La piramide del tempo

di Stella_Del_Mattino
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Salto temporale ***
Capitolo 2: *** Sally Wretch ***
Capitolo 3: *** Cassandra Shatterproofer ***
Capitolo 4: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Salto temporale ***


La piramide del tempo

1. Salto temporale
Rose Weasley era china su un voluminoso tomo di Artimanzia e, nonostante la biblioteca fosse deserta e la stanchezza iniziasse a farsi sentire, non aveva intenzione di arrendersi di fronte a un paragrafo più complicato dei precedenti. Tutti gli altri studenti erano già in Sala Grande, a rifocillarsi con l’abbondante cena che ogni sera usciva dalle cucine di Hogwarts, ma, a meno di una settimana dagli esami M.A.G.O., Rose non voleva concedersi pause né distrazioni.
Rilesse per l’ennesima volta la stessa pagina e, quando l’ebbe memorizzata, ripose il testo su uno dei ripiani più alti. Con Artimanzia aveva finito, almeno per quella sera, ma esitò ancora un po’ tra gli scaffali. In virtù dei suoi ottimi voti, del suo ruolo di Caposcuola e dell’interesse che fin dal primo anno aveva dimostrato per Difesa contro le Arti Oscure, il professor Dawlish, ex Auror e insegnante di questa materia, le aveva fatto avere un permesso speciale per accedere al Reparto Proibito e approfondire i suoi studi e lei non aveva alcuna intenzione di aspettare il giorno seguente per sfruttarlo.
Raggiunse l’ingresso della biblioteca, per avvisare Madama Pince del fatto che si sarebbe addentrata per una decina di minuti nella parte non accessibile, ma la bibliotecaria, ormai non più giovanissima, giaceva addormentata alla sua postazione e russava sommessamente. Rose provò a scuoterla delicatamente, ma non ottenne il risultato sperato e dovette desistere. Indecisa sul da farsi, rifletté per alcuni minuti, al termine dei quali la curiosità ebbe la meglio sull’attenzione alle regole, così si diresse verso il Reparto Proibito. Le era stato chiaramente vietato di entrarci da sola, o senza aver almeno informato Madama Pince, ma dopotutto si sarebbe trattato solo di una breve sbirciatina. Sganciò il cordone che separava la parte proibita da quella aperta a tutti e si incamminò al di là del confine. Di fronte a lei si estendevano file lunghissime di libri pericolosi ma tremendamente affascinanti. Ne prese tra le dita uno senza titolo, dalla copertina lucida e totalmente marrone. Appena lo sfiorò, le pagine divennero trasparenti, un viso spettrale uscì dalla rilegatura ed emise un grido rauco. Rose lo lasciò andare immediatamente e proseguì. Circa a metà, gli scaffali si interrompevano per lasciare spazio a un tavolino rettangolare, coperto da una vetrina chiusa che lasciava intravedere i tre volumi che conteneva. Quando Rose lo superò, un sonoro click attirò la sua attenzione. Incuriosita, si voltò e notò che il piccolo lucchetto che sigillava la vetrina adesso era aperto. Si avvicinò e osservò con attenzione gli scritti che aveva davanti. Uno era piuttosto piccolo, delle dimensioni di un tascabile, e aveva tutta l’aria di essere un normale glossario degli ingredienti più comuni utilizzati nelle pozioni, ma il fatto che fosse collocato lì era sufficiente a far dedurre alla ragazza che, come minimo, ogni sostanza che indicava era velenosa. Il secondo era una specie di vecchio block notes, con tanto di prima pagina rovinata e quasi staccata, però, guardandolo meglio, si poteva scorgere una sequenza di immagini spaventose che cambiavano in continuazione sotto la patina opaca della polvere. A stregare Rose, tuttavia,  fu il terzo. Era in pelle rossa, con un titolo ammiccante inciso con una calligrafia elegante: L’atlante del tempo.
La Grifondoro lo sollevò con cautela e, girando la copertina, rimase di stucco nel constatare che era cavo. Non era un vero e proprio libro, bensì una strana scatola mimetizzata, al cui interno era nascosta una piramide metallica con al centro una sfera di cristallo, che costituiva il vero cuore dell’oggetto misterioso e luccicava di mille sfumature diverse. Affascinata, Rose cercò di estrarlo dal suo contenitore, però un suono secco la fece sobbalzare, il volume le sfuggì di mano e cadde a terra, producendo un frastuono tremendo. Si abbassò subito per riprenderlo, ma un rumore di passi che si avvicinavano la gettò nel panico. Temendo che fosse Madama Pince o un insegnante pronto a sgridarla e a toglierle punti, tentò confusamente di nascondersi dietro uno scaffale, però era troppo tardi. Il visitatore indesiderato l’aveva già avvistata.
« Weasley ». L’ultima voce che la ragazza avrebbe voluto sentire ruppe il silenzio della biblioteca. « Malfoy, che ci fai qui? » Rose si voltò verso Scorpius Malfoy, che, in piedi al di là del cordone, la scrutava con il suo solito sorriso strafottente.
« Ho il tuo stesso permesso per entrare in questo Reparto, Weasley. Possibile che non te lo ricordi? » Il ragazzo sventolò in aria un foglio firmato dal professor Dawlish e lei alzò gli occhi al cielo. Malfoy era l’unica nota stonata nel suo ultimo anno di scuola: anche lui era Caposcuola della sua Casa - Serpeverde ovviamente -, faceva parte dello stesso progetto avanzato di Difesa contro le Arti Oscure di Rose e lei non lo sopportava.
« Che cos’è quello? » Scorpius indicò l’oggetto a terra, scavalcò la fune e si avvicinò alla Grifondoro.
« Niente, Malfoy » si affrettò a dire lei, rimettendo velocemente la piramide al suo posto.
« Fammi vedere, Weasley, altrimenti dico a Dawlish che sei venuta qui da sola e hai anche fatto danni ». Scorpius si slanciò in avanti, nel tentativo di strappare il finto libro rosso dalle sue mani.
« Serpe bugiarda » sibilò la ragazza, assestandogli una gomitata nelle costole per allontanarlo. « Ti ricordo che anche tu sei qui senza la supervisione di Madama Pince o di un docente e, per la cronaca, io non ho fatto alcun danno ».
Rose assunse la sua tipica espressione saccente, che punse l’orgoglio del coetaneo, il quale tornò alla carica e, cogliendola di sorpresa, afferrò improvvisamente l’oggetto incriminato e lo strattonò. La Weasley reagì subito, tenendo il libro contro il proprio petto e dando inizio a un tira e molla con Malfoy.
« Dammi questo libro, Weasley. Ho visto benissimo che ci hai infilato qualcosa dentro ».
« Lascia la presa, Malfoy. Non sono affari tuoi ».
A un certo punto Scorpius tirò con più vigore dalla propria parte e Rose, pur di non lasciare il tomo, perse l’equilibrio e lo travolse. Entrambi si ritrovarono stesi sul pavimento. Il libro rosso si aprì con un tonfo e la piramide schizzò via.
« Accidenti a te! » inveì lei. « Guarda che cos’hai combinato! »
La Grifondoro indicò la sfera di cristallo che nella caduta si era separata dall’involucro di metallo, aveva rotolato fino alla base dello scaffale più vicino e adesso emanava un fumo viola intenso.      
« Non è colpa mia » si deresponsabilizzò il Serpeverde, raccogliendola ed esaminandola. « Ma questa non è una semplice pallina di vetro, è un minuscolo mappamondo ».
« Cosa? » Rose accostò il viso alla sfera e allungò la mano per prenderla da quella del ragazzo. Nel momento in cui le loro dita la toccarono contemporaneamente, la stanza diventò sfocata e iniziò a vorticare, prima lentamente e poi sempre più veloce.
« Che succede? Che cos’hai combinato, Weasley? » chiese lui, basito e terrorizzato.
« Io non ho fatto proprio niente! Semmai sei stato tu che... » replicò stizzita lei, ma non riuscì a concludere la frase perché il ruotare dell’ambiente intorno le dava la nausea e le contorceva lo stomaco. Sentiva che le gambe stavano per cederle e, per evitare di svenire, si aggrappò al braccio di Scorpius, proprio mentre venivano trascinati in un’altra epoca.


Angolo dell'autrice
Salve a tutti! Ecco la mia nuova mini-long. E' stata scritta per il contest indicato nell'introduzione e in origine doveva essere una one shot, ma poi, come mi succede spesso con le storie, si è allungata troppo.
Nei prossimi capitoli troverete molti OC, i cui nomi non sono scelti a caso, ma hanno un significato ben preciso che provvederò a spiegarvi nelle prossime NdA ^^
Non mi dilungo ulteriormente, lasciate una recensione se il primo capitolo vi è piaciuto (o anche se vi ha fatto pena), i pareri sono sempre ben accetti!
 Evelyne.


 

 

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Capitolo 2
*** Sally Wretch ***


2. Sally Wretch
Quando Rose riuscì di nuovo a mettere a fuoco gli scaffali del Reparto Proibito, verificando che tutto era esattamente come prima, rimase quasi delusa.
L’unica differenza era che la sfera di cristallo era diventata fredda come il marmo e di un colore scuro, a metà tra il blu e il nero.
« Non è successo niente » dichiarò Malfoy, scrollando le spalle con nonchalance. « Usciamo da qui prima di essere beccati. Non voglio finire nei guai per colpa tua, Weasley ».
Si avviò verso il cordone che li separava dal resto della biblioteca e lei lo seguì, ma, quando uscirono e sbucarono in corridoio, ebbero una brutta sorpresa. Hogwarts non era quella che conoscevano e l’atmosfera era diversa, più cupa e, nel particolare giorno in cui erano stati sbalzati, anche più tenebrosa.
« Chi diavolo sono queste persone?! » esclamò sconcertato Scorpius, indicando i numerosi volti sconosciuti che sfilavano davanti ai due intrusi senza degnarli di uno sguardo.
« C’è qualcosa che non va » mormorò Rose, mentre un’angoscia devastante le chiudeva lo stomaco. « Guarda le loro divise, non sono come le nostre. Sembrano un modello vecchio e perché nessuno ha notato la nostra presenza? Io sono piuttosto sicura che, se due estranei apparissero dal nulla davanti al mio naso, me ne accorgerei. Dove siamo finiti? »
« A Hogwarts. Siamo ancora a scuola, saputella isterica. Mi sembrava ovvio » commentò il biondo, non rendendosi conto che il suo sarcasmo era fuori luogo.
« Non è il momento di prendermi in giro, testa platinata. È una cosa seria. Siamo finiti in un’epoca che chiaramente non è la nostra e, dal momento che nessuno sembra vederci, forse siamo anche diventati due fantasmi ». Il tono di voce della Grifondoro era di qualche decibel più alto del normale e Scorpius, andando contro la sua natura, si trattenne dall’incolparla dell’accaduto.
« Non siamo diventati fantasmi, Weasley. Non so il tuo, ma il mio cuore batte ancora, quindi è impossibile che lo sia ».
La ragazza inspirò profondamente e, seppur a malincuore, dovette riconoscere che aveva ragione, visto che il cuore le martellava nel petto come impazzito. Non capiva come avesse fatto a non sentirlo prima.
« Resta il fatto che non sappiamo in che anno ci troviamo » ribadì con caparbietà, rifiutandosi di rivolgere le parole “ Hai ragione” a Scorpius Malfoy.
« Seguendo questi studenti magari lo scopriremo. Non credi che ci sia un motivo se stanno andando tutti nella stessa direzione? » le fece notare lui, accrescendo ulteriormente la sua irritazione. Senza dirgli niente, lei si unì al flusso di persone, mentre il suo compagno di sventura borbottava qualcosa alle sue spalle. Rose non riuscì a comprendere cosa stesse farfugliando, però era certa che non fosse un complimento.       
Involontariamente urtò una Serpeverde mora, ma quella non sembrò farci caso.
Gli studenti si riunirono in Sala Grande e qui la rossa riconobbe due uomini i cui quadri nel 2023 erano appesi nell’ufficio del Preside: Armando Dippet e Albus Silente. Quest’ultimo era molto più giovane, ma, nonostante il volto più rilassato e la barba più rada, era senza dubbio lui.
La ragazza si inserì in un posto vuoto a una delle estremità del tavolo dei Tassorosso e, approfittando della sua bizzarra invisibilità, cercò di origliare la conversazione del gruppo di Tassi che aveva vicino.
« Mio fratello dice che vogliono chiudere la scuola » stava spiegando il più grande agli altri. « Hogwarts non è più un posto sicuro ».
Quella frase fece scattare qualcosa nella mente di Rose, alla quale la situazione cominciava a risultare familiare. Scandagliò i cassetti della memoria, in cerca di una conferma al suo terribile presentimento, tuttavia  non fu necessario riesumare le informazioni ricevute in sette anni di lezioni di Storia della Magia, perché in quel momento uno dei Prefetti di Serpeverde si voltò proprio verso di lei. Era un giovane attraente, dal portamento sicuro e dal sorriso enigmatico, spento da uno strano turbamento. Quando la guardò, due occhi freddi come la morte la trafissero e la Weasley intuì subito di chi si trattasse: Tom Marvolo Riddle.
Assalita da un inatteso terrore, distolse subito lo sguardo, balzò in piedi e cercò Scorpius, pentendosi di averlo seminato tra la folla.
« Eccoti qua, rossa traditrice » la aggredì lui non appena si riunirono. « Vuoi abbandonarmi nel passato? È questo che vuoi fare? »
« Sta’ zitto e ascoltami » gli intimò lei. « Ho capito tutto ».
Malfoy inarcò le sopracciglia perplesso.
« Hai riconosciuto i presidi? » gli domandò Rose, per accertarsi di non doverlo informare proprio di tutto.
Lui annuì. « Certo, sono Dippet e Silente. Mi ritieni così idiota da non riconoscerli? »
Lei ignorò la sua collera e proseguì: « Il ragazzo vicino a Silente, quello con la divisa dei Serpeverde e la spilla da Prefetto, è Tom Riddle. Ci troviamo nel 1942 e la Camera dei Segreti è appena stata aperta. »
« Quindi Dippet sta per annunciare l’imminente chiusura della scuola » concluse al posto suo Scorpius, che non ce la faceva a lasciare a lei tutte le deduzioni.
« Esattamente ».
In quel momento il preside prese la parola e la sfera di cristallo, che Rose aveva accuratamente riposto nella tasca della divisa, diventò incandescente e, bucando il tessuto della camicia, le bruciò la pelle.
« Miseriaccia! » strillò la ragazza, affrettandosi a prelevare il misterioso oggetto tondeggiante e facendolo saltare velocemente da una mano all’altra, tentando di non ustionarsi i palmi.
« Che succede? È tutto a posto? » si informò Scorpius, salvo poi precisare che era interessato esclusivamente all’integrità della pietra, visto che era il loro unico biglietto di ritorno.
« Guarda, ha cambiato colore » Rose gliela mostrò e l’alone rosso che sprigionava illuminò i loro visi, « e sta vibrando ».
« Fantastico ». Malfoy cercò di suonare sprezzante dei potenziali pericoli in cui quell’affare avrebbe potuto catapultarli, ma la Grifondoro conosceva sufficientemente bene la codardia che contraddistingueva la sua famiglia da poter affermare con certezza che era più terrorizzato di lei.
« Credo che stia cercando di dirci qualcosa, ma cosa? »
« Weasley, secondo me hai qualche rotella fuori posto ».
« Senti chi ... » si infervorò la rossa, ma, anziché terminare la frase, si girò di scatto verso l’uscita della Sala Grande, abbandonando il battibecco con il Serpeverde.
« Ora che c’è? Per caso hai pure strane visioni? Devo temere per la mia incolumità? Sì, decisamente c’è da preoccuparsi con una matta come te » la canzonò lui. Lei lo ignorò e continuò a fissare un punto nel corridoio.
« Weasley? Per le mutande di Merlino, piantala! Se è uno scherzo è davvero di pessimo gusto ». Il sorriso sardonico di Scorpius sparì in un attimo, sostituito da una smorfia di paura e apprensione.
« Sss! » lo zittì la Weasley. « Senti questi singhiozzi? In corridoio c’è qualcuno che piange ».
Lui stava per ripeterle che era totalmente pazza e sentiva voci inesistenti, quando un debole lamento giunse anche alle sue orecchie.
« Andiamo a vedere » propose, per evitare di fare la figura del fifone, però se ne pentì immediatamente.
« Il rumore viene da lì ». Rose indicò l’aula di Trasfigurazione e, con la pietra bollente ancora in mano, vi si avvicinò. Non appena sfiorò la maniglia, un nuovo fiotto di calore animò la sfera e dovette stringere i denti e ficcarsi le unghie nel palmo della mano per non urlare e lasciarla cascare.
« Prima le donne ». Malfoy improvvisò un atto di galanteria e con un gesto del braccio la invitò a precederlo all’interno della classe.
« Chissà perché i ragazzi lo dicono solo quando fa comodo a loro » commentò lei esasperata, poi respirò profondamente e, per evitare ripensamenti, spinse senza indugio la porta.
Improvvisamente il bruciore insistente che le aveva torturato la mano negli ultimi minuti sparì e la pietra tornò a essere nera e gelida.
La stanza era deserta, fatta eccezione per una ragazza in lacrime, accucciata sul pavimento vicino a una delle finestre. Aveva i capelli biondi arruffati in una massa informe e teneva sulle gambe un quaderno blu, sul quale scriveva convulsamente.
« Chi credi che sia? » Scorpius parlò a bassa voce, dimenticandosi che la sconosciuta non poteva udirlo.
« Non ne ho idea. La sua divisa non lascia dubbi sul fatto che sia una Serpeverde, ma a parte questo il suo viso non mi dice niente. Non ricordo di aver mai visto una sua foto sul libro di Storia della Magia né sui tanti documenti in memoria dei caduti nelle due Guerre tra Maghi ».
« Sally! » Una seconda Serpeverde fece irruzione nell’aula, facendo sobbalzare Rose e Scorpius. « Lumacorno ha notato la tua assenza, devi venire subito in Sala Grande ».
La bionda, che evidentemente si chiamava Sally, nascose il quaderno dietro la schiena e alzandosi lo fece scivolare nella piccola fessura tra il muro e l’armadio più vicino.
« Sbrigati » la incitò la compagna di Casa.
« Arrivo, Pam » acconsentì con un sospiro, « arrivo ».
Sally passò accanto ai due intrusi senza accorgersi di loro e uscì con gli occhi ancora arrossati.
« Penso che quel quaderno sia il suo diario » osservò Rose.
Non aveva ancora finito di parlare che un vento anomalo spinse l’oggetto in questione fuori dal suo nascondiglio.
« Per la barba di Merlino » si lasciò sfuggire Malfoy, visibilmente impressionato, « le finestre sono chiuse e noi non abbiamo eseguito alcun incantesimo! »
« Santo cielo » gli fece eco la ragazza. « Il quaderno è aperto a una pagina precisa, qualcuno vuole che la leggiamo ».
« Questa situazione è folle, dobbiamo assolutamente tornare nel presente ». Per la prima volta Rose non trovò né sarcasmo né ironia nella voce di Scorpius e ciò la spaventò ancora di più.
« Leggiamo, per il momento purtroppo non abbiamo altre alternative » disse con tutta la fermezza che riuscì a racimolare mentre raccoglieva il diario.
Il ragazzo annuì e le si avvicinò per sbirciare oltre la sua spalla e poter decifrare le poche righe scarabocchiate di fretta.
 
Caro diario,
  che fardello l’amore!
Quel Tom Riddle, il Prefetto, lo stesso di cui ti ho parlato a lungo, è bello da impazzire, morirei per lui e finalmente si è accorto di me. La situazione però è grave: forse la scuola sarà chiusa, una ragazza è morta e io l’ho visto nel bagno delle femmine, mentre armeggiava con il lavandino, il giorno prima che lei venisse uccisa! Ha fatto uscire qualcosa dalle tubature e poi... non so cosa sia accaduto dopo, perché lui si è accorto che lo stavo spiando da dietro la porta del bagno, mi ha raggiunta e mi ha baciata! È stato il momento migliore della mia vita. Mi ha baciata a lungo, poi mi ha detto che non c’era niente di cui preoccuparsi, io non avrei dovuto fare altro che bere un po’ di Pozione Polisucco per assumere le sue sembianze per qualche ora e permettergli di sistemare un paio di cose, poi lui sarebbe tornato da me. E lo ha fatto, è tornato e mi ha promesso che non si mi dimenticherà, mi porterà con sé dopo il diploma e farà di me una strega migliore. Se parlassi con Dippet e lo accusassi, lo perderei. Non posso farlo e dopotutto non sono nemmeno sicura di ciò che ho visto...
 Sally Wretch.
 
« Dunque questa ragazza è innamorata di Voldemort » affermò Malfoy, fingendosi calmo e indifferente. « Mi chiedo perché quella pietra assurda ci abbia condotti qui ».
« Per farci conoscere la storia di Sally » rispose la Grifondoro, piuttosto scossa ma più lucida che mai. « È per questo che siamo invisibili. Non possiamo fare niente per lei, siamo dei semplici spettatori. È il nostro unico compito in quest’epoca e credo sia finito ».
Rose allentò la presa sulla sfera di cristallo, che non aveva lasciato andare nemmeno per un attimo, e, proprio mentre la allungava a Scorpius, questa iniziò a emettere un fumo violastro, preannunciando un nuovo salto nel tempo. La ragazza strinse la mano di Malfoy e si preparò ad avvertire la nausea e le vertigini che avevano accompagnato il primo viaggio, ma non arrivarono. Stavolta furono violentemente risucchiati in un mulinello di magia allo stato puro, per poi essere sparati ad alta velocità in un tunnel interdimensionale. Sulle pareti curve si alternavano immagini di periodi diversi, che, organizzate in ordine cronologico, formavano una sorta di galleria fotografica. Rose vide Sally che baciava Riddle,  i due che lasciavano Hogwarts, Riddle che presentava la domanda per la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure, sempre lui che si impossessava scelleratamente della Coppa di Tosca Tassorosso, poi dei boschi, Sally con una neonata in braccio e il suo corpo orrendamente abbandonato in una foresta. Infine apparve una profezia, che rimbombò nelle orecchie dei due avventurieri: La magia nera non  risparmia nessuno. Il sangue la propaga. Triste sarà la vita di chi incontrerà la Miss. Lei abolirà tutto ciò che è Amore.
La galleria si interruppe per un attimo e si aprì un piccolo spiraglio sul presente. Rose intravide il proprio corpo inerte sul pavimento del Reparto Proibito della biblioteca e con grande sgomento sentì il potere della pietra misteriosa trascinarla via, più avanti, lontano dai suoi anni.


Angolo dell'autrice
Salve a tutti! Grazie tante alle 7 persone che hanno messo la storia tra le seguite dopo il primo capitolo e soprattutto alle 3 che hanno recensito (<3)!
L'OC di questo capitolo è ovviamente Sally Wretch, il cui nome è stato scelto così: ho deciso di chiamarla Sally perché il suo personaggio me ne ricordava un altro di una fic che ho letto tempo fa e che ho amato, mentre "wretch" in inglese significa "disgraziato", in questo caso riferito all'amore di Sally per Riddle che la porta a una fine orribile. 
Non mi dilungo ulteriormente, comunico solo che l'aggiornamento sarà ogni tre giorni, quindi giovedì pubblicherò il terzo capitolo e domenica l'ultimo.
Spero che qualcuno abbia voglia di recensire, sia che il capitolo vi sia piaciuto sia che invece abbia deluso le vostre aspettative fatemelo sapere!
Grazie.
Alla prossima, 
 Evelyne.


 

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Capitolo 3
*** Cassandra Shatterproofer ***


Cassandra Shatterproofer
I due ragazzi atterrarono pesantemente al centro di quello che Rose riconobbe come il parco di Hogwarts. Non era molto diverso da come lo ricordava, c’erano solo una decina di alberi in più e un bizzarro campo magnetico che, con una parete rossa sfrigolante, lo divideva in due.
« Weasley? » La voce di Scorpius sembrava lontana e attutita e del suo proprietario non c’era traccia.
« Malfoy? Dove diavolo sei finito? ».
« Dall’altra parte di questa... linea. Riesco a scorgere la tua sagoma ».
La Grifondoro guardò attraverso il muro elettromagnetico. « Ti ho individuato. Dobbiamo trovare il modo di riunirci ».
Restò in attesa, ma non le giunse nessuna risposta.
« Malfoy? Dove sei andato? Ti ricordo che non è prudente allontanarsi, questo non è il nostro tempo e la pietra ce l’ho io ».
Ancora nulla.
« Scorpius?! Se è uno scherzo non è divertente » strillò Rose, in preda al panico e in parte ancora scossa dalle terribili immagini che aveva visto nel tunnel. Il corpo straziato di Sally continuava a balenarle davanti agli occhi.
« Ehi! » squittì una voce squillante e cristallina. « Tu chi sei? »
La ragazza sobbalzò e si girò di scattò verso la bambina che aveva parlato. Era bassa e paffutella, con dei graziosi capelli biondi e due luminosi occhi verdi. Non dimostrava più di sette anni, anche se per essere a Hogwarts doveva averne almeno undici. Indossava una tuta rossa, con due strisce bianche che contornavano i pantaloni e le maniche della maglia.
« Io sono Emma Sheer. Che vestiti buffi che hai, dove li hai presi? E da quale paese vieni? Si vede che non sei di qui » disse tutto d’un fiato.
« Io... Ma tu riesci a vedermi? »
« Certo. Per caso vieni dal passato? Che forza! E come hai fatto? Con  una Giratempo, vero? Mia cugina ne ha una, ma dice che funzionano solo per gli spostamenti di poche ore. Lo sapevo che mentiva! »
« Non ho usato una Giratempo » chiarì Rose, interdetta per le mille domande che la sua piccola interlocutrice le aveva posto in una volta sola. « In che anno siamo? »
« Tremila ».
« Tremila?! »
« Proprio così. Tu da che anno vieni? » insisté la ragazzina, evidentemente molto catturata dalla storia del viaggio nel tempo.
« Se mi aiuti a trovare un ragazzo biondo con dei vestiti simili ai miei, te lo spiego. Era con me fino a qualche minuto fa » le propose la Weasley, un po’ tranquillizzata dalla sua allegria ma inquieta per l’assenza di Malfoy.
« Eri con un ragazzo? Un maschio? » Emma spalancò la bocca sconvolta.
« Sì, che cosa c’è di... »
Il rumore di numerosi passi che si avvicinavano interruppe bruscamente la conversazione.
« Seguimi. Non preoccuparti per il tuo amico, mio fratello lo troverà, ma adesso devi nasconderti. La Miss odia gli intrusi ». Sul volto della bambina non c’era più traccia della spensieratezza di poco prima.
« Chi è la Miss? » chiese Rose, sempre più preoccupata.
« Cassandra Shatterproofer, la padrona di Hogwarts » rispose trafelata Emma, sfrecciando all’interno della scuola e poi su una rampa di scale.
« Vuoi dire la preside? »
« No, la padrona. È la figlia del Ministro della Magia e qualche anno fa ha comprato Hogwarts. È stata lei a erigere il Muro, per dividere la scuola in due aree che non comunicano mai tra loro e tenere separati i maschi dalla femmine ».
La rossa, sbalordita, seguì con lo sguardo il dito della sua guida, che le indicava la parete rossa che stavano costeggiando.
« Quindi in questa epoca non ho possibilità di rivedere Scorpius? » realizzò con un pizzico di amarezza, pentendosi subito di aver dato voce ai propri pensieri. In fondo che cosa le importava di Malfoy? Una volta tornata nel presente, avrebbe potuto spiegare la situazione al professor Paciock e lui avrebbe provveduto a ripescarlo. Sempre che la Miss non lo avesse già fatto a fettine.
Quella possibilità la fece rabbrividire.
« Scorpius? È così che si chiama il tuo fidanzato? Che nome divertente » cinguettò Emma, ritrovando per un secondo un po’ di gioia. « A noi è proibito avere un fidanzato, ordini della Miss ».
« Assurdo » borbottò tra sé Rose. « Comunque Scorpius non è il mio ragazzo, giammai! Non starei mai con lui, è la persona più egocentrica che io abbia mai conosciuto. È permaloso, presuntuoso, un vero pallone gonfiato e... »
Troppo occupata a enumerare i difetti di Malfoy, non si accorse di una porta che era comparsa dal nulla davanti a loro.
« Forza, entra ». Emma la spinse oltre la soglia, in una stanza ampia ma spoglia, il cui unico mobilio era un tavolo bianco coperto da divise rosse. « Questa è la Stanza delle Necessità, l’unico posto a cui sia ragazzi che ragazze possono accedere. È stato il paradiso delle coppie per mesi, poi gli innamorati che si rifugiavano qui hanno iniziato misteriosamente a sparire e sono rimasti solo i loro indumenti ».
La Weasley osservò terrorizzata i vestiti che coprivano il tavolo. « Sono stati puniti perché si amavano? »
« Esatto. La Miss ha abolito l’amore ».
Un rintocco sordo rimbombò nella stanza, mettendo in allarme la bambina.
« È il Segnale. Ogni volta che lo sentiamo dobbiamo andare in Sala Grande per un appello. Quando viene suonato significa che la Miss ha notato delle anomalie all’interno della scuola e vuole verificare che tutti gli studenti siano presenti » spiegò spaventata. « Forse non è stato mio fratello a trovare il tuo fidanzato, ma qualcun altro ».
« No, non può essere » sussurrò Rose sconvolta, tuttavia  non ebbe il tempo di crogiolarsi su ipotesi oscene, perché Emma le stava già impartendo nuove direttive.
« Dobbiamo uscire di qui. Gira voce che questa stanza non sia più sicura per nessuno, non solo per le coppie, quindi meglio non sostarci a lungo. La settimana scorsa la Miss ha mandato degli ispettori e temo che  abbiano inserito qualche perverso sistema di controllo. Inoltre agli studenti sono concessi solo dieci minuti per raggiungere la Sala Grande per l’appello, perciò dobbiamo fare in fretta. Bevi questa, è Pozione Polisucco ››.
Lei afferrò la boccetta che le stava tendendo e ingurgitò il liquido contorcendo la bocca per il suo sapore amarognolo. All’istante il suo corpo iniziò a mutare, la sua statura si ridusse notevolmente, i capelli abbandonarono il consueto rosso e assunsero un colore a metà tra il biondo e il castano e i lineamenti del viso si fecero più immaturi.
‹‹ L’appello lo fa la signorina Grey e quando chiamerà il nome di Abigail Nott dovrai  alzare la mano, chiaro? ››. La bambina lanciò una delle divise che giacevano sul tavolo alla Weasley, la quale avrebbe voluto chiederle dove avesse preso la Pozione Polisucco - non poteva averla preparata sul momento, visto che ci volevano ore a farla -, però fu trascinata fuori dalla Stanza delle Necessità e in corridoio, poi giù fino alla Sala Grande. Qui decine e decine di ragazze erano allineate in fila indiana.
‹‹ La vera Abigail al momento si trova in infermeria, ma alla signorina Grey non importa niente di noi studenti e non si prende mai la briga di verificare se gli assenti siano scomparsi o malati. Si limita a consegnare una lista alla Miss e lascia che sia lei a fare tutte le verifiche che desidera. Ecco, quello è il tuo posto, tra Kate e Margaret ›› disse Emma a Rose. ‹‹ Dopo l’appello non potrò più aiutarti, dovrai cavartela da sola. Se vuoi rivedere quel ragazzo, dovrai tornare nella Stanza delle Necessità. È rischioso, ma non hai altre possibilità. Spera solo che l’effetto della Polisucco duri abbastanza da permetterti di raggiungerla ››.
‹‹ Grazie, Emma ››.
La ragazzina si strinse nelle spalle. ‹‹ È stato un piacere conoscerti, ragazza venuta dal passato ›› concluse sorridendo, poi si allontanò e prese il suo posto nella colonna di studentesse.
Qualche minuto dopo, sopraggiunse una signora dall’aria austera, con i capelli quasi bianchi raccolti in uno chignon stretto, un naso adunco e un andamento altalenante.
‹‹ Buongiorno, signorina Grey ›› salutarono in coro le allieve.
Lei in tutta risposta emise un grugnito indistinto le squadrò una ad una.
Il cuore di Rose accelerò quando si soffermò su di lei e la tachicardia non le passò finché, dopo un tempo che le parve interminabile, chiamò la ragazza di cui aveva le sembianze.
La finta Abigail alzò la mano e l’appello proseguì. Mancavano ancora alcuni nomi, quando la Weasley si accorse con orrore che i suoi capelli stavano gradualmente tornando del loro colore naturale. Fortunatamente la signorina Grey doveva essersi stufata, perché non sollevò nemmeno la testa per vedere se le ultime due studentesse  avessero alzato la mano o meno, e se ne andò via trafelata.
Rose uscì subito dalla Sala Grande e si fiondò sulle scale che portavano alla Stanza delle Necessità, dove arrivò in un baleno e si chiuse la porta alle spalle.
Aveva il respiro pesante e la paura di essere scoperta, unita alla disperazione di trovarsi in un’epoca tanto orribile, per poco le impedì di accorgersi che non era sola.
‹‹ Scorpius! ›› gridò incredula, poi corse incontro al ragazzo e di slancio gli gettò le braccia al collo. ‹‹ Dov’eri finito? ››
‹‹ Mentre ero nel parco un uomo mi ha visto, ha cominciato a ciarlare e a strillare di chiamare una certa Miss e in un secondo una decina di inservienti mi stava dando la caccia. Per fortuna un bambino mi ha aiutato a venire quassù ›› raccontò Malfoy senza sciogliere l’abbraccio.
Solo quando si allontanarono, Rose si rese conto di avere le guance rigate di lacrime.
‹‹ Temevo che ti avessero fatto fuori ›› biascicò con noncuranza, cercando di minimizzare.
‹‹ Idem ›› fu la scarna replica di Scorpius, che non aveva intenzione di lasciar trasparire l’apprensione che in quelle ore aveva logorato anche lui.
Per un attimo calò il silenzio, poi la distanza tra i loro volti iniziò a diminuire sempre di più. La Weasley non avrebbe saputo stabilire chi dei due si stesse avvicinando all’altro, ma il risultato fu che le loro labbra si unirono. Successe una volta, poi un’altra e una terza.
Improvvisamente però il pavimento iniziò a tremare, le pietre sprofondarono, le pareti collassarono e la porta si spalancò, lasciando entrare una figura affascinante e allo stesso tempo terrificante.
‹‹ Qualcosa mi dice che quella è la Miss ›› farfugliò confusamente Scorpius, provando come al solito a combattere la paura con un’ironia inadatta.
In una situazione normale, Rose lo avrebbe preso in giro, dicendogli altrettanto ironicamente che aveva avuto un’intuizione davvero geniale, però in quel momento era troppo sbalordita per parlare.
La Miss era una donna giovane, che non dimostrava più di venticinque anni, dotata di una bellezza fredda e anomala. Aveva un viso candido, incorniciato da boccoli neri disordinati e reso inquietante da un paio di ipnotici occhi viola. Rose vi si specchiò e la sua mente fu sconvolta da una serie di immagini frammentate. La prima, che aveva già visto nel tunnel, mostrava Sally Wretch con una neonata in braccio, poi si delineò un albero genealogico, che, snodandosi attraverso i secoli, collegava i nomi di Merope Wretch e Cassandra Shatterproofer. Ci fu una pausa, dopodiché comparve una ragazza di circa sedici anni, dalle inconfondibili iridi color indaco e con indosso la divisa dei Serpeverde, seduta da sola in un angolo del parco di Hogwarts. Presto fu raggiunta da un giovane della sua stessa Casa, che le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e la baciò sulla nuca. Due voci fuori campo, una femminile e una maschile, apparentemente scollegate tra loro, accompagnavano la scena.
“ Ho bisogno di essere amata” ripeteva la prima.
“Ti sto chiedendo solo un piccolo favore. Aiutami e staremo insieme per sempre, nessuno ci ostacolerà più” diceva l’altra con un tono ammaliatore.
Prese forma una riproduzione del Lago Nero, dove il ragazzo gettò un cadavere, sotto gli occhi sgranati di Cassandra, poi Rose chiuse i propri e interruppe quella visione raccapricciante.
Quando li riaprì la Miss non era più di fronte a loro.
‹‹ Scorpius, lei è… discende da Voldemort. E ha rivoluzionato Hogwarts perché un ragazzo… c’era un corpo… ›› tentò di spiegarsi la rossa.
Malfoy fece il possibile per tranquillizzarla, ma la sfera di cristallo, che Rose aveva abbandonato nella tasca non bruciata, produsse un ronzio sordo e la stanza scomparve. I due furono circondati da una nube evanescente, sulla quale videro nuovamente il cadavere di Sally e quello gettato nel lago, accompagnati da un urlo straziante e da una scritta cremisi che prese forma proprio sotto il loro sguardo: L’amore è morte.    
La Weasley gridò, poi tutto sparì e non vide altro che buio.

Angolo dell'autrice
Salve, popolo di Efp! Eccoci qua con il terzo (o penultimo) capitolo. Gli OC di questo capitolo sono due, quindi procediamo ordinatamente a spiegare i loro nomi:
- Cassandra Shatterproofer: il cognome viene dall'inglese "shatterproof", che significa  infrangibile", adattato a un personaggio dalla personalità inflessibile in apparenza. Come nome ho scelto Cassandra perché fino dall'antichità è associato alla sventura e poi  perché ho un debole per questo nome e ultimamente nelle mie storie il personaggio cattivo o dannato si chiama sempre così.
- Emma Sheer: in inglese "sheer" significa "puro" ed Emma è un nome che è simbolo di forza e coraggio, inoltre per ideare questo personaggio mi sono ispirata a un altro di un libro che adoro, in cui è presente proprio una bambina di nome Emma.
Approfitto di questo piccolo spazio per ringraziare chi segue la storia e in particolare chi l'ha recensita, i pareri sono sempre graditi e d'aiuto, quindi recensite in tanti!
Domenica pubblicherò l'ultimo capitolo, che spero non vi deluderà troppo.  Questa storia è nata per partecipare a un contest e purtroppo quando l'ho scritta gli impegni scolastici non mi davano un attimo di tregua, così nell'ultimo capitolo ho cercato di trovare una soluzione per spiegare al meglio la situazione e i miesteri.
Alla prossima,
 Evelyne.
 

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Capitolo 4
*** Epilogo ***


 
4. Epilogo
‹‹ Signorina Weasley? Riesce a sentirmi? ››
Rose aprì gli occhi e, nonostante la vista annebbiata e un’allucinante emicrania, distinse la sagoma del professor Dawlish. Il ricordo dell’incredibile vicissitudine riaffiorò all’istante e la Grifondoro sobbalzò sul letto bianco e odorante di medicinali su cui era distesa.
‹‹ La Miss… una donna… le immagini… dove…? ›› farfugliò confusa, non riuscendo ad articolare una frase di senso compiuto.
‹‹ È tutto a posto, Rose. Ti trovi in infermeria, sei al sicuro ›› la rassicurò l’insegnante. ‹‹ L’oggetto che hai incautamente attivato si chiama Piramide del tempo, è uno dei cimeli più antichi e pericolosi mai rinvenuti. Come funzioni è in gran parte ancora un mistero, ma, dopo secoli di accurati studi, gli Auror hanno appurato che niente di ciò che mostra è reale. Il salto nel tempo avviene solo nella mente del viaggiatore, mentre il corpo resta privo di sensi esattamente dov’è ››.
La ragazza emise un lungo sospiro di sollievo, ma quando le tornò in mente il bacio che c’era stato tra lei e Scorpius, qualcosa di molto simile alla delusione si fece largo nel suo stomaco ancora sottosopra per lo spavento. ‹‹ Sta dicendo che niente di ciò che ho visto è successo o succederà? ››
‹‹ Proprio così. La Piramide, tuttavia, non  è affatto un oggetto innocuo, anzi. Seleziona le immagini a seconda dell’individuo che la usa, catturando le sue paure e rielaborandole a suo piacimento. Talvolta può condurre alla follia e periodicamente chiede la vita di un viaggiatore per alimentare il suo cuore di magia oscura. Per questo è confinata nel Reparto Proibito e spero che tu ti renda conto di essere stata molto imprudente ››. Il tono di Dawlish perse la nota rassicurante che aveva avuto fino ad allora e divenne severo. ‹‹ Tu e il signor Malfoy siete stati molto fortunati ››.
Sentendo il nome di Scorpius, Rose iniziò subito a cercarlo con lo sguardo, ma gli altri letti erano vuoti. ‹‹ Professore, dov’è Malfoy? ››
‹‹ Ha lasciato da poco l’infermeria. Quando avrà bevuto questa, potrà tornare in Casa anche lei. Delle conseguenze del vostro comportamento irresponsabile discuteremo stasera nel mio ufficio ››. Il professore allungò alla Weasley una tazza stracolma di un liquido giallognolo non particolarmente invitante. ‹‹ È un infuso di camomilla a cui Madama Chips ha aggiunto radici di vario genere. È ottimo per riportare serenità nell’animo delle persone turbate ›› spiegò vedendo la sua espressione schifata.
Lei annuì e, sebbene non fosse una delizia, bevve tutta la tisana.
‹‹ Che ore sono? ›› domandò. Dalla sera precedente aveva perso del tutto la cognizione del tempo.
‹‹ Le due del pomeriggio ›› rispose Dawlish, riprendendo dalle mani di Rose la tazza vuota. ‹‹ Ha dormito la bellezza di oltre dodici ore, signorina. Adesso vada nella sua Casa, per oggi è esentata dalle lezioni ››.
La Grifondoro annuì e uscì dall’infermeria, concentrandosi a ogni passo per non barcollare sulle gambe instabili.
Arrivata davanti al ritratto della Signora Grassa, esitò e, anziché varcare la soglia della Sala Comune, fece un passo indietro.
Non riusciva a smettere di pensare al bacio con Malfoy e se davvero era stata solo una visione, perché sentiva ancora la pancia in agitazione e persino l’odore del suo raffinato profumo al muschio? Forse voleva che ci fosse qualcosa di vero? Non era possibile, non dopo sette anni passati a detestare Scorpius, o almeno questo era ciò che le suggeriva il suo orgoglio di Grifondoro. Quest’ultimo però fu presto scalzato da nuovi ricordi: l’apprensione provata quando Malfoy era scomparso e l’incomprensibile felicità appena lo aveva rivisto. Anch’esse erano state solo una mera invenzione della Piramide? E da cosa erano scaturite le due epoche raccapriccianti in cui si erano ritrovati? Probabilmente da una paura comune, visto che avevano “viaggiato” insieme, ma quale?
La Weasley indietreggiò ulteriormente, ormai convinta di dover parlare con Scorpius prima di mettere una pietra sopra a quella disavventura.
Doveva essere già tornato nei sotterranei, quindi, non potendo aspettare di rivederlo solo quella sera nell’ufficio di Dawlish, sarebbe toccato a lei entrare nel territorio dei Serpeverde. Quest’ultimi erano molto abili a tenere lontani gli intrusi e, secondo il padre di Rose, c’era un solo modo per penetrare nella loro Sala Comune: la Pozione Polisucco. Lui e lo zio Harry  l’avevano usata al secondo anno, per capire se Draco Malfoy, il padre di Scorpius, fosse l’Erede di Serpeverde, e, per quanto Rose si sforzasse di trovare un’alternativa, non le venne in mente nient’altro. Non era affatto entusiasta di ricorrere nuovamente a questa pozione, dal momento che le ricordava la Miss e tutte le sue follie, ma dovette ammettere che era la soluzione migliore. Adesso non le rimaneva che attingere alla sua scorta personale di Pozione Polisucco, che da anni teneva sotto il letto per ogni evenienza, e scegliere il verde-argento di cui prendere le sembianze.
Doveva essere qualcuno di cui Malfoy si fidasse e che non lo facesse sentire giudicato e le parve che questi requisiti fossero soddisfatti da una sola persona: Amy Zabini.
Amy, oltre a essere la cugina di Scorpius, era anche la fidanzata di Albus Potter e quando era iniziata, ormai due anni prima, la loro relazione aveva suscitato non poco scompiglio nelle due Case eternamente rivali di Grifondoro e Serpeverde, perciò, se Malfoy aveva intenzione di raccontare a qualcuno del loro bacio, Rose era certa che lo avrebbe detto a lei.
In quel momento la Zabini era sicuramente al Club dei Duellanti, come la maggior parte degli studenti del settimo anno, e la rossa, dopo essere passata dalla propria camera per prendere una boccetta di Pozione Polisucco, vi si recò a sua volta.
Non fu difficile individuare il mantello di Amy tra quelli ammassati vicino alla porta, perché era l’unico caratterizzato da un pungente profumo di lavanda. La Weasley lo prelevò, cercando di non farsi notare, e tolse dal tessuto un sottile capello biondo. Lo lasciò cadere nell’ampollina che si era portata dietro e, tappandosi il naso, buttò giù l’intruglio. Immediatamente la sua pelle si scurì, diventando color caffèlatte, i capelli si allungarono e gli occhi si tinsero di verde. 
Rose non perse tempo, si precipitò nei sotterranei ed entrò nella Sala Comune dei Serpeverde dopo un primino, dal quale aveva udito la parola d’ordine.
Nessuno dei pochi presenti fece caso a lei, così si diresse verso il corridoio che immaginava dovesse portare ai dormitori e chiese di Scorpius.
‹‹ Tuo cugino? ›› borbottò un ragazzo moro. ‹‹ Dovrebbe essere nella sua camera›› le disse, accennando con la testa alla stanza alla sua destra .
Lei non si azzardò a ringraziarlo, pensando che la vera Amy difficilmente lo avrebbe fatto, ed entrò senza bussare.
‹‹ Amy ›› esordì il ragazzo un po’sorpreso. ‹‹ Che ci fai qui? Non dovresti essere al Club dei Duellanti? ››
Caspiterina, adesso che gli dico? Avrei dovuto prepararmi un alibi.
‹‹ Ecco… Volevo parlarti ››.
‹‹ Aspetta, prima lascia parlare me ›› si impose Scorpius. ‹‹ Quello che ho da raccontarti ha dell’incredibile ››.
‹‹ Ti ascolto ›› mormorò Rose, con il cuore a mille e le mani madide di sudore.
« Ieri sera la Weasley ha attivato uno strano oggetto dal potere oscuro e siamo stati catapultati in una sorta di viaggio nel tempo, anche se veramente non ci siamo mossi dalla biblioteca » iniziò lui, visibilmente agitato. « Abbiamo visto di tutto, epoche orrende, gente pazza, un caos, ma a un certo punto... »
« A un certo punto? »
« Ci siamo baciati » sussurrò Malfoy, come se dirlo gli sembrasse stranissimo e probabilmente era proprio così, « e non è stato neanche male, anzi, è stato bello ».
« Anche per me » disse d’impulso Rose, non rendendosi conto che nel frattempo l’effetto della Pozione Polisucco stava gradualmente svanendo.
« Come? Amy... Per la barba di Merlino! » esclamò il ragazzo, quando girandosi si trovò di fronte alla Weasley. 
« Ero sconvolto, non sapevo che era tutta un’allucinazione e credevo che avrebbero potuto ucciderci da un momento all’altro, quindi evita le prese di giro » corse subito ai ripari.
« Tu fa’altrettanto » replicò piccata lei, riscoprendo il suo antico orgoglio.
« Ottimo, tutto risolto allora » concluse Scorpius con un sospiro che lasciava intendere che in realtà non era affatto così.
« Già » concordò Rose, non riuscendo a nascondere un briciolo di delusione. Per qualche minuto rimase immobile alle spalle del Serpevede, il quale si era voltato dalla parte opposta e faceva del suo meglio per dissimulare, poi si girò a sua volta, decisa ad andarsene per non intascare un’ulteriore umiliazione. Quando appoggiò una mano sul pomello della porta, tuttavia,  lui la trattenne, afferrandola per l’altro braccio.
« Che vuoi ora, Malfoy? » gli chiese spazientita, non desiderando altro che abbandonare i sotterranei e dimenticare quella storia assurda.
Il ragazzo non rispose, segno che il guizzo di coraggio che lo aveva spinto a fermarla era già scomparso.
Lei piegò la testa all’indietro quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi. Nessuno dei due disse niente, però, proprio com’era successo nella Hogwarts del tremila, non fu necessario e le loro labbra finirono di nuovo incollate.
« Questo vuol dire che non è tutto a posto » osservò la Weasley non appena si staccarono.
« Amy e Potter saranno contenti di non essere più l’unica coppia male assortita » fu la vaga spiegazione di Malfoy.
 Lei esitò, poi gli stampò un altro bacio sulla bocca e uscì per tornare nella sua Casa.
 
Quella sera, ore 21.30, dormitorio femminile di Grifondoro
« Adesso sai cos’è successo » dichiarò Rose, dopo aver messo al corrente Alice Paciock, sua compagna di stanza nonché migliore amica, dell’esilarante disavventura in cui era stata conivolta nelle ultime ventiquattro ore.
« Incredibile » commentò a caldo la Paciock. « Tuttavia detesto la tua pessima abitudine di informarmi sempre a cose fatte, Rose ».
« É stato così estraniante, reale e assurdo allo stesso tempo, Alice. Non avevo idea che quell’oggetto bizzarro stesse sfruttando le mie paure». 
 « Secondo me ne ha utilizzata una in particolare, che tu e Malfoy condividete » ipotizzò Alice.
« Quale? »
« Quella di amare ».


Angolo dell'autrice
Salve a tutti! Eccoci giunti alla fine di questa mini-long.
Spero che l'ultimo capitolo non deluda troppo le vostre aspettative.
Approfitto di questo spazio per ringraziare le 12  persone che hanno seguito la storia, le 2 che l'hanno preferita e le 2 che la ricordano e in particolare paprikokka902, che ha recensito tutti i capitoli ed è stata fin troppo buona con tutti i complimenti che mi ha fatto, grazie mille cara ^^
Detto questo non mi  dilungo ulteriormente, grazie di nuovo a tutti, a presto!
  Evelyne.

 

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