Nichijō di laviatraversa (/viewuser.php?uid=163125)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 1 *** 1 ***
La
raccolta partecipa alla challenge “La
sfida dei duecento prompt”
indetta
da msp17 sul forum del sito.
Nichijō
[1.
La resa]
Sasuke
sbuffò e lanciò un'occhiata in tralice alla
sua ragazza
a
Sakura,
la quale lo stava graziosamente ignorando.
Non avrebbe dovuto acconsentire a uscire quel giorno, lo aveva capito
subito. Prima aveva voluto a tutti i costi mangiare delle
dannatissime crêpes, poi lo aveva costretto a fare una
passeggiata romantica
nel parco e infine (perché non era ancora contenta, lei)
aveva squittito per cinque minuti buoni alla vista di uno scatolone
con dentro dei... cuccioli
cani rognosi. E adesso sembrava decisa a fargli definitivamente
perdere le staffe. Anzi no, l'aveva già fatto. «Ti ho
detto di no, Sakura», sibilò contrariato. «Cosa
ti costa?». Si era avvicinata, la stronza.
Aveva allacciato le braccia intorno al suo collo e posato il viso
nell'incavo dello stesso, sospirando. Sasuke stava quasi per
mandarla al diavolo, ma l'intromissione di Kiba Inuzuka – era
più che certo che, qualora avessero avuto una missione
insieme, al ragazzo sarebbe capitato uno spiacevole incidente
– lo costrinse alla resa. «Io
sarei disposto a regalarti un cucciolo, Sakura-chan».
[2.
Il
bastone]
La
situazione davanti cui si trovava aveva dell'incredibile. In effetti,
prima di convincersi del fatto che il suo fidanzato fosse impazzito,
aveva formulato diverse ipotesi; non era certamente normale –
nemmeno
lontanamente immaginabile,
si corresse mentalmente – vedere Sasuke che, sull'orlo di una
crisi di nervi, cercava disperatamente di convincere il cucciolo che
avevano appena comprato a rincorrere un bastone
che, a occhio e croce, doveva pesare due volte il suddetto. Kiba
aveva ripetuto più volte che il cane era appena stato
svezzato, quindi, per quanto poco se ne intendesse di animali, non
doveva avere più di un mese, un mese e mezzo. Sasuke sembrava
non capirlo, però. «Muoviti», sbraitava in
quello che sembrava un bizzarro incoraggiamento, «Stupido
cane!», esordiva quando quello, le orecchie basse, lo fissava
senza muoversi di una virgola. Aveva anche iniziato a tremare, ora
che ci faceva caso. Così decise di prendere in mano la
situazione e prese in braccio il piccoletto. «Sarà
meglio tornare a casa», disse avviandosi verso il sentiero che
li avrebbe condotti fuori dal parco. Sasuke fu subito accanto a
lei, camminava con le spalle curve e sembrava pensieroso. Decise di
non intromettersi. Poi lo vide pararsi davanti a lei e guardare truce
il cane. «Domani non accetterò fallimenti»,
sibilò. E Sakura, Sakura rise per anni nel ricordare
quella storia.
Angolo
dell'Autrice. Salve a tutti! Posto oggi queste due flash
scritte la settimana scorsa. A dire il vero non posso proprio
affermare che partecipino alla challenge (chi la organizza non si è
ancora degnato/a di darmi una risposta, mh), ma mi piace
pensare che sia così... quindi sì, aspettatemi una
valanga di drabble, flash e forse OS in cui esternerò tutto il
mio amore per questa coppia meravigliosa. Le due pubblicate oggi sono
insieme perché profondamente legate l'una all'altra, ma non
sono ancora sicura che questa sia la prassi: ci sono ben 200 prompt
fra cui scegliere, quindi potranno capitare occasioni in cui avrete
un bel po' da leggere e altre in cui dovrete accontentarvi di 90
parole precise. Solo il tempo sarà darci una risposta. Per
quanto riguarda la frequenza degli aggiornamenti, dipenderà
tutto dal tempo libero (e dall'ispirazione, ovviamente). Detto
questo vi saluto e... niente, una recensione è sempre
gradita. Alla prossima,
egoica
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** 2 ***
La
raccolta partecipa alla challenge “La
sfida dei duecento prompt”
indetta
da msp17 sul forum del sito.
Nichijō
[3.
La fatica]
Poteva
sentirla chiaramente ansimare per la fatica.
Sasuke fissò gli occhi in quelli lucidi di lei e si concesse
qualche secondo per contemplarla
guardarla. Sapeva di non essere un uomo facile da gestire
(sopportare),
eppure Sakura sembrava non farci caso; non gli chiedeva di portarla a
cena fuori, non aveva mai preteso di sapere tutto di lui e,
soprattutto, non s'incupiva quando lui non ricambiava i suoi slanci
appassionati (tante, troppe volte). In un rapido bilancio constatò
che, forse, era davvero quella giusta.
O meglio, quella con cui sarebbe riuscito a stare per il resto della
sua vita: l'unica presenza che avrebbe potuto desiderare
sopportare accanto ogni giorno, insomma. Per questo le aveva chiesto
di andare a vivere con lui; aveva messo in chiaro le cose da subito,
ovviamente, ma Sakura non sembrava esserci rimasta troppo male quando
le aveva detto che avrebbe dovuto rispettare i suoi spazi e non
asfissiarlo con la sua presenza. Le lanciò un'ultima rapida
occhiata da dietro lo scatolone che, insieme, stavano portando su per
le scale. «Sasuke?».
«Mh?». «Ti amo». «Sei noiosa». Anche
io, Sakura. Anche io.
Angolo
dell'autrice. Premetto
che non sono particolarmente soddisfatta della flash, ma sentivo il
bisogno disperato di aggiornare questa raccolta per il timore di
farla finire – come tutti gli altri progetti a lungo termine
mai intrapresi dalla sottoscritta – nel dimenticatoio. Spero
non sia di un'oscenità estrema. Un commento è sempre
graditissimo. Alla prossima,
egoica
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** 3 ***
La
raccolta partecipa alla challenge “La
sfida dei duecento prompt”
indetta
da msp17 sul forum del sito.
Nichijō
[4.
Le lacrime]
Quella
giornata lavorativa era stata piuttosto impegnativa e l'unico
pensiero che era in grado di formulare da un paio d'ore a quella
parte era che non vedeva l'ora di tornare a casa, mettere del cibo
sotto i denti e andare a letto. Con
Sakura, possibilmente.
Tuttavia, una volta varcato l'uscio di casa si accorse che qualcosa
non andava: il primo indizio erano indubbiamente le stoviglie in
mille pezzi ai piedi del tavolo, che con una massiccia dose di
fantasia potevano essere associate al servizio da tè che nonna
Haruno aveva regalato alla sua nipote (non più da quel
momento) preferita quando si erano sposati; il secondo era costituito
dalla mancanza della cena servita in tavola e dall'assenza, ancor più
significativa, della sua amata
consorte. Ora che ci pensava non gli si era neppure lanciata addosso
all'ingresso, il che poteva significare solo una cosa: era successo
qualcosa di grave. E fu il suo primo pensiero quando, recatosi nella
camera padronale, la trovò accasciata per terra con la
schiena contro il futon. Accanto a lei giaceva quello che Sasuke
identificò immediatamente come un test di gravidanza. L'esito
era positivo e non poté che gioirne intimamente. D'altro
canto, però, non riusciva a spiegarsi le lacrime
appese alle ciglia di una
Sakura profondamente addormentata.
[5.
La scoperta]
Se
c'era qualcosa che Sakura sapeva per certo era che suo marito non
apprezzava per niente i dolci. Perciò si stupì (e non
poco), quando il suddetto le chiese con sguardo vacuo e le gote
arrossate di preparargli una torta al cioccolato. «Con
tanto zucchero, Sakura-chan», aveva precisato. Pensò di
essere stata catapultata in un universo parallelo, dubbiosa al
momento della richiesta e sconcertata nel sentire le parole zucchero,
Sakura e -chan pronunciate nella stessa frase da niente poco di meno
che Sasuke Uchiha, noto alla maggior parte del villaggio come colui
che non solo non era quella che si dice una buona forchetta, ma
anche, in talune (tante) occasioni, un grandissimo cafone.
«Sakura...chan?», lo apostrofò con un sopracciglio
pericolosamente inarcato. «Mh», commentò lui e
Sakura fu quasi certa che stesse recuperando il senno. «Ti ho
mai detto quanto ti amo?», soggiunse poi. La donna proruppe
in una risata cristallina, impossibile da contenere o dissimulare.
«Togli il termometro, Sasuke-kun», ordinò con
dolcezza. Il responso sciolse ogni dubbio: trentanove
e mezzo. Lei riprese a
respirare (perché Sasuke che faceva il romantico
era veramente troppo da affrontare dopo un lungo turno in ospedale)
e, dopo avergli baciato la fronte bollente, uscì dalla stanza
diretta in cucina. La scoperta
appena fatta le aveva messo addosso una positività che non
credeva possibile: Sasuke con la febbre equivaleva a un Sasuke
gentile e lei non avrebbe certamente perso occasione di trarre
vantaggio dalla situazione. La torta, però, decise di
fargliela lo stesso.
Note
dell'autrice che invece
di iniziare a godersi le meritatissime vacanze aggiorna la raccolta:
eccoci al terzo capitolo della fic, con i prompt “lacrime”
e “scoperta”, che spero di aver usato se non bene almeno
in modo originale. Come sempre il responso sta a voi lettori (una
recensione vi toglie due minuti e regala a me infiniti sorrisi, così
per dire), anche perché
non vedo cosa potrei dover dire su cinquecento parole e poco più
che ho scritto io stessa. Alla prossima,
egoica
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** 4 ***
La
raccolta partecipa alla challenge “La
sfida dei duecento prompt”
indetta
da msp17 sul forum del sito.
Nichijō
[6.
Il rossetto]
Dopo
averle concesso una rapida occhiata, Sasuke capì che quel
giorno c'era qualcosa di diverso in lei. Di sicuro non erano i
capelli – sempre corti, lisci e di
un assurdo rosa –
e nemmeno gli occhi; non era neppure l'abbigliamento, indossava il
solito completo da ninja e la ringraziò mentalmente per non
essersi agghindata come sicuramente le aveva suggerito la Yamanaka.
Dopo averle lanciato un altro sguardo, più intenso (Sakura
pensò che, con ogni probabilità, le era rimasto
qualcosa fra i denti), ancora non era riuscito a venire a capo
dell'enigma. E lui odiava non capire. Fatto sta che si pentì
non appena varcarono la porta di casa di averla invitata ad uscire
(“Non è
normale che non la porti mai a cena fuori, prima o poi Sakura-chan ti
dà il benservito”,
aveva affermato con aria saputa Naruto), visto e considerato che
quella sera lei
era più bella del solito e dal momento in cui l'aveva vista
scendere le scale con le guance arrossate dall'imbarazzo, finalmente
pronta, l'unica cosa a cui era riuscito a pensare era quanto volesse
fare marcia indietro e sparire per due giorni nella camera da letto –
o in cucina, o in lavanderia purché fosse. Sakura sembrò
accorgersi dei suoi pensieri poco casti, perché si avvicinò
e dopo avergli sfiorato le labbra con le sue sussurrò un
“Dopo, Sasuke-kun”
che prometteva decisamente bene. Quando si vide nello specchio
dell'ingresso, aveva dimenticato le chiavi sul mobiletto sotto lo
stesso, vide riflesso sul suo volto il dettaglio che fino a quel
momento gli era sfuggito: Sakura aveva messo il rossetto.
Sasuke decise che l'avrebbe portata a cena fuori più spesso.
Senz'ombra di dubbio.
Angolo
dell'Autrice. Umh,
molti di voi si chiederanno cosa
sia questa flash. Mi spiace, ma non so proprio spiegarvelo. So che
avete chiesto una spiegazione alla reazione poco consona alla
situazione di Sakura nello scorso capitolo, ma ho deciso di prendermi
il tempo che serve per trovare un prompt, nella lista, che mi aiuti a
darvi i dovuti chiarimenti senza farmi perdere il senno. Ergo, per
oggi accontentatevi di una specie di appuntamento... non nego che,
nella prossima flash, potremmo ottenere delucidazioni a proposito del
“dopo” di cui prometteva
parlava Sakura qui sopra (cosicché, finalmente, si spieghi il
rating dell'intera raccolta). Ci sentiamo domani – al più
tardi sabato – e ricordate che un commento è sempre
carino, apprezzato e fa fare i salti mortali dalla gioia a colei che
vi scrive. Alla prossima, egoica
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** 5 ***
La
raccolta partecipa alla challenge “La
sfida dei duecento prompt”
indetta
da msp17 sul forum del sito.
Nichijō
[7.
L' ansia]
Sakura
si fissava allo specchio da sette, interminabili minuti. Aveva gli
occhi spalancati e un'impercettibile ruga d'espressione le increspava
la fronte, ma lei non pareva farci caso; tutta la sua attenzione era
focalizzata più in basso del viso, sul ventre piatto (per
ora) – sembrava
immensamente minaccioso. Il suo sguardo si posò sul test di
gravidanza ancora stretto nella sua mano destra; sentì la
testa girare – quando
era successo, esattamente? Afferrò
con forza il lavabo di fronte a lei sentendo il principio di un
mancamento – Sasuke
cosa dirà? Strinse
i denti e assottigliò gli occhi in una morsa prima di muovere
qualche passo in direzione della stanza da letto poco lontana. Se si
fosse sdraiata, lo svenimento imminente sarebbe stato molto meno
tragica. Rasentando il muro riuscì a giungere nella stanza, ma
quando ormai era praticamente giunta a destinazione le forze vennero
meno e lei finì stesa per terra, la schiena contro il letto.
Alcune lacrime di impotenza le scivolarono sulle guance prima che
riuscisse a fermare il loro corso e lei, ancora una volta impotente,
chiuse gli occhi e sperò con tutto il cuore che quell'orribile
attacco d'ansia
passasse in fretta. O, almeno, prima che Sasuke facesse ritorno.
[8.
L' infanzia]
Erano
ore che cercava una risposta al quesito che, ne era più che
certa, di lì a poco le avrebbe fatto perdere la ragione.
Perché Sasuke non
dice nulla? Sakura
ricordava distintamente di aver svolto il test di gravidanza che
aveva comprato qualche giorno prima, di aver constatato grazie allo
stesso che sì, lei
e Sasuke-kun aspettavano un bambino
e di essere svenuta. Era quasi certa che sul letto, però, non
ci si era messa da sola. L'unica risposta plausibile era che lui
l'avesse sollevata e posata nel letto, ma allora non riusciva proprio
a capire dove fosse finito, sicché non c'era traccia di lui
all'interno dell'abitazione che condividevano da qualche anno. Poi
venne l'illuminazione e lei si diede della stupida per non aver
trovato subito la risposta alle domande che la agitavano da circa
un'ora: Sasuke aveva visto il test, non poteva esserci altra
spiegazione. Il fatto che se ne fosse andato, però, non le
sembrava un particolare segno di buon auspicio. Che
avesse deciso di lasciarla? Che pensasse di non essere pronto a
diventare padre? Che non volesse averlo da
lei un figlio?
Domande legittime,
certamente, ma contraddette dall'inusuale dolcezza con cui, certe
notti, la stringeva fra le braccia dopo aver fatto l'amore. Sasuke
non era un uomo particolarmente loquace – tutt'altro, c'erano
volte che le parole doveva strappargliele fuori dalla bocca fra un
bacio e l'altro – e nemmeno particolarmente romantico –
amava in un modo strano, particolarissimo. Cosa
diavolo stava succedendo?
Poi però sentì la porta di casa schiudersi al piano di
sotto e il suo sguardo, nel saettare verso le scale che davano
sull'ingresso, si soffermò su una foto di cui aveva cercato di
capire i significati intrinsechi innumerevoli volte. Fra le altre
cose, Sasuke non era particolarmente propenso a parlare della sua
infanzia.
Questa volta, però, Sakura era decisa a capire il perché.
[9.
La partenza]
L'aveva
capito subito, non appena aveva sceso le scale di corsa e,
buttandogli le braccia al collo come faceva sempre, non aveva
ricevuto in risposta neppure la tiepida stretta che lui era solito
concederle dopo un'estenuante giornata di lavoro. «Sasuke-kun,
che cos-», azzardò. «Perché stavi
piangendo, Sakura?», la interruppe lui con una freddezza che
ricordava estranea anche all'inizio della loro relazione, quando
Sasuke era distante. Lontanissimo. Lei lo fissò con occhi
sgranati, allontanandosi da lui e portando, istintivamente, una mano
al ventre. Lo sguardo di lui parve addolcirsi, perché si
ripeté più dolcemente. «Perché stavi
piangendo, Sakura?». Oh.
Adesso iniziava a capirci qualcosa. Lui, tuttavia, non le diede il
tempo di rispondere. «Sakura, tu... non lo vuoi?»,
domandò con voce tanto bassa che lei, per un istante, temette
di aver sentito male. «Sasuke-kun...», tentò. Lui
fu più veloce e aprì la porta. Se ne sarebbe andato (di
nuovo), se lei non l'avesse preso per il polso e costretto a voltarsi
verso di lei. «Cosa ti fa pensare che io possa non volere un
figlio tuo?», gli chiese guardandolo negli occhi nerissimi e
portando la sua mano a sentire il cuore che batteva furiosamente –
di amore per lui, certamente – nel petto. Il piccolissimo
sorriso con cui si espresse il ragazzo (che, come più e più
volte la sua amica Ino le aveva fatto notare, era particolarmente
tenebroso)
la fece giungere alla conclusione che, se quello non era un arrivo,
era sicuramente un ottimo punto di partenza.
Angolo
dell'Autrice. Che
dirvi? Finalmente vi ho spiegato come sono andate realmente le cose
(circa), visto e considerato che avete espresso a più riprese
di avere i dovuti chiarimenti alle lacrime di Sakura nel capitolo
tre. Spero che siate soddisfatti/e, perché io lo sono a metà:
non è proprio come me l'ero immaginato, questo capitolo qui.
Adesso vi lascio perché domani devo alzarmi veramente presto,
mi scuso per il ritardo – avevo detto che avrei aggiornato
sabato scorso, ops
– e, come sempre, vi invito a farmi sapere cosa pensate del
capitolo con una recensione; a quelle per il capitolo quattro
risponderò domani (sono veramente troppo
stanca), ma sappiate che le ho apprezzate davvero tantissimo. Alla
prossima, egoica
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** 6 ***
La
raccolta partecipa alla challenge “La
sfida dei duecento prompt”
indetta
da msp17 sul forum del sito.
Nichijō
[10.
L'ufficio]
«Sasuke-kun,
q-qualcuno potrebbe vederci», mormorò debolmente Sakura
prima che le parole le morissero in gola soffocate da un gemito
estasiato. Sasuke aveva molteplici e inguaribili difetti, ma
aveva un modo di fare l'amore tutto suo, un po' particolare forse, ma
assolutamente soddisfacente. Non era eccessivamente
romantico – raramente si perdeva in sproloqui, quando era il
momento di agire –,
ma neppure (troppo) rude, perché metteva una certa delicatezza
– si preoccupava,
in un certo qual senso – nei suoi movimenti. Quella sera
sembrava particolarmente animoso,
sicché dopo averla portata a cena fuori (e al solo sentire
l'invito di lui il giorno prima, doveva ammetterlo, si era trovata
improvvisamente eccitata, desiderosa al punto che avrebbe voluto
mangiarselo, ma di baci – e carezze, sospiri) non aveva atteso
di fare rientro a casa, ma l'aveva circondata fra le braccia appena
usciti dal ristorante, le aveva stretto le natiche in una morsa che
era quasi dolorosa
(ma maledettamente piacevole) e aveva corso sui tetti fino al più
vicino luogo in cui nessuno avrebbe osato disturbarli: il suo
ufficio.
E lei sapeva quanto quel luogo fosse sacro per lui, tutti i
significati che nascondeva al suo interno: era il punto di arrivo di
lui, il conseguimento di traguardi che gli erano costati il sangue –
e gli affetti. Per questo non si era lamentata quando aveva mugulato
un laconico «Mh» sulla pelle scoperta della sua spalla,
passandoci la lingua subito dopo, e, tenendola ancora stretta –
le mani ancora
lì, sul fondoschiena – l'aveva adagiata con poca grazia
(sinceramente, si era sentita sciogliere)
sulla scrivania e,
sollevata appena la gonna e scostate le mutandine, l'aveva penetrata
con forza, lasciando una scia di baci umidi che dal collo scendevano
al seno e poi tornavano su, sempre più vicini agli occhi.
Sakura non aveva chiuso gli occhi – non quella volta –,
aveva preferito perdersi nello sguardo di lui e, mentre il piacere le
annebbiava la mente, tradurre con il cuore
ciò che lui cercava disperatamente di farle capire.
Angolo
dell'autrice. Ecco
qui, pronta per voi, la prima flash rossa della raccolta. Che dire?
Spero che vi soddisfi; io sono abbastanza contenta del risultato e,
anche se ero rossa come un peperone mentre la scrivevo, non nego che
potrei presto cimentarmi in una sasusaku più grintosa
e di maggiore estensione. Potete vedere questo capito come un seguito
del capitolo quattro (quello con prompt “rossetto”),
oppure come un capitolo a sé stante. Giusto per amor di
informazione, vi comunico che questa è una di quelle flash che
non presentano la voce AU fra le note. Adesso vi lascio andare (?),
ma vi assicuro che ci risentiremo presto. Come sempre, vi ricordo
che una recensione è graditissima. Alla
prossima, egoica
P.S.
Vi lascio la lista dei miei contatti, in caso possa interessarvi
sentirmi al di fuori dell'ambito della raccolta.
Egoica
Efp –
profilo facebook. portraitofayoundlady
– il mio tumblr. saripanitram
– per seguirmi su instagram. Bekah
IC –
se volete chiedermi qualcosa su ask, il nome si giustifica con il
fatto che inizialmente l'ho creato per il gioco di ruolo su TVD a cui
partecipo.
Mi sembra che sia tutto, mi venisse qualcos'altro
in mente vi farò sapere.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** 7 ***
La
raccolta partecipa alla challenge “La
sfida dei duecento prompt”
indetta
da msp17 sul forum del sito.
Nichijō
[11.
La rivincita]
Fra
lacrime, strepiti e urla di dolore Itachi Uchiha era venuto al mondo.
Aveva gli stessi occhi del papà – baratro, abisso e
precipizio – e capelli nerissimi, ma ciò che davvero lo
rendeva tale e quale a Sasuke era l'estrema serietà con cui
sembrava guardarsi intorno, diffidente verso il mondo – e le
persone. Aveva permesso solo a Sakura di tenerlo in braccio,
artigliando la spallina della veste che indossava con forza inaudita
e agitandosi forsennatamente quando l'infermiera aveva provato a
portarlo via. Adesso scrutava Sasuke da almeno dieci minuti;
aspettava un gesto, forse un sorriso. Sakura li fissava ambedue,
emozionatissima – spettatrice silenziosa, quasi di troppo, di
uno spettacolo tanto bello da mozzare il fiato. Perché erano
davvero bellissimi, i due uomini della sua vita, mentre prendevano
piano confidenza e si avvicinavano, creavano un legame che neppure
tutto l'odio del mondo avrebbe potuto piegare. E non ci voleva un
genio, lei lo sapeva, per capire che la risata che Itachi aveva fatto
non appena era stato accolto dalle braccia del padre era per Sasuke
una deliziosa, dolcissima rivincita
– contro le
persone, quelle che suo figlio guardava con tanta diffidenza, e la
vita stessa.
Angolo
dell'Autrice. Eccoci
qui con il settimo capitolo e l'undicesima flash della raccolta.
Scriverlo è stato veramente piacevole – se non qualcosa
di più, perché sorridevo anche io nel vederli dentro di
me – e sono quasi certa che mi abbia liberato del blocco che
avevo a proposito di questa raccolta; chi mi segue avrà notato
che non aggiornavo da un po' ormai. Qui da me c'è un vento
fortissimo e ha appena iniziato a piovere, ma niente può
turbare il mio animo dopo la lettura del capitolo 685 – vi
giuro, sono gasatissima. Non
voglio spoilerare nulla, ma lasciatemi dire: sasusaku,
forse. Spero che Kishi non stia trollando. Ora vi lascio, vi mando
un bacio e, come sempre, vi rammento che una recensione non offende
nessuno. Tutt'altro. Alla prossima, egoica
P.s: sotto,
come nello scorso capitolo, la lista dei miei contatti.
Egoica
Efp
– profilo facebook. portraitofayoundlady
– il mio tumblr. saripanitram
– per seguirmi su instagram. Bekah
IC
– se volete chiedermi qualcosa su ask, il nome si giustifica
con il fatto che inizialmente l'ho creato per il gioco di ruolo su
TVD a cui partecipo.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=2642832
|