The angel of the darkness

di yomi95
(/viewuser.php?uid=692869)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** a day like any other ***
Capitolo 2: *** Two Eyes Like The Sky (Due occhi come il cielo) ***
Capitolo 3: *** Root (Radice) ***
Capitolo 4: *** There Are angels? (Esistono gli angeli?) ***
Capitolo 5: *** Ipno & Keres ***



Capitolo 1
*** a day like any other ***


Nota: Questa è la prima cosa che scrivo in assoluto, quindi scusate gli errori.
          Speriamo che si capisca bene quello che ho scritto, che vi piaccia, e che vi faccia passare un po di tempo in relax.
          Non mi dilungo oltre, vi lascio alla storia.

                                                                             A DAY LIKE ANY OTHER


Il sole sorgeva lentamente illuminando pigro la baia di Jump-City e iniziando a riscaldare l'aria di una mattina di metà primavera. La città si stava pian piano svegliando, e nelle strade s'iniziava a vedere il solito via-vai di persone indaffarate. Chi andava al lavoro, chi invece tornava a casa dopo aver fatto il turno di notte, bambini ed adolescenti che prendevano la via per la scuola, gente alla fermata dell'autobus, operai stradali intenti a scoperchiare qualche tombino, serrande di negozi che iniziavano ad alzarsi. Stava iniziando così una mattina come tutte le altre.
Jump-City era una bellissima città moderna che offriva ogni tipo servizio, infatti rinomatissima era la banca centrale, nata con la città stessa e battezzata dopo qualche generazione “Bank of Pérez” e vanto di tutto il paese. Inoltre, non da meno, vi era l'osservatorio situato nel piccolo promontorioa sud-est, proprio ad un paio di chilometri dal parco che si trova fuori città (il più grande), il più piccolo invece era non molto distante dal centro storico ed era completo di tutto, dai giochi per i piccini ad un piccolo laghetto con molte panchine, dove le persone erano solito ritrovarsi.Anche il porto era un posto dove il “tram-tram” della routine la faceva da padrona, infatti giornalmente navi e pescherecci erano soliti attraccare al nolo. Le cinque strade principali, che si diramano dal vecchio centro, erano piene di negozi e servizi di ogni genere ed davano vita a diversi borghi.
Insomma a JC (chiameremo così la nostra città adesso) non mancava nulla per essere considerata una vera e propria metropoli, e come tutte le metropoli, era preda di criminali.

A Rose-Street (una delle cinque consolari) a poche centinaia di metri dal centro, un uomo sta dirigendo due operai intenti a cambiare la vetrata della sua gioielleria, mentre uno spazzino sta ripulendo il marciapiede dai resti di un vetro infranto, risultato di una sventata rapina avvenuta nella notte.
Difatti, quella notte, Joseph, Steven e Mark Writen, tre fratelli che vivevano di piccoli furti, erano stati assicurati alla giustizia dai Teen Titans, dopo aver sventato la rapina e riconsegnato il maltolto alle forze dell'ordine. L'operazione era stata semplice per i cinque ragazzi, oramai ex-teenager, però il disturbo aveva tolto loro qualche ora di sonno, quindi nella T-Tower, la vita faticava a riprendere, o quasi.

Robin, svegliatosi presto, era intento a redimere un rapporto sulle vicende accorse nella notte, inoltre stava creando tre nuove schede sui tre criminali acciuffati. Il ragazzo era un tipo scrupoloso, difatti era solito annotare, in maniera minuziosa (avvolte maniacale), la storia e le caratteristiche di tutti i malviventi con cui aveva avuto a che fare, modificando di volta in volta le schede personali, nel caso ce ne fosse stata la necessità. Spesso gli capitava di aggiornarle, specie quando una sua non gradita conoscenza si presentava potenziato e rafforzato, come era successo qualche anno fa incontrando il dottor Light.
E già, a Dick non piaceva essere impreparato, sapere, quando si va in missione, quello a cui si va incontro, era un vantaggio. Conoscere le armi e le difese del criminale di turno, avrebbe dato la possibilità di attuare una strategia difensiva ed offensiva adeguata e ciò avrebbe permesso di svolgere il proprio lavoro correndo meno rischi possibili, per lui , ma soprattutto per i proprio compagni.
Lui era il leader, colui sul quale tutti contavano, quello che sapeva sempre cosa fare in qualsiasi momento, che risolveva i casi più difficili, che aveva sempre un piano e che non barcollava mai, o quasi. Gli era capitato in passato, ma si era sempre risollevato, grazie alla sua determinazione e grazie ai suoi compagni di squadra. Oramai erano passati tre anni da quando si era formato il gruppo, adesso erano come una famiglia, Robin era diventato quasi un uomo, molto più tenace di un tempo, la responsabilità dalla squadra, i duri allenamenti e le varie lotte contro i criminali che oramai erano routine, lo avevano temprato nel corpo e nello spirito. Aveva imparato a non tralasciare nulla, a non dare tutto per scontato, a non lasciare niente al caso. Nel suo personalissimo portatile, infatti, in una cartella particolare, sotto la voce Root, vi era un file al quale si poteva accedere solo tramite una password segretissima. In questo file vi erano contenute altre cinque schede sulle caratteristiche di tutto il suo team, lui compreso, dove Robin aveva annotato parecchie caratteristiche dei suoi compagni, dall'età, al peso, altezza, forza, abilità ecc.... E vedendo quelle schede, con foto annessa, che sul suo volto comparve un lieve sorriso, un po' perchè si rendeva conto che col passare degli anni, i suoi amici erano diventati sempre più forti e si erano affinati sempre di più nel combattimento, e un po' perchè non poté far a meno di pensare al tempo trascorso insieme.
-Ne è passato di tempo- commentò tra se e se. Notò in particolar modo come erano cambiati fisicamente, specialmente lui. E si! Era cresciuto, ormai era diventato alto più di Starfire, era più di un metro e ottanta, si era irrobustito parecchio, aveva cambiato il costume. A quella divisa multicolore ora aveva preso posto un costume intero tutto nero aderente che metteva in risalto il fisico allenato ed asciutto. La cintura ora era argentata, i guanti arrivavano al polso, erano neri e lasciavano scoperte metà delle falangi, gli stivali sempre neri, arrivavano poco sotto il polpaccio e nascondevano qualche gadget per eventuali necessità, nel petto aveva disegnata una “R” argentala, mentre la mascherina e il mantello erano rimasti uguali. I capelli li aveva un po accorciati, ma stava seriamente pensando di farseli crescere.
Dopo uno sbadiglio e una vigorosa stiracchiata decise di scendere nella Main Ops-Room per fare colazione.
Apertasi la porta vide che nel divanetto, a fissare il mare con la sua solita tazza di thè, vi era Raven.
-Buongiorno Raven!- fece lui per niente stupito di vederla li. La maga era solita alzarsi presto, bere il suo infuso e poi iniziare le sue meditazioni quotidiane.
-Buongiorno Robin- fece lei con il solito tono di voce e le solita cadenza apatica. -Ho preparato dei Pankake per colazione, per te e per gli altri, quando si sveglieranno-
Robin sbiancò in volto, tutti conoscevano le poche doti di cuoca della ragazza, e non aveva assolutamente voglia di iniziare la giornata con un mal di stomaco.
-Tranquillo, stavo scherzando, li ho ordinati dal negozio del signor Donut (ciambella) e li ha portati il fattorino non più di quindici minuti fa- Fece lei con un mezzo sorriso, ma in realtà si stava divertendo molto.
-Grazie!- aggiunse il ragazzo, che non poté far a meno di pensare a quanto fosse cambiata anche lei in questi anni. Si era fatta veramente carina, era rimasta un po minuta, ma aveva tutto per essere definita davvero una bella ragazza. La pelle aveva sempre quel particolare color perlato, gli occhi erano viola e magnetici, i capelli erano un pochino più lunghi e un po' mossi, il viso era diventato più grazioso le curve si erano lievemente accentuate e si curava molto più di se stessa. La voce era sempre la stessa, il tono era sempre della stessa cadenza, però, talvolta la si vedeva sorridere. Certo erano sempre ancora dei mezzi sorrisi, ma andava bene così per il momento. Capitava spesso vederla in giro per la casa vestita diversamente, ora in camicia da notte, altre volte in jeans e maglietta e non sempre con quel solito body con mantello e cappuccio. Le meditazioni, quelle non erano cambiate, ancora passava buona parte delle giornate a meditare; meditazioni che le servivano per poter controllare se stessa e quindi i propri poteri, che con il passare dei giorni crescevano e si affinavano.
-Dormono ancora tutti?- domando il ragazzo.
Lei chiuse gli occhi per qualche secondo, cercando di percepire le emozioni delle persone dentro la T-Tower,e poi rispose.
-Cyborg è sveglio! Starfire e Beast Boy dormono ancora beatamente!-
Robin si soffermò a guardarla, oramai le capacità empatiche della ragazza, avevano un qualcosa di straordinario, e riusciva a gestirle benissimo, senza che i sentimenti, da lei percepiti, la sconvolgessero.
-E si! La piccola Rae, ne ha fatta di strada!- pensò tra se e se. Ricordando tutte le battaglie fatte insieme, specialmente contro Trigon, e di quanto fosse stata spaventata per il suo destino e di come lo affrontò con coraggio. Di come quella ragazza, così fragile, fosse andata incontro a tutto ciò con in mente il solo pensiero di difendere e proteggere i suoi amici. Si di lei si poteva fidare, era sempre li per proteggerli e curarli, qualora ve ne fosse bisogno, sempre pronta con i fatti, anche perchè, era come sempre di poche parole.
-Si, anch'io mi fido ciecamente di te!- Disse Raven.
-Che sciocco.- penso Robin. -E' empatica.- Poi le sorrise fraternamente.
Lei contraccambiò il sorriso, stavolta più accentuato rispetto a prima, poi si alzò posò la tazza del thè e fece per uscire.
-Bene io vado a farmi le mie due ore di meditazioni mattutine, se avete bisogno sapete dove trovarmi.-
-Buona meditazione allora!- Le augurò lui.
Mentre stava per uscire, nello stesso tempo, entrò Cyborg.
-Hi! Sorellina!- Da un po avevano preso a salutarsi così.
-Hi! Bro!- Disse lei sorridendo, e già, Cyborg era l'unico che aveva il privilegio di vedere Rae sorridere di cuore, in fin dei conti era il suo fratellone.
-Stai andando in terrazza?- Chiese lui.
-Già! Starò li fino a tarda mattinata.- Rispose.
-Ok! Ma ricordati che nel pomeriggio per 2 ore sei mia, che dobbiamo continuare a lavorare su quella cosa!- Lei annuì ed uscì.
Il ragazzo di titanio vide Robin, sorrise e disse -Buongiorno Rob, dormito bene? Hai finito di redimere il rapporto?- Fece con tono squillante.
-Buongiorno Vic! Si ho dormito bene e ho finito il lavoro!- rispose contraccambiando il sorriso.
-Waw! Ma sono dei pankake!- Sorrise Cy -Buongiorno pankake!- Ma poi si bloccò e chiese sottovoce.-Non li avrà fatti mica Raven?-
-No, vai tranquillo, e buon appetito!- Si guardarono e sorrisero entrambi, poi comicamente si incupirono.
-Sai che è empatica?- disse Rob.
-Già!- Poi si guardarono nuovamente e scoppiarono a ridere immaginando un fumetto stile gioco su console, dove Rae li buttava fuori a calci. La ragazza faceva paura quando si arrabbiava.

Raven arrivata su in terrazza, fece ancora quel suo mezzo sorriso tipico di lei, aveva percepito tutto e sembrava divertita e serena, poi prese la posizione del loto e iniziò la meditazione.

Mentre i due ragazzi mangiavano, intrapresero una breve conversazione.
-Allora Cy, come hai programmato la mattinata?- Chiese Robin
-Beh! Per la prossima ora vorrei dedicarmi alla T-Car, poi sono impegnato nell'allenare i bambini della squadra di baseball fino all'ora di pranzo.- Il ragazzone si prendeva molto cura della sua macchina, la teneva come un gioiellino e con la stessa passione, da qualche anno, allenava dei bambini disabili che avevano fondato una squadra di baseball, lui l'aveva preso la cosa molto seriamente,e come ex-atleta promettente, aveva insegnato tutto a quei ragazzi. Ci teneva moltissimo e cercava, nonostante gli impegni, di dedicar loro il maggior tempo possibile.
Tra tutti i Titans, Cyborg, era l'unico che non era cambiato. Fisicamente era rimasto identico a tre anni fa, anche perchè il 70% del suo corpo era fatto di metallo e si sa, il metallo non cresce.
Però, aveva migliorato un po tutto di se, a cominciare dall'autonomia, alla velocità dei suoi piccoli processori fino a migliorare la lega del materiale di cui era composto. Praticamente a forza di migliorie ara passato da un Cyborg 1.0, ad un Cyborg 4.5.
Anche egli comunque si era temprato nello spirito, ma aveva mantenuto lo stesso carattere di sempre, dal giocherellone, quando si trattava divertirsi con Beast Boy, a quello estremamente serio, quando si trattava di salvare le persone.
-Ah! Già! Poi nel pomeriggio sei impegnato con Raven! Ma si può sapere cosa state architettando voi due? Che cosa andate a fare nel laboratorio sotterraneo tutte le settimane?- Domandò Robin sospettoso e incuriosito.
-Te l'ho detto, è un segreto!- Rispose Cy. -Sappi solo che se riesco a fare quello che mi son prefissato, potremmo avvalerci di qualcosa che ci sarà molto utile in futuro!-

Infatti, da qualche mese a quella parte, Cyborg e Raven, passavano almeno quattro cinque ore a settimana nel laboratorio nel seminterrato, lo stesso laboratorio dove il ragazzone afro-americano, era solito andare per costruire qualche strumento o arma nuova. Li in quel laboratorio, Cyborg studiava i poteri della maga e la loro natura, lui aveva in mente di costruire un congegno per poter limitare i poteri della ragazza, in modo tale che ella potesse esprimere più spesso le proprie emozioni senza dover far esplodere qualcosa.
L'aveva convinta costruendole una libreria tutta per lei e dicendole, che forse studiandola, avrebbe potuto riprodurre, tramite un macchinario, lo stesso potere “lenitivo” che lei usava per curare le persone. Ma era allo scuro delle vere intenzioni del “fratellone”.
D'altro canto, lui avrebbe voluto vederla sorridere più spesso, e pensava che facendo questo, l'avrebbe aiutata ad avere una vita sociale migliore, come tutte le ragazze della sua età.
Però nessuno avrebbe mai pensato che in futuro, tutte quelle ricerche effettuate dal ragazzo, sarebbero state indispensabili, loro ancora non lo sapevano, ma tutte quelle ore spese nel laboratorio, avrebbero poi salvato una situazione senza via d'uscita.
Nella stanza blindata, usata come laboratorio, Raven si metteva su un piedistallo, e rilasciava piccole quantità di potere e Cyborg, che aveva costruito un macchinario apposta, registrava l'energia, l'estensione e la natura. Si perchè era riuscito a capire, che la mezzo demone, un istante prima di usare il suo potere, emanava due piccole, impercettibili e differenti vibrazioni. Alla prima vibrazione, la ragazza usava il suo potere per difendere e curare, mentre alla seconda lo usava per controllare gli oggetti o attaccare. Per ora magari non aveva fatto chissà che scoperta, però continuava a dedicarci del tempo. D' altro canto, anche Raven non passava mal volentieri del tempo con Cy.

-Mmh! I pankake erano buonissimi, scommetto che sono del signor Donut!- Disse Cyborg pulendosi la bocca con un tovagliolo. -Tu Rob, che programmi hai per la mattinata?-
-Io devo allenarmi per un paio di ore con Beast Boy, e poi devo portare Starfire a far compere.-Rispose Robin, con aria di colui che ha degli obblighi pre-matrimoniali.
-Non t'invidio proprio amico mio- Fece l'altro con tono compassionevole. -Ma B.B. Si è svegliato?-
-A quanto pare sembra di no, però tra dieci minuti lo vado a svegliare, che dobbiamo allenarci.- Rispose Rob, alla domanda dell'amico.
-Ok! Io vado che mi aspetta una lunga mattinata, ci vediamo per pranzo- Detto questo, il ragazzo di titanio, si alzò ed uscì dalla stanza.
Dick decise di rilassarsi guardando la TV, facendo zapping, trovò il telegiornale che parlava della rapina sventata della notte, e lasciò su quel canale intento a seguire il telegiornale.
Intanto....

Un ragazzo esce veloce dalla sua stanza, correndo su una gamba mentre cerca d'infilarsi la scarpa sull'altro piede. Non guardando dove va, finisce per sbattere contro qualcosa e finisce a terra, gambe per aria.
-Oih! Oih! Mi ha investito una macchina?- Fece B.B. Seduto a terra dolorante mentre si massaggiava la nuca.
-Tutto bene amico Beast Boy?-Fece Starfire porgendo una mano all'amico per aiutarlo a rialzarsi.
Il ragazzo riconobbe l'amica.
-Buongiorno Star! Sto bene grazie! Dormito bene?-
Rimise in piedi il ragazzo poi con un sorriso, che solo lei sapeva fare, rispose.
-Si! Ho riposato divinamente!-Poi fece un piroetta su se stessa e aggiunse. -Andiamo a far colazione! Ho una fame da Coccodrillo!
-Si dice da Lupo... Fame da Lupo! Va bene lasciamo stare!- Dopo anni, l'aliena ancora non aveva imparato bene i detti e i proverbi dei terrestri, il ragazzo verde aveva provato ad insegnarglieli, ma dopo molto, aveva rinunciato vedendo che la cosa era impossibile. Poi le sorrise rassegnato e le disse.
-Si andiamo, che anch'io stamattina mi son svegliato con un certo languorino!-
Entrambi entrarono nella Main ops-Room, videro Robin e lo salutarono.
Star si avvicinò a lui, lo baciò e sorridendo gli disse.
- Buongiorno tesoro mio!-
Lui lievemente imbarazzato contraccambio il bacio e il sorriso e disse.
- Buongiorno piccola! Hai dormito bene?-
E lei sorridendo, iniziò a parlare velocemente, e senza prender fiato disse.
- Ho dormito benissimo! Grazie! Ho fatto un sogno stupendo, dove c'eravamo tutti, stavamo a Tokyo, eravamo tutti sporchi d'inchiostro, abbiamo arrestato il capo della polizia, poi ci siam baciati e siamo andati al karaoke! Adesso mi son svegliata felice e ho una fame da coccodrillo!- E fece un'altra piroetta.

Robin la guardò un po stupito.
- Ma non si dice fame da …. ! Lasciamo stare, la colazione è pronta servitevi pure! Anche te dormiglione!- Rivolgendosi a B.B con tono di rimprovero!
Il ragazzo verde non era cambiato per niente, si era cresciuto, era altro e robusto, si allenava insieme a lui tutti i giorni, però caratterialmente non era cambiato affatto, era il solito ragazzo burlone a cui piaceva fare battute, scherzi, che arrivava sempre in ritardo e soprattutto che passava tanto tempo davanti alla TV, oppure a giocare ai videogames.
Però.... Anche Beast Boy era maturato molto, e nel momento del bisogno si dimostrava un collaboratore affidabile e coraggiosissimo.
-Buongiorno Robin! Faccio colazione e son pronto per gli allenamenti! Ma cosa vedono i miei occhi? Sono pankake! Goodmorning pankake!- Mentre lo diceva gli lacrimavano gli occhi dalla gioia. Poi si fermò tutto di un colpo, si avvicinò a Robin e con aria preoccupata gli sussurrò. -Non è che li ha preparati Raven?-
-No, li ha fatti il signor Donut, ora mangia che si sta per far tardi!- Lo apostrofò.
Starfire aveva preso il piatto, una forchetta e si era messa a mangiare sul divano, vicino a Robin.
I due iniziarono a parlare di quello che avrebbero fatto di li a poco, cioè, lei parlava, illustrando ciò che voleva comprare nei negozi, lui più che altro annuiva, non è che avesse tanta voglia di girare per negozi con Star, però ora erano fidanzati, lui le doveva dedicare del tempo, ma soprattutto le voleva un bene dell'anima.
-E' bellissima, non ci credo, sta con me, ma la merito veramente?- Stava pensando Robin mentre lei parlava e ovviamente lui non aveva udito una parola, era troppo concentrato a contemparla.
-Bene! Mentre voi andate ad allenarvi, io sistemerò la mia camera, mi farò un bagno e poi andrò a chiedere a Rae se ha bisogno di qualcosa, visto che dopo usciremo!- Diete nuovamente un bacio a Robin e lo salutò amorevolmente.- Ciao tesoro mio!- Poi si girò.- Ci vediamo dopo anche con te amico B.B.- E volò fino in camera sua.

Star era bellissima, una Dea, aveva un carattere dolcissimo, era educata, si preoccupava di tutti, aveva sempre una parola di conforto per i suoi amici, si vedeva che non amava molto la lotta, nonostante fosse fortissima. Però anche ella, non si tirava mai indietro, e quando si trattava di tirar fuori le unghie, lo faceva senza problemi. In questi anni, Star, era diventata ancora più bella di un tempo, quando camminava per strada la gente si voltava per guardarla, e nonostante questo, lei aveva mantenuto la sua solita semplicità e ingenuità che la contraddistingueva dagli altri.

-Se hai finito possiamo andare!- Rivoltosi a Beast.
-Pronto capo! Oggi farò faville me lo sento!- Rispose il ragazzo verde posando il piatto.
Poi insieme uscirono e si diressero al capo di allenamento fuori dalla T-tower.

 

-SALVOOO!- Cyborg chiama salvo un ragazzino che raggiunge la casa base.
-Partita conclusa!- Rivolgendosi ai bambini. -La partita finisce in parità!-
-Grazie signor Cyorg- I ragazzini ringraziano facendo un inchino.
-Bene ora tutti a fare la doccia, ci si vede dopodomani per gli allenamenti,e la solita partita d'allenamento!- Così il ragazzone si congedò e si avviò verso la T-Car.
-Booyaa! Che fame! Prima di tornare a casa è meglio che passi dal supermercato a prendere qualche costoletta di maiale, altrimenti rischio di sorbirmi qualche schifezza di soia!- Pensò Cy.
Entrò in macchina, mise in moto e partì diretto al supermercato.
-Accidenti che belle costolette! Me ne fa tre chili e mezzo per favore!- Cyborg, nella sua fantasia, già si stava pregustando il pasto. Poi gli cadde l'occhio su un volantino appoggiato vicino la cassa.
Stasera festa di quartiere a Cina-Jump-Town, musica dal vivo, cena gratis e balli di gruppo.
Senza pensarci su lo prese e pensò.- Dovremmo proprio andarci, è da un po che non facciamo qualcosa tutti insieme!- Così prese la sua carne, pagò, e si diresse a casa.

 

-Waw Robin! Guarda quella gonna è bellissima!-Starfire sorrideva e mostrava a Dick una gonna che voleva comprare.
-Si, è bellissima, adesso ce ne possiamo andare?- La voce del ragazzo tradiva il suo imbarazzo.
-No caro mio, siamo appena arrivati! Ma tu guarda quelle scarpe, non sono un amore?- La ragazza sembrava felice come un bambino in un negozio di caramelle.
-Che belle borsette!- Le cadde l'occhio su una coppia di borsette identiche, che si differivano soltanto per il colore, una era rossa, e l'altra era blu notte.
-Che belle, le prendo entrambe!- Fece lei, tenendo le mani unite vicino la guancia, mentre gli occhi le brillavano.
-Come mai ne prendi due?- Domandò Robin.
-Una voglio darla a Raven, secondo me starebbe benissimo con il vestito che ci siam.... - Li si bloccò, non voleva far sapere al ragazzo che lei e la maga si erano fatte dei vestiti in segreto, anche perchè Raven se la sarebbe presa molto se avesse scoperto che aveva spifferato il loro “Segreto”. Non era da lei stare con ago e filo, e chissà che effetto avrebbe fatto sui ragazzi.
-Vestito cosa?- Domandò perplesso dick.
-Niente d'importante, non pensarci!- Era un pochino agitata.
-E dai su dimmelo!- Il ragazzo insisteva.

-Ti dico che non è importante! Anzi, sai cos'è importante?-  Disse Starfire.
-No cosa?- Domandò dubbioso ed incuriosito.
-Avrei bisogno di comprare qualche articolo di biancheria!- Fece lei avvicinando il suo volto a quello di Robin.
Lui in un secondo divento tutto rosso, fece per allargarsi il colletto della maglia che in quel momento sembrava lo stesse soffocando, poi in vistoso imbarazzo balbettò qualcosa di incomprensibile e scappò fuori in maniera rigida e scomposta.
-Fiuuuu! Pericolo scampato Star!- Disse a se stessa a bassa voce. Poi si mise a rimirare le due borse che aveva tra le mani. Le piacevano molto, e immaginava lunghe passeggiate con la sua amica e quelle borsette. Fece un sorriso, se le strinse al petto e andò a pagare. Poi raggiunse Robin fuori dal negozio.

 

“Azarath Metrion Zinthos” Ripeteva il mantra nella sua testa mentre meditava.

Nella posizione del loto, in mezzo allo spazio infinito, senza stelle, lo ripeteva e lasciava espandere il suo potere, li dove non c'erano ostacoli, li dove non vi era nulla che poteva bloccarlo, li dove non era un pericolo per nessuno. Lasciava libera la sua energia, la lasciava libera di andare, ne aveva bisogno, altrimenti le sarebbe esplosa dentro. Non pensava a nulla mentre si trovava li, lasciava solo che quello che aveva dentro di se, andasse libero, senza poter fare danni, e così alleggerirla del peso che aveva su di lei.”

-Raven!- Sentì una voce leggera e gelida sussurrare il suo nome.
Aprì gli occhi, era sulla terrazza della T-Tower.
-Raven!- La chiamava con tono squillante Beast Boy.
-Raven! Vieni, vieni, ho battuto il record di Cyborg!- Squillava la voce del ragazzo, che aveva un aria fiera e soddisfatta, portando con se il joystick del videogame.
-Sai che faccia che farà quella lattina appena lo saprà!- E fece una pessima imitazione del ragazzo di titanio che piangeva.
-Sono contenta per te, hai raggiunto un traguardo importante!- Fece lei con il suo tipico sarcasmo!
-Non c'è da fare la spiritosa, è un mese che provo a battere il suo record- Fece lui sbattendo i piedi come un bambino.
-Ei genio! Se il Joystick è qui, come hai salvato la partita?- Anche se non amava i giochi per consol, sapeva benissimo che se non si salvava il punteggio, quello andava perso.
Ad un tratto un aria gelida attraversò il corpo del ragazzo verde che rimase pietrificato.
-Nuuuuuu! Sing! Sing!-Singhiozzava il povero mutaforma che c'era evidentemente rimasto male.
-Dai scendiamo, che tra non molto arriveranno gli altri!- Sollecitò lei. Beast annuì, e la seguì a testa bassa evidentemente amareggiato.
-Ooh! Avrei proprio voglia di tòfu!- Disse lei con le mani dietro la schiena mentre guardava in aria dando le spalle al ragazzo.
-Tòfu?- Domandò sorpreso lui, poi un sorriso si stampò sul suo volto. Si mise con i pugni sui fianchi, gambe divaricate ed esclamò.
-E tòfu sia!- Poi corse in cucina.
-E bastato poco infondo!- Pensò lei mentre si metteva il dorso della mano sulla bocca per coprire un sorriso. Poi ripensò a quella strana voce che l'aveva interrotta mentre meditava. -Me lo sarò sicuramente immaginata.- Diede una breve occhiata al sole, poi scese per andare in camera sua.

 

-Tòfu?- Urlava il ragazzo d'acciaio. -Io non mangio il tòfu- Facendo il segno delle virgolette con il medio e indice di entrambe le mani, come a voler far capire che il tòfu non era un vero e proprio alimento.
-Ecco, qui ci sono costolette di maiale! Tu prepara pure il tuo “tòfu” io il pranzo me lo preparo da solo!- Cyborg era deciso.
-Come puoi mangiare della carne in mia presenza? Lo sai che io sono vegetariano!- Beast era fermo sulle sue iddee. -Star! Tu vuoi il tòfu, oppure quella “robaccia” che preparerà Cyborg.- Ora cercava di mettere in mezzo la povera aliena, per cercare un'alleata conto l'uomo di titano.
-No caro mio, Starfire preferisce le mie costolette! Vero amica mia?- Cyborg si rivolse alla ragazza mostrando un piatto di costolette pronte per essere cotte.
La poverina non sapendo che fare, cercò lo sguardo di Robin che le rispose.
-E no, non mettere in mezzo anche me, non ci provare!-
-Allora Star?- Fece Cy con un sorriso.
-Su Starfire, cosa preferisci?- Incitava Beast Boy.
-Io. Io... Io vorrei le costolette con del tòfu per contorno!-  Esclamò Starfire.
All'immagine di una costoletta con contorno di tòfu i due ragazzi, che prima stavano discutendo, si guardarono in faccia con aria disgustata.
-Comunque, io il tòfu lo devo preparare per forza per me e per Raven!- Sentenziò il verdino.
-Ok, allora io farò compagnia a Vic e mangerò le costolette.- Intervenne Robin.
-Mentre la nostra Star.... Avrà le sue costolette con tòfu- Pace era fatta.
Scese anche Raven nella Main Ops-Room, e tutti e cinque si misero a tavola.

-Sai, ho battuto il tuo record, ma non ho salvato il punteggio.- Beast cercava vanto.
-Non ci credo! La scusa del punteggio significa che te lo sei inventato!- Disse cyborg con non scialans.
-E' vero ti dico! Ti prego Raven diglielo anche tu!- Il ragazzo supplicava la maga.
-Io ero a meditare, non ho visto nulla, ho visto solo una scimmia che correva con un Joystick in mano, di più non saprei!- Raven aveva un aria un po seccata.
-Come sei crudele! Sing!- Beast aveva l'aria affranta.
-Beh! Però il tòfu è delizioso!- Con scaltrezza lei cambiò subito discorso.
-Il segreto è.... ! No! Non posso rivelartelo!- Stavolta il ragazzo aveva l'aria soddisfatta.
-Ah! Ragazzi, quasi dimenticavo.- Intervenne Cyborg tirando fuori il volantino che aveva preso al supermercato.-Perchè stasera non usciamo tutti insieme come non facciamo da tempo?-
Starfire  -Siiii! Sarebbe bellissimo, è da tanto che non andiamo a divertirci tutti insieme, potremmo cantare, ballare ascoltare bella musica, magari poi andiamo tutti a farci una bella passeggiata in riva al mare, o addirittura un bagno, magari io e Raven potremmo vestirci bene, e metterci qualcosa di elegante, ci possiamo truccare... a proposito ho preso queste due borsette, sono una coppia, così sembreremo due sorelle.... Dai ti prego Raven dimmi di si! -
A bocca aperta tutti la guardavano, aspettando che riprendesse fiato...
-Si! Ti prego però... Respira!- Fece Raven stupita, mentre si domandava quanta aria nei polmoni potesse avere l'amica.
-Allora è deciso, appena mangiato andiamo a farci belle- Ormai la tamariana aveva deciso.
-Ma veramente io avrei da fare con Cyborg nel pomeriggio.- Fece Raven, cercando salvezza dal ragazzone.
-Non fa nulla, possiamo anche andare domani! Vai tranquillamente con Starfire.-  Rispose Cyborg
Detto questo l'aliena prese la sua amica per un braccio e la trascino nelle stanze al piano di sopra, mentre lei, che veniva comicamente trascinata, allungava un braccio verso il ragazzo robot come per cercare aiuto.
-Tranquilla piccola, vai pure a giocare tranquillamente con Starfire!- Per lui erano come due bambine, ma forse travisava un pochino la realtà!
-Ora ragazzi, visto che non ci sono loro due, perchè non vi fate stracciare a questo nuovo videogames che ho preso su internet?- Questa era la proposta del ragazzo in titanio.
-Stracciare? Lo vedremo!- Robin con aria di sfida. Così i tre ragazzi si apprestavano a passare qualche ora giocando alla consol.

 

Arrivata l'ora di uscire, i ragazzi si ritrovarono nella Main Ops-Room dopo essersi vestiti per uscire.
Robin Aveva messo dei jeans scuri con cuciture delle tasche ben visibili, scarpe da tennis bianche con strisce rosse, occhiali scuri e indossava una maglia scura con su la scritta “Lupin non ti temo”.
Cyborg, aveva dei jeans chiari con anfibi neri per spezzare ed un felpa con cappuccio grigia, con il logo dei L.A. Lakers.
Beast aveva invece dei pantaloni corti fino al ginocchio di colore verde scuro, scarpe da tennis rosse e una camicia a fiori.
-Ma quanto ci mettono? Sono ore che sono andate a preparasi- Fece B.B. Ansioso di uscire.
-Sono delle ragazze, sai come vanno queste cose!- Sentenziò il più vecchio del gruppo.
-Di Star non mi stupisco, ma che Raven ci metta tutto questo tempo mi da di strano!- Robin perplesso.
Nemmeno finì la frase che la porta si aprì.
Robin diventò rosso e si irrigidì subito, Beast rimase a bocca aperta e occhi spalancati, mentre Cyborg, con le lacrime agli occhi e sconsolato disse.
- E no! Non sono più due bambine!-
Star era stupenda, aveva messo un vestito rosso con spalline fine che scendeva fino a metà cosce. Scarpe decoltè rosse con tacco, non esagerato, i capelli rossi erano raccolti in una coda bassa che lasciavano vedere due bellissimi orecchini abbinati ad un girocollo con diamantini.
Raven un pochino a disagio era anch'ella bellissima, aveva i capelli raccolti in una coda un po alta fermata da un nastro bianco, aveva una catenina con diamantino color ametista che le scendeva verso il petto. Il vestito era di color blu, senza spalline, che lasciava vedere le spalle, si teneva con delle stringhe legate dietro la schiena, la parte inferiore del vestito prendeva forma come una gonna a pieghe che arrivava fino alle ginocchia. Ai piedi due scarpe bianche tipo ciabattine con fiocco e un piccolo tacco.
-Allora andiamo?- Fece Raven in leggero rossore ed imbarazzo, sentendosi osservata.
-Ma.. ma... ma... Raven sei tu? Cioè.. Sei bellissima!- Balbettò il verdino.
-Visto, io e la sorellina Raven come ci siam fatte belle per voi stasera?- Disse l'aliena tirando fuori le borsette e porgendone una all'amica. Poi la prese sotto braccio e si avviarono ad uscire. Nel camminare verso la porta si girò, sorrise dolcemente e disse.- Dove sono i cavalieri che ci dovrebbero accompagnare?-
I ragazzi si scossero e le seguirono in fretta.
-Eih! Tu! Testa di verdura!- Cyborg si rivolse a Beast Boy.- Stai attento che nessuno faccia il filo a Raven.- Poi si rivolse all'altro ragazzo.- E tu non staccarti nemmeno per un secondo dalla tua fidanzata!- Respirò e aggiunse.- Titans! GO!-
I due annuirono e affrettarono il passo.

 

Mentre camminavano per strada per dirigersi alla festa, Star teneva sottobraccio Raven, mentre sorrideva.
-Te lo dicevo che saresti stata bene vestita così! Dovremmo farlo più spesso!-
Un pochino imbarazzata, anche perchè non era abituata a vedersi in quel modo. Però stava al gioco perchè l'amica era troppo felice e rispose.
- Già! Come no!-
Poi passando davanti una vetrina, vide il riflesso di lei, stranamente ne fu compiaciuta e per un istante vide la Raven rosa.
- Sapevo che c'eri di mezzo tu!- Pensò tra se, ma non sembrava dispiaciuta.
-Guarda Raven, stasera abbiamo anche le guardie del corpo!- Starfire voltandosi indicò i tre amici che li seguivano.
Uno imbarazzato (Robin), uno stupito (Beast Boy) e l'altro preoccupato che nessuno si avvicinasse troppo alle ragazze (Cyborg).
I tre notarono il lieve rossore che aveva Raven.
- Strano che ancora non sia esploso qualcosa!- Disse Beast sottovoce, sorpreso dal fatto che l'imbarazzo della maga, ancora non le stava creando problemi.
La ragazza avendo udito, si girò e fulmino il verdino, che si bloccò per un secondo, poi fece un mezzo sorriso spaventato e riprese il passo.
-E' veramente una bella serata, ci voleva un po di relax, complimenti hai avuto veramente una bella idea Vic!-

Mentre passeggiavano e chiacchieravano del più e del meno, arrivarono nella piazza dove si stava già svolgendo la festa. Era una festa all'aperto con un palco dove si esibivano dei gruppi rock che facevano delle cover. Davanti al palco, erano disposti una quarantina di tavoli con sedie, dove si poteva mangiare e bere, ascoltando la musica. I ragazzi si sedettero a qualche tavolo di distanza dal palco. Sul palco ora si stava esibendo una band che faceva cover degli Evanescence e sulle note di “Lithium” i cinque ragazzi sembravano rilassarsi.
Rob e Star si tenevano dolcemente per mano e ogni tanto facevano incrociare i loro sguardi.
Cyborg mangiava e ascoltava la musica che gradiva molto.
Raven teneva un gomito appoggiato al tavolo mentre si teneva la testa, e con l'altra mano sorseggiava un drink analcolico. Sembrava rapita e rilassata al dolce suono di quelle note.
-Acidenti, è bellissima! Ma è davvero la nostra Raven?- Una voce stava suonando in testa a Beast Boy, che la guardava sorpreso. Non l'aveva mai vista così, con quello sguardo dolce e sognatore.
-No! Non può essere lei, di solito è sempre imbronciata e triste!.- Mentre pensava e contemplava,
Raven si voltò verso di lui, inarcò un sopracciglio, e disse.
- Cosa hai da guardare?-
Un sorriso deluso apparve sul volto del giovane.
-Non c'è dubbio, è proprio lei- Poi sospirò e aggiunse.
-Il tuo bicchiere è quasi vuoto, vado a prenderti un altro drink!- Così si alzò e si diresse verso l'angolo bar.
-Booyaa! Questa carne è buonissima, e la salsa è speciale, son proprio contento di essere venuto qui!.- Cyborg sembrava veramente soddisfatto e mangiava di gusto tutto quello che aveva nel piatto.
-Ma quante bistecche hai mangiato?- Domandò Robin.- Sarà la decima che ti strafoghi, ma dove la metti tutta quella roba?-
Con il boccone in bocca il gigante di metallo commentò.- Io brucio molte calorie, e poi.. Meglio mangiare adesso, che domani, forse, mi tocca sorbirmi qualcosa preparato con la soia.- Sulla parola soia fece il gesto delle virgolette in aria con indice e medio di entrambe le mani. E no! Proprio non gli piacevano i piatti preparati dal verdino, lui era per la carne.
Comunque la serata sembrava trascorrere serena e in assoluto relax.

Poi però sul palco si presentò una loro vecchia conoscenza...

Capelli di platino diritti, faccia imbronciata, giacca arancio, e una chitarra color panna.
Punk Rock era al centro del palco con aria di sfida.
-Toh! Guarda quanta bella gente c'è stasera! E ci sono anche quei fenomeni da baraccone dei Titans!- Un ghigno illuminò il suo volto.
-Ma tu guarda se si riesce a trascorrere una serata normale- Robin era arrabbiato più che stupito, infatti prima di uscire di casa, aveva messo in preventivo che qualcosa del genere gli sarebbe accaduta, quindi tirò fuori la sua cintura e la indossò. -Mai uscire senza!- Sorrise.
-Siete bellini vestiti in “borghese” quindi adesso vi dedicherò un pezzo scritto da me!- E il cattivone iniziò a suonare la chitarra dalla quale uscirono delle onde d'urto che fecero volare via tutti i tavoli, ma non le persone.
Prontamente Raven aveva avvolto la gente dentro la sua aura nera e l'aveva teletrasportata a centinaia di metri di distanza.
Mentre Cyborg, che si era messo a fare da scudo, davanti ai suoi compagni, deviava le onde con la sua corazza. Il ragazzo dopo l'ultimo scontro con quest'ultimo, aveva progettato un apparecchio che reagiva in maniera automatica al suono della chitarra di Punk e che era capace di deviare i suoi colpi.
-Ma bene barattolino! Vedo che sei venuto preparato!- Sorrise punk, sempre con la solita aria di sfida.
-Non avevo ancora finito la mia bistecca- Protestò Cyborg.- Questa la pagherai cara, nessuno toglie il cibo di bocca a Vic!- Cy cercava vendetta.
-Ma se pensi che sia qui da solo caro mio ti sbagli!- Il malvivente fece un altro ghigno soddisfatto e di sfida.

-Raven!- Ancora quella voce sussurrata e gelida, che la distrasse per un momento.
Poi come se avesse percepito il pericolo imminente, tornò concentrata, guardò in alto con aria preoccupata. I suoi occhi si fecero bianchi e grintosi, protese una mano verso l'alto e creò uno scudo di energia nera. Nello stesso istante un raggio di luce colpì lo scudo e l'energia fu deviata salvando i ragazzi.
Una figura atterrò di fianco a Punk. Era il Dottor Light che sorrideva soddisfatto.
-Ma che visione vedono i miei occhi!- Si stava riferendo il dottore a Star e Raven.
I Titans si misero in posizione di attacco nella loro solita formazione a V con Robin i testa.
-Titans! ADDOSSOO!- Gli ordini di Robin riecheggiavano per tutta la piazza.

Starfire prese il volo, i suoi occhi erano luminescenti, prese velocità e si diresse verso Punk lanciandogli delle sfere di energia dalle mani, che punk deviava con le sue onde d'urto. Dal lato destro arrivava Beast Boy mutatosi in bisonte a tutta velocità, ma il dottore gli lanciò un raggio che scaraventò l'eroe lontano, vicino dove era Raven, alzando un polverone. Cyborg ugualmente cercava di di colpire il Dottor Luce con il suo cannone, ma quest'ultimo aveva eretto una barriera che assorbiva i raggi del ragazzo.
Robin con in mano il bastone tentò di colpire Punk, ma venne scaraventato lontano appena suonò la sua chitarra.
Raven allora cercò di alzarsi in volo e a due metri da terra, si accorse in tempo che la gonna si stava alzando, così prontamente l'abbassò e scese in terra sulle ginocchia con le mani tra le gambe.
In evidente imbarazzo si rivolse verso B.B, che aveva assistito alla scena incredulo, e gli disse con una smorfia di colei che non sapeva cosa fare.
-Non posso combattere vestita così!-
Il ragazzo ancora perplesso si era per un attimo estraniato dalla battaglia, distratto da Raven, poi si girò in tempo per vedere un altro raggio che stava per investirlo, non avrebbe fatto in tempo ad evitarlo. E mentre si preparava per essere colpito...
-Azarath Metrion Zinthos!- Uno scudo di energia nero si contrappose tra lui e il raggio.
-Gr-gr-grazie!- Balbettò lui.
Starfire volava intorno ai due malvagi, evitando i raggi e le onde d'urto, cercando di rispondere come poteva, poi velocemente afferrò al volo Cyborg che era stato lanciato in aria con un esplosione, mettendolo in salvo.
Nuovamente riuniti i Titans si resero conto che stavano avendo la peggio.
-Qui serve un piano!- Disse Cyborg.
Intervenne Robin.
-Bene ragazzi dividiamoci, Star tu attaccherai dall'alto il Dottor Light, tu Beast lo attaccherai sul fianco destro e tu Cyborg sul lato sinistro. Io andrò su Punk. Tu Raven coprimi.- Detto questo si alzò in piedi e gridò.
- Taitans! GO!-

Tutti scattarono i direzioni diverse mentre Raven scompariva nel terreno con il teletrasporto per ricomparire dietro le spalle di Punk Rock, gli stacco il jack. Il rocker cercò di scagliarsi su di lei, ma Robin già gli era addoso, e in pochi secondi lo atterrò, mentre la maga, usando la sua magia, lo avvolse nel cavo che gli aveva staccato. Uno era sistemato.

Star volando a forte velocità contro in dottore, lanciava le sue sfere dalle mani, l'altro rispose al fuoco ma la bella tamariana cambiò improvvisamente direzione volando verso l'altro e distraendolo.
Alla sua destra Beast con la forma di una pantera verde si lanciava verso quest'ultimo, che sparò un raggio. Il ragazzo mutò prontamente forma cambiando in un colibrì e schivando. Cyborg arrivato addosso a Luce, lo colpì con un pugno danneggiandogli l'accumulatore di energià che aveva nel petto. Starfire in picchiata con la mano avvolta dalla sua energia, colpì il malvivente mettendolo fuori gioco definitivamente.

-Booyaaa! Che faticata. Ma non ci danno mai pace?- Esclamò il ragazzo di metallo.
-Titans! Rapporto. C'è qualcuno ferito?- Domandò il ragazzo meraviglia.
Poi tutti si guardarono intorno. E si! C'era davvero un bel casino, la piazza e il palco erano semidistrutti.

-I nostri poveri vestiti.- Star era veramente triste mentre si guardava il vestito tutto rovinato, con qualche strappo. -Mi dispiace tanto amica mia, che si siano rovinati, di certo la serata non è andata come sparavo. Eppure li avevamo fatti con tanta pazienza.- Disse star sempre più triste a testa bassa.
Tutti la guardavano, non sapendo cosa dire, sapevano che ci teneva particolarmente.
Raven tirò fuori le due borsette, la guardò, prese un respiro, gliele mostrò e poi aggiunse.
- Vedi! Sono intatte, sono riuscita a non farle rovinare. - E gli porse quella rossa.-I vestiti potremo rifarceli se ti va!- E le sorrise.
L'altra ragazza prese la borsetta, la strinse a se e guardando l'amica.
-Grazie Raven, sei davvero un'ottima amica- Poi l'abbracciò stritolandola.
-Perfetto!- Esclamò sarcastica la maga.

-Ragazzi torniamo a casa a darci una ripulita e a riposare- Ordinò robin.
-Che ne dite di fare la strada più lunga? Quella che passa sul lungomare?- propose Cyborg.
-Ok! Ci stò!- Rispose Beast Boy, poi si girò verso la maga e disse.- Ah Raven!-
-Si- Rispose lei.
-Hai davvero delle belle mutandine!- Sorrise come un ebete si trasformò in rondine e scappò via.
Presa di sorpresa, la ragazza si fece rossa, rimase immobile per qualche istante, e poi gli corse dietro tuonando.
- Sei un cretino! Testa di carciofo! Se ti prendo ti faccio esplodere!-
A quella scena i tre ragazzi non poterono far a meno di esplodere in una grassa risata e lentamente si avviarono alla T-Tower.

 

Giorno dopo.

La Main Ops-Room era deserta, erano già passate delle ore dall'alba.
Nel garage, il ragazzo di metallo stava facendo la solita manutenzione alla sua macchina, mentre nel campo di allenamento, Robin e Beast Boy si allenavano nella lotta e tiro a bersaglio.
La terrazza era vuota.
Nella camera di Starfire, due ragazze sedute nel letto sono impegnate con ago e filo, una tutta sorridente e allegra si muoveva con disinvoltura. L'altra impacciata con un aria di sfida verso un pezzo di stoffa, cercava di fare una cucitura dritta.
-Ecco fatto! E' venuto più bello di prima!- Disse Star a Raven con un sorriso scintillante. -Ora ti aiuto con il tuo!- Si sedette vicino alla maga e l'aiutò amorevolmente.
Il sole illuminava la stanza attraverso le tende della camera, Raven osservava l'amica che la stava aiutando a cucire. Non potè fare a meno di notare quanto Starfire fosse felice, poi osservò la borsetta rossa che teneva sul comodinò, e senti i sentimenti di Star attraversarle l'anima.
E si le stava piacendo passare del tempo con l'amica.
Che stesse cambiando? Se lo domandò anche lei.

 

-Raven!- Ancora quella voce sussurrata e gelida.

Si voltò verso la finestra e vide i raggi del sole che oggi era bello più che mai.
-Tutto bene amica raven?- Domandò l'aliena all'amica.
Lei sorrise, annuì ed entrambe tornarono a lavorare al vestito.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Two Eyes Like The Sky (Due occhi come il cielo) ***


    Two Eyes Like The Sky    (Due occhi come il cielo)

 

-Aioh!- la voce di Beast Boy che risuona mentre cade rovinosamente al suolo. La testa un po confusa e gli occhi un po annebbiati.
-Dove sono gli altri?- Si chiese strofinandosi gli occhi, cercando di mettere a fuoco.
Appena ripreso il pieno controllo della vista, cerca con lo sguardo i suoi compagni e li vede impegnati in un combattimento contro Cinderblock.
La creatura era maestosa ed imponente, era stato lui poco prima a scaraventarlo al suolo con un colpo di mal rovescio.
-Certo che ne ha di forza quel “dosso” troppo cresciuto!- Si disse, prima di mutare in un'aquila e volare verso il nemico.
A dare battaglia al gigante c'erano Robin, Cyborg e Bibi. Anche se solo in tre stavano per avere la meglio, ma il malvagio stava vendendo cara la pelle.
Robin aveva intrapreso un corpo a corpo utilizzando il suo bastone, avanzava e affondava dei colpi che facevano indietreggiare quella cosa enorme, mentre il ragazzo in titanio gli si portò alle spalle e lo blocco cingendolo a se.
-Vai Beast Boy! E' il momento- Cyborg incitò il ragazzo all'azione.
Poi lasciò Cinderblock e si allontanò velocemente. Un attimo confuso il cattivo di turno si rese appena conto di quello che stava per succedergli. Un brontosauro verde gli cadde addosso, atterrandolo.
Tra il fumo provocato dall'impatto uscì fuori il verdino un po dolorante.
-Lo odio questo tizio, è duro come la roccia. Sono tutto un dolore.- Fece il ragazzo verde.
Appena il fumo si diradò, diete la possibilità di far vedere il risultato del grosso tonfo.
Dentro un cratere profondo un metro e mezzo circa e con diametro di quattro metri, giaceva il criminale privo di sensi.
-Ottimo lavoro Bibi!- Fece Robin, rivolgendosi al ragazzo tutto indolenzito, che veniva sorretto da Vic.
-Speriamo che Starfire e Raven facciano in fretta, che mi fa male tutto!- Non vedeva l'ora di farsi curare dalla maga.
-Dai testa di carciofo, sono solo pochi lividi, una bella dormita e sarai come nuovo.- Sorrise Cyborg mentre sosteneva l'amico.
-Vic! Chiama le autorità, io vado a vedere come se la cavano Star e Rae!- Ordinò Robin.
-Ok capo- Rispose Cyborg. Poi poggiò delicatamente Bibi a terra e gli disse. - Non ti muovere di qui, io immobilizzo quel tizio e chiamo il comandante della polizia.-
Il ragazzo verde annuì e seduto a terra, mentre si teneva una mano sulle costole, guardava l'amico indaffarato ad immobilizzare Cinderblock. Poi  domandò.
-Le ragazze stanno bene? Sono riuscite a salvare tutti?-
-Non lo so, non abbiamo ancora notizia, Robin è andato apposta a vedere.- Poi il ragazzo di metallo, sorrise ed aggiunse. - Stai tranquillo, Lo sai che quelle due sono in gamba!-
Qualche minuto prima....

-Starfire! Tutto bene? Ce la fai a resistere un altro po?- Domandò Raven preoccupata.
-Si! Però sbrigati per favore, inizia ad essere pesante!- Rispose la rossa mentre con fatica sosteneva una colonna portante di un palazzo. Aveva gli occhi luminosi e una smorfia di fatica sul volto. La ragazza stava impiegando tutte le sue forze per sorreggere l'edificio.
-Farò più in fretta che potrò, tu tieni duro!- Rispose la maga mentre si affrettava a portar via dei bambini fuori da un palazzo pericolante.
Cinderblock, aveva reciso, qualche minuto prima, una colonna portante di una scuola, per tenere impegnati i Titans e così fuggire indisturbato.
Le due ragazze erano rimaste sul luogo per salvare i pargoli, mentre gli altri si erano messi alla caccia del gigante.
-Raven ti prego, fai più in fretta che puoi!- Scongiurò l'aliena.
-Ho fatto, l'edificio è vuoto.- Poi con i suoi poteri prese un pezzo di roccia e lo mise al posto della colonna. -Presto andiamo, non terrà per molto!-
E volando le due ragazze si diressero fuori al sicuro. Ma mentre uscivano Raven si bloccò.
-Che succede amica mia? Dai usciamo che è pericoloso!- Gridava Starfire.
-Accidenti c'è n'è un altro!- Fece la mezzo demone guardando il soffitto pericolante, con gli occhi sgranati!
-No!- Star era preoccupata e si mise le mani davanti la bocca.
-Star! Tu vai fuori, io cerco di recuperarlo!- Poi, si mutò in un gigantesco corvo nero, e attraversò il soffitto.
Stremata, la tamariana, uscì volando a fatica fuori dal palazzo pericolante. Si sedette a terra cercando di recuperare fiato e forza. Tenere in piedi un edificio era troppo anche per lei.
Sopraggiunse di corsa Robin.
-Star! Tutto bene?- Abbracciò la ragazza. -Allora Star? Stai bene, sei ferita?- Insistette lui.
-Sto bene! Grazie, devo solo riprender fiato. - Con l'aiuto del ragazzo si rimise in piedi senza togliere lo sguardo dalla costruzione pericolante, che tremava tutta e che stava per collassare su se stessa.
-Raven? Dov'è Raven? Non dirmi che è ancora li dentro?- Domandò un Robin evidentemente teso e preoccupato.
-Si Dick! Stavamo per uscire quando ha sentito la presenza di un altro bambino.- Poi prese un respiro e continuò la frase quasi in lacrime. -Mi ha fatta uscire perchè mi ha vista esausta!-
Ad un tratto, un tonfo, un rumore assordante di macerie che collassano su se stesse, una cortina di fumo denso di polvere ricopre l'isolato e ingoia un edificio fino quasi a farlo sparire.
Quello che prima era una scuola, ora era solo un mucchio di macerie fumanti.
I due ragazzi abbracciati impietriti, osservavano l'edificio implodere, mentre i loro cuori sembravano voler sfondare il petto. Gli occhi spalancati e increduli e involontariamente nelle menti una sola preghiera.

-Ti prego fa che sia salva!- Pregava Starfire.
Robin era già pronto col comunicatore per avvisare il resto dei Titans di recarsi sul luogo.
Poi però un uccello nero si materializzo dietro di loro, uscendo dal terreno.
Apparve Raven che teneva in braccio un bimbo.
Gli altri la guardarono con stupore, prima che esso si manifestasse in felicità.
-Beh! Che c'è da guardare?- Fece la maga con un tono che non lasciava trasparire alcuna emozione.
-Stai bene? Non ti sei fatta male vero?- Domandò preoccupata l'amica.
-Si sto bene, grazie, e anche il nostro ospite sembra stia bene- E posò delicatamente il bimbo a terra. Avrà avuto si e no cinque anni, aveva una maglietta a righe orizzontali bianca e azzurra con colletto, calzoncini corti blu, e scarpe da ginnastica bianche.
Aveva grandi occhi azzurri che non smettevano di guardarla. E capelli biondi scompigliati.
-Non è nemmeno spaventato, è per questo che non sono riuscita a percepirlo prima!- Aggiunse poi.
-Ma guarda che casino ha combinato quel gigante!- Sospirò Robin. -Ci vorranno giorni per sistemare tutto! Non contando poi che i bambini ora staranno senza scuola per chissà quanto tempo!- Il ragazzo aveva ragione, ci sarebbe voluto un mese prima che fosse stato messo tutto in ordine.
-Vieni qui Star!- La maga chiese all'amica di avvicinarsi. Lei si avvicinò ancora incredula, poi abbracciò la ragazza e quasi piangendo...
-Sono quasi morta di paura!-
-Sto bene ho detto, anzi sto meglio di te! Ora fatti curare.- E poggiò una mano sul petto dell'amica usando il suo potere lenitivo.
Starfire sentì in un attimo le forze che gli tornavano.
-Grazie Rae!- Fece l'aliena.
-Di nulla- Disse la maga.
Il Ricevitore di Robin squillò, era Cyborg.
Cy-  Robin, come va? Hai recuperato le ragazze?-
Ro- Si! Sono qui sane e salve, hanno messo in salvo tutti i bambini.-
Cy- Non avevo dubbi!- Si tranquillizzò Cyborg che non lo dava a vedere ma era preoccupatissimo.
Poi continuò dicendo.
-Se, non vi dispiace, non è che potete mandarmi Raven, che Beast Boy è conciato maluccio?-
-Si, ve la mando immediatamente!- Poi si girò verso la maga. -Hai sentito tutto vero?-
-Si! Vado subito!- Rispose lei, e mentre cercava di spiccar il volo, si sentì trattenere per il mantello da quel bambino e si fermò.
Il pargolo che era aggrappato la guardava fisso con i suoi occhi azzurri.
Per un attimo rimase rapita da quegli occhi e da quello sguardo che aveva qualcosa di familiare.
Poi lo prese in braccio e disse.
-Ok! Allora tu vieni con me!- Non capiva perchè lo aveva fatto, non era da lei, se lo stava domandando dentro di se.
-Rob! Io vado a curare l'altro bambino (si riferiva a Bibi), poi andrò diretta a T-Tower.-
Gli altri due ragazzi rimasti un po sorpresi per il gesto dell'amica, rimasero in silenzio per un po, poi Robin disse.
-Star, tu vai con lei, andate da Beast, poi andate tutti alla T-Tower a riposare, qui ci penseremo io e Cyborg, che c'è ancora molto lavoro da fare.- Detto questo le due ragazze volarono verso Bibi e Victor.
Sul luogo vi erano oltre i due Titans, anche la polizia con il furgoncino per i carcerati, dove poco prima avevano messo Cinderblock legato con dei tubi circolari luminescenti.
Cyborg stava parlando con il capo della polizia e stava illustrando l'accaduto, mentre il ragazzo verde era seduto a terra tenendosi le costole inferiori di sinistra con entrambe le mani.
Aveva la faccia dolorante e sudava per il dolore, ma non un solo lamento uscì dalla sua bocca.
Le due Titans atterrarono e Raven si diresse immediatamente verso l'amico e prima che egli potesse salutarla, lei già le aveva messo le mani dove era ferito e lo curò.
-Gr..gr..grazie Raven- Balbettò lui.
-Di niente. - Rispose lei – Comunque hai bisogno di riposo, altrimenti non guarirai perfettamente.-
-Si, grazie ancora- Rispose il ragazzo un poco imbarazzato, ma si sentì molto meglio, e si alzò in piedi da solo.
Solo allora si accorse del bambino.
Gli fece un grande sorriso e gli disse.
-Ciao piccoletto, io sono Beast Boy! Tu come ti chiami?-
Il bimbo ancora attaccato al mantello della maga rispose mal volentieri.
-Io mi chiamo Josh, non sono un bambino, e tu non mi piaci per niente!- Poi rifilò un calcio negli stinchi a Bibi.
-Maledetto moccioso!- Fece lui dolorante saltellando su una gamba sola.
-Che c'è? Il bambino più grande ha picchiato il più piccolo?- Raven con sarcasmo.
Arrivò Cyborg che notò il bambino attaccato al mantello dell'amica.
-Bene, voi tre tornate alla T-Tower, siete esausti, andate a riposare e portate con voi il ragazzino, che non penso voglia staccarsi da Rae. Io raggiungerò Robin e vedremo anche di trovare i suoi genitori.-
-Amico Beast, ti porto io sulle spalle.- Si caricò il ragazzo sulle spalle e spiccò il volo verso la T-Tower.
La maga si fermò ad osservare Josh che non le staccava gli occhi di dosso.
Quei suoi grandi occhi azzurri come il cielo, erano tanto belli quanto tristi. Solo questo riusciva a percepire in lui.
Lo prese nuovamente in braccio e senza una parola si avviò verso casa.

-Booyaa! Che disastro! Quando me lo hai detto via radio non pensavo a questo casino. E' un miracolo che le ragazze ne siano uscite illese.- Questo era il commento di un serio Cyborg.
-Già stavolta siamo stati fortunati. Però la cosa peggiore sarà sicuramente togliere tutto questo casino e ricostruire l'istituto per quei ragazzi.- Robin in fretta aveva già fatto il punto della situazione.
-Saltare qualche giorno di scuola, non credo che sia una cosa grave!- Si espresse Cyborg mentre camminava sulle macerie del pallazzo.
-Non è questo il problema Vic- Dick prese un respiro poi continuò la frase con aria un po affranta.
-Il bambino che ha salvato Raven, sembra sia uscito fuori dal nulla-
-Cosa intendi?- Cyborg si fece curioso e preoccupato.
-Intendo che non è segnato su alcun registro della scuola, nessuno lo conosce, nessuno lo ha mai visto. Sembra che si sia materializzato all'improvviso!- Robin non sapeva capacitarsi della cosa.
-Ma dai, è impossibile, come potrebbe un bambino....- Il ragazzo di titanio nemmeno finì la frase che Robin lo interruppe dicendo.
-Allora come ti spieghi, che non ha percepito la sua presenza fino a poco prima del crollo del palazzo?- Robin aveva questo dubbio in mente.
Cyborg allora lo rassicurò. -Forse nel caos, la nostra Rae, non se n'è accorta.-
Mentre discutevano i due continuavano a camminare sulle macerie, per fare il resoconto dei danni.
Arrivarono ad una parete ad archetto rimasta intatta, l'unica che non aveva subito danni.
-Magra consolazione!- Esclamò Robin, che osservava la parete e notò un alone quadrato proprio al centro. Il ragazzo che aveva l'istinto del detective, capì subito che li sarebbe dovuto trovarvisi un quadro e quasi per istinto cercò in terra per vedere se trovava qualche traccia di quel quadro.
-Robin!- si sentì chiamare. -Robin vieni a vedere qui! Che strano!- Cyborg chiamava il compagno.
Il ragazzo si avvicino all'amico che indicava un pezzo di cornice che usciva fuori dalle macerie.
Scavarono con molta cautela e trovarono un quadro intatto.
-Strano che non sia andato in pezzi con tutte queste pietre che gli son cadute addosso.- Domandò Cyborg.
Il dipinto raffigurava una stanza in stile gotico e al centro una sedia vuota con un tavolino su cui sopra vi erano dei giochi. E sullo sfondo, vi era una grande finestra con uno strano paesaggio.
Robin prese il quadro e notò che combaciava con l'alone della parete.
-Sicuramente era appeso qui- Esclamò il ragazzo meraviglia.
Poi osservandolo bene, notò che aveva qualcosa che non lo convinceva. Non sapeva cosa, e non seppe nemmeno darsi una risposta. Era un semplice quadro dopotutto, però aveva qualcosa che non andava.
Così decise di portarlo con se nella T-Tower per poterlo esaminare meglio.
Intanto...

Nella casa dei Titani gli eroi e Josh entrarono nella Main Ops-Room, e si stesero all'unisono sul divano sospirando!
-Che giornataccia, prima un mostro di mezza tonnellata, per poco non mi rompe le costole e poi un bambino di quindici chili mi prende a calci!- Sospirò Bibi affranto.- Ci può esistere una giornata peggiore?-
Intervenne l'aliena.-Su amico Beast Boy, ora vedi di rilassarti con un bagno caldo, vedrai che poi le cose sembreranno migliori.- Poi si voltò verso Raven.- Credo che anche noi dovremmo farci un bel bagno rilassante!- Sorrise Starfire all'amica. Poi guardò Josh e aggiunse.- Tu piccolo, vuoi venire a fare il bagno con la zia Raven e la zia Starfire?-
Il bambino si fece un po rosso e annuì con la testa.
Mentre stava uscendo dalla stanza, Bibi si voltò e vide quel bambino che non toglieva gli occhi da Raven nemmeno per un istante.
-Quel marmocchio non mi convince!- Pensò tra se. Poi usci per andare in camera sua  e fare quello che Star gli aveva consigliato, cioè un bel bagno.
Star prese il bambino in braccio, che stranamente la lasciò fare e si avviò verso la sua camera, con Raven che la seguiva passo passo.
-Sai che sei un bel bimbo! E hai degli occhi stupendi. Da grande spezzerai tanti cuori.- Il ragazzino si fece un po rosso e si imbarazzò, ma rimase in silenzio.
-Certo sei un pochino silenzioso! Adesso sai cosa facciamo? Un bel bagnetto, e poi la zia Starfire, ti preparerà una bella cena, ti farò assaggiare un tipico piatto tamariano.- E le fece un sorriso capace di illuminare anche le notti più buie e tempestose. Josh contraccambio con un timido sorriso.
-Bene allora sai sorridere!- Star strinse al petto il ragazzino e fece una piroetta.
Raven che seguiva e che aveva visto tutta la scena, fece un mezzo sorriso sarcastico.
-E' contagiosa l'allegria di Starfire!- Pensò.
Poi si bloccò e vide ancora quegli occhi che la osservavano rapiti, con un alone di tristezza. Starfire parlava camminando  e il bimbo silenzioso in braccio alla ragazza, continuava a fissare Rae.
Anche la maga non poteva fare a meno di guardare gli occhi azzurri del bambino. Occhi familiari, in cui si perdeva, in cui vedeva il cielo, un cielo azzurro e vuoto.

Arrivata l'ora di cena i ragazzi e Josh si ritrovarono a tavola.
Starfire aveva preparato per tutti il Kròmandir (tipico piatto tamariano composto da tipici ingredienti alieni dall'aspetto strano, ma molto buono, sano e nutriente).
Dopo un po di scetticismo i ragazzi si fecero coraggio e assaggiarono l'intruglio fatto dall'aliena, e con stupore scoprirono che era delizioso.
-Robin, come si sono organizzati quelli del consiglio di amministrazione?- Domandò Star al fidanzato.
-Hanno già iniziato i lavori per rimuovere le macerie, ed hanno evacuato alcuni palazzi intorno alla scuola, per paura che si siano danneggiati durante il crollo.- Rispose Dick. Poi intervenne Cyborg.
-I bambini tra un paio di giorni potranno riprendere le lezioni in una struttura adibita provvisoriamente!-
-Ah! Si? E dove?- Domandò Beast con la bocca piena.
-Beh! O verranno qui alla T-Tower, oppure all'osservatorio! Sia io e Robin e sia il professor Mars, ci siam proposti per offrire un posto ai ragazzini per poter far lezione.- Concluse Victor.
-Cooosaaaaaa?- Brontolò il verdino facendo uscire schizzi di cibo dalla bocca.
-Altri marmocchi tra i piedi?- Si sedette deluso.
-Che c'è? Hai paura che gli altri bambini ti picchino?- Fece sarcastica Rae. 
Beast non replicò, di solito replicava con delle battute al sarcasmo della maga, ma stavolta non ne aveva voglia, aveva ancora l'immagine di lei sognatrice che guardava una band suonare e cantare.
-Va bene! Se proprio ce ne fosse bisogno li ospiteremo qui, magari potrei fare anch'io da insegnante!- Si espresse Bibi con un sorriso.
-Perfetto!- Commentò sarcastica la maga.
-E i genitori del bambino, li avete trovati?- Chiese l'aliena.
-No! Non siamo riusciti a rintracciarli! Domani ci dedicheremo molto più tempo!- Rispose Robin che voleva tenere nascosto il quadro e l'aver scoperto che il ragazzino era come sbucato dal nulla.
-Bene! Allora starai con noi questa notte!- Fece la tamariana con un gran sorriso rivoltasi a Josh.
-E vediamo! Con chi vorresti dormire? Con la zia Starfire o con la zia Raven?- Fece lei sorridendo nuovamente e avvicinando il volto al piccino.
Josh in lieve rossore, strinse ancora di più la mano al mantello della maga.
-Ok! Allora vuoi dormire con Rae!- Poi vide l'imbarazzo nel volto dell'amica e come per andarle in aiuto aggiunse. -Allora facciamo così! Che ne dite di dormire tutti e tre insieme? La mia camera è grande e anche il letto lo è. Staremo comodi. Che ne dici? Ti piace l'idea Josh?- E un nuovo sorriso illuminò il volto di Star.
Il bambino annui con imbarazzo.
-Ok, allora vado a preparare la camera per poterci ospitare tutti e tre!- Aggiunse in seguito.
-Grazie Star!- Fece Raven.
L'aliena si limitò a sorridere, poi volò in camera.
-Io ho del lavoro da sbrigare, quindi scenderò in laboratorio, ho delle cose da analizzare.-Fece Robin-
-Aspetta, vengo con te!- Rispose Cyborg mentre si alzava dal tavolo masticando l'ultimo boccone.
I due avevano intenzione di esaminare quel quadro. Poi il gigante si voltò verso la maga. -Rae! Sorellina, ci pensi te ai piatti per favore, io ho da fare delle cose! Grazie tante sei gentile!- E uscì di corsa prima che ella potesse dire qualsiasi cosa.
-Grande!- Ecco ancora del sarcasmo da parte di Raven.
Si alzò e si mise a lavare le stoviglie in maniera un po goffa ed impacciata.
Il bimbo era sempre vicino a lei attaccato al suo mantello che la osservava indaffarata, ma lei quasi non se ne curava, ormai si stava abituando alla sua presenza.
C'era chi stava osservando la scena. Beast Boy osservava quel bambino che non lasciava andare il mantello di Rae che la osservava rapito. Così decise di passare all'azione. Prese in braccio il pargolo, che preso alla sprovvista lasciò il mantello della maga e prima che se ne rendesse conto si ritrovò seduto sul divano di fianco al verdino. Beast gli mise un joystick in mano, e con aria di sfida.
-Io sono un campione a “Car-Race”, vediamo cosa sai fare tu marmocchio!-
Josh non sapendo cosa fare, iniziò a premere i pulsanti un po a caso, e l'auto che stava pilotando andò a sbattere contro un masso esplodendo, poi comparve la scritta GAME OVER sullo schermo.
-Ahahahahahahahah!- Rise Beast Boy. -Nessuno batte il campione!-
Sentendosi sfidato, il ragazzino, si mise d'impegno con il Joystick intento a raccogliere la sfida del ragazzo.
Il muta forma osservandolo così intento a cercare di batterlo, fece un respiro e pensò.
-Infondo è solo un bambino!- Poi di colpo..... Boom! GAME OVER! Ora era la sua macchina che era andata a sbattere.
-Evvai ho vinto io!- Josh esultava di gioia.
-Eih! Aspetta mi sono distratto- Fece il verdino cercando una scusa!
-Perdente!- Commentò Josh stranamente divertito e sorridente!
Bibi – Aspetta, siamo in parità! Chi vince questa è il campione!-
Josh – Ok! Ci stò! Tanto vincerò io!
Bibi - Lo vedremo!
La sfida era stata lanciata e i due si misero d'impegno, per loro era come una questione di vita o di morte.
Tutto si svolgeva sotto gli occhi di Raven, che finito di lavare i piatti, si era messa a leggere uno dei suoi soliti libri di incantesimi e ogni tanto lo abbassava per seguire la scena un po divertita.
-Ma tu guarda, non saprei dire chi di loro sia il più infantile!- Pensò la maga.
Poi ad un certo punto.... GAME OVER!
Un ragazzo verde di diciotto anni, deluso con le orecchie basse piange comicamente per una sconfitta ad un videogioco ricevuta da un bambino di cinque anni. L'altro esulta in piedi sul divano, come se non si fosse mai divertito in tutta la sua vita.
Entrò Starfire – La camera è pronta, se volete possiamo andare a riposare!- Poi si avvicinò al divano prese per mano Josh e si diresse fuori insieme a Raven.
-Buonanotte amico Beast Boy!- Starfire si rivolse al verdino prima di uscire.
-Buonanotte ragazzi!- Fece lui prima che uscissero definitivamente.
Po guardò lo schermo della TV dove ancora vi era la scritta GAME OVER, e ripensò a quel bambino così strano con quegli occhi così profondi che sembravano rapiti solo da Raven, e a voce bassa commentò.
-No! Quel marmocchio non mi piace per nulla!- Poi spense tutto e si avviò in camera sua.

I due ragazzi nel laboratorio avevano disposto il quadro sotto un raggio azzurrino, che lo teneva sospeso. Robin con una lente d'ingrandimento, studiava in maniera minuziosa ogni angolo del dipinto alla ricerca di qualcosa che potesse sciogliere i dubbi che aveva.
Cyborg -Non capisco perchè ti sei così intestardito su questo quadro qui.-
Robin – A dire il vero non lo so nemmeno io, però il mio istinto mi dice che questo ha qualcosa di strano.-
Cyborg – Non è nemmeno un capolavoro, cioè, è un bel quadro, ma nulla di più!-
Robin – Eppure non mi convince. Come siamo con l'esame del campione?-
Cyborg – Tra qualche ora la centrifuga si fermerà e avremo il risultato della composizione chimica.-
Robin notò qualcosa in basso a destra. C'era una macchiolina che copriva qualcosa. Poi chiamò l'amico.-Vieni a vedere Vic! Che dici riesci a ripulirla?-
Cybor- Dovrei avere un diluente che fa al caso nostro- E andò a prendere una boccetta con dentro un liquido incolore. Con un piccolo batuffolo si mise al lavoro sulla macchiolina, riuscendo a toglierla e a rivelare quello che nascondeva.
Due piccole “R” erano scritte in basso a destra.
-Strano! Veramente strano!- Commentò Robin, poi di seguito disse.- Controlla la conformazione di questi alberi che s'intravedono dalla finestra, io non ne conosco di simili sulla terra.-
Cyborg – Pensi forse che questo quadro non sia di questo mondo? Però devi pensare che non è una foto, chiunque l'abbia disegnato potrebbe aver dato l'aspetto che più gli piaceva agli oggetti e anche agli alberi.-
Robin -Hai ragione, per avere delle prove certe aspettiamo l'esame chimico, bene controlleremo il risultato domani mattina, ora è meglio che andiamo a riposare.-
Così i due ragazzi, stanchi e assonnati, uscirono dal laboratorio e si avviarono ognuno nella propria camera.

Nel buoi del laboratorio, il quadro inizia a fluttuare.
Al centro del dipinto una piccola luce bianca e brillante inizia ad espandersi lentamente inghiottendolo. Poi la luce scompare senza lasciar traccia di se e del quadro.

“Ma perchè è tutto buio?
Il buio più totale, ed ad un tratto una lieve luce, una figura sfocata che piano piano prende forma. Una stanza poco illuminata, e davanti a lei una bambina col viso sporco di tempera, sorride mentre parla, ma le parole non si riescono a sentire, la bocca si muove, ma non un suono riesce ad uscire. Ma questa sono io, che ci faccio qui? Perchè sono vestita di bianco? Perchè mi trovo davanti la me bambina? Perchè  mi sorrido e sono felice? Perchè non riesco ad udirmi?
La bambina fa un gesto con il pennello che tiene sulla mano destra.
-Ecco ora dovresti riuscire a sentirmi- Sorride ancora e chiude gli occhi.
-Sai non mi è concesso di uscire, è per questo che ti ho fatto gli occhi del cielo, perchè a me non è permesso vederlo.
Poi ancora un grande sorriso e ancora una voce dolce e ingenua continuò.
-Veramente non dovrei nemmeno star qui, se mi scoprissero mi sgriderebbero.-
Poi la bimba si pulisce goffamente il viso e aggiunge.
-Io mi chiamo Rachel!-
Una voce lontana risuona
-Rachel! Rachel! Ma dove ti sei cacciata?-
La bambina in fretta e furia prende un lenzuolo.
-Scusa ma devo andare, ci vediamo domani.-
Un ultimo sorriso e poi la bimba mi butta addosso il lenzuolo.
Ed è di nuovo buio e silenzioso”

Raven si sveglia di soprassalto cercando di respirare, guarda nel letto e vede Star e Josh che ancora dormono, con un gesto istintivo, carezza delicatamente la testa del bambino, poi si alza ed esce dalla stanza.
Vestita solo di una camicia bianca un po abbondante, scende nella Main Ops-Room, si versa del thè
e poi si siede sul divano scrutando l'orizzonte.
Nella mente ancora l'immagine di quella bambina felice che le sorride.
Il rumore di una porcellana che si incrina la riporta con i piedi per terra
-E no! Qui devo fare qualcosa, prima di mandare la torre in frantumi-
Posò la tazzina del thè che ancora non aveva terminato e fluttuò intenta a raggiungere la terrazza.

Arrivata in terrazza con ancora in dosso la camicia, prende la posizione del loro e....
“Azarath Metrion Zinthos” …..

“Una luce bianca mi sta investendo! Noooooooooooo!”
Starfire si svegiò di soprassalto.
-Che strano sogno!-
Poi notò che nel letto era sola, quindi pensò che i due fossero andati a far colazione.
Decise di scendere anche lei in desabillè per poi tornare a vestirsi più tardi.
Arrivata alla Main Ops-Room, vide con sorpresa che intenti a far colazione vi erano Robin e Beast Boy.
Che ci fosse Dick, non era stupita, perchè aveva l'abitudine di svegliarsi presto, però era sorpresa di vedere Bibi. Quindi domandò.
-Come mai così mattiniero?-
-Lasciamo perdere ho fatto un sogno bruttissimo!- Rispose il ragazzo facendo uno sbadiglio.
Poi una folgorazione, una sensazione che si trasformava in ricordo...
Un sogno.
Con voce un po tremolante la tamariana disse.
-Centra per caso una luce bianca, un quadro e noi che veniamo inghiottiti dalla luce?-
-Si! Ma abbiamo fatto lo stesso sogno noi due?- Stupito Beast Boy.
-Allora siamo in tre! Strana coincidenza! Ma voi come fate a sapere del quadro?- Robin pensava a braccia conserte.
Poi come aver percepito qualcosa si alzò di scatto dalla sedia per controllare il laboratorio e nello stesso istante entrò Cyborg di corsa.
-Robin!- Fece lui con il fiatone. -Una cosa tremenda. Il quadro è scomparso!- Pronunciò a fatica le parole.
Robin stupito.-Come scomparso?-
Cyborg – Scomparso, è come se si fosse volatilizzato!-
Robin – Ma è impossibile, dal laboratorio non è possibile uscire ed entrare senza la nostra autorizzazione!.-
Starfire – Ma di cosa state parlando?
Beast – Già! Gradirei delle spiegazioni!-
Robin – Allora, nei resti della scuola, abbiamo rinvenuto un quadro sotto le macerie. E nonostante gli fosse caduto addosso di tutto, era rimasto intatto, quindi abbiamo deciso di portarlo con noi per esaminarlo.
Cyborg – A proposito! Ho il risultato dell'esame del tessuto!-
Robin – E qual'è il risultato?-
Cyborg – Guarda tu stesso- E porse una cartella con dei dati a Robin.
Robin – Il materiale di cui è composto è sconosciuto.-
Cyborg – Quindi significa che non appartiene al nostro mondo!-
Robin- Molto strano. Prima appare un bambino dal nulla, e poi scompare un quadro misterioso.-
Starfire - Un bambino dal nulla?- Star era perplessa e preoccupata.
Cyborg – Già, ieri a tavola non abbiamo voluto dirvi nulla, ma non abbiamo nessun collegamento con quel bambino, nessun parente, nessun registro, nessuno che lo abbia mai visto prima. E' come se fosse sbucato dal nulla.-
Starfire – Ecco perchè non lo percepiva mentre salvavamo gli studenti.-
Beast Boy – Quel moccioso non mi è piaciuto dal primo istante. E poi non stacca gli occhi di dosso dalla nostra Rachel!-
Robin – Rachel? Ma certo le due “R” sono le iniziali di Rachel Roth. Il quadro lo ha dipinto lei, e probabilmente viene da Azarath. Ecco perchè la composizione chimica è sconosciuta.-
Tutti rimasero sorpresi. Come poteva un oggetto appartenuto ad un mondo distrutto, essere arrivato sulla terra? Questa era la domanda che propose Starfire.
Starfire – Ma Azarath non è stata distrutta da Trigon? Come può un oggetto fragile come un dipinto essere sopravvissuto alla furia di quel demone e per lo più aver raggiunto la nostra dimensione? E poi cosa centra quel bambino.-
Robin- Se veramente il quadro lo ha dipinto Raven, non mi stupirei di nulla!-
Beast Boy – Si ma dove sono ora Raven e quel moccioso?-
Starfire – Non lo so, quando mi sono svegliata, non c'erano nel letto! Pensavo fossero qui a far colazione.-
Cyborg – Forza dobbiamo cercarla, questa storia non mi piace, ho un brutto presentimento.
Robin – Taitans GO!
Tutti partirono tranne Bibi, che si era soffermato a vedere la tazzina di Raven.
Notò che era ancora mezza piena e che aveva un incrinatura.
Poi vide che il liquido all'interno, formava come delle onde e subito dopo sentì una lieve scossa...

Qualche minuto prima...

….. “Azarath mitrion Zinthos” Mentre fluttuava nel suo spazio creato nella sua mente dalla meditazione. Mentre rilasciava il suo potere, qualcosa la bloccò.
Si sentì osservata, così interruppe il suo esercizio, aprì gli occhi e incrociò lo sguardo con quello di due grandi occhi azzurri.
Poi un lungo silenzio, due occhi cielo incontrano due occhi ametista, due sguardi rapiti l'uno dall'altro, la stessa tristezza nei loro cuori.
La sua anima si tuffò dentro quei occhi, in pochi istanti si ritrovò ad attraversare un tunnel bianco.

Si ritrovò in una stanza poco illuminata, dove una bimba vestita di bianco, in piedi su uno sgabello e davanti un quadro, maneggiava un pennello ed una tavolozza. Raven ci mise qualche secondo per ricollegare la scena al sogno che aveva fatto poco tempo prima.
La bambina sorrideva ingenuamente e parlava.
“- Sai, non posso giocare con gli altri bambini, perchè dicono che potrei far loro del male- Un sorriso ed un colpo di pennello, poi continuò.
-Che sciocca tu non puoi sentirmi!- Poi un nuovo sorriso ed un nuovo colpo di pennello.
-Ecco ora dovresti riuscire a sentirmi- Sorride ancora e chiude gli occhi.
-Sai non mi è concesso di uscire, è per questo che ti ho fatto gli occhi del cielo, perchè a me non è permesso vederlo.
Poi ancora un grande sorriso e ancora una voce dolce e ingenua continuò.
-Veramente non dovrei nemmeno star qui, se mi scoprissero mi sgriderebbero.-
Poi la bimba si pulisce goffamente il viso e aggiunge.
-Io mi chiamo Rachel!-
Una voce lontana risuona
-Rachel! Rachel! Ma dove ti sei cacciata?-
La bambina in fretta e furia prende un lenzuolo.
-Scusa ma devo andare, ci vediamo domani.-
Coprì il quadro e rimise apposto pennarelli, tavolozza e sgabello.
Mentre usciva si ritornò, scoprì un lembo del lenzuolo e aggiunse.
-Ti chiamerò Josh!-
Un ultimo sorriso  e poi corse via.”
Tornata per incanto sulla terrazza delle T-Tower, si accorse che davanti a lei, non c'era più il bimbo, ma il quadro che aveva disegnato lei, con Josh seduto nella sedia che la guardava immobile con i suoi grandi occhi cielo.
-Mi ricordo tutto ora!- Fece lei mentre fissava il quadro e quegli occhi.
Poi una piccola luce al centro del quadro iniziò a brillare debole.... E una voce.....

“-Da quando mi hai dato gli occhi, non ho desiderato altro che rivederti. Da quando mi hai dato la possibilità di sentire, non ho desiderato altro udire ancora la tua voce. Da quando mi hai dato un nome, non ho desiderato altro che lo pronunciassi nuovamente!-”

Raven sembrava rapita, non riusciva a staccare gli occhi da quelli del bimbo dipinto nel quadro, era immobile e nella mente tanti pensieri e ricordi di lei bambina che passava ore nella giornata a parlare e a dipingere il quadro.
-Rachel, ho vagato tanto per ritrovarti, e adesso che ti ho ritrovata voglio che tu stia con me per sempre!-
La luce iniziò ad espandersi fino a far sparire il quadro, poi si mutò in vortice e iniziò a trascinare Raven verso di lei.
La ragazza con gli occhi aperti sembrava quasi incosciente e senza reagire, si lasciava trascinar via.

-Raven! No!-
Un urlo disperato e due mani verdi che le cingono il polso trattenendola, mentre lei viene lentamente trascinata nelle luce per i piedi.
Raven e Beast Boy, stanno pian piano per essere risucchiati dalla luce. Lui che urla.
-Raven, ti prego svegliati!-
Lei non riusciva a sentirlo, era in trans, e pian piano avanzano verso quel vortice bianco che inizia ad assorbirli.
Per i piedi, la maga comincia ad entrare nella luce, fino ad essere completamente inghiottita, lasciando fuori solo il braccio destro, al quale Bibi stava attaccato con tutte le sue forze, cercando di non farsela portare via.
La sua resistenza sembrava vana. La luce iniziò ad assorbire anche lui prima le mani, poi la testa, poi il tronco.
Con un ultimo tentativo disperato, riesce a cingere un piede alla ringhiera della terrazza.
Dentro la luce, il muta forma, vide tantissime immagini mute. Prima Raven bambina, poi una terra sconosciuta (Azarath), poi una terra desolata (Azarath dopo il passaggio di Trigon), poi lo spazio con tante porte di luce, infine una luce calda e familiare, poi nuovamente Raven da grande.
-Sembrano dei ricordi. Di chi saranno mai?- Pensava il ragazzo che stava esaurendo tutte le forze.
Poi rivolto verso il nulla gridò.
-Chi sei? Cosa vuoi? Lasciaci in pace!-
Poi una voce.
-Sono sopravvissuto a Trigon, solo con la speranza di poterla ritrovare, Ho vagato per le dimensioni in cerca del suo volto e adesso che l'ho ritrovata non voglio lasciarla andare mai più!-
-Ma chi sei?- Gridò ancora Beast.
-Io sono lei, o meglio, sono una parte di lei!-
Poi la forza che li stava trascinando si fece più intensa e quando tutto sembrava finito..
Due grosse mani lo presero per i piedi con una forza spaventosa,e lo tirarono fuori.
Cyborg lo aveva afferrato per le caviglie e con tutto se stesso lo tirava se, contrastando quel vortice bianco.
Il ragazzo di titanio stava riuscendo pian piano a riportarli a se, aiutato da Starfire e da Robin.
-Non lasciarla testa di verdura. Se la lasci ti prendo a calci per il resto dei tuoi giorni!- Cyborg a denti stretti urlava a Beast Boy, mentre tirava a se i due ragazzi.
-Forza! Forza! Ci siamo quasi- Starfire spingeva Cyborg per il petto lontano dalla luce, mentre Robin  prese per l'altro braccio Raven e tirava più che poteva.
Quando sembrava che si fosse salvata la situazione.
Il vortice intensificò il suo potere trascinando tutti dentro, lasciando il solo ragazzo di titanio a far resistenza.
Il povero Cyborg aveva le mani dentro la luce e tratteneva i compagni, mentre lentamente anche lui inesorabilmente veniva trascinato. Scariche elettriche iniziavano a vedersi sulla sua armatura, segno che stava pian piano cedendo.
All'interno della luce, Starfire, trattenuta dalle mani di Victor, tratteneva a sua volta, sia Robin che Beast Boy che  a loro volta trattenevano la maga.
Sui volti dei quattro ragazzi, segni di evidente fatica.
Quasi senza via d'uscita, Robin tentò il tutto per tutto. Mise una mano alla cintura, premette un pulsante nascosto, poi se la sgancio e la lanciò all'interno del vortice.
-Vai ti prego! Tre! Due! Uno!- Contava nella sua mente il ragazzo meraviglia.
Poi una luce e un istante dopo una grande esplosione.
La deflagrazione, destò Raven, che sbattè le palpebre un paio di volte stupita di vedere  i ragazzi li.
-Raven! Tiraci fuori di qui!- Urlò Starfire.
La mezzo demone, guardò i visi dei suoi amici, poi guardò verso la fine del vortice.
Il suo volto diventò grintoso e arrabbiato, i suoi occhi si illuminarono di bianco, poi urlò tre parole.
-Azarath! Metrion! Zinthos!-
Il vortice bianco, in un istante venne avvolto da un aura nera, cambiò rotazione raddoppiando la velocità ed espulse violentemente i ragazzi, che caddero rovinosamente sulla terrazza della T-Tower.
I cinque ragazzi formavano un mucchio con il povero Beast Boy che si ritrovò tutti sopra. A fatica e dolorante disse, mentre si teneva le costole ferite nella battaglia del giorno prima.
-E no! E' da ieri che non me ne va bene una!-
 
Quello che prima era un vortice di luce bianca e brillante, assorbita dall'aura nera di Raven, divenne  una piccola luce che brillava a fatica.
I giovani ragazzi, si alzarono in piedi guardando la luce, poi Cyborg commentò.
-Come ha potuto questa cosa qui metterci in guai seri?-
Robin forse aveva la spiegazione, e dopo essersi messo difronte i suoi amici iniziò a dare la sua teoria.-Credo che questa sia l'essenza, o meglio, l'anima del dipinto. E quel bambino che si faceva chiamare Josh, fosse una semplice emanazione del quadro. Credo che tu Raven, quando lo hai dipinto da bambina, gli abbia involontariamente, passato parte dei tuoi poteri. Ma poi come abbia avuto un'intelligenza ed un pensiero proprio... a questo no! Non so dare una spiegazione!-
Starfire – Beh! Forse, non gli ha dato solo parte dei suoi poteri? Forse inconsciamente gli ha dato altro?

La piccola luce bianca, brillò e mutò in una figura luminosa non più alta di un metro, bianca, sfocata e senza volto.
-Io sono nato dai sentimenti di Rachel. Io sono la speranza. La speranza di Rachel di avere una vita normale e felice. Che lei ingenuamente da bambina riponeva nel futuro. Tutte le privazioni che ha dovuto subire già da quando era in fasce. Prima il non poter essere allattata e cresciuta dalla sua stessa madre, poi il non poter avere una vita insieme a tutti gli altri bimbi e ancora il non poter uscire all'aria aperta. Tutte queste speranze le ha riposte in me.-
Poi un silenzio. I cinque eroi osservavano la figura e la tristezza che emanava. Le sue parole toccavano i loro cuori nel profondo.
-Rachel, io sono qui per darti ciò che desideravi un tempo. Qui non sei felice. La tua luminescente aura bianca e limpida che emanavi, ora è nera e tetra come la notte più buia.-
Poi ancora silenzio.
-Rachel vieni con me, non ci sarà mai più la notte per te!-
La figura tentò nuovamente di tramutarsi in vortice bianco.
I ragazzi si misero in posizione di guardia, pronti per scattare all'azione.
Raven fissava quella luce, poi fece un gesto con le mani per bloccare i ragazzi che stavano per scattare all'attacco.
Allungò verso il vortice la sua mano sinistra ricoperta dall'aura nera, e con il suo potere fece regredire il vortice alla figura luminosa e bianca che era prima.
-Rachel! Perchè?- Domandò quella strana figura.
Raven si avvicino a lei, si chinò per poterle parlare da più vicino possibile e poi parlò con una dolcezza che non aveva mai usato prima.
-Josh! Grazie per il tempo trascorso insieme, ma il mio desiderio e rimanere qui con i miei amici, che adesso sono la mia famiglia. Qui mi sento amata. Mi dispiace ma non verrò con te!-
Poi una lacrima le scese lungo il viso.
La figura, allungò un braccio, prese la lacrima con il dito indice e la guardò a lungo.
-Rachel! E' questo il tuo desiderio?-
La maga chiudendo gli occhi, abbassò la testa e sospirò un. - Si!-
La figura, regredì ad una piccola luce fioca e si alzò in volo.
-Grazie Rachel! Spero che tu sia felice e che riesca e ritrovare la tua bianca, pura e splendente anima di un tempo, con le tue sole forze. E' stato bello conoscerti!.-
Poi la luce sempre più lontana iniziò a sparire fino a quando non si vide più.

“Non desideravo altro che rivederla, non desideravo altro che udire ancora la sua voce, non desideravo altro che pronunciasse nuovamente il mio nome!”

I giovani eroi stretti gli uni agli altri, con i volti rivolti verso il cielo seguivano la luce che lentamente scompariva.
Beast Boy guardò in basso,e con stupore, vide la mano di Raven che posata delicatamente sulle sue costole, emanava il suo potere lenitivo, senza che ella staccasse gli occhi dal cielo.

Cyborg – Ora sei nei guai ragazzina! Quante volte ti ho detto di non dare confidenza agli altri bambini?
Raven – Mai!- Sarcastica e un po confusa.
Cyborg – Ah!- Non sapeva cosa aggiungere, poi l'ispirazione. -Beh! Avresti dovuto saperlo da te, e poi gli hai pure permesso di dormire con te!- Tuonò il ragazzo che emanava del fumo dalla testa.
Raven – E' stata un'idea di Starfire! Punisci lei!-
Cyborg – Niente scuse! Siete tutte e due in punizione, ve lo do io di dare confidenza agli estranei!-
Prese Star in braccio e trascinò raven per la camicia.
Star urlava comicamnete -Robin! Salvamiiiiiiii!-
L'altra ragazza incrociò le braccia, fece una smorfia buffa ed esclamò con sarcasmo.
-Perfetto!-
I due ragazzi rimasti inarcarono le spalle e sbuffarono simultaneamente.
Robin – Grazie Bibi, se non era per te l'avremmo persa!-
Beast Boy – Grazie? E di cosa? Siamo una squadra no?
Robin – Già! Io avrei fatto lo stesso!- Poi sorrise e aggiunse. - Ma come hai fatto ad arrivare prima di noi?-
Il ragazzo verde fece un sorrisino preoccupato, poi abbasso le spalle e la testa e con l'aria di chi si aspetta una sgridata.
-Forse è meglio che tu non vada nella Main Ops-Room per un po!-
Il ragazzo meraviglia, prima un po stupito, poi un po preoccupato corse di sotto con l'intento di controllare.
Bibi rimase solo e sospirò....
Poi gli cadde l'occhio sulle costole, dove poco prima sentiva dolore, ora non lo percepiva più e ripensò a quella mano così piccola, così delicata, capace avvolte di un potere caldo e rilassante e altrettante volte, di un potere immenso e spaventoso.

Robin, entrato nella Main Ops-Room, assistette ad uno spettacolo che non gli piacque.
Il muro,  che dava verso il mare,  era stato sfondato.
Sgranò gli occhi, digrignò i denti ed urlò.
-BEAST BOYYYYYYYYYYYY! Ora metti tutto in ordine!-
Il verdino che faceva capolino dalla porta, sbuffò.
-E no! E' da ieri che non me ne va bene una!-


“Una luce nello spazio senza stelle, va pian piano affievolendosi, ed una voce risuona come un eco.
-Ti ho fatto gli occhi del  cielo!- Poi l'immagine di un sorriso.
-Mi chiamo Rachel!- Ancora un'immagine ed una lacrima.
-Ti chiamerò Josh!- La frase riecheggia svanendo sempre più, insieme alla luce fino a sparire entrambe.
Ed è di nuovo buio e silenzioso.”
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Root (Radice) ***


Ecco il terzo capitolo della storia. Spero vi piaccia e che sia leggibile. Se non vi piace.... Picchiatemi pure. ^^
Un bacio.

Ale.


                                                                                                                                                        Root (Radice)

 

19.05– Titans! Problemi! Raggiungetemi Sulla Green Avenue, a nord del centro commerciale “Five Moon”.

18.45-Un ragazzo scende da una moto e si dirige al centro commerciale.
Capelli neri, occhiali scuri, T-shirt rossa, jeans scuri e scarpe nere.
Robin si aggira per il centro commerciale con poco senso dell'orientamento.
Si ferma davanti ai cartelli che indicano i vari reparti in cui è suddiviso lo stabile.
“Voi vi trovate qui!” Era scritto su un cartello dove era ben visibile il disegno di uno stabile sezionato in vari reparti ed una bella croce rossa.
-Grazie! Lo so da me che mi trovo qui! Ma vorrei sapere la direzione giusta!- Parlava mentre agitava le braccia come uno macaco (Esemplare di scimmia).
-Eppure quando vengo con Star, lei sa sempre dove andare!- Si voltò e il centro commerciale gli sembrò più grande di quanto fosse in realtà.
-Che strane le ragazze!- Sbuffò un pochino a testa china e braccia penzoloni. -Non si ricordano una semplice password di cinque lettere per accedere al garage, eppure si ricordano tutti gli articoli di tutti i negozi di questo posto e la loro ubicazione. -
Poi d'improvviso, una luce gli illuminò il viso. Li non poco lontano, vi era la sua ancora di salvezza, una dolce visione, un angelo venuto per salvarlo....... la ragazza dell'ufficio informazioni.
Corse verso quella visione... Oplà! Schivato con agilità un carrello della spesa... Altri pochi passi e.... Oplà! Saltata una carrozzina con un bambino all'interno ed un biberon.... Altri passi di corsa e.... Oplà! Centrato con maestria l'inserviente che stava pulendo il pavimento.
Caduti rovinosamente al suolo, si odono piccoli gemiti di dolore!
Inserviente – Oih! Oih! Figliolo! Ma cosa ti ha preso? -
Robin – Aih! Aih! Mi perdoni, la prego, non l'ho proprio veduta! Sono mortificato! - A testa bassa.
Inserviente – Aiutami ad alzarmi, almeno!-
Robin – Si! Subito! E mi scusi ancora!- E il ragazzo aiutò l'uomo ad alzarsi.
Inserviente – Per correre così deve essere un'emergenza!-
Rispose Robin un po imbarazzato- Non proprio!- E si chino per scusarsi ancora grattandosi la testa.
L'inserviente un po incuriosito. - Allora qual'è il problema?-
Robin – Beh! Diciamo che vorrei trovare con urgenza un oggetto, ma non riesco ad orientarmi!- Poi fece una leggera risatina buffa.
Inserviente – Cioè ti sei perso?-
Alla parola “perso” Robin si pietrificò imbarazzato. Lui era il leader dei Titans. Colui che non deve chiedere mai. Colui che affronta i nemici senza paura. Colui che.... centra gli inservienti nel supermercato dove si è perso. Poi fece un sospiro di rassegnazione. - Se lo sapessero gli altri mi prenderebbero in giro per giorni interi. Specie quella scimmia verde.- Pensò il giovane.
Poi con un po d'imbarazzo. - Si! Mi son perso!- E nuovamente chinò il capo.
L'uomo con fare paterno. -Se mi dici cosa cerchi, posso aiutarti io!-
E Robin ancora un po imbarazzato, iniziò a descrivere l'oggetto che aveva visto poco tempo fa, facendo dei gesti con le mani e dicendo. - Cerco un bracciale, ma non è d'oro, ma bensì è un articolo di bigiotteria, l'ho notato ieri in una vetrina, lo vorrei comprare, ma non mi ricordo più dove si trova il negozio.-
Inserviente – Qui c'è un solo negozio che vende questi articoli, ed è il negozio del signor Crew-Neck! -
Robin – Si? E per caso sa indicarmi dove si trova? Gliene sarei molto grato!-
Inserviente – Certamente!- Poi con un po di vanto e guardando verso l'ignoto aggiunse. -Tu non lo sai, ma io non sono un semplice inserviente.... Io sono... L'inserviente! Colui che sa tutto di questo posto... conosce tutti i suoi segreti... lo ha visto nascere, cambiare, modificarsi... -
Robin con un sospiro e un po sconsolato. -Mi scusi! Il negozio! Dove si trova il negozio per favore!-Il ragazzo stava perdendo la pazienza.
Con un sorrisino imbarazzato, l'inserviente rispose.- Eh!Eh!Eh! Scusami mi sono dilungato troppo!
Comunque è laggiù!- Ed indicò un negozio a poche decine di metri da loro con l'insegna “Crew-Neck. Bigiotteria e Non Solo”.
Robin – Gliene sono molto grato! Arrivederci e grazie infinite!- Non gli sembrava vero, la sua avventura era quasi al termine. Poi si avviò verso il negozio.
Inserviente – Felice di esserti stato utile e la prossima volta fa più attenzione figliolo!- Poi tornò al lavoro.
Robin felice corse verso il negozio... Oplà! Schivato con agilità un carrello della spesa... Altri pochi passi e.... Oplà! Saltata una carrozzina con un bambino all'interno ed un biberon.... Altri passi di corsa e....... Frenata pazzesca..... per poco non centrava un altro inserviente. Tirò un gran sospiro di sollievo.
Comunque riuscì ad arrivare davanti al negozio e riconobbe il bracciale che aveva visto il giorno prima con Starfire.
-Eccolo è lui!- Vicino a due orecchini a forma di stella vi era il bracciale.
L'articolo di bigiotteria era di color acciaio, largo circa due centimetri, non era spesso, era liscio e aveva una “S” ricalcata al centro, che gli donava un tocco di classe.
-Si! Si è proprio lui! Chissà che faccia che farà Star quando glielo porterò?- Robin stranamente fece un sorrisino da ebete, tipico di Beast Boy.


Un esplosione.
-Accidenti! Cosa sta succedendo?- Si domandò Dick affacciandosi ad una delle finestre del centro commerciale.
Ad un isolato di distanza, era visibile del fumo probabilmente dovuto all'esplosione.
-Non promette nulla di buono!- Fece Robin scendendo velocemente le scale di corsa.
Arrivò alla moto, aprì il bauletto, e tirò fuori la sua cintura che prontamente indossò e si diresse a piedi verso il luogo dell'esplosione.
Sul luogo, un piccolo cratere al centro della strada, e rovesciato su un lato vi era il portavalori della banca New-Land (Piccola banca filiale di una molto più grande a New York).
In terra sui marciapiedi, vi erano vetri frantumati dei negozi, probabilmente causati dalla deflagrazione.
-Titans! Problemi! Raggiungetemi Sulla Green Avenue, a nord del centro commerciale “Five Moon”.- Subito Robin avvertì la squadra. - Probabili feriti, accorrete più velocemente possibile!-
Poi si diresse verso il portavalori dove due guardie giurate rimaste bloccate, chiedevano aiuto.
-Come va? State bene?- Domandò il ragazzo attraverso il parabrezza.
Gli uomini annuirono e poi a grandi gesti fecero cenno a Robin di voltarsi.
Una striscia di carburante avanzava pericolosamente su dei fili scoperti. Poteva esplodere tutto.
-Dannazione!- Robin saltò sul furgoncino e tentò di aprire la portiera per salvare i due uomini, ma quella era bloccata, e gli sforzi di Dick sembravano vani.
Il liquido raggiunse i fili scoperti e in battito di ciglia ci fu una grande fiammata.
Il ragazzo con gli occhi spalancati rimase a guardare la fiamma che illuminava il suo viso e.....


Il Giorno precedente...
“Al centro commerciale Starfire cammina con le mani dietro la schiena di fianco a Robin che porta le borse della spesa in braccio. E' un po rosso in viso però è sereno.
Starfire come al solito parlava a ripetizione senza sosta e lui come al solito la guardava rapito, e come al solito... non udiva una parola di quello che la ragazza diceva.
Ad un tratto l'eroina corre verso la vetrina del signor Crew-Neck indica qualcosa, fa un commento ed un gran sorriso rivolto al ragazzo poi lo precede avviandosi verso le casse per pagare. Robin passa davanti alla vetrina, nota il bracciale e pensa. -Sarebbe un bel regalo!-”


Ritornato con i piedi per terra, si ritrova invano a tirare la portiera del portavalori mentre le fiamme avanzano velocemente. E....
-Azarath! Metrion! Zinthos!- Tre parole risuonano.
Il ragazzo si sentì assorbito da un energia enorme e si trovò teletrasportato, insieme alle guardie giurate, dietro le spalle di Raven.
-Raven! Il furgone! Se esplode sarà una catastrofe!- Urlò il ragazzo meraviglia.
La maga prontamente imprigionò il portavalori, che ora era avvolto dalle fiamme, dentro la sua aura nera.
Il furgone esplose senza far rumore dentro la sfera nera, mandandola in pezzi.
Per il contraccolpo la mezzo demone andò in terra sotto l'acqua di un idrante danneggiato.
-Perfetto!- Il solito ed inconfondibile sarcasmo della maga.
Subito Robin le porse la mano per aiutarla. - Stai bene Rae? Niente di rotto spero!-
La ragazza si alzò con l'aiuto di Dick, poi si massaggiò il fondo schiena e rispose.
-Sto bene grazie! Sono riuscita a contenere l'esplosione?- Domandò al ragazzo.
-Si! Ottimo lavoro!- Rispose lui guardando il furgone semidistrutto. - Se non era per te sarebbe stata una catastrofe!- Poi si rivolse verso le guardie. - Voi state bene!-
Uno degli uomini del portavalori rispose. - Si! Grazie! A parte un grande spavento, credo non abbiamo nulla di rotto.- L'altro uomo aggiunse. - Le dobbiamo la vita signorina! Non so come ringraziarla!-
La ragazza non rispose, si limitò a guardarli per poi girarsi verso il luogo del misfatto.
-Credo non ci siano feriti! Solo pochi danni alle strutture!- Disse lei inespressiva mentre cercava di percepire le emozioni circostanti.
Robin – Bene! Ora avverto le autorità! A proposito, ma dove sono gli altri?-
Raven – Stanno arrivando. Io stavo volando con Star per venire qui, e mentre cercavo di percepire la tua presenza, ho sentito una grande preoccupazione provenire da questa parte. Quindi mi sono teletrasportata. -
Robin – Hai fatto bene. Grazie mille Rae! Comunque, riesci a percepire la presenza di quello che ha provocato l'esplosione?-
Raven – No mi spiace! Non sento nessuna aura malvagia nei paraggi e non percepisco nessun pericolo imminente.-
Robin – Strana cosa!- Poi si rivolse nuovamente agli uomini della sicurezza.- Voi avete visto nulla?-
Rispose uno di loro. - Niente, abbiamo sentito solo un grande boato e ci siam ritrovati quasi capovolti! Poi siete arrivati voi!-
Robin – Molto strano! Attaccare un portavalori e nemmeno cercare di rapinarlo!- Il ragazzo si mise una mano sotto il mento e si diresse verso il piccolo cratere cercando qualche indizio.
Ad un certo punto si sentì atterrare.
-Ma che.....!- Esclamò il ragazzo che vide la sua fidanzata sopra di lui che lo abbracciava.
-Per fortuna stai bene tesoro mio! Quando ho visto Rae che spariva, ho temuto il peggio! Ma per fortuna state bene entrambi! - L'aliena non mollava il ragazzo.
Soffocando il povero Robin. - Star ti prego! Soffoco!- Solo allora la ragazza aliena lo lasciò.
Arrivarono anche gli altri due membri mancanti, sulla T-Car. Scesi dalla macchina si avvicinarono ai loro compagni.
-Waw! Un bel botto!- Eslamò il ragazzo di titanio. - Ad occhio i danni non sembrano gravi. Ci sono dei feriti? Voi state bene vero?- Rivolto verso i ragazzi.
Robin si alzò da terra, si diete una spolverata alla buona e poi aggiunse.- Stiamo bene. Qui non c'è nessun ferito, la popolazione nelle immediate vicinanze è sana e salva!-
Poi si avvicinò la piccolo cratere, cercando qualche traccia.- Niente! Qui non c'è nulla!- Successivamente si avvicinò al furgone portavalori che era sdraiato su di un fianco e notò sotto il fondo una piccola staffa che evidentemente doveva servire per tenere ancorato qualcosa sotto il mezzo di trasporto.
-Vic! Vieni qui!- Chiamò il ragazzo di titanio. - Controlla questa staffa! Fa parte del mezzo, oppure è stata aggiunta dopo?-
Cyborg si avvicinò e con attenzione controllò scrupolosamente il fondo del furgone. Lui era un esperto di autovetture. Nessuna auto, furgone, moto, trattore e qualsiasi altra cosa con motore aveva segreti per il ragazzone.
Dopo un attenta osservazione si pronunciò.- Questa cosa qui (si riferiva alla staffa), è stata aggiunta dopo.-
Robin – Quindi questa staffa, molto probabilmente, serviva per tenere la bomba ben ferma. Si, ma quale era lo scopo? Far saltare in aria un furgone senza cercare di rapinarlo!-
Intervenne Beast boy.- Forse volevano distrarci per mettere a segno un colpo più grosso!-
Robin – Probabilmente! Ragazzi teniamo gli occhi aperti! Dividiamoci, ognuno prenderà una consolare e la batterà cima a fondo e chiamatemi se vedete qualcosa di sospetto. Titans! GO!-
Tutti i ragazzi si mossero per eseguire gli ordini, e si dileguarono.

Intanto.....

Nella T-Tower un'ombra appare per un istante al di fuori della struttura per poi svanire e riapparire sempre per pochi secondi all'interno di uno dei corridoi. Poi sparisce nuovamente e per pochi istanti appare, prima nella Main Ops-Room, poi in camera di Cyborg, poi in quella di Starfire, poi in quella di Robin. Nell'ombra esce fuori la figura di Wykkyd.
-Trovato!- Il criminale fa un ghigno, prende un oggetto e poi scompare ancora nell'ombra.

In Prossimità della mezzanotte, i ragazzi stanchi morti, tornati alla T-Tower, cercarono un po di relax.
Chi si stendeva sul divano, chi si mise a cucinare qualcosa, chi guardò il telegiornale per cercare notizie che riguardavano l'accaduto nel pomeriggio. Ma nemmeno in televisione ci fu notizia di una eventuale svolta sugli avvenimenti.
Robin ancora pensieroso cercò conferme dai suoi compagni. - La cosa è veramente stranissima. Voi siete sicuri di non aver notato nulla?.-
Rispose Best Boy che era sdraiato sul divano vicino a Starfire. - No capo! Abbiamo battuto la zona da cima a fondo, io ho solo dovuto tirar giù da un albero, il gattino della signora Honey-Cake! Mi ha ripagato con un bicchiere di latte e dei biscotti squisiti.- Il ragazzo verde aveva gli occhi sognatori e la bavetta alla bocca al ripensare a quei biscotti deliziosissimi.
-Voi altri? Avete notato nulla?- Fece ancora Robin che era molto scettico e non riusciva a pensare ad altro che la situazione era molto strana.
Rispose Raven che abbassò il libro che si era messa a leggere. - No!- Un “No” secco.
-Strano! Potrebbe sembrare solo un semplice atto di vandalismo! Ma chi fa esplodere una bomba sotto un portavalori per vandalismo?- Aggiunse ancora il ragazzo meraviglia sempre più perplesso.
Intervenne Cyborg che stava cucinando una veloce cena e per l'occasione sfoggiava un bellissimo e raffinato grembiule bianco. - Forse ci hanno visti e si sono dileguati per paura di essere catturati. Comunque non ti preoccupare, prima o poi li acciufferemo!- E tornò ai fornelli.
Starfire si alzò dal divano andò verso Robin che intento stava guardando il telegiornale, gli mise le braccia al collo da dietro e gli diete un bacio sulla guancia.
-Su tesoro mio!- Gli fece un gran sorriso e proseguì. - Ora non pensarci, sei sicuramente esausto! Cerca di rilassarti un pochino. Ceniamo e poi tutti diritti a letto. Ci penseremo domani!-
-Hai ragione. Domani a mente fresca magari troverò qualche indizio.- Poi si fermò a guardare la sua fidanzata e pensò.
-Con tutto il trambusto che c'è stato non sono nemmeno riuscito a comprarle il regalo. Vabbè! Pazienza! Ci andrò domani.-


Cyborg – E' pronto! Venite a tavola!-
Bibi – Cosa hai preparato di buono?-!
Cyborg – Carne!- E fece un sorriso enorme.
Bibi – Ma io la carne non la mangio, lo sai benissimo!- Il ragazzo verde era con le orecchie basse.
Cyborg – Tu hai mangiato i biscotti della signora Honey-cake. Quindi non lamentarti!-
Il povero ragazzo verde con la testa bassa, andò nella dispensa e prese una busta di patatine fritte, la aprì e si mise a tavola sgranocchiandole rumorosamente, mentre gli altri ragazzi divertiti,
sorridevano alle buffe facce che faceva il muta forma.

Poi...
-Etciuuuuuuuuuuuuuuuu!- Esplose una lampadina.
Tutti si girarono preoccupati verso la maga che aveva il naso rosso.
-Che c'è da guardare?- Fece lei con una faccia che non era la solita, poi proseguì. -Non avete mai visto..... Etciuuuuuuuuu!- Il microonde andò in tilt!
Robin – Presto ragazzi! Emergenza livello uno!- Tuonò preoccupato il leader.
Tutti sapevano che quando la maga si ammalava, poteva essere molto pericoloso. Una sola volta era successo che contrasse un raffreddore, ed erano andati distrutti tutti gli elettrodomestici della casa insieme a tutte le lampadine.
Si alzò il ragazzo di titanio, le mise una mano sulla fronte e disse.- Trentotto e sette! E' una bella febbre! Quindi se non vuoi mandare tutto in pezzi, è meglio che ti porti in camera tua.- E fece per prenderla in braccio.
-Ce la faccio sola! Grazie!- La ragazza si alzò dalla sedia, ma dovette sorreggersi a Cyborg.
Allora lui la prese in braccio.- Ti porto io! E non discutere!- E si avviò verso la stanza di Raven.
-Ci mancava solo questo!- Disse il ragazzo meraviglia. -Ora starà fuori gioco per qualche giorno, non potremo certo contare su di lei.-
-Non ti preoccupare, mi prenderò cura io di Rae!- Fece l'aliena rassicurando il ragazzo.
-Beh! Se ci pensa Star, possiamo stare tranquilli!- Aggiunse il ragazzo verde.
-Di solo che hai paura che ti faccia esplodere!- Lo apostrofò Robin.
Bibi abbassò le orecchie a conferma delle parole di Dick e gli altri due ragazzi risero di cuore.


Il ragazzone afro americano adagiò l'amica sul letto. - Ora ti manderò Star per farti compagnia e per cambiarti! Adesso riposati un pochino e non distruggere tutto!- E le strizzò l'occhio sorridendo.
-Si! Grazie! E scusami per il disturbo!- Aggiunse la ragazza che aveva un aria stanchissima.
-Di nulla! Riposati che ci servi in forma!- Le diete un bacio fraterno in fronte ed uscì.
Lei sorrise e cercò di riposarsi.


Arrivato alla Main Ops-Room vide i tre ragazzi che sparecchiavano.
-Star! Vai tu da Raven, qui ci penso io. Voi altri potete andare a dormire!- Disse Cyborg.
-Io devo fare il rapporto per presentarlo domani alla polizia.- Fece Robin.
Allora il ragazzone, mise una mano sulla spalla all'amico ed aggiunse. - Vai a riposare, il rapporto puoi redimerlo domani mattina! Ora è tardissimo.-
-Forse hai ragione, è meglio che riposi!- Rispose Rob, poi rivoltosi al verdino aggiunse. - Vai a dormire pure te, che domani mi aiuterai con il rapporto. E' ora che impari anche ad occuparti di queste cose qui!-
Con le orecchie basse Bibi. - Cosaaaaaaaaa? Uffaaaaaaa! Va bene, gli ordini non si discutono.-
E no! Le questioni burocratiche non piacevano al muta forma, lui era per l'azione e per il divertimento.
Così i ragazzi si allontanarono dalla grande stanza per dirigersi ognuno alle proprie camere tranne Starfire che aveva intenzione di passare la notte dall'amica per accudirla.

Intanto....


Una figura davanti un computer enorme, maneggia freneticamente su dei pulsanti e leve.
Alle sue spalle un piccolo vortice nero appare improvviso per sparire altrettanto velocemente lasciando apparire la figura di Wykkyd.
L'uomo al computer senza voltarsi. - Allora, mi hai portato quello che ti ho chiesto?-
Wykkyd – Si è stato facile! Ma perchè, con tutte le armi che sono sequestrate nelle T-Tower, mi hai chiesto di prendere proprio questo coso qui?- E mostra un portatile.
L'uomo si volta rivelando la sua identità.
Era Brain in a Jar (Volgarmente chiamato Cervello, o semplicemente Brain) che si trovava come istallato su un robot longilineo di color grigio e nero, con quattro gambe da ragno e due braccia umanoidi.
Alla domanda il criminale rispose con la sua voce robotica. - Non credo siano questioni che ti riguardino.- Si voltò verso il suo enorme computer ed aggiunse. - La mia segretaria ti darà il resto del denaro che ti ho promesso, lascia a lei il portatile e rimani reperibile!-
Wykkyd uscì dalla stanza lasciando la creatura da sola a lavorare al suo computer.
-Bene, mancano alcuni accorgimenti, e poi avrò la mia dolce vendetta!-


Il mattino seguente sempre nello stanzone che faceva da soggiorno, il ragazzo robotico stava riparando il microonde.
-Ma tu guarda! Il corto circuito ha fuso metà apparecchio! Non posso farci nulla, è da buttare!-
Con aria sconsolata Cyborg guarda l'elettrodomestico per poi buttarlo nella pattumiera.
-Dovrò sicuramente comperarne un altro!-
Entrò Beast Boy che salutò l'amico.
-Ciao lattina!- Sorrise di cuore poi aggiunse. - E' pronta la colazione?-
Cyborg che ora stava cambiando la lampadina. - No, non ho avuto tempo, ti dispiacerebbe prepararla te?-
Bibi si avvicinò all'angolo cucina. - Certo! Cosa gradiresti?-
Cyborg – Uova e pancetta!-
Bibi – Ok! Latte e biscotti saranno subito pronti per lei!-
Cyborg scosse le spalle e sospirò, poi tornò intento a cambiare la lampadina.
Entrò anche Starfire con un'aria distrutta, capelli scompigliati e due occhiaie enormi.
Bibi – Star! Stamattina non sembri in forma! Non sarai malata anche tu?-
Starfire – No! E' solo che non ho chiuso occhio, ho passato tutta la notte a correre dietro a tutti gli oggetti che Raven lanciava in aria ad ogni starnuto! - Poi avvicinandosi ai fornelli. - Ora sembra si sia calmata,e sta dormendo. Le preparerò qualcosa di caldo e poi vedrò se riuscirò a chiudere occhio anch'io!-
Bibi – E no, non t'invidio proprio!- Poi prese un piatto con dei biscotti, del latte caldo e li posò sul tavolo. - Mangia, ci penso io a preparare qualcosa di caldo per quella strega!- E fece un sorriso.
I due ragazzi lo guardarono preoccupati.
Cyborg – Eih! Cetriolino! E' empatica!-
Beast Boy si congelò in un istante, aveva capito che rischiava grosso.
Starfire – Sarà meglio che prepari qualcosa che sia buono veramente, ne vale della tua vita lo sai?-
Il ragazzo agitato, iniziò a lavorare ai fornelli sotto gli occhi divertiti dei due ragazzi.


Suona una sveglia. Due bellissimi occhi blu si aprono. Una mano cerca nel comodino e trova una maschera, la prende e se la mette in viso.
Robin si era svegliato più tardi del solito e quando se ne rese conto corse in bagno.
Era al lavandino a lavarsi i denti. E mentre si guardava allo specchio, la sua mente pensava al regalo che doveva comperare a Starfire.
-Accidenti, dovrò ancora andare al centro commerciale da solo.- Poi fece una faccia affranta e continuò a passarsi lo spazzolino.
-Certo che se non era per quell'imprevisto, a quest'ora non avrei questo problema!.- Riempì un bicchiere d'acqua per sciacquarsi la bocca. - No! Ne sono sicuro, non può essere stato un atto di vandalismo.- Sputò nel lavandino e sorrise allo specchio per controllare che la pulizia dei denti fosse ad oc. - Ne sono sicuro, ci hanno attirato di proposito li. Ma a quale scopo? Non ci hanno attaccati, non hanno commesso alcun crimine. La banca centrale non è stata attaccata, nessuna gioielleria è stata rapinata, lo stesso portavalori non aveva avuto furti! Allora perchè ci hanno fatto uscire......- Poi il lampo. - Già, volevano farci uscire, di sicuro miravano ad entrare nella nostra base indisturbati. -
Robin corse preoccupato fuori dal bagno e si vestì in fretta e furia.
Mente si allacciava gli stivaletti, guardò sulla sua scrivania e notò che mancava qualcosa.
Sgranò gli occhi e quasi senza voce. - No!- Si alzò si avvicino al tavolino. -Questo è un grosso guaio!- E uscì come una furia fuori dalla sua stanza.


I tre ragazzi nella Main Ops-Room stavano mangiando e chiacchierando, mentre sui fornelli una zuppa di verdure si scaldava, quando entrò il ragazzo meraviglia evidentemente agitato urlando.
-Ragazzi, ci sono guai seri!-
Gli altri stupiti guardavano Robin che poi aggiunse. - Il mio portatile è sparito!-
Cyborg – Te lo ha distrutto Raven con uno starnuto? No perchè anche il microonde è andato e...-
Robin lo interruppe. - No Victor! Sono entrati qui. Ne sono sicuro! L'esplosione di ieri era un diversivo per attiraci fuori ed entrare indisturbati!-
Cyborg – E con tutte le armi che ci sono qui, vanno a prendere il tuo PC?-
Robin – Non capisci! E' gravissimo. Nel portatile avevo tutte le schede di tutti i criminali e...- Si bloccò il ragazzo meraviglia.
Starfire – E... Cosa? Avevi qualche foto di qualche altra ragazza?- Starfire era pronta per picchiarlo.
Robin abbassò la testa e proseguì sussurrando. - No Star! Nessuna foto! Li ci sono le nostre schede, con i nostri miglioramenti fatti negli anni, le nostre capacità, ma soprattutto i nostri punti deboli!-
Poi alzò lo sguardo. - Sapete cosa significa? Che nelle mani sbagliate quelle informazioni potrebbero essere letali!-
Cyborg si alzò di scatto dalla sedia. - Maledizione Robin! Come hai potuto lasciare incustodito un oggetto così prezioso? E' stata un imperdonabile leggerezza-
Robin – Si lo so mi dispiace. Però ora dobbiamo trovare chi lo ha preso prima che scoprano la password ed accedano alle informazioni.- Guardò i suoi amici. - Ragazzi, serve la collaborazione di tutti. Cyborg controlla la registrazione delle telecamere di sicurezza. Star, tu vai da Raven e rimanete insieme, se venisse attaccata ora, non sarebbe in grado di difendersi. Best Boy! Tu rintraccia i membri della HIVE Five e tienili d'occhio! Titand GO!-
I ragazzi si misero all'opera, mentre Robin seguì Cyborg per controllare le registrazioni.
Star prese un po di zuppa ed andò dalla sua amica.


Raven dormiva nel letto e ad un certo punto...
-Raven- Ancora quella gelida voce sussurrata.
-Raven! Svegliati!- Sussurrava con dolcezza Starfire all'amica .
La maga aprì gli occhi, guardò il soffitto, poi guardò l'aliena. Si sentiva debole ma percepì immediatamente qualcosa di strano.
-La zuppa! Ti ho preparato la zuppa, vedrai che ti farà bene!- Continuò la tamariana mostrando un piatto di zuppa fumante.
-Dai ti aiuto a sederti!- E le fece un gran sorriso.
-Star cosa c'è che non va?- Domandò la maga all'amica. - Sento la torre intrisa delle vostre preoccupazioni.-
Starfire che voleva tenere nascosto tutto alla malata, non potè fare a meno di sfogarsi e raccontare in poche parole l'accaduto.
-Ok! Ho capito la situazione.- E cercò di alzasi dal letto, ma sentì le gambe che non la reggevano.
-Ma cosa fai? Stai qui e mangia la zuppa, pensiamo noi a tutto! Devi riposare assolutamente!- E fece per trattenerla nel letto.
-Star! Forse posso essere d'aiuto, portami nella stanza di Robin.- Fece la maga con determinazione.
L'amica allora la tirò su, la sorresse e si avviarono verso la stanza di Dick!
Arrivati sul posto Raven indicò la scrivania e Starfire la condusse li.
La mezzo demone chiuse gli occhi si concentrò entrò per un istante in trans, e vide la figura che qualche ora prima era entrata per derubarli.
-Wykkyd è stato qui.- Sussurrò dopo aver riaperto gli occhi. - Avverti subito gli altri! -


Nella Main Ops-Room, Robin e Cyborg controllavano le registrazioni senza trovare nulla.
-Ma come è possibile che siano entrati senza farsi vedere dalle telecamere?- Brontolò Cyborg.
Sopraggiunse StarFire.
-Wykkyd? Ma ne siete sicure?- Domandò sorpreso Cyborg.
-A pensarci bene, solo lui e pochi altri sarebbero in grado di entrare indisturbati nella T-Tower eludendo allarme e telecamere!- Aggiunse Robin al quale nelle mente stava prendendo forma un pensiero, una preoccupazione, un timore.... - Si ma non è opera sua. Cioè, sicuramente sta lavorando per qualcuno. Qualcuno che sa quello che fa.-
Starfire – E per conto di chi può aver commesso il furto?-
Robin – Non so! Ma dobbiamo scoprirlo!-
Cyborg – E come? L'unica che può seguirlo per i portali interdimensionali è a letto con un febbrone da cavallo!-
Robin fece un sorriso. - Prima o poi si farà vedere con qualcuno degli HIVE Five.-
Cyborg – Contatta Bibi vediamo a che punto è!-


In un quartiere malfamato della città, Bibi nelle sembianze di una libellula sta seguendo Gizmo e See-More. Che passeggiano per un vicoletto illuminato a malapena, poi svoltano un angolo.
Il ricevitore del ragazzo squilla e lui si apposta per rispondere riprendendo le sembianze umane.
Robin – Bibi! Come va? Hai rintracciato qualcuno di quei delinquenti?
Bibi – Si ne sto seguendo due e sembra stiano entrando un una baracca qui nei quartieri malfamati a nord della Blue Road vicino la salagiochi.-
Robin – Bene! Tienili d'occhio e avvisami se vedi Wykkyd!
Bibi – Ricevuto!- Poi si mutò in una mosca e passando per una fessura, entrò nella baracca.
All'interno notò i due criminali che parlavano con un ragazzo che era sdraiato sotto una macchina.
Gizmo – Accidenti, che bella macchina! E che colpo hai messo a segno per potertela permettere?-
Il ragazzo sotto l'auto rispose. - Niente di complicato. Ho fatto un lavoretto per Brain e lui mi ha ricoperto di denaro sonante.- Poi fece un ghigno e uscì da sotto l'auto.
Gizmo – E che lavoretto? Vorremmo guadagnare anche noi soldi facili facili!-
Wykkyd – Non posso dirvelo! Quello mi ha chiesto di tenere chiusa la bocca!-
See-More – E dai a noi puoi dirlo siamo della stessa squadra!-
Wykkyd – Ok! Però acqua in bocca mi raccomando! Allora, mi ha incaricato di intrufolarmi nella tana dei Titans e prendergli una certa cosa.-
Gizmo – E cosa?-
Wykkyd – Il portatile di Robin!-
Gizmo – Con tutte le armi che ci sono custodite li, è interessato ad un semplice portatile?-
Poi.... -Etciuuuuuuuuuu!- La mosca starnutisce e Bibi cade rovinosamente al suolo dopo aver ripreso la sua forma originaria.
I tre della HIVE, rimango per un attimo perplessi, poi si scagliano sul muta forma.
Il giovane titano prontamente muta in un gatto e saltando di qua e di là riesce ad evitare i ragazzi per poi passare al contrattacco trasformato in tigre.
Si fionda su See-More facendolo cadere, però viene colpito da un raggio di Gizmo e finisce contro la macchina di Wykkyd, che su tutte le furie prende una chiave inglese e si avvicina al verdino con cattive intenzioni. Bibi muta nuovamente forma, stavolta un topo verde, e sfugge ai ragazzi passando loro tra le gambe per poi trasformarsi in piovra e bloccare Gizmo in una poderosa stretta tentacolare.
Il cattivo mono occhio lanciò una sfera per intrappolarlo, ma ancora Bibi mutò in mosca schivando il colpo e facendo in modo che la sfera imprigionasse il nano esperto di robotica.
Un secondo colpo però lo centra in pieno,e lui si ritrova dimenandosi dentro una sfera verdognola.
Poi la svolta. Esplode una parete ed entrano Cyborg e Robin che prontamente atterrano See- More.
E prima che potesse teletrasportarsi e scappar via, Robin riesce ad ammanettare Wykkyd con delle manette che non gli permettono di usare il suo potere.
Poi Il gigante di titanio afferra See-More, che si era rialzato, scaraventandolo con forza sul pavimento e facendogli perdere i sensi. Infine liberò Beast Boy dalla sfera.
-Robin! Il portatile te lo ha preso Wykkyd! E' stato incaricato da Brain!- Disse il verdino rivolgendosi ai ragazzi.
-Bene, ora il nostro amico ci dirà dove poter rintracciare quel cervello bacato!- E afferrò con forza il malvivente per il bavero guardandolo con aria minacciosa.
-E' inutile, tanto da me non ricaverete un ragno dal buco!- Il criminale fece un ghigno provocatorio e di scherno.
Robin strinse di più la presa quasi sollevandolo, poi tornando in se, con una calma olimpica disse al malvivente guardandolo negli occhi.
-Sai! La nostra amica Raven ha preso un brutto raffreddore, ora è intrattabile. Che ne dici se andiamo a fargli visita?- Poi sorrise.
Wykkyd con gli occhi spalancati, velocemente fece cenno di no con la testa e con il terrore dipinto nel suo volto disse. -Brain è nel suo laboratorio segreto......

Intanto....


Davanti ad un incubatrice posta verticalmente piena di liquido amniotico, il losco individuo continua a premere pulsanti e leve con fare sicuro.
Ora dentro la struttura è possibile vedere il risultato dei suoi esperimenti.
Un umanoide metà robot e metà umano è all'interno del liquido che levita attaccato a diversi cavi di varie misure.
-Molto bene, il procedimento usato sembra stia dando dei risultati.-
Poi si vedono delle bolle d'aria formarsi nel liquido.
-Perfetto! Tra non molto potrai prender vita!-
Una donna vestita con una divisa militare rossa, capelli a caschetto neri entra nella grande stanza.
-Signor Brain!- Fa la donna inchinandosi.
-Mi dica signorina Rouge.- Rispose con la solita voce robotica il criminale.
-Ancora non riusciamo ad accedere alla cartella Root per poter controllare i dati!- In maniera tranquilla e senza alzare il capo, disse la Rouge.
In lieve agitazione rispose Brain. - Com'è possibile? Non riuscite a crackare la password?-
Rouge – No! Mi spiace ma il sistema di sicurezza impedisce di usare programmi per il Crack. L'unico modo per accedervi è digitare la password!-
Brian – E come state procedendo ora? -
Rouge – Stiamo usando un sequenziometro che sta provando tutte le parole. Essendo uno strumento sofisticato, tra due, massimo tre ore avremmo la password ed accederemo ai dati.-
Brian – Bene! Giusto in tempo per terminare il mio lavoro. Ora va pure e portami nuove buone (belle notizie)!-
Rouge – Si! Signore! -
Poi la donna esce di stanza.
Brian si volta e continua con il suo lavoro parlando alla creatura che si trova nell'incubatrice.
-Appena sarò in possesso di quei dati, i nostri piani avranno una grande svolta!-
Intanto nell'incubatrice, per un istante una luce rossa appare in un occhio robotico della creatura.
Non era maestosa, era alta circa un metro e ottanta e longilinea. Aveva il bacino e le gambe di un androide, di colore nero con la parte inferiore di un color rosso fiamma. Il tronco e il braccio destro erano di un umano con molte cicatrici ed una pelle olivastra. Il braccio sinistro invece, era cibernetico sempre di colore nero con la mano rossa.
Il viso, tranne gli occhi, era umano con una cicatrice sul mento.
Gli occhi erano rossi come quello cibernetico di Cyborg ed aveva lunghi capelli neri e mossi, che nascondevano due piccole protuberanze nere poco sopra le tempie.
-Bene! 01, presto mi darai la mia dolce vendetta.- Poi Brian tornò al lavoro.



Una zanzara verde si aggira in un'ala del rifugio del nemico. Si apre una porta e l'insetto entra.
Si ritrovò in un piccolo laboratorio, dove il portatile di Robin era collegato ad un macchinario che aveva un piccolo monitor dove una sequenza di numeri aumentava velocemente in progressione.
Riconobbe Rouge che sorseggiava una tazza di caffè, quindi decise di appostarsi su una trave del soffitto aspettando il diversivo programmato.
Di colpo suona l'allarme e la rouge risponde al telefono che squilla.
-Cosa? Come hanno fatto ad entrare? Teneteli occupati ora vi raggiungo.- E la donna corse fuori.
Bibi riprese la sua forma umana ed afferrò il portatile sganciandolo da quell'apparecchio strano.
-Ora arriva il difficile!- Pensò tra se. - Riuscire ad uscire da qui senza farmi vedere!- E cercò di muoversi furtivo. Due figure si muovono verso di lui che prontamente si nasconde in un angolo e le fa passare. Fa un sospiro, poi guarda il portatile che tiene stretto al petto.
-Robin ha detto che se non trovassi via d'uscita, devo distruggerlo! - Pensò questo, ma lui non avrebbe voluto farlo, voleva portare la missione a termine e poi era curioso di vedere la sua scheda.


Robin e Cyborg corrono lungo un corridoio, ed eliminano con facilità tre guardie androidi. Arrivati ad un bivio si fermano.
Robin – Io vado a destra, se trovi Bibi avvertimi ed uscite fuori da qui. Io farò lo stesso.-
Cyborg – D'accordo! Mi raccomando, fai attenzione!-
Robin – Anche tu! - Poi i due si sorrisero e si divisero.


Nel laboratorio grande Brian era ancora intento a lavorare sulla sua creatura. Quando di corsa entrò Rouge che urlò. - I Titans sono entrati!-
Brian – Come è possibile?- Poi si fermò un secondo. - Wykkyd! Maledetto moccioso!- Si voltò verso la donna e urlò. - Non farli arrivare qui! Io preparo tutto per il trasferimento! Dobbiamo abbandonare questo posto!- Spense i macchinari e preparò un mezzo di trasporto che aveva nascosto dietro una grande porta automatica.


-Ed ora come esco di qui?- Pensò Beast Boy guardandosi intorno con fare cauto. Poi sentì dei passi e si nascose. Vide passare Rouge di corsa e decise di andare nella direzione opposta. Sempre con fare furtivo aprì una porta e si ritrovò nel laboratorio grande.
Con stupore si guardò intorno e notò l'enorme incubatrice con quello che conteneva al suo interno.
-Ma cosa diavolo è?- Subito un brivido gli percorse la schiena. Uno strano brivido di una sensazione non nuova, ma non si seppe dare una spiegazione. Poi si voltò ed esclamò vedendo Brian. -Tu? Maledetto!-
Brian – Tu? Piccolo insignificante scherzo della natura!- Poi notò il portatile che l'eroe teneva sotto braccio. - Bene vedo che sei venuto a portarmi il computer! Bravo!-
Bibi digrignò i denti, poso il PC a terra e si scagliò verso il nemico tramutandosi in triceratopo.
Lo colpì facendolo volare per decine di metri addosso una parete, la quale gli cadde addosso.
Ripresa la sua forma umana, il ragazzo si avvicinò lentamente verso le macerie e....
Un tentacolo uscì da esse prendendolo per il collo e scagliandogli scariche elettriche, poi da sotto le macerie uscì Brian. Una delle sue gambe si era allungata e tenevano il povero Bibi sollevato in aria.
Brian - Bella la corazza rinforzata? Mi son fatto un regalino questo natale! - Poi continuò a stringere di più. Bibi riuscì a liberarsi mutando ancora nuovamente, stavolta in una pulce e arrivò a terra dove prese le sembianze di un orso e colpì il tentacolo con una zampata tranciandolo in due.
Venne poi colpito da un raggio che lo scaraventò dolorante vicino al PC.
Riprese le sembianze umane e molto affaticato,stava pensando di distruggere il portatile, anche perchè Brian si avvicinava e non aveva buone intenzioni.
-Non vi permetterò di intralciare i miei piani!- E mentre diceva queste parole un disco gli si attaccò sulla schiena esplodendo e creando una densa cortina di fumo.
Robin era già sull'amico sollevandolo mentre col comunicatore diceva velocemente a Cyborg.
-Vic! Rintraccia la mia posizione e raggiungimi in fretta.- Poi guardò l'amico. - Ce la fai a dammi supporto?-
Bibi un po dolorante. - Non desidero altro che prendere a calci quel tizio!-
I due si divisero attaccando dai due lati il malvagio, approfittando della confusione scaturita dalla cortina di fumo.
Da destra il ragazzo meraviglia lancio due dischi esplosivi che centrarono l'obiettivo, ma senza effetto, poi evitò un tentacolo.
Bibi mutato in un Gorilla, gli prese l'altro tentacolo strappandoglielo di netto,e poi evitò un raggio trasformandosi in un giaguaro e correndo velocemente a zig zag lontano da Brian.
Ancora Robin prende alle spalle il nemico gli si aggrappa con tutte le forze e lo colpisce ripetutamente sulla testa, ma viene afferrato e scagliato addosso a Bibi.
I due ruzzolano a terra e si rialzano velocemente evitando ancora un raggio di Brian.
-Finiamo di giocare al gatto e al topo- Disse la voce robotica del malvagio.
Ma nemmeno finì la frase che il raggio di Cyborg lo prese in pieno petto provocandogli un bel danno.
-E' di tuo gradimento?- Fece con aria di sfida il ragazzo androide.
-Ce n'era un altro! Dannazione! Rouge dove sei?- Brian cercava con fare preoccupato di comunicare con la sua assistente.
Cyborg – Se cerchi la tua segretaria? Devo dirti a malincuore che, non sarà disponibile per un bel pezzo.-


Dentro una stanza tutta distrutta, si notano a terra, macerie di decine di androidi e al centro una donna con capelli a caschetto neri, con un vestito rosso militare, è immobile e congelata.


Cyborg – Vedi!- E mostra sull'avambraccio una piccola pistola. - Pistola congelante! Un cervello bacato mi ha dato l'idea!-
Robin, che prima non se n'era accorto, notò il grande cilindro trasparente con dentro il liquido amniotico e la figura che era all'interno di esso. Poi si rivolse verso Brian.
-Cosa stavi architettando qui?-
Brian – Niente che possa riguardarti! - Poi lentamente si avvicinò ad essa, tirò una leva ed urlò. - Svegliati 01! Destati e falli a pezzi! -
I tre titani si misero in posizione di guardia, mentre una luce brillava sotto l'incubatrice.
Gli occhi di 01 brillarono e tutto iniziò vibrare facendo perdere l'equilibrio a tutti i presenti.
L'aria era intrisa dell'energia della creatura. L'incubatrice si incrinò facendo fuoriuscire un po del liquido. Nel terreno iniziarono a crearsi delle crepe. Una di esse, la più grande e profonda, fece inclinare la struttura che conteneva 01 all'interno. Brian fece un gesto per trattenerla, ma la crepa nel terreno divenne presto voragine, facendo precipitare all'interno di essa la struttura inghiottendola.
L'incubatrice precipitò per un centinaio di metri, fino a raggiungere un fiume sotterraneo, che la trascinò via. Solo allora la terra smise di tremare.
Rimasto solo, Brian si voltò verso gli eroi con l'intento di vendicarsi ed iniziò a sparare dei raggi alla cieca.
I Ragazzi cercavano di evitare i colpi. Cyborg rispondeva al fuoco centrandolo una sola volta di striscio e danneggiandogli un braccio. Bibi mutato in leone, gli morse il braccio danneggiato staccandoglielo, mentre veniva contemporaneamente colpito dall'altro braccio del nemico e scaraventato al suolo.
Robin lanciato in aria da Cyborg atterrò sulla testa di Brian e gli stacco di netto il laser per poi evitare un colpo.
Messo alle strette. Il malvivente decise di darsi alla fuga e di abbandonare quel corpo robotico.
La testa insieme al collo si sollevò sfilandosi dal busto facendo vedere due propulsori che lo spingevano verso l'alto.
-Avrò perso questa battaglia, ma ci rivedremo presto. Molto presto.- E sfondò il soffitto volando alto nel cielo.
I ragazzi lo guardavano mentre si allontanava da loro, poi Robin prese un mini telecomando dalla sua cintura e disse.
-Non credo!- Poi premette sul telecomando e il razzo, su cui era attaccata la testa di Brian, esplose facendolo cadere a terra, danneggiandolo seriamente e quasi irreparabilmente.
Bibi – E' quello che si merita!- Poi lo raccolse e lo porse a Cyborg aggiungendo.- Congelalo!-
Il ragazzo di titanio non se lo fece ripetere due volte e gli sparò con la pistola congelante.


Intorno tutto era devastato, la breve battaglia aveva quasi distrutto tutta la struttura. Nel laboratorio i macchinari erano tutti semi distrutti. Al centro la voragine aveva trascinato con se anche il mezzo di trasporto che il malvagio voleva usare per scappare. Non molto distanti da loro c'era quello che rimaneva del corpo provvisorio di Brian. Poi i tre si affacciarono per controllare se si vedeva l'incubatrice, ma non videro nulla.

Cyborg – Ma cos'era quella cosa?-
Robin – Non lo so! Ma sicuramente era qualcosa di pericoloso e potente!- Mentre raccoglieva il portatile.
Bibi – Beh! Qualsiasi cosa fosse, non ha funzionato è questo l'importante.-
Cyborg – Andiamo, abbiamo un altro criminale congelato da portar via. -

I tre si avviarono per recuperare Miss-Rouge, ma con loro stupore non la trovarono.
Bibi – Deve essersi liberata ed è scappata!-
Robin – Oppure l'hanno liberata!-
Cyborg – La troveremo prima o poi! -
Robin – Certamente! E cela pagherà con gli interessi. Ora però consegniamo Brian alla polizia e andiamo a casa.-
I ragazzi si diressero verso il loro veicolo per tornare alla T-Tower.


-Apri la bocca!- Starfire sorrideva mentre imboccava l'amica che era a letto.
-Ma non c'è bisogno di tutte queste attenzioni, ce la faccio sola!- Raven era imbarazzatissima.
-Su! Niente storie amica Raven!- E le fece un gran sorriso.
-Fortuna che questa storia si è conclusa bene.- Disse la maga con la bocca piena.
-Già! Il portatile è stato recuperato! Tu stai guarendo velocemente! Dopotutto questa giornata non è male. - Un nuovo sorriso e una nuova cucchiaiata di zuppa ed aggiunse. - Ma non sei curiosa di sapere quello che Robin ha scritto su di noi?-
-No! E tu?- Rispose Raven alla domanda dell'amica.
-Nemmeno!-
Poi si guardarono e sorrisero.


Nella Main Ops-Room, il resto del gruppo si era messo davanti al computer di Robin.
Bibi con un sorriso, dando delle leggere gomitate al ragazzo meraviglia che era intento al PC lo istigava. -Allora! Mi fai leggere la mia scheda? Sono curiosissimo!- Mentre dentro di se pensava che sicuramente avrebbe trovato scritto qualcosa di bello sui suoi progressi fatti negli anni.
Robin – Se proprio ci tieni!- E gli cedette il posto davanti al portatile.
Bibi – Grazie! Tu Victor non sei curioso?-
Cyborg – Per niente!-
Bibi – Qual'è la password Robin?-
Robin – Famiglia. La password è “Famiglia”!-
Bibi – Così semplice? E non l'hanno scovata? -
Robin – Ricordati di cancellare tutte le nostre schede quando hai finito di sbirciare. Io devo andare al centro commerciale.
Entrò Starfire che si diresse a posare il piatto della zuppa.
Robin – Star! Come sta Raven?-
Star – Sta bene! Ha mangiato tutto e senza storie! Credo che domani,massimo dopodomani starà di nuovo in piedi.
Robin – Bene! Dopo andrò a salutarla. -
Star – Dove stai andando?-
Cyborg – Va al centro commerciale. -
Robin si pietrificò.
Star – Ah! Vengo anch'io!- Sorrise ed aggiunse, mettendo con dolcezza le braccia al collo del fidanzato. - Ho visto, al negozio del signor Crew-Neck, due orecchini a forma di stella che vorrei comperare, ti ricordi? Te li ho mostrati l'altro ieri, erano vicino ad un braccialetto orribile con una “S” ricalcata al centro!- E gli diete un bacio sulla guancia.
Robin rimase pietrificato e sussurrò a bassa voce. - Non sono tagliato per queste cose!-
Star – Dicevi? Tesoro mio?-
Robin – Niente!- E le sorrise.
Poi i due uscirono per andare a fare compere.

Bibi intanto smanettava con il portatile. -Eccomi qui! La mia scheda!- Gli brillavano gli occhi ed era tutto un fremito. - Waw! Ha anche la foto annessa! Sono proprio un bel ragazzo!- Poi si bloccò di colpo!
Cyborg – Che succede? Perchè non parli?- E si avvicinò all'amico, che si girò con le orecchie basse e deluso, mostrandogli il PC e la sua scheda. Sotto la sua foto c'era scritta una sola parola. “Bamboccio”.
Il ragazzo di titanio esplose in una grassa risata. -Ahahahahahahahahahahah! Dai testa di verdura! Non prendertela!-


Nella sua stanza, Raven guardava attraverso la finestra sentendo l'allegria della casa.
Si sentiva serena e non potè fare a meno di pensare, che da quando era un membro dei Titans, sempre più spesso si sentiva serena, e la cosa la faceva sentire stranamente compiaciuta.
Poi...
-Raven!- Ancora quella voce sussurrata e gelida.
Si voltò per cercare qualcuno, ma si accorse di essere sola.

 

Nel covo segreto, una figura nell'ombra, guarda attraverso un vetro degli uomini, in camice bianco che lavorano ad un macchinario.
Entra una donna e l'uomo senza voltarsi. - Signora Rouge! Bentornata! E' andato tutto secondo i piani?-
Rouge – Si! Brian è stato preso senza che sospettasse nulla!-
Figura – Abbiamo la scheda che ci interessa?-
Rouge – Si! Ho scoperto la password e ho fatto una stampa della scheda che mi ha chiesto!-
L'uomo si gira, si vedono solo dei pantaloni militare con degli anfibi, il resto del corpo è ancora nascosto nell'ombra. Prende la scheda e aggiunge. - E' lei! Ora non ho più dubbi.-

Fuori dal vetro, gli uomini in camice lavorano sotto un cilindro trasparente, con del liquido all'interno e 01 immerso dentro. Poi il volto della creatura è ben visibile. Sta respirando attaccato ad una mascherina e in un occhio per un breve istante si accende una luce rossa..

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** There Are angels? (Esistono gli angeli?) ***


NOTA: Ciao.^^
Inserisco questo capitolo come quarto, anche se è stato scritto dopo.
Poi ho alzato i rating da giallo ad arancio, perchè nel capitolo “Ipno & Keres” si parla di un amore tra fratello e sorella e non so dirvi quanto possa essere “tabù”, non conoscendo le metriche di giudizio.
Sperò che il vi piaccia la storiella, che vi faccia passare un bel momento di lettura.
Stavolta però, mi piacerebbe conoscere il vostro parere, non necessariamente con delle recensioni, anche in messaggi privati va benissimo.
Come ho scritto tempo fa, è la prima volta che mi cimento a scrivere qualcosa in assoluto e non so, se sto facendo un lavoro gradevole o meno.
Buona lettura e grazie.

Ale.

 

 

                                                                                            There Are Angels? (Esistono gli angeli?)

 

 

I ragazzi della T-Tower stavano passando una serata in relax guardando un film in televisione.
Erano seduti tutti sul divano mentre in TV davano “L'amore oltre la vita”. Un film che aveva qualche anno, e che quando uscì vinse tre premi “Oscar”. I protagonisti e gli altri attori, erano tutti bravissimi, specialmente lei, la protagonista. Attrice di successo, giovane e bellissima.
Non è che i Titani lo stessero seguendo con molto interesse, si sapeva che i ragazzi amavano molto di più vedere qualche Horror. Infatti Beast Boy smanettava ogni tanto con il cellulare, Raven aveva il cappuccio per non fare vedere che si appisolava ogni cinque minuti, e Robin, stretto dall'abbraccio di Starfire, guardava irrigidito senza capire nulla della trama e della storia del film.
Gli unici che seguivano con interesse il “Colossal” erano Cyborg, che ogni tanto si soffiava il naso e Star. Lei amava moltissimo le storie d'amore, specie se turbolente e complicate che terminavano con un bel lieto fine.
Da una settimana aspettava quel film, da quando aveva visto sulla guida TV che lo avrebbero programmato e aveva organizzato la serata con notevole anticipo. Prima una bella cena tipica tamariana, poi bevande e poc-corn pronti a portata di mano per i cinque telespettatori.

La scena finale vede i due protagonisti baciarsi teneramente, poi il ragazzo si allontana salendo in cielo avvolto da una calda e soffice luce, con lei che si stringe le mani al petto e gli occhi pieni di lacrime. (Nota scena di un film famosissimo). Poi compare la scritta THE END sullo schermo.

Bibi si alza per riaccendere le luci. Ora la stanza che prima era illuminata solo dallo schermo della TV, ora è illuminata a dovere.
-No! Perchè se n'è andato? - Piangeva Starfire che non si dava pace per la scena finale che aveva visto poco prima. Piangeva e si teneva stretta stretta a Robin che ci mise qualche secondo per capire la situazione.
Gli altri ragazzi la guardavano un po imbarazzati e un pochino inteneriti da quella ragazza così ingenua. Amorevolmente ingenua e tenera come una bimba. Per qualche istante ci fu un silenzio che faceva accentuare il singhiozzare della povera aliena.
Allora Cyborg si avvicinò all'amica e le mise una mano sulla spalla, con voce paterna le disse.
-Star!- Poi un sorriso dolcissimo e proseguì. - E' un film! Gli attori stanno bene! Ne abbiamo già parlato tempo fa! Ricordi? -
La ragazza si girò verso l'amico. - Lo so da me! Però....! -
-Pero? - Domandò il ragazzo di titanio.
Star – Però! E' ugualmente triste! -
Bibi – La prossima volta guarderemo un Horror! Credo sia la cosa migliore! Ora però ti vado a prendere della cioccolata, così ti tirerà su il morale! E andò alla dispensa a cercare il dolce che aveva promesso.
Raven che aveva assistito alla scena in silenzio, diede una gomitata a Robin per destarlo ed incitarlo a prendere l'iniziativa.
Allora il ragazzo meraviglia si fece coraggio, asciugò le lacrime della fidanzata e le disse.- Va tutto bene! - Poi le carezzò la guancia con dolcezza.
In soccorso di Robin, arrivò la cioccolata portata da Bibi. L'aliena che stava ora mangiando la barretta sembrava essersi un po calmata.
La maga fece un sospiro, sapeva già che si sarebbe pentita da quello che stava per dire, forzò un mezzo sorriso, poi rivolta all'amica. - Comunque è stato un bel film! -
Magicamente Starfire iniziò a parlare velocemente sorridendo, commentando e raccontando il film.
-Si! E' stato bellissimo, anche se triste. Non capisco perchè abbiano scelto un finale così brutto, io li avrei fatti sposare. Però la scena più bella è quando lui si dichiara a lei, che piange dalla gioia, e poi.... L'anello di fidanzamento... Ma tu ci pensi aver nascosto l'anello proprio li... Che sorpresa deve essere stata...... E poi il vestito che indossava lei quando andarono al ballo......Ah! Che bello quel vestito!- Continuò così per minuti interi con un solo fiato.
-Stavolta è da record!- Pensò tra se Raven inarcando un sopracciglio.
Intervenne Bibi. - Qui sulla rivista dice che l'attrice Domenica sarà a Jump-City! Starà al cinema a presentare il suo nuovo film e firmerà degli autografi per i fans! Che ne dici di andare a farci fare gli autografi?-
Star – Si! Mi piacerebbe molto!-
Raven – Io passo! -
Cyborg – Io non posso, c'è la partita dei bambini e devo arbitrarla! -
Robin – Io non posso ho.....!-Lo interruppe Star che lo guardò amorevolmente in cagnesco. - Qualsiasi cosa tu debba fare puoi rimandarla! Andremo io te e l'amico Beast!- Così la Domenica mattina era stata programmata.
Star si era ripresa completamente ed era tornata la solita e allegra ragazza di sempre, quella che sprigiona felicità da ogni poro della pelle.
Star – Comunque è stato un film bellissimo. Mi ha fatta piangere, però questo qui è un capolavoro. Secondo voi. Quando lui è salito in cielo, è diventato un angelo? -
Cyborg – Certo! Era un brav'uomo!-
Star – Mi piacerebbe incontrare un angelo, anche se io ho già il mio Robin! - E lo abbracciò.
Robin – Star! Mi strozzi! -
Lei allentò la presa! Poi guardandolo negli occhi da vicinissimo. - Tu ci credi negli angeli? -
Robin arrossì e balbettò – Ma. ma. ma. ma. gli angeli non esistono! -
Star – Peccato! Mi accontenterò di te! - E gli fece un sorriso.
Beast che stava assistendo alla scena intervenne con aria sapiente. - Gli angeli esistono!-
Star – Veramente?- Ovviamente l'aliena abboccava a tutto.
Cyborg – Verdurina! Non prenderla in giro! Lei non è del nostro mondo! Non gli insegni nulla dicendole delle bugie!-
Bibi si fece serio. - Invece esistono ti dico! Io ne ho visto uno una volta! -
Cyborg – Per te ogni bella ragazza famosa è un angelo!-
Bibi – Invece vi dico che esistono! E che uno, una volta, mi ha salvato la vita! -
I ragazzi incuriositi iniziarono a seguire le parole del muta forma con un po d'interesse.
Star – E quando lo avresti incontrato? -
Bibi – E' successo tanto tempo fa! Noi ancora non ci conoscevamo ed io non sapevo ancora usare bene i miei poteri! -

 

Qui il ragazzo verde per un attimo si ferma ricordando il suo passato. Da quando, in Africa con i suoi genitori, contrasse la Sakutia, a causa del morso di una scimmia che i suoi stavano studiando. Ricordò suo padre che gli salvò la vita, iniettandogli un siero che era un miscuglio di Dna animale. La metamorfosi che ne conseguì e l'acquisizione dei poteri grazie agli effetti collaterali del siero che lo guarì, salvandogli la vita.
I ragazzi che osservavano l'amico che era in piedi davanti il divano, rimasero un po interdetti, perchè il muta forma, aveva un'espressione che raramente gli si vedeva in volto. Faccia seria e voce monotona (sembrava la copia maschile di Raven).
Bibi – Dopo la morte dei miei genitori, rimasi solo, ma dovetti riprendermi subito, perchè il mio patrigno e tutore, Nicholas Galtry, cercò di uccidermi, per impossessarsi dell'eredità, che mio padre mi aveva lasciato. - Qui il giovane si ferma per un attimo, prende coraggio e respiro, poi prosegue. - Una sera, mentre pioveva, nel bosco a sud, a circa dieci chilometri da Jump-City, venni raggiunto da Nicholas. Cercai di sfuggirgli, ma mi ferì in maniera grave, e mentre pensavo che fosse la fine... Ecco che spunta l'angelo. Scaraventa il mio patrigno lontanissimo da me, mi prende mezzo moribondo e mi guarisce con il tocco delle sue mani. E in silenzio, come era arrivato, mi porta in un rifugio all'asciutto, si volta e vola via.-
Il ragazzo si gira verso la finestra, guardando una luna quasi piena che illuminava il mare in quella bella sera di fine primavera, il ricordo del passato lo feriva ancora. Poi si sentì toccare una spalla. Si voltò e vide la sua amica aliena che le stava sorridendo.
Starfire – Credo che sia stato il tuo papà! Secondo me ti ha protetto e poi ti ha fatto incontrare noi!- Poi lo abbracciò teneramente e lo accompagnò al divano dove erano gli altri suoi compagni, che erano in silenzio. Conoscevano a grandi linee la storia di Bibi, ma lui aveva sempre evitato di menzionare il patrigno, quindi lo guardavano tristemente senza sapere cosa poter dire. Anche perchè, per loro era raro vedere il ragazzo serio e triste allo stesso tempo.
Il silenzio fu interrotto.
Cyborg esplose in un pianto dirotto. Vedere quel ragazzone piangere, fu una scena talmente strana e comica, che i ragazzi non poterono far altro che ridere tutti, smorzando così l'atmosfera triste che si era formata.
Poi Bibi proseguì con un sorriso appena accennato. - Ed è per questo che dico che gli angeli esistono. E se colui che mi ha salvato non fosse un angelo... Beh! Per me rimane e rimarrà per sempre un angelo!-
Mentre proseguì la frase, Raven sentì emanare dal suo compagno una grande voglia di vivere, e per un istante senti un sussulto. Quella sensazione, quella voglia di vivere l'aveva già sentita in passato. Non ricordava dove e quando, ma ne era sicura, l'aveva già percepita.

 

L'allarme risuona.
Robin – Titan problemi! -
I ragazzi uscirono dalla torre in fretta e furia.

 

Al porto, vicino il nolo, dove arano attraccate le navi da carico, un individuo con quattro braccia, una bocca enorme e ricoperto di melma, sta attaccato ad una petroliera succhiando da una fessura tutto il carburante che trasportava. La creatura conosciuta col nome di Plasmus, si stava nutrendo ingurgitando del petrolio contenuto nella nave. Starfire che stava trasportando Cyborg, lo lasciò cadere sulla creatura che allentò la presa, colpito dal mezzo androide, e cadde in acqua.
Ora sulla superficie del mare spugnoso, in una notte illuminata da una luna splendente, si vedono delle bollicine e cinque eroi che osservano. In un attimo Plasmus esce dall'acqua atterrando pesantemente sui ragazzi che prontamente si spostano, evitandolo. Bibi mutato in uno stegosauro, colpì con la coda l'essere melmoso, mandandolo a sbattere contro una serranda di un grande magazzino del nolo. Il colpo sembrava però non aver sortito alcun effetto. La creatura scrollò un paio di volte la testa e poi ripartì all'attacco e il muta forma si librò in aria stavolta sotto forma di un falco verde. Star lo tenne impegnato lanciandogli le sue sfere di energia mentre Robin di sorpresa lo congelò con i suoi dischi congelanti. Sembrava che fosse tutto finito, ma Plasmus si liberò vibrando fortemente e facendo polverizzare il ghiaccio che lo intrappolava. Così Raven lo intrappolò nella sua aura nera, prima che potesse avvicinarsi ai suoi compagni. Quindi Cyborg si avvicinò a Plasmus, che intanto si dimenava all'interno della sfera di energia nera e disse. - Sarebbe ora di provare il mio nuovo giocattolino!- Allungò un braccio verso la creatura e sparò un raggio stordente che lo fece addormentare e riprendere le sue sembianze umane.
Robin – Ottimo lavoro ragazzi!-
Bibi – E' stato abbastanza semplice.-
Robin – Bello quell'aggeggio! Quando lo hai progettato?- Domandò Dick a Victor.
Cyborg – Ti piace eh! L'ho costruito un po di tempo fa, mi è venuta l'idea guardando Raven che lo faceva addormentare per renderlo innocuo.-
Robin – Molto utile! Bel lavoro Vic.-
Starfir – Si è fatta mezzanotte e quaranta. Che ne dite se strada facendo ci fermiamo a prendere due ciambelle dal signor Donut, e magari anche dei pan-cake da riscaldare domani mattina per colazione?-
Bibi e Cyborg con gli occhi a forma di ciambella e le lacrime esultarono di gioia.
Bibi – Si! Si! Si! Una bellissima idea!
Cyborg – Star! Sei la mia preferita.-
Raven – Perfetto!- Sarcastica la maga, che commentava come il ragazzone si potesse vendere per due ciambelle.
Robin – Si va! Tanto una passeggiatina non ci potrà certo far male. Chiamo la polizia e appena sono qui per portar via Plasmus vi raggiungerò.
I ragazzi si avviarono verso il negozio di dolci aperto 24h su 24 per poi tornarsene alla T-Tower a riposare.

 

Una figura nell'ombra aveva osservato tutto celando la sua presenza a colei che poteva percepirlo, fece un sottile ghigno e poi sparì nell'oscurità.

 

Il giorno seguente, in tarda mattinata, i Titani si svegliarono uno dopo l'altro e nel giro di mezz'ora si ritrovarono tutti a tavola per la colazione, gustando i pan-cake che avevano comperato strada facendo.
Cyborg – Sono buonissimi! Il signor Donut è imbattibile quando si tratta di dolci.-
Bibi – Già! Sono deliziosissimi!.- Piangeva dalla gioia mentre pronunciava quelle parole a bocca piena.
Cyborg – Ah! Raven!-
Raven – Si?-
Cyborg – Che ne dici se in laboratorio ci andassimo subito dopo colazione? Stanotte mi è venuta un idea e vorrei metterla in pratica.-
Raven – Va bene!- Poi fissò il ragazzone un po incuriosita.
Cyborg – Tranquilla faremo presto, non ruberò molto tempo alle tue meditazioni.-
Robin – Questa cosa me la devi spiegare! Troppo mistero c'è dietro queste giornate in laboratorio.- L'istinto del detective di Dick, fece capolino. Era sospettoso, non che non si fidasse, anzi, però era curioso da morire.
Cyborg – A breve potrai assistere a quello che stiamo lavorando.- Poi mangiò l'ultimo boccone di dolce ed aggiunse. - Sai che ti dico? Se vuoi puoi venire pure adesso. Raven a te non dispiace?-
Raven – Affatto!-
Robin – Era ora! Morivo dalla voglia di vedere che aggeggio stavi progettando.-
Cyborg – Tra poco lo vedrai!-
Bibi – Posso venire anch'io? Ti preeeeeeeeeeeeegooooooooooooo!-
Cyborg – Tu no testolina verde! Saresti capace di distrarmi e poi ti solo annoieresti.-
Bibi – Uffa però!- Abbassò le orecchie deluso il povero Beast.
Starfire – Tu amico Bibi, mi farai compagnia!- E sorridendo come suo solito aggiunse. - Puliremo la mia camera, e poi andremo a fare la spesa, che stasera cucineremo qualcosa di buono.-
Bibi – Okkay!- Non aveva tanta voglia di girare con l'aliena, però era sempre meglio che starsene da solo.
Cyborg – Bene, quando volete possiamo andare. Ci vediamo in laboratorio, passo prima i camera mia a prendere una cosina.-
Così i ragazzi lasciarono la sala grande.

 

Nella camera di Starfire, la ragazza stava piegando alcune maglie, mentre il ragazzo verde con uno spolverino toglieva la polvere dal comodino.
Bibi – Ma qui è tutto pulito, tu hai proprio la mania di pulire tutti i giorni! Se entrassi nella mia stanza, ti prenderebbe un colpo.-
Starfire – Beh! Potremmo pulirla dopo che saremo tornati dal supermercato!-
Bibi – E no! Quello è il mio mondo! Mi trovo bene così, nel mio caos!- E fece un sorrisino.
Starfire – Di solo che sei pigro!- Sorrise l'aliena mettendosi una mano sulla bocca, pensando all'amico sepolto tra panni sporchi e giocattoli.
Bibi – Diciamo che la mia cameretta rappresenta il mio vero io.-
Starfire – Si! L'ozio in persona!- Ed esplose in una risata che riecheggiava per tutta la stanza.
Il ragazzo che la guardava con stupore pensò. - Sul suo pianeta sono divertenti queste battute qui?-
Starfire – Bene abbiamo terminato! Andiamo a far la spesa e poi ci occuperemo della tua camera.-
Bibi – Ma dobbiamo proprio?-
Starfire – Certo! Non puoi vivere in eterno tra la sporcizia! O preferisci che mandi Raven a pulirtela?-
Beast Boy velocemente fece cenno di no con la testa. Sicuramente la maga vedendo tutto quel disordine avrebbe creato un buco nero che risucchiasse tutto il disordine, stanza e proprietario compreso.
Bibi – Forse è meglio che ci pensiamo noi!-
I ragazzi uscirono dalla stanza di Star e si avviarono fuori la torre intenti a raggiungere il supermercato per fare la spesa, vestiti casual.

 

Nel laboratorio.
Cyborg digita il codice della stanza, e la porta si apre, facendolo entrare insieme alla maga ed al ragazzo meraviglia.
I due ragazzi si misero dietro uno schermo protettivo, mentre la maga prese posizione su di un piedistallo al centro della stanza.
Robin – Allora vediamo cosa complottate qui!-
Cyborg – Per ora niente di particolare! Sto studiando i poteri di Rae!
Robin – Interessante! E a che punto sei arrivato?-
Cyborg – Diciamo che sospetto che i suoi poteri derivino dal diadema che ha sulla fronte!-
Robin – E da cosa lo deduci?-
Cyborg – Lo deduco dal fatto che, il diadema, emette due vibrazioni differenti, proprio un attimo prima che Rae usi i suoi poteri.-
Robin – Sembra interessante!-
Cyborg – Ora ti mostro tutto!- Poi si rivolse all'amica. - Rae puoi prendere posizione per favore?-
La ragazza iniziò a fluttuare, poi con i suoi poteri, prese un cacciavite, lo sollevò e in seguito lo rimise a posto.
I due giovani titani stavano intanto guardando un monitor.
Cyborg – Come puoi vedere da te, è apparso un valore su questa tabella.- Poi nuovamente rivolto all'amica, disse. - Rae! Per piacere, puoi fare quell'altra cosa? -
La maga allora si mise in posizione del loto e iniziò la meditazione.
Cyborg invitò l'amico ad osservare il monitor e poi aggiunse. - Come puoi notare, il valore è inverso a quello di prima. Ho notato che questo valore qui, viene fuori ogni volta che usa i suoi poteri per meditare, oppure per curare le persone. Mentre tutte le altre volte che usa il suo potere esce l'altro valore.-
Robin aveva una mano sotto il mento e la faccia seria, guardò prima il monitor e poi la ragazza che fluttuava mentre meditava, poi espresse la sua opinione. - Due valori inversi, potrebbero significare che, la natura del potere che usa, è opposta. Sbaglio?- E poi guardò l'amico.
Cyborg – Non sbagli! E' quello che ho pensato anch'io. Ora cosa sappiamo di Raven?-
Robin – Beh! Che è figlia di Trigon, e quindi ha ereditato un potere di origine oscura. - Forse il ragazzo meraviglia si stava avvicinando alla soluzione.
Cyborg – Giusto! Poi sappiamo che è allieva di Azar, la creatrice del suo mondo.-
Robin – Si! Quindi la saggia di Azarath potrebbe aver insegnato ad usare la magia bianca a Rae?-
Cyborg – Vero! In un attimo sei arrivato alle mie stesse conclusioni, mi stupisci. Bravo!-
Robin – Sono tutte supposizioni! Però mi vengono in mente dei dubbi.- Il ragazzo rivolge ancora lo sguardo all'amica che ancora era intenta a meditare. E proseguì. - Se le nostre teorie fossero esatte! Lei sarebbe unica nella sua specie. Cioè, come potrebbe una ragazza che, per natura usa un potere oscuro, a saper adoperare anche i poteri curativi? E poi... Quel diadema, è lo stesso che aveva Trigon? Ricordi?-
Cyborg – Ottime domande! Non so darti una risposta per ora. Però.... - Qui il ragazzo di titanio fece un sorriso.
Robin sempre più curioso domandò. - Però? Cosa?-
Cyborg mostrò un oggetto. Era un braccialetto costruito da lui. Lo aveva finito di costruire la notte stessa ed aveva uno scopo ben preciso.
Cyborg – Vedi, stanotte ho terminato di costruire questo congegno.-
Robin – E a cosa serve?-
Cyborg – Interferisce con le vibrazioni che emette Rae! Se come penso io.... Niente vibrazioni. Niente poteri! Ciò confermerà la mia teoria che il diadema è la fonte del suo potere.-
Robin – Sarebbe una bella scoperta! Ma poi alla fine che vantaggio ne avremmo?-
Cyborg – All'inizio, pensavo di usarlo per evitarle di fare tutte quelle meditazioni! Magari limitando i suoi poteri, l'avrei aiutata a gestirli. Poi però ho pensato, che se riesco a bloccarli, magari in futuro, concentrandomi a studiare il gioiello, sarei capace di riprodurli.-
Robin – Mi sembra ardua come impresa, ma ormai credo che sei arrivato a buon punto.... chi può dirlo?-
Cyborg – Se riuscissi a riprodurre il potere lenitivo che emana, ne sarei felicissimo. Sai quanta gente potremmo guarire! Sai quanti bambini non soffrirebbero?- Cyborg teneva molto a cuore la salute dei bambini, non a caso li allenava in una squadra di baseball.
Robin – Già! Sarebbe veramente una bella svolta! Rae che dice al riguardo?-
Cyborg – Niente! Si prostra senza discutere a queste ricerche! Magari spera anche lei che riesca a raggiungere il mio scopo.-
Robin – Se siamo tutti d'accordo, non vedo perchè non dobbiamo proseguire.- Poi ancora rivolto alla ragazza la chiamò a se, interrompendo la sua meditazione. - Rae! Vieni qui per favore!-
La maga si avvicinò agli amici senza dire una parola.
Cyborg – Ora vorrei che mettessi questo!- E gli mise il bracciale al polso e proseguì. - E vorrei che riprendessi posizione e che al mio via provassi ad usare i tuoi poteri.-
La ragazza annuì e in silenzio tornò al centro della stanza.
Gli altri due guardarono il monitor.
Cyborg – Vai Rae! Prova ora!-
La maga chiuse gli occhi provando a concentrarsi. Con stupore li riaprì! Non riusciva ad usare i suoi poteri.
Intanto i ragazzi che guardavano il monitor.Robin – E' stupefacente!-
Cyborg – Come vedi! Niente vibrazioni, niente poteri. Ciò significa che le nostre su........!-
Non finì la frase che tutto iniziò a vibrare fortemente, facendo perdere l'equilibrio ai due ragazzi. Da prima stupiti, poi preoccupati, guardarono al centro della stanza e sgranarono gli occhi.
La loro amica fluttuava a due metri d'altezza, sembrava in trans. Gli occhi erano completamente neri e l'aria era intrisa del potere spaventoso di Raven. Sembrava la fine del mondo. Per pochissimi interminabili secondi, le strutture all'interno della stanza sembravano pian piano frantumarsi ed andare in tilt, lo stesso Cyborg ebbe dei corti circuiti. Fortunatamente, il bracciale si distrusse, e nel momento esatto, tutto si fermò.
Raven perse i sensi e cadde al suolo, dove rimase immobile.
Cyborg – Rae! Maledizione!- Di corsa il ragazzo di titanio si avvicinò all'amica, seguito da un preoccupatissimo Robin.
La maga era incosciente, così Cyborg la sollevò delicatamente e si avviò velocemente in infermeria. Robin rimase per qualche istante ad osservare il laboratorio, dove vi si erano create numerosissime crepe, sui muri, sul soffitto e sul pavimento. Poi gli tornò in mente quello che aveva visto nel covo di Brian, ed un brivido di paura gli percorse la schiena. Sapeva che c'era qualcosa di simile nelle due situazioni, ma ci avrebbe pensato dopo, ora doveva accertarsi delle condizioni dell'amica. Quindi di corsa andò in infermeria.

 

-Non ho capito perchè hai dovuto comperare anche la carne?- Beast boy protestava con l'amica, appena rientrati in casa.
-Perchè, per accontentare tutti ho dovuto comperarla!- Star dava la spiegazione al muta forma, poi proseguì. - Lo sai che Cyborg non mangerà il tofu.-
Bibi – Si però, per una volta potrebbe anche sforzarsi.-
Starfire – Su, amico Beast Boy, stasera cucinerò sia quello che piace a te, che quello che piace agli altri.- La ragazza era intenta ad accontentare tutti, mentre riponeva la spesa.
Bibi andò in frigo, prese una bottiglia di acqua, e poi nella dispensa prese un bicchiere. Poggiò il bicchiere sul tavolo e cercò di versargli dentro dell'acqua. Ma. Il bicchiere si spostò. Il ragazzo perplesso, guardò il bicchiere allontanarsi fino al bordo del tavolo, dove poi cadde rompendosi.
Il rumore fece girare l'aliena. Che esclamò. - Cosa succede amico Bibi?-
Il giovane guardò l'amica con occhi ancora un po sorpresi. - Non lo so! Ho messo il bicchiere qui e poi è andato da solo fino li giù.- Ed indicò il bordo del tavolo.
I due amici si guardarono intorno in silenzio per qualche istante. Tutto sembrava in ordine, pulito come l'avevano lasciato prima di uscire di casa. Però qualcosa non li convinceva. Uno di fianco l'altra, simultaneamente ed in silenzio, inclinarono la testa verso sinistra e......
-Ma, pendiamo da una parte!- Esclamarono insieme, mentre si guardarono stupiti e preoccupati.

 

Qualche minuto prima..
In infermeria Raven giaceva nel lettino di quella camera con Robin che sedeva di fianco su una sedia e che la scrutava perplesso.
Cyborg controllava il macchinario che teneva sotto osservazione la maga.
Cyborg – Le funzioni vitali sono regolari. Sembra sia solo esausta.-
Robin – Per fortuna!- Poi guardò l'amico e disse. - Forse stavolta abbiamo giocato con qualcosa che non dovevamo toccare.-
Cyborg – Già! Forse non dovevamo nemmeno iniziare queste stupide ricerche!- E si mise le mani tra la testa, ad accentuare il senso di colpa.
Robin – Ormai è andata! Speriamo solo che Rae si riprenda presto!- Guardò l'amica e le prese delicatamente una mano. Continuò il discorso senza toglierle lo sguardo. - Abbiamo commesso una grave leggerezza. Il diadema, non è la fonte del potere, ma è qualcosa che lo limita. Siamo stati degli sciocchi.-
Cyborg – Già! Stavo pensando la stessa cosa!- Poi anche lui guardò la maga che era ancora incosciente ed aggiunse. - Hai notato, come era pericolosamente simile, al potere che abbiamo visto nel laboratorio di Brian?-
Robin – Ho notato! Purtroppo!-
Cyborg – Cosa intendi fare adesso?-
Robin – Per prima cosa dobbiamo far sparire quell'aggeggio (si riferiva al bracciale) e sistemare il laboratorio. Poi dobbiamo cercare di tenere nascosto tutto. Ed infine, dobbiamo cercare di scoprire qualcosa di più su quello che Brian stava progettando.-
Cyborg – Intanto vado a sistemare il laboratorio, tu avvisami se Rae si sveglia!-
Robin – D'accordo! E mi raccomando! Acqua in bocca!-
Cyborg – Si!- Il ragazzone di titanio si avviò fuori dall'infermeria, ma stranamente prima di uscire ebbe una strana sensazione e si bloccò.
Robin lo guardò un po perplesso e disse. - Che succede?-
Cyborg – sembra ci sia qualcosa che non va! Ma non so dirti cosa!-
Il ragazzo meraviglia si alzò dalla sedia e si mise di fianco a suo amico. In silenzio si guardarono intorno un po sospettosi. Tutto sembrava normale, ma qualcosa non li convinceva. Inclinarono simultaneamente la testa verso sinistra e......
-Ma pendiamo da una parte!- Esclamarono insieme, mentre si guardarono stupiti e preoccupati.

Sarebbe stato difficile nascondere l'accaduto ora. Comunque il laboratorio andava sistemato, ma prima bisognava rimettere apposto la torre.
Cyborg – Ora che si fa?- Domandò preoccupato il ragazzone.
Robin – Niente! Dobbiamo capire perchè la torre è inclinata e sistemarla subito. Serve l'aiuto di Star e di Bibi, quindi credo che dovremmo raccontar loro tutto.-
Cyborg – Vai a vedere se sono tornati. Io intanto mi avvio nel sotterraneo.-
E i ragazzi uscirono.

 

Nella Main Ops-Room, la porta si apre e Robin entra. Nota Starfire e Bibi che controllavano la pendenza del pavimento e dei mobili.
-Ragazzi! Vedo che avete già notato tutto.- Disse Robin che rimase sulla soglia della porta.
Starfire – Ma Robin! Cosa è successo qui?-
Bibi – Già! Come mai pendiamo?-
Dick si grattò la testa, non sapeva da dove cominciare a spiegare l'accaduto.
Starfire – Dove sono gli altri?-
Bibi – Già! Dove sono Rae e quella lattina?-
Robin – Beh! E' una lunga storia! Ora non c'è tempo, dobbiamo raggiungere Cyborg che è nei sotterranei a controllare le fondamenta. Credo ci sia bisogno di una riparazione seria, quindi dobbiamo andare tutti.-
I ragazzi si diressero verso l'ascensore, entrarono e iniziarono la discesa. Star si avvicinò a Robin e disse. - E' successo qualcosa mentre eravamo via?-
Il ragazzo allora si decise a raccontare tutto in poche parole, sotto gli occhi stupiti e preoccupati degli amici mentre l'ascensore continuava a scendere.
Starfire – Rae come sta adesso?-
Robin – Sta bene, sta dormendo in infermeria.-
Si aprì la porta dell'ascensore e i ragazzi si diressero correndo verso la parte ovest, dove poco prima Cyborg aveva individuato il danno. E mentre correvano Bibi fece una domanda a Robin. - Secondo te, c'è qualche nesso con quella creatura che abbiamo visto nel laboratorio di Brian?-
Robin – Spero proprio di no.- Ma non ne era per niente convinto il ragazzo mascherato. In fondo al suo cuore, sospettava qualcosa. Avrebbe dovuto scoprirlo. Sentiva una minaccia incombente e l'unico che poteva sciogliere i suoi dubbi era solo Brian. Lo avrebbe interrogato. Si! Riparata la torre, sarebbe andato in carcere per interrogarlo e sapere di più, su quello che stava succedendo.

 

Intanto...
Raven stava dormendo nella lettiga dell'infermeria e fece un sogno....
“ Si trovava nei pressi di un bosco. Era tarda sera e pioveva incessantemente. Aveva il cappuccio tirato su e si copriva dalla pioggia usando il suo potere per creare una copertura sulla sua testa, che non permetteva all'acqua di caderle addosso.
Ad un tratto sente uno sparo ed un grido di dolore provenire dal bosco.
Inizialmente decide di non farci caso, doveva raggiungere la città, non poteva perder tempo.
Poi però qualcosa la fece sussultare. Sentì provenire dal bosco, un mix di emozioni. Dolore. Odio. Rancore. Tristezza. Ed un'altra sensazione che non riuscì a distinguere subito. Così decise di andare a vedere. La visibilità era scarsissima, ma a lei bastava seguire quella sensazione forte che più delle altre spiccava e si faceva sempre più intensa per andare nella direzione giusta.
Vide due figure in lontananza, ma non riuscì a distinguerle, così si avvicinò e l'immagine le fu più nitida.
Le diventò subito palese che si trattava di una caccia ad un animale. Una scimmia nell'ombra, correva a zig zag inseguito da un uomo armato che sparava cercando di colpirla. Poi la scimmia salta su un albero ed inizia a saltare da ramo a ramo. Nuovamente il rumore di uno sparo e l'animale cade a terra ferito, cercando a fatica riparo dietro un albero. Poi tutto successe in fretta sotto gli occhi stupiti della ragazza. La scimmia diventò un ragazzo, e l'uomo con in mano l'arma avanzava lentamente, con la certezza che la sua caccia si stesse per concludere. Raven guardò quel ragazzo ferito che oltre al dolore, non provava paura, ne rabbia, ne rancore. Ma un altro sentimento che non conosceva. Così si concentrò cercando di ascoltare il cuore del giovane. -Voglio vivere!-
Sussultò la mezzo demone e in un attimo quasi senza accorgersene, si trovò ad usare i suoi poteri. Si teletrasportò davanti il cacciatore, lo disarmò, lo avvolse nella sua aura nera e lo sbatté per un paio di volte su qualche albero, prima di scaraventarlo lontanissimo.
Si girò, e si diresse dal ragazzo. Aveva una evidente ferita di arma da fuoco sulla spalla, ma aveva il viso nascosto nell'ombra e non riuscì a vedere i suoi lineamenti. Comunque impose le mani sulla ferita e lo guarì.
Poi un lampo nel cielo, illuminò tutto ed ella potè vedere bene il volto del malcapitato. Sgranò gli occhi e con stupore balbettò con un filo di fiato. - Ga-ga- Garfield?-”

 

Aprì gli occhi, e notò subito che non si trovava nella sua stanza. Riconobbe l'infermeria, ma non ricordava il motivo per il quale si trovasse li. Sinceramente poco le importava, ora stava pensando al sogno che aveva appena fatto. Aveva dimenticato che era stata lei a salvare, casualmente, l'amico anni addietro. Se ne era dimenticata, ma non si domandò quale fosse il motivo. Tante cose aveva dimenticato del suo passato, specie di quando era piccina. Ma quel sentimento che l'amico emanava con forza non l'aveva dimenticato. No, quello non l'aveva dimenticato, e non sapeva darsi una spiegazione.
Notando di essere da sola, si alzò e sentendo un lieve capogiro, si rimise seduta nel letto. Fece passare qualche minuto e poi nuovamente si rimise in piedi. Nessun capogiro stavolta. Decise allora di andare nella Main Ops-Room. Entrò nella stanza e notò che era sola, ma non se ne preoccupò.
Andò in frigo, prese una bottiglia di acqua ed un bicchiere. Posò il bicchiere sul tavolo, e prima di versarci dentro dell'acqua.... Il bicchiere iniziò a muoversi verso il bordo del tavolo, con la ragazza che lo osservava stupita. Arrivò fino al bordo e cadde. Raven fece appena in tempo a prenderlo, con i suoi poteri, prima che toccasse il suolo e si rompesse. Con il bicchiere in una mano e la bottiglia nell'altra, si versò dell'acqua mentre con aria perplessa guardava la stanza. C'era qualcosa che non andava, eppure sembrava tutto in ordine. Avvicinò il bicchiere alla bocca, inclinò la testa verso sinistra e.....
-Ma pendiamo da una parte!- Disse la maga con espressione sorpresa.

 

Nel sotterraneo, gli atri quattro titani erano intenti a chiudere una piccola voragine che si era aperta proprio sotto una delle colonne della torre. Squillò il ricevitore di Robin.
Dall'altra parte vi era Raven che urlava. - Ma la torre pende da una parte! Cosa diamine avete combinato?-
Il povero Robin allontanò l'apparecchio allungando la mano più che potè, anche se le urla della maga si sentivano riecheggiare per tutto il sotterraneo. Tutti i ragazzi si fermarono spaventati e rimasero in un silenzio di timore per qualche istante.
Cyborg – Almeno si è ripresa!- Lo disse un po sollevato ed un po preoccupato.
Starfire – E' meglio non dirle che è colpa sua!-
Bibi – Forse è meglio!-
Dal ricevitore uscirono ancora delle urla. - Mi dite dove accidenti siete?- Raven stava per perdere la pazienza.
Allora Robin gli spiegò dove si trovavano, evitando di aggiungere altro. Così la maga li raggiunse usando il teletrasporto.
Tutti e cinque si misero al lavoro per chiudere la voragine e per risollevare la colonna che era leggermente sprofondata. La riparazione era urgente e delicata. Certo la T-Tower era una struttura molto resistente, però, anche se poggiava su cinque colonne, dovevano al più presto mettere le cose in ordine per evitare un rischio di crollo. E dopo ore di lavoro e di fatica, tutto venne rimesso a posto.
Cyborg fece un'ultima saldatura e poi sospirò. - Ecco fatto! E' tutto come nuovo. Possiamo andare.-
Così i ragazzi si avviarono all'ascensore per abbandonare i sotterranei e tornare nella sala principale.
Era passata da un pezzo l'ora di pranzo, se ne resero conto sentendo lo stomaco di Beast Boy e di Cyborg che brontolarono simultaneamente.
Bibi – Caspita! Sono le sei del pomeriggio! Abbiamo saltato sia il pranzo che la merenda!- E si buttò a terra sulle ginocchia sedendo sui talloni con la faccia distrutta e le orecchie basse.
Starfire – Su amico Bibi! Quando arriveremo di sopra, inizieremo a preparare la cena.-
Cyborg lo prese per la cinta dei pantaloni e sollevandolo, lo trasportò fin dentro l'ascensore, sotto gli occhi divertiti degli altri ragazzi.
Robin – Vedo che stai bene Rae!-
Raven - Perchè dovrei star male? A proposito.... Come mai ero in infermeria?- Domandò la ragazza perplessa.
Robin la guardò in silenzio per qualche istante, era felice che, nonostante quello che era successo, la piccola Rae non avesse subito conseguenze e che potesse usare il potere come prima. D'altra parte, era preoccupatissimo di ciò che aveva visto. Avrebbe dovuto raccontarle tutto, ma non adesso. Quindi le parlò con sincerità. - Rae! E' inutile nasconderti tutto! Però ora non posso raccontarti nulla! Devo cercare di scoprire qualcosa di più! Comunque da oggi, le ricerche con Cyborg sono sospese, fino a nuovo ordine.-
La maga lo scrutò in silenzio, si fidava di Robin, quindi non aveva bisogno di chiedergli altro. Si limitò a camminargli di fianco fin dentro l'ascensore.

 

Arrivati nella Main Ops-Room, i titani iniziarono ad occuparsi di compiti diversi.
Starfire insieme a Beast Boy iniziarono a preparare la cena.
Cyborg scese in laboratorio per dare una prima sistemata alla stanza e alle apparecchiature danneggiate.
Raven iniziò a raccogliere i cocci del bicchiere che il muta forma aveva rotto.
Robin uscì dalla torre con l'intento di raggiungere il super carcere. Doveva a tutti i costi interrogare Brian. Voleva far luce su quella creatura che aveva visto dentro il suo rifugio.
-Devo assolutamente scoprire qualcosa! Ho un bruttissimo presentimento.- Il ragazzo meraviglia, aveva una sensazione sgradevole. Aveva paura. Non voleva tirare conclusioni prima di saperne di più. Aveva già fatto diverse ipotesi e la più accreditata era quella che la sua amica, fosse in qualche modo collegata a quella creatura terribile. - Non devo perdere tempo ulteriormente.- Pensò tra se, mentre con forza roteò il polso destro per accelerare al massimo la sua moto che sfrecciava veloce sulla strada.

 

Nel laboratorio, il ragazzo di titanio si guardava in torno con aria rassegnata. C'era proprio un bel casino e ci sarebbe voluto qualche giorno per rimettere tutto apposto. Fece una valutazione dei macchinari più danneggiati che avrebbero dovuto avere più attenzione e tempo, per poterli sistemare. Poi controllò la situazione della struttura. Muri pareti e pavimento avevano bisogno di parecchia manodopera. Sbuffò ancora il ragazzo. - Ci vorrà molto tempo per rimettere tutto a nuovo.- Parlò a bassa voce, evidentemente deluso, poi sospirò. - E' inutile piangere sul latte versato. Meglio che mi dia subito da fare.- Avrebbe cominciato a riparare la struttura, più precisamente, aveva intenzione d'iniziare, come prima cosa, dal pavimento. Li notò il braccialetto, la causa di quel disastro. Lo osservò per qualche istante. Robin aveva detto di disfarsene. Stava pensando anche egli la medesima cosa. Lo raccolse e lo aprì per controllare i danni. Non erano ingenti, lo avrebbe potuto riparare con facilità. Non lo buttò via. Lo ripose in uno scompartimento all'interno del suo corpo e lo avrebbe riparato di nascosto. Non sapeva perchè, ma oramai aveva deciso. Riposto l'apparecchio, tornò a lavorare per sistemare tutto.

 

Nella sala grande, i tre ragazzi erano occupati con i preparativi della cena. Avrebbero cucinato un buon minestrone di verdure e della carne (ovviamente) per Cyborg.
Raven si era offerta volontaria per aiutare, con la preoccupazione degli altri due. La maga, assolutamente non sapeva cucinare, non sapeva nemmeno far bollire dell'acqua senza far danni. Però le trovarono un impiego che faceva al caso suo. La misero ad affettare le verdure insieme al verdino, mentre Starfire era intenta a marinare della carne che avrebbe poi cotto.
Sul tagliere Bibi e la maga si trovarono uno di fianco l'altra. Lui stava affettando delle carote e lei delle cipolle, con il ragazzo che piangeva. Di solito lei lo avrebbe schernito con qualche battutina pungente e piena di sarcasmo del tipo. - Ma che uomo!- Ma stavolta era diverso. Non se la sentiva. Si limitò a fissarlo di tanto in tanto con i suoi occhi inespressivi. Anche Beast Boy si aspettava da un momento all'altro qualche frecciatina tipica della maga, che stranamente tardava ad arrivare.
Si voltò istintivamente, cercando il suo sguardo, per fa si che ella potesse schernirlo con qualche frase delle sue. Ma trovò solo i suoi occhi che lo fissarono per un istante inespressivi come sempre, per poi tornare a controllare il lavoro che stava svolgendo.
Rimase un po stupito il ragazzo. Ma volle lo stesso giustificarsi per le lacrime che aveva ancora agli occhi. - E' colpa delle cipolle che stai affettando!-
-Lo so!- Replicò la maga senza togliere lo sguardo dal tagliere.
Un po sorpreso, Bibi rimase qualche istante a guardarla, poi abbassò lo sguardo per controllare il lavoro della maga. Notò che aveva qualche difficoltà a maneggiare il coltello. Decise così di aiutarla e le mostrò il suo metodo.
-Vedi! Prima fai delle incisioni verticali e orizzontali. Poi col una mano tieni le cipolle e con l'altra affetti! Prova!- E le sorrise.
Raven si mise al lavoro utilizzando il metodo appena insegnatole. Un piccolo bagliore di soddisfazione si percepì per un istante sul suo volto che non sfuggì all'amico.
Raven – Sei molto bravo a cucinare!-
Bibi – Grazie! Ho dovuto imparare ad affettare bene le verdure, non mangiando carne e tutti i suoi derivati, esse sono il mio unico nutrimento.- Le rispose senza guardarla, intento ad affettare altre verdure. Poi continuò la frase. - Imparerai a cucinare bene anche te! Sei una ragazza! E poi impari molto in fretta ogni cosa in cui ti cimenti. T'invidio proprio!-
Le risuonarono in mente quelle parole dette dall'amico. Avrebbe tanto voluto dire che era lei che lo invidiava tanto. Che nonostante tutto quello che aveva passato, era riuscito ad avere uno spirito libero e pieno di vita, che lei non era capace di avere. Lei lo sapeva benissimo, aveva letto perfettamente cosa nascondeva dentro il più profondo del cuore. Avrebbe voluto dirgli che lo conosceva meglio di quanto si aspettasse, che era stata lei a salvarlo attirata dal suo richiamo di vita. Avrebbe voluto chiederle tanto di insegnarle a vivere in maniera spensierata.
Ma rimase in silenzio. Eppure sentiva che c'era qualcosa che li rendeva più simili di quanto pensava.
Strfire si avvicinò ai ragazzi. - Se avete finito, possiamo iniziare a mettere le verdure nella pentola!-
E continuarono a preparare la cena che da li ad un ora sarebbe stata pronta.

 

 

 

Arrivato al carcere, Robin si diresse dal direttore con l'intenzione di dirgli che voleva interrogare Brian. Il responsabile della struttura, avrebbe di certo acconsentito, conosceva Robin e sapeva che era una persona fondamentale per la sicurezza della città. Inoltre la maggior parte dei detenuti, erano stati acciuffati grazie a lui e agli altri titani.
Venne ricevuto nel suo ufficio. Il signor Decree (questo era il nome del direttore) era un uomo tutto d'un pezzo. Alto, moro e magro. Sedeva dietro la sua scrivania con i gomiti poggiati su di essa e le dita di entrambe le mani intersecate tra loro.
Con un cenno fece accomodare Robin su una sedia davanti a lui e poi gli domandò. - Ciao Robin! Come mai ti trovo qui a quest'ora?-
Robin – Mi scusi l'ora tarda signor Decree. So che è passato da molto l'orario delle visite. Però vorrei poter interrogare Brian per favore!-
Decree – Potrei saperne il motivo?-
Robin – Quando lo abbiamo catturato, stava lavorando su qualcosa di strano. Vorrei fare un po di luce sul mistero. Sa! Sono un po preoccupato da ciò che ho visto e vorrei saper più cose possibili.-
Il signor Decree si alzò dalla sedia e si diresse verso la finestra che era alla destra della scrivania. Guardò fuori e poi sospirò dicendo. - Mi dispiace mio caro Robin, ma non credo di poterti aiutare.-
Il ragazzo rimase un po stupito e poi domandò. - Mi scusi, lo so che è una richiesta assurda, ma è questione di vita o di morte. Per favore, mi ci faccia parlare, non le ruberò molto tempo.-
Decree si voltò, guardò Robin e poi disse. - Mi spiace Robin, ma non dipende da me!- E scrollò la testa.
Il volto del ragazzo meraviglia si fece sempre più sospettoso e preoccupato, poi il direttore aggiunse. - E' meglio che ti faccia vedere di persona!- Si avviò fuori il suo ufficio ed invitò Robin a seguirlo.
Percorsero un lungo corridoio in silenzio, che venne interrotto dalla voce di Decree. - Purtroppo ragazzo mio, Brian ha smesso di funzionare tre giorni fa!-
Robin sgranò gli occhi e tra lo stupore riuscì a dire soltanto. - Come?-
Decree – Non so cosa gli sia successo, ma l'apparecchiatura su cui era istallato si è danneggiata.-
Arrivarono davanti un vetro che dava su una stanza, dove vi era Brian poggiato su un tavolo da laboratorio, collegato ad alcuni macchinari.
Decree – Come puoi ben vedere da te! Brian è tenuto in vita da queste macchine. Però il suo elettroencefalogramma dice che è in coma. I segnali celebrali sono deboli o inesistenti.-
Robin stupito poggiò le mani al vetro guardando con rassegnazione la sua ultima speranza per risolvere il mistero, poi si rivolse al direttore. - C'è speranza che si riprenda?-
Decree scrollò la testa e a bassa voce disse. - Mi spiace, non sappiamo nemmeno se riusciremo a tenerlo in vita a lungo.-
Robin – Grazie lo stesso signor Decree, e scusi il disturbo.- Abbattuto il ragazzo si voltò e si avviò fuori per tornare a casa.
Il direttore lo accompagnò fin fuori la struttura e lo vide allontanarsi in moto. Poi si voltò e lentamente tornò dentro.
Anche se era girato di spalle, a chi lo avesse visto, avrebbe scommesso che sul suo viso si fosse accennato un sorriso.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Ipno & Keres ***


Nota : Non si finisce mai d'imparare. Anche scrivendo, anzi, soprattutto scrivendo. E non solo s'impara a scrivere in un modo che nella vita reale mai si userebbe in un discorso normale. Ma si imparano a conoscere parole che mai una persona avrebbe pensato esistessero. Ma voi lo sapevate che il participio passato di soccombere è soccombuto? Se si? Siete bravissimi. Io l'ho scoperto scrivendo questa storia qui! ^^

Buona lettura.

                                                                   

                                                                               Ipno & Keres

 

“Una leggenda volle che Azar e Trigon dovettero affrontare un nemico ancor più potente.
Didi (Dea dell'Oscurità), la più potente tra i demoni, temuta e rispettata e per questo chiamata Dea.

 

In tempi lontani, in una dimensione sconosciuta, un popolo di divinità, viveva in armonia.
Bellissimi, perfetti e fieri, gli Dei popolavano l' He'ljzio senza bisogno di mangiare o bere, di dormire o di svegliarsi, di amare o odiare, di vivere o morire.
Creature perfette che convivevano fra loro in armonia.

 

La più anziana e saggia, Didi, era bellissima, aveva lunghi capelli neri, carnagione chiara, labbra rosse e carnose, naso e lineamenti perfetti, occhi rossi come rubini capaci di ammaliare anche gli Dei stessi, se solo lo avesse voluto. L'accompagnava sempre un abito nero e lungo con strascico e spalline fine, che esaltava il suo seno prosperoso su un corpo longilineo e aggraziato allo stesso tempo. Quando camminava eretta e fiera con lo sguardo fisso, i suoi passi non si sentivano mai, come se, anche il più piccolo rumore, avesse timore di farsi udire difronte a cotanta bellezza.
Azar la secondogenita (Dea della luce e della vita), era anch'essa bellissima, capelli di platino, occhi chiari come il più azzurro dei cieli e una luce che l'avvolgeva sempre, facendola risplendere. Vestita sempre in abito bianco, che non lasciava vedere la minima parte del suo corpo oltre le mani e il viso. Un viso dolcissimo e incantevole.

Azar passava quasi tutto il tempo a guardare il pianeta azzurro, incuriosita dalla sua evoluzione, da come, in un piccolo ammasso di polvere cosmica, si fosse potuta creare la vita.
L'osservava sempre e osservava gli uomini, quegli esseri così strani, così fragili e forti allo stesso tempo, capaci di odiarsi e di farsi le guerre, e capaci di trovarsi ed amarsi.
Li osservava, li vedeva nascere, crescere, soffrire, innamorarsi, procreare, invecchiare e morire.

 

Ciò non passò inosservato agli occhi di Didi, che non si capacitava del fatto che Azar potesse passare tutto il tempo ad osservare i mortali. In fin dei conti la sorella era l'unica che non la temeva, risplendeva di luce propria ed era sempre incuriosita da quello che la circondava, al contrario degli altri suoi fratelli.
D'altronde anche T'yr (Dio della guerra) la temeva e la rispettava, e non poteva permettere che sua sorella minore, la facesse passare in secondo piano solo per osservare dei semplici mortali.

Un giorno mentre Azar era ad osservare il pianeta azzurro, Didi le si avvicinò e con voce calma e fiera le disse. - Cosa ci troverai mai in quegli esseri inferiori?-
Azar seduta su una roccia intenta ad osservare gli uomini dall'alto del suo mondo, rispose dolcemente senza voltarsi. - Sono così strani!-
Didi – Strani? -
Azar – Si! Nonostante abbiano una breve vita, avvolte sembrano felici! Nonostante siano deboli e fragili, trovano la forza per superare le difficoltà! Nonostante avvolte si odino, sono capaci di amarsi! -
Didi – Odiarsi? Amarsi? Non capisco! -
Azar – Come potresti capire? Tu sei cosi perfetta e fiera, sorella! -
Didi – Non dovresti passare tanto tempo inutilmente ad osservare i mortali! - Lo disse con voce calma e distaccata prima di voltarsi ed allontanarsi.
Ma nel profondo, per un impercettibile istante, un sentimento fece capolino e passò inosservato. L'invidia. Ancora non ebbe la possibilità di percepirlo, ma l'invidia verso Azar, si era appena manifestata e si era nascosta nella parte più oscura ed inarrivabile di Didi, aspettando il momento giusto per apparire.

 

Passava il tempo e Azar sempre più attratta da quel mondo e da quella dimensione, decise di lasciare l'He'ljzio. Poche parole per giustificare la sua partenza, ed un solo sguardo verso la più anziana, prima di voltarsi ed allontanarsi dal suo mondo.

Se Didi rimase impassibile, non fu così per gli altri abitanti dell' He'ljzio, che pian piano, incuriositi da quello che vi era al di fuori, iniziarono a lasciare il loro regno.

Rimase la sola Didi a popolare quel mondo così perfetto, e fu così per parecchie ere, fino a che...
Un giorno, ecco che un sentimento futile e subdolo si manifesta prepotentemente nell'animo della Dea. L'invidia. Sorpresa all'inizio, Didi non capì subito cosa fosse quella strana sensazione che provava. Quando capì, provò a reprimerla. Lei era Didi, la più fiera tra gli Dei e un sentimento così insignificante non poteva abitare in lei. Tutto fu inutile, quel sentimento cresceva e si faceva sempre più potente e costante. Così la Dea decise di osservare dall'alto colei che le provocava tanta invidia. Si sedette sulla roccia dove Azar era solita osservare il pianeta azzurro, ed osservò la sorella così intenta ad occuparsi dei mortali. La sua dedizione verso quegli esseri inferiori le creò un miscuglio di strane emozioni che la colsero impreparata.
Decise così di circondarsi di compagnia, un po per svago, un po per capriccio e un po per necessità.
Così creò gli angeli.

 

Dalla fierezza fece nascere Keres il prediletto. Egli era un uomo di una bellezza paragonabile alla grande madre (Didi veniva chiamata così dai suoi angeli), alto, slanciato, capelli neri lunghi e lucenti, occhi rosso rubino, due ali d'angelo nere come la notte e due corna donategli per simboleggiare la sua posizione di comando. Vestiva con soli pantaloni aderenti neri e senza calzature.
Dall'invidia nacque Geras il subdolo. Altissimo e magrissimo. Aveva capelli neri e corti, occhi neri, zigomi in risalto. Anche egli vestiva con soli pantaloni aderenti neri senza calzature e aveva due ali nere da angelo con dei lievi riflessi rossi.
Dalla grazia nacque Eris la superba. Alta, prorompente, aveva capelli lunghissimi, biondi e ondeggianti. Occhi blu cobalto e labbra rosse come il sangue. Aveva le ali come quelle del fratello maggiore e vestiva con una lunga gonna nera senza calzature ed un top nero.
Dalla forza nacque Oyzis il potente. Uomo dal fisico erculeo, alto e potente, braccia muscolose, torace ampio. Aveva capelli rosso fuoco, occhi gialli e lucenti. Vestiva come gli altri due fratelli maschi e aveva le ali nere lucide con riflessi gialli.
Infine dal desiderio nacque Ipno la rissosa. La più giovane degli angeli era anche la più minuta.
Era graziosissima con dei lineamenti perfetti ed il corpo armonioso. Aveva i capelli corvino non lunghissimi e un po ondeggianti, occhi viola e magnetici, labbra delicate, ali nere come la notte e vestiva con un abito corto, nero e lucido con spalline finissime.

 

L'He'ljzio venne così ripopolato. La grande madre, padrona del regno e dei sui abitanti, passava la maggior parte del suo tempo ad osservare i suoi “figli” e rimaneva spesso colpita da Keres, così bello, fiero e taciturno. E da Ipno, così chiassosa e sgraziata (Cosa che il suo aspetto non dimostrava) che cercava sempre di sfidare i fratelli alla lotta. Ipno aveva un talento innato per il combattimento e ben presto divenne pari a Oyzil. Cercava sempre di misurarsi con qualcuno. Ciò la portò a sfidare Keres il prediletto e il migliore.
Il combattimento durò meno di un battito di ciglia. In un istante Ipno venne atterrata. Il prediletto era troppo per lei, troppo forte, veloce e potente. Per il momento....
A lungo Keres venne sfidato. Ogni giorno. Ipno perdeva sempre, in pochi istanti veniva atterrata.
Tra la rabbia e determinazione di lei e la fierezza ed impassibilità di lui. Fino al giorno.... A quel momento.... A quello sguardo.....
Come ogni giorno, uno difronte l'altra. Keres il preferito, senza emozioni sempre lo stesso sguardo fiero. E Ipno la rissosa, grinta fatta persona e denti stretti.
Inizia la lotta, e stavolta la ragazza contrasta il ragazzo alla pari e riesce a colpirlo di striscio facendolo barcollare per un brevissimo momento. Poi lui l'atterra e rimane sulle ginocchia su di lei.
Ipno in posizione supina che respira affannosamente, il petto si gonfia e si sgonfia rapidamente con forza e ripetutamente, lo sguardo dritto negli occhi del fratello che la guarda impassibile, poi sul volto della ragazza un sorriso e una frase poco più che sussurrata tra gli spasmi del respiro. - Stavolta c'ero quasi!- Poi nuovamente torna a respirare affannosamente.
Nel ragazzo, nella sua fierezza, nella sua inespressività, nella sua forza..... E nel suo petto un solo battito irregolare in mezzo a tutti gli altri. Un solo battito forte, deciso. Un solo battito che risuona come un eco. E due occhi viola dinanzi a lui. Poi uno strano sentimento, che non conosce, verso quella ragazza che a terra difronte a lui, respirava affannosamente, e che sorrideva per un risultato misero che le dava coraggio a continuare. Quasi senza accorgersene, sul volto di Keres, ci fu un sorriso, debole ma visibile.
Tende una mano alla sorella che l'afferra. La rimette in piedi e poi aggiunge voltandole le spalle. - Continueremo domani!- E andò via.
La frase colse alla sprovvista la ragazza. Infatti era la prima volta che il fratello si proponeva per combattere contro di lei, di solito era sempre Ipno che lo sfidava.
Lei rimase li in piedi con ancora il respiro affannato che guardava Keres allontanarsi, poi sorrise e urlò. - Domani ti batterò!-
Lui si voltò arrestando il suo passo per un istante, le fece un sorriso dolce e fiero allo stesso tempo e si allontanò definitivamente.
Rimasta sola, Ipno si butta a terra e continua a respirare affannosamente con la sua mano sul petto, dove il cuore batte forte e risoluto.
Nel corridoio del palazzo dell'He'ljzio, Keres continua a camminare per raggiungere le sue stanze pensando a quella sorella così chiassosa, con quella determinazione e voglia di superarsi e a quegli occhi viola e magnetici. Poi ancora quel battito forte e deciso che spezza la regolarità degli altri. E nuovamente un sorriso. Lui che non aveva mai sorriso nella sua vita, in pochi istanti se ne trovò a fare ben tre.

 

I giorni passavano, e regolarmente i due ragazzi, con costanza si allenavano nel combattimento.
Ipno diventava sempre più forte e potente ed ora contrastava Keres, che ancora vinceva costantemente tutte le volte, ma ogni giorno trovava sempre più difficoltà.
Sapeva che la ragazza aveva un talento innato per la lotta, ma non si sentiva minacciato, anzi, ne era compiaciuto.
Lei, lo ammirava. Ammirava la sua fierezza, la sua forza, la sua bellezza.

I due passavano sempre più spesso del tempo insieme, e non solo quando combattevano.
Ipno seguiva sempre Keres ogni volta che poteva e lui non sembrava affatto dispiaciuto averla intorno, non gli dispiaceva nemmeno il parlare continuo della ragazza. Lui che era così taciturno.
Erano così diversi eppure non potevano fare a meno di cercarsi e di stare insieme.
E inevitabilmente col passare dei giorni, i sentimenti dei due ragazzi si facevano sentire sempre di più, bussando con decisione nei loro cuori.
Non era permesso provare dei sentimenti così forti, la grande madre lo aveva proibito, loro lo sapevano benissimo e dentro al proprio animo se li rinnegavano costantemente.
Sarebbe bastato poco, un solo gesto un solo altro sguardo e l'inevitabile sarebbe successo.

Qualcuno però sapeva.
Ad osservarli nell'ombra, Geras sapeva. Sapeva ciò che i ragazzi provavano. Sapeva ciò che si imponevano per non incorrere nelle ire della grande madre.
Da sempre il subdolo voleva il posto del prediletto. Avere il posto del comando però, era solo il primo passo. Lui mirava ad avere il potere della grande madre. E nella mente, gli balenò l'idea. Avrebbe approfittato di quel sentimento per raggiungere il suo scopo.
Geras conosceva bene il carattere dei demoni. Sapeva benissimo ciò che quegli esseri bramavano.
Temeva Trigon, padrone delle fiamme, con un potere che cresceva a dismisura e sapeva che prima o poi la sua sete di potere avrebbe fatto di lui un nemico temibile.
Quindi decise di puntare su un altro essere infernale.
Convinse con l'astuzia Ahriman del gelo ad attaccare He'ljzio. E poi aspettò che il caos si diradasse per poterne raccogliere i frutti.

Non passò molto tempo. Il demone del gelo inviò il suo esercito contro gli abitanti dell' He'ljzio, ma sottovalutò il potere degli angeli della grande madre.
Gli alati infatti erano combattenti straordinari, dotati di poteri smisurati. In pochi minuti i demoni del gelo vennero annientati e nessuno di loro fece ritorno nel suo mondo.

Seduta sulla roccia dove di solito si sedeva Azar, Didi convocò i suoi “Figli”, che arrivarono e si inginocchiarono a capo chino, di fronte a lei, e con la sua solita voce tranquilla e fiera disse. - Chi è talmente stolto di poter pensare di invadere il mio regno?-
Keres, senza alzare lo sguardo, rispose impassibile, come era suo solito. - I demoni di Ahriman sono quelli che hanno tentato l'invasione.-
Didi – Spero che non sia rimasto di loro nemmeno il ricordo!-
Keres – Così è stato fatto madre! -
Didi – Ahriman, che ha osato tanto, pagherà. Sarà anche un messaggio per coloro che in futuro vorranno osare tanto! Questo è il desiderio di vostra madre! -
Poi si voltò a guardare in basso verso il pianeta azzurro ed aggiunse. - Geras e Ipno, andate nel regno del gelo e portatemi la testa del suo padrone. -
Intervenne Geras che senza alzarsi guardò Didi e disse. - Grande madre, perdonatemi se oso! Io penso che questo sia il compito per il prediletto. Keres che ti rappresenta, manderà un segnale deciso verso tutti gli altri demoni. La sua fierezza e la sua perfezione in battaglia sarà da monito per coloro che solo pensano di poter contrastare voi e il vostro posto di prestigio.
Gli altri angeli erano un po sorpresi delle parole del subdolo e lo guardarono per un istante con stupore, prima di chinare il capo nuovamente. Tranne Keres. Lui rimase impassibile. Sapeva che il fratello tramava qualcosa, ma non lo temeva, non temeva nessuno il prediletto. Però, non sapendo cosa aveva in mente Geras, decise di rimanere al gioco, quindi rimase in silenzio senza dire una parola.
Geras continuò a parlare alla grande madre. - Credo che Keres ed Ipno dovrebbero andare. Il maggiore è combattente da innate doti e la rissosa potrebbe solo imparare guardandolo.-
Didi si voltò e guardò prima Geras, poi Keres, che non aveva ancora mosso un muscolo e disse.- Keres! La tua opinione?-
Il ragazzo alzò lo sguardo verso la madre e con la sua solita voce tranquilla e la sua faccia impassibile, rispose. - Il volere della grande madre, è anche il mio volere!-
Didi – Così sia! Keres vai con Ipno e annienta il gelo con tutti i suoi abitanti. Prima che venga il nuovo giorno, voglio che tutti sappiano, che chi osa sfidare la grande madre, finirà per incorrere nella mia ira. Andate Figli e rendetemi fiera di voi! - Poi si alzò e si diresse verso le sue stanze.
Dopo qualche istante si alzarono anche gli altri.
Oizyl ed Eris seguirono Didi lasciando il giardino e dirigendosi verso il palazzo, poi fu la volta di Geras che passò di fianco al fratello maggiore guardandolo brevemente con la coda dell'occhio.
Rimasero solo i due giovani Ipno e Keres. Lei interruppe il silenzio affiancandosi al fratello ed esclamando con un breve sorriso. - Io e te? Beh! La grande madre poteva anche non farti scomodare. Posso benissimo portare a temine il compito da sola. -
Lui si limitò a voltarsi impassibile come sempre, poi aggiunse con voce calma. - Seguimi! -
E volò verso il regno del gelo seguito dalla sorella. Nella testa del ragazzo però, il pensiero di Geras che tramava qualcosa, si faceva sempre più presente. Non che fosse preoccupato, la sua era solo curiosità. Semplice curiosità per quello che il destino gli stava riservando. Keres non era il tipo da aver paura. Lui il prediletto, non temeva nessuno, nemmeno la grande madre. Poi però dovette ricredersi.....

Nel combattimento, l'avventata Ipno, sottovalutò Ahrimar e venne stordita da quest'ultimo.
Caduta a terra, la rissosa era inerme ed incosciente. Il Demone del gelo stava per darle il colpo di grazia.... Quando Keres si interpose tra lui e la sorella bloccando l'attacco del demone. Poi lo scaraventò lontano colpendolo con una sfera di energia rossa.
Si girò verso la ragazza la sollevò delicatamente e la guardò. Guardava quella sorella così chiassosa, che ora era silenziosa come non lo era stata mai. Quella sorella così forte, che ora era inerme tra le sue braccia. E la paura. Per la prima volta in vita sua provava paura. Paura che quegli occhi non si sarebbero riaperti mai più. Poi la rabbia. Lui che non aveva mai trapelato alcuna emozione, ora era in preda all'ira. Si alzò in volo tenendo la sorella stretta a se, poi allungò un braccio verso quel regno maledetto. Dalla sua mano si creò una sfera di energia rossa, dal suo corpo del fumo rosso fuoriusciva dai suoi pori, tutto iniziò a tremare. Poi la sfera si staccò dalla sua mano atterrando su Ahrimar che ebbe solo il tempo di capire che era la fine. Il regno del gelo venne distrutto insieme al suo padrone e tutti i suoi abitanti. Poi silenzio. Rimase il solo Keres che guardava la desolazione che aveva creato con ancora la rabbia nei suoi occhi e nel suo volto, e Ipno stretta tra le braccia.
La ragazza si destò, e dopo un attimo di appannamento si accorse di dove si trovava e cosa stava succedendo. Vide il volto del fratello. Occhi sbarrati, denti stretti, e tanta collera dipinta sul viso di quel ragazzo, che prima di allora, mai un emozione aveva mostrato. Quasi per istinto gli mise una mano sulla guancia sussurrando a fatica.- Keres?- Voltandogli delicatamente il viso per poterlo guardare negli occhi.
Il prediletto, sentendosi accarezzare lievemente, sentì un emozione calda che lo calmò immediatamente, e la paura con la rabbia, si dileguarono in un istante nel ritrovare quegli occhi viola che lo guardavano con affetto e stupore. Con ancora Ipno stretta tra le braccia, avvicinò le labbra a quelle della ragazza, chiuse gli occhi e la baciò teneramente. La giovane, da prima con gli occhi spalancati per lo stupore, sentì invadere il suo cuore da un sentimento che lo riempiva e lo svuotava allo stesso tempo, poi chiuse gli occhi e si lasciò trasportare da quel mescolarsi di emozioni, che quel bacio e quell'attimo interminabile, le stavano dando. Così nell'alto di un cielo color ghiaccio, sopra la desolazione di un regno devastato da una battaglia cruenta. Due ragazzi si baciano lasciandosi trasportare dalle emozioni. Due ragazzi con ali nere d'angelo. Due ragazzi a cui era proibito provare emozioni futili. Due angeli oscuri a cui non era permesso provare amore.
Sapevano benissimo a cosa sarebbero andati incontro se solo la grande madre avesse saputo.
Quindi decisero che avrebbero nascosto tutto. Che quello che era accaduto, non si doveva ripetere.

Però......

Qualcuno osservava.
Sempre Geras osservava nell'ombra eludendo la capacità dei fratelli di percepire la sua presenza e raggiunse l'He'ljzio anticipandoli. Comunicò a Didi l'accaduto usando queste parole. - Grande madre! Oggi il regno del gelo ha finito di esistere come hai ordinato. Keres ed Ipno hanno portato a termine la missione con pochissime difficoltà, ma a caro prezzo. I miei fratelli hanno infranto il comandamento della grande Didi. Hanno provato amore reciproco e le loro labbra si sono unite a suggellare cotanto sentimento!- Poi il subdolo che era in ginocchio, chinò il capo tra un sorriso invisibile.
Didi, che sembrava impassibile, in un istante fece vibrare tutto il regno. L'ira della madre si stava per manifestare e giusto in tempo tornò in se. Lei era Didi, la grande Dea, sapeva benissimo che l'ira non era sentimento che poteva farla tentennare. Però avrebbe punito quei “figli” che avevano osato assaporare il “proibito”. Quindi ordinò. - Comunica a Keres ed a Ipno che voglio incontrarli da sola nella grande stanza. - E si allontanò raggiungendo il luogo dove avrebbe incontrato i due ragazzi.

I due angeli, tornati nel loro regno, vennero raggiunti da Geras che comunicò loro che la grande madre voleva incontrarli, senza accennare a quello che gli aveva riferito.
Così camminando uno di fianco l'altra, Keres ed Ipno si diressero lentamente per incontrare Didi.
Non una parola durante il tragitto, non uno sguardo. Nei loro cuori un miscuglio di emozioni che volevano uscire fuori, ma rimasero impassibili e in silenzio camminarono in quel corridoio che non finiva mai dove si udivano solo i loro passi.
Raggiunta la stanza, si inginocchiarono davanti la Dea e chinarono il capo.
Didi che era seduta si alzò, si avvicinò a loro, poi con la sua solita voce tranquilla disse. - Io difronte a me, ho i miei due figli che, tra tutti gli altri sono quelli che, maggiormente mi suscitano interesse e curiosità. Da sempre vi osservo. Due giovani, che pur essendo nati dalla stessa madre, sono così diversi. Due giovani, che nonostante siano così diversi, non possono fare a meno di cercarsi. Due giovani che nonostante siano forti e potenti si lasciano trasportare da un sentimento inutile che la loro grande madre ha proibito. Non posso perdonarvi quindi sarete puniti per aver osato disobbedirmi. - Allungò un braccio verso Ipno, la quale fece in tempo a capire cosa stava per accadere, quindi guardò il fratello con paura prima di venire avvolta in una sfera nera che la stava straziando tra le urla di dolore di lei e gli occhi stupiti di lui.
Sarebbe morta a breve. Keres mise una mano nella sfera e a fatica la fece diradare, salvando la giovane che ora giaceva incosciente a terra. Poi s'inginocchiò nuovamente chinando il capo.
Didi rimase impassibile, ma ugualmente volle delle spiegazioni, quindi senza scomporsi minimamente domandò. - Keres! A cosa è dovuto questo gesto?-
Il giovane alzò la testa e parlò. - Grande madre! Da sempre il tuo volere è anche il mio. Ho sbagliato. Il responsabile di quello che è successo sono io. Io sono nato dalla tua fierezza e non avrei dovuto permettere ad un sentimento di prendere possesso del mio spirito. Io devo essere punito. Ipno è solo la vittima di un mio capriccio. Quindi risparmiatela, ve ne prego. In cambio della sua vita io rinuncerò per sempre a quello che mi avete donato per simboleggiare la mia posizione di prestigio nel regno. - Poi si spezzò le corna e le depositò ai piedi della madre. - Non sono degno di portarle.- E tornò a chinare il capo aggiungendo. - Madre, da sempre il tuo volere è anche il mio incondizionatamente, quindi come ho sempre fatto da quando mi avete dato la vita, io rispetterò ogni tuo ordine, come sempre è stato e sempre sarà!- Ci fu un lungo silenzio. Didi osservò le corna di Keres che erano ai suoi piedi, poi osservò Ipno che giaceva a terra incosciente, infine rivolse lo sguardo al figlio e disse. - Così sia! Le risparmierò la vita e risparmierò anche la tua. Tu non avrai alcun posto di prestigio e le corna non ti saranno restituite. Ipno deve abbandonare il regno. Portala nell'Oblio e lasciala in balia di esso. Lascia che vaghi per le dimensioni. Questo è il mio volere. - Poi si allontanò lasciandoli soli.
Keres si alzò, prese in braccio Ipno e si diresse all'Oblio. L'entrata dell'Oblio era rappresentata da un vortice nero che risucchiava tutto quello che lo toccava, trasportandolo in un mondo oscuro collegato con tutte le dimensioni, dove solo gli Dei avevano la possibilità di entrarvi ed uscire a loro piacimento.
Giunto sul posto, diete un ultimo sguardo alla sorella. Sarebbe potuto fuggire, magari chiedere aiuto ad Azar e rifugiarsi dietro la sua luce, ma lui era Keres, un tempo il prediletto della grande madre. Non avrebbe disobbedito a Didi. Quindi lasciò che il vortice prendesse la sorella trascinandola con se. Keres rimase qualche istante a guardare quel vortice oscuro. Poi si voltò e andò via. Quella notte avrebbe pianto. Si! Avrebbe pianto e si sarebbe disperato nel silenzio, per un amore proibito che gli aveva riscaldato l'animo per pochi interminabili momenti.

Vagava fluttuando nell'Oblio. Non esisteva il tempo in quel luogo. Vagava Ipno ancora incosciente.
A tenerle compagnia solo dei ricordi di un recente passato ed un sentimento. Un sentimento forte che non la lasciava. Un sentimento talmente forte che si manifestava anche fuori di lei. Un sentimento così forte che riuscì a superare le barriere dell'Oblio.

 

Azar era nel suo giardino da alberi da frutto e camminava osservando con interesse ciò che la circondava.
“Da quando si era allontanata dall'He'ljzio si era creata un posto sulla terra dove poter stare in pace. Su un monte, oltre le nevi perenni, si era creata la sua dimora. Un posto dove era sempre primavera, dove vi era un modesto e bianco palazzo, e un grande giardino dove vi era vegetazione e animali selvatici. Lei trascorreva le sue giornate osservando gli uomini, passeggiando nel suo giardino con gli animali che la seguivano con cospetto”.
Quel giorno, mentre passeggiava, come era sua abitudine, sentì dei sentimenti forti che non provenivano dal mondo in cui si era trasferita. Così incuriosita, cercò di percepirne la provenienza e capì subito da dove venivano, allora decise di andare a vedere di persona. Entrò nell'Oblio e vide una ragazza con due ali nere che fluttuava incosciente e che si teneva una mano sul cuore. Era graziosissima, nonostante avesse il corpo pieno di escoriazioni e lividi.
-Chi può aver fatto ciò ad una ragazza innamorata? - Poi le si avvicinò e le mise una mano sulla fronte per percepire i suoi ricordi. In un attimo la mente di Azar fu assalita da tante immagini di un ragazzo fiero e forte, di un regno bellissimo che riconobbe subito, di un regno devastato dalla vendetta degli angeli oscuri, di un bacio appassionato e tenero insieme che le inondava il cuore e poi..... Poi la paura al cospetto della grande madre.
Con la tristezza nel cuore e le lacrime che le solcavano il viso, la Dea prese Ipno tra le braccia. -Didi! Sorella! Come hai potuto?- Poi osservò il volto della ragazza con ancora tanta tristezza e la portò con se nella sua dimora.

 

Il giorno seguente su un letto illuminato da una grande finestra, Ipno dorme beatamente. Sul suo corpo, non vi era più nemmeno una traccia dell'ira della madre. Vicino, appoggiato su una spallina di una sedia, vi era il suo vestito nero e lucente. Poi i due bellissimi occhi viola, si aprirono, da prima infastiditi dalla luce che filtrava e che le illuminava il viso, poi incuriositi ed attratti da quel sole che le riscaldava il viso e l'animo.
-Dove mi trovo? Sono ancora viva?- In un istante l'immagine della grande madre e della sua collera la invasero ed ebbe paura come non mai. E poi...... Poi si sfiorò la bocca con le dita. Il ricordo di quel bacio e di quei sentimenti, le spezzarono il cuore. Le lacrime scesero lungo il suo viso, lasciando dei segni ben visibili sulle sue guance, come cicatrici. Quando se ne accorse, se le asciugò. Si alzò a guardare fuori dalla finestra. Il sole che brillava nel cielo, l'attraeva e non sapeva darsi una spiegazione. Notò il suo abbigliamento. Era vestita con una vestaglia bianca un po abbondante. Un po incuriosita, iniziò a girovagare per la stanza sfiorando delicatamente i mobili che vi erano all'interno. Sobbalzò quando la porta si aprì, ma non si mise in guardia, non percepiva alcuna minaccia. Entrò Azar, era bellissima ed aveva un sorriso dolcissimo e triste allo stesso tempo. La guardò e disse. - Vedo che ti sei svegliata!- Poi posò una scodella con della zuppa fumante su di un tavolo e proseguì. - Qui c'è della zuppa! Mangiala è buona e ti aiuterà a metterti in sesto. Poi lavati, vestiti e raggiungimi fuori in giardino che ti presenterò agli altri abitanti.- Sorrise ancora la Dea prima di allontanarsi e chiudere la porta dietro di lei.
Rimasta sola, Ipno si sedette davanti a quel piatto di zuppa, prese un cucchiaio e la mangiò. Non aveva mai mangiato prima d'ora, nell'He'ljzio non ne aveva mai avuto la necessità, ma trovò la cosa molto piacevole. Il gusto del cibo sul palato e sulla lingua, le davano una sensazione di appagamento e di benessere. Finito di mangiare andò in bagno e trovò una vasca piena di acqua calda. Istintivamente, si tolse la vestaglia e si immerse in quella vasca. Immersa in quel liquido caldo e incolore, sentì il suo corpo rilassarsi, e quasi si addormentò nel suo dolce tepore. Si alzò, si mise un asciugamano addosso e si diresse allo specchio. Guardò a lungo la sua immagine riflessa, senza pensare a nulla, senza sapere perchè si trovasse li in quel luogo strano, dove tante piccole sensazioni la invadevano dolcemente. Con le mani, prese i capelli e con gesti lenti e delicati iniziò ad accarezzarseli togliendo qualche nodo che vi si era formato dal vapore della vasca. Uscì dal bagno, si avvicinò lentamente alla sedia, prese il suo vestito e lo indossò. Guardò nuovamente fuori dalla finestra e raggiunse in seguito Azar fuori la sua dimora.

In giardino, la dea passeggiava leggiadra tra i suoi alberi, seguita da qualche animale selvatico. Era bellissima, risplendeva di una luce pura, ogni suo gesto era aggraziato ed emanava una pace coinvolgente. Senza voltarsi disse con voce dolce e tranquilla. - Avvicinati senza paura.-
Così fece Ipno, si avvicinò ad Azar in silenzio ed incuriosita da quel giardino, da quegli alberi e da quelle creature che la circondavano.
Azar – Bene! Iniziamo con le presentazioni. Questo è un albero di mele.- E raccolse una mela rossa e lucente da quell'alberò porgendola all'angelo.
Ipno la prese delicatamente per paura di romperla.
Un piccolo cerbiatto, le se avvicinò guardandola con occhi incuriositi. Lei lo notò e avvicinò il suo volto a quello del cucciolo che le leccò il viso. Sorpresa la ragazza, non si ritrasse, sentiva del solletico sul viso ed una dolce sensazione mai provata prima.
Azar – Questo invece è un piccolo di cervo. E' nato dieci giorni fa e sembra sia curioso quanto te.-
Ipno si rimise in posizione eretta e poi domandò alla Dea. - Come mai mi trovo qui?-
Azar guardò prima il cielo poi si girò verso la ragazza ed iniziò a parlare. - Ti ho trovata nell'Oblio! Emanavi tanta disperazione che il tuo richiamo mi ha portata fino a te. Eri ferita e saresti rimasta dentro quel luogo per sempre, se fossi sopravvissuta. Ho visto i tuoi ricordi. Ho visto i sentimenti che hai cercato di reprimere. Ho visto il tuo cuore urlare di gioia e poi di disperazione. Ho visto la paura in te.- La dea si fermò chiuse gli occhi per un istante per riaprirli subito dopo.- Mi dispiace per quello che mia sorella ti ha fatto. Purtroppo Didi ha sempre avuto una sorta di repulsione verso i sentimenti come l'amore.- Venne interrotta da Ipno che si era inginocchiata carezzando delicatamente la testa del cucciolo. - Non importa! Sapevo che era proibito fin dall'inizio. Non avrei dovuto permettere che accadesse. Quindi è solo colpa mia! Ho meritato di essere punita.-
Azar guardò quella gracile ragazza che accarezzava il piccolo cervo, e notò che aveva sul volto un aria quasi inespressiva. Sentì riempirsi il cuore di tristezza, quindi le porse una mano e disse facendole un sorriso amorevole. - Vieni! Ti voglio mostrare una cosa!- Le prese la mano con dolcezza e la portò vicino una roccia dove vi era un dirupo. - Guarda in basso! Cosa vedi?- E indicò il fondo del dirupo.
Ipno – Vedo i mortali.-
Azar – Ora chiudi gli occhi e concentrati! Cosa senti?-
La giovane eseguì gli ordini, chiuse gli occhi e si concentrò. In un istante, migliaia di emozioni, provenienti da persone diverse la invasero. Rabbia, dolore, gioia, amore, odio. Riconobbe tante emozioni che aveva provato tempo fa, poi con stupore aprì gli occhi cercando lo sguardo della dea che intanto la stava guardando con il suo solito sorriso caldo e materno.
Azar – Come puoi dire che è sbagliato provare sentimenti? E' peccato solo tentare di proibire di provare emozioni! Ricordalo bene ragazza mia.-
Ipno ancora sorpresa cercò di dire qualcosa, ma le parole le si fermarono in gola, dove vi si era formato un nodo. Sentì ancora le guance inumidirsi. Scoppiò in un pianto dirotto tra le braccia della Dea che la stringeva delicatamente a se e continuò a parlarle. - Tu non hai colpa figlia di Didi. Io ti ho raccolta perchè meriti una seconda opportunità. Se lo vorrai, rimarrai qui con me ed io t'insegnerò tutto quello che so!- Poi asciugò le lacrime da quel dolce viso ed aggiunse. - Hai dei bellissimi occhi! Sono unici.- E le fece ancora quel sorriso dolce e triste allo stesso tempo che riempì il cuore della ragazza di un calore avvolgente.
Azar – Ora andiamo. Domani per prima cosa t'insegnerò a mimetizzarti tra i mortali. Non credo che passeresti inosservata con queste bellissime ali.- E gliene sfiorò una delicatamente. Poi la prese per mano e si avviarono nella dimora della Dea.

 

Passarono i giorni, i mesi, gli anni. Ipno sotto gli insegnamenti di Azar, costantemente andava dai mortali per imparare, eludendo loro i suoi lineamenti d'angelo, ma soprattutto riuscendo a celare le sue grandi ali nere. Era diventata bravissima in questo, talmente brava che riusciva a nasconderle anche alla Dea stessa. La ragazza passava tanto tempo tra i mortali e altrettanto insieme alla sua salvatrice, che le aveva insegnato la meditazione. Spesso infatti la Dea la trovava nel giardino sotto quell'albero di mele circondata dagli animali, mentre fluttuava nella posizione del loto. Emanava una pace coinvolgente e piacevole e le sue ali nere non erano più nemmeno visibili. - Ipno!- La Dea la chiamò interrompendo il suo esercizio.
Ipno – Maestra mi dica!-
Azar – Non vedo più le tue ali!-
In un attimo l'angelo fece apparire le sue bellissime ali nere con uno dei suoi rari sorrisi che le illuminava il viso.
Azar – Sei diventata bravissima. Oggi verrò con te dagli umani, è da molto che non scendo tra loro.- Poi fece un sorriso e si affiancò alla ragazza ed insieme iniziarono a meditare.
Erano lontani quei giorni in cui, abitante dell'He'ljzio, passava le giornate pensando alla lotta e a sfidare i suoi fratelli, specialmente lui. Keres. Il suo ricordo era sempre presente in lei. La sua bellezza, il suo sguardo fiero e deciso. La sua forza in battaglia. E il suo amore, che l'aveva travolta in un vortice di sensazioni ed emozioni che l'avevano fatta sentire donna. Ci pensava spesso a quei tempi andati, tutti i giorni, ogni istante. E quei ricordi che le davano la forza di continuare a vivere ed imparare dal suo nuovo mondo.

Ma.....

Nulla passava inosservato.
Sempre Geras osservava nell'ombra. Nulla gli sfuggiva. Ne la nuova vita della sorella insieme alla Dea della luce. Ne la sete di potere dei demoni che bramavano nell'oscurità. Ne il silenzio del maggiore dei suoi fratelli.
Sapeva benissimo che prima o poi la grande madre avrebbe fatto la sua mossa. Lui era l'invidia. E da tempo si era insinuato nel corpo di Didi. La conosceva bene e sapeva che sarebbe bastato poco per far esplodere la sua ira in tutta la sua potenza. - E' quasi il momento!- Si era detto. - Manca poco e tutto avrà fine.-

 

Non vi era solo il subdolo ad osservare nell'ombra.
Dall'alto dell'He'ljzio, nel silenzio più assoluto e nell'impassibilità più impenetrabile, Keres osservava Ipno. I sentimenti del giovane erano stati ormai repressi. Per ordine della grande madre, aveva represso il suo amore per la sorella. Però ugualmente la osservava, e notava come sempre più, le somigliasse. La chiassosa e rissosa Ipno oramai aveva lasciato il posto ad una taciturna e sempre più impassibile ragazza. Si voltò e andò via, nessun sorriso, nessun ripensamento. Anche se non era più il prediletto, si comportava ancora come tale. Quel giorno mentre voltava le spalle alla roccia e si avviava nella sua stanza, interruppe il suo silenzio che durava da tempo immemorabile, e senza arrestare il suo passo disse. - Come hai solo potuto pensare di celarmi la tua presenza fratello?- E continuò a camminare.
Geras nascosto nell'ombra fu assalito dalla paura. Si mise una mano sul cuore e iniziò a sudare freddo. Sapeva benissimo che prima o poi, se voleva che il suo piano andasse in porto, avrebbe dovuto scontrarsi con Keres e l'idea non gli piaceva affatto. Però non avrebbe rinunciato, avere il posto della grande madre era un'opportunità troppo ghiotta. Doveva eliminare Keres e poi tutto sarebbe stato semplice. Aveva bisogno di qualcuno che lo sconfiggesse e Trigon faceva al caso suo. Il demone delle fiamme era l'unico che poteva competere con il maggiore degli angeli e avrebbe approfittato della battaglia per eliminarlo una volta per tutte.

 

La stessa Didi, talvolta, osservava la sorella e la “figlia rinnegata”. Quella sorella che aveva osato preferire i mortali a lei. Quella sorella che aveva salvato Ipno, che la grande madre aveva condannato. Quella sorella che non la temeva....... E quella “figlia” disobbediente, che aveva osato, da prima infrangere il suo comandamento e poi aveva osato eludere la sua punizione trovando rifugio dietro la luce di Azar. L'impassibile e fiera Didi stava tentennando. L'invidia, la rabbia, la vendetta. Sentimenti che riteneva futili, ora si stavano, a poco a poco, impossessando di lei. Nel profondo del suo animo, bramava vendetta, verso quella sorella e quella “figlia”.... E verso i mortali.

 

L'occasione che il il subdolo stava aspettando, arrivò ben presto. Ishkur, demone degli uragani, spinto dalla bramosità del dominio, tentò l'invasione dell'He'ljzio. Attaccò di persona insieme al suo esercitò e fronteggiò gli angeli oscuri. Il demone era avversario di ben altra pasta rispetto ad Ahrimar. Creò qualche difficoltà ai potenti angeli. Il suo esercito era ben strutturato, e i suoi demoni molto addestrati.
Nonostante ciò, gli angeli della grande madre, lo sconfissero ricacciandolo indietro. Ishkur dovette battere in ritirata insieme al suo ormai esiguo esercito.

Ormai il vaso di pandora era stato aperto. Didi l'avrebbe fatta pagare a tutti i demoni e a tutti coloro che si fossero intromessi. Poi avrebbe punito anche Azar e i mortali e quella “figlia” ingrata.
Chiamò i suoi angeli a se e disse. - Angeli della grande madre! E' giunto il tempo! Io Didi, padrona dell'oscurità, ora voglio che il mio dominio sia esteso ovunque! Da troppo tempo sono rimasta in disparte ed ora è giunto il momento che tutto ciò che è conosciuto, mi appartenga. Eliminerò tutti coloro che vorranno intralciare il mio cammino. Anche i miei stessi fratelli se fosse necessario. Come prima cosa, annienteremo Ishkur e il suo regno che ha osato tanto, poi ad uno ad uno tutti i regni demoniaci. Poi devasteremo il pianeta azzurro, Azar che ha osato proteggere vostra sorella Ipno, ed infine Ipno stessa che ha osato mancare di rispetto a me che sono la grande madre. Andate miei guerrieri e cancellate dalla storia i miei nemici!- Mentre parlava sembrava che tutto tremasse. I suoi angeli si resero conto del potere spaventoso che la grande madre possedeva. E così per il timore di incorrere nelle ire di Didi, i guerrieri dalle nere ali, si mossero per eseguire il compito assegnato. Tranne Keres. Lui non si mosse per paura, il ragazzo era assolutamente devoto a Didi, e qualsiasi compito lei le avesse assegnato, l'avrebbe portato a termine. E aspettava la mossa di Geras. Keres sapeva tutto. Nulla gli era sfuggito. E sempre aveva notato il fratello che lo spiava nell'ombra.

 

Così la grande guerra ebbe inizio.
Da una parte, vi erano gli angeli della grande madre, creature alate dotate di poteri eccezionali e abilità di combattimento fuori da ogni immaginazione.
Dall'altra vi erano i demoni con i loro eserciti. E così uno dopo l'altro iniziarono a cadere tutti i regni infernali.

Il primo fu Ishkur degli uragani, che nulla potè contro lo strapotere degli oscuri angeli.
Poi fu la volta di Krayl dell'aridità che fuggì abbandonando il suo regno distrutto.
Ancora poi fu la volta di Balbherith demone della gravità che tentò una resistenza lunga, ma alla fine dovette soccombere sotto la potenza dei guerrieri di Didi.
E via via, uno per volta, tutti i demoni venivano sconfitti oppure fuggivano difronte lo strapotere dell'oscurità.
Rimasero il solo Trigon delle fiamme e Taranis del tuono ad opporre una valida resistenza.
Ma ben presto sarebbero soccombuti. Quindi Trigon decise di chiedere aiuto alla luce.

 

La notizia della guerra fece il giro delle dimensioni esistenti e raggiunse anche il pianeta azzurro.
Quando la notizia arrivò, la Dea splendente era in meditazione insieme ad Ipno.
Dal celo scese un messaggero di Trigon che si prostrò dinanzi ad Azar e parlò. - Divina Azar! Trigon delle fiamme mi manda ad informarla che la suprema Didi, in preda alla collera, ha intenzione di calare l'oscurità in ogni dove. Il mio signore è l'ultimo baluardo per arrestare la sua avanzata. Ma ben presto verrà sconfitto. Voi tutti conoscete bene Didi, il suo potere e i suoi angeli oscuri. Sapete benissimo che non si arresterà fino a quando tutto non sarà annientato. Il mio signore è a conoscenza che lo ritenete una minaccia per voi e per i mortali, però vi chiede un alleanza per contrastare un nemico ancor più temibile, potente e spietato.-
Azar sbarrò gli occhi, poi guardò Ipno che stranamente rimase impassibile. La Dea conosceva fin troppo bene il potere della sorella, e sapeva benissimo che non vi era modo per contrastarla, se non effettuare un sacrificio troppo grande.
Si rivolse al messaggero dicendogli – Di a Trigon delle fiamme, che presto verrò a dargli manforte.- Poi mandò via il messaggero.

Azar rimase in silenzio. Un lungo ed interminabile silenzio, che poi fu interrotto da un sospiro triste della Dea. La luce teneva a cuore il destino di tutti i mortali e sapeva benissimo che, se Didi avesse preso possesso di tutto, sarebbe stata la fine. E sapeva benissimo che dopo Trigon, avrebbe puntato su di lei. Si, lo sapeva molto bene. Azar avrebbe affrontato Didi ed avrebbe rinunciato a quello che gli era più caro pur di fermarla.
Si voltò versò Ipno, guardandola come se fosse l'ultima volta, le sorrise come una mamma fa con una figlia e le disse. - Figlia di Didi! E' passato tanto tempo da quando ci siamo incontrate. La tua compagnia, mi ha allietato i giorni. Il volerti insegnare i sentimenti e la bellezza di essi, è stato uno scopo che mi ha data tanta gioia e soddisfazione. Volendoti insegnare, ho imparato molto. Si! Da te ho imparato molte cose e te ne sono grata. Da quando sei qui con me, sei cambiata tantissimo e ne sono molto orgogliosa. La confusa e spaventata Ipno, ora non esiste più. Al suo posto c'è una ragazza taciturna che ama la pace. Sei stata la più grande gioia che mi sia capitata. Ma ora devo andare. E' giunto il tempo di confrontarmi con la più anziana dei miei fratelli. Colei che, tra gli Dei, ha il potere più spaventoso e che non avrà pietà per nessuno. Per il bene di tutti i mortali, e per il tuo, io devo andare. Ti affido la mia dimora e il pianeta azzurro. Abbi cura di loro!- Si voltò Azar pronta per andarsene via, forse per sempre..... ma una mano la trattenne. Stupita la Dea si voltò e vide Ipno che la teneva dolcemente per la mano. La guardò dritta negli occhi. Quei bellissimi e unici occhi viola erano pieni di riconoscenza. Si inginocchiò Ipno. Per la prima volta s'inginocchiò davanti ad Azar senza smettere di guardarla negli occhi. Poi parlò mentre veniva guardata con stupore dalla Dea. - Madre! - Lo stupore si accentuò sul volto della divina e il suo cuore si riempì di gioia. Mai la giovane prima di allora l'aveva chiamata madre. E senza distogliere lo sguardo, Ipno proseguì. - Madre! Il tuo destino è anche il mio!-
Azar si chinò le mise una mano sulla guancia, a stento stava trattenendo le lacrime di gioia, e le rispose. - Figlia mia, non smetterai mai di stupirmi! Ma non mi devi nulla non sei obbligata a venire con me!-
Ipno – Madre! Io ti devo tutto invece! Ma non è per questo che ti chiedo di starti a fianco nella lotta! Non è la riconoscenza che mi spinge a combattere una battaglia a rischio della vita! Ma la consapevolezza. La consapevolezza che, nell'oscurità di Didi, tutto avrà fine.-
Azar – Figlia mia! Sai benissimo che staremo nuovamente al cospetto della tua creatrice!-
Ipno – Madre! Non la temo. L'oscurità non mi fa più paura oramai! E poi sono l'unica che può contrastare la furia del prediletto, quando si scatenerà. Te ne prego, lascia che ti affianchi fino alla fine. Non ho altro desiderio. - Poi chinò il capo la ragazza.
Azar l'aiutò ad alzarsi e disse. - E sia! Avremo lo stesso destino! Sia che ci sorrida o no!-
Ipno spiegò le sue lucenti ali nere rivelando il suo potere. La Dea, stupita prima, compiaciuta poi percependo l'energia dell'angelo disse. - Quindi ti eri preparata già da tempo! - La giovane si limitò a sorriderle e a stringerle la mano. Azar contraccambiò il sorriso ed aggiunse. - E no figlia mia! Non smetterai mai di stupirmi! Credo che mia sorella avrà una spiacevole sorpresa!- E mano nella mano, si alzarono in volo, condividendo lo stesso destino.

 

Continua...........!

 

-Strapperò via queste tue dannate ali!-

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2645967