fosse il mese di Aprile.
Ci troviamo a Holmes Chapel, una cittadina dell'Inghilterra situata nella contea di Cheshire.
Il clima, quella mattina, era umido e fresco. Doveva essere una bella giornata di sole così da poter abbronzarsi in giardino o andare in piscina, ma non fu così.
Tuoni, lampi e pioggia non cessavano di provocare un forte rumore, e a causa di ciò, Harry era già sveglio da un bel paio di minuti.
Si trovava ancora nel suo letto arrotolato tra le lenzuola bianche e la coperta di un colore blu. Sbuffava e ogni tanto tirava pugni sul materasso, il maltempo per lui non prometteva belle cose, partendo dal suo umore.
Harry cambiava molto spesso i suoi stati umorali, caratterialmente era una testa calda, testardo e anche orgoglioso. Li considerava come difetti, certe volte.
Era anche dolce, simpatico, giocherellone, premuroso, possessivo e geloso, altruista e buono. Non era cattivo, qualche volta aveva atteggiamenti da ragazzaccio stronzo, ma era buono di cuore.
Il suo aspetto era quello di un uomo adulto ormai, anche se aveva solo 18 anni. Il suo viso era come quello di un bambino, un angelo.
Un paio di occhi verde smeraldo, labbra carnose, e ai suoi lati, quando sorrideva, spuntavano due fossette che lo rendevano adorabile. Era alto e abbastanza muscoloso, e sulla sua pelle vi erano sparsi vari tatuaggi.
Ogni cosa di lui attraeva donne o uomini, la maggior parte delle volte, ciò che attraeva, erano le sue mani.
Probabilmente la loro grandezza faceva venir voglia di camminare insieme a lui mano nella mano per nascondere la propria nella sua per sentirsi al sicuro.
Ecco, Harry trasmetteva sicurezza, e sua madre e sua sorella glielo dicevano molto spesso. A lui piaceva questo, amava proteggere le persone e tenerle strette tra le sue braccia per dare loro un senso di sicurezza. Amava gli abbracci e amava fare amicizia con persone nuove, si interessava molto alla vita degli altri e ciò che amava di più era quando loro gli dimostravano la parte più debole.
In un certo senso amava quando le persone si rifugiavano tra le sue braccia e piangevano a dirotto per sfogarsi, lo amava per il semplice fatto che poteva asciugare lui le lacrime di quella persona e tirarla sù di morale.
Amava anche divertirsi con gli amici e con chi lavorava in panetteria con lui, amava mettere allegria e vedere il sorriso sul volto degli altri.
Era così sin da bambino.
Oh, e amava anche suonare e comporre canzoni. Le sue dita erano fatte per il piano e anche per suonare la chitarra, ed era questo che faceva nel tempo libero.
C'erano anche cose che odiava, ovviamente. Per esempio odiava il vittimismo, chi giudicava prima di conoscere, il tradimento, le bugie, l'amore falso e il proprio carattere.
Ognuno odia qualcosa di se stesso e lui odiava il suo carattere.
A volte odiava essere geloso ed essere sempre nervoso, il motivo era perchè scoppiava a piangere pochi minuti dopo. Questo faceva parte anche del fatto che lui si tratteneva troppo e si teneva sempre tutto dentro, è sempre stato riservato, si è sempre guardato da solo i suoi problemi e si è sempre rialzato da solo. Chiedeva aiuto a volte, ma poi-con tanta coerenza-diceva che gli bastava se stesso invece delle persone di merda che gli stavano attorno.
Ma mentiva, eccome se mentiva. Glielo si leggeva negli occhi, ma qui non tutti sono bravi a farlo, e lui lo sapeva nascondere bene.
Ritornando a quella mattina temporalesca, erano ormai le 5.00. Fuori era sempre buio, e la pioggia prima cessava e poi no mentre i tuoni continuavano a fare rumore.
Lui ormai si era seduto sulla poltrona che aveva posto davanti alla finestra guardando come i lampi formavano una linea a 'zig-zag' nel cielo scuro, e come la pioggia lasciava goccioline sul vetro.
Per lui questo era rilassamento, anche se preferiva una giornata di sole per metterlo di buon umore.
Teneva le gambe intrecciate tra loro e la schiena rilassata alla poltrona godendosi quello spettacolo. Sentì un altro lampo e poi '1..2..3..' il tuono. Contava ad alta voce e, al numero tre, scoppiava un forte rumore sia al di fuori di quella stanza, che dentro di sè.
Scosse il capo lasciando uscire un lungo sospiro dalle labbra, mentre man mano socchiudeva gli occhi e si curvava in avanti appoggiando i gomiti sulle cosce. Guardava il pavimento sentendo gli occhi pizzicare, e ancora continuò a contare: 1..2..3..crack.
Sembrava quasi come se il lampo avesse colpito un tronco, o come se avesse colpito il suo cuore.
Ciò che stava avvenendo fuori da quella casa, stava avvenendo al suo interno.
Riprese a scuotere il capo e si alzò con modi bruschi dalla poltrona stringendo la mano destra in un pugno; si rimise a letto tirando la coperta fino a coprirsi il capo e chiuse gli occhi, mentre sentiva scoppiare il cuore in petto.
Prevedeva una lunga giornata 'no'.

9.00 a.m
Il temporale ormai era finito, l'enorme nuvola grigia faceva movimenti lenti lungo il cielo che ormai era di un colore azzurro chiaro. Il sole filtrava nelle finestre delle varie case, gli uccellini canticchiavano e il vento fresco movimentava le foglie sugli alberi.
Gemma, la sorella di Harry, andò a svegliarlo visto che doveva andare in panetteria.
Non appena entrò in camera sua fece una piccola smorfia; era tutto in disordine.
Harry diceva che il suo disordine era pura arte, tutti ne ridevano e pure lui.
Le pareti della sua stanza erano colorate da varie sfumature di blu, diceva che gli ricordava il mare e che lo rilassava. Ed era vero.

« Hey batuffolo, ti ho preparato la colazione. »-sussurrò Gemma dopo essersi seduta sullo spazio di letto rimanente, passando la sua esile mano tra i ricci del ragazzo.
Lei era la maggiore ma non sembrava affatto, anzi, pareva che avessero entrambi la stessa età talmente che si somigliavano tanto.
Harry, al tocco familiare, abbassò la coperta fino al petto mentre teneva il broncio strofinando la guancia contro il cuscino.
Con questi suoi gesti intenerì la sorella.

« Dai dormiglione, c'è il sole, e poi tutti ti aspettano lì. Se non c'è il più bel riccio di Holmes Chapel, come farà la panetteria? »-Gemma rise alle sue stesse parole e prese a spettinare i ricci di Harry con fare scherzoso.
« Gem, non toccarmi. »-brontolò lui con un tono di voce assonnato e roco che aveva sempre quando si svegliava. Aprì gli occhi guardando sua sorella che apriva le tende per far entrare maggiormente i raggi solari, e si mise seduto sul letto passandosi le mani tra i ricci tentando, in qualche modo, di aggiustarli.
« Cos'hai preparato? »-domandò poggiando le mani sulle cosce da sopra il tessuto della coperta guardando Gemma sorridergli mentre si avvicinava. Adorava guardarla, soprattutto quando lei si prendeva cura di lui. Insomma, lui faceva lo stesso.
« Frittelle e un bel bicchiere di succo. »-annuì convinta adagiando le mani sui fianchi mentre si aspettava qualche buffa reazione da parte di suo fratello.
E fu così.
Harry cambiò radicalmente espressione, spostò lentamente lo sguardo verso la porta e si lasciò scappare una risata socchiudendo gli occhi.

« Spero che tu non abbia bruciato nulla. »-disse tenendo il sorriso sulle labbra e si alzò poco dopo dal letto, uscendo dalla camera con sua sorella.
Dopo aver fatto colazione e essersi preparato, uscì di casa camminando verso la panetteria che non era molto lontana. E poi, dopo il temporale, gli piaceva respirare l'aria fresca e annusare ancora l'odore della pioggia.
Non appena entrò nel negozio, un ampio sorriso si aprì sulle labbra di tutti. Chiunque lo conosceva.

« Buongiorno, Harry! »-dissero in coro le poche persone che quella mattina erano lì per fare colazione, o semplicemente per comprare qualcosa da portare a casa.
Ricambiò il buongiorno come il suo solito fare: baciare sulla guancia le solite persone.
Si mise dietro al bancone annodando il grembiulino bianco intorno al bacino e cominciò il suo lavoro sorridendo ai suoi clienti e facendo delle battute per rallegrare la giornata.

 
SPAZIO AUTRICE:
Salve a tutti!
Dopo tanti mesi sono ritornata a scrivere, nella trama
non ho scritto chi saranno i protagonisti di questa storia.
Lo scoprirete solo leggendo.
Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, spero che vi
interesserete a questa storia e di ricevere alcune recensioni.
Alla prossima!

 

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Capitolo 2
*** ora o mai più. ***


Era ora di pranzo, tra quelle piccole stradine di quella cittadina si aggiravano poche auto, e poi tutto era silenzioso. Harry ritornò a casa per pranzo lasciando il suo turno a qualche altra persona, e nel viaggio il suo sguardo vagava nel vuoto. Aveva tanti pensieri e poi non ne aveva nemmeno uno, un attimo prima era affamato e un attimo dopo sentiva una stretta allo stomaco. Non sapeva nemmeno lui cosa gli stesse succedendo, il suo respiro sembrava essere un lungo sospiro rumoroso, la sua mente come la sua stanza. Dopo una manciata di minuti era già dentro casa, si tolse la giacca posandola sull'appendiabiti ed entrò in cucina dove c'erano sua madre e Gemma. Si mise a sorridere cercando di nascondere la confusione e salutò entrambe con un bacio sulla guancia prima di mettersi a tavola, cominciando a riempire lo stomaco.
« Come vanno le cose in panetteria? »-chiese sua madre mentre raccoglieva i piatti vuoti da sopra la tavola, ponendoli nella lavastoviglia.
« Vanno bene, la signora Cross fa sempre complimenti. »-rispose Harry mettendosi a ridere mentre si appoggiava con la schiena alla sedia.
Posò le mani sul suo stomaco guardando sua sorella che continuava a muovere ininterrottamente le dita sul display del suo cellulare e scosse il capo, non capiva mai con chi parlava tutto il giorno.
« Gemma, sorellina, con chi parli? »-le domandò schiudendo le labbra in un sorriso divertito a causa del nomignolo dato alla sorella. Lei alzò lo sguardo dal cellulare e puntò gli occhi nelle iridi verdi di suoi fratello, stava quasi per ucciderlo.
« Con amici, riccio stupido. Non chiamarmi sorellina, sono più grande di te! »-esclamò afferrando delle bucce di mela e gettandole sul suo petto lasciandosi andare ad una risata rumorosa.
« Ragazzi non create scompiglio in cucina, se dovete giocare andate in camera vostra. »-si mise nel mezzo Anne risedendosi a capotavola guardando i suoi figli che si girarono di scatto verso di lei a quelle parole. Per lei erano sempre piccoli, soprattutto Harry. Cresceva sempre così in fretta, cambiamenti su cambiamenti, e non riusciva sempre a stargli dietro come quando era piccolo.
« Devo tornare alla panetteria, tra un po' verranno Louis e Liam. »-disse di tutta fretta Harry guardando l'orologio legato attorno al suo polso alzandosi bruscamente dalla sedia. Si avvicinò a sua madre lasciandole un bacio nella tempia, e spettinò i capelli lisci di Gemma facendola ridere. Riprese la sua giacca indossandola e uscì nuovamente di casa aggiustandosi i ricci.
Louis e Liam erano due dei suoi più grandi amici, c'era anche Niall ma non abitava lì, veniva a trovarli durante le feste.
Louis era il suo migliore amico, Harry lo trattava come un bambino certe volte. Visto che era geloso, questo portava ad esserlo anche nei suoi confronti e di chi non gli appartenesse veramente.
In poche parole, era geloso di ciò che era e non era suo.
Entrato in panetteria vide già i due ragazzi seduti al tavolo che davano le spalle alla porta principale, Harry si avvicinò a Louis pian piano e posò le sue mani fredde sui suoi occhi.
« Merda, chi è andato al polo nord e poi è ritornato qui? »-domandò Louis alzando la voce, appoggiando le sue piccole mani calde su quelle del riccio. Liam si girò verso di Louis ridendo alla sua "battuta" e appena vide Harry gli sorrise in modo dolce.
Lui ricambiò con un semplice occhiolino.
Le dita di Louis tracciavano con cura le mani di Harry per cercare di riconoscerlo, mentre il ragazzo alle sue spalle rimaneva fermo e in silenzio tenendo il sorriso sulle labbra.
« Ciao, Harry. »-disse poco dopo schiudendo le sue labbra sottili in un ampio sorriso mentre le sue guance si colorarono di un rosso chiaro.
Arrossiva molto spesso quando era in compagnia di Harry.
« Tutto questo tempo per riconoscere il tuo migliore amico? »-domandò il riccio facendo il finto offeso, portando poi le mani sulle spalle di Louis chinandosi verso di lui per lasciargli un bacio sulla guancia. Andò a togliersi la giacca posandola sulla sedia vuota accanto al tavolo, e prese il grembiulino lasciato dietro al bancone annodandolo al bacino.
Nel frattempo Louis e Liam lo guardavano ridendo sotto i baffi.
« Come posso farmi perdonare? »-gli chiese Louis passandosi una mano tra i capelli che gli ricadevano a metà collo, guardando Harry avvicinarsi al tavolo e sedersi di fronte ai due.
« Ospitami a casa tua, stasera. »-gli rispose curvando l'angolo destro delle labbra da un lato guardando come Louis si sistemava sulla sedia alle sue parole, notando nuovamente il rossore sul suo viso.
« Sei bravo a mettere in imbarazzo le persone. »-disse Liam poggiando i gomiti sul tavolo sorridendo divertito ad Harry, girando poi il viso verso di Louis che sbuffava.
Si misero a chiacchierare per molto, Harry nonostante si fosse rimesso dietro al bancone per servire le persone che entravano in panetteria, continuava a parlare ai suoi due amici. Quella era un ottima distrazione.
Quando poi il silenzio faceva da padrone, Harry si appoggiava al bancone guardando con attenzione i due.
Il viso di Liam era rivolto verso il cellulare che aveva tra le mani, quindi stavolta Harry non poteva guardare la piccola voglia che aveva sul collo.
Adorava quella voglia, sembrava una macchia di caffè. E poi adorava parlare con Liam, lui aveva una mentalità diversa dagli altri, lo considerava più un adulto. Di solito si confidava più con lui che con Louis, lui sapeva dargli le giuste indicazioni. E adorava anche il suo carattere; era buono, gentile, dolce, il tipo di ragazzo che i genitori vorrebbero per la propria figlia.
Poi c'era il suo amato Louis, il suo migliore amico conosciuto proprio in quella panetteria quando aveva 16 anni. Louis era più grande di Harry, poteva dire che lo aveva visto crescere tra i vari cambiamenti adolescenziali, e poi lui fu il primo a cui Harry confidò la sua bisessualità. Gli è sempre stato accanto ed è sempre stato pronto a farlo divertire e fargli pensare ad altro, quel ragazzo amava così tanto il sorriso di Harry che non voleva mai vederlo col muso lungo.
Ciò che Harry amava di Louis erano i suoi occhi, azzurri come il cielo e grandi. Poi il suo viso esile, la sua barbetta, le sue labbra sottili, il suo sorriso che lo rendevano un bambino, e infine, la sua altezza. Louis era basso in cronfronto ad Harry, e ad Harry questo piaceva. Anche per questo lo trattava come se fosse un bambino; adorava prenderlo in braccio, sfotterlo, fargli vari scherzi, stuzzicarlo per farlo arrabbiare o per farlo arrossire. E a Louis piaceva tutto questo, gli piacevano le attenzioni che gli dava il suo migliore amico.
Non appena Louis girò il viso verso Harry, i loro sguardi si incontrarono, e nessuno dei due distolse lo sguardo.
Sembrava tipo che si stessero sfidando o si stessero parlando con gli occhi.
Harry era immobile, con lo sguardo fisso sul suo migliore amico. Louis lo guardava ma non riusciva a reggere il contatto visivo, sotto al suo sguardo arrossiva sempre e i suoi occhi, in qualche modo, lo attiravano.
« C'è di nuovo il maltempo. »-fu Liam a spezzare quel silenzio e a interrompere il contatto tra Louis e Harry. Entrambi i ragazzi girarono il viso verso Liam per poi guardare fuori la vetrata guardando già il cielo buio. Erano pur sempre le 19.00 ma c'era di nuovo quella grande nuvola grigia sparsa per l'intero cielo.
« Io non posso muovermi da qui, quando chiudo vengo a casa tua Lou. »-disse Harry strofinando le mani tra di loro guardando i suoi amici alzarsi dalle sedie e avvicinarsi a lui.
« Ti aspetto a casa, riccio. »-annuì Louis alzandosi sulle punte per lasciare un lieve bacio sullo zigomo di Harry per poi sorridere poco dopo guardandolo.
« Ci vediamo domani, Styles. »-con un pugnetto Liam salutò Harry e subito dopo andarono via.
Ormai solo, si mise seduto al tavolo guardando la strada. Vide poi una piccola goccia di pioggia scorrere lungo il vetro, e man mano arrivò di nuovo la pioggia che c'era quella mattina.
Non sapeva che fare stando da solo lì, magari sarebbe venuto qualcun altro a prendere qualcosa per la cena ma con questo tempaccio non sarebbe venuto nessuno. Così ne approffitò per chiamare sua madre e dirle che non sarebbe ritornato a casa, chiamò Liam e Louis per sapere se fossero arrivati, e dopo una mezz'oretta decise di uscire da quel posto. Era tutto troppo buio fuori, i tuoni facevano di nuovo rumore e la pioggia prima era lieve e poi violenta.
Si avvicinò alla porta vetrata per girare il cartello da "aperto" a "chiuso", ma poi vide un ragazzo che correva sotto la pioggia. Sembrava stesse venendo verso la panetteria.
« Apri, apri per favore! »-urlò il giovane da dietro la porta, Harry gli aprì velocemente lasciando che entrasse all'interno dell'edificio.
Il riccio restò a guardarlo mentre il ragazzo strizzava i lembi della maglietta nera per lasciare uscire l'acqua. Era alto, moro, carnagione scura, un ciuffetto che gli ricadeva sulla fronte rigandogli il viso con delle goccioline, un paio di occhi castani a mandorla e delle labbra carnose.
Harry non l'aveva mai visto.
« Io sto chiudendo, e avrei un impegno. »-disse Harry per rompere quel silenzio stando sempre a guardare quel ragazzo.
« La cena? Beato te, mi si è rotta l'auto e sono venuto a piedi fin qui per cercare aiuto, poi si è messo a piovere. »-gli disse passandosi le mani tra i capelli bagnati camminando poi tra i tavoli, e andò a sedersi sulla sedia accanto alla vetrina dove poteva vedere la pioggia battere contro essa con violenza.
Harry continuò a guardarlo, quel ragazzo gli parlava come se lo conoscesse da tutta una vita, e non sapeva cosa fare visto che non aveva niente di asciutto.
Erano solo all'interno di una panetteria.
« Non ho gli attrezzi per prepararti una cioccolata calda. »-sussurrò Harry avvicinandosi al tavolo, passandosi una mano dietro al collo. Si sentiva in leggero imbarazzo.
« Zayn. »-il ragazzo disse di botto allungando un braccio verso di lui per farsi stringere la mano. Harry quasi sentì un calore strano sul viso sotto lo sguardo del ragazzo, ma forse non stava veramente arrossendo.
« Sono Harry. »-rispose lui stringendo a sua volta la sua mano e curvando le labbra in un piccolo sorriso accentuando di poco le fossette.
Zayn ritornò a guardare la vetrina, aveva già ispezionato il ragazzo da capo a piedi in un secondo. Posò un dito sul vetro freddo seguendo la scia di una goccia per poi rabbrividire di colpo a causa dei vestiti attaccati alla pelle.
Harry stette zitto ritornando al bancone, gli diede le spalle e si portò le mani sul viso per coprirlo pensando a ciò che poteva fare ora. Era troppo in imbarazzo.
« Harry, hai un bel sorriso. »-disse Zayn cercando di attaccare bottone in qualche modo, per poi scuotere il capo e girare il viso verso di lui che era ancora di spalle.
« Peccato che non lo sfrutti a dovere. »
A quelle parole, Harry si sentì toccato nel profondo. Tantochè sgranò gli occhi e, insieme, le labbra dal tanto stupore.
Perchè quel ragazzo si rivolgeva così a lui? Perchè così tante attenzioni?
« Perchè non mi fai compagnia in strada? Facciamo la gara a chi urla più forte, più forte di quei tuoni. Più forte del rumore che hai dentro. »-la voce di Zayn era calda e rassicurante, riusciva a trasmettere un senso di protezione anche solo parlando.
Tutto questo ad Harry non faceva bene.
Rimase immobile, irrigidì tutti i muscoli del suo corpo a quelle parole. Gli occhi cominciarono a pizzicargli e si sentiva strano, come se a poco a poco sarebbe scoppiato in lacrime e avrebbe abbracciato quel ragazzo sconosciuto.
Come può aver fatto quel ragazzo ad aver riconosciuto in quel sorriso e in quegli occhi la sua debolezza?
D'improvviso sentì due mani fredde che facevano pressione sulle sue spalle e si girò di scatto, quasi spaventato.
Zayn era dietro di lui, c'era solo il bancone che li divideva.
« Non aver paura, non sono un maniaco. L'ho letto nei tuoi occhi, l'ho capito dal tuo sorriso e l'ho percepito da i movimenti del tuo corpo. »-sussurrò il moro con un tono di voce dolce, quasi come se stesse parlando ad un bambino indifeso-e in quel caso Harry lo sembrava.
« E allora chi sei? Un veggente? »-il riccio aggrottò le sopracciglia guardando attentamente il viso del ragazzo mentre gli poneva queste domande.
Lui si mise a ridere abbassando per un attimo il viso, poi, lo rialzò per guardare con attenzione i suoi occhi lucidi.
« Ora o mai più. Vieni? »-gli chiese porgendogli la mano mentre teneva lo sguardo fisso sugli occhi verdi del riccio. Erano come calamite.
Harry lo guardò con un briciolo di speranza, probabilmente lui lo avrebbe aiutato, o forse no.
Ma chissà se quel ragazzo così misterioso riusciva a sentire quanto forte stava urlando aiuto.

 

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Capitolo 3
*** modello di nudo ***


« E poi, quando stava correndo via, gli è caduto questo biglietto per terra. »-Harry tenne il biglietto bagnato tra le dita per poi metterlo davanti agli occhi di Louis in modo da fargli fare gli occhi storti.
« Harry, ci vedo! »-disse alzando la voce spostando la mano del più piccolo facendolo ridere. Gli strappò il biglietto dalla mano e cercò di leggere ciò che c'era scritto nonostante fosse bagnato.
« E' un biglietto di visita. E' un accademia, credo. Di arte. »-mormorò Louis assottigliando lo sguardo mentre era concentrato sulle lettere sbiadite presenti sul biglietto.
Harry roteò gli occhi e si alzò dal letto cominciando a camminare per la stanza con le braccia intrecciate al petto, Zayn l'aveva scombussolato. Aveva raccontato tutto a Louis di ciò che successe quella sera, e ancora sorrideva.
Sorrideva ripensando a quegli occhi castani che pur non essendo chiari, erano luminosi e unici.
Sorrideva ripensando a quella lingua che aggiungeva al suo sorriso.
Sorrideva ripensando a quella sua risata che pareva quella di un bambino.
Sorrideva ripensando la sensazione di libertà e di pienezza dopo aver urlato a squarciagola contro il cielo buio.
Sorrideva ripensando a quell'abbraccio, a quelle braccia esili strette attorno alla sua vita, a quel profumo dolce, ai loro visi bagnati a causa della pioggia violenta, a quelle labbra carnose che lasciarono un bacio bagnato sul suo zigomo, a quelle dita che asciugarono le sue lacrime, ai suoi complimenti e a quanto ora avesse usato a dovere il suo bel sorriso.
Sorrideva, e quello non era un sorriso falso, era un sorriso vero, uno di quelli che faceva a sua madre quando gli preparava il suo pasto preferito o quando batteva sua sorella Gemma ai videogiochi.
Aveva sorriso ad uno sconosciuto, ad un ragazzo dalla pelle ambrata conosciuto in un giorno di tempesta, nel suo giorno 'no'.
E poi la mente diede spazio anche a mille domande.
Chi era? Si sarebbero incontrati ancora? Louis aveva detto che su quel bigliettino c'era scritto di un accademia d'arte, e il numero?
« Louis, c'è il numero? »-chiese incuriosito Harry girando di scatto il viso verso quello del suo migliore amico che aveva coperto il suo corpo con la coperta.
« Perchè non vai direttamente lì? C'è l'indirizzo, magari vedi cosa pittura questo..questo coso. »-brontolò Louis sistemandosi nel letto e posò il biglietto sul proprio comodino, battendo poi le mani sul materasso.
Un'altra scenata di gelosia.
« Si chiama Zayn, non coso. E poi non essere geloso, non mi ruba mica. »-rise Harry sfilandosi la maglietta e si infilò nel letto accanto a Louis, tirandolo poi al suo petto per dargli calore durante il sonno.
Strinse le sue braccia attorno al suo corpo e, non appena sentì la guancia fredda del suo migliore amico appoggiarsi contro il suo petto, rabbrividì stringendolo ancora con più forza.
« Si ma questo coso è bello, e ti ha fatto provare una sensazione da te sconosciuta. »-mormorò contro il suo petto Louis, passando le sue dita fredde lungo la clavicola del riccio.
« Non vuol dire che lui prenderà il tuo posto. »-disse rassicurandolo, lasciandogli un bacio tra i capelli spettinati. Louis si lasciò andare ad un ampio sorriso con tanto di guance rosse, e avvolse il suo braccio attorno alla vita del ragazzo per stringerlo a sé.
« Mi mancavi. »-mormorò il più grande chiudendo gli occhi, tenendosi ben stretto al corpo di Harry che gli dava sicurezza e protezione.
Lui stette in silenzio, ricambiò con una maggiore stretta facendolo salire sopra di sé, era giunto il momento di farlo addormentare mentre si rilassava ad accarezzargli i capelli.
« Questo è un "anche tu"? »-domandò Louis alzando il viso verso quello di Harry, guardandolo intensamente negli occhi verdi che si perdevano tra i suoi azzurri.
« Si. »-gli rispose tenendo il contatto visivo, per poi lasciare un bacio umido sulla sua fronte prima che Louis potesse appoggiare il capo sul suo petto.
Infilò le dita tra quella massa di capelli lisci e cominciò ad accarezzarglieli lentamente, mentre con l'altro braccio stringeva il suo corpo sul proprio. Man mano i movimenti rallentavano e gli occhi di Harry si chiusero, poi tutto si fermò e entrambi si addormentarono.
Quelle erano le tipiche carezze che piacevano tanto a Louis.


Eppure quei fulmini sembravano delle urla silenziose e poi i tuoni, quelli forti, sembravano essere quelle stesse urla che nessuno sentiva.
E in mezzo a quel frastuono c'erano due giovani ragazzi che urlavano e si liberavano contro il cielo buio.
Harry, a volte, restava a fissare quella grande nuvola nera sopra le loro teste, e appena vedeva un fulmine all'orizzonte i suoi occhi brillavano e il suo cuore perdeva un battito.
Uscivano vari sospiri sempre dopo le sue urla, non riusciva nemmeno a fare quello. L'unica cosa che avrebbe fatto in quel momento era piangere.
E poi c'era l'altro ragazzo che sembrava
infuriato con qualcuno che si trovava lassù, come se quel qualcuno gli avesse fatto qualcosa. E urlava, urlava come un matto, così tanto che la formazione delle vene del collo riuscivano a vedersi a occhio nudo. Ma le sue urla non riuscivano a superare tutto quel rumore, e disse che era meglio così, almeno non avrebbe avuto nemmeno la forza di parlare l'indomani.
Poi guardava Harry e riusciva a vedere le lacrime tra le gocce di pioggia sul suo viso. Riusciva a distinguerle perchè i suoi occhi erano rossi e quel verde sembrava un verde spento, non più luminoso.
« Tu non puoi urlare
dentro, piangi e urla. »
Queste furono le parole che quel ragazzo disse per incoraggiare Harry, per fargli togliere quel mantello di imbarazzo e tutta quella debolezza e insicurezza che aveva addosso.
E allora Harry si strofinò le mani sugli occhi e tirò su con il naso guardando come la pioggia batteva contro il suolo.
« Z-Zayn..non ci riesco. »
Il moro gli fu subito vicino e lo strinse forte al suo petto. Quella stretta provocò un pianto liberatorio da parte del più piccolo.
Si stinsero entrambi, la pioggia sembrava più leggera ora e i tuoni erano meno rumorosi.
Ora c'era il rumore che aveva dentro Harry che faceva da padrone.
« Non so cosa tu abbia, ma passerà.. »
Gli accarezzò i ricci bagnati mordendosi con forza il labbro inferiore per cercare, in qualche modo, di trattenere le lacrime alla vista di quel piccolo ragazzo che piangeva tra le sue braccia.
E allora lo strinse ancora di più, così forte che quasi gli fece mancare il respiro, e ad Harry piacque quell'abbraccio. Potè quasi sentirsi libero, al sicuro, pieno.
E le lacrime cessarono.
« Sembra che ti abbia lasciato il posto. »-sussurrò Zayn al suo orecchio accennando una lieve risata, dando anche uno sguardo alle nuvole scure nel cielo.
« Scusami, sono sembrato un bambino piagnucolone. »
Detto questo, Harry si staccò dal corpo di Zayn e si asciugò gli occhi portando lo sguardo su quello del ragazzo. Entrambi risero ma Zayn scosse il capo.
« Siamo tutti un po' bambini, e poi mi piace chi tira fuori questo lato di sè. Ormai sono tutti troppo
uguali. »
Alle sue parole, quasi gli parve di vedere del rossore sulle guance del riccio davanti ai suoi occhi. E così curvò le labbra da un lato e gli spettinò i capelli bagnati.
« Vai a casa e asciugati per bene. »-gli lasciò un bacio sullo zigomo dando una stretta ai suoi fianchi, e Harry si alzò di poco sulle punte per la piccola differenza di altezza che c'era tra loro. Cercava di aggrapparsi alla sua
ancora.
Dopo vari sguardi e piccoli sorrisi, Zayn cominciò a correre in mezzo alla strada vuota, e Harry rimase a guardarlo con il sorriso sulle labbra.
Ora si sentiva carico
.


Il mattino seguente il sole splendeva nel cielo azzurro. Fuori c'era ancora un vento freddo ma si stava bene, e Harry era già sveglio che accarezzava i capelli del suo migliore amico che ancora dormiva. Louis era un dormiglione.
Messo in quel modo sembrava un bambino; aveva le dita posate sulle labbra che formavano un labbruccio a causa della pressione della guancia contro il petto di Harry.
Lui era sveglio e aveva il cuore che batteva veloce, aveva sognato la serata passata con quel ragazzo, Zayn.
Aveva ripercorso le stesse emozioni e sembrava così reale che quella mattina ancora aveva il battito cardiaco accelerato e il respiro veloce. Poteva sentire persino il profumo di quel ragazzo.
« Lou, dai svegliati.. »-mormorò spostando alcune ciocche di capelli dal viso del ragazzo per guardarlo meglio. Sentì un movimento e così gli prese la mano e se la portò alle labbra cominciando a baciargli le dita lentamente.
Teneva lo sguardo fisso su di lui per vedere un suo sorriso o il rossore sulle sue guance a quelle azioni, ma ancora niente.
« Piccolo, non posso stare tutto il giorno qui. »-disse tra i baci che lasciava sulle sue dita, e finalmente vide il viso del ragazzo alzarsi verso il proprio.
Era troppo dolce la mattina e Harry non riusciva a resistergli. Aveva gli occhi leggermente più grandi, le guance rosse, i capelli stropicciati e la voce roca.
E poi si incollava a lui perchè voleva dormire.
« Buongiorno Haz. »-sussurrò accennando un sorriso a labbra chiuse tenendo gli occhi socchiusi, e giocò per un attimo con le labbra del riccio prima di riportare il capo sul suo petto.
« Giorno anche a te, dolciume. »-Harry lo spostò dall'altra parte del letto e gli fece una pernacchia rumorosa sul petto, scoppiando poi a ridere. Tenne le sue mani grandi sui fianchi di Louis e lo guardò sorridendo ampiamente, in modo che lui potesse giocare con le sue fossette-lo faceva sempre.
« Cosa vuoi per colazione? »-gli chiese Louis affondandò l'indice in una delle fossette per poi passare una mano tra i ricci arruffati.
« Un piccolo bacino e i cereali. »-si mise sù tenendo il peso sulle braccia e guardò Louis arrossire.
« Questa è una delle famose giornate dove sembro un bambino quando mi sveglio, vero? »-disse lasciandosi scappare una risata per poi appoggiare le mani sul petto di Harry, accarezzandogli la pelle sotto le dita.
« Tu sei sempre un bambino, ma stamattina non voglio trattenermi. E poi è già successo, è solo piccolo, mica grosso. »-il riccio scoppiò a ridere mentre si avvicinava al viso di Louis che ancora arrossiva per ogni sua parola detta.
Dopo una manciata di secondi le loro labbra erano attaccate, l'una sull'altra. Poi Harry, con l'intento di far impazzire Louis e di farlo arrossire, strofinò lentamente la punta della lingua sulle sue labbra sottili.
Un "Har" uscì dalle labbra del più grande prima di aggiungere anche lui la lingua a quel bacio per renderlo più passionale e intenso. Le sue piccole mani si perdevano tra i ricci spettinati di Harry, mentre lui spingeva le dita nel cuscino sotto il capo di Louis. Le loro lingue si rincorrevano, si accarezzavano, si intrecciavano e le loro mani si sfioravano e poi si stringevano.
Dopo quel bacio, Harry si staccò lentamente dalle sue labbra con il respiro e il battito cardiaco veloce. Lo stesso Louis, ma era messo peggio visto che guardava Harry con difficoltà, era in pieno imbarazzo.
« Ora i cereali. »-scese dal suo corpo e gli afferrò la mano per farlo scendere. Dopodiché andarono entrambi in cucina e Louis era di poche parole la mattina-specialmente quella mattina-quindi Harry si limitava a guardarlo e a stringergli la mano nel percorso.
Dopo aver fatto colazione, un pensiero fiorì nella mente di Harry.
Quell'accademia.
Voleva andarci ma senza di Louis, voleva stare da solo con quel ragazzo e scoprire qualcosa in più su di lui.
Ma non sapeva se andarci o no, era insicuro, ma allo stesso tempo moriva dalla voglia di rivederlo e di sorridere davvero, e persino di arrossire e di sentirsi in imbarazzo sotto il suo sguardo.
Però non voleva risultare uno stalker, e voleva di nuovo vederlo entrare nella panetteria come ieri sera.


Londra era grandissima e affascinante, in quel periodo molti turisti erano lì in viaggio e ora Harry era nella sua auto in cerca di quella famosa accademia. Era ansioso, non sapeva cosa avrebbe fatto se avrebbe trovato quel ragazzo.
Una volta arrivato al luogo, fermò l'auto lungo il marciapiede e uscì. L'accademia era bella grande e nel centro c'era una grande statua. Era tutto magnifico.
Si guardava intorno in cerca del ragazzo ma vide solo altri ragazzi più grandi di lui entrare all'interno dell'edificio, e anche molte altre ragazze.
"Stupido Harry, cosa sei venuto a fare qui." penso tra sè e sè mentre si incamminava di nuovo alla propria auto. C'era rimasto male, voleva incontrarlo, ma oggi non era lì.
Sarebbe ripassato.
« Harry? »-qualcuno lo chiamò e quel qualcuno aveva la voce di chi stava cercando.
Spalancò per un attimo gli occhi mentre apriva la portiera dell'auto, e poi si girò verso le sue spalle incontrando lo sguardo curioso del ragazzo di fronte a sè.
Indossava gli occhiali, una maglietta bianca con scollo a 'V' che lasciava intravedere un tatuaggio sul petto con un bacio nel mezzo e le ali ai lati, dei jeans stretti neri e ai piedi aveva un paio di stivaletti.
Harry cercò di regolare il proprio battito e il tremolio del suo corpo.
« Oh, hey Zayn. Che ci fai tu..qui? »-cercò di far finta di niente mentre giocava con il bigliettino che aveva nella tasca dei jeans.
« Ci "lavoro". »-gli rispose accennando una risata, mentre Harry sembrava spiazzato. Cos'era, un professore?
« Dai vieni a vedere, l'interno è molto meglio dell'esterno. »-lo tirò per la spalla e entrambi camminarono verso il portone dell'accademia.
Harry rideva solamente, era di poche parole ed era agitato. Zayn parlava continuamente di arte, di questa accademia, di cosa facevano i ragazzi lì, ma non disse niente di cosa faceva lui in quel posto.
« Qui si trova l'aula dove io "lavoro". »-mimò nuovamente le virgolette con le dita e aprì la porta facendo entrare per primo Harry.
Lui ispezionò la grande aula, c'erano i ragazzi già seduti in cerchio su dei sgabelli e davanti a loro c'erano dei cavalletti in legno con sopra delle tele. Avevano tutto l'occorrente su una piccola superficie accanto a loro, e sembrava che aspettassero solo Zayn.
« E cosa ci fai qui? »-finalmente gli chiese Harry senza imbarazzo, anzi, con curiosità.
Zayn guardò gli occhi di Harry con intensità e curvò le labbra in un sorriso malizioso mentre si dirigeva al centro della stanza, sfilandosi la maglietta. Harry rimase nuovamente spiazzato.
Il suo fisico era esile, i muscoli scolpiti, ed era pieno di tatuaggi. Aveva la pelle liscia e morbida.
Il riccio si appoggiò all'arcata della porta mentre Zayn si girò verso di lui sbottonandosi i jeans, entrambi mantenevano un contatto visivo.
Eppure, quegli occhi verdi attirarono tutti.
Quasi sembrò che i ragazzi presenti in quell'aula volessero cominciare a disegnare i due che si guardavano, invece di disegnarne solo uno.
Era come se si stessero guardando dentro, perchè in fondo Zayn sapeva cosa nascondeva Harry.
« Fammi indovinare, modello di nudo? »-domandò Harry puntando l'indice contro Zayn che si mise a ridere, annuendo con il capo.
« Ci sei arrivato, riccio. »-ormai era già in boxer e tutti aspettavano il professore, quindi si infilò un accappatoio bianca per coprirsi.
Si avvicinò ad Harry e appoggiò il gomito contro il muro, era una vicinanza estrema. Quegli occhi, i loro occhi sembravano delle calamite e Zayn si perdeva in quel verde così luminoso.
Così come Harry si perdeva in quel colore scuro degli occhi di Zayn, ed era fin troppo.
Allora sorrise senza muoversi, restò con la spalla contro l'arco della porta e tenne lo sguardo su quello del ragazzo.
« Quando stacchi? »-gli chiese Harry tenendo le braccia intrecciate al petto, inclinando leggermente il capo su di un lato fotografando il viso del ragazzo con la vista.
« Verso le 12.00, credo. Resti qui? »-Zayn posò una mano sul braccio di Harry accarezzandolo delicatamente fino al polso.
Stava quasi per sciogliersi a quelle attenzioni.
« Non qui, resto in giro, magari ci sono altri modelli. »-alzò entrambe le sopracciglia per poi scoppiare a ridere in una piacevole risata mostrando maggiormente le fossette che addolcirono il moro.
« Io sono quello più interessante, fidati. »-gli fece l'occhiolino e rientrò nell'aula posando le mani sull'accappatoio. Camminando verso il centro della stanza, un uomo alto dai capelli grigi e brizzolati entrò nell'aula, posò un registro sul bancone e con un cenno di mano indicò i boxer di Zayn.
A questo punto Harry sarebbe arrossito e sarebbe scappato via, ma restò lì, tanto era di spalle e c'erano i ragazzi davanti a lui.
Cosa fece Zayn? Sapendo che Harry si sentiva imbarazzato sotto il suo sguardo, allora si girò verso la porta dove c'era lui. Si sfilò di colpo i boxer lasciandoli cadere sul pavimento e si inumidì le labbra con la lingua, posando lo sguardo sugli occhi verdi del riccio.
"oh Dio, Zayn.." si sussurrò in mente scuotendo il capo e abbassando il viso sentendo le guance colorirsi di un rosso intenso.
Ottenuto ciò, Zayn si sedette sulla sedia posta davanti a lui e si curvò su se stesso posando il gomito del braccio sinistro sulla coscia dello stesso lato. Alzò il viso verso la finestra e i raggi solari gli illuminarono quel bel viso che aveva.
Harry moriva dalla voglia di essere uno di quei ragazzi, ma non era fatto per disegnare. Solo che voleva vedere quanto fossero belli i suoi occhi al sole.
Guardò con attenzione i ragazzi che erano concentrati sul telo e sul corpo di Zayn davanti ai loro occhi. Era una cosa pazzesca.
« Ragazzo, io lascio un attimo l'aula per fare colazione, il mio stomaco sta urlando aiuto. Resta tu da guardia. »-il professore diede una pacca violenta sulla spalla di Harry che annuì di colpo. Si toccò la spalla fulminando l'uomo con lo sguardo ed entrò nell'aula, chiudendo la porta alle proprie spalle.
Pensò di mettersi a dialogare con uno dei ragazzi, giusto per spezzare il silenzio, ma li vedeva tutti concentrati.
« E' sempre tutto così in questo posto? »-domandò ad alta voce camminando alle spalle dei ragazzi per guardare ciò che stavano disegnando.
« Sempre tutto così, il silenzio serve per concentrarsi. »-rispose una ragazza dai capelli lunghi che teneva lo sguardo sulla propria tela mentre disegnava accuratamente i dettagli del corpo di Zayn.
Harry si aggirava tra di loro guardando come muovevano la matita lungo il telo bianco e vide che ad alcuni il disegno riusciva bene e ad altri benino. Poi si trovò davanti a Zayn, alle spalle di un ragazzo che stava disegnando il suo sguardo, usavano anche dei pastelli a cera.
Tutti neri.
« Qualche volta dovresti venire anche tu a fare compagnia Zayn, sei bello alto e hai delle belle spalle. »-Harry si girò verso il ragazzo accanto a lui e gli sorrise, un po' imbarazzato dalle parole dette.
Poi guardò Zayn che gli fece un occhiolino.
Restò a guardarlo, chissà com'era stare al suo posto, seduto su una sedia e a stare fermo per ore. In compagnia, magari, la cosa sarebbe stata più divertente.
« Sarebbe un piacere. »


 

SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti, siamo al terzo capitolo.
Come vi sembra? Spero vi sia piaciuto anche questo
e di ricevere altre recensioni, negative o non.
Qui c'è stato un bel bacio tra Louis e Harry, questo
potrebbe cambiare le cose..ma non dalla parte del riccio.
Lui ormai sogna Zayn e spera sempre di incontrarlo ogni
giorno, ne è affascinato. Vuole sapere ogni cosa su di lui,
cercare di capire anche quale sia la sua debolezza e di asciugare
anche le sue lacrime.
Vuole esserci.
Spero che continuerete a leggere la storia, e ringrazio chi ha recensito
e chi ha letto i precedeni capitoli.
Alla prossima!

 

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Capitolo 4
*** cuore in tempesta ***


Erano le 11.53, Harry girava per i corridoi dell'accademia guardando come tutti disegnavano e prestavano attenzione ai professori.
Era una cosa nuova per lui.
Poi guardò l'orologio e vide che tra pochi minuti Zayn sarebbe potuto uscire dall'aula, quindi si recò nuovamente da lui.
Appena arrivò alla porta, vide che i ragazzi si stavano già ricomponendo per prepararsi ad uscire, e Zayn era di nuovo in accappatoio.
Chissà se sotto a quel tessuto bianco era ancora nudo o no.
« Allora, fatto un bel giretto? »-gli chiese Zayn sorridendo ampiamente mentre attorcigliava intorno al bacino la corda dell'accappatoio.
« E' tutto stupendo qui. »-annuì Harry guardando l'aula intorno a sè per poi sentire il suono rumoroso della campanella. « Voglio vedere come sono venuti i loro disegni. »
Allora Harry corse vicino ad una tela e guardò attentamente come era stato disegnando Zayn su essa, era molto bello. Poi guardò le altre tele e vide che alcuni avevano mancato i tatuaggi che aveva sul braccio.
« Eppure il tuo braccio è ricoperto di tatuaggi, e anche il tuo petto, com'è che non li hanno saputi disegnare? »-domandò Harry accarezzando il bordo di una tela sentendosi osservato da Zayn che si trovava al centro dell'aula.
« Perchè, cosa manca? »-domandò lui a sua volta guardando con attenzione il riccio, con un sorriso divertito sul volto.
Harry, non capendo il gioco di Zayn, gli rispose con ciò che gli passava per la testa.
« Beh, il tatuaggio che hai sul petto e alcuni tatuaggi sul braccio. Ma almeno quello sul petto doveva vedersi, anche la metà visto che avevi il... »-poco dopo capì che stava descrivendo il corpo del ragazzo quasi come se l'avesse avuto lui davanti per ore, e così si fermò alzando lo sguardo verso di lui.
Era in imbarazzo, o nella merda.
« Però le labbra le hanno disegnate davvero bene. »-sussurrò cercando di cambiare discorso, ma così era anche peggio.
Guardò nuovamente il telo camminando poi in cerchio verso gli altri, e Zayn ancora lo guardava.
« Ci sarai anche tu domani? »-domandò allora tenendo le braccia intrecciate al petto mentre guardava il riccio davanti ai suoi occhi, ispezionando il suo viso.
« Domani?! Quindi io domani dovrei farmi vedere nudo da una banda di sconosciuti e insieme a te? Non sono così sicuro o..che ne so! Nemmeno mia madre mi guarda tutto nudo. »-a quella parole, Zayn scoppiò a ridere provocando anche la risata di Harry.
« Non ti mangia nessuno, tranquillo. E se sei in imbarazzo perchè ci sono io, allora oggi passi l'intera giornata con me, così domani ci divertiamo. »-ecco che Harry arrosì di nuovo. Avrebbe dovuto passare la giornata insieme a lui e sicuramente non accettava un 'no' come risposta, e Harry voleva stare con lui.
E l'idea sembrava carina.
« Va bene, avverto gli altri, tu nel frattempo vestiti. »-Harry sfilò dalla tasca dei jeans il cellulare e chiamò per primo sua madre e poi Louis, raccontandogli quasi tutto. Poi, però, dovette interrompere la telefonata perchè Zayn era già lì che lo aspettava.
« Tieni, guidi tu. »-prese le chiavi dell'auto e si avvicinò a lui porgendogliele. Il moro le prese chiudendole in un pugno, poi appoggiò una mano sulla schiena di Harry accompagnandolo all'uscita insieme a lui.
Nel tragitto parlarono dei loro gusti musicali, di cosa facevano nella vita e dei sogni nel cassetto. Harry gli disse che amava la musica e le sfumature del blu, mentre Zayn amava disegnare. Harry sperava di diventare un cantante o magari di girare il mondo, andare a New York, Las Vegas, Sydney, e Zayn sperava di continuare a fare il modello di nudo visto che lo pagavano, e che quando andava alle mostre, c'era di solito anche un dipinto con lui raffigurato.
Tutto questo gli piaceva.
« E come mai vivi di sorrisi falsi? »-questa fu una domanda molto privata, e Harry si strinse nelle spalle guardando le proprie gambe.
Sentì l'auto fermarsi e alzò il viso verso il finestrino, guardò una viletta al di fuori.
Forse quella era casa sua.
« Hai toccato un tasto dolente. »-disse girando il viso verso Zayn guardandolo dritto negli occhi. In un modo gli stava chiedendo di dire qualcos'altro, mentre Zayn lo guardava sperando che lui gli rispondesse.
Poi, però, fece qualcosa di inaspettato.
Posò una mano sotto il mento di Harry e gli fece alzare il viso, poi lo spostò verso il lato destro e il lato sinistro. In modo delicato.
« Non hai tatuaggi? »-gli domandò togliendo la mano portandola sulla propria coscia.
Harry gli mostrò la stella che aveva sotto il braccio e la scritta che aveva sotto di essa: won't stop 'till we surrender.
Poi gli mostrò la piccola 'A' che stava per Anne, al centro della piegatura del braccio, e infine un "I can't change" sul polso esterno sempre sullo stesso braccio.
« E cosa significa quell' "io non posso cambiare"? »-gli chiese Zayn prendendogli la mano in modo da guardare il tatuaggio, poi si soffermò sulla formazione della sua mano.
« Che devono accettarmi tutti per come sono. »-rispose Harry alzando le spalle, ritirando poi la mano per aggiustarsi i ricci.
« Perchè, come sei? »-voleva tirare fuori di nuovo quell'Harry che aveva visto la sera prima, voleva rompere quel muro, spostare quella corazza, togliere quell'armatura.
« Zayn, per favore.. »-sussurrò Harry accennando un lieve sorriso mentre spostò il viso verso la villetta.
« Un mare in tempesta, un temporale, un disastro, l'arcobaleno dopo la pioggia? »-le sue ultime parole lo fecero sorridere ancora di più.
Era così bello trovare qualcuno che capisse al volo, ma lui non pensava di essere l'arcobaleno.
Dopo questo silenzio, uscirono entrambi dall'auto ed entrarono in casa. Era bella grande, mobili moderni, tutto pulito.
C'erano vari quadri sulle pareti e poi uno grosso dove mostrava il mare.
« Chiamo la pizzeria, tu fai come se fosse casa tua. »-Harry prese tutto alla lettera e, silenziosamente, salì le scale per vedere cos'altro c'era sul piano di sopra. Vide un graffito su una parete del corridoio, c'erano tante scritte e dei piccoli disegni.
Poi vide la porta aperta di una stanza piena di colori. Le pareti erano tutte colorate da schizzi di pittura gialla, rossa, arancione, blu, tutti i colori dell'arcobaleno. Poi c'era il letto sotto la finestra e una scrivania con tempere, pastelli, matite, pastelli a cera e fogli usati.
Harry, ormai incuriosito, entrò dentro e si avvicinò a quei fogli che erano sulla scrivania.
C'era uno che rappresentava una ragazza, sembrava proprio quella che aveva risposto ad Harry all'accademia.
Capelli lunghi, la matita dietro l'orecchio, un tatuaggio sul collo, un pennello tra le dita e la tela davanti ai suoi occhi. Zayn disegnava ogni dettaglio.
Poi c'erano persone nude e questo fece uscire un sospiro dalle labbra di Harry, chissà cosa ci faceva Zayn a disegnare persone nude, e chissà dove.
Poi qualcos'altro attirò la sua attenzione.
Erano un paio di occhi enormi, prendevano tutto lo spazio del foglio messo in orizzontale. Quegli occhi erano perfetti ma erano lucidi, stanchi, si poteva leggere la paura e l'insicurezza solo in quel disegno.
Poi sentì il suo cuore battere veloce e capì che quegli occhi erano i suoi, e Zayn li aveva disegnati. Si mise a cercare tra gli altri fogli e ne trovò un altro. Ancora lui, stavolta sotto la pioggia in ginocchio, il capo rivolto verso il basso e le dita tra i capelli bagnati.
Sembrava tutto così reale, Zayn disegnava così bene..
E poi ce n'era un altro dove rappresentava un sorriso perfetto e le fossette ai lati delle labbra, poi c'era metà viso disegnato in modo leggero.
Harry non smetteva di sorridere.
« Harry, le pizze! »
Non appena sentì i passi di Zayn nel corridoio, riposò tutti i fogli sulla scrivania e mise le mani in tasca stando al centro della stanza, si mise a guardare le pareti colorate.
« Harry, tutto ma non la mia stanza. »-Zayn lo guardò serio, non gli aveva mai dato quello sguardo. Sembrava quasi ferito o nervoso, agitato, mentre entrava in camera.
« E' bello qui, mi hanno colpito i colori sulle pareti e quindi volevo vedere da vicino. »-si inventò una buona scusa e sembrava sciolto mentre reggeva il suo sguardo.
Entrambi, poi, uscirono dalla stanza poco dopo e andarono a pranzare.
Durante il pranzo ci furono molte chiacchiere e risate: parlarono delle loro famiglie e dei loro amici, delle loro esperienze, dei primi baci, prime cotte, e Harry ormai aveva acquistato confidenza.
« Io sono bisex, mi piacciono sia le ragazze che i ragazzi, ma da quando ho conosciuto il mio migliore amico ho capito che qualcosa non andava. »-prese una pausa per bere un sorso di birra e appoggiò i gomiti sul tavolo tenendo il sorriso dolce sul viso. Poi continuò. « Sai, ha un paio di occhi del colore del cielo, e poi ha un culo che le ragazze invidiano. »-le sue parole fecero ridere entrambi, ma in Zayn c'era qualcosa che non andava.
Nella sua mente c'erano troppi pensieri, e quasi voleva accettarsi che ancora non si piacessero.
« E com'è andata a finire? »-gli chiese appoggiandosi alla sedia, picchiettando le dita sul tavolo.
« Gliel'ho detto, ma per non distruggere l'amicizia siamo rimasti amici. Ora è passato tutto, ma continuo a farlo arrossire di continuo e qualche volta gli rubo un bacio. Non riesco a resistere a lungo a qualche contatto visivo. »-Zayn gli sembrò di sentire solo l'ultima frase, quello lo incuriosì molto.
« Però con me ci riesci. »-gli disse curvando l'angolo destro delle labbra da un solo lato, fermando il movimento delle dita.
Harry entrò di nuovo in imbarazzo.
« Credimi, è più difficile reggere il tuo di sguardo che quello di Louis. »-disse così, con sicurezza, cercando di non mostrare il suo imbarazzo o di arrossire.
A quelle parole, Zayn si curvò sulla schiena adagiando gli avambracci sul tavolo. Lo guardò attentamente stando attento ad ogni cosa che poteva dire in quel momento.
« E perchè? »-domandò mordendosi più volte l'interno labbro osservando i lineamenti dolci del viso di Harry.
« Perchè tu è come se leggessi il mio sguardo, cioè..riesci a vedere cosa ho dentro e non so nemmeno come tu faccia. »-ecco che si ritrovò in imbarazzo. Chinò il viso verso il basso e prese a giocare con le dita delle sue mani con fare nervoso. 
« E ti dà fastidio? »-continuò a domandare Zayn stando fermo.
« A volte si, faccio di tutto per fingere che vada tutto bene, poi viene qualcuno che mi fa capire che non sto bene e devo smettere. Ma poi chiedo aiuto, troppe volte.. »-sussurrò le ultime parole girando il viso verso la finestra, rivolgendo il suo profilo perfetto a Zayn.
« E tutte quelle volte nessuno mi sente oppure nessuno lo capisce. E accumulo, accumulo, poi quando la sera piango noto che fuori piove. Questo mi fa sorridere, da piccolo mi faceva piangere. Odiavo il temporale, quando c'erano i tuoni scappavo nel letto di mia madre..ora invece mi metto seduto davanti alla finestra a fissare tutto. E poi conto fino al tre, il tuono insieme al fulmine mi uccidono l'anima. »-Harry continuava a guardare dritto verso la finestra. I suoi occhi erano ormai lucidi e una lacrima scivolò lungo il suo viso, ma lui non ci fece caso.
Zayn invece stette a guardarlo, osservò come quella piccola goccia rigò il suo viso e scese lungo il mento. Sentiva lo stesso dolore che stava sentendo ora Harry nel raccontare tutto quello. Lo aveva provato anche lui, ma grazie all'arte disegnava i suoi sentimenti su dei fogli di carta.
« Domani dovresti venire con me all'accademia, in quelle ore ti sentirai in un altro mondo. »-Zayn si alzò e si avvicinò ad Harry, poi lo fece alzare.
Avvolse le sue braccia intorno al suo bacino e lo strinse al proprio petto, mentre Harry ricambiò la stretta intrecciando le braccia intorno al suo collo. Annusò il suo dolce profumo e chiuse per un attimo gli occhi lasciandosi andare in quell'abbraccio e in quella stretta.
« E comunque anche a me piacciono sia le ragazze che i ragazzi, ma ovviamente vado più dietro ai ragazzi. »-sussurrò Zayn cercando di far ridere il ragazzo che aveva tra le sue braccia, e lui sorrise in modo spontaneo a quelle parole. Si sentì felice tutto d'un tratto.
Poi si sciolse l'abbraccio e Zayn stette a guardarlo.
« E stasera resti qui, l'accademia è lontana da dove abiti tu, così poi domani possiamo passare nella panetteria e mi fai conoscere i tuoi amici. »-per Harry tutto andava bene, così annuì frettolosamente ad ogni sua parola facendo ridere Zayn.


Erano le 22.50, Zayn e Harry erano entrambi sul divano che guardavano un film in tv.
Harry aveva il capo appoggiato sulle gambe di Zayn, e quasi non si addormentava alle carezze che gli faceva il ragazzo. Le sue dita scorrevano in modo lento tra i suoi ricci, e poi ne attorcigliava alcuni intorno all'indice.
Il moro restò a guardarlo, era più attento al viso di Harry che al film.
Era così dolce, la pelle morbida, gli occhi verdi, i capelli ricci, le fossette, quelle dita lunghe, le sue braccia non esageratamente muscolose.
E lui non vedeva l'ora di vedere il suo corpo privo di vestiti.
Di toccare quella pelle così da disegnarne i dettagli, e muovere la matita sul foglio quasi come se lo stesse accarezzando.
Harry, invece, voleva toccare quelle labbra anche solo con le dita. Le aveva toccate sul telo ma non da vicino.
Erano carnose e morbide, Zayn le mordeva molto spesso.
E voleva accarezzare la pelle tatuata, guardare da vicino quei tatuaggi e magari stampare-anche per gioco- un bacio proprio sulle labbra che aveva sul petto.
« Har, ci mettiamo a letto? Mi sta venendo sonno. »-mormorò Zayn fermando i movimenti della mano. Così Harry si alzò, si strofinò una mano sull'occhio destro, e accennò un dolce sorriso a labbra chiuse mentre seguiva il ragazzo verso il piano di sopra.
« Zayn, io posso anche dormire sul divano. »-gli disse quando entrarono in camera.
Ora quella stanza era illuminata dalla flebile luce della luna e dai lampioni lungo le strade.
Tutte quelle luci ricaddero sul profilo di Zayn, ed era uno spettacolo mozzafiato.
« Non ti mangio. »-lo assicurò Zayn ridacchiando, sfilandosi poi la maglietta. In pratica si tolse tutti i vestiti e infilò solo i pantaloni del pigiama, mentre poi Harry rimase solo vestito.
« Ecco io..dormo in boxer, ma visto che sono a casa tua potresti prestarmi un pigiama? »-stava già giocando con le proprie mani dietro la schiena e si torturava il labbro inferiore.
« Harry, fa come se fossi a casa tua. Ti ripeto, non ti mangio. »-detto questo, Zayn si mise a letto e lasciò lo spazio sotto la finestra ad Harry.
Harry cominciò a spogliarsi e posò i vestiti sulla poltrona davanti alla scrivania, poi si mise nel letto dal lato vuoto. Vide gli occhi di Zayn come erano illuminati dalla luce, e il battito cardiaco riprese ad accelerare.
Il moro gli coprì maggiormente il corpo con la coperta tirandola fin sopra alle sue spalle, poi avvolse un braccio intorno alla sua vita e sentì la pelle di Harry rabbrividire.
« Buonanotte, riccio. »-sussurrò al suo orecchio passando una mano tra i suoi ricci per farlo rilassare.
« Buonanotte, Zayn. »-chiuse gli occhi perdendosi in quelle carezze e subito cadde in un sonno profondo, mentre nella notte il moro stette a guardarlo e ad accarezzare ogni sua forma.


8.00 a.m
Zayn era già sveglio, mezz'ora prima era uscito per comprare la colazione e aveva posato tutto sul tavolo in cucina, ora era nel letto accanto ad Harry guardando come i raggi del sole mattutino gli accarezzavano il viso.
Aveva passato metà della notte a disegnare il suo volto mentre era posato sul cuscino, aveva scoperto il suo corpo per vedere come portava le ginocchia al petto e disegnò i ricci che gli ricadevano sulla fronte.
Disegnò il letto disfatto e la finestra che emanava la luce fioca della luna, era tutto un capolavoro.
A Zayn piaceva tutto di Harry proprio perchè era tutto da scoprire. Chissà come sarebbe andata la giornata di oggi.
Intorno alle 8.15 cominciò a svegliarlo, alle 9.00 dovevano presentarsi all'accademia.
Per fortuna Harry era un ragazzo che, se lo chiamavi durante il sonno, subito si svegliava. Specialmente se era quella nuova voce.
Quella di Zayn.
Tenne ancora gli occhi chiusi mentre si stiracchiava, e poi aprì gli occhi verso la finestra sopra di lui guardando il sole.
Poi si guardò intorno, quella era la stanza di Zayn, e poi guardò lui al suo fianco che stava guardando il soffitto.
« Buongiorno, Zay. »-sussurrò con voce roca mettendosi seduto. Si passò le mani sugli occhi per poi guardare il ragazzo che ora lo stava guardando con un sorriso dolce sul viso.
« Di sotto c'è la colazione e alle 9.00 dobbiamo essere lì. »-si mise seduto anche lui e si chinò verso la spalla di Harry, ci lasciò un bacio umido.
A quel contatto, entrambi rabbrividirono, sembrava una cosa troppo grossa. Zayn baciò la sua spalla quasi come se la pelle di Harry fosse una tela con la pittura ancora fresca su di essa, non voleva rovinarla.
Dopo un paio di minuti entrambi fecero colazione, poi per primo andò a lavarsi Harry e dopo di lui Zayn.
Harry rientrò in camera e indossò i vestiti del giorno precedente, poi si mise seduto sul letto guardando le pareti intorno a sè.
Aveva appena dormito a casa di un ragazzo che aveva conosciuto in due giorni, ma pareva di conoscerlo da una vita.
E poi gli vennero in mente i disegni, i suoi occhi, il suo sorriso.
E poi gli venne in mente il tocco di Zayn prima di addormentarsi.
Era tutto così perfetto, si trovava praticamente in un altro mondo.
« Harry, inizia a scendere! »-urlò Zayn dall'altra stanza. Lui si alzò dal letto e scese le scale appoggiandosi alla porta d'ingresso aspettando di vedere Zayn scendere le scale.
Verso le 9.50 erano già in strada camminando verso l'accademia che non era troppo lontana.
Ci furono alcune chiacchiere e domande tra cui "come hai dormito stanotte?" "che faremo oggi?"
Poi furono all'interno della grande scuola e ad Harry venne l'ansia. E se non fosse andato bene? Come si sarebbe dovuto mettere?
Erano queste le domande che gli frullavano in testa.
« Sono già tutti qui, bello. »-sussurrò a denti stretti Harry in modo che solo Zayn potesse sentirlo. Il professore lo presentò agli studenti e poi li fece indossare un accappatoio dopo che si erano entrambi spogliati.
Ora Zayn poteva vedere il corpo di Harry completamente privo di vestiti, e Harry poteva rivedere il corpo di Zayn e stargli più vicino.
Entrambi non si guardavano, erano al centro e il professore trascinò una superficie abbastanza alta al centro della stanza.
« Oggi il disegno sarà più complesso. Dovrete disegnare un abbraccio e trasmettere le emozioni che provate nel vederli tramite il disegno. Voglio emozionarmi solo nel guardare dei teli. E voi due dovete stare appiccicati, quasi da essere una cosa sola. »-a quelle parole entrambi annuirono, ma poi Harry arrossì violentemente.
Zayn salì sulla superficie, e una volta seduto, si sfilò l'accappatoio. Fece cenno con il capo ad Harry di salire mentre si copriva l'intimità con una mano.
Harry salì, notò le gambe di Zayn divaricarsi e si sentì osservato da tutti. Si sedette tra le sue gambe per poi farsi più vicino a lui posando le gambe ai lati dei suoi fianchi. Fu Zayn a sfilargli l'accappatoio, e finalmente vide il suo petto scoperto.
« Dai su, abbraccio. »-disse il professore dalla cattedra.
« Vieni. »-sussurrò Zayn appoggiando le mani sui suoi fianchi. Poi, con delicatezza, lo fece sedere sulle proprie cosce incrociando le gambe.
Harry non ci stava capendo più niente, a quel contattò sembrò girargli la testa.
Il suo corpo era comandato da Zayn.
« Sei comodo? »-sussurrò piano contro il viso del riccio che annuì velocemente alle sue parole. « Stai tranquillo. »
Zayn gli fece appoggiare la guancia sulla sua spalla, e Harry, a sua volta, portò una mano sulla sua nuca stando ben stretto al suo corpo, e poi strinse le gambe intorno al suo bacino.
Le braccia di Zayn lo stringevano forte a sè come se non lo avrebbe lasciato più andare, e dovevano restare in quella posizione fino alle 12.00.
I ragazzi avevano già cominciato a disegnare.

 

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Capitolo 5
*** damn you ***


Era già passata un'ora e i due erano rimasti in quella posizione per interi minuti.
Continuavano a stringersi, e di tanto in tanto Harry muoveva le punte delle dita sulla nuca di Zayn. Stessa cosa che faceva quest'ultimo, tenendo le mani sulla sua schiena.
Erano nudi e stretti tra di loro, per entrambi era una sensazione bellissima.
Harry sembrava un bambino messo in quella posizione, sembrava quasi che Zayn lo stesse proteggendo. Come se lui fosse la sua corazza.
Ma avevano entrambi l'esigenza di guardarsi negli occhi e di restare fermi così fin quando non si sentiva il suono della campanella.
Zayn aveva il bisogno di vedere il rossore sulle guance di Harry mentre lo guardava, e Harry aveva l'esigenza di perdersi nello sguardo di Zayn.
« Zayn, stai bene? »-sussurrò con un filo di voce Harry, soffiando sul collo del ragazzo.
A quel contatto, Zayn rabbrividì e strinse maggiormente le braccia intorno alla sua schiena.
« Più che bene. »-mormorò mentre teneva la guancia appoggiata sulla fronte di Harry.
Lui sorrise per un attimo e poi dopo ritornò serio visto che gli studenti stavano disegnando ancora.
Era tutto così silenzioso, a volte si sentivano matite cadere sul pavimento o qualche lamento.
Però c'era qualcosa che sentiva, un qualcosa di bello che veniva all'interno dei loro corpi.
Il battito del cuore.
Era così forte e accelerato.
I loro petti erano attaccati, erano un tutt'uno.
Sembrava quasi che, a momenti, Harry avrebbe spostato il viso di Zayn verso il proprio e avrebbe cominciato a baciarlo. Poi sarebbero finiti per fare l'amore.
Questo fu un piccolo film mentale che fece Harry, non sapeva nemmeno il motivo ma era bello da immaginare.

Dopo un po', entrambi cominciarono a sentire la stanchezza. Erano ormai da troppo tempo immobili su quel piano scomodo.
Per fortuna tra un paio di minuti avrebbero staccato.
Però Zayn strinse ancora più forte il corpo di Harry al suo e quest'ultimo strinse con maggiore forza le gambe intorno al suo bacino.
Non volevano staccarsi.
« Potete cominciare a prepararvi, tra cinque minuti si esce. »-disse il professore uscendo già dall'aula.
Gli studenti continuarono a disegnare i due ragazzi al centro della stanza. Sistemarono i dettagli, lo sfondo, il ripiano, poi sistemarono il loro occorrente.
Zayn spostò il viso su entrambi i lati e poi guardò Harry mentre allentava la presa delle braccia intorno al suo corpo.
Notò che aveva gli occhi chiusi.

« Harry, dormi? »-sussurrò con un filo di voce spostando una mano tra l'ammasso di ricci.
La campanella suonò e quel suono fece riaprire i suoi occhi.
« Mi ero rilassato per un attimo. »-mormorò con voce roca abbassando il braccio che teneva alzato per quattro ore.
Non si staccarono per un attimo, l'aula era già vuota. Zayn era rimasto immobile a guardare il viso di Harry, mentre lui si strofinava l'occhio destro.
« Peso? »-gli domandò riappoggiando la guancia sulla sua spalla e, finalmente, potè guardare i suoi occhi color nocciola.
« Per niente. »-Zayn gli sorrise in modo dolce mentre spostava i riccioli posati sulla sua fronte. Lo stava trattando come un bambino in quel momento e ad Harry piacevano le sue attenzioni.
Appoggiò le sue dita sul petto tatuato del moro e glielo accarezzò lentamente, la sua pelle era morbida e liscia.
Poi Zayn lo colse di sopresa.
Adagiò una mano sul suo fondoschiena e cominciò ad accarezzare la sua coscia partendo da una natica. A quel contatto entrambi si morsero le rispettive labbra.
Harry sentì di nuovo la testa girare, proprio come prima. Smise di muovere le dita sul suo petto e si lasciò andare a quelle carezze.
Poi il moro distese le gambe e fece mettere il ragazzo dritto sulla schiena, posando anche l'altra mano sulla sua natica.
« Dimmi dove vuoi arrivare. »-disse Harry posando le ginocchia sulla superificie sotto di loro, lasciandosi scappare una leggera risata.
Adagiò poi le mani sulle sue spalle e allora Zayn sorrise.
« Ti sto solo accarezzando, devo muovere le mani. »-fece una smorfia per poi salire con le mani lungo tutta la schiena di Harry.
Si sarebbero baciati proprio in quel momento.
L'atmosfera c'era.
I loro cuori battevano all'unisono, le gambe di Harry tremavano sotto il suo tocco, Zayn esplorava il suo corpo con le mani e poi con lo sguardo.
« Quattro capezzoli, questa si che è arte. »
Entrambi scoppiarono a ridere e Harry arrossì.
« E' meglio se ci rivestiamo. »-disse avvicinandosi al viso di Zayn per lasciare un piccolo bacio sulla sua fronte. Poi si guardò intorno, era imbarazzato. Se si sarebbe alzato, Zayn lo avrebbe visto completamente nudo.
« Zayn, potresti chiudere gli occhi? »-sussurrò mordicchiandosi il labbro inferiore fino a quando il moro non li chiuse.
Si alzò dalle sue gambe e scese dalla superficie rettangolare, infilò l'accappatoio e poi si mise dinnanzi a una tela.
Nel mentre Zayn si infilò l'accappatoio e raggiunse Harry.
Entrambi guardarono ogni dettaglio del disegno.
Erano davvero così li sopra?
Sembravano due persone che si proteggevano in un abbraccio. Due persone innamorate. Due persone che avevano appena finito di fare l'amore.
Su quella tela si riusciva a vedere la forza che aveva Zayn mentre stringeva Harry. Lui sembrava un bambino invece.
« Siamo noi quelli? »-Harry era rimasto di stucco mentre osservava il disegno.
Poi Zayn lo abbracciò da dietro e lasciò un bacio umido sulla parte scoperta del suo collo.
« Si, siamo noi. »-sussurrò appoggiando il mento sulla spalla del riccio, rimase anche lui a guardare il disegno.
Harry adagiò le mani su quelle di Zayn e sorrise mostrando le fossette, quel disegno gli piaceva così tanto.
« Zayn, andiamo a casa? »-sussurrò piano girando leggermente il viso per guardare il ragazzo.
« E la panetteria? »-domandò il moro guardando dolcemente il suo viso, poi si soffermò sulle sue labbra piccole e arrossate.
« Ci andiamo nel pomeriggio. »

-----

Ormai a casa, entrambi si rifugiarono nella camera di Zayn. Lui gli fece vedere alcuni dei suoi disegni ma non quelli che fece quella notte, e non gli altri che vide Harry.
Non voleva sapesse che lo aveva disegnato dal primo giorno.
Poi si misero a parlare mentre si guardavano negli occhi.
Erano già passati due giorni stando con Zayn, passarono molto velocemente e Harry non voleva ritornare a casa. Gli sarebbe mancato dormire abbracciato a qualcuno, il sentirsi protetto durante la notte, i sorrisi veri, le emozioni forti, gli occhi di Zayn, la sua voce, le sue carezze, la sua risata.
E poi aveva paura di non rivederlo più.
« Sai, non voglio tornare a casa. »-disse appoggiando il capo al muro dando il profilo del suo viso a Zayn.
Lui sorrise.
« Sto bene qui, ha tutto un altro odore, è tutto una nuova esperienza. Era da tanto che non provavo più questo, lì è sempre tutto monotono e spento. La mattina in panetteria, i complimenti, gli amici nel pomeriggio, mamma e Gemma, le notti insonne, la solitudine. »-sussurrò piano giocando con le proprie dita mentre guardava il soffitto attentamente.
Zayn gli afferrò la mano e gli sorrise, quelle parole gli toccarono il cuore.
« Per me è bello averti qui. »-sussurrò a sua volta accarezzandogli la mano. Harry, a quel punto, girò il viso verso di lui e lo guardò negli occhi sorridendo in modo dolce. Non si dissero più niente, si avvicinarono solamente.
Poi si ritrovarono nella stessa posizione che avevano usato quella mattina.
Il tutto ora era più calmo, più intenso, più emozionante e rilassante. Le dita di Harry scorrevano lentamente tra i capelli di Zayn, lui teneva le mani sotto la sua maglietta per accarezzargli ancora la pelle nuda.
« Non vedo l'ora che sia domani. »-sussurrò Harry con un sorriso da ebete sul viso.
« Ci sarai anche domani? »-chiese Zayn cominciando a sorridere, alzando man mano la maglietta di Harry fino a scoprirgli il petto.
« Si, voglio esserci. »-lo aiutò a sfilare la maglia e la gettò stesso lui sul pavimento.
« Possiamo sempre provare il momento. »-mormorò Zayn posando entrambe le sue mani sul petto liscio di Harry.
A quel tocco, lui rabbrividì sentendo il cuore perdere un battito alle sue parole.
Si sarebbe ritrovato ancora una volta senza vestiti di fronte a Zayn e stavolta non sapeva come sarebbe andata a finire.
Ma entrambi si aiutarono a togliersi i vestiti.
Non ci furono baci sulle labbra, e tantomeno sul collo. Si tolsero solo i vestiti e l'intimo che indossavano. Poi si misero in mezzo al letto rimettendosi nella stessa posizione di quella mattina. Questa volta, uno appoggiò la fronte contro quella dell'altro e le mani di Zayn erano ferme sui fianchi di Harry.
Sorridevano entrambi ed erano entrambi uno spettacolo.
« Dio, sei così dolce.. »-sussurrò il moro guardando i lineamenti del viso di Harry, portando poi una mano tra i ricci spettinati.
Harry pensò che lui volesse baciarlo, e nel frattempo arrossì.
« E tu sei così bello, Zayn. »-sussurrò Harry posando entrambe le mani sulla nuca del ragazzo.
Restarono fermi così, a guardarsi.
Erano nudi e di nuovo appiccicati.
Avrebbero scelto loro quale fosse stata la durata di quell'"abbraccio", ma sarebbero rimasti così per un lungo tempo.
Ormai il silenzio faceva da padrone, loro due si guardavano soltanto.
Poi fu Harry ad avvicinarsi, e senza pensarci passò la punta della lingua lungo il labbro inferiore di Zayn.
Lo colse nuovamente di sorpresa.
Zayn subito appoggiò le sue labbra su quelle di Harry senza esitare, cominciarono a baciarsi in modo dolce e lento con intensità e passione.
Muovevano entrambi le labbra assecondando uno i movimenti dell'altro, le loro mani erano ferme tra i loro capelli e le dita stringevano alcune ciocche di essi.
Poi Zayn si sporse maggiormente contro il corpo di Harry andando a posare le mani alla base della sua schiena. Passarono a baciarsi con la lingua ma senza foga, si assaporavano con dolcezza e lentezza.
Harry sembrava quasi senza forze: aveva il battito accelerato, il respiro già affannato, e premeva le dita contro la guancia di Zayn mentre teneva le sopracciglia contratte.
Non ci stava capendo più niente.
Se l'arte era un altro mondo, questo cos'era?
Il moro poi si mise sul corpo del più piccolo senza staccarsi da quelle piccole labbra. Una sua mano scivolò dal suo petto fino alla gamba destra, e la alzò posandola sul proprio fianco.
Fu Harry, però, a staccarsi.
Doveva mettere in funzione il cervello e la situazione gli stava scappando di mano.
« Zayn.. »-sussurrò con voce roca passando delicatamente le dita lungo il viso del ragazzo, stando a pochi centimetri dalle sue labbra arrossate.
« Stai calmo. »-mormorò lui passando la mano libera tra i suoi ricci, guardando attentamente quegli occhi verdi che erano illuminati dalla luce debole del sole.
« Non volevo fermarti, è solo che non sono mai arrivato a questo punto.. »-cominciò ad arrossire e quasi non gli vennero le lacrime agli occhi. Si sentì stupido, aveva paura di aver rovinato tutto e che ora Zayn si sarebbe rivestito e avrebbe evitato di donargli tutte quelle attenzioni.
« Non ti farò male, raggio di sole.. »-sussurrò Zayn accarezzandogli lo zigomo con il pollice in modo lento e dolce.
I loro cuori ripresero a battere all'impazzata e non fecero altro che sorridere entrambi, per poi riprendere a baciarsi con più passione di prima.
Questo, era per loro, essere una cosa sola.

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Capitolo 6
*** pensieri. ***


Due corpi stretti in un abbraccio, una sola anima, i baci, la passione, la dolcezza, l'amore.
I sorrisi, i sospiri, i respiri.
Un altro mondo al di fuori di questo, unico, protettivo, rassicurante, in pace, tranquillo.
Era tutto perfetto sotto quelle lenzuola, sotto a quei tocchi unici, quel dolce profumo.
Una cosa sola.
Stomaco sottosopra, battito cardiaco accelerato, respiro affannato, gambe strette al suo bacino per non farlo andare via, dita strette tra le sue, occhi che sembravano calamite, labbra dolci, due anime che sorridevano e si curavano.
Era meglio di tutto il resto.
La sensazione migliore fu quando entrambi arrivarono insieme al piacere più intenso e irresistibile.
E poi le carezze, i corpi che tremavano, il respiro forte, le guance rosse, i sorrisi sul viso, gli occhi che sorridevano.
Dovevano disegnarli ora quei due, era questo che sarebbe stato complesso.
Poi ci fu il silenzio, tutto tornò normale.
Entrambi giocavano con le loro dita, le intrecciavano, le baciavano, e si baciavano le labbra più volte in modo dolce.
« Voglio restare così per sempre. »-sussurrò il più piccolo mentre accarezzava la schiena umida del moro con cura e delicatezza.
Lui non gli rispose, semplicemente alzò il viso verso di lui e gli baciò ancora le labbra.
« Sei stato bravo. »-gli disse lasciandosi sfuggire una piccola risata mentre si sdraiava su di un fianco per guardarlo meglio.
Harry arrossì a causa di quelle parole, quella fu la sua prima volta e si sentì quasi come se Zayn fosse il suo primo amore.
Sensazioni che mai aveva provato prima, nemmeno con il suo migliore amico.
Forse era per quel tocco che aveva, per quelle labbra morbide e carnose, per quegli occhi, per quella sicurezza e protezione che nessuno riusciva più a dargli.
Sarà perchè aveva trovato un mondo che amava come amava la musica, ma su questo mondo c'erano solo lui e Zayn.
« Dovevo portarti alla panetteria. »
« Ci andiamo domani. »
« Non voglio farti stare sempre con me, Harry. Lì c'è la tua famiglia e i tuoi amici che ti vogliono vedere. Non sanno nemmeno di me. »-a quel punto gli si creò un nodo nello stomaco e persino in gola. Si sentì stretto e l'unica cosa che uscì dalle sue labbra fu un sospiro rumoroso e triste.
Non voleva andare via, si sarebbe sentito male a non svegliarsi con il profumo del ragazzo addosso stando stretto al suo corpo, gli sarebbe mancata quell'aria pulita.
« Ma domani devo venire con te.. »-mormorò mettendosi seduto sul letto e si passò le mani tra i ricci umidi, deglutì in modo silenzioso mentre fissava il lenzuolo che gli copriva il bacino.
« Domani mattina starai con me. »-Zayn gli accarezzò la schiena con le dita e poi sospirò mettendosi seduto dietro di lui. Avvolse le sue esili braccia intorno alla vita del ragazzo e appoggiò la guancia contro la sua schiena calda.
« Almeno stanotte, non lasciarmi al buio da solo. »-una goccia caddè sul lenzuolo bianco e da lì si formò una piccola macchia. Harry si asciugò gli occhi e tirò su con il naso scuotendo il capo, si sentì di nuovo uno stupido.
« Domani ti riporto a casa. »-Zayn lo strinse ancora di più, voleva sentire ancora il legame tra il suo cuore e quello di Harry, sembrava che ora ci fosse un muro tra di loro e voleva abbatterlo. Allora continuò a stringerlo per riempire quel vuoto che portavano dentro entrambi, e cominciò a lasciare dei baci dolci sulla pelle candida del ragazzo mentre gli stringeva con forza le mani grandi.
Harry si sentì di nuovo bene e riprese a sorridere come un bambino.
Passarono tutta la giornata in quel letto ad abbracciarsi, a raccontare pezzi della loro vita, a scherzare, a ridere, a giocare, a baciarsi, a coccolarsi, a immaginare cosa sarebbe successo l'indomani, a passare alcuni minuti fermi in silenzio per guardarsi negli occhi.

8.00 a.m
Harry era in bagno a guardarsi allo specchio. Vide che sul suo collo c'era una piccola macchia violacea e questa era presente anche accanto al suo capezzolo.
« Quella si che è arte. »-Zayn era sotto l'arco della porta che lo guardava mentre si toccava le macchie presenti sulla pelle. Poi si misero a ridere entrambi e Harry fece una smorfia.
« Mi hai lasciato due succhiotti, ora come faccio a coprirli? »-domandò riguardando il suo riflesso allo specchio mentre Zayn gli si avvicinò dietro.
« Li vuoi coprire solo perchè poi ti imbarazzi a farti vedere così davanti a quei ragazzi. »-avvolse le braccia intorno al suo bacino e gli sorrise in modo dolce mentre lo guardava dallo specchio.
« Ecco, però ne vorrei altri. »-Harry annuì curvando l'angolo destro delle labbra da un solo lato, andando ad appoggiare le sue mani su quelle di Zayn.
« E' già troppo che te ne abbia lasciati due, la tua pelle è da accarezzare e da baciare. »-sussurrò queste parole mentre gli baciava dolcemente un lato del collo. Harry arrossì e abbassò lo sguardo rabbrividendo a quei baci mentre accarezzava le dita del ragazzo.
« Doveva venire quel brutto temporale per far sì che ci incontrassimo? »-sussurrò piano girandosi verso di lui lentamente e appoggiò timidamente le mani sul suo petto coperto dal tessuto nero.
« Io sono un supereroe, stavi urlando aiuto e io sono stato l'unico capace a sentirti. »-Zayn rise alle sue stesse parole appoggiando le sue mani sul bordo del lavandino dietro di Harry.
« Allora, supereroe, se ti ospito a casa mia? Ti ho già detto che camera mia è pura arte. »
« Oh giusto, il tuo disordine è arte, me l'hai già detto. »
« Stronzo! »-Harry gli colpì scherzosamente la spalla con un pugno mentre rideva insieme a lui.
« Sono curioso di vedere le sfumature di blu che hai in camera tua..quindi si, mi piacerebbe molto. »-annuì sorridendo ampiamente stampando un veloce bacio sulle labbra di Harry. Poi entrambi si staccarono e cominciarono a scendere le scale tenendosi per mano.
« Magari ti faccio conoscere anche Liam e Louis. »-disse Harry aprendo la porta. Poi notò che Zayn non era più al suo fianco, e la sua mano era vuota.
Lui era fermo immobile guardando la porta di casa, poi guardò Harry cercando di trovare di nuovo quella tranquillità.
La sua mente si era affollata dagli improvvisi pensieri negativi e l'ansia si prese gioco del suo corpo.
« Io e Louis siam...Zayn, io e Louis siamo solo migliori amici. »-richiuse la porta alle proprie spalle e si avvicinò al ragazzo che fece un passo all'indietro.
Harry non capì e si stava facendo abbracciare dalla paura.
« Mi hai detto che tu gli rubi qualche bacio ogni tanto, che ami vederlo arrossire, accarezzarlo, i suoi occhioni azzurri al mattino. Lui è stato la tua prima cotta. »
« E' stato, ora non lo è più. E non farò mai più questo, io ho baciato te, la mia prima volta sei stato tu, tu sei il mio primo amore, lui è stato la mia prima cotta. Non era nemmeno quello che siamo noi, e sai che siamo qualcosa di grande. »-Harry cercò di calmarlo e man mano si avvicinava a lui. Adagiò una mano sulla sua guancia e lesse la paura, la tristezza, l'ansia tutto nei suoi occhi.
« Non dovrei nemmeno fare queste scenate. »-sussurrò piano Zayn andando a sfiorare con le dita la piccola macchia presente sul collo di Harry, voleva dire "tu sei mio e l'ho "scritto" sulla tua pelle."
« Va tutto bene. »-Harry gli accarezzò il braccio e poi lasciò un piccolo bacio sulle sue labbra carnose, sorridendo un attimo dopo.
Zayn gli riprese la mano e pochi vari minuti uscirono di casa.
Il tempo era strano, in cielo erano presenti nuvole scure e il sole entrava e poi si nascondeva. Si sperava solo che non piovesse, o almeno loro due lo speravano.
Harry cominciò già a sospirare, gli piaceva la pioggia ma poi in quei giorni si metteva a riflettere.
Pensò alla giornata per tutto il tratto fino ad arrivare all'accademia.
Entrarono in aula ma stavolta il professore scelse di far disegnare solo Harry. Quindi Zayn si mise a sedere accanto a uno dei ragazzi tenendo la tela di fronte a sè, voleva anche lui disegnare Harry.
Lui, però, non era pronto.
I pensieri lo stavano mangiando vivo, sentiva il cuore battere forte, e poi si tolse quell'accappatoio bianco mettendosi seduto sulla sedia al centro della stanza. Diede uno sguardo agli occhi di Zayn, quasi si erano parlati per quel secondo.
Poi si chinò sulla schiena verso il basso e guardò il pavimento senza colore sotto i suoi piedi.
Tutti avevano iniziato già a disegnare, mentre alcuni ricci gli penzolavano davanti agli occhi. Questo lo fece ridere, ma poi ritornò serio.
Pensò a quanto sarebbe stato stancante stare in quella posizione per lunghe ore e stare attento a non fare movimenti.
Però era curioso di vedere come l'avrebbe disegnato Zayn.


Dopo due ore, Harry cominciò a stancarsi. Tantochè a volte si dondolava su se stesso per cercare di muovere un po' la schiena, ma niente.
Stette ancora fermo ad ascoltare il silenzio, poi però sentì qualche altra cosa. Il rumore della pioggia.
Le sue labbra si curvarono in un lieve sorriso, nella sua mente fiorì il ricordo di quando conobbe Zayn e si abbracciarono forte sotto la pioggia. Poi pensò ai loro baci, al pomeriggio più bello della sua vita, a quelle emozioni nuove.
E questo portò a fargli pensare anche cose negative.
Iniziò a pensare che tutto questo fosse solo un illusione, che loro due non fossero niente, che quei baci non contassero niente, nemmeno quelle parole e quelle carezze. Iniziò a pensare a quando avrebbe ripassato le notti da solo e sarebbe ritornato in panetteria stando lontano da lui, iniziò a pensare a Zayn con qualcun altro/altra che potesse dargli di più.
I suoi pugni si strinsero d'impulso e in quell'attimo voleva solo rompere i vetri presenti in quella stanza.
Non voleva essere illuso, e nemmeno abbandonato.
Il respiro si fece veloce e chiuse gli occhi cercando di calmarsi, ma tutto ciò che fece fu scuotere la testa e far cadere una lacrima sul pavimento. Sperava che nessuno vedesse quella scena, ma si sentiva osservato specialmente da una persona.
Da Zayn.
E allora cercò di resistere, di ritirare le lacrime, di ripensare ai momenti felici, ma c'era sempre qualcosa che rimbombava nella sua testa e distruggeva tutto.
La paura.


Restò così fin quando non suonò la campanella, poi il primo ad alzarsi da quella sedia fu lui.
Si stiracchiò le ossa e prese l'accappatoio sul pavimento, la indossò.
Non guardò Zayn.
Dopo tutta questa "sofferenza", la paura e l'ansia, la rabbia prese gioco di lui.
Questo apparteneva al suo carattere.
Pensava che la rabbia potesse proteggerlo e mandare via le persone per non soffrire, per non illudersi, e visto che non aveva certezze allora in quel momento decise di reagire in quel modo.
Ma sapeva che non riusciva a resistere a quegli occhi dolci.
Uscì dall'aula camminando verso il bagno dell'edificio, entrò al suo interno sbattendo la porta alle sue spalle e si avvicinò ai vestiti che aveva appoggiato su una panchina, una di quelle che si trovano negli spogliatoi.
« Vaffanculo. »-mormorò stringendo con forza i denti mentre infilava velocemente i boxer e i jeans.
Voleva andare a casa e stare sul suo letto fino a quando la sera non calava.
« Harry? »-sentì la voce di Zayn vicina e percepì la sua presenza nella stanza.
Non gli diede ascolto.
Si sfilò del tutto l'accappatoio e indossò anche la maglietta bianca, poi si sedette sulla panchina per infilare le all star bianche.
Zayn lo guardò con un espressione interrogativa, poi si ricordò di ciò che successe in aula e della pioggia.
« Harry, è solo pioggia. »-sussurrò avvicinandosi al piccolo che si allacciava le scarpe ai piedi con velocità.
« Fortunatamente i miei pensieri non li leggi. »
Gli rispose mettendosi in piedi dandogli uno sguardo veloce, poi si avvicinò ad uno specchio presente nella stanza per aggiustarsi i ricci.
Evitarlo era anche peggio.
« Non ti faccio uscire da qui fin quando non mi dici cosa ti prende. »
Allora chiuse la porta principale del bagno e si avvicinò adHarry guardandolo attentamente negli occhi.
Acquistò un espressione arrabbiata, delusa, un mix di emozioni non buone.
Si torturò il labbro inferiore più volte a causa del nervosismo mentre teneva stretta la mano destra in un pugno.
Harry non si spaventò, anzi rise.
« Vorresti spaventarmi così? Vorresti tirare fuori il tuo lato da ragazzo cattivo e farmi fuori? »-Zayn non sapeva di cosa stesse parlando Harry, e allora si innervosì ancora di più al tal punto di afferrare i suoi polsi con forza e appoggiare la sua schiena contro il muro.
« Cosa cavolo stai pensando, Harry? Perchè stavi piangendo? »-gli domandò ad alta voce guardando dritto negli occhi il ragazzo.
« Spero che tu non parli di me agli altri e dica che piango solamente quando piove. Che ragazzo strano, vero? Cosa vuoi fare con uno come me? Tanto so già come finirà tutta questa storia. »-lasciò la sua presa con rabbia e camminò a passo svelto verso la porta del bagno, cercò invano di aprirla.
Zayn lo seguì e lo riprese per i polsi per guardare ancora i suoi occhi, voleva capire i suoi pensieri.
« Tu non piangi perchè fuori piove, me l'hai detto tu. Piangi a causa dei pensieri che hai in mente e questo l'ho capito, e sto cercando di capire a cosa stai pensando e credo che io c'entri in tutto questo. Che pensi su di me, su noi? »-a quelle parole, Harry sembrò calmarsi.
Zayn appoggiò la fronte contro la sua tenendo lo sguardo fisso sui suoi occhi, e sperò solo di baciarlo e di stringerlo come quella mattina o il pomeriggio prima.
« Non posso dirlo, non ora. Magari stasera. »
Il ragazzo gli lasciò i polsi e aprì la porta del bagno per uscire insieme a lui. In silenzio, uscirono dall'accademia e si misero in auto. Era ora di ritornare a Holmes Chapel.
Zayn ormai era nervoso, Harry non si capiva.
Era un mix di emozioni tutte diverse.
Appena arrivarono fuori alla panetteria, uscirono dall'auto e si guardarono intorno.
« Dai bel riccio, indossa il sorriso finto e entra. »
Quelle parole colpirono il cuore di Harry.
Non aveva mai visto quella parte di Zayn e non sapeva perchè ora si stesse comportando così, ma si diede le colpe. Entrò nella panetteria e già vide Liam e Louis allo stesso posto di sempre.
Salutò tutte le persone presenti lì e poi presentò anche Zayn come suo "amico".
« Allora Harry, ti è piaciuto farti disegnare il pene? »-disse Louis provocando la risata di Liam e persino quella di Zayn che fissava il ragazzo dietro al bancone.
Harry non rise, anzi guardò Louis scuotendo il capo.
Era deluso, arrabbiato, nervoso e triste allo stesso momento.
« Il mio cazzo era coperto, per fortuna. »
« Che termini. »-fu Liam a dirlo e ciò fece ridere Louis ancora di più.
In quel momento Harry voleva solo spaccare la faccia a qualcuno, e se Louis non avrebbe finito di ridere e di fare battutaccie, l'avrebbe preso a pugni.
« Allora Louis, sei fidanzato? »-domandò Zayn accarezzandosi l'accenno di barba sulla mascella mentre guardava fisso gli occhi azzurri del ragazzo di fronte a lui.
« No, sono single. »-Louis rispose con un po' di timidezza, oltre a non reggere lo sguardo di Harry, si accorse di non reggere nemmeno quello di Zayn.
« Non riesco a restare, io torno a casa che non sto molto bene. Zio, resti tu? »
Si sentì la voce di Harry parlare con suo zio dal retro della panetteria e poco dopo uscì con gli occhi rossi. Si sfilò il grembiulino bianco e non guardò nemmeno i ragazzi seduti al tavolino. Aveva sentito le loro parole e aveva pensato che Zayn ci avrebbe provato con Louis.
« Harry, dove vai? »
« Vado a casa mia, e se vuoi venire allora fattelo dire dal mio migliore amico, oppure ritorna a casa. Fai come ti pare. »-rispose così a Zayn mentre usciva frettolosamente dalla panetteria.
La sua voce era spezzata dalle lacrime e si strinse nella giacca camminando a passo svelto verso casa sua.
Stava male, si sentiva perso, vuoto, era caduto nel tunnel della paura, dell'ansia, della solitudine. Si era perso tra i suoi pensieri e aveva creduto a ciò che c'era nella sua testa.
Lì dentro c'erano cose che non erano vere, erano solo frutto della sua immaginazione.
E tutto questo deriva da quella paura che aveva preso gioco di lui per tutto il corso della mattinata.
Una volta a casa, si chiuse in camera e si buttò sul letto stringendo con forza il cuscino sotto la sua testa.
Rimase immobile a piangere e a darsi colpe su tutto.
Pensava che era colpa sua se Zayn ora voleva qualche altra persona, se ora lui era arrabbiato, se non stava bene o era deluso.
E tra le lacrime e tra altri mille pensieri, si addormentò stringendo in un pugno la coperta sotto il suo corpo.

 
CHIEDO SCUSA
Non sono riuscita a pubblicare il capitolo
prima perchè la tastiera è deceduta, amen.
Ora siamo qui e tadaaaaan, che ve ne pare?
Harry si fa fregare dai suoi pensieri, come andrà a
finire questa storia?
Beh, spero ci siano altre recensioni, alla prossima!

 

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