Il Mio Soldato

di piccola twilighter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ARRIVO ALLA VILLA ***
Capitolo 2: *** IL RICEVIMENTO ***
Capitolo 3: *** DOLCE & AMARO (MA SOPRATTUTTO DOLCE) ***
Capitolo 4: *** UNA DURA SITUAZIONE ***
Capitolo 5: *** ADESSO SARA’ IL DESTINO A DECIDERE ***
Capitolo 6: *** IL DESTINO HA DECISO ***
Capitolo 7: *** QUANDO SEMBRA CHE IL TEMPO NON PASSI ***
Capitolo 8: *** QUANDO SEMBRA CHE IL TEMPO NON PASSI ***
Capitolo 9: *** WHEN I LOOK IN TO YOUR EYES … ***
Capitolo 10: *** BENTORNATI ***
Capitolo 11: *** VERITA’ ***
Capitolo 12: *** VITA NUOVA ***
Capitolo 13: *** COMBATTERO’ PER TE ***
Capitolo 14: *** GIORNATA SPIACEVOLE ***
Capitolo 15: *** UNA SERATA SPECIALE ***
Capitolo 16: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** ARRIVO ALLA VILLA ***


~~POV BELLA
Cammino per le strade di questo paesino, dove sembrano tutti incuriositi da me, la nuova arrivata, la sconosciuta, la novità. Dovrei arrivare alla villa della famiglia Masen-Cullen per occuparmi della nuora di Donna Elizabeth e Don Edward Senior, ma devo anche trovare una stanza dove dormire. Così quando vedo l’insegna di una locanda entro subito. C’è una ragazza che gira per i tavoli e un signore dietro il bancone. Mi dirigo al bancone.
-buongiorno so che qui affittate camere potreste dirmi quando costa? – chiedo con cortesia.
-buongiorno signorina … la camera costa 10 dollari a notte per quanto tempo vi servirebbe? – è brusco e mi guarda a malapena mentre sembra indaffarato. Nel frattempo si avvicina la ragazza che serviva ai tavoli.
-padre siate un po’ più gentile – lo riprende la figlia.
-si scusatemi signorina … sono John Weber il proprietario della locanda e questa è mia figlia Angela – mi porge la mano e fa un sorriso così anche la figlia e io ricambio.
-sono Isabella Ielis e la camera mi servirebbe per un paio di mesi, ho trovato lavoro alla tenuta dei signori Masen-Cullen, sono una levatrice – spiego sorridente.
-bene allora potremo fare uno sconto, quando avrai i soldi Isabella pagherai, buona fortuna per il lavoro che ti aspetta … non è facile lavorare per quella famiglia chiunque ne farebbe a meno, avere a che fare con Donna Elizabeth non è per niente facile – dice il signor Weber con i modi cordiali.
-beh grazie dell’incoraggiamento – ribatto ridendo. Sono sicura che qua mi troverò bene però la frase del signor Weber in realtà mi spaventa molto.
-ti faccio vedere la tua stanza – dice Angela entusiasta e mi trascina verso le camere. La camera è piccola e accogliente, perfetta per il motivo per cui mi serve. Lascio tutte le mie cose nella camera e con i soldi in tasca vado all’Emporio del paese.
-buongiorno – avviso del mio arrivo. E subito arrivano una signora e un ragazzo.
-benvenuta all’Emporio io sono la signora Merçedes Newtoon e lui è mio figlio Mike come posso esservi utile? – chiede la signora con avida curiosità di non sapere solo quello che ha chiesto.
-vorrei dei panni di cotone – rispondo senza far trasparire alcuna emozione.
- Mike va a prendere i panni – ordina al figlio che subito corre all’ordine della madre.
-e voi chi sareste? – chiede sempre più curiosa la signora.
-la nuova levatrice – rispondo con tono duro. Non mi piace la gente curiosa. Lei reprime la curiosità e mi lancia un’occhiataccia. Finalmente torna il figlio, pago i panni e vado via. Mentre giro per la piazza noto dei soldati che ridono e scherzano.
-siamo a casa capitano finalmente! Sono sicuro che tu, come me, sei il più felice tra noi di tornare a casa, vero Edward? – è un ragazzo alto e biondo a parlare.
-vorrei essere felice ma preferisco la guerra a ciò che sicuramente mi aspetta a casa amico Jasper – una voce bellissima, la voce più bella che io abbia mai sentito, dolce e rauca e proviene dall’uomo più bello che abbia mai visto con due smeraldi al posto degli occhi, dei particolarissimi capelli color del bronzo e il viso di un angelo. Lui si gira … i nostri sguardi si incrociano e il mio corpo si riempie di brividi. Distolgo lo sguardo e scappo. Mi siedo su una fontana per riprendere fiato quando sento qualcuno avvicinarsi a me.
- non penso di avervi mai visto da queste parti, se vi avessi visto mi ricorderei di voi, una così bella donna non si dimentica facilmente – è di nuovo quella fantastica voce ed è più vicina.
-sono nuova del luogo, ho appena trovato lavoro … mi dispiace ma adesso ho da fare se volete scusarmi – mi allontano.
-non ti lascerò andare così facilmente – dice trattenendomi per un braccio con il viso vicino al mio. Lui molla la presa e io vado a prendere il mio materiale di lavoro per andare alla villa a svolgere il mio lavoro. Quando arrivo alla villa chiedo di donna Elizabeth, la padrona di casa, che ho incontrato durante il mio cammino, sul suo calesse incidentato. è una donna molto bella con i capelli castano ramati e gli occhi verdi e il viso con tipici tratti ispanici.  Non le ho fatto simpatia ma il fatto che adesso farò nascere in sicurezza tutti i bambini della tenuta e il figlio di sua nuora forse mi farà entrare un po’ nelle sue grazie. Arriva la domestica e mi avvisa che donna Elizabeth mi aspetta nel suo studio. Così seguo la ragazza fino allo studio. Entrando vedo che nello studio c’è gente.
-signora ecco la signorina – si congeda la domestica.
-buongiorno signori – mi rivolgo a tutti i presenti e una donna dai capelli color caramello si dirige verso di me.
-buongiorno a te cara tu devi essere la levatrice di cui ci stava parlando mia cognata – afferma gentile e con un sorriso dolce.
-si, sono io, Isabella Ielis – rispondo con altrettanta gentilezza.
-io sono Esme Cullen e lui è mio marito Carlisle Cullen, il medico del paese e fratello di Donna Elizabeth – dice indicando un affascinante uomo biondo che mi sorride gentile.
-spero che potremo collaborare Isabella, sembri in gamba – mi dice in modo gentile come la moglie.
-bene, immagino che abbiamo concluso qui le presentazioni – si intromette Donna Elizabeth.
-si, Elizabeth tranquilla – la riprende il signor Cullen.
-bene, levatrice adesso scenderà mia nuora e ti potrai occupare di lei – io annuisco.
-buongiorno a tutti – arriva un uomo, capelli castani, occhi azzurrogrigio e un fascino familiare. Il suo saluto viene ricambiato da tutti e poi il suo sguardo si sofferma su di me.
-tu chi sei ragazza? –
-Isabella Ielis, la levatrice – L’uomo mi squadra dalla testa ai piedi e annuisce.
-io sono il padrone di casa Edward Senior Masen, spero che da adesso la vostra presenza impedisca la morte di molte creature che nascono in questo paese, spesso in pessime condizioni – ecco il padrone di casa. Sembra più gentile della moglie.
-assolutamente impedirò la morte delle partorienti e dei nascituri, farò bene il mio lavoro come ho sempre fatto – rispondo sicura di me.
-bene, mi piacciono le persone sicure di se e con obbiettivi precisi – mi fa un sorriso incoraggiante e io ricambio con uno timido. Donna Elizabeth intanto richiama la domestica per farsi dare notizie di sua nuora.
-la signora Katherine è nella sua camera … le dico che salite o che scende lei? –
-accompagna la levatrice da mia nuora – le ordina la signora.
-si, signora … seguitemi – lei cammina e io la seguo ma sento dei passi dietro di me. Così mi giro e trovo Donna Esme dietro di me.
-scusa Isabella se mi sto intromettendo ma penso che Katherine possa spaventarsi con qualcuno che non conosce e senza un viso familiare – dice premurosa e io mi dichiaro d’accordo con lei. Entriamo nella camera della signora Katherine.
-signora c’è la levatrice per visitarvi – avvisa la domestica la signora è di spalle, e riesco a distinguerne solo i capelli biondi, si gira e congeda la ragazza. Non è una di quelle rare bellezze ma non è brutta, la cosa che spiccano sono gli occhi azzurri come il ghiaccio.
-così voi signorina sareste la nuova levatrice … speriamo che sappiate fare il vostro lavoro … - ha un fare altezzoso e non mi piace. Non sarò una riccona come loro ma so fare bene il mio lavoro, ho anche un attestato di ostetrica, preso con molti sacrifici e non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno.
-per vostra informazione signora sono un’ostetrica con tutti i connotati e ho fatto partorire centinaia di donne, che adesso stanno bene insieme ai loro bambini – ribatto infastidita. Mia madre, Claire, mi ha sempre insegnato a rispettare gli altri e farmi rispettare perché anche se non ho i dollaroni in tasca, sono una persona e come tale devo essere rispettata.
-parlate come se foste la levatrice migliore del mondo – continua acida. 
-non ho queste manie di grandezza, sono una persona umile e se non volete il mio aiuto avviserò vostra suocera e mi occuperò di altre gestanti – dico sempre meno calma.
- Katherine cerca di avere un atteggiamento rispettoso nei confronti della signorina che è qui per te e vuole solo svolgere il suo lavoro – la riprende la signora Esme.
-va bene zia, farò come dite – dice con rispetto, poi si rivolge di nuovo a me con meno acidità – ditemi dove devo mettermi e iniziamo la visita –
-bene stendetevi sul letto io lavo le mani e metto la mia divisa – faccio le mie cose e poi inizio la visita. Mentre io svolgo il mio lavoro le due signore parlano del ritorno del marito della signora Katherine dalla guerra e del ricevimento che ci sarà la sera in suo onore. Finalmente finisco.
-signora il vostro bambino sta benissimo, ho capito che siete al settimo mese di gestazione quindi mancano poche settimane al parto e spero che siate pronta all’avvenimento –
-certamente, quando ho capito  che il mio meraviglioso marito mi aveva messo incinta ho iniziato subito a pensare al parto, anche se ho capito che sarà molto doloroso – risponde con aria sognante e con l’intento di farmi invidia.
-bene, dovreste mettervi in forze però siete fragile, dovreste mangiare di più e preoccuparvi meno della linea – la metto in guardia, lei annuisce con fare superiore e io esco dalla stanza.
-Isabella, Isabella un attimo – la signora Esme mi viene dietro con affanno e mi fermo subito.
-ditemi – mi rivolgo a lei con un sorriso. Sono sicura che avere qualcuno che si comporta così con me sarà un vantaggio contro Donna Elizabeth e quell’altezzosa di sua nuora.
-stasera come avrai sentito c’è il ricevimento a sorpresa in onore di mio nipote, vorrei che tu venissi per conoscerlo e per controllare Katherine che sicuramente starà male per la gioia del momento come l’ultima volta … vieni verso le sei e chiedi di me … io solitamente non abito qua ma in una villa d’altra parte del paese sono qua come ospite ma ne parlerò con mio cognato che ti ha preso in simpatia e accetterà la mia iniziativa –
-mi farà molto piacere accettare il vostro gentilissimo invito e verrò ma non ho niente di adatto da mettere vi avviso – sorrido timida.
-oh tranquilla io e mia figlia Alice troveremo qualcosa per te per questo ti ho chiesto di venire prima – sorride gentile e poi ci salutiamo. Nel mio cuore si fa strada una consapevolezza qualcosa sta per succedere, non so se bella o brutta ma sento un avvertimento dentro di me. Sono in questo paese da un solo giorno e già mi fa uscire il mio sesto senso in modo negativo, spero di non finire per odiare il momento in cui ho accettato questo lavoro.


NOTE AUTRICE: eccomi qua ... dopo tanto tempo sono tornata a scrivere ... questa storia è partita quando ho visto Donna Agueda morire (chi guarda il segreto capirà) e non so perché ho trasformato la storia di Pepa mettendoci Bella e magari potrebbe avere un lieto fine ... spero che la leggerete, evitando pregiudizi sulla soap ... Baci

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Capitolo 2
*** IL RICEVIMENTO ***


~~POV BELLA
Sono arrivata alla villa puntualissima e la signora Cullen e sua figlia Alice, una simpaticissima ragazza dai capelli neri, gli occhi azzurri grandi e limpidi e i tratti di un folletto, che sprizza vitalità da tutti i pori, mi hanno accolta con grande gioia. Adesso siamo sul calesse diritti a villa Cullen.
-Isabella io vorrei che tu mi dessi del tu perché abbiamo la stessa età più o meno e poi vorrei essere tua amica – mi interrompe all’ennesima volta che le do del voi.
-va bene Alice però se sbaglio non rimproverarmi devo farci l’abitudine e tu dovrai impegnarti a chiamarmi Bella – le dico sorridendo. Non do quasi a nessuno il permesso di chiamarmi Bella, però con loro è stato diverso sento che posso fidarmi e che per qualche strano motivo ci tengono a me.
-certo Bella, comunque tornando al tuo vestito credo che dovresti indossare qualcosa di azzurro o qualcosa di blu cobalto che con la tua carnagione si sposerebbero benissimo … - continua a parlare di me, di abiti, di colori e altre cose. Poi però penso perché fanno tutto questo per me e secondo me c’è qualcosa di più rispetto a quello che mi ha detto oggi Esme.
-bene Alice okay quando saremo arrivati a casa tua potrai farmi quello che ti pare ma adesso vorrei parlare di qualcos’altro per esempio perché fate tutto questo per me – dico diretta senza pensarci su e non me ne pento.
-Isabella è una cosa che richiede tempo per essere spiegata ma ti dirò tutto ciò che devi sapere ma non oggi … quando sarà il momento promesso – interviene Esme lasciandomi di stucco.
-quindi voi sapete qualcosa su di me ? – chiedo stavolta timorosa.
-si cara, e credo che ti farà piacere scoprire le cose che sappiamo ma per adesso mi dispiace ma devo lasciarti nel dubbio – dice rammaricata. Ecco spiegata tutta la dolcezza di questa signora nei miei confronti, lei mi conosce già e sa qualcosa del mio passato che io non so. Ecco questo paese mi sta stravolgendo dopo un giorno, se rimanessi qua tutta la vita probabilmente impazzirei del tutto. Finalmente arriviamo a destinazione. La villa della famiglia Cullen è stupenda sia all’esterno che all’interno, è elegante, di classe e luminosa.
-avete una bellissima villa Donna Esme – mi complimento estasiata da tutto ciò che mi circonda.
-Isabella hai già un posto per dormire? – mi chiede Alice e vedo la madre sorridere.
-si, alla locanda dei Weber –
-oh, bravissime persone però se vuoi potresti venire qua, per noi sarebbe un piacere – continua sorridente ed entusiasta con l’appoggio di sua madre.
-anche a me farebbe piacere, ma per il momento vorrei rimanere alla locanda, voglio conoscere meglio le persone che mi circondano, senza offesa – dico imbarazzata. Anche se loro mi ispirano già fiducia voglio capire meglio.
-rispetterò la tua scelta – si arrende. Entriamo in camera sua e ci dirigiamo verso una porta interna alla camera ed è stupefacente ciò che vedo in quella camera. Vestiti, scarpe e accessori vari ovunque.
-io non mi sarei mai accontentata di un normale armadio o di due, amo troppo gli abiti e allora mi sono fatta costruire questa stanza meravigliosa – mi spiega Alice vedendo il mio sguardo stupito – ma non perdiamoci in chiacchiere … leva i tuoi vestiti, vai a fare un bagno caldo e usa il sapone che preferisci, ne ho di tutti i gusti, poi metti l’accappatoio che sicuramente troverai e torni qua, così ci occuperemo dei tuoi capelli e ti farò conoscere la mia più cara amica – mi spinge verso il bagno e io mi chiudo dentro. Anche il bagno è bellissimo ed enorme e il colore che predomina è l’azzurro. Faccio ciò che Alice mi ha detto e sono subito pronta a tornare da lei. Quando mi vede sorride e dice: - adesso facciamo emergere tutta la tua bellezza e il tuo essere donna – e così comincia a lavorare con i miei capelli e con il mio viso. Dopo un po’ di tempo bussano e Alice da il permesso di entrare. Entra una ragazza, alta, bionda, con gli occhi blu che sembra l’incarnazione della bellezza. Io mi alzo e non so in che condizioni sono ma sicuramente anche nella mia forma migliore non potrei competere.
-Isabella lei è Rosalie Hale, la mia migliore amica, praticamente mia sorella – io e la ragazza ci stringiamo la mano e ci scambiamo un sorriso sincero.
-Rose lei è Isabella Ielis, la levatrice di Katherine e di tutte le altre gestanti – Alice mi presenta.
-beh buona fortuna con Katherine è una persona molto viziata e antipatica – dice ridendo Rosalie.
-ho avuto modo di conoscerla oggi ma l’ho messa al suo posto, mi hanno insegnato a rispettare le persone e lei oggi mi ha mancato di rispetto e se vuole rendermi la vita impossibile deve sapere che io gliela renderò ancora più impossibile – rispondo disinvolta ma sicura.
-hai fatto benissimo, sappi di avere il nostro pieno appoggio se vuoi rendere la vita impossibile a quella viziata – mi appoggia Rosalie.
-bando alle ciance cominciamo a lavorare sul serio con Bella che alle 8 dobbiamo essere pronte … Rose tu le acconci i capelli e io la trucco – mi spingono sulla sedie e si mettono entrambi a lavoro. Sono pronta circa un’ora e mezza dopo e le ragazze si sono cambiate d’abito così scendiamo. Alice mi ha messo un abito blu lungo elegantissimo abbastanza scollato che risalta il mio decolté, mi ha fatto un trucco visibile ma non pesante e i capelli sono sciolti, tanti boccoli che mi accarezzano le spalle. Quando arriviamo giù Rosalie si catapulta tra le braccia di un ragazzo biondo, che ha un’aria familiare, che la abbraccia forte e poi va a baciare il ragazzone accanto al biondo. Alice invece ignora tutto e trattenendo le lacrime va ad abbracciare e baciare il ragazzo biondo.
-tu devi essere Isabella – mi si avvicinano un signore e una signora dai capelli biondi. Annuisco.
-noi siamo Aleandro e Clarissa Hale - si presentano.
- Esme non esagerava quando diceva che sei una ragazza stupenda – arrossisco alle lusinghe della signora e ringrazio.
-e c’è da dire che l’ho vista con altri vestiti e senza trucco, Isabella è meravigliosa sia fuori che dentro – interviene Esme. Arrossisco ancora di più.
-non mi sembri a tuo agio cara, rilassati e si spontanea con noi – mi incoraggia la signora Clarissa. Faccio un respiro profondo e mi sciolgo.
-ehm ragazze perché non presentate i ragazzi a Isabella? – il signor Cullen richiama le ragazze che sorridenti e con i fidanzati al fianco vengono verso di me.
-Isabella lui è Jasper il fratello di Rosalie e il mio fidanzato, e finalmente ex-militare – dice Alice con orgoglio, felicità e sollievo.
-lui invece è Emmett, fratello di Alice e mio fidanzato – Rosalie mi presenta il ragazzo al suo fianco.
- l’indisciplinato del gruppo – scherza lui e strappa una risata a tutti i presenti.
-bene adesso possiamo andare, altrimenti Elizabeth potrebbe infuriarsi se non arriveremo in tempo – interviene Carlisle e allora mettiamo i mantelli e usciamo per raggiungere la casa della famiglia Masen-Cullen. Il nervosismo si impossessa di me durante il viaggio in calesse e quando arriviamo mi tremano le mani e mi batte forte il cuore. Alice vede il mio stato e mi fa un sorriso incoraggiante e l’occhiolino. Io rispondo con un sorriso lieve e distorto dal nervosismo, per niente convincente. Ho accettato l’invito e se non voglio fare brutta figura è meglio che faccia uscire il mio grande coraggio e un po’ della mia sfacciataggine. Entriamo in casa e ad attenderci troviamo Donna Elizabeth, Don Edward Senior, la nuora Katherine appiccicata al marito e quando guardo in faccia il figlio dei Signori Masen-Cullen penso che stia per venirmi un attacco di cuore. È il soldato che avevo incontrato quella mattina. Ed è felicemente sposato. Ricco. Inarrivabile per me, una semplice levatrice. Ma che dico? Neanche devo guardarlo, ne pensarlo. Lui mi guarda e sorride, io abbasso lo sguardo imbarazzata.
-Isabella, lui è mio figlio Edward Junior, Edward lei è Isabella Ielis, l’ostetrica del paese, è stata mia e degli zii l’idea di invitarla – dice il signor Edward Senior. Il figlio prende la mia mano e la bacia. Che galante! Ma la cosa che mi ha stupito è stata la scossa che ho sentito quando ci siamo sfiorati.
-ho avuto il piacere di incontrare Isabella  stamattina in piazza, un incontro sfuggevole, sono felice che sia qui, ottima idea padre – fa un bellissimo sorriso. I nostri sguardi si incrociano.
-allora caro mi stavi ancora raccontando cosa è successo a Cuba … potresti continuare a raccontare anche a tutti gli altri – la voce stridula di sua moglie rompe il contatto e lui alza gli occhi al cielo scocciato.
-bene sediamoci nel salottino in attesa degli altri invitati e ascoltiamo i racconti di Edward – la appoggia Donna Elizabeth. Mentre ci dirigiamo nel salone Alice mi affianca.
-non dare retta a Katherine ignorala e falla tacere come hai fatto oggi, hai l’appoggio di tutti noi – mi sussurra all’orecchio. Io la guardo stupita e lei mi fa l’occhiolino. Ci accomodiamo e Edward e Jasper cominciano a raccontare le imprese di Cuba e mi vengono spesso i brividi. Morte, fame e distruzione sono i temi principali.
-ma tu sei un grande uomo era ovvio che tornassi vivo, sono sicura che tutti ti rispettavano e si piegavano per te – dice sua moglie con fare ovvio.
-a nessuno laggiù interessa chi tu sia, se gli sei di intralcio ti ammazzano e basta – interviene Jasper con un certo disprezzo nella voce. Katherine lo fulmina.
-io dico che è così non si può non notare l’importanza di un uomo come Edward – continua con superficialità.
-parli da vera ignorante e inesperta Katherine – si altera Jasper e gli altri intervengono prima che inizi un grosso litigio.
- Katherine credo che noi non siamo nessuno per giudicare ciò che accade laggiù e sono sicuro che Jasper ha ragione, non si curano neanche dei bambini, figurati di uomini grandi e grossi – cerca di calmare le acque Carlisle.
- Katherine tu hai sempre dato per scontato che Edward tornasse, che ogni volta che partiva non avevi paura che fosse l’ultima, tu non sai quante lacrime abbiamo versato per paura di non vederlo più, così come per Jasper – lo appoggia il signor Masen. Ma a quel punto la domestica annuncia l’arrivo dei primi invitati e tutti si ricompongono. La serata trascorre tranquillamente, sono tutti contenti e sollevati di vedere Edward e Jasper a casa sani e salvi. Dopo circa due di ricevimento mi sento un po’ stanca e così dopo aver spiegato la situazione ad Alice e la sua famiglia, Alice e Rosalie mi accompagnano ma veniamo fermate da qualcuno.
-ehm ragazze volete mandare Isabella via da sola? – è Edward che si preoccupa per me. Qualcuno che si preoccupa per me, che bella sensazione, una cosa che avevo perso, dopo la perdita di mia madre.
-ci piacerebbe accompagnarla veramente – dice Rosalie confusa.
-tornate alla festa la accompagno io, tre ragazze sole di sera non mi sembra il caso, spiegate voi il motivo della mia assenza, così potrete stare tranquille che Isabella torni a casa sana e salva – si offre e le ragazze annuiscono, in effetti ha ragione, ma io dovrei restare sola con lui e già mi sento assalire dall’imbarazzo. Le ragazze tornano alla festa e io e Edward usciamo.
-quindi alloggi dai Weber? – mi chiede sorridendo, dopo che gli ho dato le istruzione su dove deve accompagnarmi.
-esatto, sono stati subito gentili con me, come la famiglia Cullen, tuo padre e la famiglia Hale, hanno tutti mostrato gentilezza e rispetto per me –
-bene mi fa piacere, Katherine mi ha informato che oggi quando sei arrivata da lei non le hai mostrato rispetto che sei stata presuntuosa e che … - lo interrompo.
-io sarò anche una levatrice ma voglio rispetto e lei con me non è stata rispettosa –
-si mia zia Esme mi ha raccontato anche questo e volevo scusarmi con te per il suo comportamento inadeguato, non doveva comportarsi così male, ma è una bambina stupida e viziata e dopo quasi due anni devo capire come ho fatto a sposarla – si lascia scappare forse più del dovuto.
-tranquillo è tutto apposto, nessuno ferisce i miei sentimenti ormai, però il rispetto per me è fondamentale – il mio cuore ormai non potrebbe essere più a pezzi di così, non sono sicura neanche di averlo più un cuore.
-tu vuoi mostrarti forte ma so che dietro quella maschera da donna dura e forte c’è una donna debole e ferita – tira le sue conclusioni così. Ha maledettamente ragione, c’ha messo veramente poco a capirmi.
-potrebbe essere – però non confermo e gli lascio il beneficio del dubbio. Scendiamo dal calesse prima di entrare in paese e facciamo un po’ di strada a piedi. Arriviamo quasi subito alla locanda.
-è stato un piacere poter stare solo con te qualche minuto Isabella – non mi da il tempo di parlare che sento le sue labbra sulle mie e mi sembra tutto un sogno. È dolce, passionale e bellissimo.
-scusami per le cattive maniere ma desidero farlo da quando ti ho vista stamattina, buonanotte Isabella –
-buonanotte Edward – sussurro senza essere capace di ribattere imbarazzata.


ANGOLO AUTRICE: ecco qua il secondo capitolo!!! spero vi piaccia e che mi lasciate anche una piccola recensione .. baci alla prossima

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Capitolo 3
*** DOLCE & AMARO (MA SOPRATTUTTO DOLCE) ***


~~POV BELLA
Ormai sono tre settimane che sto a Forks e sono felice come non lo sono mai stata. Fuori dalla mia camera c’è la fila di gestanti che vogliono farsi visitare da me e ho trovato anche degli amici: la famiglia Weber che tutte le sere insistono perché ceni con loro e ho scoperto che Angela ha un fratello Austin davvero simpatico, la famiglia Cullen che ogni volta che mi vedono sembra che vedano un qualcuno che resuscita, la famiglia Hale e per metà della famiglia Masen Edward senior e Edward Junior. Da quella sera del bacio Edward viene quasi sempre a trovarmi quando è libero e si sta instaurando una bella amicizia, anche se credo di dover mettere in chiaro la situazione e far capire che io non voglio legami, soprattutto se si tratta di un uomo sposato. In questo periodo avverto una felicità nel mio cuore che non ho mai provato, tranne che in quel periodo in cui credevo fosse tutto perfetto e invece … mando via questi pensieri che aprirebbero una voragine enorme nel mio petto e non voglio. Una mano sventola davanti ai miei occhi e sorrido.
-ehi Bella addormentata ben tornata nel mondo reale – scherza Angela. Sono seduta alla locanda a fare colazione con una buona tazza di latte.
-ciao Angela … - rispondo ricambiando il sorriso.
-sai penso che tu abbia visite – dice puntando lo sguardo su qualcosa dietro di me, così mi giro per vedere cosa attira il suo sguardo. E quello che vedo fa partire il mio cuore, che a volte credo sia fermo, a mille. È Edward appoggiato al bancone, che sorseggia qualcosa da un bicchiere. Mi giro di nuovo verso Angela che mi sorride come a darmi coraggio e mi alzo andando a sedermi accanto a lui.
-soldato cosa vi porta qua? – gli chiedo quando gli arrivo accanto e lui sobbalza.
-non di certo la voglia di avere un infarto, ma la voglia di rivedere qualcuno –  scherza, ma dicendo seriamente nell’ultima parte della frase.
-e chi, se si può sapere? – chiedo stando al suo gioco.
- l’ostetrica più bella del mondo e ne ho approfittato per fare anche una bella passeggiata – dice senza ripensamenti, lasciandomi spiazzata per un attimo. Sto cadendo in qualcosa più grande di me, me lo sento.
-e tu saresti venuto fin qui a piedi con il cielo che urla “sta per arrivare una tempesta” per vedermi ? – chiedo fintamente scioccata.
-beh dire di si, dato che non riesco a non pensarti – sussurra con il viso sempre più vicino al mio. La bomba sta per esplodere e io so che mi brucerò.
-bene, io però adesso ho da lavorare e poi devo venire a visitare tua moglie … non credo potremmo stare a chiacchierare qui tranquillamente – diciamo che sono stata molto brava a spezzare l’incanto che si era creato.
-a me è bastato vederti, Bella – mi lascia così e va via. Io vado a prendere il mio materiale da lavoro e inizio a vagare per il paese per andare a visitare le gestanti. Il lavoro mi porta via tutta la giornata e adesso è pomeriggio inoltrato e mi resta solo andare alla villa per visitare la viziata. Quando sono quasi arrivata comincia a piovigginare, speriamo che non si scateni la tempesta. La cameriera viene ad aprirmi e mi annuncia ai presenti.
-buonasera Isabella – mi salutano allegri i signori Cullen e il signor Masen.
-levatrice –rigida Donna Elizabeth.
-buonasera signori, io vado a visitare Donna Katherine – salgo su guidata dalla domestica. Entriamo nella stanza di Donna Katherine che è sola e si sta pettinando i capelli. La domestica mi annuncia e va via.
-buonasera levatrice – dice fredda.
-signora – altrettanto fredda – stendetevi per favore – fa come le dico e inizio la mia visita. Il bambino sta bene, ma la madre è molto fragile.
-signora avete seguito le mie istruzioni sulla sua dieta? – chiedo professionale.
-mangio quello che mi va e non ho sempre fame e poi non voglio diventare una mongolfiera – ribatte mentre si sistema.
-bene, questo vi causerà problemi durante il parto perché siete troppo fragile e poi anche il bambino deve nutrirsi – continuo con il mio tono professionale.
-beh io mangio quando mi va e poi mi sento benissimo – ancora più acida del solito.
-a questo punto vi dico di fare come vi pare ma non date la colpa a me se qualcosa andrà storto – la saluto e vado via. Scendo giù e decido di parlarne con sua suocera, magari a lei darà ascolto. Quando scendo vedo che è arrivato anche Don Edward Senior, bene meglio così.
-signori potrei avere un minuto del vostro tempo? – chiedo cortese, quando arrivo nel salotto.
-certamente, Isabella! Siediti e dicci pure – il signor Masen mi invita a sedermi e io timorosa mi metto accanto a Donna Esme.
-io dovrei avvertirvi di qualcosa su Katherine, al parto manca sempre meno e lei è molto fragile e ciò potrebbe causare gravi conseguenze durante il parto … sia lei che il bambino sono molto fragili, le ho detto che dovrebbe mangiare di più e soprattutto molte proteine ma io non vedo miglioramenti, anzi la vedo anche più debole dalla mia prima visita  –
-le parleremo noi e proveremo a convincerla e se sarà necessario la forzeremo a mangiare di più … quando parli di estreme conseguenze di cosa parli? – chiede timorosa Donna Esme.
-del fatto che uno dei due potrebbe anche non farcela e in questo caso è molto probabile che non ce la faccia la madre, anche il piccolo potrebbe avere problemi dopo la nascita – dico con difficoltà.
- beh effettivamente mia nuora mangia molto poco, a volte quasi nulla, lamentandosi perché non vuole diventare enorme – dice Donna Elizabeth preoccupata.
-io cercherò di fare del mio meglio per far sopravvivere entrambe, ovviamente, ma purtroppo non faccio miracoli, mi dispiace non darvi belle notizie come vi aspettate - sono rammaricata da questa situazione, mi sto trovando molto in difficoltà non è bello annunciare a una famiglia una cosa del genere.
-Isabella, stai tranquilla, io ti aiuterò quando arriverà il momento del parto in modo che, tu potrai occuparti del bambino e io della madre, però anche Katherine dovrà collaborare – propone il dottor Cullen e io annuisco con un briciolo di speranza in più.
-magari Edward potrà fare opera di convincimento, a lui di solito da ascolto – Donna Elizabeth cerca una soluzione.
-proponetele la cosa nel migliore dei modi, io spero che tutto vada bene, buona serata signori – saluto, loro ricambiano ed esco fuori dove si è scatenato l’inferno, ero così presa dalle discussioni che non ho capito cosa succedeva qua fuori. Prendo il sentiero che credo porti al paese e comincio a camminare sotto questo tremendo temporale.
POV EDWARD
Torno a casa in calesse dopo la commissione e trovo la mia famiglia in salone riunita. Le loro facce esprimono tanta preoccupazione.
-figlio adorato – mia madre mi viene incontro.
-madre buonasera – sorrido e saluto anche gli altri.
- Edward dobbiamo parlarti di una cosa importante – mio padre ha un’aria molto preoccupata.
-ditemi tutto padre – mi siedo accanto a lui.
-oggi pomeriggio è venuta Isabella a visitare Katherine e ci ha detto delle cose che penso non ti piaceranno, meglio dirtelo subito … anche lei era molto preoccupata … il punto è che la mancanza di appetito di Katherine l’ha indebolita ed è molto fragile … questo a quanto pare potrebbe portare gravi conseguenze durante il parto … uno dei due potrebbe non sopravvivere … - a quelle parole blocco mio padre e sento il mondo crollarmi addosso.
-che significa uno dei due potrebbe non sopravvivere? Non è possibile, mio figlio deve sopravvivere, ancora non è nato e già per colpa di quella stupida di mia moglie potrebbe anche non sopravvivere – mi prendo la testa tra le mani con disperazione. Ogni giorno mi chiedo come ho fatto a sposare quell’oca di Katherine.
-zio, voi potrete … - mi rivolgo a mio zio. È un ottimo medico e potrebbe aiutarli.
-Isabella dice che il maggiore rischio è per Katherine, il piccolo ce la farà anche se una volta nato dovremmo fare tutto il possibile per renderlo forte, ma ti prometto che io e Isabella faremo di tutto affinché entrambi vivano – mi rassicura mio zio. Devo fargli una richiesta, potranno anche odiarmi dopo.
-zio fate di tutto per mio figlio intanto e dopo penserete a lei … - lascio tutti impietriti, ma si riprendono subito – da quanto è andata via Isabella? – chiedo con grande interessamento per la donna che mi ha già preso il cuore.
-poco prima che arrivassi tu – dice mia zia. E a quel punto scatto.
- l’avete mandata via a piedi da sola con la tempesta che c’è la fuori? Se Charlie e Renée sapessero questo al loro ritorno come minimo ci farebbero a fette e non avrebbero torto – chiedo in uno scatto di rabbia rivolto soprattutto a mia madre. A mia zia Esme scappa un singhiozzo e mi sento uno schifo per aver colpito lei.
-beh che dovevamo fare? – chiede mia madre con indifferenza. Io mi alzo recupero giacca e mantello, chiedo scusa a mia zia e vado fuori a cercarla. Ho un fuoco dentro, rabbia e dolore che viaggiano insieme per tutto quello che è successo nel giro di pochi minuti. Adesso sicuramente Isabella non sarà andata al paese e sarà nei boschi disorientata e spaventata, è molto facile confondere i sentieri e tutti imboccano sempre quello dei boschi.
POV BELLA
Non so dove mi trovo e non ho preso il sentiero che porta al paese ma ho sbagliato e preso quello che porta ai boschi. Mi fermo. Ho freddo, sono tutta bagnata e ho paura di questo buio e di non sapere dove trovarmi. Cammino già da un po’ di tempo, quando ad un tratto riesco con difficoltà a distinguere un capanno ed entro. È abbandonato, prendo la candela dalla mia borsa e i fiammiferi che porto sempre dietro e mi faccio luce. Chiudo la specie di porta e noto che è praticamente una specie di casa che potrebbe sembrare abitabile. Ad un certo punto sento una voce che urla il mio nome, una voce piuttosto familiare. Mi faccio sentire anche io e finalmente la voce si avvicina. Io apro la piccola porta e vedo Edward venirmi incontro affannato e con il mantello zuppo, con una piccola lanterna in mano.
-per fortuna sei qui – entra anche lui. Mette la lanterna a terra e mi abbraccia. È un abbraccio che sa di protezione e calore – sei tutta bagnata – si leva il mantello e lo butta da qualche parte, poi si leva anche la giacca e me la mette addosso.
-perché sei venuto a cercarmi? – chiedo curiosa e felice.
-perché avevo paura che potesse accaderti qualcosa di male e non potevo stare con il tormento che io ero al sicuro e tu no – continua stringendomi ancora di più a lui. il suo corpo è caldo, nonostante si stato  sotto la pioggia anche lui. Io, invece, sono bagnata e congelata, perché quando sono uscita mi sono dimenticata di mettere la mia giacca.
-vieni pero sediamoci – mi trascina verso il letto. Si siede e non mi separa dal suo corpo. Alzo gli occhi per guardare il suo viso e vedo che lui mi stava già guardando, così abbasso lo sguardo imbarazzata.
-non abbassare gli occhi, ti prego – prende il mio viso con una mano e mi costringe a guardarlo di nuovo. L’aria comincia a farsi elettrica, poi le sue labbra si poggiano sulle mie ed è la fine. Le mie mani vagano fino a piazzarsi sui suoi capelli che stringo. Tutti i miei principi vanno a farsi benedire perché lo voglio con tutta me stessa e in questo momento la sofferenza e il dolore che il mio cuore ha provato grazie agli uomini passano in secondo piano.
-Isabella – le sue mani vagano un po’ per tutto il mio corpo. Dovrei fermarlo ma non ci riesco, non ce la posso fare. Poco dopo mi ritrovo distesa e lui è su di me, continua a baciarmi e ad accarezzarmi, infilando le mani sotto la lunga gonna. Le mie mani si spostano sulla sua camicia e inizio a sbottonarla, fino a levargliela del tutto. Anche i miei vestiti stanno scivolando via e poco a poco, siamo entrambi nudi e ansanti. Pelle su pelle. I nostri corpi vibrano insieme.
-sei meravigliosa … e .. perfetta – sussurra e poco dopo le sento entrare in me. Mi avvolge un senso di calore, pienezza e mi sento ... serena, completa, protetta e amata. Ci perdiamo occhi negli occhi, verde smeraldo nel marrone cioccolato. Le sue mani vagano per tutto il mio corpo e le mie per il suo. È veramente perfetto, tutto in lui è incastrato alla perfezione. Le sue spinte sono dolci e a poco a poco si fanno sempre più veloci. L’aria è piena dei nostri gemiti e dell’odore dei nostri corpi che danzano insieme. Arriviamo all’apice insieme, mentre io urlo il suo nome e lui il mio. Si stende e mi tira su di se avvolgendomi in qualcosa. Io sento il suo cuore che batte fortissimo, eco del mio.
-sei una creatura meravigliosa Isabella – mi sussurra. Io alzo gli occhi e i nostri sguardi si incrociano per l’ennesima volta. Mi guarda con devozione e nessuno mi ha mai guardato così.
-sai dovrei pentirmi di questa cosa, oggi annunciavo l’aggravarsi della situazione di tua moglie e poi prendo il suo uomo, ma non riesco a farlo e anzi sono felice di essere qui con te, sono tremenda – dico, con i sensi di colpa.
-non ti permetterò di sentirti in colpa, non devi assolutamente sentirti in colpa, non sei tremenda anzi,  e sappi che io non sono mai stato l’uomo di Katherine, io per lei non ho mai provato niente, l’ho sposata soltanto per le pressioni di mia madre, ma non l’ho mai voluta, è vero adesso porta in grembo mio figlio, ma lei non è niente per me … tu sei tutto ciò che ho sempre cercato perché adesso non ha senso negarlo in queste circostanze ma io sono innamorato di te, ti amo e lotterò per averti – è sincero, però io ho sempre quel peso sul cuore e adesso più che mai. Posso davvero fidarmi di lui e raccontargli la mia storia e perché non mi sento del tutto serena? Lui con me è stato sincero, lo vedo nei suoi occhi limpidi … ma io riuscirò adesso ad aprirmi con lui? si, sono Isabella Ielis, ho avuto il coraggio di affrontare situazioni peggiori di questa, mi sono trovata in condizioni che a volte neanche io riesco a spiegarmi, quindi ce la posso fare. Lo bacio e lui ricambia con ardore.
-penso che allora dovresti sapere alcune cose su di me a questo punto, non credo di voler tenere questo peso sul cuore per molto tempo e ho bisogno di sfogarmi con qualcuno però prima che io parli ho bisogno che mi prometti che non dirai a nessuno quello che sto per dirti – lui mi guarda stralunato.
-non sei costretta a raccontarmi qualcosa che fa affiorare dolore nel tuo cuore e nei tuoi occhi, ma se ti senti pronta, lo prometto –
-tutto comincia quando avevo 15 anni e mia madre morì a causa di un infezione, fu allora che iniziai a lavorare per la famiglia Connor ero cameriera e levatrice, fu la mia rovina, quando avevo 16 anni cominciai a guardare il padrone da lontano, era bello e mi attirava come una calamità, lui lo notò e iniziammo una relazione, diceva di amarmi e che non aveva mai visto donna più bella di me e mi faceva tante promesse che credevo mantenesse. Sua moglie si lamentava per la punizione della gravidanza e non perdeva occasione per prendersela con me, io rimasi incinta ed ero al settimo cielo finalmente avrei avuto la pace che lui mi aveva promesso … ma un giorno la moglie si stufò di me perché secondo lei ero una scansafatiche e mi accuso di altre cose orrende e ancora oggi sono convinta sapesse che io e suo marito condividevamo qualcosa e ordinò di picchiarmi, venni bastonata e picchiata nel peggiore dei modi, quello che credevo l’uomo che mi amava non mosse un dito per salvarmi perché non voleva incappare nella furia della moglie. Questa violenza mi provocò un aborto. Mi feci curare dalla più cara amica di mia madre, che aveva assistito impotente, mi ordinò di scappare così andai via, più lontano possibile da quella casa … cominciai a viaggiare e lavorare in ogni paese in cui mi fermavo ma mai per più di tre mesi … finché ho incontrato tua madre e ho trovato questo lavoro che per adesso è fisso, ma nel mio cuore ci sarà sempre una ferita per quel bambino che ho amato così tanto ma che non ho mai potuto tenere in braccio, quella vita infranta prima ancora che cominciasse – scoppio a piangere disperatamente come prevedevo e Edward mi stringe a se. La confessione mi porta un leggero sollievo nel cuore ma anche un grande dolore per la ferite che ho riaperto. Le sue braccia forti e protettive mi tengono insieme.
-hai avuto troppo dolore per una sola persona, mi dispiace tanto – mi culla e le sue labbra mi sfiorano i capelli – non permetterò che tu soffra ancora così, nessuno di noi lo permetterà e non ti lascerò andare via, mai più – le nostre labbra si uniscono di nuovo in un bacio carico di promesse e i nostri corpi ricominciano a muoversi insieme. Il mattino dopo mi sveglio appagata e felice, con le braccia di Edward che mi stringono come se avesse paura che io scappi, ma stavolta non ho intenzione di andare via. I ricordi della notte appena trascorsa mi inondano la mente e sorrido. È stata la notte più bella della mia vita sicuramente, nonostante quella piccola parentesi amara. Provo a muovermi senza svegliare Edward ma non ce la faccio e lui apre gli occhi.
-dove credi di andare? – chiede sorridendo, con voce arrochita dal sonno. Sorrido anche io e gli accarezzo una guancia.
-volevo alzarmi e riprendere i miei abiti per tornare giù in paese, Angela si sarà preoccupata non vedendomi tornare stanotte e … - le sue labbra bloccano la mia frase.
-potranno fare a meno di te per un altro po’ – e mi fa distendere di nuovo. Prende a baciarmi e non ho la volontà e la forza per allontanarlo. Quando ci stacchiamo provo a parlare per farlo ragionare.
- Edward saranno tutti in pensiero per noi, torniamo – gli sussurro con il fiatone.
-non so se ce la farò a tornare alla realtà dopo questa notte meravigliosa, la più bella della mia vita – sussurra con un sorriso meraviglioso.
-lo so, anche per me sarà difficile ma dobbiamo tornare – lui annuisce consapevole che ho ragione così ci alziamo e ci sistemiamo. Dopo un’ora sono alla locanda seduta a un tavolo con Angela, suo padre e suo fratello preoccupati per la mia assenza. Dico loro del capanno e di aver dormito la e si tranquillizzano però vedendomi sana e salva. Mi ritiro in camera mia, dicendo loro di voler riposare un po’ meglio prima di andare a svolgere il mio lavoro. Quando mi distendo sul letto ripenso a tutto ciò che mi è successo con un sorriso e qualche lacrima e sento che adesso qualcosa sta per cambiare veramente.



NOTE AUTRICE: ecco qua il terzo capitolo! Sono sicura che non vi aspettavate una svolta così ma io non riesco mai a tirarla per le lunghe quindi adesso c'è questa relazione clandestina tra Edward e Bella ... come la affronteranno, secondo voi? beh questo ve lo dirò ai prossimi capitoli ... intanto spero che vi siate goduti questi bei momenti ... mi farebbe piacere vedere delle vostre recensioni ... baci

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Capitolo 4
*** UNA DURA SITUAZIONE ***


~~POV EDWARD
Quando sono tornato a casa, ho cercato di non farmi vedere e ci sono riuscito sono andato in camera ho scombinato il letto e mi sono cambiato per non destare sospetti. Arrivo nella sala da pranzo per la colazione con un gran sorriso. Ho ancora il su odore sulla pelle e sui vestiti, il suo sorriso nei pensieri e la sua dolcezza nel cuore.
-buongiorno Edward – un saluto corale.
-Marito mio – Katherine si alza e viene verso di me.
-tranquilla cara siediti, anche perché vorrei parlarti e voglio che tutti loro siano presenti – la fermo prima che mi si lanci addosso e lei con disapprovazione si siede, mentre mio cugino Emmett e il mio amico Jasper ridacchiano. I miei zii con i miei cugini e la famiglia Hale sono praticamente fissi a casa mia, questa cosa non mi dispiace per niente almeno ho qualcuno con cui affrontare discorsi seri o anche parlare di qualcosa al di fuori delle tenute. 
-ieri sera quando sono tornato i miei genitori e i miei zii mi hanno raccontato una cosa Katherine – dico con un tono serio e deciso.
-sicuramente delle stupidaggini dette da quella levatrice – dice lei stizzita. Mi irrita che parli così di Isabella, che è molto più intelligente ed esperta di lei.
-io non credo siano stupidaggini, Isabella fa questo lavoro da molto tempo e sicuramente è un’esperta, ma non è di questo che voglio parlare … tu hai capito che la situazione è grave vero? se hai un po’ di amore materno verso tuo figlio dovresti metterti in forze per superare al meglio il parto – cerco di non perdere le staffe a causa della sua espressione e delle parole rivolte poco prima a Bella.
-si cercherò di fare come ha detto, però io ho bisogno di te per poter avere questa forza – dice facendo l’espressione dolce più finta che io abbia visto.
-ti darò il mio appoggio all’occorrenza, tu però devi cavartela da sola e dovrai seguire i consigli di Isabella anche perché mio zio è pienamente d’accordo con lei su questo fatto – le faccio capire e lei annuisce con disappunto.
- Edward caro non ti abbiamo sentito tornare stanotte, dopo che ieri sera sei uscito fuoriosamente e non sei neanche tornato per la cena – solleva l’argomento mia madre. A questo punto ho voglia di dire tutta la verità, ma non posso e non voglio sollevare questioni.
-avevo bisogno di stare solo madre e rifletto e quando sono tornato ho cercato di fare silenzio e di non disturbare madre, la prossima volta mi farò annunciare però se ci tenete – sono un tantino pungente e mia madre che non si aspettava questa mia risposta mi guarda incredula.
-no figlio, hai fatto bene così, anzi ti ringraziamo – interviene mio padre e dopo riprendiamo tutti a fare colazione, ma io penso solo alla notte meravigliosa passata con Isabella.

*una settimana dopo*
Oggi ho preso io la posta e ho visto una lettera da Londra e solo due persone hanno potuto mandarla, la consegnerò ai miei zii, così che possano fare la cosa migliore. Io intanto torno da Bella. Quando non mi è vicina, mi sento come se mi togliessero l’aria, e i momenti per stare insieme, in modo da non farci vedere, sono troppo pochi. Busso alla sua stanza e sento la sua voce che dice “avanti”.
-buongiorno signorina – mi chiudo la porta alle spalle e lei si gira con un luminoso e bellissimo sorriso sul suo viso di porcellana. Mi avvicino a lei e le prendo il viso tra le mani per baciarla. Lei, anche se con un po’ di timore come sempre, si butta tra le mie braccia. La stringo forte e la bacio.
-mi sei mancata amore mio – le sussurro. Lei scioglie subito l’abbraccio.
-perché ti allontani? Ti prego non farlo ho bisogno di te – mi avvicino, ma lei mi ferma.
-perché potrebbe entrare chiunque senza bussare e non voglio correre rischi, tu sei sposato e non voglio creare problemi – dice ma sento un velo di sofferenza nella sua voce.
-a me non interessa cosa dicono là fuori, prima o poi tutti sapranno che sei tu tutto ciò che voglio – insisto.
-lo so, ma a me importa e non voglio creare scandalo, lo faccio per me stessa prima di tutto, ma anche per te – dice convinta. Ha ragione ma io ho bisogno di lei e lei ha tanto bisogno di me.
-non vedo l’ora che Katherine partorisca per poterla finire con questa farsa del matrimonio e poter vivere il nostro amore alla luce del sole – stavolta senza darle il tempo di ribattere le prendo il viso tra le mani e la bacio.
-sei un impertinente – mi rimprovera sorridendo.
-lo so tesoro mio – le do un altro bacio e poi decido che è meglio andare via.
-è triste dover accontentarmi solo di pochi minuti, quando sarai del tutto mio non ti lascerò più andare – mi sussurra triste.
-e io mi farò rapire volentieri, signorina – la stringo un ultima volta e poi vado via. Non sarai tu a rapire me amore mio, ma sarò io a prenderti e non lasciarti più.
POV BELLA
Ecco 5 minuti di felicità e troppe ore di vuoto. Devo essere forte come sempre e sopportare questa situazione che durerà poco, come Edward mi ha promesso. Io non mi fidavo più di nessuno, Edward e tutti gli altri però mi hanno spronato a fidarmi di nuovo delle persone. Credo che si debba sempre andare avanti e anche se le brutte esperienze ti induriscono, ti insegnano tanto e poi tocca a te capire se ti puoi fidare o no delle persone. Bussano alla porta e invito ad entrare. È Alice. Ci salutiamo e cominciamo a chiacchierare allegramente di tante cose. è bello avere sempre qualcuno a farmi compagnia, adesso non sono più sola, anche se è solo una la persona che vorrei al mio fianco, l’unica che ovviamente non può stare con me. io e Alice verso l’ora di pranzo ci dirigiamo alla locanda per mangiare qualcosa, Angela porta i piatti e si siede a farci compagnia. Il pranzo passa allegramente e dopo torniamo ognuna alle proprie mansioni. Quando arriva la sera, sono stanca ma decido di recuperare le forze per andare a mangiare un boccone. Quando apro la porta però resto sorpresa.
-buonasera amore – lo tiro dentro la camera e chiudo a chiave.
-che ci fai tu qui? Cioè mi fa piacere ma potrebbero scoprirci – gli dico sconvolta.
-non c’è questo pericolo, vedi ho la complicità degli altri, ne ho parlato con Emm, Jasper, Rose e Alice oggi pomeriggio, abbiamo bisogno degli alleati in questa battaglia e per questo che ho parlato con loro, per favore non prendertela e rifletti sul fatto che questa è la cosa migliore, praticamente mi stanno coprendo loro  – mi spiega e penso che la mia bocca possa rotolare da qui fino all’uscita del paese, ma nel mio cuore c’è felicità e sollievo.
-tu sei completamente pazzo – è l’unica cosa che riesco a dire.
-si, sono pazzo di te – dice avvicinandosi e baciandomi ma il mio stomaco brontola e rovina la festa.
-diciamo che oggi la giornata è stata faticosa e ho mangiato solo qualcosa a pranzo con le ragazze – mi giustifico.
-bene, allora penso che tu potresti andare da Angela farti dare del cibo e consumarlo in camera, io resto qui a farti compagnia e non preoccuparti per me io ho già mangiato – mi spedisce fuori e io vado a prendermi il cibo. Ad Angela non ho bisogno di mentire, quando vede il mio volto stanco, mi porta il cibo che le chiedo e mi augura la buonanotte. Ritorno in camera mia e lui è ancora li seduto sul mio letto ad ammirare un libro, l’unico che ho, che mi ha regalato l’amica più cara di mia madre, la copia sbrindellata di Sogno di una notte di mezza estate di Shakspare.
-ti piace leggere? – mi chiede mentre appoggio il vassoio con il cibo sul mobile accanto al letto.
-si, tantissimo, so quel libro a memoria, purtroppo è l’unico che ho – dico e vado a sedermi accanto a lui.
-beh allora risolveremo questo problema al più presto signorina – avvicina il suo viso al mio e ci scambiamo un altro bacio – adesso penso che devi mangiare e metterti in forze dopo possiamo fare quel che ci pare – mi mette il vassoio sulle gambe e inizio a mangiare le delizie preparate da Angela. Quando ho finito di spazzolare via tutto quello che avevo nel vassoio, mi butto su Edward e lo faccio stendere al mio fianco.
-non penso che siano reali i momenti che tu stai con me, mi sembra di vivere una favola – sussurro appoggiata al suo petto.
-invece è tutto vero, spero che sarai così felice anche quando usciremo allo scoperto – dice stringendomi forte.
-sarò ancora più felice puoi stare tranquillo -  Metto fine alla conversazione baciandolo e godendo di lui per tutta la notte, uno di quei pochi momenti che posso averlo. Purtroppo però la notte passa in fretta ed è molto presto, quando ancora il paese è addormentato che lui va via, lasciandomi con una sensazione di vuoto ma allo stesso tempo di felicità. La giornata comincia con il sorriso e spero finisca altrettanto bene. Oggi torno di nuovo alla villa a visitare Katherine, ma stavolta ho chiesto ai suoi suoceri di essere presenti e credo che ci sarà anche Edward e spero che questo non renda le cose difficili. Arrivata alla villa sento qualcuno che discute a voce molto alta e poi una porta che sbatte. Donna Elizabeth scende seguita dal marito e dal figlio con un espressione contrariata sul viso, così anche suo marito mentre Edward ha un’ espressione cupa. Sono sicura che è colpa di Katherine il loro malumore. La domestica dice alla famiglia che sono arrivata e le espressioni degli uomini si sollevano un po’.
-Isabella, cara per fortuna sei arrivata – Don Edward senior mi saluta con grande sollievo.
-felice di esservi d’aiuto c’è qualche problema? – chiedo perplessa.
-immagino che non ti siano sfuggite le nostre discussioni al piano di sopra quando sei arrivata comunque non importa, forse dovremmo illustrare la situazione chiaramente a Katherine perché non ne vuole sentire di ascoltarci, noi non le abbiamo volute dire il fatto grave per non spaventarla ma la situazione si complica e lei si intestardisce ancora di più a voler fare come vuole – continua afflitto. Ecco immaginavo bene, lo sapevo che non avrebbe dato ascolto a nessuno la viziata.
-non potremo fare niente con quella stupida se non vuole ascoltarci e vuole rischiare grosso che faccia pure, ma se lei sopravvive e mio nipote no, le conseguenze per lei saranno gravi – interviene duramente Donna Elizabeth.
-da quello che dicono tuo fratello e Isabella, il bambino ce la farà, cara – cerca di calmarla il marito. Edward non parla e vedo solo i suoi occhi lucidi per la sofferenza che gli sta causando Katherine.
-levatrice mio figlio con noi è stato chiaro e mio fratello sa che la priorità e il bambino se lei è così ignorante da non capire lasciatela perdere, occupatevi del bambino, mi rincresce dire ciò ma la vita di un piccolo innocente, vale di più di quella di una madre egoista – mi dice Donna Elizabeth guardandomi dritta negli occhi, nei suoi vedo sofferenza. Anche questa donna dura, ha un cuore a quanto pare.
-il bambino sarà sicuramente la mio priorità – dico sostenendo il suo sguardo e lui annuisce soddisfatta da questa specie di promessa.
-però dico che un tentativo ancora lo possiamo fare – dice Don Edward senior guardandomi. Ma a quel punto Edward riprende vita.
-bene padre facciamolo – Edward si alza e la sua voce è rotta dal dolore che si riflette nei suoi occhi. Vorrei abbracciarlo e consolarlo, dargli il mio appoggio ma in questo momento non è possibile. Ci alziamo e ci dirigiamo in camera di Katherine. Entriamo senza bussare.
-siete tornate con i rinforzi a quanto pare, ma lei è la persona meno adatta a convincermi a fare quello che mi dite – ribatte acida. Non soffre, ha un cuore di pietra questa donna. Io vorrei avere tutto ciò che ha lei, quando stavo per averlo me l’hanno portato via senza scrupoli. A questi pensieri le mie ferite si aprono e sanguinano.
-farò finta di non aver sentito i vostri commenti egoisti, per niente degni di una madre … ma desso vi diremo come stanno realmente le cose … nella visita che vi ho fatto la scorsa settimana ho capito quali saranno le gravi conseguenze del parto, se vi sedete magari ve le spiego con calma perché è una questione piuttosto delicata – cerco di essere gentile e di non far sentire l’odio nella mia voce per il suo egoismo.
-bene sono seduta levatrice, parlate – è scorbutica, ho voglia di fare dietrofront ma c’è un cuore che devo salvaguardare dal dolore e non posso andare via.
-signora voi siete debole, il vostro corpo durante il parto deve essere forte per poter sopportare la fatica e il dolore, in quel momento ci vuole tutta la forza fisica ed emotiva possibile … voi forse potreste avere grande forza emotiva ma non basterà ci vuole tanta forza nel corpo che non avete e questo potrebbe essere pericoloso per voi  che non essendo forte non potrete affrontare un parto naturale senza rischiare la vita … quindi arrivando al punto se non vi mette in forze voi potreste morire per la fatica del parto e il bambino potrebbe risentirne e avere problemi dopo essere nato - ci ho provato. Mi giro verso Edward e i suoi genitori che mi fissano come se sperassero che faccia il miracolo.
-va bene mangerò di più, ma io ce la farò sicuramente, non sono debole come dite voi – tra poco la strangolo.
- Katherine sia chiaro che se ho chiesto ad Isabella di illustrarti la situazione per intero non lo faccio per te ma per mio figlio che merita di nascere e vivere – Edward è duro e freddo con lei che lo fissa sbalordita e arrabbiata. La famiglia toglie il disturbo e io faccio la visita. Quando finisco scappo da quella camera e sono subito giù. Mentre cerco qualcuno per avvisare che vado via, mi sento afferrare per la vita, mi viene istintivo urlare ma una mano piuttosto familiare mi tappa la bocca.
-tranquilla sono io – siamo nella cucina quando mi lascia andare per poi avvicinarmi di nuovo a se e baciarmi appassionatamente. Oddio ma siamo in casa sua, dove c’è la servitù e la sua famiglia.
 - sostengo la mia tesi che tu sia pazzo, qua potrebbe vederci chiunque – gli dico quando mi lascia respirare.
-no ho solo un grande e disperato bisogno di te, amore mio – dice guardandomi negli occhi, nei suoi c’è ancora del dolore.
-farò di tutto per tuo figlio te le prometto, farò quello che non ho potuto fare per il mio – è una promessa di cui ha tanto bisogno in questo momento anche se a me viene una fitta al cuore. 
-grazie amore mio, grazie – sussurra con il viso affondato nei miei capelli. Usciamo insieme dalla villa, lui ha bisogno di prendere aria e uscire e poi insisteva per accompagnarmi e stare in mia compagnia. È stata una giornata dura da affrontare, la felicità della notte è svanita come neve al sole.

NOTE AUTRICE: Ciao a tutti !! Arrivo un pò tadi con il capitolo ma sono stata impegnatissima e finalmente ho trovato il tempo di regalarvi un nuovo capitolo !! Grazie a chi mi segue, a chi recensice e a chi ha messo la mia storia tra le preferite ... spero di ricevere tante recensioni e sapere le vostre opinioni ... baci :*

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Capitolo 5
*** ADESSO SARA’ IL DESTINO A DECIDERE ***


~~POV BELLA
Sono alla locanda a mangiare la buonissima vellutata di patate di Angela. Quella ragazza è un asso in cucina, il mio palato fa le feste. Sono passate alcune settimane da quando abbiamo parlato con Katherine ed è leggermente migliorata, ormai è agli sgoccioli. Quando la porta della locanda sbatte violentemente tutti, compresa io, si girano per vedere chi è entrato così. È Jessica, una delle domestiche della famiglia Masen. Angela si avvicina e io pure, sarà sicuramente successo qualcosa di grave. In cuor mio spero che non si tratti di Edward.
-levatrice, sono venuta per voi – dice con affanno.
- Jessica calmati e dimmi che succede – Angela le porge un bicchiere d’acqua e lei comincia a respirare più regolarmente e a mandarlo giù.
-alla signora Katherine si sono rotte le acque – okay era logico, ci siamo.
- Angela ci vediamo stasera, Jessica andiamo subito – corriamo fuori dove ci aspetta un calesse e ordiniamo al cocchiere di correre fino alla villa. Quando arriviamo saliamo come due razzi subito nella stanza di Katherine e sono quasi tutti lì. Carlisle la assiste, Esme le asciuga il sudore e i suoi suoceri sono li accanto a lei. Edward non c’è, speriamo che arrivi.
-sono arrivata, scusate se entro in questo modo – faccio notare la mia presenza. Tutti mi fanno un cenno, io in pochi secondi infilo la mia divisa e controllo se Katherine è dilatata.
-da quanto tempo è in travaglio? – chiedo a Carlisle.
-3 ore e mezza – risponde subito.
-allora Katherine siete interamente dilatata quindi potete iniziare a spingere, con tutta la forza che avete, quando ve lo dico io, va bene? –
-non ce la faccio! È troppo doloroso! – urla. È ovvio, partorire è il dolore peggiore anche se ti ripaga con un grandissimo tesoro.
-dovete o il vostro bambino soffrirà! Signori Masen vi chiedo di allontanarvi dal letto così che Katherine possa avere aria – i signori annuiscono e si allontanano.
-eccomi sono arrivato – la porta si apre ed entra Edward trafelato e in ansia. Katherine lancia un urlo. Bene ci siamo è ora di spingere.
- Katherine spingete, ora! – continuiamo così per un po’ di tempo finalmente riesco a prendere il piccolo e taglio il cordone. Lo avvolgo in una asciugamano e lo cullo per calmarlo.
-è maschio e scoppia di salute – annuncio con un sorriso. Katherine ne fa uno lieve e poi perde i sensi. Carlisle di occupa subito di lei e Edward si avvicina a me e al piccolo. Lo prende subito e ha un grande sorriso sulle labbra. Il sorriso di un papà.
-penso che dovresti trovare un nome – gli dico, quando glielo lascio tra le braccia e i suoi occhi luccicano di felicità. Si avvicinano anche i genitori di Edward e sono subito attratti dal piccolo.
- Edward, Isabella ha ragione il piccolo deve avere un nome – gli dice suo padre. Lui ci pensa un po’ su. 
- Anthony, mio figlio avrà il mio secondo nome – dice completamente preso da suo figlio.
- Edward dovresti darmi il piccolo in modo che possa pulirlo e possa sistemarlo, poi sarà tutto tuo – lui annuisce e me lo passa.
-aspetta Isabella, ti mostro dove sono le cose del piccolo – donna Elizabeth mi accompagna. Dopo aver fatto il bagnetto al piccolo, mi aiuta a sistemarlo e a renderlo un vero signorino. Torniamo in camera di Katherine, ma sono tutti fuori. Sicuramente ci sarà stata qualche complicazione per Katherine. C’era da aspettarselo.
-Isabella mio marito dice che ha bisogno di te – mi avvisa  Esme.
-io dovrei fare il latte al piccolo perché ha bisogno di mangiare, a me no che Esme non ve ne occupate voi – sono sicura che è all’altezza della cosa, ma sono preoccupata perché ci vuole dimestichezza e delicatezza con Anthony per ora.
-tranquilla, faccio io, non ci sono problemi – mi assicura e io entro nella camera.
-come sta? – chiedo timorosa a Carlisle.
-le cose vanno piuttosto male, è troppo debole se supera la notte è fortunata, non credo però che potrà durare a lungo – Carlisle è profondamente rammaricato.
-noi facciamo il possibile e speriamo che lei si aggrappi alla vita con le unghie e con i denti – per tutto il resto della notte io e Carlisle con l’aiuto di Esme e di qualche domestica ci occupiamo di Katherine. Alle prime luci dell’alba sto crollando dal sonno e Katherine comincia a dare i primi segni di vita, così Carlisle mi dice di andare giù in cucina a mangiare qualcosa e a riprendere un po’ di forze. Mentre scendo incontro Edward che sta per salire.
-ehi dove vai? – anche lui ha passato la notte in bianco per occuparsi del piccolo insieme ai suoi genitori.
-a mangiare qualcosa per resistere ancora un po’ – rispondo e mi scappa uno sbadiglio.
-volevo salire per vedere come sta Katherine ma dato che ci sei qui tu, chiedo informazioni a te – dice e mi accompagna in cucina. Ho passato così tanto tempo in questa casa ultimamente che ormai so pure dove trovare le cose e mi scaldo una tazza di latte.
-per il momento sembra migliorare, ma secondo tuo zio le speranze che ce la faccia sono poche, credo che dovresti salire da lei, io me la cavo anche da sola, ha bisogno del tuo sostegno – gli dico le cose come stanno e cosa sarebbe più giusto, anche se a me fa male.
-va bene, torno subito – mi promette, non dovrebbe preoccuparsi per me quando sua moglie è in punto di morte. Certo tutto ciò è successo perché ha voluto fare di testa sua, ma è comunque giusto che lui stia da lei. Poco dopo sento qualcuno scendere in cucina. È Don Edward senior.
-Isabella sono venuto ad avvisarti che Katherine si è svegliata a quanto pare forse ce l’ha fatta – mi informa e così saliamo di nuovo su. Faccio un sospiro di sollievo quando vedo che è sveglia, ma nel mio cuore arriva una coltellata quando vedo Edward li a stringerle la mano e ad accarezzarle la fronte. Ho voglia di piangere, ma non posso, quindi incanalo le mie emozioni e chiedo subito informazioni.
-Dottore cosa è successo? –
- l’ho bagnata di nuovo con l’acqua fredda e stavolta sembra che ci siano stati risvolti, ma non canterei vittoria, se perde di nuovo i sensi la situazione peggiorerà ancora di più, le stiamo dando molti liquidi intanto così che possa recuperare almeno un po’ di energie – mi spiega e io annuisco. Donna Elizabeth non si vede e presumo sia con il piccolo.
-voglio mio figlio, dov’è il mio bambino? – Katherine comincia a parlare e tutti ci giriamo verso di lei.
-sta bene Katherine, si chiama Anthony ed è sano è forte – è Edward a risponderle.
-gli hai .. dato .. il tuo.. sec..secondo ..nome – dice sempre sussurrando.
-già, forse è il caso che tu lo veda – le dice e poi guarda me e Carlisle che annuiamo. È meglio così se non ce la farà sarebbe crudele privarla del suo bambino per quel che le rimane. Esme va a chiamare donna Elizabeth e poco dopo tornano con il piccolo. Lo porgono subito a Katherine che lo stringe al petto.
-sei bello come il tuo papà, piccolo mio, ti amo tanto – le forze la abbandonano e perde di nuovo i sensi per gli sforzi Esme  prende subito il bambino e io e Carlisle torniamo a occuparci di lei. Qualche ora dopo si riprende ed esprime il desiderio di rimanere sola con il marito. Io e Carlisle usciamo ma rimaniamo dietro la porta per qualunque cosa.
POV EDWARD
Katherine vuole rimanere sola con me, gli altri escono immediatamente ma sono sicuro che sono qua fuori per qualunque cosa possa succederle. Sono felice che mio figlio stia bene e nonostante tutto mi dispiace tanto che lei sia ridotta così.
-sai voglio dirti alcune cose, marito mio – il suo tono è stanco e non riesco a capire le emozioni nella sua voce – ho capito che non mi ami e non posso costringerti ad amarmi, si stai pensando che in punto di morte sono più saggia, impari ad apprezzare quello che perdi in questi momenti .. voi avevate tutti ragione, avrei dovuto seguire i vostri consigli ma adesso sono stanca di combattere quindi non odiarmi se dovessi mollare e prenditi cura di nostra figlio, preoccupati soprattutto per lui – io rimango paralizzato. Lei non vuole continuare a lottare per la sua vita. Non vuole più lottare. È stanca. Abbandona così suo figlio. Non la odierò, ma nulla mi impedisce di pensare che sia un’egoista con i fiocchi anche adesso che dice di aver capito cosa perde. Perde di nuovo i sensi per lo sforzo e io chiamo subito Bella e mio zio.
POV BELLA
Edward ci chiama allarmato. È turbato e scioccato quando viene a chiamarci. Non so cosa gli abbia detto Katherine, ma credo lo abbia ferito definitivamente, qualunque cosa possa aver detto. Nei suoi occhi c’è tristezza ed esce dalla camera. Dopo pranzo i ragazzi mi accompagnano alla locanda per riposare. E dopo 24 ore sveglia appena mi stendo sul letto crollo addormentata.

 


NOTE AUTRICE: ciao a tutti!! ecco qua il quinto capitolo ... la situazione è abbastanza complicata e grave ... comunque non mi va di annoiarvi spero che il capitolo vi sia piaciuto e che vi farete sentire con le recensioni :D grazie a chi ha messo la storia tra le preferite e tra le seguite e alle poche persone che hanno lasciate le recensioni :***

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Capitolo 6
*** IL DESTINO HA DECISO ***


~~POV BELLA
Torno alla villa dopo una lunghissima dormita, riposata e fresca. Al mio arrivo Edward è in salotto con suo figlio in braccio, sta cercando di calmarlo. Sorrido a questa scena, sono davvero belli insieme. Il piccolo però non si calma.
-buongiorno – Edward si volta verso di me sorridendo. Mi avvicino.
-vuoi darlo a me magari riesco a calmarlo – gli propongo e lui mi cede il piccolo. Lo cullo e lo accarezzo con dolcezza e si calma quasi subito.
-io ho sempre saputo che tu sei un angelo – mi dice mentre si china su suo figlio ma veniamo interrotti dal rumore di passi svelti e quando ci giriamo vediamo Esme che scende tutta trafelata.
-zia, che succede? – chiede Edward.
- è Katherine … ormai non c’è praticamente niente da fare Edward le resta poco, dovresti starle vicino in questi ultimi momenti – dice con grande tristezza.
-andiamo su zia, per favore Bella pensa tu al piccolino – annuisco. Povero bambino, non conoscerà mai sua madre. La vita riesce a essere molto crudele a volte. Mi siedo sul divano, per non stancarmi troppo. I minuti passano e non rimaniamo soli a lungo perché arrivano Alice, Emmett e la famiglia Hale. Subito tutti vengono attirati dal piccolo in braccio a me che sembra apprezzare le attenzioni che gli vengono rivolte.
-ehi Bella come va? – chiede Alice con un’allegria che sembra un po’ fuori luogo, ma lei non sa veramente poco di quello che succede.
-beh il piccolo sta bene, Katherine invece … non le rimane molto da vivere – ammetto sconsolata. Si fanno subito tutti seri e silenziosi. Passa ancora del tempo finché non scendono tutti insieme. Donna Elizabeth ha l’aria sconvolta, Esme, Carlisle e Edward senior sono addolorati e Edward è rassegnato. La prima a parlare è Donna Clarissa, anche se la situazione è chiara.
-non c’è stato niente da fare? – chiede diretta e Carlisle fa cenno di no con la testa. Cala un silenzio carico di tristezza e amarezza.
-la farò sistemare e poi andrò a seppellirla nella sua terra, come lei voleva – dice Edward. Non è triste come dovrebbe esserlo un marito per la morte di sua moglie, è come se fosse morta una qualunque parente. Non è giusto, capisco che non l’amava ma potrebbe mostrarsi più addolorato.
-si è la cosa giusta figlio, do io l’ordine di farla sistemare, tranquillo occupati di tuo figlio tu – sua madre gli lascia una carezza e poi va di sopra.
- Edward, figliolo credo che il bambino non dovrebbe stare qui, lui ha bisogno di un clima salutare e sereno … Carlisle, Esme scusate se sono inopportuno, per voi non è un problema se il bambino sta a casa vostra mentre Edward si occupa di sua moglie per l’ultima volta? – Don Edward senior di preoccupa subito del nipote e i coniugi Cullen annuiscono in segno di approvazione alla sua proposta.
-Isabella voglio chiedere un favore a te, adesso, occupati tu per tutto ciò che serve al bambino … qualunque cosa … - dice poi rivolto a me.
-Bella vieni a stare da noi mentre Edward è assente, te ne prego, è per stare tutti più tranquilli … per far si che il bambino sia ben assistito, so che hai anche il tuo lavoro ma sappiamo che il piccolo ha bisogno di molte attenzioni e tu sei la persona più adatta – mi prega Esme.
-Bella, vieni voglio parlare con te – Edward attira la mia attenzione e così cedo il piccolo a Esme e lo seguo nello studio. Una volta dentro chiude a chiave.
-amore mio, ti chiedo per favore, mi inginocchio se serve, di occuparti di mio figlio, di non abbandonarlo e prenderti cura di lui nel migliore dei modi – la sua voce mi supplica sembra sul punto di piangere. Vedendo i suoi occhi tristi e sentendo il suo tono di supplica cedo subito.
-penserò io a lui stai tranquillo e fai quello che devi fare – lo accarezzo e lui mi stringe a sé.
-partirò oggi stesso così sarò di ritorno il prima possibile … grazie tesoro mio – mi lascia un lieve bacio sulle labbra e poi, tornando a debita distanza, usciamo dallo studio. Gli occhi di tutti saltano da me a lui e io spero solo che non abbiano sentito niente. Noto subito l’assenza di Esme e che Anthony è in braccio a Clarissa.
-bene, anche io mi metto subito al lavoro per sistemare tutto … ci rivediamo fra qualche giorno – Edward saluta e poi comincia con i preparativi. Intanto scende Esme con una domestica e due valigie.
-stiamo prendendo le cose del piccolo e ci organizziamo subito a Villa Cullen – spiega Esme vedendo alcuni sguardi perplessi.
-Ehm scusate … io dovrei andare perché devo prendere la roba che mi serve e avviso la famiglia Weber della mia assenza, torno subito qua però – faccio un avviso generale in modo che tutti sappiano dove trovarmi nella prossima ora in caso di bisogno.
-bene, Bella ti accompagno io così faremo prima – si offre Alice e io la ringrazio.
-perfetto Bella, non tornate qui andate direttamente a Villa Cullen – ci dice Esme e io e Alice andiamo subito alla locanda. Quando arriviamo, Angela mi accoglie con un abbraccio e un gran sorriso e anche suo padre, che notano subito qualcosa in me e in Alice.
- Angela io per un po’ di giorni non starò alla locanda, devo occuparmi del figlio di Katherine e Edward, a casa di Alice, perché è successa una cosa oggi e vi chiedo la massima discrezione su ciò che sto per raccontarvi, anche se presto lo sapranno tutti – dico e Angela e suo padre ci fanno subito accomodare e io racconto loro tutto per filo e per segno e loro mi ascoltano con attenzione e in silenzio.
-beh tu e il dottor Cullen avete fatto il possibile e credo che dipendeva anche da lei, non abbatterti Bella … sta tranquilla e prenditi cura meglio che puoi di questo bambino, che ha bisogno di tanto amore – il primo a parlare appena ho finito e John.
-sicuramente … ci tengono molte persone e farò di tutto per non deluderle – in realtà è solo una la persona che non voglio deludere, che mi ha quasi supplicato di prendermi cura di suo figlio. Salutiamo Angela e John e andiamo a prendere le cose nella mia camera. Non mi serve molto e Alice insiste per darmi lei tutto ciò di cui ho bisogno per cui facciamo presto. Quando usciamo dalla locanda, in piazza tutti si girano a guardare me e Alice e vociferano e la signora Newton, proprietaria dell’Emporio e moglie del sindaco di avvicina a noi con espressione fintamente preoccupata.
-levatrice, signorina Cullen scusate vorrei parlarvi di una cosa, mi sono arrivate delle voci e sono sicura che voi siete molto informate e io come moglie del sindaco dovrei sapere cosa succede – è veramente una pettegola che non guarda in faccia nessuno questa qua! Sicuramente avranno visto il movimento alla villa e sapranno qualcosa.
-noi non siamo tenute a dirvi niente, la mia famiglia sta attraversando un brutto momento e non parlerò di una situazione così privata e dolorosa con qualcuno del paese che vuole solo spettegolare per cui non chiedete più notizie ad alcun membro della mia famiglia … e riferite a vostro marito che mia zia vuole parlargli al più presto … e ringraziate la vostra buona stella che sono una signora e per di più con le virtù della mia famiglia altrimenti non mi sarei trattenuta … andiamo Bella – dopo che Alice ha finito, ci dirigiamo subito verso il calesse. Durante il viaggio Alice mi fissa insistentemente come se cercasse di scrutarmi, come se volesse capire qualcosa.
-Alice vorrei capire perché mi fissi in quel modo – le dico un pochino scocciata e a disagio.
-tu sai che io so quello che tu sai molto bene e che mio cugino mi ha detto – dice con un sorrisino. E nel momento in cui dice questa frase io divento rossa dalla vergogna, sapendo che lei ora sa tutto su di me e suo cugino.
-beh Alice ti chiedo di tacere per favore e so che ne vuoi parlare ma non è il momento, magari in un momento più sereno potrò dirti alcune cose ma non adesso – lei capisce che non è effettivamente il caso e annuisce un po’ triste.
-ehi ho detto che adesso non è il momento ma quando tutto sarà … beh … di nuovo apposto potremo parlare e poi Edward mi ha detto che qualcosa ve l’ha raccontata … quindi per il momento accontentati di quello che ha detto lui – cerco di eliminare la sua espressione triste e forse ci riesco.
-benissimo, perché dato che questo accadrà molto presto non mi scapperai ancora per molto – mi dice e mi abbraccia di slancio. Arriviamo a casa della famiglia Cullen e Alice da ordine ai domestici di sistemare la mia roba nelle mie stanze e andiamo subito nel salone dove troviamo Esme, Clarissa e Rose con il piccolo.
-benarrivate ragazze … una di voi due ha voglia di tenere questo piccolo principe in braccio perché noi abbiamo fatto un po’ a turno durante la vostra assenza e abbiamo le braccia stanche – ci dice Rosalie anche se è completamente rapita dal piccolino.
-ma certo … e io che ci sto a fare qua? Dallo a me Rose che a me non dispiace per niente tenerlo in braccio – lei mi cede il bimbo che apre gli occhi e ci stiracchia. Sorrido vedendogli fare queste cose. Se avessi potuto tenere in braccio il mio piccolo … gli occhi iniziano a pungere e ricaccio indietro pensieri e lacrime.
-Bella, Anthony deve mangiare … gli preparo io stessa il latte e poi gli dai tu da mangiare – mi dice Esme e ci scambiamo un breve sorriso. Mentre aspettiamo il latte e Esme, Alice fa un interrogatorio a Rosalie e fa soprattutto domande su Edward a cui Rose risponde esaustivamente. Non voglio darlo a vedere ma per me sono importanti quelle risposte e sono sicura che Alice almeno in parte lo fa per me e non per soddisfare la sua curiosità. Finalmente arriva Esme con il latte perché il piccolo cominciava ad agitarsi, quando gli do da mangiare si tranquillizza subito e dopo il ruttino si addormenta immediatamente. Esme mi mostra dov’è la stanza di Anthony e vedo che ci sono sia le cose del piccolo che le mie.
-vedi Bella per stare tutti più tranquilli ho pensato che fosse meglio che Anthony stia in camera tua e in ogni caso siamo tutti vicini per il bisogno – lo dice quasi con tono colpevole, ma io sono sollevata che sia così, almeno potrò tenerlo meglio sotto controllo.
-beh è una bella idea, così saremo tutti più tranquilli e potrò stargli accanto molto meglio – le dico sinceramente sollevata e penso che si senta meno in colpa. Metto il bimbo nella culla e torniamo in salotto. Sono tornati gli uomini a quanto pare, con notizie fresche.
-oh Esme, Isabella adesso che ci siete anche voi possiamo raccontare gli ultimi avvenimenti – esclama Aleandro quasi sollevato.
-bene ma lo faremo di fronte alla cena che hanno preparato per noi le cuoche, che siamo tutti stanchi e affamati – Esme ci guida in sala da pranzo e finalmente dopo una brutta giornata dove nessuno di noi ha toccato cibo possiamo goderci un pasto caldo anche se l’aria non è serena come vorremmo che sia.




NOTE AUTRICE: sono arrivata un po' prima con il nuovo capitolo... perchè penso di trasferirmi al Liceo Classico e devo mettermi a studiare il greco del IV ginnasio quindi non potrò pubblicare spesso e vi regalo più capitoli possibile per adesso ... :*** baci e spero di sentirvi

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Capitolo 7
*** QUANDO SEMBRA CHE IL TEMPO NON PASSI ***


~~POV BELLA
L’indomani mattina, mi sveglio presto un po’ più tranquilla ma con il pensiero fisso al piccolino che dorme nella culla accanto al mio letto e che sembra un angelo. Sono sicura che in qualche modo anche a lui manchi il suo papà, hanno subito stretto un bel legame e Edward si fa voler bene da tutti. A me manca tantissimo, ma io sono abituata alla sua assenza, anche se qualche giorno fa avevo la certezza che lui potesse comparire da un momento all’altro, cosa che adesso mi manca. Bussano alla porta e do il permesso per entrare mentre sono china sul piccolo che dorme beato.
-buongiorno cari … ho portato la colazione per te Bella e io voglio farti compagnia … sediamoci dai – Alice entra con la sua allegria e il suo entusiasmo e ci sediamo subito nel mini salottino a fare colazione.
-come ti senti? – mi chiede apprensiva. Ho un espressione così evidentemente triste?
-così, così – rispondo sincera.
-succede qualcosa? –
-diciamo che fisicamente sto benissimo come anche tu puoi vedere ma dentro sento un vuoto ed è inutile negarlo mi manca lui – con lei posso parlare ed essere sincera, come ha detto Edward abbiamo bisogno di alleati in questa battaglia.
-lo so, ma anche quando tonerà non credo potrete stare molto insieme, non perché nessuno di noi voglia, ma non è giusto nei confronti di Katherine che è appena morta … dovreste far passare un pochino di tempo e poi uscire alla luce del sole ma per adesso credo che dovreste vedervi poco e di nascosto – ha ovviamente ragione. Non oserei mai fare una cosa del genere, non è giusto nei confronti Katherine che dopotutto era sua moglie.
-questo è ovvio Alice … io non oserei mai fare una cosa del genere … la gente del paese avrebbe male da dire sia di me che di lui e non voglio – la appoggio pienamente.
- parole giuste – cominciamo a fare colazione e spazzoliamo via tutto quello che c’era nel vassoio con gusto. Dopo qualche ora sto giocando con il piccolino sul divano e lui sembra stare bene e divertirsi, quando sento delle voci che parlano preoccupate. Nel salone entrano Esme e un donna.
-levatrice abbiamo bisogno di voi, mia figlia Olga sta per partorire, sembra che questo bambino aveva voglia di venire a questo mondo in anticipo – dice un po’ preoccupata e un po’ felice.
- Esme prendetevi cura del bambino, io vado in paese ad aiutare questa donna a partorire e torno – metto il bambino nelle braccia di Esme che annuisce e vado via insieme alla donna. Siamo subito in paese anche se un po’ affaticate la donna mi guida alla locanda, dove troviamo Angela che regge una ragazza sudata e ansante. Le mancavano circa due settimane per il parto ma ovviamente non sempre i bambini nascono al tempo stabilito. Alla fine della fatica Olga da alla luce una bellissima bambina. Dopo che ho finito con lei visito altre due gestanti e poi quando è già passato il pranzo, saluto i Weber alla locanda e torno a Villa Cullen. Quando torno vengo accolta calorosamente da tutti come se fossi mancata giorni e non poche ore perché il piccolo non è stato tranquillo per un motivo o per un altro si agitava sempre.
-non ha fatto altri che agitarsi - dice Alice mentre me lo passa e quando arriva tra le mie braccia pare tranquillizzarsi all’improvviso.
-sshh piccolino sono qui e oggi non vado più via … sta tranquillo – gli sussurro dolcemente e lui sbadiglia e si addormenta quasi subito.
-tu sei una benedizione cara Bella … abbiamo provato di tutto ma non si addormentava – dice Rosalie esausta sedendosi sul divano.
-secondo me si è affezionato a Bella perché sente già da adesso che si può fidare di lei e che gli starà sempre vicino – dice Alice e io le lancio un’occhiata di ammonimento che lei ricambia con un sorrisino compiaciuto e soddisfatto.
-si ha ragione Alice – Esme la appoggia, senza capire il doppio senso della frase di Alice – a proposito Bella tu devi ancora mangiare quindi mentre il birbante dorme lo mettiamo nella culletta e tu puoi mangiare ciò che ti ho fatto mettere da parte – continua con un sorriso dolce.
-cedo solo perché ho molta fame, però vorrei che nessuno lo perdesse d’occhio il birbante perché potrebbe svegliarsi da un momento all’altro e non deve trovarsi solo, spero di non chiedere troppo – dico cauta. Subito Alice e Rose si illuminano.
-ovvio, ci stiamo noi tranquilla – dicono in coro con due espressioni che la dicono lunga. Quelle due hanno qualcosa in mente e dovranno darmi delle spiegazioni. Esme e Clarissa mi accompagnano in sala da pranzo e mentre mangio mi tengono compagnia. Quando ho mandato giù tutto quello che mi viene messo davanti, Esme dice alle cameriere di sparecchiare e andiamo in camera mia dove troviamo Alice e Rose che spettegolano chine sul bambino.
-ragazze ! – Clarissa richiama l’attenzione delle signorine che si girano subito verso di noi.
-oh Bella era buono il pranzo? – chiede Rosalie con finto interesse.
-si Rosalie, ottimo – dico sorridendo e scuoto la testa pensando a quanto sono incorreggibili le mie amiche. Che bello poter dire e pensare: le mie amiche!
-bene ci fa piacere … senti secondo te è un momento tranquillo per parlare questo? Vogliamo parlare un po’ con te di cose che riguardano le ragazze della nostra età – continua Rose cercando di far capire a sua madre e a Esme che devono andare via.
-si Rose le vecchie vanno via tranquilla – la rimbrotta sua madre scherzosamente.
-non sto dicendo che siete vecchie ma che siete più grandi di noi, tutto qua – chiarisce Rose con un sorriso e le due donne vanno via scuotendo la testa.
-ok parliamo adesso … così non avrò più questa scocciatura – dico sospirando e loro due esultano piano vittoriose.
-bene allora … come è iniziata e continuata la vostra storia? … Edward ci ha solo detto che vi siete innamorati e volete stare insieme il più possibile e che avevate bisogno di noi per poter avere questi momenti insieme … noi vogliamo capire di più – Rosalie va dritta al sodo e io ripenso all’inizio di tutto. Il bacio rubato.
-è cominciato tutto la sera della festa, quando mi ha accompagnato alla locanda e mi ha rubato un bacio … poi veniva tutti i giorni a trovarmi, con una scusa o con un’altra era sempre li da me a tenermi compagnia, a chiacchierare e farmi spuntare il sorriso se ero demoralizzata … tutto però è scoppiato la sera della tempesta, non so cosa sia successo alla villa ma quando è arrivato dicendo che mi stava cercando aveva rabbia e tristezza negli occhi oltre il sollievo per avermi ritrovata e poi una cosa tira l’altra e insomma è successo quello che nel nostro cuore entrambe volevamo, abbiamo fatto l’amore ed è stata la notte più bella della mia vita … da quella notte ogni momento libero è stato per me e passavamo i pochi momenti a disposizione a baciarci e a far si che l’altro avesse il sorriso sul volto ma abbiamo avuto solo un’altra notte per noi, quando voi siete venuti a sapere della situazione da quel momento in poi le cose si cono complicate un po’ … Katherine aveva bisogno di appoggio e pressioni e c’era bisogno della sua presenza alla villa poi è arrivato il momento del parto di Katherine e adesso siamo qua, in questa situazione – racconto tutto omettendo soltanto la parte in cui ho raccontato la mia storia a Edward. Non sono pronta per la parte in cui racconto loro la mia storia, è già stato un grande sacrificio con Edward ma in quel caso ho avuto le sue braccia e il suo amore a tenermi insieme, con loro crollerei a pezzi completamente.
-noi siamo sempre state sicure che lui non amasse Katherine e si notava da chilometri, era un rapporto forzato, ovviamente mia zia Elizabeth ha messo il suo zampino nella situazione e ha costretto Edward ha fare quello che non voleva – dice Alice triste.
-anche se Edward si è sempre fatto valere ma la sua pazienza e il suo spirito di sopportazione hanno un limite, limite di cui, ovviamente, Donna Elizabeth non si è mai preoccupata, per fortuna Don Edward Senior ha sempre aiutato e appoggiato il figlio ma ovviamente non è mai andato contro alla moglie – chiarisce Rosalie. Mi stanno dicendo tutto quello che mi ha detto Edward. Lui non ha mai amato Katherine.
-purtroppo non tutti i matrimoni nascono per amore, alcuni per convenienza e altri anche per costrizione e il loro era un matrimonio forzato … - continua Alice.
-bene comunque adesso c’è il nuovo capitolo di Edward e spero che ci sia sempre Bella e penso che anche per Bella sarà un nuovo capitolo – dice Rose rivolta verso di me con un sorriso. Io ricambio il sorriso con piacere.
-nel mio nuovo capitolo c’è soprattutto lui ma ci siete anche tutti voi e la chiusura di un periodo di solitudine per vivere finalmente circondata da amore e affetto – e questa consapevolezza fa breccia nella corazza che mi protegge, infilandosi nel cuore, nella mente e nell’anima.
-più starai qua, più le cose per te miglioreranno, fidati di noi – dice Alice e si scambia un’occhiata complice con Rose. Io faccio finta di non aver visto per non metterle in difficoltà.
-ehi ma non hai altri dettagli per noi della tua storia d’amore super segreta? – chiede Rose scherzando.
-posso dire che è magnifico avere qualcuno che ti ama e che Edward è una persona fantastica con me: è un gentiluomo, dolce, gentile e soprattutto mi ama con tutto se stesso anche se ha un terribile rivale adesso – dice e loro capiscono subito a chi mi riferisco.
-oh si sicuramente terribile – ridiamo tutte insieme finché non sentiamo bussare. Esclamiamo “avanti” tutti insieme e entrano Esme e Clarissa.
-abbiamo sentito delle risate e ci chiedevamo cosa c’era di così divertente – dice Clarissa. Noi ci sorridiamo complici ed è Rose a rispondere.
-nulla sempre i discorsi tra ragazze … e quando c’entrano i ragazzi si ride sempre –
-ah capiamo perfettamente … comunque a proposito di ragazzi Emmett e Jasper sono appena tornati insieme a Carlisle e Aleandro e cercano proprio voi due … Emmett ha anche detto “Dov’è la mia Rosellina mi è mancata così tanto” e si è buttato sul divano – dice Clarissa ridendo.
-va bene dai andiamo – Rose è la prima ad alzarsi e io e Alice la seguiamo. Quando arriviamo in salotto e Emmett nota Rosalie le va incontro con occhi da pesce lesso e si scambiano un bacio. Io giro lo sguardo per non essere invadente ma dall’altro lato ci sono Alice e Jasper così volgo lo sguardo al piccolo. Mi siedo sul divano e poco dopo arrivano anche i ragazzi. L’atmosfera è più leggera di ieri anche se c’è ancora quell’aria di lutto, ma è una cosa normale. Cerchiamo di non trattare argomenti tristi e mi chiedono com’è il mio lavoro e com’è stato studiare per prendere l’attestato di ostetrica e poi di come mi sto occupando del piccolino e di varie altre cose, anche un accenno al futuro matrimonio di Rose e Emm. Il tempo passa ed arriva l’ora di cena. Dopo la cena Alice e Rose insistono per andare in camera mia e restano a dormire con me. I giorni passano e manca sempre meno al ritorno di Edward anche se mi manca ogni giorno di più e non vedo l’ora che torni. Anche Anthony sembra sentire la mancanza del suo papà e la notte si sveglia spesso anche senza un motivo. Alice mi fa compagnia tutte le notti con la scusa che le scoccia rimanere sola e che non vuole lasciarmi sola, così si intrufola nel mio letto. Il giorno mi divido tra Anthony e le visite urgenti in paese e la notte cerco di riposare più che posso quando Anthony non vuole passeggiare per la camera, per fortuna a Alice non da fastidio la luce così posso tenere alcune candele che fanno una lieve luce. La famiglia Hale è praticamente fissa a Villa Cullen ed è bello perché si sta in compagnia. È bellissimo stare qua con gli altri, tutti insieme e mi sento bene, ma non vedo l’ora che Edward torni così che la mia felicità possa essere completa.


NOTE AUTRICE: ecco qua il nuovo capitolo !!! Non c'è molto da dire uindi ne approfitto per ringraziare chi ha messo la storia tra le seguite, chi l'ha messa tra le preferite e chi recensisce ... GRAZIE A TUTTI !!! spero di leggere le recensioni anche in questo capitolo :*

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Capitolo 8
*** QUANDO SEMBRA CHE IL TEMPO NON PASSI ***


~~POV BELLA
L’indomani mattina, mi sveglio presto un po’ più tranquilla ma con il pensiero fisso al piccolino che dorme nella culla accanto al mio letto e che sembra un angelo. Sono sicura che in qualche modo anche a lui manchi il suo papà, hanno subito stretto un bel legame e Edward si fa voler bene da tutti. A me manca tantissimo, ma io sono abituata alla sua assenza, anche se qualche giorno fa avevo la certezza che lui potesse comparire da un momento all’altro, cosa che adesso mi manca. Bussano alla porta e do il permesso per entrare mentre sono china sul piccolo che dorme beato.
-buongiorno cari … ho portato la colazione per te Bella e io voglio farti compagnia … sediamoci dai – Alice entra con la sua allegria e il suo entusiasmo e ci sediamo subito nel mini salottino a fare colazione.
-come ti senti? – mi chiede apprensiva. Ho un espressione così evidentemente triste?
-così, così – rispondo sincera.
-succede qualcosa? –
-diciamo che fisicamente sto benissimo come anche tu puoi vedere ma dentro sento un vuoto ed è inutile negarlo mi manca lui – con lei posso parlare ed essere sincera, come ha detto Edward abbiamo bisogno di alleati in questa battaglia.
-lo so, ma anche quando tonerà non credo potrete stare molto insieme, non perché nessuno di noi voglia, ma non è giusto nei confronti di Katherine che è appena morta … dovreste far passare un pochino di tempo e poi uscire alla luce del sole ma per adesso credo che dovreste vedervi poco e di nascosto – ha ovviamente ragione. Non oserei mai fare una cosa del genere, non è giusto nei confronti Katherine che dopotutto era sua moglie.
-questo è ovvio Alice … io non oserei mai fare una cosa del genere … la gente del paese avrebbe male da dire sia di me che di lui e non voglio – la appoggio pienamente.
- parole giuste – cominciamo a fare colazione e spazzoliamo via tutto quello che c’era nel vassoio con gusto. Dopo qualche ora sto giocando con il piccolino sul divano e lui sembra stare bene e divertirsi, quando sento delle voci che parlano preoccupate. Nel salone entrano Esme e un donna.
-levatrice abbiamo bisogno di voi, mia figlia Olga sta per partorire, sembra che questo bambino aveva voglia di venire a questo mondo in anticipo – dice un po’ preoccupata e un po’ felice.
- Esme prendetevi cura del bambino, io vado in paese ad aiutare questa donna a partorire e torno – metto il bambino nelle braccia di Esme che annuisce e vado via insieme alla donna. Siamo subito in paese anche se un po’ affaticate la donna mi guida alla locanda, dove troviamo Angela che regge una ragazza sudata e ansante. Le mancavano circa due settimane per il parto ma ovviamente non sempre i bambini nascono al tempo stabilito. Alla fine della fatica Olga da alla luce una bellissima bambina. Dopo che ho finito con lei visito altre due gestanti e poi quando è già passato il pranzo, saluto i Weber alla locanda e torno a Villa Cullen. Quando torno vengo accolta calorosamente da tutti come se fossi mancata giorni e non poche ore perché il piccolo non è stato tranquillo per un motivo o per un altro si agitava sempre.
-non ha fatto altri che agitarsi - dice Alice mentre me lo passa e quando arriva tra le mie braccia pare tranquillizzarsi all’improvviso.
-sshh piccolino sono qui e oggi non vado più via … sta tranquillo – gli sussurro dolcemente e lui sbadiglia e si addormenta quasi subito.
-tu sei una benedizione cara Bella … abbiamo provato di tutto ma non si addormentava – dice Rosalie esausta sedendosi sul divano.
-secondo me si è affezionato a Bella perché sente già da adesso che si può fidare di lei e che gli starà sempre vicino – dice Alice e io le lancio un’occhiata di ammonimento che lei ricambia con un sorrisino compiaciuto e soddisfatto.
-si ha ragione Alice – Esme la appoggia, senza capire il doppio senso della frase di Alice – a proposito Bella tu devi ancora mangiare quindi mentre il birbante dorme lo mettiamo nella culletta e tu puoi mangiare ciò che ti ho fatto mettere da parte – continua con un sorriso dolce.
-cedo solo perché ho molta fame, però vorrei che nessuno lo perdesse d’occhio il birbante perché potrebbe svegliarsi da un momento all’altro e non deve trovarsi solo, spero di non chiedere troppo – dico cauta. Subito Alice e Rose si illuminano.
-ovvio, ci stiamo noi tranquilla – dicono in coro con due espressioni che la dicono lunga. Quelle due hanno qualcosa in mente e dovranno darmi delle spiegazioni. Esme e Clarissa mi accompagnano in sala da pranzo e mentre mangio mi tengono compagnia. Quando ho mandato giù tutto quello che mi viene messo davanti, Esme dice alle cameriere di sparecchiare e andiamo in camera mia dove troviamo Alice e Rose che spettegolano chine sul bambino.
-ragazze ! – Clarissa richiama l’attenzione delle signorine che si girano subito verso di noi.
-oh Bella era buono il pranzo? – chiede Rosalie con finto interesse.
-si Rosalie, ottimo – dico sorridendo e scuoto la testa pensando a quanto sono incorreggibili le mie amiche. Che bello poter dire e pensare: le mie amiche!
-bene ci fa piacere … senti secondo te è un momento tranquillo per parlare questo? Vogliamo parlare un po’ con te di cose che riguardano le ragazze della nostra età – continua Rose cercando di far capire a sua madre e a Esme che devono andare via.
-si Rose le vecchie vanno via tranquilla – la rimbrotta sua madre scherzosamente.
-non sto dicendo che siete vecchie ma che siete più grandi di noi, tutto qua – chiarisce Rose con un sorriso e le due donne vanno via scuotendo la testa.
-ok parliamo adesso … così non avrò più questa scocciatura – dico sospirando e loro due esultano piano vittoriose.
-bene allora … come è iniziata e continuata la vostra storia? … Edward ci ha solo detto che vi siete innamorati e volete stare insieme il più possibile e che avevate bisogno di noi per poter avere questi momenti insieme … noi vogliamo capire di più – Rosalie va dritta al sodo e io ripenso all’inizio di tutto. Il bacio rubato.
-è cominciato tutto la sera della festa, quando mi ha accompagnato alla locanda e mi ha rubato un bacio … poi veniva tutti i giorni a trovarmi, con una scusa o con un’altra era sempre li da me a tenermi compagnia, a chiacchierare e farmi spuntare il sorriso se ero demoralizzata … tutto però è scoppiato la sera della tempesta, non so cosa sia successo alla villa ma quando è arrivato dicendo che mi stava cercando aveva rabbia e tristezza negli occhi oltre il sollievo per avermi ritrovata e poi una cosa tira l’altra e insomma è successo quello che nel nostro cuore entrambe volevamo, abbiamo fatto l’amore ed è stata la notte più bella della mia vita … da quella notte ogni momento libero è stato per me e passavamo i pochi momenti a disposizione a baciarci e a far si che l’altro avesse il sorriso sul volto ma abbiamo avuto solo un’altra notte per noi, quando voi siete venuti a sapere della situazione da quel momento in poi le cose si cono complicate un po’ … Katherine aveva bisogno di appoggio e pressioni e c’era bisogno della sua presenza alla villa poi è arrivato il momento del parto di Katherine e adesso siamo qua, in questa situazione – racconto tutto omettendo soltanto la parte in cui ho raccontato la mia storia a Edward. Non sono pronta per la parte in cui racconto loro la mia storia, è già stato un grande sacrificio con Edward ma in quel caso ho avuto le sue braccia e il suo amore a tenermi insieme, con loro crollerei a pezzi completamente.
-noi siamo sempre state sicure che lui non amasse Katherine e si notava da chilometri, era un rapporto forzato, ovviamente mia zia Elizabeth ha messo il suo zampino nella situazione e ha costretto Edward ha fare quello che non voleva – dice Alice triste.
-anche se Edward si è sempre fatto valere ma la sua pazienza e il suo spirito di sopportazione hanno un limite, limite di cui, ovviamente, Donna Elizabeth non si è mai preoccupata, per fortuna Don Edward Senior ha sempre aiutato e appoggiato il figlio ma ovviamente non è mai andato contro alla moglie – chiarisce Rosalie. Mi stanno dicendo tutto quello che mi ha detto Edward. Lui non ha mai amato Katherine.
-purtroppo non tutti i matrimoni nascono per amore, alcuni per convenienza e altri anche per costrizione e il loro era un matrimonio forzato … - continua Alice.
-bene comunque adesso c’è il nuovo capitolo di Edward e spero che ci sia sempre Bella e penso che anche per Bella sarà un nuovo capitolo – dice Rose rivolta verso di me con un sorriso. Io ricambio il sorriso con piacere.
-nel mio nuovo capitolo c’è soprattutto lui ma ci siete anche tutti voi e la chiusura di un periodo di solitudine per vivere finalmente circondata da amore e affetto – e questa consapevolezza fa breccia nella corazza che mi protegge, infilandosi nel cuore, nella mente e nell’anima.
-più starai qua, più le cose per te miglioreranno, fidati di noi – dice Alice e si scambia un’occhiata complice con Rose. Io faccio finta di non aver visto per non metterle in difficoltà.
-ehi ma non hai altri dettagli per noi della tua storia d’amore super segreta? – chiede Rose scherzando.
-posso dire che è magnifico avere qualcuno che ti ama e che Edward è una persona fantastica con me: è un gentiluomo, dolce, gentile e soprattutto mi ama con tutto se stesso anche se ha un terribile rivale adesso – dice e loro capiscono subito a chi mi riferisco.
-oh si sicuramente terribile – ridiamo tutte insieme finché non sentiamo bussare. Esclamiamo “avanti” tutti insieme e entrano Esme e Clarissa.
-abbiamo sentito delle risate e ci chiedevamo cosa c’era di così divertente – dice Clarissa. Noi ci sorridiamo complici ed è Rose a rispondere.
-nulla sempre i discorsi tra ragazze … e quando c’entrano i ragazzi si ride sempre –
-ah capiamo perfettamente … comunque a proposito di ragazzi Emmett e Jasper sono appena tornati insieme a Carlisle e Aleandro e cercano proprio voi due … Emmett ha anche detto “Dov’è la mia Rosellina mi è mancata così tanto” e si è buttato sul divano – dice Clarissa ridendo.
-va bene dai andiamo – Rose è la prima ad alzarsi e io e Alice la seguiamo. Quando arriviamo in salotto e Emmett nota Rosalie le va incontro con occhi da pesce lesso e si scambiano un bacio. Io giro lo sguardo per non essere invadente ma dall’altro lato ci sono Alice e Jasper così volgo lo sguardo al piccolo. Mi siedo sul divano e poco dopo arrivano anche i ragazzi. L’atmosfera è più leggera di ieri anche se c’è ancora quell’aria di lutto, ma è una cosa normale. Cerchiamo di non trattare argomenti tristi e mi chiedono com’è il mio lavoro e com’è stato studiare per prendere l’attestato di ostetrica e poi di come mi sto occupando del piccolino e di varie altre cose, anche un accenno al futuro matrimonio di Rose e Emm. Il tempo passa ed arriva l’ora di cena. Dopo la cena Alice e Rose insistono per andare in camera mia e restano a dormire con me. I giorni passano e manca sempre meno al ritorno di Edward anche se mi manca ogni giorno di più e non vedo l’ora che torni. Anche Anthony sembra sentire la mancanza del suo papà e la notte si sveglia spesso anche senza un motivo. Alice mi fa compagnia tutte le notti con la scusa che le scoccia rimanere sola e che non vuole lasciarmi sola, così si intrufola nel mio letto. Il giorno mi divido tra Anthony e le visite urgenti in paese e la notte cerco di riposare più che posso quando Anthony non vuole passeggiare per la camera, per fortuna a Alice non da fastidio la luce così posso tenere alcune candele che fanno una lieve luce. La famiglia Hale è praticamente fissa a Villa Cullen ed è bello perché si sta in compagnia. È bellissimo stare qua con gli altri, tutti insieme e mi sento bene, ma non vedo l’ora che Edward torni così che la mia felicità possa essere completa.


NOTE AUTRICE: ecco qua il nuovo capitolo !!! Non c'è molto da dire uindi ne approfitto per ringraziare chi ha messo la storia tra le seguite, chi l'ha messa tra le preferite e chi recensisce ... GRAZIE A TUTTI !!! spero di leggere le recensioni anche in questo capitolo :*

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Capitolo 9
*** WHEN I LOOK IN TO YOUR EYES … ***


~~POV BELLA
Una settimana dopo …
Una luce fastidiosa mi fa aprire gli occhi. È giorno e il sole filtra dalle tende. Mi alzo e mi stiracchio. Guardo subito nella culla e il piccolo non c’è ma prima che possa impaurirmi penso che possa averlo preso Alice perché neanche lei è a letto. Mi vesto e scendo. Sento delle voci in sala da pranzo e capisco che stanno ancora facendo tutti colazione. Ora che ci penso bene, oggi è Domenica, quindi si saranno alzati tutti un po’ più tardi. Quando arrivo in sala da pranzo il mio cuore perde un battito. Edward è tornato. È finalmente qui e ha in braccio suo figlio. E con lui ci sono i suoi genitori.
-buongiorno a tutti – mi faccio sentire e spero che l’emozione non mi abbia tirato la voce. I suoi occhi sono i primi a voltarsi verso di me. Quando i nostri sguardi si incrociano è come se ci fossimo solo io e lui. Peccato che la magia dura poco perché gli altri attirano la mia attenzione.
-ehi Bella vieni a sederti, ti abbiamo lasciato un posto vicino a Edward e al piccolo siediti e fai colazione – dice Alice e io facendole un sorriso e poi senza farmi notare da nessuno ma solo da lei la trucido con lo sguardo e lei continua a sorridere.
- Edward posa il bambino e mangia in santa pace caro – gli dice sua madre ma lui scuote la testa.
-mi è mancato così tanto che non lo lascerò neanche quando dovrò andare a dormire madre – la sua voce quanto mi è mancata! Io mi siedo e mi verso del latte nella tazza e mentre bevo il latte sento una mano poggiarsi sulla mia gamba e accarezzarmi e so chi è. Mi giro verso di lui e gli faccio un sorriso lieve che lui ricambia. Gli stringo la mano sotto il tavolo e finiamo di fare colazione. Durante la mattina cerchiamo di rimettere tutto apposto. Le cose di Anthony vengono riportate alla Tenuta e mentre io preparo le mie cose per tornare alla locanda entra Alice con la faccia afflitta.
-ehi Bella oggi è domenica non ti affaticare a preparare le cose, stasera dormi qua per l’ultima volta e domani torni alla locanda … ti prego – mi fa la faccia da cucciola triste. E io cedo.
-e va bene ma domani vado via, non voglio disturbare ancora – le dico ma lei mi salta addosso e mi dice che io non disturbo. In realtà per stasera volevo chiederle una cosa ma dato che alla locanda ci torno domani, dovrò aspettare per mettere in atto la mia idea.
-a proposito volevo dirti una cosa io, Rose, Emm e Jazz oggi andiamo a fare un picnic e volevamo invitare anche te e Edward andremo lontano da Forks, in un posto solitario dove nessuno potrà vederci e i ragazzi sono riusciti a convincere Edward a seguirci quindi verrai anche tu e non te lo sto chiedendo vieni e basta, abbiamo pure convinto Edward portare il piccolo e per fargli prendere una boccata d’aria fresca - dice sicura e io la guardo perplessa.
-mi sa che non ho altra scelta, verrò – ci scambiamo uno sguardo e scoppiamo a ridere. Dopo di che Alice mi porta nella sua stanza-armadio e mi supplica fino a convincermi di indossare un abito azzurro secondo lei adatto ai picnic e che mi sta favolosamente. A mezzogiorno siamo pronte e quando arrivano tutti gli altri prendiamo il calesse per arrivare a destinazione. Per tutto il viaggio sento lo sguardo di Edward addosso e le mie guance sono rosse come i pomodori maturi. Quando arriviamo a destinazione i ragazzi scendono per primi e aiutano noi ragazze a scendere. Quando la mia mano stringe quella di Edward sento una scarica elettrica attraversarmi il braccio. I nostri sguardi sono incatenati. Ci scambiamo un sorriso e sento quel dolce aroma del ritrovarsi. Quando i ragazzi richiamano la nostra attenzione, il calesse è andato via e loro sono già sotto un albero all’ombra che sistemano tutto. Ci avviniamo a loro mano nella mano.
-ah beh che bello vedervi mano per mano – dice Alice con un sorrisone in viso.
-ecco, ragazzi so che volete la nostra compagnia, ma vorrei stare un po’ con Bella, io e lei soli, ovviamente mi porto il piccolino, il tempo di una passeggiata, torniamo subito – io rimango un po’ interdetta ma sono felice di questa sua scelta. Anche io penso che abbiamo bisogno di passare del tempo da soli. Ho anche bisogno di baciarlo fino a perdere il fiato.
-andate, andate pure, possiamo fare a meno di voi … ciao – Rosalie sventola una mano e Edward stringe di più la mia e andiamo a fare la nostra passeggiata. Mentre camminiamo mano nella mano, lui si ferma di botto e si volta verso di me.
-ho bisogno di fare una cosa, se non lo faccio subito credo di poter morire – detto questo le sue labbra si poggiano sulle mie. Le mie mani si piazzano tra i suoi capelli e li stringo mentre ricambio il bacio con ardore. C’è solo il piccolo a separarci un pochino.
-mi sei mancata da morire, amore mio – mi dice dolcemente e con il fiatone dopo il bacio.
-oggi per ogni cosa potresti morire … guarda che io ho bisogno di te per ancora molto tempo e comunque anche tu mi sei mancato tanto – gli sussurro ridacchiando.
-tu e Anthony mi siete mancati più dell’aria che respiro … penso che prima che sia l’ora di tornare a casa le tue labbra saranno diventate tanto rosse per i baci che ti darò – dice per poi riprendere a baciarmi. Ci sediamo al’ombra di un albero dove passiamo un po’ di tempo soli io e lui a baciarci e sussurrarci parole dolci e a giocare con Anthony che sembra più felice per il ritorno del papà.
-torni alla locanda stasera? – mi chiede curioso.
-no, Alice mi ha pregato di rimanere un’altra notte a Villa Cullen ma domani ci torno sicuramente … voglio dire dai tuoi zii mi sono trovata bene ma vorrei ritornare a occuparmi anche del mio lavoro – gli spiego. Lui annuisce.
-Alice mi ha raccontato che per il momento non vuoi che tutti sappiano della nostra relazione … perché? – sapevo che avremmo affrontato questo argomento.
-perché tu dovresti essere in lutto per tua moglie facciamo passare almeno qualche settimana o un mese e poi piano, piano lo diremo ai tuoi e ci faremo vedere in pubblico … ma adesso no è irrispettoso nei confronti di tua moglie, già mi sento in colpa per averle preso il marito mentre lei era in gravidanza e adesso lei è passata a miglior vita e le sto continuando a fare un torto … fa parte dei miei principi – rispondo chiaramente. Lui mi guarda e riflette un attimo.
-hai ragione, a me dispiace che a Katherine sia finita così non volevo di certo questo … però lei per me non era niente e so che devo portarle rispetto anche se a lei interessava solo portare al braccio un bel marito … - lascia la frase in sospeso come se non trovasse le parole.
-però tu sei un gentiluomo e sei educato … anche se lei si è comportata male anche tu hai fatto la tua parte adesso siete pari quindi direi che è meglio aspettare –
-sei molto saggia tesoro mio … – dice stringendomi di più.
-ma che dici se adesso torniamo dagli altri? Ho fame e sicuramente ci aspettano – dico alzandomi. Lui si alza anche e torniamo dagli altri. Quando arriviamo i ragazzi ridono e scherzano serenamente. Alice è la prima a notarci.
-ma bentornati piccioncini … aspettavamo voi per mangiare, sedetevi che cominciamo – Alice fa uno dei suoi sorrisi smaglianti e io e Edward ci sediamo e lui mette il piccolo in una piccola sediolina. Mentre mangiamo, tutte le cose gustosissime fatte dalla cuoca di Villa Cullen, ridiamo e scherziamo e Emmett non la finisce di fare battute. Ogni poco tempo Edward mi lascia un bacio, o tra i capelli, o sulle guance o cerca le mie labbra e a me nasce sempre un bel sorriso. A metà pomeriggio decidiamo di ritornare a casa. Edward vuole portare il piccolo a casa a riposare e poi non vogliamo tornare quando è troppo buio. Andiamo direttamente a casa di Edward, dove troviamo tutti ad attenderci. Ovviamente io e Edward sciogliamo ogni parte del corpo legata e facciamo come se fosse tutto normale. Elizabeth ha deciso che quella sera avrebbero cenato tutti insieme e Esme invita anche me. accetto l’invito anche perché Esme mi lancia occhiatine e sorrisini strani, magari deve dirmi qualcosa. Quando siamo tutti seduti a tavola, proprio Esme, attira l’attenzione di tutti. Ha un sorriso che va da un orecchio a un altro e mi guarda.
-tra due settimane tornano Charlie e Renée … hanno mandato oggi il telegramma, hanno sbrigato tutto e dopo aver ricevuto la nostra lettera il mese scorso hanno deciso di tornare il più presto possibile – dice. È fuori di sé dalla contentezza. Chissà chi sono queste due persone. Altri loro amici sicuramente, importanti tanto quanto gli Hale.
-ah beh non avevo dubbi che mia sorella Renèe sarebbe corsa qui alla prima buona notizia … sono così felice che tornino finalmente, mi sono mancati molto – dice anche lei felicissima. Però mi sento un po’ osservata. È Rosalie che mi guarda.
-ehi Rose che c’è? – le chiedo sottovoce.
-niente sono contenta per te … ricordati le mie parole – dice con le lacrime agli occhi. Che strana reazione. Rose si alza e poco dopo torna con un fazzoletto.
-ehi Rosellina che succede? – le chiede Emmett. E lei gli fa un sorriso per rassicurarlo.
-niente sono felice, felice, felice – risponde lei. Io rimango in silenzio anche se sto morendo di curiosità per tante cose. Continuiamo la cena e si parla molto di questi misteriosi Charlie e Renèe.


NOTE AUTRICE: Buongiorno!!!!!! Edward è finalmente tornato e ha intenzione di non lasciare Bella e il piccolo Anthony .... spero che vi il capitolo vi piaccia e che lascerete alcune recensioni ... alla prossima baci baci

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Capitolo 10
*** BENTORNATI ***


~~POV BELLA 
Due settimane dopo …
Finisco di visitare l’ultima gestante della giornata e mi siedo sul letto sfinita. È quasi sera, io sono sfinita ma devo alzarmi perché oggi pomeriggio sono tornati i famosi Charlie e Renèe Swan e ci sarà una cena a Villa Cullen a cui sono stata invitata. Alice è perfino venuta a farmi i capelli, truccarmi e portarmi un vestito. Ci saranno tantissime persone da tutta la penisola Olimpica. Sono tornata alla locanda come avevo deciso anche se Alice era molto triste però non manca di venirmi a fare compagnia tutti i giorni in qualunque momento della giornata gli vada. Anche Edward viene a trovarmi tutti i giorni e dopo qualche bacio va via. È venuto solo due notti per poterci amare, ovviamente non può stare troppo lontano da casa e da suo figlio. Mi alzo e inizio a vestirmi e sistemare il capolavoro di Alice. Quando sono pronta è sicuramente sera e fuori dalla mia stanza c’è Edward ad aspettarmi.
-buonasera signore – gli arrivo alle spalle, lui si gira e rimane a bocca aperta.
-addirittura! Sono così conciata male che rimani a bocca aperta! – scherzo. Lui sembra riprendersi. Mi stringe un fianco e avvicina le labbra al mio orecchio.
-non volevo farti intendere questo … ma sei così splendida amore mio che sono rimasto senza parole – il suo fiato mi fa venire i brividi. Si allontana subito e ci dirigiamo al calesse. Quando arriviamo a Villa Cullen non c’è ancora nessuno degli invitati ma solo la famiglia Masen, la famiglia Cullen, la famiglia Hale e altre due persone che immagino siano i signori Charlie e Renée. 
-lo sapevo che quel colore e quel taglio d’abito ti sarebbero stati d’incanto – trilla Alice venendo ad abbracciarmi. Lei indossa un abito rosa pallido con una particolare scollatura. Anche Rose mi viene incontro anche lei è splendida nel suo abito rosso.
-ti aspettavamo tutti, dai vieni che ti presento i miei zii – dice emozionata. Mi prende la mano e mi trascina verso i divanetti dove sono tutti riuniti.
-zia, zio Edward è tornata ed ha portato con se una persona – annuncia Rose. I signori Swan si alzano e la signora Renèe è come se trattenesse la gioia e le lacrime. È una donna molto elegante e bella, ha i capelli biondo – rossiccio e gli occhi blu come quelli di Clarissa. Si nota subito che sono sorelle, l’avrei capito anche se non me l’avessero detto Clarissa e Rose.
-buonasera signori Swan mi hanno parlato tanto di voi – educatamente saluto i due signori.
-Isabella finalmente! – dice il signor Swan sollevato è come se riprendesse a respirare dopo tanti anni. La signora Renée non esita un attimo e mi abbraccia. Io ricambio l’abbraccio sempre più confusa. La signora si stacca e mi guarda come se fossi una cosa preziosa e importante.
-ehm scusa la mia reazione Isabella ma non potevo trattenermi …  amici, devo chiedervi una cosa … potreste lasciare me, Charlie e Isabella soli?  Non ce la faccio a non dirle nulla devo parlarle, andate per favore – Renée li prega e vanno via. Ci sediamo tutti e tre.
-Isabella per noi è una grandissima gioia vederti e vorremmo spiegarti il motivo di tutta questa gioia … speravo di potertelo dire con calma … ma è una cosa troppo grande e importante quella che dobbiamo dirti e non posso più tenermelo dentro … sarai sicuramente frastornata dalla situazione e ti capisco se ti senti confusa, sicuramente non starai capendo il perché della mia  reazione ma è importante che tu mi dica ciò che sai  … noi ti conosciamo – dice la signora con una mano sul cuore e con una prende la mia. Io cerco di registrare quello che mi dicono ma è incomprensibile. Come fanno a conoscermi? Io non ho mai sentito parlare di loro.
-Isabella, tu conosci Claire Ielis? – mi chiede la donna.
- si era mia madre, è morta qualche anno fa ed era una levatrice e una tata … perché c’è qualcosa che devo sapere su di lei? Sapete qualcosa su di lei? – il panico mi riempie la voce. Mia madre era una donna onesta e altruista non capisco cosa avrebbe potuto nascondermi.
-Isabella sai qualcosa su tuo padre? – mi chiedono senza rispondere alle mie domande.
-no, mia madre non me ne ha mai parlato … e io non ho mai chiesto – ammetto sconsolata. In questo momento vorrei sapere alcune cose in più sui miei genitori. I signori Swan mi guardano seri e decisi.
-Isabella noi sappiamo la verità sui tuoi genitori, Claire lavorava per noi nell’anno in cui stavamo in California è li che tu sei nata – dice senza preamboli la signora Swan. Io rimango a bocca aperta. Ma a quel punto entra Esme annunciando l’arrivo degli invitati e io rimango così molto confusa e con mille domande. Alice mi viene vicino e anche Rose e dopo che abbiamo salutato la gente che arrivava ci appartiamo.
-Bella cosa è successo? – chiede Rose ansiosa.
-mi hanno chiesto chi fossero i miei genitori e io ho risposto che so solo di mia madre poi mi hanno detto che loro sanno la verità sui miei genitori e poi la conversazione è stata interrotta per l’arrivo degli invitati – spiego confusa.
-ho capito … e tu come ti senti? – dice Alice preoccupata.
-bene ma sono confusa … cosa sanno sui miei genitori queste due persone? Sono un po’ sconvolta – ammetto sia a loro che a me stessa. Io e le ragazze andiamo verso il buffet dove ci sono i ragazzi. Dopo circa mezz’ora Esme richiama tutti per andarci a sedere a tavola. Carlisle richiama a se l’attenzione quando sono tutti seduti e ci voltiamo tutti verso di lui.
-questa è una serata speciale … i nostri carissimi amici Charlie e Renèe sono finalmente tornati dal loro lungo viaggio e io vorrei fare un brindisi a loro e al fatto che finalmente hanno trovato quel che cercavano … a Charlie e Renèe – tutti alziamo i calici e brindiamo. E poi il signor Swan a prendere la parola.
-ringrazio il mio amico Carlisle per questa dedica e anche tutti voi per essere venuti qua stasera … la gioia mia e di mia moglie è immensa e condividerla con voi è la cosa migliore – c’è un breve applauso e poi iniziano a servirci la cena. Come sempre è tutto squisito, le cuoche di Esme hanno dato il meglio. Io non faccio altro che pensare alla strana conversazione tra me e i signori Swan … mille idee vorticano nella mia testa.
-ti vedo un po’ distratta questa sera – mi sussurra Edward all’orecchio. È vero sono distratta e non ho seguito per niente gli argomenti che si fanno a tavola.
-hai ragione ma c’è una cosa che non riesco a levarmi dalla testa – gli confesso. La nostra conversazione sussurrata attira alcuni sguardi curiosi, così mi allontano da Edward e torno a mangiare ciò che ho nel piatto.
-ho capito … mi racconterai dopo …. Stiamo attirando troppi sguardi … - annuisco e cerco di intrattenere conversazione con i ragazzi. Dopo cena ci spostiamo nel salone dove tutti chiacchierano allegramente di una cosa o un’altra e la piccola orchestra arrivata durante la cena rallegra l’atmosfera con una leggera musica di sottofondo. Sento un braccio circondarmi la vita e il suo profumo arrivarmi alle narici.
-ehm Edward c’è un sacco di gente che ci guarda – dico imbarazzata. Avevamo detto di tenere la cosa per noi, fino a che non sarebbe passato il tempo per il lutto di sua moglie. Non capisco questo suo comportamento. Mi giro verso di lui, in modo da poterlo guardare negli occhi.
-e a me non interessa … e poi qua tutti sanno quanto io stavo male con Katherine e non avranno giudizi negativi da lanciare … anche se tornando a casa dovrò spiegare tante cose ai miei genitori … - dice sovrappensiero e mi stringe di più. Sento qualcuno avvicinarsi. Alice e compagnia. Ovvio!
- c’è qualche dettaglio che noi dovremmo sapere? – chiede Alice sorridendo.
-cara cugina puoi capirlo da te quale dettaglio c’è da sapere … d’ora in poi sarà tutto alla luce del sole sono stanco di nascondermi e Bella è d’accordo con me anche se è preoccupata del giudizio della gente – spiega Edward altrettanto sorridente.
-ah bene sono felice di questo ma credo che tua madre ti stia fulminando caro Edward – dice Rosalie facendo una leggera risata.
-mia madre dovrà mettersi il cuore in pace, io amo Bella e non intendo nasconderlo più … se ne farà una ragione e se non ci riesce fatti suoi …. Adesso se mi vuole bene deve abituarsi a questa situazione e tollerare tutto quello che potrà succedere d’ora in poi – conferma Edward convinto.
-Bravo Edward così si fa! – Emmett gli da una pacca sulla spalla e sorridiamo tutti.



NOTE AUTRICE: ciao a tutti !!!! scusate se non pubblico da tanto tempo ma dopo le lezioni di greco, il colloquio con i prof è subito iniziata la scuola e hanno inizato subito a riempirci di compiti ...oggi hotrovato un pò di tempo libero perchè il mio compleanno .. detto questo speo che il capitolo vi piaccia (penso di pubbicare anche il prossimo quindi fate attenzione) ... spero di leggere tante vostre recensioni ... baci :*

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Capitolo 11
*** VERITA’ ***


~~POV BELLA
Sono passati quattro giorni dalla cena e ho solo visto in paese i signori Swan. L’incertezza e la curiosità mi divorano e vorrei parlare con loro per capire cosa volevano dirmi l’altra sera. Quando mi incontrano si illuminano e sono sempre cordiali e si offrono di aiutarmi per qualunque cosa mi serva. Sanno qualcosa di me, anzi credo sappiano tutto sulla mia vita e io non trovo il coraggio per andare da loro a chiedere cosa sappiano. Ho affrontato mille situazioni peggiori di questa nella mia vita e forse ho paura perché c’è qualcosa dentro di me che mi dice “cambierà qualcosa di grande” e mi inquieta molto. Per adesso sono nella mia camera, sul letto, tra le braccia del mio miracolo personale e sono beata ma questi dannatissimi pensieri mi tormentano. Le mani di Edward mi accarezzano i capelli e riescono a rilassarmi un po’.
-amore mio … ti ho mai detto che sei meravigliosa? – mi sussurra all’orecchio.
-circa duecento o trecento volta solo nell’arco della giornata se dovessi fare una media di tutte le volte che me lo hai detto da quando stiamo insieme perderei il conto … - dico girandomi verso di lui e baciandolo. Lui mi stringe di più e ricambia il bacio.
-sono felice quando sono qui con te … anche se, se avessi Anthony qui vicino sarebbe ancora meglio … vorrei cambiare le cose – dice dopo il bacio, facendomi distendere di nuovo sul suo petto.
-che vorresti dire? – chiedo un po’ confusa.
-che vorrei formare una famiglia con te – dice senza preamboli, lasciandomi a bocca aperta – per questo voglio parlare con i miei genitori per dirgli che io e te stiamo insieme – continua come se niente fosse e io resto ancora più scioccata.
-beh Edward è passato così poco dalla morte di Katherine e io non vorrei creare disagio ne a te ne ai tuoi genitori … voglio dire non c’è bisogno di correre – sono le uniche cose che riesco a dire.
-a me non importa cosa pensano i miei genitori, ne tantomeno cosa penseranno i compaesani … ti voglio e voglio che tutti sappiano che sei mia … che sarai mia per sempre – dice guardandomi negli occhi, nei quali leggo sincerità.
-faremo come dici tu … ma direi di aspettare ancora qualche giorno … ti costano tanto pochi giorni in confronto a una vita? – gli chiedo.
-no, penso di poter aspettare ancora qualche giorno – fa un bellissimo sorriso e mi bacia. Poco dopo si sistema e va via mentre io sistemo la camera per cominciare a ricevere le partorienti. A metà mattinata ho svolto tre visite. Quando però bussano alla porta e dopo il mio “avanti” entra la signora Swan rimango interdetta.
-Donna Renèe che piacere vedervi … avete bisogno di qualcosa? – sono gentile e disponibile.
-Isabella ma che meravigliosa accoglienza … beh in effetti ho qualcosa da dirti … vedi Alice mi ha detto che l’infermiera al servizio di Carlisle non vuole che si usi lo studio del dottore e che non volevi parlarne con Carlisle perché avresti benissimo continuato a svolgere il tuo lavoro qua … quindi, scusa se mi sono presa questa libertà, ma ti ho fatto portare tutta l’attrezzatura che ti serve, nuova di zecca e oserei dire perfetta … spero che vada bene – dice con un sorriso enorme e intanto dice agli uomini fuori dalla camera di portare dentro tutte le cose.
-ma signora … io non so che dire … cioè … non so se posso accettare – dico stupita. Sono senza parole da tutta questa situazione.
-non devi dire niente Isabella, devi solo accettare … un grazie può bastare – mi dice mentre continua a impartire ordini agli uomini.
-beh grazie infinte – la abbraccio di slancio e lei stupita ricambia l’abbraccio.
-per te questo e altro – dice pianissimo come se non volesse farsi sentire.
-appena finiscono di sistemare questa stanza, parleremo di alcune cose … abbiamo un discorso in sospeso – dice con emozione e un filo di impazienza.
-va bene – confermo. In effetti ho bisogno di alcune risposte e temo che queste cose che voglio sapere mi cambieranno la vita, in grande. Ci mettiamo subito a lavoro spiegando agli operai come vanno sistemate le cose. Intanto, non potendo mandare via le partorienti che avevano appuntamento nel pomeriggio, chiedo a John e Angela se posso usare una stanza e loro me ne danno una vicina alla mia, e vanno a guardare curiosi cosa succede nella mia camera. John scuote la testa sorridente, come se fosse successa una cosa che si aspettava da tanto tempo e Angela rimane a bocca aperta. Quando è quasi sera è finalmente tutto a posto e la signora Swan mi invita a cena perché vorrebbe parlarmi, così accetto e vado a cambiarmi. La signora Renèe mi aspetta molto pazientemente e poi con il calesse ci dirigiamo a Villa Swan. Li troviamo il signor Swan seduto sul divano che beve un liquore.
-caro buonasera! Ho invitato Isabella a cena, ci farà compagnia e continueremo il discorso che abbiamo iniziato l’altra sera – spiega la signora sorridente al marito.
-nessun problema cara, è sicuramente un grande piacere avere Isabella qui … ma andiamo in sala da pranzo e ci facciamo servire la cena – io e la signora consegniamo i soprabiti e andiamo in sala da pranzo. Ci sediamo e poco dopo ci servono la cena. I signori Swan vogliono sapere soprattutto tante cose di me e io racconto tutto omettendo il piccolo particolare della mia gravidanza. Se mi sono aperta con Edward, non vuol dire che posso farlo con tutti.
-è sicuramente stata una vita difficile la tua, piccola Isabella – dice la signora Renée molto rammaricata – ma adesso tocca a noi dirti alcune cose – guarda il marito e dopo un’occhiata di intesa si girano verso di me – forse quello che ti diremo ti lascerà molto sorpresa, ma è necessario dirtelo e io non riesco a tenermi più dentro niente … aspetto questo momento da una vita … Claire Ielis non è tua madre, lei lavorava per noi quando tu sei nata … ti ha preso dalla culla e ti ha portata via quando avevi solo qualche giorno … siamo noi i tuoi genitori … ti giuro che quando abbiamo visto che non eri più nella tua culla abbiamo iniziato a cercarti ma lei era già scappata con te piccola mia e noi eravamo disperati … abbiamo passato ogni singolo giorno a cercarti senza perdere la speranza perché noi dovevamo trovarti … tu sei il nostro tesoro più grande e senza di te la vita sarebbe stata vuota … e lo è stata fino al giorno in cui c’è arrivata la lettera da Esme e Carlisle che diceva che tu eri qui … - Renée scoppia a piangere e io sento le mie guance rigarsi di lacrime e sento una grande confusione nella mia testa. Non riesco a credere che quella che credevo essere mia madre non lo sia e che le due persone che mi ritrovo davanti sono i miei genitori. I ho una famiglia, ho delle persone che mi amano. Tutto questo è incredibile.
-ci dispiace di averti tramortito Isabella, tantissimo … ma noi ti amiamo e sentivamo il bisogno di dirtelo subito – Charlie ha gli occhi lucidi e mentre accarezza la moglie cerca di mantenere un contegno.
-Bella per favore di qualcosa – mi prega Renée.
-beh io … io sono … non saprei … penso sconvolta e forse mi capirete però sono felice perché a me è sempre mancata una famiglia così e penso che voi sarete dei meravigliosi genitori per me – mi alzo e li abbraccio entrambe di slancio mentre loro stringono e ricambiano.
-sappi che adesso tutto quello che è nostro, è anche tuo e che potrai venire a stare qua anche da subito … potrai vivere come una principessa, come meriti da quando sei nata piccola mia – mia madre (fa effetto anche solo pensarlo) mi accarezza e mi stringe forte.
-io non ho bisogno di tutto questo ma solo del vostro amore, mi basterà anche solo quello ma se a voi fa piacere che io stia qui e disponga di tutti i privilegi … verrò qua già da domani … solo il tempo di preparare la mia roba e parlare con qualche persona – dico sorridendo, felice come non mai.
-perfetto … adesso spostiamoci in salotto e così potremo continuare la serata con qualche altra chiacchiera – ci dirigiamo nel salotto e ci sediamo sui divani.
-finalmente possiamo passare una serata in famiglia … avrei voluto insegnarti tutto ciò che serve per il comportamento di una brava signorina ma ti ho trovata preparata e Alice mi ha detto che ti ha fatto qualche lezione … - mia madre sembra dispiaciuta per questa cosa ma anche compiaciuta.
-beh si … adesso però devo raccontarvi una cosa di me che ho omesso nel racconto di prima … mi dispiace non abbandonare le chiacchiere pesanti ma devo essere sincera con voi ... d’altronde siete i miei genitori e meritate di sapere la verità … non è una cosa di cui mi fa piacere parlare e non ne parlo mai con nessuno perché si parla dell’esperienza più dolorosa della mia vita – mi guardano entrambe con occhi pieni di tristezza e io racconto loro del mio bambino e della grande ferita del mio cuore. Mia madre scoppia a piangere e mio padre stringe un bicchiere così forte nella mano che lo frantuma. Io, come prevedevo, piango e mi devo stringere le ginocchia al petto per non cadere a pezzi.
-adesso ci siamo noi e nessuno ti farà più soffrire in questo modo … nessuno … giuro che lo impediremo – dice mia madre e mi abbraccia. Charlie si è allontanato per curarsi la mano, che sanguinava, dopo aver fatto a pezzi il bicchiere. Restiamo abbracciate finché mio padre non torna e ci stringe forte entrambe per un tempo che sembra infinito 
-credo che per stasera abbiamo fatto molti discorsi pesanti e che la nostra piccola debba andare a riposare così domani potrà essere in forma e potremo averla più fresca e riposata e cominciare a fare tante cose di cui non deve più essere privata – mia madre mi da un bacio in fronte e accompagnata da mio padre vado via. Prendiamo il calesse e papà mi accompagna fino alla porta della mia camera poi mi da la buonanotte e mi lascia un bacio in fronte e  va via. Io mi metto a letto, felice e leggera, adesso senza più dubbi, a conoscenza di cosa sono e chi sono. Adesso l’unica cosa che rimane da fare e parlare con Edward della nostra storia d’amore … ormai mi sento pronta ad affrontare tutto e far sapere a tutti che lo amo è la prima cosa che devo fare. La ferita che ho nel cuore non sparirà mai ma almeno ha smesso si sanguinare dopo tanti anni. Adesso ho tante persone che amo e che mi amano accanto, posso affrontare tutto quello che la vita ha in serbo per me. Ho Edward, i miei genitori, le mie amiche e tante altre persone che mi vogliono bene e sapranno starmi sicuramente accanto. 



NOTE AUTRICE: Salve a tutti! BUON 2015! Intanto, spero che abbiate passato delle belle feste e che il vostro anno sia cominciato bene. adesso passiamo alla storia, sono mesi che non pubblico e stasera pubblicherò più di un capitolo spero di farvi contenti ... e che assimilirete tutte le cose scioccanti della storia  :* baci baci

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Capitolo 12
*** VITA NUOVA ***


~~POV BELLA
Quando mi sveglio il sole è già alto e un sorriso si fa strada sul mio viso. Non penso di essere mai stata così felice in vita mia, ripenso a tutto quello che è successo la sera prima … solo la felicità dei momenti con Edward può essere paragonabile a ciò che sento. Capisco di aver trovato una parte importantissima di me, indispensabile … credevo di aver perso la donna più importante della mia vita e avevo sofferto molto … invece, adesso, scopro che i miei genitori ci sono e che hanno lottato per ritrovarmi senza perdere la speranza. Mi vesto e faccio colazione alla locanda, Angela e suo padre si siedono a farmi compagnia, così io non riesco a trattenermi e racconto loro tutte cose.
-finalmente … è una cosa meravigliosa Bella … siamo contenti per te – dice John mentre Angela mi stringe forte. Quello che mi colpisce è il suo finalmente, così gli chiedo spiegazioni. 
-si, io conoscevo i tuoi genitori e dopo poco tempo che sei arrivata qui e tutto quello che facevano i Cullen per te ho ricollegato i fatti e ieri ne ho avuto l’ennesima conferma quando tua madre è arrivata qui con tutta quella roba – dice sorridendo.
-è la cosa migliore che poteva capitarti, adesso potrai avere tutto quello che vorrai … - mi dice Angela sognante.
-a me i soldi non interessano ... voglio solo il loro amore e sono sicura che non me lo faranno mancare – dico con un sorriso. Angela mi stringe di nuovo e poi torna a lavoro con suo padre. Vado anche io a svolgere il mio lavoro e ci sono già due gestanti ad aspettarmi. All’ora di pranzo decido di andare a vedere cosa ha preparato Angela per mettere qualcosa sotto i denti. Con tutto il lavoro che ho avuto oggi non ho potuto preparare la mia roba per potermi trasferire, penso che devo rimandare a domani questa preparazione. Dovrò dirlo ai miei genitori e spero che non ci rimangano male. Mentre sto per aprire la porta però trovo una persona che stava per bussare e quando i nostri sguardi si incrociano mi apro in un grande sorriso.
- Edward – lo abbraccio di slancio e lui mi stringe.
-ehi amore mio … ti vedo contenta oggi – mi dice guardandomi sorridente. A lui devo raccontarlo subito!
-devo raccontarti una cosa ma te la racconterò mentre mangio le prelibatezze di Angela – lo prendo per mano e lo tiro verso la locanda, prima che possa rendermi conto di qualunque cosa.
-non lasciare la mia mano perché siamo in pubblico ... ti prego – dice lui vedendo la mia espressione forse un po’ sconvolta.
-va bene – gli faccio un sorriso che lui ricambia e mi avvicino al bancone per chiedere ad Angela una razione di cibo e lei mi serve del buonissimo stufato di agnello con le patate. Io e Edward ci sediamo al tavolo più vicino.
-allora mi dici cosa ti ha reso così meravigliosamente felice cuore mio? – mi chiede Edward dolcemente e mi accarezza una guancia. Gli racconto tutto per filo e per segno, senza tralasciare nulla.
-è meraviglioso amore mio … sono così contento per te … aspetto questo giorno da quando ho capito che tu eri la figlia di Charlie e Renèe … finalmente hai tutto ciò che meriti – dice lasciandomi un bacio a fior di labbra.
-tu sapevi … ? – chiedo stupita.
-si, l’ho capito il giorno dopo che sei arrivata … tutti lo sanno e se non ti abbiamo detto niente è stato per rispettare le volontà dei tuoi genitori che volevo dirti la verità di persona – mi spiega. Io annuisco e gli faccio un sorriso. Quando ho finito di mangiare andiamo in camera mia. Gli racconto un po’ cosa ho fatto e poi iniziamo a baciarci per un tempo che sembra infinito. A interrompere le nostre effusione è qualcuno che bussa alla porta. Lo guardo con gli occhi strabuzzati. Lui mi tranquillizza e mi fa segno di aprire. Apro la porta e trovo mia madre.
-madre che bella sorpresa – la abbraccio e lei ricambia.
-tesoro mio, avevo voglia di vederti e così sono venuta qui anche perché volevo sapere se avevi preparato le tue cose per trasferiti da noi – mi dice con un gran sorriso.
-ehm veramente no ho avuto molto lavoro questa mattina … ma entrate pure – la faccio accomodare e lei rimane stupita vedendo Edward in camera mia.
-salve Renée – Edward la saluta educatamente.
-buongiorno caro … tenevi compagnia a mia figlia? – chiede sorridendo compiaciuta e maliziosa. Le mie guance diventano rosse.
-ehm si spero che non abbiate nulla in contrario … - dice Edward in imbarazzo.
-proprio nulla … anzi mi fa tanto piacere – risponde mia madre ridendo.
-bene … allora signore vi lascio alle vostre cose … con permesso – Edward va via e io e mia madre scoppiamo a ridere.
-lo sapevo che tra voi due c’era qualcosa – ci sediamo nel letto.
-si in effetti c’è molto tra di noi … - ammetto rossa in viso.
-raccontami tutto … - ci mettiamo comode e io racconto a mia madre la mia bellissima storia d’amore.
-si siete proprio innamorati! Edward stravede per te è chiaro come il sole … si vede dal suo sguardo e adesso con il tuo racconto ho avuto la conferma che ti ama e che tu lo ami … - dice convinta della sua tesi.
-si lo amo e lui mi ama … altrimenti io non avrei mai iniziato una relazione mentre lui era sposato con un’altra, per lo più che portava in grembo suo figlio … ma non so cosa sia successo lo amo e voglio che sia mio per sempre … voglio essere sua per sempre – dico sognante e felice.
-beh credo che dovete fare un annuncio ufficiale piccola mia … sono sicura che Edward senior e tuo padre ne saranno immensamente contenti … su Elizabeth non mi esprimo, lei stravede per Edward e deve essere lei a decidere le cose per suo figlio, non ha capito che suo figlio è grande, intelligente e in grado di fare le sue scelte da solo … quindi credo che avrà da ridire ma a noi non deve importare voi vi amate e dovete vivere la vostra vita insieme – mia madre in questo modo mi sta dando il suo consenso e io sono immensamente felice. Su Elizabeth sospettavo queste cose e Edward me l’ho fatto capire alcune volte. Mia madre rimane lì mentre visito le gestanti che ho nel pomeriggio e quando ho finito, più presto di quanto pensassi, inizio a preparare un po’ della mia roba. Mia madre è un po’ dispiaciuta che debba rimandare, anche di un solo giorno, il trasferimento ma accetta e capisce la situazione. Però non rifiuto la cena anche perché c’è una bella compagnia per la cena, ossia la famiglia Cullen, la famiglia Hale e la famiglia Masen. Quando arriviamo a casa (questa è casa mia! Che strano considerarla tale) sono già tutti riuniti nel salottino.
-Bella, Renèe finalmente siete arrivate! – tutte le donne, tranne Elizabeth, la scusa potrebbe essere che ha in braccio il piccolo Anthony ma sono che non è così, ci vengono incontro e ci abbracciano.
-abbiamo saputo la novità Bella … siamo contente per te … questo è tutto quello che meriti d’altronde – dice Esme con gli occhi lucidi.
-fatemi abbracciare mia cugina – Rose si fa spazio e mi stringe.
-ehi è anche mia nipote fatti abbracciare – zia Clarissa mi stringe anche lei.
-bene è anche mia cugina – Jasper cerca di raggiungermi e poi mi abbraccia.
-che bello finalmente posso chiamarti nipote – zio Aleandro.
-così la soffochiamo però lasciamola respirare – dice zia Clarissa ridendo.
-che magnifica accoglienza! Sono felice come non mai! – dico emozionata e mia madre mi stringe un braccio attorno alle spalle.
-devi essere sempre felice bambina mia … tutti i giorni, faremo sempre in modo che il sorriso risplenda sul tuo viso – dice mio padre venendo da me e mia madre. Incrocio lo sguardo di Edward e lui mi sorride e mi guarda con amore, io ricambio il sorriso e so che il mio sguardo è identico al suo.
-signori poco fa vi avevo anticipato di quell’annuncio importante che dovevo fare … credo che a questi punto dato che ci siamo tutti posso farlo – Edward attira l’attenzione di tutti.
- Charlie molto probabilmente non approverete alcune delle cose che sto per dire ma sono sicuro che in un secondo tempo ne sarete felice … io amo Isabella, con tutta la mia anima e tutto il mio cuore, ormai è diventata la parte più importante della mia vita insieme a Anthony e quindi vi chiedo la sua mano … voglio vivere la mia vita con lei e spero che approviate – Edward è sicuro e lascia tutti a bocca aperta compresa me. Forse dovrei arrabbiarmi ma riesco solo a sorridere. Mio padre e io ci guardiamo.
-ho trovato mia figlia da poco e già devo dividerla con altri uomini … - comincia mio padre facendo ridere tutti – ma so chi sei Edward, so che la proteggeresti e la ameresti come nessun altro saprebbe fare … quindi approvo e ti concedo la sua mano ma non farla soffrire – dice mio padre serio. Edward si avvicina.
-non la farei soffrire per nulla al mondo – dice sicuro e sorridente. I miei sciolgono l’abbraccio e io abbraccio Edward. Lui mi stringe forte e mi sussurra che “mi ama”.
-bisogna festeggiare! – trilla Alice con il suo solito entusiasmo.
-si, dobbiamo festeggiare per tutti questi lieti avvenimenti … sono felice che questi due ragazzi si amino e vogliano passare insieme la loro vita … Charlie saremo consuoceri, quindi – Edward senior è il primo a congratularsi con noi. È seguito poi da Esme e Carlisle e dai ragazzi. Elizabeth è l’unica a non dire niente.
-madre … mi farebbe piacere sapere il vostro parere – Elizabeth consegna Anthony a Esme e si alza.
-volevo essere io a scegliere la donna adatta a te …. Solo io posso sapere cosa meriti tu … ma hai già fatto la tua scelta e quindi starò qui a guardare … non importa più di tanto – dice fredda.
- Elizabeth non ti permettere a dire certe cose … Isabella è la cosa migliore che poteva capitare a Edward e noi non siamo nessuno per giudicare il loro amore … quando hai fatto tu quello che ritenevi giusto tuo figlio è stato male ed è andato a rischiare la vita a Cuba … adesso non metterai la bocca proprio in niente – la riprende il marito e lei annuisce.
- Elizabeth cos’ha mia figlia che non va? – chiede dura mia madre.
-niente Renée ma mio figlio deve fare come dico io e non di testa sua, avrei dovuto decidere io certe cose …  – dice indifferente.
-sono grande abbastanza da saper gestire la mia vita da solo madre … non ho bisogno di voi … in nessun caso … fine della storia non dite più una parola al riguardo – dice fermando le sue proteste sul nascere.
-bene credo che adesso sia meglio calmarsi e brindare … poi potremo andare a cenare – interviene Carlisle e le acque si calmano, tutto torna come qualche istante prima e mio padre fa portare lo champagne fresco. Finiamo di cenare molto tardi e andiamo tutti subito via. Edward con la scusa di accompagnarmi alla locanda, rimane con me per la notte. Parliamo un po’ di come è andata la serata e ci soffermiamo su sua madre.
-prevedevo una reazione del genere da parte di mia madre ma per favore amore mio non fare caso a lei … purtroppo è fatta così … -
-forse io avrei dovuto aspettarmi che tua madre avesse una reazione del genere … so che non le sono mai andata molto a genio –
-da adesso in poi deve abituarsi all’idea che noi ci amiamo e che stiamo insieme … e poi a noi non devono interessarci i giudizi esterni, siamo io e te che dobbiamo vivere questa storia, gli altri sono solo spettatori a cui non deve interessare nulla … anche se so che molti spettegoleranno –
-sembra che spettegolare sia il passatempo preferito in questo paese … però adesso basta e vieni qui – lo tiro verso di me e lo bacio. Poco dopo cominciano a sparire i vestiti finché non ci ritroviamo pelle su pelle.
-è sempre più bello fare l’amore con te, amore mio – dice prima di affondare dentro di me. Dalle nostre labbra esce un gemito. I nostri corpi si muovono insieme ed è sempre come se fossimo un corpo e un’anima in questi momenti. Dopo aver raggiunto l’apice del piacere, Edward si stende accanto a me e io mi stendo sul suo petto, circondata dalle sue braccia, sentendomi protetta e amata.
-ti amo Edward – è spontaneo dirlo.
-ti amo anche io Bella – e dopo un ultimo bacio cadiamo in un sonno profondo.

NOTE AUTRICE: ECCO L'ALTRO CAPITOLO DELLA SERATA!!!!

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Capitolo 13
*** COMBATTERO’ PER TE ***


~~POV BELLA
Un mese dopo …
Ormai la mia dimora fissa è la villa dei miei genitori. Sono quasi sempre in compagnia, praticamente mia zia e mia cugina insieme a Esme e Alice sono sempre qua con me e mia madre, è bello stare tutte insieme ma quando siamo sole io e mia madre abbiamo un piccolo posto nel giardino: un bellissimo gazebo con un basso tavolino e poltroncine comodissime dove passiamo il tempo a leggere. La biblioteca di casa è immensa e fornita, e io a poco a poco sto leggendo tutte quelle meraviglie. Con Edward le cose vanno a meraviglia! Adesso stiamo più tempo insieme, senza doverci nascondere, anche se in paese vociferano tantissimo ma abbiamo deciso di fregarcene. Il giudizio degli altri non deve condizionare il nostro amore cominciando a ignorare i borbottii infastiditi di sua madre per finire con i sussurri delle malelingue del paese. In questo momento mi sto preparando per la festa di fidanzamento di Rosalie e Emmett. Emmett ha chiesto a Rose di sposarlo qualche giorno fa e lei è al settimo cielo e per ora noi ragazze siamo tutte molto indaffarate con l’organizzazione del loro matrimonio. Sto vivendo un periodo felicissimo e vorrei che fosse sempre così. Quando il pendolo suona le 8 di sera io e i miei genitori siamo pronti e prendiamo il calesse per dirigerci a Villa Hale. Anche da fuori la casa è addobbata a festa … se fuori è così dentro sarà ancora meglio. Mia zia e mia cugina si sono superate con l’organizzazione di questa festa! Mia madre e io indossiamo degli abiti molto belli ed eleganti: lei ha un bellissimo abito color crema di seta e raso molto raffinato che lascia scoperte le braccia e io indosso un abito rosso che lascia scoperto il decolté e le braccia stretto sul busto e la gonna di morbido tulle, indossiamo entrambe i guanti e mia madre è ornata di bellissimi gioielli con le perle mentre io indosso soltanto un anello d’oro bianco con diamanti e uno zaffiro che i miei genitori mi hanno regalato qualche giorno fa, mia madre mi ha detto che era identico a uno che aveva lei da giovane e che era destinato a me dal momento che sono nata ma Claire prese anche quello, insieme a me, e sono sicura che non aveva intenzione di darmelo. Entriamo nel salone, completamente svuotato dei suoi mobili per permettere agli ospiti di ballare, dove già ci sono i padroni di casa e i Cullen. Mancano Edward e i suoi genitori, spero che arrivino presto.
-buonasera! – mia madre fa notare la nostra presenza. Subito ci sono allegri saluti e tante congratulazioni per Emmett e Rose. Le ragazze sono tutte stupende: Rose indossa un abito verde smeraldo con tanto di strascico, zia Clarissa un abito nero molto particolare, Esme un abito beige lucido e Alice un abito rosa pallido fatto di chiffon e volà. Gli uomini tutti in smoking con veramente poche differenze.
-spero che non siamo in ritardo – dice mio padre con un sorriso.
-no, siete in perfetto orario, noi siamo riuniti qua da tempo solo perché siamo le famiglie dei due fidanzati e dovevamo discutere di alcune cose … - dice zio Aleandro. Io, Rose e Alice iniziamo subito a chiacchierare di alcuni dettagli che riguardano il vestito da sposa di Rose e ci allontaniamo dagli altri.
-non lo voglio bianco candido … e questo crema chiaro è meraviglioso … anche se sono sicura che ogni settimana mi verrà in mente una modifica per il modello che mi sto facendo fare – dice ridacchiando.
-beh l’indecisione fa parte di noi donne … purtroppo – scherza Alice – ma adesso passiamo a cose serie … che indossiamo noi damigelle? – chiede scalpitante. È proprio impossibile. Io e lei siamo le damigelle di Rose e indosseremo degli abiti scelti dalla sposa.
-e tu reputi questo più importante dell’abito da sposa? – le chiedo scioccata mentre mia cugina la trucida con lo sguardo.
-beh …. Cioè … non volevo dire questo ma l’idea del tuo abito c’è mentre noi due non sappiamo neanche se dobbiamo indossare un abito! – esclama con ovvietà.
-si farò finta di non aver sentito alcune delle cose che hai detto … comunque avrete due bellissimi abiti color pesca e il resto è nelle vostre mani – ci dice e Alice si illumina e inizia a fare congetture, ma io sono distratta, da altro. L’uomo più bello del mondo, il mio uomo, sta varcando la porta e segue i suoi genitori … indossa un completo blu meraviglioso. Ovviamente, sapevo che si sarebbe distinto e non avrebbe indossato il classico smoking. Si avvicina al gruppo più grande ma scruta la sala alla ricerca di qualcosa … così dico alle ragazze che sono arrivati i Masen e ci avviciniamo agli altri. Finalmente il suo sguardo incrocia il mio e i suoi occhi brillano e, sono sicura, anche i miei. Dopo un gentile saluto da parte di Edward senior e uno freddo di Elizabeth, poi come attirati da una calamita ci avviciniamo e Edward mi prende il viso tra le mani e mi lascia un lieve bacio sulle labbra.
-sei stupenda amore mio – conseguentemente al suo complimento arriva il rossore sulle mie guance.
-grazie – sussurro timidamente. Praticamente abbiamo lo sguardo delle nostre famiglie addosso e tutti, tranne Elizabeth, hanno un espressione felice e compiaciuta. Sono sicura che sarò il colore del mio vestito a questo punto, ma il mio sguardo non lascia il suo. Cominciano ad arrivare gli invitati e tra vari saluti e presentazioni, io e Edward siamo costretti a stare lontani. I miei genitori tessono le mie lodi con chiunque e decantano la loro felicità immensa nell’avermi ritrovato e la gente condivide la loro felicità. Chiedo  Edward del bambino e mi spiega che è rimasto con la nutrice e Marissa, la loro cameriera più fidata, che si è presa cura di Edward come di un figlio. Poi arrivano delle persone che non mi aspettavo di vedere: Angela, suo padre e il suo ufficiale fidanzato Ben Cheney.
- John Weber non poteva mancare a questa festa … è sempre un nostro caro amico -  fa presente zio Aleandro e mio padre e Carlisle annuiscono affermativamente con un sorriso. Quando Angela mi vede sgrana gli occhi. Praticamente ci corriamo in contro e ci abbracciamo.
-Bella sei … sei fantastica – dice guardandomi bene. Anche lei non è niente male truccata e con i capelli sciolti, liberi dalla solita treccia, e un vestito nuovo ed elegante di un sobrio indaco.
-anche tu sei bellissima Angie – e lei arrossisce. Poi saluto anche Ben e John Weber. Intanto la mia famiglia, gli Hale, i Cullen e i Masen si sono di nuovo raccolti e vedo sul volto di Elizabeth grande disapprovazione.
- John ci fa molto piacere che tu abbia accettato il nostro invito – dice Carlisle. Alice e Rose si fiondano da me e da Angela e subito ci ritroviamo nella nostra intimità di amiche, anche se un mio orecchio è teso per quello che succede tra gli adulti.
-e io sono felice di averlo ricevuto … perché per me voi siete e resterete sempre dei grandi amici – quindi John Weber era amico di mio padre, mio zio e Carlisle e probabilmente anche di Edward senior. Sono un po’ interdetta.
-non ti faresti mai scappare un invito dell’alta società John Weber – sento dire con voce tagliente a Donna Elizabeth. Ovviamente ha sempre d ridire su tutto.
- Elizabeth per questa sera, ti prego, di smetterla e di non offendere gli invitati solo per dei tuoi fatti personali è la festa di Rosalie e Emmett! E non deve essere in alcun modo rovinata – la rimprovera Esme. E se ha fatto arrabbiare Esme è perché la cosa stava per diventare grossa.
-si va bene – e si allontana indispettita avvicinandosi a delle donne che credo siano sue amiche. Ecco bella suocera che mi ritrovo! È capace di rendere la vita un incubo a chiunque la incontri. Adesso comincio seriamente a pensare che mi odi e che l’altra volta non l’abbia detto solo per non offendere i miei genitori.
- John ti prego di perdonarla … mi dispiace veramente – dice Edward senior.
-tranquillo oramai non ha più alcun effetto su di me – lo tranquillizza John. Intanto l’atmosfera comincia a farsi meno tesa e tutti chiacchierano allegramente. Il mio fidanzato si avvicina e mi prende la mano e non la lascia neanche un istante. Ci scambiamo anche qualche bacio sfuggente. E quando sua madre ci guarda ci fulmina, praticamente e Edward sbuffa.
-mia madre mi sentirà appena torno a casa … non sopporto più questo suo atteggiamento egoista e di superiorità … lei non deve in alcun modo intralciare la mia strada – dice arrabbiato. Io cerco di calmarlo con delle carezza e abbracciandolo.
-facciamo in modo che lei non sia un problema … so che può sembrare brutta la cosa che sto per dire, ma dovremmo ignorarla e non stare al suo gioco, altrimenti lei si divertirà a renderci la vita impossibile – gli dico.
-hai ragione … e non hai detto una cosa brutta tranquilla – mi lascia un bacio sulla fronte.
-soldato abbiamo entrambe affrontato cose più brutte … vogliamo farci spaventare da tua madre? – cerco di scherzarci un po’ su. E lui ride.
-finalmente ha sorriso! Sei così bello quando sorridi … - gli accarezzo teneramente una guancia e lui avvicina le sue labbra alle mie.
-ha ragione signorina Swan – mi fa uno strano effetto il suono del mio nuovo nome! Veniamo interrotti dall’annuncio della cena e ci stacchiamo ridacchiando. La cena procede tranquillamente, siamo insieme a tutti i ragazzi a scherzare e parlare di cose felici e tormentiamo un pochino Rosalie ed Emmett. Alla fine della cena ci aprono le danze. Durante questi giorni ho preso un paio di lezioni da Edward e Jasper, ma non sono molto portata per il ballo. Per fortuna, il mio cavaliere è un bravissimo ballerino. Ad un certo punto Emmett richiama l’attenzione su di se.
-buonasera a tutti, io e Rosalie vi ringraziamo per essere venuti alla nostra festa di fidanzamento, condividendo la nostra grande felicità per il passo importante che stiamo per fare. Vi farò una confidenza, sono sempre stato sicuro di Rose senza dubitarne ma quando le volevo chiedere di sposarmi …. Le mie gambe tremavano più delle foglie – Emmett viene interrotto da delle grandi risate ma poi riprende spedito – e  adesso non mi sembra vero che tutto questo si stia realizzando – viene fatto un lungo applauso per lui e poi prende la parola Rose.
-anche io, come il mio fidanzato, voglio dirvi che vi sono grata e voglio farvi una confidenza io sapevo che a lui tremavano le gambe e ho cercato di dargli sicurezza perché aspettavo questo momento da anni e sono immensamente felice che tutto ciò che ho sognato diventa realtà – anche per Rose ne segue un lungo applauso e si scambiano un bacio. La festa si protrae a lungo ed è molto tardi quando andiamo via. Quando torno a casa la prima cosa che faccio è levare le scarpe e i miei piedi chiedono pietà. Saluto i miei genitori e vado subito a letto. Mi addormento subito e i miei sogni sono popolati da Edward.
POV EDWARD
Rientriamo a casa, siamo tutti molto stanchi. Mando via la nutrice e Marissa pagando loro le ore in più. Marisa mi ringrazia circa mille volte e io le dico che mi basta sapere che mio figlio sta bene. Vado nel salotto dove ci sono i miei genitori, che nonostante la stanchezza non sono ancora a letto e bevono un cognac. Bene anche io mi fermo a bere e ne approfitto per parlare con mia madre.
-madre dovrei dirvi alcune cose – le dico in tono tranquillo per non farle sospettare nulla. Non mi piace per niente come si pone con Bella e non apprezzando il fatto che siamo una coppia.
-dimmi tutto caro – ci guardiamo negli occhi.
-vorrei farvi presente che non mi piace molto come vi ponete con Bella … rassegnatevi al fatto che io e lei ci amiamo e staremo insieme – le dico tranquillo, ma in qualche modo tagliente.
-oh Edward quante storie, non l’ho mica offesa! E sai come la penso sul fatto che hai deciso da te chi sposare! – dice molto tranquillamente.
-si, madre! Infatti quando avete scelto voi con chi mi dovevo sposare le cose sono andate a meraviglia! Katherine e io non ci siamo mai amati! Non ero felice per colpa vostra! Io per lei ero il bel marito da portare al braccio e per me lei era la donna da portare a letto! E da ciò è nato Anthony, ovviamente! Non considero mio figlio un errore ma voi speravate che Katherine rimanesse incinta così io sarei stato incastrato a vita, ma il destino è stato crudele con lei e buono con me! Bella è la mia vita adesso e la amo sopra ogni cosa! Lei e Anthony sono le cose migliori della mia vita e voi non rovinerete i miei progetti per i vostri stupidi capricci! – mi alzo senza aspettare la sua risposta e salgo in camera di mio figlio. So di essere stato molto duro, forse più di quanto volessi, ma non mi interessa. Sento mia madre urlare dal piano di sotto. Starà torturando mio padre.
-è un figlio molto ingrato! Dopo tutto quello che ho fatto per lui! –
- Elizabeth tutto ciò che hai fatto è stato renderlo infelice, tanto da portarlo ad arruolarsi nell’esercito e fargli sposare Katherine, che riposi in pace, povera donna –
-ho solo cercato di proteggerlo! –
-ma non è più un bambino, è un uomo e sa decidere della sua vita da solo! E guardi Isabella con astio da sempre e se questo ci creerà problemi con Charlie e Renèe, che sono i miei più cari amici come gli Hale, potrei arrabbiarmi io –
-il massimo che faresti è non parlarmi più –
-appunto e ci staresti male … sai bene quanto me che il nostro matrimonio è stato fondato sull’amore … forse solo qua a Forks siamo così pazzi da seguire il cuore … permetti a tuo figlio di seguire il suo senza creargli problemi –
-si, certo – li sento salire. Io prendo mio figlio, con tutte le coperte che ha addosso, e lo porto in camera con me. Ho bisogno di qualcuno accanto a me stasera, e lui è l’unico che posso tenere accanto a me. Lo sistemo per bene, in modo che non cada e mi stendo. Mentre guardo mio figlio, penso a quanto era stupenda Bella con quell’abito rosso stasera, una vera visione. Sento tremendamente la sua mancanza. Vorrei ci fosse qui anche lei, vorrei poter guardarla con amore e vedere i suoi occhi guardarmi con amore. Mi addormento e la sogno.


NOTE AUTRICE: per stasera vi lascio assimiliare questi tre capitolo ... vi adoro lettori .... ricordatevi che prima di questo capitolo ce ne sono altri due da leggere .... alla prossima .... spero di vedere le vostre recensioni :****

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Capitolo 14
*** GIORNATA SPIACEVOLE ***


~~POV EDWARD
2 settimane dopo …
Finisco di prepararmi per la colazione organizzata da mia madre, mi ha annunciato ieri sera che avremmo avuto ospiti, e vado in camera di mio figlio. Il mio principino dorme come un angelo, non me la sento di svegliarlo così chiedo alla sua nutrice di occuparsene mentre io partecipo alla colazione organizzata da mia madre. Scendo giù nel salone e ci sono i miei genitori, i miei zii, Alice, Aleandro e Clarissa e Jasper.
-buongiorno a tutti – saluto e tutti ricambiano calorosamente.
-madre aspettiamo qualcun altro? – chiedo curioso, vedendo che ancora non è stata servita la colazione.
-oh si figlio, mancano la famiglia Swan, Rose e Emmett e la famiglia Andersen – mi informa sorridendo.
-bene allora credo che potrei fare un annuncio per una cosa che sto organizzando e che spero possa essere il più presto possibile e chiederò una cosa a Charlie – dico soddisfatto.
-posso avere un’anteprima figliolo? – chiede mia madre curiosa.
-no madre, preferisco farvi una sorpresa – scambio uno sguardo d’intesa con Jasper lui sa le mie intenzioni e sorride. Nel frattempo arriva la famiglia Andersen. Si accomodano e la figlia si mette accanto a me e cerca di attaccare conversazione, io faccio finta di ascoltarla e rispondo a monosillabi. Finalmente, arrivano la famiglia Swan, Rosalie e Emmett. Io e Bella ci scambiamo uno sguardo abbastanza loquace mentre le faccio il baciamano e ci sorridiamo. Quando ci siamo di nuovo accomodati tutti mia madre fa portare la colazione.
-allora Tanya cosa pensi di Edward? – mia madre domanda alla civetta accanto a me. Io la fulmino, ma lei sembra non interessarsene. Sta rovinando i miei piani e per di più sono sicuro che lo fa per ferire Bella. Riesce ad essere veramente cattiva quando vuole.
-perché madre? – chiedo tagliente.
-beh magari siete compatibili … perché secondo me state bene insieme … - dice, ignorando il mio tono e sorridendo. Intanto Bella si alza con una scusa e le ragazze fanno per seguirla. Le fermo.
-beh madre vi farà piacere sapere che a me Tanya non interessa e mi dispiace dirlo in presenza di quest’ultima, adesso scusate i miei modi ma devo uscire un attimo – ed esco in giardino dove è andata Bella. E’ seduta a terra a piangere. Vado da lei e la stringo.
-scusa amore mio … non sapevo avesse certe intenzioni – la stringo di più a me.
-tua madre ci metterà sempre i bastoni tra le ruote, cercherà sempre di far finire la nostra storia e cercherà ogni occasione giusta per umiliarmi … e io non voglio questo … - dice triste, per poi continuare con tono duro - quindi adesso perdonami per quello che sto per fare ma io non mi faccio trattare così da nessuno … io sono una persona con un cuore e dei sentimenti e tua madre deve capirlo … scusa ma adesso devo dirgli quattro parole … deve capire che non c’è niente che può separarci e che non deve più mettersi tra di noi –  la aiuto ad alzarsi ed entriamo dalla cucina. Saliamo le scale e ritorniamo in salone. Bella si avvicina ai suoi genitori e gli sussurra qualcosa all’orecchio senza farsi notare e poi punta il suo sguardo su mia madre. Io resto in piedi dietro i suoi genitori.
-donna Elizabeth vorrei avere cinque minuti della vostra attenzione per favore – parte con calma ma sicuramente chi la conosce sa che sta per esplodere.
-dimmi Isabella cara – mia madre le risponde con gentilezza e pure un sorriso. Lo sguardo di Bella è duro ma non c’è agitazione nel suo tono.
-voi sapete benissimo cosa c’è tra me e vostro figlio, eravate presente anche voi quando Edward ha chiesto a mio padre il permesso per stare con me e voi avete ovviamente mostrato il vostro disappunto … ma se c’è una cosa che non sopporto è la mancanza di rispetto e voi non avete mostrato rispetto per me, umiliandomi organizzando la scenetta di poco fa, mentre io vi sono sempre venuta incontro e vi ho sempre rispettato, questi giochetti subdoli che voi fate per cercare di dividere me e vostro figlio non funzioneranno perché io e lui ci amiamo e nessuno avrà mai il potere di dividerci … vi consiglio di occuparvi di altro invece che rovinare la nostra vita … adesso scusatemi tutti per lo spiacevole episodio io vado via … madre, padre io sono alla locanda dei Weber quando verrete a cercarmi – esce sotto lo sguardo stupito di tutti. Io sono fiero di lei.
- Renée … - mia madre comincia a lamentarsi ma Renée la ferma.
-no Elizabeth! Mia figlia ha ragione … non vorrei mai rovinare l’amicizia che c’è tra le nostre famiglie ma mia figlia è una persona buona e non farebbe mai male a nessuno … tu l’hai umiliata e si è difesa … adesso se non vuoi far scoppiare anche me ti consiglio di sederti e non protestare – mia madre la fissa risentita e poi intervengo io.
-madre vi siete meritata ogni singola parola di Isabella … adesso io vado … buona colazione … con permesso – mia madre mi fissa sbigottita mentre parlo. Poi si siedono di nuovo tutti a fare colazione mentre io esco. So che il messaggio di Bella, che lei si trova alla locanda era un messaggio per me. Così la raggiungo.
POV BELLA
Cammino furiosa verso il calesse e dico al cocchiere di andare in paese. Quella donna non ha limiti. Quando arrivo alla locanda, mi siedo a un tavolo e Angela, felice di vedermi, si ferma con me. Le racconto tutto quello che è successo e lei mi ascolta stupita.
-è una strega! – dice Angela alla fine del racconto.
-lo so … e so che non si arrenderà ma adesso sa che troverà un osso duro con cui battersi – dico fiera di ciò che sono. La porta della locanda si apre con un tonfo rumoroso, tanto che tutti si girano. È Edward.
-il principe azzurro è sicuramente qua per te … andate in camera tua, avrete più privacy – mi consiglia Angela. Così io prendo Edward per mano e lo porto in camera mia.
-hai capito che il messaggio di dove mi trovavo non era rivolto ai miei … - gli dico sorridendo.
-non era difficile da capire amore – si avvicina e mi bacia. Non potrei mai avercela con lui, sono sicura che non sapeva del complotto di sua madre e lo ha dimostrato.
-perdonami – sussurra.
-tu non hai niente da farti perdonare – gli dico e poi lo bacio.
-stamattina avevo intenzione di chiedere una cosa a tuo padre – dice poi.
-cosa?- chiedo curiosa.
-se potevo cenare solo con te stasera … ho qualche cosa da dirti … - mi chiarisce, lasciandomi però insoddisfatta perché so che non ha detto tutto.
-uhm puoi sempre andare a chiederglielo … io non ho intenzione di tornare a casa tua o rischio seriamente di fare male a tua madre … io non vorrei arrivare ad odiarla perché è pur sempre tua madre ma se continua così non avrà vita facile – dico ridacchiando.
-non sei l’unica piccola mia … ma purtroppo io ci vivo con lei … e abbiamo discussioni a ogni ora del giorno,  per fortuna c’è mio padre che mantiene la pace e la calma, anche se non le va mai contro perché sa che io ho ragione ma lei è sempre sua moglie … ma spesso l’ho avvisata che non doveva mettersi tra di noi e io mi sento un fallito perché lei continua a farlo –
- Edward tu non devi sentirti in alcun modo in colpa perché lei non ha ascoltato le sue tue parole … e mi dispiace solo non poterla ignorare perché dentro di me si accende una scintilla di rabbia quando fa certe cose e stamattina ha appiccato un incendio – gli accarezzo la guancia e cerco di trasmettergli tutto il mio appoggio.
-si ce ne siamo accorti tutti … non ti sei mai azzardata a fare una cosa così … stamattina credo che abbia proprio superato il limite … comunque tesoro adesso vado, devo cercare tuo padre e chiedergli quella famosa cosa … ti amo –
-ti amo anche io …  – mi lascia un bacio sulla fronte, si alza e va via. Poco dopo arrivano i miei genitori e io sono a lavoro con le mie pazienti.
-tesoro come stai? – chiede mia madre.
-tutto bene madre … non mi piace essere umiliata ma non è la prima volta che mi succede e quindi so come difendermi, state tranquilla – le rivolgo un sorriso sereno.
-tesoro mio, io non sono intervenuta neanche dopo che tu sei andata via, come mi avevi chiesto e ti giuro che è stato difficile perché cose del genere sono brutte da vedere per una madre, ma sei stata grandiosa ti sei difesa e hai fatto presente la grande mancanza  di rispetto – mi  spiega triste e poi fiera.
-e va bene così madre! Io devo difendermi da sola come ho sempre fatto, non posso farmi proteggere da mamma e papà altrimenti penseranno che sono una bambina e io non lo sono … io sono una donna che ne ha passate di tutti i colori e devo farmi valere sempre, soprattutto adesso che devo rendere voi e mio padre fieri di me perché mi rende orgogliosa sapervi fieri di me … adesso però non vorrei cacciarvi ma devo finire di lavorare ci vediamo al’ora di pranzo a casa – ci salutiamo e io finisco il mio lavoro. Avrei voluto dire mille altre cose a Donna Elizabeth questa mattina, ma eravamo troppi e non erano proprio carine queste cose, altrimenti si sarebbe sentita dire tutte le cose che desidero dirle dalla prima volta che mi ha trattata male. È una donna molto egoista, non volere il bene del proprio figlio è da egoisti, o probabilmente vuole proteggerlo ma lo fa in modo sbagliato. Forse Edward in passato le ha dato il permesso di prendere decisioni per lui e adesso lei si sente in dovere di comportarsi così, ma adesso ci sono di mezzo io e nessuno prende decisioni al mio posto.


NOTE AUTRICE: CIAO A TUTTI !!! scusate l'imperdonabile errore di ieri sera, ma ero stanca e avevo un errore negli appunti di Word ... adesso mi faccio perdonare e arrivano più capitoli ... spero che la cosa sarà gradita ... vi adoro ... baci

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Capitolo 15
*** UNA SERATA SPECIALE ***


~~Una settimana dopo …
POV BELLA
Edward ha chiesto a mio padre il permesso per poter portarmi a cena stasera e adesso sono nella mia camera a prepararmi per la serata. Mia madre mi ha aiutato a scegliere un vestito lilla molto carino e raffinato, come del resto sono tutte le cose dentro il mio armadio da quando mia madre sceglie i miei vestiti e li fa confezionare dal sarto migliore di tutti gli Stati Uniti, anche se ho deciso di mettere questi vestiti solo per le occasioni e per tutti i giorni metto i vestiti che cucio da me, adatti per svolgere il mio lavoro e più comodi e poi sono vestiti con cui mi sento più me stessa. Bussano e dopo che dico “avanti” entra mia madre.
-tesoro mio sei bellissima … adesso ti consiglio di scendere perché il tuo cavaliere è appena arrivato – dice con gli occhi che luccicano - Ed è veramente molto bello e poi dovresti salvarlo da tuo padre che l’ha preso sotto assedio - Ridiamo tutte e due. 
-grazie per tutto madre – le lascio un bacio sulla guancia e scendo nel salone. Lì trovo mio padre e Edward a chiacchierare e bere. Non mi faccio vedere subito e ascolto un attimo la loro conversazione. So benissimo che non si fa, ma stanno sicuramente parlando di me e voglio sentire cosa dicono.
- Edward adesso che le tue intenzioni mi sono chiare posso dire che sono contento che le cose vadano così, non potrebbe esserci un uomo migliore per la mia dolce Isabella … spero che tua madre la smetta di ostacolarvi o ti assicuro che io e mia moglie non esiteremo a intervenire  – dice mio padre fiero.
-ne sono contento … e potete stare tranquillo che mia madre non farà più alcuna mossa, altrimenti dovrà vedersela con molte persone – risponde Edward. A quel punto cominciano a scambiarsi battute di poco conto e io entro in scena.
-Bella tesoro – mio padre è il primo a notarmi, Edward, che era di schiena, al suono del mio nome si gira e sgrana gli occhi. Non mancano i complimenti da parte di entrambe che, ovviamente, mi fanno arrossire. Dopo aver ascoltato le loro raccomandazioni salutiamo i miei genitori e usciamo. Arriviamo a casa sua. E mi ritrovo a sperare che non siano i suoi genitori, o meglio spero di non incontrare sua madre.
-vedi, i miei zii hanno invitato i miei genitori a cena e quindi ho fatto preparare qualcosa per noi qua … ci saranno solo Anthony e le domestiche – credo che abbia visto la preoccupazione nel mio volto alla vista di casa sua e mi rilasso alla sua rassicurazione. Al  nome del piccolo faccio faville, amo quel bambino, lo sento un po’ mio per come mi sono presa cura di lui fin dalla nascita, anche se spesso ha richiamato alla mente i ricordi della mia prima gravidanza.  Entriamo in casa e c’è un tavolo con le candele, apparecchiato con un servizio meraviglioso, accanto al pianoforte. L’atmosfera è romantica, anche grazie alle rose rosse sparse per tutta la stanza.
-beh è tutto meraviglioso – ci accomodiamo e le domestiche, con la divisa delle feste, ci servono la cena.
-hai fatto le cose molto in grande, a cosa devo tutto questo? – chiedo, sono lusingata dalle sue attenzioni.
-sei la donna della mia vita e meriti questo e altro – dice accarezzandomi. Io divento lo stesso colore delle rose. Durante la cena parliamo un po’ di alcuni progetti che abbiamo e io lo rendo partecipe del mio progetto di studiare medicina in California, come mi hanno proposto i miei genitori qualche giorno fa.
-e quindi andresti in California a studiare medicina? – chiede curioso ma con un velo di tristezza.
-si, è una cosa che sogno, ma è sempre stata inarrivabile, adesso che posso realizzarlo non voglio farmelo scappare … ma credo che ci vorrà un po’ di tempo prima che decida definitivamente di andare in California per studiare, anche perché so cosa significa, è un mestiere da uomo e nessuna donna sarebbe accolta molto bene in università, il mondo appartiene agli uomini di questi tempi, nascere donna può essere considerata anche una sfortuna … –
-per me le donne sono essenziali in questo mondo … siete voi la ragione di noi uomini – dice sicuro.
 - sono felice che la pensi così … quindi mi appoggerai nel seguire il mio sogno? – chiedo titubante.
-ovviamente e non ti escludo che intendo seguirti quando tu andrai a studiare lontano da qui –
-e di questo sono felice – dico sorridendo e intanto ci servono il dolce.
-mousse al cioccolato! – dico con gli occhi che brillano, quando quella coppa di cristallo con quella delizia per il palato mi viene posta davanti. È decorata meravigliosamente: zucchero sul bordo del picchiere, un piccolo cono di panna con un ciliegia sopra. Questa delizia l’ho mangiata per la prima volta a una merenda a casa Cullen, quando ho detto a mia madre che era la cosa più buona che avessi mai mangiato, l’ha messa fissa come dolce una domenica al mese. Cerco di fare con calma e dimostrarmi un signorina a modo, ma è difficile con quella delizia davanti gli occhi.
-sono contento che ti piaccia … diciamo che tua madre mi ha dato qualche indizio su cosa preferisci mangiare, volevo che tutto fosse perfetto – ammette sorridendo e io ridacchio. Quando finiamo il dolce, Edward fa servire lo champagne. Poi prende le mie mani e mi fa alzare. Siamo occhi negli occhi. E io sento che sta per accadere qualcosa di meraviglioso, una cosa che potrebbe cambiare tutto. Poi prende coraggio e inizia a parlare.
-vedi Bella non so quale sia il modo giusto per chiedere una cosa del genere … non credo di conoscerlo in realtà …. Così ho fatto a modo mio … ho organizzato una cena romantica e fatto preparare i tuoi piatti preferiti, ho preso l’anello di mia nonna e adesso – si inginocchia davanti a me e il mio cuore prende il volo – mi inginocchio davanti a te per farti un importante domanda, promettendoti di starti sempre accanto, di appoggiarti e seguirti per qualunque cosa tu decida di fare quindi – si ferma, prende un respiro e apre la scatolina di velluto blu che tiene nella mano che non è occupata a tenere la mia -  Isabella Marie Swan vuoi concedermi lo straordinario onore di diventare mia moglie e permettermi di prendermi cura di te e amarti ogni giorno della mia vita? – non so esattamente come mi senta in questo momento, solo come se non fosse vero, è difficile immaginare questa situazione nella mia realtà. Adesso dovrei rispondergli, non posso restare paralizzata così, vorrei dire tantissime cose sdolcinate ma mi limito a dire: - SI – i suoi occhi si illuminano, è felice come non mai e anche io lo sono. Estrae l’anello dalla scatolina e lo mette al mio anulare sinistro. Poi si alza, mi fa roteare come una bambina e ci scambiamo un appassionato bacio.
-grazie, mi hai reso l’uomo più felice del mondo stasera! – dice dopo il bacio.
-grazia e te per tutto questo e per aver permesso al mio cuore di tornare a battere per davvero, anche tu mi hai reso la donna più felice del mondo, con tutti questi gesti e con la tua proposta – non posso trattenermi dal dirglielo.
-so che alcune tue ferite non potranno mai guarire ma io non permetterò che tu soffra e farò in modo che il sorriso splenda sempre sul tuo viso … perché per me la cosa essenziale è vederti sorridere – detto questo mi bacia di nuovo, stavolta più lentamente, come se volesse assaporarmi.
-non credevo fosse così bello avere una donna tra le braccia e sentirla veramente mia, capire che mi ha affidato il suo cuore e io dovrà prendermene cura e così  il mio cuore e la mia anima le appartengono perché io sono tuo e sarà così per sempre –
-si è vero … è una sensazione meravigliosa … ti amo! – queste due paroline mancavano è necessario dirglielo.
-ti amo anche io – dice e poi diamo inizio a un nuovo bacio. Lo stringo a me e lui mi stringe ancora di più a se. Ci stacchiamo per riprendere aria e ne approfitto per parlare.
-adesso c’è una cosa che voglio chiederti – sono imbarazzata forse è solo il momento emozionante appena vissuto che mi fa sembrare questa piccola richiesta una cosa fuori luogo – posso vedere Anthony? – chiedo e abbasso lo sguardo.
-certo che puoi! Non devi avere timore di chiederlo, so quanto lo ami e so che lui è affezionato a te ... non vorrei dire grandi cose ma penso che ti si potrebbe considerare come sua madre, ti sei presa cura di lui fin da quando è nato – le sue parole mi lasciano un po’ spiazzata. Io una madre. Quando avevo avuto la possibilità mi è stata brutalmente strappata via. E adesso questo bambino sta diventando un figlio per me. I miei occhi si riempiono di lacrime, inspiegabilmente.
-ehi perché piangi? – Edward si preoccupa subito e mi abbraccia.
-beh … stavo pensando a quello che hai detto, essere madre è il mio desiderio più grande perché da quando questa possibilità mi è stata tolta, diventare madre è diventato un desiderio ardente – gli spiego con la voce rotta.
-amore mio adesso potrai considerarlo tuo figlio sappilo – mi rassicura e mi lascia un bacio a fior di labbra. Edward da ordine alle domestiche di sistemare tutto e poi salire di sopra per una cosa. In camera di Anthony troviamo la nutrice e Edward, dopo averle pagato la giornata, le dice di tornare a casa. Mi avvicino alla culla del piccolo e lo prendo in braccio, lo coccolo e lo cullo. Edward e dietro di me e abbraccia entrambe.
-so che i tuoi genitori non approveranno ma … vuoi rimanere a dormire qua? – chiede ad un certo punto timoroso - Puoi usare una tenuta da notte di Rose o di Alice che hanno lasciato qua quando facevamo le lunghe notti – chiarisce subito.
-si credo che non ne saranno molto felici quando domani mattina lo scoprono, inventerò una scusa … ma rimango, voglio stare con voi due  – mi giro verso di lui e lo bacio. Poco dopo salgono le cameriere, Edward le paga più del dovuto con la raccomandazione di non farlo sapere a sua madre e poi loro vanno via.
-vieni vi accompagno in camera mia, mentre vado a cercare le cose per te – Edward ci lascia nella sua camera che è poco distante da quella del piccolo. Non c’ero mai entrata e si sente che è la sua camera, il suo profumo nell’aria e le sue cose sparse di qua e di là e noto anche che c’è una piccola culla. La porta si apre e Edward entra.
-ho trovato questi e spero che ti vadano bene – poggia la roba che aveva in mano, sul letto.
-andranno sicuramente bene … - mi avvicino a lui e gli do un bacio.
-che dici se adesso ci mettiamo a dormire?  Là,  come sicuramente avrai notato, c’è una culla per il piccolo, l’ho fatta mettere per quando voglio che mi tiene compagnia – poggio il piccolo nella culla. Ci mettiamo il pigiama e poi sotto le coperte. Ci abbracciamo e dopo vari baci e frasi dolci ci addormentiamo in un profondo sonno. Il mattino dopo, stretta ancora tra le braccia di Edward, vengo svegliata dai mugolii del piccolo. Non c’è molta luce, quindi significa che sta per iniziare l’alba. Cerco di alzarmi senza svegliare Edward, ma non ci riesco perché eravamo troppo stretti e lui apre gli occhi.
-dove credi di andare? – chiede assonnato. Io lo guardo e vedo che anche così è meraviglioso, con i capelli ancora più scompigliati e l’aria da bambino.
-a tranquillizzare il piccolo … poi mi vesto e vado via, se magari riesco a non farlo sapere ai miei preferisco – gli sussurro e gli lascio un bacio sul capo.
-ti accompagno … non voglio che tu vada sola e poi conosco le tattiche per non farci sentire dai miei genitori – dice alzandosi. Io prendo il piccolo e lo cullo.
-non c’è bisogno amore … sul serio torna a dormire – gli dico avvicinandomi a lui.
-invece si stai tranquilla – ribatte lui lasciandomi un dolce bacio sulle labbra. Intanto il piccolo si è tranquillizzato e lo rimetto nella culla. In meno di 20 minuti siamo entrambe pronti e, senza fare il minimo rumore, usciamo di casa e saliamo sul calesse. Il sole si sta alzando quando arriviamo a casa mia e dopo un bacio io mi dirigo dentro casa e subito in camera mia, mi metto in tenuta da notte e sotto le coperte. Se i miei genitori non hanno controllato la mia stanza ci crederanno. Cado di nuovo nel sonno. Sembrano che siano passati minuti e invece, a giudicare dalla luce che entra dalla finestra, sono passate ore da quando mi sono rimessa a letto quando la domestica viene a chiamarmi per la colazione. Mi vesto e scendo subito di sotto pregando che i miei non sappiano niente.
-buongiorno figlia adorata – mia madre mi viene subito incontro e mi abbraccia, a mio padre mi avvicino io e gli lascio un bacio sulla guancia.
-buongiorno piccola – mi saluta lui.
-buongiorno a voi genitori – rispondo tranquilla.
-come è andata la serata tesoro? – chiede mia madre e io le faccio vedere la mia mano sinistra. Lancia un urletto di entusiasmo quando vede il mio anello e io le sorrido. Anche mio padre da un’occhiata e annuisce felice.
-quindi adesso bisogna organizzare una cena con la famiglia di Edward per parlare della festa di fidanzamento e del matrimonio – dice mia madre battendo le mani. La fermo.
-madre per adesso vorrei parlarne con Edward di ciò che c’è da organizzare, per adesso occupatevi della cena con la famiglia di Edward - Mia madre annuisce e poi iniziamo a fare colazione e a parlare d’altro.
POV EDWARD
Sono appena tornato a casa e i miei genitori sono già nello studio a studiare documenti.
-buongiorno genitori – entro nello studio e vado a sedermi di fronte a loro.
-buongiorno figliolo … come mai già in piedi? – chiede curiosa mia madre.
-non avevo più sonno e così dopo aver tranquillizzato il piccolo sono andato a fare una passeggiata – dico sorridente.
-bene caro, è bello vederti di buon umore – dice mia madre sorridendo. Mio padre mi guarda e sorride.
-allora Edward come è andata ieri sera? – chiede lui.
-benissimo padre … Isabella ha detto che mi sposerà e io sono la persona più felice del mondo – dico mio padre annuisce felice. Mia madre è rigida.
-bene quindi adesso ci saranno tante cerimonie che ci riguarderanno direttamente … parlerò con Renèe per accordarmi su tutto … - dice mia madre lasciando me e mio padre stupiti.
-quindi siete d’accordo madre? – chiedo felice.
-non ha senso opporsi con il testardo che sei … avrai tutto quello che vuoi e ti renderai conto da solo di cosa ti aspetta – non ha sputato veleno ma non ha potuto fare a meno di essere un po’ cattiva. Ma non è importante.
-bene grazie madre – mi alzo e dico alle domestiche di preparare la colazione.

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Capitolo 16
*** EPILOGO ***


~~POV BELLA
5 mesi dopo …..
Eccolo il grande giorno è arrivato, dopo mesi di preparativi ci siamo. In questi mesi sono successe molte cose: Donna Elizabeth non ha più intralciato me e Edward - ha capito che era inutile- , Rose ha scoperto di aspettare un bambino e anche Alice e Jasper hanno deciso di sposarsi. Io sono al settimo cielo, finalmente posso passare ogni giorno della mia vita accanto all’uomo che amo e che mi ama. Mesi fa non avrei scommesso neanche un dollaro se mi avessero detto che sarebbe successo tutto questo nella mia vita, in poco meno di un anno ho trovato l’amore della mia vita e la mia vera famiglia, proprio io che avevo perso fiducia in ogni cosa e che tutto quello che avevo era la mia poca roba, il mio sguardo duro e una voragine nel petto. E ora eccomi qua davanti a uno specchio pronta ad indossare il mio abito da sposa attorniata da quasi  tutte le persone che mi vogliono bene. Mia madre ha iniziato a piangere stamattina appena alzata e mi abbracciato forte dicendomi “abbi sempre cura di te” e mio padre aveva gli occhi lucidi e il suo sguardo si è espresso meglio di come avrebbe fatto a parole. Anche mia zia Clary e mia cugina Rose piangevano e Alice era su di giri mentre Esme piangeva anche lei felice per questo lieto fine. Ad aggiungersi alle fontane c’è stata Angela, la mia prima amica qui a Forks, che mi è sempre stata vicina quando avevo bisogno di lei. Era molto presto quando Alice e tutte le altre (già con trucco e acconciature fatte!) hanno iniziato a prepararmi. Adesso sono anche tutte vestite, il vestito manca solo a me.
-bene Bella devi mettere il vestito, vado a prenderlo – Alice prende il vestito da sopra il mio letto e insieme a  Rose lo tirano fuori dalla sacca. È semplice ma spettacolare, è stata la parte che Alice ha voluto curare di più. Le ragazze mi aiutano a infilarlo e dopo che hanno chiuso la fila di bottoni sono finalmente pronta e mi sento bella come non mai. Non è mia abitudine vantarmi ma oggi mi sento bene. Mia madre non appena mi vede con l’abito bianco diventa una fontana incontrollabile e io, invece, sorrido. Intanto arriva anche mio padre, per accompagnarmi all’altare, ha gli occhi lucidi. Le donne vanno tutte giù tranne Alice, Angela e Rose: le mie damigelle. Usciamo dalla mia stanza, davanti a me ci sono le ragazze con i loro bellissimi abiti indaco. Stiamo per uscire fuori quando Alice si avvicina.
-conta fino a cinque e poi parti anche tu – le ragazze partono e dopo aver fatto come Alice mi ha detto anche io comincio a percorrere la navata. Gli invitati sono tutti voltati verso di me e io sono rossa ma quando incontro due occhi verdi simili a smeraldi che mi osservano felici e tranquilli, le mie labbra si stendono in un sorriso timido. Quando mio padre mette la mia mano in quella di Edward, mi sento finalmente completa. Mio padre gli sussurra “ abbi cura di lei, Edward” – e Edward “lo farò Charlie, state tranquillo”. Mi rivolge uno splendido sorriso e a quel punto inizia la cerimonia. Quando arriva il momento delle promesse i miei occhi di riempiono di lacrime.
- io, Edward Anthony Cullen prendo te, Isabella Marie Swan come mia legittima sposa e prometto di sostenerti, rispettarti, proteggerti, amarti con tutto il cuore, nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia fino a quando entrambi vivremo – e mette al mio dito la fede d’oro bianco. Io ho la voce rotta dal pianto.
- io, Isabella Marie Swan prendo te, Edward Anthony Cullen come mio legittimo sposo e prometto di essere la tua fedele moglie, di sostenerti, di amarti incondizionatamente nella salute e nella malattia, nella buona e nella cattiva sorte e di condividere con te gioie e dolori fino a quando entrambi vivremo – metto la fede al suo dito e ci scambiamo un sorriso.
-lo sposo può baciare la sposa – quelle sono le parole magiche.
-finalmente sei mia a tutti gli effetti … ti amo Bella –
-ti amo Edward – e mi bacia. È un bacio dolce e pieno d’amore. tutto intorno a noi scompare. Ci siamo io e lui con il nostro amore …..
1 anno dopo ….
-avanti ragazza spingi su …. Dai che ce la fai … manca poco e vedrai il tuo bambino – la levatrice mi sprona a spingere. Ogni spinta e un dolore immenso e penso che ormai le mie urla le abbiano sentite ovunque. Sto distruggendo la mano di mio marito, accanto a me. dopo poco sento un pianto e capisco che è finita e che mia figlia è nata. Dal primo momento sapevo che era una femmina e adesso me lo confermano. Sesto senso di una madre. Quando la mettono tra le mie braccia non mi sembra vero, finalmente dopo nove mesi e ore di sofferenza, ho questo piccolo angelo tra le braccia. Sento le braccia di Edward che stringono entrambe.
-sei bellissima amore mio – sussurro sfinita, mi giro verso mio marito che sorride e ha le lacrime agli occhi – nostra figlia – dico felice.
-il regalo più bello che tu potessi farmi Bella – dice e poi mi bacia – adesso ho una ragione in più per vivere … grazie amore mio – sento qualcuno avvicinarci. Mia madre.
-tesoro devi darmi la bambina così la possiamo lavare e tu puoi riprenderti, sarai sfinita – annuisco e le cedo la piccola, un po’ riluttante. Sento che qualcuno si sta occupando anche di me. Mi puliscono, mi aiutano a cambiarmi e poi vengo portata nella mia camera da letto. Mi addormento quasi subito. Qualche ora dopo vengo svegliata da pianto. Mi alzo e noto la culla accanto al letto. La mia bambina ha bisogno di me. la prendo e la cullo.
-tranquilla amore mio la mamma è qui – le sussurro dolcemente e in poco tempo di rilassa e si addormenta. Intanto bussano alla porta.
-avanti – ed entrano Edward e Anthony. Anthony adesso ha due anni ed è identico al papà, con i capelli biondi di sua madre.
-che ci fai in piedi? – dice Edward un misto di rimprovero e preoccupazione.
-la piccola piangeva … anzi dovremmo trovarle un nome – dico andando a sedermi sul letto con la piccola ancora tra le braccia.
-scegliamo tutti insieme – sorrido felice come non mai. Dopo qualche ora abbiamo il nome perfetto per la principessa di casa: Annie. Adesso la mia vita è diventata da vivere e non perderò un giorno da passare con la mia famiglia, 2 anni e mezzo fa mi sarei messa a ridere se mi avessero detto che sarei stata così felice, oggi ne gioisco. Scambio un bacio con il mio amato marito e ci scambiamo uno sguardo che vale più di mille parole.



NOTE AUTRICE: siamo giunti al lieto fine. All'inizio doveva durare un po' di più, ma non volevo cadere nella monotonia. Grazie a tutte le persone che hanno recensito, ogni singola recensione per me è stata preziosa e mi ha fatto felice, soprattutto alla mia fantastica Greta che non ha mai mancato un capitolo e mi ha spronato a pubblicare. Grazie a chi ha messo la storia tra le seguite, a chi tra le preferite e a chi tra le ricordate, seguendomi fino a questo punto. Spero che leggerete anche le storie che pubblicherò in futuro e quelle che ho pubblicato in passato! Mille baci a tutti :******
PS: PRIMA DELL'EPILOGO RICORDATEVI DI LEGGERE IL CAPITOLO 14 E IL CAPITOLO 15

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