The spring of the soul - Frammenti di vita

di Lady Uchiha 23
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cronache di un desiderio mai realizzato ***
Capitolo 2: *** La somma del mio tutto sei sempre tu ***
Capitolo 3: *** Il primo e unico amore ***
Capitolo 4: *** Di vetri rotti e amanti focosi ***



Capitolo 1
*** Cronache di un desiderio mai realizzato ***


The spring of the soul - Frammenti di vita
 
Che resta di quello che è stato?


Capitolo primo - Cronache di un desiderio mai realizzato


Correva veloce per le strade del suo villaggio, felice per la giornata che stava per terminare. Lui e i suoi compagni di team - Jiraya e Tsunade - avevano affrontato un duro allenamento quel giorno, ma avevano imparato nuove tecniche, e questo era sempre motivo di gioia per lui. Il maestro Sarutobi gli aveva più volte fatto i complimenti, e sapeva che tra i tre lui era il suo preferito, nonostante il maestro non lo facesse notare. Ma quando gli si rivolgeva aveva una luce particolare negli occhi, come una scintilla, che si spegneva un poco quando si rivolgeva a Jiraya o Tsunade. Non che loro non fossero forti, ma si sa che anche il miglior maestro ha il suo allievo preferito. Soprattutto da quando i suoi genitori erano morti in circostanze misteriose, era ancora più ben voluto da Sarutobi, e questo non faceva che inorgoglirlo, oltre che aiutarlo a superare la brutta perdita. Anche i suoi compagni, i suoi amici di sempre gli stavano molto vicino. Aveva iniziato a provare qualcosa di più profondo di un semplice legame di amicizia per Jiraya, sentendolo più come un fratello. Ma era cambiato anche quello che provava per Tsunade, provando qualcosa che per la prima volta si faceva spazio nel suo cuore, e che lui non riusciva a fermare o dimenticare. Aveva iniziato a spiarla quando si allenava, rimanendo anche ore nella stessa posizione, incantato da lei. Iniziava a sognarla la notte, a cercarla quando non c'era. Era qualcosa che lo rendeva felice se stava con lei, ma che lo buttava nello sconforto quando la vedeva con lo stesso Jiraya o con chiunque altro, convincendosi che poteva essere felice anche quando lui non c'era. Dal canto suo Tsunade non aveva cambiato il suo atteggiamento nei suoi confronti, era sempre la solita chiacchierona allegra, ma quando deciva di fare sul serio costringeva i due amici a fare sul serio, soprattutto negli allenamenti. Avevano dormito e mangiato insieme, affrontato missioni, si erano salvati a vicenda, si erano consolati a vicenda. Ma solo dopo tanti anni Orochimaru si era accorto di cosa provasse davvero per lei. Arrivò a casa che il sole era già all'orizzonte e stava regalando i suoi ultimi raggi al mondo per quella giornata; Orochimaru si buttò sul letto, stanco ma felice.



***



Si svegliò a notte inoltrata; qualcuno cercava di demolirgli la porta con continui pugni. Si alzò, svogliato, e andò ad aprire, trovandosi di fronte Tsunade.
-Hey, dormiglione!-
-Ti sembra l'orario di venire a fare una visita?-
-C'è una cosa che voglio farti vedere!-
E quando Tsunade si intestardiva, non c'era proprio niente da fare. Si vestì in fretta, da una parte scocciato di uscire a quell'ora, dall'altre felice perché Tsunade fossa andata a chiamare proprio lui! Chissà dov'era Jiraya... Accantonò subito il pensiero, in quel momento non importava. Lei lo aspettava nel salotto, impaziente di uscire. Uscirono di casa in silenzio, e Orochimaru iniziò a pensare su cosa fosse così importante da doverlo vedere nel pieno della notte.
-Possa sapere dove stiamo andando?-
-Lo vedrai tra poco!-
-Eddai, me lo devi!-
-Abbi pazienza e sarai ripagato.- gli disse Tsunade con un sorriso, che fece vergognare leggermente Orochimaru.
Si voltò dall'altra parte, lasciando scorrere i suoi pensieri.
-Siamo arrivati!- disse Tsunade, iniziando a correre su per la piccola collinetta davanti a loro.
-Aspetta!-
-Chi arriva per primo avrà diritto ad un desiderio in più!-
Non capendo cosa volesse dire quella frase, Orochimaru si affrettò a correre. Non la raggiunse per poco, ma lei aveva avuto il vantaggio di sapere dove stavano andando, perciò il ragazzo non si ritenne poi così sconfitto. Mentre riprendevano fiato, Tsunade si sdraiò sul prato fresco, seguita subito dopo da Orochimaru.
-Perché siamo venuti qui?- chiese finalmente Orochimaru.
-Stanotte è la Nottte dei Desideri! E' la notte in cui cadono più stelle cadenti, e se ne vedi una puoi esprimere un desiderio!- rispose Tsunade con enfasi; si vedeva bene come ci tenesse a vedere almeno una stella cadente. Orochimaru alzò gli occhi al cielo e si stupì di vedere così tante stelle. Dal centro del villaggio, per via delle luci, le stelle si vedevano poco o niente; ma su quella collinetta, isolata rispetto al villaggio, il cielo sembrava un sipario aperto che lasciava scivolare lo sguardo da una stella all'altra, da un desiderio all'altro. I ragazzi non proferirono parola per un po', incantati dalla bellezza del cielo, e persi ognuno nei propri pensieri.
-Come mai non c'è anche Jiraya?- chiese poi all'improvviso Orochimaru.
-Sai com'è lui... Troppo preso dalle ragazze... Non è tipo per fare queste cose.-
Ad Orochimaru non sfuggì il tono leggermente triste della compagna, che suonò nella sua testa come un antifurto. Ma il pensiero appena formatosi scomparve quando Tsunade si voltò verso di lui con un gran sorriso.
-Ma ci sei tu che queste cose le sai apprezzare!- disse lei, come a voler mascherare almeno un po' la tristezza di un attimo prima, riuscendoci.
-Qual è il tuo desiderio, Tsunade?-
-Io vorrei... No, i desideri non si dicono, sennò non si avverano.- disse lei arrossendo. Orochimaru non insistette, ma qualcosa gli diceva che il suo desiderio non era qualcosa che lo riguardava.
-Una stella cadente!- disse Tsunade all'improvviso, mettendosi a sedere.
Poi chiuse subito gli occhi, concentrandosi sul suo desiderio. Orochimaru sorrise alla sua reazione, e tornò a scrutare il cielo.
-E qual è il tuo desiderio invece?- chiese al ragazzo poco dopo.
-Hai detto che non si dicono i segreti...-
-Però a me puoi dirlo!-
-Eh no, troppo facile così!-
-Dai!-
-Se riesci a prendermi, allora te lo dico!- disse lui iniziando a correre, tornandole il favore di prima.
Corsero per tutta Konoha, finché Orochimaru non si fermò di fronte a casa di Tsunade.
-Sei veloce...- disse lei quandò arrivò, col fiato corto.
-Ci vediamo domani!-
Lei aprì la porta e diede un bacio sulla guancia a Orochimaru, facendolo arrosire un po'.
-Grazie.- Poi chiuse la porta, lasciandolo lì.



***



I giorni trascorsero tranquilli, e il legame tra Orochimaru e Tsunade era sempre più forte. I due facevano tante cose insieme, mentre Jiraya declinava sempre più spesso i loro inviti, il che non dispiaceva ad Orochimaru. Sperava che quel periodo potesse durare il più a lungo possibile, ma, si sa, tutto finisce. Un giorno, mentra stava andando agli allenamenti, vide Jiraya e Tsunade in un angolo della strada, appartati. Orochimaru si avvicinò un po' per vedere cosa stesse succedendo, ma non riuscì a capire cosa si stessero dicendo. La discussione era animata, la ragazza gesticolava come era solita fare quando era molto agitata o arrabbiata, e ben presto alcune lacrime iniziarono a rigarle il volto. Jiraya era invece impassibile, quasi come se non partecipasse alla discussione. Tsunade si allontanò correndo, mentre Jiraya si era seduto nella panchina lì accanto, con le mani sul volto. Orochimaru decise allora di avvicinarsi al compagno, per capire cosa fosse successo.
-Orochimaru! Fai bene tu a stare alla larga dalle ragazze!- disse Jiraya teatralmente, come se la sua fosse la più grande delle maledizioni.
Orochimaru non capì il senso di quell'affermazione e preferì non indagare oltre; sapeva che quando il suo amico iniziava a dire cose come se davanti a sè avesse una platea di persone, era meglio lasciare stare. Andò alla ricerca di Tsunade. Dopo molto tempo la trovò rannicchiata vicino all'entrata del campo dove si allenavano, ancora con i segni del pianto sul volto.
-Voglio stare da sola.-
-Io invece voglio aiutarti.-
Quelle parole ebbero l'effetto opposto a quello che desiderava Orochimaru, scatenandole un alttro attacco di pianto. Lei lo abbracciò, piangendo a lungo sulla sua spalla, mentre lui, non sapendo cosa dire, la lasciò fare.
-Grazie per esserci sempre.-
-Mi dici cosa è successo?-
-Il mio desiderio non si è realizzato...-
Orochimaru capì che la ragazza non voleva parlarne, e lasciò perdere per la seconda volta.



***


 
Tsunade si era battuta con tutte le sue forze, ma non poteva reggere il confronto con Madara. Certo, lui non ci era andato leggero: l'aveva tagliata a metà. L'arrivo di Orochimaru fu provvidenziale; con l'aiuto di Katsuyu, Karin e Suigetsu e con molta fatica, riuscì a rimetterla in sesto. Mentre gli altri cercavano di dare aiuto anche gli altri Kage, Orochimaru rimase accanto alla sua ex compagna.
-Perché fai tutto questo?- gli chiese senza preavviso Tsunade, ancora moribonda.
-Eravamo compagni... Amici.-
-Siamo stati nemici...-
-Cosa resta per te di quello che è stato prima?-
-Tante... Troppe cose...-
-Tsunade... Io non te l'ho mai detto, ma...-
-Io lo so. Pensavi davvero che non ti notassi quando mi allenavo? O quando arrossivi? Io l'ho sempre saputo...- disse lei con la nostalgia negli occhi.
-Allora perché...-
-Perché non ho mai fatto niente? Perché io avevo bisogno di te... Quando quella volta mi hai trovata in lacrime, avevo appena confessato il mio amore a Jiraya, ma lui mi aveva rifiutata, e mi sono appoggiata a te, nonostante sapessi cosa povassi.-
Orochimaru non seppe più cosa dire. Era stato praticamente usato, e non aveva mai avuto una reale possibilità con Tsunade. Il desiderio di Tsunade di quella notte gli apparve chiaro come il sole... Ma lo tenne per sè.
-Scusami davvero...- disse lei.
-Per me non è mai cambiato nulla.-
-Sei stato importante, Orochimaru.-
-Sei stata il mio desiderio, quella notte.-
Dagli occhi di Tsunade uscì un'unica lacrima, che racchiudeva tutti gli sbagli passati, iniziando proprio da Orochimaru. Il destino voleva che nel loro team regnasse l'amore, ma che non fosse mai ricambiato.

 


*Spazio Autrice*
Rieccomi qui! Vi sono mancata?
Voi si, e tantoo!
Che dire, era da un po'
che pensavo di scrivere 
una cosa del genere.
Vi aspetto,
Lady uchiha 23



 

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Capitolo 2
*** La somma del mio tutto sei sempre tu ***


Capitolo Secondo - La somma del mio tutto sei sempre tu


Mentre tutto cambia, tu non cambiare mai.



-Sakura!-
Sasuke era seduto sul divano di casa sua, intento a leggere dei rotoli accumulati sul tavolo posto davanti a lui. Sakura arrivò poco dopo, con uno straccio in mano. Doveva interrompere le sue faccende mattutine in continuazione perché Sasuke la chiamava, per motivi alquanto stupidi.
-Che vuoi, ancora?-
-Mh...-
Sasuke non rispose subito, o per lo meno non rispose come le persone normali intendono. Il suo sguardo era tonato a concentrarsi sul rotolo che aveva in mano, dimenticandosi all'improvviso della presenza di Sakura - e del motivo per cui l'aveva chiamata. Sakura si stufò di aspettare e tornò ai suoi lavori. Sasuke era sempre stato difficile da capire, ma a volte sembrava proprio di un altro pianeta.


Dopo la mattina, Sasuke non si fece vedere per tutto il giorno. Ormai Sakura era abituata ad assenza così lunghe, e aveva imparato a non preoccuparsi.Il moro rientrò a casa solo a notte fonda, e Sakura si svegliò quando lui si mise a letto.
-Dove sei stato?-
-Ad allenarmi.-
-Ma cosa ti alleni a fare... Non ce n'è più... Bisogno...- disse la rosa più addormentata che sveglia, per poi tornare completamente ad un sonno profondo. Sasuke sorrise, era proprio una credulona.


Nei giorni a seguire Hikari usciva spesso con suo padre, e Sakura rimaneva a casa senza molto da fare. Si chiedeva cosa facessero quei due , e sospettava che ci fosse sotto qualcosa. Sasuke era ancora più sfuggente del solito - il che era tutto dire. Praticamene la evitava, rispondeva con versi che neanche un interprete avrebbe potuto capire, tornava sempre tardi a casa e mangiava spesso fuori. Essere la moglie di Sasuke Uchiha era davvero un'impresa, soprattutto quando la loro bambina, sosteneva il gioco del padre.


La rosa iniziò a cercare indizi per casa. Cercò in tutti i casetti, sulla scrivania dove Sasuke teneva i suoi rotoli, nella loro stanza. Non trovò nulla, ma non si strupì: se stava nascondendo qualcosa, di certo non si sarebbe lasciato scoprire così facilmente. Rimaneva quindi una cosa sola da fare: seguirli. E avrebbe attuato il suo piano proprio il giorno dopo.


-Sakura, stiamo uscendo!- disse Sasuke, mentre sua moglie era in cucina.
-Va bene, ma non fate tardi.-
Appena sentì la porta chiudersi abbandonò ciò che stava facendo e si fiondò all'inseguimento. Ma quando aprì la porta, loro erano già scomparsi. la cosa stava iniziando ad innervosirla, ma non aveva intenzione di cedere. Decise allora di andare da Naruto, anche se non era molto convinta di questa scelta. Se sapeva qualcosa, di sicuro non avrebbe rivelato nulla; se invece non era al corrente di niente, anche lui avrebbe fatto di tutto per scoprirlo, mettendo da parte persino il suo ruolo da Hokage. E ciò avrebbe potuto rivelarsi una catastrofe. Decise comunque di rischiare. Bussò alla porta più volte, ma dalla casa non proveniva nessun rumore, quindi era stato un totale buco nell'acqua, e iniziava a sentirsi presa in giro. Tornò a casa afflitta, temendo seriamente che Sasuke ne stesse combinando una delle sue, e che stavolta avesse coinvolto anche Hikari. Ma se fosse stato davvero così, non glielo avrebbe perdonato.


Nel frattempo Sasuke e Hikari si riposavano sotto un albero. 
-Papà, ma non pensi che la mamma si preoccupi?-
-Oh si, sarà molto preoccupata.-
-Allora perché non torniamo?-
-Perché deve preoccuparsi perché il nostro piano funzioni.-
-Se lo dici tu...- disse la bambina pensierosa, forse più saggia di suo padre.
-Sasuke!- urlò Naruto, correndo in direzione di padre e figlia.
-Zio!- Disse Hikari, felice di vederlo.
-Siamo pronti.- affermò l'Hokage, fiero di sè stesso.
-Bene.-
Sasuke si alzò e chiuse gli occhi concentrandosi un attimo su quello che avrebbe dovuto subire da parte di Sakura per ciò che stava facendo.


Dopo la visita di Sakura a casa di Naruto, Sasuke tornò quello di prima. Usciva poco e niente, anche se passava molto tempo con Hikari, e la rosa continuava ad essere ignorata ad entrambi. Una sera, mentre si stavano per mettere a letto, sakura decise di affronare suo marito.
-Senti Sasuke... Cosa sta succedendo?- chiese, visibilemte preoccupata.
-Cosa dovrebbe succedere?- rispose lui con il suo tono ovvio, mentre si toglieva i vestiti.
-Vi vedo strani...-
-Chi?-
-Tu e Hikari.-
-Io sono sempre lo stesso, e lei è solo una bambina.-
-Siete due Uchiha, il che la dice lunga.-
-Sakura, non fare la noiosa.-
Per Sasuke la discussione era finita lì. Si girò dall'altra parte, dandole le spalle, mentre un sorriso si disegnava sul suo volto, contento che il suo piano stesse andando a segno.
-Buonanotte, Sakura.-
-Mh.- rispose lei, in perfetto stile Sasuke Uchiha.


Il giorno dopo Sakura ripartì all'attacco, stavolta con sua figlia. Se Sasuke era un osso duro, con Hikari poteva farcela. la trovò nella sua stanza, intenta ad osservare attentamente un foglio. Appena la madre entrò nella stanza, la bambina nascose il foglio sotto il cuscino e andò incontro a Sakura.
-Mamma!-
-Che fai di bello?- chiese lei, cercando si avvicinarsi al letto.
-Oh niente...-
-Che ne dici se pomeriggio facciamo una passeggiata?-
-Non posso, sono impegnata con papà!-
-E cosa dovete fare?- chiese Sakura, prendendo la palla al balzo.
-Hikari!- chiamò Sasuke dal salotto, salvando la figlia in extremis.
-Arrivo papà!- disse la bambina correndo giù per le scale. Sakura rimase leggermente scossa da quella reazione, e non accettava più di essere all'oscuro di quel segreto.


Quando si riprese, i due componenti della sua famiglia - i traditori, gli infami - avevano già finito di confabulare e stavano ridendo di qualcosa che a lei rimase ignoto. Sasuke la vide sulla soglia della porta, ma non la invitò ad unirsi a loro, cosa che in altre situazioni avrebbe fatto, ma non in questa. Aveva una strana adrenalina in corpo, perché nasconderle qualcosa non era facile, e si sentiva come in missione, dove la segretezza era fondamentale. Sapeva che sua moglie non si sarebbe arresa finché non avesse saputo fin dal principio tutta la storia, perciò decise che da quel momento in poi avrebbe dovuto fare ancora più attenzione, soprattutto avrebbe dovuto tenere sotto controllo Hikari, che era più facilemente manipolabile. Sakura lasciò i due ai loro segreti e decise che doveva inventarsi qualcosa.


Sakura smise di cercare di scoprire cosa stessero tramando. Riprese a vivere la sua vita, facendo finta che fosse tutto a posto. Sasuke si accorse del suo cambiamento, e ci rimase un po' male perché lei aveva capito qual'era l'atteggiamento giusto per farlo innervosire. Tuttavia decise anche lui di lasciare le cose così com'erano, tanto ormai mancava poco, e poi tutto sarebbe venuto alla luce del sole. Era il 28 marzo, compleanno di Sakura. Sasuke si svegliò prima di lei, e rimase a contemplarla mentre dormiva. Anche se non era più una ragazzina, era bellissima. Lei sospirò e aprì lentamente gli occhi, fissandolo.
-Buongiorno... E buon compleanno.- disse lui, dandole un bacio leggero sulle labbra.
-E' solo un altro anno che se ne va...- gli rispose lei, chiudendo gli occhi.
Era evidente che era arrabbiata, ma Sasuke non ne preoccupò.
-Tra cinque minuti ti aspetto in cucina.- disse lui, alzandosi dal letto.
Quando Sakura scese, non trovò nessuno. Entrò in cucina e all'improvviso fu attaccata da dietro, mentre le mettevano una fascia sugli occhi.
-Sasuke...-
-Non dire niente, aspetta e vedrai.- disse il moro, che la condusse fuori dalla porta di casa loro.
Poi la prese in baccio e iniziò a saltare di tetto in tetto. Sakura, come le era stato detto, non proferì parola, abituata dopo tanti anni alla stranezze di suo marito. Approfittò tuttavia della vicinanza con lui, stringendolo come non faceva da tempo. Sasuke se ne accorse e sorrise, felice di quello che aveva fatto.


Arrivarono dopo dieci minuti, e Sakura tese le orecchie per captare un qualsiasi rumore, ma tutto era in silenzio. Il ragazzo la fece scendere e lei iniziò a camminare lentamente, per capire dove si trovasse. Sasuke la prese per mano e le fece fare qualche passo in un'altra direzione rispetto a quella che stava seguendo lei. Si mise dietro di lei e poggiò le mani sulle sue spalle.
-Sto per toglierti la benda...-
-Era ora!-
Il moro le sciolse con lentezza estrema la bensa sugli occhi, e Sakura su accecata dalla luce. Aprì lentamente gloi occhi, abituandosi gradualmente. Rimase incantata da quello che viste: davanti a lei si apriva un sentiero che sembrava quanto meno infinito, formato da entrambi i lati da alberi di ciliegio. Le due file di alberi erano unite tra di loro da un tetto di foglie, dal quale scendevano lanterne di tutti i colori, che illuminavano il sentiero. Sakura si voltò verso asuke, con sguardo interrogativo, e lui accennando un sorriso la prese per mano e insieme iniziarono a percorrere il sentiero. Dopo un numero indefinito di passi, la ragazza vide la fine del sentiero. Si avvicinavano a poco a poco, e quando mancava un solo passo, un tripudio di luce e un applauso fragoroso l'accolsero all'uscita del sentiero. Sakura non capì subito dove era finita, poi vide le facce familiari che la circondavano, e Hikari che le veniva incontro correndo.
-Auguri mamma!- disse la bambina abbrancciandola.
Poi si avvicinarono Naruto e Hinata, Ino, il maestro Kakashi, Itachi e tutti i loro amici. Sasuke nel frattempo si era allontanato, dando spazio agli altri di avvicinarsi a Sakura. Per loro due ci sarebbe stato tempo.


Sasuke e tutto il resto della compagnia avevano fatto proprio un bel lavoro: la radura nella quale avevano scelto che il sentiero dovesse arrivare, sembrava un salone decorato a festa: le ghirlande erano appese a tutti gli alberi intorno; in un angolo era stato allestito il tavolo per il banchetto, mentre dalla parte opposta c'erano i posti a sedere. Al centro c'era un palco con un'orchestra che suonava, mentre un po' in disparte dagli altri tavoli, c'era quello riservato a loro tre e alla famiglia di Naruto. Senza l'aiuto di Naruto e Hinata non avrebbe potuto farcela da solo. Sakura era riuscita finalmente a liberarsi ed era andata alla ricerca dell'organizzatore di quella festa. Trovò Sasuke In un angolo della radura, in attesa di chissà cosa - o forse in attesa di lei. La rosa gli si accostò, guardandolo intensamente negli occhi.
-Mi sa che mi devi delle scuse.- disse lui, fingendo di essere arrabbiato.
-E per cosa?- disse lei, fingendo a sua volta di non sapere di cosa si dovesse scusare.
-Hai pensato le peggiori cose di me.-
-Oh no.-
-Sakura...-
-Avevo paura di perderti.-
Lui la fissò con il suo solito sorisetto soddisfatto.
-Tutto si riduce sempre a te.- disse Sakura, e la sua affermazione suonò alle orecchie di Sasuke quasi come una dichiarazione d'amore.
Il moro la abbracciò e lei finalmente si sentì di nuovo sè stessa.
-Sei noiosa... Ma non cambiare mai, Sakura.-
Anche alla rosa quella di Sasuke sembrò una dichiarazione, e, chiudendo gli occhi e poggiandosi sul suo petto, si rese conto da quanto amore fosse circondata.


 

*Spazio Autrice*
Eccoci qui con la seconda shot.
Ho scritto dei miei amati
Sasuke e Sakura, non posso
abbandonarli per troppo tempo! 
Fatemi sapere che ne pensate :)
Lady Uchiha 23

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Capitolo 3
*** Il primo e unico amore ***


Capitolo Terzo - Il primo e unico amore


Ritorniamo a quel giorno dove tutto è iniziato.


Kakashi ha mai provato il brivido di amare una donna? Ha mai sofferto per un amore perduto? E' mai stata attratto da un essere femminile? Forse non ci crederete, ma la risposta è SI.

Fin da bambino tutte le sue attenzioni si concentravano sugli allenamenti. Desiderava diventare più forte, imparare nuove tecniche, essere qualcuno. Ma non era facile e occorreva tanto allenamento, e nonostante si impegnasse con tutto sé stesso, sembrava non bastare mai. I suoi coetanei parlavano di ragazzine, di come fossero strane e difficili da capire. Lui ascoltava distrattamente quei discorsi, più che altro perché trovandosi con loro, non aveva altra scelta. Non aveva pensato mei che un giorno avrebbe voluto trovare una ragazza, una donna da sposare, con la quale mettere su famiglia. Voleva solo combattere, essere un ninja d'alto livello, rischiare la vita. Non aveva di certo bisogno di complicazioni sentimentali.

Un giorno, mentre Kakashi si allenava nel bosco con i kunai vide una figura sconosciuta aggirarsi tra gli alberi. Lui continuò a lanciare i kunai indisturbato, finché quella non si avvicinò.
-Ciao.- disse lei alle sue spalle.
Kakashi non rispose, troppo impegnato per farlo.
-Potresti aiutarmi?- chiese ancora la ragazza.
Lui allora si girò e la vide. La ragazzina lo guardava con un bellissimo sorriso. I capelli lunghi le incorniciavano il viso, facendo risaltare i suoi occhi accesi color nocciola. Kakashi rimase paralizzato, senza sapere bene da cosa.
-Hai perso la parola?-
Il ragazzo si ridestò.
-No...-
-Allora, puoi aiutarmi?-
-Si...-
-Come ti chiami?-
-Kakashi e tu?-
-Hanare.-
-In cosa posso aiutarti?-
-Non riesco a tornare al mio villaggio...- disse lei imbarazzata.
-Non sei una kunoichi?-
-Si, lo sono...-
Il ragazzo non si spiegava come quella ragazza non riuscisse a tornare al suo villaggio. Doveva avere pressoché la sua età, non era una bambina! Ma non era un suo problema, e se lei non voleva parlargliene, allora lui non avrebbe chiesto spiegazioni.
-Qual'è il tuo villaggio?-
-Il villaggio della Chiave.-
l Kakahi si mise a riflettere; non aveva mai sentito nominare quel villaggio.
-Non lo conosco, ma ti aiuterò.-
Hanare gli fece un grande sorriso in segno di gratitudine.

I due ragazzi rimasero a lungo nel bosco. Hanare aveva insistito perché lui continuasse il suo allenamento, mentre lei rimase in disparte, raccontando di lei, della sua storia, di ciò che desiderava e di quello che amava. Kakashi ascoltava in silenzio le parole di quella ragazza che gli aveva fatto uno strano effetto: quando l'aveva vista il suo cuore perse un battito. Cercò di concentrarsi sul lancio dei kunai, ma tutto ad un tratto la sua mira scarseggiava.
-Prima ti ho visto lanciare kunai che arrivavano dritti al centro.- gli fece notare la ragazza.
-Ho perso la concentrazione.-
-Mi spiace.- disse lei, sinceramente dispiaciuta.
-Andiamo, si sta facendo tardi.-
-Dove andiamo?- chiese lei speranzosa.
-A Konoha... Per stanotte dormirai a casa mia.-
La ragazza arrossì un po' ma accettò senza controbbattere.

Kakashi sistemò Hanare nella stanza degli ospiti, accanto allla sua camera.
-Buonanotte Kakashi, e grazie.-
Prima che chiudesse la porta gli diede un piccolo bacio sulla guancia, gli sorrise e sparì, chiudendosi nella stanza. Di certo il ragazzo non si aspettava un gesto simile, e la sua mano si poggiò dove poco prima lo avevano sfiorato quelle labbra, che gli avevano provocato un brivido. Quasi in trance, arrivò nella sua camera, e fece pure fatica a sedersi sul letto. Il suo cervello non faceva altro che fargli rivivere quella scena. Si sentiva stordito, non aveva mai provato tutte quelle emozioni insieme. Si sdraiò ma il sonno non arrivò fino all'alba, quando si addormentò per la troppa stanchezza.

Kakashi si svegliò che era già mattina inoltrata. Guardò fuori dalla finestra, e il sole alto gli ferì gli occhi. Scese in cucina dove trovò Hanare che aveva cucinato per circa venti persone, quando erano solo in due.
-Buongiorno! Pensavo che fossi un mattiniero.- disse lei allegra.
-Lo sono, in circostanze normali.-
Il ragazzo si accomodò, raggiunto poco dopo da Hanare.
-Spero di aver cucinato abbastanza.-
-Anche troppo, direi.-
-Buon appetito!-
Kakashi la osservò mentre mangiava, e si stupì della quantità di cibo che riuscì ad ingoiare. Lei non si preoccupava di nulla, e non si accorse che il ragazzo la osservò per tutto il tempo. Era totalmente affascinato da lei, dalla sua bellezza, dal suo comportamento. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, e finalmente iniziava a capire i discorsi dei suoi compagni sulle ragazze. Erano esseri talmente incredibili , così misteriosi. E c'era voluta una ragazza straniera per farglielo capire. Hanare si voltò verso di lui e gli sorrise dolcemente.
-C'è qualcosa che non va?- chiese lei.
-Oh no.. Va tutto bene.-
Ed era vero, andava tutto bene. Perché Kakashi si era innamorato.

Passarono un paio di giorni, durante i quali Kakashi si impegnò a cercare informazioni sul Villaggio della Chiave. Questo villaggio sembrava pressoché sconosciuto, non compariva da nessuna parte. Il ragazzo iniziò a scoraggiarsi, ma dopo le prime delusioni, iniziò a cercare di meno, finché smise. I due ragazzi stavano bene insieme, trascorrevano le giornate piacevolmente, e nessuno dei due parlò più delle ricerche del villaggio. Era un accordo tacito, che andava bene a tutti e due, fino a quel momento. Così Kakashi decise di accettare quella strana situazione, senza porsi troppe domande.

Una sera erano in giardino sdraiati sull'erba. Il cielo era di una bellezza incantevole; qualche stella spuntava tra le nuvole. Hanare aveva sempre amato il cielo nuvoloso, le sembrava quasi come una metafora della vita, dove le nuvole erano i problemi che con il giusto vento si dissipavano velocemente, lasciando brillare le stelle.
-Secondo me ogni nuvole è una storia.- disse la ragazza, continuando il filo logico dei suoi pensieri.
-Quella nuvola cosa ti racconta?- chiese allora Kakashi, indicando una nuvola a sinistra.
-Quella nuvola mi parla di un amore finito male, dove i due innamorati si sono dovuti lasciare andare al proprio destino.-
-E quella?-
-Quella invece mi racconta che ci sono due amici che si sono salvati la vita in una guerra, ma che un litigio per una donna li ha divisi.-
-E quell'altra?-
-Bè quella nuvola... Parla di noi.-
Kakashi non si aspettava una risposta del genere. Aspettò che Hanare continuasse.
-Racconta di un ninja che ha accolto una ragazza in casa sua, pur non conoscendola... E racconta di un amore.- disse lei, arrossendo.
Kakashi si voltò a guardarla, e vide i suoi occhi brillanti. Rimasero a lungo senza proferire parola, scambiandosi pensieri silenziosi. Si conoscevano da poco, ma avevano già imparato a carpirsi.
-Credo che quella nuvola racconti di due amori allora... O forse dello stesso amore ricambiato.-
Hanare fece il sorriso più dolce del mondo, a detta di Kakashi. Lui si avvicinnò lentamente, non perdendo mai il contatto con quegli occhi che lo avevano totalmente ammaliato. Kakashi, da duro che non provava alcun tipo di interesse verso le ragazze, era arrivato al punto di baciarne una! Sorrise al pensiero e finalmente appoggiò le sue labbra su quelli di Hanare. Nonostante fosse il suo primo bacio, il ninja approfondì il contatto e si beò di quella sensazione meravigliosa. La ragazza lo attirò completamente a sè, abbracciandolo. Dio, cosa si stava perdendo con quella fissazione sugli allenamenti. Stava provando il piacere del contatto fisico, e non ci avrebbe più rinunciato.

L'indomani mattina Kakashi era ancora sul prato. Era stupenda la sensazione dell'erba sotto le dita, e allungo il braccio per cercare Hanare. La sua mano però incontrò solo un foglio, e il ragazzo aprì immediatamente gli occhi.
''Caro Kakashi,
non avrei voluto che le cose andassero così. Purtroppo la nostra situazione non poteva durare a lungo, ma è stato come un sogno poter vivere con te, seppur per poco tempo. Non posso spiegarti come e perché ho dovuto lasciarti, sono cose addirittura più grandi di noi. Sappi che questa notte è stata vera, non ho finto. Quella nuvola parlava davvero di noi, e racconterà la nostra storia a qualcun altro. Sei stato lo spiraglio di felicità nella mia vita buia. Continua a guardare le nuvole e cerca quella che racconta di me.
Tua Hanare.''
Non capì immediatamente il senso di quelle parole, lacrime solitarie gli offuscavano la vista, bagnando il foglio. A prescindere da cosa ci fosse scritto, sapeva che quello era un addio. Così Kakashi perse il suo primo e unico amore.


 


*Spazio Autrice*
Ci pensavo da un po' a scrivere su Kakashi,
e finalmente ho trovato l'ispirazione.
Dopo una ricerca approfondita, 
ho trovato Hanare, in quanto Rin non 
mi è mai piaciuta.
Vi ricordo inoltre che è appena iniziata
l'avventura con Sasuk8 e Manga!
Fatevi sentire :)
Lady Uchiha 23

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Capitolo 4
*** Di vetri rotti e amanti focosi ***


Capitolo Quarto - Di vetri rotti e amanti focosi

Se provo ad infrangerti
le tue schegge mi attraversano.

-Siamo arrivati?- chiese Sasuke impaziente.
-Non ancora.- rispose Sakura, che invece non aveva nessuna fretta di arrivare.
-Ma quando arriviamo?-
-Quando la smetterai di comportarti come un bambino viziato.-
-Mh.-
Quel giorno Sasuke era particolarmente propenso a parlare; in pochi secondi aveva pronunciato ben cinque parole. La rosa decise di approffitare dello stato d'animo del suo compagno.
-Sasuke?-
-Si?-
-Usciamo stasera?-
-Mh...-
Probabilmente il miracolo era durato giusto il tempo di riuscire a pensarlo. Sasuke era tornato già il solito.
-Perché no...- disse poi a sorpresa il moro.
-Davvero?-
-Si.-
Sakura gli saltò al collo, facendogli cadere lo scatolone che aveva tra le braccia e lasciando cadere quello che aveva lei. Aveva completamente dimenticato che dentro c'era la preziosa collezione di Naruto. I due si guardarono negli occhi, avendo sentito l'insopportabile rumore del vetro rotto. E ora chi l'avrebe sentito quel baka?

-Maledizione!- esclamò Sasuke, aprendo lentamente lo scatolone che portava.
Tutto era irrimediabilmente rotto. Non che quella collezione avesse un qualche valore, ma per Naruto era importante. Fin dall'inizio del trasloco, il biondo aveva rimandato all'infinito lo spostamento di quegli oggetti, finché Hinata non lo mise alle strette. E non fidandosi neanche di sé stesso, aveva affidato quella missione di livello S a loro due, i suoi inseparabili, migliori amici. Ed ecco che fine aveva fatto la sua fiducia; era andata a farsi benedire. Sasuke aveva dovuto sorbirsi un'infinità di aneddoti su quegli stupidi oggetti, totalmente inutili. Per cosa, poi? Per finire sotto i suoi piedi. Sakura non sembrava particolarmente preoccupata, nonostante fosse lei la diretta colpevole di quella tragedia.
-Sakura, potresti almeno darmi una mano?- disse Sasuke, in un misto tra preoccupato e scocciato.
-Cosa facciamo?-
Il moro iniziò a raccogliere i cocci schizzati fuori dagli scatoloni. Bisognava innanzitutto nascondere le prove del delitto. Poi avrebbero pensato alla ricostruzione delle vittime. Sakura si mise a ridere silenziosamente; Sasuke sembrava uno delle scientifica. Il suo ragazzo poteva essere tremendamente tragico, ma allo stesso tempo, esageratamente comico. Quando ebbe finito fece segno alla ragazza di sgattaiolare a casa per trovare una soluzione.
-Almeno stasera usciamo!- disse felice la rosa, sfiorando il braccio di Sasuke.
-Non ti aspetterai sul serio di uscire dopo questo disastro, spero.-
E anche la sua comicità era andata a farsi benedire. La aspettava una lunga sarata con quella presunta tragedia, dove Sasuke non si sarebbe dato pace finché non avrebbe trovato una soluzione... O una scusa, quanto meno plausibile.

Le vittime erano state poste delicatamente sul tavolo basso del salotto, come fossero cadaveri. E Sasuke li osservava davvero come se lo fossero. Sakura non riusciva a smettere di ridere nel vedere quella scena, anche se dentro di lei la preoccupazione iniziava a crescere. Se il moro si preoccupava così, forse la situazione era davvero critica. Lei sapeva che Naruto teneva a quella stupida collezione, ma probabilmente il suo compagno era a conoscenza di qualcosa che lei ignorava. E allora si spiegava tutto quella assurda preoccupazione.
-Sasuke? Se gli dicessimo la verità?- propose Sakura, che non riusciva a pensare ad una soluzione migliore.
-Non se ne parla.- rispose categorico il moro.
-Allora aspetto la tua proposta.- disse infine Sakura, incrociando le braccia e mettendo il broncio.
Come sempre, Naruto aveva rovinato tutto. Ma l'uscita prevista per quella sera era solo stata rimandata.

Sakura si addormentò sul divano. Sasuke era tanto concentrato da non accorgersi nemmeno che lei fosse ancora lì. Passò la notte in piedi, anche se gli occhi gli si chiudevano; ma non avrebbe mollato finché non sarebbe venuto a capo della situazione. Naruto non aveva fatto altro che raccomandargli di fare attenzione.
-
Mi raccomando teme, è importante questa collezione! Controlla anche Sakura-Chan, sai che lei è maldestra...- gli aveva detto il biondo sottovoce prima che li lasciasse uscire.
Sasuke non gli aveva dato molto ascolto. Insomma, aveva vinto una guerra, no? Non ci sarebbe stato nessun tipo di problema a portare due scatoloni in giro per Konoha. Ma si sa, le disgrazie sono più vicine di quanto non si creda. Sasuke Uchiha però era un uomo di parola, e in un modo o nell'altro quegli inutili oggetti sarebbero tornati come nuovi, e Naruto non si sarebbe accorto di niente.

La mattina successiva, la rosa si svegliò che era ancora sul divano, con una coperta addosso. Il sonno l'aveva portata via e lei neanche se n'era accorta. Si mise seduta alla ricerca di Sasuke, e il suo sguardò si posò sul tavolino ingombro. Tutta la collezione era tornata intera! Si alzò e andò in cucina, dove Sasuke preparava la colazione.
-Buongiorno!- disse lei stiracchiandosi.
-Io direi buonanotte...- rispose lui, con due occhiaie visibili.
Sakura non poté trattenere una risata, ma si complimentò con lui per ciò che aveva fatto.
-Come ci sei riuscito?-
-Ho dovuto cercare rotoli su rotoli per trovare la giusta tecnica... Ma ne è valsa la pena.-
-Stamattina dobbiamo andare da Naruto, ci aspettava già ieri pomeriggio.-
-Consegnamogli questa collezione, non voglio rivederla mai più.- disse il moro stanco.
Si prepararono ed uscirono, attenti agli scatoloni. Sasuke ringraziò gli dei quando arrivarono sani e salvi - più che altro era la collezione sana e salva - davanti alla porta della nuova casa di Naruto. Il ragazzo li accolse con un sorriso malizioso e li fece entrare.
-Vi aspettavo ieri!-
-Abbiamo avuto da fare...- rispose prontamente Sakura.
-Eh si, immagino! E bravo Sasuke!- disse Naruto facendo l'occhiolino al compagno.
-Aspetta, che inten...-
-Eh Naruto, Sasuke è così freddo fuori, ma è un amante decisamente focoso...- disse la rosa, salvando la situazione in extremis.
Diede una gomitata a Sasuke, mentre Naruto andava ad aprire gli scatoloni.
-E' arrivato il momento! Ho una sorpresa per voi...- disse allegro il biondo.
Sasuke e Sakura si guardarono, in attesa. Le sorprese di Naruto non erano mai piacevoli.
-Ho deciso di regalarvi la mia preziosa collezione! Allora, siete felici?-
Sakura scoppiò a ridere, mentre si voltò verso il suo compagno. Aspettava con impazienza la sua reazione.
-Tu.. Mi hai fatto fare un sacco di lavoro.. Per regalarmela?!- disse lui con sguardo omicida.
-Un sacco di lavoro? Ti ho solo chiesto di...- ma non riuscì a terminare la frase che Sasuke gli saltò addosso.
La lotta si estese a tutta la stanza, finché alle orecchie di Sasuke non arrivò di nuovo quel suono sgradevole... Di vetro rotto. Arrestò i movementi di botto, lasciando Naruto.
-L'hai rotta!- urlò il biondo.
-Era destino che non fosse di nessuno.- intervenne Sakura, con le lacrime agli occhi per il troppo ridere.-
-Eh vabbè... Nuova casa, nuova vita!- affermò, dimenticandosi già di quella assurda collezione.
Sasuke uscì di casa sbattendo la porta, seguito a ruota da Sakura.
-Ancora mi chiedo come Sakura-Chan riesca a stare con te!- gli urlò dietro Naruto.
I due camminarono in silenzio per un po'.
-Usciamo stasera?- chiese poi la rosa.
-Non me lo chiedere per almeno altri due mesi.-
Quella sera sarebbero usciti... E Sasuke avrebbe dato prova di essere un amante davvero focoso.

 

*Spazio Autrice*
Salveee! Sembrerò pazza,
ma ho riso troppo mentre scrivevo.
Detto questo, mi dileguo.
A presto! :D
Lady Uchiha 23

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